Voci Giovani - Oratorio San Giovanni Elemosiniere
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Voci Giovani - Oratorio San Giovanni Elemosiniere
Voci Giovani a cura dell’Oratorio-Circolo Anspi San Giovanni Elemosiniere Voci Giovani N U M E R O X V N O V E M B R E 2 0 1 5 Redazione Parrocchia Maria Santissima Annunziata Oratorio-Circolo Anspi “San Giovanni Elemosiniere” Corte Tancredi, 1 - 73042 Casarano (LE) Tel/Fax: 0833 501628 E-mail: [email protected] Sito web: www.oratoriosangiovannielemosiniere.it Direttore responsabile: Don Agostino Bove Coordinatori: Don Pierluigi Santo, M. Emanuela Panico, Alberto Nutricati Caporedattore: Alberto Nutricati La redazione al lavoro Impaginazione e grafica: Alberto Nutricati Redazione: Mariangela Coppola, Maria Teresa D’Amico, Giorgia Lubello, Marta Fattizzo, Maria Ferrari, Marina Mazzeo, Chiara Morfea, Rachele Panico, Aurora Primiceri, Roberta Rizzo, Marco Schito, Isabella Scorrano, Maura Sorrone, Mattia Stefàno Sommario Pag. 1 Famiglia: dono di Dio Pag. 1 La famiglia nel disegno salvifico di Dio Pag. 2 Comunicare per capirsi, capirsi per comunicare Pag. 3 Ci vogliono cervello, cuore, coraggio! Pag. 4 Campo suola settore giovani A.C. Pag. 5 Campo scuola settore A.C.R. Pag. 6 Scout: occhi per osservare, orecchie per ascoltare, mani per aiutare Pag. 8 “In cammino” verso Cracovia… col cuore colmo di “misericordia” Pag. 9 Nuova vita per la colonna di San Giovanni Pag. 9 La preziosità della Croce Pag. 10 Una speranza che non delude! Pag. 10 La famiglia e la sua missione (im)possibile Pag. 11 Risate intelligenti per il nuovo capolavoro della Disney Pag. 12 L’angolo del divertimento Pag. 12 L’angolo della ricetta VOCI GIOVANI PAGINA Famiglia: dono di Dio Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, ci troviamo dopo le vacanze estive per iniziare con rinnovato slancio il nuovo anno pastorale che ha al centro il battesimo. Si tratta di un anno in cui la diocesi ha deciso di intraprendere un cammino in comunione e unità di riscoperta delle radici della nostra fede che sono nel battesimo. Siamo tutti chiamati a rimettere al centro il battesimo come dono da riscoprire e di cui fare memoria. Per questo nostro cammino di risveglio della fede, la comunità deve mettere al centro non tanto le attività da svolgere, ma la spiritualità della comunione, che non si realizza solo con le iniziative, ma parte dalla decisione del cuore di vivere un comandamento nuovo. Questa spiritualità della comunione nasce dalla riscoperta della fede che ci unisce e dalla volontà di condividerla, facendo spazio agli altri, rifiutando ogni competizione, carrierismo, diffidenza e gelosia, essendo uniti nella diversità. Tutto questo può funzionare se anche la propria famiglia diventa il luogo concreto dove s’impara ad amare. La Chiesa ispirata dal nostro papa ha ben compreso il ruolo fondamentale della famiglia che è al centro non solo dei pensieri dei pastori, ma anche del sinodo straordinario sulla famiglia che richiamerà ancora una volta l’attenzione su di essa. La Chiesa ricorda a se stessa e ai suoi figli la valorizzazione di questo grande dono di Dio. Papa Francesco ci esorta a pregare nelle nostre famiglie perché: “Abbiamo bisogno di Dio, tutti, tutti! Bisogno del suo aiuto, della sua forza e della sua benedizione, della sua misericordia, del suo perdono”. Affidiamo l’anno alla Vergine della Campana che ci aiuti a camminare insieme nell’amore. Don Agostino e don Pierluigi La famiglia nel disegno salvifico di Dio In un periodo del quale si parla e si sparla della famiglia, riteniamo utile riportare un piccolo ma significativo passaggio della relazione sinodale dell’Assemblea generale straordinaria svoltasi a Città del Vaticano dal 5 al 19 ottobre del 2014 e avente come tema di riflessione proprio la famiglia. Alberto Nutricati 15. Le parole di vita eterna che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli comprendevano l’insegnamento sul matrimonio e la famiglia. Tale insegnamento di Gesù ci permette di distinguere in tre tappe fondamentali il progetto di Dio sul matrimonio e la famiglia. All’inizio, c'è la famiglia delle origini, quando Dio creatore istituì il matrimonio primordiale tra Adamo ed Eva, come solido fondamento della famiglia. Dio non solo ha creato l'essere umano maschio e femmina (cf. Gen 1,27), ma li ha anche benedetti perché fossero fecondi e si moltiplicassero (cf. Gen 1,28). Per questo, «l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne» (Gen 2,24). Questa unione è stata danneggiata dal peccato ed è diventata la forma storica di matrimonio nel Popolo di Dio, per il quale Mosè concesse la possibilità di rilasciare un attestato di divorzio (cf. Dt 24, 1ss). Tale forma era prevalente ai tempi di Gesù. Con il Suo avvento e la riconciliazione del mondo caduto grazie alla redenzione da Lui operata, terminò l'era inaugurata con Mosé. 16. Gesù, che ha riconciliato ogni cosa in sé, ha riportato il matrimonio e la famiglia alla loro forma originale (cf. Mc10,112). La famiglia e il matrimonio sono stati redenti da Cristo (cf. Ef 5,21-32), restaurati a immagine della Santissima Trinità, mistero da cui scaturisce ogni vero amore. L'alleanza sponsale, inaugurata nella creazione e rivelata nella storia della salvezza, riceve la piena rivelazione del suo significato in Cristo e nella sua Chiesa. Da Cristo attraverso la Chiesa, il matrimonio e la famiglia ricevono la grazia necessaria per testimoniare l'amore di Dio e vivere la vita di comunione. Il Vangelo della famiglia attraversa la storia del mondo sin dalla creazione dell’uomo ad immagine e somiglianza di Dio (cf. Gen 1, 26-27) fino al compimento del mistero dell’Alleanza in Cristo alla fine dei secoli con le nozze dell’Agnello (cf. Ap 19,9; Giovanni Paolo II, Catechesi sull'amore umano). Relatio synodi III Assemblea Generale Straordinaria 5-19 ottobre 2014 1 PAGINA 2 Comunicare per capirsi, capirsi per comunicare Con le sue attività, l’oratorio è chiamato a proporre la bellezza con l'obiettivo di destare allegria attraverso un sano divertimento, mai il fine delle attività, bensì solo un mezzo per evangelizzare più efficacemente. «Comunicare per capirsi, capirsi per comunicare»: è il tema scelto dal consiglio direttivo per l’anno oratoriano 2015-2016, in linea con gli orientamenti Anspi che propongono l’ultimo percorso del triennio 2014-2016 dal titolo «Oratori e circoli tra generazioni e comunicazione. Un linguaggio per tutti». Si tratta di accogliere una nuova sfida in campo educativo: la comunicazione tra le generazioni. Ogni persona è un mondo nuovo che aspetta solo di essere scoperto. Come? Attraverso una sana relazione interpersonale basata sulla fiducia in se stessi e in chi cammina insieme con noi. Insomma comunicare, etimologicamente parlando, significa costruire insieme, mettere in comune e far partecipe. In gergo psico-pedagogico, è un «processo finalizzato alla messa in comune di esperienze, informazioni, pensieri ed emozioni» (Vademecum - a cura di Centro Studi Irotamina). È vero: di comunicazione si parla tanto in tutti gli ambiti, aziendale, familiare, lavorativo, sociale, psicologico, ora perfino virtuale. Resta da chiedersi: quale è la specificità della comunicazione in un ambiente come l’oratorio, in particolar modo in un oratorio affiliato Anspi, come è il nostro? O meglio, «quando un legame costruito in oratorio è un’autentica relazione educati- Corso di formazione Anspi (luglio 2015) va?». Uno degli assiomi sulla comunicazione, elaborati da una scuola di sociologi e psicologi statunitensi, sostiene che è il contenuto a qualificare una relazione. VOCI GIOVANI Quale dunque il contenuto della comunicazione (ossia il messaggio) in oratorio, se non quello della Salvezza? Comunicazione come scambio reciproco non di sole informazioni, ma di valori all’insegna della scoperta di sé e dell’incontro con gli altri nello spirito cristiano dell’accompagnamento. Perfettamente in sintonia con il tema dell’anno pastorale «Battesimo, sorgente di vita nuova», il tema conduce il mondo degli adulti, maturi nella fede, ma sempre bisognosi e disponibili a nutrirla ed accrescerla, ad accompagnare le nuove generazioni alla riscoperta del dono del Battesimo, che ci fa uscire da noi stessi per andare con gioia incontro all’Altro per comunicargli, appunto, la gioia del Vangelo. Papa Francesco, incontrando i ragazzi degli oratori nella sua visita a Torino il 21 giugno 2015, per l’ostensione della Sindone, nel bicentenario della nascita di don Bosco, ammonisce: «Non dimenticatevi che una delle caratteristiche del vero oratoriano è la gioia. E con questa gioia cercare Gesù, amare Gesù, lasciarsi cercare da Gesù e incontrarlo tutti i giorni». Gioia e oratorio, un perfetto binomio. S. Domenico Savio, cresciuto in santità proprio in oratorio, lo diceva spesso: «Qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri». L’oratorio può essere sempre più una scuola di santità, una casa di credenti, solo se riesce ad essere luogo in cui ciascuno possa condividere con gli altri la gioia del Vangelo, quella che «riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù» (Evangelii Gaudium) e sono pronti a comunicare tale incontro. Allora, è lo stile di chi lo anima la carta vincente che fa dell'oratorio l'ambiente privilegiato della gioia. Per questo, con le sue attività, è chiamato a proporre la bellezza con l'obiettivo di destare allegria attraverso un sano divertimento, mai il fine delle attività, bensì solo un mezzo per evangelizzare più efficacemente. Parliamo così di cultura dell’oratorio a patto di avventurarci in proposte che possano intercettare l'interesse dei ragazzi, puntando all'utilizzo di linguaggia loro familiari. «È così che l'oratorio può fare cultura ed essere fucina di buone pratiche per il presente e per il futuro, generando il desiderio di vivere in ogni altro ambiente sempre più come Gesù» (Pastorale giovanile Forum Oratori Milanesi). M. Emanuela Panico NUMERO XV PAGINA Ci vogliono cervello, cuore, coraggio! Fosse stato per lo start di questo Grest 2015 la vigna sarebbe stata tanta ma gli operai pochi. Invece, dopo un piccolo momento di titubanza, il “lievito madre” si è attivato e il risultato, a detta di molti, è stato a dir poco positivo. “Nord Sud Ovest Oz” il titolo del Grest di quest’anno, incentrato sulla storia di quattro personaggi in cammino alla ricerca di ciò che manca loro: un cuore all'uomo di latta, un cervello allo spaventapasseri, il coraggio al leone e il ritorno a casa, dalla propria famiglia, a Doroty. Tutti e quattro insieme riescono ad arrivare al Mago di Oz, l’unico in grado di poterli aiutare ad ottenere quanto desiderano. Quattro personaggi, così tanto diversi tra loro, riescono a diventare una vera squadra, capace di cooperare; la stessa squadra che abbiamo formato noi tutti, animatori ed educatori, per proporre l’attività estiva. Una storia che ha avuto del miracoloso per Dorothy & friends che scoprono alla fine di avere dentro di sé i talenti che ricercano... come i tanti doni che ciascuno di noi custodisce: doni da scoprire e da mettere al servizio degli altri. I nostri amici hanno percorso una strada di pietre gialle, esattamente lo stesso cammino che ciascuno di noi dovrebbe percorrere per incontrare Qualcuno che ci doni speranza. Nel meraviglioso mondo di Oz i nostri eroi sono riusciti a superare ostacoli e malvagità insegnandoci che le tante "streghe" che ogni giorno incontriamo siamo chiamati a sconfiggerle definitivamente. E per farlo ci vogliono pro- prio cervello, cuore e coraggio. Questa storia è stata affiancata da varie attività ludiche, ma tutte finalizzate alla riflessione sui contenuti, da momenti di catechesi, giochi, canti, spettacoli e qualche laboratorio. Tutto ciò ha permesso di creare un clima di serena collaborazione e reciproca fiducia tra il nostro padre Pierluigi, gli educatorianimatori e i ragazzi, fino a farne un unico gruppo vivace e unito. Sono stati giorni pienamente vissuti anche contro le avversità climatiche, visto che serenamente siamo riusciti a portare l'intero gruppo in oratorio senza abbassare il divertimento e l'allegria, ma mantenendo lo stesso clima gioioso. Grazie a tutti coloro che hanno collaborato per la realizzazione del Grest 2015, a tutti i genitori che hanno dimostrato d'aver fiducia in noi, affidandoci i propri figli per farci vivere insieme a loro una stupenda avventura. Arrivederci alla prossima. Loredana Albanese 3 PAGINA 4 Campo scuola settore giovani A.C. Nei luoghi nei quali si pone al centro l’immagine di Cristo, tutto risulta facile, tutto è gioia, serenità L’esperienza del campo scuola giovani, rinnovandosi anno dopo anno, permette a ragazzi tra i 14 e i 30 anni di vivere delle emozioni speciali, concentrate in pochi giorni, ma destinate a rimanere nell’album dei propri ricordi per tutta la vita. Non a caso questo appuntamento risulta, estate dopo estate, tanto atteso sia dai cosiddetti “veterani” del settore, quindi giovani con grande esperienza alle spalle, sia dai giovanissimi che per la prima volta intraprendono questo cammino, giungendo dall’ACR e scegliendo ancora una volta di mettersi in gioco in una relazione di gruppo che permette sempre più al medesimo settore di comporre una squadra unita e fantastica. Quest’anno la mèta scelta, dal 20 al 23 agosto, è stata la struttura presente sul Lungomare di Torre San Giovanni (marina di Ugento), gestita da alcune suore della diocesi. La tematica che l’equipe educativa ha pensato di mettere sul campo, insieme al prezioso contributo del nostro diacono don Angelo Casarano e dell’assistente don Pierluigi Santo, in realtà si è rivelata essere un vero e proprio percorso composto dalle seguenti tappe: la conoscenza e la stima di sé, l’analisi di alcuni stati d’animo come la rabbia e la tristezza, letti in un’ottica alternativa rispetto al solito, e poi ancora i desideri, gli affetti, le fragilità e il peccato, tutti aspetti analizzati sia dal punto di vista personale, provocando delle riflessioni e dei momenti di deserto specifico per ogni ragazzo, sia dal punto di vista dell’esperienza di gruppo, con lo scopo di alimentare e riscoprire la fede in ognuno attraverso gli ingredienti in precedenza citati. VOCI GIOVANI Insieme abbiamo poi riscoperto la voglia e l’esigenza dello stare insieme facendo team e imparando a conoscerci ancor meglio. Non sono mancati infatti i momenti di puro divertimento, a partire dalle partite di calcetto, dal bagno in un mare distante solo 20 metri dalla struttura il quale ha garantito anche un dolce risveglio, dal simpatico siparietto non programmato avvenuto il sabato sera sul corso di San Giovanni durante il quale alcuni dei nostri ragazzi, in abiti “alternativi” e sfoderando un look tutt’altro che consueto, hanno passeggiato sul corso pedonale, gremito di gente, e hanno conquistato l’attenzione e gli sguardi meravigliati di tutti i passanti. È proprio vero: il clima e l’atmosfera che si respirano in un campo scuola sono capaci di far compiere delle azioni che un ragazzo, nella vita di tutti i giorni, non riuscirebbe a realizzare. Da ciò possiamo renderci conto di come, nei luoghi nei quali si pone al centro l’immagine di Cristo e lo scopo unico risulta la testimonianza del Suo messaggio, si respiri fortemente la Sua presenza viva; in essi tutto risulta facile, tutto è gioia, serenità, voglia di stare insieme e di continuare a farlo nel tempo. Non ci resta che progettare il futuro, il nuovo ed intenso anno associativo che ci attende, ideando la prossima e di sicuro indimenticabile esperienza di campo. Luca Orsini NUMERO XV PAGINA Campo scuola settore A.C.R. Quest’anno il campo scuola del settore ACR ha visto come protagonisti bambini e ragazzi dalla seconda elementare fino alla terza media, per un totale di circa 70 persone, educatori compresi. La bella esperienza si è tenuta, dal 16 al 19 luglio, nella struttura di Tricase Porto, a due passi dal mare e con uno spettacolare panorama dato dalla zona paesaggistica collinare. A differenza dello scorso anno, nel quale si preferì dividere il campo in due parti, una delle quali specifica per i bambini delle elementari, mentre l’altra dedicata ai ragazzi delle medie, quest’anno si è tentato di vivere un’esperienza comunitaria a tutto tondo, concentrando “i lavori” negli stessi giorni e cercando di conciliare momenti di piena comunione con momenti specifici per fasce d’età. Questo con l’obiettivo, tra i tanti, di far respirare ai ragazzi coinvolti l’immagine di un settore unito, dove le differenze e le diversità, anche legate all’età, non costituiscono un limite bensì un punto di forza, facendo percepire il valore di un’associazione forte e vogliosa di mettersi in gioco in un’esperienza intensa e piena, come risulta essere quella del campo scuola. È stato bello vedere i più grandi prendersi cura dei più piccoli, è stato bello non vedere la formazione di sottogruppi anche nei momenti di svago o di gioco, è stato bello anche vedere la collaborazione tra gli educatori dei vari gruppi, i quali hanno saputo costituire un’equipe unita in grado di far emergere, e di conseguenza risolvere, le problematiche e gli imprevisti dovuti alla convivenza e ai ritmi della giornata. Il campo è stato centrato sul tema dell’Arca di Noè e ha visto i nostri ragazzi all’opera con momenti di riflessione, video, attività, giochi e momenti di preghiera guidati da don Pierluigi Santo, tutti orientati a sviluppare la tematica indicata; non sono mancati momenti suggestivi come la costruzione dell’Arca, la visita vera e propria ad un peschereccio e anche una veglia sotto lo stelle con la testimonianza di alcuni personaggi preziosi. Tutto ciò ha reso questi giorni meravigliosi seppur stancanti dati i ritmi intensi. Come spesso accade questa esperienza si è conclusa tra le lacrime di gioia, ma anche di dispiacere per un’avventura che finisce e che è destinata a rimanere nel cuore e nei ricordi di ogni ragazzo. L’idea è quella di riprendere il nuovo anno con una motivazione in più, con la convinzione di aver trovato dei veri amici e di aver scrutato, attraverso i loro occhi, gli occhi di un Cristo tutto da scoprire, in grado di donare gioia e voglia di crescere in modo sano, con dei valori importanti. A distanza di qualche giorno dalla fine del campo poi ci siamo ritrovati, perché la gioia dello stare insieme è stata davvero tanta, per un momento di festa, di condivisione, e anche per rivedere qualche foto destinata ad essere inserita in quell’album di ricordi preziosi; anche questo è stato un bell’appuntamento vissuto prima del piccolo break estivo. Luca Orsini 5 PAGINA 6 Scout: occhi per osservare, ore Per noi lo scoutismo significa molto, un’emozione che parte da dentro, esperienze che restano, parole della catechesi che ti toccano il cuore, tutti, ogni singolo giorno, attendevamo il bivacco per tenerci vicini, per sorridere assieme. Anche noi scout ci accingiamo a ripartire per un nuovo anno associativo. Questo che sta per iniziare sarà pieno di avventura e nuove scoperte! Noi capi scout ci prepariamo a riabbracciare i nostri ragazzi e ad accogliere i nuovi nelle tre branche: - Lupetti e lupette (8-12 anni); - Esploratori e guide (12-16 anni); - Rover e scolte (16-21 anni). Di seguito è possibile leggere le testimonianze di campo estivo e route che abbiamo vissuto nei mesi estivi. Che le parole dei nostri ragazzi possano essere per noi, capi educatori, uno stimolo a fare del nostro meglio nell’anno che ci aspetta. Buona caccia e buona strada a tutti! Maura Sorrone Lettera di una guida del reparto “La Campana” Gruppo Casarano 1 Dall’inizio dell’anno scout, le guide e gli scout attendono con ansia il campo estivo: la partenza verso qualcosa di nuovo, dieci giorni a stretto contatto con la natura, l’esplorazione di un nuovo territorio. Il campo era stato fissato dal primo al 10 agosto. Non ci siamo allontanati molto dal nostro paese, ma comunque, quando si è in buona compagnia, la distanza non conta. Il gran giorno della partenza era arrivato anche per il gruppo del Casarano 1: destinazione Scorrano. Zaino in spalla, borraccia al collo, alpenstock in mano, pronti, partenza e via! Appena arrivati, eravamo sommersi da picchetti, mazzuole, pali e legature, ma finito il “duro lavoro”, abbiamo iniziato con le attività. Tra sorrisi, battute, scenette, foto, tornei, i dieci giorni sono volati velocemente. VOCI GIOVANI Il gruppo, dopo questo campo è diventato ancora più affiatato, sguardi complici, battutine, Angelus, preghiere, canzoni cantate da soggetti stonati, scenette improvvisate, un braccio rotto, gavettoni da tutte le parti, pranzi e cene super abbondanti (seppur non eccezionali), il divertimento era assicurato. Il tema era: “I Pokemon nel Salento”. Può sembrare ambiguo, ma d’altronde con quelli squinternati dei capi squadriglia, cosa ci potevamo aspettare? Ritengo che le attività siano state super organizzate, c’erano grandi giochi, nuovi bans, bivacchi pieni di partecipazione, l‘inimmaginabile! Per noi lo scoutismo significa molto, un’emozione che parte da dentro, esperienze che restano, parole della catechesi che ti toccano il cuore, tutti, ogni singolo giorno, attendevamo il bivacco per tenerci vicini, per sorridere assieme, per cercare una certa complicità. Ricordo una giornata in particolare, il 6 agosto quando tutti gli scout del mondo hanno commemorato il bombardamento di Hiroshima, ricordando il disastro, la paura, le lacrime, il sangue degli abitanti giapponesi della mattina 6 agosto del 1945. La mia famiglia scout ha ben organizzato un’attività per commemorare quella giornata, meglio conosciuta come “giornata della pace”: abbiamo costruito dei piccoli origami, cigni di carta, all’apparenza inutili, ma con un significato profondo. Un altro evento assai importante, ovvero uno dei più attesi è stata “La gara di cucina”, nella mia squadriglia meglio conosciuta come: “Bake off scout”! Quanti mestoli, padelle, sono volati tra le tensioni delle squadriglie, urla tra i cucinieri, problemi con il fuoco, idee contrastanti sulla scelta del menù, tra componenti della squadriglia iperattivi e altri un po’ meno, per raggiungere un unico obbiettivo: la vittoria! Altra attività non meno importante è stata la Civitas: tutti noi tra le strade di un paese sconosciuto, domandando a persone mai viste informazioni sulla cultura di Scorrano. Quanto imbarazzo, quanta timidezza, ma tanta voglia di conoscere. Un’esperienza indimenticabile, che vorrei rivivere ogni giorno con i sorrisi dei miei amici, con quell’amore innocente che ci accomuna ancora oggi. Ci vediamo l’anno prossimo con un’altra esperienza indimenticabile! Estote parati! Elena Nuzzo NUMERO XV PAGINA ecchie per ascoltare, mani per aiutare Un campo alla ricerca di se stessi Un nuovo anno scout è appena iniziato, ma poiché ogni cosa deve poggiarsi su solide basi, ora noi vogliamo raccontarvi quali esperienze sono contenute nelle nostre. Era fine luglio quando il clan “Arcobaleno” si apprestava a partire in ruote (il nostro campo si chiama così), pieno di entusiasmo e voglia di conoscere i monti e le valli abruzzesi. I cinque giorni di campo, come da programma, si sono svolti all’insegna della semplicità, dell’essenzialità, e costantemente a contatto con la natura. Ogni giorno, infatti, abbiamo percorso i sentieri del Parco Nazionale, attraversato profonde gole e ammirato lo spettacolo delle cime delle montagne; abbiamo riso e cantato intorno a un fuoco illuminati dalle stelle e ascoltato, meravigliati, i suoni della natura. Ma niente è stato fatto senza un motivo. Infatti, il vero cammino lo abbiamo percorso con lo scopo di conoscere noi stessi e, grazie a questa scoperta, affrontare meglio la realtà. Tra le località di Teramo, Macchia da Sole, Ripe, passando per la spettacolare e solitaria “Cordella”, hanno trovato posto anche momenti di riflessione e catechesi, guidati dal nostro fratello scout e diacono Angelo, che ci ha accompagnato in questo cammino, rivelatosi più faticoso di quanto avevamo previsto. Durante queste giornate abbiamo affrontato i temi della sicurezza di sé, dei desideri, della rabbia e della tristezza e abbiamo cercato insieme un modo per incanalare tutte queste emozioni in un modo positivo e migliorarci. Tra le esperienze più belle che lo scoutismo offre c’è l’hike, ovvero quando a noi ragazzi viene data la possibilità di passare una giornata senza capi e divisi tra di noi (a coppie o singolarmente) e continuare il cammino previsto. Quest’anno il nostro hike è stato tra i più suggestivi sia per i paesaggi, che per quello che ha lasciato in noi. Oltre al nostro zaino ci sono stati infatti molto utili gli occhi per ammirare ciò che ci circondava, ma anche per fare attenzione a dove mettere i piedi; orecchie per ascoltare il silenzio della valle, ma anche la voce di una compagna in difficoltà; mani per aiutare ed essere aiutati; coraggio per affrontare ciò che non pensavamo di essere capaci di affrontare. Forti di tutte queste esperienze, iniziamo questo nuovo anno con uno spirito intraprendente e nuove consapevolezze, sapendo che quest’autunno porterà con sé nuove sorprese! Maria Ferrari Aurora Primiceri 7 PAGINA 8 “In cammino” verso Cracovia… col cuore colmo di “misericordia” Un anno che non possiamo non vivere insieme per riscoprire la bellezza dell’essere Chiesa in cammino che sperimenta la Misericordia di Dio. Nella vita della nostra diocesi, tra la molteplicità di gruppi, la diversità dei carismi e l’unitarietà data dal programma pastorale, dedicato quest’anno alla ricoperta del battesimo, sullo sfondo del Giubileo della misericordia, si innesta l’attività del servizio diocesano di pastorale giovanile. La consulta diocesana, che sovrintende all’organizzazione degli eventi proposti ai giovani della diocesi dai 14 ai 35 anni, è formata da ragazzi e ragazze che hanno nel cuore la gioia e la voglia di servire i loro coetanei accompagnandoli in un cammino di crescita spirituale. Coordinati dal direttore del servizio diocesano, don Antonio Perrone, anche quest’anno i ragazzi della consulta hanno proposto un calendario di incontri tutti pensati come preparazione alla Giornata mondiale della gioventù di Cracovia, nel luglio del 2016. L’apertura ufficiale dell’anno si è tenuta domenica 11 ottobre nella piazza antistante la parrocchia Gesù Redentore di Melissano, alla presenza di S.E. Mons. Fernando Filograna, che nella stessa occasione ha presieduto la veglia di preghiera per la consegna del Credo ai cresimandi della diocesi. Una ventina le parrocchie presenti e nutrita la presenza dei cresimandi che nel prossimo anno pastorale riceveranno il sigillo dello Spirito Santo. L’animazione dei canti è stata affidata alla comunità Nuovi Orizzonti, che ha saputo creare un clima di preghiera e di fraternità. La bellissima serata è stata un momento forte di riflessione sulla nostra fede, sulla consapevolezza di VOCI GIOVANI cosa vuol dire professarsi cristiani oggi, accompagnati dalle sagge parole del nostro vescovo e da due forti testimonianze che hanno certamente lasciato un segno indelebile nel cuore dei nostri giovani. Il ricco calendario non si ferma qui. Il prossimo 7 novembre, prenderanno il via gli incontri della scuola di preghiera a livello diocesano nel seminario a Nardò. Gli incontri saranno preceduti da un momento formativo vissuto nelle foranie, seguendo le quattro piste di riflessione proposte dal sussidio “La mia strada”, ideato dalla consulta diocesana per dare un indirizzo comune verso la GMG. Nel periodo di Quaresima verrà riproposta la bella esperienza della Via Crucis diocesana seguita dal Giubileo dei giovani, in cattedrale a Nardò, la vigilia della Domenica delle Palme. Gli educatori e i responsabili dei gruppi giovani saranno poi chiamati a convegno dal 18 al 20 aprile, per ripensare la propria missione educativa, aggiornarne lo stile e dare spazio al confronto sui metodi e i sui tempi dell’azione educativa. Un anno questo che non possiamo non vivere insieme per riscoprire la bellezza dell’essere Chiesa in cammino che sperimenta la Misericordia di Dio. Antonio Solmona Membro della consulta di PG Diocesana NUMERO XV PAGINA Torna a nuova vita la colonna di San Giovanni Lo scorso 22 settembre, alla presenza delle autorità civili e religiose, è stata riconsegnata alla città la colonna votiva dedicata a San Giovanni Elemosiniere. Con l’intervento di restauro, voluto dall’amministrazione comunale, è stata effettuata la pulitura e il consolidamento dell’intera struttura realizzata in pietra locale. Nonostante sia piuttosto antico il culto dei casaranesi per il vescovo di Alessandria d’Egitto, soltanto nel 1850 si decise Foto di Giovanni De Micheli di realizzare una guglia in onore di San Giovanni al centro della piazza cittadina, per un crescente fervore religioso, dovuto al miracolo che mise fine alle piogge torrenziali del maggio 1842, e forse anche con l’intento di aggiornare l’architettura della città. Al casaranese Michele Rizzo spetta l’edificazione del monumento. Le guglie, dedicate alla Vergine o ai Santi protettori in segno di devozione hanno un’origine molto antica. Caricate di nuovo significato religioso tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, ricordano interventi miracolosi, periodi di carestia, siccità o ancora pestilenze, e si diffondono nelle principali piazze dei centri salentini sino alla seconda metà dell’Ottocento. La colonna dedicata a Sant’Oronzo, nella principale piazza di Lecce, fu realizzata nel 1666, come ex voto dopo il lungo periodo di pestilenza che colpì Lecce e il Salento dieci anni prima; allo stesso periodo risale quella dedicata a Sant’Andrea a Presicce, o ancora al secolo successivo risale la bella colonna votiva di Nardò, dedicata all’Immacolata. A differenza di queste, il monumento casaranese presenta una forma piuttosto tozza: la base di forma ottagonale, l’ordine intermedio con otto medaglioni (alcuni decorati con motivi floreali) e l’ultimo ordine, sul quale svetta la statua a figura intera del santo protettore. Tale architettura testimonia il rifiuto delle forme barocche tipico dell’Ottocento, ma allo stesso tempo è testimonianza di un legame sempre più stretto tra la città e il suo santo protettore. Maura Sorrone La preziosità della Croce Lo scorso 14 settembre, in occasione della festa dell’Esaltazione della Croce, nella parrocchia SS. Giuseppe e Pio è stata benedetta la croce, che successivamente è stata collocata sull'altare della nuova chiesa, nel quartiere “Pietra bianca”. La croce, realizzata dall’artista Adolfo Giusti, è uno splendido miscuglio di modernità e tradizione: lo stile luminoso ricorda lo sfarzo della cripta, decorata con i mosaici di Ivan Rupnik, dove si trova il corpo di padre Pio a San Giovanni Rotondo; invece la simbologia si rifà alla tradizione cristiana. La croce, rivestita d’argento, è decorata su entrambi i lati. Sul lato frontale il Cristo è rappresentato sulla croce, la quale è circondata da quattro pietre dure che ne esaltano la preziosità. Sul capo di Gesù, il sole e la luna indicano l’universalità della Croce. Alla sinistra di Gesù c’è l’apostolo san Giovanni, che vegliò sotto la croce il venerdì santo. Quest’ultimo indica con la mano una clessidra, che ricorda che per Gesù è arrivata l‘ora della morte. Alla destra c’è Maria; il gallo tra la Madre e il Figlio ricorda il giorno della resurrezione. Ai piedi di Gesù vi è Adamo, simbolicamente rappresentato legato perché costretto nel suo peccato; lui fu il primo uomo che grazie alla morte e resurrezione di Cristo venne liberato dalla sua condizione. Il giorno di Pasqua la croce verrà voltata e mostrerà ai fedeli il lato posteriore: un agnello raggiante, circondato da pietre dure, che simboleggia la resurrezione di Cristo. In basso un piccolo teschio ricorda la sconfitta della morte. La bellezza di quest’opera attira credenti e non credenti. La sua preziosità non sta solo nel materiale con cui è realizzata, ma è la potenza del suo significato che la rende ricca: irrompe nelle nostre vite, nelle nostre famiglie, nella nostra comunità. La Croce è preziosa perché attraverso essa Gesù offre la sua vita per donare la salvezza al mondo intero. Maria Teresa D’Amico 9 PAGINA 10 Una speranza che non delude! Noi cristiani abbiamo una speranza “affidabile”, che non delude, perché si basa sul mistero della Pasqua di Gesù Cristo che, morto e risorto a vita nuova, ci ha rigenerati a una speranza viva. La visita ai cimiteri (dal greco koimetérion: luogo di riposo), dove dormono (koimáo: riposare) i nostri fedeli defunti, esprime la nostra fede nella risurrezione della carne. Mentre visitiamo questi luoghi saremo portati a riflettere sul mistero dell’esistenza della morte che persiste nonostante i tanti progressi. La Chiesa dichiara nei documenti del Concilio che «in faccia alla morte, l’enigma della condizione dell’uomo diventa sommo». Mentre sperimentiamo il timore di dover morire, vorremmo sapere se quell’istinto del cuore che aspira a una vita che continua si appagherà. Questa vita eterna che ha inizio con il battesimo va oltre la morte e non avrà fine. Certo, tutto ciò esula dalla nostra esperienza sensibile di tutti i giorni, ma occorre rinnovare la nostra fede. In questi giorni, affideremo nelle mani di Dio i nostri fratelli defunti con la preghiera e le opere buone, creando un nuovo cammino di fede e comunione con loro nella speranza. Noi crediamo nella risurrezione della carne con cui Dio ci darà un corpo glorificato, così come Gesù è risorto nella carne, vincendo la morte, e Maria è stata assunta in cielo in anima e corpo. Ci incontreremo tutti insieme per l’eternità. Perciò l’invito per noi a non comportarci come i pagani senza Dio e senza speranza in questo mondo, ma a tenere in alto i nostri cuori perché sappiamo di poter contare su una speranza che non delude. Don Pierluigi La famiglia e la sua missione (im)possibile Ce lo insegna papa Francesco: «La casa del matrimonio non va fondata sulla sabbia dei sentimenti che vanno e vengono, ma sulla roccia dell’amore vero». Così come l’amore di Dio che è stabile e per sempre. «Per favore non dobbiamo lasciarci vincere dalla cultura del provvisorio». Si fa una grande confusione tra provvisorietà e libertà e tra stabilità e costrizione. La provvisorietà è spesso un’illusione di libertà. Solo quando ho un porto sicuro posso permettermi la libertà di esplorare il mare aperto. Senza stabilità non c’è vera libertà. Il “per sempre” però non può riguardare soltanto la durata. La sfida è amarsi per sempre. Per questo, papa Francesco suggerisce ai fidanzati e agli sposi di pregare dicendo: «Signore dacci oggi il nostro amore quotidiano». La famiglia perfetta non esiste, è vero, ma esiste la possibilità di plasmarla, con fatica e impegno quotidiano, per renderla ogni giorno più all’altezza dei nostri sogni. Se pensiamo che la famiglia è una delle più importanti agenzie educative ci rendiamo conto di quanti frutti buoni può generare e far maturare. Quando questo non avviene la famiglia spreca una grande VOCI GIOVANI occasione e tradisce il suo scopo originario. Quanti messaggi e quanti insegnamenti può veicolare una famiglia al suo interno… Non dimentichiamo mai, però, che l’educazione più importante è l’esempio e non dimentichiamo che il valore dei valori è sempre l’Amore. L’amore è un’arte che si impara e il maestro è Gesù. Se Lui sarà invitato ogni giorno in famiglia, se si pregherà insieme e con Lui, allora sì, beata sarà quella famiglia e fondata sull’amore. Per tornare alla domanda iniziale sul perché è bello, vero e buono formare una famiglia, potremmo rispondere che lo è perché ha in sé una missione alta e bella, la potenzialità di far vivere ai suoi membri la gioia e la bellezza della comunione, della fecondità, della stabilità e di far diventare, ogni giorno, gli uni attraverso gli altri, persone migliori, per una società migliore. E allora non c’è bisogno di fare grandi cose. Madre Teresa ce lo insegna: «Madre cosa posso fare per la pace nel mondo?» «Torna a casa e ama la tua famiglia». Mariangela Coppola NUMERO XV PAGINA 11 Risate intelligenti per il nuovo capolavoro della Disney Stanchi dei soliti cartoni animati con principesse, tappeti volanti, fate madrine e topini parlanti? Non preoccupatevi, ci pensa la Pixar a soddisfare le vostre richieste! È infatti uscito il 16 settembre in tutte le sale italiane “Inside Out”, il nuovo film targato Disney Pixar che in breve tempo ha già conquistato tutti, grandi e piccini. Protagonista della storia è Riley, una preadolescente alle prese con i cambiamenti che sconvolgono la sua perfetta vita nel Minnesota: a causa del lavoro del padre è infatti costretta a trasferirsi in una nuova città, San Francisco, e ad affrontare una nuova vita tra casa, scuola e amicizie da ricostruire. Ma attenzione! La vera storia non avviene intorno a Riley, bensì dentro la sua testa ed è lì che incontriamo i veri protagonisti di questa avventura: i suoi sentimenti. Sono infatti Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto e Rabbia che, tramite un'organizzata centrale di controllo, gestiscono ogni istante della sua vita e immagazzinano tutti i suoi ricordi e sensazioni, i quali ci appaiono sotto forma di tante biglie colorate. Ma dopo i cambiamenti che trasformano la vita di Riley, Tristezza sembra prevalere sugli altri quattro e, pur non intenzionalmente, sconvolge l'equilibrio dei ricordi e della personalità della ragazzina. Spetterà a Gioia, accompagnata da Tristezza, compiere un viaggio attraverso gli angoli più remoti della mente di Riley per riuscire a ristabilire una nuova armonia. Il viaggio non si rivelerà così semplice come Gioia aveva previsto, ma sarà ricco di imprevisti, bizzarri incontri e commoventi addii. In più, alla fine del viaggio ci viene rivelato un segreto inaspettato: anche i sentimenti che in un primo momento ci possono sembrare negativi sono importanti perché è proprio nei momen- ti più tristi che possiamo trovare la felicità dietro l’angolo. Appare subito chiaro che questo non è il classico film per bambini, poiché fornisce anche uno spunto di riflessione per i più grandi. Nulla è lasciato al caso, ogni meccanismo interno alla nostra mente viene descritto con semplicità e simpatia senza trascurare i dettagli: il modo in cui i ricordi di una giornata finiscono nella memoria a lungo termine, come particolari ricordi “base” costituiscano la nostra personalità, come esista una parte di noi dedicata all'immaginazione e ai sogni e come, infine, in ogni singolo attimo della nostra giornata il nostro comportamento sia regolato dalle emozioni. È inevitabile, alla fine, chiedersi sorridendo se davvero la nostra mente sia abitata da questi simpatici omini colorati e quali siano i nostri ricordi base. Non aspettatevi una risposta certa, anche se sarebbe divertente scoprire se è veramente a causa di Disgusto se odiamo i broccoli, se è per colpa di Paura che da bambini dormivamo con la luce accesa e se è grazie a Gioia che riusciamo a goderci tanti bei momenti della nostra vita. Maria Ferrari Aurora Primiceri PAGINA 12 L’angolo del divertimento A cura di Francesco Zompì L’angolo della ricetta Torta di frutta secca glassata Ingredienti: 300 g di farina 100 g di burro 150 g di zucchero 3 tuorli buccia e succo di un limone 1 cucchiaino di lievito Per il ripieno: 150 g di gherigli di noci sbriciolati 100 g di amaretti 50 g di savoiardi 13 datteri 150 g di zucchero 2 cucchiai di cacao mezzo bicchiere di rum 3 albumi Per la glassa: 200 g di cioccolato alcuni cucchiai di panna VOCI GIOVANI Preparazione: Preparate la pasta con farina, burro ammorbidito, zucchero, i tre tuorli d'uovo, la buccia grattugiata e il succo del limone. Prendete più della metà dell'impasto, stendetela e rivestite una tortiera infarinata e imburrata. Preparate il ripieno unendo le noci, i datteri tritati, gli amaretti, i savoiardi pestati, lo zucchero, il cacao e il rum. Dopo aver amalgamato bene questi ingredienti, unite al composto gli albumi montati a neve ben ferma, incorporandoli con cura per non farli smontare. Versate questo ripieno nella tortiera, coprite con il resto della sfoglia e assicuratevi che i bordi siano ben chiusi. Infornate a 180 gradi per 40-50 minuti. Nel frattempo potreste preparare la glassa facendo sciogliere a bagnomaria il cioccolato e la panna. Dopo aver tolto dal forno la torta e avendola lasciata raffreddare, sformate e ricoprite con la glassa al cioccolato. La si può decorare anche con qualche gheriglio di noce e i datteri. Aurora Primiceri NUMERO XV PAGINA 13 Aiuta questo simpatico pasticcere a trovare il misterioso ladro di biscotti Arancione Rosa Blu Nota: se non ci sono lettere, lascia lo spazio bianco Buone vacanze dalla Redazione di Voci Giovani PER IL PRESENTE NUMERO E PER I PROSSIMI SI CHIEDE UN'OFFERTA ALL’UNICO SCOPO DI COPRIRE LE ONEROSE SPESE DI STAMPA WWW.ORATORIOSANGIOVANNIELEMOSINIERE.IT