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febbraio LE TRAME E LE IMMAGINI DI TUTTI I FILM
2
Saoirse Ronan
www.primissima.it
n°
rivista programma dei cinema
Amabili Resti
in Paradiso è nata una stella
Scusa ma ti
voglio sposare
Invictus
wolfman
codice: genesi
anticipazioni
4
UN FILM DI
Alice In Wonderland
4
uscite del 5, 11, 12 febbraio
6
uscite del 19, 26 febbraio
22
il missionario
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il figlio più piccolo
10
il concerto
26
Wolfman
12
an education
27
Che fine hanno fatto i Morgan?
14
Scusa ma ti voglio sposare
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Genitori e figli
18
amabili resti
29
Invictus
20
Maga Martina e il libro
magico del draghetto
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codice:genesi
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22
rivista programmma dei cinema • anno 21 n.2- febbraio 2010
Free magazine nato il 1 giugno 1990 distribuito gratuitamente nelle sale cinematografiche italiane
Direttore responsabile
Grafici
piero cinelli
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LUCA FODDIS
PATRIZIA MORFù [email protected]
Direttore editoriale
hanno collaborato a questo numero
Paolo Sivori
Editore
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nicoletta gemmi, MARCO SPAGNOLI,
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Calendario a cura di nicoletta gemmi
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distribuzione nazionale SAC
27
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Primissima
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LA RIVISTA
IN ESCLUSIVA
NELLE SALE
ASSOCIATE ANEC
anticipazioni
Alice nel Paese di Tim Burton
E’ uno degli appuntamenti più cult del 2010. La storia immortale di
Alice riletta in 3D dal genio di Tim Burton. Con il cappellaio matto
Johnny Depp come guida nel paese delle meraviglie.
P
er sfuggire a quello che considera un orribile destino – un
pubblico fidanzamento col nobile Hamish Ascot – la 19enne
Alice Kingsleigh (Wasikowska), non pensa che a fuggire da quella festa. Irrequieta e sognatrice, devastata dalla recente scomparsa
del padre, la ragazza nel bel mezzo del party riesce a scappare da
quell’austero ambiente vittoriano e dalle pressioni della madre, grazie
alla provvidenziale comparsa di un Coniglio Bianco che la attira nel
bosco. Quando Alice precipita in un cuniculo nel terreno e si ritrova
in un mondo splendido e sconosciuto, tutti noi riconosciamo il ‘Paese
delle Meraviglie’, come è stato descritto nei libri di Carroll. A ridarle
il benvenuto in quel mondo (Alice ci era già stata dieci anni prima
ma lo ha completamente dimenticato) troviamo oltre a Bianconiglio
(Sheen), i grassi e litigiosi gemelli Pinco & Panco (Lucas), lo Stregatto (Fry) al viscido Fante di Cuori (Glover). A quel punto Alice scopre
di essere oggetto di una profezia: sarà lei che dovrà trafiggere con
una spada fatata il Jabberwock (Lee) per porre fine al regno del terrore instaurato dalla Regina Rossa (Bonham Carter) in quello che un
tempo era il felice regno di fantasia della Regina Bianca (Hathaway).
Sono il Cappellaio Matto (Depp) e la Lepre Marzolina (Paul Whitehouse) a raccontare alla fanciulla il suo destino…
Girato con le migliori tecnologie visive oggi disponibili (CGI, stopmotion, performance capture e 3D), Burton è riuscito a creare un
mondo che vi lascerà a dir poco strabiliati per la bellezza e l’originalità delle immagini e delle soluzioni. Sceneggiato da Linda Woolverton
(Il Re Leone, La bella e la bestia) il regista ha trasformato la fiaba
di Carroll in un romanzo di formazione che assume la valenza simbolica del dramma della crescita, dell’iniziazione all’età adulta e della
ribellione alle soffocanti convenzioni borghesi. “E’ stato un progetto
davvero divertente. La storia è ovviamente un classico, con immagini,
idee e concetti molto iconici. Ma tutte le versioni cinematografiche
realizzate sinora... insomma... Non ne avevo mai vista una che avesse
avuto un vero impatto su di me. Veniva sempre fuori qualcosa che
mostrava una serie di strani eventi. Ogni personaggio è strambo e
Alice non faceva che vagare da un incontro all’altro, risultando quasi
solo come una osservatrice. Il mio obiettivo è stato quello di realizzare
un film coinvolgente che esprimesse un po’ della psicologia dei libri
e portasse freschezza alla storia mantenendone la natura classica. E,
sapete, realizzarlo in 3-D stereoscopico, visto il materiale di base, è
stato perfetto. Quindi sono molto eccitato, non vedo l’ora di sapere
come il pubblico reagirà a questa versione. Nuova ma che ha anche
dentro tutti gli elementi che la gente si aspetta di trovare in una favola
così celebre”.
Alice in Wonderland
(USA, 2010)
Regia di Tim Burton con Mia Wasikowska, Johnny Depp, Michael
Sheen, Anne Hathaway, Helena Bonham Carter, Stephen Fry, Alan
Rickman, Crispin Glover, Matt Lucas, Christopher Lee, Noah Taylor,
Timothy Spall
Walt Disney, Fantasy
Uscita: mercoledì 3 marzo 2010
4
5 febbraio
Paranormal Activity
Adam
(Usa, 2009)
Regia di Max Mayer
con Hugh Dancy, Rose Byrne,
Peter Gallagher, Amy Irving,
Frankie Faison
99’, 20th Century Fox, drammatico
Adam è un film particolare ed
intenso, che racconta la storia
di un difficile rapporto tra un
ragazzo ed una ragazza. Lui ha
un comportamento molto strano,
soprattutto a livello di relazioni,
e nonostante sia intelligente e
colto, non riesce a comunicare
normalmente con gli altri. Infatti è
affetto da una rara malattia autistica,
la sindrome di Asperger. La maestrina
Beth, la ragazza che dimostra di
avere un notevole interesse per
lui, nonostante le difficoltà, è la
sua nuova vicina di casa. La storia
è ambientata a Manhattan, dove
Adam vive praticamente solo, dopo
la morte dei suoi genitori, anche se a
prendersi cura di lui ci pensa l’amico
Harlan, che lo segue con affetto, e
dimostra di capirlo più di ogni altra
persona. “Quando ho sentito un uomo
alla radio parlare della Sindrome di
Asperger – afferma il regista – ho
realizzato che non stava parlando solo
di come era la sua vita quotidiana
ma anche di qualcosa che in generale
riguarda la condizione umana. Siamo
tutti intrappolati nelle nostre menti e
visto che questa patologia riguarda
le difficoltà nelle relazioni sociali ho
voluto sviluppare in questo contesto
una storia d’amore”.
11 febbraio
(USA, 2007)
Regia di Oren Peli
con Katie Featherston, Micah
Sloat, Mark Fredrichs, Amber
Armstrong, Ashley Palmer
86’, Filmauro, horror
Katie e Micah si sono da poco
trasferiti in una nuova casa,
nella periferia di San Diego,
quando cominciano ad avvertire la presenza di una misteriosa
entità che si manifesta soprattutto di notte. Convinti che la
propria abitazione sia infestata
da uno spirito malefico, i due
decidono di installare una telecamera ad alta definizione e
di filmare quanto avviene nella loro camera da letto mentre
stanno dormendo. La presenza
della videocamera sembra tut-
Lourdes
(Austria/Francia/Germania, 2009)
Regia di Jessica Hausner con Sylvie
Testud, Léa Seydoux, Bruno Todeschini,
Irma Wagner, Gilette Barbier
96’, Istituto Luce, drammatico
Come dice il titolo la pellicola narra di un
pellegrinaggio a Lourdes. La protagonista
del film è Christine, inchiodata alla sedia
a rotelle da una malattia incurabile. La
vita della giovane donna è stata sconvolta
dalla malattia, che l’ha costretta a un
isolamento da cui desidera intensamente
uscire. Maria invece è una giovane
volontaria dell’Ordine di Malta che si
prende cura di lei, accompagnandola
ai bagni e alle processioni, nutrendola,
lavandola. Quando Maria non c’è Christine
deve accontentarsi della compagnia della
Signora Hartl, una sessantenne brusca e
solitaria. La Signora Hartl non è andata a
Lourdes per curare un male fisico ma per
tentare di alleviare le sofferenze di una vita
trascorsa in solitudine. Cerca di dare un
senso alla sua esistenza vuota prendendosi
cura di Christine, pregando per lei. E la
sua preghiera sarà esaudita: durante il
soggiorno, la salute di Christine migliora
miracolosamente e alla fine la donna
guarisce. E’ di nuovo in grado di camminare.
La guarigione suscita ammirazione, ma
anche dubbi e gelosie. Christine si aggrappa
a questa nuova occasione di felicità, pur
temendo che possa rivelarsi effimera.
12 febbraio
La bocca del lupo
(Italia, 2009)
Regia di Pietro Marcello
con Vincenzo Motta, Mary Monaco
67’, Bim, docu-fiction
La bocca del lupo del titolo si riferisce al
celebre romanzo ottocentesco di Remigio Zena,
ed ai luoghi dove spesso, i più deboli, vanno
a cacciarsi. Mary in strada ed Enzo in carcere
si sono aspettati e voluti sin dal tempo del
loro incontro dietro le sbarre, quando ancora si
mandavano messaggi muti, registrati su cassette
nascoste. Enzo, emigrato siciliano, e Mary
una transessuale, hanno continuato ad amarsi
virtualmente, sostenuti dal sogno di una casetta
in campagna. Adesso si raccontano, tra affetto
e rassegnazione, nella speranza che la bocca del
lupo sia chiusa. Docu-fiction con Genova ed i suoi
vicoli, come terzo protagonista, con rari filmati
d’archivio. Prodotto dalla Indigo Film di Nicola
Giuliano e Francesca Cima, da L’Avventurosa di
Dario Zonta e dai gesuiti della Fondazione San
Marcellino La bocca del lupo racconta amore
e miseria tra gli indigenti e gli emarginati di
Genova.
6
tavia scatenare un’escalation di
attività paranormali. A soffrirne è soprattutto Katie, che si
sente direttamente perseguitata dall’entità negativa. Ma per
Micah la ricerca della verità è
diventata ormai una vera e
propria ossessione… Il film è
il racconto, spaventosamente
reale, di quello che accade nella loro stanza di notte. Quando
un film ‘fatto in casa’ diventa
un fenomeno globale: costato
15mila dollari ne ha già incassati 108 milioni solo negli Usa.
Paranormal activity è un piccolo e intelligente film horror,
ben fatto, nonostante i mezzi
ridicoli a disposizione, e che fa
veramente paura.
19 febbraio
Afterschool
Il richiamo della
foresta 3D
(Call of the Wild 3D, Usa, 2009)
Regia di Richard Gabai
con Christopher Lloyd, Timothy
Bottoms, Veronica Cartwright,
Christopher Dempsey, Joyce
DeWitt
100’, Moviemax, avventura
Ryann è una capricciosa ragazzina
di città che per alcune settimane è
stata affidata dai genitori al nonno
Bill (Christopher Lloyd), che vive
sulle montagne innevate in una
piccola cittadina del Montana. Un
giorno Ryann trova nel bosco un
cane ferito, un husky incrociato
con un lupo selvatico. Con l’aiuto
del libro “Il Richiamo della foresta”, di cui ogni sera legge qualche
pagina alla nipote, il nonno cerca
di farle comprendere la natura selvaggia e pericolosa dell’animale.
Ma Ryann dopo averlo rimesso in
sesto e averlo chiamato Buck, in
onore del protagonista del libro
di Jack London, decide di portarlo con sé nella casa di Boston. Ma
poiché un’altra persona rivendica il
possesso del cane, lo sceriffo della
cittadina decide che tra i due contendenti Buck andrà a chi vincerà
l’annuale gara di slitte trainate da
cani. Il classico della letteratura
per ragazzi, scritto da Jack London nel 1903, per la prima volta
in 3D.
26 febbraio
(Usa, 2008)
Regia di Antonio Campos
con Emory Cohen,
Rosemarie DeWitt,
Harrison Lees, Paul
Lucenti, Anna Maliere
107’, Bolero Film,
drammatico
Robert è un adolescente che
frequenta una scuola di preparazione all’università americana. La sua passione sono i documentari che gira e realizza
da solo. Un giorno, il ragazzo
riprende la tragica morte di
due suoi compagni. Per commemorare la memoria dei due
giovani scomparsi viene affidato a tutti gli studenti del
campus un compito audiovisivo, che però finisce per generare tensioni tra studenti ed
insegnanti... Presentato nella
Donne senza uomini
(Women Without Men, Germania/Austria/
Francia, 2009)
Regia di Shirin Neshat
con Pegah Ferydoni, Shabnam Toloui Leone
95’, Bim, drammatico
L’acclamata video artista Shirin Neshat esordisce
nella regia cinematografica filmando una storia
tutta al femminile, dove si incontra la vicenda
di quattro donne iraniane in un momento cruciale della storia del suo paese che ha contribuito
alla successiva rivoluzione islamica e all’Iran che
conosciamo oggi. Iran, 1953. Il governo democra-
Nord
(Norvegia, 2008)
Regia di Rune Denstad Langlo con Anders
Baasmo Christiansen, Kyrre Hellum, Marte
Aunemo, Mads Sjøgård Pettersen
78’, Sacher Film, drammatico
In seguito ad una depressione fulminante, Jomar, ex campione di sci, ha perso compagna
e carriera. Inoltre, appena uscito dal centro
psichiatrico dov’è stato in cura, apprende da
un amico che, tra le varie cose che ha perso,
c’è anche un figlio. 890 chilometri lo separano
dall’ex compagna e dal bambino. Li percorrerà in condizioni precarie, su una motoslitta,
ticamente eletto guidato da Mohammed Mossadeq
viene abbattuto con un colpo di stato che, con la
complicità della Cia, riconduce al potere lo Scià
Reza Pahlavi. Rifugiate in una villa di campagna le
quattro donne riflettono su indipendenza, conforto
e amicizia. Passato in concorso allo scorso Festival
di Venezia la regista Neshat ci ha rivelato: “Il colpo
di stato del 1953 organizzato dalla CIA, è stato
direttamente responsabile della formazione della Rivoluzione Islamica. Sono convinta che sarebbe utile
rivisitare la storia, in modo da chiarire determinati
fatti, per comprendere i motivi profondi all’origine
del conflitto tra occidente e mondo mussulmano”.
incontrando i personaggi più improbabili e
attraversando un paesaggio artico di sensazionale bellezza. “Nel 2005 ho attraversato
un periodo di forte depressione, con frequenti
attacchi di ansia e di panico. – ha affermato
il regista - Un giorno sono passato davanti al
vecchio ski lift che usavo quando ero bambino.
Mi sono fermato e ho cominciato a pensare a
tutti quei personaggi bizzarri che, negli anni,
avevano lavorato lì. Sempre arrabbiati, esauriti
e pieni di alcool. E’ stato lì, mentre ricordavo,
che Jomar – il protagonista – ha preso vita”.
Premio della Critica Internazionale al 59°
Festival di Berlino.
8
Sezione Un Certain Regard al
Festival di Cannes nel 2008.
Ha scritto Total Film del debutto nel lungometraggio del
regista Antonio Campos: “Afterschool è una tempesta, un
gatto che suona un piano, vedere Saddam Hussein impiccato, una ragazza che soffoca…
queste sono le sensazioni che
provoca. Il film si apre con
un affascinante ed eccitante montaggio che proviene
direttamente da You Tube e
il 25enne scrittore e regista
Campos confeziona un austero
dramma sociale che richiama
autori come Gus Van Sant e
Michael Haneke per far discutere l’opinione pubblica sugli
effetti etici dei media-torrent
e dei socialnetwork che hanno
letteralmente ‘invaso’ i cervelli
della gioventù americana”.
TRUCCO
COSTUMI
MONTAGGIO
DI MILENA CANONERO
RICK BAKERSCENEGGIATURA
DI DENNIS VIRKLER ACE WALTER MURCH ACE
UNIVERSAL PICTURES PRESENTA IN ASSOCIDIRETTORE
AZIONE CON RELATIVITY MEDIA UNA PRODUZIONE STUBER PICTURES UN FILM DI JOE JOHNSTON BENICIO DELTORO ANTHONY HOPKINS “WOLFMAN” (THE WOLFMAN) EMILY BLUNTHUGO WEAVING MUSICADI PAUL HASLINGER CREAZIONESPECIALE
ISPIRATO ALLA SCENEGGIATURA
DIRETTO
PRODOTTO
DELLA
PRODUTTORI
DI ANDREW KEVIN WALKER E DAVI D SELF
DA JOE JOHNSTON
RICK HEINRICHS FOTOGRAFIA SHELLY JOHNSON ASC ESECUTIVI BILL CARRARO RYAN KAVANAUGH CINEMATOGRAFICA DI CURT SIODMAK DA SCOTT STUBER BENICIO DELTORO RICK YORN SEAN DANIEL
SCENOGRAFIA
DI
www.wolfman-ilfilm.it
19.02.10
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5 febbraio
Dall’autore di Train de Vie una commedia grottesca e liberatoria su un gruppo di ex-musicisti russi e gitani che si sostituiscono all’orchestra del teatro Bolshoi in cerca di rivalsa
dopo che la politica antisemita del regime sovietico li aveva messi da parte.
A
ll’epoca di Brežnev, Andreï Filipov è il più
grande direttore d’orchestra dell’Unione Sovietica e dirige la celebre Orchestra del Bolshoi.
Ma viene licenziato all’apice della gloria quando si
rifiuta di separarsi dai suoi musicisti ebrei, tra cui
il suo migliore amico Sacha. Trent’anni dopo lavora
ancora al Bolshoi, ma… come uomo delle pulizie.
Una sera Andreï si trattiene fino a tardi per tirare
a lustro l’ufficio del direttore e trova casualmente
un fax indirizzato alla direzione del Bolshoi: è del
Théâtre du Châtelet che invita l’orchestra ufficiale a
suonare a Parigi… All’improvviso, Andreï ha un’idea
folle: riunire i suoi vecchi amici musicisti, che come
lui vivono facendo umili lavori, e portarli a Parigi,
spacciandoli per l’orchestra del Bolshoi. È l’occasione
tanto attesa da tutti di potersi finalmente prendere
una rivalsa…
Il regista rumeno Radu Mihaileanu, autore dell’originale e toccante commedia sull’Olocausto di dieci
anni fa, Train de vie, torna oggi con Il concerto.
Presentato Fuori Concorso all’ultima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, il film prende
in giro, in questa commedia grottesca e liberatoria,
quel che è rimasto della vecchia Russia, gli ebrei e
la loro capacità di arrangiarsi, gli ex-comunisti e
la loro nostalgia, gli zingari e i loro imbrogli. Ha
affermato il regista a proposito dell’ironia che attraversa tutta la pellicola: “L’umorismo che preferisco
è quello in reazione alla sofferenza e alle difficoltà.
Per me, l’ironia è un’arma gioiosa e intelligente, una
ginnastica della mente, contro la barbarie e la morte,
un modo per spezzare la tragedia che ne è la sorella
gemella. Di fatto, nel film, l’umorismo deriva da una
ferita che si è aperta trent’anni prima, nell’Unione
Sovietica di Brežnev. A quell’epoca, i personaggi sono
stati umiliati e messi al tappeto. La loro volontà di
rialzarsi e di riconquistare
la dignità si esplicita anche
attraverso l’umorismo. Al di
là della loro tragedia, i protagonisti di Le Concert trovano la forza
di portare fino in fondo i loro sogni,
grazie all’ironia. A mio parere, è la più
bella espressione dell’energia vitale”. “La
mescolanza delle culture, oggi comporta
difficoltà ma è inevitabile, e ci arricchisce.
– ha continuato Mihaileanu - Certo per i paesi “civilizzati”, l’arrivo dei barbari dell’Est, e
io sono uno di loro, è uno shock e vorrebbero
difendersene. Eppure è da questo incontro che
scaturiranno bellezza e luce. Come nel concerto del
film”. Tra gli interpreti spicca, grazie al suo ruolo
in Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino, la
giovane star internazionale, violino solista nel film
la splendida Mélanie Laurent.
Il concerto
(Le concert, Francia, 2009)
Regia di Radu Mihaileanu con Aleksei Guskov, Mélanie Laurent, Dmitri Nazarov, Valeri Barinov, François
Berléand
120’, Bim, Drammatico
Il concerto
10
5 febbraio
Londra, 1962, alla vigilia dell’esplosione dei
Beatles: una sedicenne si
innamora di un trentacinquenne ed è disposta
a rivoluzionare tutto il
suo futuro pur di stare
con lui. An Education segna la prima sceneggiatura originale scritta dal
grande Nick Hornby e la
nascita di una stella: Carey Mulligan.
L
a tranquilla vita di Jenny (Mulligan),
una sedicenne che vive nella periferia
londinese negli anni Sessanta e sogna di
entrare all’Università di Oxford, viene sconvolta
dall’arrivo di Davis (Sarsgaard), un playboy di
trentacinque anni. Quando Jenny lo incontra
perde completamente la testa ed improvvisamente Oxford non è più la sua priorità. Si
scopre una giovane donna innamorata e questa scoperta le fa dubitare quale sia realmente
la sua strada. Insieme a David la ragazza può
finalmente avere tutto ciò che sogna: frequentare concerti e gallerie d’arte, conquistare perfino l’amata Parigi dove vorrebbe trasferirsi.
Una breve stagione di educazione artistica e
sentimentale che le cambierà radicalmente la
vita.
An Education è diretto dalla regista danese
Lone Sherfig, legata alla Zentropa di Lars von
Trier, che ha presentato il film al Festival di Berlino nel 2009 dopo che era passato al Sundance
vincendo il Premio del Pubblico. La protagonista Carey Mulligan, paragonata dalla stampa
britannica a Audrey Hepburn, riesce a rendere
luminoso e vitale un ruolo che poteva diventare tristemente ambiguo. Ottimo anche Peter
Sarsgaard, il rampollo predatore-con-classe,
narcisista e maestro di alta società. Un piccolo
film indipendente che si è rivelato un cult, la
storia, che segna nel bene e nel male la vita di
una ragazzina, di una relazione sbagliata con
un uomo molto più grande di lei. Raccontata
senza nessuna ambiguità, con elegante leggerezza e con l’intelligenza di chi riesce a mettere a frutto anche le esperienze negative. An
Education è tratto da un saggio autobiografico
della giornalista dell’Observer Lynn Barber. Lo
scrittore Nick Hornby (dai suoi libri sono stati
tratti film come Febbre a 90’, About a boy) ha
scoperto il saggio sulla rivista Granta e se ne è
letteralmente innamorato tanto da decidere di
scrivere la sua prima sceneggiatura. Lui che a
volte ha collaborato alla stesura degli script dei
suoi film ma che si è anche sempre dichiarato
incapace – in quanto scrittore – di lavorare per
il cinema. “Per una volta – ha detto Hornby –
non mi sono ispirato alla mia generazione ma
ai miei genitori, nonni e parenti, dato che non
volevo modificare l’essenza della storia. E, in
effetti, non è cambiata”.
An Education
(Gran Bretagna, 2009)
Regia di Lone Scherfig
con Carey Mulligan, Olivia Williams, Alfred Molina, Cara Seymour, William Melling, Peter Sarsgaard, Dominic Cooper, Rosamund Pike, Sally
Hawkins, Emma Thompson
100’, Sony Pictures, drammatico
an education
12
PETER
SARSGAARD
12 febbraio
ALFRED
MOLINA
ROSAMUND
PIKE
DOMINIC
COOPER
OLIVIA
WILLIAMS
EMMA
THOMPSON
Era inevitabile! Dopo Scusa ma ti chiamo amore continua la romanticissima storia
felice ma anche molto impegnativo: Scusa ma ti voglio sposare.
Scusa ma ti
voglio sposare
S
Scusa ma ti voglio sposare
14
(Italia, 2010)
Regia di Federico Moccia
con Raoul Bova, Michela Quattrociocche, Luca Angeletti, Francesca Antonelli, Francesco
Apolloni, Michelle Carpente, Beatrice Valente
Covino, Cecilia Dazzi
100’, Medusa, commedia romantica
nel ruolo di Jenny
Di Nick Hornby
autore di
ABOUT A BOY
e
di Niki e Alex, alias Michela Quattrociocche e Raoul Bova, verso un epilogo molto
ono passati tre anni, e ritroviamo Niki
e Alessandro tornati dall’Isola Blu, dove
hanno trascorso giornate indimenticabili.
Sono innamorati più che mai. Essendo ormai
due adulti è giunto il momento di dare concretezza al loro amore e Alex pronuncia la fatidica
frase: Scusa ma ti voglio sposare... Alex decide
di mettersi in gioco e di rischiare, convinto che
l’amore che prova per Niki sia indistruttibile.
Il matrimonio però comporta tutta una serie
di scelte su cui bisogna trovarsi d’accordo: la
chiesa, il banchetto, il numero di invitati...
E in più Niki ha solo vent’anni: sarà pronta
per un passo così importante? A complicare la
situazione ecco due “intrusi”: una bella modella che lavora con Alex per una campagna
pubblicitaria e uno studente universitario con
cui Niki prepara gli esami. Ma le difficoltà sono
ancora maggiori per gli storici amici di Alex
che non riescono a superare la situazione critica e compiono il percorso inverso, mandando
in frantumi i loro matrimoni. Tutti, in modo diverso, fanno riflettere sull’amore. Esiste il vero
amore? Può durare tutta una vita? Come andrà
a finire? Sono molte le cose che accadranno in
questa romanticissima e divertente commedia
sentimentale.
“Perché la felicità non è un punto d’arrivo...
ma uno stile di vita!”. La frase inserita in Scusa
ma ti chiamo amore, romantica e niente affatto pruriginosa storia d’amore tra Alex, pubblicitario trentanovenne di successo, e Niki,
ora ventenne, potrebbe essere il sottotitolo
di questo sequel zuccherino, ma più maturo,
adatto anche ad un pubblico più adulto, rispetto al mondo degli adolescenti che Moccia
da sempre osserva col microscopio (Tre metri
sopra il cielo, Ho voglia di te, Amore 14).
La relazione tra Niki ed Alex è cresciuta fino
al grande passo, insomma non è più una storia
adolescenziale, anche se amore trionfa sempre,
e non ha occhi che per lei (o lui). “Vi è mai
capitato di essere innamorati, di non aver altro
pensiero che lei o lui nella vita, di non desiderare altro che vederla, passare del tempo con lei,
poterla avere? A me sta capitando adesso!”,
Parola di Alex!
CAREY
MULLIGAN
ALTA FEDELTÀ
UN FILM DI LONE SCHERFIG
DAL 5 FEBBRAIO AL CINEMA
anEducation.it
12 febbraio
Amabili
Resti
Dai Registi De “La VeRa stoRia Di Jack Lo squaRtatoRe”
DENZEL WASHINGTON
GARY OLDMAN
- tHe BOOk of eLi iL futuRo DeL monDo
è neLLe sue mani
“Mi chiamavo Salmon, come il pesce. Nome di battesimo: Susie. Avevo quattordici
anni quando fui uccisa, il 6 dicembre del 1973”. Così comincia, il romanzo di
I
n una cittadina della Pennsylvania vive
la famiglia Salmon. Susie (Ronan) ha
quattordici anni, e frequenta il college.
E’ una ragazzina normale, con tanti sogni
e speranze per il suo futuro, piena di vita
e di amore. Ha due genitori che l’adorano
(Weisz e Wahlberg), una nonna (Sarandon) a
dir poco eccentrica che le rallegra ancora di
più l’esistenza. Fino al 6 dicembre del 1973,
quando la ragazzina di ritorno da scuola viene fermata sulla strada di casa dal vicino, il
gentile e anonimo signor Harvey (Tucci). A
vederlo un tranquillo ometto di mezza età
con la passione per la costruzione delle case
di bambola in miniatura. Dopo averla fatta
entrare in un piccolo rifugio sotterraneo da
lui stesso costruito, Harvey la violenta e la
uccide brutalmente. Ma lo spirito di Susie
non muore. Chiuso in una sorta di ‘limbo’,
sospeso tra cielo e terra, da dove Susie può
continuare a vedere il mondo dei mortali e
patire per quel che succede ai suoi cari e
seguire con ansia e con raccapriccio le azioni
del suo indisturbato assassino.
La storia è raccontata da Susie, che afferma
di vivere sospesa in un “orizzonte blu, tra
cielo e terra”, ed è proprio questo versante
‘fantasy’ del racconto, più dello stesso omicidio, che ha affascinato Peter Jackson, il
narratore della ‘terra di mezzo’. “Il libro l’ho
letto nel 2002 su consiglio di mia moglie e
devo dire che mi ha immediatamente rapito.
Ci siamo resi conto anche delle difficoltà che
presentava. Quella maggiore era la creazione
di questo ‘limbo’ dove finisce Susie dopo la
sua morte. Nel trasformare la pagina scritta
ad immagine siamo stati attenti a non farlo diventare un film deprimente. Non sono
attratto dalla morte, né dall’aldilà. Sono
convinto che c’è un’energia che abbandona
i corpi dopo il decesso, che si trasforma, ma
non so in cosa”. Il risultato è una pellicola
piena di vita e di colori: la ‘terra di mezzo’
dai paesaggi mozzafiato, dove adesso abita
Susie, cambia colore secondo l’umore della
protagonista. Amabili resti difficilmente vi
CREDITI NON CONTRATTUALI
Alice Sebold e così ha inizio il nuovo film di Peter Jackson.
lascerà non turbati perché non si può non
innamorarsi della giovanissima Susie (interpretata in modo straordinario da Saoirse Ronan, già nominata all’Oscar per Espiazione)
e non partecipare con lei, al suo continuo,
persistente, tentativo di proteggere e guidare le persone che ama. Come non si può
non rabbrividire di fronte all’interpretazione
magistrale di Stanley Tucci, il camaleontico
assassino che nasconde dietro un aspetto
insignificante la lucida follia di un serial
killer.
Amabili resti
(The Lovely Bones, Usa/Gran Bretagna/Nuova
Zelanda, 2009)
Regia di Peter Jackson
con Saoirse Ronan, Mark Wahlberg, Rachel
Weisz, Susan Sarandon, Stanley Tucci, Michael
Imperioli
139’, Universal Pictures, drammatico
DaL 26 febbRaio aL cinema
www.01distribution.it
12 febbraio
Dopo milioni di copie del libro di Knister e una
serie animata di grande successo, arriva il film a
metà strada tra animazione e live-action, per il
grande schermo.
T
eodolinda è una strega buona che decide di ritirarsi, ma prima deve trovare
la sua degna erede, colei che prenderà
il titolo di superstrega. Affida la missione al
drago Ettore che nella ricerca sarà guidato
dal Libro degli Incantesimi. Ettore incontrerà così Martina, una bambina che dovrà
dimostrare di essere all’altezza del compito,
superando una prova di 99 ore. Martina si
ritroverà a dover fronteggiare il perfido Geronimo e il suo “scagnozzo” Serafino, che
cercheranno in tutti i modi di impossessarsi
del Libro degli Incantesimi che gli permetterebbe di creare la Macchina per il Dominio
del Mondo. Ma Martina, con l’aiuto dei suoi
amici, riuscirà a sconfiggerlo riuscendo così
a dimostrare di essere la degna erede di Teodolinda e futura superstrega.
Arriva distribuita dalla Walt Disney una nuo-
Maga Martina
va avventura fantasy prodotta in live action
e in animazione CGI. La storia non è nuova,
ma è liberamente tratta da un romanzo per
bambini (e una serie tv), molto popolare in
tutto il mondo, con una bambina come protagonista, destinata a diventare una piccola
super-strega. La regia è di Stefan Ruzowitzky
(Premio Oscar per Il Falsario) che ha scritto
anche la sceneggiatura insieme a Ralph Martin e Armin Toerkell. Babelsberg – Berlino,
Potsdam, Vienna e dintorni sono stati teatro
delle riprese del film, uno dei progetti cinematografici più ambiziosi realizzati in Germania. “Quando la incontriamo - ci racconta
il regista - Martina non è una strega. E’ una
ragazza normale, che vive in un ambiente
normale, con i suoi amici, i suoi problemi e
la sua voglia di divertirsi. Soltanto alla fine
si trasforma in una nuova strega. E’ questo
che rende Martina diversa. E guardando ai
numeri relativi alle vendite dei libri e alle reazioni dei bambini (esiste ad esempio, un sito
Internet in cui i bambini fanno domande),
si comprende che essi si identificano fortemente con Martina. Adesso, con la figura del
drago Ettore conquisteremo anche i ragazzi”.
“Ho lavorato molto sulla scelta della protagonista – continua Ruzowitzky – perché mi
serviva una ragazzina di cui potersi innamorare ma anche turbolenta e scalmanata, che
ama l’avventura e che con l’aiuto del Libro
magico combina un sacco di guai a cui deve
poi porre rimedio, e senza formule magiche.
Siamo stati fortunati a trovare Alina Freund.
E’ riuscita a trasmettere la creatività, la visionarietà, l’immaginazione nella fantasia degli
spettatori, dimostrandosi fondamentale per la
riuscita della storia”.
Maga Martina e il libro magico del draghetto
(Hexe Lilli, der Drache und das magische
Buch, Germania, Italia, Austria 2009)
Regia di Stefan Ruzowitzky
con Alina Freund, Sami Herzog, Anja Kling,
Pilar Bardem, Ingo Naujoks
89’, Walt Disney, fantasy
e il libro magico
del draghetto
21
19 febbraio
Il Mi$$ionario
Scordatevi quel sant’uomo di don Verdone, questo missionario d’oltralpe,
tutto da ridere, è una vera carogna.
D
opo sette anni passati in prigione Mario Diccara è libero. Non
avendo regolato tutti i suoi conti con la malavita, chiede alla
sola persona di cui si fida, suo fratello Patrick, di trovargli un
nascondiglio dove rimettersi in sesto per qualche tempo. Patrick,
che è un prete, gli suggerisce di raggiungere Padre Etienne in un
paesino dell’Ardèche. Mario indossa una tunica da prete e si mette
in viaggio. Ma al suo arrivo incominciano le noie: Padre Etienne è
da poco morto e gli abitanti del paesino pensano che Mario sia il
nuovo parroco….
L’idea di questa commedia nasce oltre che dal regista Delattre anche
dall’incontro fra il comico e cabarettista francese Jean-Marie Bigard
con Luc Besson. “Il caso ha voluto – ha raccontato Bigard - che
quando incontrai Luc Besson per la prima volta - in occasione delle
riprese per Restos du Cœur -, lui mi disse: ‘Ti vedrei bene nel ruolo di
un parroco!’. Ce ne siamo ricordati quando ci siamo ritrovati assieme
per parlare de Il Missionario. Effettivamente devo dire che l’abito fa
il personaggio: non appena ho indossato la tunica le persone hanno
cominciato a trattarmi in modo diverso. Succede qualcosa quando si
indossa quell’abito, è tutta questione di esserne degni!”. Mentre il
regista Delattre ha commentato: “Ho letto la sceneggiatura senza
sapere veramente di cosa si trattasse, e ho riso moltissimo, ci ho
ritrovato anche un po’ della verve di Audiard. Quando mi è stato detto
che Jean-Marie Bigard aveva preso parte al progetto, sul momento,
ho temuto un eccesso di truculenza: secondo me era necessario che la
sua recitazione si avvicinasse a quella di Lino Ventura. La fortuna ha
voluto che i produttori del film la pensassero allo stesso modo, ed è
stata una bella sfida riuscire ad addomesticare quest’enorme energia
che si chiama Bigard”.
Il Mi$$ionario
(Le missionnaire, Francia 2009)
Regia di Roger Delattre con Jean-Marie Bigard, David Strajmayster,
Thiam Aïssatou, Jean Dell, Michel Chesneau, Benjamin Feitelson, Jean-Gilles Barbier, Sidney Wernicke, Philippe Faure, François Siener
91’, Eagle Pictures, Commedia
19 febbraio
Un mascalzone senza scrupoli che non esita a rovinare moglie e figli pur di non perdere la propria lussuosa esistenza. Avati affida a Christian De Sica il
primo vero ruolo drammatico della sua carriera.
E
’ un giorno d’estate del 1992 a Bologna. Il matrimonio di
Luciano Baietti (De Sica) e Fiamma (Morante), già genitori
di due bambini di pochi anni, si consuma affrettatamente.
Appena il tempo di un brindisi nei bicchieri di carta e lo sposo
parte in compagnia di uno strano personaggio e con un mazzo di
documenti con i quali la sposa gli intesta i suoi beni immobili. Anni dopo, ai giorni nostri, i due bambini sono cresciuti: il maggiore,
Paolo Baietti, lavora in un locale del centro e odia quel padre
scomparso nel nulla. Il figlio più piccolo, Baldo Baietti, buono e
generoso, studia cinema e vive modestamente con la mamma e con
Sheyla, accompagnando le due donne nei loro patetici tentativi
di carriera musicale e assistendo Fiamma nelle sue frequenti crisi
depressive. Nel frattempo, nella campagna laziale, Luciano fa la
bella vita nella sua lussuosissima villa: con i soldi della ex moglie
e i consigli di Sergio Bollino (Zingaretti), vera eminenza grigia
della Baietti Enterprise, è presidente e uomo immagine di una
holding che vive di loschi traffici e spudorate raccomandazioni e
connivenze. Ma i tempi si fanno difficili e gli appoggi iniziano a
vacillare pericolosamente: la grande idea è trovare un prestanome
sufficientemente ingenuo e fiducioso su cui scaricare la responsabilità delle situazioni più compromesse. Qualcuno che non sappia e
non possa dire di no, qualcuno facile da raggirare, magari facendo
appello a improbabili ragioni del cuore: Baldo?
Il Re dei cinepanettoni si mette alla prova nel ruolo di cattivo:
un pseudo-imprenditore spregevole, che in un certo senso rappresenta il ‘lato oscuro’ dei personaggi delle sue commedie: “Nei
cinepanettoni però - sottolinea l’attore - faccio diventare pregi i
loro difetti , puntando all’effetto comico, qui è il contrario: esalto la negatività.
Sono un imbroglione senza scrupoli che pur
di salvarsi arriva a rovinare prima la moglie e
poi il figlio, ma finisce male”.
“E’ una storia molto dura – afferma Avati, che firma la sua quarantesima pellicola – incentrata
sul denaro e sulla ricerca
del successo a qualsiasi
costo, non a caso ambientata in Emilia,
dove una persona
conta per quello
che ha”.
Il figlio più
piccolo
(Italia, 2010)
Regia di Pupi Avati con Christian De
Sica, Laura Morante, Luca Zingaretti, Sydne Rome,
Nicola Nocella
Medusa, drammatico
Il figlio più piccolo
24
19 febbraio
Remake del classico L’uomo lupo del 1941 con Lon Chaney
Jr. Il premio Oscar Benicio Del Toro interpreta il ruolo di
Lawrence Talbot. Riunitosi al padre (l’altro premio Oscar
Anthony Hopkins), IL GENTILUOMO scopre il suo terribile
destino.
Wolfman
I
nghilterra, 1888. Nella ricca famiglia
Talbot, dominata dal patriarca John
(Hopkins), i rapporti non sono mai stati
facili, dopo il suicidio di sua moglie. L’infanzia del figlio Lawrence (Del Toro) termina
la notte in cui sua madre muore. Abbandonato il villaggio vittoriano di Blackmoor,
passa molti anni negli Stati Uniti cercando
di dimenticare. Ma quando la fidanzata di
suo fratello, Gwen Conliffe (Emily Blunt), lo
rintraccia per aiutarla a ritrovare il fidanzato, nonché suo fratello, scomparso, decide
di ritornare a casa e di unirsi alle ricerche.
Appena arrivato scopre che un essere con
una forza bruta e un insaziabile desiderio
di sangue sta sterminando gli abitanti del
villaggio, e che un sospettoso ispettore di
Scotland Yard di nome Aberdine (Weaving)
sta investigando sul caso. Determinato a
mettere fine alle stragi nel villaggio ed a
proteggere la donna di cui è innamorato,
Talbot vuole uccidere la spaventosa creatura
che di notte si aggira nei boschi. Ma durante
la caccia, l’uomo dal passato tormentato scoprirà un lato primordiale di sé... un lato che
non aveva mai pensato potesse esistere.
Joe Johnston dirige il remake dell’Uomo lupo, il classico film horror del 1941 diretto da
George Waggner e interpretato da Lon Chaney Jr. Una produzione davvero laboriosa a
cominciare dal cambio di regista, Mark Romanek ha lasciato per problemi con il cast,
scene rigirate varie volte e il faticosissimo
make up per la straordinaria mostruosa trasformazione di Benicio Del Toro ad opera del
leggendario truccatore Rick Baker, vincitore
di 6 Premi Oscar. Specializzato in scimmie
e gorilla, Baker ha una grande conoscenza
anche di licantropi avendo lavorato in Un
lupo mannaro americano a Londra, nel video Thriller di Michael Jackson e in Cursed
di Wes Craven. Oltre a Del Toro e Hopkins,
fanno parte del cast star come Geraldine
Chaplin, Hugo Weaving, Emily Blunt, David
Schofield, David Sterne.
Risultato un blockbuster impressionante, cruento, che mostra
scene di una bellezza terrificante. Come
quella del treno che sfreccia nel verde della
foresta, la schiena nuda di una ragazza ignara, ma soprattutto una mano che s’incurva,
i peli che spuntano minacciosi, le unghie
che si allungano. A quando la prossima luna
piena?
Wolfman
(The Wolfman, USA/Gran Bretagna, 2010)
Regia di Joe Johnston
con Benicio Del Toro, Anthony Hopkins, Emily Blunt,
Hugo Weaving, Art Malik, Geraldine Chaplin
125’, Universal Pictures, thriller/horror
19 febbraio
Che fine hanno
fatto i Morgan?
Una coppia separata e molto snob di newyorchesi, dopo aver assistito casualmente ad un
omicidio, viene inviata - per proteggerli - in uno sperduto villaggio del Wyoming. riusciranno i due elegantoni a sopravvivere al molto selvaggio West ed ai suoi abitanti?
M
eryl (Sarah Jessica Parker) e Paul Morgan (Hugh Grant) sono una coppia di
ricchi newyorkesi in piena crisi. Separati e a metà strada verso un divorzio che Paul
non sembra voler accettare, i due diventano
involontari testimoni di un omicidio. Per sopravvivere dovranno accettare di entrare nel
programma di protezione dei testimoni, ma
così facendo saranno anche costretti a convivere forzatamente e a cambiare città. Per aggiungere beffa al danno, vengono trasferiti nel
selvaggio Wyoming, in una località vicina alle
Montagne Rocciose e, naturalmente, la loro esistenza di agiati cittadini ne viene totalmente
sconvolta. Eppure proprio in un ambiente a loro
tanto ostile e alieno, riusciranno a recuperare
sentimenti l’uno per l’altra che credevano ormai
definitivamente sopiti.
La storia non è tra le più originali, ma funziona. Anche perché oltre allo shock ambientale
dei metropolitani deportati tra i cafoni del selvaggio West, il regista Marc Lawrence ha due
assi a disposizione: lo charme di Hugh Grant
e l’eleganza di Sarah Jessica Parker, intorno
ai quali costruire delle schermaglie ‘amorose’
mescolando i tipici atteggiamenti british di lui
con le caratteristiche più tipicamente americane di lei. Un match dal vago sapore di reality,
tanto che negli Stati Uniti hanno fatto riferimento alla serie The Simple Life, quella con
Paris Hilton impegnata a vivere in una fattoria
dell’Arkansas. Il protagonista Hugh Grant ha
dichiarato: “Appena ho letto lo script l’ho trovato immediatamente molto divertente e in secondo luogo commovente. Inoltre, personalmente,
non vedevo l’ora di cambiare pagina. Adoravo
anche l’idea di girare nel vecchio West e la dina-
mica di quest’uomo che per metà del film cerca
di scongelare una donna... Una sensazione che
conosco piuttosto bene”. “Meryl è una persona
barricata nel suo mondo - aggiunge Sarah Jessica Parker - che ruota interamente intorno a New
York. Quindi quando viene scaraventata in questo
posto sperduto in campagna diventa – in maniera
molto divertente – davvero isterica. La bellezza del
film però consiste nel fatto che, nonostante queste
due persone abbiano problemi seri, la situazione
forzata nella quale si ritrovano li farà cambiare. E
diventeranno delle persone migliori”.
Che fine hanno fatto i Morgan?
(Did You Hear About the Morgans?, USA, 2009)
Regia di Marc Lawrence
con Hugh Grant, Sarah Jessica Parker, Sam Elliott, Mary Steenburgen, Elisabeth Moss
110’, Sony Pictures, commedia
26 febbraio
26 febbraio
Uno delle figure più eminenti del secolo, Nelson Mandela, eletto Presidente del Sud
Africa dopo 24 anni di prigionia razzista, traghettò
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Agita
Il confronto-scontro tra il mondo degli adulti e quello dei giovani di oggi attraverso lo sguardo disincantato e disarmante di una ragazzina di quattordici anni.
Q
uando una mattina il suo professore
d’italiano Alberto (Michele Placido) - reduce da una furibonda lite con il figlio
Gigio (Andrea Fachinetti) - assegna alla classe
un tema del titolo “Genitori e Figli: istruzioni
per l’uso”, per la quattordicenne Nina (Chiara
Passarelli) è l’occasione di parlare, per la prima
volta a cuore aperto, della sua famiglia: dei
due genitori Luisa (Luciana Littizzetto), caposala d’ospedale, e Gianni (Silvio Orlando) che
ha lasciato la famiglia per vivere su una barca;
dell’amicizia che lega la madre a Clara (Elena
Sofia Ricci) e di quella un po’ particolare con
il collega Mario (Max Tortora); dell’inspiegabile
razzismo del fratellino Ettore (Matteo Amata)
e di una misteriosa nonna (Piera Degli Esposti)
che ricompare all’improvviso dopo vent’anni.
Ma soprattutto Nina racconta di sé: delle sue
amiche, della prima tragicomica serata in discoteca, delle uscite con i ragazzi più grandi
e del suo primo innamoramento per Patrizio
Cafiero (Emanuele Propizio), un buffo ragazzo
dall’ancora più buffo soprannome, Ubaldolay.
La penna di Nina riserverà non poche sorprese
anche al Prof. Alberto e a sua moglie Rossana
(Margherita Buy) che, dalla lettura del tema,
scopriranno di Gigio, cose che in vent’anni, non
avevano mai nemmeno sospettato.
D
opo lo straordinario successo dei film
Manuale d’Amore 1 e 2 e Italians, Giovanni Veronesi torna alla carica con una
commedia familiare al vetriolo. Dove la famiglia più che il luogo di incontro rappresenta,
tra battute e nevrosi, l’ironico bersaglio delle
incomprensioni sempre più abissali tra genitori
e figli, adulti e adolescenti. Personaggi autentici, non macchiette, in cui ci si può facilmente riconoscere, descritti con toni leggeri anche
quando si parla di cose serie.
Tra gli interpreti Michele Placido, Luciana Littizzetto, Silvio Orlando, Elena Sofia Ricci, Margherita Buy, Max Tortora, Emanuele Propizio,
ai quali si aggiungono
la grande veterana Piera Degli Esposti (lasciata libera nell’esternare
ogni suo pensiero) insieme ai debuttanti assoluti Chiara Passarelli,
Andrea Fachinetti (il
figlio di Ornella Muti)
e Matteo Amata per
scoprire con divertimento confusioni generazionali e battaglie
famigliari.
28
Genitori & Figli:
Agitare bene prima dell’uso
(Italia, 2010)
Regia di Giovanni Veronesi
con Silvio Orlando, Luciana Littizzetto, Michele Placido, Elena Sofia Ricci, Margherita Buy,
Emanuele Propizio, Chiara Passarelli, Andrea
Fachinetti, Max Tortora, Piera Degli Esposti
100’, Filmauro, Commedia
il Sud Africa del post apartheid verso una convivenza
pacifica tra bianchi e neri,
considerata da tutti impossibile. Grazie al rugby.
INVICTUS
A
bolito l’apharteid, ed eletto Presidente
della nazione, grazie alle prime elezioni
libere, Nelson Mandela (Freeman), capo
carismatico della lotta contro le leggi razziali, il
Sudafrica si vede assegnato il mondiale di Rugby
del 1995. Gli Springboks, la nazionale sudafricana all-white bandita dagli anni ‘80 dai campi
di tutto il mondo a causa dell’apartheid, torna
in campo per il torneo più importante di tutti. Il rugby, inoltre, è sempre stato lo sport più
seguito dagli Afrikaner. Anche se i cittadini di
colore, costretti a sedere nel settore assegnato
alla squadra avversaria, in genere tifavano contro
gli Springboks. Fino al giorno in cui il Presidente
Mandela, in occasione della cerimonia di apertura del campionato mondiale, fece ingresso in
campo con la maglia di jersey degli Springboks.
Lanciando un segnale decisivo nel cammino verso la pace tra bianchi e neri. A collaborare con
lui a questo progetto di integrazione e pacificazione attraverso lo sport, Francois Pienaar (Damon), il capitano della nazionale Sudafricana.
Al suo nono film - questa volta solo da regista - il grandissimo Eastwood ne realizza uno,
apparentemente, tra i suoi più imprevedibili. Al
centro non c’è un outsider, un cavaliere solitario,
un eroe maledetto, ma una figura istituzionale,
un ex-capo di stato, vivente ed attivo, e già
passato alla storia. Ciònonostante non cambia il
registro di Eastwood, perché di fatto la pellicola
contiene tutte le sue tematiche: il razzismo, la
convivenza, la ricerca della pace, il cuore di una
nazione ... Adattato dal romanzo “The Human
Factor: Nelson Mandela and the Game that Changed the World” di John Carlin, Invictus è un progetto portato a Eastwood da Morgan Freeman,
grande amico di Mandela, oltreché di Eastwood.
I due attori hanno già realizzato insieme Million Dollar Baby e Gli Spietati, due pellicole
imperniate sul tema del perdono. Come Invictus, che rimanda all’impossibilità di perdonare,
o di essere perdonati – dal destino, da se stessi,
dalle proprie azioni, dai propri figli – che sono
tra i fardelli più pesanti che si portano dietro
gli eroi cari al regista. La storia fa riferimento
ad un episodio preciso della storia del Sudafrica
post-apartheid, in cui Mandela, rilasciato dopo
24 anni di carcere ed eletto Presidente, affida al
successo di una scassatissima squadra di rugby
praticamente all white, simbolo del potere Afrikaner, la possibilità di unificare una nazione radicalmente divisa dalla disparità socioeconomica
e dall’odio tra razze. Il titolo del film, Invictus,
viene da una poesia di William Ernest Henley che
Mandela ama molto citare.
Invictus
(USA, 2009)
Regia di Clint Eastwood
con Morgan Freeman, Matt Damon, Tony Kgoroge, Patrick Mofokeng, Matt Stern, Julian Lewis
Jones, Bonnie Henna, Grant Roberts, Langley
Kirkwood, Robert Hobbs
134’, Warner Bros., drammatico, storico, biografico
26 febbraio
Una parabola postapocalittica che in un mondo decimato da una guerra,
evoca la fede come l’unica luce per uscire dalle tenebre.
I
n un futuro non troppo lontano, circa 30 anni dopo l’ultima catastrofe,
un uomo attraversa in solitudine la terra desolata che un tempo era
l’America. Intorno a lui città abbandonate, autostrade interrotte, campi
inariditi - i segni di una catastrofica distruzione. Non c’è civiltà, né legge.
Le strade sono in mano a bande che ucciderebbero un uomo pur di togliergli
le scarpe, o per un po’ d’acqua… ma anche senza motivo. Ma non possono
far nulla contro questo viaggiatore.
Come un antico profeta, Eli (Denzel Washington) attraversa in solitario l’America per portare a termine un disegno divino, cercando di evitare conflitti con
i loschi personaggi che incontra, ma se viene sfidato con la sua scimitarra
elimina gli avversari prima ancora che si accorgano dell’errore fatale che
hanno commesso. Non è la propria vita che difende così ferocemente, ma
un messaggio di speranza che trasporta con sé. Spinto da questo impegno
e guidato dalla fede in qualcosa più grande di lui, Eli deve andare avanti per
compiere il suo destino e portare aiuto a un’umanità devastata. Sulla sua
strada incontra un altro uomo molto potente e molto cattivo, che cerca in
ogni modo di rubargli il suo destino: Carnegie (Gary Oldman), il despota di
una precaria città di ladri e killer, che vuole impadronirsi del libro prezioso
trasportato da Eli, per utilizzarlo come strumento di potere sui più deboli.
Affascinata da Eli, la figlia adottiva di Carnegie, Solara (Mila Kunis), decide
di seguirlo verso una meta che si fa sempre più difficile da raggiungere.
Thriller post-apocalittico, con una forte tensione religiosa, Codice: Genesi
(The book of Eli) unisce situazioni da western, alla Sergio Leone, con atmosfere apocalittiche alla Waterworld o Mad Max. Una sfida molto importante
per la star Denzel Washington che, oltre ad essere il protagonista, è anche
uno dei produttori del film. “La storia è trascinante e non avevo mai affrontato questo genere nella mia carriera. - Ha commentato Washington -. Sono
un uomo molto credente e queste tematiche mi hanno toccato nel profondo.
Mi auguro di non vedere mai quello che succede in questa storia. Lasciamo
che a raccontarlo sia il cinema e la sua finzione catartica, realistica o meno.
Eli è uno dei pochi sopravvissuti sulla Terra. E’ un solitario, in missione per
conto di Dio: aveva 17 anni quando scoppiò l’atomica e da allora ha dovuto
sopravvivere come un animale abbandonato nel deserto. E’ un uomo normale
cui è stato affidato un compito straordinario”.
Codice: Genesi
(The Book of Eli, Usa, 2010)
Regia di Albert Hughes, Allen Hughes con Denzel Washington, Gary Oldman,
Mila Kunis, Ray Stevenson, Jennifer Beals
117’, 01 Distribution, drammatico
CODICE : GENESI
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