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DA
A
PARTENZA
ARRIVO
DURATA
Bologna - IT
Charles de Gaulle - Par
02 Ago 07:00
02 Ago 08:45
01:45
Charles de Gaulle - Par
San Francisco - CA - US
02 Ago 10:55
02 Ago 13:20
11:25
Phoenix - AZ - US
Los Angeles - CA - US
13 Ago 18:35
13 Ago 20:02
01:27
Los Angeles - CA - US
Papeete - Tahiti - PF
13 Ago 23:40
14 Ago 05:00
08:20
Papeete - Tahiti - PF
Los Angeles - CA - US
20 Ago 23:59
21 Ago 11:10
08:11
Los Angeles - CA - US
Charles de Gaulle - Par
24 Ago 15:30
25 Ago 11:10
10:40
Charles de Gaulle - Par
Bologna – IT
25 Ago 15:25
25 Ago 17:05
01:40
Dal 02 al 05 agosto 2016:
SAN FRANCISCO
San Francisco
San Francisco è una città di 750.000 persone situata nella parte centro-occidentale della California,
all’estremità di una penisola racchiusa dall’Oceano Pacifico ad ovest e dalla Baia di San Francisco a est,
compresa nella regione della San Francisco Bay Area
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Se per numero di abitanti è il quarto centro dello stato, dietro a Los Angeles, San Diego e San Josè, per
densità di popolazione San Francisco è seconda negli Stati Uniti, seconda solo a New York. La fama della
città è legata alla sua vocazione tollerante e cosmopolita, all’alto valore culturale ed architettonico,
caratteristiche che la rendono la più europea della città d’oltreoceano.
La fondazione risale al 1776 ad opera degli spagnoli, che la battezzarono La Misión de Nuestro Padre San
Francisco de Asís, letteralmente “Missione del Nostro Padre San Francesco di Assisi”. Ottenuta
l’indipendenza dal governo di Madrid, l’area passò in mano al Messico, al quale fu a sua volta strappata
dagli Stati Uniti al termine della guerra messicano-statunitense, combattuta sul territorio tra il 1846 ed il
1848, ed in seguito alla quale cambiò anche il nome in San Francisco.
Al termine degli scontri si registrò il primo sensibile incremento demografico dell’area, nella quale si
stabilirono decine di migliaia di cercatori d’oro provenienti da tutto il paese. La crescita urbana proseguì di
pari passo alla scoperta di nuovi giacimenti d’oro ed argento fino alla fine del XIX secolo, quando nella zona
si era ormai consolidata una classe imprenditoriale arricchitasi grazie al traffico dei minerali.
Gli investimenti di questi ultimi riguardarono molti settori, soprattutto quello bancario e quello ferroviario,
determinando un miglioramento ed un ammodernamento dei servizi per i cittadini. A ciò bisogna
aggiungere la grande importanza ottenuta dal porto, divenuto uno snodo commerciale fondamentale per
tutta la West Coast, che attirò migliaia di lavoratori da tutto il mondo, andando a comporre un quadro
sociale multiculturale. Nel 1906 la città e i dintorni furono gravemente danneggiati da un violentissimo
terremoto, al quale seguirono ricostruzioni rapide e moderne. Il centro di San Francisco mantiene intatto
tutto il suo fascino storico, con edifici di recente costruzione che si inseriscono a meraviglia nello scacchiere
ottocentesco. Su Montgomery Street, nel cuore del Financial District, il quartiere degli affari, è ancora
presente il primo edificio in mattoni della città, fatto costruire dalla Wells Fargo ai tempi della Corsa all’oro,
mentre sono progressivamente scomparse le numerose botteghe dove i cercatori si recavano per pesare la
propria polvere d’oro.
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Oggi queste banche vecchio stile sono dominate dai moderni
grattacieli, alti centinaia di metri e generalmente adibiti ad uffici di
importanti aziende e compagnie internazionali, che vedono la loro
massima espressione nella Transamerica Pyramid, il più alto
edificio della metropoli coi suoi 260 metri. Union Square si trova al
centro della principale zona commerciale urbana, con molti negozi
e grandi magazzini. South of Market (SOMA) è la zona degli artisti,
con vecchi capannoni trasformati in atelier, bar e teatri.
Un’altra zona caratteristica è quella di Chinatown, caratterizzata da
colline e ripidi saliscendi, abitata fin dalla metà dell’Ottocento da
cittadini di origine cinese. Oggi il distretto ricalca l’atmosfera di una
città del sud della Cina, anche se architettura, usi e costumi ed
eventi sono decisamente ibridi americani su temi cantonesi. Il
rione, densamente popolato, è stato chiamato Gilded Ghetto, il
“Ghetto Dorato”, per via delle facciate sgargianti delle abitazioni e
dei mercati brulicanti. A breve distanza si erge Nob Hill, la più
celebrata collina di San Francisco, rinomata per i cable car, gli
alberghi sfarzosi e le incantevoli viste.
Il quartiere più esclusivo è notoriamente il Pacific Heights, che si erge 90 metri sulla città. A partire dalla
fine del XIX secolo la zona cominciò a connotarsi per la ricercatezza e la qualità delle residenze fatte
costruire dalle famiglie più importanti della zona, con case vittoriane che ancora oggi costeggiano entrambi
i lati delle strade. A nord di Broadway le vie scendono scoscese verso il Marina District, con negozi e caffè
alla moda e due prestigiosi yacth club. A sud di Pacific Heights spicca il Civic Center, costruito dopo il
drammatico sisma del 1906 con un’architettura Beaux Arts tra le più pregevoli dello stato. Nel 1987 l’area
fu dichiarata sito storico, riconoscendo l’importanza di uno dei più raffinati complessi urbani degli USA.
Musei e gallerie d’arte spaziano dagli enciclopedici de Young e Legion of Honor, all’arte contemporanea
del Museum of Modern Arts aYerba Buena Gardens. Quest’ultimo è forse il più innovativo museo dello
stato, con opere dei più importanti artisti del Novecento ospitati all’interno di un edificio avanguardista
progettato dall’architetto svizzero Mario Botta. Numerosi sono i musei dedicati alle scienze, tra cui
l’Exploratorium e la prestigiosa California Academy of Sciences. Altri musei celebrano il retaggio culturale
della città, inclusi quello ancestrale pellerossa e quello messicano, le persone e gli avvenimenti che hanno
dato vita all’attuale metropoli.
Il clima di San Francisco risulta essere piuttosto originale in quanto presenta caratteristiche tipicamente
mediterranee, ed altri più riconducibili a paesi nordici continentali. D’estate infatti la baia finisce spesso
per essere avvolta da una fitta coltre di nebbia, che contribuisce a mantenere le temperature molto basse,
anche stabilmente al di sotto dei 20 gradi. In condizioni di assenza di nebbia le temperature medie di luglio
si attestano a 22 e 13 gradi, rispettivamente nei valori massimi e minimi, mentre sono molto rari i
pomeriggi in cui si superano i 30 gradi.
Alcatraz
Alcatraz è un'isola situata nella baia di San Francisco, famosa perché ex sede dell'omonimo carcere di
massima sicurezza. L'isola di Alcatraz (in spagnolo significa " Sula", un uccello marino) porta questo nome
perché era popolata da questo genere di animali. È da sempre soprannominata The Rock (ovvero
"la roccia"), poiché un'alta percentuale dell'isola è costituita da roccia. Un altro soprannome è The
Bastion (ovvero "La Fortezza"), poiché sembrava impossibile ipotizzare una fuga.
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Storia
Attorno al 1850, la corsa all'oro in California attirò molte navi
nella Baia di San Francisco, rendendo necessaria la
costruzione di un faro, che fu completato sull'isola nel 1853.
Nel 1909 fu abbattuto per fare posto ad una prigione e al
suo posto ne venne costruito un secondo in un'altra parte
dell'isola. Fin dal 1850, l'isola di Alcatraz fu adibita a scopi
militari; nel 1933 divenne prima una prigione militare e
successivamente, nell'agosto 1934, un carcere federale di
massima sicurezza. Ma nel 1963 il carcere venne chiuso, a
causa degli elevati costi che lo caratterizzavano, visto che era
necessario trasportare sull'isola ogni bene necessario (cibo, vestiti, acqua potabile ecc.), tanto che i politici
statunitensi arrivarono a sostenere che sarebbe costato meno mantenere ogni detenuto nell'hotel più
lussuoso di New York piuttosto che mantenerlo ad Alcatraz. Qualche decina di anni più tardi, Alcatraz fu
aperta al pubblico per visite guidate ed oggi è gestita dal National Park Service e fa parte della Golden Gate
National Recreation Area.
Il carcere di Alcatraz è comunemente noto per l'estrema rigidità con cui erano trattati i detenuti. Chi veniva
mandato ad Alcatraz era solitamente considerato estremamente pericoloso o aveva già tentato la fuga da
altre prigioni. I carcerati erano costretti a scontare la loro pena in una cella singola,
dalle dimensioni particolarmente ridotte. Le mancanze disciplinari venivano punite con la reclusione al buio
e al freddo nelle celle d'isolamento. A differenza di altre carceri, la possibilità di lavorare non era concessa a
tutti, ma era un privilegio che ci si doveva guadagnare con la disciplina e rispettando le regole della
prigione. Un'eventuale possibile rivolta nel refettorio avrebbe potuto significare la morte sicura del
personale di guardia, a causa del gas che sarebbe stato sprigionato per sedarla (durante i pasti tutti i
prigionieri venivano radunati in un solo stanzone, sotto la sorveglianza di appena due o tre secondini).
Battaglia di Alcatraz
Uno dei tentativi di fuga da Alcatraz, che entrò nella storia, riguarda la famosa Battaglia di Alcatraz, una
rivolta scatenatasi il 2 maggio 1946 e terminata due giorni dopo con la morte di tre prigionieri (autori della
rivolta) e di due guardie. Gli autori di questa rivolta ( Bernard Coy, Marvin Hubbard, Joe Cretzer – uccisi
durante la rivolta - Sam Shockley, Miran Thompson e Clarence Carnes – sopravvissuti), armati, non
vedendo possibilità di fuga intrapresero una sanguinosa lotta contro le guardie carcerarie, le quali furono
assistite da alcune unità della Polizia di San Francisco, della Guardia costiera, dell'Aeronautica
militare e del corpo dei Marines. L'uccisione di due guardie prese in ostaggio provocò la reazione di tutta
la prigione che si scatenò sulle forze dell'ordine per avere la meglio. La rivolta terminò due giorni dopo
quando i marines, aiutati dal carcerato Robert Stroud, riuscirono a sedare i prigionieri. Dopo la morte dei
tre autori, furono arrestati e processati gli altri tre, dei quali Carnes fu risparmiato,
mentre Shockley e Thompson furono condotti a San Quentin per essere giustiziati in camere a gas il 3
dicembre 1948.
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Dal 05 al 06 Agosto 2016:
VISALIA
Dal 06 al 07 Agosto 2016:
RIDGECREST
Sequoia National Park
Istituito nel 1890 è il più vecchio Parco Nazionale degli Stati
Uniti dopo quello di Yellowstone. Situato a metà strada tra San
Francisco e Los Angeles, ospita monumentali sequoie giganti
(che qui crescono naturalmente) vecchie anche di 2.500 anni
ed alte quasi fino a 90 metri. Il parco conserva splendidi
paesaggi di cime granitiche, profonde gole fitte foreste dove
trovano rifugio falchi pellegrini ed altre specie di animali in via
d'estinzione. Le sequoie del parco portano i nomi dei più noti
personaggi della storia americana: la sequoia più famosa,
antica e alta del parco è conosciuta come General Sherman.
L’assegnazione addirittura di un nome è giustificata dal fatto
che dal momento in cui si comincerà a notare la colossale
massa dalla forma conico-piramidale delle fronde dell’albero,
si sarà a cospetto del più grande essere vivente della Terra, le
cui foglie sommitali toccano l’indicibile altezza di 94,8 metri.
Altrettanto impressionanti sono i numeri relativi al diametro di
base del tronco, che raggiunge gli 11 metri, ed alla datazione
della pianta, che avrebbe recentemente compiuto 2.000 anni.
Altrettanto imponente è la seconda sequoia del parco: la
General Grant.
Superato lo sbalordimento dovuto alla mole delle sequoie, e passata in rassegna la Giant Forest, si scoprirà
che la maggior parte del parco è totalmente avulsa dalla presenza delle sequoie. Il Sequoia National Park è
infatti prevalentemente un libro aperto sulla spettacolare natura della Sierra Nevada, contraddistinta da
laghi, canyon, cascate e alte montagne. Da non perdere la spettacolare vallata del Kern Canyon, che corre
da nord a sud nei pressi del confine orientale, ed il Mineral King Canyon, un tempo fiorente zona mineraria
e oggi punto di partenza per avventurose escursioni nelle selvagge aree orientali.
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Dal 07 al 08 Agosto 2016:
LAS VEGAS
Las Vegas
Capitale del gioco d'azzardo, la città degli eccessi, dei paradossi, o la si ama o la di odia: questa è Las Vegas,
540.000 abitanti, il più grande e famoso insediamento dello stato del Nevada, così pacchiano e chiassoso da
diventare bello ed affascinante come un miraggio nel deserto. In effetti proprio di apparizione nel deserto
si tratta in quanto geograficamente Las Vegas si trova all’estremo sud dello stato nel bel mezzo del deserto
del Mojave, circondata da un paesaggio naturale secco, roccioso ed arido, che contrasta prepotentemente
con quello del centro, dominato dagli ingenti sprechi d’acqua dei laghetti artificiali e delle fontane.
L’etimologia del nome è da ricercare in una parola spagnola che significa “Prati”, un termine che faceva
riferimento ai pozzi d’acqua che in passato riuscivano a mantenere in vita diverse aree verdi tutt’intorno
all’odierna Las Vegas. Da un po’ di anni si sprecano anche i soprannomi, che vanno dal poco gratificante
“Sin City”, “Città del Peccato”, attribuitole a causa della non certo nobile fama alimentata dal gioco
d’azzardo, dalla vendita di alcolici ad ogni ora del giorno e soprattutto dagli spettacoli per adulti, fino
all’ostentante “The Entertainment Capital of the World”, non per niente inventato dall’amministrazione
locale.
Il primo impatto tra l’area di Las Vegas e
gli Stati Uniti è datato 3 maggio 1844,
giorno in cui John C. Frèmont, a capo di
una spedizione di esploratori americani, si
addentrò in questi territori all’epoca
ancora
appartenenti
al
Messico.
Cinquant’anni dopo l’annessione della
regione all’America del 10 maggio 1855,
ed esattamente 15 maggio 1905, venne
fondata Las Vegas, all’epoca nient’altro
che un miserrimo villaggio ferroviario.
L’ufficializzazione
della
nascita,
testimoniata dall’approvazione della
prima carta di diritto pubblico, avvenne
però solo il 16 marzo 1911, quando la
città era già divenuta un’importante
stazione di sosta per le carovane di
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pionieri dirette in California. Parallelamente allo sviluppo dell’attività di estrazione di minerali dal
sottosuolo, avviata nei primi anni del Novecento, Las Vegas sviluppò anche un efficiente sistema
ferroviario, la cui presenza, unitamente alla costruzione della Diga Hoover del 1936, ne segnò la definitiva
consacrazione. Al denaro pubblico stanziato dallo stato per la realizzazione della grande infrastruttura,
seguì quello dei primi turisti, richiamati in mezzo al deserto dall’imponenza della barriera e dal neonato
lago artificiale Mead, oltre che dalla legalizzazione del gioco d’azzardo, regolamentato il 19 marzo 1931.
La prima apertura di un hotel casinò fu ad opera di Bugsy Siegel, un malavitoso legato ad importanti cosche
mafiose italoamericane, che nel 1946 diede definitivamente il via alla formazione della Las Vegas che tutti
conosciamo. La struttura urbana è semplicissima e consta di un’area più interna, nella quale trovano spazio
gli hotel ed i casinò, spesso accorpati in un unico edificio o serviti da speciali collegamenti ferroviari, cinta
da una periferia interamente residenziale estesa fino al deserto.
Una volta arrivati in città tanto vale
accantonare per un po’ la morale e
concedersi qualche vizio al tavolo da
gioco. I maggiori casinò sono: il
celebre Caesar’s Palace, aperto nel
1966 ma più volte ampliato, in cui
tutti i membri dello staff sono
agghindati come ai tempi dell’antica
Roma; il Bellagio, inaugurato nel
1998 in una struttura che vuole
ricalcare quella delle ville lombarde
sul lago di Como; il Treasure Island,
preceduto da un tratto di mare
artificiale in cui ogni sera è
inscenato un combattimento tra un
veliero pirata ed una nave militare
inglese; il Mirage, dove non appena calano le tenebre viene simulata l’eruzione del vulcano ricostruito ad
un passo dalla strada, con tanto di rombi e tremori; l’MGM, una specie di Disneyland al coperto che
sovente ospita mega-concerti o incontri di boxe; e l’Excalibur, la cui architettura vuole riprendere quella del
castello di re Artù. Un discorso a parte lo merita per tradizione, storia ed originalità il primo Hard Rock
Hotel del mondo, diretto discendente nello spirito della famosa catena degli Hard Rock Cafè. Il palazzo è
contraddistinto da un ingresso sormontato da una gigantesca chitarra elettrica, una hall incorniciata da
trentadue sassofoni dorati, una laguna artificiale con altoparlanti che diffondono musica sott’acqua, ed una
straordinaria collezione di cimeli, che annovera oggetti come la giacca di lamè di Elvis Presley e la chitarra di
Bruce Springsteen. I clienti potranno divertirsi giocando al Casinò dell’hotel con le fiches che riportano i
volti delle rock star, oppure andando in giro con le auto color porpora messe a disposizione dalla direzione
con impressa la scritta “baby you can drive my car”, un celebre passo di una canzone dei Beatles.
A Las Vegas si hanno poi altre piacevoli sorprese, come il Guinnes World of Records Museum, che
raggruppa i più assurdi ed impensabili record del pianeta, o l’Imperial Palace Auto Collection, con
un’esposizione arricchita da oltre duecento vetture storiche originali, mentre uno spettacolo di tutt’altro
genere è offerto dalla Red Rock Canyon National Conservation Area, circa quaranta chilometri lungo il W.
Charleston boulevard, con vedute scenografiche su profondi canyon di roccia rossa e bianca.
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Dal 08 al 09 Agosto 2016:
BRYCE CANYON
Bryce Canyon
Bryce Canyon National Park è un avvincente parco nazionale americano situato nella parte sud-occidentale
del paese, all’interno dello stato dello Utah e nei pressi del confine con l’Arizona. Il parco, gestito da uno dei
più importanti enti del settore, il National Park Service, si estende per quasi 15.000 ettari di superficie
intorno al celebre Bryce Canyon che, nonostante il nome possa trarre in inganno, non è propriamente un
canyon, ma bensì una specie di gigantesco anfiteatro generatosi dall’erosione della parte orientale
dell’altopiano Paunsaugunt. L’altitudine media è piuttosto elevata ed in generale il parco si sviluppa a quote
comprese tra 2.400 e 2.700 metri, ragion per cui buona parte della flora, ma anche della fauna, che vive
all’interno dell’area protetta presenta caratteristiche ed i requisiti tipici di un clima rigido.
Occupata già a partire dalla fine dell’era glaciale, quando tribù preistoriche utilizzavano quest’area per
procacciarsi il cibo, la zona del Bryce Canyon National Park ha visto succedersi numerosi occupanti nel corso
della storia. Testimonianze abbastanza chiare e certe si hanno sui secoli di occupazione da parte degli
indiani Paiute, che tuttavia non vi si insediarono mai in maniera permanente, anche se i primi veri e propri
colonizzatori del canyon furono i mormoni, che vi stabilirono a partire dal 1850. Ebenezer Bryce e la sua
famiglia sono passati alla storia come gli ideali fondatori del primo centro abitato ufficialmente
riconosciuto, Clifton, sorto nel 1874 nel luogo in cui si intersecano il fiume Paria con Henrieville Creek.
L’istituzione del parco avvenne il 25
febbraio 1928, quattro anni dopo
l’approvazione da parte del Congresso
della costituzione del Parco nazionale dello
Utah, con la quale si invitava il governo
statale ad acquistare tutti i terreni limitrofi
al Bryce Canyon così da poterli tutelare
tramite la creazione del parco. La persona
che più si impegnò per raggiungere tale
obiettivo fu J. W. Humphrey, supervisore
del servizio forestale locale, grazie al quale
l’opinione pubblica e le amministrazioni
cominciarono a interessarsi al problema.
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Un altro anno importante per la storia del Bryce Canyon National Park è il 1931, durante il quale, in seguito
all’intervento in prima persona del presidente Hoover, l’estensione del parco venne ampliata agli attuali
14.500 ettari. L’immagine più conosciuta del Bryce Canyon National Park è senza dubbio quella che ritrae le
sue spettacolari guglie, i cosiddetti hoodoos, frutto dell’erosione da parte degli agenti atmosferici come
pioggia, vento e ghiaccio nei confronti delle rocce sedimentarie lacustri e fluviali. Questi pinnacoli, la cui
altezza varia da un minimo di 1,70 a un massimo di 30 metri, sono composti da una particolare tipologia di
roccia chiamata Formazione Claron, un composto roccioso nel quale si riscontra la presenza di arenaria,
siltite e calcare. Semplicemente meravigliose sono le calde tonalità che vanno dal rosso all’arancione fino al
rosa che assumono le rocce in base alla luce.
Dal 09 al 10 Agosto 2016:
PAGE
Lake Powell
La realizzazione della Glen Canyon Dam "Diga di Glen Canyon" nel 1964, ha creato uno dei più grandi bacini
idrici dell'America del Nord. Questa massa di acqua, che occupa una regione chiamata Glen Canyon, è
meglio conosciuta in tutto il mondo col nome di Lake Powell "Lago di Powell." Per darvi un'idea delle sue
dimensioni, pensate che l'insieme dei litorali del lago misura circa 3.360 chilometri, una distanza più grande
dell'intera costa statunitense dell'Oceano Pacifico.
Nomina "Lake Powell" a chiunque sia nato nello Utah e la loro mente si riempie di immagini di imbarcazioni
di ogni tipo, dai cabinati, ai grandi yacht, alle piccole barche. Infatti, nell'area che circonda Lake Powell si
possono trovare numerosi luoghi di villeggiatura e marinas (porticcioli) che affittano cabinati e "jet skis."
Inoltre, i numerosi motel e ristoranti che si trovano lungo le sue sponde rendono possibile il soggiorno nel
lago.
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Per gli appassionati , il Lake Powell è sinonimo di pesca. Il lago e ricco di vari tipi di pesce persico, trota
variegata, pesce gatto, luccio del nord ed altri. Altre attività di svago includono lo Sci d'acqua, le immersioni
subacquee, la vela, il nuoto e la fotografia. Lo stesso Glen Canyon, comprendente la zona che si estende al
di là del perimetro dell'acqua, è una destinazione remota ma conosciuta per il campeggio, le escursioni a
piedi e con le Jeep.
Per i visitatori statunitensi e internazionali che hanno soltanto pochi giorni da spendere al Lake Powell,
l'esperienza fondamentale sta nella contemplazione di vaste quantità di acqua, di canyon di rocce rosse, di
territori remoti un tempo abitati da popolazioni indiane preistoriche, nonché nelle escursioni a piedi e con
Jeep, in una regione ricca di colori, tradizioni e paesaggi grandiosi del Vecchio West.
I centri turistici e gli uffici informazioni si trovano all'incrocio delle poche strade della zona o su quelle che
portano al lago [Highway 95 e 278 dello Utah]. Infatti, l'unica via per attraversare il lago da Bullfrog Marina
a Hall's Crossing (Incrocio di Hall) è su un traghetto. Il John Atlantic Burr Ferry, che fa traversate tra Bullfrog
e Halls Crossing risparmia ai viaggiatori 210 chilometri. Il traghetto ha posto per macchine, camper, veicoli
ricreativi, e autobus. In servizio tutto l'anno, ma ad orario ridotto durante l'inverno.
Al Centro Turistico di Carl Hayden, che si trova presso la Glen Canyon Dam, a Page, i turisti sono invitati ad
apprendere come apprezzare il monumento archeologico senza danneggiare il fragile ambiente del
deserto. Le visite turistiche al Lake Powell sono più piacevoli durante la stagione primaverile e autunnale,
quando le temperature sono miti. (La temperatura durante l'estate può raggiungere i 100 gradi Farhrenheit
o 43 gradi Centigradi.)
Sulle rive del Lake Powell ci sono cinque porticcioli. I campi organizzati sono aperti a Hite, Halls Crossing e
Bullfrog Marina. Le prenotazioni per i cabinati, grandi yacht e barche a motore, per alloggio e per il
posteggio dei veicoli ricreativi dovranno essere fatte con molto anticipo. Le escursioni con la barca al
Rainbow Bridge National Monument (Monumento Nazionale del Ponte Arcobaleno) sono possibili tutti i
giorni dell'anno e vanno da Bullfrog Marina, nello Utah a Wahweap Marina, Page, in Arizona.
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Dal 10 al 11 Agosto 2016:
KAYENTA
Monument Valley
La Monument Valley è uno dei simboli più conosciuti degli Stati Uniti, paragonabile per fama internazionale
ad icone come la Statua della Libertà di New York o ad Hollywood, ed uno dei più affascinanti scenari
naturalistici del mondo. Non per niente il nome è Monument Valley, la “Valle Monumento”, quasi che
fosse stata realizzata artificialmente solo per essere vista, come lo si fa per musei o opere d’arte.
Geograficamente questo estesissimo altopiano è situato tra il confine meridionale dello Utah e quello
settentrionale dell’Arizona, ed appartiene alla regione del Colorado Plateau. La prima cosa che balza
all’occhio è la particolare colorazione del terreno, che assume una tonalità rossiccia, quasi ramata,
riconducibile all’ossido di ferro presente negli inerti e nella sabbia trasportata dai fiumi che hanno scolpito
la valle. I riflessi più scuri invece, che possono apparire grigiastri, o anche blu a seconda delle particolari
riflessioni della luce, evidenziano la presenza di ossido di manganese, un minerale largamente usato anche
in diversi processi industriali. La stratificazione del terreno ha portato alla generazione di alcuni imponenti
massicci in pietra, i cosiddette mittens, vere e proprie sculture tutte diverse le une dalle altre, che paiono
essere state lavorate dalla sapiente mano di un mastro scultore più che da millenni di lavoro da parte degli
agenti atmosferici. Quasi tutti questi giganteschi massicci poggiano su basamenti di forma conica che
contribuiscono a slanciare la figura dei blocchi, in realtà di forma piuttosto tozza, che si vanno a stagliare
contro un cielo che sei giorni su sette è di un azzurro splendido, andando a comporre un paesaggio da
cartolina unico al mondo.
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La zona è attualmente abitata e data in gestione gli indiani Navajo, una delle più consistenti comunità di
nativi tutt’ora presente in America, che seppur in minima parte contribuiscono al trascorrere della giornata
dei turisti. Anche per questo motivo il sito non è stato eletto al rango di Parco Nazionale, trovandosi
interamente compreso all'interno delle riserve indiane, pur presentando una spettacolarità unica che lo
rende una delle aree sceniche più struggenti d'America.
Non è raro infatti incontrare gli indiani Navajo sul ciglio della strada intenti a vendere manifatture,
particolarmente curata è la produzione di tappeti ricamati a mano, o addirittura a proporre tour guidati
all’interno della vallata. Meno frequente ma non impossibile è invece imbattersi in qualche produzione
cinematografica, visto che, come in passato, sono ancora molti i registi che decidono di ambientare i propri
film western tra i canaloni della Monument Valley.
Per raggiungere la Monument Valley il mezzo più comodo è sicuramente l’automobile, con la quale bisogna
imboccare in direzione nord la scenic byway I-163, una strada che, soprattutto nei chilometri iniziali,
attraversa scenari meravigliosi, angoli di paradiso paragonabili per certi versi alle bellezze che si sta
andando a visitare. Sembrerà di entrare nella pellicola di un vecchio film western quando, in prossimità
della meta, si vedranno spuntare le vette dei mittens, che fin dal primo sguardo susciteranno emozioni
uniche all’osservatore, che non potrà non rimanere estasiato di fronte a cotanta bellezza.
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Dal 11 al 12 Agosto 2016:
GRAND CANYON
Grand Canyon
Unico, sensazionale, straordinario; non esistono
aggettivi per descrivere esaustivamente il Grand
Canyon, uno degli scenari paesaggistici più suggestivi
del mondo. L’immensa gola creata dal fiume
Colorado nel Colorado Plateau, nella parte
settentrionale dell’Arizona, è lunga all’incirca 446
chilometri, profonda fino a 1.600 metri e larga da 500
metri a 27 chilometri. Già da questi numeri si
capiscono le dimensioni colossali di questo paradiso
naturale compreso all’interno dell’omonimo Parco
Nazionale del Grand Canyon, uno dei primi parchi
degli Stati Uniti per numero di visitatori ogni anno. Tra i visitatori più affezionati nella storia del parco spicca
il presidente Theodore Roosevelt, tanto innamorato di questa zona da venirci appena possibile per
dedicarsi alla caccia di puma semplicemente per rilassarsi e contemplare il panorama. Il primo europeo che
mise piede nel Grand Canyon fu il conquistador spagnolo Garcia Lopez de Cardenas che, nel 1540, partì dal
Nuovo Messico in cerca del misterioso e leggendario fiume di cui narravano gli indiani Hopi. Per assistere
alla prima spedizione prettamente scientifica si dovettero aspettare altri tre secoli e mezzo, ovvero fino alla
fine degli anni ’70 del XIX secolo.
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In questo periodo infatti, il maggiore
statunitense John Wesley Powell si
recò sul posto con alcuni fidati
collaboratori per compiere prelievi di
campioni, studiare la morfologia e la
composizione
delle
rocce,
approfondire le tematiche storiche che
portarono
alla
nascita
della
grandissima
gola.
Le
rocce
sedimentarie che compongono le
pareti del canalone furono descritte
dallo scienziato come “pagine di un
grande libro di storia”, definizione che
calza a pennello ad un sedimento sul
quale sono impressi quasi due miliardi di anni di storia della Terra. Gli strati più antichi affiorati in seguito al
millenario lavoro di erosione del Colorado sono infatti databili al Proterozoico e al Paleozoico. L’area
limitrofa al Grand Canyon è stata nominata un monumento nazionale l’11 gennaio 1908 e venne dichiarata
parco nazionale il 26 febbraio 1919. L’UNESCO ha invece inserito il parco tra i Patrimoni dell’Umanità,
riconoscendo l’enorme valore naturalistico del Grand Canyon, che in realtà è un esteso sistema di canaloni
collegati tra loro, e di tut ta la zona circostante. Per visitare il Grand Canyon si può sostanzialmente
scegliere tra tre mezzi: l’aereo o l’elicottero, con il quale si potrà ovviamente avere una visione complessiva
e da un punto di osservazione privilegiato della zona, ma a fronte di una spesa molto alta; il rafting, adatto
alla particolare conformazione dell’ambiente naturale ma da prenotare con largo anticipo; o
semplicemente le proprie gambe. La sponda sud, la South Rim, è quella maggiormente frequentata e più
conosciuta dai turisti, che vi possono accedere da due ingressi: quello principale presso Moqui, appena
dopo il villaggio di Tusayan, e l’altro presso Desert View, che si trova più ad est di Grand Canyon Village.
Quest'ultimo è il punto di partenza obbligatorio per la visita all’area, nel quale documentarsi e munirsi di
cartine e materiale informativo. Ma è il South Rim Nature Trail il modo migliore e più semplice per godere
di questa meraviglia della natura. L'impatto emotivo con il Grand Canyon, quando ci si affaccia sul South
Rim, è davvero sensazionale. Dopo avere percorso chilometri di piatte e monotone praterie, l'arrivo sul
bordo del canyon sorprende e meraviglia anche il viaggiatore più smaliziato. Per quanto si possa essere
preparati ad assistere ad uno spettacolo grandioso, la vista improvvisa della voragine del Grand Canyon
lascia davvero attoniti e senza fiato, quasi in un senso di smarrimento per la vastità dei luoghi. Una volta
parcheggiata l'automobile nelle strade del Grand Canyon Village, potete decidere di percorrere il sentiero
di circa 11 km (andata e ritorno quindi
22 km) che collega il Village all'Hermits
Rest in un percorso interamente piedi,
in gran parte pavimentato, oppure di
utilizzare il comodo servizio di navetta
dell'Hermits Rest Route che effettua
soste presso i migliori punti
panoramici, e che impiega circa 75
minuti per compiere l'andata-ritorno.
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Dal 12 al 13 Agosto 2016:
SCOTTSDALE
Montezuma's Castle
Si chiama impropriamente “castello” ma in effetti non lo è e chissà se gli Aztechi ci siano mai stati.
Montezuma Castle National Monument (Monumento dal 1906) Arizona, nord di Cordes Junction, dalla
strada interstatale I-17 uscire all’exit 289 tra Phoenix e Flagstaff. E’ una tappa interessante quando si è
diretti da o per il Grand Canyon. Annidato in alto all’interno di un incavo di pietra calcarea, sollevato dalla
pianura alluvionale di Beaver Creek nella Verde Valley, Montezuma, che è tra le abitazioni scavate in roccia
meglio conservate dell’America settentrionale, fu occupato per primo dagli indiani Anasazi. Non è possibile
entrare in questa costruzione alta cinque piani con 20 stanze che servirono da abitazioni per gli indiani
preistorici Sinagua di oltre 600 anni fa. Si può soltanto guardare da sotto con stupore. I primi coloni di
queste terre associarono l’imponente struttura all’imperatore azteco Montezuma ma il castello fu
abbandonato quasi un secolo prima della sua nascita. In autunno particolarmente, il boschetto di betulle ai
piedi del castello si dipinge di meravigliosi colori brillanti e con il cielo blu-azzurro di fondo è proprio uno
spettacolo. Ci è piaciuto molto visitare questo luogo e non abbiamo potuto resistere al panorama
pittoresco. Si vede, perché abbiamo scattato una foto dietro l'altra anche se, in fin dei conti, non c'era poi
così tanto da fotografare. E' facile capire perché agli abitanti del posto piaceva vivere accanto alle rive del
piccolo fiume, il Verde River. Aperto tutto l’anno, il biglietto d’ingresso costava all’epoca $ 3,00.= Il centro
visitatori ospita un piccolo museo con una mostra di artefatti. La Southwest Parks and Monuments
Association gestisce una piccola libreria presso il centro ma non è possibile rifocillarsi. Riguardante
Montezuma Per la maggior parte delle persone la figura più conosciuta della storia azteca è Montezuma II,
il grande imperatore degli aztechi nei tempi della conquista Spagnola. Montezuma II, in Nahuati
Montecuhzoma (1480-1520), sovrano dell’impero azteco del Messico. Succedette ad Ahuizotl (1486-1502)
e governò durante l’invasione Spagnola. Quando il conquistatore Hernán Cortés arrivò in Messico (1519),
Montezuma credette che egli fosse il dio-sovrano Quetzalcoatl. Di conseguenza a Cortés furono offerti dei
doni in oro lavorato ed in argento. Più tardi, per paura che gli aztechi potessero attaccare le truppe
Spagnole inferiori di numero, Cortès prese Montezuma in ostaggio. Nel giugno 1520, gli aztechi, diventati
irrequieti sotto il controllo Spagnolo, si ribellarono. Cortés fece appello a Montezuma per reprimere la
rivolta ma il sovrano azteco fu preso a sassate dalla propria gente mentre si rivolgeva a loro. Secondo
quanto riferito, morì tre giorni dopo. Montezuma fu succeduto da Cuitlahuac ed 80 giorni dopo da suo
nipote l’ultimo imperatore azteco, Guatemotzin.
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DAL 14 al 17 Agosto 2016:
MOOREA
Moorea
Moorea dista sette minuti di volo o trenta minuti di traghetto e da Tahiti. Situata 17 km a Nord-Ovest di
Tahiti, nel gruppo delle Isole Sopravento dell'arcipelago della Società, ha una superficie di 133 Kmq , circa la
metà della nostra isola d'Elba e conta circa 15.000 abitanti. Moorea per l'estrema vicinanza e per la simile
conformazione, è considerata l’isola "sorella" di Tahiti. Ha un'altura centrale, il monte Rotui, ed è ricoperta
da una fitta vegetazione tropicale che digrada verso il mare. Secondo la leggenda il nome dell'isola, che
significa lucertola gialla, deriverebbe dal fatto che un'enorme lucertola, con un colpo di coda, formò le due
baie che la caratterizzano. Dopo Tahiti e Bora Bora è l'isola più visitata dai turisti che si recano in Polinesia.
Di origine vulcanica, circondata da barriera corallina e spiagge di sabbia fina, sovrastata da alte montagne
frastagliate circondate da piantagioni di profumata vaniglia e di ananas, Moorea è caratterizzata dalle due
magnifiche baie: quella di Cook, dove, per tradizione, approdò il celebre navigatore, e quella di Opunohu.
Nell’entroterra dell’isola, tra le valli e le pareti delle montagne coperte da foreste si trovano i resti di antichi
templi chiamati marae che, insieme a piattaforme di tiro all'arco, costituiscono pezzi dell'architettura preeuropea. Da ciascun albergo è possibile prenotare passeggiate a cavallo, gite in barca, tour dell'isola in
fuoristrada, visite alle fattorie delle perle, escursioni in elicottero o in aereo. E' possibile esplorarla
facilmente sia in motorino, che in auto. I noleggiatori sono generalmente presenti in ciascun albergo.
Per gli amanti dei delfini, è possibile poi prenotare un bagno con questi splendidi mammiferi presso la
laguna dell'hotel INTERCONTINENTAL RESORT AND SPA MOOREA, che ne ospita una riserva.
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Dal 17 al 20 Agosto 2016:
RANGIROA
Rangiroa
Rangiroa è situata 340 km a nordest dell’isola Tahiti, su cui si trova la
capitale Papeete, e fa parte delle
isole Tuamotu, popolari per le loro
acque cristalline. In realtà non è una
vera isola: si tratta, infatti, di un
atollo corallino di forma circolare
composto da più di 240 isolette
(motu). Ammirandone la forma dall’alto, sembra una collana. La sua forma unica ad anello si è creata in
seguito allo sprofondamento nell’oceano del vulcano che originariamente si trovava al suo centro.
Il Resort si trova sull’isoletta (motu) lunga circa 10 km fra i due passaggi (pass) Avatoru e Tiputa. È un’isola
dalla forma allungata, larga solo 200-300 m. La Laguna Blu a destra e l’oceano aperto a sinistra, le cui onde
vanno a infrangersi sulla spiaggia, sono una scena indimenticabile.
I tesori di Rangiroa sono proprio le acque di un blu intenso e la sua fauna marina, un ambiente naturale
nato dalla geografia unica dell’atollo. Clima mite e bel tempo tutto l’anno Il clima è mite tutto l’anno a
Rangiroa, con una temperatura media di 27° C (la temperatura media dell’acqua è di 26° C).
Diversamente da Tahiti e Bora Bora, Rangiroa è pianeggiante. La probabilità di bel tempo arriva al 90% e qui
piove poco anche durante la stagione delle piogge (dicembre-marzo). È un luogo ideale per le attività
all’aperto in qualsiasi momento dell’anno.
Rangiroa è una piccola isola con una popolazione di circa 2.700 persone. I suoi abitanti sono semplici, alla
mano e tutti sorridenti. Sentirete dovunque alcune espressioni tahitiane, tra cui ia orana (buongiorno) e
maruru (grazie). Gli abitanti, infatti, vi saluteranno sempre incontrandovi sulla strada. Oltre ad essere
socievoli, i tahitiani sono molto solari e i loro sorrisi renderanno il vostro viaggio indimenticabile. Le 60
sistemazioni sono tutte indipendenti, ampie e moderne, pur mantenendo un’atmosfera tradizionale
polinesiana. Sono disponibili tre diversi tipi di alloggi: il bungalow sull’acqua, la villetta con piscina, e il
bungalow di fronte alla spiaggia.
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Dal 21 al 25 Agosto 2015:
LOS ANGELES
Los Angeles
Los Angeles è la città dei contrasti, dei sogni e dei miti americani, una grande megalopoli che si sviluppa nel
cuore della California, tra catene montuose, colline e pianure. Il territorio cittadino è delimitato a nord
dalle San Gabriel Mountains, ed è in parte attraversato dalle propaggini delle Santa Monica Mountains. Il
risultato è un perfetto connubio tra montagne e dolci ondulazioni con quartieri che godono di un aspetto
collinare ed elegante, pur trovandosi nel cuore di una metropoli da 10 milioni di abitanti, la seconda città
degli Stati Uniti.L.A. (pronunciato “ell ei”), la città degli angeli, è una metropoli dalle grandi opportunità. Ci
sono pochi altri luoghi al mondo dove è possibile sciare al mattino e fare surf sull’oceano nella stessa
giornata, dove percorrere decine di km di highways a 6 corsie e rimanere sempre in centro, dove vita vera e
star system americano convivono in un equilibrio delicato ma che alimenta in questo luogo il fascino del
sogno americano, sempre pronto a richiamare gente e risorse che fanno la fortuna di Los Angels.
Il clima di Los Angeles è particolare. La città si trova abbastanza vicina all’oceano Pacifico, ma non è una
città di mare. Gode di un clima mediamente gradevole, con estati caldi ed inverni miti e piovosi, ma non
mancano le punte di eccesso. Alla fine dell’estate il clima di Los Angeles è davvero rovente: le correnti si
dispongono da sud-est e coinvolgono aria bollente dai i deserti meridionali: è il famoso vento de Santa Ana,
tristemente famoso per i numerosi e violenti roghi ed incendi che solitamente l’accompagnano. Il caldo
mette sotto stress la città, e molti se possono prendono d’assalto le località costiere in cerca del fresco
dell’oceano oppure sulle montagne delle cordigliere della California.
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L’oceano richiama surfisti e amanti degli sport, in particolare gli appassionati di beach volley. E’ però da
sottolineare che le acque dell’oceano risultino particolarmente fredde, proibitive in inverno quando la
temperatura delle acque scende a valori di circa 10 °C e rende necessario l’uso di una spessa muta a coloro
che non sanno rinunciare al surf quotidiano. I mesi più piovosi sono quelli invernali e primaverili, con
temporali ed acquazzoni, anche di una certa intensità.
Per avere un colpo d’occhio spettacolare su Los Angeles è preferibile all’inizio visitare alcuni dei suoi luoghi
panoramici, in modo da rendersi conto della sua struttura topografica, per poi orientarsi al meglio alla
ricerca delle cose da vedere.
Uno dei luoghi adatti a cogliere la grandiosità di Los Angeles è la Mullholland Drive un percorso
spettacolare che si snoda tra le Hollywood Hills. In alternativa ci si può recare presso il Laurel Canyon (non
lontano dal celebre Sunset Boulevard) e salire sulla vetta del Mount Olympus. Un altro luogo dove godere
del panorama cittadino è la classica torre panoramica, e all’uopo si può utilizzare la City Hall Tower, che
offre viste su tutta Los Angeles da una altezza di poco più di 140 m.
Un viaggio a Los Angeles non può prescindere da una visita di Hollywood, sia la parte degli Old Studios che
la moderna Hollywood, ormai cinema e turismo sono il piatto forte delle proposte di viaggio a Los Angeles.
Hollywod si trova ad ovest del downtown Los Angels, e confina ad occidente con il westside e a nord con
la San Fernando Valley.
Uno dei luoghi storici della vecchia Hollywood è il Mann’s Chinese Theather, dove si può ammirare una sala
cinematografica storica, decisamente diversa da quelle moderne che siamo abituati a frequentare
oggigiorno. Lo stile assolutamente orientale rende questo luogo uno dei più ricchi di fascino di L.A.
Davanti la Mann’s Chinese Thether troverete poi la collezione di impronte di mani e piedi dei principali
attori di Holliwood tra gli anni '20 e '30.
Sempre nella vecchia Hollywood vale una visita l’Hollywood Wax Museum, un museo delle cere
ovviamente incentrato sui personaggi hollywoodiani. Da visitare anche i vecchi studios lungo la Gower
Street detta anche la Povertry Row, la sede della Paramount Pictures e gli Selznick Studios che risalgono al
tempo del cinema muto.
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Oggi però il turista ha sete di miti
moderni ed attuali, e allora diventa
molto più interessante una visita ai set
cinematografici attuali. Gli Universal
Studios si sono perciò trasformati
anche in parco tematico, e sono
milioni i visitatori che vengono a
scoprire e divertirsi in questo luogo
speciale, ricco di attrazioni sempre
nuove. Ci sono dei percorsi
assolutamente da non perdere, come
il recente Simpson Ride, il Jurassic
Park Ride, Terminator 2 in 3D, il roller
coaster di “The Mummy”, e il sempre
attraente Universal City Walk, tra
shopping e luoghi interessanti dove
mangiare.
Se non vi basta esplorare il magico
mondo degli Universal Studios allora non perdetevi una visita agli studi della 20th Century Fox, qui si
possono vedere ricostruzioni utilizzate per le riprese di film. Si trova non distante da Beverly Hills, il
quartiere simbolo dello star system hollywoodiano, ricco delle mega-villa delle stars, risulta piuttosto
tranquillo e asettico, ma molti lo percorrono nella speranza di imbattersi in qualche star tutta impegnata
nella sua più ordinaria quotidianità.
Oltre che perdervi per i meandri di Hollywood, Los Angeles offre altri spunti interessanti di visita. Il centro
storico di Los Angeles verte sulla The Plaza, una delle piazze storiche di L.A. e sulla vicina Olvera Street, uno
spaccato della vecchia Los Angeles messicana.
Nel caso trovate troppo faticoso visitare le bollenti e torride strade di Los Angeles in estate allora la vostra
meta preferita può essere il Griffith park, considerato il parco metropolitano più grande degli Stati Uniti,
che al suo interno include lo Zoo di Los Angeles e un osservatorio astronomico, dotati di planetario.
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