INDICE - Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza

Transcript

INDICE - Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Anno IX, Numero 72, Dicembre 2016
Appunti
La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza
INDICE
In primo piano

La carta d’identità
commercio di Brescia
della
Camera
di
2

La proposta di modifica della Commissione
Europa in materia di regolamentazione
prudenziale delle banche
3

Crisi d’impresa: l’importanza di anticiparla
per coglierne le opportunità
7

Design protagonista a Milano: Italian Day su
Marchi e Disegni Comunitari e DesignEuropa
Awards
9

Crowdfunding: bilanci e prospettive
11

Rating di legalità e benefici nell’accesso al
credito
13

Gli eventi
17

Le pubblicazioni
18

Le consultazioni pubbliche
21
La carta d’identità della Camera di commercio di
Brescia
Un territorio che fa dell’internazionalizzazione il suo
punto di forza e che vanta eccellenze in ambito
imprenditoriale, turistico e gastronomico. Sono solo
alcune delle caratteristiche che emergono dalla
fotografia tracciata dalla Camera di commercio di
Brescia.
Segue a pag. 2
Crisi d’impresa: l’importanza
coglierne le opportunità
di
anticiparla
per
L’anticipazione e gestione della crisi aziendale può
essere di fondamentale importanza in un contesto in
cui si registra un significativo aumento delle liquidazioni
di società di capitale (+5,8% nel II trimestre 2016).
All’interno alcune considerazioni sulla materia.
Segue a pag. 7
Rating di legalità e benefici nell’accesso al credito
Ammonta a 626 il numero di imprese che nel 2015 ha
potuto contare su benefici nell’accesso al credito in
virtù del rating di legalità. L’articolo illustra lo strumento,
le fonti normative e le principali evidenze statistiche.
Segue a pag. 13
Consorzio Camerale
per il credito e la finanza
Via Meravigli 9/B, Milano
Tel. 02 8515 4258
[email protected]
www.consorziocamerale.eu
Presidente: Francesco Bettoni
Direttore: Roberto Calugi
La newsletter è redatta a cura
dell’Ufficio Studi e Comunicazione
Responsabile progetto editoriale: Carlo Bettonica
1
Responsabile operativo: Chiara Carzaniga
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
La carta d’identità della
Camera di commercio di Brescia
Presidente: Giuseppe Ambrosi
Segretario Generale: Massimo Ziletti
Sede: via Einaudi 23, Brescia
A servizio delle imprese dall’anno: 1802
Socia del Consorzio Camerale dal: 27 aprile 1998
Aziende speciali: Azienda Speciale Pro Brixia
Numero di imprese: 119.772
di cui società di capitali: 33.204
di cui start up innovative: 130
Densità imprenditoriale: 11,6
Eccellenze: macchine utensili, meccanica di precisione e automotive, siderurgia (fusione,
pressofusione, laminazione), tessile/abbigliamento e settore enoagroalimentare
Rapporti con l’estero: nel 2015 esportazioni per 14.191,2 milioni di euro, importazioni per
7.627,6 milioni di euro. Principali paesi per l’export: Germania, Francia, Stai Uniti, Spagna e
Regno Unito; per l’import: Germania, Francia, Cina, Austria, Paesi Bassi
Territori confinanti: province di Bergamo, Verona, Mantova, Cremona, Sondrio e Trento
Specialità gastronomiche locali: vino, bollicine Franciacorta, formaggi (grana padano,
bagòss), casoncelli, spiedo bresciano
Principali attrazioni turistiche: Museo S. Giulia, Foro romano, Museo Mille Miglia, Lago di
Garda, Lago d'Iseo, Lago d'Idro, Valle Camonica (Adamello/Tonale) e Valle Trompia
(Maniva)
Segni particolari: l'UNESCO ha dichiarato come patrimonio mondiale dell'umanità l'area
monumentale del foro romano e il complesso monastico longobardo di Santa Giulia
Principali iniziative camerali in corso:




sostegno all'internazionalizzazione delle PMI (tramite l'Azienda Speciale Pro Brixia)
promozione e valorizzazione del patrimonio infrastrutturale della provincia (Brixiaforum
- ex Fiera di Brescia e aeroporto di Brescia/Montichiari)
promozione dell'immagine turistica della provincia di Brescia (tramite la partecipata
Bresciatourism) e valorizzazione delle produzioni agroalimentari
digitalizzazione dei servizi
2
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
La proposta di
modifica della
Commissione
Europa in materia
di
regolamentazione
prudenziale delle
banche
C. D’Auria, Moderari srl
Claudio D'Auria è Managing Partner di
Moderari srl – società di consulenza
regolamentare per banche, intermediari
finanziari e enti pubblici - e Docente di
Rating e Gestione dei rischi presso
l’Università LUMSA di Roma.
Il 23 novembre 2016 la Commissione
Europea ha pubblicato una proposta di
emendamento del Regolamento UE
575/2013
(Capital
Requirement
Regulation, CRR) che interviene su diversi
punti rilevanti della normativa prudenziale
delle banche.
Il
CRR
rappresenta,
nell’ambito
dell’Unione Europea, la normativa di
riferimento in materia di vigilanza
prudenziale. Con tale Regolamento, la UE
ha introdotto i princìpi di “Basilea 3”, in
materia di fondi propri e di calcolo dei
rischi di primo pilastro.
Cfr. Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria
“Basilea 3” - Schema di regolamentazione
internazionale per il rafforzamento delle banche e
dei
sistemi
bancari
Dicembre
2010
(aggiornamento al giugno 2011), § 151-167.
1
Torbiere del Sebino
Con la proposta di modifica presentata
dalla Commissione, sono stati affrontati
diversi aspetti importanti del complessivo
assetto normativo in materia di vigilanza
prudenziale.
Di seguito, si dà conto delle principali
proposte di modifica e integrazione.
Introduzione del leverage ratio
Il levarage ratio è il rapporto tra il totale
delle attività della banca (in bilancio e
fuori bilancio), espresse al loro valore
nominale, e un indicatore dei fondi propri
(il Tier1); tale rapporto era stato già
previsto dal Comitato di Basilea per le
banche operanti a livello internazionale
con il documento che ha introdotto la
regolamentazione c.d. “Basilea 3”1.
Il CRR a suo tempo non aveva introdotto
questo coefficiente, il quale quindi
rappresenterebbe
un
nuovo
adempimento per le banche europee, a
partire dalla data di entrata in vigore della
proposta. Tuttavia, occorre sottolineare
che questa non è una novità assoluta,
proprio perché “Basilea 3” già lo aveva
disciplinato
nel
dettaglio.
Molte
simulazioni sull’impatto del leverage ratio
sulle banche europee sono state già
condotte2.
Si veda ad es. Bucalossi-Scalia: “Leverage ratio,
central banks operations and repo market”,
Quaderni di Economia e Finanza (occasional
paper), Banca d’Italia, July 2016. Nel lavoro si
mostra come il livello medio di leverage ratio delle
banche europee è pari al 5%, destinato a diminuire
2
3
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Il coefficiente di leva finanziaria è
calcolato come il rapporto tra il capitale
di primo livello (Tier1) e il totale delle
attività in bilancio e fuori bilancio al valore
nominale. Il coefficiente minimo è pari al
3%. Il leverage ratio rappresenta un
requisito minimo obbligatorio (primo
pilastro) e potrà essere graduato
diversamente per le banche di maggiore
dimensione.
Introduzione del net stable funding ratio
(NSFR)
Il NSFR è il rapporto tra l’ammontare
disponibile
di
provvista
stabile
e
l’ammontare obbligatorio di provvista
stabile (che dipende dalla struttura
dell’attivo); tale rapporto deve essere pari
ad almeno il 100%. Anche il requisito NSFR
è stato introdotto da “Basilea 3”3 e il CRR
aveva rinviato la sua applicazione a una
eventuale proposta ad hoc della
Commissione Europea.
Brescia, Museo Mille Miglia
a un livello del 4,5%, comunque ben superiore al
minimo regolamentare.
3
Cfr. Basel Committee on Banking Supervision
“Consultative Document International framework
for liquidity risk measurement, standards and
monitoring” December 2009 emendato da Basel
Committee on Banking Supervision Basel III: “The net
stable funding ratio” October 2014.
4
Cfr. Basel Committee on Banking Supervision:
“Basel 3 monitoring report”, March 2016. In
particolare, in materia di NSFR, si sono presi in
Il NSFR è finalizzato a ridurre il rischio che le
attività finanziarie delle banche siano
finanziate da provvista non stabile (non a
lungo termine) in misura eccessiva. Lo
standard NSFR è costruito su voci di
bilancio (passività e attività) con
ponderazioni diverse a seconda della
maggiore o minore stabilità delle stesse.
Anche per il NSFR le simulazioni condotte
mostrano un sostanziale allineamento
delle banche allo standard di liquidità4.
Introduzione di un nuovo requisito per le
banche di maggiori dimensioni
Le banche di maggiori dimensioni (Global
Systemically Important Banks, G-SIBs) sono
tenute a rispettare un nuovo standard
(Total Loss-absorbing Capacity Term
Sheet, TLAC) che implica il mantenimento
di un livello minimo di fondi propri e di altre
passività idonee (eligible liabilities) con
una rilevante capacità di assorbire le
perdite (bailinable), in modo da garantire
un assorbimento delle perdite graduale e
rapido in una situazione di criticità.
Al fine di introdurre il nuovo standard, il
CRR viene modificato negli articoli che
descrivono
le
caratteristiche
degli
strumenti finanziari computabili come
Additional Tier1 (AT1) e Tier2 (T2), in modo
che tali strumenti siano svalutati (written
down) o convertiti in strumenti di capitale
di primo livello (Common Equity Tier1,
CET1) quando la banca raggiunge il
punto in cui è presumibile che, in assenza
di bail-in, ci sarà un intervento pubblico
(point of non-viability).
considerazione i dati di oltre 200 banche suddivise
in due gruppi (gruppo 1, banche attive a livello
internazionale; gruppo 2, altre banche). Il livello
medio ponderato di NSFR era pari al 111,9% per il
gruppo 1 e al 114,0% per il gruppo 2 con riferimento
alla situazione al 30.6.2015 (i livelli erano,
rispettivamente, 111,2% e 113,9% al 31.12.2014).
Sempre a giugno 2015, Il 79% delle banche del
gruppo 1 e l’83% di quelle del gruppo 2 superavano
il livello minimo del 100%; il 92% delle banche del
gruppo 1 e il 94% di quelle del gruppo 2 superavano
la soglia del 90%.
4
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Al via da gennaio l’operatività dell’Arbitro
per le Controversie Finanziarie
A partire dal 9 gennaio 2017 prende il via
l’operatività del nuovo Arbitro per le
Controversie Finanziarie (Delibera Consob
n. 19783 del 23 novembre 2016).
Il
nuovo
sistema
di
risoluzione
extragiudiziale
delle
controversie
è
caratterizzato dall'adesione obbligatoria
degli intermediari e dalla natura decisoria
della procedura, in analogia all'Arbitro
Bancario Finanziario (ABF) presso la Banca
d'Italia. L'obiettivo è quello di fornire un
efficace strumento di tutela diretta degli
interessi degli investitori.
L'accesso all'Arbitro è del tutto gratuito per
l'investitore e sono previsti ridotti termini per
giungere a una decisione (90 giorni dal
completamento del fascicolo).
Potranno essere sottoposte all'Arbitro le
controversie (fino ad un importo richiesto di
500.000 euro) relative alla violazione degli
obblighi
di
informazione,
diligenza,
correttezza e trasparenza cui sono tenuti gli
intermediari nei loro rapporti con gli
investitori nella prestazione dei servizi di
investimento e di gestione collettiva del
risparmio; potranno essere presentate
anche controversie che riguardano i
gestori dei portali di equity crowdfunding.
Il nuovo art. 92a CRR definisce la
calibrazione del TLAC. In particolare,
viene proposto che le banche G-SIBs
rispettino:
- un requisito del 18% espresso come
rapporto tra la somma dei fondi propri
e delle passività idonee e il totale
dell’attivo ponderato per i rischi di
primo pilastro (credito, controparte,
mercato, operativo);
- un requisito del 6,75% espresso come
rapporto tra la somma dei fondi propri
e delle passività idonee e il totale
dell’attivo nominale (di fatto, si tratta
di una estensione del leverage ratio).
Il requisito TLAC non inficia le regole
generali sui requisiti minimi di capitale da
calcolare sui fondi propri, i quali dovranno
continuare ad essere rispettati dalle
banche G-SIBs. I requisiti di ammissibilità
delle passività ai fini del TLAC sembrano
consentire di considerare integralmente
tutte le passività che entrano nei fondi
propri, con l’aggiunta di altre passività
idonee che potranno essere emesse dalle
banche G-SIBs per consentire loro di
rispettare i più stringenti requisiti sopra
descritti.
Introduzione di misure volte a migliorare la
capacità di prestito delle banche per
sostenere l’economia
Sono state proposte misure per rafforzare
la capacità delle banche di erogare
prestiti alle PMI e di finanziare progetti.
A tale fine, infatti, sono indirizzate le norme
che rendono definitivo il fattore di
correzione (0,7619) previsto dall’art. 501
CRR per le PMI, qualora le esposizioni non
superino l’importo di 1,5 milioni di euro. Il
fattore di correzione consente di
accantonare un ammontare di capitale
più basso per le esposizioni verso le PMI;
infatti, il valore nominale dell’esposizione
viene prima corretto con il fattore di
correzione e poi ponderato secondo
quanto previsto dalla normativa in
materia di requisiti patrimoniali a fronte del
rischio di credito.
Viene, inoltre, introdotto, un nuovo fattore
di correzione (0,85) per le esposizioni verso
PMI che eccedono la soglia di 1,5 milioni
di euro.
Brescia, orologio astronomico
5
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Ulteriori proposte e conclusioni
Sirmione, Grotte di Catullo
Per quanto riguarda, i finanziamenti verso
infrastrutture, sono state proposte norme
finalizzate a incentivare tali investimenti,
mutuando tale normativa da quella
prevista per le imprese di assicurazione
(c.d. “Solvency II”).
Previsioni specifiche per le banche di
piccole dimensioni
Per le banche di piccole dimensioni e
meno complesse, in ossequio al principio
di proporzionalità, sono state previste
norme per ridurre gli oneri amministrativi
connessi ad alcuni obblighi in materia di
retribuzione e sono stati ridotti gli obblighi
di informativa e di segnalazione.
Novità in tema di Grandi Esposizioni
Viene proposto un emendamento della
normativa sulle Grandi Esposizioni (large
exposures) che limita solo al Tier1 la parte
dei fondi propri che può essere
considerata per calcolare il limite del 25%
entro il quale devono essere mantenute le
esposizioni verso un singolo cliente o un
gruppo di clienti connessi; inoltre, le
esposizioni del G-SIBs verso altre G-SIBs
viene limitata al 15% del Tier1; infine, viene
previsto che per il calcolo delle esposizioni
verso transazioni in derivati OTC (over-thecounter, cioè al di fuori dei mercati
regolamentati) è obbligatorio utilizzare il
nuovo metodo standardizzato a fronte del
rischio di controparte (SA-CCR).
Altre proposte riguardano: i) l’introduzione
di un nuovo approccio standardizzato per
il calcolo dei requisiti patrimoniali (SACCR) a fronte del rischio di controparte
(già previsto in “Basilea 3”); ii)
l’introduzione di regole specifiche per le
esposizioni verso le controparti centrali di
un mercato regolamentato (recepimento
di un documento del Comitato di Basilea
di aprile 2014); iii) la revisione delle norme
in materia di rischi di mercato al fine di
evitare qualsiasi possibile arbitraggio
normativo tra portafoglio di negoziazione
(trading book) e altri portafogli (c.d.
banking book) (recepimento di un
documento del Comitato di Basilea del
gennaio 2016).
Dal punto di vista generale, la proposta
della Commissione opera soprattutto un
allineamento
dell’assetto
normativo
europeo con le innovazioni introdotte dal
Comitato di Basilea, in particolare per
quanto riguarda leverage ratio e
standard di liquidità NSFR. Relativamente
alle
altre
proposte,
appaiono
estremamente positive le norme in
materia di finanziamenti alle PMI e
facilitazione
degli
investimenti
in
infrastrutture. Da valutare l’impatto
dell’introduzione del TLAC per le banche
di maggiori dimensioni che, a una prima
analisi,
sembra
un
requisito
particolarmente oneroso e quindi in grado
di limitare l’attività di credito dei principali
operatori bancari europei.
LE FOTO DEL MESE
Le foto pubblicate in questo numero sono
relative al territorio della provincia di
Brescia.
Nella copertina è ritratta una veduta della
città.
6
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Crisi d’impresa:
l’importanza di
anticiparla per
coglierne le
opportunità
L. Ponti e V. Roggiani, PeR consulting
PeR consulting è una società di consulenza
in operazioni di finanza straordinaria che si
rivolge
alle
aziende
in
difficoltà
proponendo soluzioni per il mantenimento
della continuità operativa e la fuoriuscita
dalla crisi.
A partire dal 2008 l’economia globale è
stata colpita da una crisi profonda che ha
interessato l’economia reale mettendo in
seria difficoltà il sistema imprenditoriale.
A livello nazionale, ciò si è tradotto in un
numero
sempre
crescente
delle
domande di concordato preventivo e
delle dichiarazioni di fallimento. I dati
Cerved indicano, per il secondo trimestre
2016, un aumento delle liquidazioni delle
società di capitale (+5,8%), con un
incremento nei settori dell’industria
(+0,6%) e dei servizi (+8,2%), mentre si
registra un lieve calo nell’edilizia (-0,6%)5.
Le stime per i prossimi anni indicano, per
l’Italia, una graduale ripresa, seppur lenta,
aprendo nuove opportunità per le
imprese in fase di costituzione e per quelle
che sono riuscite a superare le difficoltà
poste dal contesto economico dell’ultimo
decennio.
Una fase che, comunque, si mantiene
delicata e che impone alle imprese di
prestare particolare attenzione a quei
segnali che possono rivelare fenomeni di
crisi interna, che spesso sono nascosti e di
difficile percezione anche da parte degli
stessi imprenditori.
Anche
alcune
importanti
realtà
imprenditoriali, riconosciute a livello
internazionale
quali
eccellenze
dell’economia
italiana,
hanno
sperimentato, per motivi diversi, una fase
di crisi.
Solo per citarne alcune: La Perla, Stefanel,
Ospedale San Raffaele, Parmacotto,
Zucchi, I Pinco Pallino, Rubinetterie
Mamoli, Guru, UnoPiù, Mecatone Uno.
La Perla, storico marchio bolognese
fondato nel 1954, specializzato in intimo e
corsetteria d'alta gamma, è passata, ad
esempio, dal dramma del quasi fallimento
al rilancio attraverso una operazione di
concordato preventivo che ha permesso
l’ingresso di una nuova proprietà, il
mantenimento dei posti di lavoro e il
risanamento dell’impresa. Allo stesso
modo anche il marchio di abiti di alta
gamma per bambini, I Pinco Pallino, è
sopravvissuto
alla
crisi
attraverso
un’operazione di turnaround.
Questi esempi dimostrano come una crisi
aziendale, se ben gestita, possa
rappresentare un’opportunità e uno
strumento di apertura al cambiamento e
alla discontinuità. Si tratta di un concetto
ancora poco diffuso nel nostro Paese ed
è per tale motivo che è fondamentale
che le istituzioni – in particolare quelle più
vicine al sistema imprenditoriale – si
facciano promotrici della diffusione della
cultura della crisi presso le imprese locali.
Educare alla gestione della crisi significa,
in poche parole, fornire agli imprenditori
gli strumenti per riconoscere con anticipo
la crisi al fine di mettere in atto, per tempo,
Fonte:
https://know.cerved.com/it/studi-eanalisi/osservatorio-su-fallimenti-procedure-echiusure-di-imprese-2q-2016.
5
7
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Desenzano del Garda, Palazzo Todeschini
azioni che permettano di superarla. In tal
modo, si è in grado di assicurare alla realtà
economico-territoriale una prospettiva di
continuità, generando un impatto positivo
in termini di occupazione e di crescita.
I principali ostacoli alla valorizzazione della
crisi sono rappresentati dal fattore tempo
e
dal
fattore
informazione.
Se
l’imprenditore non possiede gli strumenti
per identificare e gestire la crisi, la sua
azienda disperderà valore, non potrà
risanarsi e non potrà trovare investitori
disposti a scommettere sulla ripartenza; se
la crisi è sottaciuta e non identificata, non
ci sarà modo, quindi, per attivare
l’intervento di risanamento.
La realtà insegna, ad esempio, che i primi
segnali di crisi nascono dall’operatività
aziendale
e
sfociano
nell’ambito
finanziario. La riduzione degli affidamenti
da parte delle banche con le cosiddette
“richieste di rientro nelle linee affidate”, la
mancata corresponsione dei contributi
previdenziali e l’accumularsi delle fatture
non pagate sono i segni di una crisi
finanziaria che si è protratta nel tempo e
che spesso coincide con una situazione di
difficoltà operativa che non è stata
anticipata e a cui non è stato posto
rimedio, spesso a causa della mancanza
di strumenti di controllo interni e/o del
supporto di professionisti.
(sue o di terzi) e di tempo. Anticipare la
crisi significa saper disporre, per tempo e
con una strategia pianificata, delle risorse
finanziarie prodotte dall’azienda al fine di
utilizzarle nell’ambito di un processo di
risanamento. Difficilmente le aziende in
crisi riescono ad ottenere finanziamenti da
parte del sistema bancario a causa della
mancanza
del
merito
creditizio
dell’impresa; per questo l’azienda in crisi
deve operare celermente affinché non
disperda il proprio valore e riesca a
generare liquidità sufficiente a gestire un
processo organizzato di risanamento.
Tra le varie alternative alla risoluzione della
crisi, la cessione di un ramo di azienda o
dell’intera società a soggetti terzi è uno
strumento di continuità della realtà
aziendale che permette la sopravvivenza
del business e dei posti di lavoro.
Secondo le ultime rilevazioni di Bureau
Van Dijk, le operazioni di M&A sono in
aumento (81 operazioni registrate nel
mese di ottobre per un valore complessivo
di oltre 8 miliardi di euro) e la Francia
rappresenta il primo Paese acquiror di
aziende italiane.
Questa tipologia di operazioni, che
nell’ambito della crisi aziendale può
essere
definita “M&A della
crisi”
rappresenta un’opportunità non solo per
l’impresa (che è in grado di dare
continuità all’attività), ma anche per
l’acquirente / investitore che ha la
possibilità di acquisire un’azienda o una
parte di essa a un prezzo ridotto; una
realtà che, una volta risanata e liberata
dai debiti, potrà tornare a generare valore
mantenendo la propria identità.
Per concludere, non resta che attivarsi a
vari livelli – istituzionale, imprenditoriale,
professionale – per una sensibilizzazione in
merito all’importanza di saper anticipare
la crisi di impresa e poterla così gestire
affinché la stessa possa essere trasformata
in uno strumento di creazione di valore.
Per superare la crisi è essenziale che
l’impresa disponga di risorse finanziarie
8
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Design
protagonista a
Milano: Italian Day
su Marchi e
Disegni Comunitari
e DesignEuropa
Awards
E. Fano
Il 30 novembre scorso si è svolta a Milano,
nella suggestiva cornice dell’UniCredit
Pavillon di Piazza Gae Aulenti, la
cerimonia di premiazione della prima
edizione dei DesignEuropa Awards,
premio per designer esordienti e di lunga
data organizzato dall’Ufficio dell'Unione
Europea per la Proprietà Intellettuale
(EUIPO).
Non è un caso che per la prima edizione
di questo prestigioso premio sia stata
scelta come location la città di Milano, ai
vertici da sempre in materia di design in
Europa e nel mondo, e che la Triennale
abbia ospitato la cena di gala che ha
preceduto la cerimonia di premiazione.
In occasione di tale premio, il Consorzio
Camerale per il credito e la finanza, in
collaborazione con l’Ufficio Europeo della
Proprietà Intellettuale e l’Ufficio Italiano
Brevetti e Marchi, ha deciso che il tema
dell’ormai
tradizionale
Italian
Day,
dedicato come ogni anno alla Proprietà
Intellettuale e Industriale e previsto per il 29
novembre, sarebbe stato il Design, la sua
protezione nell’Unione Europea e in Italia
e la sua relazione con il Marchio.
del Dott. Giuseppe Bertoli per l’EUIPO e del
Dott. Michele Mille per l’UIBM, moderati
dall’Avv.
Emanuele
Montelione,
responsabile scientifico del progetto
“Marchi e Disegni Comunitari”.
Tra i temi più caldi trattati durante l’Italian
Day hanno trovato spazio la problematica
delle parti di ricambio, la novità e il
carattere individuale del Design a
prescindere dal settore industriale di
riferimento, la definizione di utilizzatore
informato, la possibilità di registrare come
Design nell’ambito dell’Unione Europea e
in Italia un logo che contenga una
componente
denominativa,
la
rivendicazione di priorità per disegni
multipli in Paesi dove il disegno multiplo
non sia previsto, l’opportunità di
depositare la descrizione del Design
oggetto della registrazione e in ultimo,
tema futuribile ma già di attualità in molti
settori, il Design e la stampa 3D.
La partecipazione di pubblico è stata
importante, tanto per ciò che concerne
gli operatori del settore che per quanto
riguarda i consulenti in proprietà
industriale.
In occasione del convegno è stato
distribuito ai partecipanti il Vademecum
“L’ABC giuridico del Design”, realizzato
dal Consorzio Camerale per il credito e la
finanza, in collaborazione con l’Ufficio
dell'Unione Europea per la Proprietà
Intellettuale e l’Ufficio Italiano Brevetti e
Marchi.
L’iniziativa, dal titolo “La tutela delle forme
dei prodotti e dei segni distintivi
nell’Unione Europea”, ha visto gli interventi
9
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Il giorno successivo si è svolta la cerimonia
di premiazione dei DesignEuropa Awards
per le seguenti categorie:
Premio all’industria, riservato alle
imprese con più di 50 dipendenti e oltre 10
milioni di euro di fatturato / di bilancio
totale, titolari di Design Comunitario
Registrato;
Premio alle imprese piccole ed
emergenti, con meno di 50 dipendenti e
meno di 10 milioni di euro di fatturato / di
bilancio totale o costituitesi dopo il 1°
gennaio 2013 a prescindere dalle
dimensioni, titolari di Design Comunitario
Registrato;
Premio alla carriera, riservato a
singoli designer che si siano distinti per
opere di valore estetico nonché di
impatto dimostrabile sul mercato, titolari
nel corso della loro carriera di Design
Comunitario Registrato.
Ad esclusione del Premio alla carriera, già
assegnato a Giorgetto Giugiaro, per gli
altri due premi una giuria di esperti del
settore del Design, dell’imprenditoria e dei
diritti di proprietà intellettuale hanno
avuto l’arduo compito di scegliere un
vincitore tra candidati di primissimo livello.
Premi DesignEuropa Awards: i finalisti
Premio all’industria:
 caffettiera espresso PULCINA (Alessi
S.p.A.)
 portabiciclette RAVAL (Escofet 1886
SA)
 passeggino leggero THULE URBAN
GLIDE (Thule IP AB)
 motocicletta VDIAVEL (Ducati Motor
Holdings S.p.A.)
Premio alle imprese piccole ed emergenti:
 lampada ARIA (Slamp S.p.A.)
 panchina IDO (Anna Szonyi)
 pannelli fonoassorbenti FLAP (Caimi
Brevetti S.p.A.)
 lampada MOOOVE (Holon Industrial
Design UG)
Premio alla carriera:
 Giorgetto Giugiaro
I criteri di giudizio per scegliere i Design
candidati e successivamente i vincitori
sono stati: valore estetico e interesse
visivo; impatto dimostrabile sul mercato;
efficacia del marketing e della gestione
del disegno o modello e di altri diritti di
proprietà intellettuale.
In una cerimonia tutt’altro che noiosa,
grazie alla spumeggiante conduzione dei
presentatori e ai brevi video di
presentazione di tutti i Design in gara, la
mattina del 30 novembre è passata
veloce e ha visto proclamare i seguenti
vincitori:
per il Premio all’industria, il
passeggino leggero svedese THULE URBAN
GLIDE, progettato in collaborazione tra la
Thule e la Veryday e lanciato sul mercato
nel 2013, in relazione al quale la giuria ha
voluto sottolineare l’originalità del Design,
l’eleganza, la buona costruzione e
definizione tecnica, la praticità, il perfetto
equilibrio tra funzionalità e valore estetico,
la sensibilità sociale e l’adattabilità ai
diversi stili di vita;
per il Premio alle imprese piccole
ed emergenti, i pannelli fonoassorbenti
FLAP prodotti dalla Caimi Brevetti S.p.A. e
disegnati da Alberto e Francesco Meda,
padre e figlio, capaci di assorbire le onde
sonore grazie a diversi spessori di
poliestere con forme variabili, nei quali la
giuria ha apprezzato l’unione di elementi
visivi e tattili, la fusione armoniosa tra
Design d’interni e Design industriale, oltre
a una sofisticata e intelligente strategia di
protezione per mezzo del Design
Comunitario registrato;
per il Premio alla carriera, la
presenza del vincitore Giorgetto Giugiaro,
leggendario
designer
del
mondo
dell’automobile ma non solo, ha
contribuito a concludere nel migliore dei
modi la prima edizione dei DesignEuropa
Awards.
E per la prossima edizione? Arrivederci in
Polonia!
10
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Crowdfunding:
bilanci e prospettive
M. G. Cesarini
Lo sviluppo di strumenti finanziari innovativi
è strettamente connesso alla diffusione
della crisi finanziaria e, in special modo,
alla necessità delle imprese di far fronte
alla stretta creditizia, cercando canali di
approvvigionamento
finanziario
complementari a quelli tradizionali.
Tra gli strumenti finanziari innovativi che si
articolano
attraverso
internet
il
crowdfunding,
nelle
sue
diverse
declinazioni, riveste senz’altro un ruolo
primario.
Sebbene nel 2012 il mercato italiano fosse
a uno stato pressoché embrionale, lo
scorso anno ha fatto registrare un volume
complessivo di circa 57 milioni di euro.
Nonostante questi valori rappresentino
soltanto il 10% dell’intero stock europeo, è
comunque importante evidenziare un
tasso di crescita annuo per l’Italia tra i più
alti del continente (volumi nel 2016 più
che quadruplicati rispetto al 2014).
Se da un lato sembra confermarsi nei
prossimi anni il trend crescente per il
mercato del crowdfunding, dall’altro
permane la necessità per il legislatore di
continuare a contribuire alla creazione di
un habitat quanto più favorevole alla sua
diffusione e alla sua fruibilità.
Rilevanti passi avanti sono stati compiuti in
tal senso nel corso dell’anno, soprattutto
per
ciò
che
concerne
l’equity
crowdfunding.
Alle modifiche apportate da Consob al
Regolamento
lo
scorso
febbraio,
improntate
a
una
maggiore
semplificazione
delle
procedure
e
all’allargamento del bacino di imprese
beneficiarie (dalle sole start up innovative
Riviera Gardone
a
PMI
innovative,
organismi
di
investimento collettivo del risparmio e
imprese che investono prevalentemente
in start up e PMI innovative), si è
recentemente affiancata l’approvazione
della misura che ne estende l’accessibilità
a tutte le piccole e medie imprese.
Per le oltre 130mila PMI presenti sul
territorio italiano sarà, dunque, possibile
raccogliere capitale di rischio tramite
portali on-line per finanziare progetti di
crescita e investimenti.
Un ampliamento della platea di imprese
potrà, altresì, fornire anche a risparmiatori
e investitori l’opportunità di diversificare
ulteriormente il proprio portafoglio di
attività.
Resta ancora sul tavolo della discussione
la creazione di un mercato secondario ad
hoc per le quote delle aziende finanziate,
al fine di conferire maggiore liquidità.
Alcune piattaforme hanno intrapreso
iniziative in tal senso, il cui esito dipenderà
dalla collocazione delle offerte entro la
fine dell’anno.
Se l’operatività dell’equity crowdfunding
segue una cornice normativa ad oggi
ben definita - per quanto in evoluzione - la
tipologia lending è stata solo di recente
presa in esame dalle autorità nazionali.
A circa un anno dalla consultazione,
Banca d’Italia ha da poco pubblicato le
diposizioni in materia di raccolta del
risparmio da parte di soggetti diversi da
banche, che include una sezione
11
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
ancora l’Italia rispetto ad altri Paesi
comunitari.
Secondo un’analisi effettuata dalla
Commissione europea, il nostro Paese si
posiziona infatti al 25° posto tra i 28 Stati
Membri sulla base di un indice di
digitalizzazione dell’economia e della
società che aggrega diversi componenti,
tra cui l’uso di internet. Solo il 65% degli
italiani risponde alla definizione di “utenti
di internet” e, tra questi, la cultura digitale
risulta elevata soltanto nel 30% dei casi.
Brescia, Capitoluim romano
completamente
crowdfunding.
dedicata
al
lending
Le disposizioni, che entreranno in vigore a
partire
dal
prossimo
gennaio,
rappresentano una prima importante
formalizzazione del fenomeno e hanno
carattere
soprattutto
“ricognitivo”:
intendono
fornire
agli
operatori
chiarimenti circa condizioni e limiti da
rispettare per non incorrere in violazioni
della disciplina in materia di raccolta del
risparmio. E’, dunque, il primo tassello di
una normativa ancora tutta in divenire,
come precisato dalla stessa Banca
d’Italia.
L’inquadramento normativo è senza
ombra di dubbio indispensabile per un
corretto e genuino sviluppo del mercato
del crowdfunding (a prescindere dalle
varie tipologie), ma appare insufficiente e
privo di efficacia se non accompagnato
da interventi anche sul piano culturale.
L’obiettivo, in primis, da superare è l’ancor
diffusa diffidenza da parte di molti dei
potenziali utenti - sia dal lato della
domanda sia dal lato dell’offerta di risorse
- nei confronti di strumenti fruibili on-line,
che
seguono
procedure
nonché
modalità di relazione e di comunicazione
diverse da quelli tradizionali e ben noti.
Strettamente connessa a questo aspetto
è la necessità di investire ulteriormente
nell’educazione digitale dei potenziali
utenti, visto il gap che contraddistingue
E’ dunque lapalissiano come il livello di
cultura digitale di risparmiatori e imprese
possa influenzare il grado di diffusione di
strumenti quali il crowdfunding e, anzi,
esserne premessa imprescindibile.
Formazione e informazione possono
rappresentare le chiavi per decretare il
successo dello strumento e, in tal senso,
stakeholder e operatori del mercato
possono rivestire un ruolo di primo piano.
Accordo CDP-FEI per favorire l’accesso al
credito delle PMI
Mef, Fei e Cdp hanno firmato un
importante accordo di garanzia siglato
nell’ambito dell’Investment Plan for Europe
(il cosiddetto Piano Juncker) in favore delle
piccole e medie imprese.
Tale accordo attiva la Piattaforma di
investimento “EFSI Thematic Investment
Platform for Italian SMEs”, prima in Europa
ad essere promossa dal Gruppo BEI insieme
a un Istituto Nazionale di Promozione come
Cdp.
L’operazione
pone
le
basi
per
l’implementazione di una serie di iniziative
di garanzie e risk-sharing in grado di
attivare investimenti da parte delle Pmi per
oltre 6 miliardi di euro a fronte di risorse
impiegate a copertura delle prime perdite
per 225 milioni di euro tra fondi di CDP,
comunitari messi a disposizione dal FEI e
nazionali
veicolati
dal
Ministero
dell’economia e delle Finanze (MEF).
12
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Rating di legalità e
benefici
nell’accesso al
credito
C. Carzaniga
La Banca d’Italia ha di recente diffuso i
dati relativi agli effetti del rating di legalità
nella concessione di finanziamenti alle
imprese nel corso del 2015.
Si tratta di uno strumento, quello del rating
di legalità, introdotto dall’ordinamento
italiano nel 20126 con l’obiettivo di
promuovere in ambito aziendale principi
di comportamento etico: riconosce,
infatti, premialità alle aziende che
operano secondo i principi della legalità,
della trasparenza e della responsabilità
sociale.
Il meccanismo prevede, per le imprese
che ne fanno richiesta, l’assegnazione di
un giudizio sul rispetto della legalità e sul
grado di attenzione riposto nella corretta
gestione del proprio business.
Oltre al vantaggio della gratuità, le
imprese a cui viene riconosciuto un
sufficiente livello di legalità possono
contare su benefici in sede di concessione
di finanziamenti pubblici e agevolazioni
per l’accesso al credito bancario. A tale
riguardo, un apposito regolamento del
Ministero dell’Economia e delle Finanze di
concerto con il Ministero dello Sviluppo
Economico7 individua le modalità in base
alle quali si tiene conto del rating di
legalità attribuito alle imprese ai fini della
concessione di finanziamenti.
Art. 5-ter del decreto legge 1/2012, come
modificato dal decreto legge 29/2012, convertito
con modificazioni dalla legge 62/2012.
6
Valle Camonica, incisioni rupestri
Per quanto riguarda la concessione di
finanziamenti pubblici alle imprese, è
previsto un sistema di premialità per le
imprese in possesso del rating di legalità in
base al quale possono essere concessi
all’impresa una preferenza in graduatoria,
un punteggio aggiuntivo o, in alternativa,
può essere prevista nel bando una riserva
di quota delle risorse finanziarie allocate.
Le banche sono invece tenute, attraverso
la formalizzazione delle procedure interne,
a tener conto della presenza del rating di
legalità ai fini di una riduzione dei tempi e
dei costi per la concessione di
finanziamenti. Il Regolamento MEF-MISE
specifica, infatti, che le banche
considerano il rating di legalità tra le
variabili utilizzate per la valutazione di
accesso al credito dell’impresa e ne
tengono conto nella determinazione delle
condizioni economiche di erogazione,
ove ne riscontrino la rilevanza rispetto
all’andamento del rapporto creditizio.
La verifica dell’osservanza di tale
disposizione spetta alla Banca d’Italia, alla
quale i singoli istituti sono chiamati a
relazionare in merito alle motivazioni
sottostanti ad una eventuale mancata
applicazione della norma.
Viene da chiedersi, quindi, quali sono i
soggetti abilitati a fare richiesta del rating
7
Decreto MEF-MISE 20 febbraio 2014, n. 57.
13
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
e le procedure che è necessario seguire
per il suo ottenimento.
L’attribuzione del rating spetta all’Autorità
garante della concorrenza e del
mercato8 che valuta le richieste
presentate da imprese operative in Italia
che abbiano raggiunto un fatturato
minimo di due milioni di euro nell’esercizio
chiuso l’anno precedente alla richiesta e
che siano iscritte al registro delle imprese
da almeno due anni.
verificate tramite controlli incrociati con i
dati
in possesso delle
pubbliche
10
amministrazioni interessate .
Sulla base dei dati disponibili a metà
dicembre, in Italia sono 2662 le imprese
dotate di un rating di legalità. Circa i due
terzi hanno ottenuto una stelletta, mentre
sono 140 le imprese che possono contare
su un rating di 3 stellette.
Numero di imprese che hanno ottenuto il
rating di legalità per classe di rating
La domanda viene presentata in via
telematica attraverso la compilazione di
un apposito formulario disponibile sul sito
dell’AGCM che avrà tempo 60 giorni per
la delibera dell’attribuzione del rating9.
Il rating ha una durata di due anni dal
rilascio ed è rinnovabile su richiesta. Ha un
range compreso tra un minimo di una
“stelletta” a un massimo di tre “stellette”,
attribuito dall’Autorità sulla base delle
dichiarazioni delle aziende che verranno
Per consultare il Regolamento si rimanda alla
delibera n. 24075 del 14 novembre 2012.
9
I tempi possono, tuttavia, essere più lunghi nel
caso in cui la domanda presentata sia ritenuta
incompleta; i Ministeri dell’Interno e/o della Giustizia
e l’ANAC – ai quali viene trasmessa copia della
richiesta – formulino delle osservazioni oppure se
l’Autorità necessiti motivatamente di maggior
tempo per la verifica dei requisiti e per l’istruttoria.
10
Una ‘stelletta’: per ottenere il punteggio minimo
l’azienda dovrà dichiarare che l’imprenditore e gli
altri soggetti rilevanti ai fini del rating (direttore
tecnico, direttore generale, rappresentante legale,
amministratori, soci) non sono destinatari di misure
di prevenzione e/o cautelari, sentenze/decreti
penali di condanna, sentenze di patteggiamento
per reati tributari ex d.lgs. 74/2000 e per altri reati
così come previsto dalla normativa.
L’impresa non dovrà inoltre, nel biennio
precedente la richiesta di rating, essere stata
condannata per illeciti antitrust gravi, per mancato
rispetto delle norme a tutela della salute e della
sicurezza nei luoghi di lavoro, per violazioni degli
obblighi retributivi, contributivi, assicurativi e fiscali
nei confronti dei propri dipendenti e collaboratori.
Non dovrà inoltre avere subito accertamenti di un
maggior reddito imponibile rispetto a quello
dichiarato, né avere ricevuto provvedimenti di
revoca di finanziamenti pubblici per i quali non
abbia assolto gli obblighi di restituzione.
L’impresa dovrà inoltre dichiarare di effettuare
pagamenti e transazioni finanziarie di ammontare
8
832
628
418
140
304
237
103
*** **++ **+
**
*++
*+
*
Fonte: Elaborazione Consorzio Camerale su dati
AGCM
superiore alla soglia di mille euro esclusivamente
con strumenti di pagamento tracciabili.
Da due a tre ‘stellette': il regolamento prevede
ulteriori requisiti che, se rispettati, garantiranno alle
imprese il punteggio massimo di 3 stellette. Se ne
verranno rispettati almeno 6 si otterranno due
stellette. In particolare le aziende dovranno:
rispettare i contenuti del Protocollo di legalità
sottoscritto dal Ministero dell’Interno e da
Confindustria, e a livello locale dalle Prefetture
e dalle associazioni di categoria;
utilizzare sistemi di tracciabilità dei pagamenti
anche per importi inferiori rispetto a quelli fissati
dalla legge;
adottare una struttura organizzativa che
effettui il controllo di conformità delle attività
aziendali a disposizioni normative applicabili
all’impresa o un modello organizzativo ai sensi
del d.lgs. 231/2001;
adottare processi per garantire forme di
Corporate Social Responsability;
essere iscritte in uno degli elenchi di fornitori,
prestatori di servizi ed esecutori di lavori non
soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa;
avere
aderito
a
codici
etici
di
autoregolamentazione
adottati
dalle
associazioni di categoria.
Sarà valorizzata anche la denuncia, all’autorità
giudiziaria o alle forze di polizia, di reati previsti dal
Regolamento commessi a danno dell’imprenditore
o dei propri familiari e collaboratori, qualora alla
denuncia sia seguito l’esercizio dell’azione penale.
14
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Piemonte: a queste quattro regioni
corrisponde, infatti, la metà delle imprese
con rating di legalità.
Imprese che hanno ottenuto il rating di legalità
per Regione
Val d'Aosta
Molise
Sardegna
Val Trompia
Trentino Alto Adige
A livello territoriale, oltre la metà delle
imprese che possiedono un rating di
legalità si trova nelle regioni del nord Italia
(1476 imprese). Seguono sud e isole con
700 imprese e infine le regioni del centro
dove si trovano 486 imprese dotate di
rating di legalità.
Se si confronta il dato con le dimensioni
imprenditoriali
delle
diverse
aree
geografiche, si nota che al nord c’è un più
elevato livello di sensibilizzazione verso la
materia con un utilizzo maggiore dello
strumento. Al contrario il sud e isole
contano
il
33,1%
del
tessuto
imprenditoriale nazionale e solamente il
26,3% di imprese dotate di rating di
legalità.
Distribuzione sul territorio delle imprese
26,3%
33,1 %
55,4%
45,1 %
18,3%
21,8 %
Rating di legalità
Stock imprese
Centro
Sud e isole
Nord
Fonte: Elaborazione Consorzio Camerale su dati
AGCM
E’ pur vero che, se si prende in
considerazione la classifica regionale, la
Puglia si posiziona nelle prime posizioni. I
dati evidenziati in precedenza sono il
risultato dell’utilizzo dello strumento in
Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e
Umbria
Calabria
Abruzzo
Liguria
Friuli Venezia Giulia
Basilicata
Marche
Sicilia
Campania
Toscana
Lazio
Piemonte
Veneto
Puglia
Lombardia
Emilia-Romagna
0
100
200
300
400
500
Fonte: Elaborazione Consorzio Camerale su dati
AGCM
Si tratta, in ogni caso, di numeri ancora
contenuti che presentano sicuramente
delle potenzialità di crescita anche in virtù
dei benefici in termini di accesso al credito
riconosciuti.
Secondo i dati diffusi da Banca d’Italia,
sono 1378 le imprese che nel 2015 hanno
domandato e ottenuto un finanziamento
presso il sistema bancario e, di queste, 626
hanno ottenuto benefici sotto forma di
migliori condizioni economiche nella
concessione dei finanziamenti e di inferiori
tempi e costi di istruttoria.
Sono state, invece, 752 le imprese
affidatarie per le quali il rating di legalità
non ha generato benefici: in 371 casi ciò
è
riconducibile
alla
mancata
o
incompleta
presentazione
della
documentazione sul rating da parte delle
imprese; in altri 307 casi si è rivelato
15
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
ininfluente
perché
le
condizioni
effettivamente applicate dalle banche risultanti dalle proprie istruttorie basate su
rating
delle
imprese
sviluppati
autonomamente - erano migliori o
coincidenti con le condizioni associate al
rating di legalità.
Nel corso dello stesso anno 73 imprese, pur
munite di rating di legalità, non hanno
ottenuto un finanziamento; in quasi il 70%
dei casi il diniego è stato motivato
dall’insufficiente
merito
creditizio
dell’impresa.
Liquidità in arrivo per PMI in crisi a causa di
mancati pagamenti
E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il
Decreto con il quale il Ministero dello
Sviluppo Economico ha definito le
modalità di accesso ai finanziamenti
agevolati a valere sul Fondo per il credito
alle aziende vittime di mancati pagamenti
istituito dalla legge di Stabilità 2016.
Il Fondo ha una dotazione di 10 milioni di
euro per il triennio 2016-2018 ed è dedicato
alle piccole e medie imprese:
-
regolarmente costituite, iscritte nel
registro delle imprese e nel pieno e
libero esercizio dei propri diritti;
-
che presentano una situazione di
potenziale crisi di liquidità, con un
rapporto non inferiore al 20% tra
l'ammontare dei crediti non incassati
nei confronti delle imprese debitrici e il
totale dei “crediti verso clienti”;
-
che risultano parti offese in un
procedimento penale, in corso alla
data di entrata in vigore della legge di
Stabilità 2016 (legge numero 208-2015),
a carico delle aziende debitrici
imputate dei delitti di cui agli articoli
629 (estorsione), 640 (truffa), 641
(insolvenza fraudolenta) del codice
penale e di cui all'art. 2621 del codice
civile (false comunicazioni sociali).
Distribuzione sul territorio delle imprese
Imprese finanziate
1.378
di cui:
beneficiate dal rating di legalità
non
beneficiate
dal
rating
legalità
Imprese non finanziate
Totale imprese
di
TIPOLOGIA DEL BENEFICIO11
Riduzione dei tempi di istruttoria
Migliori condizioni economiche per la
concessione o rinegoziazione del
finanziamento
Riduzione costi di istruttoria
CAUSE DI ESCLUSIONE DEL BENEFICIO
Mancata o parziale documentazione
del rating
Prevalenza del rating interno
Altro
Fonte: Banca d’Italia
626
752
73
1.451
431
419
161
371
307
74
Alla luce di questi dati, il rating di legalità,
seppur non possa garantire la certezza di
ottenimento
del
finanziamento,
costituisce un’opportunità aggiuntiva di
cui possono dotarsi gratuitamente le
imprese e con la quale bussare al sistema
bancario con un maggiore potere
negoziale.
Il finanziamento agevolato è concesso
entro una soglia massima di 500mila euro,
non può superare la somma dei crediti
documentati e non pagati vantati dalla
Pmi nei confronti delle imprese debitrici, né
essere superiore alle capacità di rimborso
dell'impresa beneficiaria.
Il tasso d'interesse è pari allo zero% e la
durata può essere compresa fra tre e dieci
anni, comprensiva di un periodo di
preammortamento massimo di due anni.
Essendo possibile riconoscere benefici multipli, la
somma dei benefici riconosciuti può eccedere il
numero delle imprese.
11
16
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Gli eventi
Campobasso e Isernia, dicembre 2016 e
gennaio 2017: corso di formazione in
merito alla gestione delle crisi da
sovraindebitamento
Proseguono le giornate formative in
materia di gestione delle crisi da
sovraindebitamento in programma presso
la Camera di commercio del Molise (sedi
di Isernia e Campobasso). Gli incontri, che
saranno tenuti da docenti esperti della
materia, sono in parte indirizzati al
personale camerale chiamato a svolgere
una prima consulenza sul tema alle
imprese con cui si interfaccia, e in parte ai
componenti dell’Organismo di gestione
delle crisi da sovraindembitamento,
istituito dalla Camera di commercio del
Molise con deliberazione n. 39 dello scorso
giugno.
Per maggiori informazioni in merito
all’iniziativa è possibile contattare il
Consorzio Camerale ai seguenti recapiti:
Mail: [email protected]
Tel: 02 8515 4264
Cremona, gennaio 2017: corso di
formazione per i confidi cremonesi sugli
strumenti innovativi di finanziamento
Nel mese di gennaio, presso la Camera di
commercio di Cremona, si terranno il
secondo e terzo incontro del percorso
“Appuntamento
con
l’educazione
finanziaria. Gli strumenti innovativi di
finanziamento” dedicato al personale dei
confidi che operano nel territorio
cremonese.
L’iniziativa, organizzata dal Consorzio
Camerale in collaborazione con la
Camera di commercio di Cremona, ha
una duplice finalità. I partecipanti al corso
potranno, da un lato, apprendere le
peculiarità relative ai nuovi strumenti a
disposizione delle PMI per accedere al
mercato dei capitali, e, dall’altro lato,
saranno in grado di definire il nuovo ruolo
del confidi nel contesto che si sta
delineando, di individuare i nuovi ambiti in
cui intervenire e di ampliare e diversificare
le attività da svolgere, soprattutto da un
punto di vista commerciale e di processo
di trasformazione interno.
La locandina del corso è disponibile sul
sito del Consorzio, al link:
http://www.consorziocamerale.eu/event
o/appuntamento-con-leducazionefinanziaria-4/
Milano, febbraio e marzo 2017: L’abc della
finanza per l’imprenditoria femminile
Il Consorzio Camerale per il credito e la
finanza, in collaborazione con il Comitato
per la Promozione dell'Imprenditoria
Femminile della Camera di commercio di
Milano organizza un corso formativo
destinato alle imprese femminili.
Il corso, strutturato in tre giornate, ha
come obiettivo l’approfondimento e la
conoscenza degli strumenti e degli attori
del mercato del credito in modo da
permettere alle partecipanti di saper
cogliere le opportunità offerte dal
mercato.
Per maggiori informazioni in merito al
programma e alle modalità di adesione è
possibile contattare il Consorzio Camerale
ai seguenti recapiti:
Mail: [email protected]
Tel: 02 8515 4264
17
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Le pubblicazioni
Fondo Europeo per gli Investimenti:
European Small Business Finance Outlook
Il report del Fondo Europeo per gli
Investimenti
rappresenta
un
aggiornamento della pubblicazione di
giugno, rispetto alla quale si riscontra un
deterioramento
della
situazione
economica: il costo del denaro si
mantiene basso grazie alle politiche
monetarie adottate ma presenta delle
differenziazioni nei diversi Paesi e,
comunque, non riesce a determinare un
incremento dei volumi dei prestiti.
Il private equity è in fase di recupero
rispetto al crollo nella raccolta registrato
negli anni 2008/2009, mentre le garanzie
continuano a rappresentare lo strumento
più utilizzato dalle imprese, in particolare in
Francia e in Itala.
La pubblicazione è disponibile al link:
http://www.eif.org/news_centre/publicati
ons/eif_wp_37_esbfo_dec16_final.pdf
OCSE: Economic Outlook
L'Ocse, nell’ambito dell’aggiornamento di
novembre dell’Economic Outlook, ha
rivisto in lieve rialzo la stima sulla crescita
dell'economia
italiana
nel
2017,
portandola allo 0,9%. Per il 2018 è attesa
un'espansione
dell'1%,
mentre
è
confermata la stima di una crescita allo
0,8% nel 2016. Il rapporto tra deficit e Pil è
invece previsto stabile al 2,4% sia nel 2016
che nei due anni successivi. Da un lato, la
crescita moderata e i fattori che pesano
sul credito freneranno gli investimenti
privati, dall’altro, la bassa crescita
nell'area euro e nei maggiori partner
commerciali
continueranno
a
comprimere le esportazioni.
Per consultare il report:
http://www.keepeek.com/Digital-AssetManagement/oecd/economics/oecdeconomic-outlook-volume-2016-issue2_eco_outlook-v2016-2-en#.WFlE8VPhDcs
Banca Centrale Europea: Priorità per il
2017 concernenti la vigilanza degli enti
creditizi
La
Banca
centrale
europea
ha
pubblicato le proprie priorità per il 2017
concernenti la vigilanza degli enti creditizi
nell’area dell’euro. L’attenzione è rivolta
principalmente ai rischi fondamentali
fronteggiati al momento dalle banche, tra
cui la necessità di adattarsi a condizioni
finanziarie quali la debole crescita
economica nell’area dell’euro e le
incertezze geopolitiche gestendo nel
contempo
le
attività
finanziarie
preesistenti. La Vigilanza bancaria della
BCE si concentrerà quindi sui rischi legati ai
modelli imprenditoriali e alla redditività, sul
rischio di credito (con particolare riguardo
ai crediti deteriorati) e sulla gestione dei
rischi. Queste aree rientravano già tra le
priorità del 2016, ma per ciascuna di esse
saranno ora approfonditi nuovi ambiti.
La BCE si soffermerà inoltre su specifiche
classi di attività, adottando un nuovo
approccio basato sulla combinazione di
indagini in loco e a distanza.
In aggiunta, la funzione di vigilanza
intraprenderà una nuova analisi tematica
per
fare
il
punto
delle
attività
esternalizzate dalle banche e verificare
come queste gestiscano i relativi rischi.
Per maggiori informazioni:
http://www.bancaditalia.it/media/bcecomunicati/documenti/2016/ssm.sr16121
5_1.it.pdf?pk_campaign=EmailAlertBdi&p
k_kwd=it
Consob: Risk Outlook
Secondo il rapporto redatto da Consob,
alla fine del primo semestre 2016 – e per la
prima volta negli ultimi anni – le sofferenze
lorde delle banche italiane hanno
registrato un calo rispetto al passato;
l’incidenza delle sofferenze sul totale dei
crediti permane tuttavia elevata, benché
il tasso di copertura sia tra i più alti nel
confronto europeo. I maggiori enti creditizi
italiani mostrano, inoltre, livelli di
adeguatezza patrimoniale in linea con
quelli dei maggiori competitor europei.
18
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
A fronte dei segnali di miglioramento,
segnala però la Consob, le banche
italiane continuano a caratterizzarsi per
un disallineamento tra prezzi azionari e
valori fondamentali, oltre che per
quotazioni dei CDS (Credit Default Swaps)
più elevate nel confronto europeo; ciò
verosimilmente in ragione della elevata
incidenza delle sofferenze e del rischio
Paese ad esse associato.
Per quanto riguarda le maggiori imprese
non finanziarie europee, persiste una
elevata vulnerabilità, anche per effetto
della ripresa economica modesta. Sotto il
profilo finanziario, nella prima metà del
2016 rimane significativa la quota delle
imprese che mostrano un elevato livello di
leverage e una bassa capacità di
rimborso del debito netto rispetto ai valori
storici.
La pubblicazione è disponibile al link:
http://www.consob.it/documents/11973/
573772/ro12.pdf/cb910e72-b969-469d90cc-59a9b5135178
Banca d’Italia: Fixing and completing the
European Economic and Monetary Union:
the costs of the unfinished Banking Union
Il vice direttore generale di Banca d'Italia,
Valeria Sannucci, nel corso del Rome
Investment Forum 2016 ha affrontato il
tema dell’Unione Bancaria sottolineando
come, in mancanza di una rete di
sicurezza adeguata e funzionante, le
banche, anche se più solide di quanto
non fossero prima della crisi, si trovano
ancora più esposte a rischi sostanziali per
la loro stabilità individuale. Uno schema
europeo di assicurazione dei depositi
rappresenterebbe un elemento cruciale
di questa rete e avere tempi chiari circa la
sua approvazione rassicurerebbe i
mercati sulla volontà degli Stati membri di
portare a termine il progetto dell'Unione
Bancaria.
Ci sarebbe bisogno, inoltre, di un
backstop comune che copra sia la
risoluzione che l'assicurazione dei depositi;
lo strumento di bail in è, infatti, ben
progettato per affrontare singole crisi
bancarie, ma in caso di crisi sistemica il
suo uso potrebbe esacerbare la
minaccia, anziché stabilizzare il sistema. In
questi casi eccezionali la possibilità di un
intervento
pubblico
temporaneo
dovrebbe essere considerata per evitare il
rischio contagio e prevenire nuove crisi.
Per leggere il testo dell’intervento:
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni
/interventi-direttorio/int-dir2016/Sannucci161216.pdf?pk_campaign=EmailAlertBdi&
pk_kwd=it
Banca d’Italia: L’economia delle Regioni
Italiane
Banca d’Italia ha pubblicato il report
sull’economia delle Regioni Italiane dal
quale emerge che, dopo sette anni
consecutivi di calo, nel 2015 il PIL del
Mezzogiorno è tornato a crescere, a un
ritmo, sia pure contenuto (1,1%), ma
lievemente superiore a quello del Nord
(0,8%); al Centro la crescita è stata più
contenuta (0,3%).
Sui risultati del 2015 hanno influito eventi
particolari: il contributo alla crescita
venuto dai consumi delle famiglie, più
marcato rispetto all’export; il vantaggio
per
le
destinazioni
turistiche
del
Mezzogiorno derivante dalle turbolenze
politiche nella costa meridionale del
Mediterraneo; la buona annata delle
produzioni agricole, il cui peso è nel
Mezzogiorno più elevato rispetto alla
media nazionale; la spinta alla spesa per
investimenti pubblici derivante dalla
necessità di completare i molti programmi
avviati a valere sui fondi comunitari
stanziati per il periodo 2007-2013.
Nel 2016 si conferma la tendenza
lievemente espansiva in tutte le aree del
Paese.
Il report completo è disponibile al link:
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni
/economie-regionali/2016/20160043/1643-economia-regioni-italiane.pdf
19
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Banca d’Italia: La domanda e l’offerta di
credito a livello territoriale
Banca d’Italia ha pubblicato i risultati
dell’indagine sulla domanda e offerta di
credito e sulla domanda di strumenti
finanziari a livello territoriale.
Nel primo semestre del 2016, la domanda
di finanziamenti da parte delle imprese è
ancora cresciuta in tutte le aree del
Paese; vi hanno contribuito il settore
manifatturiero e quello dei servizi, a fronte
di una domanda ancora debole nel
comparto edile. In tutte le ripartizioni
geografiche ad esclusione del Nord Est
l’incremento della domanda è stato
maggiore per le banche grandi e medie
rispetto alle piccole.
È
proseguito,
in
tutti
i
territori,
l’allentamento delle condizioni di accesso
al credito nei confronti delle imprese; il
miglioramento non si è ancora esteso al
settore edile, verso il quale permane un
orientamento prudente, soprattutto nel
Nord Est. Il processo di allentamento è
risultato più intenso per le banche di
maggiore dimensione, confermando una
tendenza già in atto nei due semestri
precedenti.
L’espansione della domanda di prestiti
da parte delle famiglie è proseguita, sia
nella componente dei mutui per
l’acquisto di abitazioni sia in quella del
credito al consumo; per entrambe,
l’incremento è stato più accentuato nel
Nord Ovest e nel Mezzogiorno.
Per consultare la pubblicazione:
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni
/economie-regionali/2016/20160044/1644_domanda_credito.pdf
Nei primi anni di applicazione della legge
n. 3/2012 e del decreto ministeriale n.
202/2014 le prassi in uso nei Tribunali
hanno, infatti, messo in luce non pochi
aspetti controversi della normativa.
Nello specifico, vengono presi in
considerazione i seguenti profili: nomina
del professionista facente funzioni di OCC;
modalità di presentazione dell’istanza di
nomina del professionista facente funzioni
di OCC; modalità di presentazione della
proposta; deposito della proposta con
l’ausilio degli OCC; inammissibilità della
proposta.
Per consultare il documento:
http://www.cndcec.it/Portal/Documenti/
Dettaglio.aspx?id=46e2ce7d-f179-4effb901-56bd5c77399b
Consiglio
Nazionale
dei
Dottori
Commercialisti e degli Esperti Contabili:
Aspetti controversi delle procedure di
sovraindebitamento
Il documento, redatto dal Consiglio
Nazionale dei Dottori Commercialisti e
degli Esperti Contabili, affronta alcuni nodi
interpretativi relativi alla normativa sulle
crisi da sovraindebitamento.
20
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Le consultazioni
pubbliche
Scadenza: 5 gennaio 2017
Armonizzazione delle regole di vigilanza
per le banche vigilate dalle autorità
nazionali competenti
La Banca centrale europea ha avviato
una consultazione pubblica su un
progetto di indirizzo e un progetto di
raccomandazione concernenti l’esercizio
di opzioni e discrezionalità previsti dal
diritto dell’Unione per le banche che non
ricadono sotto la sua vigilanza diretta (enti
meno
significativi).
Lo
scopo
è
armonizzare le modalità della vigilanza
sulle banche da parte delle autorità
nazionali competenti (ANC) nei 19 paesi
del Meccanismo di vigilanza unica (MVU),
assicurando quindi parità di condizioni per
gli enti creditizi, nonché il regolare
funzionamento del sistema bancario
dell’area dell’euro nel suo insieme.
Per maggiori informazioni:
https://www.bankingsupervision.europa.e
u/legalframework/publiccons/html/ond_l
si.en.html
Scadenza: 13 gennaio 2017
Disciplina in materia di controllo sulle
concentrazioni fra imprese
La Commissione Europea ha lanciato una
consultazione pubblica riguardante la
disciplina in materia di controllo sulle
concentrazioni fra imprese, prevista dal
Regolamento
(CE)
n.
139/2004
(Regolamento
comunitario
sulle
concentrazioni), con l’obiettivo di ricevere
riscontri e commenti da parte di tutti i
soggetti interessati – imprese, cittadini,
associazioni dei consumatori, realtà
professionali, autorità pubbliche degli Stati
Membri – con particolare riferimento ai
seguenti aspetti:
- efficacia delle “soglie” in materia di
concentrazioni, al momento basate
esclusivamente sul fatturato delle
imprese coinvolte nell’operazione di
concentrazione;
trattamento delle situazioni che non
sollevano problemi concorrenziali e
procedura semplificata di clearance;
- meccanismi di rinvio fra Stati Membri e
Commissione Europea.
La consultazione in oggetto fa seguito al
White
Paper
pubblicato
dalla
Commissione nel 2014 e alle due
consultazioni
pubbliche
sul
funzionamento del Regolamento lanciate
nel 2009 e nel 2013.
La
documentazione
relativa
alla
consultazione è disponibile al link:
http://ec.europa.eu/competition/consult
ations/2016_merger_control/index_en.ht
ml
-
Scadenza: 20 gennaio 2017
Guida per la valutazione degli esponenti
aziendali
E’ in corso la consultazione della BCE sul
progetto di guida riguardante le
valutazioni dei requisiti di professionalità e
onorabilità degli esponenti aziendali.
La guida identifica come la BCE - nelle sue
funzioni di supervisione bancaria - debba
valutare le qualifiche, le competenze e
l’adeguata levatura dei candidati alle
posizioni apicali dei soggetti bancari. La
qualità dell’alta dirigenza è considerata,
infatti, di fondamentale importanza per la
stabilità degli enti finanziari e del sistema
bancario.
Sul punto, la BCE auspica che la nuova
guida permetta di accertare il corretto
comportamento dei soggetti bancari,
assicurando una buona governance
societaria.
La guida è consultabile al link:
https://www.bankingsupervision.europa.e
u/legalframework/publiccons/pdf/fap/fa
p_guide.it.pdf?03747d58e015e477c66328
7c087b02b6
Scadenza: 2 febbraio 2017
Nuovo regime prudenziale per le imprese
di investimento
L’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha
pubblicato in consultazione la risposta al
21
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
quesito posto dalla Commissione Europea
riguardante il progetto di un nuovo regime
prudenziale per le imprese di investimento
non-sistemiche, il quale risulta essere
strutturato alla luce delle tipologie di
rischio e dei modelli di business di tali
soggetti. Tale progetto ha lo scopo di
prevedere un quadro unico e armonizzato
di requisiti regolamentari che siano
semplici, proporzionati e ragionevoli con
riferimento alla natura delle imprese di
investimento e delle loro attività di
mercato.
A tal riguardo, l’EBA raccomanda che il
nuovo quadro regolamentare si focalizzi
sui rischi che le imprese di investimento
possono comportare per i clienti e per
l’integrità e la liquidità del mercato. Sul
punto, l’EBA propone di calcolare i
requisiti di capitale sulla base di fattori di
capitale da attribuire ad una di queste
due tipologie di rischio. Il documento,
inoltre, prevede tre alternative possibili
riguardanti i requisiti di liquidità che le
imprese di investimento dovrebbero
essere tenute a rispettare e che
dovrebbero
risultare
maggiormente
appropriate rispetto ai requisiti, oggi
previsti, sulla copertura di liquidità (LCR) e
sul finanziamento netto stabile (NSFR).
Per consultare il documento posto in
consultazione:
http://www.eba.europa.eu/documents/1
0180/1647446/Discussion+Paper+on+a+n
ew+prudential+regime+for+Investment+Fi
rms+%28EBA-DP-2016-02%29.pdf
nell’autovalutazione
del
carattere
sostanziale delle estensioni e delle
modifiche ai modelli interni usati per il
calcolo dei rischi di controparte e di
aggiustamento della valutazione del
credito associati a una controparte
contrattuale. Il progetto attinge quanto
più possibile agli orientamenti già definiti
dall’Autorità bancaria europea (ABE) per
altre tipologie di rischio.
Il testo posto in consultazione è disponibile
al link:
https://www.bankingsupervision.europa.e
u/legalframework/publiccons/pdf/egma
/egma_guide.it.pdf
Scadenza: 14 febbraio 2017
Guida alla valutazione del carattere
sostanziale delle modifiche ai modelli per
il rischio di controparte
La Banca centrale europea ha avviato
una consultazione pubblica sul progetto
di guida della BCE alla valutazione del
carattere sostanziale delle estensioni e
delle modifiche ai modelli per il rischio di
controparte (EGMA). Il progetto di guida
fornisce l’interpretazione che la BCE
intende dare al quadro normativo in
vigore e assiste gli enti significativi vigilati
direttamente
dalla
BCE
22
Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Dicembre 2016
Newsletter N. 72
Dicembre 2016
Hanno collaborato:
Camera di commercio di
Brescia
Claudio D’Auria
Lorena Ponti
Valentina Roggiani
Edoardo Fano
Maria Gloria Cesarini
Chiara Carzaniga
Carlo Bettonica
Consorzio Camerale
per il credito e la finanza
Via Meravigli 9/B, Milano
Tel. 02 8515 4258
[email protected]
www.consorziocamerale.eu
Per maggiori informazioni e
approfondimenti circa i contenuti
della newsletter è possibile
contattare:
Ufficio Studi e Comunicazione
Tel. 02 8515 4264
Mail: [email protected]
23