Dante, un eretico in Paradiso

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Dante, un eretico in Paradiso
CULTURA
Libertà. Amore. Poesia. Passione. Fede. Ma anche
una feroce critica alla Chiesa. Cacciari racconta ai
lettori de “L’espresso” il poeta della “Commedia”
DI ANGIOLA CODACCI-PISANELLI
n poeta convinto che il lin- mente squassata dai contrasti tra un goguaggio poetico sia quello verno pronto ad allinearsi alle richieste
che meglio raffigura Dio, della Cei e un Vaticano che non sa bene
più ancora della teologia. a quale politico votarsi - e finisce per preUn politico appassionato, ferire un pluridivorziato bestemmiatore
colpito nell’intimo da un esilio che lo ai pericolosi “cattolici adulti” di prodiastrappa dalla città dei suoi natali e delle na memoria.
sue passioni. Un uomo di fede profonda E anche se il filosofo-politico si schermieppure profondamente critico nei con- sce - «Non si può sempre cercare una letfronti della Chiesa. È una lettura molto sentita e personale
quella che Massimo Cacciari dà
di Dante nella sua conversazione per “Il Caffè letterario” dell’Editoriale L’Espresso, da guardare in Dvd o ascoltare in mp3.
La lettura di un filosofo che è anche un politico: e che nel padre
della poesia italiana vede un
maestro di pensiero ma pure di
azione politica. E di libertà: termine che, insieme ad “Amore”,
è secondo Cacciari una delle due
parole-chiave della “Divina
Commedia”.
La grandezza di Dante è tale che
ogni lettura “d’autore” riesce a
tirarne fuori non solo nuove sfumature, ma un personaggio fondamentalmente diverso. Il Dante di Cacciari, con la sua insistenza sul «timbro prassistico»
della passione politica dantesca,
e sulle sue decise prese di posizione contro la Chiesa, è sorMassimo Cacciari.
prendente. E interessante per i
Sopra: Domenico di
lettori di qui, di ora: lettori che
vivono in un’Italia continua- Michelino, “Dante con la
U
Divina Commedia”
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tura attuale della “Divina
Commedia”» - dalla conversazione nel “Caffè letterario” di
Cacciari risulta ben chiaro un
dato che spesso si tende a dimenticare o sottovalutare: che
Dante, il più grande poeta della cristianità, non ha avuto vita affatto facile con la Chiesa
del suo tempo. Siamo talmente
abituati a considerarlo un poeta “cristiano” - che ha realizzato la sua opera fondamentale
seguendo con cura e profonda
conoscenza la dottrina della
Chiesa, che ci ha incastonato
una delle più belle preghiere
mai dedicate alla Madonna da dimenticare che la sua posizione politica era decisamente
contraria alla Roma dei papi. Contraria
a quel potere temporale della Chiesa contro il quale scagliò non solo le invettive
che si incontrano nella “Commedia”, ma
anche un trattato politico, il “De Monarchia” che, ricorda Cacciari, «rimase nell’indice dei libri proibiti dalla Chiesa fino all’Ottocento».
È proprio durante una missione dall’odiato Bonifacio VIII che Dante viene
condannato all’esilio per effetto di quello che Cacciari definisce «un golpe sanguinario». Nella “Divina Commedia”,
che è collocata nel 1300, l’anno precedente a quella “cacciata dal paradiso”,
Dante si prende la sua rivincita non solo
prenotando un posto all’Inferno per Bonifacio VIII, ma permettendosi, rispetto
all’ortodossia della Chiesa, licenze poetiche che a intellettuali meno grandi sarebbero costate, se non il rogo, almeno una
censura postuma. Esagerato? No, assicura Cacciari. Che dedica gran parte della
sua conversazione al grande atto di sfida
di mettere nei canti finali del Paradiso, e
quindi nei cieli più alti, accanto ai campioni dell’ortodossia, Tommaso e Bonaventura, due eretici come Sigieri di Brabante e soprattutto Giovanni da Fiore: il
L’espresso
Foto: P. Tre - A3, Album - COntrasto
Dante, un eretico
in Paradiso
teologo calabrese odiato dai francescani
“ortodossi” e definito da Dante, senza
mezzi termini, un «profeta».
Cacciari si sofferma a lungo sui canti teologici del Paradiso: i meno amati dal lettore comune e dagli studenti del liceo, ma i
più affini ai suoi interessi filosofici. «Anche se», ci tiene a precisare, «il canto più
denso filosoficamente è forse il quinto dell’Inferno, il canto di Paolo e Francesca, così pieno in ogni singola parola di rimandi
e allusioni alle teorie sull’amore di quel
tempo». E anche dei tempi precedenti, se
è vero che, come ricorda Cacciari, anche
se le sue opere non entrarono in circolazione prima del Rinascimento, le dottrine
di Platone ebbero una influenza profondissima sulla filosofia e sulla poesia del
Medioevo.
Alla filosofia del resto Dante non dedica
solo l’ultima parte della “Commedia” ma
anche un altro testo fondamentale, il
“Convivio”, «la prima opera filosofica
scritta in volgare», ci ricorda Cacciari.
Con “Convivio”, “De vulgari eloquentia” e “De Monarchia” Dante firma la
parte più teorica della sua opera. Ma nel
suo ritratto bio-bibliografico del poeta
fiorentino Cacciari non dimentica la “Vi-
21 ottobre 2010
Del resto la grandezza di Dante rispetto ad
altri tentativi di poemi simbolici è che, come scrisse Auerbach, ogni simbolo diventa figura. Ogni dogma diventa una figura
concreta, in carne e ossa».
Il segreto di questo miracolo è in una parola che torna spesso nel Dante visto da
Cacciari: la passione. Passione per Beatrice, «che rimane una donna vera anche
quando funziona come simbolo della teologia operante». Passione politica, che
porta Dante a progettare un’utopia «che
è quella di un impero cristiano non teocratico, non “islamico”, per così dire, ma
che nasce proprio
Il canto
dalla netta distinzione tra dimensione
più denso
e dimensiofilosoficamente religiosa
ne politica». Una
è forse quello concezione lontana
non solo dalla visiodi Paolo e
ne “temporale” dei
Francesca
tempi di Dante, verrebbe da dire, ma anche dall’idea di politica portata avanti dalla Chiesa in Italia.
E qui prende un peso particolare quell’immagine su cui Cacciari torna spesso
nella sua conversazione: l’immagine delle «radici dantesche della cultura europea, radici senza le quali l’intera cultura
ta Nuova”, quel misto di poesie e prosa europea sarebbe incomprensibile». Riche Dante compose negli ultimi anni del cordate le “crociate” per ottenere un riDuecento, raccontando la nascita del suo chiamo alle radici cristiane nel preamboamore per Beatrice e della sua vocazione lo alla Costituzione europea? Ecco, quel
di poeta stilnovista. Cacciari considera la richiamo mai scritto andrebbe sostituito
“Vita Nuova” quasi una prima cantica con un riconoscimento alle radici dantedella “Divina Commedia”: «Il viaggio di sche: ad un poeta ben conscio che una coDante inizia con la “Vita nuova” e finisce sa è la politica, un’altra è la fede. E che ancon i canti più alti del Paradiso. Un viag- che chi è contro la Chiesa può andare in
gio non solo simbolico, la fatica si sente. Paradiso: persino da vivo. ■
AL CAFFÈ CON L’ALIGHIERI
Un ritratto d’autore da vedere in Dvd o ascoltare in mp3
Dopo Omero, Dante. Dopo Pietro Citati,
Massimo Cacciari. E la prossima volta,
il Boccaccio di Dario Fo. Continuano
gli appuntamenti con
“Il Caffè letterario”
dell’Editoriale L’Espresso,
una collana di ritratti dei più
grandi scrittori di tutti i tempi
firmati da grandi intellettuali
di oggi. Nel cofanetto in
vendita a 7 euro da venerdì
22 ottobre con il prossimo
numero de “L’espresso”
il lettore troverà non solo
il ritratto di Dante raccontato
da Cacciari - in Dvd e in mp3
- ma anche un materiale
molto chiaro e di facile
consultazione per approfondire
la conoscenza di Dante: vita e opere
dell’Alighieri, una cronologia ragionata in
parallelo con gli avvenimenti
più importanti dell’epoca.
E poi schede di presentazione
dei lavori principali e dei temi
fondamentali per capire
e inquadrare la sua opera:
chi era davvero Beatrice,
le teorie del Dolce Stil Novo,
l’importanza della scelta
di scrivere in volgare
e non in latino. E per finire,
alcuni approfondimenti sulla
“Divina Commedia”, come
la simbologia dei numeri
o la cosmologia tolemaica.