Relazione Laboratorio sul Gioco degli scacchi. La voce dei docenti
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Relazione Laboratorio sul Gioco degli scacchi. La voce dei docenti
Istituto Comprensivo "E. Q. Visconti" Roma via della Palombella 4, tel 066833114, fax 0668803438 mail: [email protected] IL GIOCO DEGLI SCACCHI La voce dei docenti ANALISI QUALITATIVA DELL’INTERVISTA AL DOCENTE (Scuola primaria) Progetto “DOPO LA CAMPANELLA” Iniziative di prevenzione e di contrasto della dispersione scolastica ai sensi del D.M. 7 febbraio 2014 e del DDG 7 febbraio 2014 1. Premessa metodologica Gli obiettivi della presente analisi intendono rispondere all’esigenza di presentare, documentare e promuovere il lavoro prodotto da insegnanti e alunni nell’ambito dell’attività laboratoriale sul gioco degli scacchi. In particolare, tale documento vuole mettere in evidenza, attraverso l’analisi dei dati raccolti per mezzo dello strumento di rilevazione somministrato, i punti centrali riguardo i risultati prodotti dall’attività “Gioco degli scacchi”. L’intervista somministrata ai docenti che hanno partecipato e coordinato le attività del laboratorio sul gioco degli scacchi si propone di raccogliere le considerazioni e le valutazioni in merito all’esperienza progettuale svolta insieme agli alunni e su alcuni elementi chiave relativi alla valenza formativa dell’esperienza. 2. Presentazione dello strumento di rilevazione Lo strumento di rilevazione somministrato ai docenti della scuola primaria che hanno preso parte alle attività di laboratorio sul gioco degli scacchi mira alla raccolta di informazioni circa l’attività svolta. Lo strumento di rilevazione chiede ai docenti le loro impressioni, i punti di forza e/o gli eventuali punti di debolezza dell’esperienza vissuta insieme agli alunni che hanno realizzato l’attività “Gioco degli scacchi”. In particolare, lo strumento mira ad individuare la ricaduta in termini di apprendimento, di acquisizione di nuove conoscenze e competenze da parte degli alunni. I docenti che hanno compilato lo strumento di rilevazione sono tutti insegnanti delle classi della scuola primaria. Di seguito le domande dell’intervista. 1. Potrebbe esprimere in poche righe un Suo giudizio complessivo sull’esperienza svolta insieme agli studenti? 2. Quanto ritiene coerente l’attività progettuale realizzata insieme agli studenti con il curricolo scolastico? 3. Quanto e in che modo ritiene che l’esperienza progettuale realizzata possa contribuire ad aumentare negli allievi l’interesse verso lo studio? 4. Quanto e in che modo ritiene che l’esperienza progettuale realizzata possa contribuire ad aumentare negli allievi l’interesse verso lo studio? 5. Che cosa l’ha colpita di più nella realizzazione delle attività progettuali? Che cosa le è piaciuto di più? Cosa di meno? La presente Relazione si basa sull’analisi delle interviste somministrate ai cinque docenti della scuola primaria che hanno partecipato al laboratorio sul gioco degli scacchi. 3. La voce dei docenti 3.1. Il giudizio complessivo sull’esperienza realizzata insieme agli studenti Per i docenti intervistati, «gli scacchi si sono rivelati oltre che un solido strumento cognitivo, anche un efficace strumento educativo che ha migliorato le capacità attentive e di concentrazione di alcuni bambini in particolare». Anche i docenti confermano, così come gli alunni, quanto il gioco degli scacchi «oltreché un valido strumento cognitivo» sia anche «un efficace elemento educativo che ha migliorato l’attenzione e la concentrazione dell’intera classe». Il laboratorio sul gioco degli scacchi è riuscito a coinvolgere tutti gli alunni, che si sono appassionati sempre più con il procedere delle lezioni «e ha stimolato anche quelli che normalmente sono sempre meno partecipi». Giocare a scacchi è risultato «stimolante, coinvolgente e ha dato la possibilità a tutti gli alunni di mettersi in gioco e trovare strategie adeguate e personali per superare ostacoli e vincere la partita». Su di un piano più strettamente legato alla ricaduta sulla didattica disciplinare, ad alcuni docenti «ha permesso di osservare in situazione diversa dalla lezione l’approccio degli alunni verso la risoluzione di problemi strategici. In alcuni alunni ha portato attenzione e concentrazione al compito rispetto all’approccio classico alla matematica; in altri la determinazione a provare e riprovare rispetto all’approccio alla demotivazione che li coglie rispetto ad altri problem solving». Il punto di forza, rispetto a questo, è stato l’apprendere divertendosi. Tutti gli alunni hanno percepito «il problem solving» declinato nell’arte degli scacchi «come un gioco e quindi stimolante». Il giudizio dei docenti sul laboratorio ha sostanzialmente confermato alcuni dei punti caratterizzanti l’esperienza già evidenziati e motivati dagli alunni. 3.2. La coerenza dell’attività progettuale con il curricolo scolastico Tutti i docenti concordano sull’effettiva coerenza dell’attività sul gioco degli scacchi con il curricolo scolastico. Alcuni alunni che hanno compilato il questionario sull’esperienza realizzata proponevano essi stessi di inserire gli scacchi tra le materie curricolari. In particolare, alcuni docenti ritengono che l’attività «sia molto coerente con l’area logico-matematica, in quanto sviluppa la concentrazione, la riflessione, la ricerca di strategie risolutive». E, ancora: «a mio parere il gioco degli scacchi potenzia negli alunni alcune capacità logiche, intuitive, deduttive, astratte, mnemoniche favorendo la socializzazione». «L’utilizzo del gioco degli scacchi è un’ottima strategia didattica, attraverso la quale ottenere gioiosamente il potenziamento negli alunni di alcune capacità logiche di estrazione, intuizione, deduzione, memorizzazione… essenziali agli apprendimenti curricolari e lo sviluppo di atteggiamenti favorevoli alla socializzazione». Interessante notare, ancora una volta, come i numerosi aspetti caratterizzanti l’attività siano gli stessi evidenziati dagli alunni. Secondo alcuni docenti il gioco degli scacchi è un’attività transdisciplinare, collegata a tutte le materie scolastiche: «riuscire a trovare delle strategie consone per risolvere problemi è decisamente collegato a tutte le discipline, in particolare con la matematica e le scienze nella soluzione di problemi». «Sicuramente collegato alle strategie risolutive in matematica, all’attenzione spaziale, alla coordinazione oculomanuale e al muoversi in un reticolo rispettando le coordinate». In definitiva, il gioco degli scacchi, come proposto anche dalle direttive dell’Unione europea, favorendo l’acquisizione e il potenziamento di conoscenze e competenze, trova piena corrispondenza e coerenza con il curricolo scolastico. 3.3. L’esperienza progettuale e la motivazione degli alunni verso lo studio Tutti i docenti concordano sulla positiva correlazione tra gioco degli scacchi e motivazione verso lo studio. Il gioco degli scacchi, in particolare, «contribuisce molto ad aumentare l’interesse verso lo studio perché gli alunni, al di fuori dell’ora di lezione settimanale, lavorano su schede fornite dall’istruttore, si confrontano tra loro per cercare di trovare soluzioni e appuntano domande o curiosità da sottoporre nella lezione seguente». «Il sapersi “muovere” in modo giusto e corretto e memorizzare determinate mosse, dà la possibilità di capire quali metodologie usare per trovare strategie e soluzioni adatte anche nello studio». Il gioco degli scacchi ha dunque una ricaduta diretta sulle caratteristiche prevalenti necessarie per un buon studio. Non solo la motivazione, ma anche specifiche competenze. «Gli scacchi migliorando ragionamento, strategie, analisi e capacità di previsione, allenano la concentrazione e la capacità di prendere decisioni rapide». E, ancora: «gli scacchi richiedono ragionamento, strategia, analisi, capacità di previsione e allenano la concentrazione e la capacità di prendere decisioni rapide. Inoltre stimolano l’interesse, la curiosità e l’apprendimento. Ad esempio leggendo che Napoleone giocava a scacchi, il bambino potrebbe essere spinto a cercare maggiori informazioni sul personaggio storico; oppure seguendo un torneo che si svolge in un paese, a scoprire dove si trova quel paese e così via». 3.4. L’esperienza progettuale e l’acquisizione di nuove conoscenze e competenze «Sicuramente contribuisce molto ad acquisire conoscenze (storiche, logiche, curiosità, ecc.) e competenze di gioco». L’acquisizione di nuove conoscenze e competenze, utili anche nello studio delle altre discipline scolastiche, è riportata da alcuni insegnanti in maniera specifica: «utilizzando la scacchiera il bambino apprende concetti matematici (perimetro, area, diagonale, ecc.), impara a rappresentare graficamente la scacchiera e i suoi pezzi, a trasporre riferimenti topologici dal piano di lavoro alle cartine geografiche». E, ancora, «utilizzando la scacchiera il bambino potenzia le abilità informatiche attraverso l’interazione con un software scacchistico». Il bambino «imparare ad osservare ed interpretare le “mosse” e le “strategie” degli avversari aiuta a concentrarsi, a riflettere prima di agire, ciò stimola ad apprendere». Gli scacchi, inoltre, oltre ad avere caratteristica di «transdisciplinarità», aumentano gli aspetti metacognitivi, cognitivi, affettivi, relazionali, etici e sociali, connessi con le situazioni di gioco, che migliorano le capacità attentive e di concentrazione e implementano le abilità metacognitive con buone ripercussioni anche sullo sviluppo emotivo, etico e sociale, soprattutto rispetto alle relazioni tra pari. 3.5. Punti di forza e di debolezza dell’esperienza progettuale realizzata Secondo alcuni docenti, uno dei punti di forza del gioco degli scacchi a scuola risiede, come sottolineato sopra, sulla buona ricaduta che il gioco ha «sullo sviluppo emotivo, etico e sociale, soprattutto rispetto alle relazioni tra pari». Secondo un’insegnante, in particolare: «la capacità di alcuni alunni di riuscire a dominare il proprio stato emotivo, per tutta la durata della lezione di scacchi, esprimendo la propria aggressività all’interno di una cornice con regole e limiti ben definiti (cosa che non avviene durante la normale attività didattica)» è un aspetto caratterizzante l’attività del gioco degli scacchi. Come scritto da un alunno che ha realizzato l’esperienza, «il gioco degli scacchi serve a toglierci l’aggressività». Parole confermate da un altro docente: «vedere bambini che spesso sono in contrasto tra di loro, che si sfidano tranquillamente spostando il confronto tra pari a livello intellettivo e non più fisico», è una delle cose positive che il gioco degli scacchi riesce a trasmettere. Su questa stessa linea, per altri docenti il punto di forza del gioco degli scacchi è ravvisabile nell’ «entusiasmo degli alunni, nella loro determinazione a continuare anche dopo le ore dedicate al progetto». E, ancora: « Il rispetto delle regole e dei compagni, il silenzio nello svolgimento delle partite, la socializzazione, l’entusiasmo con cui giocavano gli alunni». «La capacità di maggiore concentrazione, attenzione e risoluzione delle problematiche che si trovano davanti (prevedere, anticipare, calcolare)»; «l’attenzione, la concentrazione e il silenzio durante il progetto, l’attivazione di strategie in chi dimostra difficoltà nell’apprendimento quotidiano», sono tutti ulteriori punti di forza che l’attività sul gioco degli scacchi ha saputo promuovere e concretizzare. Unico ‘punto di debolezza’ segnalato dai docenti è lo scarso tempo a disposizione. Tutti gli insegnanti, così come gli alunni, avrebbero voluto più tempo a disposizione per il laboratorio. Tutti, insegnanti ed alunni, auspicano che anche per il prossimo anno sia prevista l’attivazione di un laboratorio sul gioco degli scacchi.