Modernità e Postmodernità - Dipartimento di Comunicazione e
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Modernità e Postmodernità - Dipartimento di Comunicazione e
Industria culturale e media studies 2015/2016 Modernità e Postmodernità Moderni (solo?) a parole «Nei momenti di disperazione della nostra vita – come si ode ovunque – questa scienza non ha nulla da dirci. Le questioni che la scienza esclude per principio sono proprio le questioni scottanti nella nostra infelice epoca per un’umanità abbandonata agli sconvolgimenti del destino: sono le questioni che riguardano il senso o l’assenza di senso dell’esistenza umana in generale» (E. Husserl, La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale, 1930) Moderni (solo?) a parole «Abbiamo aumentato la velocità, ma ci siamo chiusi in noi stessi. Le macchine che danno l'abbondanza ci hanno dato povertà, la scienza ci ha trasformato in cinici, l'abilità ci ha resi duri e spietati. Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di macchine abbiamo bisogno di umanità. Più che d'intelligenza abbiamo bisogno di dolcezza e di bontà. Senza queste doti la vita sarà violenta e tutto andrà perduto. » (C. Chaplin , Il grande dittatore, 1940) Moderni (solo?) a parole «La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto. Non abbiamo la Grande Guerra né la Grande Depressione. La nostra Grande Guerra è quella spirituale, la nostra Grande Depressione è la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando.» (Tyler Durden, Fight Club, 1999) Crisi e ripensamento della modernità Modernizzazione Modernismo Progetto della Modernità Modernità eroica Modernità liquida Disagio della Modernità Modernità in polvere Modernità radicale Modernità Crisi della Modernità Post- Modernità Tardo Modernità Il concetto di modernità L’aggettivo moderno è la traduzione dal tardo latino dotto modernum = attuale, recente derivante a sua volta dall’avverbio modum = ora, adesso Indica ciò che è recente, che si riferisce al presente: moderno VS antico Nell’Ottocento: moderno VS vecchio CHE COSE’ LA MODERNITA’? Un processo di evoluzione storica Uno scenario di cambiamenti sociali e culturali Un insieme di cambiamenti individuali e collettivi Un quadro di sviluppi scientifici e tecnologici “[…] every epoch sees in images the epoch which is to succeed it, the latter appears coupled with elements of prehistory” W. Benjamin, Paris – Capital of the Nineteenth Century, 1933 Il concetto di modernità “Non c’è mai stata un’poca che non si sia sentita a suo modo moderna con la lucida coscienza di stare nel mezzo di una crisi decisiva… …Per questo ogni epoca si presenta irrimediabilmente moderna” W. Benjamin, Parigi. Capitale del XIX secolo, Torino, Einaudi, 1986 Il progetto della modernità Il progetto della modernità Il progetto della modernità nasce con gli illuministi Jürgen Habermas chiama il progetto della modernità ciò che si proponevano i grandi pensatori illuministi nel XVIII secolo: “sviluppare una scienza obiettiva, una morale e un diritto universali e un’arte autonoma secondo le rispettive logiche interne” Il progetto della modernità Il progetto della modernità difeso da Habermas è quello fondato sull’ autonomia della autonomia di arte, morale e scienza, cioè della loro fondazione su principi universali, in grado di evitare il particolarismo delle tradizioni: ciò comporta lo sviluppo di attività separate e gestite da specialisti, ma non necessariamente il loro totale isolamento. Il progetto illuminista, infatti, è anche un progetto di razionalizzazione delle differenti sfere dell’attività sociale, la cui autonomia è orientata alla riforma della società, della cultura, della vita quotidiana. Il progetto della modernità Il progetto della modernità nasce con gli illuministi Jürgen Habermas chiama il progetto della modernità ciò che si proponevano i grandi pensatori illuministi nel XVIII secolo: “sviluppare una scienza obiettiva, una morale e un diritto universali e un’arte autonoma secondo le rispettive logiche interne” Nascita del progetto Periodo collocabile tra l’epoca rinascimentale e la Rivoluzione Francese Nascita degli Stati nazionali. Nascita della società capitalistica: taylorismo, fordismo. Differenziazione e mobilità sociale. Caratteristiche del progetto La Storia Nasce dalle conoscenze che si accumulano nel tempo e arricchiscono l’esperienza del soggetto e conduce naturalmente verso il progresso. Il Progresso Acquista una dimensione oggettiva che enfatizza il valore della memoria collettiva e del sapere La Cultura E’ un’ accumulazione costante di conoscenze Caratteristiche del progetto Il Tempo lineare è l’unità di misura del mondo e il suo vettore di razionalizzazione “Moderno” è sinonimo, in questo contesto, di una cultura e di una società che sono state plasmate da una visione antitradizionale, ossia contraria a principi metastorici e permanenti Descartes si libera dal mondo delle sensazioni e delle opinioni, tanto ingannevole da non permettergli di risalire dai fatti alle idee e alla scoperta del mondo creato da Dio. Descartes si libera dell’idea di cosmo. Il mondo non ha più unità; esso non è che un insieme di oggetti offerti alla ricerca scientifica Il mondo di Descartes non è né quello della natura né quello dello spirito universale, è quello dell’uomo che dubita e, con ciò, è separato da Dio, ma anche che trova solido appoggio solo in se stesso. Il razionalismo dei Lumi vede la libertà dell’uomo nel trionfo della ragione e nella distruzione delle credenze René La Haye en Touraine, 31 marzo 1596 – Stoccolma 11 febbraio 1650, filosofo e matematico francese , fondatore delle matematica e della filosofia moderna. [ Renè Descartes, Discorso sul metodo, 1637 "Siamo nani issati sulle spalle dei giganti che ci hanno preceduto ed é solo per questo che riusciamo a vedere lontano" Bernardo Di Chartres, filosofo francese, XI secolo "Scienza è qualsiasi disciplina in cui anche uno stupido di questa generazione può oltrepassare il punto raggiunto da un genio della generazione precedente”. Max Gluckman , antropologo britannico, XX sec Le dicotomie della modernità Le dicotomie della modernità Natura vs Cultura Individuo vs Società Corpo vs Anima Soggetto vs Oggetto Crisi della modernità “Le cose crollano, il centro non può reggere. Mera anarchia è scatenata sul mondo” Sul concetto di modernità, William Butler Yeats, Dublino, 1956, poeta, drammaturgo, scrittore La crisi della modernità Il patto-scommessa Lo Streben (la tensione conoscitiva interiore ): “Mefistofele sfida Dio, dimostrando che Faust, pur affannato alla ricerca di nuovi ed elevati saperi, è in realtà pur sempre disponibile ad un piacere che proviene dall'abbandono della sapienza. La parola 'streben' caratterizza il protagonista, il suo continuo sforzo di superare i limiti, di non appagarsi mai in nessuna situazione; rappresenta anche lo spirito della borghesia, la sua forza innovativa e rivoluzionaria. Faust, nel primo prologo, è disperato: il sapere cui è pervenuto non gli permette di conoscere l'intima essenza della Natura e decide dunque di darsi alla magia, evocando Mefistofele. Faust è salvato in extremis dal suicidio: sente la campane della pasqua e la gioia che da esse deriva. In Faust, va sottolineato, convivono due anime in contrasto: la prima tende al potere-sapere, l'altra ad un legame con il mondo”. Diego Fusaro, Johann Wolfgang Goethe La Dialettica dell’Illuminismo Il controllo scientifico della natura prometteva la libertà rispetto alla povertà, ai bisogni e all’arbitrarietà delle calamità naturali Il XX secolo – con i suoi campi di concentramento, due guerre mondiali e l’esperienza di Hiroshima e Nagasaki – ha certamente dissolto questo ottimismo Horkheimer e Adorno in Dialettica dell’Illuminismo, alla luce dell’esperienza della Germania di Hitler e della Russia di Stalin, sostengono che la logica che si nasconde dietro alla razionalità dell’Illuminismo è una logica di dominio e oppressione La crisi della modernità. Alle origini dei mutamenti culturali David Harvey, Edizioni Il Saggiatore, Milano, 1997 La crisi del progetto della modernità La crescita della razionalità finalizzata – strumentale non porta alla realizzazione concreta della libertà universale, ma alla creazione di una gabbia d’acciaio di razionalità burocratica da cui non si può fuggire La crisi del progetto della modernità Processo di urbanizzazione Inserimento del concetto di massa nel sistema politico nazionale Secolarizzazione Separazione di sfera pubblica/privata Avvento dei mezzi di comunicazione La crisi del progetto della modernità Modernità, società e comunicazione Fra l’Ottocento e il Novecento si sviluppa la Sociologia, che cerca di ripensare la nuova società moderna in rapporto alla società tradizionale ? Modernità, società e comunicazione Lo stile di vita urbano si fonda sulla divisione del lavoro e sulla razionalità astratta del denaro. Impersonalità e Soggettività L’individuo cerca di attirare l’attenzione degli altri in un mondo spersonalizzato Georg Simmel, La metropoli e la vita dello spirito, 1957 La crisi del progetto della modernità La Relatività Un universo relativo non è un universo fondato sul relativismo assoluto ma sulla dialogicità e la pluralità. E’ un “multiverso” che ci chiede di essere responsabili del nostro punto di vista e delle nostre scelte, che reclama il riconoscimento delle differenze. Sepolta l’idea di una razionalità centrale della Storia, la Società della comunicazione mette in scena le mille razionalità locali: minoranze etniche, religiose, culturali, estetiche La nuova scienza L'evoluzione della fisica, della chimica, della biologia, della termodinamica e della cibernetica nel XX secolo, hanno reso necessario un nuovo tipo di pensiero scientifico, più vicino a ciò che un tempo era chiamato "pensiero quantitativo" e, allo stesso tempo, lontano dalla preoccupazione unilaterale della scienza classica per l'universale, il deterministico, le categorie unilaterali. La nuova scienza Per questa nuova epistemologia, il disordine (l'entropia) non solo permea l'ordine, ma crea l'ordine, dalle strutture dell'universo giù fino al cervello dell'uomo e alla più complessa forma di tutte: la società umana. Questo lascia spazio per un approccio multilaterale al gioco fra natura e cultura, o potere e società così pure per le incertezze teorizzate dalla scienza moderna Per usare le parole di Prigogine: “L'uomo sa di non avere più il potere di capire tutto da un unico centro (il posto - si presume - occupato dal suo pensiero)” Edgar Morin: le paradigme perdu: la nature humaine (Paris, 1973) e La Méthode (Paris, 1977) La crisi del progetto della modernità Modernità relativa Dalla logica dell’aut-aut alla logica dell’et-et Il mondo esiste sempre in relazione a un osservatore. Werner Heisenberg (5 dicembre 1901, Würzburg – 1 febbraio 1976, Monaco) Non esiste un punto di vista assoluto sull’universo ma sempre e soltanto gli infiniti punti di vista di osservatori particolari Albert Einstein (14 marzo 1879, Ulm - 18 aprile 1955, Princeton) La crisi del progetto della modernità La fine di un’illusione? La società delle scienze umane, a partire dall’Illuminismo, è quella in cui l’uomo è diventato finalmente oggetto di sapere, rigoroso, valido, verificabile. Johnny Deep in Sleepy Hollow, 1999 Regia di Tim Burton L’uomo può diventare consapevole di sé in una sfera pubblica, dove si svolgono libere discussioni, senza pregiudizi né superstizioni. Jürgen Habermas Il silenzio della ragione… I soldati che tornano dalla guerra non sono più ricchi d’esperienza ma più poveri, perché il trauma che hanno vissuto li ha proiettati in una dimensione estranea. La povertà della loro esperienza è povertà d’esperienza comunicabile. Le prove che hanno affrontato hanno spezzato la “ragione abituale”. Al di là del principio di piacere 1920, Sigmund Freud Il silenzio della ragione… “Non scriverò più nessun libro, né in inglese né in latino perché la lingua in cui mi sarebbe dato non solo di scrivere, ma forse anche di pensare non è il latino né l’inglese né l’italiano o lo spagnolo, ma una lingua di cui non una sola parola mi è nota, una lingua in cui mi parlano le cose mute, e in cui forse un giorno nella tomba mi troverò a rispondere a un giudice sconosciuto” Hoffmanistal, Lettera di Lord Chandos,1902 Edward Munch, L’urlo 1893 Il mistero di Sleepy Hollow Titolo originale: Sleepy Hollow Nazione: Usa Anno: 1999 Genere: Horror Durata: 1h e 51' Regia: Tim Burton Trama: 1799. Il poliziotto Ichabod Crane viene inviato nel piccolo paese di Sleepy Hollow per indagare su una serie di omicidi commessi da un presunto cavaliere senza testa. King Kong Titolo originale: King Kong Nazione: Usa Anno: 1933 Genere: Thriller Durata: 90' Regia: Merian C. Cooper, Ernest B. Schoedsack Trama: Carl Denham, avventuroso produttore di documentari, parte con la giovane disoccupata Ann verso Skull Island, un'isola tropicale dominata da Un gigantesco gorilla chiamato King Kong. Dopo averlo catturato e portato a New York per esibirlo, il gorilla riesce a liberarsi. Lo uccideranno i caccia sopra la vetta dell'Empire State Building, dove Kong si era rifugiato con l'adorata Ann. Zelig Titolo originale: Zelig Nazione: Usa Anno: 1983 Genere: Commedia Durata: 80' Regia: Woody Allen Cast: Woody Allen, Mia Farrow Trama: Storia di Leonard Zelig, un ebreo americano, tra le due guerre, che nella sua smodata smania di essere accettato e amato ha sviluppato la capacità camaleontica di assumere le caratteristiche somatiche, psichiche e lessicali di chiunque incontri. Apologo sul conformismo e lo sforzo d'integrazione degli emigranti USA, satirica riflessione sul mito del successo La rosa purpurea del Cairo Regia: Woody Allen Nazione: USA Anno: 1985 Durata 85‘ Trama: New Jersey, 1935. La giovane cameriera Cecilia, sposata a un ubriacone, passa gran parte del suo tempo al cinema. Un giorno viene licenziata e torna a vedere La rosa purpurea del Cairo, un fìlm che l'aveva entusiasmata. Durante la proiezione, il personaggio di Tom Baxter esce dallo schermo e dichiara di amarla. Pleasantville Titolo originale: Pleasantville Nazione: Usa Anno: 1998 Genere: Commedia Durata: 2h Regia: Gary Ross Cast: Tobey Maguire, Reese Witherspoon, Jeff Daniels, Joan Allen, William H. Macy Trama: Due teenagers degli anni ‘90, David e Jennifer (Tobey Maguire e Reese Whiterspoon), si ritrovano trasportati in una sit-com in bianco e nero ambientata negli anni '50. La loro presenza sconvolgerà la piccola comunità. Il cielo sopra Berlino Titolo originale: Der himmel über Berlin Nazione: Francia e Germania Anno: 1987 Genere: Drammaitco Durata: 130' Regia: Wim Wenders Cast: Bruno Ganz, Solveig Dommartin, Otto Sander Trama: Due angeli, Damiel e Cassiel, scendono dal cielo sopra Berlino sulla città e osservano il comportamento degli umani, la loro disperazione, ma non possono fare nulla per aiutarli. Alla fine Damiel, innamoratosi di una bella trapezista dal cuore puro, perderà la sua condizione di angelo e resterà nella città. Matrix Titolo originale: The Matrix Nazione: Usa Anno: 1999 Genere: Azione/Fantascienza Durata: 131' Regia: Andy Wachowski, Larry Wachowski Cast: Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Carrie-Anne Moss, Joe Pantoliano, Hugo Weaving Trama: Morpheus (Laurence Fishburn) chiede l'aiuto di Neo (Keanu Reeves) per liberare l'umanità dall'influsso della vita artificiale conosciuta come Matrix. Tardomodernità La modernità è finita ? In realtà, è finita quella società in cui erano presenti la determinazione e la speranza, l’illusione di poter risolvere tutti i problemi. L’illusione della modernità è quella di affrontare ad uno ad uno i mille problemi presenti nella società e di risolverli. “La vera libertà viene barattata in favore della sicurezza”. Zygmunt Bauman "All'idolatria del progresso si contrappose quella della sua maledizione: si sommarono così due luoghi comuni” Paul Valéry Post- Modernità Il termine “post – modernità” viene introdotto nel 1930 da Federico De Onis Il testo di riferimento è: “La condizione postmoderna” di Jean-Francois Lyotard L’ipotesi dominante di Lyotard è che sia profondamente mutata la condizione del Sapere nelle società più sviluppate Il concetto di “tardo modernità” viene elaborato da Antony Giddens e sviluppato all’interno del volume “Le conseguenze della Modernità” Prendendo lo spunto da altri autori, tra cui Beck, il sociologo inglese punta ad evidenziare la radicalizzazione della crisi della Modernità Tardo Modernità La società postmoderna “L’oggetto di questo studio è la condizione del sapere nelle società più sviluppate. Abbiamo deciso di chiamarla postmoderna. La definizione è corrente nella letteratura sociologica e critica del continente americano. Essa designa lo stato della cultura dopo le trasformazioni subite dalle regole dei giochi della scienza, della letteratura e delle arti a partire dalla fine del XIX secolo. Tali trasformazioni saranno messe qui in relazione con la crisi delle narrazioni” Jean-Francois Lyotard, La condizione postmoderna, Milano, 1981, Feltrinelli, p.5 La società postmoderna La condizione postmoderna, caratteristica della cultura nelle società industriali avanzate, è quella di chi vive in una società aleatoria con infiniti conflitti disseminati in ogni settore; nella quale si assiste alla fine delle Grandi Narrazioni, cioè di una comprensione dell'esperienza storica come svolgimento unitario e dotato di un senso coerente Il mondo postmoderno si emancipa dall'idea di progresso cumulativo di matrice illuminista e il progresso non appare più certo ma rientra nell'ordine delle possibilità La società postmoderna La condizione postmoderna, caratteristica della cultura nelle società industriali avanzate, è quella di chi vive in una società aleatoria con infiniti conflitti disseminati in ogni settore; nella quale si assiste alla fine delle Grandi Narrazioni, cioè di una comprensione dell'esperienza storica come svolgimento unitario e dotato di un senso coerente Il mondo postmoderno si emancipa dall'idea di progresso cumulativo di matrice illuminista e il progresso non appare più certo ma rientra nell'ordine delle possibilità La società tardomoderna Cos’è la modernità? “In prima approssimazione possiamo semplicemente dire che il termine modernità si riferisce a quei modi di vita o di organizzazione sociale che affiorarono in Europa intorno al XVII secolo e che successivamente estesero la loro influenza a quasi tutto il mondo. Molti sostengono che con la fine del XX secolo sta per dischiudersi una nuova era” Ritmo del cambiamento (ex. il passaggio delle informazioni); Portata del cambiamento (ex. l’estensione dei mercati, fino alla globalità); Natura delle istituzioni moderne (ex. lo Stato nazionale, la mercificazione dei prodotti, il lavoro salariato). Non siamo usciti dalla modernità, ne stiamo vivendo una radicalizzazione Anthony Giddens, Le conseguenze della modernità, 1994, Bologna, Il Mulino, p. 15 La società tardomoderna Partendo dalla profonda critica al concetto di postmodernità, Anthony Giddens 1938 – utilizza uno schema a 3 tempi: Giddens Sociologo inglese Esponente del partito laburista britannico, prima fase della membro modernità: illuminista della camera dei e illusa, convinta di poter Lord comprendere e governare Ideatore della “terza via” di Tony Blair seconda fase della realizzata e gradualmente in crisi, La modernità: costituzione della società, Ed. Comunità, Milano,sul “politeismo disincantato”, in cui perché profondamente basata 1990; tutti possono aver ragione a seconda del loro punto di vista Oltre la destra e la sinistra, Mulino, Bologna, 1997; L’Europa nell’età globale, terza ed ultima fase: modernità radicale, basata sul ripensamento Laterza, Bari, degli stessi vincoli sociali che le prime forme di modernità avevano fondato La società tardomoderna I momenti disgregativi, come quelli che dominano nella modernità radicale, vedono la complessità sociale indurre all’astrazione processi e relazioni rispetto ai loro specifici contesti, in dimensioni spazio-temporali e con simboli e sistemi esperti che contribuiscono a una forte insicurezza e alla frammentazione dell’esperienza; La fiducia è connessa con eventi che non possono essere previsti, ed è necessaria nelle società in quanto non sono trasparenti. A questo processo la società fa fronte attraverso forme di riaggregazione, che creano nuove forme di relazioni sociali, comunitarie e politiche , che sostituiscono quelle tradizionali La società della Seconda Modernità Seguendo la grande tradizione sociologica che va da Tocqueville a Schumpeter, Ulrick Beck si interroga sui caratteri e sulle conseguenze della modernità, individuando nell'epoca contemporanea i tratti di una “seconda modernità” La seconda modernità è in grado, da un lato, di portare a compimento alcuni dei processi iniziati nella "prima modernità", dall'altro di radicalizzare tali processi fino a metterne in discussione le premesse stesse Ulrick Beck, I rischi della libertà, 2000, Bologna, Il Mulino La società della Seconda Modernità Seguendo la grande tradizione sociologica che va da Tocqueville a Schumpeter, Ulrick Beck si interroga sui caratteri e sulle conseguenze della modernità, individuando nell'epoca contemporanea i tratti di una “seconda modernità” La seconda modernità è in grado, da un lato, di portare a compimento alcuni dei processi iniziati nella "prima modernità", dall'altro di radicalizzare tali processi fino a metterne in discussione le premesse stesse Ulrick Beck, I rischi della libertà, 2000, Bologna, Il Mulino La società della Seconda Modernità Seguendo la grande tradizione sociologica che va da Tocqueville a Schumpeter, Ulrick Beck si interroga sui caratteri e sulle conseguenze della modernità, individuando nell'epoca contemporanea i tratti di una “seconda modernità” La seconda modernità è in grado, da un lato, di portare a compimento alcuni dei processi iniziati nella "prima modernità", dall'altro di radicalizzare tali processi fino a metterne in discussione le premesse stesse Ulrick Beck, I rischi della libertà, 2000, Bologna, Il Mulino Modernità liquida Il testo di riferimento è MODERNITÀ LIQUIDA di Zygmunt Bauman. L’autore esprime profonde perplessità nei confronti di ogni tentativo di definire la modernità delle società contemporanee Modernità in polvere Il testo curato da Arjun Appadurai mette in luce gli strettissimi legami tra il concetto di modernità e quelli di globalizzazione e localizzazione Modernità radicale Il testo di riferimento è LA SOCIETA’ DEL RISCHIO. VERSO UNA SECONDA MODERNITA’. Beck elabora una teoria secondo cui la modernità non è stata affatto superata, ma è andata incontro ad una crisi e ad una rielaborazione La Modernità liquida La fluidità è lo stato dei liquidi e dei gas “La proprietà caratteristica dei fluidi è il continuo ed irreversibile mutamento di posizione di una parte della materia rispetto ad un’altra” I fluidi hanno un legame profondamente diverso rispetto ai solidi: si tratta di relazioni spazio-temporali differenti “La modernità solida è definita tale per la sua tendenza a creare istituzioni durevoli e stabili che la porta a privilegiare il legame spaziale e territoriale all'effervescenza temporale” . Zygmunt Bauman La Modernità liquida Se per i corpi solidi la dimensione principale è lo spazio, per i liquidi è il tempo la variabile determinante La modernità è stata liquida da sempre: nonostante la formazione di corpi solidi (istituzioni, reti sociali, comunità ben definite), la modernità ha continuato letteralmente a liquefare ciò che incontrava “Fondere i corpi solidi”, secondo Marx ed Engels (Il Manifesto del Partito Comunista), era L’obiettivo dello spirito moderno nei confronti di una società considerata stagnante Le categorie di Bauman Individualità Un mondo sotto controllo Il mondo nuovo (1932) di Aldous Huxley e 1984 (1948) di George Orwell rappresentano due mondi profondamente differenti ma anche due utopie negative che prospettavano un futuro tetro Un futuro in cui il margine di libertà sarebbe costantemente diminuito Le categorie di Bauman Individualità Un mondo sotto controllo Oggi l’ubbidienza agli standard sociali, culturali, ma anche lavorativi, viene raggiunta attraverso la lusinga e la seduzione La situazione, oggi, si è rovesciata e ora sono i molti che controllano i pochi (T. Mathiesen, The viewer society: Michael Foucalt’s “Panopticon”rivisited, in “Theoretical Criminology”, 1-2, 1997): Gli spettacoli prendono il posto della mera sorveglianza senza perdere alcunché del loro potere disciplinativo Le categorie di Bauman Individualità Un mondo sotto controllo Vivere in mezzo a un numero apparentemente infinito di possibilità acquisisce il gradevole sapore del poter diventare chiunque La gabbia d’acciaio è stata spezzata La libertà appare l’unica condizione possibile La società non esiste più, esiste solo l’individuo o meglio il consumatore la cui principale attività diventa lo shopping esistenziale Le categorie di Bauman Individualità Un mondo sotto controllo Viene meno il concetto di autorità, come anche quello di autorevolezza: opinion leader Non esistono più punti di riferimento precisi, impersonati da autorità Esistono esclusivamente esempi che possono essere presi in considerazione Le categorie di Bauman Individualità Un mondo sotto controllo La vita desiderata tende spesso a essere quella vista in televisione, anche se paradossalmente proprio in televisione viene meno la barriera tra sfera pubblica e sfera privata I talk show legittimano il dibattito pubblico sugli affari privati, attivandosi come rituali di esorcismo nei confronti delle più diffuse paure e come confessioni pubbliche Le categorie della modernità Dalla premodernità alla postmodernità MEDIUM PAROLA SCRITTURA ELETTRICITÀ MODALITÀ ORALE LETTERATA DIGITALE STRUTTURA SOCIALE COLLETTIVA TRIBU’ INDIVIDUALE PERSONA CONNETTIVA RETE SIGNIFICATO BASATO SUL… CONTESTO TESTO IPERTESTO HOMO COMMUNICANS STRUTTURA PSICOLOGICA HOMO AEQUALIS HOMO CLAUSUS MODALITA’ PEDAGOGICA PARLARE PENSARE HOMO COMPLEXUS CONNETTERE Le categorie della modernità Categorie P C R Stato Identità nazionali Burocrazia, secolarizzazione controllo Localismi globalizzazione P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione Le categorie della modernità Categorie P C R Società Separazione Pubblico Privato Ordine/Conflitto “Società degli individui” Società della comunicazione P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione Le categorie della modernità Categorie P C R Lavoro Nobilitazione dell’uomo Taylorismo, Fordismo Flessibilità del Capitale P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione Società Il punto cruciale nel dibattito sulla modernità è rappresentato esattamente da questa coppia e dal passaggio da un termine a un altro: Società tradizionale Società moderna Ferdinand Tönnies (1855 – 1936) Comunità e società (1887) Gemeinschaft (comunità) Gesellschaft (società) Società Nella società industriale domina la logica della razionalità diretta allo scopo e della finalità che può essere calcolata Max Weber, Economia e società, (postuma, 1922) Tempo Le categorie della modernità P C R Categorie Lineare Frammentato Istantaneo Tempo P = Progetto C = Crisi R = Radicalizzazione La premodernità: il tempo circolare Nel rapportarsi alla Realtà, i nostri Padri valutavano il tempo in base ai fenomeni ciclici della Natura. Risalirono alla genesi del tempo e si accorsero che essa iniziava ad un certo punto della costituzione naturale. Misuravano il tempo nel campo delle forze più sottili, e secondo un processo ciclico, circolare, quindi, e non rettilineo IL TEMPO DEL MITO I popoli primitivi hanno un concetto di tempo legato al sacro, rifuggono il tempo “profano”, considerato di scarso valore. Il rifiuto della storia si esprime nella salvaguardia patrimonio tradizionale: i popoli pre-moderni non redigono cronache, non registrano eventi, non raccontano la storia, ma usano l’archetipo di un episodio storico trasformandolo in mito. Il tempo è reale – solo se viene impiegato per riattualizzare il tempo sacro, il tempo delle origini, il tempo del mito. Quando l’individuo agisce non tendendo conto del sacro, compie qualcosa di irreale, inutile e pericoloso per la comunità. Ne deriva una nostalgia delle origini, tipica di tutte le culture antiche (cfr. il mito dell’età dell’oro), il rimpianto del tempo iniziale della creazione, quando il mondo era in piena armonia, mentre nel presente si vive una situazione di continua degradazione. In questo contesto si inserisce il rito, che serve a riattualizzare quel tempo e a collocare il presente nel mito. Il tempo La modernità: il tempo lineare La storia del tempo nasce con la modernità, o meglio: la modernità è la storia del tempo Ai tempi delle olimpiadi greche nessuno pensava di registrare i record olimpici e tanto meno di infrangerli Il tempo La modernità: il tempo lineare Non esistevano i cronometri… …ma non esisteva neppure qualcosa che potesse essere più veloce di un uomo o di un animale, per questo non si prestava attenzione alle singole capacità motorie di un individuo Quando furono inventati mezzi meccanici in grado di diminuire costantemente il tempo necessario a percorrere uno spazio, allora spazio e tempo si scissero, diventando due categorie a se stanti La modernità: il tempo lineare Il tempo lineare che si snoda tra passato, presente e futuro e consente la narrazione della storia, è legato al monoteismo giudaico che situa il tempo all'interno della creazione Prodotto dell'eternità, il tempo ha un inizio e conseguentemente una fine, può essere narrato, frantuma ogni ciclicità La modernità: il tempo lineare Il tempo venne a differenziarsi dallo spazio perché ora può essere più facilmente cambiato e manipolato. Nell’ambito di un’ipotetica equazione, in cui tempo e spazio assumevano i caratteri di incognite variabili e indipendenti, il tempo si dimostra l’elemento più dinamico La modernità: Il tempo lineare Come durante un viaggio, la continua accelerazione, e dunque compressione del tempo, diede gradualmente la possibilità di aumentare lo spazio percorso e raggiungibile: la modernità nacque sotto le stelle dell’accelerazione e della conquista della terra In tal modo nella prima modernità si affermò il tempo standardizzato: il ritmo lavorativo fordista Il tempo della crisi La nostra esperienza è caratterizzata dal divenire, sia dei nostri stati interiori, sia degli oggetti della natura. Il divenire non è un accostamento di differenti stati, ma un fluire continuo nel quale il passato si proietta nel presente. la durata è creazione continua Henri Bergson Il tempo della crisi Il tempo "spazializzato“ è astratto ed esteriore, è quello della meccanica, della fisica, della scienza positivistica. Bergson cita ad esempio una collana di perle, uguali e separate fra loro. Il tempo come "durata" è un tempo spirituale; costituito da momenti irripetibili;. ed è interiore. Bergson , a tale proposito, fa l’esempio di un gomitolo di filo che cambia continuamente e cresce su se stesso. Il tempo come "durata" dunque è auto-creazione continua e libertà. Henri Bergson Il tempo della crisi Secondo Baudelaire: “La modernità è il transitorio, il fuggitivo, il contingente, la metà dell’arte, di cui l’altra metà è l’eterno e l’immutabile” Il pittore della vita moderna, 1863 La modernità sembra essere la condizione in cui le uniche certezze sono l’effimero ed il mutamento Il tempo della crisi Attraverso questa definizione Baudelaire ci introduce nel tempo della metropoli, luogo in cui si confondono folle e razze, in le esperienze non si solidificano ma sono sfuggenti . La storia di ogni individuo è composta da scene insignificanti per l’uomo comune, mentre l’artista ci proietta nel mistero del loro avvenire mediante la rappresentazione del bello. Il bello, infatti, è fatto di un elemento eterno, invariabile, la cui quantità è oltremodo difficile da determinare e di un elemento relativo, di circostanza, che sarà, se si vuole, di volta in volta o contemporaneamente, l’epoca, la moda, la morale, la passione. L’artista, per rappresentare il “bello” deve diventare “cittadino del mondo”. .Uomo di mondo come uomo del mondo intero, che capisce il mondo e le ragioni misteriose delle sue usanze; A muovere la sua attenzione per il mondo è “la curiosità”. Egli, vive tra la gente e ne respira gli umori. Il tempo della crisi Memoria volontaria L'ho finita con la psico-analisi. Dopo di averla praticata assiduamente per sei mesi interi sto peggio di prima. Non ho ancora congedato il dottore, ma la mia risoluzione è irrevocabile. … In questa città, dopo lo scoppio della guerra, ci si annoia più di prima e, per rimpiazzare la psico-analisi, io mi rimetto ai miei cari fogli. il mio abbandono. Ma ora mi trovo squilibrato e malato più che mai e, scrivendo, credo che mi netterò più facilmente del male che la cura m'ha fatto. Almeno sono sicuro che questo è il vero sistema per ridare importanza ad un passato che più non duole e far andare via più rapido il presente uggioso. Italo Svevo Ma di ciò non m'importerebbe gran fatto e non è questa la ragione per cui lascio la cura. Se le ore di raccoglimento presso il dottore avessero continuato ad essere interessanti apportatrici di sorprese e di emozioni, non le avrei abbandonate o, per abbandonarle, avrei atteso la fine della guerra che m'impedisce ogni altra attività. Ma ora che sapevo tutto, cioè che non si trattava d'altro che di una sciocca illusione…come potevo sopportare la compagnia di quell'uomo ridicolo, con quel suo occhio che vuole essere scrutatore e quella sua presunzione che gli permette di aggruppare tutti i fenomeni di questo mondo intorno alla sua grande, nuova teoria? Impiegherò il tempo che mi resta libero scrivendo. Scriverò intanto sinceramente la storia della mia cura. (La coscienza di Zeno, 1923) Il tempo della crisi Nella crisi del progetto della modernità, dal tempo lineare si passa a un tempo “nuovo” e incomunicabile che perciò non è più amico dell’uomo O dolore, o dolore, il Tempo si mangia la vita e l'oscuro Nemico che ci divora il cuore cresce e si fortifica del sangue che perdiamo. Il nemico, C. Baudelaire Ricordati che il tempo è giocatore avido: guadagna senza barare, ad ogni colpo! È legge. Il giorno declina, la notte cresce; ricordati! L'abisso ha sempre sete; la clessidra si vuota. L’orologio, C. Baudelaire Il tempo e la memoria Memoria involontaria "Ogni ora della nostra vita, appena morta, s'incarna e si nasconde in qualche oggetto materiale, e vi resta prigioniera per sempre, salvo che noi non ci imbattiamo in quell'oggetto. Attraverso lui la riconosciamo, la chiamiamo ed essa viene liberata ..." L’universo del protagonista è racchiuso in una tazza di tè La memoria involontaria mette in crisi il tempo omogeneo e lineare Il tempo della crisi La "fine della storia": è un ritorno al "tempo immobile" degli antichi, all’istante eterno "In contrasto con un tempo lineare e progressivo che diventa rapidamente omogeneo ed esteriore, il tempo vissuto socialmente e individualmente è quello della ripetizione, della circolarità" Il tempo della crisi Ne è testimonianza la catastrofe dell’idea di progresso, che esigeva che il presente fosse interpretato esclusivamente alla luce di un futuro concepito come "miglioramento" o "ottimizzazione": queste belle promesse, sempre tradite, non fanno più sognare. Gli uomini, incapaci di credere nell’avvenire e spesso privati del ricordo del passato, vogliono ormai vivere nel presente, accettare "il gioco del mondo, o il mondo come gioco". Maffesoli fa notare che la vita come gioco è una sorta di accettazione del mondo così com’è. M. Maffesoli, L’instant éternel, Denoël, Paris 2000 Il mito dell’eterno ritorno “Se un giorno o una notte un demone strisciasse dentro la tua più solitaria solitudine e ti dicesse: "questa vita, questo che adesso tu vivi ed hai vissuto, dovrai viverla ancora una volta e un numero infinito di volte; e non vi sarà niente di nuovo, ma tutto ritornerà, ogni dolore e ogni piacere, ogni pensiero ed ogni sospiro, ogni cosa piccola o grande, e tutto nello stesso ordine... anche questo ragno, e questo chiaro di luna tra gli alberi, ed anche questo momento, ed io stesso" […] Non ti getteresti per terra digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? […] Se quel pensiero si impadronisse di te, farebbe di te un altro da quello che sei. Di fronte a tutte le cose ti porresti la domanda: "Vuoi questo di nuovo e per innumerabili volte? ", e questa domanda graverebbe come un peso tremendo su ogni tuo atto” F. Nietzsche, La gaia scienza (1882) Il mito dell’eterno ritorno “Se un giorno o una notte un demone strisciasse dentro la tua più solitaria solitudine e ti dicesse: "questa vita, questo che adesso tu vivi ed hai vissuto, dovrai viverla ancora una volta e un numero infinito di volte; e non vi sarà niente di nuovo, ma tutto ritornerà, ogni dolore e ogni piacere, ogni pensiero ed ogni sospiro, ogni cosa piccola o grande, e tutto nello stesso ordine... anche questo ragno, e questo chiaro di luna tra gli alberi, ed anche questo momento, ed io stesso" […] Non ti getteresti per terra digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? […] Se quel pensiero si impadronisse di te, farebbe di te un altro da quello che sei. Di fronte a tutte le cose ti porresti la domanda: "Vuoi questo di nuovo e per innumerabili volte? ", e questa domanda graverebbe come un peso tremendo su ogni tuo atto” F. Nietzsche, La gaia scienza (1882) Il mito dell’eterno ritorno Questo è l’eterno ritorno dell’uguale. La vita non è più una linea retta che rimanda sempre a un domani per la sua realizzazione, ma è un’interminabile ripetizione di se stessa. Un’ininterrotta e identica ripetizione di quello che abbiamo vissuto così come lo abbiamo vissuto, di quello che stiamo vivendo, di quello che vivremo. Nietzsche sostituisce a questo individuo impaurito, debole e disarmato un uomo nuovo, Il Superuomo , che abbandona una prospettiva finalistica della vita e afferma il “ qui e ora” come imperativo dell’essere, accettando l’esistenza con una carica, entusiastica, “ dionisiaca”. Il mito dell’eterno ritorno “L'idea dell'eterno ritorno è misteriosa e con essa Nietzsche ha messo molti filosofi nell'imbarazzo: pensare che un giorno ogni cosa si ripeterà così come l'abbiamo già vissuta, e che anche questa ripetizione debba ripetersi all'infinito! Che significato ha questo folle mito? Il mito dell'eterno ritorno afferma, per negazione, che la vita che scompare una volta per sempre, che non ritorna, è simile a un'ombra, è priva di peso, è morta già in precedenza, e che, sia stata essa terribile, bella o splendida, quel terrore, quello splendore, quella bellezza non significano nulla. Non occorre tenerne conto, come di una guerra fra due Stati africani del quattordicesimo secolo che non ha cambiato nulla sulla faccia della terra, benché trecentomila negri vi abbiano trovato la morte fra torture indicibili.” Milan Kundera, L’ insostenibile leggerezza dell’essere Il mito dell’eterno ritorno Se l’eterno ritorno è il fardello più pesante, le nostre vite possono apparire in tutta la loro meravigliosa leggerezza. Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza è meravigliosa? Il fardello più pesante ci opprime, ci schiaccia al suolo. Quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica. Al contrario, l’assenza assoluta di un fardello fa sì che l’uomo diventi più leggero dell’aria, prenda il volo verso l’alto, si allontani dalla terra, diventi solo a metà reale e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere, allora? La pesantezza o la leggerezza? Questa domanda se l’era posta Parmenide nel sesto secolo avanti Cristo. Egli vedeva l’intero universo diviso in coppie di opposizioni: luce-buio, spesso-sottile, caldo-freddo, essere-non essere. Uno dei poli dell’opposizione era per lui positivo (la luce, il caldo, il sottile, l’essere), l’altro negativo. Questa suddivisione in un polo positivo e in uno negativo può apparirci di una semplicità puerile. Salvo in un caso: che cos’è positivo, la pesantezza o la leggerezza? Parmenide rispose: il leggero è il positivo, il pesante è negativo. Aveva ragione oppure no? Questo è il problema. Una sola cosa era certa: l’opposizione pesante-leggero è la più misteriosa e la più ambigua tra tutte le opposizioni Milan Kundera, L’ insostenibile leggerezza dell’essere Il tempo istantaneo La tecnologia che domina e foggia il mondo in cui viviamo è fatta di macchine, nel senso tradizionale del termine, ma è soprattutto definita, in modo essenziale, da sistemi di raccolta e trasmissione delle informazioni. La riduzione della storia sul piano della simultaneità sottolinea la contemporaneità del mondo contemporaneo La conoscenza analogica A una diversa percezione del tempo, si accompagna una forma di conoscenza analogica (o olistica). L’ipotesi di una coesistenza di elementi contraddittori, coincide con le differenze tra epoca moderna e tardo-moderna. “L’analogia è una tecnica simbolica che, contrariamente alla dialettica, non supera le contraddizioni, ma le mantiene in quanto tali in una globalità conflittuale di cui l’amore e l’odio, la crudeltà e la tenerezza”. M. Maffesoli, L’ombra di Dioniso, Garzanti, Milano, 1990 La conoscenza analogica A una diversa percezione del tempo, si accompagna una forma di conoscenza analogica (o olistica). L’ipotesi di una coesistenza di elementi contraddittori, coincide con le differenze tra epoca moderna e tardo-moderna. “L’analogia è una tecnica simbolica che, contrariamente alla dialettica, non supera le contraddizioni, ma le mantiene in quanto tali in una globalità conflittuale di cui l’amore e l’odio, la crudeltà e la tenerezza”. M. Maffesoli, L’ombra di Dioniso, Garzanti, Milano, 1990 Syncronicity Secondo la fisica quantistica la realtà è coinvolta in una danza astratta; tutte le particelle possono essere divise in due gruppi a seconda della danza che eseguono, alcune compiono una danza antisimmetrica, altre una danza simmetrica. In contrasto con la concezione giudaico-cristiana del tempo lineare, la psicologia junghiana ha anche esplorato una dimensione sincronica, critica nei confronti della centralità della logica di causa-effetto, uno dei capisaldi della scienza newtoniana. Spazio Le categorie della modernità Categorie P C R Spazio Esteso Metropoli Annullato P = Progetto C = Crisi R = Radicalizzazione Lo spazio La società dell’immagine con i suoi linguaggi e i suoi apparati si sviluppa nell’Ottocento. Il mondo si trasforma in immagine, e così anche lo spazio, perché è solo in questo modo che si può possederlo realmente. Nascono così le grandi Esposizioni Universali: insediamenti territoriali in grandi scenari metropolitani in cui vengono pubblicizzate le tecnologie e le merci per affermarle nei rapporti di potere della società e della vita quotidiana A. Abruzzese, D. Borrelli, L’industria culturale. Tracce e immagini di un privilegio Modernità e metropoli Nei grandi centri urbani del XIX secolo si ridefiniscono i rapporti tra spazio interno e spazio esterno. Nella metropoli mezzi fantasmagorici cercano di valorizzare la visibilità: l'illuminazione nelle strade, l’esposizione delle merci nelle vetrine, lo spettacolo delle Esposizioni universali. Le grandi Esposizioni Universali rendono omaggio ai beni della civiltà occidentale. Le vetrine fanno sognare i passanti e promuovono desideri, in sintonia con la sensibilità romantica. Modernità e metropoli Nella metropoli i vecchi legami vengono recisi, crescono i contatti interpersonali e casuali Le scelte individuali si vanno a collocare su una linea di confine tra autonomia ed eteronomia Nell’organizzazione del tempo metropolitano le tradizioni rituali della dimensione comunitaria primitiva sono venute a mancare e il potere delle immagini va assumendo una funzione fantasmagorica Nathaniel Hawthorne (Wakefield), Edgar Allan Poe (L'uomo della folla) Modernità e metropoli Walter Benjamin, l’individuo nella società moderna non deve sapere orientarsi, ma sapersi perdere. Georg Simmel, la metropoli garantisce il massimo livello di sviluppo per la vita individuale : “Il punto decisivo è che la vita urbana ha trasformato la lotta con la natura per il cibo in una lotta per l’uomo” “Lo sviluppo della cultura moderna si caratterizza per la preponderanza di ciò che si può chiamare lo spirito oggettivo sullo spirito soggettivo” La razionalità inserita in una semplice macchina da cucire (oggettività priva di coscienza, progettata però consapevolmente da uno o più uomini) prende il posto della coscienza, dell'abilità, della capacità, dell'attenzione della donna che con l'ago e il filo eseguiva a mano le medesime operazioni Modernità e metropoli La metropoli è il luogo in cui la concentrazione della produzione industriale (nella forma della merce) e l’immaginario artistico entrano in contatto. “Lo sviluppo della cultura moderna si caratterizza per la preponderanza di ciò che si può chiamare lo spirito oggettivo sullo spirito soggettivo: in altre parole, nel linguaggio come nel diritto, nella tecnica della produzione come nell’arte, nella scienza come negli oggetti di uso domestico, è incorporata una quantità di spirito al cui quotidiano aumentare lo sviluppo spirituale del soggetto può tener dietro solo in modo incompleto, e con distacco sempre crescente [...]” G. Simmel, La metropoli e la vita dello spirito Modernità e metropoli Walter Benjamin Il flâneur non è un individuo che vaga sperduto nella metropoli moderna. Ne è piuttosto l’esploratore, il soggetto che nella molteplicità delle persone, nel proliferare delle merci e nell’incontenibile crescita “ dei messaggi culturali tenta di cogliere ciò che è veramente significativo. Le sue strategie di orientamento, sono fondate sull’attenzione per ciò che è marginale e trascurato L ‘individuo Blasè è colui che abita nella metropoli, è disincantato e annoiato, “ha già visto tutto”, è indifferente nei confronti di tutta la varietà Georg Simmel, qualitativa delle cose; il susseguirsi quotidiano di notizie ed emozioni fa divenire tutto normale, consuma le energie anche se poi questa annoiata o indifferenza è solo una forma di difesa posta in essere dall’abitante della metropoli, di fronte alla frenesia che caratterizza la vita delle grandi città Modernità e metropoli “In ogni caso, l’individuo è sempre meno all’altezza dello sviluppo lussureggiante della cultura oggettiva [...] l’individuo è ridotto ad una quantité négligeable, ad un granello di sabbia di fronte ad un’organizzazione immensa di cose e di forze che gli sottraggono tutti i progressi, le spiritualità e i valori, trasferiti via via dalla loro forma soggettiva a quella di una vita puramente oggettiva” (G. Simmel, La metropoli e la vita dello spirito) Lo spazio I non-luoghi Il concetto di non-luogo può essere fatto risalire a Marc Augè e a Georges Benko. Sono tali i luoghi in cui viene scoraggiata ogni possibilità di insediamento duraturo, in cui è impossibile la possibilità di colonizzazione. Il non-luogo è uno spazio privo delle espressioni simboliche di identità, relazioni e storia. Sono gli aeroporti, le stanze d’albergo, i mezzi pubblici di trasporto. In un non-luogo, chiunque deve sentirsi a casa propria, ma nessuno deve comportarsi come a casa propria. Il bello e l’utile L’arte si collega sempre più strettamente alla vita quotidiana, all’estetizzazione egli oggetti (design), al culto delle forme, al rispetto dell’ambiente. Dagli oggetti misurabili, sostituibili, analizzabili, Dall’organizzazione rigorosa della realtà agli oggetti estetizzati, che diventano merci, immagini, consumi. Media e Modernità Nella civiltà dell’immagine… La Modernità è segnata dall’esperienza Dell’interazione mediata e dall’agire a distanza. I media esprimono il bisogno che venga restituita visibilità agli oggetti e ai soggetti che occupano il proprio ambiente di vita: Esposizioni Universali, fotografia, cinema, televisione, Rete. Le immagini rappresentano le forme di riappropriazione simbolica di una società nella quale si moltiplicano segni e presenze. L’evoluzione dell’industria culturale coincide con la storia della metropoli. “Dai viaggi in terre lontane ai viaggi nella propria stanza e nella propria testa. Questa è anche la storia dei media. Dalla fotografia che scopre il mondo delle cose all’informazione audiovisiva; dallo straniero in quanto eroe dell’immaginario ottocentesco all’ospite in studio del set televisivo. Dallo schermo al computer. A ogni mutamento il soggetto si è trovato a disporre di una artificialità dell’espressione che affondava le sue radici nel mutamento stesso e cioè nei bisogni del soggetto.” A. Abruzzese, Nemici a se stessi, in A. Ferraro e Gabriele Montagano, La scena immateriale, Costa & Nolan, Genova, 1994, p. 117 “Giunti a non essere più compatibili con i precedenti mezzi di rappresentazione e di comunicazione, l’azione espressiva del soggetto li forza, distorce, destruttura, sino a farli implodere in un nuovo mezzo di espressione. L’immaginazione umana è spinta dal desiderio di ridare corpo, presenza, visibilità a ciò che produce. Per questo essa ha superato le mura e le strade della metropoli, la pagina scritta e la scena teatrale, arrivando così allo schermo cinematografico, per questo il video ha moltiplicato i suoi territori iperreali.” A. Abruzzese, Nemici a se stessi, in A. Ferraro e Gabriele Montagano, La scena immateriale, Costa & Nolan, Genova, 1994, p. 117 Società e identità La rivendicazione dell’uguaglianza nel periodo illuministico si presentò come un movimento di reazione alle disuguaglianze subite da grandi masse ed individui e divenuti per essi insopportabili. Queste disuguaglianze non furono avvertite in prima istanza come lesive di un astratto diritto a essere uguali, ma della più primaria e sentita esigenza di affermare liberamente la propria personalità. L’uguaglianza apparve cioè come uno strumento per far valere l’individualità negata. G. Simmel, Forme dell’individualismo, Armando, 2001 Le categorie della modernità Categorie P C R Soggetto Identità forte Identità debole Identità plurime P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione Evoluzione del concetto di Identità L’uomo della Modernità era determinato da eventi naturali e abitudini sociali. L’uomo della Crisi è costretto a creare il proprio destino, prova un sentimento di insecuritas e sensi di colpa, non trova più la strada della salvezza. Spezzati i legami che connettevano l’esistenza umana alla natura, agli altri e a Dio, l’uomo si ripiega su se stesso e ascolta la vita che scorre al proprio interno. Identità Uno…. L’individuo moderno era un individuo “sostanziale” dotato di un nucleo metafisico a cui fare riferimento e nello stesso tempo, contro cui lottare per liberarsi dai vincoli della tradizione, della morale, della religione, dello Stato. L’individuo moderno affronta la lotta prometeica contro le forze della natura e contro l’ordine sociale tradizionale. Renè Descartes (La Haye, Turenna 1596 Stoccolma 1650) Opera di riferimento: Discorso sul metodo 1637 Identità ? ... nessuno, …. Il soggetto forte cartesiano, homo oeconomicus, lascia il posto a un’identità frammentaria e nomade. Nella crisi della modernità l’identità non è più un dato ma una sfida, un processo sempre più affidato alle risorse e alle capacità individuali. … centomila In un mondo in continuo mutamento, il soggetto ha il problema di garantire un nucleo stabile. La sfida ora non è più il cambiamento, ma assicurare l’unità e la continuità della storia Individuale. Identità Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de' miei amici o conoscenti dimostrava d'aver perduto il senno fino al punto di venire da me per qualche consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli rispondevo: - Io mi chiamo Mattia Pascal. - Grazie, caro. Questo lo so. - E ti par poco? Il fu Mattia Pascal, Luigi Pirandello (1904) Non pareva molto, per dir la verità, neanche a me. Ma ignoravo allora che cosa volesse dire il non sapere neppur questo, il non poter più rispondere, cioè, come prima, all'occorrenza: - Io mi chiamo Mattia Pascal. Libertà vs uguaglianza Lo scontro di libertà e uguaglianza produce una rottura dell’equilibrio illuministico Si credeva che la libertà avrebbe prodotto un’uguaglianza naturale, universale e duratura L’individualismo illuminista è quantitativo Uomo universale L’uomo universale Liberazione dell’uomo dalla tradizione, dalla religione, dalla metafisica, dai legami causali della natura (Kant) Al razionalismo del XVIII sec. non interessava l’uomo particolare ma l’uomo astratto, che si emancipa dalle corporazioni medioevali “un essere razionale deve essere senz’altro un individuo, ma non questo o quell’individuo determinato” (Ficthe) Identità eroica In Nietzsche trova piena affermazione l’individualismo ottocentesco dell’unicità Ogni uomo rappresenta l’umanità in una forma particolare Gli individui resi autonomi dalle istituzioni vogliono ora distinguersi l’uno dall’altro Il superuomo è il soggetto del superamento della soggettività della razionalità classica Friederich Wilhelm Nietzsche (15 ottobre 1844 – 25 agosto 1900) …colui che sa “continuare a sognare sapendo di sognare” … Identità eroica L’unico mondo reale è quello dell’esperienza, le cui contraddizioni non si risolvono però in una sintesi razionale, salvifica e consolatrice I fatti non esistono ma esistono solo le interpretazioni. Il mondo è un testo misterioso e non ancora decifrato La scienza ora è una struttura coerente di errori indispensabile alla sopravvivenza dell’uomo; per rendere calcolabile e controllabile l’avvenire ne elimina l’imprevedibilità e l’innovazione. Un filo invisibile lega arte e scienza: è stata l’arte, che favorendo il culto del “non vero” e della finzione, ha reso accettabile il modo in cui oggi si presenta la scienza. Identità e inconscio Oltre il silenzio possono prodursi nuove parole, strumenti per decifrare ciò che non si sa, l’impensato. Sigmund Freud (1856 Freiberg – 1939 Londra) E’ l’inconscio di Freud, un luogo sconosciuto nel quale ci si avventura nell’assenza e nel groviglio di parole, attraverso l’interpretazione e la costruzione critica. Nel 1900 viene pubblicato il poderoso lavoro: l'interpretazione dei sogni. Identità e assurdo E’ l’insetto della Metamorfosi di Kafka (3 luglio 1883, Vienna - 3 giugno 1924, Kierling), che con il suo sguardo acuto osserva le cose, cogliendone il bordo acuto e tagliente Identità e assurdo L’uomo moderno è schiacciato da organismi statali e burocratici che lo dominano senza che egli neppure ne conosca il volto, gli scopi, i procedimenti. Dalla deformazione del quotidiano nascono situazioni grottesche L’inquietudine, l’insoddisfazione, e nel frattempo, l’attesa di un’indicazione, di un messaggio, la ricerca di una Legge caratterizzano la condizione dell’uomo moderno Identità e assurdo “Gregor si spaventò nel sentire la propria voce che rispondeva alla madre, era sempre la sua di prima, non si poteva sbagliare, ma vi si mescolava, nei toni bassi, un pigolio doloroso impossibile a sopprimere che lasciava sussistere le parole soltanto nel primo istante in cui erano pronunciate e poi le soffocava, tanto da non sapere se erano state capite o no” La metamorfosi Franz Kafka, 1916 Identità e metamorfosi Identità e metamorfosi Il Bruco e Alice si guardarono a vicenda per qualche tempo in silenzio; finalmente il Bruco staccò la pipa di bocca, e le parlò con voce languida e sonnacchiosa: Chi sei? - disse il Bruco. Non era un bel principio di conversazione. Alice rispose con qualche timidezza: - Davvero non te lo saprei dire ora. So dirti chi fossi, quando mi son levata questa mattina, ma d'allora credo di essere stata cambiata parecchie volte. - Che cosa mi vai contando? - disse austeramente il Bruco. Spiegati meglio. - Temo di non potermi spiegare, - disse Alice, - perchè non sono più quella di prima, come vedi. - Io non vedo nulla, - rispose il Bruco. - Temo di non potermi spiegare più chiaramente, - soggiunse Alice in maniera assai gentile, - perchè dopo esser stata cambiata di statura tante volte in un giorno, non capisco più nulla. - Non è vero! - disse il Bruco Consigli del bruco, Alice nel Paese delle Meraviglie (1865) di Lewis Carroll Identità e metamorfosi In una società molto differenziata l’uomo fa l’esperienza diretta della propria diversità, ma sperimenta anche la difficoltà di riconoscersi negli altri. Un io molteplice non fa riferimento a un’essenza permanente, ma al processo delle proprie identificazioni successive Attraverso i cambiamenti di forma l’identità diventa un processo di negoziazione tra parti diverse di noi stessi e diversi sistemi di relazione ma l’ indebolimento delle Zelig, Usa, 1983, regia di Woody Allen identificazioni esterne produce l’esigenza di trovare nuove radici e rassicurazioni Le categorie della modernità Categorie P C R Cultura Accumulazione costante di Sapere Relativismo, falsificabilità, incertezza Eccedenza comunicativa Cultura Alta MidCult MassCult P = Progetto; C = Crisi; R = Radicalizzazione Modernità e civilizzazione Nel lungo processo che conduce alla Modernità la forma e la forza dell’autocontrollo cambiano seguendo una linea di sviluppo storico Sigmund Freud (1856 Freiberg – 1939 Londra) “La tendenza aggressiva è nell’uomo una disposizione pulsionale originaria e indipendente, che la civiltà trova in essa il suo più grave ostacolo …” La civiltà è disagio perché l’uomo per vivere insieme agli altri rinunciando in gran parte alla libera espressione di una parte della sessualità Modernità e civilizzazione La società di corte è il luogo nel quale prende avvio il processo di razionalizzazione da cui nasce il mondo moderno. Man mano che l’aristocrazia si trasferisce a corte e il potere centrale si consolida, nasce un habitus più pacifico e addomesticato. I cavalieri medioevali erano guerrieri rudi e violenti, i cavalieri che vivono a corte sviluppano un tipo di autocontrollo, sostituendo all’aggressione fisica strategie di studio dell’avversario che necessitano di introspezione psicologica. Modernità e civilizzazione Elias dà della civilizzazione una lettura sostanzialmente positiva. Nonostante non siano scomparsi conflitti e sofferenze, tuttavia la civiltà pacifica produce un minor grado d’infelicità generale Freud considera la repressione degli istinti come un prezzo troppo alto da pagare per la la civiltà pacificata Modernità e civilizzazione L’uomo moderno è un uomo che si auto-reprime in misura molto superiore a quella di uomini di società più semplici. Attraverso il processo di civilizzazione gli uomini rinunciano sempre più regolarmente alla soddisfazione dell’istintualità, ad esprimere le emozioni, eliminando al violenza fisica dai rapporti sociali. Norbert Elias La civiltà delle buone maniere, Il processo di civilizzazione, Bologna, Il Mulino, 1982 Modernità e civilizzazione La razionalizzazione è un aspetto della civilizzazione L’avanzare della civiltà produce sul versante macro l’affermazione del potere statale si realizza grazie a una concentrazione delle risorse economiche, simboliche, mentre sul versante micro l’individuo tende a sviluppare un autocontrollo sempre più omogeneo e continuo. Media e Modernità Nascita dell’industria culturale moderna Sviluppo degli apparati di produzione e distribuzione dei beni culturali Creazione di un mercato di massa Modernità e mezzi di comunicazione Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha avuto un ruolo di fondamentale importanza nella nascita delle società moderne A partire dalla metà del diciannovesimo secolo si verifica una grande espansione delle reti di comunicazione e informazione che progressivamente estendono la loro ampiezza fino a raggiungere una dimensione globale Modernità e mezzi di comunicazione L’uso dei mezzi di comunicazione implica la creazione di nuove forme di azione e di interazione nel mondo sociale, di nuovi tipi di relazione e di nuovi modi di rapportarsi agli altri e a se stessi per la prima volta indipendenti dalla condivisione di un medesimo ambiente Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha reso visibile il potere su una scala senza precedenti Modernità e mezzi di comunicazione L’incontro con l’opera d’arte è un modo di fare esperienza, attraverso l’immaginazione di altri mondi possibili, facendo uscire l’uomo dal suo mondo “reale”. M. Heidegger definisce la Modernità come “l’epoca delle immagini del mondo”. Si può uscire dalla modernità? Si può uscire dalla Modernità? La Modernità è l’epoca in cui diventa un valore determinante il fatto di essere moderni Nessuno sa cosa c’è fuori, né se si può uscire, e questo dà un senso di vertigine, che viene sintetizzato razionalmente con il prefisso POST Pensiamo di ribellarci alla Modernità ma abbiamo a disposizione solo i suoi linguaggi, le sue regole, le sue categorie concettuali Si tratta di concetti dati per scontati: il soggetto di cui parla la sociologia classica è implicitamente bianco, forte, sano, adulto La modernità è più autoriflessiva che critica Si può uscire dalla Modernità? La Storia come scrittura di gruppi e classi sociali dominanti. La memoria collettiva ha sempre un carattere ideologico (Benjamin 1938, Tesi sulla filosofia della storia) I movimenti che hanno voluto esprimere altre soggettività si sono scontrati con il Potere La modernità è più autoriflessiva che critica In conclusione… Modernizzazione Modernismo Progetto della Modernità Modernità eroica Modernità liquida Disagio della Modernità Modernità in polvere Modernità Crisi della Modernità Modernità radicale Post- Modernità Tardo Modernità Indicazioni bibliografiche Arjun Appadurai, MODERNITA ’ IN POLVERE, 2001, Roma, Meltemi Zygmunt Bauman, MODERNITÀ LIQUIDA, 2002, Bari, Laterza Ulrick Beck, I RISCHI DELLA LIBERTÀ, 2000, Bologna, Il Mulino David Harvey, LA CRISI DELLA MODERNITA ’ , 1997, Milano, Est Anthony Giddens, LE CONSEGUENZE DELLA MODERNITÀ, 1994, Bologna, Il Mulino Lyotard, LA CONDIZIONE POSTMODERNA, 1981, Milano, Feltrinelli Jean-Francois Taylor, IL DISAGIO MODERNITA’,1999, Bari, Laterza Charles DELLA John B. Thompson, MEZZI DI COMUNICAZIONE E MODERNITA’, 1998, Bologna, Il Mulino