Magda Olivero a Lodi: i 100 anni del soprano celebrati

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Magda Olivero a Lodi: i 100 anni del soprano celebrati
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GIOVEDÌ 3 GIUGNO 2010
il Cittadino
Cultura & Spettacoli
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SABATO 5 GIUGNO
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A PALAZZO REALE
I migliori libri d’arte
di Paolo Consolandi
sotto i fari di Milano
■ Ontani, Gilbert e Gorge,
Andy Warhol, o Damien Hirst,
Martinetti, Bruno Munari,
Man Ray, e molti altri. Nomi
di artisti contemporanei, nomi importanti, di esponenti di
epoche diverse dell’arte del
Novecento, eppure tutti parte
di un’unica collezione di libri.
Si tratta della raccolta di volumi d’artista del notaio Paolo
Consolandi, rara e costruita
in decenni, a partire dagli
anni Sessanta, che viene presentata al pubblico nella mostra “Libri d’artista dalla
collezione Consolandi. 19192009”, ospitata a Palazzo Reale fino al 10 giugno. «Ad un
certo punto del mio percorso
di collezionista sono stato
colpito da quei libri che per
loro natura sfuggivano alla
semplice funzione informativa- dice Consolandi-. Alcuni di
questi erano molto di più,
erano opere d’arte a pieno
titolo imbrigliate dentro un
medium diverso, non riconducibile agli stereotipi del quadro e della scultura». In
un’epoca in cui l’arte trascende sempre più da un genere
preciso, in cui pittura e scultura spesso si mischiano, o
diventano un’azione performativa per intervento diretto
di un’artista, Consolandi dimostra, attraverso la sua collezione, che, dal Futurismo
fino a oggi, tantissimi artisti
contemporanei hanno espresso il proprio linguaggio attraverso le pagine di un libro.
Non certo scrivendo saggi, ma
vestendo i fogli del proprio,
personale, modo d’intendere
l’arte: se l’intera raccolta, al
momento, comprende più di
duecento libri, in mostra se ne
trovano 135, di più di cento
artisti, come Munari, Burri e
Fontana, Michelangelo Pistoletto o Luca Vitone e Stefano
Arienti, per citarne altri. I
curatori, Giorgio Maffei e
Angela Vettese, hanno scelto
di esporre la parte più insolita
della collezione di Consolandi,
ovvero quella dei volumi unici
o in tiratura limitata. La mostra propone un percorso
cronologico attraverso il Novecento fino ad oggi, per
esplorare da vicino e condividere con Consolandi la sua
grande passione per il libro
d’arte. (M.C. Baldini)
Info. Palazzo Reale. Lunedì,
14.30-19.30. Martedì, mercoledì, venerdì e domenica, 9.3019.30. Giovedì e sabato, 9.3022.30. www.comune.milano.it/
palazzoreale.
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Un’immagine di molti anni fa di Magda Olivero, il grande soprano atteso a Lodi
■ Magda Olivero, uno dei soprano più celebri del ’900 e di tutti i
tempi, al pari di Maria Callas e
Renata Tebaldi, arriva a Lodi,
preceduta dal clamore dei suoi
cento anni appena compiuti, e attesa dall’affetto degli Amici della Lirica “Giuseppina Strepponi” e di tutti coloro che continuano ad amare con lei il melodramma. Questa grandissima interpetre, attrice di rango adamantino
e sontuosa detentrice di tale registro vocale, verrà di persona a
ricevere il prestigioso premio
“G. Strepponi” conferitole dal
Consiglio Direttivo della sunnominata associazione.
Per accoglierla degnamente, sabato 5 giugno alle 17, presso l’aula Magna del “Verri”, glorioso liceo classico cittadino , interverranno ospiti da fuori città e ci sarà il maestro Paolo Marcarini
con tutto il prestigio e l’autorità
della sua cultura e della sua perizia pianistica, compositore ed
autore di innumerevoli, intelligenti orchestrazioni, che hanno
già da tempo, per qualità e raffinatezza, varcato i confini d’Europa. Saranno presenti autorità
istituzionali, altri artisti affermati, ma, soprattutto, sarà presente l’amorevole, calorosa accoglienza della città. Magda Olivero, nata a Saluzzo, ha percorso le
tappe della sua carriera lungo
tutto l’arco del secolo scorso.
Era ancora una bambina quando
i ragazzi del ‘99 morivano sul
Carso e sull’Adamello. Era donna già sposata quando gli alpini
della Julia si accasciavano, esausti, sulle steppe ghiacciate del-
l’Ucraina. Era una bellissima
cinquantenne quando, per la prima volta, toccò il patrio suolo di
tanti giovani americani che spegnevano la loro vita nel lontano
Vietnam. In mezzo a tanta inaudita violenza, tra infinite atrocità consumate ai quattro angoli
del mondo, la sua voce, identificabile con quella della grande
Madre, cui lei stessa è molto devota, ha sempre continuato ad
evocare la pace, la concordia, la
carità cristiana. Tanti episodi,
tenuti lontani dai clamori della
cronaca, testimoniano la sua
sensibilità e la solidarietà per i
meno fortunati, per i portatori di
handicap, per i sofferenti. Dopo
il secondo conflitto mondiale, ha
vissuto una lunga stagione di
successi, in Italia, in Europa e
negli Stati Uniti, portando sul
palcoscenico del Metropolitan di
New York, nel 1975, una magnifica, inimitabile Tosca.
Ma l’opera, indissolubilmente
legata a Magda Olivero è Adriana Lecouvreur, il cui autore,
Fancesco Cilea, non nascose la
sua incondizionata preferenza
per la grandissima cantante piemontese.
Sono state tante le mamme della
prima metà del secolo scorso che
han voluto imporre alle proprie
figlie il nome Adriana, proprio
per onorare questa splendida
rappresentante di un’arte tutta
italiana. Sabato 5 giugno MagdaAdriana sarà, dunque, a Lodi ed
i lodigiani potranno applaudire
ancora questo carismatico esempio di virtù canora e di esemplare umanità.
■ Cala in bellezza il sipario musicale di Zig
Zag, il negozio di dischi e libri di San Donato
che da qualche tempo si è re-inventato come
piccola ma interessante location per concerti
live e reading letterari. Si chiude sabato 5
giugno con un volto, e una chitarra, ben noti
agli abitanti del Sudmilano: a partire dalle
ore 17.30, il chitarrista Evasio Muraro presenterà il suo nuovo disco “O tutto o l’amore”
(distribuito dalla Fragile/Universal, che sarà
in tutti i negozi a partire da martedì 8 giugno) in anteprima per il Sudmilano dopo la
“primissima” in programma quest’oggi - ma
solo per la stampa e gli addetti ai lavori - alla
sede meneghina della Universal. La presentazione di “O tutto o l’amore” cade a un anno
esatto dall’uscita del precedente “Canzoni
per uomini di latt”, che tante applaudire presentazioni ha avuto anche a San Donato, San
Giuliano e Lodi. Il nuovo disco del vizzolese
Muraro è infatti cresciuto sull’onda delle numerose presentazioni seguite all’uscita di
“Canzoni per uomini di latta”, confluite in
quello che poi è stato chiamato «Distrattour»
e che è partito proprio un anno fa da Zig Zag,
a San Donato. Proprio durante alcune performance sandonatesi, Muraro ha conosciuto il
trio dei Gobar (Paolo Ronchetti, chitarra e
voce; Renato Pacchioni, chitarra e voce; Cristina Gambalonga, voce) e li ha voluti ad armonizzare con le loro voci la sua interpretazione di “Se perdo anche te”, una canzone di
Neil Diamond resa nota nella versione italiana da Gianni Morandi. Altre canzoni, tra cui
una nuova versione della dolente “O cara moglie” di Ivan Della Mea, compongono il nuovo
“O tutto o l’amore” che il bravo chitarrista
sudmilanese comincerà a svelare al pubblico
di Zig Zag sabato (ingresso libero, info su
www.zigzaglibricd.com). (F.Am.)
DALLE 15.30 AMIT ARIELI OFFRIRÀ AL PUBBLICO LA SUA ORIGINALE INTERPRETAZIONE
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VIBOLDONE È un concerto dal sapore internazionale quello che
apre il mese di giugno all’Abbazia Viboldone, dove sabato 5 dalle ore 15.30 Amit Arieli darà la
sua personale interpretazione
della musica tradizionale ebraica.
Massimo interprete di musica
tradizionale ebraica della nuova generazione, il musicista
israeliano vanta al suo attivo
centinaia di esibizioni in tutti i
più prestigiosi teatri del mondo,
in Italia, Francia, Germania,
Austria e USA.
Tra i principali riconoscimenti,
nel 2005 la sua composizione
New Old Klezmer ha ottenuto il
premio della European Association for Jewish Culture. Un clarinettista d’eccezione che il
prossimo sabato presenterà
presso Viboldone Hatikva, concer to di musica spirituale
ebraica di stampo tanto antico
quanto moderno, capace di condurre nella Gerusalemme delle
tre religioni, nelle sinagoghe
delle cittadine ebraiche dipinte
da Chagall e scomparse con la
Shoah e nel misticismo della
Amit Arieli, interprete di musica ebraica
Kabbala, trasportando lo spettatore in un’atmosfera di altri
tempi e luoghi.
«Il programma include melodie
antichissime legate a festività
religiose, quali Nostro Padre,
Nostro Re, Kol Nidrei - preghiera che apre la liturgia del giorno dell’espiazione ebraico - o Lecha Dodi, canto che accoglie
l’ingresso dello “Shabbat” precisa l’Associazione “Amici dell’Abbazia” di Viboldone, organizzatrice dell’evento.
Lungo il pomeriggio, il virtuosismo del clarinettista italo israeliano si alternerà alla profonda
voce dell’attrice Amira Garine,
protagonista di una meravigliosa interpretazione delle mistiche atmosfere melodiche yiddish.
Tra le numerose tematiche, il
concerto toccherà anche momenti di profondo lirismo grazie ad alcuni brani a testimonianza sonora della tragedia
della Shoah, in un’alternanza
inusuale di suoni antichi come
lo Shofar - tradizionale corno di
ariete - e brillanti note della ritmata musica matrimoniale
klezmer.
L’ingresso al concerto è libero.
Per informazioni contattare via
web: www.viboldone.it
Elisa Murgese
L’INTERVISTA ■              
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■ La chiamano alternativamente la Joan
Collins o la Opra Winfrey dell’India, ma
Shobhaa Dé è molto di più. Ex reginetta di
bellezza, ex direttrice delle più importanti
riviste di costume del Subcontinente, tre
matrimoni, quattro figli, una dozzina di
bestseller all’attivo scritti in hinglish, felice miscela di hindi e inglese, è la più ascoltata opinionista in patria. Shobhaa Dé
usa il cognome dell’armatore bengalese
che l’ha impalmata la seconda volta, anche se da anni è sposata con David Davidar, direttore della casa editrice Penguin
India: ha appena pubblicato il saggio “India superstar” (Tea editore) sul nuovo corso economico del suo Paese e, con i suoi raffinatissimi sari, è di passaggio in Italia.
India superstar: non le sembra di esagerare?
«Volevo un titolo drammatico, che allontanasse il lettore occidentale dai soliti cliché
sul mio Paese: lo yoga, le caste, Gandhi.
L’India sta vivendo un periodo vitale e
dobbiamo esserne orgogliosi».
Questo saggio è stato scritto prima degli attentati dell’ottobre 2008 a Mumbay,
città dove lei vive: com’è cambiata da
allora la metropoli?
«Personalmente ho perso diversi amici negli attentati: non credo ci sia rimedio a
questo dolore. La Mumbay che io frequento, quella dell’élite del Paese, vive in una
situazione mai provata prima: siamo letteralmente ossessionati dalla sicurezza. Ora
spero che il processo per l’unico terrorista
catturato vivo, per il quale è stata chiesta
pochi giorni fa la pena di morte per impiccagione, sia equo e non dia adito a dubbi:
attendiamo il riesame dell’Alta Corte».
Uno degli attentati è avvenuto all’Hotel Taj Mahal.
«Il «mio» Taj... Lì avrebbe dovuto celebrarsi la festa di nozze di una delle mie figlie, lì
mi trovavo nemmeno un’ora prima dell’attacco a fare shopping nei suoi negozi interni».
Lei è famosa per non avere troppi peli
sulla lingua: nei suoi libri parla di sesso, di donne volitive e arriviste e si è
spesso attirata le critiche dei tradizionalisti. Non è stata mai troppo tenera
nemmeno con Sonia Gandhi.
«È vero. Ma ora è cambiata: si è evoluta.
Come leader del Congress party e rifiutando il ruolo di primo ministro ha compiuto
una scelta molto complessa. Devo ammettere che con gli anni Sonia Gandhi ha capito la psicologia delle masse, si è fatta
amare, ha persino imparato l’hindi: ha
scelto di parlare poco, non concede interviste e anche i media la considerano come
una vacca sacra, una personalità che non
è opportuno criticare o mettere in discussione».
India Sexy, Nuova India, India Incredibile: questi slogan che il suo Paese,
in eterna lotta con la Cina, propone al
mondo occidentale come si conciliano
con i dati sulla povertà (77% di indiani su una popolazione di 1.2 miliardi
vive con 20 rupie al giorno, meno di 50
centesimi di dollaro, ndr.)?
«L’India che descrivo nei miei libri, quella
degli imprenditori e dei magnati, non è
un’India ritoccata al photoshop, ma un
modo per dire che siamo un multiforme gigante che vuole scrollarsi di dosso i vecchi
cliché e per la prima volta in sessant’anni
di storia intende essere ambizioso. La nostra povertà è oggettiva, ma lo è anche la
nostra speranza».
Ovvero?
«Per la prima volta per le nuove generazioni essere indiani è motivo di orgoglio e
di ottimismo: molto è stato fatto grazie
agli investimenti nel settore universitario,
specie nell’hi-tech e nella scienza che a
Bangalore ma non solo ha creato veri centri di eccellenza nell’educazione e nell’industria. Un fenomeno solo urbano? È vero,
ma i numeri sono talmente alti e la crescita delle nostre metropoli è tale che il beneficio arriverà per tutti. Dopo anni, possediamo la speranza del cambiamento».
Francesca Amé
Shobhaa Dé, autrice del successo “India superstar”