market monitor: analisi dell`industria chimica e farmaceutica

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market monitor: analisi dell`industria chimica e farmaceutica
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Analisi dell’industria chimica e farmaceutica:
Francia, Germania,
Svizzera, Svezia e Messico
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Gennaio 2011
1
Probabilità di insolvenza in Europa Occidentale e USA
D
opo l'evidente volatilità di novembre, l'EDF 1 per le società quotate a dicembre ha ripreso la tendenza generale
al ribasso, già osservata nei mesi precedenti. Gli EDF di tutte le economie esaminate sono diminuiti: i risultati
più evidenti si sono avuti negli USA (meno 11 punti base) e in Francia e Gran Bretagna (meno 8 punti base per
entrambi). Persino l'Italia, paese in cui lo sviluppo dell'EDF è stato e continua ad essere oscillante, ha fatto
segnare un calo di 8 punti base ma, nel contesto, questo indice è ancora considerevolmente più alto di quello di
ottobre 2010. A parte l'Italia, per tutti gli altri paesi esaminati, l'EDF è sceso al livello più basso degli due anni, con
l'indice USA attestato al di sotto dei 100 punto base per la prima volta dopo settembre 2008.
Andamento EDF per paese
4,5
4,5
Germania
4,0
4,0
Italia
3,5
3,5
Paesi Bassi
Percent
3,0
3,0
Belgio
Regno Unito
2,5
2,5
Stati Uniti
2,0
2,0
Francia
1,5
1,5
1,0
1,0
0,5
0,5
0,0
0,0
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Source: KMV Credit Monitor and Atradius Economic Research
Nelle pagine seguenti abbiamo indicato l’andamento tendenziale dei settori analizzati con I rappresentato
utilizzando I seguenti simboli “meteorologici”.
Eccellente
Buono
Adeguato
Cupo
1
Pessimo
L’EDF si riferisce alle imprese quotate nei mercati dei paesi osservati, per le quali si misura la probabilità di default su
tutti i settori e per l’anno che verrà. La probabilità di default è calcolata analizzando tre fattori: il patrimonio
dell’azienda calcolato secondo i valori di mercato, la sua volatilità e la struttura del capitale. Come riferimento - guida,
la probabilità che un’azienda su cento possa incorrere in default è indicata come 1%
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2
Un futuro a doppio taglio: opportunità e incertezze
L
a ripresa dell'industria chimica globale nel 2010 è stata assolutamente eccezionale, con tassi di crescita a due
cifre in tutte le regioni principali. Secondo il Cefic, Consiglio Europeo dell'Industria Chimica, la produzione di settore
nell'UE è aumentata del 10% su base annua nel 2010, grazie alla ripresa delle principali industrie acquirenti di prodotti
chimici, e principalmente sotto la spinta della domanda estera. Le società chimiche europee e americane hanno anche
approfittato della ripresa economica nei mercati emergenti - soprattutto la Cina - con la conseguente crescita della
domanda di sostanze chimiche (cfr. grafico seguente).
Vendite mondiali di sostanze chimiche per regione
Sebbene si preveda il mantenimento di livelli elevati di crescita in Asia e anche negli Stati Uniti, la crescita della
produzione chimica nell'Unione Europea si assesterà attorno al 2,5% circa, poiché in molti paesi europei la crescita
rimane sottotono a causa della stretta fiscale e della scadenza degli incentivi statali. Ci sono anche incertezze sugli
sviluppi futuri in importanti settori di destinazione, come il settore dell'auto e delle costruzioni, mentre gli aumenti del
prezzo del petrolio e l'attuale volatilità costituiscono ulteriori motivi di preoccupazione e la concorrenza internazionale
sicuramente si farà più agguerrita. Tuttavia, l'aumento della domanda da Sud America e Asia sembra voler continuare
anche nel 2011, a parziale compensazione della domanda potenzialmente stagnante dei paesi industrializzati.
Rispetto ad altre industrie, le aziende chimiche sono generalmente in buone condizioni, in termini di liquidità e
solvibilità, e questo si riflette nella percentuale di fallimenti, al di sotto della media. Lo stesso vale per il comparto
farmaceutico, che è uno dei pochi settori ad aver attraversato la crisi economica del 2008/2009 in condizioni
relativamente buone. IMS Health, l'organizzazione che fornisce informazioni di mercato all'industria farmaceutica,
prevede che il valore globale del mercato farmaceutico quest'anno aumenterà del 5%-7%, raggiungendo gli 880
miliardi US$, a seguito comunque della robusta crescita del 5% nel 2010. Tuttavia, il futuro di questo settore è
controverso. Da un lato, la crescita in Europa si attesterà attorno all'1%-3%, quale conseguenza del consolidamento
fiscale che comprende considerevoli economie nei sistemi sanitari nazionali, e questo, chiaramente, inciderà sugli utili
commerciali. Inoltre, il settore deve contemporaneamente far fronte all'impatto della scadenza di alcuni importanti
brevetti. Inoltre, come nel settore della chimica, la crescita è stimolata dalle principali economie emergenti, il cui
mercato farmaceutico, secondo IMS Health, dovrebbe crescere tra il 15% e il 17% quest'anno, per un totale di 170-180
miliardi US$. Contrariamente a quanto accade in Europa Occidentale e negli Stati Uniti, questi paesi stanno
aumentando la spesa pubblica per la sanità; solo il mercato cinese ha prospettive di una crescita superiore al 25%.
I mercati emergenti forniscono le vere opportunità commerciali per l'industria farmaceutica, ma anche un aumento del
rischio di una crescente concorrenza da parte delle aziende locali. Di conseguenza, il processo di consolidamento e di
tagli alla spesa continuerà.
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Francia: industria chimica
Forte ripresa nel settore chimico nel 2010
L'industria chimica francese, con le sue 900 aziende e 175.000 dipendenti, è titolare di circa il 4,5% delle vendite
globali di sostanze chimiche.
Secondo l'Associazione Francese delle industrie Chimiche UIC, le vendite in Francia sono scese di quasi il 20% e la
produzione di quasi il 9,7% nel 2009, a causa del crollo della domanda da parte degli acquirenti nei settori edile e
dell'auto, fortemente penalizzati dalla crisi, soprattutto per quanto riguarda le sostanze chimiche inorganiche (-21,2%),
di base (-10,8%) e organiche (-8,7%).
Tuttavia, alla fine del 2009, il settore ha cominciato a riprendersi grazie alla tendenza alla ricostituzione delle scorte e
alla ripresa nel settore dell'auto (fortemente supportata dai piani di rottamazione), degli imballaggi, alimentare e dei
prodotti di consumo; e grazie anche ad un andamento dinamico dell'agricoltura. La domanda all'esportazione in
espansione (pari a circa 60% del fatturato del settore chimico francese) è stata un altro fattore importante in questa
ripresa, soprattutto quella proveniente dai mercati emergenti: secondo l'UCI, nel primo trimestre del 2010 solo il valore
delle esportazioni chimiche verso l'Asia è aumentato del 34%, grazie anche alla debolezza dell'Euro.
Quindi, nel 2010, il settore chimico francese ha riguadagnato forza, con forti aumenti su base annua della produzione
(+12,7%), del fatturato (+11,2%) e delle esportazioni (+16%) nel periodo tra gennaio e settembre, e con grandi
vantaggi per tutti i sotto-settori (cfr. grafico seguente). I livelli di produzione dei prodotti chimici di base (prodotti
inorganici, petrolchimici e plastiche) hanno fatto buoni progressi, che hanno portato, a loro volta, miglioramenti nei
settori a valle del comparto.
Tuttavia, c'è stato un rallentamento della crescita nel terzo trimestre del 2010, con una domanda dal settore edile sotto
tono e con la scadenza degli incentivi nel settore dell'auto, che si sono riflesse entrambe in una riduzione della
produzione nel sotto-settore dei prodotti chimici speciali. La riduzione dei consumi delle famiglie ha influito sul sottosettore dei saponi e prodotti per la casa (cfr. grafico successivo). Nel terzo trimestre, gli ordini sono aumentati del 2%
rispetto al trimestre precedente, ma sono diminuiti dell'1,6% a ottobre rispetto al mese precedente. Per il 2010, in
generale, l'UCI prevede un aumento totale della produzione del 9,8% nel settore chimico.
% DI VARIAZIONE DEI VOLUMI DI PRODUZIONE
3Q 2010/
3Q 2010/
Dati normalizzate per giornate lavorative e variazioni stagionali
2Q 2010
3Q 2009
Sostanze chimiche inorganiche
6.5%
5.9%
13.2%
Sostanze chimiche organiche
0.1%
2.1%
6.9%
Specialità chimiche
-3.6%
1.2%
6.3%
Saponi, Profumi e Prodotti per la casa
-0.6%
18.7%
20.3%
INDUSTRIA CHIMICA escluse fibre
-0.8%
9.0%
12.7%
Fonte: Insee (istituto Nazionale Francese di Statistica e Studi economici) –
Cfr. l'appendice per gli indici di produzione
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2010/2009
Francia: industria chimica
Migliorano le prospettive per i fallimenti - ma il rischio rimane
I margini di profitto delle società chimiche francesi sono migliorati per tutto il 2010, e l'anno si è concluso con risultati
soddisfacenti. Il settore in generale è caratterizzato da un elevato livello di liquidità, e la situazione generale riguardo
alla solvibilità e alla liquidità è migliorata nel 2010. Secondo la nostra esperienza, in media i pagamenti richiedono 60
giorni in questo settore, compresi i pagamenti dall'estero. Man mano che la ripresa accelerava nel 2010, abbiamo
notato una riduzione dei ritardi nei pagamenti, e non prevediamo un deterioramento della situazione nei prossimi mesi.
Rispetto ad altri comparti, l'industria chimica francese evidenzia una bassissima percentuale di fallimenti in tutti i
sotto-settori. Dalla prima metà del 2009 abbiamo ricevuto richieste di risarcimenti assicurativi costantemente in calo, e
prevediamo un miglioramento anche negli inadempimenti dei pagamenti nei prossimi sei mesi, visto che non ci
aspettiamo alcun deterioramento significativo nei mercati di acquisto, e che le oscillazioni dei prezzi delle materie
prime rimarranno gestibili. Per il prossimo anno l'UIC e il Consiglio Europeo dell'Industria Chimica (Cefic) prevedono
entrambi una crescita più modesta dei volumi di produzione, pari al 2,4% (cfr. grafico seguente), considerato il
rallentamento della domanda dal settore automobilistico e dato che, dal terzo trimestre del 2010, è andato scemando
anche l'effetto della ricostituzione delle scorte dei magazzini.
VARIAZIONE % DEI VOLUMI DI PRODUZIONE
2009
Stime
2010
Previsione 2011
Sostanze chimiche di base
-10,8
7,5
2,4
Sostanze chimiche inorganiche
-21,2
9,2
2,2
Sostanze chimiche organiche
-8,7
7,1
2,5
Sostanze chimiche speciali
-14,4
5,7
2,7
Saponi, Profumi e Prodotti per la casa
-5,9
14,7
4,0
INDUSTRIA CHIMICA escluse fibre
-9,7
9,8
2,4
Fonti: previsioni UIC e CEFIC¹.
¹ European Chemical Industry Council
Le esportazioni dovrebbero restare dinamiche. Sulla base dell'andamento positivo del 2010 e delle previsioni
relativamente buone, il nostro approccio assicurativo rimane generalmente positivo per questo settore. Considerando
l'attuale aumento dei prezzi delle materie prime, stiamo monitorando attentamente la capacità delle industrie chimiche
di far fronte all'aumento della pressione sui prezzi e di garantire una fornitura costante e adeguata di prodotti chimici
di base: entrambi questi fattori sono delle trappole potenziali che possono influire negativamente sulla solvibilità e
liquidità delle società, soprattutto se di piccole e medie dimensioni. Altri potenziali rischi per il settore potrebbero
essere il rafforzamento dell'Euro, che pregiudicherebbe le vendite all'estero, e il grave deterioramento dei settori
dell'auto e delle costruzioni.
Settore chimico francese
Forza
Debolezza
• Conoscenze eccellenti / Posizione di leadership in
alcune aree chiave di prodotti
• Operatori a livello mondiale nel settore dei prodotti
chimici di base
• Flessibilità finanziaria
• Industria integrata in Francia
• Dipendenza strutturale dalle esportazioni
• Minaccia alla concorrenza a causa del tasso di cambio
dell'Euro
• Minaccia dalla concorrenza dei mercati emergenti
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Francia: industria farmaceutica
chimica
Fioriscono le esportazioni, ma il mercato interno rimane difficile
Al contrario del settore chimico, il settore farmaceutico francese ha sentito meno l'impatto della recessione. Secondo
Crédit Lyonnais, il fatturato nel comparto è aumentato del 5,4% nel 2009, soprattutto sotto l'impulso della domanda
esterna (+9,4%). Secondo l'associazione delle Società Farmaceutiche Francesi, Leem, il fatturato complessivo nel 2009
ha raggiunto 50 miliardi di Euro (27 miliardi sul mercato nazionale e 23 miliardi all'estero). L'UIC ha segnalato un
aumento su base annua pari al 15,5% della produzione nel periodo tra gennaio e settembre 2010 (cfr. grafico
successivo), mentre il fatturato è aumentato del 2,7%, grazie soprattutto alla domanda esterna (+9,4%). I registri
ordini del settore farmaceutico alla fine di ottobre erano stabili, rispetto a settembre, ma, su base trimestrale,
evidenziavano una riduzione del 3,4% nel terzo trimestre del 2010.
% DI VARIAZIONE DEI VOLUMI DI PRODUZIONE
3Q 2010/
3Q 2010/
Dati normalizzate per giornate lavorative e variazioni stagionali
2Q 2010
3Q 2009
INDUSTRIA CHIMICA escluse fibre
-0.8%
9.0%
12.7%
Prodotti farmaceutici di base
4.0%
-11.6%
-10.1%
Industria farmaceutica
1.2%
15.6%
15.5%
Sostanze chimiche + farmaceutiche
0.3%
12.6%
14.2%
2010/2009
Fonte: Insee (istituto Nazionale Francese di Statistica e Studi economici) –
Cfr. l'appendice per gli indici di produzione
Mentre le esportazioni di prodotti farmaceutici prosperavano, le pressioni sulla spesa sanitaria portavano ad un tasso
di crescita generalmente inferiore per il mercato farmaceutico francese - pari a circa il 2% - dopo la riforma sanitaria
del 2004, rispetto a una crescita pari a circa il 5% prima della riforma. In quanto operatori internazionali, i produttori
farmaceutici sono stati in grado di far fronte a questo problema mentre, al contrario, i grossisti operanti sul mercato
nazionale e le farmacie sono stati duramente colpiti dalla riforma, a causa delle direttive statali di riduzione del
consumo di farmaci e della riduzione della spesa al consumo causata dalla crisi economica; entrambi questi fattori
hanno portato alla riduzione degli ordinativi. Tuttavia, poiché il mercato francese è fortemente regolato, tanto i
dettaglianti quanto i grossisti sono comunque protetti dalla concorrenza estera (soprattutto europea).
In termini di margini di profitto, capitalizzazione e solvibilità, i produttori farmaceutici sono riusciti a mantenere
margini elevati grazie alle misure di riduzione dei costi (cioè ai licenziamenti) e hanno così potuto raggiungere un
profilo finanziario al di sopra della media, con forte solvibilità e liquidità.
Al contrario, i margini di profitto delle farmacie sono stati penalizzati dall'aumento delle spese generali (affitto,
assicurazioni, salari), mentre le entrate sono rimaste costanti (con fatturati medi attorno a soli 1,5 milioni di Euro).
Secondo la società di consulenze e servizi commerciali Fiducial, i margini operativi lordi (EBITDA) medi hanno
raggiunto il 10% delle entrate nel 2010, rispetto al 12,9% nel 2003, e nel 2009 il 28% delle farmacie ha registrato un
EBITDA inferiore all'8%.
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Francia: industria farmaceutica
Margini più ridotti, entrate stagnanti, costi in aumento e elevato indebitamento si traducono in
problemi di solvibilità e liquidità per gli operatori più deboli in questo sotto-settore, e in un numero
crescente di farmacie che faticano a far fronte ai debiti.
La pressione su farmacie e dettaglianti farmaceutici aumenterà
Per nostra esperienza, i pagamenti nel comparto richiedono in media 35 giorni. Non abbiamo osservato alcun
deterioramento nella condotta in materia di pagamenti o nelle notifiche di mancato pagamento nel 2010, e non
prevediamo problemi per i prossimi mesi. Rispetto ad altri comparti, l'industria farmaceutica francese evidenzia una
bassissima percentuale di fallimenti. Tuttavia, nel 2009, i fallimenti sono aumentati di oltre 50% nel settore all'ingrosso
e del 10% nel settore delle farmacie - anche il livello base di partenza è storicamente basso. Tale tendenza è continuata
per tutto il 2010 e prevediamo che il numero dei fallimenti aumenterà ancora nel 2011, soprattutto nel sotto-settore
delle farmacie.
In generale, l'industria farmaceutica francese deve affrontare diverse sfide: le difficoltà dello stato nel finanziare la
sanità pubblica; la riduzione a livello mondiale dei prezzi medi dei farmaci; investimenti in ricerca e sviluppo più bassi,
a causa della maggiore severità per l'omologazione (certificati di conformità agli standard normativi); e una maggiore
concorrenza dei prodotti generici.
Per i produttori di farmaci e per i laboratori, le entrate non stanno aumentando allo stesso ritmo dei primi anni del
terzo millennio. Tuttavia, grazie ad un programma di ristrutturazione, i margini di gestione sono rimasti superiori al
10%. Poiché tali aziende operano a livello internazionale, le entrate aumenteranno grazie a nuovi prodotti e nuovi
mercati. Tuttavia, il comparto farmaceutico francese deve riguadagnare terreno nei confronti della concorrenza
internazionali in termini di quote di mercato nei mercati emergenti: ad eccezione di Sanofi, le società farmaceutiche
francesi esportano principalmente verso Europa e Nord America. Di conseguenza, le entrate dai mercati emergenti
sono ancora ridotte, anche se aumenteranno gradualmente. Per compensare gli svantaggi della scadenza prossima dei
brevetti, negli ultimi anni sono state adottate misure per trovare nuove fonti di reddito alternative, con investimenti
nell'espansione dei mercati dei farmaci generici, e nell'acquisizione di società biotecnologiche e la commercializzazione
di nuovi brevetti.
Sul mercato interno, le vendite di farmaci in Francia continueranno ad essere ostacolate dai tagli nel settore sanitario.
Nei prossimi cinque anni, la crescita del fatturato delle farmacie rimarrà sotto pressione, dovendo adattarsi alle sfide
poste dai severi controlli sulla spesa della previdenza sociale, dallo sviluppo di farmaci generici, dall'aumento della
concorrenza e dalla riduzione dei margini.
Attualmente, in Francia, esiste una farmacia ogni 2.700 persone, rispetto al rapporto di 4.000 persone, nella media
degli altri paesi europei, con la conseguenza che gli operatori più deboli spariranno nei prossimi anni. Nonostante le
contestazioni dei partner europei, le farmacie, i grossisti e i dettaglianti stanno ancora approfittando dell'elevato grado
di protezione e regolamentazione del settore sanitario francese.
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7
Francia: industria farmaceutica
chimica
Tuttavia, prevediamo che il settore si aprirà gradualmente ai vicini e ai concorrenti europei, uno viluppo che però
minaccia l'attuale modello commerciale di grossisti (“répartiteurs”) e farmacie. Di conseguenza, le prospettive sono
alquanto negative per grossisti e farmacie, mentre i laboratori possono contare sul proprio know-how per mantenere i
margini..
Aziende farmaceutiche/Laboratori
Forza
• Know-how riconosciuto
• Solida situazione finanziaria
• Buoni margini
Debolezza
• Presenza nei mercati emergenti
• Mancanza di investimenti nelle biotecnologie in
Francia
• Il mercato francese dei farmaci generici è agli albori.
Grossisti
Forza
• Protezione dallo stato
• Poca concorrenza finora
• Grandi società
Debolezza
• Piccoli rispetto ai concorrenti europei
• Margini bassi e entrate costanti
• Necessità di trovare nuove fonti di reddito.
Farmacie
Forza
• Protezione dallo stato
• Poca concorrenza finora
• Grandi società
Debolezza
• Numero elevato di operatori
• Il costo dei dispensari è troppo elevato rispetto ai
margini.
• Ulteriori tagli attesi nel settore sanitario.
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Germania: industria chimica/farmaceutica
La ripresa nel settore chimico tedesco supera la media europea
Il settore chimico-farmaceutico tedesco è il quarto al mondo per ordine di grandezza, con una quota globale di mercato
del 6,3% nel 2009. Le principali aree di produzione sono quelle delle sostanze chimiche fini e speciali, e dei farmaci,
entrambe con una percentuale del 24% del valore della produzione, seguite dall'area dei prodotti in plastica & polimeri
e delle sostanze chimiche basiche organiche, ciascuna con una quota del 16%. Circa il 60% dei prodotti sono destinati
al settore stesso, mentre il 23% è destinato a settori come quello dell'auto, edile e degli imballaggi.
Come l'economia nazionale in generale, il settore chimico tedesco ha fatto registrare una ripresa eccezionale nel 2010,
soprattutto nel primo semestre dell'anno (cfr. grafico seguente), grazie all'aumento della domanda dai principali settori
di destinazione.
Germania: produzione sostanze chimiche*
(2005=100, destagionalizzato)
114
change
2010
+11 %
Index
110
20
16
12
8
106
4
102
0
-4
98
-8
-12
94
-16
-20
90
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
*incluso il settore farmaceutico
Fonte: German Statistical Office, VCI
Secondo il Cefic (The European Chemical Industry Council), la produzione del settore chimico (ad esclusione del
comparto farmaceutico) è aumentata del 18,9% su base annua nei primi dieci mesi del 2010 - rispetto ad una media
europea dell'11,3%. Inoltre l'Associazione tedesca delle Industrie Chimiche (VCI) ha segnalato che la produzione di
prodotti chimico-farmaceutici è aumentata dell'11% su base annua lo scorso anno, con un aumento delle vendite
interne del 14% (a 71 miliardi di Euro) e delle esportazioni del 20% (a 99,6 miliardi di Euro): quest'ultimo dato è un
chiaro segnale che il settore chimico tedesco ha tratto vantaggio dalla ripresa globale della produzione industriale. Le
importazioni di prodotti chimici sono aumentate del 16,5%, raggiungendo quota 100,8 miliardi di Euro. I sotto-settori
che avevano subito il declino maggiore nel 2009 hanno fatto registrare le percentuali di crescita maggiori, ad es. i
polimeri (+22,5%), le sostanze chimiche di base inorganiche (+20%), le sostanze chimiche fini e speciali (+15%) e il
settore petrolchimico (+14,5%).
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Germania: industria chimica/farmaceutica
Dopo il fermo del 2009, gli investimenti in progetti ed edifici sono aumentati leggermente - del 5% - anche se le
industrie chimiche rimangono caute per quanto riguarda le prospettive future.
La ripresa nel settore farmaceutico è stata più modesta, ma va considerata nel contesto dei tassi di crescita elevatissimi
che aveva fatto registrare negli anni precedenti la crisi. La VCI prevede un aumento della produzione su base annua
dello 0,5% nel 2010. Il fatturato e gli ordini sono aumentati, anche se in misura minore rispetto agli anni precedenti,
grazie soprattutto allo stimolo proveniente dalle esportazioni. In contrasto con molti altri sotto-settori della chimica, la
produzione di farmaci ha superato i livelli pre-crisi alla fine del 2010.
Nessun ritardo nei pagamenti - anche durante la crisi
La condotta in materia di pagamenti nel settore chimico-farmaceutico tedesco è sempre stata superiore alla media,
senza ritardi rilevanti nei pagamenti - anche al culmine della crisi - e questo non è cambiato nel 2010. Non ci sono
state variazioni nella condotta in materia di pagamenti negli ultimi sei mesi, né aumenti della segnalazione di mancati
pagamenti, e prevediamo che la situazione resterà immutata anche nei prossimi mesi. Nella nostra esperienza, in media,
i pagamenti vengono effettuati entro 45 giorni - anche meno per i pagamenti nazionali - poiché la maggior parte dei
prodotti chimico-farmaceutici viene esportata in paesi in cui i termini di pagamento sono più lunghi di quelli del
mercato interno.
Tanto le aziende chimiche quanto quelle farmaceutiche sono generalmente caratterizzate da forte capitalizzazione,
solvibilità e liquidità. Non sorprende, quindi, che, rispetto ad altre industrie, entrambi i settori avviano un tasso di
fallimenti ridotto in tutti i sotto-settori. Non prevediamo cambiamenti in questo senso nei prossimi dodici mesi.
Prospettive brillanti
Dopo la straordinaria ripresa nella prima metà del 2010, le dinamiche di crescita dell'industria chimica tedesca hanno
cominciato a rallentare nel terzo trimestre, man mano che la crescita globale rallentava e i pacchetti di stimolo
scadevano, con le relative conseguenze sugli acquirenti di prodotti chimici. Nel 2011, la VCI prevede ce la produzione
chimica tedesca aumenterà del 2,5%, con un aumento del fatturato del 4%, con un ritorno quindi a tassi di crescita più
normali. Mentre la domanda interna rimane relativamente robusta, grazie alle notevoli prestazioni dell'economia
tedesca, la crescita delle esportazioni è limitata dalle prestazioni economiche sottotono nell'Area Euro, il principale
mercato di esportazione per il settore chimico tedesco, per la quale riserva una quota del 60%. Tuttavia, l'industria trae
vantaggio più di quanto non facciano i molti concorrenti stranieri, dal forte aumento delle esportazioni verso i
principali mercati emergenti (cfr. grafico successivo.)
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Germania: industria chimica/farmaceutica
Esportazioni chimiche tedesche*
Percentuale di paesi/regioni, 2005=100
260
China (3%)
240
Brazil (2%)
220
India (1%)
200
180
Eastern
Europe (12%)
160
140
OECD (81%)
120
100
80
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
*incluso il settore farmaceutico
Fonte: German Statistical Office, VCI
Prevediamo che il margine di profitto delle aziende nella maggior parte dei sotto-settori rimarrà stabile. Tuttavia,
l'aumento dei prezzi del petrolio potrebbe penalizzare alcuni dei produttori minori di oggetti standard in plastica, che
avrebbero difficoltà a trasferire l'onere degli aumenti dei prezzi. Contemporaneamente, stiamo monitorando
attentamente il sotto-settore degli oli minerali, dato che i grossisti in questo settore sono generalmente caratterizzati
da bassi tassi di capitalizzazione e ridotti margini di profitto, e da un fatturato elevato rispetto al capitale e ai cespiti.
Poiché il valore dei crediti in questo sotto-settore è generalmente alquanto elevato, le sofferenze possono con tutta
probabilità pregiudicare la salute finanziaria delle aziende. Inoltre, prevediamo che la domanda di oli minerali
continuerà a scendere, a causa delle nuove tecnologie che rendono più efficienti i sistemi di riscaldamento e i consumi
di carburante delle auto.
Sul mercato nazionale, il settore farmaceutico dovrà affrontare un anno piuttosto difficile. Il governo tedesco ha
approvato diversi emendamenti normativi al sistema sanitario - compresi l'aumento dello sconto obbligatorio che
l'industria farmaceutica deve garantire alle assicurazioni sanitarie, come da prescrizioni di legge, il congelamento dei
prezzi dei farmaci, e altri tipi di sconti - allo scopo di risparmiare tra gli 1,7 e i 2 miliardi di Euro l'anno nel sistema
sanitario. Questo porterà alla riduzione del fatturato e dei margini di profitto, soprattutto nel sotto-settore dei
medicinali al dettaglio. Tuttavia, il settore prevede un aumento della redditività gestionale del 6% e della redditività
netta del 13% in conseguenza dei vantaggi derivanti dai programmi di riduzione della spesa e delle fusioni lanciate
negli ultimi due anni. Inoltre, il settore farmaceutico tedesco continuerà a trarre vantaggio dall'aumento della spesa
sanitaria nei mercati emergenti, grazie ad una posizione sul mercato internazionale tradizionalmente forte.
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Germania: industria chimica/farmaceutica
2009
2010
Forecast 2011
11,0
10,5
3,6
4,5
2,5
2,0
-4,7
-10,2
-17,3
Real GDP growth
Industrial production
Chemicals production
Fonte: Ufficio Tedesco di Statistica, VCI
In entrambi i settori, chimico e farmaceutico, continueranno le pressioni di consolidamento, ad esempio con
l'acquisizione di società più piccole per ottenere economie di scala, risparmio sui costi e una quota di mercato maggiore.
Entrambi i settori hanno essenzialmente tratto vantaggio dalla crisi del 2008/2009, che ha creato un processo di
ottimizzazione di costi e procedure (e aiutata anche dal modello di disoccupazione parziale) che, nel futuro a medio
termine, ha reso le aziende più competitive a livello nazionale e ancora di più internazionale: questo è un fattore
importante per contrastare la crescente concorrenza dall'Asia e dal Medio Oriente.
Settore chimico tedesco
Forza
Debolezza
• Il motore per l'innovazione/elevati investimenti in
R&S
• Il processo di ristrutturazione e concentrazione è
molto avanzato.
• Forte posizione di mercato/gran numero di aziende
altamente specializzate
• Dipendenza dal prezzo di petrolio ed energia
• Elevata dipendenza dall'economia globale, a causa
dell'alta percentuale di esportazioni.
• Concorrenza crescente, soprattutto dall'Asia (Cina)
Settore farmaceutico tedesco
Forza
Debolezza
• Società consolidate con interessi internazionali.
• Economia stabile
• Elevate barriere di ingresso
• Scadenza brevetti
• Molto influenzato da fattori esterni (interventi dello
stato) come sconti obbligatori e congelamento dei
prezzi.
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Svizzera: industria chimica/farmaceutica
L'industria farmaceutica è sostenuta dalle esportazioni
L'industria chimico-farmaceutica svizzera si concentra principalmente su prodotti scientifici attivi, che costituiscono
oltre il 75% del portafoglio prodotti. In media, le società svizzere in questo settore sono molto competitive a livello
internazionale, grazie ad un posizionamento globale primario in termini di R&S e all'elevata produttività della
manodopera. Il settore è fortemente dipendente dalle esportazioni, le sostanze chimiche e i farmaci costituiscono quasi
il 40% delle esportazioni totali svizzere, mentre la quota globale di esportazioni chimico/farmaceutiche del paese
ammonta al 4% - una proporzione notevole se si considerano le dimensioni del paese. In questo settore, i farmaci
costituivano il 79,5% di tutte le esportazioni nel primo semestre del 2010.
Nonostante il settore chimico svizzero sia stato duramente colpito dalla crisi economica (soprattutto i sotto-settori che
forniscono l'industria dell'auto, tessile ed elettronica), il settore farmaceutico ha avuto ripercussioni minori. Anzi,
secondo Credit Suisse, le esportazioni di prodotti farmaceutici non sono state nemmeno toccate dalla crisi e sono in
realtà aumentate del 7,7% nel 2010, rispetto alle cifre (pre-crisi) del 2008. Alla fine del 2009 le esportazioni di altri
prodotti chimici, come plastica e vernici & rivestimenti si sono riprese e hanno contribuito alla ripresa generale del
settore. Tuttavia, nel terzo trimestre, prodotti chimici e farmaceutici hanno fatto segnare risultati meno positivi
rispetto ai mesi precedenti, e la maggior parte dei sotto-settori della chimica ha registrato dati di produzione in calo,
secondo Credit Suisse, ad eccezione del sotto-settore di vernici & rivestimenti, che ha tratto vantaggio dalle rinnovate
attività edili. Il fatturato del settore farmaceutico è sceso del 2,5% rispetto al 2009, perché i prezzi nazionali dei
farmaci sono diminuiti e il mercato della sanità svizzera è in un periodo di stagnazione. Tuttavia, il calo è compensato
dalle buone prestazioni delle esportazioni.
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Svizzera: industria chimica/farmaceutica
Rispetto ad altre industrie svizzere, la condotta in materia di pagamenti nel settore chimico e farmaceutico è sempre
stata migliore della media e dimostra una disponibilità a pagare relativamente buona. Dopo un lieve peggioramento
nella prima metà del 2010, i ritardi nei pagamenti sono diminuiti di nuovo negli ultimi sei mesi dell'anno. Ci sono state
pochissime notifiche di mancato pagamento e richieste di saldo in questo settore che, rispetto ad altri, evidenzia anche
una bassa percentuale di fallimenti. Grazie alle prestazioni generalmente stabili e alla salute finanziaria delle società
chimiche e farmaceutiche, non prevediamo aumenti significativi dei ritardi nei pagamenti o dei fallimenti societari nei
prossimi mesi.
Alcune sfide per il futuro
Nonostante la completa ripresa lo scorso anno, rimangono ancora delle sfide per le società chimiche e farmaceutiche.
Per le società chimiche, il 2011 porterà risultati economici nazionali ed internazionali incerti. Di conseguenza, le
aziende devono continuare a tagliare le spese e a ottimizzare i processi produttivi. Quest'anno si prevede una crescita
inferiore a quella dello scorso anno, poiché la domanda da parte di UE e USA probabilmente diminuirà e poiché il
franco svizzero forte potrebbe ostacolare le esportazioni. Il potente settore farmaceutico svizzero ha grandi
opportunità di crescita grazie all'aumento della spesa sanitaria nei mercati emergenti (secondo l'associazione svizzera
degli industriali, le esportazioni verso i mercati BRIC sono aumentate del 22%, su base annua, nel primo semestre del
2010). Tuttavia, la pressione sugli utili nel mercato nazionale e in Europa non si allenterà, a causa della scadenza di
brevetti importanti e dei limiti alla spesa sanitaria introdotti nei budget. In generale, Credit Suisse prevede che la
produzione del settore chimico-farmaceutico aumenterà tra il 2% e il 5% quest'anno, mentre l'aumento del fatturato si
appiattirà rispetto allo scorso anno.
Settore chimico / farmaceutico svizzero
Forza
• Nessun problema coi pagamenti
• Basse percentuali di fallimenti
Debolezza
• Pressione sui prezzi dei farmaci
• Risultati di crescita inferiori per il futuro
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Svezia: industria chimica
La domanda estera è il motore della ripresa nel settore chimico per il 2010
In Svezia la produzione chimica si concentra in 50 stabilimenti che appartengono a circa 20 società principali, situate
nell'estremo sud del paese o nelle aree di Goteborg e Stoccolma. Un importante segmento dell'industria chimica di base,
compresi i prodotti inorganici, i fertilizzanti e i prodotti petrolchimici, è stato quasi interamente acquisito da società
norvegesi e finlandesi. In conseguenza della rapida globalizzazione del settore negli anni '90, la maggior parte delle
industrie chimiche svedesi è oggi posseduta, completamente o in parte, da società straniere. L'industria chimica
svedese è un settore forte e in espansione, che copre circa il 10% della produzione industriale totale in Svezia. Ogni
anno vengono fatti considerevoli investimenti per massimizzare la capacità e raggiungere obiettivi ambientali sensibili.
I principali utenti finali dei prodotti chimici industriali sono le società di legname, le cartiere, i produttori di imballaggi
plastici e i produttori di medicinali. Sebbene vi sia una notevole produzione nazionale di sostanze chimiche
inorganiche (compresi acidi, clorati, nitrati di ammonio, oli minerali e sostanze chimiche a base di legno), la maggior
parte delle sostanze chimiche organiche viene importata o prodotta localmente da filiali di società straniere.
Nel 2010 è stata registrata una notevole crescita della produzione su base annua nel settore delle sostanze inorganiche,
petrolchimiche e dei polimeri. Altri sotto-settori chimici che erano stati meno colpiti dalla crisi - vale a dire, quelli delle
sostanze chimiche di consumo e speciali - nel 2010 hanno avuto una ripresa più modesta. La domanda estera è stata il
motore principale della rapida ripresa nella produzione di sostanze chimiche, e un numero crescente di società dichiara
una capacità produttiva notevole e in aumento. La crescita degli ordini è rimasta forte nel quarto trimestre del 2010,
tanto dal mercato nazionale quanto dall'estero. Gli indicatori di solvibilità e di liquidità sono rimasti stabili e
soddisfacenti, mentre il capitale proprio totale è aumentato leggermente nel periodo.
Leggero aumento dei fallimenti
In generale, la condotta in materia di pagamenti nel settore chimico è buona, senza variazioni per quanto riguarda i
ritardi nei pagamenti, negli ultimi sei mesi. Abbiamo registrato una riduzione nelle notifiche di mancato pagamento in
entrambi i settori in quel periodo, e non prevediamo aumenti significativi nei ritardi nei pagamenti nell'immediato
futuro. Rispetto ad altri comparti, questi settori evidenziano una bassa percentuale di fallimenti. Tuttavia, prevediamo
un leggero aumento di questo dato in entrambi i settori nei prossimi sei mesi: in percentuale dello 0,5%. Stiamo
monitorando quelle parti del settore più penalizzate dalla volatilità dei prezzi del petrolio e dall'elevato costo delle
materie prime. L'elevato prezzo del petrolio tende a ripercuotersi a valle della catena dei produttori chimici, in modo
molto più massiccio che non sulle società petrolchimiche, che trasformano il petrolio in poliolefine, elastomeri e
sostanze aromatiche, che sono alla base del resto del settore.
Nel settore chimico, in generale, i grandi acquirenti consolidati nella produzione primaria sono stabili, mentre molti
produttori secondari risentono dell'aumento dei prezzi delle materie prime, dell'energia e dei trasporti. Abbiamo
notato recentemente difficoltà sempre più grandi nei segmenti degli imballaggi in plastica e della produzione di gomma,
quest'ultimo penalizzato da un aumento del 65% del prezzo della gomma alla fine del 2010. Anche i produttori di
plastica sono vulnerabili alla variazione dei costi della materia prima in conseguenza dell'aumento del prezzo del
petrolio. Alcuni contratti contengono clausole di salvaguardia, ma i grandi produttori di auto (uno dei principali
mercati per la plastica) sono negoziatori spietati. Entrambi i segmenti hanno difficoltà nel trasferire gli aumenti dei
prezzi sui consumatori.
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Svezia: industria chimica
Tuttavia, in generale, il settore ha un atteggiamento ottimista, prevedendo una crescita degli ordinativi forte e
costante, tanto dal mercato interno quanto dall'estero nel 2011. Si prevede un aumento a breve termine dei volumi di
vendita, e un brusco aumento dei prezzi di vendita, con adeguati volumi di produzione nei prossimi sei mesi. Le
previsioni dei livelli produttivi del settore chimico per la fine del 2011, tuttavia, prevedono un assestamento su livelli
ben inferiori al picco del 2007. Le società chimiche svedesi dovranno ricalibrare gli obiettivi commerciali e fare scelte
strategiche difficili ora che i mercati finali critici hanno cominciato la ripresa. La ripresa graduale nei mercati dell'auto,
edile, dell'elettronica e farmaceutico è un potenziale evento positivo per il settore chimico.
Settore chimico svedese
Forza
Debolezza
• Forti investimenti
• In generale un buon livello di solvibilità e liquidità
• Crescente capacità produttiva
• Problemi per i sottosettori della plastica e della gomma
legati alla crescita del prezzo del petrolio.
• Dipendenza dall’export
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Svezia: industria farmaceutica
Grandi ordinativi dall'estero
L'industria farmaceutica svedese è cresciuta rapidamente negli ultimi vent'anni, affermandosi come una delle industrie
svedesi a maggior crescita. Nel 2010 dava lavoro a circa 19.000 persone, con oltre l'80% della produzione venduta
all'estero: si tratta del 4,5% delle esportazioni totali della Svezia. Il settore è stato radicalmente ristrutturato tramite
una serie di fusioni, con il risultato che due grandi multinazionali - AstraZeneca e Pharmacia Corporation - ora
dominano il territorio. Secondo alcune fonti di settore, il volume della produzione è aumentato nel 2010, mentre la
capacità produttiva e i prezzi di vendita sono rimasti invariati. Gli ordini nazionali si sono mantenuti costanti, mentre
la domanda all'esportazione è aumentata notevolmente. Il portafoglio ordini totale è stato soddisfacente e sufficiente
per 12 settimane di produzione. La situazione della concorrenza è rimasta invariata, con una buona redditività e livelli
accettabili di solvibilità e capitalizzazione.
Alcuni problemi sul mercato domestico per le farmacie
In generale, la condotta in materia di pagamenti nel settore farmaceutico è buona, senza variazioni per quanto
riguarda i ritardi nei pagamenti, negli ultimi sei mesi. In generale, la produzione farmaceutica diminuirà leggermente
nel 2011, ma manterrà comunque prestazioni solide. Tuttavia, le conseguenze della deregolamentazione del mercato
svedese delle farmacie nel 2009 potrebbe creare alcuni problemi in futuro, poiché molte sono private e la concorrenza
diverrà più accesa. Un'altra sfida per le società svedesi sarà quella di trovare una nuova generazione di prodotti da
contrapporre agli effetti economici dei farmaci con brevetti di prossima scadenza.
Settore farmaceutico svedese
Forza
Debolezza
• Buona profittabilità
• In generale un buon livello di solvibilità e liquidità
• Crescente capacità produttiva
• Deregulation del mercato farmaceutico svedese
• Scadenza brevetti
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Messico: industria chimica
La ripresa americana ha aiutato il settore chimico.
La produzione totale del settore chimico messicano è scesa del 4,3% su base annua da gennaio a settembre 2010.
Questo declino è dovuto principalmente all’ascesa del sotto-settore petrolchimico: per fare un esempio, nel terzo
trimestre 2010 i livelli di produzione della società petrolifera statale messicana Petròleos Mexicanos (Pemex) hanno
raggiunto solo 2.584 migliaia di barili al giorno - il livello più basso dal 1990.
Tuttavia, altri comparti chimici, come le sostanze inorganiche di base, la plastica, le sostanze chimiche speciali e di
consumo, hanno avuto performance migliori nel 2010, con un incremento del fatturato, dei margini di profitto, della
liquidità e della solvibilità di molte società, grazie all'aumento della domanda di sostanze chimiche messicane e
prodotti che le contengono da parte degli Stati Uniti, e grazie anche all'apprezzamento del Peso messicano nei
confronti del dollaro e dell'euro. La ripresa dell'industria dell'auto messicana, in conseguenza della ripresa dello stesso
settore in America, ha fatto aumentare la domanda di iniettori in plastica e di altre plastiche e resine industriali, con un
aumento di produzione su base annua nel comparto della plastica del 2,25% tra gennaio e settembre 2010.
In media, i pagamenti nell'industria chimica richiedono da 60 a 90 giorni. I ritardi nei pagamenti sono diminuiti ancora
negli ultimi sei mesi, dopo il picco del 2009, con un graduale miglioramento, nel corso di tutto il 2010, dei ritardi e dei
mancati pagamenti. Le percentuali di inadempimento nel settore chimico sono, in media, simili a quelle in altri settori
industriali del Messico. Abbiamo constatato una riduzione delle notifiche di mancato pagamento negli ultimi due mesi
e, in termini di richieste di risarcimento assicurativo ricevute, il fallimento dell'acquirente è la causa principale solo nel
23% dei casi, mentre nel restante 98% si tratta di inadempimento prolungato.
Prospettive miste per i sotto-settori dell'industria chimica
Prevediamo che la domanda nazionale ed estera di sostanze chimiche aumenterà nel 2011, grazie alla ripresa negli USA,
e questo influirà positivamente sulla crescita dell'economia messicana. Le prospettive nei settori di pigmenti e
coloranti, e adesivi e fibre sono anch'esse positive, sulla base della crescita registrata nel 2010.
Secondo l'Associazione Nazionale delle Industrie Plastiche (ANIPAC), il sotto-settore della plastica crescerà del 9% nel
2011, con investimenti per un valore di 1.800 milioni US$. Prevediamo che le prestazioni future nei sotto-settori di
resine, gomma sintetica, plastica e gomma saranno favorevoli.
Tuttavia, siamo più cauti per quanto riguarda il sotto-settore dei sacchetti di plastica, a causa dell'applicazione della
cosiddetta "Legge sulla gestione dei Rifiuti Solidi" a Città del Messico, e anche del fatto che molte aziende in questo
settore sono state fortemente penalizzate dalle molte campagne per la riduzione o l'eliminazione dei sacchetti di
plastica. Per esempio, i negozi, i ristoranti e i negozi di cibo da asporto non forniscono più i sacchetti di plastica
gratuitamente. Dal 2008 questo sotto-settore si è ridotto del 12%.
Vediamo ancora prospettive negative per il sotto-settore dei fertilizzanti, a causa dell'elevata volatilità dei prezzi delle
materie prime, dell'andamento incostante della crescita nel 2010 e della dipendenza di questo comparto da fattori
esterni come il tempo, le malattie, ecc..
I tassi di cambio valutari continuano ad essere un problema, poiché molte società chimiche messicane acquistano le
materie prime in valuta estera, ma vendono i propri prodotti in valuta locale, con la conseguenza che le oscillazioni dei
tassi di cambio possono avere effetti notevoli sulla loro liquidità e solvibilità.
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Messico: industria chimica
Lo stesso vale per chi esporta dal Messico verso gli Stati Uniti, che sarebbe penalizzato da un costante apprezzamento
del Peso nei confronti del dollaro. Abbiamo quindi adottato un atteggiamento cauto, soprattutto per quanto riguarda i
grossisti di sostanze chimiche, che operano prevalentemente in valuta estera. I grossisti di sostanze chimiche, in
generale, hanno capitali limitati e un elevato profilo di debito, e costituivano la maggior parte delle richieste di
risarcimento da noi ricevute, in relazione a questo settore, nel 2009 e 2010. Al contrario, riteniamo che gli acquirenti
consolidati ed esperti in questo mercato, con capitali notevoli e una forte posizione sul mercato, siano molto vitali, in
quanto non solo acquistano i propri prodotti in valuta estera, ma sono anche in grado di negoziare le vendite in valuta
estera, evitando così qualunque rischio di cambio.
In generale, si spera che questo settore, le cui prestazioni erano ottime prima degli sconvolgimenti economici del
2008/9, si riprenderà completamente nel 2011. Se ciò avvenisse, saremmo in grado di cambiare le nostre previsioni
per il settore chimico da "stabili" a "positive".
Il nostro consiglio per chi vende alle società chimiche in Messico - soprattutto se lo fa da un altro paese - è di utilizzare
cambiali per i pagamenti (Pagaré). Questo migliora notevolmente la nostra capacità di recupero del credito in modo
rapido ed efficace. I pagaré sono facili da usare ed economici - o addirittura gratuiti - e offrono vantaggi reali,
soprattutto se garantiti dal titolare della società o dalla controllante.
Settore chimico messicano
Forza
Debolezza
• Le prestazioni sono strettamente legate alla ripresa
negli Stati Uniti
• Settore dinamico
• I più grandi compratori locali (PEMEX & CFE) hanno il
sostegno del governo messicano
• Le prestazioni possono essere notevolmente
influenzate da una possibile ricaduta dell'economia
americana.
• Elevata volatilità dei prezzi delle materie prime
• Elevata dipendenza dai cambi esteri
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Messico: industria farmaceutica
Cambiamenti radicali nel settore sanitario e nella concorrenza ...
Il settore farmaceutico messicano è il decimo al mondo in ordine di grandezza e il terzo nelle Americhe, dopo Stati
Uniti e Brasile. Ha un valore di mercato approssimativo di 9.940 milioni di Euro, che rappresentano l'1,3% del PIL del
Messico. Il settore ha fatto registrare una crescita modesta peri al 2% nel 2010 e una crescita del 2,35% in valuta locale
è prevista per il 2011, ma questi margini sono drasticamente inferiori ai tassi di crescita del 9,8% registrati per gli anni
2008-2009, a causa in parte del crescente consolidamento delle società di prodotti generici e da banco (OTC). Le
vendite di farmaci in Messico sono dominate dai farmaci generici e OTC che riducono i margini delle società che
producono prodotti brevettati. Di conseguenza, la maggior parte dei gruppi farmaceutici stanno iniziando a
commercializzare altri prodotti di consumo e integratori, per compensare il possibile crollo delle vendite e la
conseguente riduzione dei margini di profitto.
Questo sviluppo è un'altra conseguenza delle riforme del sistema sanitario. Data la necessità del Messico di controllare
l'onere finanziario del sistema sanitario pubblico, che è parzialmente collegato al costo elevato dei farmaci brevettati, il
governo ha lanciato una serie di iniziative per incentivare la concorrenza tra le società farmaceutiche e spingerle ad
abbassare i prezzi. La Commissione Federale messicana per la Vigilanza Sanitaria ha riformato alcune leggi per
facilitare l'importazione di medicinali a basso costo, nel tentativo di ridurre i costi della sanità pubblica e migliorare
l'accesso ai farmaci per la popolazione in generale. Queste riforme comprendono l'abbassamento dei dazi di
importazione e una revisione degli articoli 168 e 170 della legge farmaceutica (Reglamento de Insumos para la Salud),
che potrebbe abolire l'obbligo per le società farmaceutiche di risiedere formalmente in Messico per poter operare nel
paese.
Il settore farmaceutico ha delle percentuali di inadempimento minori rispetto ad altri settori. I pagamenti in questo
settore richiedono, in media da 90 a 120 giorni, non c'è stato deterioramento della condotta in materia di pagamenti,
anche durante la crisi economica. Non prevediamo aumenti dei ritardi nei pagamenti, nei mancati pagamenti o nei
fallimenti nel settore farmaceutico nei prossimi sei mesi.
... ma con buone prospettive
La nostra opinione sulle prospettive nel settore farmaceutico rimane quindi positiva, grazie al ridotto numero di sinistri
e alla crescita, lenta ma costante, del settore. Nel lungo periodo, Prevediamo che tale crescita graduale della domanda
continuerà, perché la popolazione messicana sta invecchiando, ma non prevediamo che la domanda di prodotti
farmaceutici messicani dall'estero aumenterà, dato che gli stessi prodotti possono essere acquistati a prezzi più
convenienti in altri mercati emergenti. Anzi, in conseguenza del recente abbattimento dei dazi di importazione per i
prodotti farmaceutici, il Messico si sta sempre più orientando verso l'acquisto dei farmaci più convenienti da paesi
quali India, Cina o Cuba. Inoltre, le istituzioni pubbliche e private non hanno più l'obbligo di acquisto di medicinali dai
sette produttori multinazionali con stabilimenti di produzione nel paese.
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Messico: industria farmaceutica
Dato che i grandi gruppi farmaceutici che lavorano su brevetto in Messico subiscono sempre più la concorrenza delle
industrie emergenti che producono farmaci generici, OTC, prevediamo che gli effetti più gravi si manifesteranno solo
nel medio-lungo periodo. Le società farmaceutiche che si concentrano sui farmaci brevettati sono in genere membri
ben capitalizzati di grandi gruppi internazionali, e dunque mantengono una posizione solida sul mercato. Per quanto
riguarda il problema globale della scadenza dei brevetti su farmaci importanti, per i prossimi due anni prevediamo solo
conseguenze minime per le società messicane, dato che è stato già tenuto conto del problema nella determinazione dei
prezzi di vendita, e che sono stati sviluppati nuovi prodotti per contrastare il declino degli utili dovuto alla perdita dei
brevetti.
Riteniamo che le società consolidate con elevata capitalizzazione siano le più adatte a gestire la riduzione dei margini
di gestione derivante dall'aumento della concorrenza in questo settore. Contemporaneamente, stiamo monitorando i
piccoli grossisti che lavorano tramite appalti governativi o pubblici, in quanto sono spesso sottocapitalizzate e con cash
flow limitato, e quindi non possono far fronte alla lentezza dei pagamenti statali.
Come nel settore chimico, consigliamo l'uso delle cambiali - Pagarés - per le vendite a società messicane.
Settore farmaceutico messicano
Forza
Debolezza
• Acquirenti consolidati, con elevati livelli di
capitalizzazione e spesso membri di forti gruppi
internazionali.
• Domanda costantemente e gradualmente in crescita,
in conseguenza dell'invecchiamento della popolazione
messicana.
• Percentuale di sinistri, costante e sostenibile
• Consolidamento del mercato dei farmaci generici e
OTC
• Nuovi emendamenti legali promossi dal governo per
aumentare la concorrenza tra società messicane e
società internazionali.
• Bassi margini di profitto in conseguenza della presenza
sul mercato interno di produttori di farmaci generici,
OTC e di nuovi soggetti internazionali.
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