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L’evoluzione delle leggi sulla cittadinanza
Un quadro comparativo
Graziella Bertocchi e Chiara Strozzi
Università di Modena e Reggio Emilia - Dipartimento di Economia Marco Biagi
Seminario Nazionale MIUR
Prove di Futuro: Integrazione, Cittadinanza, Seconde Generazioni
Piacenza, 13-14 settembre 2013
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Le leggi sulla cittadinanza:
le motivazioni per un confronto internazionale
L’intensificazione dei flussi migratori in Italia ha recentemente aperto un
dibattito sulle norme che regolano l’acquisizione della cittadinanza.
Queste norme ricoprono un ruolo politico e sociale di primo piano, in quanto
interferiscono non solo con le politiche migratorie, ma anche con la
regolamentazione del mercato del lavoro, gli equilibri politici, lo stato sociale, le
dinamiche demografiche e le relazioni internazionali.
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Le origini della legislazione sulla cittadinanza, ovvero
ius soli vs. ius sanguinis
La cittadinanza può essere acquisita alla nascita, tramite matrimonio, o tramite
naturalizzazione.
Le leggi che attribuiscono la cittadinanza alla nascita provengono da due distinte
tradizioni giuridiche:
1. Ius soli: la cittadinanza é determinata dal luogo di nascita, il ché implica che il
figlio di un immigrato é automaticamente un cittadino.
2. Ius sanguinis: la cittadinanza é determinata dalla cittadinanza dei genitori, il
ché implica che il figlio di un immigrato acquisisce la cittadinanza del genitore.
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Breve storia della legislazione sulla cittadinanza nel mondo, I
Nell’Europa del 1700 predominava lo ius soli, come conseguenza della visione
feudale dell’individuo come legato alla terra in cui era nato e come proprietà del
feudatario.
La Rivoluzione Francese abbatte le tradizioni feudali e afferma il principio dello
ius sanguinis nel Codice Civile del 1804.
Nel corso del 1800 lo ius sanguinis si diffonde nell’Europa continentale, e quindi
nelle sue colonie, mentre l’Inghilterra con le sue colonie resta fedele allo ius soli.
Lo ius soli viene inserito nella Costituzione americana.
Alla fine dell’800 troviamo una prevalenza dello ius soli nei paesi di diritto
comune (anglosassone) e dello ius sanguinis nei paesi di diritto civile (romano).
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Breve storia della legislazione sulla cittadinanza nel mondo, II
Nel corso del 1900 si assiste a una progressiva trasformazione delle leggi della
cittadina nella maggior parte dei paesi, con un’accelerazione di questo processo
dopo la Seconda Guerra Mondiale.
La trasformazione viene condizionata da eventi storici come la decolonizzazione,
la caduta del muro di Berlino e l’intensificazione dei flussi migratori dopo il
rallentamento verificatosi tra le due guerre.
Nella maggior parte dei paesi democratici, si sta affermando l’applicazione di un
insieme di norme simili che includono elementi sia di ius soli che di ius sanguinis
(per esempio, “doppio ius soli” o “ius soli” ai nati da residenti).
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Breve storia della legislazione sulla cittadinanza nel mondo, III
Alcuni casi
Regno Unito: A seguito degli intensi flussi migratori di provenienza dalle excolonie, lo ius soli originario viene ristretto. Il British Nationality Act del 1984 lo
limita pesantemente stabilendo che un nato nel Regno Unito è cittadino solo se un
genitore è ivi residente (da 4 anni).
Francia: Dopo l’adozione dello ius sanguinis nel 1804, vengono recuperati
elementi di ius soli (a fini militari). Nel 1889 viene inserito il concetto di doppio ius
soli (cittadinanza ai nati in Francia da genitori a loro volta nati in Francia anche
se non cittadini). A seguito dei rilevanti flussi migratori negli anni ’90 sono
apportate diverse modifiche della legislazione.
Germania: Dopo la caduta del muro e la riunificazione, nel 2000 sono introdotti
elementi di ius soli, in particolare lo ius soli per i figli di residenti (da 8 anni).
Stati Uniti: Il principio dello ius soli è codificato nella Costituzione fin dal 1868 e
non è attualmente in discussione.
Africa: La maggioranza dei paesi dopo la decolonizzazione adotta forme forti di
ius sanguinis, spesso determinato dall’appartenenza a etnie locali.
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L’evoluzione delle leggi di cittadinanza:
la nostra banca dati, I
Banca dati con informazioni sulle leggi sulla cittadinanza in 162 paesi del mondo
nel periodo a partire dal secondo dopoguerra.
Le informazioni raccolte sono per gli anni 1948, 1974 e 2001.
La nostra classificazione - come altre adottate dal British Council o da Baubock
dell'Istituto Universitario Europeo - divide i paesi in 3 gruppi:
1. ius soli puro
2. ius sanguinis puro
3. regimi misti
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L’evoluzione delle leggi di cittadinanza:
la nostra banca dati, II
I regimi misti prevedono molte varianti: per esempio doppio ius soli alla francese,
oppure ius soli ai figli di residenti alla tedesca, oppure combinazioni tra i due.
Perfino l'Italia pur essendo molto restrittiva e quindi vicina allo ius sanguinis
puro rientra tra i regimi misti (in virtù del fatto che al figlio di stranieri nato in
Italia viene concessa una corsia preferenziale per ottenere la cittadinanza al
diciottesimo anno).
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L’evoluzione delle leggi di cittadinanza:
la nostra banca dati, III
Tabella riepilogativa
Le leggi sulla cittadinanza nel 2001
Le leggi sulla cittadinanza
nel 1948
Ius sanguinis Regime misto
Ius soli
Totale
Ius sanguinis
46
20
1
67
Regime misto
11
6
2
19
Ius soli
31
9
36
76
Totale
88
35
39
162
Fonte: Bertocchi e Strozzi (2010).
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Evoluzione delle leggi sulla cittadinanza nel mondo:
le dinamiche
La banca dati permette di individuare tre diverse dinamiche.
 Stabilità: Paesi di ius soli che rimangono tali (Stati Uniti, Canada e Nuova
Zelanda) ovvero paesi di ius sanguinis che pure rimangono tali (Svizzera).
 Cambiamento radicale: Prevalentemente da ius soli a ius sanguinis (le excolonie africane).
 Convergenza verso un sistema misto: Da ius soli a ius soli con restrizioni
(Australia, Regno Unito), oppure da ius sanguinis a ius soli con restrizioni
(paesi dell’Europa continentale) .
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Evoluzione delle leggi sulla cittadinanza nel mondo:
le determinanti teoriche
 il regime originario
 la pressione dei flussi migratori
 il grado di democrazia
 la stagnazione demografica
 la stabilità dei confini politici
 i conflitti etnici e religiosi
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Le leggi sulla cittadinanza in Italia, I
La tradizione italiana in materia di cittadinanza si colloca nell’ambito dello ius
sanguinis, che viene codificato in una legge del 1912.
Questa tradizione è condizionata dalla tradizione giuridica di diritto civile ed è
coerente alla condizione dell’Italia come paese di emigrazione.
La legislazione organica più recente risale al 1992. Viene ribadito il principio
per cui è cittadino italiano per nascita il figlio di padre o madre cittadini.
Lo straniero nato in Italia può diventare cittadino con la maggiore età, ma solo se
ha sempre risieduto legalmente in Italia senza interruzioni (l’applicazione della
norma è stata recentemente semplificata dal governo Letta).
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Le leggi sulla cittadinanza in Italia, II
La cittadinanza italiana può essere concessa a uno straniero i cui genitori o nonni
sono stati cittadini per nascita (ius sanguinis).
Uno straniero può richiedere la cittadinanza solo se risiede legalmente da
almeno 10 anni in Italia (naturalizzazione).
Tramite matrimonio, uno straniero può diventare cittadino solo se residente
legalmente da almeno due anni dal matrimonio (erano solo sei mesi fino al
Decreto Sicurezza del 2009).
La normativa attualmente vigente in Italia è più adatta a un paese di emigrazione
che a un paese di immigrazione.
In particolare, la presenza in Italia di un crescente numero di minori stranieri
rende particolarmente problematico il loro processo di integrazione.
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Le leggi sulla cittadinanza: la situazione attuale in Europa, I
Dei 34 paesi europei presenti nella banca dati, nessuno applica attualmente lo ius
soli puro, 14 applicano lo ius sanguinis puro, 20 un regime misto.
In molti casi nei regimi misti gli elementi di ius soli sono tenui (come in Italia).
Le riforme più importanti dell’ultimo decennio sono le seguenti.
L’Irlanda (2004) abbandona lo ius soli (era ormai l’unico caso nell’Unione
Europea) per passare a un regime misto.
Portogallo (2006) e Grecia (2010) introducono sia il doppio ius soli che lo ius soli
per i residenti.
Una simile combinazione era presente solo in Belgio. Negli altri regimi misti tende
ad essere applicato uno solo dei due principi: doppio ius soli in Francia,
Lussemburgo, Olanda e Spagna; ius soli per residenti in Germania, Irlanda e
Regno Unito.
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Le leggi sulla cittadinanza: la situazione attuale in Europa, II
Esistono però ulteriori varianti. Per esempio in Francia la cittadinanza può essere
acquisita da chi sia nato in Francia da genitori stranieri e vi abbia risieduto per
almeno 5 anni (anche non consecutivi) a partire dall'età di 11 anni (una sorta di
ius culturae).
Una possibile conclusione è che non esiste un modello ottimale di cittadinanza,
così come non esiste un modello comune europeo.
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La riforma delle legislazione sulla cittadinanza in Italia, I
Proposte legislative
Negli ultimi anni sono emerse varie proposte di legge, anche bi-partisan, tese alla
riforma dello status quo, prevalentemente nella direzione di uno ius soli
“temperato”.
Primi esempi
2001 - proposta di legge Turco-Violante: doppio ius soli
2006 - disegno di legge Amato: ius soli ai figli di residenti da 5 anni
2009 - proposta di legge Sarubbi-Granata: entrambe le modalità
Sono depositate in Parlamento 17 proposte di modifica, attualmente in
commissione.
Esempi
Proposta Kyenge- Bersani (PD): entrambe le modalità
Proposta Marazziti-Salterini (Scelta Civica): entrambe le modalità, e in più ius
culturae (cittadinanza allo straniero minore che abbia concluso un corso di
istruzione)
Proposta Polverini (PdL): ius culturae per nati in Italia una volta completata
istruzione primaria
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La riforma delle legislazione sulla cittadinanza in Italia, II
Le proposte legislative: commenti
La norma del doppio ius soli, dato che l’Italia è un paese di immigrazione intensa
ma recente, nell’immediato produrrebbe effetti pratici limitati.
L’introduzione delle ius soli per i nati in Italia da stranieri legalmente residenti
permetterebbe invece l’acquisizione della cittadinanza da parte di un numero
considerevole di bambini nel prossimo futuro.
Lo stesso dicasi per lo ius culturae.
In ogni caso queste norme introdurrebbero uno ius soli “temperato” ed
escluderebbero il diffondersi di un “turismo della cittadinanza”.
Occorre però tenere conto del caso della Grecia: dopo la forzata promulgazione
voluta dal Pasok nel 2010 e osteggiata dalla destra, a febbraio 2013 il Consiglio di
Stato greco ha dichiarato la nuova legge anti-costituzionale.
La morale è che ogni riforma deve essere largamente condivisa e lungimirante.
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