Manuale per una scuola ribelle

Transcript

Manuale per una scuola ribelle
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
1
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
Comprendere, indignarsi, voler cambiare, poter cambiare,
praticare l'alternativa.
“Noi non vogliamo più una scuola in cui
si impara a sopravvivere disimparando a
vivere”
Avviso agli studenti, Raoul Vaneigem
La scuola che oggi frequentiamo non fa per
noi. E’ una scuola che è più simile a una
catena di montaggio. La didattica è frontale
e nozionistica, i programmi molto spesso
non badano alla realtà che cambia, la
valutazione non è funzionale a valorizzare e
accompagnare ma fa rima esclusivamente
con punizione, la democrazia è una patina di belle parole ma sostanzialmente decide tutto il
Dirigente Scolastico, gli spazi interni assomigliano più a un carcere che a un luogo che dovrebbe
stimolare la creatività e il desiderio per il sapere. Ogni giorno la scuola italiana tenta di espellerci.
Lo fa tramite i voti, i contenuti mai aggiornati, i voti in condotta, il limite delle 50 assenze,
l’autoritarismo dei docenti, le manie di potenza dei Dirigenti Scolastici, l’inesistenza di diritti effettivi
per gli studenti. Lo fa soprattutto con i costi sempre più alti per poter accedere all’istruzione, per
l’inefficacia del sistema di diritto allo studio a livello regionale e nazionale e l’inesistenza di un
complesso di politiche volte a tutelare il welfare studentesco.
La scuola potrebbe essere invece una comunità educante, fondata sulla partecipazione e la
democrazia, in grado di autogovernarsi, di rispondere ai bisogni e alle aspirazioni degli studenti.
Una scuola al centro del territorio, aperta, in grado di promuovere un diverso modello di cultura e
socialità. La riforma del Governo, la Buona Scuola, ha confermato le tendenze negative degli ultimi
vent’anni sul campo dell’istruzione e ha inferto un colpo alla scuola pubblica e di massa in favore di
un’idea di scuola-impresa che riproduce le disuguaglianze, fondata sulla valutazione quantitativa
degli Invalsi, sulla “prestazione”, sulle scelte del preside-manager procacciatore di investimenti
privati, piegata alle esigenze dell’azienda della porta accanto.
La riforma è stata votata, nonostante una mobilitazione imponente durata un anno intero, capace
di coniugare contestazione e proposta alternativa. Le nostre proposte le abbiamo fatte,
individuando 7 priorità contenute all’interno de l’Altra Scuola (clicca QUI): un nuovo diritto allo
studio col fine di raggiungere la piena gratuità dell’istruzione; un’alternanza scuola-lavoro
finanziata e qualificata; finanziamenti per il rilancio della scuola pubblica; una riforma della
valutazione in chiave democratica; investimenti sostanziosi sull’edilizia scolastica; un ripensamento
radicale dell’autonomia scolastica; una riforma dei cicli scolastici, dei programmi e della didattica.
Non siamo stati ascoltati, ma non ci rassegnamo, perché nei palazzi si può votare di tutto, ma se
chi vive realmente i problemi e la quotidianità non è d’accordo con quanto si vota, allora esiste
ancora la possibilità di cambiare.
Di qui l'esigenza di costruire un manuale per fare di ogni scuola una scuola ribelle. Vogliamo
riprenderci le scuole, conquistare nuovi spazi di democrazia e autogovernarle con la partecipazione
di tutte le componenti. Non è più tempo di aspettare: è arrivato il momento di prenderci le nostre
responsabilità e costruire dal basso un'alternativa concreta e credibile. Nelle pagine seguenti
troverete: un’analisi di tutta la legge votata dal Governo, perché negli ultimi mesi purtroppo tante
cose sono sfuggite, ed è giusto informarsi; una cassetta degli attrezzi di buone pratiche e ordini del
giorno da far votare nei Consigli d’Istituto per fare della nostra scuola una scuola ribelle, un’Altra
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
2
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
Scuola che pratica dal basso la possibile alternativa; una serie di buone pratiche per contestare e
creare, per ridare vita alle nostre scuole e alle nostre città. Questo manuale, scritto da un gruppo
di studenti provenienti da tutte le parti d'Italia, è indirizzato a tutte le studentesse e a tutti gli
studenti del Paese, perché alla nostra età è ancor più facile comprendere, indignarsi, voler
cambiare, poter cambiare, praticare l'alternativa. Fortunatamente non siamo abituati ad arrenderci
alla paura, ma coltiviamo la speranza. È arrivato il momento di metterci in gioco!
Buona lettura!
Entra in contatto con migliaia di studenti in lotta in tutta Italia, segnalaci le iniziative
che porti avanti, comunicaci i problemi che vivi nella tua città e nella tua scuola.
Invia una mail a [email protected], chiama allo 06 69 77 0332 o entra in
contatto
con
i
responsabili
nazionali
dell'Unione
degli
Studenti
>
http://www.unionedeglistudenti.net/sito/nazionale/
Sommario:
La Buona Scuola: analisi critica di tutta la legge, comma per comma > pag 4/14
Come costruire una scuola...ribelle > pag 15
Pratichiamo dal basso un'altra valutazione > pag 16
La didattica è vecchia e nozionistica? Pratichiamo la didattica alternativa da subito > pag 18
Alternanza scuola-lavoro sfruttamento? Rovesciamo il modello del Governo in ogni scuola > pag 21
Scuola autoritaria? Ribaltiamola con i referendum studenteschi > pag 26
Diritti calpestati? Piccolo prontuario per la difesa dei dei propri diritti > pag 28
Cosa si studia nella nostra scuola? Decidiamolo anche noi con la commissione paritetica > pag 31
Privati che finanziano le scuole? No, grazie. > pag 33
Facciamoci spazio: apriamo aule autogestite in ogni scuola > pag 34
Caro-libri? Lottiamo per il comodato d'uso dei libri di testo > pag 38
Dove vanno a finire i nostri soldi? Come analizzare e rendere partecipato il bilancio scolastico > pag 41
Contributo scolastico altissimo? Non lo vogliamo pagare: come difendersi dalle ritorsioni e dalle minacce >
Pag 45
Contestare e creare: pratiche di lotta per trasformare ogni scuola in una scuola ribelle
> pag 46
Coordinamenti della e per la scuola pubblica > pag 46
Occupazioni > pag 46
Autogestioni > pag 47
Riappropriazione di laboratori, palestre, aule inutilizzate > pag 48
Contestazioni alle lezioni > pag 49
Assemblee e laboratori didattici > pag 49
Manifestazioni culturali serali > pag 50
Assemblee in piazza > pag 51
Occupazioni di spazi culturali e abbondonati > pag 51
Presidi e cortei > pag 52
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
3
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
LA BUONA SCUOLA: analisi critica di tutta la legge

Finalità della legge - comma 1-4
I “buoni” propositi dei primi commi della legge sono degli specchietti per le allodole: si presenta la
necessità di porre al centro la scuola come elemento di innovazione e avanzamento per la società,
si dice di voler “garantire” la partecipazione delle componenti della scuola alle decisioni, si parla di
un’ipotetica
apertura
della
scuola
al
territorio.
Insomma dall’introduzione alla riforma pare ci si ponga l'obiettivo di una scuola di qualità con tante
belle parole, senza dare peraltro una grande centralità al diritto allo studio. Le disposizioni
contenute in questi commi individuano le finalità complessive della legge che si possono
sintetizzare come segue: affermazione del ruolo centrale della scuola nelle società della
conoscenza; innalzamento dei livelli di istruzione e delle competenze degli studenti; contrasto a le
disuguaglianze socio-culturali e territoriali; prevenzione e recupero dell’abbandono e della
dispersione scolastica; realizzazione di una scuola aperta; garanzia del diritto allo studio, delle pari
opportunità di successo formativo e di istruzione permanente dei cittadini attraverso la piena
attuazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, anche in relazione alla dotazione finanziaria.
Si individuano, per concretizzare gli obiettivi dell’autonomia scolastica (ovviamente per come la
intende il Governo), i seguenti obiettivi: l’articolazione modulare del monte orario annuale di
ciascuna disciplina, ivi compresi attività e insegnamenti interdisciplinari; il potenziamento del
tempo scolastico anche oltre i modelli e i quadri orari, nei limiti della dotazione organica
dell’autonomia; la programmazione plurisettimanale e flessibile dell’orario complessivo del curricolo
e di quello destinato alle singole discipline, anche mediante l’articolazione del gruppo della classe.
Su questi 4 commi c’è poco da riflettere, se non dire che sono dei principi generali che lungo tutta
la legge non trovano spazio se non in maniera distorta.

Autonomia Scolastica e offerta formativa | commi 5-27
Con il comma numero 5 della legge 107 si istituisce l’organico dell’autonomia, funzionale alle
esigenze didattiche, organizzative e progettuali della scuola, esigenze che verranno individuate
entro il mese di ottobre e che avranno valenza triennale.
Nel piano triennale dovranno essere inclusi il fabbisogno comprendente i posti dei docenti e ATA e
le attrezzature fini a rendere operative le attività curricolari ed extra. Esso si potrà modificare
annualmente entro e non oltre il mese di ottobre.
Il piano sarà elaborato dal collegio docenti ed approvato dal consiglio d'istituto sull'indirizzo delle
linee guida impartite dal D.S.
La legge sostiene che con l'organico dell'autonomia si effettuerà un potenziamento dell'offerta
formativa e si realizzerà pienamente l'autonomia scolastica: tutto ciò è falso.
Innanzitutto perchè una volta coperti i posti per il funzionamento ordinario della didattica, dei
docenti adibiti al potenziamento dell'offerta formativa rimane poco o nulla dato che si prevede il
divieto di assunzione di personale supplente sui posti del potenziamento.
Inoltre, l'organico dell'autonomia non sarà in grado di perseguire gli obiettivi (18) individuati dal
Ministero in quanto ci sarebbe bisogno di ripensamenti dei cicli, degli ordinamenti e
dell'organizzazione.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
4
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
Questi 18 obiettivi non saranno perseguibili anche perchè l'organico dell'autonomia dovrà in primis
essere utilizzato per coprire le assenze a discapito dell'offerta formativa aggiuntiva.
Infine, l'accentramento dei poteri in mano ai presidi costituisce uno scoglio alla reale attuazione
dell'autonomia in quanto essi detteranno gli indirizzi generali dai quali gli organi collegiali non
potranno distanziarsi.
Ci chiediamo anche come sia possibile immaginarsi di migliorare l'offerta formativa con un taglio
previsto dalla legge di stabilità 2015 di circa 2.020 ATA.
Tutto ciò avviene in un ottica di mancato finanziamento da parte statale; ricorre spesso la frase
“senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica” in merito ad attività di miglioramento
dell'offerta formativa. Questo spingerà il dirigente a promuovere rapporti con enti locali e realtà
imprenditoriali del territorio per ricevere quei fondi privati che vanno a sopperire la mancanza di
fondi pubblici.
Altro che “totale compimento autonomia scolastica”, la legge 107 prevede al contrario, un percorso
di “aziendalizzazione” del mondo della scuola che rischia di ricadere sulla didattica e più in
generale sulla qualità dell'istruzione.
L'idea di autonomia scolastica promossa dal Governo Renzi prevede l'abbandono finanziario dello
Stato nei confronti delle scuole con annesso accentramento dei poteri nella mani di un preside che
assumerà i ruoli di un vero e proprio manager.
La nostra idea di autonomia scolastica è quella di una scuola che diventa centrale nel territorio
partendo dai suoi bisogni cogliendone allo stesso tempo le sue potenzialità. Una scuola che sappia
in questo modo dettare lo sviluppo sociale e culturale del territorio modificandone in maniera
propositiva i contesti nei quali è inserito.
Il ruolo della scuola dev'essere quello di mettere a disposizione del territorio i saperi e le
competenze degli studenti per migliorarlo, e non viceversa (come si legge nel DDL), creare un
rapporto di sottomissione della scuola nei confronti delle imprese.

Percorso formativo degli studenti | commi 28-32
Per quanto riguarda il percorso formativo degli studenti, il DDL parte da un progetto di per sé
lodevole: l’inserimento di insegnamenti opzionali ulteriori rispetto a quelli obbligatori che
costituiscono il piano orario. La strutturazione di questa proposta è però declinata in un’ottica
deleteria. Con il comma 28 si introducono infatti nel secondo biennio e nell’ultimo anno delle
superiori gli insegnamenti opzionali. Questi vengono inseriti nel “Curriculum dello studente”, di cui
bisogna individuare il profilo e che va associato a un’identità digitale, raccogliendo anche “tutti i
dati utili ai fini dell’orientamento e dell’accesso al mondo del lavoro, relativi al percorso degli studi,
alle competenze acquisite, alle eventuali scelte degli insegnamenti opzionali, alle esperienze
formative anche in alternanza scuola-lavoro e alle attività culturali, artistiche, di pratiche musicali,
sportive e di volontariato, svolte in ambito extrascolastico”. La legge però riserva di fatto al solo
dirigente scolastico, come ennesima delle sue antidemocratiche funzioni, il compito di individuare i
docenti che costituiranno il coordinamento degli insegnamenti opzionali, i quali vanno comunque a
far parte di un Curriculum già all’insegna della disparità e dell’esclusione. Come infatti per i crediti
scolastici, le attività extrascolastiche che la “Buona scuola” prevede anche per il curriculum, svolte
in scuole di musica private, società sportive, gruppi teatrali, sono ovviamente accessibili solo a chi
ha le disponibilità economiche che permettano il pagamento delle quote, nonché ad esempio
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
5
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
esclusivamente a chi vive in un territorio che preveda questo tipo di offerta culturale. Al netto della
retorica meritocratica, dunque, si dividono ancora gli studenti in base al reddito, sfavorendo
ulteriormente chi si trova in situazioni di difficoltà economiche o in un territorio svantaggiato. In
questo modo si attacca indirettamente il valore legale del titolo di studio, legandolo alle condizioni
sociali ed economiche di partenza! Il comma 29 rilancia brevemente sul tema dell’orientamento,
invitando a valorizzare un presunto merito (in un’ottica di valutazione che sappiamo essere
distorta) e sottolineando inoltre che “possono essere utilizzati anche finanziamenti esterni”. È infatti
da non tralasciare che per tutte le richieste contenute nei commi sul percorso formativo
studentesco non si preveda il benché minimo finanziamento pubblico ulteriore. Anzi riappare, al
comma 32 (preceduta da un fuorviante, brevissimo periodo sul sostegno degli studenti di origine
straniera) una formula ripetuta pressoché alla lettera quasi trenta volte nel testo del DDL: “senza
nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. Ecco dunque, presentato in questa formulazione
ingannevole, il taglio ad un’istruzione pubblica che ancora una volta può solo rivolgersi a privati per
finanziare i propri progetti, il proprio orientamento, le proprie attività opzionali. Su queste ultime,
inoltre, il comma 30 appare quanto mai vago: si afferma che “nello svolgimento dei colloqui la
commissione d’esame tiene conto del curriculum dello studente", senza specificare in quale modo
né in quale misura. Non è chiaro poi se la pubblicazione di questo curriculum avverrà durante il
percorso di studio, con aggiornamenti periodici, oppure al termine.

Alternanza Scuola Lavoro e Istruzione Tecnica e Professionale | comma
33-44
Con l'approvazione de La Buona Scuola all'interno degli istituti tecnici professionali verranno
apportate molte modifiche. Campo principale é senza dubbio quello dell'alternanza scuola lavoro
che ora viene ampliata non solo agli istituti tecnici professionali ma anche nei licei e ne viene
aumentato il monte orario che passa da 400 ore per gli istituti tecnici e professionali e 200 ore per
i licei, con la possibilità di svolgere queste ore anche durante il periodo estivo aprendo le porte a
un percorso non formativo ma di puro sfruttamento con la cessione di manodopera gratuita,
questo ad esempio soprattutto nel settore alberghiero e dei servizi.
Anche rispetto al tema dei diritti e delle tutele si fanno pochissimi passi avanti e per nulla
sostanziali. Manca totalmente un discorso sulle aziende in cui si effettuano questi percorsi, affinché
gli studenti non vadano a fare esperienze di alternanza scuola lavoro in aziende che non rispettano
i diritti dei lavoratori, che hanno una gran parte del personale precario, quindi inadatto alla
formazione, aziende che devastano l'ambiente o che hanno noti legami con la criminalità
organizzata. Per questo all'interno delle scuole proponiamo l'approvazione di uno statuto degli
studenti in alternanza scuola lavoro che preveda anche un codice etico per le aziende e una
commissione paritetica in cui studenti e docenti stabiliscano i progetti di alternanza scuola lavoro
con le aziende (nelle pagine successive troverete lo statuto e l'ordine del giorno per la
commissione paritetica).
In ultima istanza il tema del finanziamento di questi progetti é fondamentale in quanto i cento
milioni stanziati in legge 107, seppur un avanzamento rispetto agli anni scorsi, non riusciranno a
garantire a tutti gli studenti la possibilità di frequentare questi percorsi. Come è particolarmente
inquietante il fatto che i corsi di sicurezza per gli studenti verranno effettuati solamente qual'ora ve
ne siano i fondi.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
6
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]

Innovazione digitale | comma 56-62
I commi de La Buona Scuola inerenti l'innovazione digitale si rivelano in primo luogo troppo
generici ed inconsistenti, per un tema che sta acquisendo un importanza sempre più fondamentale
dal momento che l'istruzione non può fare a meno di adeguarsi all'informatizzazione che investe la
società contemporanea. A tal proposito, i commi 56 e 57 si esauriscono in una sequela di “buoni
propositi” manchevoli di ogni indicazione riguardante la loro realizzazione pratica.(“migliorare le
competenze digitali degli studenti e rendere la tecnologia digitale uno strumento di costruzione
delle competenze in generale”). Il comma 59 presenta un ulteriore motivo di criticità: esso infatti,
stabilisce l'individuazione di docenti idonei al coordinamento delle attività volte a potenziare le
competenze informatiche degli studenti; al tempo stesso, però, queste figure professionali si
ritroveranno con ogni probabilità prive di qualsivoglia retribuzione, considerato che il testo stesso
esige che dal loro impiego “non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.
Invece, partire dal comma numero 58, risulta evidente il fatto che questa legge preveda l'impiego
sistematico di finanziamenti privati nell'ambito della scuola pubblica, posizioni ribadite nei primi
due punti del comma 60. Difatti in questo comma, per favorire lo sviluppo della didattica
laboratoriale, si dice che le istituzioni scolastiche, anche attraverso i poli tecnico-professionali,
possono dotarsi di laboratori territoriali per l’occupabilità attraverso la partecipazione, anche in
qualità di soggetti cofinanziatori, di enti pubblici e locali, camere di commercio, industria,
artigianato e agricoltura, università, associazioni, fondazioni, enti di formazione professionale,
istituti tecnici superiori e imprese private, per il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
1. orientamento della didattica e della formazione ai settori strategici del made in Italy, in base
alla vocazione produttiva, culturale e sociale di ciascun territorio;
2. fruibilità di servizi propedeutici al collocamento al lavoro o alla riqualificazione di giovani
non occupati;
3. apertura della scuola al territorio e possibilità di utilizzo degli spazi anche al di fuori
dell’orario scolastico.
L'Unione degli Studenti ribadisce la sua ferma contrarietà a questo proposito, dal momento che le
finalità di una scuola laica, inclusiva e partecipativa sono in evidente contraddizione con gli
interessi dei privati e con le diseguaglianze tra istituti collocati in zone “ricche” e quelli collocati in
zone “povere” che il loro intervento provocherebbe. Orientare la didattica in base alle esigenze
produttive del territorio significa riprodurre anche le distorsioni dell’attuale modello di sviluppo. Ad
esempio, come ci si può allineare alle esigenze delle imprese del territorio se queste ultime hanno
distrutto l’ambiente e sfruttato i lavoratori? Perché delegare le strategie di abbattimento della
dispersione al contributo dei soggetti privati? Infine sarebbe bene puntare maggiormente sul
garantire un’efficace sistema di diritto allo studio finanziato con risorse pubbliche, invece di
costruire unicamente dei canali di “recupero” allineati alle esigenze produttive del territorio. Nel
2015 non ci si può accontentare di imparare un mestiere: è importante invece sapersi reinventare,
coniugare al meglio sapere e saper fare, essere in grado di padroneggiare il lavoro che si fa.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
7
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]

Organico dell’autonomia per l’attuazione dei piani triennali dell’offerta
formativa | comma 66-77
A decorrere dal 2016/17, con decreto MIUR/MEF, l’Organico dell’Autonomia, con cadenza triennale,
è ripartito tra le regioni, in relazione al numero delle classi per i posti comuni, al numero degli
alunni per i posti di potenziamento e al numero degli alunni disabili per i posti di sostegno. In
questo processo di ripartizione si tiene conto delle caratteritiche della popolazione scolastica, della
prossimità delle istituzioni scolastiche, delle specificità delle zone interne, della presenza di scuole
nelle carceri o di altre situazioni o esperienze territoriali già in atto. I docenti dell’organico
dell’autonomia concorrono alla realizzazione del piano triennale dell’offerta formativa con attività di
insegnamento, di potenziamento, di sostegno, di organizzazione, di progettazione, di
coordinamento.
Agli uffici scolastici regionali viene inoltre richiesto di promuovere la costituzione di reti tra
istituzioni scolastiche del medesimo ambito territoriale senza nuovi o maggiori costi per la finanza
pubblica. Come si può vedere la costituzione delle reti è un processo imposto ed è l’ennesimo
attacco all’autonomia delle singole istituzioni scolastiche anche perchè le attività che dovrebbero
realizzare sono già previste dall’attuale Regolamento dell’Autonomia.

Competenze del Dirigente Scolastico e chiamata diretta | commi 78 - 94
Con questa riforma la figura del Dirigente scolastico assumerà un ruolo da protagonista nella
costruzione della scuola-azienda. Avrà infatti piena autonomia sulla gestione delle risorse umane,
finanziarie, tecnologiche e materiali. Avrà compiti di direzione, gestione, organizzazione e
coordinamento. Il dirigente scolastico potrà scegliere fino al 10% dell'organico dell'autonomia per
essere affiancato in ambito organizzativo e didattico. Potrà inoltre utilizzare i componenti di questo
gruppo per le supplenze inferiori ai 10 giorni. Come tutti i manager, il preside avrà la possibilità di
scegliere chi lo affiancherà nella sua scuola. Infatti potrà selezionare personalmente i professori
adatti al suo progetto, e fare così le domande necessarie per coprire i posti disponibili. Questo
avverrà in contemporanea al rinnovamento del POF, ogni 3 anni. Il preside potrà assegnare ai
docenti incarichi diversi dalle classi di concorso per i quali sono abilitati, purché abbiano il titolo di
studio necessario all'insegnamento della disciplina. Dei docenti che non riceveranno proposte o che
rifiuteranno quelle ricevute se ne occuperà l'Ufficio Scolastico Regionale. Come ogni azienda, anche
la scuola di Renzi, dovrà produrre dei risultati. Il ministero dell'istruzione sistemerà i dirigenti
scolastici sempre con un piano triennale e stipendierà essi in base ai risultati, verificati dal
raggiungimento di obiettivi stabiliti dall'incarico triennale, efficenza ed efficacia dell'azione
dirigenziale, apprezzamento del proprio operato da parte della comunità professionale e sociale,
contributo al raggiungimento del successo formativo (stabilito tramite processi di autovalutazione e
valutazione come le invalsi).
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
8
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]

Piano Assunzioni |commi 95-114
“Per l’anno scolastico 2015/2016, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca è
autorizzato ad attuare un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato di personale
docente per le istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado, per la copertura di tutti i posti
comuni e di sostegno dell’organico di diritto…”
Così inizia il primo dei venti commi riguardanti il piano assunzioni per l’anno scolastico 2015/2016
(le 100.000 immissioni in ruolo tanto decantate da Renzi). La stabilità dei docenti è essenziale per
ottenere quella continuità didattica che permetterebbe alla Scuola italiana di raggiungere un livello
di qualità superiore. Per quanto riguarda le assunzioni a tempo indeterminato la situazione non
viene certo gestita nel migliore dei modi. Con la fase B del piano di Renzi, si sta avverando ciò che
si temeva fin dalla presentazione della legge, ovvero l’esodo di docenti del sud costretti a fare
centinaia di km per una cattedra. Il piano assunzioni si divide infatti in diverse fasi, così stabilite
nei commi 95-114 del testo di legge:
 Una prima parte in scadenza il 31 agosto 2015, la cosiddetta fase zero che coinvolge gli
inclusi a pieno titolo nelle GAE e nelle graduatorie dei concorsi sia 2012 che precedenti. I
posti disponibili sono 21.880, dovuti al turn-over (pensionamento) e 14.747 di sostegno
stabilizzato.
 Una seconda parte che si suddivide a sua volta in 3 fasi A, B e C. I posti disponibili sono
quelli liberi dell’organico di diritto: 10.849 (posti liberi già negli anni precedenti) a cui si
aggiungono tutti quelli non assegnati con le “normali” assunzioni:
 FASE A: nei limiti dei posti liberi nell’organico di diritto i destinatari vengono assunti nella
loro provincia (o provincia della regione per il concorso) entro il 15 settembre 2015 con le
attuali procedure (50% e 50%);
 FASE B: quelli che non trovano posto nella fase A, vengono assegnati successivamente sulle
cattedre rimaste libere nelle varie province a livello nazionale (i docenti devono indicare le
province in ordine di preferenza) ed assunti con decorrenza giuridica 1 settembre 2015;
 FASE C: quelli che non trovano posto neppure nella fase B vengono assegnati all’organico
aggiuntivo delle varie province a livello nazionale (sempre in base alla stessa domanda).
 Valorizzazione del merito per i docenti | commi 126-130
Mentre la scuola di oggi ha bisogno di riqualificare la figura del docente e garantire maggiore
libertà d’insegnamento ripensando alle forme di didattica da sperimentare, questa legge istituisce
un nuovo organo collegiale, di cui il dirigente scolastico fa parte, che dovrà stabilire dei criteri su
cui lo stesso si baserà per distribuire a sua totale discrezione dei bonus ai docenti “meritevoli”. Il
dirigente, ricevuti i criteri per la valutazione dell’organico scolastico, ha la totale libertà di
distribuire i bonus senza alcuna norma che gli imponga di tener fede ai criteri scelti dal comitato,
senza alcun organo di controllo e senza alcuna approvazione da ottenere. Il bonus è una somma di
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
9
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
denaro che viene definita dal dirigente scolastico e costituisce lo strumento con cui i docenti
saranno premiati in base a criteri di merito. L’organo che viene istituito è il Comitato per la
Valutazione dei Docenti, che sarà formato da: il dirigente scolastico, tre membri del personale
docente, di cui due eletti attraverso il collegio dei docenti e uno attraverso il consiglio d’istituto, un
componente esterno individuato dall'ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e
dirigenti tecnici, infine un rappresentante dei genitori e uno degli studenti. Il comitato stilerà i
criteri sulla base:
a) della qualità dell'insegnamento e del contributo al miglioramento dell'istituzione scolastica,
nonché del successo formativo e scolastico degli studenti;
b) dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle
competenze degli alunni e dell'innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione
alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche;
c) delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del
personale.
Questi tre punti non solo sono imprecisi e lasciano spazio a incomprensioni, ma sono la prova
puntuale della direzione verso cui il governo sta conducendo la scuola italiana: gli insegnanti
saranno giudicati sotto ogni punto di vista, togliendo loro la libertà di ampliare l’offerta formativa
per gli studenti; non sono minimamente prese in considerazione le condizioni socio-economiche di
partenza degli ultimi e non si prevede una caratterizzazione dei punti per le diverse aree
geografiche e le derivanti disponibilità di spazi culturali, di socialità e di formazione esterni alle
scuole. La valorizzazione del merito per i docenti veniva già garantita nel vecchio Contratto, in cui
le risorse destinate a compensare il maggiore impegno del personale erano invece oggetto di
contrattazione con la Rsu. La legge stanzia un fondo di 200 milioni di euro per la valorizzazione del
merito per i docenti, la somma che avrà a disposizione ogni dirigente è di 20.000 euro lordi, è
evidente come questa non riesca a soddisfare l’obbiettivo per cui viene distribuita tra le scuole,
basterebbe infatti per il 10-20% dell’organico d’istituto. Non solo, il preside può scegliere un
numero di collaboratori tradotto in percentuale pari più o meno al 10% dei docenti totali di un
istituto, ed è logico pensare che il bonus andrà a loro. È fondamentale anche analizzare la modalità
con cui questo bonus viene elargito: è l’unico caso fra tutti i rapporti di lavoro dipendente, pubblici
e privati, in cui i soggetti destinatari ed le entità dei compensi che costituiscono parte del salario
sono decisi unilateralmente da una sola delle parti contrattuali.
È chiaro quindi che anche questa parte della riforma va a ledere fortemente la libertà
d’insegnamento dei docenti, mina la collegialità e la cooperazione tra questi mettendoli in
competizione, favorendo l’individualismo, creando un costante clima di tensione che impoverirà lo
scambio di idee, il numero di progetti fra più insegnanti e la condivisione e lo scambio di pratiche
didattiche innovative.

Divieto dei contratti a tempo determinato e fondo per il risarcimento
(Precari per 36 mesi) | commi 131-132
Con la nuova legge a decorrere dal 1 settembre 2016 i contratti di lavoro stipulati con il personale
docente, educativo ed ATA presso le istituzioni scolastiche, per la copertura di posti vacanti e
disponibili, non potranno superare la durata di 36 mesi anche non continuativi. Questo
evidentemente creerà non pochi problemi, non solo per gli insegnanti che si ritroveranno ad avere
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
10
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
un futuro incerto, ma anche per gli studenti a cui non verrà garantita la continuità didattica per
concludere il percorso di studi con lo stesso docente.
E’ anche palese come il Miur sappia benissimo di essere nel torto con questa misura avendo
istituito preventivamente un fondo di dieci milioni di euro per il pagamento di eventuali risarcimenti
in via giudiziale.

Open data e finanziamenti all’invalsi | commi 136-144
La Buona Scuola istituisce il Portale Unico dei Dati della Scuola che conterrà: i bilanci delle scuole; i
dati pubblici del servizio nazionale di valutazione; l’anagrafe dell’edilizia scolastica e quella degli
studenti; gli incarichi attribuiti ai docenti; i piani dell’offerta formativa; i dati dell'Osservatorio
tecnologico, i materiali didattici e le opere autoprodotte dagli istituti scolastici e rilasciati in formato
aperto, i dati, i documenti e le informazioni utili a valutare l'avanzamento didattico, tecnologico e
d'innovazione del sistema scolastico; il curriculum studenti e docenti; la normativa, gli atti e le
circolari. Per il 2015 è stanziato un milione di euro per la realizzazione del portale, mentre dal 2016
100.000 euro annui per la gestione e il mantenimento dello stesso.
Dal 2016 al 2019 saranno stanziati 8 milioni annui per potenziare il Sistema di Valutazione delle
scuole a favore dell’INVALSI. La spesa è destinata prioritariamente a rilevazioni nazionali (Invalsi) e
internazionali (OCSE Pisa), autovalutazione e visite valutative alle scuole.
Il Portale Unico dei dati della scuola non è di per sé un’idea negativa. Potenzialmente potrebbe
rispondere alle necessità di trasparenza, diventa un pericolo quando invece è funzionale a creare
classifiche e stimolare competizione, principalmente se guardiamo alla possibilità di pubblicare i
curriculum degli studenti e dei docenti e i dati del servizio nazionale di valutazione. Si conferma, su
quest’ultimo punto, l’indirizzo degli ultimi anni, ossia quello di ragionare escusivamente in termini
di valutazione punitiva e quantitativa. Rifiutiamo le logiche dei test Invalsi e tutto l’impianto
evidenziato, poiché puntano esclusivamente a creare classifiche, creando disparità e oltretutto
usando l’ispezione come strumento di controllo.

School Bonus, ossia risorse private per la scuola pubblica| commi 145150
Con la Buona scuola viene inserito uno strumento che apre di fatto la scuola pubblica ai
finanziamenti privati. Questi finanziamenti non risultano essere delle semplici donazioni alle
istituzioni scolastiche, ma sono dei veri e propri investimenti che possono essere fatti da persone
fisiche, enti non commerciali ed aziende, e che devono essere versati ad un fondo specifico
nazionale. Nonostante il fondo sia comune, questi finanziamenti sono vincolati alla specifica scuola
scelta dal privato. La particolarità di questi investimenti è che prevedono un “bonus” o “credito
d’impresa” che lo Stato deve restituire al soggetto donatore attraverso sgravi fiscali oppure tamite
compensazione. Gran parte della “donazione” risulta essere una sorta di prestito che il privato
stipula con lo Stato, le percentuali di questo credito sono infatti altissime: verrà restituito fino al
65% per chi effettua un finanziamento entro il 2016 mentre il 50% per chi lo effettua dal 2017 in
poi. Si tratta di agevolazioni vantaggiose che hanno l’obiettivo di stimolare le aziende ad avvicinarsi
al mondo della formazione con pochissime spese e tanti margini di guadagno, se pensiamo a
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
11
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
quanto il privato avrà possibilità di indirizzare il proprio finanziamento a seconda dei suoi interessi.
Di fatto attraverso questo sistema il privato si sostituisce allo Stato nella scelta di quali scuole
finanziare (sia in termini territoriali che rispetto ai corsi di studio) con soldi che sono in gran parte
pubblici e che non appartengono esclusivamente al privato (data la restituzione del “bonus”).
Questo meccanismo porta inevitabilmente ad una situazione in cui ci saranno scuole con tantissimi
finanziamenti e scuole (pensiamo a quelle più periferiche situate in zone o quartieri non
economicamente sviluppate) che saranno abbandonate, tanto dai privati e tanto dallo Stato. E’
prevista infatti una ripartizione del 10% del fondo nazionale per le scuole con finanziamenti al di
sotto della media nazionale, ed è evidente di come sia una somma irrisoria da distribuire su tutte
le scuole non interessate da finanziamenti diretti da parte di privati su tutto il territorio nazionale. Il
panorama dei prossimi anni è quello di una fortissima disuguaglianza tra le scuole italiane,
incompatibile di per sè con il concetto di scuola pubblica e di massa, in cui l’obiettivo primario di
ogni singola scuola sarà quello di trovare finanziamenti, come fosse un’azienda, piuttosto che
pensare alla formazione di noi studenti. Il tetto massimo fissato per queste donazioni è altissimo,
un privato potrà contribuire ad una scuola con un finanziamento fino a 100 mila euro, assumendo
di fatto, nonostante non sia scritto in nessuna norma, un potere contrattuale altissimo rispetto alle
scelte che dovrà prendere la scuola. Lo “school bonus” inoltre non è riservato alle sole piccole
aziende locali: attraverso il Patto di Stabilità è stato infatti eliminato il vincolo che prevedeva che le
aziende che istituivano un credito d’onore con lo Stato avessero un fatturato inferiore ai 500 mila
euro annui, in questo modo, qualsiasi azienda che sia locale, nazionale o multinazionale, potrà
dirigere gli investimenti della scuola pubblica statale italiana.

Detrabilità fiscale per le spese per la frequenza scolastica delle scuole
private | commi 151-152
Per quanto riguarda le scuole paritarie la Buona Scuola non determina un aumento dei
finanziamenti provenienti dallo stato, che tuttora pesano sul bilancio del MIUR, ma introduce la
detraibilità fiscale fino al 19% per le famiglie che iscriveranno i propri figli ad una scuola paritaria
con un importo massimo di 400€ uno strumento indiretto per favorire la crescita di un modello di
istruzione che punta sempre più ad indebolire la scuola pubblica aprendo la strada ad un
rafforzamento del modello paritario. Per quanto sia previsto un rapporto annuale del ministro
dell'istruzione al parlamento rispetto a tale questione, nei fatti sfugge al monitoraggio del
ministero, in quanto Il DDL non fa chiarezza circa i requisiti necessari per rientrare nell'ambito
dell’istruzione paritaria.
Inoltre il MIUR si troverà ad intervenire in questo contesto attraverso una legislazione di tipo
"secondario" e, il controllo indiretto da parte del Ministero favorirà in più contesti l'accrescere di
diseguaglianze tra i due modelli formativi: una scuola pubblica statale sempre più indebolita ed
asservita alle logiche privatistiche e sotto lo scacco di una scuola paritaria che punta alla libera
competizione.
Non prevedendo interventi reali di controllo di tale fenomeno, si agevolano quelli istituti conosciuti
come “diplomifici” in cui basterà pagare ingenti somme d’iscrizione per avere un titolo di studi,
delegittimando il ruolo della scuola pubblica come motrice di un’educazione di qualità.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
12
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]

Edilizia Scolastica | commi 153-179
Fin dall’annuncio di una nuova riforma della scuola, la questione dell’edilizia scolastica è stata uno
dei principali baluardi della retorica renziana, così come lo è sempre stato nel corso dei governi
degli ultimi anni.
Ne La Buona scuola si prevede un piano di recupero di risorse per manutenzioni e nuove
costruzioni attraverso l’impiego dei mutui Bei (Banca europea d’investimento per imprese) per cui il
ministero ha previsto di ottenere complessivamente 200milioni di euro all’anno. I mutui sono
ripagati dallo Stato, dalla Cassa depositi e prestiti spa e dalle regioni.
Inoltre è prevista la possibilità di recuperare fondi non ancora spesi da vecchi programmi per
l’edilizia scolastica e riabilitabili dalle regioni, a cui sono attribuiti i canoni d’investimento e di
assegnazione di fondi, sulla base dei dati inseriti nell’Anagrafe dell’edilizia scolastica.
Le legge programma un concorso a scadenza per selezionare i progetti di scuole innovative tramite
fondi INAIL, 300 milioni per il triennio 2015-2017.
In aggiunta, per il 2015 è autorizzato un cofinanziamento di 40 milioni di euro da parte degli enti
locali proprietari, sempre sulla base dei dati dell’Anagrafe, per interventi di messa in sicura degli
edifici e di prevenzione di eventi di crollo.
Viene istituito un Osservatorio per l’edilizia scolastica che, senza ulteriori oneri da parte della
finanza pubblica, si occupi dell’indirizzo e della programmazione degli interventi e di diffondere la
cultura della sicurezza. Alle sedute dell’Osservatorio è consentita la partecipazione, solo su
specifiche tematiche, delle organizzazioni civiche. Inoltre è stata istituita una Giornata nazionale
per la sicurezza nelle scuole.
Anche parte delle risorse dell’ 8x1000 sono destinate all’edilizia scolastica e riservate ad eventi
eccezionali ed imprevedibili, individuati dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, e
su base dell’Anagrafe.
La questione dell’edilizia scolastica non si riduce però ai finanziamenti, infatti è collegata anche a
problematiche riguardanti la didattica: ad oggi i laboratori non sono a norma, non vengono
utilizzati e questo provoca una profonda carenza dell’offerta formativa; l rapporto alunni-docente
per aula è elevato ripercuotendosi sulla qualità delle lezioni, oltretutto sempre più di tipo frontale.
E’ necessario riflettere anche su quanto il tema dell’edilizia scolastica incida su quello dei diritti: la
mancanza di spazi negli istituti non permette agli studenti l’utilizzo di aule autogestite, le
assemblee d’istituto devono essere tenute in aule circoscritte e non a norma o addirittura i
rappresentanti devono essere ospitati oppure pagare l’affitto di uno spazio esterno alla scuola. Per
migliorare la didattica, ad esempio, potrebbero essere creati nuovi plessi polivalenti in cui gli
studenti possano vivere la scuola non solo come uno spazio grigio in cui passare le ore mattutine.
Per ciò proponiamo anche pratiche artistiche alternative all’interno delle scuole (murales,
riqualificazione dei cortili ecc…) grazie alle quali si potrebbe riattivare il protagonismo studentesco.
Inoltre come Unione degli Studenti rivendichiamo la ricoversione in scuole di edifici dismessi e beni
confiscate alle mafie, laddove è possibile, per evitare un’ulteriore costruzione di edifici.

Deleghe in bianco | commi 180-191
La Buona Scuola è passata ma il processo di cambiamento – in termini autoritari e antidemocratici
– non è finito con la fase di assunzione dei docenti in estate. La finta consultazione ha dimostrato
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
13
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
quanto ipocrita sia questo governo, e le NOVE deleghe in bianco che si è autoassegnato nel ddl
confermano le nostre denunce di antidemocraticità. Questo disegno di legge criminale redatto da
un governo illegittimo, dai commi 180 al 191 varca le soglie dell’incostituzionalità: si andrà a
riformare il mondo della formazione e il tutto avverrà senza aver definito principi e criteri specifici
da seguire. Troppi i temi delegati e nessun confronto con le parti sociali coinvolte. Per la Legge
Nazionale sul Diritto allo Studio, nostra storica rivendicazione e unica nota “positiva” del ddl,
difficilmente verranno accolte le istanze degli studenti e delle studentesse che hanno manifestato
in questi anni, e soprattutto nell’ultimo, nelle strade e nelle piazze; la stessa cosa vale per la
delega sul sistema di reclutamento e immissione del personale docente per la scuola superiore, per
la delega sull’adeguamento della normativa in materia di valutazione, per la delega sul riordino del
Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione.
Insomma, il Governo avrà la possibilità, attraverso le deleghe in bianco, di legiferare su materie
importantissime come il diritto allo studio e la valutazione attraverso uno strumento, i decreti
legislativi, che non prevedono alcun confronto parlamentare e ancor meno un confronto con le
parti sociali.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
14
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
COME COSTRUIRE UNA SCUOLA… RIBELLE
Con la Buona Scuola vengono chiusi gli spazi di partecipazione e di democrazia, anche solo formali,
presenti all’interno delle nostre scuole, a vantaggio di una più agevole “decisionalità” da parte della
dirigenza che, tradotto, significherà una gestione privatistica dell’istituzione scolastica da parte del
Preside e dei finanziatori che riuscirà a reperire sul territorio.
Se il Consiglio d’Istituto rappresentava l’organo decisionale sovrano per quanto riguarda la vita
scolastica esso d’ora in poi sarà declassato a semplice ruolo consultivo e di indirizzo. Gli organi di
rappresentanza pur restando inalterati vengono tuttavia svuotati del proprio senso e della propria
funzione. Cosa ci rimane quindi? Ci rimane di riuscire a costruire modelli di partecipazione e di
autogoverno nelle scuole che strappino il potere dalle mani del preside e lo riconsegnino a chi la
scuola la vive, studenti, docenti e personale ATA.
Riuscire a conquistare la rappresentanza resta comunque un primo passo nonché strumento
fondamentale per noi per riuscire a realizzare i nostri obiettivi. Una rappresentanza che deve
essere costruita da un reale protagonismo studentesco fatto da momenti e luoghi di costruzione di
proposte e progetti nonché da poter interrogare sulle scelte della dirigenza. La rappresentanza
deve essere una vera e propria spina nel fianco del preside, riuscendo a svolgere un’azione di
controllo continuo sul suo operato e un’azione di pressione per determinare le decisioni.
Per farlo è necessario riuscire a legarsi strettamente con il corpo docenti nonché con tutto il
personale ATA. Gli insegnanti saranno coloro che vivranno sin da subito l’espansione dei poteri del
preside, avendo egli potere di assumerli, licenziarli e una notevole influenza per gli scatti
meritocratici dei loro salari. Se l’intento è appunto quello di una competizione sfrenata tra gli
insegnanti per ingraziarsi i favori della dirigenza a questa noi dobbiamo riuscire a rispondere
mostrando il valore della cooperazione e della collaborazione tra docenti, come tra docenti e
studenti. Sottrarsi al giogo e al ricatto è possibile solo con un fronte unito e compatto. Costruire
una rappresentanza dei docenti, del personale ata e - perché no - anche dei genitori, all’interno dei
Consigli d’Istituto può essere un ottimo metodo per riuscire a costruire un’alterità a questo modello
di scuola per costruire, appunto, spazi di partecipazione e di decisionalità orizzontali e inclusivi.
Immaginarsi delle assemblee con tutti i nostri docenti e il personale ata per parlare dei problemi
che vive la scuola e il territorio e provare a costruire dei laboratori che offrano delle risposte
praticabili.
Inoltre con l’introduzione dei Comitati di Valutazione, si prova a istituzionalizzare una malata idea
di meritocrazia, un mezzo per schedare e classificare docenti e studenti. In essi noi dobbiamo
riuscire a svolgere un’azione di boicottaggio di questi strumenti per imporre invece che di
valutazione si parli in altro modo, non come arma di punizione bensì come mezzo per migliorare il
processo formativo. Trasformare i comitati in commissioni che discutano di didattica e valutazione
che provino a sperimentare un altro modello di fare scuola. Replicare dei momenti del genere
classe per classe dove insegnanti e docenti possano discutere di cosa e come insegnare e come si
viene valutati. In generale sarebbe opportuno boicottare questi comitati, stravolgendone l’operato,
demandando gli eventuali compensi accessori alla contrattazione. E’ fondamentali sensibilizzare
anche i docenti e lavorare congiuntamente a loro.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
15
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]

Pratichiamo dal basso un'altra valutazione
I vari governi che si sono susseguiti in questi anni, sia di destra che di sinistra, hanno fatto sì che
l’intero sistema scolastico venisse sottoposto alle leggi aziendalistiche del mercato, pensando che
in questo modo la scuola potesse divenire più efficiente. La retorica esasperata della necessità di
parametri scientifici che vadano a verificare le nozioni di studenti di scuole in cui i programmi
didattici sono differenti oltre che a fallire nel proprio intento, soffoca la didattica, le attitudini e le
capacità individuali. É infatti vero che il tallone d'Achille delle scuole italiane è rappresentato
proprio dal sistema valutativo. Lo studente è abituato a subire passivamente un numero,
considerato come voto, che non costituisce mai un incentivo alla personale crescita dell'individuo,
poichè i parametri di valutazione adottati sono letteralmente imposti allo studente il quale non
viene interpellato nè coinvolto nella discussione relativa alla scelta dri suddetti parametri.
Il voto dovrebbe costituire un momento costruttivo per lo studente, aiutandolo a migliorarsi tramite
una valutazione trasparente, inclusiva e diacronica. I tradizionali metodi di valutazione vanno
migliorati e concepiti sotto un nuovo punto di vista che deve avere alla basse un'interazione
positiva tra studenti e docenti. La soluzione per un altro sistema valutativo è rappresentata dalla
valutazione narrativa che prevede tre momenti fondamentali:
- Valutazione del docente vero lo studente;
-Autovalutazione dello studente;
-Valutazione dello studente verso il docente.
É necessario avviare grandi assemblee composte composte da studenti, docenti e genitori dove si
scambino opinioni, critiche e proposte riguardo il sistema scolastico. Non ci serve il presidemanager di stampo renziano che prende vita dalla distruttiva "Buona scuola" per selezionare il
docente secondo metodologie poco chiare. É tempo di un netto cambio di rotta, di una discussione
inclusiva e partecipata che deve essere portata avanti da chi la scuola la vive ogni giorno e ne
conosce davvero bene pe criticità. Partire da una seria riforma del sistema valutativo significa
spianare la strada per il miglioramento dell'intero tessuto sociale. Tocca a noi riprenderci i nostri
spazi!
Obiettivi:
 Scardinare il modello della valutazione-sentenza e ripensare a questa come ad un processo
che vede cooperazione e maggiore orizzontalità tra docente e studente
 Delegittimare l’uso delle verifiche a sorpresa.
 Sperimentare un modello di valutazione in grado di considerare conoscenze, competenze e
attitudini del singolo e del gruppo-classe.
 Affiancare alla valutazione del docente verso lo studente elementi di autovalutazione dello
studente, elementi di autovalutazione del docente ed elementi di valutazione dello studente
verso il docente.
Strumenti:
 Inserire il tema della valutazione nel più ampio contesto di un Progetto didattico che, come
nel caso della didattica alternativa, sappia farsi megafono di tutte le idee, le critiche e le
proposte degli studenti.
 Proporre ai singoli docenti, al Consiglio di classe o al Collegio docenti tutto l’adozione di
griglie di valutazione condivise con gli studenti (ad. es. attraverso una commisione
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
16
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
paritetica) che spieghino e integrino il voto numerico.
 Proporre al collegio docenti o al consiglio d’istituto d’istituire un incontro bimestrale tra
studenti e docenti che permetta di sperimentare la costruzione vera e propria della
valutazione
Modello di Ordine del Giorno da far approvare in Consiglio d’Istituto
all’attenzione del Consiglio di Classe
all’attenzione del Collegio Docenti
all’attenzione del Consiglio d’Istituto
Oggetto:valutazione narrativa
Se la finalità della scuola è quella di fornire i mezzi, e non quella di operare
selezione sociale tra chi è adatto allo studio e chi no, il voto non può avere
altro ruolo che quello di monitorare il percorso di apprendimento in modo da
dare la possibilità di correggerlo ove necessario.
Pensiamo a una maggiore interrelazione tra studente e insegnante anche nel
momento di attribuzione della valutazione, la “valutazione partecipata” è
sicuramente lo strumento adatto per spogliare il voto dalla sua concezione
attuale. Il modo materiale in cui il voto è espresso, ovvero se con sistema
numerico oppure con un giudizio letterale, poco importa se alla base
dell’espressione di quella dicitura vi è un rapporto aperto e diretto . Rendere
partecipe lo studente del proprio processo valutativo gli consente davvero di
interpretare il voto come uno strumento a suo vantaggio per capire se sta o meno
affrontando gli studi nella maniera giusta e soprattutto dove e come può
migliorare. Per questo una valutazione completa non può essere espressa solo due
volte all’anno ma deve essere un qualcosa di più continuo, più vicina alle
esigenze di recupero dello studente e più in grado di dargli una visione “in
itinere” del proprio stato.
In questa ottica di valutazione partecipata assume grande rilievo formativo
anche la capacità dello studente di autovalutarsi; dopo una interrogazione o un
compito riuscire ad esprime un giudizio sulla propria prova è importante oltre
che essere un ottimo strumento per rafforzare l’interrelazione studente-docente
e fornire più elementi al docente stesso per esprimere una corretta valutazione:
un “6” preso avendo studiato molto e un “6” preso avendo studiato poco hanno un
significato profondamente diverso.
Pertanto
noi
studenti
dell’Istituto
d’Istruzione
Superiore.................di.................................
proponiamo
che
venga sperimentato all’interno della comunità scolastica un sistema di
valutazione bimestrale a partire dall’anno prossimo. Pensiamo ad una valutazione
espressa mediante un colloquio aperto docente-studente. Grazie a questi momenti
più ravvicinati e più diretti noi studenti avremmo la concreta possibilità di
monitorare costantemente il nostro livello di preparazione e nel caso sia
insufficiente porvi immediatamente riparo, concentrando il recupero su gli
argomenti di quel bimestre e non su tutti quelli affrontati in un intero
quadrimestre (o peggio anno scolastico) come avviene oggi.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
17
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]

La didattica è vecchia e nozionistica? Pratichiamo la didattica alternativa
da subito
La didattica nelle nostre scuole
Da anni ormai contestiamo il muro frontale, isolante e nozionistico della didattica italiana. Durante
ogni nostra contestazione, emerge sempre il malessere degli studenti nel non essere trattati come
soggetti in formazione, ma come vittime sacrificali di un sistema scolastico obbligato solo a
sfornare ragazzi e ragazze pronti al globalismo, alla competitività ed frammentazione sociale. Noi
crediamo che la didattica italiana non si debba fermare alla banalità della spiegazione totalmente
spersonalizzata e alle classiche interrogazioni a tappeto che tendono solo ad aumentare l’odio e la
paura che gli studenti e le studentesse del nostro paese hanno verso un’istituzione che dovrebbe
invece essere allettante e all’avanguardia. Ciò è dovuto, rispetto ai livelli europei, ad una
scarsissima preparazione riguardo la conoscenza delle scienze dell’educazione che i nostri docenti
hanno. Dunque un radicale cambiamento può avvenire solamente con una diversa preparazione
degli stessi, una formazione che unisca in prima parte la conoscenza di alcune discipline sociali
(psicologia, pedagogia e sociologia) e in seconda parte una preparazione completa e riguardo la
disciplina che si vuole insegnare; ponendo entrambi gli studi sullo stesso piano. Noi infatti
contrapponiamo l’ottica ancora gentiliana finalizzata esclusivamente al lavoro ad una maggiore
acquisizione di coscienze critiche e quindi ad un’emancipazione reale delle classi subalterne; in
modo tale che anche il docente possa finalmente smettere di vedere il suo lavoro come la banalità
del ripetere per decenni le stesse cose senza la possibilità di variare il suo approccio, obbligato
dalla cosiddetta ‘’lezione frontale’’; la quale è un altro punto sul quale l’Unione degli Studenti si è
sempre schierata contro.
Cos’è la lezione frontale? E’ possibile un altro tipo di didattica?
Queste sono le domande che ci siamo posti e a cui crediamo di aver dato delle risposte concrete e
tangibili. La lezione frontale rappresenta l’unilateralità del messaggio che lo studente o la
studentessa vuole recepire e questo rende, in modo ancora più evidente, la verticalità che la
scuola pubblica ha in maniera quasi innata ma che non dovrebbe possedere assolutamente. E’
stato dimostrato inoltre che una lezione aberrante come quella frontale riduce la capacità di
attenzione di uno studente medio da 45 minuti l’ora a meno di 25. Per evitare tutto ciò i docenti
dovrebbero flessibilizzare il loro approccio in base allo studente che presenzia in classe, e non il
contrario, caratterizzando e singolarizzando le loro capacità, senza abbandonare però il principio
collettivo della scolarizzazione. Un altro prodotto errato di questo metodo è sicuramente la
creazione di scuole di serie A e scuole di serie B; distinguendo i licei da tutte gli altri indirizzi
scolastici. Un’altra frammentazione è quella dovuta alla creazione di classi ‘’pollaio’’: le quali non
possono garantire la compattazione di un unico gruppo omogeneo ma si dividono nella creazione
dei classici gruppetti, nei quali si perde il principio di cooperazione e il risultato è che il ragazzo con
meno possibilità viene lasciato indietro ed il gruppo docente continuerà a rapportarsi solo con i più
preparati, che nella stragrande maggioranza dei casi sono gli studenti che iniziano il loro percorso
formativo partendo da una condizione sociale o economica migliore. Tutte queste problematiche si
possono risolvere semplicemente con una piccola ma rivoluzionaria rivalutazione del compito del
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
18
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
docente. Bisogna tornare al ruolo di educatore ridando dignità a questo lavoro, aumentando gli
stipendi, aggiungendo a ciò una continua messa in campo delle capacità e competenze
dell’insegnante con formazione sistemica che non può cessare con un insignificante corso
d’aggiornamento.
Altri metodi di didattica:
• Lettura dei testi: il docente fa leggere un testo, dopo la lettura questo viene commentato.
Solitamente il commento non è fatto solo dall’insegnante, bensì è la cooperazione tra docente e
studente fa emergere il commento.
• Lezione dialogata: la lezione si basa sul dialogo, la trasmissione del sapere non avviene in
modo dogmatico. Il dialogo diventa lo strumento per la trasmissione del sapere.
• Tempesta di idee: questo tipo di lezione è probabilmente il più efficace. Si parte
dall’argomento di discussione, gli studenti esprimono ciò che pensano rispetto al tema della
discussione e il docente, dopo aver ascoltato gli studenti, fa partire la propria spiegazione dagli
elementi emersi da quello che è stato espresso dagli studenti. Lo studente si sente parte attiva
dalla lezione e partecipa con voglia. L’apprendimento è facilitato dalla partecipazione.
• Discussione tra studenti: il docente dà la possibilità agli studenti di confrontarsi e discutere di
ciò che si sta spiegando.
• Discussione insegnante e studenti: la spiegazione non è dogmatica. Non è rappresentata da
ciò che è già scritto sui libri, bensì si basa sulla discussione critica tra l’insegnante e gli studenti.
• Istruzione programmata: si fa uso del computer, di slide, di materiali, di ricerche.
• Uso di laboratori: l’utilizzo dei laboratori è prioritario per le discipline scientifiche. Per le
materie scientifiche, il discorso è particolare, perché si deve partire dalla lezione; poi la parte
teorica deve essere accompagnata sempre dalla parte pratica.
• Circole time: si supera la classica disposizione dei banchi, gli studenti si dispongono in modo
circolare e il docente, che non ha una posizione gerarchica in quanto fa parte del cerchio, fa
lezione insieme agli studenti.
Obiettivi:
 Rendere la didattica più inclusiva è necessario in una scuola che vuole guardare alla qualità.
Per fare questo c’è bisogno di un rinnovamento dei metodi, essi infatti devono puntare sulla
cooperazione per non lasciare indietro nessuno. Coniugare una didattica più interattiva, in
cui lo studente sia partecipe e non solo una scatola vuota da riempire, alla complessità dei
contenuti non è difficile. E’ importante a tal proposito che gli studenti si sentano coinvolti
de ciò che devono studiare e che abbiano la possibilità di svolgere approfondimenti anche
in relazione ai loro interessi.
Strumenti per una didattica cooperativa:
 Inserire l'educazione fra pari, l'autoformazione, l'indagine a partire da strumenti
multimediali e mediatici, la propositività degli studenti tra le pratiche quotidiane in ogni
parte d'Italia. Crediamo anche, che in una fase in cui la rigida demarcazione fra conoscenze
non dà più i suoi frutti, diventi importante la costruzione di ore dedicate ad ambiti
multidisciplinari come pratica costante durante l'anno;
 Promuovere la scrittura collegiale del POF attraverso la discussione all’interno di
Commissioni Paritetiche;
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
19
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]





Programmare collegialmente le attività complementari, creando raccordo tra territorio e
scuola e tra curricolare ed extracurricolare. Valorizzare l’associazionismo presente sul
territorio e le competenze individuali degli studenti;
Ripensare il tempo della scuola come qualche cosa di flessibile e individuale (D.P.R.
567/96): dotarsi di strumenti come periodi sabbatici per valorizzare e dare spazio alle
attività extrascolastiche, che nella scuola devono trovare riconoscimento e raccordo;
Chiediamo di costruire una didattica basata sulla valorizzazione delle differenze culturali,
sessuali, comportamentali, cognitive;
Attivando risorse economiche ed umane straordinarie per l'inserimento degli studenti
appena arrivati nel nostro paese, garantendo corsi di lingua italiana unitamente alla
possibilità di continuare a studiare la propria lingua;
Portando gli studenti immigrati ad un primo approccio alla lingua italiana, utile a
raggiungere livelli minimi di conoscenza che rendano possibile anzitutto l’interazione attiva
con la società, andranno aggiunti corsi di italiano di secondo e terzo livello che si
concentrino anche sulla terminologia specifica delle diverse discipline;
Sperimentando l’introduzione di testi bilingue da fornire gratuitamente agli studenti
Ordine del Giorno da far approvare nei Consiglio di Istituto
all’attenzione del Consiglio di Classe
all’attenzione del Collegio Docenti
all’attenzione del Consiglio d’Istituto
Oggetto: settimana della didattica alternativa
La didattica utilizzata nella scuola di oggi è un po’ datata. Mentre la
pedagogia
è
progredita
e
ha
individuato
sistemi
di
insegnamento
e
apprendimento nuovi, le nostre scuole rimangono ancorate alla lezione
frontale. L’individuare come unica modalità di apprendimento la lezione
frontale rispecchia una visione univoca e limitata di trasmissione dei saperi
che dal docente devono essere “collocati” nello studente. Noi crediamo che
questa visione non solo mortifichi lo studente in quanto lo riduce a
contenitore da riempire di nozioni, ma anche il ruolo stesso del docente che
si limita a una trasmissione sterile di conoscenze. Riuscire a cambiare il
rapporto studente-docente esistente oggi, facendo in modo che attraverso
modalità di lezioni partecipate ci sia uno scambio reciproco e non univoco di
conoscenze, non significa svilire la figura del docente, ne togliergli
autorità ma al contrario significa esaltarne realmente la funzione formativa.
La lezione frontale è certamente un momento importante ma non può essere
l’unico momento ne l’unico strumento a disposizione degli insegnanti per
favorire l’apprendimento. Per noi studenti riuscire a acquisire conoscenze e
non solo nozioni significa acquisire un metodo di studio efficace, la capacità
di mettere in relazione le varie materie e le materie con tutto quello che
succede ogni giorno intorno a noi. La stessa divisione classica tra materie
dovrebbe essere superata, sarebbe più interessante e sicuramente più
produttivo analizzare contemporaneamente un periodo storico con un docente di
storia, uno di italiano e uno di storia dell’arte oppure studiare il
funzionamento di un macchinario insieme a un docente di fisica che ne spieghi
le leggi che ne permettono la costruzione.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
20
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
Pertanto gli studenti propongo di inserire nel Piano dell'Offerta Formativa
per
l'anno
……………………...
dell’Istituto...................di.....................,
una
settimana
di
didattica alternativa da svolgersi in orari curriculari in cui studenti e
docenti si impegnino insieme a applicare e sperimentare modi e metodi nuovi di
fare lezione quali la lettura di testi, la lezione dialogata, la tempesta si
idee o brainstorming, la discussione tra studenti, la discussione insegnantistudenti, l'istruzione programmata, l'uso di laboratori, il circole time, i
giochi di ruolo, la scrittura creativa e le mappe concettuali.

Alternanza scuola-lavoro sfruttamento? Rovesciamo il modello del Governo in
ogni scuola
L'alternanza scuola-lavoro è stata uno dei principali cavalli di battaglia per promuovere la Buona
Scuola, ma è stata intesa non come un strumento utile ad accrescere le competenze trasversali
dello studente, bensì come un ingresso anticipato al lavoro. Questo evidenzia volontà del Governo
di riprodurre il modello tedesco di alternanza, il quale comporta la trasmissione di conoscenze
specifiche utili soltanto all'azienda interessata ed è difficilmente riproducibile in in un Paese come
l'Italia, dove le condizioni del modello di sviluppo sono notevolmente differenti. Alle aziende
interessate all'alternanza non viene indicato nessuno requisito di carattere formativo, ambientale o
legato ad un generico codice etico. Senza badare al territorio e ai diritti dei soggetti in formazione,
l'esperienza di lavoro troppo spesso diventa inutile, se non una mera mansione non retribuita. Per
evitare che l'alternanza scuola lavoro presenti i limiti sopra citati, sarebbe necessario che il
Governo ascoltasse maggiormente le rivendicazioni delle studentesse e degli studenti, aprendo un
confronto reale e non solo di facciata sullo statuto delle studentesse in Stage. Non sembra esserci,
però questa volontà, dunque è oggi necessario rispondere scuola per scuola, approvando delle
commissioni paritetiche utili a mettere in esame le scelte che la scuola intenderebbe attuare su
questo tema. Tali commissioni dovrebbero essere composte da docenti e studenti e dovrebbero
avere la responsabilità di individuare le aziende migliori. Oltre alla scelta, si occuperebbe anche di
redigere i concordati tra scuola e impresa, utili a garantire la tutela del territorio e dei diritti dello
studente attraverso un codice etico contro la devastazione ambientale e la corruzione.
Strumenti:
 far approvare uno statuto dei diritti delle studentesse e degli studenti in stages
 attivare un progetto di sportello-lavoro nelle scuole della città in collaborazione col
sindacato
 far approvare la commissione paritetica per la definizione dei concordati di alternanza
scuola lavoro
 Rendere capillare la campagna Mettiamoci al Lavoro
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
21
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
Statuto delle studentesse e degli studenti in stage da far approvare nei propri Consigli
d'Istituto
all’attenzione del Consiglio di Classe
all’attenzione del Collegio Docenti
all’attenzione del Consiglio d’Istituto
Oggetto: statuto delle studentesse e degli studenti in stage
Preambolo
Il presente Statuto ha la finalità di riorganizzare la materia degli stages che,
anche alla luce del prindipio costituzionale dell’autonomia scolastica, devono
essere pensati e costruiti per lo studente e con lo studente, al fine di
soddisfare le esigenze di ogni ragazzo e consenendo a questi di interagire con i
soggetti del c.d. “mondo del lavoro”: azienda, sindacato, ecc…
Questo Statuto è rivolto a tutti gli studenti inseriti in percorsi di Terza Area
e Alternanza Scuola-Lavoro.
Art.1 Tempistica
Lo stage deve essere elemento del Pof e, in quanto tale, progettato dalla
scuola. In quanto esperienza formativa, il periodo di stage deve essere limitato
nel tempo e in alcun caso può superare i 30 giorni rispetto al curricolo
annuale. I giorni di stage, quando il tirocinio avviene all’interno del
calendario scolastico, non devono essere recuperati e devono essere considerati
parte integrante del curricolo.
Art.2 Coinvolgimento dello studente
Lo studente deve essere coinvolto nell’attuazione dei progetti deliberati dagli
organi collegiali della propria istituzione scolastica secondo i canali di
partecipazione e coinvolgimento degli studenti sanciti dallo Statuto delle
Studentesse e degli Studenti (D.P.R. 249/98).
Art.3 Informazione dello studente
Lo studente deve essere informato
svolgere all’interno dell’azienda.
preventivamente
delle
mansioni
che
dovrà
Art.4 Copertura assicurativa
Allo studente che parteciperà allo stage, dovrà essere garantita, da parte
dell’istituzione scolastica di appartenenza idonea copertura assicurativa contro
gli infortuni presso l’INAIL nonché per responsabilità civile.
Art.5 Informazione dello studente
Allo studente deve essere garantita la frequenza di un corso di formazione
preliminare su diritti e tutele nel mondo del lavoro nelle ore di insegnamento
della/e materia/e professionali coinvolte nello stage.
Art.6 Tutoraggio
L’istituzione scolastica deve individuare all’interno del corpo docente la
figura di un tutor cui affidare lo studente che partecipa allo stage. Altresì
l’azienda deve induviduare un tutor al quale viene affidato lo studente e che,
in coordinamento con la figura del tutor scolastico, deve facilitare
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
22
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
l’inserimento di questi nell’azienda. Per comprovate violazioni degli obiettivi
didattici dei tirocini la scuola si farà garante nel richiedere la sostituzione
del tutor aziendale e, per casi di estrema gravità, di interrompere ogni
rapporto con l’azienda in questione.
Art.7 Confronto studente-scuola-azienda
Si devono prevedere incontri periodici di confronto tra lo studente, il tutor
scolastico e il tutor aziendale sull’andamento dello stage (uno obbligatorio a
metà del periodo di stage).
Altresì deve essere garantito il diritto di assemblea tra gli studenti della
medesima classe per confrontarsi
sull’andamento dei tirocini. Questi incontri, da svolgersi durante il periodo di
svolgimento degli stage,
avranno l’utilità di prendere coscienza del proprio percorso formativo.
Art.8 Valutazione del periodo di stage
Al termine del periodo di formazione l’azienda deve fare una relazione, da
presentare in duplice copia, una
allo studente e l’altra al consiglio di classe di riferimento, sul periodo di
formazione svolto dallo stagista.
Entro la medesima data lo studente tirocinante deve presentare relazione
dettagliata, in duplice copia, sul
periodo di formazione svolto in azienda.
Art.9 Copertura costi
Durante il periodo dello Stage allo studente deve essere garantita, a carico
dell’azienda, un compenso
minimo a copertura parziale delle spese sostenute dallo studente, che può,
altresì, essere convertito in
servizi.
Art.10 Valutazione dello studente
Il periodo di stage deve essere valido ai fini della valutazione complessiva
dello studente.
Art.11 Riequilibrio didattico delle materie non-professionalizzanti
La scuola si impegna, al rientro a scuola dello studente inserito in un percorso
di stage, a metterlo in
condizione di recuperare le sopravvenute carenze nelle materie non coinvolte
negli obiettivi didattici dell’alternanza scuola lavoro.
Art 12 Commissione paritetica per la definizione dei progetti dell’alternanza
scuola lavoro.
Viene istituita una commissione paritetica composta in egual numero da studenti
e da docenti che si occupi di redigere i progetti per l’alternanza scuola
lavoro.
Art.13 Codice etico su corruzione e devastazioni ambientali
Ogni azienda si impegna a firmare un codice etico in cui si certifica la totale
estraneità a legami con la criminalità organizzata e l’estraneità da fenomeni di
inquinamento del territorio.
Art.14 Formazione dei lavoratori
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
23
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
Nella scelta delle aziende presso cui effettuare esperienze di alternanza scuola
lavoro vengono predilette le aziende che effettuano formazione permanente ai
lavoratori e che hanno un basso numero di ctd.
Progetto sportello lavoro da far approvare nelle scuole della città
all’attenzione del Consiglio di Classe
all’attenzione del Collegio Docenti
all’attenzione del Consiglio d’Istituto
Oggetto: progetto sportello lavoro a scuola
Considerato che all’interno degli istituti tecnici e professionali di Stato
sempre più studenti prendono parte ad iniziative di alternanza scuola-lavoro,
che molti ragazzi in età scolare iniziano a lavorare, che il mondo del lavoro,
le forme contrattuali, diritti e doveri del lavoratore sono sempre meno
conosciuti dagli studenti, proponiamo delle ore di formazione nelle scuole
delle
nostre
città.
Nello
specifico
l'istituto........................
di........................... si impegnerà a sostenere un progetto di
sportello lavoro. Le ore di formazione saranno svolte da studenti ed esperti,
con la collaborazione di un insegnante di diritto per un gruppo di allievi
provenienti dalle classi quarte e quinte e con esponenti del mondo sindacale.
Questi, a loro volta, saranno chiamati a svolgere nelle classi prime, seconde
e terze lezioni di peer tuotoring e peer education con il fine di creare,
mediante
laboratori
ed
attività
formative,
consapevolezza
attorno
ai
principali temi legati al mondo lavorativo, come la lettura e comprensione di
un contratto, le forme contrattuali più comuni proposte ai giovani
(apprendistato e voucher), diritti e doveri di uno studente i stage. Il gruppo
formatosi sarà, inoltre, punto di riferimento per gli altri ragazzi della
scuola, che anche dopo le lezioni di peer education , potrebbero incontrare
difficoltà negli stage o sul poso di lavoro.
Ordine del Giorno per la creazione di una commissione paritetica per la definizione dei
concordati dell'alternanza scuola lavoro.
All’Albo dell’Istituto
A tutti gli Studenti e ai loro Genitori
Ai Docenti dell’Istituto
A tutto il personale ATA dell’istituto
Al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
All’Ufficio Scolastico Regionale
Alle Organizzazioni Sindacali Territoriali per il tramite delle Sedi
Periferiche
Oggetto: Ordine del Giorno per la creazione di una commissione paritetica per
la definizione dei concordati dell'alternanza scuola lavoro.
Anno scolastico ....../......
Ci ritroviamo sempre più spesso davanti ad esperienze di alternanza scuola
lavoro che non costituiscono un reale momento formativo per gli studenti,
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
24
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
troppo spesso queste esperienze si tramutano in momenti di lavoro a tutti gli
effetti, completamente gratuito. Inoltre spesso le aziende in cui conduciamo
queste esperienze sono le stesse che ogni giorno non dimostrano alcun rispetto
per il territorio che ci circonda. In questo processo noi studenti non abbiamo
voce in capitolo, non possiamo decidere in quali aziende andiamo a compiere le
esperienze di Asl ne con quali regoli e quali diritti.
Pertanto chiediamo di avere finalmente voce in capitolo in queste decisione
per mezzo di una commissione paritetica composta da docenti e studenti che si
occupi di scegliere le aziende e di redigere i concordati tra scuola e impresa
in modo tale da poter determinare queste decisioni e avere uno spazio in cui
rivendicare dirittti e tutele.
Questo diritto viene sancito dallo stesso Statuto degli Studenti e delle
Studentesse in quanto, nel D.P.R. 249/98 all’ART. 2 comma 4 si legge: “Lo
studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della
scuola.
I dirigenti scolastici e i docenti, con le modalità previste dal regolamento
di istituto, attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di
loro competenza in tema di programmazione e definizione degli obiettivi
didattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione, di
scelta dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha inoltre diritto a
una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di
autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di
debolezza e a migliorare il proprio rendimento.”
Pertanto
il
Consiglio
di ...........................................................................
..................................................
delibera la costituzione della commissione paritetica per la definizione dei
concordati dell'alternanza scuola lavoro diventando un organo collegiale a
tutti gli effetti, come il Consiglio d’Istituto e il Collegio dei Docenti,
modificando il proprio Regolamento d’Istituto. La modifica al regolamento sarà
a sua volta redatta da una commissione paritetica temporanea eletta
democraticamente dagli organi di rappresentanza delle varie parti e poi
ratificato dal Consiglio d’Istituto. La Commissione Paritetica sarà dunque un
organo costituito da egual numero di studenti e docenti dove si esaminano le
varie proposte pervenute dalle aziende disponibili ad ospitare esperienze di
alternanza scuola lavoro e si stabiliscono i criteri minimi di tutele e
diritti per gli studenti.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
25
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]

Scuola autoritaria? Ribaltiamola con i referendum studenteschi
La scuola dovrebbe essere una palestra di democrazia. Essendo un luogo per sua natura collettivo,
tutte le decisioni dovrebbero essere trasparenti e collegiali. Invece troppo spesso queste vengono
prese senza alcuna condivisione con la scuola tutta, in consigli di istituto che si limitano a ratificare
decisioni già prese. Negli ultimi anni, inoltre, le diverse riforme hanno sempre di più accentrato il
potere decisionale nelle mani del dirigente scolastico, sempre più un manager che, senza nessun
ruolo formativo, gestisce la scuola come se fosse un azienda. Lo statuto delle studentesse e degli
studenti dice chiaramente che quando una decisione influisce particolarmente sulla vita degli
studenti, questi possono esprimersi attraverso una consultazione. Dobbiamo avere la capacita di
riconquistarci i nostri spazi decisionali nelle scuole, e il referendum studentesco può essere uno
strumento centrale in questo processo.
La rappresentanza è uno strumento centrale per gli studenti nelle scuole, ma se non è capace di
generare processi di partecipazione attiva e di decisione condivisa si riduce ad uno strumento di
delega che non fa che rafforzare l’autoritarismo dilagante delle nostre scuole.
La democrazia non è un fatto, ma è un fare. Non si costituisce solo di spazi e luoghi di confronto,
che siano essi elettivi oppure no, ma si sostanzia di processi, di condivisione e di trasparenza. Ed è
questo il ruolo di noi studenti: affermare a gran voce che la scuola è di chi la vive, contro
l’autoritarismo e i presidi manager!
Obiettivi:
 Dotare la comunità scolastica tutta di un elemento di democrazia reale che riequilibri i
rapporti tra le componenti e legittimi i processi dal basso. Il quesito referendario più che
dotarsi di strumenti d’attuazione è uno strumento in sè per sè; quanto da esso emerge
permette o facilita l’attuazione di altri OdG, anche quelli che ad esempio hanno trovato
ostacoli negli altri canali d’attuazione (in Consiglio d’istituto o in Collegio docenti).
Strumenti:
 Ordine del Giorno per l'istituzione del referendum studentesco
 Assemblee d'istituto, di classe e pubbliche (nelle pagine seguenti un approfondimento)
Ordine del Giorno sul referendum studentesco da far approvare nei Consigli
d'Istituto
all’attenzione del Consiglio di Classe
all’attenzione del Collegio Docenti
all’attenzione del Consiglio d’Istituto
Oggetto:referendum studentesco
Gli organi collegiali, come strutturati oggi, rendono difficoltosa e spesso
poco incisiva la partecipazione della comunità studentesca all’interno dei
processi decisionali dell’istituto. Spesso le stesse riunioni del consiglio di
istituto servono solo a ratificare decisioni già prese, sminuendo il ruolo
della rappresentanza e facendo della democrazia soltanto un feticcio.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
26
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
Il poter ricorrere a un Referendum interno può avere effetti positivi non solo
sulla partecipazione attiva, ma anche far si che la gestione della scuola sia
davvero un processo collettivo e non limitato a un gioco di maggioranze e
minoranze in un luogo ristretto e le quali discussioni spesso appaiono
distanti dal vivere quotidiano della scuola.
La stessa presunzione di voler delegare alle figure dei rappresentanti tutto
l’onere e il potere dell’intervento nella gestione dell’istituto riflette un
sistema poco in grado di aprire e di rendere partecipe la comunità scolastica
tutta ai processi decisionali. Certamente la funzione della rappresentanza è
fondamentale per non appesantire e burocratizzare in maniera eccessiva
qualsiasi scelta ma pensiamo che, anche da un punto di vista formativo, la
delega completa e l’impossibilità di intervenire per studenti, docenti e
genitori che non siedono negli organi collegiali disabitui alla partecipazione
attiva e abitui a un sistema in cui la democrazia vive solo nel momento del
voto.
Vediamo gli organi collegiali non solo come strumenti necessari per una
gestione collettiva e partecipata del nostro istituto, ma anche come palestra
di democrazia per le parti che in esso sono rappresentante; ed è per questo
loro ruolo formativo che non possiamo accettare che siano ridotti a semplici
passaggi burocratici che i dirigenti scolastici devono ratificare.
Pertanto si propone che sia inserito all’interno del regolamento di istituto
la possibilità di consultare la comunità scolastica in maniera vincolante in
caso di parere non concordante come d'altronde previsto dal comma 5
dell'articolo 2 dello Statuto dei Diritti degli Studenti e delle Studentesse D.P.R. 249/98 il quale recita "Nei casi in cui una decisione influisca in modo
rilevante
sull'organizzazione
della
scuola
gli
studenti
della
scuola
superiore, anche su loro richiesta, possono essere chiamati ad esprimere la
loro opinione mediante una consultazione. (...)"
Metodi e forme del Referendum Studentesco dovranno essere contenute in un
regolamento
di
cui
l'istituto....................................
di.......................... si dovrà dotare.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
27
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]

Diritti calpestati? Piccolo prontuario per la difesa dei dei propri diritti
Con La Buona Scuola e la legittimazione dell’autoritarismo del dirigente scolastico sullo stampo
aziendale, si rischia di perdere alcuni diritti fondamentali degli studenti. Per questo di seguito
troverete un piccolo prontuario con i diritti principali tratti dallo Statuto dei diritti e dei doveri degli
studenti e delle studentesse, dal testo unico del 94 e dal DPR 567 del 96. Per maggiori info sfoglia
il manuale per la sopravvivenza a scuola!
Prontuario dei diritti:
 Diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero (artt. 1, comma 4 e 4, comma 4 dello
Statuto): la libera espressione di opinioni che non sia lesiva della personalità altrui non può
essere in alcun modo sanzionata;
 Diritto a una formazione culturale e professionale qualificata che rispetti e valorizzi, anche
attraverso l’orientamento, l’identità di ciascuno e sia aperta alla pluralità delle idee (art. 2,
comma 1 dello Statuto): dunque diritto al rispetto della propria individualità e peculiarità, in
un ambiente aperto e accogliente, senza alcuna discriminazione basata su condizioni
personali o sociali;
 Diritto di iniziativa didattiche autonome degli studenti, di formulare richieste e di sviluppare
temi liberamente scelti (art. 2, comma 1 dello Statuto): gli studenti possono arricchire i
propri programmi con attività autonome e possono formulare richieste specifiche sui
programmi didattici;
 Diritto alla riservatezza (art. 2, comma 2 dello Statuto): è un diritto dello studente che non
siano divulgate dalla scuola informazioni che lo riguardano senza il suo consenso (ad es.,
voti insufficienti nei tabelloni finali, situazione reddituale, ecc.);
 Diritto a essere informato sulle decisioni e sulle norme che regolano la vita della scuola
(art. 2, comma 3 dello Statuto);
 Diritto a una partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola (art. 2, comma 4
dello Statuto): ad es., fondando associazioni, collettivi, organizzando attività
extracurriculari, ecc.;
 Diritto di essere consultati dai dirigenti scolastici e dai docenti in riferimento alla
programmazione e alla definizione degli obiettivi didattici, all’organizzazione della scuola, ai
criteri di valutazione e di scelta dei libri e del materiale didattico (art. 2, comma 4 dello
Statuto): è dunque previsto l’avvio un dialogo costruttivo e di un percorso educativo il più
possibile condiviso;
 Diritto a una valutazione trasparente e tempestiva che permetta allo studente di individuare
i propri punti di forza e di debolezza, avviando un processo di autovalutazione (art. 2,
comma 4 dello Statuto): le valutazioni devono essere riferite allo studente
immediatamente, o comunque in tempi brevi, e il docente non può rifiutarsi di riferire il
voto di un compito o di un interrogazione, in quanto essenziale per permettere allo
studente di studiarsi e migliorarsi;
 Diritto alla consultazione su materie di interesse rilevante per la scuola (art. 2, comma 5
dello Statuto): gli studenti hanno diritto, anche su loro richiesta, ad essere chiamati ad
esprimere la propria opinione con un’apposita consultazione referendaria su decisioni che
influiscano in maniera rilevante sull’organizzazione della scuola;
 Diritto alla libertà di apprendimento e alla scelta autonoma tra attività curriculari
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
28
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]












integrative., ad es. gite) e tra attività aggiuntive facoltative (ad es. corsi pomeridiani)
offerte dalla scuola (art. 2, comma 6 dello Statuto): gli studenti non possono dunque
essere costretti (come spesso avviene da parte di alcuni docenti) a frequentare i corsi
pomeridiani, che devono comunque essere organizzati rispettando i ritmi di apprendimento
e le esigenze di vita degli studenti;
Diritto degli studenti stranieri al rispetto della loro vita culturale e religiosa e all’integrazione
(art. 2, comma 7 dello Statuto): la scuola ripudia ogni forma di discriminazione etnica,
culturale e religiosa (vedi anche l’art. 1, comma 4 dello Statuto), promuovendo
l’integrazione degli studenti stranieri, ad es., organizzando attività interculturali e corsi di
lingua italiana per stranieri;
Diritto al recupero (artt. 2, comma 8 e 1, comma 2 dello Statuto): gli studenti hanno diritto
a essere destinatari di iniziative organizzate dalle scuole finalizzate al recupero delle
situazioni di ritardo e di svantaggio (ad es. corsi di recupero, attività in itinere, ecc.);
Diritto alla sicurezza e alla salubrità degli ambienti, che devono essere fruibili anche da
studenti portatori di handicap, promuovendo l’abbattimento delle barriere architettoniche
(art. 2, comma 8 dello Statuto);
Diritto ai servizi di sostegno e promozione della salute e di assistenza psicologica,
attraverso appositi sportelli (art. 2, comma 8 dello Statuto);
Diritto di assemblea (artt. 12-14 del Testo Unico e art. 2, comma 9 dello Statuto): il diritto
di riunione è garantito agli studenti a livello di classe, di corso e di Istituto, nonché il diritto
di riunione del comitato studentesco, i cui componenti sono i rappresentanti di classe (art.
13, commi 4 e 5 del Testo Unico, ma vedi anche il DPR 567/96 sulle attività integrative
degli studenti);
Diritto di associazione e di riunione nei locali (art. 2, comma 10 dello Statuto): gli studenti
hanno diritto di organizzarsi in associazioni con fini specifici e di riunirsi nei locali della
scuola;
Diritto per gli studenti e per le loro associazioni di organizzare attività e iniziative (sia
culturali che ricreative) all’interno della scuola, e per gli ex studenti di mantenere un
legame con l’istituto di provenienza (art. 2, comma 10 dello Statuto): diritto dunque a poter
fruire di spazi durante e dopo le lezioni e di gestirli in piena autonomia (aula autogestita,
vedi anche l’art. 2 del DPR 567/96);
Diritto al sostegno per gli studenti con disabilità certificate: gli studenti con disabilità hanno
diritto ad avere assegnato del personale specialistico che li agevoli nell’integrazione e
nell’apprendimento;
Diritto di accesso agli atti amministrativi della scuola (artt. 22 e seguenti della legge 241/90
sulla trasparenza dell’attività della Pubblica Amministrazione);
Diritto alla rappresentanza: gli studenti hanno diritto ad avere una rappresentanza al
consiglio di classe e di istituto (artt. 5 e 10 del Testo Unico) e alla Consulta Provinciale degli
Studenti (CPS; art. 6 del DPR 567/96);
Diritto di impugnare all’Organo di Garanzia interno e, in seconda istanza, a quello regionale
i provvedimenti a proprio carico reputati illegittimi, presentando apposite memorie (art. 5
dello Statuto);
Contro le sanzioni disciplinari è possibile fare ricorso entro quindici giorni dalla
comunicazione della loro irrogazione, ad un apposito organo di garanzia interno alla scuola,
istituito e disciplinato dai regolamenti delle singole istituzioni scolastiche, del quale fa parte
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
29
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]


almeno un rappresentante eletto dagli studenti.
Diritto alla conversione dei provvedimenti disciplinari in attività a vantaggio della comunità
scolastica (art. 4, comma 5 dello Statuto).
Infine, gli studenti maggiorenni sono pienamente autonomi (ad es. possono firmare la
giustificazione delle loro assenze) ed è possibile anche vietare le comunicazioni della scuola
sul proprio andamento scolastico alla famiglia, a tutela della propria riservatezza.
Riferimenti alle leggi:
 Lo Statuto delle studentesse e degli studenti (DPR 249/98, modificato dal DPR 235/2007),
elaborato sul modello dello Statuto dei Lavoratori, rappresenta il culmine di un processo
che ha portato gli studenti ad avere un testo organico che li riguardi e chi li riconosca
pienamente come soggetto sociale. Esso rappresenta la Carta fondamentale degli studenti,
stabilendone diritti, doveri, obblighi disciplinari e indicando i principi che devono orientare
l’operato delle scuole.
 Il “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione” (D. Lgs. 297/94 e
successive modifiche ed integrazioni): il testo coordinato che disciplina l’ordinamento delle
scuole di ogni ordine e grado, le funzioni degli organi collegiali (Consiglio di istituto,
Consiglio di classe, Collegio dei docenti, Giunta esecutiva), il diritto di assemblea degli
studenti e dei genitori, la struttura amministrativa locale e centrale, le scuole italiane
all’estero; e più in generale tutto ciò che riguarda il sistema scolastico italiano. Il testo
riprende quasi del tutto i precedenti decreti delegati della scuola del 1974, nati sull’onda del
clima di rinascita culturale successivo al 1968.
 Il DPR 567/96 (“Regolamento recante la disciplina delle iniziative complementari e delle
attività integrative nelle istituzioni scolastiche” e successive modifiche e integrazioni): un
decreto che prevede l’istituzione delle Consulte Provinciali degli Studenti, la creazione di un
fondo per le attività studentesche integrative gestito direttamente dal Comitato
Studentesco e l’apertura delle scuole il pomeriggio per le attività culturali e ricreative
organizzate autonomamente dagli studenti, con la predisposizione di almeno un locale
adibito a tale scopo al termine delle lezioni (una vera e propria aula autogestita).
 Altri riferimenti normativi da conoscere: legge 15 marzo 1997, n. 59, decreto legislativo n.
59 del 6 marzo 1998, D.P.R. n.275 dell'8 marzo 1999 (provvedimenti sull’autonomia
scolastica), legge 62/2000 (legge sulla parità scolastica), legge 30/2000 (riforma Berlinguer,
oggi abrogata), legge 53/2003 (riforma Moratti, anch’essa abrogata), legge 169/2008
(riforma Gelmini).
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
30
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]

Cosa si studia nella nostra scuola? Decidiamolo anche noi con la
commissione paritetica
La commissione paritetica non ha ancora una legge alla base che la sancisce (es. il referendum
studentesco) ma una proposta già portata avanti e accettata da diverse scuole in Italia. Consiste in
un organo collegiale all’interno della scuola composto idealmente dai quattro rappresentanti degli
studenti (oppure da altri studenti democraticamente scelti dal comitato studentesco o dalla totalità
della scuola), 3 professori e il preside (oppure 3 studenti, 2 professori e il preside in scuole con
meno di 500 alunni) nel quale gli studenti potranno esporre le loro necessità democraticamente e
senza dunque l’enorme differenza di voti che la componente professori ha in più rispetto a quella
studentesca in C.d.I. La commissione, purtroppo, non può che avere valore consultivo all’interno
della scuola, ma si pone comunque come un forte strumento che gli studenti hanno per imporre il
dialogo ad una scuola che altrimenti potrebbe non accettarlo e quindi facilitare la realizzazione
delle altre campagne ed eventuali altre vertenze. Un avanzamento che le commissioni dovrebbero
avere è quello di essere realmente una prassi per la stesura del Piano dell’Offerta Formativa di una
scuola che, ad oggi poco risponde alle esigenze degli studenti in quanto deciso nella sua quasi
totalità dagli insegnati e dal preside. La commissione ha il forte ruolo di essere l’organo più
democratico di una scuola nel rapporto tra insegnati, preside e studenti quindi ogni Commissione si
deve dotare di un regolamento da rispettare su determinate questioni che rispettando il parere del
Comitato Studentesco e del Collegio Docenti.
Obiettivi:
 Colmare il gap della sotto-rappresentanza degli studenti in Consiglio di Istituto che spesso
impedisce alle proposte presentate dagli studenti di venire anche solo prese in
considerazione, prima che approvate.
 Dare agli studenti il tempo e un luogo nel quale far emergere e far pesare le proprie ragioni
sulla didattica, la valutazione, la vita democratica della scuola e in definitiva il Piano
dell’Offerta formativa attraverso il confronto costruttivo e paritetico a docenti e studenti.
Strumenti:
 Avanzare la proposta al Collegio docenti e al Consiglio d’istituto d’integrare tra gli Organi
Collegiali una Commissione Paritetica, composta da un egual numero di studenti e docenti,
dotata di un proprio regolamento e parere vincolante in merito alle questioni riguardanti la
didattica sollevate dai suoi membri, previo parere del Collegio Docenti e Comitato
Studentesco.
 Costruire l’ampio percorso di legittimazione democratica necessario all’approvazione di
questo fondamentale organo collegiale lavorando su entrambe le parti in causa, quindi
favorendo i momenti d’incontro tra collettivo/comitato studentesco e collegio docenti e/o
costruendo un’assemblea d’Istituto congiunta corpo docenti-studenti.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
31
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
Ordine del Giorno per far approvare la commissione paritetica nel proprio
Consiglio d'Istituto
all’attenzione del Consiglio di Classe
all’attenzione del Collegio Docenti
all’attenzione del Consiglio d’Istituto
Oggetto: Commissione paritetica
Nelle scuole superiori italiane la didattica è vecchia e inadeguata, incapace
di coinvolgere gli studenti e rispondere alle sfide che la scuola dovrebbe
vincere per essere un’istituzione fondante della cittadinanza, non separata e
distante dalla società. Ad oggi la didattica è sotto completo controllo dei
docenti, lo stesso Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F.) viene redatto
esclusivamente dal Collegio dei Docenti e solo successivamente sottoposto
all’approvazione del Consiglio d’Istituto. Questo monopolio va rotto per
riuscire a dare nuovo slancio alla scuola italiana e un nuovo ruolo agli
studenti. In virtù di questo crediamo che debba diventare impegno prioritario
dell’istituto ……………………………………. dar vita a quelle pratiche di didattica
partecipata che possano superare questa idea di scuola e di insegnamento.
D’altronde anche lo stesso Statuto degli Studenti e delle Studentesse prevede
questa che più che una possibilità è una necessità infatti, nel D.P.R. 249/98
all’ART. 2 comma 4 si legge: “Lo studente ha diritto alla partecipazione
attiva e responsabile alla vita della scuola. I dirigenti scolastici e i
docenti, con le modalità previste dal regolamento di istituto, attivano con
gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema di
programmazione e definizione degli obiettivi didattici, di organizzazione
della scuola, di criteri di valutazione, di scelta dei libri e del materiale
didattico. Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e
tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a
individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio
rendimento.”
Pertanto il Consiglio di Istituto del…………………………………………., delibera affinché la
commissione paritetica diventi un organo collegiale a tutti gli effetti, come
il Consiglio d’Istituto e il Collegio dei Docenti, modificando il proprio
Regolamento d’Istituto. La modifica al regolamento sarà a sua volta redatta da
una commissione paritetica temporanea eletta democraticamente dagli organi di
rappresentanza delle varie parti e poi ratificato dal Consiglio d’Istituto. La
Commissione Paritetica sarà dunque un organo costituito da egual numero di
studenti e docenti che nel livello scolastico complessivo elabori e scriva il
P.O.F. dopo un percorso di consultazione che coinvolga anche l’assemblea
d’istituto e il comitato studentesco e che poi si ricrei anche a livello di
singole classi per ridelineare in base al P.O.F. concordato e approvato i
programmi dell’anno scolastico.
La commissione paritetica deve essere quindi il laboratorio di sintesi,
confronto e cooperazione tra il collegio dei docenti e il comitato
studentesco, così da aprire nuovi spazi di partecipazione e crescita per gli
studenti della scuola rimodulando la democrazia nelle scuole.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
32
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]

Privati che finanziano le scuole? No, grazie.
Con la Buona scuola viene inserito uno strumento che apre di fatto la scuola pubblica ai
finanziamenti privati (vedi capitolo sullo School Bonus a pagina…..). Noi non ci possiamo
rassegnare alla legittimazione delle disuguaglianze e alla fine della scuola pubblica di massa.
Strumenti:
 Ordine del Giorno politico in Consiglio d’Istituto e assemblee
Ordine del Giorno per il rifiuto delle erogazioni liberali in denaro derivanti da
reddito d'impresa
all’attenzione del Consiglio di Classe
all’attenzione del Collegio Docenti
all’attenzione del Consiglio d’Istituto
Oggetto: rifiuto
d’impresa
delle
erogazioni
liberali
in
denaro
derivanti
da
reddito
Con la legge 13.7.2015 n.107 viene introdotto un credito d'imposta per
erogazioni liberali in denaro alle scuole statali e paritarie volte a sostenere
la costruzione di nuove strutture scolastiche, la manutenzione degli edifici e
interventi per l'occupabilità degli studenti.
Dal 1 gennaio 2015 il credito, ripartito in tre quote di pari importo e per un
tetto massimo di 100mila euro per ciascun periodo di imposta, è pari al 65%
delle erogazioni effettuate per i primi due anni. Dal 2017 si riduce al 50%
dell’importo versato. Le donazioni affluiscono a un apposito capitolo del
bilancio statale e costituiscono un fondo gestito dal MIUR: una quota pari al 10
per cento delle somme complessivamente erogate è assegnata alle istituzioni
scolastiche che risultano destinatarie delle erogazioni liberali per un
ammontare
inferiore
alla
media
nazionale.
Il
Consiglio
d’Istituto
del…………………………………………. di…………………………………. riconoscendo il rischio che porterebbe
tale meccanismo, ossia in primo luogo all’inasprimento della disuguaglianza tra
le scuole italiane, incompatibile di per sè con il concetto di scuola pubblica e
di massa, si impegna a rifiutare future erogazioni liberali in denaro derivanti
da reddito d’impresa.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
33
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]

Facciamoci spazio: apriamo aule autogestite in ogni scuola
Le scuole che siamo costretti a vivere vedono gli studenti come utenti passivi di un servizio.
L’impostazione frontale delle lezioni, l’autoritarismo dei presidi, il blocco delle attività
extrascolastiche seguite ai tagli del 2008, la burocrazia che spesso invade i pochi luoghi di
discussione rimasti aperti neutralizzano l’interesse e la partecipazione attiva degli studenti, sempre
più spettatori passivi di scuole chiuse al confronto e incapaci di recepire i loro bisogni. La scuola è
ad oggi incapace di costituirsi come luogo di socialità oltrechè formativo, di stimolare un
sentimento di appartenenza ad una comunità per i propri studenti.
In molti casi infatti le scuole sono vissute solo e soltanto nella loro ordinarietà e formalità, dalle
lezioni mattutine ai corsi pomeridiani nella migliore delle ipotesi, senza che gli studenti vivano
l'istituto come un spazio che sentano realmente proprio. Si esclude l'importanza della formazione
extrascolastica, pertanto nei nostri plessi sono assenti luoghi di aggregazione, spazi per ospitare le
attività integrative autogestite dagli studenti .
L'aula autogestita può essere a tal proposito una soluzione parziale ma importante per cambiare la
situazione; un'aula in cui gli studenti della scuola possano ritrovarsi dopo gli orari scolastici o
durante le ore di astensione dalle lezione (per esempio l'ora di religione) nella quale si svolgano le
attività autogestite dagli studenti previste o meno dal P.O.F., come una biblioteca degli studenti,
uno spazio studio o per dei gruppi di recupero formati dagli studenti, uno spazio di free wireless in
cui connettersi per ricerche, studio o approfondimento, un spazio in cui organizzare letture
collettive, laboratori di disegno, corsi musicali, e laboratori e spazi di discussione di qualsiasi tipo.
L’articolo 1 comma 2 del decreto del Presidente della repubblica 567 prevede che l’istituzione
scolastica aprendosi alla progettualità studentesca, alle associazioni studentesche e a quelle dei
genitori, ponga in essere tutto ciò che è nelle proprie facoltà per la realizzazione di attività
integrative e non, avendo come principio fondamentale quello di ripartire dalla partecipazione
attiva di tutte le componenti scolastiche.
Sulla base di questo il Consiglio di Istituto si impegna ad accogliere la proposta di aula autogestita
presentata attraverso il progetto portato dai rappresentati degli studenti in C.d.I. in modo da dare
agli studenti la possibilità agli studenti di avere uno spazio di aggregazione in cui organizzare le
proprie attività nei modi e nei tempi descritti dal relativo regolamento.
Modello di progetto da far approvare nei consigli di istituto per ottenere
un’auletta autogestita
PROGETTO: Aula autogestita
Premessa
Attualmente la scuola viene spesso vissuta dagli studenti come il luogo in cui
passivamente giorno dopo giorno si è chiamati ad essere spettatori del proprio
percorso educativo, senza la possibilità di prendere parte attiva al processo
cognitivo e di crescita. Di fatto la scuola che dovrebbe essere il luogo
principale in cui acquisire i saperi di cittadinanza non solo attraverso il
percorso educativo formale, ma anche attraverso un contesto generale che
promuove la partecipazione democratica, diventa troppo spesso il luogo da cui si
vuole fuggire, perché troppo lontano dalle proprie aspettative, troppo avulso
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
34
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
dal mondo dinamico che vive al di fuori delle mura scolastiche e perché troppo
spesso incapace di creare quei collegamenti necessari tra materie di studio e
attualità. E’ per questo motivo che è necessario oggi più che mai ricercare
nuove forme con cui potenziare e incentivare la cooperazione tra la diverse
componenti della comunità scolastica, valorizzando particolarmente le pratiche
per una buona qualità della relazione docente-studente. Una scuola nuova,
moderna capace di cooptare la miriade di necessità e nuove esigenze che lo
studente ha, valorizzando le inclinazioni personali e la progettualità autonoma
deve essere capace anche di accogliere le idee e le proposte degli studenti.
Il problema e il soggetto di riferimento;
“Gli istituti di istruzione secondaria di primo e secondo grado predispongono
almeno un locale attrezzato quale luogo di ritrovo per i giovani dopo la
frequenza delle lezioni.”
articolo 2 comma 1 d.p.r. 567/96
Quello che il seguente programma intente proporre, coerentemente con quanto
l'articolo
sopracitato
garantisce,
è
l'affidamento
permanentemente
agli
studentidi un'aula dell'istituto, per l’autogestione di varie attività
didattiche integrative informali e non formali. Si tratta di costruire uno
spazio materiale e immateriale in cui gli studenti possano esprimere la propria
creatività, mettere in campo il proprio sapere fare, spronare il proprio estro
lavorando insieme ad altri studenti, ricostruendo una dimensione collettiva e di
condivisione che è fondamentale anche per lo sviluppo di modelli di
partecipazione e per l’acquisizione dei saperi di cittadinanza anche al di fuori
di un contesto formale curriculare.
Dare spazio alla progettualità significa soprattutto credere nell’efficacia
delle cose proposte dagli studenti, valorizzando appunto anche l’aspetto
educativo autodidatta facendo mettere sapere, conoscenze e competenze acquisite
in contesti diversi da quello prettamente scolastico.
Indicatori di realizzazione (cosa si svolge, come, quando, dove)
Le attività da svolgersi nel locale detto aula autogestita sono di vario tipo e
ricalcano nel complesso la dimensione sociale e aggregativa caratterizzata
comunque da un processo educativo.
Si organizzano ad opera del collettivo studentesco integrato ai rappresentanti
di istituto e ai rappresentanti di consulta le seguenti attività, con tempistica
(giorni e ore pomeridiane) da definirsi in corso d’opera anche in base alle
esigenze dei partecipanti e alla concomitanza con altre attività integrative e
formative che si svolgono all’interno della scuola e che possono essere di
interesse comune:
 Sede permanente della redazione del giornalino d’istituto.
 Riunioni settimanali del collettivo studentesco dell’istituto, principale
strumento di democrazia e di partecipazione collettiva.
 Laboratorio
artistico
permanente,
per
ricostruire
la
dimensione
aggregativa attraverso un attività formativa generalmente non contemplata
nei piani del’offerta formativa, ma che permette invece di mettere in
campo estro e creatività, di sviluppare tutta un serie di abilità pratiche
comunque fondamentali per unire il sapere concettuale alla pratica.
 Rassegna cinematografica con dibattito, proiezione di una filmografia
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
35
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]





scelta tematica (mafie, disagio studentesco e giovanile, percorso storico,
… etc.) direttamente scelta dagli studenti che possa essere percorso
complementare rispetto alle materie studiate in orario curriculare per lo
sviluppo della coscienza critica, attraverso la richiesta di produrre un
sistema di pensieri complesso con cui valutare, esprime re parere e
commentare dei film.
Assemblee con dibattito, momenti di confronto su varie tematiche decise in
maniera contingente dal comitato studentesco e dal collettivo di istituto.
Aula studio e di “mutuo recupero”, spazio in cui dare la possibilità agli
studenti di fermarsi a studiare con la possibilità di confrontarsi con
altri studenti su appunti, possibilità di scambio di materiali didattici e
di “mutuo soccorso”, ogni studente può aiutare un altro in base alle
proprie possibilità e inclinazioni personali.
Punto internet, dare la possibilità di scaricare materiale di ricerca e di
studio a tutti gli studenti al di là delle single possibilità economiche
di partenza, creando un punto di accesso alle nuove tecnologie a tutti gli
studenti.
Spazio a disposizione degli studenti anche nelle ore diurne per: coloro i
quali si avvalgono dell’esonero dall’insegnamento dell’IRC, coloro i quali
vogliano attendere l’inizio posticipato delle lezioni (entrata alla
seconda ora) ed usufruire dello spazio per studiare, fare ricerche.
Biblioteca autogestita, raccolta di libri per attività di “book sharing” e
cineteca a disposizione di tutte le componenti della scuola;
Strategia, lavoro di rete e modello di intervento
Come già precedentemente accennato si predilige il lavoro di rete e di gruppo,
volto a promuovere la dimensione didattica della aggregazione e del lavoro
collettivo. E’ importante che siano gli studenti a cooperare attivamente tra
loro per la realizzazione di tutte le attività previste, creando modelli di
cooperazione dove ognuno riesce ad essere parte determinante sia del processo
decisionale, che della realizzazione pratica delle attività. Il modello di
intervento sarà dunque basato sulla progettazione partecipata di tutte le
attività e la stesura di un programma dettagliato dove eventualmente per
questioni specifiche saranno anche indicati esecutori diretti, particolare
responsabili o coordinatori di attività specifiche. Le reti di lavoro un’
attività specifica da svolgersi nell’aula autogestita dovranno essere realizzate
laddove necessario anche con gli insegnanti, in un modello di intervento che
partendo dalla progettazione e attuazione partecipata della attività dovrà
necessariamente basarsi su una relazione educativa tra pari.
Finalità e obiettivi generali
Le finalità e gli obiettivi generali del progetto riguardano:
 Lo sviluppo e la valorizzazione delle inclinazioni personali degli
studenti attraverso la messa in campo della progettualità autonoma;
 Sviluppare modelli di cooperazione didattica che possono essere riproposti
in orario curriculare;
 Stimolare lo sviluppo della coscienza critica da parte degli studenti in
attività in cui sono pienamente coinvolti da registi e attori;
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
36
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
 Sperimentazione di modelli di partecipazione e attività che possono
fungere da elemento ;cardine per un ambiente scolastico sano e ottimale
per la formazione e crescita delle persone a 360 gradi.
 Acquisire competenze e conoscenze riutilizzabili anche in abito didattico
e curriculare;
Forme di riflessione in corso d'opera, forme di riproducibilità e replicabilità
Le varie attività saranno rimodulate di volta in volta in corso d’opera
attraverso dei questionari somministrati ai partecipanti alle attività (con la
frequenza di uno al mese), con i quali sarà rilevato il riscontro reale rispetto
agli obiettivi previsti; sarà inoltre installato un box permanente i cui
raccogliere suggerimenti e critiche che potranno essere raccolte e utilizzate ai
fini del miglioramento delle attività. L’aula autogestita può diventare un
laboratorio permanente di attività studentesche, un vulcano di idee in
movimento, che di anno in anno trova le forme per rigenerarsi e trovare nuove
forme di espressione, in base alle rinnovate esigenze degli studenti.
Comunicazione e diffusione dei risultati
A fine anno si prevede in concomitanza alla giornata dell’arte e della
creatività studentesca (dpr 567/96) la diffusione attraverso mostre, banchetti
informativi e altro delle attività svolte dagli studenti nell’aula autogestita.
Oltre ad un lavoro divulgativo e informativo delle attività e delle iniziative
svolte, sarà somministrato un ulteriore questionario valutativo, volto a
identificare punti di forza e di debolezza, delle attività svolte, sia sulle
tematiche scelte sia sulle modalità di attuazione, e saranno inoltre fatte delle
domande specifiche sulle attività che possono essere proposte per l’anno
scolastico successivo.
Bilancio preventivo: Sedi, attrezzature e forniture necessarie
Una sede permanente, deve essere ad ogni modo la parte fondamentale del
progetto. Per l’individuazione di questa, sarà necessario uno studio attento da
parte del c.d.I. degli spazi e delle aule.
L’ “auletta autogestita” deve predisporre inoltre delle seguenti attrezzature:
 Postazione informatica: un PC con connessione WEB, accessibile soprattutto
dagli studenti;
 Una stampante a colori;
 Una o due scrivanie (o più banchi);
 Un armadio con cassetti ed una libreria;
 Una bacheca o espositore per affiggere avvisi, orari, programmi ecc
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
37
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]

Caro-libri? Lottiamo per il comodato d'uso dei libri di testo
Il libero accesso al sapere per tutt* è la chiave per l’emancipazione degli individui. In una società
come la nostra dove la conoscenza è un elemento indispensabile all’interno del sistema produttivo,
la possibilità di rimuovere gli ostacoli di natura economica e materiale dei soggetti in formazione
diventa lo strumento chiave per garantire pari possibilità di emancipazione degli individui all’interno
della nostra società, pari possibilità di combattere un sistema di assoggettamento alle logiche del
capitale capaci di determinare ad oggi un sistema diffuso di precarietà esistenziale. A questo
principio s’ispirano le battaglie per il diritto allo studio che da anni ormai combattiamo nelle nostre
scuole e regioni rivendicano fondi per il comodato d’uso dei libri, sconti reali per i trasporti e per
l’accesso a cinema e teatro, l’erogazione di borse di studio e di carte-studenti. Se in Italia tutti i
diritti (da quello al libero pensiero fino al diritto alla salute) sono diventati nell’ultimo ventennio un
lusso, il diritto allo studio lo è da sempre. Il comodato d’uso dei libri di testo è pertanto solo uno
dei tanti strumenti che rivendichiamo per poter garantire a tutt* il diritto a studiare e formarsi
lungo tutto l’arco della vita, ma non di certo il meno importante. Il caro-libri infatti, ogni inizio anno
scolastico, mette spalle al muro migliaia di famiglie: se le scuole stabilissero un fondo apposito per
comprare i libri e prestarli in comodato d’uso agli studenti sicuramente si aggirerebbe uno dei tanti
ingiustificati ostacoli di natura economica che lo stato promette di rimuovere e invece ignora.
Obiettivi:
 combattere il fenomeno del carolibri;
 relizzare il libero accesso ai saperi e il diritto allo studio;
 contrastare la dispersione scolastica;
 diminuire l’impatto ambientale nelle produzione annuale di libri cartacei;
Funzionamento:
Il comodato d’uso non è altro che una fornitura, parziale o totale, gratuita dei libri di testo che lo
studente riceve all’inizio dell’anno. Lo studente è tenuto dunque a restituire i testi a fine anno
scolastico - in tempo perchè possano essere riutilizzati l’anno successivo - in buono stato, senza
danni o sottolineature indelebili, in modo da essere utilizzati il più possibile. La scuola quindi, in
seguito all’indicazione dei libri di testo da parte dei consigli di classe, organizza gare d’appalto per
l’acquisto dei libri. La mancata restituzione dei testi o la restituzione in cattivo stato comporta una
penale sul singolo libro. L’applicazione del comodato da parte delle scuole, deve necessariamente
essere accompagnato da un “controllo” dei testi adottati nei consigli di classe in modo che non
siano sostituiti ogni anno da inutili nuove edizioni in cui cambia solo l’ordine delle pagine e degli
esercizi nel libro. Ogni scuola si dota di un fondo per il comodato d’uso per l’acquisto dei libri; il
fondo, in base al contesto, può essere autofinanziato dalla scuola attraverso reperimento risorse
specifiche recuperate attraverso, ad esempio, l’utilizzo del sotware libero, dai fondi regionali o
statali. In caso di insufficenza del fondo a coprire la totalità dei richiedenti assegna priorità sulla
base della sistuazione reddituale ISEE degli studenti. Il comodato d’uso è stato istituito nei singoli
istituti a partire dal 2007, sostenuto dalla circolare ministeriale del 12 dicembre, protocollo n. 2491
e n. 2471.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
38
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
Proposta di regolamento per il comodato d'uso da far approvare nelle scuole
Oggetto: Regolamento per la Fornitura di libri di testo in comodato gratuito





vista a legge 23 dicembre 1998, n. 448 ed in particolare l’articolo 27
relativo alla fornitura gratuita, totale o parziale, dei libri di testo a
favore degli alunni meno abbienti delle scuole dell’obbligo e secondarie
superiori
vista la legge finanziaria 2006 – art. 68, c. 6
facendo seguito alla circolare ministeriale del 05 dicembre 2007 prot.
2741, avente per oggetto azioni di sostegno al nuovo obbligo scolastico
con la previsione della fornitura di libri di testo in comodato gratuito a
studenti che frequentano la scuola secondaria superiore
considerata C. M. n° 16 del 10 febbraio 2009 - MIURAOODGOS prot. n. 1236
/R.U./U che ha per oggetto “Adozione dei libri di testo per l'anno
scolastico 2009/2010” e che prevede espressamente al punto 4 la
possibilità per le Istituzioni scolastiche, nell’ambito della propria
autonomia, di concedere, in relazione ai fondi resi disponibili, in
comodato d'uso gratuito i libri di testo agli studenti
(e se presenti norme regionali) Visto l'articolo X comma Y della Legge
Regionale sul Diritto allo Studio;
il Consiglio di Istituto del ...................................... approva il
seguente regolamento Regolamento per la Fornitura di libri di testo in comodato
gratuito
Art. 1
Il comodato d'uso (prestito gratuito) dei libri di testo ad uso annuale o
pluriennale adottati dall'Istituto è un servizio offerto a tutti gli studenti
che soddisfano i requisiti indicati dall'art. 2.
Art. 2
I beneficiari del comodato d'uso sono individuati sulla base della graduatoria
formulata tenendo conto dell'Indicatore della situazione economica equivalente
(ISEE) valido fino a coprire la disponibilità dell'Istituto.
Art. 3
Gli studenti e le famiglie interessate presentano la domanda per l'anno
successivo in segreteria entro e non oltre la fine dell'anno in corso, allegando
il modulo ISEE di cui all'art. 2.
Art. 4
La mancanza del modulo ISEE determina il posizionamento automatico al termine
della graduatoria.
Gli studenti posizionati al termine della graduatoria per mancata consegna del
modulo ISEE sono ricollocati tra loro su criteri di merito nel rendimento
scolastico.
Art. 5
La graduatoria dei beneficiari è pubblicata dalla scuola subito di seguito alla
pubblicazione dei testi adottati dai consigli di classe.
Art. 6
I libri sono distribuiti agli studenti a seconda dell'organizzazione predisposta
annualmente dalla Commissione Comodato (di cui segue spiegazione all'art. 11)
presso la biblioteca di istituto secondo il regolamento della suddetta
biblioteca approvato dal C.d.I. in data __/__/____.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
39
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
Art. 7
I libri ad uso annuale sono concessi in comodato d'uso per un anno scolastico.
I libri ad uso pluriennale sono concessi in comodato d'uso per l'intera durata
dell'utilizzo e/o dell'adozione.
Art. 8
In caso di promozione alla classe successiva, i libri ad uso annuale, devono
essere restituiti all'Istituto entro la conclusione dell'anno in corso in data
predisposta annualmente dalla Commissione Comodato (di cui segue spiegazione
all'art. 11).
In caso di non promozione alla classe successiva deliberata negli scrutini del
mese di giugno, i libri ad uso annuale e/o pluriennale devono essere restituiti
all'Istituto entro la conclusione dell'anno in corso in data predisposta
annualmente dalla Commissione Comodato (di cui segue spiegazione all'art. 11).
In caso di non promozione alla classe successiva deliberata successivamente
(studenti con il "giudizio sospeso"), i libri ad uso annuale e/o pluriennale
devono essere restituiti all'Istituto nella data immediatamente successiva alla
promozione.
In caso di trasferimento in corso d'anno dello studente ad altro istituto, i
libri devono essere restituiti contestualmente al rilascio del nulla osta.
In caso di ritiro dalle lezioni, i libri devono essere restituiti entro 5 giorni
dalla cessazione delle frequenza.
Art. 9
Gli studenti e le famiglie sono responsabili del buon uso dei libri.
Considerato che i libri possono essere concessi in uso negli anni scolastici
successivi, devono essere restituiti senza sottolineature indelebili, abrasioni
o danneggiamenti tali da compromettere, anche parzialmente, l'uso da parte di
altri studenti.
In caso di inutilizzabilità anche parziale dei libri, il beneficiario è tenuto a
risarcire l'istituto versando nel c/c bancario dell'istituto il valore di
copertina del libro con la causale "risarcimento per prestito libri" ai sensi
del C.C. art. 1803 e successivi ,addebiterà allo studente e alla sua famiglia (a
titolo di risarcimento) una quota pari all’intero prezzo sostenuto dall’Istituto
al momento dell’acquisto per il primo anno di vita del libri, al 50% per il
secondo anno, al 30% per il terzo anno, al 10% per i successivi.
Sarà predisposta una scheda per ogni allievo in cui verranno annotati i testi
dati in comodato, contraddistinti da un codice, le date di consegna e di
restituzione, con le relative firme degli studenti. unita alla dichiarazione di
assunzione di responsabilità relativa alla corretta conservazione dei testi
sottoscritta dai genitori.
Tutti i testi saranno inseriti in apposito Registro.
Art. 10
Viene istituito pertanto il Fondo di Istituto per ilComodato d'Uso dei Libri
Scolastici
Art. 11
Viene istituita annualmente la Commissione Comodato.
Il servizio di comodato sarà gestito dalla Commissione col supporto del
Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi o Assistente Amministrativo
(designato dal D.S.G.A.).
a) La Commissione Comodato dei libri di testo così costituita:
• Delegato del D.S. con compito di presidenza e coordinamento (designato dal
D.S.);
• un docente (designato dalla componente docente in C.I.);
• un rappresentante della componente genitori (designato dalla componente
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
40
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
genitori in C.I.);
• un rappresentante della componente studenti (designato dal C.I.);
b) Competenze della commissione:
• coordina le procedure per l’erogazione del comodato attraverso la compilazione
della graduatoria degli alunni aventi diritto;
• elabora il Piano attuativo da presentare al Consiglio di Istituto anche in
riferimento alle disponibilità finanziarie;
• elabora i dati per la valutazione finale;
• su segnalazione del Gruppo di Riferimento (di cui al comma c) valuta la non
corretta conservazione dei testi per l’applicazione della penale di cui all'art.
9.
c) In Segreteria sarà attivato un Gruppo di riferimento, coordinato dal DSGA con
la collaborazione del Docente membro della Commissione e del personale ATA, con
i seguenti compiti:
• distribuzione dei testi;
• compilazione degli elenchi;
• ritiro dei testi entro i termini previsti;
• verifica dello stato di conservazione dei testi e sottopone alla Commissione
quelli danneggiati per l’eventuale avvio della procedura risarcitoria.
Art. 12
Le risorse economiche derivanti da risarcimento per danneggiamento verranno
destinate al Fondo di Istituto per ilComodato d'Uso dei Libri Scolastici.
 Dove vanno a finire i nostri soldi? Come analizzare e rendere partecipato il
bilancio scolastico
Quante volte abbiamo provato a proporre dei progetti nei Consigli d’Istituto delle nostre scuole e il
Dirigente Scolastico, magari col sostegno dei professori, ci ha risposto con un “non ci sono i soldi”
e ci ha riempito di norme, articoli e leggi per farci desistere? Molto spesso non si trovano risposte
perché non si conosce il bilancio della scuola o magari, pur prendendone visione, non si è in gradi
analizzarlo.
Proviamo
a
capirne
qualcosa
di
più.
Con la legge n.59 del 15 marzo 1997, le scuole hanno assunto una propria autonomia didattica,
organizzativa e finanziaria. In particolare da quando è stato emanato il D.M. 1° febbraio 2001, n.
44, avente per oggetto un “Regolamento concernente le istruzioni generali sulla gestione
amministrativa-contabile delle istituzioni scolastiche” le scuole provvedono “all’autonoma
allocazione delle risorse finanziarie derivanti da entrate proprie o da altri finanziamenti dello Stato,
delle regioni, di enti locali o di altri enti, pubblici e privati, sempre che tali finanziamenti non siano
vincolati
a
specifiche
destinazioni.”
Ciò significa che ogni scuola può decidere in buona parte come meglio indirizzare le risorse
pervenute.
Con l’art.2 dello stesso D.M. è stato introdotto il programma annuale che ha sostituito il vecchio
bilancio scolastico. Mediante questo tutte le scuole indicano entrate, spese e programmazione
dell’attività didattica e organizzativa che si intende portare a termine nel corso dell’esercizio
finanziario (entro il 31 dicembre). Il programma annuale, o documento contabile annuale, è in
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
41
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
sostanza la traduzione in costi di tutti i progetti e attività che la scuola mette in campo nel corso
dell’anno.
Nient’altro
che
un
bilancio
di
previsione
dunque.
Perché è importante saper leggere il programma annuale? Per riuscire a capire dove vengono
destinate le entrate e provare ad incanalare parte di queste al finanziamento dei progetti
studenteschi e in più in generale al miglioramento dell’offerta formativa. Inoltre – cosa non meno
importante – saper leggere il programma annuale è utile per evitare che i soldi dell’eventuale
contribuzione volontaria vadano a finire nel funzionamento ordinario della scuola invece che essere
giustamente
destinati
al
miglioramento
dell’offerta
formativa.
Ma non possiamo fermarci qui: dobbiamo provare a determinare veramente le scelte del Consiglio
d’Istituto in merito alla destinazione degli investimenti. Ciò lo possiamo fare solamente se il
bilancio scolastico, o programma annuale, è trasparente e comprensibile a tutti. Attraverso
l’inserimento all’interno del POF del progetto sul bilancio partecipato potremmo far sentire la
nostra voce e indirizzare gli investimenti della nostra scuola sui progetti studenteschi.
Guida all'analisi del bilancio scolastico QUI
Modello Progetto "Bilancio partecipato"
Premessa
Molto spesso le scuole italiane decidono di investire gli esigui fondi del
Programma Annuale senza coinvolgere la componente studentesca. È opportuno
invece che gli studenti siano parte attiva nelle scelte che riguardano la
comunità scolastica.
Nello specifico lo "Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola
secondaria” dice nei commi 3,4 e 5 dell'art.2:
"3. Lo studente ha diritto di essere informato sulle decisioni e sulle norme che
regolano la vita della scuola.
4. Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita
della scuola. I dirigenti scolastici e i docenti, con le modalità previste dal
regolamento di istituto, attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle
scelte di loro competenza in tema di programmazione e definizione degli
obiettivi didattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione,
di scelta dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha inoltre diritto a
una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di
autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di
debolezza e a migliorare il proprio rendimento.
5. Nei casi in cui una decisione influisca in modo rilevante sull'organizzazione
della scuola gli studenti della scuola secondaria superiore, anche su loro
richiesta, possono essere chiamati ad esprimere la loro opinione mediante una
consultazione. Analogamente negli stessi casi e con le stesse modalità possono
essere consultati gli studenti della scuola media o i loro genitori."
E la direttiva del 16 ottobre 2006 concernente le “linee di indirizzo sulla
cittadinanza democratica e legalità” afferma nel comma 2 dell'art.1:
“1.2
-
Ogni
scuola
deve
assumere
l’impegno
e
la
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
responsabilità
42
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
dell’apprendimento di ciascuno studente e informare il suo operato alle regole
della trasparenza, della partecipazione e del rispetto dei singoli per
sviluppare o rafforzare in ognuno dei suoi attori - dal dirigente scolastico al
personale amministrativo, dai docenti agli alunni e alle loro famiglie – il
senso dell’appartenenza ad una comunità in rapida evoluzione che richiede a
tutti i cittadini e segnatamente ai giovani capacità di ascolto e di intervento,
nel rispetto della libertà di tutti, in una dimensione locale, nazionale ed
internazionale, come luogo di relazioni e conoscenza, di incontri culturali, di
pratiche sociali, di solidarietà."
In riferimento a tali normative la scuola dovrebbe favorire tutte le condizioni
affinché si pratichi la democrazia per adempiere pienamente al suo compito. Ciò
gioverebbe inoltre al clima di reciproca collaborazione fra le componenti attive
all'interno dell'istituzione e creerebbe un maggior senso di appartenenza al
contesto in cui si vive ogni giorno.
Il bilancio partecipato, ossia la possibilità per gli studenti di prendere parte
alle decisioni inerenti la gestione finanziaria della scuola, può essere un
utile strumento per adempiere alle indicazioni dello Statuto delle studentesse e
degli studenti e della direttiva promulgata dal MIUR.
Finalità
4.
5.
6.
7.
8.
favorire la partecipazione attiva alla vita della comunità scolastica
promuore la legalità all'interno della scuola
favorire la cittadinanza attiva
promuovere un dialogo costruttivo fra le componenti della scuola
favorire l'acquisizione di competenze tecniche da parte degli studenti per
l'analisi di documenti contabili
Partecipanti al progetto
tutti
gli
studenti
dell'Istituto
Superiore................................................
d'Istruzione
Tempi e modalità
Gli studenti avranno la possibilità di esprimere, con potere consultivo, le loro
necessità indirizzando le scelte del Consiglio d'Istituto nella programmazione e
alloccamento delle risorse presenti nel Programma Annuale.
Esso prevede le seguenti fasi:
 Informazione: il Dirigente Scolastico e il direttore s.g.a., una volta
redatta una bozza del Programma Annuale, la sottopongono a tutta la
comunità scolastica, attraverso la pubblicazione nell'albo della scuola o
nel sito web.
 Assemblee: il Comitato Studentesco, una volta visionato il programma
annuale, in collaborazione con il Dirigente Scolastico, organizza
un'assemblea d'istituto per presentare la bozza di bilancio. Gli studenti
in questa occasione dovranno presentare anche eventuali progetti volti ad
ampliare l'offerta formativa. L'assemblea fa parte del progetto e non è da
conteggiare nelle assemblee d'istituto mensili regolate dal Decreto del
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
43
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
Presidente della Repubblica n. 416 del 1974, Decreto legislativo n,.
297/1994, artt. 12, 13, 14 e dalla Circolare ministeriale 312/1979, par. I
.
 Somministrazione
del
referendum:
il
Dirigente
Scolastico,
in
collaborazione con il Comitato Studentesco, redige un questionario
referendario dove si pongono in votazione i possibili indirizzi dei
finanziamenti disponibili non vincolati che il Consiglio d'Istituto dovrà
destinare entro il 15 dicembre.
 Risultati: i Rappresentati d'Istituto, in collaborazione con il Dirigente
Scolastico, analizzano i dati del referendum e pubblicano i risultati
sull'albo scolastico e nel sito web della scuola entro il 15 dicembre.
Costi
Il progetto “Bilancio Partecipato” non presenta costi fuorché l'utilizzo della
carta per la stampa dei questionari referendari, della presentazione della bozza
del Programma Annuale e dei risultati del referendum.
Di seguito un esempio di questionario referendario da adattare a seconda delle
esigenze:
Bilancio partecipato a.s. ...../.....
Compilare in ogni parte il questionario.
A quale attività o progetto destineresti le risorse non vincolate?







Funzionamento amministrativo generale
Funzionamento didattico generale
Spese di personale
Spese di investimento
Progetto “Educazione alla sessualità”
Progetto “Aula autogestita”
Progetto “Ambiente sostenibile”
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
44
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]

Contributo scolastico altissimo? Non lo vogliamo pagare: come difendersi
dalle ritorsioni e dalle minacce.
Dirigenti scolastici e professori autoritari che impongono il pagamento del contributo scolastico?
Non una rarità ma la triste quotidianità delle scuole del nostro Paese. Il più delle volte gli studenti
vengono minacciati dicendo che non li sarà permesso iscriversi alla classe successiva, o molto
spesso che non li sarà consegnata la pagella. Delle volte invece viene spacciato come tassa di
iscrizione, cosa assolutamente illegittima per vari motivi. L'anno scorso abbiamo somministrato un
breve questionario per portare alla luce i casi di minacce e ritorsioni: secondo i dati circa il 90%
degli studenti non sapevano che il contributo è volontario e dove vengono destinati i fondi
derivanti dal pagamento dello stesso.
Le cifre richieste talvolta superano i 120/130€, non facendo altro che confermare tristemente il
grande ruolo che hanno le famiglie italiane nel sostentamento della scuola pubblica. Nonostante i
fondi derivanti dalla contribuzione volontaria debbano essere indirizzati unicamente
all’ampliamento dell’offerta formativa, e ciò attraverso un gestione trasparente dei fondi,
quotidianamente vengono destinati al funzionamento ordinario delle scuole.
Questo è il drammatico risultato di anni di tagli alla scuola e ad una sua privatizzazione de facto,
riscontrabile nei costi sempre più elevati di accesso e nell'incapacità di sostentarsi autonomamente
senza dover affidarsi a privati. Non possiamo accettare che l'emergenza possa divenire normalità,
siamo ben consapevoli di quanto dietro i tagli e la dequalificazione dell'istruzione pubblica vi siano
precise volontà politiche. Soprattutto oggi, con la crisi economica che impoverisce sempre più, non
possiamo permettere che studenti vengano minacciati o subiscano ritorsioni per non aver voluto o
potuto pagare il contributo "volontario". L'istruzione pubblica e il diritto alla studio vanno
rifinanziati e non si possono continuare a coprire anni di tagli con contributi imposti alle famiglie.
Lo diciamo chiaramente: vogliamo l'istruzione gratuita!
La campagna "No al contributo volontario" con tutte le info utili. Clicca QUI.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
45
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
CONTESTARE E CREARE: PRATICHE DI LOTTA PER TRASFORMARE
OGNI SCUOLA IN UNA SCUOLA RIBELLE
COORDINAMENTI DELLA E PER LA SCUOLA PUBBLICA
Perché?
Negli ultimi anni troppo spesso i Consigli d’Istituto si sono trasformati in luoghi di semplice
accettazione delle proposte provenienti dai Dirigenti Scolastici. Con la riforma del Governo si
chiuderanno ulteriori spazi di decisionalità da parte delle componenti deboli del Consiglio. Occorre
sempre più restituire un senso a questi luoghi, altresì però bisogna individuare delle strategie
comuni a docenti e genitori affinché si possano individuare degli obiettivi condivisi per i quali
lottare all’interno di tutti gli Organi Collegiali.
Cosa fare?
Una pratica nuova da mettere in campo nei prossimi anni è quella dei coordinamenti della e per la
scuola pubblica. L’obiettivo di questi coordinamenti è principalmente quello di decidere
collettivamente quali lotte intraprendere all’interno delle singole scuole, come agire all’interno dei
Collegi dei Docenti e dei Consigli d’Istituto, come organizzare attività mutualistiche utili alle diverse
componenti della scuola
Ampliare
La scuola non può essere slegata dal territorio. Se crediamo che i saperi debbano cambiare
quest’ultimo, il modello di lavoro e la socialità, allora uno dei principali obiettivi dovrebbe essere
quello di aprire i coordinamenti a tutta la cittadinanza. Su tanti temi sarebbe importante avere dei
contributi esterni qualificanti.
OCCUPAZIONI
Perché?
Troppo spesso le nostre scuole e i luoghi simbolo della formazione sono“occupati”da enti privati
che sfruttano i saperi per aumentare i propri profitti, da presidi autoritari che ignorano i diritti degli
studenti, occupati da metodi e contenuti didattici tradizionali che rendono sterili le lezioni, occupati
dall'ossessione della competitività che rende impossibile il confronto e l'inclusione, occupati da
barriere di ordine economico e sociali insormontabili ed escludenti. E' necessario “sgomberare” le
scuole, le aule studio con orari d'apertura decurtati, le biblioteche inutilizzate, da logiche che
vedono gli studenti come semplici utenti di servizi: gli studenti hanno sulle spalle la responsabilità
di riprendersi quei luoghi per restituire loro senso.
Cosa fare?
Le occupazioni studentesche (permanenti, pomeridiane o simboliche che siano) possono
rappresentare quindi pratiche veramente radicali per liberare le persone e la conoscenza da modelli
autoritari di gestione delle relazioni e degli spazi. I corsi alternativi, i workshop di formazione, le
lezioni cooperative, le assemblee di discussione così come quelle organizzative che si svolgono
durante i momenti d'occupazione sono infatti sperimentazioni dal basso di modelli alternativi di
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
46
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
società; esse trattano argomenti che vengono strumentalmente esclusi da quei luoghi e i metodi di
discussione di cui si dotano hanno l'ambizione di essere quanto più orizzontali e democratici
possibile.
Ampliare
Gli studenti che occupano simbolicamente un museo comprato da una banca, quella di una
biblioteca inutilizzata non possono non cercare il dialogo con i lavoratori di quegli spazi, col
quartiere in cui s'inseriscono; è necessario cioè che gli spazi in occupazione si lascino contaminare
dal contesto che li circonda, intercettando le istanze che provengono dagli altri soggetti che
abitualmente vi vivono e provando ad analizzare in maniera complessiva la situazione e lo spazio
d'agibilità che la protesta può avere.
Scarica il vademecum sulle occupazioni scolastiche QUI
Scarica il documento con le norme e le sentenze per difenderci in caso di minacce per occupazioni
scolastiche QUI
AUTOGESTIONI
Perché?
Nelle nostre scuole troppo spesso gli studenti vivono una condizione di passività e indifferenza
provocate da una scarsa possibilità di incidere nelle decisioni scolastiche. Inoltre nelle nostre classi
non solo con le lezioni frontali la partecipazione viene mortificata, ma nell'offerta formativa
mancano ore nelle quali noi studenti possiamo confrontarci sull'attualità, sulle crisi economiche e
ambientali, sui provvedimenti governativi che incidono sulla nostra vita, sui diritti e su tante altre
tematiche quotidianamente tralasciate. Dopo un'assemblea studentesca, si possono bloccare le
lezioni, cercando un dialogo con gli insegnanti e convocando l'autogestione della scuola,
comunicando la decisione al Dirigente Scolastico.
Cosa fare?
Nel corso dell'autogestione gli studenti organizzano dei gruppi di lavoro per discutere su tematiche
che non vengono mai trattate durante l'anno scolastico. Parliamo dei nostri problemi, della
difficoltà nell'accesso ai saperi dettata da un diritto allo studio inesistente, di guerre, razzismo, crisi
economica, ambiente, questioni di genere. Ogni gruppo di lavoro produrrà dei report che saranno
la dimostrazione di quanto le autogestioni non siano una perdita di tempo.
Ampliare
L'autogestione è lo strumento che ci permette di riappropriarci delle nostre scuole, di tornare
protagonisti e di decidere dal basso cosa e come studiare. La sfida che ci poniamo è di farlo tutti
insieme, compresi i docenti e la cittadinanza tutta. Le nostre giornate di autogestioni potranno dirsi
riuscite soltanto se saranno in grado di aprirsi all'esterno, perché la scuola è di tutti.
Scarica il vademecum per le autogestioni QUI
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
47
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
RIAPPROPRIAZIONE DI LABORATORI, PALESTRE, AULE INUTILIZZATE
Perché?
La questione degli spazi nelle nostre scuole è un problema storico ma che ci troviamo a vivere tutti
i giorni.
Spazi che dovrebbero venire utilizzati per attività laboratoriali che non sono a norma e, di
conseguenza, o sono resi inagibili, impedendo le attività necessarie per i programmi e le lezioni,
oppure sono agibili ma presentano numerosi rischi e problemi di sovraffollamento, oltre alla
mancanza dei materiali necessari per far sì che l'attività venga svolta al meglio.
Inoltre vi sono gli spazi a cui gli studenti hanno diritto, diritto che viene costantemente negato o
mascherato come concessione: aule autogestite in scuole e spazi aggregativi che dovrebbero
essere di chi vive la scuola tutti i giorni.
Dobbiamo rivendicare il nostro diritto a vivere, creare e costruire spazi di aggregazione che siano a
tutti gli effetti degli studenti, nonostante continuino a negarceli da anni: entriamo in questi spazi,
riappropriamoci delle aule che dovrebbero essere degli studenti nelle scuole e nelle università e
rendiamoli dei veri spazi autogestiti.
Cosa fare?
Su questo tema non ci si può limitare alla contestazione, proprio perché si tratta di spazi necessari
per gli studenti e devono cominciare a vivere realmente nelle scuole, nelle università e nelle città.
Possiamo mettere in atto un blocco simbolico dei laboratori chiusi o non a norma durante le ore di
lezione denunciando l'impossibilità a svolgere in una maniera decente le nostre attività
laboratoriali, oppure portare fuori dai laboratori la lezione per mostrare che a causa della
mancanza di fondi per l'acquisto dei materiali il laboratorio perde la sua funzione principale. La
riappropriazione può essere fatta assieme ai docenti e ai tecnici di laboratorio, poiché loro vivono il
disagio proprio come noi, poiché si trovano impossibilitati a svolgere parti di programma
fondamentali.
Riappropriandosi di un’aula autogestita dagli studenti il momento di creazione è essenziale per
renderle realmente uno spazio di aggregazione degli studenti. Si possono programmare attività di
diverso tipo: il mercatino del libro usato, i collettivi della scuola, il book sharing, il cineforum, la
sala musica, corsi di approfondimento e ripetizioni, raccolta di appunti, aperitivi sociali aperti a
tutti, ecc.
Ampliare
Il momento di ampliamento e di proposta è quello fondamentale, in quanto si può riuscire a far
vivere questi spazi in una maniera differente, con pratiche alternative e innovative.
Nelle aulette le iniziative possono essere aperte non solo agli studenti, ma anche ai docenti e al
resto del personale della scuola o dell'università o anche agli esterni e possono avere una durata
che va oltre l'orario di apertura della struttura.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
48
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
CONTESTAZIONE ALLA LEZIONE
Perché?
Le lezioni hanno un doppio problema: cosa si insegna e come lo si insegna. Serve organizzarsi
come studenti per riuscire a porre il problema al professore e imporre lezioni diverse.
Si può cambiare l'ordine dei banchi prima che entri il prof in classe, contestare la lezione frontale
interrompendola (anche ripetutamente), farsi trovare fuori dalla classe e davanti ad un laboratorio
nel caso si tratti di una materia in cui sarebbe necessario l'uso del laboratorio.
Cosa fare?
Dopo la contestazione dobbiamo promuovere momenti di discussione tra gli studenti (e con i
docenti se disponibili) per pensare forme alternative di lezioni. Con l'obiettivo dell'insegnamento
non frontale e apprendimento peer to peer dobbiamo ripensare i temi della lezione chiedendo un
cambio del programma (teorie eterodosse in economia, la storia della seconda metà '900 a storia,
ecc.) e un cambio nel metodo di insegnare.
Amliare
L'opera di contestazione della lezione e creazione di un diverso modo di fare la lezione non bastano
se resta una discussione patrimonio di pochi. Promuoviamo assemblee con tutti gli studenti e le
studentesse, facciamo lezioni all'aperto, in una piazza della città per sperimentare diversi modi di
vivere l'apprendimento. Promuoviamo lezioni dentro teatri e musei e luoghi centrali nella
trasmissione dei saperi perché anche il "dove si impara" è centrale per cambiare le nostre scuole e
università.
ASSEMBLEE/LABORATORI DIDATTICI
Perché?
La didattica di scuole e università soffre di 20 anni di riforme mancate, è dogmatica e frontale,
modellata sull'idea di un travaso nudo e crudo di nozioni da un lato all'altro della cattedra; essa
vede quindi gli studenti come spettatori passivi del processo d'apprendimento e scoraggia
l'acquisizione critica di cosa e come si studia. In questo contesto s'inserisce la riforma dall'alto e a
ritroso che ha comportato l'introduzione massiccia dei test INVALSI in ogni frammento dei percorsi
formativi. I test standard provano a modificare infatti il DNA dell'insegnamento e
dell'apprendimento in senso omologante e semplificato. Le uniche emozioni suscitate nelle aule
sono dunque la noia e l'ansia, anziché la curiosità o l'interesse, è necessario ripartire da queste
considerazioni per contestare gli strumenti di cui attualmente si serve la didattica italiana.
Cosa fare?
E' necessario che studenti e insegnanti rimettano in discussione insieme, tramite assemblee
partiteticamente rappresentative e commissioni specifiche materia per materia, le modalità
consolidate attraverso cui si insegna e s'apprende. La riflessione che c'è bisogno di costruire è
metadidattica, essa non soltanto prende ad oggetto i contenuti e i metodi d'insegnamento ma è
allo stesso tempo un momento formativo, una sperimentazione costruttiva di un'altra-didattica che
non si lasci imporre dall'esterno i criteri attraverso cui essa verrà definita “spendibile” e
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
49
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
“meritevole”. Le sfide sono numerose. Studi pedagogici più o meno recenti dimostrano che è molto
più efficace condividere gli obiettivi formativi piuttosto che sottoporre verifiche a sorpresa,
incoraggiare l'apprendimento attivo degli studenti piuttosto che addestrarli all'ascolto, è più
stimolante dare un'impostazione cooperativa delle lezioni rispetto ad una competitiva, lasciando,
all'interno di queste, ampio spazio al dibattito tra gli studenti e tra studenti e docenti.
Ampliare
Se si vuole trasformare i luoghi della formazione in laboratori dell'alternativa è necessario
recuperare la lezione della pedagogia critica degli anni '70 ricollegandola con le ricerche moderne e
con le sperimentazioni didattiche dal basso e a costo zero che in questi anni di mobilitazioni si sono
prodotte nelle scuole e nelle università. E' necessario cioè provare a ristabilire dei legami tra
queste esperienze didattiche positive, riaprendo spazi di discussione non soltanto nel mondo della
ricerca ma anche e soprattutto all'interno delle singole scuole e delle singole università.
MANIFESTAZIONI CULTURALI SERALI
Perché?
Quanti temi, quanti argomenti, quanti autori e soprattutto autrici non entrano mai nelle nostre
aule? Nelle scuole gli ultimi decenni di storia, di letteratura e di filosofia non vengono mai trattati,
argomenti come la sostenibilità ambientale e la crisi economica difficilmente trovano spazio. Inoltre
i luoghi della formazione sono spesso impermeabili a forme di sapere diverse dalla lezione frontale
o dalla conferenza, come il teatro, il cinema, l'arte.
Bisogna superare la parcellizione del sapere e far entrare nelle scuole tutti i saperi che
normalmente non entrano: l'economia non ortodossa, la storia sociale, le donne che hanno scritto
e che sono state dimenticate, i beni comuni, ecc...
Cosa fare?
Creare momenti aperti non solo agli studenti e alle studentesse è un modo per affrontare temi
nuovi e per far comprendere a tutta la cittadinanza il significato di una scuola e di un'università
pubbliche.
Conferenze su temi di attualità, incontri e seminari su temi esclusi dai luoghi della formazione,
proiezioni di film, spettacoli teatrali, concerti, mostre e performance sono strumenti per presentare
un altro sistema di istruzione.
Ampliare
Aprire alla cittadinanza è una prima forma di ampliamento, ma queste iniziative possono essere
svolte anche fuori delle mura di scuole e università. Si possono fare concerti all'aperto, spettacoli di
teatro nelle piazze e incontri in luoghi simbolici della città. Si possono sfruttare spazi di ogni
genere, sperimentare il teatro di strada, fare lezioni in piazza, ecc...
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
50
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
ASSEMBLEE IN PIAZZA
Perché?
Lo strumento delle Assemblee in piazza dà la possibilità di ampliare lo spazio della contestazione
allargandola ad altri soggetti sociali delle nostre città, ma anche e soprattutto alla cittadinanza.
Le assemblee potrebbero essere organizzate davanti ad edifici pubblici abbandonati o degradati o
in luoghi dall'alta densità criminale uscendo dalla modalità classica dell'assemblea all'interno di un
luogo fisico aprendola al coinvolgimento di cittadini e cittadine che difficilmente vengono
intercettati quando restiamo nelle aule scolastiche o universitarie.
Cosa fare?
La lotta per la liberazione dei saperi è centrale per costruire un nuovo modello di sviluppo a partire
dal territorio. Per questo ogni momento di lotta è buono per ampliare i temi di discussione
(ambiente, diritti dei migranti, antifascismo, disagio giovanile, lotta alla criminalità, etc.) per
riuscire ad analizzare insieme a lavoratori, associazioni, cittadini, ecc. quale dovrebbe essere il
ruolo di scuole e università per la risoluzione dei problemi del territorio.
Ampliare
L'obbiettivo delle Assemblee di piazza non deve essere solo quello dello spostamento fisico del
luogo di discussione, bensì il tentativo di uscire dai classici orizzonti studenteschi provando al
contrario a restituire alle piazze quella funzione aggregante e propulsiva che consenta alla
soggettività studentesca di fungere da collante delle varie rivendicazioni locali.
Può essere utile stilare un documento sottoscritto dalle varie realtà associative (ma anche Comitati
di quartiere e singoli cittadini) da consegnare alle amministrazioni locali (circoscrizioni, comuni,
province) con l'obbiettivo di aprire vertenze ed interlocuzioni.
OCCUPAZIONE DI SPAZI CULTURALI E/O ABBANDONATI
Perché?
La rivoluzione culturale che vogliamo compiere nelle scuole e nelle università trova naturale sponda
in tutti quei luoghi in cui la cultura stessa ha trovato un habitat fertile. In questo senso i luoghi
teatri, cinema, potrebbero rivivere mediante un'occupazione che provi ad evidenziare la
desolazione che si determina a seguito della dismissione di uno spazio in cui si è prodotta a vario
titolo cultura. L'azione conflittuale potrebbe essere condotta con l'aiuto di lavoratori dello
spettacolo.
Cosa fare?
Far rinascere uno spazio culturale abbandonato vuol dire in primis riaprirlo alla cittadinanza cui è
stato sottratto e, ovviamente, il modo migliore potrebbe essere l'organizzazione di un'assemblea in
cui chiamare a raccolta tutte le associazioni del quartiere o della città denunciando l'abbandono e
rimarcando il ruolo svolto da quello spazio negli anni precedenti.
Ampliare
Gestire lo spazio autonomamente, organizzarvi corsi di teatro, reading letterari, cineforum tematici,
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
51
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
presentazioni di libri, dibattiti porterà nuova linfa al luogo consentendo agli occupanti di
raggiungere l'obbiettivo del riutilizzo sociale.
PRESIDI E CORTEI
Perché?
Il corteo, così come il presidio, è una pratica fondamentale per dar visibilità e peso al nostro
dissenso. E' uno degli strumenti principali per esercitare pressione e la partecipazione, in
particolare per il corteo, risulta essere fondamentale sia dal punto di vista del peso che si dà alle
istanze che sono al centro della manifestazione, sia come impatto visivo e comunicativo.
E' possibile manifestare lungo le strade della città, organizzare cortei che percorrano corridoi,
facoltà, scuole per poi raggiungere i luoghi fisici relativi all'oggetto della contestazione o spazi in
cui svolgere momenti assembleari. E' possibile organizzare picchetti davanti l'ingresso delle scuole,
presidi di fronte la sede di svolgimento degli organi di governo, di Enti Locali, Assessorati.
L'assedio, sonoro o meno che sia, ha un forte impatto se usato per delegittimare il contenuto o il
protagonista di un dibattito, di una presentazione di un libro, e quant'altro e può essere usato per
riprendere parola in determinati momenti e per far emergere, così, le nostre posizioni.
Cosa fare?
La manifestazione si pone l'obiettivo di portare all'attenzione della cittadinanza e del soggetto
interlocutore le nostre rivendicazioni. La stessa va intesa come uno strumento e non come fine e,
di conseguenza, va intesa come perno per l'avvio di una vertenza, il lancio di una proposta, magari
costruita dal basso attraverso percorsi assembleari e pubblici.
Per la natura dell'atto, che sia un presidio, un corteo o un assedio è importante considerare la
potenzialità dello stesso a portare al centro del dibattito i temi protagonisti della manifestazione e,
quindi, è particolarmente importante curare l'aspetto comunicativo.
Allargare
Questo tipo di contestazione parte dalla legittimità delle nostre rivendicazioni e si pone l'obiettivo
di farla crescere. E' fondamentale, quindi, individuare forme e modalità che creino consenso. Come
comunichiamo all'esterno e anche all'interno, attraverso un'opera di volantinaggio, di confronto con
chi partecipa, con chi vogliamo che lo faccia e con il resto della cittadinanza è uno dei temi che
devono essere al centro della nostra attenzione.
Troviamo quindi forme creative per veicolare i nostri messaggi, che colpiscano chi ci osserva, che
riescano a sensibilizzare chi vogliamo si mobiliti insieme a noi e creiamo una rete di contatti che
abbia la capacità di espandersi giorno dopo giorno.
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
52
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
APPUNTI:
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
53
Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco
Via IV Novembre 98, 00187, Roma
Tel. 06/69770332 Fax 06/6783559
www.unionedeglistudenti.net - [email protected]
Manuale per la scuola ribelle
a cura dell'Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza
www.unionedeglistudenti.net [email protected] - Tel. 06/69770332
54