Magda Olivero a Lodi: i 100 anni del soprano celebrati
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Magda Olivero a Lodi: i 100 anni del soprano celebrati
31 GIOVEDÌ 3 GIUGNO 2010 il Cittadino Cultura & Spettacoli SABATO 5 GIUGNO A PALAZZO REALE I migliori libri d’arte di Paolo Consolandi sotto i fari di Milano ■ Ontani, Gilbert e Gorge, Andy Warhol, o Damien Hirst, Martinetti, Bruno Munari, Man Ray, e molti altri. Nomi di artisti contemporanei, nomi importanti, di esponenti di epoche diverse dell’arte del Novecento, eppure tutti parte di un’unica collezione di libri. Si tratta della raccolta di volumi d’artista del notaio Paolo Consolandi, rara e costruita in decenni, a partire dagli anni Sessanta, che viene presentata al pubblico nella mostra “Libri d’artista dalla collezione Consolandi. 19192009”, ospitata a Palazzo Reale fino al 10 giugno. «Ad un certo punto del mio percorso di collezionista sono stato colpito da quei libri che per loro natura sfuggivano alla semplice funzione informativa- dice Consolandi-. Alcuni di questi erano molto di più, erano opere d’arte a pieno titolo imbrigliate dentro un medium diverso, non riconducibile agli stereotipi del quadro e della scultura». In un’epoca in cui l’arte trascende sempre più da un genere preciso, in cui pittura e scultura spesso si mischiano, o diventano un’azione performativa per intervento diretto di un’artista, Consolandi dimostra, attraverso la sua collezione, che, dal Futurismo fino a oggi, tantissimi artisti contemporanei hanno espresso il proprio linguaggio attraverso le pagine di un libro. Non certo scrivendo saggi, ma vestendo i fogli del proprio, personale, modo d’intendere l’arte: se l’intera raccolta, al momento, comprende più di duecento libri, in mostra se ne trovano 135, di più di cento artisti, come Munari, Burri e Fontana, Michelangelo Pistoletto o Luca Vitone e Stefano Arienti, per citarne altri. I curatori, Giorgio Maffei e Angela Vettese, hanno scelto di esporre la parte più insolita della collezione di Consolandi, ovvero quella dei volumi unici o in tiratura limitata. La mostra propone un percorso cronologico attraverso il Novecento fino ad oggi, per esplorare da vicino e condividere con Consolandi la sua grande passione per il libro d’arte. (M.C. Baldini) Info. Palazzo Reale. Lunedì, 14.30-19.30. Martedì, mercoledì, venerdì e domenica, 9.3019.30. Giovedì e sabato, 9.3022.30. www.comune.milano.it/ palazzoreale. Un’immagine di molti anni fa di Magda Olivero, il grande soprano atteso a Lodi ■ Magda Olivero, uno dei soprano più celebri del ’900 e di tutti i tempi, al pari di Maria Callas e Renata Tebaldi, arriva a Lodi, preceduta dal clamore dei suoi cento anni appena compiuti, e attesa dall’affetto degli Amici della Lirica “Giuseppina Strepponi” e di tutti coloro che continuano ad amare con lei il melodramma. Questa grandissima interpetre, attrice di rango adamantino e sontuosa detentrice di tale registro vocale, verrà di persona a ricevere il prestigioso premio “G. Strepponi” conferitole dal Consiglio Direttivo della sunnominata associazione. Per accoglierla degnamente, sabato 5 giugno alle 17, presso l’aula Magna del “Verri”, glorioso liceo classico cittadino , interverranno ospiti da fuori città e ci sarà il maestro Paolo Marcarini con tutto il prestigio e l’autorità della sua cultura e della sua perizia pianistica, compositore ed autore di innumerevoli, intelligenti orchestrazioni, che hanno già da tempo, per qualità e raffinatezza, varcato i confini d’Europa. Saranno presenti autorità istituzionali, altri artisti affermati, ma, soprattutto, sarà presente l’amorevole, calorosa accoglienza della città. Magda Olivero, nata a Saluzzo, ha percorso le tappe della sua carriera lungo tutto l’arco del secolo scorso. Era ancora una bambina quando i ragazzi del ‘99 morivano sul Carso e sull’Adamello. Era donna già sposata quando gli alpini della Julia si accasciavano, esausti, sulle steppe ghiacciate del- l’Ucraina. Era una bellissima cinquantenne quando, per la prima volta, toccò il patrio suolo di tanti giovani americani che spegnevano la loro vita nel lontano Vietnam. In mezzo a tanta inaudita violenza, tra infinite atrocità consumate ai quattro angoli del mondo, la sua voce, identificabile con quella della grande Madre, cui lei stessa è molto devota, ha sempre continuato ad evocare la pace, la concordia, la carità cristiana. Tanti episodi, tenuti lontani dai clamori della cronaca, testimoniano la sua sensibilità e la solidarietà per i meno fortunati, per i portatori di handicap, per i sofferenti. Dopo il secondo conflitto mondiale, ha vissuto una lunga stagione di successi, in Italia, in Europa e negli Stati Uniti, portando sul palcoscenico del Metropolitan di New York, nel 1975, una magnifica, inimitabile Tosca. Ma l’opera, indissolubilmente legata a Magda Olivero è Adriana Lecouvreur, il cui autore, Fancesco Cilea, non nascose la sua incondizionata preferenza per la grandissima cantante piemontese. Sono state tante le mamme della prima metà del secolo scorso che han voluto imporre alle proprie figlie il nome Adriana, proprio per onorare questa splendida rappresentante di un’arte tutta italiana. Sabato 5 giugno MagdaAdriana sarà, dunque, a Lodi ed i lodigiani potranno applaudire ancora questo carismatico esempio di virtù canora e di esemplare umanità. ■ Cala in bellezza il sipario musicale di Zig Zag, il negozio di dischi e libri di San Donato che da qualche tempo si è re-inventato come piccola ma interessante location per concerti live e reading letterari. Si chiude sabato 5 giugno con un volto, e una chitarra, ben noti agli abitanti del Sudmilano: a partire dalle ore 17.30, il chitarrista Evasio Muraro presenterà il suo nuovo disco “O tutto o l’amore” (distribuito dalla Fragile/Universal, che sarà in tutti i negozi a partire da martedì 8 giugno) in anteprima per il Sudmilano dopo la “primissima” in programma quest’oggi - ma solo per la stampa e gli addetti ai lavori - alla sede meneghina della Universal. La presentazione di “O tutto o l’amore” cade a un anno esatto dall’uscita del precedente “Canzoni per uomini di latt”, che tante applaudire presentazioni ha avuto anche a San Donato, San Giuliano e Lodi. Il nuovo disco del vizzolese Muraro è infatti cresciuto sull’onda delle numerose presentazioni seguite all’uscita di “Canzoni per uomini di latta”, confluite in quello che poi è stato chiamato «Distrattour» e che è partito proprio un anno fa da Zig Zag, a San Donato. Proprio durante alcune performance sandonatesi, Muraro ha conosciuto il trio dei Gobar (Paolo Ronchetti, chitarra e voce; Renato Pacchioni, chitarra e voce; Cristina Gambalonga, voce) e li ha voluti ad armonizzare con le loro voci la sua interpretazione di “Se perdo anche te”, una canzone di Neil Diamond resa nota nella versione italiana da Gianni Morandi. Altre canzoni, tra cui una nuova versione della dolente “O cara moglie” di Ivan Della Mea, compongono il nuovo “O tutto o l’amore” che il bravo chitarrista sudmilanese comincerà a svelare al pubblico di Zig Zag sabato (ingresso libero, info su www.zigzaglibricd.com). (F.Am.) DALLE 15.30 AMIT ARIELI OFFRIRÀ AL PUBBLICO LA SUA ORIGINALE INTERPRETAZIONE VIBOLDONE È un concerto dal sapore internazionale quello che apre il mese di giugno all’Abbazia Viboldone, dove sabato 5 dalle ore 15.30 Amit Arieli darà la sua personale interpretazione della musica tradizionale ebraica. Massimo interprete di musica tradizionale ebraica della nuova generazione, il musicista israeliano vanta al suo attivo centinaia di esibizioni in tutti i più prestigiosi teatri del mondo, in Italia, Francia, Germania, Austria e USA. Tra i principali riconoscimenti, nel 2005 la sua composizione New Old Klezmer ha ottenuto il premio della European Association for Jewish Culture. Un clarinettista d’eccezione che il prossimo sabato presenterà presso Viboldone Hatikva, concer to di musica spirituale ebraica di stampo tanto antico quanto moderno, capace di condurre nella Gerusalemme delle tre religioni, nelle sinagoghe delle cittadine ebraiche dipinte da Chagall e scomparse con la Shoah e nel misticismo della Amit Arieli, interprete di musica ebraica Kabbala, trasportando lo spettatore in un’atmosfera di altri tempi e luoghi. «Il programma include melodie antichissime legate a festività religiose, quali Nostro Padre, Nostro Re, Kol Nidrei - preghiera che apre la liturgia del giorno dell’espiazione ebraico - o Lecha Dodi, canto che accoglie l’ingresso dello “Shabbat” precisa l’Associazione “Amici dell’Abbazia” di Viboldone, organizzatrice dell’evento. Lungo il pomeriggio, il virtuosismo del clarinettista italo israeliano si alternerà alla profonda voce dell’attrice Amira Garine, protagonista di una meravigliosa interpretazione delle mistiche atmosfere melodiche yiddish. Tra le numerose tematiche, il concerto toccherà anche momenti di profondo lirismo grazie ad alcuni brani a testimonianza sonora della tragedia della Shoah, in un’alternanza inusuale di suoni antichi come lo Shofar - tradizionale corno di ariete - e brillanti note della ritmata musica matrimoniale klezmer. L’ingresso al concerto è libero. Per informazioni contattare via web: www.viboldone.it Elisa Murgese L’INTERVISTA ■ ■ La chiamano alternativamente la Joan Collins o la Opra Winfrey dell’India, ma Shobhaa Dé è molto di più. Ex reginetta di bellezza, ex direttrice delle più importanti riviste di costume del Subcontinente, tre matrimoni, quattro figli, una dozzina di bestseller all’attivo scritti in hinglish, felice miscela di hindi e inglese, è la più ascoltata opinionista in patria. Shobhaa Dé usa il cognome dell’armatore bengalese che l’ha impalmata la seconda volta, anche se da anni è sposata con David Davidar, direttore della casa editrice Penguin India: ha appena pubblicato il saggio “India superstar” (Tea editore) sul nuovo corso economico del suo Paese e, con i suoi raffinatissimi sari, è di passaggio in Italia. India superstar: non le sembra di esagerare? «Volevo un titolo drammatico, che allontanasse il lettore occidentale dai soliti cliché sul mio Paese: lo yoga, le caste, Gandhi. L’India sta vivendo un periodo vitale e dobbiamo esserne orgogliosi». Questo saggio è stato scritto prima degli attentati dell’ottobre 2008 a Mumbay, città dove lei vive: com’è cambiata da allora la metropoli? «Personalmente ho perso diversi amici negli attentati: non credo ci sia rimedio a questo dolore. La Mumbay che io frequento, quella dell’élite del Paese, vive in una situazione mai provata prima: siamo letteralmente ossessionati dalla sicurezza. Ora spero che il processo per l’unico terrorista catturato vivo, per il quale è stata chiesta pochi giorni fa la pena di morte per impiccagione, sia equo e non dia adito a dubbi: attendiamo il riesame dell’Alta Corte». Uno degli attentati è avvenuto all’Hotel Taj Mahal. «Il «mio» Taj... Lì avrebbe dovuto celebrarsi la festa di nozze di una delle mie figlie, lì mi trovavo nemmeno un’ora prima dell’attacco a fare shopping nei suoi negozi interni». Lei è famosa per non avere troppi peli sulla lingua: nei suoi libri parla di sesso, di donne volitive e arriviste e si è spesso attirata le critiche dei tradizionalisti. Non è stata mai troppo tenera nemmeno con Sonia Gandhi. «È vero. Ma ora è cambiata: si è evoluta. Come leader del Congress party e rifiutando il ruolo di primo ministro ha compiuto una scelta molto complessa. Devo ammettere che con gli anni Sonia Gandhi ha capito la psicologia delle masse, si è fatta amare, ha persino imparato l’hindi: ha scelto di parlare poco, non concede interviste e anche i media la considerano come una vacca sacra, una personalità che non è opportuno criticare o mettere in discussione». India Sexy, Nuova India, India Incredibile: questi slogan che il suo Paese, in eterna lotta con la Cina, propone al mondo occidentale come si conciliano con i dati sulla povertà (77% di indiani su una popolazione di 1.2 miliardi vive con 20 rupie al giorno, meno di 50 centesimi di dollaro, ndr.)? «L’India che descrivo nei miei libri, quella degli imprenditori e dei magnati, non è un’India ritoccata al photoshop, ma un modo per dire che siamo un multiforme gigante che vuole scrollarsi di dosso i vecchi cliché e per la prima volta in sessant’anni di storia intende essere ambizioso. La nostra povertà è oggettiva, ma lo è anche la nostra speranza». Ovvero? «Per la prima volta per le nuove generazioni essere indiani è motivo di orgoglio e di ottimismo: molto è stato fatto grazie agli investimenti nel settore universitario, specie nell’hi-tech e nella scienza che a Bangalore ma non solo ha creato veri centri di eccellenza nell’educazione e nell’industria. Un fenomeno solo urbano? È vero, ma i numeri sono talmente alti e la crescita delle nostre metropoli è tale che il beneficio arriverà per tutti. Dopo anni, possediamo la speranza del cambiamento». Francesca Amé Shobhaa Dé, autrice del successo “India superstar”