Valis YOGA PER L` ANIMA

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Valis YOGA PER L` ANIMA
Valis
YOGA PER L’ ANIMA
(Pagine 202 – 209)
1. I benefici della meditazione
La meditazione riprogramma il DNA
Corpo e mente non sono separati e indipendenti. Questa concezione che in Oriente è radicata, in
Occidente si era persa, ma oggi sta risalendo la china per riaffermarsi grazie anche alle più recenti
ricerche di psiconeuroimmunologia che mettono in evidenza come i centri emotivi del cervello sono
strettamente correlati al sistema immunitario e a quello cardiovascolare. Stress e tensioni
indeboliscono i due sistemi, al contrario, una mente in pace con se stessa è il miglior alleato della
salute fisica.
La conoscenza di sé apporta salute. Parlare di tutti i benefici che di anno in anno la ricerca
medica scopre nella meditazione mi porterebbe a scrivere un lungo elenco clinico delle patologie
trattate con le pratiche meditative, e per quanto lungo fosse questo elenco rimarrebbe comunque
incompleto. Però tutto il discorso lo posso riassumere in due sole parole: la meditazione
rasserenando l'anima migliora la condizione del corpo.
Le frustrazioni psichiche nascono dai dilemmi che siamo chiamati a risolvere nel vivere e
scegliere tra situazioni complesse che presentano sempre vantaggi e costi tra aspetti interiori ed
esteriori: imparando a lavorare con la meditazione sui pensieri negativi e positivi si può condurre
una vita più serena che eleverà naturalmente il livello di salute, diminuendo la spesa medica.
Durante la meditazione si diviene più coscienti e la mente e l'organismo si rilassano. Rallentando
l’attività psichica e fisica il fabbisogno di ossigeno decresce, si ha una diminuzione della pressione
arteriosa che porta ad una riduzione di quelle sostanze ormonali che stimolano l’angoscia, calano
cortisolo, radicali liberi, acido lattico e si innesca così una riduzione dell’ansia e dell’aggressività.
Inoltre questi fattori che vediamo calare (ipertensione, radicali, cortisolo) sono gli stessi che
caratterizzano i parametri dell’invecchiamento; infine i due emisferi cerebrali iniziano a
sincronizzare la propria frequenza vibratoria in schemi armonici.
Il nostro benessere e la nostra salute dipendono dalla pulizia, armonia, forza, stabilità, fiducia,
pace, amorevolezza spirituale. Semplice vero?
Queste qualità sono le vitamine dell'anima che ci nutrono e mantengono la dimensione psico
fisico emotiva mentale al miglior livello possibile.
Quindi non è sorprendente vedere come la ricerca scientifica abbia dimostrato l'efficacia della
meditazione nel contenere gli effetti debilitanti di gravi patologie come il tumore e l'artrite
reumatoide.
In me riscontrai l'arresto della caduta dei capelli e la loro ricrescita. La tensione dello studio per
gli esami universitari stava deteriorando la salute dei capelli, ma con la meditazione ho scoperto uno
stato interiore di leggerezza che è stato benefico anche per quell'aspetto fisico.
Con la meditazione, in particolare con quella del corpo di luce, penso si possa mantenere più alta
la vigilanza del sistema immunitario ed infatti mi si sono ridotti i periodi influenzali. E la sensibile
percezione del corpo vitale (pranico) con la visualizzazione permette di mantenere sotto controllo il
modello della forma organica. Pure mi ricordo di allievi che superarono stati di insonnia e ansia.
Appare dimostrato come abbassando il livello di stress ci si protegga da infiammazioni alle
articolazioni, come da coliche e gastriti.
In Italia è stato avviato da Ausl dell'Umbria e della Toscana sessioni meditative per il recupero di
gravi casi di anoressia. Recentemente numerose classi della scuola dell'obbligo hanno introdotto la
meditazione per rendere gli alunni meno iperattivi e agitati e indirizzarli verso un più alto livello di
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coscienza di se stessi, dei valori etici e di ascolto e rispetto dell'altro, cioè come terapia
antibullismo.
Programmi di meditazione sono presenti nelle strutture carcerarie di molti paesi, dall'India,
all'Italia, agli Usa. E in Germania e Svizzera ci sono un paio di comunità cliniche che si dedicano
ad applicare, con eccellenti esiti, programmi di meditazione come terapia per uscire dalla
tossicodipendenza.
Un team di neurochirurghi statunitensi ha presentato al M.I.T. (Massachusetts Institute of
Technology) di Boston il risultato di 10 anni di ricerca sulla meditazione, dimostrando che la
meditazione rafforza le difese dell'organismo contro: invecchiamento, influenza, ipertensione, ansia,
asma, depressione, panico, collera, psoriasi, colite spastica, cancro. Significativi miglioramenti sono
stati misurati in tutti i soggetti già a partire dal secondo mese di pratica nella meditazione guidata
(Corriere della Sera, 15.11.2003).
La produzione di neurotrasmettitori da parte del processo meditativo riprogramma le stesse
cellule del corpo modificandone l'espressione genetica e inducendo nuovi comportamenti chimici
che si ripercuotono positivamente sull'intero organismo.
Meditazioni contro depressione, stress, ansia
Dai primi anni 70' la letteratura medica aveva già ben documentato l'effetto anti stress della
meditazione, ma fino a qualche anno fa la si sconsigliava per i casi di depressione. Conosco uno
psicologo che volle far smettere una ragazza depressa di meditare e dopo pochi mesi lei si impiccò
al lampadario di casa.
Allora, al di là dei miei personali dubbi verso la sua decisione non avevo ancora trovato studi che
dimostrassero che lui si stava sbagliando ad affrontare la questione e non interferii: l'idea prevalente
infatti vedeva la meditazione come un processo di interiorizzazione che potesse portare il soggetto
depresso ad una chiusura in un cerchio di pensieri ancora più neri; oggi che la ricerca clinica ha
affrontato sperimentalmente in più occasioni la questione, ha potuto dimostrare i notevoli benefici
della meditazione anche per i soggetti in depressione. Le ultime ricerche si concentrano sulla
produzione di neurotrasmettitori che avviene durante una seduta di meditazione. Alla Boston
University School of Medicine hanno scoperto che il meditare stimola la produzione del
neurotrasmettitore Gaba, la cui carenza è stata rilevata nei soggetti affetti da stati depressivi;
pertanto si va incontro in ambito medico alla proposta di pratiche meditative per la cura della
depressione. Lo psichiatra Joh Teasdale dell'Istituto di Scienze cognitive di Cambridge ha visto
dimezzarsi la ricaduta negli stati depressivi cronici dei pazienti sottoposti a terapia meditativa.
E' noto che chi medita è meno soggetto a stati ansiogeni e di stress. Ritorno a questo tema, dai
più già conosciuto, per aggiungere qualche informazione più specifica. Uno dei primi ricercatori
che nella metà degli anni '70 si occuparono di questo fenomeno fu lo psicologo e insegnante di
Harvard, Daniel Goleman, autore tra l'altro di “La forza della meditazione” e del best seller
“Intelligenza emotiva”.
La sua sperimentazione dimostrò come la meditazione accelerava la ripresa da un eccitamento da
stress psichico. Cosa significa ciò? Facilmente lo capiamo con un esempio fisico: se una persona
sedentaria ed una allenata vengono invitati a fare un chilometro in bicicletta; alla fine della corsa il
cardiologo registrerà nella prima persona un'accelerazione cardiaca che si protrae nel tempo prima
di ritornare alla normalità, e d'altra parte troverà che i battiti del cuore dell'atleta ritornano subito
regolari, questo in forza del suo allenamento. Significa che l'atleta rispetto al sedentario ha una
buona capacità di ripresa da un eccitamento da stress motorio.
Le cose sono simili sul piano psichico; la sperimentazione condotta da Goleman e Gary
Schwartz ha posto alcuni soggetti meditatori di fronte a situazioni di vita con un alto rischio di
infortunio, riscontrando che nei meditatori si attivavano più istantaneamente tutti i parametri
fisiologici della risposta istintiva al pericolo, ma dopo l'attivazione fisiologica istantanea per
affrontare il pericolo, si registrava pure un veloce rilassamento appena superata la fase critica.
Scrive Goleman (in “La forza della meditazione”, pag. 187-192): “non appena un incidente
stava per accadere, i loro corpi si mobilitavano in quella che i fisiologi chiamano reazione di “lotta
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o fuga” per essere pronti ad affrontare l'evento stressante, così il loro ritmo cardiaco aumentava e
cominciavano a sudare più dei non meditatori. Ma non appena l'incidente era passato, i meditatori
si riprendevano meglio, i loro segnali di eccitamento corporeo calavano più rapidamente di quelli
dei non meditatori; erano più rilassati quanto i non meditatori continuavano a dare segni di
tensione.”
Andando avanti nella sua ricerca Goleman spiega come: “tra chi medita si riscontra una minore
incidenza di ansietà, di problemi psicologici, disordini psicosomatici, di raffreddori, mal di testa,
insonnia. Invece la persona ansiosa affronta i normali eventi della vita come se fossero crisi, ogni
minimo avvenimento aumenta la sua tensione, ed essa a sua volta ingigantisce un banale evento
come una scadenza, un colloquio importante, l'appuntamento con il medico, fino a farlo sembrare
un pericolo.” Ma la meditazione non migliora soltanto la capacità di rilassamento, ma pure la
capacità di attenzione vigile, scrive Goleman: “L'affinamento dell'attenzione dura al di là della
sessione di meditazione stessa: si mostra in una varietà di modi nel resto della giornata del
meditatore. Si è scoperto che la meditazione, per esempio, aumenta la capacità di raccogliere sottili
segnali percettivi nell'ambiente, e di prestare attenzione a ciò che succede piuttosto che lasciare la
mente vagare altrove. Ciò significa che nella conversazione con un'altra persona, il meditatore sarà
più empatico, poiché egli può prestare un'attenzione più intensa a ciò che l'altra persona sta
facendo e dicendo, e può raccogliere meglio i messaggi nascosti che l'altro sta inviando.”
Ridotta l'ansia, aumentate le resistenze immunitarie: la sperimentazione condotta nel luglio del
2004 dall'Università del Wisconsin, prevedeva un giorno alla settimana di ritiro in meditazione per
2 mesi; i risultati riscontrati hanno mostrato un abbassamento del livello di ansia, una maggiore
resistenza alle situazioni di stress, una potenziata risposta immunitaria, ed emozioni più positive.
Meditare abbassa l'età biologica
E' stato dimostrato il collegamento fra invecchiamento e stress, la meditazione riducendo
considerevolmente la produzione degli ormoni dello stress che per l'organismo sono molto tossici,
rallenta il processo dell'invecchiamento. Keith Wallace, fisiologo statunitense dell'UCLA, nel '78
dimostro che nei soggetti che praticano la meditazione da almeno 5 anni si evidenziano indici di
invecchiamento inferiori in media di 12 anni. Poi verso la fine degli anni '80 un'altra ricerca,
condotta dal medico Jay Glaser, su un gruppo di 328 meditanti, dimostrò che i loro parametri
fisiologici corrispondevano a soggetti con 5 - 10 anni in meno. Una successiva ricerca condotta
dalle compagnie assicurative statunitensi confermò che le persone che praticano meditazione hanno
una età biologica inferiore alla età cronologica di circa 12 anni, e registrano una spesa sanitaria
inferiore mediamente del 70% riguardo alle visite d'ambulatorio, ai ricoveri ospedalieri, ed alle
manifestazioni di tumori, infarti, infezioni, malattie nervose. Fa bene al cuore: la ricerca condotta
presso lo Stress Institute della Roosvelt University nel 2001, rileva come meditare sia
qualitativamente differente che passare un periodo in semplice relax, la meditazione predispone a
un minor affaticamento del cuore regolandone il ritmo e migliorando le condizioni cardiache nei
soggetti a rischio, inoltre migliora il metabolismo muscolare accrescendo la resistenza fisica.
Miglioramenti generali: da 5 anni sono stati coinvolti 3.000 pazienti in un programma di
meditazione al Centro Clinico tedesco di Essen-Mitte, miglioramenti significativi si sono riscontrati
in svariate patologie, allungando l'aspettativa di vita nei casi di cancro. Anche la Lega italiana per la
lotta contro i tumori gestisce corsi di meditazione yoga a Milano. I pazienti possono così ricevere
una terapia di supporto con la quale poter ritrovare armonia tra il loro corpo martoriato dalla
malattia e l'esistenza, migliorando la loro qualità della vita.
Meditare fa bene nello sport
Medici sportivi sovietici hanno ampiamente indagato la relazione tra la visualizzazione positiva
in meditazione ed il rendimento fisico; in un esperimento prepararono i loro atleti seguendo 4
strategie differenti: il primo gruppo di atleti usò tutto il tempo dell'allenamento solo per allenarsi. Il
secondo gruppo dedicò il 25% di quel tempo alla visualizzazione dettagliata dei movimenti
dell'allenamento e del raggiungimento degli obiettivi da raggiungere. Il terzo gruppo dedicò metà di
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quel tempo alla visualizzazione ed il quarto gruppo si dedicò al 75% a visualizzare. Ai Winter
Games di New York del 1980, il quarto gruppo risultò avere il maggior incremento di rendimento
atletico, seguito dai gruppi tre, due, uno.
La meditazione armonizza le onde cerebrali
Il neurologo Richard Davidson ha condotto un esperimento con 8 monaci tibetani esperti nella
meditazione, trovando in essi un'elevata attività nella corteccia prefrontale, specialmente sul lato
sinistro, quello considerato connesso col senso di gioia, felicità e compassione.
Negli EEG, durante la meditazione, comparivano in quest'area cerebrale potentissime onde
Gamma, tali onde non vengono neppure citate nella più autorevole letteratura scientifica in quanto i
soggetti studiati normalmente da psichiatri e neuroscienziati non avevano mostrato una così alta
frequenza vibratoria. Questi esperimenti hanno portato in luce che la meditazione non è solo uno
stato di rilassamento, come ancora oggi molti ritengono e praticano similmente al training autogeno
o al theta healing, ma, contemporaneamente al rilassamento (evidenziato dalle frequenze basse), la
meditazione praticata correttamente può portare il soggetto nell'esperienza di una dimensione
vibratoria elevata, generatrice di ispirazione.
Le onde Delta (0,5-4 HZ) si manifestano nella condizione degli impulsi vitali, del sonno, del
coma.
Le onde Theta (4-8 Hz) sono rivelatrici delle emozioni, dei sentimenti, dei sogni, della trance
ipnotica, della connessione con l'inconscio.
Le onde Alfa (8-13 Hz) sono associate alla percezione e coscienza sensoriale del corpo, ad una
consapevolezza rilassata e non concentrata.
Le onde Beta (13-30 Hz) rivelano l'attività intellettiva della mente nelle sue facoltà di pensare,
concentrarsi, elaborare, apprendere, valutare, prendere decisioni.
Le onde Gamma (30-42 Hz) appaiono negli stati superiori di coscienza quali estasi, fusione,
volontà, ispirazione spirituale e artistica, come il satori nello zen o il samadhi nella meditazione
yoga.
Quindi, una mente normalmente in attività si presenta con una dominante in onde Beta, mentre
una mente rilassata assume uno stato vibratorio in Alfa, così una mente connessa con il proprio
inconscio si modulerà prevalentemente in Theta, ed una coscienza liberata si presenterà con picchi
di onde Gamma. Però molti altri aspetti di questi esperimenti andrebbero presi in considerazione per
tratteggiare un quadro dell'attività psichica più completo. Per esempio sembra che quando un
soggetto inizia ad elevarsi a livelli superiori di autoconsapevolezza e il suo egocentrismo tende ad
affievolirsi, le onde Alfa si riducono nell'area posteriore del cervello ed aumentano nei lobi frontali.
Questi cambiamenti che la meditazione può operare sui tracciati EEG sono “trasmissibili” da
maestro ad allievo durante la pratica yoga del dristhi.
Ci siamo oramai abituati a parlare di emisfero cerebrale destro intuitivo, creativo, subordinato,
prevalentemente attivo nei soggetti di sesso femminile, ed emisfero cerebrale sinistro razionale,
analitico, dominate, più attivo nei soggetti maschili. Molte funzionalità comportamentali e
caratteriali, sensitive, creative, intellettuali, sono state mappate, cioè si è riscontrata l'attivazione
elettrica di certe reti neuronali nel cervello, mentre si svolgono certi compiti specifici. Allo stesso
modo è stata “spiata” l'attività del cervello di soggetti raccolti in meditazione, rivelando che in essi
non sussisteva più alcuna distinzione tra emisfero destro e sinistro, vale a dire che l'emisfero destro
e quello sinistro si erano unificati, trascendendo il “maschile” ed il “femminile”, in una completa
sincronicità vibrazionale da non mostrare più differenti schemi di funzionamento, ma di presentarsi
come un tutt'uno integrato sia nelle onde basse Theta, sia in quelle intermedie Beta ed Alfa, sia in
quelle più alte Gamma. Questo stato di integrità per i mistici è la condizione naturale dopo che si è
risvegliata la pura coscienza di sé, altrimenti ci si trova in uno stato perturbato.
Il trascendere il dualismo vibrazionale maschile-femminile non è affatto l'unico sorprendente
fenomeno riscontrato in chi medita; un altro trascendimento è quello di superare la distinzione tra
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veglia e sonno, quando, come ho potuto sperimentare, si permane profondamente addormentati e
lucidamente coscienti, di nuovo si incontra uno stato di coscienza “scientificamente anormale” che
è invece riconosciuto dai mistici come il risiedere nella pura luce interiore della realtà del risveglio
spirituale.
Le Upanisad ne parlano come il “quarto”, detto turya, cioè quella condizione che non
corrisponde né alla veglia, né al sogno, né al sonno profondo.
Amore e meditazione
L'amore fa breccia tra i pensieri egoistici e ci porta oltre, pure la vera conoscenza ci libera dai
limiti dell'egoismo, pure il lavoro che si compie per l'altro sradica le tendenze della volontà egoista.
Tutto questo immagino sia noto, ma come ciò sia anche la realizzazione dello yoga forse non sarà
altrettanto comprensibile se non attraverso una pratica consapevole.
C'è chi si avvicina alla meditazione ed ai gruppi spirituali dopo una delusione di coppia per
ritrovare un proprio equilibrio mentale ed un pò di conforto emotivo. Nella pratica di meditazione si
dedica del tempo all'ascolto interiore e all'ascolto dell'altro e ciò migliora la capacità di raccontarsi e
comunicare con completezza profonda.
Ci si orienterà verso un'estetica ed un modo di vita semplice, dar valore alla semplicità, imparare
ad apprezzarla nella sua naturalezza, allontana l'irrequietezza e capricciosa scontentezza e ciò
migliora l'attitudine a stare nella semplice e serena pace delle cose.
Quando la comprensione di sé diventa più alta si sperimenta una lucidità dell'essere che sostiene
il buon umore e dà sicurezza; così se inizialmente il motivo per avvicinarsi alla meditazione poteva
essere stato un bisogno emotivo, facilmente si scopre che la meditazione fa bene all'amore nutrendo
questo sentimento con le qualità dell'ascolto, della semplicità, della comprensione, della pace, della
sicurezza.
La meditazione porta oltre il benessere
Nel 570 a.C. in Cina nasce Lao Tzu maestro del Tao, vive 80 anni. Nel 566 a.C. nasce,
nell’attuale Nepal, il Buddha, muore per avvelenamento a 88 anni. Il maestro yoga Naropa vive 84
anni. Marpa, maestro del leggendario Milarepa, vive 85 anni. Lo yogi Milarepa vive 83 anni e
muore avvelenato. Questi maestri vivevano attivamente e positivamente, percorrevano a piedi molti
chilometri tra le montagne, per raggiungere un villaggio e portare il loro insegnamento spirituale,
oppure per raggiungere una grotta o un eremo in un luogo di ritiro. Si racconta che la durata
naturale della vita dei più antichi yogi, fosse di 136 anni: nel non rispetto delle sane abitudini
veniva visto l'accorciarsi della vita naturale.
L'allievo chiese: “E' vero che praticando seriamente lo yoga potrò avere una vita sana fino a 100
anni?” “Certo, gli rispose il maestro, e se ti concentri bene potrai rinascere quercia e vivere in salute
per 300 anni.”
Allora l'allievo capì che lo scopo degli yogi non era il benessere, la salute, la longevità, ma era la
conoscenza stessa.
La conoscenza di sé guarisce.
Fabio Valis.
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