Caratteri e tendenze del turismo crocieristico
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Caratteri e tendenze del turismo crocieristico
Caratteri e tendenze del turismo crocieristico (V. D’Aponte) Secondo le più recenti stime veicolate dall’OMT nel 2020 il fenomeno turistico, a scala mondiale, muoverà circa un miliardo e mezzo di persone divenendo uno dei fenomeni socio economici più rilevanti dei prossimi anni. In un tale contesto, segnato da generale crescita dei flussi, il segmento crocieristico si presenta come il settore in maggiore espansione nel mondo. Basti pensare al fatto che negli ultimi 10 anni il numero di turisti che ha scelto di svolgere le proprie vacanze in crociera è cresciuto di oltre 5 volte. A scala mondiale, la Ocean Shipping Consultants stima infatti che nel 2005 i croceristi mondiali siano stati circa 13,6 milioni, facendo riscontrare una notevole crescita (oltre 7% d’incremento annuo nell’ultimo quinquennio) rispetto ai 10 milioni circa registrati nel 2000. Se, poi, si tiene presente che nelle valutazioni degli esperti l’incremento della domanda turistica globale coinvolgerà maggiormente le aree di nuova destinazione, piuttosto che le mete di più tradizionale ricettività, riflettendo sulla circostanza che i flussi delle navi da crociera coinvolgono, in larga misura, itinerari di consolidato sviluppo, si comprende quanta importanza e attenzione meriti lo studio di un simile segmento turistico in termini di politica turistica. Le ragioni del costante sviluppo che attraversa il mondo della navigazione marittima a scopi turistici si devono rintracciare nella versatilità di un settore che è riuscito negli anni ad incontrare le sempre più diversificate e complesse esigenze dell’utenza soddisfacendo a queste attraverso un mix di attrattive il cui carattere motivazionale si traduce in : 1) immagine di lusso e glamour generalmente associata all’idea di vacanza trascorsa su grandi navi da crociera; 2) sistemazione alberghiera assimilabile a livelli di categoria superiore e lusso, specialmente in rapporto all’offerta di servizi comuni, spazi di ristorazione unificati, assenza di qualsivoglia separazione per categoria di spesa, tranne nel layout e nell’esposizione degli alloggi; 3) offerta “espereziale” incentrata sull’ interazione di mete ricadenti nelle categorie delle grandi città d’arte e capitali politiche, frammista a destinazioni più esplicitamente vacanziere; 4) combinazione tra itinerario marittimo e approfondimenti tematici (turismo culturale, shopping, mondanità etc.) consentita dal mix geografico delle mete lungo un itinerario crocieristico, favorito da escursioni nell’entroterra e da diversi optionals nello svolgimento dell’itinerario. Il tutto offerto ad un livello di prezzi che risulta decisamente competitivo rispetto ad altre forme turistiche all-inclusive. In definitiva la crociera diventa una delle componenti del turismo di massa che riunendo un insieme di fattori realizza la massimizzazione della rendita del consumatore. Ciò spiega, in estrema sintesi, lo sviluppo del settore in questi ultimi anni, in cui pur aumentando considerevolmente la capacità di selezione dell’offerta da parte del potenziale fruitore, non si determinano condizioni espansive sul piano della stratificazione dei redditi, né per il viaggiatore intervengono situazioni di omologazione che ne limitano le alternative di scelta tipologica. Questa più ampia definizione tematica, proprio per il più elevato livello d’informazione acquisito, per la ricerca di valori esperenziali innovativi, nei termini di cui è stato discusso in oprecedenza, finisce per porre il comparto crocieristico in relazione con una sempre crescente base di utenza potenziale che, in talke forma di turismo, trova una ben soddisfacente corrispondenza delle proprie esigenze di novità e di accumulazione crescente di esperienze. Tale insieme di fattori si è, quindi, risolto in un potente catalizzatore nei confronti dell’imprenditoria marittima che, intuendo le possibilità espansive del settore, sin dagli anni ottanta, hanno incrementato continuamente la propria flotta di navi da crociera spingendosi, ben presto, ad adottare una politica di ampio resteeling del naviglio meno moderno, spesso acquistato sul mercato dell’usato, per poi decidere di rivolgersi direttamente alla cantieristica specializzata per la costruzioni di grandi navi dotate di ogni comfort, rispondenti a dimensionamenti, per tonnellaggio, e conseguentemente, per posti letto offerti e personale imbarcato, sempre più elevato. Fig. 1. Crescita del mercato crocieristico mondiale (passeggeri nel periodo 1970-2010) 20000 18000 16000 14000 12000 10000 8000 6000 4000 2000 0 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 Fonte: Ns .elab. su dati Ambrosetti– valori previsionali al 2010 (stima su base 2008; val. x 1.000) Una crescita, come ben emerge dal grafico, innegabilmente segnata dal continuo incremento nel numero di navi fatte costruire e armate dalle principali compagnie da crociera e dal parallelo aumento della stazza delle stesse, come si è detto, ma, nel contempo caratterizzata dall’emergere di nuove compagnie armatrici, pronte a sfruttare ogni incertezza e rigidità organizzativa manifestata dalle compagnie di più antica origine e di maggior complessità finanziario-armatoriale. Proprio in questo scenario, si materializza quel proficuo confronto che, negli ultimi anni ha visto, per quel che concerne il caso italiano, opporsi in una continua competizione positiva due significative compagnie, da un lato la Costa Crociere, società italiana già parte del primo gruppo al mondo (la Carnival corporation) presente nel Mediterraneo sin dagli anni Cinquanta, e dall’altro la MSC nata come impresa armatrice impegnata sul trasporto merci, entrata a far parte dell’industria crocieristica appena dal 1987 e divenuta, attraverso crescenti investimenti, ormai, in appena un ventennio, una delle prime e più dinamiche società attive nel comparto. Tab.1 – Le unità della Costa Crociere Nave Entrata in Capacità massima Stazza servizio (n° di ospiti) (tonnellate) Costa Marina Costa Classica Costa Allegra Costa Romantica Costa Victoria Costa Atlantica Costa Europa Costa Mediterranea Costa Fortuna Costa Magica 1990 1991 1992 1993 1996 2000 2002 2003 2003 2004 1.000 1.680 1.000 1.697 2.394 2.680 1.773 2.680 3.470 3.470 25.500 53.000 28.400 53.000 75.200 85.700 54.000 85.700 105.000 105.000 Totale cumulato dei posti letto offerti 1.000 2.680 3.680 5.377 7.771 10.451 12.224 14.904 18.374 21.844 Costa Concordia Costa Serena Nuova Costruzione 2006 2007 2009 3.780 3.780 3.780 112.000 112.000 112.000 25.624 29.304 33.084 Ns. elab su dati Costa crociere Fig.2- Incremento nel numero posti letto delle navi MSC (2003-2010) 30000 24.864 25000 capacità letti 22.334 19.060 20000 13.256 15000 11.300 8.770 7.214 10000 3.962 5000 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 anno Fonte: Ns elab. su dati Msc Crociere (2008) Le determinanti “geografiche” del flusso crocieristico (V. D’Aponte) Dal punto di vista geografico tre sono i fattori fondamentali che intervengono nella scelta delle rotte : 1) condizioni meteo marittime mediamente di calma prevalente in rapporto al periodo di attività e ai caratteri dominanti dei bacini marittimi attraversati; 2) accessibilità degli scali intermedi sul piano delle dotazioni portuali (pescaggio, attrezzature, servizi); 3) caratterizzazione del retroterra di prossimità e dell’avanmare in funzione di elementi di rilevanza turistica (cultura, moda, glamour, attrattività) e di accessibilità relazionale. Ovviamente queste condizioni rappresentano unicamente determinanti basilari che devono legarsi ben altre caratteristiche posseduti dagli scali individuati lungo la rotta di percorrenza navale in ragione dell’offerta turistica rappresentata dalle dotazioni turistiche e dalle risorse accessibili, in funzione di un raggio di interferenza dallo scalo di sosta definito da un sistema di isocrone rispondenti all’intervallo programmato tra arrivo e partenza nei singoli scali. Nello stesso tempo risultano determinanti nella scelta degli scali numerosi altri fattori che tuttavia attengono a componenti di natura aziendale, politica, sociale che in questa sede non è possibile esaminare ma che, nel loro insieme incidono in modo abbastanza determinante sulle opzioni poste in essere dagli operatori marittimi.. I fattori geografici che incidono in misura determinante nella conduzione della rotta possono essere massimizzati attraverso la stagionalità. Tuttavia in termini comparativi le aree di maggior concentrazione delle attività crocieristiche risultano essere proprio quelle in cui è maggiore il periodo di tempo definito da condizioni prevedibili meteo marine favorevoli. Si spiega in tal modo come le aree prioritarie in cui si svolge maggiormente l’attività crocieristica siano quelle dei bacini marittimi posti a latitudini intertropicali ossia i Carabi e il Mediterraneo1. Ma, mentre nel caso dei Carabi si tratta di una destinazione molto richiesta da lunghissimo tempo, proprio perché itinerario fondato sull’ampiezza di una domanda continentale (l’America settentrionale, in particolar modo) particolarmente ricca e dinamica, il caso del Mediterraneo è più recente ed interessante, come dimostra iol crescente interesse che coinvolge imprese di navigazione riconducibili a più di una nazione e, in sostanza, la circostanza stessa che pur se il Mediterraneo rappresenti solo il secondo mercato crocieristico mondiale, esso si caratterizza per un tasso di sviluppo significativamente più elevato rispetto ai Carabi, a cui dal ‘91 ha sottratto ogni anno circa l’!% in termini di quota di mercato. Fig. 3 . Traffico crocieristico nel Mediterraneo (N° passeggeri in migliaia) 6.000 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000 0 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Fonte: Ns. elab su dati Cemar (2007) Ed infatti, ben sei scali mediterranei secondo gli ultimi dati veicolati dalla Cemar, rientrano nei primi trenta porti, considerati le top destinations del fare crociera a livello mondiale: Civitavecchia, Barcellona, Palma de Majorca, Venezia, Napoli e Pireo. Un tale posizionamento si spiega proprio in relazione alla straordinaria geografia di questo bacino che lo pone all’intersezione di tre continenti garantendo, in tal modo, una diversificazione nell’offerta culturale e naturale certamente 1 In particolare, i Caraibi, con il porto di Miami, secondo i dati veicolati dalla GPWild international Limited si colloca al primo posto a scala mondiale per numero di passeggeri movimentati. sconosciuta ad un’area come quella Caraibica. Al vantaggio competitivo “naturale” sembra, però, affiancarsi anche una sempre più marcata capacità di destagionalizzazione attraverso la predisposizione di opportune strategie di mercato che hanno condotto ad una progressivo incremento nel numero di crocieristi nel Mediterraneo durante il periodo invernale, tradizionalmente appannaggio dell’area caraibica. In tal modo la Msc crociere, ad esempio, ha puntato da un lato, sulla costruzione di navi particolarmente curate negli arredi interni e, dunque, destinate ad una fruizione specificamente invernale, dall’altro lato ha pianificato differenti itinerari tematici centrati sulle risorse culturali piuttosto che su quelle naturali veicolate ad un prezzo decisamente inferiore a quello di alta stagione. Fig. 4 - Destagionalizzazione crocieristica 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Fonte: Ns. elab. su dati Cemar (2008) Napoli nel contesto delle rotte Mediterranee (V.D’Aponte) Com’è noto, il fenomeno turistico, sta vivendo in Italia una fase di estrema criticità che l’ha condotto ad una progressiva perdita di competititività nel confronto mondiale spingendo il Paese, che si collocava nelle classifiche internazionali degli arrivi dal primo posto degli anni ’70, a scivolare nel quinto posto. Si verifica, in questo modo, un considerevole declassamento dell’offerta turistica italiana che si trova, ad oggi, non soltanto dietro tradizionali paesi competitori quali Francia, Spagna e Stati Uniti, ma ancor più stupefacentemene, persino surclassata da una destinazione emergente come la Cina. In un tale contesto, segnato da una marcata flessione dei flussi attivi, il segmento del turismo crocieristico sembra ritagliarsi uno spazio di assoluta autonomia, registrando, al contrario, un costante dinamismo sia per quel che attiene all’industria crocieristica in senso stretto, che ha visto la Fincantieri costruire 13 delle 39 nuove navi da crociera prodotte nel periodo 2000-2006 (Ambrosetti, 2007), sia per quanto concerne il movimento turistico legato a questo segmento. Se, infatti, come si diceva in precedenza, il bacino del Mediterraneo si configura come la seconda area di gravitazione del crocierismo mondiale, al suo interno è l’Italia a porsi come prima destinazione con il porto di Civitavecchia che per la prima volta con i suoi 1.800.000 crocieristi stimati al 2008 ha superato anche lo scalo di Barcellona, tradizionalmente primo nel Mediterraneo. Fig. 5 Tasso di crescita delle crociere in Italia (stima al 2010) 1.000.000 900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Fonte: ns. elab. su dati Msc crociere (2008) In tale contesto lo scalo napoletano sembra negli ultimi anni essersi reso sempre più attrattivo in particolar modo per quel che riguarda la componente internazionale del flusso turistico2. I principali motivi dell’attrattività dello scalo napoletano possono essere individuati nei seguenti fattori: 1) sul piano dei collegamenti è servito con linea veloce nella relazione con la capitale e con tutto il versante tirrenico dalla dorsale ferroviaria incentrata sui nodi di Pisa- Genova, Bologna, Verona Per le tre direttrici rispettivamente versante occidentale, versante settentrionale, versante orientale 2) presenza di mete turistiche a limitata distanza (entro una fascia di 60’) di straordinaria rinomanza e varietà attrattiva dell’offerta 3) rilevanza della componente culturale sul piano archeologico, artistico, storico- monumentale 4) buona dotazione di servizi urbani d’interesse turistico. Fig. 6- Traffico crocieristico nel porto di Napoli (1998-2007) 2 L’internazionalizzazione del fenomeno, del resto, pare essere dettata da questioni di ordine fiscale e di gestione finanziaria che sempre più spingono all’affermarsi di compagnie di prevalente armamento straniero. 1.200.000 1.100.000 1.000.000 900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Fonte- Ns. elab su dati autorità Portuale di Napoli (2008) Si tratta, come ben si comprende, di fattori che hanno una particolare capacità d’incidere positivamente sulla propensione delle compagnie di navigazione ad utilizzare lo scalo partenopeo sia come collettore di domanda, sia come porto di scalo in grado di offire buone opportunità sul piano dell’organizzazione delle attività escursionistiche. Infatti, come viene spiegato più approfonditamente in altro contributo nell’ambito di questa Cruise Conference3 il fattore accessibilità risulta piuttosto favorevole nei confronti di un vasto rerroterra regionale, tutto sommato, ben servito sul fronte di tutti principali vettori di trasporto. Parimenti, già con una sosta di scalo di non più di sei ore, il raggio di sviluppo degli itinerari possibili entro una distanza di non oltre 60 kilometri consente la pianificazione di numerose escursioni, sia nella stessa provincia napoletana, dalle mete del Golfo, all’entrentroterra vesuviano e flegreo, sia nei territori viciniori del salernitano, con la celebrata costiera amalfitana e Paestum, solo di pochi chilometri più lontane, sia del casertano, con la splendida reggia vanvitelliana modellata su Versailles. Tuttavia, ma sarebbero necessari in proposito ben più puntuali approfondimenti, non è tanto semplice e consequenziale concludere che l’apporto del crocierismo all’economia partenopea risulti significativo sul piano finanziario; almeno quanto l’entità del flussodi transito potrebbe lasciare presumere. In realtà il crocierismo produce scarsi vantaggi sul territorio pur se, come non può affatto sfuggire, molto spesso proprio la pur fugace esperienza di transito realizzata in occasione di una crociera costituisce l’occasione per una successiva, più completa ed esauriente, scelta della specifica meta turistica e l’esperienza positiva legata alla conoscenza sia pur fugace della città riesce ad alimentare un canale di comunicazione capace di propagare interesse e attrattiva in un più vasto contesto sociale, rappresentato dall’ambito relazionale di ciascun viaggiatore. 3 Si allude al lavoro di T.D’Aponte: Riflessioni sul fenomeno crocieristico in funzione delle interazioni tra retroterra ed avanzare: il caso dello scalo napoletano.