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DAZETTA DI MODENA
press LITE
16/07/2012
TERREMOTO » LI
Ecco come st o spendendo
i (pochi) soldi per l'emergenza
La Protezione civile: non ancora imputati i costi dei vigili del fuoco ai 50 milioni in esaurimento
La cifra destinata a gonfiarsi a dismisura. «Prendeteli dai fondi destinati alla ricostruzione»
di Alberto Setti
milioni dei costi per gli oneri del personale dello Stato, inclusi i 26 dei vigili del fuoco, non
sono ancora stati imputati ai 50
milioni stanziati dal Governo
per l'emergenza.
Lo precisa la Protezione civile, lasciando intendere, che i 50
milioni disponibili - a maggior
ragione - non basteranno più. E
che quindi una quota delle spese per l'emergenza - quella delle
opere provvisionali come la
messa in sicurezza dei campanili e dei centri storici d'ora in
poi andranno autorizzate e imp ti tate dai commissari (da noi
Varco Errani). il quali non potranno che prendere i soldi da
quelli destinati alla ricostruzione.
Vediamo. Primo. Per ora da
quei 50 milioni si toglieranno
cori certezza 1 14,5 milioni della
Protezione civile, «Sono destinati precisa una nota ripristino e reintegro dei beni di pronto
impiego (tende, generatori e mipianti elettrici campali, letti,
I 33
moduli, bagni, ecc) utilizzati
nelle zone terremotate, allo scopo di garantire l'operatività del
Servizio nazionale di protezione civile In. caso di future passibili emergenze; nello specifico,
10 milioni sono per i materiali
forniti dal Dipartimento della
Protezione Civile e dal 1\.lirlistero dell'interno, e 4,5 milioni per
i materiali di proprietà delle organizzazioni di volontariato inserite nelle colonne mobili nazionali e regionali, nonché della
Croce Rossa, Queste sono risorse dell'Italia, non della Protezione Civile: la loro immediata disponibilità è essenziale per assi-curare la prontezza di intervento del sistema in un Paese in cui,
i rischi sono numerosi ed è impossibile prevedere quando e
dove ci potrebbe essere una
nuova emergenza».
Secondo. Nei conto va il miLione e mezzo che un. decreto
destina alla rimozione dei rifiuti, ovvero le macerie che le multiutility raccoglieranno dalle case cadute in strada o fatte demo-
lire con ordinanza. Aimag ha già
dimostrato che questa cifra non.
sarà neanche minimamente sufficiente per rimuovere rotti i rottami.
Terzo. Nel conto, vanno 15,5
milioni delle spese di rendicontazione per gli interventi di
emergenza eseguiti nelle prime
72 ore dopo i terremoti.
:» ueste spese - precisa la Protezione civile - vanno solo dimostrate e non devono essere autorizzate». Anche qui il conto non
è ancora completo, in quanto restano da valutare tanti rendiconti fatti pervenire a Bologna
(presso la struttura di comando
del Dicomac;), dai Comuni e dagli altri enti.
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La messa in sicurezza scora i fondi disponibili. A destra Gabrielli (Protezione civile) osserva i danni a Novi
Quarto. Fino a venerdì, la Protezione civile vagliava e autorizzava anche gli interventi
"provvisionali", cioè di emergenza e messa in sicurezza, eseguiti dopo le 72 ore (il decreto
dei 50 milioni è del 22 maggio)
dal terremoto. Per ora siamo a
5.9 milioni. Molte di queste
somme non sono ancora state
imputate ai 50 milioni, senza appunto contare le spese per i vigili del fuoco e le altre forze dello
stato presenti sul territorio (che
continueranno a lievitare oltre
quei 33 milioni).
Quinto. Non solo. Afferma la
Protezione civile: «Le attività di
assistenza alla popolazione non
si intetrompotío, così come il
Capo Dipartimento non ha mai
pensato di "chiudere anticipatamente lo stato d'emergenza".
Semplicemente - in considerazione dell'elevato costo di molte delle richieste di intervento
provvisionale presentate dalle
amministrazioni, che spesso
prevedono la messa in sicurezza di interi edifici magari a carattere storico si è ritenuto più
corretto continuare ad attingere al Fondo di Protezione Civile
per le spese destinate alla popolazione in senso stretto, rimettendo le altre alla competenza
dei Presidenti_ di Regione- Commissari per l'assistenza alla popolazione oltre che per la ricostruzione». ( uindi nel conto dei
50 milioni continueranno ad andare le spese per gli alberghi e
peri campi, così come per il personale degli enti pubblici, che
ancora non sono state calcolate.
E sono altri milioni, a paiate.
A spanne, neppure cento milioni basteranno mai.
La soluzione? Quella della
Protezione civile è evidente: «Le
risorse sia 150 milioni del Fon-do Nazionale sia i 2,5 miliardi di
euro stanziati con il decreto legge 74 — sono soldi dello Stato,
stanziati dal Consiglio dei Ministri per la stessa emergenza,
semplicemente in due diversi
provvedimenti e posti sotto la
disponibilità di organi diversi».
Quindi li si prendano da là .
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E dai Comuni arrivano le reazioni più disparate: il sindaco di
propone di farsi sentire
a Roma, con una manifestazione, che invece il sindaco di San
Felice Alberto Silvestri boccia. Il
sindaco di Cavezza, Stefano
Draghetti, invece ribadisce. «Re-sto contrarlo ad attingere i fondi
che mancano per l'emergenza
da quelli per la ricostruzione. Si
adotti subito un provvedimento
per rifinanziare quel capitolo di
spesa».
Taglia corto il sindaco di Finale, Fernando Feriali: «Di sicuro
non interromperò la messa in sicurezza. Noi andiamo avanti lo
stesso, noi abbiamo bisogno di
aprire i cantieri».
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TERREMOTO » LA GRANA
«La no tax area è inapplicabile?
Allora servono soldi e risposte»
M unari (Lapam): «Imprenditori lasciati soli e senza certezze». Carpi rilancia comunque una zona free
Ferioli: «Defiscalizzazione massima per chi ha avuto danni». Mazzi (Pc11)« Sabattini, dove sei finito?»
di Francesco Dondi
La "no tax area" globale è ormai
un progetto utopico. La ferma
volontà della Regione è stata
sancita a più riprese e ha anche
trovato il sostegno di alcuni partiti (Lfdc„ Sei, Pd), ma con grandi. differenziazioni a livello locale. Perché, è innegabile, che la
base politica locale, sindaci, assessori e consiglieri comunali,
sanno bene cosa significhi vivere quotidianamente in "piena
emergenza", dovendo far i conti con casse municipali sempre
p in vuote e con gli imprenditori
che sono anche cittadini
stretti tra la morsa di volersi rialzare e le difficoltà nell'ottenere
risposte definitive, in primis sui.
rimborsi di ricostruzione e poi
sulla massima detassazione.
Ecco allora il consiglio comunale di Carpi che, con un certo
equilibrismo, scrive che "l'ipotesi di no tax area dev'essere
presa in seria considerazione,
fermo restando che non dev'essere l'opzione esclusiva rispetto ad altre o impedire percorsi
di sostegno concreto e rapido
alle popolazioni o alle imprese
colpite". « Imprese e cittadini
sono ben consapevoli che gli
aiuti non saranno sufficienti a
coprire le perdite e a far riparti-.
re l'economia - scrive Dante
Mazzi, capogruppo Pdi in Provincia - Lo sanno anche gli amministratori dei Comuni. Non è
un caso che il consiglio di Carpi
abbia votato per l'istituzione
della "no tax area". Tra i primi
ad esprimersi favorevolmente
era stato lo stesso presidente Sa.battini. E poi però seguito un assordante silenzio dopo il no di
Errani, e questo la dice lunga
sull'autonomia della Provincia
rispetto alla Regione. Esigo che
chi ha il compito di ricostruire
agisca responsabilmente e metta in campo le azioni necessarie
per l'obiettivo»
«A quasi due mesi dal sisma
gli imprenditori non hanno ancora risposte certe su quello
che verrà fatto. Abbiamo bisogno che qualcuno ce le dia, che
qualcuno ci dia dei tempi e un
iter da seguire per la ricostruzione. La no tax area può essere
modulata e resa adeguata a distinguere tra chi ha avuto danni
e chi non li ha avuti, non vogliamo favorire indiscriminatamente tutti, ma dare un aiuto
concreto a chi vive difficoltà
enormi.. Questo non solo lo vogliamo, ma lo pretendiamo»,
così il presidente generale Lapatri Confartigianto, Erio Luigi
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I nomadi: «Noi dimenticati
ci negano anche itai bagno»
"Facciagno Adesso",naKc vetriwa wch
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In senso orario:
i vertici Lapam
con Munari
primo a destra
davanti
a villa Cavazza
ora lesionata,
un capannone
distrutto.
Dante Mazzi,
il presidente
Confindustria
regionale
Marchesini
con Ferioli
Munari. «Quello che ci aspettiamo sono risposte concrete sulle
modalità di aiuto. Una no tax
area modulata sulle esigenze e
sui danni ricevuti è senz'altro
una delle risposte, così come la
certezza degli aiuti per la ricostruzione e sulle norme. in questo senso sono giunti segnali
positivi dalla Camera. Tra l'altra, è bene ricordarlo, una misura di questo tipo contrastereb-
be la clelocalizzazione e :fungerebbe da impulso per imprese
che volessero insediarsi nelle
aree colpite: se, quindi, qualche
impresa sarà costretta a gettare
la spugna, con una iniziativa così Potrebbe essere sostituita da
altre. In più ricordiamo anche
che la prima proposta per la no
tax area è venuta dal mondo
delle piccole e medie imprese.
sindaci del territorio stanno la-
varando con grande impegno,
ma non possono, ad esempio,
essere sottoposti al patto di stabilità. La sua abolizione per gli
investimenti nelle zone c. olpite
dal sisma è determinante, così
come lo sono misure per defiscalizzare chi ha avuto danni.
Queste misure possono essere
chiamate no tax area o in altro
snodo: non ci interessano le :formule, ci interessano le rispo-
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<tb., i nomadi: »Noi dimenticati
A ci negano anche no bagno»
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ste»,
Risposte che i sindaci, chiamati in causa dallo stesso Mnnari, ancora non hanno. E, anzi, oltre alla complessa gestione
quotidiana, devono sempre più
cercare di contrastare la. moria
dei negozi che già annunciano
la chiusura e di sostenere, anche solo moralmente visto che
di soldi non ce ne sono, i coraggiosi imprenditori che hanno
sborsato di tasca propria le risorse pe r rilanciare la sfida.
«La Regione ha ragione - dice
Fermando Ferioli, che parlò di
no tax area" durante l'incontro con il ministro Passera quando dice che una zona free
territoriale sarebbe iniqua e aumenterebbe il gap tra le aziende che hanno avuto danni e chi,
pur essendo nel cratere, ha
sempre potuto produrre, gua-
dagnando miete di mercato
Ma oraci sappiamo chi ha avu.
tu danni e chi no e allora mociu.
lare la massima defiscalizzazio.
ne è un dovere e neppure trop.
po complicato da applicare. Ab.
biamo bisogno dei soldi, sap.
piamo che non saranno suffi
denti, ma c'è la necessità di po.
ferii toccare materialmente, d
sapere che non siamo rimast
Soli».
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i nomadi: «Noi dimenticati
ci negano anche itai bagno»
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PRIMA PAGINA
press LinE
• •
dí Modena e Provincia
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ri,entendo deiterr enioto, li'csintpreitsialle ,
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per tra r ad una sl ilaZiOne 9 traordinar licci in prima linea terremoto ci coglie ancora in
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ria, chiedendo a tutti di dare un contizzo al guado, ma non rerto ali in , ziod amn, anche per tutte le organizzazioni
ci costringe r.d accelerare, Anche se in silen
tributo, a Partire dal erupoo diricendi scala provinciale. Si amoo radicali
tecc.eletti.Dovrenio sop ritto ttoCOn- zio, sono cambiamenti che stanno acca en do.
tenere ulteriormente le s /test, anche Nell'ultima
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di personale. Dovremo fa re e laremo cue
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-.cito il tempo di partiti diretti da ;ero. L'assemblea dì sabato è la di”tos razi ounzionari. a tempo indeterminato, lieclaesiamoancorainmezzoal guado. ina che ce la
mporta ti come audila di Car
dipendenti del partito stesso- Oggi possiamo fare, nonostante tanti live ti, l a finitore
pi e coniPreii i niente. In lex otto
tesseramento nella v asta area colpiPressoché tutto ìi gruPP° ell'ieente Parte dei dibattito. vero, si r concentrata sulla linea
ta. Lo SEE:Sso 'straordinario m, k..gni
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