C`era una volta una coccinella Che trasportava una barella. Sulla
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C`era una volta una coccinella Che trasportava una barella. Sulla
Le poesie non sono tristi e noiose come pensano alcuni, infatti, sono tanti i giochi che si possono fare con le parole e con le rime. Per esempio, le filastrocche, i nonsense e i limerick, sono brevi poesie dal contenuto divertente o assurdo, scritte per divertirsi e far sorridere. La filastrocca è un componimento semplice, di origine popolare, diffusa in tutti i paesi del mondo. Ha origini antichissime, si pensa addirittura che derivi da formule magiche usate per gli incantesimi. Con la parola inglese nonsense (= senza senso), si intendono dei giochi di parole di significato logico. Nel nonsense possono accadere le cose più assurde. Il limerick, è un tipo particolare di nonsense fatto da una strofa di cinque versi. Ecco alcune delle nostre creazioni. BUONA LETTURA Quel simpatico delfino Dopo il tuffo fa un inchino, con tre salti già scompare: è l’acrobata del mare ! Gaia C’era una volta una coccinella Che trasportava una barella. Sulla barella c’era un elefante Che leggeva Dante. Elisa Un topo in motorino Vuole andare a Torino Ma … finisce in un tombino. Gaia C’era una volta una balena Che si grattava la schiena E giocava tutto il giorno sull’altalena. Elisa C’era una volta Pietro si volta Casca la zuppa Piero s’inzuppa. Gaia C’era una volta un asinello Che faceva il carosello L’asinello era buffo Il suo amico era un puffo. Elisa La notte è tutta blu e la luna sta lassù, nella casa sulla collina si è accesa una lucina. Gaia C’era una volta un girino Che si credeva un cavallino Il girino era bello Ma anche pazzerello. Elisa C’era una volta uno , Che era a digiuno. C’era una volta due , Che giocava con un bue . C’era una volta tre, Che beveva il tè con il re . C’era una volta quattro , Che ballava con il gatto. C’era una volta cinque, Che sapeva tante lingue . C’era una volta sei , Che si faceva i fatti miei. C’era una volta sette , Che si metteva le ghette . C’era una volta otto, Che giocava al Superenalotto. C’era una volta nove , Che faceva le prove . C’era una volta dieci , che mangiava i ceci. Gaia Il Natale è arrivato , Gesù Bambino è nato, e Babbo Natale ci ha portato un bel regalo inaspettato. Elisa Ecco il tempo che cambia stagione Si gira il foglio si vede il burrone Nel burrone si cade giù Ecco l’uccello che fa cucù Si gira il foglio si vedono delle bambine Che giocano a palla in cortile Si gira il foglio si vede il papa Che benedice la strada Si gira il foglio si vede il cane Che mangia un pezzo di pane Si gira il foglio si vede un anziano Che grida con un bastone in mano Si gira il foglio si vede Anna Che mangia tanta panna Si gira il foglio si vede Gesù Bambino Che ti guarda con un sorrisino Si gira il foglio si vede il pagliaccio Che legge un libraccio Elisa C’era una volta un pupazzo di neve Che giocava con la neve La neve era sciolta E il pupazzo si volta Gaia Nonsense: Luca: C’era un elefante grosso e forte che si mangiò tutto il panforte la formica lo sgridò e sull’ albero volò Massimiliano: Il nonno ha cucinato il risotto che è saltato sul cappotto il cappotto è salato e il risotto è rovinato. filastrocche: Massimiliano: C’ era una volta uno che abitava a Belluno c’era una volta due che giocava con il bue c’era una tre che beveva il caffè c’era una volta quattro che amava un gatto c’era una volta cinque che era pingue c’era una volta sei che aveva tanti nei c’era sette che lanciava le salviette c’era una volta otto che andava al trotto c’era una volta nove che faceva tante prove c’era una volta dieci che mangiava solo ceci Massimiliano: Piove, piove sopra le viole dentro le aiuole. Il giardino è bagnato E il bimbo si è addormentato La nonna si sta riposando E io sto giocando. Massimiliano: La neve ricopre il paesaggio come una coperta copre un bimbo scende giù lenta lenta come una lumaca arriva il vento freddo che la congela la primavera arriva il sole si avvicina la neve se ne va e Massimiliano la saluterà C’era una volta uno Che si chiamava Bruno E abitava a Belluno C’era una volta due Che aveva un bue Abitava su un ponte Insieme ad un conte C’era una volta tre Che beveva il tè Erano inglesi Ed erano amici dei francesi C’era una volta quattro Che fece un patto Ma due tradirono E morirono C’era una volta cinque Che sapeva qualunque Così un giorno si buttò dal burrone E fece un figurone C’era un volta sei Che pregava gli dei Ma un giorno venne fucilato E ammazzato C’era una volta sette Che mangia pane a fette C’era una volta otto Che mangiava il prosciutto cotto Insieme al risotto C’era una volta nove Che andava sulla nave C’era una volta dieci Che coltivava ceci Su un foglio Vicino a uno scoglio Nisheda C’erano degli elefanti che bevevano il latte Dentro le acque scarlatte Con le proboscidi schiacciate E le zampe maculate Luca Oggi ho comprato un computer Anche se non ho il router Ha windows otto E si mangia il risotto Ma il risotto e già mangiato E il computer va buttato. Andrea Ninna nanna, ninna nanna Bel monello della mamma Se non dormi chiamo papone Che ti da uno schiaffone Su quel bel faccione Nisheda C’era una tempesta Che faceva una festa Dentro una palestra E uscì dalla finestra Luca Ecco il ciclone che arriva Era da tempo che non veniva Arriva con aria di distruzione E le cose distrugge a perfezione Andrea Un minestrone Parlava al suo pancione - potresti dimagrire un po’ tu Perche a me non piaci più Ma il pancione non voleva Perché innamorato era di Eva Una bella scolapasta con i capelli rasta ma così non si lavava e piano piano invecchiava al pancione non piaceva più e si mise a bere un caffè energetico per un programma dietetico. Franco Maria C’era una volta un papa fasullo Affiancato da un grande bullo Si divertiva a uccidere gente Senza avere un gran movente Quell’infame papa fasullo. Franco Maria C’era una volta una parrucca bianca Seduta su una panca Guardava l’orizzonte Sognando un gran bisonte Franco Maria C’era una volta una tazza Leggermente pazza Beveva fiaschi di acquavite Pur essendo una persona mite Franco Maria C’era una volta una candela Con un vestitino di tela Stava attenta a non farlo bruciare Anche se la pizza voleva mangiare Franco Maria Un bravo calzolaio vendette la sua scarpa A un musicista che suonava l’arpa Ma lui distrattamente La ruppe gravemente Tornò dal calzolaio per farsela aggiustare Ma lui gli diede solo un pollo da mangiare Franco Maria C’era una volta uno Di nome bruno Voleva andare a Belluno Insieme al suo amico trentuno C’era una volta due Che cavalcava un bue Erano allevatori Ma anche agricoltori C’erano una volta tre Tutti e quanti re Erano molto avari e veneravano i Lari c’erano una volta quattro che avevano fatto un patto rubare le ricchezze dei tre per diventare loro re c’erano una cinque con grosse lingue le usavano per mangiare ma anche per parlare c’erano sei che vivevano sui Pirenei amavano le montagne ma anche le lasagne c’erano una volta sette con magliette strette erano di una taglia in meno perché il salvadanaio non era pieno c’erano una volta otto grassi come un maialotto perche mangiavano un paninozzo e prosciugavano il pozzo c’erano una volta nove che indagavano senza prove dovevano incriminare un pazzo criminale c’erano una volta dieci tutti a far le veci nella notte di Natale ma anche in quella pasquale. FRANCO MARIA Piove e dentro me c’è molta malinconia Che la gioia porta via Affacciato alla finestra Sto guardando la tempesta Scende scende pian pianino Quella pioggia nel giardino Sconsolato nei miei pensieri Me ne sto a rimpianger ieri Ieri il sole splendeva E la pioggia non scendeva. MATTEO C’era una volta un melo A cui era cresciuto un pelo Un cagnone un po’ fifone Al suo pelo attaccò un aquilone Un aquilone che cantava E un cavallo che gracchiava E al suo lungo gracidio Si unì un uomo che faceva pio MATTEO C’era un barone di Laveno Che era allergico al fieno Ma il suo amico contadino Glielo portava nel giardino Oh povero barone di Laveno MATTEO C’era una volta uno Che abitava a Leggiuno Ma un giorno per vacanza Andò fino a Pallanza C’era una volta due Che cavalcava un bue E poi quando lui giocava I sui amici incornava C’erano una volta tre e quattro Che compravano le penne Tratto Poi nel mare mentre nuotavano Tre e quattro affogavano C’era una volta cinque Sul divano pingue E cantando allegramente Si rompe un dente C’erano una volta sei e sette Che indossavano le ghette Ma scambiandosele spesso Litigavano per il lesso C’era una volta otto Che mangiava il risotto Ma per averlo troppo cotto Il palato aveva rotto C’erano una volta nove e dieci Che portavano le veci E mangiando i ceci Soffocarono insieme ai greci MATTEO I numeri C’ era una volta uno Che non sapeva dove fosse Belluno C’era una volta due Che uccideva il bue C’era una volta tre Che odiava i Bebè C’era una volta quattro Che aveva un cervello da matto C’era una volta cinque Che parlava tutte le lingue C’era una volta sei Che viveva sui Pirenei C’era una volta sette Che comprava le scarpette C’era una volta otto che aveva inventato il suo motto C’era una volta nove Che minacciava il professore C’era una volta dieci Che odiava i suoi piedi Daniela Le preferenze! Anita odia la granita Tommaso detesta il suo naso I GRASSI Mangiano anche i sassi Lo vedi? Vedi quella pollastrella? Si chiama Raffaella! Vedi questa coperta? È proprio una scoperta! Vedi quei tassi? Son lì a pochi passi. La verifica insufficiente! Sei muto! E non ti hanno creduto Sei vispo! E io ti ho visto Sei eccellente! Ma la tua verifica è insufficiente Daniela La pioggia Piove a catinelle Mentre mangio caramelle Vedo un saggio Che mangia il formaggio Hayat Il fenomeno atmosferico Un lampo come una lampadina Si accende e si spegne come una lucina Il lampo spaventò Chiunque di lì passò Hayat Ecco il tempo che cambia stagione si gira il foglio e si vede il burrone ecco la mamma che cambia colore si gira il foglio e si sente un buon odore Per Natale ho chiesto un leone Si gira il foglio e si vede un procione Hayat è accanto al burrone Si gira il foglio e si che a fatto un ruzzolone Per il compleanno ho chiesto un librone Si gira il foglio e si vede un trombone Daniela NONSENSE C’era una volta un uomo che abitava nel capoluogo e aveva un San Bernardo che si chiamava Fernando e i due si amavano tanto C’era una volta un topolino che rubava il formaggino il signore era arrabbiato e il topolino fu strapazzato e il signore non era più arrabbiato C’era una volta un ladro che mangiava tanto lardo un giorno andò al supermercato per rubare altro lardo e però fu arrestato Ieri ho visto un'onda era proprio tutta tonda aveva un campo minato e il tronco tutto graffiato C'era una volta un cane pastore che abbaiava a tutte l’ore arrivò un allevatore che lo portò via col trattore C'era una foca che cadde in una buca mentre beveva la sambuca C'era un mostro che mangiava un rospo intorno tanta vegetazione e loro pronti all'azione Un tunnel infinito che io tocco con il dito il dito non c'è lo più e cado giù il dito mi è sparito è finito incenerito Un giorno nel letto ho trovato un diavoletto che mi ha letto una storia sul letto. NONSENSE Un dragotto matto Lancia un sasso nello spazio Il sasso colpisce un razzo Che cadendo fa il pazzo Un topo americano Lo vede con la mano Lo saluta con il piede E con l’ altro bEvE. Matteo NONSENSE Un cane di Torino Guidava il motorino sulla strada per Pechino. Justin Un cane di Torino Gioca in un tombino A nascondino Come un bambino. Matteo C’era una volta uno Che non si riteneva nessuno E tutti lo prendevano in giro Perché dormiva come un ghiro. Justin FILASTROCCA C’ era una volta sette Che facevano le piroette Mentre mangiavano le polpette. Matteo. POESIA Piove piove Il giorno nove Senza ragione Sotto il capannone . Justin Se fossi un condor Volerei in Congo Se fossi un delfino Nuoterei fino al mattino. Matteo POESIA Guarda guarda Un lampione Con sopra un lampone Che indossa un maglione color arancione. Justin Nonsense. Questa ochetta qua, gira qua e gira là, e in mezzo alla gente, cammina lentamente. Ludovica Tanta neve c’è in montagna Poca nebbia c’è in campagna Un bel sole invece al mare Dove tanto vorrei andare. Ludovica La luna brilla in cielo E spunta fuori Calimero, con le piume rosse e blu, fa capolino su e giù. Ludovica Un cucù Un po’ fru fru Va su e giù Come una gru. Emma Un leone un po’ grassone, si è mangiato un bisteccone, con la pancia piena ora va sull’altalena. Emma Filastrocca sui numeri. C’era una volta uno, che si chiamava bruno, e quando si stancava, via se ne andava. C’era una volta due, che si muoveva come un bue, uffa, uffa, sbuffava continuamente, proprio come un serpente, un po’ deficiente. C’era una volta tre, che si comportava come un re, andava a tagliare i boschi, che erano tanto foschi. C’era una volta quattro, che assomigliava ad un ratto, scappava come un fulmine, se vedeva un gatto. C’era una volta cinque, che aveva tante lingue, e di secondo nome si chiamava Nicola, ma non andava mai a scuola. C’ era una volta sei, che odiava contare nei, una volta si arrabbiò e tutti se li cancellò. C’era una volta sette, che mangiava con tante forchette, e quando non aveva tanta fame si mangiava un pezzo di pane. C’era una volta otto, che era un giavellotto, qualcuno lo scagliava, e lontano se ne andava. C’era una volta nove, che andava altrove, mentre faceva un provino, beveva tanto vino. C’era una volta dieci, che fece delle feci, e sul pitale si leggeva il giornale. Emma e Ludovica Nonsense C’era una volta un uccellino, insieme ad un topolino, comprarono il rosmarino che lo pagarono un po’ tantino ma ci fecero un buon brodino. AURORA Un tic tac, di nome toc, al limone non si sentiva molto bene, -avvicinati - disse il dottore che non mi piace il tuo colore. Alla fine gli è passato, e il suo colore è migliorato. MATILDA Oggi mi han regalato dei peluche orsacchiottini che sono un po’ furbini perché sono entrati nei mulini e hanno rubato i biscottini. AURORA Un truciolo di segatura, incontrò una tartaruga chiara e scura. Camminarono lentamente, e fecero amicizia allegramente. MATILDA Oggi Arturo l’elefante, nel bel mezzo delle piante ha incontrato lo zio Dante. AURORA Un ramarro che cura i bambini si rifiuta di cambiare i pannolini non piangere che mi fai tenerezza se te lo cambio, chiudi gli occhi con delicatezza bravo che hai mantenuto il patto, così tu dormi bello e soddisfatto. MATILDA Per concludere, anche in nostro prof. ha provato a scrivere una poesia che, ovviamente, ha dedicato a noi. Poesia del prof. tanto fortunato Oh, come sono fortunato! Che bella classe mi hanno assegnato. Ho alunni studiosi e diligenti, Corretti e intelligenti, Puntuali e sempre attenti. Sono studiosi e volenterosi, Amano storia e Geografia Adorano latino e astronomia. Ma ... cosa succede? Oops! Mi ero addormentato E questi alunni li ho solo sognati, Quelli veri sono ignoranti e svogliati. Ogni giorno mi fanno disperare Ed io li vorrei tanto fustigare! Alessandro