La collettività filippina in Italia
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La collettività filippina in Italia
La collettività filippina in Italia Negli anni ’70, le Filippine sono diventate il Paese “esportatore di manodopera” per eccellenza, una sorta di prototipo mondiale della nazione d’emigrazione. Per comprendere a pieno il portato di questo fenomeno, bisogna tener conto del mancato decollo dello sviluppo economico del Paese, dell’instabilità politica, delle calamità naturali e di un incremento demografico tra i più elevati del continente. È per questi motivi che nelle Filippine i vari governi si sono fatti promotori dell’immigrazione attraverso agenzie governative dipendenti dal Ministero del Lavoro. Il lavoratore migrante è cosi diventato nell’immaginario collettivo un nuovo “eroe nazionale”, bayani in tagalog, capace di sostenere tanto le necessità della propria famiglia, quanto l’economia nazionale. Sin dall’inizio degli anni ’70, l’immigrazione filippina in Italia è stata composta principalmente da donne impiegate come collaboratrici domestiche. Nell’aprire questa nuova rotta migratoria, un ruolo centrale l’hanno svolto i missionari cattolici di stanza nelle Filippine o i religiosi filippini in contatto con le parrocchie italiane. Grazie ai ricongiungimenti familiari, già dalla prima metà degli anni ’80 si registra una relativa crescita della presenza maschile, durante quella che viene definita come la seconda fase dell’immigrazione filippina in Italia. È in questo periodo che i flussi si fanno più intensi e si strutturano le catene familiari. Con la mediazione delle donne, anche gli uomini si inseriscono come domestici, giardinieri o autisti. E sempre in questi anni l’Italia comincia ad essere percepita e vissuta dai migranti filippini non più solo come un Paese di passaggio, ma come destinazione, se non definitiva, quanto meno duratura. Resta comunque ferma l’idea che in futuro si farà ritorno nelle Filippine, il che spiega anche il ridotto interesse a stringere relazioni al di fuori del gruppo dei connazionali. Il fine del lavoro all’estero rimane sostanzialmente l’invio di denaro per il sostentamento di chi è rimasto in patria, l’acquisto o la costruzione di una casa, l’eventuale avvio di un’attività autonoma che possa garantire il rientro. I soggiornanti filippini in Italia: dati e caratteristiche socio-demografiche In Italia, gli immigrati di cittadinanza filippina titolari di un permesso di soggiorno sono, secondo gli archivi del Ministero dell’Interno rivisti dall’Istat, 158.308 al 1° gennaio 2013, pari al 4,2% del totale dei cittadini stranieri non comunitari soggiornanti nel paese. Con questi numeri, i moldavi si collocano al quinto posto tra i soggiornanti non comunitari in Italia. Tra di essi le donne incidono per il 57,8%, in misura dunque più alta di quanto si rilevi in media tra tutti gli stranieri soggiornanti, tra i quali, invece, le donne pesano per il 49,3%. È sicuramente questo uno dei tratti distintivi della collettività filippina in Italia, dovuto alla sua storia migratoria in Italia, fortemente segnata dalla partecipazione femminile, seppure negli ultimi anni in via di ridefinizione, grazie all’arrivo progressivo di mariti e figli. Una seconda peculiarità della collettività filippina è l’età più avanzata dei suoi componenti, anch’essa da ricondurre alla lunga tradizione migratoria dei filippini nel nostro paese. Tra i filippini soggiornanti in Italia, infatti, è un po’ più bassa della media la quota percentuale di minorenni (21,6% a fronte del 24,1% tra tutti gli stranieri soggiornanti) e di giovani adulti nelle fasce d’età 1824 anni (7,2% a fronte del 9,7%), 25-29 anni (6,5% a fronte del 10,9%) e 30-34 anni (9,3% a fronte dell’11,9%); al contrario, sono più alte della media rilevata tra tutti i soggiornanti stranieri le quote relative alle fasce d’età comprese tra i 40 e i 60 anni e più: 40-44 anni (12,2% a fronte del 10,7%), 45-49 (11,4% a fronte dell’8,0%), 50-54 (8,9% a fronte del 5,9%), 55-59 (6,2% a fronte del 3,8%) e 60 anni e più (6,1% a fronte del 4,9%). Terza caratteristica distintiva della collettività filippina è la sua differente distribuzione sul territorio nazionale. Per i filippini, infatti, l’area di maggiore concentrazione non è il Nord del paese, bensì il Centro Italia, che da solo raccoglie il 38,8% dell’intera presenza nazionale (a fronte 1 di una quota del 23,1% di tutti i soggiornanti stranieri in Italia), seguito da Nord Ovest (38,3% a fronte del 36,9%), Nord Est (13,5% vs 28,2%), Sud (5,3% vs 8,7%) e Isole (4,1% vs 3,1%). A livello regionale il primato spetta in assoluto alla Lombardia, dove soggiorna circa un terzo della collettività filippina in Italia (53.329 persone, pari al 33,7%), quasi esclusivamente nella provincia di Milano (28,9%). Subito dopo si collocano il Lazio (44.875 soggiornanti, pari al 28,3% dei filippini in Italia), la Toscana (13.129, 8,3%), l’Emilia Romagna (13.044 e 8,2%) e il Veneto (6.980 e 4,4%). Tra le province quelle che registrano le quote maggiori dei filippini presenti nel paese sono Milano, con 45.805 soggiornanti, Roma (43,179, pari al 27,3%) e Firenze (7.114, 4,5%). Rispetto alle tendenze registrate in media tra gli immigrati soggiornanti in Italia, si può affermare che la collettività filippina ha sviluppato una forte dinamica di insediamento soprattutto in Lombardia (Milano) e nel Lazio (Roma). Se ci si sofferma sull’anzianità di soggiorno, emerge come quasi la metà dei soggiornanti filippini (49,3%) sia titolare di un permesso CE di lungo soggiorno, un titolo che non è soggetto a scadenza e che è indicativo di una permanenza di lungo corso in Italia (il permesso CE, infatti, viene rilasciato solo dopo almeno 5 anni di soggiorno regolare e continuativo). In media, questo titolo è posseduto dal 54,3% dei soggiornanti stranieri in Italia. I filippini, quindi, non si distanziano di molto dalla media e, però, si caratterizzano per una quota più alta di coniugati tra i lungo soggiornanti (50,1% a fronte di un valore del 46,3% tra tutti i soggiornanti), un dato che lascia pensare che a fare una scelta di stabilità in Italia siano soprattutto i nuclei familiari o, comunque, i filippini che hanno una famiglia da sostenere (in Italia o nelle Filippine). Tra gli ultimi arrivati, invece, vanno annoverati i filippini il cui permesso di soggiorno è stato rilasciato per la prima volta nel corso del 2012: 8.916 persone, ripartite tra 488 con permesso di durata fino a 6 mesi, 2.611 da 6 a 12 mesi e 5.817 con permesso di durata superiore ai 12 mesi. Tralasciando il primo gruppo, destinato a lasciare l’Italia nell’arco di poco tempo, tra i nuovi rilasci di durata dai 6 ai 12 mesi il 59,7% è stato concesso per motivi di famiglia e il 32,7% per lavoro. Invece, tra i nuovi permessi di durata superiore a 1 anno, la metà è da ricondurre ai motivi di lavoro (50,0%) e i motivi di famiglia hanno inciso per il 46,5%. Infine, i recentissimi aggiornamenti Istat sulle iscrizioni anagrafiche annuali di nuovi residenti stranieri provenienti dall’estero, mentre in generale hanno registrato nel 2012 una diminuzione annua del -9,3% (da 354mila a 321mila), per i filippini hanno rilevato un decremento più contenuto, pari al -4,4% (da 10.351 a 9.893). ITALIA. Soggiornanti filippini per genere, lungo-soggiornanti e permessi rilasciati nel 2012 (01.01.2013) % su di cui % su tot. di cui nuovi Paese Totale di cui M di cui F %F Tot. lungo-soggiornanti permessi permessi 2012 Filippine 158.308 66.838 91.470 57,8 4,2 77.895 49,2 8.916 Asia 923.949 517.195 406.754 44,0 24,5 470.980 51,0 Totale 3.764.236 1.907.543 1.856.693 49,3 100,0 2.045.662 54,3 263.968 FONTE: Centro Studi e Ricerche IDOS. Elaborazioni su dati Ministero dell'Interno/Istat I filippini nel mercato del lavoro: inserimento e aspetti economici L’inserimento dei cittadini immigrati nel mercato del lavoro italiano può essere analizzato attraverso diverse fonti statistiche, ciascuna caratterizzata da differenti livelli di osservazione e da parametri non sempre omogenei, ma tutte coerenti nel delineare le tendenze generali della partecipazione al lavoro degli stranieri. In questa breve scheda si fa riferimento ai dati più significativi della Rilevazione Campionaria sulle Forze Lavoro (RCFL) dell’Istat1 e del Sistema Informativo delle Comunicazioni 1 La Rilevazione Campionaria sulle Forze Lavoro Istat è un’indagine campionaria che, per sua stessa natura, non può raggiungere tutti i lavoratori; inoltre, il campione è costruito a partire dalle liste anagrafiche, per cui esclude chi non ha 2 Obbligatorie del Ministero del Lavoro2, secondo l’analisi riportata nei Rapporti annuali sulle principali comunità stranieri presenti in Italia, aggiornati al 2013 e pubblicati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sul Portale Integrazione (www.integrazionemigranti.gov.it). In Italia, la popolazione filippina con più di 15 anni, ossia in età da lavoro, ammonta alla fine del 2012 a 160.947 persone. Di queste, la quota degli occupati è dell’82,4%, ben più alta di quella rilevata tra tutti gli stranieri non comunitari (24,8 punti percentuali in più). Del resto, per questa collettività anche il tasso di disoccupazione risulta particolarmente basso (5,0%), sia rispetto agli stessi italiani (10,3%), sia rispetto a quello medio dei non comunitari (14,5%), nonostante la crisi economico-occupazionale. Sono invece piuttosto basse le quote di filippini in cerca di occupazione (4,3%) e inattivi (13,3%), ossia che non solo non hanno svolto nemmeno un’ora di lavoro nella settimana di riferimento dell’indagine Istat, ma neanche hanno cercato un lavoro nelle 4 settimane precedenti, né si sono detti disponibili a lavorare entro le 2 settimane successive. ITALIA. Filippini, asiatici e stranieri non comunitari di 15 anni e oltre per condizione professionale (2012) Popolazione 15 anni e oltre Filippine Asia Non comunitari Totale 160.947 645.415 2.718.329 di cui: Occupati 82,4 63,7 57,6 In cerca di lavoro 4,3 5,8 9,7 Inattivi 13,3 30,6 32,7 Tasso di disoccupazione 5,0 8,3 14,5 FONTE: Rapporto “La comunità Filippina in Italia – 2013” (www.integrazionemigranti.gov.it) La partecipazione delle donne al mercato occupazionale risulta, per questa collettività, abbastanza alta, rappresentando esse il 58% degli occupati filippini, a fronte di una media tra gli occupati stranieri complessivi del 40%. Inoltre, tra i soli lavoratori filippini è più rappresentata la fascia di età superiore ai 55 anni (13,5% a fronte del 7,6% tra tutti i lavoratori non comunitari). Il terziario è il settore quasi esclusivo di inserimento dei lavoratori filippini, essendovi essi inseriti per il 93% (in particolare per il 70% nei servizi pubblici, sociali e alle persone, e per l’11% nei servizi alle imprese). Segue l’industria, che impiega il 7% degli occupati filippini (quasi tutti nell’industria in senso stretto) e l’agricoltura (con appena lo 0,1%). In riferimento ai profili professionali, il 60% degli occupati filippini svolge professioni non qualificate nei servizi domestici e un altro 12% è composto da personale non qualificato nei servizi di pulizia. Del resto, anche gli occupati che ricoprono professioni qualificate (7%) lo fanno sempre nell’area dei servizi. ITALIA. Filippini, asiatici e stranieri non comunitari con almeno un rapporto di lavoro attivato/cessato per settore durante l’anno (2012) Rapporti attivati Rapporti cessati Settori Filippine Asia Non comunitari Filippine Asia Non comunitari Agricoltura 1,9 13,1 16,6 2,1 14,1 17,0 Industria 2,4 21,0 18,9 2,7 22,2 20,1 di cui costruzioni 0,4 1,7 8,4 0,4 1,8 9,3 di cui industria in senso stretto 2,0 19,3 10,4 2,2 20,3 10,9 Servizi 95,7 65,9 64,6 95,2 63,7 62,9 Totale (%) 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 FONTE: Rapporto “La comunità Filippina in Italia – 2013” (www.integrazionemigranti.gov.it) ancora la residenza in Italia. Il metodo utilizzato, infine, considera occupate le persone con almeno 15 anni che nella settimana precedente a quella in cui avviene l’intervista hanno svolto almeno un’ora di lavoro. La sua natura campionaria e il riferimento ai soli stranieri residenti, quindi, ne fanno una fonte da usare con cautela man mano che si scende nel particolare, sia per territorio (regioni e province) che per cittadinanza del lavoratore. 2 Le Comunicazioni Obbligatorie fanno riferimento a dati di flusso, considerano come stranieri i lavoratori nati in paesi esteri non comunitari (al di là della loro cittadinanza) e rilevano tutti i rapporti di lavoro attivati e cessati nel corso di un anno, mentre escludono tipologie di lavoro quale quello indipendente, i tirocini, i lavori socialmente utili. 3 I dati di flusso relativi ai rapporti di lavoro avviati e cessati nel corso del 2012 registrano, per la collettività filippina, un numero di avviamenti superiore, seppure di poco, alle cessazioni: 47.840 rapporti di lavoro avviati (per il 95,7% nei servizi) a fronte di 41.175 cessati. L’inserimento lavorativo dei filippini continua, quindi, a registrare un andamento positivo anche nella crisi. Sono invece piuttosto pochi i titolari d’impresa nati nelle Filippine, che in Italia nel 2012, secondo Unioncamere, ammontano ad appena 834, parimenti ripartiti tra uomini e donne. Per ciò che attiene le rimesse, nel 2012 sono stati inviati dall’Italia verso le Filippine 366 milioni e 807mila euro, una cifra significativamente inferiore a quella inviata nel 2011, quando il flusso era stato di 601 milioni e 584mila euro. Il forte decremento (-39%) va certamente collegato alla crisi economica e occupazionale, che rende più critiche le condizioni di vita in Italia e che, in generale, ha determinato un calo delle rimesse complessive del -7,6% nel 2012, ma andrebbe anche compreso attraverso ulteriori studi, anche qualitativi, sulla collettività filippina e sui cambiamenti che la stanno attraversando. Il denaro inviato dall’Italia nelle Filippine è stato spedito per il 36,7% dalla Lombardia (in particolare dalla provincia di Milano: 33,9%) e per il 32,3% dal Lazio (Roma: 31,9%), due regioni che insieme hanno aggregato il 69% delle rimesse filippine complessivamente inviate dall’Italia. Le nuove generazioni e l’inserimento scolastico Gli archivi del Ministero dell’Istruzione registrano una presenza di 22.973 alunni di cittadinanza filippina iscritti nelle scuole italiane nell’anno scolastico 2012/2013. Di questi, il 35,1% frequenta la scuola primaria (8.056), il 23,7% la scuola secondaria di secondo grado (5.454), il 23,4% la secondaria di I grado (5.377), mentre è del 17,8% la quota registrata nella scuola dell’infanzia (4.086). Il confronto con i dati rilevati in media tra tutti gli alunni stranieri, evidenzia come i filippini siano un po’ meno rappresentati nella scuola dell’infanzia, probabilmente perché più avanti nell’età, e invece lo siano leggermente di più nelle secondarie di primo e di secondo grado. ITALIA. Studenti di cittadinanza filippina, asiatica e straniera per grado scolastico e genere (a.s. 2012/2013) di % su di % su di % su Grado Filippine Asia Stranieri cui F Tot. cui F Tot. cui F Tot. Infanzia 4.086 45,9 17,8 78.697 47,8 20,1 164.589 47,5 20,9 Primaria 8.056 48,0 35,1 133.122 48,3 34,0 276.129 48,1 35,1 Secondaria I grado 5.377 45,9 23,4 85.097 47,5 21,7 170.792 46,4 21,7 Secondaria II grado 5.454 52,6 23,7 95.053 51,8 24,3 175.120 49,8 22,3 Totale 22.973 48,2 100,0 391.969 48,9 100,0 786.630 48,0 100,0 FONTE: Centro Studi e Ricerche IDOS. Elaborazioni su dati Miur Quanto alle scelte degli studenti di cittadinanza filippina iscritti alle scuole superiori, si rileva tra di essi un più basso orientamento ai licei e, al contrario, una più forte tendenza a iscriversi in altre tipologie di istituto superiore: il 41,7% frequenta un istituto professionale, il 37,8% un istituto tecnico, mentre è del 15,9% la quota degli iscritti ai licei (a fronte di un valore tra tutti gli stranieri del 19,8%) e del 4,5% quella relativa all’istruzione artistica (in media, 3,1%). I figli dei filippini, quindi, non sfuggono dalla dinamica da tempo rilevata in Italia, che vede i figli degli immigrati concentrarsi soprattutto negli istituti più esplicitamente rivolti all’inserimento lavorativo, riproducendo così, anche tra le nuove generazioni, quella medesima linea di separazione che, nel mondo degli adulti, divide i cittadinanza nazionali dagli immigrati. Centro Studi e Ricerche IDOS/Immigrazione Dossier Statistico Via Arrigo Davila 16 – 00179 Roma - [email protected] – tel.06.66514345 (int. 1 o 2) 4