Gilles Deleuze / Félix Guattari

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Gilles Deleuze / Félix Guattari
Inedito
Ameba n.3
Gilles Deleuze / Félix Guattari
Mai 68 n’a pas eu lieu
Introduzione
di Luca Cremonesi
Il breve testo di Gilles Deleuze e Félix Guattari, che qui presentiamo per
la prima volta in traduzione italiana,
1
è stato scritto nel 1984. I due autori,
dopo un silenzio di quattro anni2, riprendono la parola per commentare
la vicenda Maggio ‘68. Afferma più
volte Deleuze di non aver mai rinun3
ciato al ’68 e, anche sulla base di
1
Deleuze, Gilles, Guattari, Félix, Mai 68
n’a pas eu lieu in “Les Nouvelles”, 3-10
Maggio 1984, pp. 75 – 76. Questo testo è
da poco disponibile nel secondo volume
degli scritti di Gilles Deleuze, Deux
régimes de fous et autres textes, Les
Éditions des Minuit, Paris 2003.
2
Deleuze e Guattari sono co-autori di:
L’anti-Œdipe, Les Éditions de Minuit, Paris 1972; tr. it, L’anti Edipo, Einaudi, Torino 1975 e 2003; Kafka. Pour une
littérature mineure, Les Éditions de
Minuit, Paris 1975 ; tr. it. Kafka. Per una
letteratura minore, Quodlibet, Macerata
1996; Rhizome, Les Éditions de Minuit,
Paris 1976; Rizoma, Pratiche Editrice,
Parma 1977; Mille plateaux, Les Éditions
de Minuit, Paris 1980 ; tr. it, Millepiani,
Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma
1987 ora Castelvecchi Cooper, Roma
2003; Qu’est que la philosophe?, Les
Éditions de Minuit Paris 1991; tr. it, Che
cos’è la filosofia?, Einaudi, Torino 1996 e
2003. Vi sono poi numerose interviste ai
due autori. Le più significative sono nel
volume della rivista “L’Arc” n. 49, Aix en
Provence 1972, alcune delle quali sono
poi state tradotte nel testo Deleuze, Gilles, Pourparler, Quodlibet, Macerata
2000. Il testo qui proposto, pertanto, viene redatto quattro anni dopo l’opera Mille
plateaux.
3
Cfr. Eribon, Didier, Le ‘Je me souviens’
de Gilles Deleuze in “Le Nouvel
Observateur” n. 1619, 11/95, pp. 114 115.
Immagini del maggio ’68 francese. Foto © Michel Baron.
Reperita dal sito: http://membres.lycos.fr/photocanon/mai68/05-cherch.html
alcune testimonianze4, credo sia dif-
quell’epoca. Sarebbe però banale, e
ficile separare lo stesso Guattari da
filosoficamente ingiusto, ridurre la
portata della loro opera ad un sem-
4
M. Guareschi, Gilles Deleuze popfilosofo, Shake Edizioni, Milano 2001; F. Berardi, Félix, Sossella Editore, Roma
2001; A. Negri, Du retour, Calmann-
6
plice fenomeno di costume, e di culLévy, Paris 2002, tr. it. Il ritorno, Rizzoli,
Milano 2003.
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tura, del periodo in questione. I due
degli anni Sessanta non è intera-
soluto e trascendente. Il rovescia-
autori attraversano il ‘68, i loro testi
mente riducibile a ciò che noi desi-
mento che tale filone filosofico attua
sono una delle principali nervature di
gniamo
Sessantotto-
in termini teoretici è radicale, spesso
questo periodo, ma è altrettanto ve-
pensiero ”. Una specificazione di
con punte di assoluta originalità, e si
ro, da un lato, che le opere scritte a
questo tipo permette di affrontare il
vede costretto ad elaborare un lin-
quattro mani sono state pubblicate
tema come una delle possibilità che
guaggio che possa esprimere le
alcuni anni dopo quei fermenti (l’Anti
il pensiero e la filosofia hanno svi-
conquiste teoriche. La proposta di
Edipo è del 1972, Millepiani del
luppato in quel periodo, e non come
Heidegger con il concetto di Dasein
1980) e, dall’altro lato, esse sono il
La Filosofia di quegli anni. Inoltre,
è, dunque, un tentativo di definire
frutto di una particolarità filosofica
per quanto detto, ci permette di co-
l’uomo come non metafisicamente
che trova la propria linfa vitale in au-
gliere meglio l’originalità della pro-
pensato. Heidegger, in altre parole,
tori classici che non sempre ritro-
posta dei due autori. Con ‘68 pensie-
cerca di sottrarre ogni significato al
viamo tra le top ten dell’epoca. Mi ri-
ro, allora, s’intende, in primo luogo,
concetto di autonomia del soggetto:
ferisco, in particolar modo, a Spino-
“una costellazione di opere cronolo-
il Dasein è temporale, non è chiuso
za, a Duns Scoto, a Bergson ed agli
gicamente disposte attorno al Mag-
su se stesso ma è un soggetto aper-
Stoici che, in compagnia di Nie-
gio ‘68, e i cui autori, soprattutto,
to e situato nel mondo. Tutto ciò
tzsche, Foucault, Lacan, Marx, for-
hanno riconosciuto, il più delle volte
comporta che il Dasein non ha un
mano la matrice dell’intera opera dei
in modo esplicito, tra sé e il movi-
corrispettivo nel linguaggio metafisi-
come
il
9
10
due autori francesi. Deleuze e Guat-
mento una parentela d’ispirazione ”
co classico, ovvero non è possibile
tari, parafrasando Rosi Braidotti, so-
e, in secondo luogo, una ripresa ed
parlare del Dasein in termini di sog-
no stati tra i pochi filosofi del ‘900
una critica radicale all’umanismo. Le
gettività classica, se non a costo di
che hanno “predicato la disobbe-
rivendicazioni del ‘68 contenevano
un vero e proprio tradimento degli in-
dienza concettuale ” che consiste in
l’esigenza di un progetto pubblico,
tenti, in quanto tale concetto (Da-
un recupero filosofico delle temati-
che s’incarnava nel rovesciamento
sein) si situa proprio come testa
che e delle proposte del ‘68 pensie-
della società e delle sue istituzioni, o
d’ariete contro la tradizione metafisi-
ro. Non potendo, per esigenze di
quanto meno di alcune di esse. Da
ca. Il problema, oltre che teoretico, è
spazio, elencare nel dettaglio ciò
un punto di vista filosofico, tutto ciò
anche propriamente terminologico.
che caratterizza il ‘68 pensiero , di-
diventa “l’esigenza di una difesa
Manca sia il pensiero sul Dasein, sia
venta di vitale importanza mostrare
dell’uomo singolo contro il siste-
il linguaggio che può derivare da
5
6
7
11
in che modo l’opera dei due autori
ma ”. In altre parole, si pone in crisi
questo concetto. È qui che si colloca
raccolga parte dell’eredità del perio-
il Soggetto assoluto di matrice hege-
la scommessa di alcuni autori fran-
do e, proprio in quest’ottica, come il
liana
suprema
cesi che partono da Heidegger per
testo qui presentato sia una sintesi,
dell’umanismo moderno) e si cerca
poi rifiutarlo, rigettarlo e criticarlo,
assai ristretta, di tale avventura filo-
un pensiero che permetta di conce-
ma che da questa consapevolezza
sofica.
pire il singolo, il singolare, la singola-
di una mancanza radicale costrui-
rità come unici fattori decisivi della fi-
scono una proposta filosofica che è
la proposta di Ferry e Renaut , dob-
losofia nel suo insieme (pratica, e-
figlia di quel clima (il ‘68 pensiero) e
biamo affermare, come breve intro-
stetica, politica e teoretica), a partire
che non è assolutamente da cogliere
duzione, che la “filosofia francese
dagli influssi esercitati dal Dasein
come una brezza stagionale, deri-
Se prendiamo come linea guida
8
(sintesi
heideggeriano, che si presenta co-
vando direttamente dallo sforzo di
5
me la possibilità di pensare il sog-
provare a pensare senza l’utilizzo di
6
getto da capo a fondo temporale
categorie metafisiche. Se ne deduce
contro l’astrazione del Soggetto as-
che il pensiero dell’uomo che si vie-
R. Braidotti, In metamorfosi, Feltrinelli,
Milano 2003, p. 86.
L.Ferry, A. Renaut, Il 68 pensiero, Rizzoli, 1987.
7
In questo caso mi permetto di rimandare all’ottimo saggio di L. Ferry, A. Renaut,
Il 68 pensiero, cit., ove si trova un’ampia
panoramica di tutta la vicenda del pensiero francese del Maggio 68.
8
Ibidem.
ne
9
Ibidem, p. 9, corsivi miei.
Ibidem, p. 10.
11
Ivi.
10
7
ad
elaborare,
e
che
ha
nell’annuncio della morte dell’uomo
per bocca di Foucault il suo punto
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crede o vuol far credere alla
globalità e all’unità è il potere:
è il potere che per esistere
14
opera delle totalizazioni ”.
Quando nel testo leggiamo
che “la società francese ha
dimostrato un’incapacità radicale a creare una riconversione soggettiva a livello collettivo” e ci viene mostrato come i
giovani siano diventati, o rischino di diventare, ingranaggi del meccanismo quotidiano
Immagini del maggio ’68 francese. Foto © Michel Baron. Reperita dal sito: http://membres.lycos.fr/photocanon/mai68/05-cherch.html
cruciale, non sia da leggere come un
uomo, di questo uomo), il passo è
pensiero che non vuole l’umanità12 e
breve.
che non ha a cuore la comunità degli
A questo punto è chiara la portata
uomini, ma come una possibilità ra-
del breve testo qui presentato. Il ‘68
dicale di pensare veramente l’uomo,
non ha mai avuto un luogo, non è
un uomo (in termini deleuziani) sen-
mai accaduto in altre parole. Il ‘68
za doversi affidare alla generalità a-
pensiero è un evento, e l’evento è
stratta dell’umanismo moderno. La
ciò che rende possibile, è possibilità
morte dell’uomo che si celebra, e
assoluta. Tutti i fatti del ‘68 sono figli
che spesso si ritrova come punto di
del ‘68, ma nessun fatto lo esauri-
partenza nell’opera di Deleuze e di
sce. Il ‘68, in sintesi, è una possibili-
Guattari, non è per nulla la morte
tà che si è realizzata, che si è aper-
dell’essere umano, dell’uomo in car-
ta, che ha innervato tutti quei fatti
ne ed ossa (storico, situato ecc..),
ma che non si è esaurita assoluta-
ma la sua liberazione come singolo
mente in quei fatti. Non solo, Deleu-
(di cui solitamente non si dà scien-
ze e Guattari
za). Una liberazione dell’uomo da un
siero ed il linguaggio metafisico, da
pensiero che lo pone, astratto e a-
veri e propri sistemi di potere, ab-
temporale, al centro, e centro, del
biano cercato, e siano riusciti a ridur-
pensiero. Da qui alla ricerca forsen-
re ciò che gli si contrapponeva a
nata di un linguaggio che possa dire
momenti astuti del sistema metafisi-
qualcosa di questo uomo, senza
co stesso. L’astuzia della ragione, di
perderlo nella sua assoluta generali-
matrice hegeliana, è macchina di-
tà, e di cui, in linguaggio classico, si
struttiva di ogni novità, in quanto ri-
possa dare scienza (scienza di un
duzione all’unità, ed al globale, di ciò
13
Abbiamo visto, poco sopra, citando il
testo di Ferry e Renaut, come il ‘68 rivendichi un progetto pubblico e come tale pensiero tenti di “andare al di là della
critica e determinare una comunità di
soggetti storicamente situati che cerchino
di connettersi tra loro in maniera non etnocentrica e non fallocentrica”. Braidotti,
Rosi, In metamorfosi, cit., p. 88.
leuze e Guattari: “Chi parla e chi agisce è sempre una molteplicità, anche nella persona che parla e agisce. Siamo tutti dei gruppuscoli. Chi
13
non fanno che dirci ciò che
Pasolini fece vedere in Salò, e ciò
che
Žižek
nell’immagine
ha
ben
del
sintetizzato
padre
post-
15
moderno : ogni sistema, in altre parole, cerca di ridurre la possibilità di
essere messo in crisi o alla semplice
follia, o alla complicazione fine a se
stessa, o ad una parte che già, astutamente, esso stesso aveva pensato. In altre parole, il ’68 è ridotto ai
semplici fatti. -----------------------------
notano come il pen-
che cerca di ribellarsi. Scrivono De12
del sistema, gli autori altro
Nel 1984.
8
14
Deleuze, Gilles, Guattari, Félix, Rizoma, cit., p. 12.
15
Il padre autoritario impartisce un ordine
che ci blocca all’esterno, ma ci lascia liberi all’interno. Per esempio: “Sarebbe
meglio che tu vada a trovare la nonna”. Il
padre post-moderno, che non vuole essere autoritario, dice: “Vai a trovare la
nonna altrimenti, se non ci vai, dimostri
che non le vuoi bene”. Questo comando
blocca sia dall’esterno sia dall’interno la
possibilità dell’azione.
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Gilles Deleuze / Félix Guattari
Mai 68 n’a pas eu lieu
A cura di Luca Cremonesi ed Elisa Romagnoli
che conta è che fu un fenomeno visionario, come
A
ll’interno di fenomeni storici quali la rivolu-
se una società all’improvviso vedesse ciò che
zione del 1789, la Comune, la rivoluzione
conteneva di intollerabile e vedesse anche la pos-
del 1917, c’è sempre una parte di evento
sibilità di altre cose. È un fenomeno collettivo in
irriducibile a qualsiasi determinismo sociale o se-
forma di: “Del possibile, altrimenti soffoco”. Il pos-
rie causali. Gli storici non amano molto questo
sibile non pre-esiste, viene creato dall’evento. È
aspetto: tendono sempre a ripristinare la causalità
una questione di vita. L’evento crea una nuova e-
dopo il fatto. Ma l’evento stesso è una separazio-
sistenza, produce una nuova soggettività (nuovi
ne da, una rottura con la causalità; è una biforca-
rapporti con il corpo, con il tempo, la sessualità,
zione, una deviazione in rapporto alle leggi, uno
l’ambiente circostante, la cultura, il lavoro).
stato instabile che apre un nuovo campo di possibili. Nella fisica, Ilya Prigogine ha introdotto il con-
MARGINALIZZATO o CARICATURATO…
cetto di stati in cui le differenze minime persisto-
Quando accade un mutamento sociale, non è suf-
no, piuttosto che annullarsi e in cui fenomeni indi-
ficiente trarne le conseguenze o gli effetti in base
pendenti entrano in risonanza reciproca, in con-
alle linee della causalità economica o politica. Bi-
giunzione. Un evento può essere rigirato, repres-
sogna che la società sia in grado di creare conca-
so, cooptato, tradito, e tuttavia permane qualcosa
tenazioni collettive che corrispondano alla nuova
che non può essere sorpassato. Solo i traditori
soggettività, in modo tale da farle desiderare un
possono dire che è sorpassato. Anche se antico,
cambiamento. Si tratta di una vera e propria ri-
un evento non può mai dirsi sorpassato: è apertu-
conversione. Il New Deal americano e il boom del
ra di possibile. S’insinua tanto all’interno dei sin-
Giappone rappresentano due esempi fra loro mol-
goli individui, quanto nel substrato di una società.
to diversi di riconversione soggettiva con ogni sorta di ambiguità e anche di strutture rivoluzionarie,
I fenomeni storici cui ci stiamo riferendo erano ef-
ma anche con la parte di iniziativa e di creatività
fettivamente accompagnati da determinismi o
che costituiva un nuovo stato sociale in grado di
causalità, anche se erano di diversa natura. Il
reagire alle esigenze dell’evento. In Francia, al
Maggio 68 appartiene alla tipologia degli eventi
contrario, dopo il 68 i poteri hanno continuato a
puri, scevro da qualsiasi causalità normale o nor-
credere che “le cose si sarebbero sistemate.” E, in
mativa. La sua storia è una “successione di insta-
effetti, le cose si sono sistemate, ma in condizioni
bilità e fluttuazioni amplificate”. Il 68 vide una con-
catastrofiche. Il Maggio 68 non fu né il risultato di,
catenazione di agitazioni, gesticolazioni, slogan,
né una reazione ad una crisi. Vale piuttosto il con-
idiozie, illusioni, ma non è questo che conta. Ciò
trario. È la crisi attuale, è l’impasse della crisi at-
9
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tuale
in
Francia,
a
derivare
direttamente
è questa combinazione che l’ha fatto impazzire.
dall’incapacità della società francese di assimilare
Non vede nulla. Sa che non esiste un mestiere
il Maggio 68. La società francese ha dimostrato
per lui perché lui è più sveglio di qualsiasi poten-
un’incapacità radicale a creare una riconversione
ziale datore di lavoro” (Libération, 15 febbraio
soggettiva a livello collettivo, che era esattamente
1984).
ciò che il 68 chiedeva: alla luce di tali considerazioni, come potrebbe tale società dare avvio ad
L’UNICA SOLUZIONE È LA CREATIVITÀ
una riconversione economica in grado di soddisfa-
Questo vale per il mondo intero. Ciò che si istitu-
re le aspettative della “sinistra”? La società fran-
zionalizza, per la disoccupazione, la previdenza o
cese non ha mai saputo promuovere alcuna ini-
la scuola, sono “situazioni di abbandono” control-
ziativa a favore del popolo: né nel settore educati-
late. Il loro modello sono gli handicappati. Le uni-
vo, né in quello lavorativo. Qualsiasi novità veniva
che riconversioni soggettive attualmente realizza-
marginalizzata o caricaturata. Oggi vediamo la
te a livello collettivo sono quelle di un capitalismo
gente di Longwy aggrapparsi al proprio acciaio, gli
sfrenato all’americana, di un fondamentalismo i-
allevatori al proprio bestiame, ecc: cos’altro pos-
slamico come in Iran, o di religioni afro-americane
sono fare, dal momento che qualsiasi concatena-
come in Brasile: immagini opposte di un nuovo in-
zione di una nuova esistenza, di una nuova sog-
tegralismo (cui si dovrebbe aggiungere un neo-
gettività collettiva, è stata subito annientata dalla
papismo europeo). L’Europa non ha alcun sugge-
reazione contro il 68, da parte sia della sinistra sia
rimento da dare e la Francia non sembra avere al-
della destra? Persino dalle “emittenti radiofoniche
tra ambizione che assumere la leadership di
libere.” Tutte le volte il possibile è stato ricacciato.
un’Europa, americanizzata e iper-armata, che vorrebbe imporre dall’alto la riconversione economica
I figli del Maggio 68, li si può incontrare ovunque,
necessaria. Il campo dei possibili non è qui, è
anche se loro non sono consapevoli di esserlo e
all’esterno: seguendo l’asse est-ovest, il pacifi-
ogni paese ne produce a modo suo. Non se la
smo, nella misura in cui intende rompere le rela-
passano molto bene. Non sono giovani dirigenti.
zioni non solo di conflitto di corsa agli armamenti,
Sono stranamente indifferenti, e tuttavia consape-
ma anche di complicità e distribuzione fra Stati
voli di ciò che accade attorno a loro. Hanno
Uniti ed Unione Sovietica. Seguendo l’asse nord-
smesso d’essere esigenti, o narcisisti, ma sanno
sud, un nuovo internazionalismo non fondato solo
benissimo che oggi non c’è nulla che corrisponda
su un’alleanza con il terzo mondo, ma sui feno-
alla loro soggettività, al loro potenziale di energia.
meni di diffusione del terzo mondo negli stessi
Sanno persino che al giorno d’oggi tutte le riforme
paesi ricchi (l’evoluzione delle metropoli, il declino
sono dirette contro di loro. Sono determinati a far-
dei centri città poveri e degradati, la nascita di un
si il più possibile i fatti loro. Mantengono
terzo mondo europeo, come teorizzato da Paul Vi-
un’apertura, un possibile. Coppola ne ha fatto un
rilio). L’unica soluzione è la creatività. Sono que-
ritratto poetizzato in Rusty James. L’attore Mickey
ste riconversioni creative che possono contribuire
Rourke spiega: “Il personaggio è alle strette, al li-
a risolvere la crisi attuale e dare il cambio, in qua-
mite. Non è tipo Angelo dell’Inferno. Ha della ma-
lità di guida, al Maggio 68 generalizzato, alle bi-
teria grigia, e in più ha buon senso. Un misto di
forcazioni e alle fluttuazioni amplificate.
cultura che viene dalla strada e dall’università. Ed
10