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Attualità
Italia
3
4
Como
13
Sondrio
33
Benedetto XVI
in Benin dal 18
al 20 novembre
Crisi,
tra consigli
e dubbi
La Giornata
della
Riconoscenza
Assenza:
più acuta
presenza
na giovane comaU
sca ci racconta la
sua esperienza nel Pa-
a missione dell’IL
talia sembra essere quella di fare quello
omenica 20 noD
vembre sarà rinnovato il tradizionale rin-
nteressante incontro
Icennale
in occasione del dedell’apertura
ese africano.
che ci chiede l’Europa.
graziamento alla città.
dell’Hospice Siro Mauro.
43
Anno XXXV - 19 novembre 2011 - € 1,20
Periodico Settimanale | Poste Italiane S.P.A. | Sped. In Abbonamento Postale |
D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 1, Dcb Como
COMUNICATO DELLA COOPERATIVA
EDITRICE DEL SETTIMANALE
C
on il numero odierno, don Agostino Clerici conclude il servizio di direttore de “Il
Settimanale della Diocesi di Como”.
Il Consiglio di amministrazione della Cooperativa editrice ha ricevuto in data 17
ottobre u.s. la lettera con la quale presentava le Sue dimissioni da tale incarico.
Lo muoveva un atto di obbedienza nei confronti del Vescovo diocesano che Gli chiedeva di
rendersi disponibile per altri incarichi pastorali.
Don Agostino ha guidato il Settimanale con grande competenza e con piena dedizione
lungo un cammino iniziato il 15 novembre 1999, dopo avere collaborato per alcuni anni
come redattore. In questi anni ha accompagnato il giornale in una continua progressione
anche attraverso le più moderne tecnologie. Nell’ultimo anno poi ha realizzato un completo
rinnovamento della grafica che ha dato al Settimanale un tocco di freschezza, rendendo
anche più vivace e accattivante la lettura delle diverse pagine. Un notevole arricchimento
del Settimanale, in questi anni, proprio dal numero di pagine che da sedici sono arrivate a
trentadue e anche oltre. Sfogliando il Settimanale ci si incontra con la vita della Chiesa, con il
muoversi della Diocesi nelle sue varie componenti cominciando dalla parola del Vescovo. E,
poi, lo sguardo alla problematica della vita del Paese, dell’Europa e, in particolare, dei territori
di Missione: sempre più giornale di informazione e formazione. La guida di don Agostino,
affiancato da una valida redazione, è stata molto fruttuosa.
Ora il suo compito direttivo si compie, non senza sentimenti di nostalgia. A Lui un grande,
vivo ringraziamento.
Il giornale, dal prossimo numero, sarà firmato dal giornalista dottor Alberto Campoleoni con
la direzione redazionale di mons. Angelo Riva. Con l’augurio di un fecondo lavoro.
EDITORIALE
Un grazie grande
a tutti i lettori!
di don Agostino Clerici
C
onfesso che l’ultimo editoriale
avrei voluto scriverlo con un altro
stato d’animo. Mi sento dentro
tanta amarezza, ormai da un mese
a questa parte, da quando il Vescovo mi ha
chiesto perentoriamente di cessare di firmare
questo giornale come direttore responsabile
dalla prima Domenica d’Avvento (ed è questo
l’unico motivo per cui ho dato le dimissioni,
che mi sono state formalmente richieste dal
Consiglio di Amministrazione del Settimanale).
Il comunicato “aziendale” - che mi è stato
consegnato dal presidente della Cooperativa
Editrice - è così laconico che dimentica di
spiegare alcuni aspetti della vicenda, che invece
i lettori avrebbero il diritto di conoscere. Uno su
tutti: come mai si annunciano ben due direttori
dal prossimo numero? Mi dispiace che l’Editore
abbia deciso di stendere un velo di silenzio. Ma
non sarò io in questa sede a spiegare decisioni
che non ho contribuito a prendere.
Voglio solo spendere qualche parola per
ringraziare i miei lettori. Ho vissuto gli ultimi
dodici anni con grande impegno in questa
“parrocchia di carta” che si contendeva il
mio tempo - è stato così per otto anni - con
la “parrocchia di carne” di Ponzate, ove mi
mandò fiducioso mons. Maggiolini e dove
continuo felicemente ad operare. Mi sono
appassionato ogni settimana a scrivere il mio
“corsivo”, a pensare l’editoriale, a rispondere
alle lettere, a scovare le fotografie giuste e
soprattutto a “cucinare” le numerose altre
pagine (tra sette e dodici ogni numero) che
ho curato direttamente. Ho amato molto
questo lavoro, e, per così dire, da questo lavoro
sono stato molto amato. Mi ha dato tanto.
Ho sempre cercato di essere un prete che fa
anche il giornalista e non un giornalista che è
anche prete. E nello svolgere la professione di
comunicatore, ho messo le persone prima della
carta stampata. Nella mia redazione c’è sempre
stata tanta considerazione e autonomia per gli
altri giornalisti (due addirittura professionisti,
con mia immensa soddisfazione), che hanno
condiviso con me il lavoro, talvolta pesante,
di questi anni. Ho intrattenuto ottimi rapporti
con i direttori e i giornalisti delle altre testate
presenti sul territorio - grazie anche alla
creazione ex novo dell’Ufficio Stampa, in
occasione della visita di Giovanni Paolo II
a Como - cercando di offrire umilmente il
contributo della mia professionalità, ma anche
la mia umanità e la mia amicizia.
Mi diceva recentemente una persona:
“Non capisco come fai a fare il direttore in
un giornale in cui c’è un po’ di tutto, tutto e il
contrario di tutto”. Nessuno scandalo: è la realtà
plurale del mondo e della Chiesa quella che
finisce nel giornale. Io di questa complessità
del momento - che può apparire talvolta
come una “confusione” - vado invece fiero, e
l’ho ospitata nel giornale, naturalmente nei
limiti del rispetto reciproco e con il diritto e la
responsabilità di dire anch’io come la penso.
Sempre, senza peli sulla lingua, come si addice
ad una comunicazione trasparente.
Dal prossimo numero, dunque, non sarò più
direttore e non scriverò più su queste pagine
i miei articoli: qualcuno sarà dispiaciuto,
qualcun altro contento. Chissà. Scriverò magari
altrove, perché la passione giornalistica non mi
ha certo improvvisamente abbandonato.
Mi dispiace non aver potuto portare a termine
il progetto di rinnovamento del Settimanale,
magari realizzando il sogno di un giornale
tutto a colori o varando definitivamente il sito
internet. Lo faranno coloro che dal prossimo
numero prendono il mio posto.
E mi ha molto amareggiato che mi sia stato
scritto che la decisione di sfiduciarmi come
direttore è stata presa per fare una cosa utile
per il rilancio del Settimanale. Credevo di aver
lavorato dodici anni solo per questo e, forse un
poco, di esserci anche riuscito.
Mi dispiace, da ultimo, non aver potuto
portare a termine il secondo triennio del mio
mandato come consigliere nazionale della
Federazione Italiana Settimanali Cattolici (Fisc)
iniziato nel gennaio 2011: è stata e avrebbe
continuato ad essere una palestra preziosa per
arricchire la mia competenza e per dare una
voce in più al nostro territorio e al giornale in un
momento di grandi preoccupazioni per tutti.
Dico grazie a tutte quelle persone, a partire
dalle più umili e nascoste, che in questi anni
hanno reso possibile il mio operato alla
guida del Settimanale. Sono stato sfiduciato,
ma ho pure perso fiducia. Spero non
irrimediabilmente. Per questo, oso chiedere
anche una preghiera.
FOTO AC - IL SETTIMANALE
Como
15
Sla:
lottare per
una vita normale
Civello
19
Un secolo, mille
voci. Torna a suonare
l’organo restaurato
Tirano
31
In Santuario
l’annuale raduno
delle confraternite
Comunicato della redazione e della segreteria
L
a redazione e la segreteria de “Il Settimanale della diocesi di Como”
prendono atto delle disposizioni che hanno portato don Agostino Clerici a presentare le dimissioni da direttore responsabile della testata.
Senza nascondere il disagio di un cambio in corsa, rinnoviamo il nostro
impegno nel voler continuare sulla strada tracciata, fiduciosi nella bontà
del progetto che l’ha voluta e la sostiene: realizzare un giornale che sia voce della Chiesa e della gente. Specchio e collante di una diocesi articolata
e complessa.
A don Agostino, amico, maestro, collega, il grazie per aver condotto con
passione e professionalità il giornale fino ad oggi. Ti auguriamo con tutto il
cuore nuovi e felici traguardi professionali ed umani.
A don Angelo Riva il benvenuto in un mondo che, in parte, già conosce, e
con il quale saprà prendere, siamo certi, le misure.
Idee e opinioni
2 Sabato, 19 novembre 2011
i
l rapporto del Cristianesimo
con le altre religioni
sembra, in diversi
credenti, sollevare più di
un problema. Da una parte, i
cristiani sentono l’imperativo:
“andate, e ammaestrate tutte
le genti, battezzandole nel
nome del Padre e del Figlio e
dello Spirito Santo, insegnando
loro ad osservare ciò che vi
ho comandato”; dall’altra, essi
incontrano esperienze religiose
diverse che si rapportano ad
essi in termini di testimonianza
che interpella la loro stessa
fede cristiana. Allora: come
rapportare la pretesa di
assolutezza del Cristianesimo
alle altre manifestazioni
religiose? La pretesa di
assolutezza che il Cristianesimo
afferma va letta nella linea e
nella logica dell’incarnazione.
Essa infatti dice che Dio non
solo ha fatto irruzione nella
storia, ma che ha assunto questa
storia. L’assolutezza cristiana
e la sua pretesa universalità
non si collocano nella linea del
✎ FUORI DAL CORO |
di Arcangelo Bagni
L’assolutezza del Cristianesimo
e il dialogo con le altre religioni
dominio o della intolleranza
verso le diverse realtà religiose
della storia, ma nella prospettiva
della “lieta notizia” per tutti.
E il centro di questa “lieta
notizia” è che l’assoluto (il Dio
cristiano) si rivela come amore,
solidarietà, alleanza ostinata
verso l’uomo, ogni uomo.
É l’incarnazione ad offrirci
il fondamento e il modello
interpretativo dell’assolutezza
del Cristianesimo.
L’incarnazione, infatti, non
esclude la relatività e il divenire
della storia; anzi, in essa vi
si esprime e si rivela. Ed è
un’assolutezza che si colloca tra
il già (la fedeltà di Dio raggiunge
oggi ogni uomo) e il non ancora
(la risurrezione di Gesù che
proietta in avanti) e chiede
l’impegno di tutti i credenti
affinché la storia di Gesù sveli
tutte le sue potenzialità. Leggere
l’assolutezza del Cristianesimo
alla luce dell’incarnazione
permette anche di comprendere
come essa includa il progresso
dell’uomo, l’apporto delle
culture, l’ascolto delle
altre espressioni religiose.
L’assolutezza che il
Cristianesimo rivendica esige
l’ascolto, il dialogo, il rifiuto
di ogni pretesa di monopolio.
Infatti è necessario ricordare
il rischio -storicamente
verificatosi- che la pretesa
di assolutezza si allarghi
indebitamente: quando si parla
di assolutezza non si può né
si deve intendere l’assolutezza
della cristianità. Il Cristianesimo
è relativo in molti aspetti del suo
volto visibile. E di conseguenza
il pluralismo religioso e culturale
non è un ostacolo all’assolutezza
del suo messaggio: al contrario
può esserne un segno e una
difesa. Approfondimento e
purificazione: questi i due
vantaggi che possono derivare
al Cristianesimo dall’incontro
con altre esperienze religiose.
Allora le religioni e le culture
non sono semplicemente il
terreno in cui la Parola cade e la
grazia si innesta: sono anche una
voce dello Spirito che stimola e
conduce a maturazione. Tuttavia,
nessuna religione, per quanto
elevata e profonda possa essere,
è già Cristianesimo. Si tratta
pur sempre di sforzo umano,
di sforzo che essenzialmente
sale dal basso, mentre il
Cristianesimo è essenziale
dono che discende dall’alto.
Le religioni sono espressioni
dell’uomo che accoglie
l’invito di Dio, ma sono anche
espressioni dell’insufficienza
dell’uomo e, non raramente,
del suo titanismo. Il passaggio
dalle religioni al Cristianesimo
non avviene naturalmente né
automaticamente. E’ Cristo che
attua il passaggio, e il passaggio
passa attraverso la Croce:
morire per risorgere, perdersi
per ritrovarsi. L’assolutezza del
Cristianesimo appartiene -alla
fine- allo scandalo e alla follia
della croce, e questo scandalo
non può essere eliminato proprio
perché è il cuore della proposta
cristiana. Un aspetto da non
sottovalutare nel dialogo con le
altre prospettive religiose.
COLPO D’OCCHIO | di Piero Isola
La spocchia
dei professori...
B
Non sempre sinceri ed
ella la globalizzazione.
Il mondo come un
equilibrati i commenti
villaggio dove tutti sanno
stranieri sulla crisi del
tutto di tutti e tutti si
nostro Paese: certe
sentono investiti del sacro ruolo
di mettere il naso nelle faccende
critiche vanno rispedite
altrui. Ma pensassero alle proprie!
al mittente...
Scusate la maniera riduttiva e
un po’ grossolana di trattare
la globalizzazione, ma questo
andazzo, per cui se un Paese è in crisi tutti gli altri,
ben altra risposta, non tanto per difendere Berlusconi,
che magari sono messi peggio, si sentono autorizzati
quanto per ribattere alla spocchia (male antico!)
a intervenire con consigli e commenti, spesso con un
della stampa inglese che farebbe bene a pensare alle
malcelato senso di superiorità e di compiacimento,
faccende e ai reali di casa propria anziché accaldarsi
può andar giù agli osservatori di bocca buona e non
per le vicende italiane.
può andar giù a chi conserva un minimo di orgoglio
C’è tutto un assortimento di personaggi internazionali
nazionale. Si trattasse di aiuti concreti, ben vengano.
(senza andar per le lunghe converrà citarne subito
Con l’orgoglio, sia pure nazionale, non si mangia; anche qualcuno: Sarkozy e la Merkel in prima fila, Obama,
se, per fortuna, non siamo ancora a questo punto. Ma
Blair, la direttrice del Fondo monetario internazionale
le chiacchiere, ché tali sono alla fin fine, converrebbe
Cristine Lagarde) il cui comportamento, sostanziato
rispedirle al mittente con la classica motivazione: fatevi dalle rispettive esternazioni, fa il paio con quello dei
i fatti vostri che ai nostri ci pensiamo noi.
“maestri”, dei “professori” i quali – alle prese con lo
Qui non alludiamo agli eccessi del tipo dell’editoriale
scolaretto scavezzacollo che attraversa un periodo di
del Financial Times il quale è andato a scomodare
crisi e perciò rende poco o nulla –, non sanno far altro
persino l’Onnipotente per lanciare il suo appello “In
che consolare gli afflitti genitori con la classica frase:
nome di Dio e dell’Italia vattene!”. Una bestemmia, un
“Il ragazzo è intelligente, ma non si applica”. Ecco: lo
sacrilegio quasi (quale autorità ha il giornale inglese
stesso giudizio è per l’Italia o, se preferite, per la nostra
per parlare in nome di Dio e dell’Italia?), che meritava classe politica dirigente. È intelligente, nel senso che
Aforismi
■ Gómez Dávila
I politici, in
democrazia, sono
i condensatori
dell’imbecillità.
Nicolás Gómez Dávila
(Cajicá 1913 - Bogotá 1994)
Scrittore e aforista colombiano
In margine a un testo implicito,
Adelphi 2001, pagina 125.
L
a parabola dei talenti
parla di banchieri. Al
poveretto che aveva
sotterrato il suo talento viene
detto che avrebbe fatto meglio
a giocarlo in Borsa... Consiglio
maldestro che ci convince una
volta di più che le parabole
bisogna saperle leggere e che
non vanno prese alla lettera.
Purtroppo questa mania della
Borsa e del guadagno facile
è la vera causa della crisi
finanziaria mondiale. Bisogna
riconoscerlo, altrimenti anche
noi siamo bravi nello sport
del battere la mano sul petto
altrui. Si è diffusa la pratica di
guadagnare investendo, invece
che lavorando. O meglio: si
lavora per il salario, che poi
è sempre misero, e quindi si
investe il danaro per fare altro
danaro, non più con la forza
delle mani o con il sudore della
fronte, ma con l’azzardo. Si
raddoppia o si perde tutto. Se si
raddoppia si grida al miracolo
economico, se si perde tutto si
inveisce contro gli speculatori.
✎ Corsivo |
ha risorse, capacità, inventiva e tante altre belle qualità,
però – a detta dei personaggi di cui sopra – non si
applica. E a furia di non applicarsi, nel tempo ha perso
credibilità e dunque è destinata alla bocciatura.
Adesso Sarkozy e la Merkel prospettano addirittura
un viaggio, insieme, in Italia per sostenere Mario
Monti ad applicarsi, lui, con vigore e a darsi da fare
per sostituire al meglio gli “scolaretti” che finora non
si sono applicati. Dal canto suo Tony Blair ha preso
così a cuore il ruolo di “professore”, che è venuto
appositamente in Italia per far lezione ai ragazzi di
una scuola media di Roma. Anche qui, dopo aver
parlato di globalizzazione, stringendo tra le mani un
mappamondo, indovinate qual è stata la sostanza
della sua conclusione? “Bel Paese l’Italia, peccato
che non si applica”. E con ciò, come gli altri illustri
personaggi, da una parte ci ha fatto contenti, dall’altra
ci ha presi per il naso.
di Agostino Clerici
Ma che spread dici?
Meglio la mattonella...
Ma ci accorgiamo o no che è
sbagliato questo stile di vita?
Meglio la sobrietà. Meglio
guadagnare il giusto - magari
poco - onestamente, senza
far troppo conto sulla Borsa.
Naturalmente sono rimasti in
pochi a credere che è così, ed è
per questo che gli speculatori
aumentano: ci sono sempre più
polli da spennare! Abbiamo un
nuovo Governo, ma lo spread
non accenna a diminuire.
Come mai? Bisogna conviverci
con questa parola magica che
è diventata la vera unità di
misura di tutto. La si pronuncia
al bar, senza sapere bene che
cosa significa. Il marito chiede
alla moglie: “Guarda un po’ il
telegiornale e vedi se lo spread
è sceso, così prenotiamo la
settimana bianca!”. Ho letto
su un quotidiano che il nuovo
Governo è il “governo dei
banchieri”. Voleva dire che
sono loro a decidere se è il caso
di allentare la tensione o di
continuare a far salire lo spread
e chiedere magari a Standard
and Poor’s il favore di togliere
un’altra A all’Italia... Se l’Europa
la costruiamo così, possiamo
star sicuri che prima o poi si
sfascia, posto che adesso sia
incollata. Il galletto francese e la
pollastra tedesca dettano legge,
scelgono il nostro presidente
del Consiglio, ci danno i compiti
a casa. Abbiamo inflazionato
il Tremonti in un Monti solo,
ma per ora i mercati non
abboccano, Già. I mercati.
Sono loro che comandano e
fanno il bello e il cattivo tempo.
E intanto lo spread tra i ricchi
e i poveri (veri, non virtuali!)
aumenta vertiginosamente.
Anche quelli che predicano
la solidarietà licenziano
allegramente, senza farsi troppi
problemi. E le famiglie in
difficoltà aumentano. Quelli che
predicano i sacrifici si tengono
stretti i loro privilegi. Il nuovo
presidente del Consiglio taglierà
quelli scandalosi dei politici,
oppure il suo governo di tecnici
non troverà maggioranze
politiche in Parlamento per
questo provvedimento? Ecco il
“governo dei banchieri”. Quelli
che avrebbero fatto felice il
poveretto della parabola, se non
avesse sotterrato il talento. Mi
sa che è meglio recuperare la
vecchia mattonella. Chissà che
non si riesca, con le altre feste, a
reintrodurre anche... la Giornata
del Risparmio!
Attualità
Sabato, 19 novembre 2011
3
Dal 18 al 20 novembre. Benedetto XVI consegnerà l’esortazione apostolica frutto del sinodo
Il Papa in Benin nel suo secondo viaggio in Africa
D
al 18 al 20 novembre papa Benedetto XVI sarà in Africa, precisamente in
Benin, Paese che si affaccia sul golfo
di Guinea tra Nigeria e Togo. Un pellegrinaggio apostolico in cui il pontefice consegnerà materialmente ai vescovi del Benin
e, simbolicamente, all’intera Chiesa africana
l’esortazione apostolica maturata dai lavori
del sinodo dei Vescovi per l’Africa del 2009
sul tema “La chiesa in Africa al servizio della
riconciliazione, della giustizia e della pace”,
concluso con il messaggio pieno di speranza
verso il popolo africano “Coraggio, alzati!…”.
Si tratta del secondo viaggio di Benedetto XVI
nel continente africano dopo quello in Angola
e Camerun nel 2009.
Per il Benin, invece, è la terza visita di un Papa. La prima visita fu di Giovanni Paolo II nel
febbraio 1982, secondo scalo di un viaggio che
portò il Pontefice anche in Nigeria, Gabon e
Guinea Equatoriale. Il Benin, indipendente
dal 1960, era uno Stato socialista sotto la pre-
sidenza di Mathieu Kérékou e il Papa non nascose in alcuni momenti della visita la propria
preoccupazione per le prove affrontate dalla
Chiesa, pur apprezzando i suoi sforzi per continuare ad essere parte viva della nazione. Negli altri incontri sottolineò l’importanza della
fede trapiantata dai primi missionari europei
e rivolse parole di apprezzamento per lo sviluppo di un episcopato autoctono, riferendosi
più volte a mons. Bernardin Gantin (che faceva parte del seguito papale), primo Vescovo e
cardinale del Benin, “figlio di questo Paese, di
cui il Benin può essere fiero”.
Il secondo viaggio, dal 3 al 5 febbraio 1993, era
parte di un itinerario più vasto che comprendeva l’Uganda e Karthoum in vista del primo
sinodo continentale. La visita assunse maggiori connotati pastorali, costellata da due
grandi e partecipate celebrazioni eucaristiche
(nello Stadio dell’Amicizia di Cotonou e nello
Stadio Comunale di Parakou), durante le quali il Papa amministrò il sacramento dell’ordine
e profilò il sacerdozio come modello di vita
cristiana scevro di ambizioni mondane.
Papa Benedetto XVI arriverà nel pomeriggio
del 18 novembre a Cotonou dove visiterà la
Cattedrale e pronuncerà un discorso. Il giorno seguente, sabato 19 novembre, dopo gli
incontri con le autorità, i membri del governo
e delle istituzioni ed i rappresentanti delle religioni, si recherà ad Ouidah, presso il Seminario St. Gall, dove visiterà la tomba del cardinal Gantin e incontrerà sacerdoti, seminaristi,
religiosi e laici. Alle ore 12.00 è prevista la firma dell’Esortazione apostolica postsinodale
nella Basilica dell’Immacolata Concezione ed
il discorso del Papa. Rientrato a Cotonou, Benedetto XVI visiterà il foyer delle Missionarie
della Carità, incontrerà i bambini e infine i Vescovi del Benin. Domenica 20 novembre, alle
ore 9.30, nello “Stade de l’amitié” di Cotonou,
il Pontefice celebrerà la Santa Messa e consegnerà l’Esortazione apostolica postsinodale ai
Vescovi del Benin. Seguirà il ritorno a Roma.
La testimonianza. Una giovane comasca ci racconta la sua esperienza nel Paese
In attesa di raccontarvi la visita
del Papa in Benin e i contenuti
dell’esortazione apostolica che
consegnerà alla Chiesa africana,
lasciamo la parola a una giovane
comasca, Clara Alfieri, che questa
estate ha trascorso un mese nel
nord del Benin. Un racconto frutto
di pochi giorni nel Paese, che non
pretende di essere esaustivo ma
che, in poche righe, ci restituisce
l’immagine di un’Africa e di una
missione lontanta da nostri
stereotipi.
Q
uest’anno ho avuto la
possibilità di realizzare
un desiderio che avevo
da tempo: andare in
missione. Sono partita per il
Benin con la Fondazione Missio
Giovani che ogni anno progetta
una esperienza di conoscenza
della missione per un gruppo
di giovani. Ad accompagnarci
oltre al responsabile c’era don
Amedeo Cristino, fondatore
della missione meta del nostro
viaggio e, attualmente, Segretario
Nazionale della Pontificia Unione
Missionaria. L’evangelizzazione di
questa parte dell’Africa ha origini
antiche. Furono i portoghesi ad
inviare in Benin i primi missionari
già nel XV secolo, installando
però anche il mercato di schiavi
più importante di tutta l’Africa;
successivamente, in epoca
più recente, il regno venne
colonizzato prima dagli Inglesi
e, infine, dai francesi fino al 1960
quando nacque la Repubblica
del Dahomey. Alla guida del
Paese si susseguirono governi
militari fino al 1972 quando si
instaurò - per un decennio - una
dittatura marxista-leninista. E’ in
questa fase che il nome del paese
venne cambiato in Benin. L’ora
della democrazia arrivò nel 1991,
anche grazie alla mediazione
dell’arcivescovo di Cotonou,
mons. Bernardin Gantin. La
povertà mineraria del paese ha
fatto sì che non ci fossero grandi
ingerenze esterne, favorendo
una transizione relativamente
tranquillità. Nonostante questo il
Benin – come diversi Paesi della
regione - è caratterizzato da uno
squilibrio tra Sud e Nord, molto
più povero.
La meta del mio viaggio è
stata Wansokou, sede della
missione cattolica della
diocesi di San Severo (Fo),
villaggio del nord dell’altipiano
dell’Atakorà di cui si festeggia
quest’anno il settantennio
dell’evangelizzazione.
L’esperienza propostaci
Lezioni africane
“Missione è sedersi
dove la gente
siede e, insieme,
aspettare che Dio
avvenga”
era quella di conoscere la
missione, rimanendovi un
mese, osservando, ascoltando e
stando con la gente. La mattina,
insieme al gruppo, visitavamo
i villaggi vicini, mentre nel
pomeriggio eravamo liberi di
girare per il villaggio, soli o con
qualche compagno. Il mio primo
contatto con gli africani è stato
segnato dallo sgomento; la mia
mente profondamente razionale
non riusciva a comprendere
il semplice vivere di queste
persone; io, che ho avuto la
fortuna di poter viaggiare e
studiare non mi capacitavo di
come facesse questa gente poco
istruita e conscia del fatto che di
lì non si sarebbe mai spostata,
ad essere così al centro della vita.
Forse ero semplicemente io che,
nonostante viaggi e letteratura, il
centro della mia vita non l’avevo
ancora trovato, o era rimasto
nascosto proprio dietro tutto
questo. Luogo di esperienza di
tutto ciò è il grande silenzio che
caratterizzava spesso i nostri
incontri. Gli accompagnatori ci
esortavano a stare con la gente
anche se incapaci di proferire
parola. Preso alla lettera questo
consiglio, al pomeriggio con
zaino in spalla e Autan in tasca,
uscivo per i miei giri nel villaggio.
Purtroppo però non parlavo
francese (col tempo elaborai una
mia variante, piuttosto creativa) e
molto spesso mi fermavo presso
una famiglia, o un gruppo di
donne, sedevo sotto un albero o
nella loro capanna e stavo muta.
E lì arrivava lo sgomento, con loro
perfettamente a proprio agio nel
silenzio per noi imbarazzante,
perché non c’è nulla che possa
coprire qualcosa che potrebbe
rivelarsi vuoto. Loro erano al
centro della vita: a proprio agio
perché sicuri anche del silenzio.
Erano momenti davvero pieni,
anche un po’ surreali a volte:
mi immaginavo questa gente
che vede una bianca un po’
rimbambita dal caldo, che non
capisce una parola ma si ostina
a piazzarsi in mezzo a loro. Era
il mio rudimentale tentativo di
vivere quella definizione di
missione che ho tanto sentito ma
non capivo: “Missione è sedersi
dove la gente siede e insieme
aspettare che Dio avvenga”.
Beh, l’ho verificata perché lì nel
silenzio e nel nulla materiale , si
incontra davvero Cristo. È tuttavia
una definizione che spiazza,
perché ci si accorge che funziona
al contrario: sono stati gli africani
a portare la missione verso di
me. E questo lo si sperimenta
ancor di più prolungando i
rapporti (quando con coraggio
si va oltre il mutismo), nei loro
gesti di ospitalità e accoglienza
che rivelano un prendersi cura
dell’altro per noi inimmaginabile.
Nell’offrirti cibo o sottraendo
il tempo ai campi, loro danno
l’essenziale, che è l’unica cosa che
hanno, ma è il loro essenziale;
la magliettina o il braccialetto
che lascio io assumono una
dimensione ridicola, che mi dava
quasi vergogna. Io mi sono sentita
fatta a pezzi da questa gente. Un
altro aspetto sorprendente della
cultura beninese l’ho appreso
durante la visita all’ospedale
locale, quello di Tanguetà. Non
sono stata tanto colpita - a
differenza del resto del gruppo dalla miseria che, magari un po’
insensibilmente, mi aspettavo in
un ospedale nel cuore dell’Africa,
ma dal vedere come con il
malato si reca tutta la famiglia. Il
centro è infatti organizzato con
una zona per i familiari; questo
origina alcune complicazioni
nella logistica ospedaliera, ma fa
sì che si partecipi della malattia,
e soprattutto che il malato non
viva una situazione di totale
alienazione come accade nei
nostri ospedali, dove gli vengono
tolti affetti e occupazione; la
malattia torna ad essere parte
della vita, e non mero preludio di
morte, come da noi.
Da questo emerge un altro
aspetto della loro realtà sociale,
forse il più caratterizzante: la forza
della comunità sull’individuo.
L’individualismo imperante
della nostra società non è
ancora giunto a contaminarli
(nonostante se ne vedano le
prime avvisaglie); è inconcepibile
un individuo solo senza la sua
famiglia, l’emergere di uno,
nella possibilità di studio o
nella professione, è frutto dello
sforzo di tutti e deve ritornare a
beneficio di tutti; ciò è segno di
una profonda condivisione, ma
nemmeno permette al soggetto
in questione di “emanciparsi”
dalla comunità. Ogni piccola
mansione viene svolta insieme e
insieme, ai miei occhi, diventava
meravigliosa: la preparazione “a
coppie” dell’ignam pilé (una sorta
di puré di patate) o addirittura
in tre del burro di karité,
producevano una musica nel
villaggio che sarebbe impensabile
individualmente; e vi assicuro che
poter comporre questa musica, o
far parte dell’intreccio cadenzato
di braccia che impastano il karité,
dà una felicità e una serenità verso
la vita che in nessuna personale
realizzazione avevo mai provato.
Vivono quotidianamente la
condivisione profonda che dà il
realizzarsi nell’altro. Sarà forse per
questo che i missionari mi hanno
detto quanto poco hanno dovuto
fare per evangelizzare (e quanto
invece sono stati evangelizzati)
dal momento che i principi del
cristianesimo sono già insiti
nella loro cultura e vissuti nel
quotidiano. Esattamente quello
che è capitato a me. Credo di
essermi creata un debito enorme
con l’Africa e non posso che
ringraziare Dio, il quale attraverso
Gabriella e Amedeo mi ha fatto
arrivare lì, e pregarlo perché con
la mia vita (dal futuro ancora
ignoto) possa risanare tale debito.
CLARA ALFIERI
Italia
4 Sabato, 19 novembre 2011
L’Italia e quello che chiede l’Europa. Quali sono questi compiti per casa, che hanno
fatto nascere la disperata speranza che il demiurgo Mario Monti faccia tutto per bene?
Crisi, tra consigli e dubbi
U
n nuovo governo il
più presto possibile
“per fare quello che
ci chiede l’Europa”. E
su questo praticamente tutti
sono d’accordo: quindi “quel
che ci chiede l’Europa” è
diventato il secondo mantra
della stagione, a fianco del
“tranquillizzare i mercati”.
Come fare la ninna nanna
agli investitori finanziari, e
come obbedire all’Europa:
questa la missione per la
politica italiana, questo il
credo che sembra condiviso
dal popolo elettore e
contribuente. Ma la prima
cosa pare direttamente
connessa alla seconda: se
facciamo “quel che ci chiede
l’Europa”, i mercati – va da sé
– si tranquillizzeranno.
Qualche dubbio sorge in
proposito: da agosto ad oggi
abbiamo fatto più manovre
di un gruista, e di queste
i “mercati” si sono fatti
fresco. Forse perché appunto
non abbiamo fatto tutti i
compiti che l’Europa ci aveva
richiesto.
Già, ma quali sono questi
compiti per casa, che hanno
messo l’alunno Berlusconi
dietro alla lavagna, l’intera
classe in ginocchio e fatto
nascere la disperata speranza
che il demiurgo Mario Monti
faccia tutto per bene?
Sono decisioni politiche
grosse così. Un vero e proprio
programma di governo,
che vorremmo affidare ad
un esecutivo “tecnico” con
alle spalle i voti dei partiti.
I quali si riconoscerebbero
in un programma
che, normalmente, li
dividerebbero in parti
opposte. Ma siccome hanno
fallito il compito di decidere,
ora sono chiamati a fare un
passo indietro.
La lettera che la Bce (la
Banca centrale europea
che il 5 agosto era gestita
paritariamente dal
presidente uscente Trichet
e da quello entrante Mario
da noi, l’Europa ci chiede di
cancellarle. E il vero obiettivo
è quello di mandare tutti in
pensione a quota 70 anni.
Quindi si innesta la quarta:
liberalizzare, privatizzare.
Parole d’ordine che, per
un politico e un elettore
di sentimenti socialisti,
devono risultare urticanti.
Ma tant’è, larghe intese.
Quindi la Bce chiede
“piena” liberalizzazione
dei servizi pubblici locali
(es. treni, poste, fornitura
gas e magari dell’acqua
che un recente referendum
italiano ha negato) e dei
servizi professionali. Le varie
multiutility locali andrebbero
privatizzate (anche quelle
dell’acqua); abbattute le
barriere d’accesso alle
professioni, e i tariffari
minimi.
Di tutto ciò si potrebbe
discutere per mesi. Siccome
in Italia lo si è fatto per
decenni senza concludere
un granché, ora siamo alla
Se facciamo “quel
che ci chiede
l’Europa”, è vero
che i mercati si
tranquillizzeranno?
Draghi) ha mandato a
Roma – destinatario l’allora
presidente del Consiglio
Berlusconi – era piena di
“buoni consigli” su come
uscire dalla tempesta
finanziaria che iniziava ad
abbattersi sull’Italia. Da
Francoforte s’intuiva che
sarebbe diventata un ciclone
spaventoso, che mirava in
realtà ad abbattere l’euro,
l’unica moneta senza un vero
Stato alle spalle.
Primo buon consiglio:
l’Italia spende troppo
per la macchina statale,
occorre “valutare una
riduzione significativa dei
costi del pubblico impiego,
rafforzando le regole del
turn over e, se necessario,
riducendo gli stipendi”.
La prima cosa è stata fatta
ripescando una legge dello
Stato (ne abbiamo così
tante che basta mettere la
mano dentro al sacco...) che
prevede che i dipendenti
pubblici in esubero possano
essere trasferiti ad altra
pubblica amministrazione,
o collocati in una specie di
cassa integrazione con l’80%
dello stipendio per due anni.
Quindi, espulsione dai conti
dello Stato. In più, sono
già state soppresse alcune
indennità e rimborsi per
trasferimento. Se del caso,
taglio lineare degli stipendi:
in Grecia, è stato del 40%...
Secondo punto: si consiglia
di rafforzare gli accordi tra
le parti a livello d’impresa
(cosa da sempre osteggiata
da Cgil), ma soprattutto si
chiede di cambiare tout court
il mercato del lavoro. Quindi
nuove regole per l’ingresso (è
troppo precarizzato), nuove
regole per l’uscita (facilitare
i licenziamenti individuali),
nuovi ammortizzatori sociali
per chi perde il lavoro,
politiche attive per “facilitare
la riallocazione delle risorse”.
Trovare larghe intese su simili
temi sarà da SuperMario.
Terzo dubbio: basterà
quota 67 anni per andare
in pensione nel 2026?, si
chiede la Bce. Cioè: viste le
aspettative di vita crescenti,
non è il caso di innalzare
ancora di più la soglia d’età
oltre la quale poter usufruire
della pensione? Perché
i 67 anni sono già stati
recentemente “approvati”,
ma sembrano ancora non
bastare. Nel mirino sono
soprattutto le pensioni di
anzianità: 62 anni d’età, 35
di contributi. Esistono solo
Si chiede la Bce:
“Basterà quota
67 anni per
andare in pensione
nel 2026?”
ghigliottina trancia-dubbi.
Infine fisco: spostare la
tassazione dai redditi di
lavoro – com’è ingiustamente
oggi – alle rendite e sui
consumi. Siccome l’Iva
sui consumi è già stata
aumentata di un punto (ma
si può fare di più nel campo
delle Iva agevolate), appare
automatica la reintroduzione
dell’Ici sulla prima casa.
Come aperitivo. Poi, sarà
frutto di fantasia tributaria.
Speriamo che, nel frattempo,
si ricordino di abbassare le
aliquote sui redditi da lavoro..
NICOLA SALVAGNIN
Mario Melazzini. In un libro e in un dvd sette giorni di appunti di vita.
“D’inguaribile c’è soltanto la mia voglia di vivere”
V
iviamo in un mondo che corre, che presta
poca attenzione a chi resta indietro, che misura e giudica in termini di efficienza, badando al fare, piuttosto che all’essere. La malattia
è temuta, la morte ci fa paura, ne allontaniamo
anche il solo pensiero, vogliamo quasi convincerci
che grazie ai progressi della scienza riusciremo ad
evitarla. La fragilità ci disturba, la consideriamo,
insieme alla malattia e alla disabilità, un qualcosa
che non ci appartiene, che purtroppo a qualcuno
‘tocca’, il più debole o il più sfortunato; evitiamo di
lasciarci angosciare dal pensiero che possa capitare anche a noi. Niente di più sbagliato: la fragilità fa parte della vita, può colpirci in un qualsiasi
momento della nostra esistenza e, se potremo invecchiare, sarà inevitabile incontrare il senso del
limite e sentire di aver bisogno degli altri. C’è poi
purtroppo nella società attuale il concetto che, in
certe condizioni, la vita diventi indegna di essere
vissuta e che l’ammalato o la persona con disabilità rappresentino un peso, non solo per la famiglia.
Leggere il nuovo libro di Mario Melazzini, “Io sono
qui”, apre gli occhi e l’anima su una verità che può
sembrare inaccettabile: anche nella sofferenza –
parole sue-“la vita è bella (non solo nei film, anche nella vita). E d’inguaribile c’è soltanto la mia
voglia di vivere”. Melazzini, medico di successo, in
ottima forma fisica, nel 2002 scopre in sé i primi
sintomi della Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica),
una malattia neurodegenerativa progressiva che
colpisce le cellule nervose che permettono i movimenti della muscolatura volontaria. La malattia
porta a un deficit funzionale progressivo della muscolatura, comportando, nella maggior parte dei
casi, la morte per insufficienza respiratoria. Oggi
Melazzini opera alla guida di Nemo, centro clinico
all’avanguardia per la cura delle malattie neurodegenerative presso l’ospedale Niguarda a Milano; qui si racconta, offrendo al lettore, accanto a
notizie rigorosamente scientifiche riguardanti la
Sla, lo spaccato commovente di una vita faticosa,
ma ricca di senso. Melazzini vive la sua malattia
come un’opportunità, che gli permette di scoprire, insieme al limite, la preziosità di ogni giorno,
di ogni minuto di vita. Professionalmente ha fatto
della malattia un valore aggiunto, che lo rende un
medico diverso, migliore, che non considera più
come unico fine della medicina il ‘guarire’, ma le
assegna l’importantissimo scopo del ‘prendersi
cura’, per rendere più leggera la sofferenza e migliore la qualità della vita della persona ammalata.
Non è solo del medico che il malato ha bisogno.
Ha bisogno che qualcuno si faccia carico di lui,
lo ascolti, capisca quali sono i suoi problemi e lo
aiuti ad affrontarli. Se prima il dottor Melazzini si
occupava di cercare di guarire, ora vuole curare,
perché inguaribile non è sinonimo di incurabile. Il
libro è accompagnato dal DVD del documentario
girato dal regista Emmanuel Exitu: “Sette giorni
di appunti dalla vita di Mario Melazzini”, una testimonianza eloquente della grande Anima che
brilla in un corpo spogliato della sua esuberanza
e della carica di coraggio che egli sa trasmettere
ai pazienti nelle corsie del suo ospedale.
REGINA ZONI
Europa
Sabato, 19 novembre 2011
La dignità di Grecia e Italia
I
te mpi d i cr i si “s o n o qu e lli ch e r i ch i e d o n o mag g i o re
re sp on sabi li tà”: Je r z y Bu ze k, p re si d e nte d e l Pa rla m e nto
e u rop e o, co m m e nta n d o p o si ti va m e nte l’a ss e g naz i o n e
de ll’ inca r i co a Ma r i o Mo nti d i f o r ma re i l nu ovo g ove r n o
italiano, r i co rda g li i mp e g n i a ssu nti da Ro ma a l f i n e d i
r idare cre d i bi li tà e stabi li tà a i co nti pu bbli ci d e l B e lpa e s e,
anche me d ia nte “d u re m i su re d i au ste r i tà” e le n e ce ssa r i e
“r ifor me str u ttu ra li”. D e l re sto p e r Bu ze k, Mo nti ha tu tte le
caratte r ist i ch e e l’e sp e r i e n z a p e r va ra re u n g ove r n o “d i u n i tà
naz i o na le i n qu e sti te mp i d i
cr i si”. “ L’Eu ro pa e i m e rcati –
ag g i u ng e i l p o li ti co p o la cco –
si p o ss o n o f i da re d i lu i”.
Su lla ste ssa lu ng h ezz a d’o n da
i l p re si d e nte d e l Co n sig li o Ue,
He r ma n Va n Ro mpuy, e qu e llo
d e lla Co m m i ssi o n e, Jo s é
Ma nu e l Ba r ro s o : “Acco g lia m o
co n f avo re la d e ci si o n e d e l
p re si d e nte d e lla Re pu bbli ca
i ta lia na p e r l’i n ca r i co a l
s e nato re Mo nti d i f o r ma re u n
g ove r n o d i u n i tà naz i o na le”.
Si tratta d i u n “s e g na le
i n co rag g ia nte”, i n li n ea co n
la “d e te r m i naz i o n e d e lle
au to r i tà i ta lia n e d i su p e ra re
la cr i si attu a le”. Pe ra ltro l’ Ue,
m e d ia nte la Co m m i ssi o n e,
“co nti nu e rà a m o n i to ra re
l’attu az i o n e d e lle m i su re”
i n d i cate i n s e d e e u ro p ea
da l p re ce d e nte g ove r n o, p e r
te n e re s o tto co ntro llo i l d ebi to
e “p ro mu ove re la cre s ci ta e
l’o ccu paz i o n e”.
D o p o la G re cia, co n l’i n ca r i co
d i p re m i e r a ll’e co n o m i sta
e d e x vi ce p re si d e nte d e lla
B ce, Lu ca s Papa d e m o s, a n ch e
l’Ita lia, s o r ve g liata sp e cia le
annabis e cocaina si stabilizzano, crescono però altre minacce
a B r u xe lle s e Fra n co f o r te,
provenienti, ad esempio, dalle cosiddette “droghe legali”. In
si a f f i da a u n e co n o m i sta
Europa restano numerosissimi, ogni anno, i morti per droga e
co n u n n o te vo le cu r r i cu lu m
ancor più numerose sono le persone la cui vita è segnata dalla
e u ro p e o : la d o p p ia e sp e r i e n z a
dipendenza, da malattie connesse come Hiv/Aids, oltre alla marginalità
d i co m m i ssa r i o Ue, p r i ma a l
sociale. La Relazione 2011 dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle
m e rcato i nte r n o e p o i a lla
tossicodipendenze (Oedt), diffuso dalla sede di Lisbona (un documento
co n co r re n z a, ha n n o f atto
di 120 pagine), insiste sulla necessità di coerenti azioni politiche e
ap p rezz a re n e g li a mbi e nti
legislative a livello nazionale e comunitario. La crisi economica, le
p o li ti ci e i n qu e lli e co n o m i ci
nuove tecnologie informatiche e, più in generale, alcuni effetti della
i l p re si d e nte d e ll’ Un i ve rsi tà
globalizzazione economica e culturale, influiscono sempre di più sulla
B o cco n i .
commercializzazione e il consumo di droga. João Goulão, presidente
Co sì , a n co ra u na vo lta, co m e
di Oedt, e Wolfgang Götz, direttore dell’Osservatorio, segnalano: “Le
sp e ss o è a cca d u to n e lla
attuali difficolta economiche sperimentate da numerosi paesi europei
sto r ia d e ll’i nte g raz i o n e
sono parte integrante del contesto della
co mu n i ta r ia, p o li ti ca e d
nostra relazione. Il loro influsso è già
e co n o m ia p ro ce d o n o a
percepibile, come dimostrato dalle sempre La Relazione
bra cce tto, n e lla co nvi n z i o n e
maggiori difficoltà nel reperimento di
ch e u n si ste ma e co n o m i co
indica la
fondi per i servizi” sul versante della lotta
sa n o, capa ce d i p ro d u r re
situazione del
alla droga e del sostegno alle persone
b e n e ss e re, e qu i tà s o cia le e
fenomeno nell’Ue,
tossicodipendenti. E non si può certo
i nte rg e n e raz i o na le (co m e
dimenticare che la mancanza di lavoro
ha r i ba d i to lo ste ss o Mo nti
con particolare
e di un reddito sicuro influiscono sui
ap p e na r i ce vu to l’i n ca r i co da
riferimento
comportamenti individuali. Inoltre, “i
Gi o rg i o Nap o li ta n o ) , sia u n o
ai consumi
progressi nel campo della tecnologia
d e i g ra n d i p re su p p o sti – n o n
di cannabis,
dell’informazione hanno trasformato
i l s o lo e n e m m e n o p e r f o r z a
quasi tutti gli aspetti della vita moderna.
d i co s e i l p i ù i mp o r ta nte –
anfetamine,
Pertanto, non sorprende osservare ora il
p e r la s e re n i tà d e i ci tta d i n i
ecstasy, chetamina,
loro impatto sul fenomeno della droga.
e d e lle f a m ig li e, p e r lo
cocaina.
Concretamente, questa influenza si
svi lu p p o d i u n Pa e s e, p e r la
Cecilia Malmström, commissaria Ue per gli affari interni
manifesta non solo nelle modalità di
stabi li tà d e m o crati ca, p e r la
commercializzazione e vendita delle
capa ci tà d i ap r i rsi a d o r i zzo nti
dominante di consumo di droga”. “L’uso di
europee in materia di droghe”, si legge nel
sostanze stupefacenti, ma anche, sul
i nte r naz i o na li , li b e ra n d o
eroina continua a essere la causa principale documento Oedt. “Benché si osservino
versante opposto, “nell’introduzione
i l ca mp o da p o pu li s m i ,
della diffusione delle malattie e dei decessi
tendenze positive in merito al consumo di
di nuove opportunità di prevenzione
naz i o na li s m i o s e pa rati s m i
legati alla tossicodipendenza nell’Unione
cocaina e di cannabis, dobbiamo restare
e trattamento”. “Il consumo di droga
ch e s e mp re si a li m e nta n o i n
europea”. L’agenzia delle droghe “stima che
vigili, soprattutto per quanto riguarda
sembra essere relativamente stabile in
si tu az i o n i d i cr i si e d i p ove r tà
vi siano oltre 1,3 milioni di consumatori
l’uso delle più recenti sostanze sintetiche”.
Europa”, attesta quindi l’Oedt. “E in alcune
d i laga nte.
regolari di oppioidi”, e “circa la metà dei
Cecilia Malmström, commissaria Ue per
aree importanti, quali il consumo di
S co m m e tte n d o su lla f igu ra
tossicodipendenti che iniziano una terapia
gli affari interni, fornisce un commento alla
cannabis da parte dei giovani, si osservano
d i Mo nti (e su qu e lla “u n i tà
specialistica in Europa indica gli oppioidi
Relazione Oedt. “Le autorità di contrasto
segnali positivi”. La Relazione indica,
naz i o na le” r i ba d i ta da tu tti
quale principale droga problematica”. Le
devono continuare a combattere i gruppi
con numeri, tabelle, grafici, commenti,
i lea d e r Ue ) , n o n ch é su u n
persone “che usano droga per via iniettiva
criminali organizzati che gestiscono il
la situazione del fenomeno nell’Ue, con
r i trovato e re sp o n sabi le
– vi si legge ancora - sono fra i gruppi a
traffico di droga. Nelle prossime settimane,
particolare riferimento ai consumi di
p ro tag o n i s m o e u ro p e o
maggior rischio di mortalità e morbilità
intendo presentare norme sulla confisca
cannabis, anfetamine, ecstasy, chetamina,
d e ll’Ita lia, l’ Ue e i l m o n d o
legate alla tossicodipendenza, come ad
e il recupero dei proventi di reati gravi,
cocaina, nonché delle malattie correlate,
o cci d e nta le – si p e n si ag li
esempio il contagio di infezioni trasmissibili tra cui il traffico di droga”. Dal Rapporto
i connessi problemi sociali e sanitari.
ap p e lli d i Ba ra ck O ba ma –
per via ematica (Hiv/Aids, epatite B o C) e
si evince che sono circa 14,5 milioni gli
Accanto ad alcuni elementi positivi,
r i p o ng o n o f i d u cia n e ll’Ita lia.
l’overdose”. Nella maggior parte dei paesi
europei che hanno provato cocaina almeno
o che almeno lasciano intravedere
Il p e rco rs o sa rà i n sa li ta,
europei, “l’uso per via iniettiva è associato
una volta nella vita e circa 4 milioni che ne
qualche inversione di tendenza, ne
r i ch i e d e rà i mp e g n o e sa cr i f i ci ,
al consumo di oppioidi, sebbene in alcuni
hanno fatto uso lo scorso anno; 78 milioni
emergono altri particolarmente negativi.
ma sa rà pu re l’o cca si o n e p e r
casi anche le amfetamine siano assunte
i cittadini che hanno invece provato la
Nel rapporto si legge ad esempio:
d i m o stra re ch e i l Tr i co lo re
per via parenterale”. A proposito dei decessi
cannabis almeno una volta e, di essi, 22,5
“Destano preoccupazione gli sviluppi
n o n si co llo ca s o lo n e lla
per overdose, l’Oedt stima che si tratti di
milioni ne hanno fatto uso lo scorso anno.
nel mercato delle droghe sintetiche e,
sto r ia d e ll’ Un i o n e e u ro p ea,
una cifra collocabile tra i 10 e i 20mila casi
Una preoccupazione specifica giunge dai
più in generale, le modalità di utilizzo
ma sve nto le rà a n ch e n e l su o
annui. “La maggior parte delle vittime
“precursori”, prodotti chimici – dunque
di una più ampia gamma di sostanze
f u tu ro.
sono uomini di età compresa fra i 30 e i
legalmente commercializzati - utilizzati per
da parte dei consumatori di droga”.
40 anni”. Per queste ragioni “la riduzione
fabbricare le sostanze illecite. Si tratta di un
Inoltre, “la poliassunzione, compresa la
Gianni Borsa
della mortalità e della morbilità legate al
problema che dovrebbe essere affrontato a
combinazione di sostanze illegali con
SIR Europ a ( B r uxelle s)
consumo di droga è centrale per le politiche livello transfrontaliero.
alcool e medicinali, è diventata il modello
Per Jerzy Buzek,
Monti ha tutte le
caratteristiche per
varare un governo
“di unità nazionale
in questi tempi di
crisi”.
La droga in Europa
la strage continua
La Relazione 2011 dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze
insiste sulla necessità di coerenti azioni politiche e legislative a livello nazionale.
C
5
Italia
6 Sabato, 19 novembre 2011
Un libro per bambini dai 6 agli 11 anni, e per... grandi.
Gli amici
del bosco
G
li amici del bosco è una
storia per parlare ai bambini
del tempo della cura e della
malattia inguaribile in chiave
psicologica. E’ il risultato di tante storie
condivise all’Hospice di Abbiategrasso,
un’organizzazione non profit in cui
un’equipe formata da personale
sanitario, educatori, psicologi e
volontari coopera “non per guarire,
ma per tutelare la qualità della vita che
ancora resta a disposizione”.
“E’ così difficile oggi parlare di malattia
e di morte - si legge nella Prefazione
– che preferiamo dimenticare nella
quotidianità il limite che caratterizza
la vita umana. Nel momento in cui una
persona che ci è cara si ammala di una
malattia inguaribile, ci sembra di non
avere gli strumenti per vivere la prova
che ci viene proposta, di non avere le
parole adatte alla situazione”. Il libro
nasce per accompagnare i bambini
in questo percorso, nella convinzione
che gli adulti di cui i bambini si
fidano possono aiutarli ad esprimere
l’esperienza del dolore e della perdita e
a darle un senso.
C’era una volta una
principessa (Paoline)
Questo libro dalle illustrazioni raffinate sarà
la gioia delle bambine: raccoglie infatti
dodici racconti di principesse protagoniste di
fiabe, leggende ed anche della storia con la
bella Pochaontas. Gli autori delle trame sono
i fratelli Grimm, Hans Christian Andersen,
Charles Perrault; ma ci sono anche leggende
di paesi lontani, così mentre si sogna ad
occhi aperti si possono conoscere anche
culture diverse. Quanto alle protagoniste,
le principesse appunto, sono belle e
affascinanti, talvolta intelligenti e argute,
ma anche capricciose e persino crudeli:
naturalmente al loro fianco ci sono principi
e draghi e … quasi sempre “vissero felici e
contenti” (euro 15,00).
Una bella storia per
parlare ai bambini
del tempo della cura
e della malattia
inguaribile in chiave
psicologica.
Gli amici del bosco è dunque un libro
per bambini dai 6 agli 11 anni, ma è
insieme anche un libro per i grandi.
Otto parti (dal momento della malattia
con le cure palliative, alla morte,
alla fase del ricordo) scandiscono
il percorso che il bambino compirà
assieme all’adulto in compagnia di tre
amici: il cervo saggio Lichenio, che
rappresenta la parte razionale, quella
che guarda la realtà, svela i significati
più difficili, e lascia il dubbio là dove la
ragione stessa - per quanto adulta - non
possiede risposte; Bartolomeo, l’orso
affettuoso che sa rimanere vicino anche
quando si dicono le cose più dolorose,
sa piangere e sa sorridere; e poi Mattia,
il bambino che cammina con loro
lungo il sentiero nel bosco, metafora
della vita e delle difficoltà che si stanno
attraversando. Le parti in cui la storia
è suddivisa sono pensate in modo
da essere affrontate anche in tempi
diversi, o non in maniera completa:
è importante però che i bambini non
siano lasciati da soli col libro in mano,
perchè esso è “una storia da vivere”
insieme, per passare attraverso il dolore
e “andare avanti”.
FEDERICA AZZETTA - illustrazioni
di GIULIA ZAFFARONI, Gli amici
del bosco, Ancora, 2011, pp.77, euro
12,00.
pagina a cura di ELENA CLERICI
“Petali” per ragazzi
tutti al femminile...
Fiaba per i piccoli
la leggenda dei
tre alberi tra
fede e speranza
La leggenda dei tre alberi è un
racconto di fede e di speranza
che è bello narrare ed ascoltare
ad ogni età e in ogni tempo
dell’anno. Il destino di tre alberi,
che si ergono sulla sommità di
una collina, è legato ai momenti
della vita di Gesù: lui saprà
davvero dare compimento ai
loro sogni. Suggestiva la storia,
molto belle le illustrazioni.
ELENA
PASQUALI –
illustrazioni
di SOPHIE
WINDHAM,
La leggenda
dei tre
alberi,
Paoline,
euro 9,00.
■ Annalisa Strada
Piantala Mastino! (San Paolo)
Non sono una rarità
gli scienziati che
spingono il mondo
sull’orlo del disastro,
anzi! Ma ce ne sono
pochi davvero
simpatici come
Mastino Macchiavelli,
l’anti-eroe per
fanciulli giunto alla
sua terza avventura
(Fino all’ultima mosca e L’Oceano in
bottiglia, entrambi pubblicati nel 2010).
Questa volta Mastino si è trasferito in
campagna, per non fare danni: dissemina
di alberi ogni spazio possibile, “alleva”
picchi … ma il suo vicino di casa è –
guarda caso – un avido impresario edile.
La situazione si fa seria: meno male che le
fedeli Armida e Maria corrono in aiuto. Il
libro viene pubblicato con il patrocinio del
WWF Italia (euro 11,00).
■ Matino-Pisapia
P
iacerà alle bambine, alle mamme e alle nonne, questa
collana della San Paolo tutta al femminile: sono donne le
autrici dei testi e delle illustrazioni, donne le protagoniste
delle storie. I Petali è destinata ai fanciulli del secondo ciclo della
scuola primaria, in maniera particolare alle bambine dagli 8 ai
10 anni. Racconta la storia
teologico (l’autrice è biblista,
della salvezza attraverso
docente di Antico Testamento
gli occhi delle madri del
all’Università Cattolica di
popolo ebraico: ogni libro si
Milano, noto volto televisivo di
sofferma sulla vita intera di
Telepace). I libri propongono
una donna, Sara, Rebecca,
anche fumetti, giochi, curiosità
Lia e Rachele, Betsabea, Ester,
e approfondimenti di carattere
Miriam, Debora, Rut, Anna e
storico e sociologico in forma
Abigail. La narrazione biblica
di semplici schede, attività
è seguita fedelmente, ed è
manuali (ritagliare, cucinare,
arricchita con i più famosi
costruire …): il risultato è molto
midrashim della tradizione
interessante ed accattivante,
rabbinica; il linguaggio
anche alla semplice vista.
semplice e fruibile dai giovani
Bella la cornice entro cui
lettori nasce comunque da
si inserisce ogni storia: chi
un accurato studio biblico e
Novità in libreria
■ J. e A. Vinyoli
Il pastore delle meraviglie
(San Paolo)
racconta è una mamma
speciale, speciale il bambino
che ascolta, giacchè la casa è
quella di Nazareth!
Il primo libro della collana
è dedicato a Sara, sposa di
Abramo e madre di Isacco,
prima matriarca del popolo di
Israele: se ne segue il viaggio
memorabile da Ur, destinato
ad imprimersi nella mente e
nel cuore di tutti i credenti, e si
apprezza la “modernità” della
sua forte personalità.
E’ già in libreria anche la storia
Fulvia Degl’Innocenti
Sara, la sopravvissuta.
Un romanzo per ragazzi.
U
n’epidemia sta sterminando l’intera umanità. Sara,
in fuga con la sua famiglia per sfuggire al contagio,
naufraga su un’isola che sembra deserta: ogni
giorno è una lotta per sopravvivere e per difendersi dal
dolore dei ricordi. Un naufrago affida sempre al mare i
suoi pensieri e le sue speranze, in una bottiglia in balia
delle onde, ma se si resta soli al mondo, bisogna avere
il coraggio di riprendere il largo, per dare un futuro
possibile al proprio sperare: e Sara non è una che si
tira indietro, mai. Questo romanzo, ultima fatica della
vincitrice del Bancarellino 2011 Fulvia Degl’Innocenti
(redattrice del Giornalino dedita anche alla narrativa per
ragazzi), appassionerà i ragazzi. L’autrice dichiara il suo
debito nei confronti di sei classici della letteratura, le
cui suggestioni hanno generato in lei l’immagine della
sopravvissuta: un invito dunque ai giovani lettori a
leggere anche queste “grandi storie di tutti i tempi sulla
forza degli uomini che reinventano la vita”.
FULVIA DEGL’INNOCENTI, Sopravvissuta, San Paolo,
pagine 144, euro 14,00.
di Rebecca, la sposa di Isacco,
la madre dei due gemelli rivali
Esaù e Giacobbe. Ella avvince
con la sua bellezza, e rimane
fedele alla voce di Dio anche
quando la paura sembra
offuscare la speranza.
ANTONELLA ANGHINONI –
illustrazioni di ALESSANDRA
MANTOVANI, Sarah. La
principessa e Rebecca. La
sposa cercata, Paoline, pagine
62, euro 9,50.
Bruno Forte
Parlare ai bambini
dell’amore di Dio
nella SS. Trinità
Che operazione difficile:
parlare ai bambini dell’amore
di Dio nella Trinità. Bruno
Forte, teologo e vescovo nella
diocesi di Chieti-Vasto, prende
spunto dai passi delle Scritture
che parlano dell’amore di Dio
per l’uomo per avvicinare i
fanciulli al mistero della Trinità,
consapevole che “Dio Trinità
è infinitamente più grande del
nostro cuore e nessuna parola
o immagine può veramente
contenerlo”. Alle parole si
accompagnano illustrazioni
leggere dai toni delicati.
BRUNO FORTE – illustrazioni
di MARTA CARRARO, Dio è
amore, San Paolo, pagine 66,
euro 16,00.
Questo libro a fumetti
prende spunto da un
romanzo di Gennaro
Matino (parroco e
docente di teologia
pastorale a Napoli,
editorialista di
“Avvenire”, de “Il Mattino” e di “Famiglia
Cristiana”); le tavole sono del fumettista
Blasco Pisapia. Ecco la storia: Raffaele
festeggerà il Natale a Napoli dai genitori,
dove li aspetta il bellissimo presepe di suo
padre, e intanto lo prepara anche nella sua
casa di Milano insieme a sua moglie ed ai
suoi bambini Gigio e Tommaso. Il rito del
presepe, dove ogni statuina ed ogni
singolo elemento rimandano ad un
significato profondo, diventa l’occasione
per accogliere il Bambin Gesù con lo
stesso grato stupore del pastore
meravigliato (euro 18,00).
■ Lodovica Cima
Coccolafiabe (San Paolo)
Questo volume
in edizione
cartonata
raccoglie le
fiabe più belle
di tutti i tempi:
sono dodici, da
Il brutto
anatroccolo alla Sirenetta, Cappuccetto
Rosso, Hansel e Gretel …, tutte raccontate
ed illustrate per i più piccoli. Sono scritte
infatti con testo maiuscolo, per un primo
approccio alla lettura, e illustrate a piena
pagina. Si possono quindi leggere con
mamma e papà, ma anche da soli. Al
termine di ogni fiaba c’è una filastrocca
illustrata, per giocare e per divertirsi
(euro 14,00).
Vita diocesana
Sabato, 19 novembre 2011
✎ Programma
Unitalsi
Per iniziativa
dell’associazione,
le reliquie saranno
in diocesi a Como,
Nuova Olonio e Tirano
dal 19 al 21 novembre
Sabato 19 novembre
ore 19.45 celebrazione di accoglienza
delle Reliquie presso l’Ospedale
Valduce (Como): preghiera e
processione “aux flambeaux” verso la
chiesa di san Giacomo.
ore 22.30 incontro di preghiera con i
giovani: “Bernadette parla ai giovani”.
ore 24.00 chiusura della chiesa di san
Giacomo.
Domenica 20 novembre
In preghiera
davanti
a Santa
Bernadette
A
rriveranno sabato 19
novembre le reliquie di Santa
Bernadette che, in occasione
del novantesimo anniversario
di fondazione dell’UNITALSI Lombarda,
effettueranno una peregrinatio in tutte le
Sottosezioni della Regione.
Monsignor Jacques Perrier, vescovo di
Tarbes e Lourdes, ha accolto la richiesta
dell’associazione come riconoscimento
per il servizio svolto dall’UNITALSI in
questi anni a favore degli ammalati e
presso il Santuario, sottolineando che
si tratta di un modo per tenere vivo il
collegamento della fede esistente tra le
nostre diocesi e la città francese.
Bernadette Soubirous nasce nel 1844
e nel 1858 l’Immacolata Concezione le
appare nella grotta di Massabielle. Nel
1866 entrerà nel convento di Nevers
delle Figlie della Carità e lì si dedicherà
fino alla morte, avvenuta nel 1879, alla
cura degli ammalati e dei bisognosi.
Canonizzata nel 1933, S. Bernadette
è diventata una figura di rilievo nella
Pastorale della Salute, tanto è
vero che il giorno della prima
apparizione, l’11 febbraio, è
divenuto la Giornata Mondiale del
Malato.
Il passaggio delle reliquie è
un’esortazione a metterci in
cammino sulle orme della santa per
scoprire il messaggio che la beata
Vergine Maria, attraverso di lei, ci
ricorda: Dio sceglie gli umili ed i
piccoli. Dimostrazione di questo è
proprio il fatto che la Madonna apparì
a Bernadette che si definiva: “La più
ignorante di Lourdes.” Una ragazza
intelligente, ma senza nessuna cultura,
che non sapeva né leggere né scrivere.
Attorno alle sue reliquie tutta l’UNITALSI
Lombarda si ritrova anche per rinnovare
il proprio impegno al servizio di coloro
che sono malati e sofferenti. In questi
anni lo sforzo unitalsiano in Italia non
si è limitato all’accompagnamento
dei malati in pellegrinaggio, ma si è
progressivamente esteso ad una serie
di iniziative volte all’assistenza dei
bisognosi lungo tutto l’anno: vicinanza
quotidiana a chi vive il disagio della
disabilità e della solitudine; accoglienza
per i familiari dei bambini malati in
alloggi vicini agli ospedali pediatrici di
Roma, Bari, Genova, Firenze, Milano;
Agenda
del Vescovo
Sabato 19 novembre
A Colonno, S. Messa alle 18.00. Segue assemblea parrocchiale.
Domenica 20 novembre
A Como, alle 10.00, S. Messa al SS. Crocifisso per il Giorno del
Ringraziamento. Nel pomeriggio accoglienza in Duomo delle
reliquie di S. Bernadette. Alle 18.30 S. Messa.
Lunedì 21 novembre
Ore 11.00 S. Messa per virgo fidelis a S. Giorgio a Como.
Nel pomeriggio colloqui con i seminaristi in Seminario.
Martedì 22 novembre
Ore 11.00 S. Messa a Marzio. Ore 20.30 incontro con gli ospiti
della Casa della Giovane di via Borgovico a Como.
Mercoledì 23 novembre
Alle 17.30 presentazione del libro sul restauro degli
affreschi della Basilia di Sant’Abbondio presso l’Aula magna
dell’Università dell’Insubria a Como.
Giovedì 24 novembre
In mattinata Consiglio episcopale. Nel pomeriggio colloqui. In
serata Commissione diaconato permanente.
Visita pastorale alle Valli Varesine, vicariato di Marchirolo.
animazione all’interno degli ospedali
per regalare momenti di spensieratezza
ai bambini; soggiorni estivi e invernali;
servizio civile nazionale; Protezione
Civile; case famiglia.
Nella nostra Diocesi, le reliquie saranno
accolte presso l’ospedale Valduce e poi
saranno trasferite in processione alla
chiesa di S. Giacomo, dove vi sarà una
celebrazione della Parola seguita da un
incontro di preghiera proposto a tutti i
giovani, centrato su quanto la santa di
Lourdes può dire a tutti loro. Il centro
delle celebrazioni alla presenza delle
reliquie di santa Bernadette sarà la S.
Messa presieduta dal nostro vescovo
Diego in Cattedrale alle ore 17.00 di
Domenica 20, Solennità di Cristo Re.
Domenica sera le reliquie saranno
accompagnate in processione dal
Vescovo verso la basilica di S. Giorgio,
dove resteranno fino al lunedì mattina
quando partiranno per Nuova Olonio.
Il momento più importante della
Peregrinatio delle reliquie di santa
Bernadette in Lombardia sarà sabato
3 dicembre quando, in cattedrale
a Milano, il cardinale Angelo Scola
celebrerà la S. Messa per commemorare i
90 anni dell’UNITALSI Lombarda.
don OMAR CORVI
ore 8.00 apertura della chiesa di san
Giacomo.
ore 9.00 celebrazione delle Lodi.
ore 10.00s. Rosario.
ore 11.00 celebrazione penitenziale.
ore 12.30adorazione eucaristica.
ore 14.30“s. Rosario con Bernadette”
adorazione eucaristica e benedizione
dei malati.
ore 17.00in Cattedrale: celebrazione
della S. Messa nella Solennità di Cristo
Re presieduta dal nostro vescovo
Diego.
ore 20.00 in Cattedrale: preghiera
e avvio della processione “aux
flambeaux” verso la basilica di san
Giorgio in Como - presieduta dal
nostro vescovo Diego.
ore 22.00adorazione eucaristica.
ore 23.00Ufficio delle letture
dalle ore 24.00, ad ogni ora: s. Rosario.
Lunedì 21 novembre
ore 4.30 celebrazione della S. Messa.
ore 5.15 celebrazione conclusiva.
e partenza per Nuova Olonio
(Valchiavenna).
ore 7.30 celebrazione di accoglienza
presso la chiesa parrocchiale di Nuova
Olonio celebrazione delle Lodi, s.
Rosario, processione all’interno
della struttura, Don Guanella“ e
benedizione degli Ospiti.
ore 10.15 celebrazione conclusiva e
partenza per Tirano.
ore 12.00celebrazione di accoglienza
presso il Santuario Madonna di
Tirano, s. Rosario.
ore 15.00celebrazione della S. Messa
ore 16.15celebrazione conclusiva e
partenza per Brescia.
Parola fra noi
Domenica 20 novembre
S
Dal 25 al 27 novembre
7
ono parole di dura
condanna quelle che
il Giudice rivolge
ai dannati: “Via, lontano
da me, maledetti, nel
fuoco eterno, preparato
per il diavolo e per i suoi
angeli”. Parlano di fuoco
che distrugge. È il fuoco
dell’Inferno. Il fuoco
nella Bibbia indica realtà
assai diverse: l’inferno,
il giudizio divino, il
purgatorio, ma anche Dio
stesso; in molte religioni
è simbolo della presenza
di Dio. Anche nell’Antico
Testamento si dice che
“Dio è fuoco divorante”,
si manifesta nel Roveto
ardente, nella colonna
di fuoco, nei bagliori del
Sinai. Nel Vangelo il fuoco
esprime il Regno di Dio,
la sua presenza salvifica,
introdotta da Gesù. “Sono
venuto a portare il fuoco
sulla terra e come vorrei
che fosse già acceso!”.
Fuoco è anche il dono dello
Spirito a Pentecoste.
Dio è il fuoco che
illumina, fa risplendere i
santi, purifica i giusti dai
difetti, è tormento per i
peccatori. Dio è paradiso,
Solennità di Cristo
Re dell’Universo:
Ez 34,11-12.15-17;
1Cor 15,20-26.28 ;
Mt 25,31-46
ma anche purgatorio e
inferno. Dio è giudizio e
risurrezione; è purificazione
perché completa la nostra
conversione e ci rende
degni di sé; è inferno
perché chi lo rifiuta
definitivamente rimane
lacerato in se stesso; è
paradiso perché chi lo
accoglie totalmente trova la
pienezza della vita e della
gioia.
Dio è anche purgatorio
(purificazione, non
luogo) per i giusti che
al termine della vita
terrena non sono in piena
sintonia con lui. Noi
sottovalutiamo la gravità
del peccato, ci adagiamo
nella mediocrità. Il nostro
pentimento è debole, la
nostra conversione fragile.
I Santi, invece, soffrono
terribilmente anche per
colpe che a noi sembrano
trascurabili.
Il Santo Curato d’Ars
afferma: “Non chiedete a
Dio la conoscenza completa
della vostra miseria. Io l’ho
domandata una volta e l’ho
ottenuta. Sono stato così
spaventato nel conoscere
la mia miseria che ho
implorato immediatamente
la grazia di dimenticarla”. La
sofferenza del Purgatorio
nasce dalla conoscenza
della nostra difformità
rispetto alla santità di Dio;
è un dolore che nasce
dall’amore per Dio. La
sofferenza dell’inferno
invece nasce dal rifiuto e
dall’odio verso Dio e verso
tutte le sue creature.
La Chiesa ha sempre
coltivato con pietà la
memoria dei defunti,
offrendo per loro i suoi
suffragi. Fa parte del Credo
cristiano la fede nella
comunione dei Santi, ossia
il rapporto – spirituale, ma
non per questo meno vero
– fra quanti sono ancora
pellegrini sulla terra, coloro
che, già morti, si purificano
dinanzi al Signore e quanti
già godono della gloria del
paradiso. Questo il senso
autentico del nostro recarci
nei cimiteri e dell’offerta di
fiori, lumi e preghiere per i
defunti.
Più che il dolore e la
miseria, ci minacciano il
pensiero e l’esperienza
della morte. Sappiamo
di morire. Anche Gesù
non si è sottratto a questa
consapevolezza, ma anche
nella sua morte non vi è
altro che l’amore di Dio.
ANGELO SCEPPACERCA
8
Vita diocesana
Sabato, 19 novembre 2011
Il Vescovo riprende
il cammino dalle
Valli Varesine
Il primo appuntamento unitario a Marzio martedì 22 novembre.
Poi la visita alle parrocchie, iniziando dal vicariato di Marchirolo
novembre 2011 a Marzio ore 10.30. Il
22
nostro Vescovo Diego presiede la solenne
concelebrazione con tutti i sacerdoti dei Vicariati di
Marchirolo, Canonica e Cittiglio per dare inizio insieme
alla Visita Pastorale ai territori della diocesi che sono
nelle valli varesine. L’indizione della Visita era stata
fatta con una celebrazione comunitaria di zona il 1°
marzo 2011 a Canonica. Poi nel corso di questi mesi è
maturato fino ad arrivare a compiersi il nuovo assetto
territoriale della diocesi, incentrato non più sulle
zone, ma sui Vicariati. E così anche la Visita Pastorale
viene condotta, ora per la prima volta, legata non più
alla zona ma ai Vicariati. Tuttavia è bene compiere
anche un passaggio che faccia capire che il
nuovo assetto territoriale è per una azione
pastorale più efficace certo, ma non denigra
La Visita pastorale ai
il precedente, semplicemente ne raccoglie i
buoni frutti, ne ha visto i limiti e si propone
vicariati di Marchirolo,
di procedere nel cammino con la speranza
Canonica e Cittiglio
di portare un frutto migliore. Nell’ultimo
consiglio pastorale zonale (8 giugno 2011 a
si concluderà nella
Canonica), nel quale si era comunicata la
primavera del 2012
decisione di passare ai consigli pastorali di
vicariato, si era però detto che sarebbe stato
bello consegnare al Vescovo una memoria, seppur sintetica, del cammino fatto
in questi anni dalle Valli Varesine. La nostra zona ha sempre avuto il Consiglio
Pastorale Zonale. Così martedì 22 novembre a Marzio sarà anche l’occasione per
consegnare al vescovo questa memoria. Ci è stato agevole ricostruirla perché a
Marzio erano conservati quasi tutti i verbali dei Consigli Pastorali Zonali redatti
con precisione dai parrocchiani di Marzio presenti in Consiglio. Abbiamo così
potuto raccogliere i verbali, dal 1995, anno della scorsa visita pastorale, compiuta
dal Vescovo Maggiolini, fino al presente, ordinarli e presentarli con una breve nota
sintetica introduttiva.
Un punto solo di questa nota. Nel decreto dopo la visita pastorale del 1995
il Vescovo Maggiolini chiedeva ai preti una maggiore fraternità sacerdotale e
comunione pastorale. Ebbene, tutti i preti che almeno negli ultimi dieci anni
hanno svolto, anche solo una parte del loro ministero, nelle valli varesine,
dicono che in questa zona si vive un bel clima fraterno tra i preti e una buona
collaborazione pastorale. Grazie ancora al nostro Vescovo che ha voluto iniziare
Appuntamento
■ Preghiera
Rinnovamento
nello Spirito
Anche quest’anno i gruppi
Rinnovamento nello Spirito di Como
offrono momenti intensi di preghiera
ed evangelizzazione attraverso il
progetto di adorazione eucaristica
denominato “Roveto Ardente”,
incoraggiato e benedetto dal Beato
papa Giovanni Paolo II nei Vespri della
Pentecoste del 2004.
Il primo incontro sarà sabato 19
novembre alle ore 20.45 presso la
chiesa di Portichetto.
■ 20 novembre
Giornata per il
sostentamento del clero
“I sacerdoti aiutano tutti, aiuta tutti
i sacerdoti”. E’ questo lo slogan per la
giornata nazionale di sensibilizzazione
sulle offerte per il sostentamento
del clero di quest’anno. Domenica
20 novembre, festa di Cristo Re, sarà
l’occasione per sollecitare i nostri fedeli
a prendersi in carico il mantenimento
dei loro sacerdoti. Per informazioni è
possibile consultare il sussidio, “Una
domenica per i sacerdoti”, inserito
nella scatola del materiale recapitato
ad ogni parrocchia o il sito internet
www.offertesacerdoti.it.
la sua visita con i suoi sacerdoti,
noi sappiamo quanto gli stiamo
a cuore. E’ per noi grande gioia,
che inizi la visita pastorale alle
nostre parrocchie, rivolgendo la
prima parola a noi preti.
Inoltre questa data, 22
novembre, ha per noi anche un
altro motivo di gioia e di lode
al Signore, legato al ministro
sacerdotale. Infatti il 22 novembre
1936 veniva ordinato sacerdote don Luigi
Curti, da allora e fino ad oggi ancora (sono
75 anni) parroco di Marzio (era entrato
in parrocchia il 4 dicembre 1936). Noi
vogliamo dare lode al Signore con lui per il
dono ricevuto del ministero sacerdotale.
Stringendoci attorno al Vescovo, con don
Luigi Curti, noi raccogliamo in qualche
modo l’eredità di una storia di servizio fatta
da molti preti alle parrocchie dei nostri
Vicariati. Don Luigi ha conosciuto, perché
l’ha vissuta, la storia di questi territori
degli ultimi 75 anni. La sua memoria è più
viva che mai ed è bello sentirlo raccontare
fatti di parrocchie e di preti del passato.
Quando ti siedi ad ascoltarlo raccontare ti
accorgi però di un particolare; ti racconta
solo episodi o fatti che mettono in luce
la bravura o la “santità” dei preti di cui ti
parla. Certo che ha conosciuto anche i
difetti ma non li svela. Un bell’ esempio
per noi sacerdoti: la fraternità si costruisce
evidenziando i talenti altrui e scusandone, il
più possibile, i limiti.
Infine, il 22 novembre è, nel calendario
diocesano di quest’anno, anche la data
del primo incontro di spiritualità tra i
preti di ogni Vicariato. Noi lo vivremo in
modo intervicariale; e, allo stesso modo, si
pensa forse di vivere anche i due prossimi
appuntamenti. Perché, se anche non ci
troviamo più per motivi di organizzazione
pastorale, è bene che tra preti dei tre
vicariati delle valli varesine rimanga e si
accresca quella bella fraternità sacerdotale
che già abbiamo in qualche modo
sperimentato in questi anni.
Sempre martedì 22 novembre nel
pomeriggio il Vescovo si recherà all’Istituto
Menotti di Cadegliano per una preghiera
di affidamento alla Madonna dell’Istituto
stesso e una visita agli ospiti che vi
risiedono. Dopo l’incontro con i preti, il
vescovo farà visita a persone ammalate e
anziane. Questo incontro sta a dire il valore
che hanno la sofferenza, la malattia e l’età
anziana se vissute in maniera cristiana: cioè
nella preghiera e nella volontà di offrire
al Signore la propria vita. Una vita certo
segnata dalla fatica del dolore, ma non priva
di fiducia nell’amore del Signore e nella
materna protezione della Vergine Maria,
Sua e nostra Madre. Ecco il significato della
preghiera di affidamento di quella casa a
Maria.
don GIOVANNI CORRADINI
Le prime tappe della Visita nel vicariato di Marchirolo: il programma
I
l primo vicariato ad essere visitato
sarà quello di Marchirolo formato dalle
parrocchie di Arbizzo, Ardena, Cadegliano,
Cremenaga, Cugliate, Cunardo, Fabiasco,
Lavena, Marchirolo, Marzio, Ponte Tresa
e Viconago. Dopo Marzio toccherà alle
comunità di Cadegliano, Arbizzo, Viconago
e Cunardo (25-26-27 novembre). Seguiranno
le parrocchie di Ardena - Lavena Cremenaga -Ponte Tresa (2, 3 e 4 dicembre).
Cugliate (6 e 7 e 17 dicembre), Cadegliano
(7 dicembre), Marchirolo (17 e 18
dicembre). Tra gli incontri intercomunitari
da segnalare: l’incontro con tutti i catechisti
del vicariato di Marchirolo a Viconago,
venerdì 25 novembre, alle 15.00. Sabato
26 novembre a Cunardo si terrà l’incontro
con i fidanzati e le coppie sposate negli
ultimi 5 anni. Sabato 3 dicembre il Vescovo
parteciperà al pellegrinaggio di Vicariato del
Primo sabato del mese ad Ardena. Maggiori
dettagli sui programmi nelle singole
comunità parrocchiali saranno pubblicati sui
prossimi numeri de “Il Settimanale”
■ Natale 2011: due proposte dagli Uffici di pastorale
Biglietto di Avvento e
sussidio per la Novena
P
er l’Avvento e il Natale gli Uffici di pastorale della Diocesi hanno preparato due proposte, una
per la preghiera in famiglia e una per la Novena di Natale, collegate dall’immagine della Natività di
Rupnik (Casa delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento, Lenno). Per le famiglie è stato realizzato un “Biglietto di Avvento e Natale”, un cartoncino a colori con il
messaggio del Vescovo e preghiere per la Corona di
Avvento, per la benedizione della mensa e per riunirsi
davanti al presepe nelle solennità e feste del tempo di
Natale: sarà distribuito in settimana nei Vicariati che
lo hanno prenotato. Il sussidio per la Novena di Natale,
riprendendo giorno per giorno gli elementi dell’immagine della Natività con letture e suggerimenti di riflessione, condurrà ragazzi e famiglie a celebrare il mistero della nascita di Gesù nella Messa del 25 dicembre:
il materiale sarà disponibile presso l’Ufficio per la pastorale dei giovani ([email protected] - 031.5001210).
a fianco immagine del foglietto di Avvento
Vita diocesana
● Don Luigi Curti, si appresta a
festeggiare il 75esimo anniversario
di ordinazione sacerdotale
Sabato, 19 novembre 2011
● Da allora è stato, ininterrottamente, ● Per festeggiarlo martedì 22 novembre
parroco di Marzio, nelle Valli
una S. Messa con il Vescovo Coletti
Varesine. Un vero record
che darà inizio alla Visita Pastorale
DON LUIGI CURTI INSIEME
AL GIOVANE SACERDOTE,
DON FRANCESCO FRANZINI
Il parroco più longevo d’Italia
D
a 75 anni prete, da 75 anni a Marzio, da 75 anni
arrivarci. Fu così che presi il treno, poi il tram bianco
Parroco. Martedì 22 novembre prossimo don
fino a Ghirla e da lì iniziai la salita sino in paese. Quando
Luigi Curti (Monsignore a dire il vero, ma lui
arrivai entrai in chiesa e poi in casa parrocchiale, non
non ci tiene a ricordarlo) raggiungerà questo
c’era nessuno in giro, allora suonai le campane e la
record. Essendo stato ordinato sacerdote in duomo a
gente accorse a vedere. Mi presentai e …. iniziai a fare il
Como proprio il 22 novembre 1936 dal vescovo mons.
parroco”. A onor del vero parroco di Marzio don Curti lo
Alessandro Macchi. Per quell’occasione nella chiesa
divenne nel 1937 (è lui a spiegarcelo) – prima aveva la
parrocchiale di S. Sebastiano a Marzio i confratelli delle
nomina di amministratore parrocchiale – cioè quando
Valli Varesine assieme ad altri sacerdoti e al Vescovo
venne bandito il concorso per la parrocchia di Marzio.
Diego Coletti celebreranno una S. Messa che farà
Lui si iscrisse e venne eletto con votazione popolare
anche da apertura alla Visita pastorale al vicariato di
(60 sì e 1 no) e anche questo è sicuramente un record!
Marchirolo.
Probabilmente è l’unico parroco rimasto la cui nomina è
Sabato 13 novembre – una bella giornata di sole che
stata decretata dal popolo secondo quest’antica usanza
faceva risaltare i colori di questo autunno ritardatario –
poi abbandonata.
siamo stati a Marzio per incontrare questo sacerdote che
È bello sentir parlare don Luigi, con voce chiara e pacata,
con ogni probabilità a 97 anni è il più anziano parroco
ma ferma, racconta fatti e situazioni della sua vita, date
d’Italia ancora in servizio attivo (ed ininterrotto). “Il
e nomi vengono citati con precisione e sicurezza e chi
22 non è la mia festa – ci tiene però a precisare don
l’ascolta si appassiona per ciò che viene a sapere.
Luigi – è l’inizio della visita pastorale, la mia ricorrenza
Ma l’insegnamento in seminario – gli chiediamo - non
la celebrerò con i miei parrocchiani qui in paese
lo ha mai rivendicato? “No – ci risponde con fermezza
domenica 4 dicembre, anniversario del mio ingresso in
don Luigi – il vescovo mi ha inviato a Marzio e io, per
parrocchia”. E il programma per quella festa è già stilato:
obbedienza, sono venuto qui e ho fatto il parroco e poi a
S. Messa per tutti i parrocchiani defunti accompagnata
ricoprire quel posto in seminario mons. Macchi chiamò
dalle musiche suonate sull’organo restaurato in queste
un altro mio compagno, don Emilio Trussoni e quindi,
ultime settimane dalla ditta Mascioni di Cugliate.
“E nessun regalo per me – sottolinea don Luigi
- ma solo offerte per il restauro dell’organo”. In
LA CHIESA DI MARZIO
quel giorno il pensiero di don Luigi ritornerà
probabilmente a quel 4 dicembre del 1936 quando
lui, sacerdote fresco d’ordinazione, si presentava
– non atteso – in parrocchia per la prima volta.
“E’ andata così – racconta don Curti - poco prima
dell’ordinazione mons. Macchi mi comunicò di
avermi destinato all’insegnamento in seminario
e di ciò io fui molto contento perché l’insegnare
mi faceva piacere, ma subito dopo l’ordinazione il
Vescovo mi chiamò e mi disse che aveva la necessità
di provvedere con urgenza alla cura della parrocchia
di Marzio e mi inviava lì perché in quel momento
ero l’unico prete immediatamente disponibile
in diocesi perché supplissi temporaneamente al
bisogno. Io non sapevo dove Marzio si trovasse.
Il vicario generale mi disse allora di cercarlo sulla
carta geografica, ma non lo trovai, allora – sapendo
che il paese era nella zona di Varese, interpellai una
mia zia che abitava a Busto e lei mi spiegò come
non c’era più necessità”.
“In questi 75 anni ho continuato a fare e mettere in
pratica ciò che mi hanno insegnato in seminario ciò
che ho imparato lì mi è servito per tutta la vita – ci
risponde don Luigi quando gli chiediamo della sua vita
sacerdotale – e continua ricordando “Salus animarum
suprema lex” [la salute delle anime prima di ogni altra
cosa]”, citando il principio dell’ordinamento canonico.
Don Luigi, però, non parla volentieri della sua persona.
Sfugge l’argomento e commenta “sono un povero prete
ormai inutile” e si rammarica perché non può più
assecondare i suoi parrocchiani in tutte le loro necessità.
Chi lo conosce può, però, testimoniare quale spessore
di fede e di conoscenza spirituale racchiuda il cuore
di quest’uomo la cui vita, radicata nella preghiera e
nella gioia di servire il Signore, è un esempio di umiltà
evangelica vissuta nel nascondimento [chiedo scusa a
don Luigi per questa lode che lui non apprezzerà, ma ….
è così]. A Marzio tutti gli vogliono bene. Ha conosciuto
5 generazioni di persone ed è, con la sua lucidità, la
memoria storica del paese. “La sua figura – ci dicono i
suoi parrocchiani - è una presenza rassicurante per
tutti, è come la luce che arde di fronte al tabernacolo.
Tutti noi sappiamo che lui ogni momento pensa e prega
per ciascuno di noi. Negli anni – ricordano ancora
– ha saputo intervenire con tatto e delicatezza
riuscendo a portare pace anche là dove le discordie
sembravano insormontabili”. Ma non solo, perché
don Luigi, per una serie di circostanze che vanno
lette solo con la luce della divina provvidenza, ha
condiviso parte del suo cammino con persone che
sono divenute i segni della santità della Chiesa
italiana degli ultimi 100 anni. A cominciare da
quando nel 1915 ad un anno di età, colpito da
malattia, ricevette la visita di don Guanella –
oggi santo – appositamente invitato in casa dalla
mamma. “La mia casa paterna a Verceia (SO) –
racconta direttamente don Luigi – si affaccia sulla
strada principale della Valchiavenna e da lì capitava
spesso che transitasse don Guanella diretto verso
l’insediamento che aveva fondato a Nuovo Olonio.
Già allora don Guanella aveva fama di essere un
sant’uomo e mia mamma, vista la malattia che mi
aveva colpito, gli chiese una preghiera e lui venne in
casa nostra per una benedizione”.
L’attenzione alla sua gente e l’amicizia con Armida Barelli e p. Gemelli
L
a vita di don Luigi, però, è
legata soprattutto ad Armida
Barelli Cofondatrice e tesoriera
dell’università Cattolica) che in estate
si ritirava a lavorare nella casa che
aveva a Marzio e a Padre Gemelli
(Fondatore della medesima università)
che a Marzio era di casa dovendo
salirvi per incontrare la Barelli, sua
stretta collaboratrice. Una intensa
relazione spirituale legò don Luigi
a Padre Gemelli e alla Barelli (che
morì proprio a Marzio il 15 agosto
1952), relazione che permise anche
a queste figure di conoscere la fede e
la preparazione di questo parroco (la
Barelli lo chiamava “Il santo parroco di
Marzio”), tant’è che in tante occasioni
don Luigi fu incaricato di predicare
esercizi spirituali un po’ ovunque in
Italia, a laici, ma soprattutto a sacerdoti
e prelati e nel 1954 fu impegnato in un
lungo giro di predicazioni in diverse
diocesi della Francia. Ma ancora oggi,
don Luigi è punto di riferimento per
altri sacerdoti giovani che si rivolgono
a lui per avere una guida spirituale
“È stata per me una grazia averlo
incontrato e averlo potuto frequentare
– ci confida don Gian Battista Binda che
ha conosciuto don Curti prima ancora
di entrare in seminario e che proprio
quest’estate lo ha sostituito durante un
periodo di malattia che ha costretto don
Luigi prima in ospedale e poi in casa
– da lui ho sempre avuto una grande
testimonianza di fede e mi sono reso
conto di quale teologo finissimo lui sia.
Ha una conoscenza vasta e una grande
profondità di pensiero, ma soprattutto
una vita spirituale intensissima e votata
alla sua parrocchia. Una persona che
sa voler bene e insegna a voler bene”.
Ma già 50 anni fa queste sue doti erano
conosciute tant’è che il 15 luglio del
1961 persino l’Osservatore Romano
gli dedicava l’articolo “Un parroco di
montagna” ove l’autrice Maria Sticco
lanciava il paragone col Curato d’Ars.
“Io sono un peccatore” aveva risposto
allora don Luigi, la stessa risposta che
probabilmente darebbe ancora oggi alla
medesima “insinuazione”, che noi però
non facciamo. Ci permettiamo, però, di
ringraziarlo per la letizia con cui vive
la fede, per la delicatezza con cui sa
incontrare le persone e per la forza con
cui riesce ancora oggi a testimoniare
e rendere concreto il motto che nel
1936 aveva scelto per il giorno della sua
prima S. Messa “Dio, Anime, Paradiso”.
Un motto che è il programma e la
sintesi di una vita intera.
Buon Anniversario, Don Luigi!
PAGINA A CURA DI
ANTONIO CELLINA
Avviso
■ Ai sacerdoti
Martedì 22 novembre
inizio della Visita
pastorale nelle
Valli Varesine
I sacerdoti che volessero
concelebrare alla S. Messa per
l’inizio della Visita pastorale ai
vicariati di Marchirolo, Canonica
e Cittiglio e per fes, sono pregati
di presentarsi alle 10.15 alla casa
parrocchiale di Marzio, portando
con sé stola e camice.
9
10 Sabato, 19 novembre 2011
Vocazioni
La chiamata
alla Santità nella
secolarità consacrata
Per questo numero del Settimanale abbiamo scelto di farci raccontare – con semplicità
– una delle tante vocazioni presenti nella Chiesa, quella degli Istituti Secolari. Così
papa Pio XII, nella Costituzione Apostolica Provvida Mater Ecclesia, il 2 febbraio del
1947: «Il Signore infinitamente buono, il Quale, senza accettazione di persone, aveva
ripetutamente invitato tutti i fedeli a seguire e praticare dappertutto la perfezione,
per mirabile consiglio della sua Divina Provvidenza dispose che anche nel mondo
depravato da tanti vizi, specialmente ai nostri giorni, fiorisse ed anche attualmente
fioriscano gruppi di anime elette, le quali, accese dal desiderio non solo della perfezione
individuale, ma anche per una speciale vocazione, rimanendo nel mondo, potessero
trovare ottime forme nuove di associazioni, rispondenti alle necessità dei tempi, nelle
quali potessero condurre una vita molto consona all’acquisto della perfezione» (nr. 7).
Per ulteriori approfondimenti: www.ciisitalia.it.
don MICHELE GIANOLA
L
o Spirito Santo, vero artefice
della fecondità della vita
della Chiesa, ha suscitato
nella Chiesa stessa il
carisma della consacrazione
secolare, che, nel corso dei secoli,
ha riunito persone desiderose di
consacrarsi totalmente a Dio con la
professione dei Consigli Evangelici
vissuti nel mondo, senza alcun segno
esteriore della loro vocazione, per
poter essere dal di dentro lievito e
fermento di santità.
Antesignana di questa vocazione,
ufficialmente riconosciuta nella
Chiesa nel 1947 con la Provvida
Mater, è la “Compagnia di Sant’
Orsola” fondata da Sant’Angela
Merici a Brescia nel 1535, e che è
presente in Diocesi di Como dal
1900.
Una consacrazione che non cambia
gli ambienti di vita. Così è stato
per S., una giovane comasca,
che al termine degli Esercizi
Spirituali lo scorso giugno ha fatto
la sua consacrazione a Dio nella
Compagnia di Como.
Un “Sì” generoso, pieno, per vivere
da sposa dell’Altissimo, nelle
condizioni ordinarie della vita, unite
insieme nella Compagnia per servire
il Regno di Dio nella secolarità.
In docilità allo Spirito ci lasciamo
guidare nella sequela di Cristo,
obbediente, casto e povero, cercando
di realizzare quella mirabile sintesi di
azione e contemplazione che fu della
nostra Madre:
“Stando nel mondo, partecipi
della vita attiva, gustano della
vita contemplativa e in maniera
mirabile uniscono l’azione alla
contemplazione; l’altezza della
contemplazione non distoglie
dall’azione, né l’attività impedisce il
gusto delle cose celesti”.
La nostra vita di consacrate secolari
ha il suo centro di unità in Cristo
Gesù, che ha ristabilito l’alleanza
del Padre, e ha rivelato il suo amore
senza riserve per ogni essere
umano. Camminando con fedeltà
in questa forma di vita partecipiamo
all’avvento del Regno dando il
nostro contributo per portare la
forza rinnovatrice del Vangelo negli
ambienti dove Dio ci ha chiamate,
nel collaborare al progetto di Dio
sulla storia, orientando alle cose di
lassù gli avvenimenti del quotidiano
ed essere operatrici di pace e di
concordia.
Viviamo del nostro lavoro
cercando di svolgerlo con senso di
responsabilità, competenza, serietà
e onestà. Consapevoli di essere parte
viva della Chiesa locale e universale,
collaboriamo secondo il nostro stile
di vita e le capacità personali alla
crescita della comunità ecclesiale.
Nella Compagnia, condividiamo la
grazia della presenza del Signore tra
noi, facciamo esperienza di fraternità
e troviamo aiuto e sostegno per
vivere la nostra vocazione e missione.
Una Figlia di S. Angela Merici
STRADEPERSCEGLIERE
STRADEPERSCEG
Si incomincia
domenica
20 novembre
Appuntamento in seminario
a Como dalle ore 9 alle 16.
Gli incontri avranno cadenza mensile
E scoprire che la vita è risposta ad un invito!
Per giovani sopra i vent’anni, il cammino di Strade per Scegliere è un percorso biennale a cadenza mensile durante il quale maturare un impegno a
servizio della Chiesa o della società e iniziare a domandarsi quale progetto di
vita si vuole costruire, alla luce della Parola di Dio. Il primo incontro:
Domenica 20 novembre, dalle 9 alle 16
Seminario Vescovile di Como
via Baserga, 81
per informazioni:
[email protected]
Per iscriverti invia una mail allo stesso indirizzo specificando, nome, cognome, parrocchia e numero di telefono. I dati saranno trattati nel rispetto della normativa vigente sulla privacy.
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a servizio della Chiesa o della società e
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per informazioni:
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spirituale.
Si richiede
[email protected]
quale progetto di vita
serietà
nell’adesione
alla proposta e fedeltà
si desidera costruire,
alla luce della Parola di agli incontri.
Per iscriverti
Dio, nella chiamata
del invia una mail allo stesso indirizzo
me, cognome, parrocchia e numero di telefono. I d
don MICHELE GIANOLA
Signore. Gli incontri si
tati nel rispetto della normativa vigente sulla privacy.
direttore CDV
svolgono in Seminario,
Pellegrinaggi vocazionali
Le nostre pagine sul Settimanale ci offrono anche la piacevole occasione di
raccontare le attività del Centro Diocesano Vocazioni, in questo numero i
pellegrinaggi vocazionali del terzo sabato del mese, nati più di vent’anni fa al
Santuario del Soccorso, ora diffusi su tutto il territorio della Diocesi.
Ogni terzo sabato del mese si svolge ad
Ossuccio il pellegrinaggio vocazionale al
Santuario della Madonna del Soccorso. Un
bell’impegno, se lo si prende con serietà,
non tanto per il doversi svegliare presto un
sabato mattina (essere là per le 7 è dura se
abiti ad un po’ di chilometri di distanza...!)
ma per lo scopo che ci si prefigge: pregare
per le vocazioni è un impegno davvero
bello! Si sale al Santuario camminando in
preghiera con la recita del Rosario; ogni
mese siamo aiutati a pregare da un gruppo
ecclesiale o da un’associazione presente in
Diocesi che ci aiuta a riflettere e rinnovare
a Dio l’invito di suscitare nuove vocazioni.
La messe è molta, ma gli operai sono
pochi! Pregate dunque il padrone della
messe che mandi operai nella sua messe.
(Mt9,37-38) Mi sembra molto semplice,
è scritto nel Vangelo che l’unica cosa che
possiamo fare per le vocazioni è pregare e
noi lo facciamo. Arrivati in cima, all’ultima
cappella, entriamo in chiesa e celebriamo
la Santa Messa, in genere animata da una
parrocchia. A salire con noi ci sono anche
i giovani della Propedeutica del nostro
Seminario che ci ricordano la necessità
della nostra preghiera e pregano con noi
non solo per la vocazione al ministero
ordinato, ma per tutte le vocazioni. In un
mondo che sembra soffocare sempre più il
senso autentico dell’uomo, la risposta alla
chiamata di Dio, nella donazione totale a
lui ed ai fratelli, diventa luce, speranza e
sale della terra. Noi siamo un bel gruppo
che si ritrova ogni mese qui (come in altre
parti della Diocesi), spinto semplicemente
dalla voglia di stare insieme e di pregare per
le vocazioni. E chi meglio di Maria, madre
delle vocazioni, può condurci sulla strada
del Vangelo? La Beata Vergine del Soccorso,
intercede per noi.
FEDERICA
Il Programma
Ogni terzo sabato del mese
I Pellegrinaggi Mariani del terzo sabato
del mese, dedicati alla preghiera per
le Vocazioni, si svolgono nei seguenti
santuari e chiese diocesani, secondo
l’orario indicato:
Madonna del Soccorso - Ossuccio, ore 7.00
Nostra Signora di Loreto-Cavona, ore 7.00
Madonna delle lacrime - Dongo, ore 7.30
Tirano, venerdì sera, ore 20.45
Madonna dei Ceppi – Lezzeno, ore 8.00
Madonna delle Grazie – Mese, ore 7.00
S. Maria - Olcio, ore 7.00
Livigno / Bormio / Pradelle di Pedenosso
ore 7.00
Madonna della Sassella - Sondrio, ore 7.00
San Giorgio – Como, ore 7.30
Per informazioni rivolgersi al proprio
parroco o al Centro Diocesano Vocazioni:
+39 333 95 68 443 oppure
[email protected]
In Missione
Sabato, 19 novembre 2011 11
A Sondrio per
“Fare del mondo
una sola famiglia”
Domenica 19 novembre si è svolta all’oratorio
Sacro Cuore l’assemblea missionaria diocesana.
Presente il comboniano padre Giorgio Poletti
Il missionario è stato
per 16 anni parroco
dei migranti a Castel
Volturno. “Dobbiamo
creare comunità in
cui vivere insieme ed
arricchierci a vicenda”
“F
are del Mondo una sola famiglia”. E’
stato questo il tema dell’Assemblea
missionaria diocesana che si è
svolta domenica 12 novembre a
Sondrio. Una giornata in cui riflettere sul
delicato tema delle migrazioni e, soprattutto,
dell’immigrazione in Italia, partendo
però da una prospettiva nuova: come le
nostre comunità parrocchiali reagiscono
di fronte a questo fenomeno, sempre più
imponente? Una domanda che certamente
non si presta ad una risposta univoca, come hanno dimostrato gli interventi di
alcuni dei partecipanti, mostrando lo spaccato di una diocesi dove accoglienza
e diffidenza convivono, in alcuni casi anche all’interno delle stesse comunità. La
giornata si è aperta, alle 10.30, con la messa celebrata insieme alla comunità del
Sacro Cuore. Al termine, i circa cento partecipanti provenienti da tutta le zone
della diocesi, si sono spostati nel vicino oratorio per l’inizio dei lavori. Ad aiutarci
nella riflessione è intervenuto padre Giorgio Poletti, missionario comboniano, per
16 anni parroco a Castel Volturno in Campania. Un territorio e una parrocchia in
prima linea nell’accoglienza ai migranti in
prevalenza provenienti dall’Africa e dall’est
europeo. Padre Poletti, che è stato anche
missionario per molti anni in Mozambico
e negli Stati Uniti, ha solo accennato alla
sua lunga esperienza a Castel Volturno,
quando la sua chiesa è stata per mesi rifugio
di decine di immigrati senza un tetto o
quando, con un suo confratello, si incatenò
davanti alla prefettura per rivendicare di
diritti dei migranti. “Ancora oggi – racconta
il missionario – vengo ricordato di più per
quel gesto che non per quanto fatto negli
altri sedici anni”. Incrociando i racconti
della sua esperienza con alcune riflessioni
personali, padre Giorgio ha provato a
fornire alcuni spunti per la pastorale nelle
nostra comunità, senza risparmiare alcune
provocazioni. “Mettiamo subito in chiaro
una cosa – ha spiegato -. Smettiamola di
parlare del fenomeno delle migrazioni
come un problema: da cristiani dobbiamo,
invece, imparare a cambiare prospettiva,
considerando quello che stiamo vivendo
come un tempo di Grazia, un evento in
cui Dio ci parla attraverso questi nostri
fratelli e sorelle che arrivano da lontano”.
Padre Poletti si è aiutato anche con degli
esempi pratici che aiutano a capire come
l’accoglienza passi anche da piccoli gesti. “Gli
africani – ha spiegato – non riusciranno mai
a vivere pienamente le nostre celebrazioni,
le subiscono. Per avvicinarli è necessario
attuare cambi notevoli nella liturgia”. Per il
missionario quella che le nostre comunità
parrocchiali si troveranno ad affrontare sarà
una vera sfida, in particolare per quanto
riguarda il coniugare identità e cittadinanza:
“Non dobbiamo pensare agli immigrati
che arrivano da noi, come a delle bottiglie
vuote da riempire. Non possiamo essere
noi a costruire un vestito addosso a loro,
pretendendo che si integrino cercando
di farli diventare come noi. Questo è
impossibile. Dobbiamo, invece, creare delle
comunità in cui si possa vivere insieme ed
arricchirsi. Senza dimenticare come questi
migranti che vivono da noi cambiano a loro
volta, trovandosi nella difficile situazione di
sentirsi due volte estranei: nei nostri Paesi e
nella loro terra d’origine”.
pagina a cura
di MICHELE LUPPI
In ascolto del territorio
Alzando lo sguardo
oltre la paura
S
Nel pomeriggio una
torie di migranti, storie di comunità
che si aprono all’accoglienza, storie
tavola rotonda ha visto
di paura, diffidenza, ma anche
confrontarsi rappresentanti
condivisione. E’ stata la volontà
di mettersi in ascolto del territorio a
delle comunità migranti e
caratterizzare il pomeriggio dell’assemblea
protagonisti di iniziative
missionaria di Sondrio. Una tavola rotonda
resa possibile dalla partecipazione di
di accoglienza. In chiusura
diversi rappresentanti delle comunità di
l’intervento del Vescovo
migranti che hanno voluto essere presenti
per condividere la loro esperienza. Come ha
fatto Faustino, filippino da 23 anni in Italia.
E’ stato lui a parlare della comunità di 300 filippini che ogni
fa con don Felice (attualmente fidei donum in Camerun
due settimane si ritrova per celebrare insieme la messa
ndr) – racconta – abbiamo lanciato il progetto di Fare della
nella chiesa di S. Eusebio a Como. Dall’Africa è arrivata,
parrocchia una famiglia di famiglie. Il tentativo è stato
invece, la testimonianza di Jean Paul, giovane ruandese.
quello di creare dei gruppi di ascolto che si ritrovassero
“Per quello che ho vissuto in questi sei anni in Italia – ha
nelle varie zone a meditare la Parola”. Un percorso
esordito il giovane – non posso che dire grazie per quello
continuato e cresciuto anche dopo la partenza di don
che fate”. Jean Paul non ha nascosto, però, come spesso
Felice. Ad oggi solo nella parrocchia esistono venti gruppi di
nelle nostre comunità si sia trovato a fronteggiare la paura
ascolto che coinvolgono ogni settimana circa 200 persone.
di fronte al diverso. “A volte – ha spiegato – le comunità
“Questo ha portato ad un’apertura verso tutti, non solo
parrocchiali ci trasmettono la loro paura, da cristiani
verso gli stranieri, ma anche verso i vicini di casa. Oggi
dovremmo, invece, imparare ad andare oltre questi limiti
in parrocchia si respira un’aria nuova e i frutti iniziano
umani. Il problema è che noi in Italia sperimentiamo una
a vedersi anche in tante iniziative di carità che hanno
cultura cattolica, ma che poco sa di Cristo”. Una frase forte
trovato nuovo slancio”. Di immigrazione e parrocchie ha
quelle di Jean Paul che ha, però, ricordato come “quello
parlato anche Carmen Lussi, ricercatrice brasiliana, da
che ci aspetta è un lavoro di conversione su cui tutti noi
anni a Como, che sta realizzando una tesi di dottorato
dobbiamo impegnarci, perché la paura non viene da fuori,
sul tema del rapporto tra esperienza migratoria e fede
ma da dentro”. Un tentativo di conversione che non può
nelle comunità cristiane. “Dobbiamo imparare a pensare
non partire dall’ascolto della Parola. Un’esperienza che da
cristianamente al fenomeno – ha spiegato -, chiederci
alcuni anni vive la comunità di Tavernola e che, secondo
cosa possiamo fare come Chiesa, altrimenti si cade nei
Giovanna, sta iniziando a dare i suoi frutti. “Circa 7 anni
soliti discorsi e si inizia ad affrontare la questione come se
fosse un problema”. Guardando ai dati, la ricercatrice, ha
spiegato come negli ultimi 8 anni il numero di immigrati
nella nostra diocesi sia cresciuto del 192%, sottolineando
come la stragrande maggioranza dei migranti sia
cristiana. “Questo è un dato che non può che interpellarci
– ha spiegato Carmen Lussi –. E’ importante che nelle
nostre comunità si sperimentino iniziative pastorali che
includano i migranti perché la logica della pastorale
etnica, che prevede la nascita di comunità divise per etnia,
può essere utile e anche consigliabile nel primo periodo,
ma a lungo termine risulta dannosa. Per questo sono però
necessarie scelte coraggiose”. A chiudere il pomeriggio di
lavori è stato il Vescovo, mons. Diego Coletti. “Parlando
di tematiche come queste – ha esordito il Vescovo –
è importante imparare a non ragionare per slogan.
Queste sono realtà complesse che necessitano studio
e riflessione”. Per mons. Coletti la questione centrale
resta quella educativa. “Bisogna guardare lontano – ha
concluso – perché solo chi guardando lontano si riescono
a fare i passi nelle direzione giusta”.
Caritas
12 Sabato, 19 novembre 2011
Anniversario. Nel lontano 1971, per volontà di Papa Paolo VI e nello spirito
di rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II, nasce la Caritas Italiana
Quarant’anni di solidarietà
L
a Caritas Italiana compie
40 anni. Era il lontano
1971, quando per volere
di Papa Paolo VI nello
spirito di rinnovamento avviato
dal Concilio Vaticano II, la Cei
istituì l’organismo pastorale
che più di ogni altro promuove
nelle persone, nelle comunità,
nelle famiglie e nelle parrocchie
il senso cristiano di solidarietà.
Da allora la Caritas Italiana grazie all’impegno crescente di
operatori, volontari, sacerdoti
e persone di “buona volontà” si è ramificata in tutto il nostro
Paese e oggi, forte di una
storia fatta di memoria, fedeltà
e profezia, guarda al futuro
con rinnovato impegno. Lo
stesso tema della povertà, mai
disgiunto da quello della pace, è
diventato “segno” fondamentale
nella vita della comunità
ecclesiale. «La carità è sempre
necessaria, come stimolo e
completamento della giustizia
stessa... e resterà sempre per la
Chiesa il banco di prova della
sua credibilità nel mondo», dirà
Paolo VI il 28 settembre 1972 ai
delegati delle Caritas diocesane
riuniti a Roma nel loro primo
convegno nazionale.
UNO STILE NUOVO
«Certo, la Chiesa in Italia non
ha scoperto l’esistenza dei
poveri nel 1971 con la nascita
di Caritas Italiana - ha ricordato
in questi giorni don Roberto
Davanzo, direttore di Caritas
Ambrosiana - ma da quel
momento ha scoperto che i
poveri andavano accompagnati
e curati secondo uno stile
nuovo, con un metodo nuovo
che si doveva ispirare al Vangelo
e insieme con l’insegnamento
del Concilio». Uno stile fatto
di concretezza e di grandi
“intuizioni”. Basti ricordare
l’organizzazione territoriale
delle Caritas a livello di zona,
di decanato, di parrocchia; la
creazione dei Centri di Ascolto;
l’attenzione al mondo giovanile
e al mondo del volontariato;
la costante ricerca di corretti
equilibri con le pubbliche
Una mensa solidale
della Caritas
diocesana di Palermo
Da allora l’impegno
non è cambiato,
attraverso la
funzione pedagogica
e le opere
amministrazioni e le altre
organizzazioni operanti sul
territorio; l’impegno sul
fronte della comunicazione e
della ricerca (i libri, le riviste,
i “Dossier immigrazione”,
l’annuale “Rapporo Zancan
sulla povertà ed esclusione
sociale in Italia”, i microprogetti,
le campagne “Zero Poverty”
e via elencando); il costante
impegno sul fronte delle
emergenze nazionali e
internazionali, delle nuove
povertà, dell’accoglienza degli
immigrati.
Don Vittorio Nozza, direttore
della Caritas Italiana, in
occasione del 40esimo di
fondazione, ha sottolineato la
M E N S I L E D I C A R I TA S I TA L I A N A - O R G A N I S M O PA S T O R A L E D E L L A C E I - A N N O X L I V - N U M E R O 9 - W W W. C A R I T A S I T A L I A N A . I T
novembre 2011
POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART.1 COMMA 2 DCB - ROMA
usando sapientemente
i nuovi strumenti della
comunicazione».
Don Giuseppe Pasini, dal
canto suo, mette in evidenzia
il cambiamento inevitabile tra
la fase “pioneristica” e quella
più istituzionale di questi anni.
«L’importante è che la Caritas
Italiana - ribadisce don Pasini
- mantenga la sua identità
originaria e non divenga
“altro” rispetto al fine per cui
fu istituita. Mi chiedo: come è
recepita la sua presenza nelle
comunità cristiane e nella
società civile? È cresciuta, e
quanto, la convinzione che
la carità verso il prossimo
costituisce un preciso dovere
dei cristiani? Il lavoro educativo
sviluppato dalle Caritas ha
inciso, e in quale misura, nelle
politiche sociali? Le ricorrenze
storiche servono anche a capire
queste cose».
Don Elvio Damoli, memore
della sua esperienza come
direttore della Caritas di Napoli
al tempo del terremoto in
l’ultima copertina della
rivista di caritas italiana.
Paolo VI con
mons. Giovanni Nervo
L’INVENZIONE PIÙ CREATIVA
IMMIGRATI DOSSIER: CINQUE MILIONI TRA NOI, LA CRISI SI SUPERA INSIEME
SVILUPPO PICCOLO È BELLO, IL MONDO FECONDATO DALLE “MICRO”
AFGHANISTAN «LA SCELTA PER I VULNERABILI NEL PAESE CHE NON HA PACE»
GUIDE E TESTIMONI
Richiamare il passato e
La testimonianza
progettare il futuro. Su questo
filo conduttore si snodano le
recenti testimonianze dei tre
sacerdoti che in questi decenni prima della gestione dell’attuale
direttore - hanno guidato la
Caritas Italiana: don Giovanni
Nervo (dal 1971 al 1986), don
Giuseppe Pasini (dal 1986 al
1996) e don Elvio Damoli (dal
1996 al 2001).
Don Giovanni Nervo, che
ha assunto il primo incarico
direttamente da Papa Paolo
VI, traccia in sintesi l’impegno
dei prossimi anni e indica sei
suggerimenti. «Continuare
e accentuare la prevalente
funzione pedagogica della
Caritas; coordinare le attività
caritative e assistenziali in
comunione con le Chiese locali;
promuovere maggiormente
le Caritas parrocchiali; fare
un’analisi attenta dei bisogni
emergenti; coinvolgere la
Chiesa e la comunità nazionale
sulle grandi calamità; infine,
curare bene l’informazione
Passato, presente
e futuro nelle parole
di chi è stato alla
guida in questi
decenni
Irpinia del 1980 e testimone
della grande solidarietà
dimostrata dai volontari giunti
da ogni parte d’Italia, mette
in primo piano la centralità
del proficuo «rapporto
solidale tra Chiese sorelle,
che è una ricchezza da
salvaguardare e che dimostra
il livello di crescita, sensibilità
e coinvolgimento delle
Caritas diocesane in termini
di disponibilità, capacità
organizzativa e autonomia di
risorse».
Pagina a cura
della Caritas diocesana
(fonti: rivista “Jesus”;
sito www.caritasitaliana.it;
www.caritas.it)
Il pensiero del presidente della Caritas Italiana,
monsignor Giuseppe Merisi
«I giovani sono la mia speranza»
«
I 40 ANNI DI CARITAS ITALIANA: FRUTTO DEL CONCILIO, SEME DI FRATERNITÀ
“novità” storica della Caritas e
i cambiamenti sociali di questi
ultimi anni fino a evidenziare
le “sfide” di oggi. «Di che cosa
il fare, l’operatività della Caritas
deve accorgersi? Su cosa il fare
della Caritas deve essere vigile?
Deve accorgersi dei molteplici
bisogni costantemente in
crescita; del fatto che si sta
vivendo al di sopra delle proprie
possibilità; dell’assolutizzazione
e dell’ingordigia del denaro
e del guadagno; dello
smantellamento delle politiche
sociali; del crescere della
cultura dell’esclusione e della
caccia al rom o all’immigrato;
della corrosione progressiva
del Concilio, della sua memoria
e delle sue indicazioni; dello
svanire della convinzione
della pienezza di dignità
della Chiesa locale; della
crisi dell’antropologia e della
civiltà...»
C
ombattere la cultura dell’egoismo, il
dilagare di individualismo ed edonismo in un clima di secolarizzazione.
La Caritas è un organismo pastorale della comunità cristiana e si pone di fronte a questa
deriva con l’impegno della testimonianza che
nasce dal Vangelo e che parla di ascolto della
Parola e di dedizione per il bene degli altri a
partire dagli ultimi. Il n. 39 degli “Orientamenti pastorali” dei vescovi italiani sul tema
dell’educare, parlando di “pedagogia dei fatti”, chiede che le nuove generazioni vengano aiutate a orientarsi verso l’amore, sull’esempio di Gesù, anche attraverso iniziative
di gratuità e di volontariato nei campi della
solidarietà e del servizio». Sono le parole di
monsignor Giuseppe Merisi, presidente di
Caritas Italiana, che, in occasione del 40esimo anniversario di fondazione, sottolinea
l’impegno per orientare al bene le persone e
le comunità. Secondo monsignor Merisi, le sfide per i prossimi anni sono
molte e difficili, come la crisi finanziaria ed economica, che chiama in causa
anche il ruolo dell’Europa «che deve
fare un salto di qualità nella direzione
di una comune politica economica»,
un cambiamento dei modelli di sviluppo, un cambiamento di mentalità
culturale a partire dalle nuove generazioni. «All’interno della comunità
cristiana - sottolinea monsignor Merisi - vi è l’esigenza che la Caritas sia
presente in ogni parrocchia almeno
con un animatore parrocchiale. I temi del quotidiano impegno sulle antiche e nuove povertà (in primo piano
l’immigrazione), con la presenza diffusa sul territorio, sempre nel rispetto
delle diverse responsabilità, troveran-
no più facilmente soluzione se tutti si
impegneranno a fare spazio, nella propria vita, all’ascolto dei poveri e degli
ultimi».
L’auspicio è che soprattutto i giovani
siano sempre più coinvolti nelle attività della Caritas. «A tutti i livelli territoriali - conclude il presidente di Caritas
Italiana – si sta riflettendo sull’impegno dei giovani. Se penso alla Giornata mondiale della gioventù di Madrid
e all’entusiasmo da loro dimostrato,
credo che non sia difficile proporre ai
ragazzi delle nostre comunità orizzonti
di impegno nei campi della solidarietà
e della gratuità».
(dall’intervista di Annachiara Valle,
pubblicata sul numero di novembre
2011 della rivista “Jesus”)
Como Cronaca
Sabato, 19 novembre 2011 13
Santissimo Crocifisso. Domenica 20 novembre, con una S. Messa, alle ore 10,
presieduta dal Vescovo, sarà rinnovato il tradizionale ringraziamento della città
La Giornata della Riconoscenza
L
a città di Como si
appresta a vivere
la “Giornata della
Riconoscenza” al SS.
Crocifisso con la celebrazione
di una S. Messa solenne,
presieduta dal vescovo di
Como mons. Diego Coletti,
presso l’omonimo santuario,
domenica 20 novembre,
alle ore 10. Durante la
celebrazione, il sindaco di
Como Stefano Bruni offrirà
il cero che arde in segno di
perenne ringraziamento. La
celebrazione sarà trasmessa
in diretta via WebTv su: www.
livestream.com/crocifisso.
Perché il ringraziamento? Lo
si evince con chiarezza dalle
parole del vescovo di Como
mons. Alessandro Macchi,
pronunciate all’indomani
della fine della Seconda guerra
mondiale, nel maggio del 1945:
«Como ha un dovere speciale
di ringraziamento, perché
forse fu l’unica città che non
subì i disastri della guerra,
rimanendo immune dalle
funeste devastazioni. Al Divin
Crocifisso, dunque, la nostra
riconoscenza». Il richiamo è
a tre anni prima. È il 1942, la
guerra è nel suo pieno vigore.
Da fonti ben informate giunge
a Como la notizia che la città
sarebbe stata oggetto di un
devastante bombardamento
aereo. Viene così promossa,
tra i cittadini devoti al
Crocifisso, una sottoscrizione.
Il 26 novembre del 1942
il quotidiano “L’Ordine”,
edizione de “L’Italia” per la
diocesi di Como, riporta,
nel merito dell’iniziativa, un
intervento del vescovo Macchi:
“Ai miei diletti figli della città
di Como – scrive il presule -.
Ebbi notizia che si iniziava una
sottoscrizione dei cittadini di
Como devoti al Santo Crocifisso
nostro, come espressione di fede
e come attestazione di supplice
fiducia nella protezione Sua
sulla Patria, sui valorosi
Eserciti nostri e sulla Città
che lo possiede quale prezioso
pegno di particolari celesti
«Como ha un dovere speciale di
ringraziamento, perché forse fu
l’unica città che non subì i disastri
della guerra, rimanendo immune
dalle funeste devastazioni. Al
Divin Crocifisso, dunque, la
nostra riconoscenza» A. Macchi
❚❚ Una storia che ha radici antiche
Da più di 600 anni in città
È
una devozione antica, quella che unisce la città di Como al “suo” crocifisso.
Nel 2001 se ne sono festeggiati i seicento
anni di presenza in città. Come arrivò il
crocifisso in città? Nel 1399, un folto gruppo
di pellegrini era partito da Parigi alla volta di
Roma in occasione del Giubileo. Secondo la
tradizione i fedeli presero con sé due Crocifissi e un’immagine della Vergine, prelevandoli
dalla basilica parigina di S. Dionigi, affinché
li proteggessero durante il lungo cammino. Al
termine dell’Anno Santo, ripresa la via del ritorno, furono bloccati a Firenze a causa della
peste. Si accamparono, così, fuori dalle mura. Dopo un periodo di quarantena, durante il
quale furono assistiti dai monaci Celestini, fu
loro concesso di entrare in città; ed essi, come
attestato di riconoscenza, donarono loro uno
dei due Crocifissi. A Bologna, nella chiesa di S.
Stefano, lasciarono l’immagine della Madonna
delle Grazie. A Como, infine, di passaggio dalla
chiesa dell’Annunziata, ricordando il conforto ricevuto dai monaci di Firenze, consegnarono in ringraziamento ai Celestini di Como
il Crocifisso che li aveva guidati fino a quel
momento. Più note sono le vicende legate al
miracolo del Giovedì Santo del 1529 (quando
all’altezza della chiesa di S. Bartolomeo furono spezzate le catene che ne impedivano
il passaggio) e alla protezione accordata alla
città di Como nel corso della Seconda Guerra Mondiale (evento quest’ultimo suggellato
dalla solenne incoronazione del Crocifisso da
parte del card. Ildefonso Schuster il 10 giugno
1945 e ricordato ogni anno nella festa della
Riconoscenza): sono fatti che appartengono
alla storia di Como. Con il passare dei secoli,
i fedeli che si sono affidati fiduciosi al Crocifisso, ricevendone grazie e miracoli, sono stati sempre più numerosi, tanto che la Basilica
di viale Varese è divenuta uno dei più famosi
santuari di Lombardia.
predilezioni. Di cuore ho accolto
il nobile pensiero e ora, che mi è
anche nota la pronta e fervente
adesione ch’ essa incontra in ogni
ceto della Città, parmi dover dir
io la parola che alle vostre firme,
o miei diletti figli, possa dare il
significato più giusto e la migliore
efficacia di supplica collettiva.
Le vostre firme - anzi le nostre
firme, perché io aggiungo con
fidente cuore il mio nome al vostro
nella pia sottoscrizione - devono
esprimere non appena le nostre
urgenze e necessità, ma quelle cose
degne, degnamente dette e dette
da gente degna, che il Catechismo
richiede perché sia grata a Dio
ogni preghiera. Che varrebbe,
miei figli, l’accostarsi a Dio per
domandare, se vivendo noi nel
peccato, ci mostrassimo indegni
dell’ ottenere?”.
Il 24 dicembre 1942 “L’Ordine”
scrive: “La raccolta di firme da
offrire, come testimonianza di
fede al S. Crocifisso di Como,
si è conclusa raggiungendo un
numero che ha del totalitario.
L’iniziativa di carattere molto
modesto all’inizio, ha assunto per
l’approvazione dell’Eccellenza il
Vescovo un’importanza ed una
ampiezza di cui non ha potuto
sfuggire il rilievo. Le firme offerte
in blocco conserveranno il loro
senso anche se prese ad una ad
una non rispecchino tutte la stessa
devozione e la stessa mentalità.
Nell’insieme, decisamente, hanno
contribuito a portare il pensiero
dei comaschi verso l’Immagine
sacra e Colui che rappresenta, in
una maniera che da tempo non si
vedeva più. Aveva ragione chi disse
che per Como il Santo Crocifisso
ha un valore non misurabile dagli
altri: paragonabile a Santuari
più celebri, per gli ambienti che li
circondano e ne vivono”.
Il 3 gennaio 1943 sotto la minaccia
di una incursione aerea, 20.000
persone portano in processione
il Crocifisso. I fedeli offrono una
supplica scritta seguita da migliaia
di firme. Dal frontespizio della
supplica si legge: “Unica Speranza
tra gli orrori dell’immane conflitto
imperversante nel mondo Solo
Presidio Infallibile tra micidiali
pericoli incombenti Tu solo
arridi O DIVIN CROCEFISSO
indefettibile Palladio di nuovi
miracoli Supplici preghiere e
devozioni fidenti a Te s’innalzano
onde la Tua virtù onnipotente
protegga la città, difenda l’Italia
rappacifichi il mondo. Como,
3 gennaio 1943”. La città viene
risparmiata dalle devastazioni
della guerra. In ringraziamento,
i cittadini di Como offrono un
cero che arde perennemente e
una corona d’oro. Sul candelabro
che regge il cero vi è inciso: “Nella
guerra 1940-45 Como salvata dal
suo Crocefisso dai bombardamenti
a perpetua riconoscenza questo
cero arderà sempre”. La corona
reca incisa sulla base la scritta in
latino: “I cittadini comaschi da
Te protetti Ti rendono grazie”. Il
5 gennaio ‘43 “L’Ordine” apre
con un titolo gridato: “Luce di
sole e raffiche di vento su cori
in preghiera. La nostra Como
per la voce del Vescovo invoca
nell’ora che volge la protezione
del suo Crocifisso. 35 mila firme
e 20 mila partecipanti al corteo”.
Domenica 10 giugno 1945
(anniversario della dichiarazione
di guerra) il SS. Crocifisso è
portato processionalmente in
Cattedrale dove viene esposto
per una settimana all’adorazione
dei fedeli. Lo stesso giorno
“L’Ordine” scrive, tra l’altro, “Oggi,
pomeriggio, dopo il solenne – e
certamente trionfale – trasporto
del taumaturgo Crocifisso in
Duomo, Sua Eccellenza Mons.
Vescovo presenterà i padri
predicatori delle sante Missioni.
Così si aprirà la settimana di
predicazione straordinaria che
l’Eccellentissimo nostro Pastore
offre alla sua città, perché
l’omaggio riconoscente dei
comaschi al miracoloso Crocifisso
sia degnamente preparato da un
vero rinnovamento degli spiriti”.
Il 17 giugno 1945 si chiudono le
celebrazioni con l’incoronazione
da parte del card. Ildefonso
Schuster. Da allora ogni anno
viene celebrata la giornata della
Riconoscenza. Il cero è offerto dal
Comune di Como e presentato dal
sindaco per la benedizione.
Como Cronaca
14 Sabato, 19 novembre 2011
io
Territor
I dati, raccolti lo scorso anno, rivelano un incremento
del 26% delle aziende agricole nel comasco
Agricoltura in crescita
M
entre sono
in corso le
operazioni relative
al XV censimento
della popolazione e delle
abitazioni, incominciano
ad essere diramati i primi
risultati sul censimento
dell’agricoltura i cui dati
sono stati raccolti l’anno
scorso. Si tratta di risultati
che, per ciò che riguarda
il territorio lariano,
sono sorprendenti ed in
controtendenza rispetto
al resto d’Italia e della
Regione Lombardia che
registrano dati negativi
rispetto al passato. Se infatti
a livello nazionale in media
si registra un calo del 32%
una fetta importante del
tessuto economico: -37%
a Sondrio, -34% a Pavia,
-32% a Bergamo, -30% a
Milano, -26% a Monza,
-24% a Brescia, -23% a
Mantova, - 22% a Lodi, -18%
a Cremona. Ecco, dunque, i
primi risultati sorprendenti
di questo 6° Censimento
Generale dell’Agricoltura:
“Si tratta di segnali
molto positivi perché
dimostrano che nelle aree
territorialmente più difficili,
l’attività agricola è una
opportunità di sviluppo e
che questo settore attira
nuovi imprenditori; che
nei nostri territori si fanno
attività nuove e innovative”
commenta in proposito
il Presidente di Coldiretti
Como-Lecco, Fortunato
Trezzi. Situazione molto
diversa, invece, se si
Dati in controtendenza
rispetto al livello
nazionale, dove
si registra - 32%,
- 24% in Lombardia
e del 24% in Lombardia di
tali attività, in provincia
di Como, tra il 2000 e il
2010, si è invece passati
da 1.983 a 2.503 aziende,
pari ad un incremento
a livello percentuale
del 26%. Addirittura si è
andati meglio nella vicina
provincia di Lecco dove
l’incremento è stato pari
al 37% contro un trend
in discesa nelle province
lombarde dove il settore
primario rappresenta
I
Albese
e i diritti
dei bambini
n occasione della Giornata
mondiale dei diritti del fanciullo
(20 novembre) “Il Sole” Onlus
- organizzazione non governativa
attiva dal 1997, che opera in
Etiopia, Burkina Faso, Benin, India
e Cambogia e che si occupa di diritti
dei minori parteciperà al convegno
“Storie di bambini così diverse e
così simili: la speranza di un futuro
di libertà, dignità, uguaglianza e
pace”. L’incontro si terrà sabato
19 novembre alle 21 presso il
Padiglione delle Feste di Albese
Hai l’alcolismo
in casa?
Vuoi saperne
di più?
Hai bisogno
di aiuto?
I Gruppi Familiari
Al-Anon possono
offrirti le informazioni
che cerchi
Telefona allo:
800 087 897
prende in considerazione
la dimensione media
aziendale: in dieci anni,
a livello regionale, si è
passati da 14,6 ettari a 18,4
contro i 7,9 ettari della
media italiana. Le imprese
sono diventate più grandi
a Mantova, Brescia, Milano
e Sondrio, con aumento
delle superfici di oltre il
30%. La punta massima di
crescita è stata registrata a
Pavia con il 47,4%, mentre
Lodi ha il record regionale
in termini di superficie
assoluta con 42,1 ettari per
azienda. Como si posiziona
tra i valori più bassi, con 9,7
ettari, registrando un -24%.
“La risposta a questo dato è
semplice e sta tutta nel dato
del consumo del suolo –
dice il Direttore di Coldiretti
Como-Lecco, Tino Arosio
–. In dieci anni siamo
passati a Como da 25.221
ettari a 23.825 ettari di
superficie agricola utilizzata
(-5,5%), sottratta all’attività
agricola da decisioni
urbanistiche scriteriate. È
chiaro che se la superficie
agricola diminuisce e le
aziende aumentano, la
dimensione pro-capite
ne soffre. In questo
sta però l’intelligenza
delle imprese new entry
(molte delle quali fatte
da giovani) nel fare una
agricoltura specializzata
che non ha bisogno di
grandi superfici”. Proprio in
questo periodo è in corso
un’intensa campagna di
comunicazione di Regione
Lombardia dedicata
all’agricoltura nel nostro
territorio nelle stazioni
delle linee delle Ferrovie
Nord Milano. (l.cl.)
con Cassano, via Don Luigi Sturzo.
Saranno presenti Onama John
Baptist, bambino soldato in Uganda
nel 1980 e Richad Berradi, atleta e
allenatore dei ragazzi del Quartiere
Zen di Palermo. Modererà: il dott.
Vittorio Villa, dell’associazione “Il
Sole” Onlus di Como. L’Ingresso è
libero.
L’iniziativa, organizzata dal Comune
di Albese con Cassano, è inserita
in un più ampio programma di
eventi, conferenze e laboratori per
festeggiare la Giornata mondiale
Notizie flash
■ Formazione
CFP: gemellaggio
Italia-Francia
Formazione, sviluppo del territorio e
apertura all’Europa: nel quadro delle
diverse collaborazioni dell’Agenzia
per la formazione della Provincia di
Como con istituti scolastici ed enti
di formazione di diversi paesi europei
ha preso il via, nei giorni scorsi, il
progetto di scambio Leonardo con il
Lycee Hotelier F.Rabelais di Dardilly,
nei pressi di Lione. Il gemellaggio
permetterà a sei studenti francesi
di apprendere i segreti della cucina
italiana e comasca durante uno stage
formativo della durata di un mese
che i ragazzi potranno frequentare
presso importanti strutture ristorative
e alberghiere di Como, Campione
d’Italia, Erba e Lecco. Gli studenti sono
arrivati la scorsa domenica 6 novembre
accompagnati dal loro tutor e sono
stati accolti presso la sede dell’Agenzia
per un momento di incontro e di
benvenuto. Dopo di che prenderà il
via l’esperienza italiana dei giovani
studenti che rientreranno in Francia
ai primi di dicembre. “Sicuramente è
una grande opportunità per i giovani,–
commenta il Presidente dell’Agenzia
Sergio Zauli – ma anche per gli
alberghi, cha hanno la possibilità
di formare e coinvolgere nelle loro
attività nuove leve di professionisti”.
In occasione dell’evento il CFP ha
organizzato il 21 novembre una serata
a tema sulla cucina francese “Le
beaujolais nouveau c’est arrivé con la
partecipazione del grand chef Bernard
Fournier” e la presentazione del famoso
vino, tipico proprio della zona di Lione.
dei diritti del fanciullo. Un
percorso di approfondimento voluto
dall’Amministrazione comunale
che prenderà il via venerdì 18
novembre, alle ore 21, sempre
presso il Padiglione delle Feste di
Albese con Cassano, con il convegno
sul tema: “Navigazione sicura e
controllo dei minori in internet”.
Domenica 20 novembre, alle
16, nello stesso luogo: Consiglio
comunale dei ragazzi di Albese
con Cassano affiancati dagli
amministratori in carica del Comune
di Albese con Cassano.
Giovedì 24 novembre, ore 21,
presso il Centro civico “Fabio
Casartelli” in programma il
convegno: Il diritto dei bambini
di essere ascoltati e compresi:
potenziali segnali d’allarme nelle
loro espressioni grafiche: il disegno
e la scrittura”.
Domenica 27 novembre, per
chiudere, dalle 15, presso il
Padiglione delle Feste, pomeriggio di
giochi e laboratori e una merenda in
compagnia.
❚❚ Presso l’ospedale S. Antonio Abate di Cantù
Fiabe su Ipad contro l’ansia
F
iabe su Ipad contro l’ansia preoperatoria
dei bambini. È l’idea sviluppata presso
l’ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù
dall’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione diretta dal primario Gianmario Monza
e confluita in un progetto messo a punto per
ridurre lo stress che si genera prima di un intervento e dedicato ai piccoli pazienti dai tre
ai dodici anni. L’iniziativa è stata possibile
grazie alla donazione di quattro tablet da utilizzare in sala operatoria da parte della Cassa Rurale e Artigiana di Cantù. «L’apprensione pre-operatoria dei genitori è sicuramente
un fattore scatenante dell’ansia dei bambini – spiega il primario Monza – che possono
avere incubi, provare ansia da separazione,
disturbi alimentari ed enuresi nel post-operatorio. Abbiamo pensato di proporre ai nostri
piccoli pazienti le favole prima sull’Iphone e
poi sull’Ipad proprio per distrarli, spostando
l’attenzione verso qualcosa di divertente
e gradevole». E questo sulla scorta di uno
studio condotto al Meyer di Firenze che
ha dimostrato che la presenza di operatori professionisti che interagiscono con
il bambino con improvvisazioni, magie e
giochi può ridurre del 50% l’ansia nei bambini in attesa di intervento chirurgico. «La
tecnologia – ha aggiunto il dott. Gianmaria
Lupia - è di grande aiuto per proporre loro fino all’ingresso in sala operatoria una
selezione di fiabe. I risultati sono evidenti:
i bimbi si tranquillizzano e lo stesso accade ai genitori. Per ridurre lo stress preoperatorio, inoltre, la presenza dei genitori va inserita in un ambiente rilassante
e familiare, costituito dal piccolo paziente, dal genitore e dal personale medico
e infermieristico». Il progetto si inserisce
in un quadro di attenzione a bambini e
alle famiglie da tempo messo in atto presso
il Sant’Antonio Abate. Già dal 2007, infatti, i
bambini dai tre ai dodici anni che devono essere sottoposti all’asportazione delle tonsille o
delle adenoidi eseguono gli esami pre-ricovero (esami di laboratorio, elettrocardiogramma
e visita anestesiologica) in Pediatria la mattina stessa dell’intervento e poi alle 11.30 sono portati in sala operatoria. Ciò consente ai
genitori di evitare un doppio accesso in ospedale, prima per gli esami e poi per l’intervento. All’ospedale di Cantù nel 2010 sono stati
effettuati 174 interventi su pazienti pediatrici
(chirurgia, otorinolaringoiatria, ortopedia).
Dall’inizio del 2011 a ottobre scorso ne sono
stati eseguiti 143. «Questo progetto – le parole
del Direttore Generale dell’azienda ospedaliera Marco Onofri – è la dimostrazione concreta
dell’attenzione costante ai pazienti, soprattutto nei confronti dei più piccoli».
Como Cronaca
Sabato, 19 novembre 2011 15
Sla: lottare per una vita normale
L
ottare insieme e uscire di casa: non uno slogan, ma l’ambizioso
programma in sintesi, da realizzare anche sul piano
dell’informazione mediatica, che è emerso dal convegnotestimonianza del 12 novembre a Villa Gallia tra il personale
sanitario, le famiglie e i pazienti affetti da Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica),
alla presenza del vescovo di Como Diego Coletti e con la partecipazione
del corpo dei volontari della Croce Rossa. Le malattie incurabili, è stato
il leit motiv ripetuto con ostinazione da tutti i relatori, non esistono, e se
anche esistessero non dovrebbero
mai comportare il significato di una
sentenza inappellabile: per secoli la
tubercolosi, oggi neutralizzabile con
qualche compressa, ha seminato
strage nel mondo, e persino il cancro,
che evoca orridi scenari soltanto
pronunciandone il nome, diventa
sempre più “abbordabile” in molte
sue forme. Ne è più che persuaso
il dottor Antonio Paddeu, primario
di riabilitazione cardiorespiratoria
del nosocomio “Felice Villa” di
Mariano Comense, una vita spesa
nella lotta alla Sla e nella ricerca
di valide soluzioni per il problema
forse più urgente e drammatico con
cui i degenti sono chiamati a fare i
conti, quello della solitudine e del
regime di forzata clausura tra le
pareti di una stanza domestica od
ospedaliera. Ma è questo il senso
che è affiorato anche dalle parole
che mons. Coletti ha rivolto alla
ventina di pazienti presenti e alle loro
famiglie: “è compito impegnativo e
difficile spiegare a chi è gravato da
questo peso, e alle famiglie che ogni
giorno devono confrontarsi con un
dramma di tali proporzioni, per quale
motivo Dio permetta l’esistenza di
una malattia così terribile e tante
sofferenze. Ecco perché a volte, nella
preghiera, occorre anche un po’
“litigare” con Dio, porre domande
specifiche sul senso di un dolore
che appare tanto più indecifrabile
quanto più ci sovrasta e ci attanaglia.
Non bisogna avere paura di cercare
risposte, nemmeno alla presenza di
Dio, soprattutto quando ignoriamo
le cause del mistero profondo da
cui scaturisce il male nelle sue
innumerevoli ramificazioni. E tuttavia,
con lo stesso coraggio, dobbiamo
combattere una quotidiana battaglia
per riportare l’ammalato al centro
ualche scambio informale di battute con il dottor Antonio Paddeu sul tema
tutt’altra e mi riferisco alla già avviata
della cura e sottrarre alla burocrazia
della Sla, in un linguaggio volutamente scevro da tecnicismi e dunque
sperimentazione sulle staminali, dalla
un primato che non le compete, così
accessibile a tutti, per fare un po’ il punto della situazione e alimentare, se
quale potrebbero scaturire soluzioni
come dobbiamo chiedere a gran voce
possibile, una fiammella di speranza per tutti coloro –degenti o congiuntirealmente efficaci e positive, che
anche quelle risorse economiche di
che sono messi a dura prova da questa malattia. “La Sla”, afferma il primario di
autorizzano a ben sperare già per
cui le famiglie, che da sole non ce la
Riabilitazione Cardiorespiratoria dell’ospedale “Felice Villa” di Mariano Comense, “è
il futuro immediato. Ma in linea di
fanno, hanno disperato bisogno, pur
un’affezione che riguarda il primo e il secondo motoneurone, di quella sorta cioè di
massima abbiamo tutti il dovere di
nella consapevolezza che l’attuale
“fili elettrici” che collegano il cervello al midollo e hanno una funzione di primaria
essere ottimisti, e di darci subito da
congiuntura è tra le meno propizie
importanza per la muscolatura e le articolazioni, essendo essi a trasmettere gli
fare per aiutare i nostri pazienti a
per il reperimento di fondi”. Alla
impulsi necessari all’esecuzione degli “ordini”. E’ dunque una patologia neuronale
rimuovere le barriere che li frenano e li
luce di tali premesse, ha proseguito
che ha ripercussioni motorie, ed è
condizionano, a cominciare da quelle
il vescovo, non avrebbe alcun
una patologia tra le più gravi a causa
di natura psicologica e relazionale.
senso interrogarsi sul dolore che ci
dell’elevato indice di mortalità, anche se una logica da superare senza esitazioni,
Battere la Sla significa in primo luogo
colpisce se prima non si è cercato
occorre precisare che in linea generale il perché il malato di Sla è un malato come
vincere la solitudine e questo chiama in
di comprendere il significato della
decesso avviene per complicazioni che
qualsiasi altro e deve essere trattato
causa il grande sogno nel cassetto che
vita e della persona umana: “Cos’è
interessano altri organi, a cominciare
con le medesime precauzioni applicate
tutti noi operatori coltiviamo da tempo:
la vita dell’uomo? E cos’è l’uomo?
dall’apparato respiratorio”.
negli altri casi. Sull’alta mortalità
organizzare un soggiorno marino per tutti
Sono queste le grandi domande
Sarebbe come dire, senza voler
incide pesantemente anche il senso
i malati, senza dimenticare l’allestimento
che necessitano di una risposta,
forzare i toni, che si corre il rischio
di disperazione e di abbandono del
di una serie di altri progetti che, come il
soprattutto in un mondo che, come
di intervenire sulla Sla trascurando
soggetto, che in numerose occasioni
monitoraggio a domicilio degli ammalati,
quello occidentale, ha gravemente
altri fattori patogeni di non minore
si “lascia morire” per un senso di
sinora non abbiamo potuto realizzare
deformato l’esatta prospettiva da cui
pericolosità? “Purtroppo è quanto
“vergogna” e per cessare di essere un
solo per una mera mancanza di fondi.
occorre guardare alla vita con il suo
avviene tutte le volte in cui si
handicap per il proprio nucleo familiare”.
L’appello che rivolgiamo ai cittadini è
iperattivismo frenetico e l’edonismo
concepisce il malato di Sla come un
Quali speranze ci sono per migliorare
proprio questo: che ci aiutino a trovare
che lo accompagna. Un mondo dove
“moribondo” e non gli si prescrivono
le condizioni di vita e di salute per
quelle risorse indispensabili per condurre
se non “fai” non “produci”, e se non
quei normalissimi accertamenti
queste persone?
a compimento le iniziative che abbiamo
“produci” non sei, non hai valore, non
diagnostici –esami del sangue,
“Attualmente l’unico farmaco
in mente e sulle quali puntiamo per
hai scopo e non hai senso. Questa
radiografie e via discorrendo- a cui
disponibile per allungare, sia pure di
realizzare una duplice vittoria terapeutica
distorsione è gravissima e pericolosa,
si sottopongono le altre persone che
poco, l’aspettativa di vita dei pazienti
e solidale”.
poiché ha conseguenze rovinose
abitano questo pianeta. Ma questa è
è il riluzolo, ma la strada da battere è
S. C.
nella vita di tantissimi occidentali
contemporanei. Ma se rimettiamo le
cose al loro giusto posto, riscoprendo
che la vita è un’essenza e non una
funzione, la centralità dell’uomo
e il suo valore riacquistano tutto il
proprio spessore, e allora nessuna
patologia e nessuna umana sofferenza
“Telefono Donna” inaugura
Esibizione del coro “Val
potranno mai inficiarne il significato
la nuova sede in via Castelunovo
profondo e perennemente vivo”.Nella
d’Intelvi” il 19 novembre
n occasione della Giornata internazionale contro la violenza
certezza che il compito preliminare di
abato 19 novembre alle ore 21 presso
sulle donne l’associazione “Telefono Donna” di Como inaugura
ogni profilassi è la rimozione del muro
la chiesa di Cristo Re a Tavernola, in
la nuova sede di via Castelnuovo 1, a Como il giorno 26
dell’omertà e della vergogna: “Aiutare
occasione della Festa Patronale, si esibirà in concerto il coro polifonico
novembre. Il programma prevede:
i malati a vincere la solitudine, perché
“Val d’Intelvi” che si compone di 35 elementi. Il prestigioso Coro è
Ore 10.30 presentazione dell’attività ventennale dell’Associazione
essere soli”, ha concluso mons. Coletti,
diretto dal maestro Nicola Franchi. Il repertorio è composto da melodie
Telefono Donna;
“equivale a essere morti“.
tradizionali e da suggestivi brani composti dallo stesso maestro Franchi.
Ore 11.30 Casa rifugio “Luna e le altre”: 10 anni di accoglienza,
SALVATORE COUCHOUD
La serata sarà presentata da Gabriella Nicoli. L’ingresso è libero.
presentazione dei risultati della ricerca-intervento.
Un convegno
testimonianza di
grande interesse
quello svoltosi la
scorsa settimana a
Villa Gallia. Presente
anche il Vescovo
A colloquio con il dott. Paddeu
tia
t
a
l
a
m
Una patologia
neuronale con
gravissime
ripercussioni
motorie e ridotte
possibilità di cura
Sclerosi laterale amiotrofica
Q
26 novembre
I
tavernola
S
Como Cronaca
16 Sabato, 19 novembre 2011
I numeri
del Banco
in provincia
di Como
nel 2010
E
cco i dati forniti dal Banco
Alimentare riguardanti l’attività
del 2010 in provincia e città di
Como.
Aziende donatrici: 173 tonnellate
Siticibo GDO: 90 tonnellate di cui 45
tonnellate dai supermercati Bennet
Siticibo ristorazione: 29
tonnellate; per un totale di cibo
raccolto in provincia pari a 293
tonnellate.
La raccolta di cibo ha portato ad un
risparmio per lo smaltimento di 125
euro a tonnellata.
L’Associazione Banco Alimentare
della Lombardia forte della propria
rete ha distribuito, in provincia di
Como, 471 tonnellate di cibo, di cui
352 di secco e 119 tonnellate di
umido. Il cibo è stato consegnato a
75 strutture caritative in provincia
di Como con 8636 assistiti. Di questi
28 hanno interessato la città di
Como con 2865 assistiti, per 115
tonnellate distribuite.
Colletta alimentare a Como, anno
2010: Raccolte 167 tonnellate di cui
115 da supermercati
Banco di Solidarietà: 700 persone
assistite. In quest’ultimo anno si è
andata ad equiparare l’assistenza tra
italiani e stranieri (50% - 50%).
Tra gli assistiti 150 bambini di età
inferiore a 10 anni; 90 adolescenti,
300 anziani, 30 genitori separati,
180 madri. La restante parte uomini.
26 novembre. 15° appuntamento nazionale
Torna
la Colletta
Alimentare
Obiettivo dell’iniziativa,
che si svolgerà anche
nella nostra provincia,
superare le 167 tonnellate
di cibo raccolte
nel comasco lo scorso anno
grazie a 1500 volontari
È
già a pieno regime, a Como, la
macchina organizzativa che sta
preparando l’appuntamento con
la 15° Giornata Nazionale della
Colletta Alimentare, in programma
il prossimo sabato 26 novembre,
quando più di 120 mila volontari della
Fondazione Banco Alimentare onlus,
in oltre 8600 supermercati, inviteranno
a donare olio, alimenti per l’infanzia e
scatolame (tonno, carne, legumi, pelati
e sughi) per aiutare oltre 8000 strutture
caritative distribuite sul territorio
nazionale: mense dei poveri, comunità
per minori, banchi di solidarietà, centri
di accoglienza etc. che sostengono circa
1 milione e 400 mila persone in stato di
indigenza.
L’obiettivo comasco è di superare le
167 tonnellate di cibo raccolte lo scorso
anno grazie all’aiuto di 1500 volontari
appartenenti a varie associazioni del
territorio.
Le donazioni di alimenti raccolte
durante la Giornata Nazionale della
Colletta Alimentare andranno ad
integrare quanto la rete del Banco
recupera grazie all’impegno quotidiano
di centinaia di volontari combattendo lo
spreco di cibo. Complessivamente nel
2010 in Italia sono state raccolte circa 65
Notizie flash
“Pranzetto
in Simpatia”
con la
Famiglia
Comasca
■ Acli
Verso il Congresso:
nuovo appuntamento
Continua il percorso di
approfondimento predisposto dalle
Acli in vista del Congresso provinciale
previsto per la prossima primavera,
importante momento di verifica
e ridefinizione del cammino del
movimento. Dopo l’incontro con Giulio
Sensi, il 10 novembre, direttore di
“Volontariato Oggi” e membro del team
di ricerca sul Welfare di Altreconomia,
il nuovo appuntamento verterà sul
tema del lavoro è sarà promosso
dal Comitato comasco “Salviamo la
Costituzione” di cui come ACLI siamo
membri attivi. L’incontro è previsto per
venerdì 16 dicembre alle ore 18 a Como
presso sala della CNA di Como in viale
Innocenzo XI, 70.
mila tonnellate di alimenti, pari ad un
valore di 210 milioni di euro.
In Lombardia nel 2010 il Banco
Alimentare ha complessivamente
raccolto 12800 tonnellate di cibo,
distribuito a 1200 strutture caritative
che assistono più di 160 mila indigenti.
Nel corso del 2010 in provincia di
Como sono state distribuite dal Banco
alimentare 471 tonnellate di cibo (di
cui 352 tonnellate di secco e 119 di
umido) a 75 enti che assistono più di
8600 persone. Tra questi anche 28 enti
della città di Como, che assistono 2865
persone.
L’impegno del Banco Alimentare della
Lombardia è, come noto, quello di
recuperare alimenti dai diversi canali
della produzione. Si tratta di cibi
ancora integri che tuttavia finirebbero
tra i rifiuti perché “imperfetti” o
troppo vicini alla data di scadenza,
oppure invenduti. Da qualche anno,
grazie all’approvazione della legge del
“Buon samaritano” si è potuto anche
avere accesso alla rete del “fresco”,
autorizzando la raccolta di cibo non
consumato dalla grande distribuzione
e dalla grande ristorazione, così da
poterlo “girare” il giorno stesso, o al più
tardi il giorno successivo alle mense di
poveri. Da quando è entrata in vigore
la legge in Italia sono stati “salvati” dal
Banco Alimentare 1 milione e 300 mila
pasti, di cui 900 mila in Lombardia.
A tale proposito a Como il Banco
Alimentare ha attivato, da cinque anni
ormai, il servizio “Siticibo”, proprio
dedicato al recupero di alimenti
freschi e cucinati (ma non serviti)
prelevati dalle mense aziendali,
ospedali, mense scolastiche, negozi
e catene della grande distribuzione.
Con furgoni refrigerati i volontari di
“Siticibo” si recano presso i donatori
per ritirare il cibo che resta e portarlo
agli enti caritativi che quotidianamente
distribuiscono pasti e aiuti alimentari
ai bisognosi. Grazie all’impegno
del Banco Alimentare a Como e
provincia, nel 2010, hanno evitato la
via della spazzatura quasi 264 mila kg
di alimenti. In particolare il servizio
“Siticibo”ha recuperato a Como, sempre
nel 2010, più di 16 mila porzioni di
piatti pronti, oltre 14 mila kg di pane e
prodotti da forno e 9 mila kg di frutta e
verdura.
A Como braccio operativo locale
del Banco Alimentare è il Banco di
Solidarietà, nato nel 1995 per fare della
solidarietà un’occasione di incontro, di
condivisione, di crescita della persona
e che assiste direttamente 700 persone,
la metà delle quali straniere. Tra gli
assistiti del Banco di Solidarietà da
segnalare: 150 bambini di età inferiore a
10 anni; 90 adolescenti, 300 anziani, 30
genitori separati, 180 madri. La restante
parte è composta da uomini.
Volto comasco della Giornata
Nazionale del 26 novembre sarà, anche
quest’anno, Davide Bernasconi Van De
Sfroos, ormai amico storico del Banco.
Nel corso della presentazione della
Giornata, la scorsa settimana, il sindaco
di Como Stefano Bruni ha sollecitato la
candidatura del Banco al conferimento
dell’Abbondino d’Oro 2011. (m.ga.)
Rebbio:
vendita
benefica
per la Terra
Santa
«
I
n considerazione della situazione
relativamente tranquilla in Terra Santa
c’è il forte rischio di dimenticare che i
“nostri cristiani” hanno ancora bisogno del nostro
aiuto». Chi parla è Mario Bianchi, presidente del
GTR, il Gruppo Turistico Rebbiese, associazione
che da anni promuove la vendita di prodotti in
ulivo, per «esprimere solidarietà e carità cristiana
a quanti hanno deciso di rimanere in quella Terra
benedetta, pur in mezzo ad enormi difficoltà».
Mario Bianchi si rivolge in particolare ai parroci,
alle Commissioni Missionarie e ai tanti amici
L
a Famiglia Comasca
organizza per la sera
del 24 novembre il
“Pranzetto Simpatia” per lo
scambio di auguri. Questa
volta si è scelto il Centro
di Formazione Professionale
di via Bellinzona,88 Settore Ristorazione - anche
allo scopo di presentare
ai comaschi una realtà
didattica che funziona
bene, ma che non tutti
conoscono.
della Terra Santa perché incoraggino, nel proprio
ambito, tale vendita, contribuendo così in modo
concreto alle necessità delle famiglie cristiane
della zona di Betlemme. I prodotti in ulivo
provenienti dalla Terra Santa sono in vendita, a
partire dal 21 novembre, presso la Sala Incontri
“Mons. Erminio Bardella”, a Rebbio, in Via P.
Paoli 25 (nei pressi della sede del giornale “La
Provincia”), ogni lunedì dalle h. 14.30 alle h.
17.30 e dalle h. 20.45 alle h. 21.30. è possibile,
inoltre, contattare il numero 031-522224
(Luisella), ore pasti.
Como Cronaca
Villa Erba:
il “no”porto
finisce in regione
Il Comitato, contrario al progetto che
prevede la creazione di 80 posti barca,
si è appellato direttamente al Pirellone
La richiesta: ripensare
il progetto e di aprire
al pubblico il Parco in
assenza di manifestazioni
C
hiedere l’apertura al pubblico
del Parco di Villa Erba di
Cernobbio, quando non vi
siano in corso manifestazioni
fieristiche o congressuali e ripensare
il progetto del Porto Marina per 140
posti barca che Regione Lombardia
ha fatto suo lo scorso 13 ottobre con
di Luigi Clerici
una delibera di Giunta. E’ quanto
chiedono i componenti del Comitato
“Villa Erba aperta”, costituito a Cernobbio da abitanti del centro lacustre, da
cittadini comaschi e anche di altri paesi limitrofi e turisti stranieri che, questa
volta, hanno preso in mano le proverbiali “carta e penna” ed hanno scritto
direttamente agli assessori ed ai consiglieri regionali.
Pomo della discordia della vicenda è il progetto promosso ormai due anni
fa dalla Società Villa Erba SpA e finalizzato alla realizzazione di un porto
marina che dovrebbe ospitare circa 80 imbarcazioni e 50 attracchi liberi, cui si
affiancherebbero altre palazzine da realizzare in un’area adiacente al torrente
Breggia al momento occupata da un bosco ceduo, in passato utilizzatae come
Galoppatoio. La realizzazione di queste
strutture implicherebbe la rimozione di
15 esemplari arborei e la piantumazione
di 7 nuovi alberi per un investimento
complessivo di 5-7 milioni di euro per la
realizzazione dell’intera opera. Secondo
la Società Villa Erba SpA, promotrice del
progetto, la realizzazione del porticciolo
potrebbe incrementare l’offerta di spazi
espositivi legati al settore nautico/lacuale e
renderebbe “tutto il comparto più fruibile
ai cernobbiesi” nel segno di quegli obiettivi
fissati dal “Patto per lo sviluppo per la
nautica lariana” sottoscritto da Regione
Lombardia ed altri soggetti pubblici ed
economici del territorio lo scorso 21 marzo.
Secondo il Comitato invece “è illusorio
pensare, secondo l’indirizzo della delibera
presentata in giunta, che la nuova Marina
creerà una filiera per incrementare la
nautica Lariana, quando esistono nel
territorio nazionale altre marine ed altri
poli espositivi di maggior consistenza e
considerazione internazionale: ai quali
i pochi cantieri nautici del lago di Como
possono fare riferimento per il rilancio
della loro economia con maggior profitto
rispetto a quello che otterrebbero dalla
Marina di Villa Erba”.
Risultano, quindi, ancora una volta
particolarmente travagliate le vicende
che accompagnano questo spazio la cui
villa a lago venne costruita a cavallo fra
Ottocento e Novecento dai coniugi Anna
Brivio, discendente da antica famiglia
nobiliare milanese, e Luigi Erba, impresario
milanese titolare dell’omonima industria
farmaceutica fondata dal fratello Carlo.
Il sindaco di Cernobbio, Simona Saladini,
ha più volte elencato i benefici del
futuro porto ed assicurato che grazie alla
nuova marina verrà aperta al pubblico la
passeggiata fronte lago di cui si vocifera
dalla fine degli anni 80. I membri del
Comitato, da parte loro, invece temono
l’ennesimo disastro ambientale ed
economico che il progetto potrebbe
determinare al primo bacino del lago, già
duramente colpito a livello d’immagine
dal fallimentare cantiere delle paratie (dal
rischio crolli dei muri di contenimento
delle sponde alle ripercussioni sulla
fauna ittica che, nel primo bacino, è
stata seriamente compromessa nella sua
riproduzione negli ultimi anni dal moto
ondoso e dall’inquinamento provocato dai
natanti).
LUIGI Clerici
Guardia di Finanza
Lario sicuro:
237 missioni
Q
uattro soccorsi per incidenti
nautici, sei imbarcazioni
alla deriva recuperate, 34
persone soccorse e 177 natanti
controllati. Sono questi alcuni dei
numeri che caratterizzano l’impegno
della Guardia di Finanza della stazione
navale di Nobiallo nell’ambito del
progetto “Lario Sicuro” inserito nel
Patto per la sicurezza del Lago di Como,
compresa la parte lecchese. I numeri si
riferiscono all’attività svolta nell’ultimo
anno (da ottobre 2010 ad ottobre 2011)
cui bisogna aggiungere anche tutta
una serie di interventi (23) effettuati
in coordinamento con altre forze di
polizia. In totale su tutto il bacino
lacustre si sono svolte 237 missioni.
Particolarmente impegnativi i servizi
a supporto di alcune manifestazioni
sportive a carattere mondiale come
il recente Campionato Offshore di
motonautica svoltosi a metà ottobre
nel primo bacino del Lario e il
servizio di vigilanza in occasione
dell’arrivo, a luglio, del Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano
a Menaggio. Il progetto “Lario Sicuro”
Il numero si riferisce
all’attività di tutela
e controllo svolta
nell’ultimo anno
(ottobre 2010 ottobre 2011)
ha come obiettivo la fattiva
collaborazione fra le diverse
forze di Polizia che operano
sul territorio soprattutto
Guardia di Finanza e Carabinieri, i due
corpi dotati di proprie imbarcazioni.
“Dopo il primo anno di assestamento
in questa seconda stagione l’attività
coordinata delle Forze di Polizia si è
svolta in maniera molto più fluida ed
efficace - ha sottolineato il Capitano
della stazione navale di Nobiallo, Felice
Cicchetti - Si è trattato soprattutto di
garantire una più efficace ed organica
distribuzione di uomini e mezzi
sia per quanto riguarda le zone di
pattugliamento sia per tempi e orari di
uscita, sviluppando un’inedita quanto
proficua attività di collaborazione
concentrata principalmente nel periodo
estivo” . A questi risultati ha contribuito
il rinnovamento del parco imbarcazioni
con l’arrivo di due ‘Vedette Veloci’,
classe V.3000. Si tratta di imbarcazioni
capaci di navigare in sicurezza anche
in condizioni meteo avverse e dotate
di una forma che rende lo scafo molto
stabile. Con una velocità massima di 58
nodi, pari ad oltre 100 chilometri orari,
rappresentano i migliori e più avanzati
mezzi navali delle Forze di Polizia in
circolazione sul Lario. (l.cl.)
Sabato, 19 novembre 2011 17
Notizie flash
■ Ticosa
Al via i lavori
di bonifica dell’area
foto william archivio
Recinzione dell’area e predisposizione
del cantiere, taglio delle piante e
dell’erba, pulizia, misure fonometriche
(legate alla rumorosità delle lavorazioni
previste), rilievi topografici (per la
definizione dei punti di scavo) e dei
livelli della falda acquifera. La tanto
attesa bonifica dell’area dell’ex Ticosa,
prevista prima per la primavera, poi per
l’estate sta per entrare finalmente nel
vivo, anche se gli scavi veri e propri
inizieranno a gennaio. Un’operazione
di trattamento del sottosuolo che
durerà 6 mesi. Per permettere i lavori,
ovvero per consentire l’ingresso dei
mezzi pesanti all’area di cantiere,
sono già stati soppressi 34 posti auto.
Ne restano 220 che rischiano, però,
di scomparire tutti da metà gennaio
in poi quando, come accennato,
verranno effettuati gli scavi veri e
propri, cui seguirà lo smaltimento e il
campionamento del terreno, operazioni
queste che proseguiranno fino ai
primi giorni del mese di marzo. Con
dicembre, invece, ci si dedicherà alle
operazioni preparatorie e cioè verifiche
del terreno, predisposizione dell’area
di stoccaggio dei rifiuti, verifica dei
sottoservizi. La bonifica prevede
dunque scavi, opere provvisionali
legate agli interventi da effettuare,
l’asportazione del terreno contaminato
ed il suo smaltimento in discarica
(previa definizione del tipo di rifiuto),
l’analisi delle acque di falda (tre volte
al mese), delle polveri (due giorni a
settimana) e del terreno. L’investimento
del Comune di Como ammonta ad
oltre due milioni di euro (due milioni
e 400mila euro finanziati dall’ente
attraverso l’accensione di un mutuo).
Il direttore lavori che sovrintenderà
alla bonifica sarà l’ingegner Rinaldo
Marforio, il professionista che ha
redatto il progetto esecutivo del Pob
(progetto operativo di bonifica);
responsabile della sicurezza in fase
di cantiere è stata, invece, nominata
l’ingegner Raffaella Comolli, già
redattrice del Piano della sicurezza in
fase di progettazione; collaudatore,
infine, è stato nominato il geologo
dottor Maurizio Nespoli. L’impresa
che si è aggiudicata la gara per la
bonifica, indetta dall’amministrazione
comunale, è la Autotrasporti Pensiero
srl di Cairo Montenotte (Savona) che
deve assumersi l’onere di tutte le
pratiche amministrative (gestione
SISTRI – registri di carico e scarico,
ecc.) relative al materiale da smaltire,
oltre ad individuare il trasportatore
competente ed il destinatario del
rifiuto (impianto/discarica). A
metà marzo termineranno i lavori
con il collaudo e il rinterro e la
smobilitazione del cantiere verrà
eseguita tra la fine di marzo e i primi
giorni di aprile. (l.cl.)
Design: Marcello Francone, Leo Guerra
Stampa: Ramponi Arti Grafiche
in copertina: Santo Vescovo Comasco, particolare. Como, Sant’Abbondio
18 Sabato, 19 novembre 2011
Informazioni
Fondazione Gruppo
Credito Valtellinese
+39 0342.522.645/627
[email protected]
La regalità di Cristo.
Pitture murali in Sant’Abbondio a Como
a cura di Carla Travi
formato 24x28 cm
pp. 320, ill. 519
cartonato
editore Skira,
Gruppo bancario
Credito Valtellinese
Invito
La regalità
di Cristo
Como Cronaca
Pitture murali
in S. Abbondio, a Como.
Un volume denso
di contenuti
Ecco l’indice del volume: “La regalità di Cristo.
Pitture murali in Sant’Abbondio a Como”:
La basilica romanica: Luigi Carlo Schiavi;
Architetture dipinte e pitture ornamentali: Carla Travi;
Dall’Antico Testamento a Cristo Re: Carla Travi;
Le Storie di Cristo: Carla Travi;
La spada e la corona: Francesca Pasut;
Testimoni d’occasione: le figure marginali: Carla Travi;
Il presbiterio: Andrea Straffi;
Uno sguardo d’insieme: questioni iconografiche e storiche: Carla Travi;
La tribuna: Carla Travi;
Pitture murali
in Sant’Abbondio a Como
Basilica di Sant’Abbondio. Un libro dedicato alle pitture murali all’interno dello
splendido edificio romanico. Suggestivo repertorio fotografico con oltre 500 immagini
La regalità di Cristo
I
l “Credito Valtellinese”
invita alla presentazione
del libro: “La regalità di
Cristo. Pitture murali
in Sant’Abbondio a Como”
che si terrà mercoledì
23 novembre alle ore
17.30 presso l’Aula Magna
dell’Università dell’Insubria,
in via Sant’Abbondio, 12, a
Como. Interverranno: mons.
Diego Coletti Vescovo di
Como; Giovanni De Censi,
presidente Credito Valtellinese;
Angelo Palma, presidente
della Fondazione Gruppo
Credito Valtellinese; Giorgio
Maria Zamperetti, direttore
Vicario del dipartimento di
Diritto, Economia e Culture
- Università dell’Insubria;
Mina Gregori, presidente
Fondazione Roberto Longhi
e Carla Travi, curatrice del
volume. Il volume, edito
da Skira, è stato sostenuto
dalla Fondazione Credito
Valtellinese, che lo adotterà
come ‘libro strenna’ per il
Natale 2011. Un repertorio
fotografico completo e molto
suggestivo, con più di 500
immagini.
“Mi auguro che questo volume
inviti – scrive Carla Travi,
introducendo l’opera - a fare o
rifare conoscenza diretta con
quel luogo straordinario che
è la basilica di Sant’Abbondio
a Como, dove si può provare
la sensazione di essere
contemporaneamente fuori
dal mondo e a casa propria.
S’incontrerà uno splendido e
assai noto edificio romanico,
che nel volume è raccontato
puntualmente e con nuove
interessanti osservazioni
da Luigi Schiavi, elevato da
una comunità benedettina
introdotta giusto all’inarca
un millennio fa presso
l’importante e vetusta basilica
paleocristiana dei Santi
Pietro e Paolo. Si troveranno
soprattutto le numerose
pitture murali di cui si tratta in
questo volume, alcune delle
quali attirano l’attenzione fin
dall’ingresso con i loro colori
vivaci e la promessa di una
piacevole narrazione. Si tratta
degli affreschi absidali che
fin dalla metà dell’Ottocento
hanno avuto cenno da parte
dei più insigni storici dell’arte,
divenendo piuttosto noti
anche se non pienamente
conosciuti. La stessa ricchezza
dell’insieme, nonché l’elevata
altezza cui si colloca la
maggior parte delle pitture,
consente normalmente una
Il volume, edito da Skira, è stato
sostenuto dalla Fondazione Credito
Valtellinese, che lo adotterà come
‘libro strenna’ per il Natale 2011.
Sarà presentato mercoledì 23
novembre, alle ore 17.30, presso
l’Aula Magna dell’Università
dell’Insubria. Saranno presenti
il vescovo di Como mons. Diego
Coletti e la celebre storica dell’arte
Mina Gregori
considerazione più generale che approfondita. Anche l’unica
monografia dedicata alla chiesa nel 1966, pur corredata da
moltissime immagini, non documenta interamente il ciclo
absidale, e tantomeno la totalità delle pitture murali del
Sant’Abbondio. Ancora vanno enumerate le delicate, e finora
pressoché totalmente ignorate, pitture quattrocentesche
che ornano lo zoccolo absidale, finalmente qui riprodotte e
indagate da Mario Marubbi. La maggior parte del volume è
però dedicata alla vera e propria riqualificazione pittorica che
si venne attuando in basilica nella prima metà del Trecento.
Grazie alla campagna fotografica appositamente realizzata,
e ad alcune foto della prima metà del Novecento di proprietà
della diocesi di Como, riprodotte qui per la prima volta, se ne
può avere un’idea dettagliata, sia
nello stato attuale, che presenta
ammaloramenti, sia in una più
antica definizione, a tratti meglio
leggibile. La storia dei numerosi
interventi conservativi è dipanata
da Andrea Straffi dal XVI secolo
a oggi, e quasi in tempo reale,
dato che si tiene conto anche dei
dati fin qui divulgati risultanti
dai restauri svoltisi all’inizio del
presbiterio nella prima metà
del 2011. Tre secoli dopo la
realizzazione del monumento si
rinnovarono le severe murature
romaniche fingendo costosi
marmi policromi a impreziosire
la navata centrale e lo spazio
presbiteriale. In quest’ultimo
ambito venne inoltre realizzato
un ampio ciclo di Storie di Cristo
eccezionalmente giunto sino
a noi quasi del tutto integro.
. L’occasione di indagare con
più precisione il linguaggio dei
frescanti all’opera nell’abside
permette poi di comprendere
meglio l’importanza che il loro
lavoro ebbe sul territorio, dove
si ha testimonianza di un’ampia
divulgazione del loro esempio,
per quanto qualitativamente
inferiore. Il complesso programma
iconografico delle parti figurative
fu probabilmente stabilito
intorno al 1315 dall’abate Benno
Lambertenghi con la complicità
del parente Leone, vescovo di
Como e figura di spicco, a diretto
contatto con imperatori e papi in
un contesto storico decisamente
problematico. Non si trattò
tuttavia di una manifestazione
dinastica, dal momento che
il ciclo è incentrato piuttosto
sul tema della regalità, quella
terrena in funzione di quella
divina di Cristo, sottolineata con
ogni mezzo, con ampio ricorso
all’oro e frequenti raffigurazioni
di simboli regali. Inevitabile
anche la rappresentazione del
principale strumento del potere,
gli armati, dei cui accessori il
ciclo absidale di Sant’Abbondio
fornisce una descrizione tra le più
ampie e dettagliate dell’epoca,
riconsiderata con puntualità
da Francesca Pasut. Molti sono
ancora gli aspetti da indagare,
tante le domande che non hanno
trovato risposta, ma lo strumento
iconografico del volume è da
oggi nuova e solida base di
conoscenza. Lo si offre a celebrare
un compleanno speciale qual
è un millenario, nell’augurio
che conoscere sempre meglio il
Sant’Abbondio consenta di amarlo
e di conservarlo per almeno altri
mille anni”.
Como Cronaca
✎ In preghiera
Un secolo, mille
voci. A Civello
l’organo restaurato
attraverso la
musica e il canto
C
arissimi parrocchiani,
dopo tanta attesa sono finalmente
terminati i lavori di restauro del
“nostro organo”.
Papa Benedetto XVI, inaugurando
l’organo di Ratisbona, così si esprimeva:
“L’organo da sempre e con buona ragione,
è qualificato come il re degli strumenti
musicali, perché riprende tutti i suoni
della creazione e dà risonanza alla
pienezza dei sentimenti umani, dalla
gioia alla tristezza, dalla lode fino al
lamento. Inoltre, trascendendo come ogni
musica di qualità la sfera semplicemente
umana, rimanda al divino. La grande
varietà dei timbri dell’organo, dal
piano fino al fortissimo travolgente, ne
fa uno strumento superiore a tutti gli
altri. Esso è in grado di dare risonanza
a tutti gli ambiti dell’esistenza umana.
Le molteplici possibilità dell’organo ci
ricordano in qualche modo l’immensità e
la magnificenza di Dio”. Parole bellissime
che sottolineano come, attraverso il suono
dell’organo e la musica, noi riusciamo
ad esprimere tutti i nostri sentimenti di
preghiera.
I suoni che riecheggeranno nella nostra
chiesa durante la liturgia racchiuderanno
in sé le vicissitudini di noi uomini che
con la preghiera ci rivolgiamo a Dio
per lodarlo, adorarlo, ringraziarlo e
implorarlo.
E’ così che il nostro vivere quotidiano
diventerà preghiera attraverso la musica
e il canto. Queste parole sono contenute
anche nel titolo del progetto di restauro
che oggi trova il suo compimento: “Un
secolo, Mille voci”. Come chi ci ha
preceduto nella fede, così anche noi
potremo rivolgerci a Dio accompagnati e
sorretti dalla soavità di questi suoni che
hanno riacquistato la nitidezza di un
tempo.
Ringraziamo la Fondazione Provinciale
della Comunità Comasca Onlus che ha in
buona parte finanziato il restauro e tutti i
nostri preziosi volontari.
Il ringraziamento più grande è, però,
per tutti voi parrocchiani di Civello. Le
vostre offerte, fatte senza clamore, hanno
permesso di realizzare quest’ opera,
orgoglio per tutti noi.
don Enrico Colombo,
il Consiglio Pastorale,
il Consiglio
per gli Affari Economici
Domenica 20 novembre la parrocchia
dei SS. Cosma e Damiano saluta
l’inaugurazione del prezioso organo a canne
è stato restaurato fra
il 2010 e il 2011 nel
laboratorio organario
della ditta “Colzani
Organi snc”
di Villa Guardia
Programma
F
itto il programma dei
festeggiamenti per il restauro
dell’organo.
Domenica 20 novembre
Ore 15.30 solenne benedizione
dell’organo;
Ore 16 Concerto inaugurale del maestro
Emanuele Carlo Vianelli, titolare ai
grandi organi del Duomo di Milano;
Ore 18 Santa Messa Solenne con la
partecipazione della Corale della
Parrocchia dei SS. Cosma e Damiano
Sabato 10 dicembre, ore 21
Concerto del maestro Andrea Macinanti
docente d’ Organo e Canto Gregoriano
presso il Conservatorio “G.B. Martini”
di Bologna
Sabato 7 gennaio 2012, ore 21
Concerto di Natale della Corale della
Parrocchia dei SS. Cosma e Damiano
Sabato 28 gennaio 2012, ore 21
Concerto del Maestro Alessandro
Bianchi, organista della Basilica
di S. Paolo di Cantù.
L’
organo di Civello è stato
restaurato fra il 2010 ed il 2011
nel laboratorio organario della
ditta “Colzani Organi Snc”, con
sede a Villa Guardia, dagli organari Ilic
Colzani e Ettore Bastici coadiuvati dai
loro collaboratori Emanuele Grisoni e
Valentina Vittani.
La parrocchia di Civello di Villa Guardia
è dedicata ai SS Cosma e Damiano.
Fondata nel 1493, conta attualmente
circa 2600 abitanti riuniti in più di 1000
famiglie. Da quanto risulta negli archivi parrocchiali, possiamo affermare
che l’organo di Civello ha due momenti importanti, confermati anche dai
ritrovamenti in fase di restauro. Il primo strumento ottocentesco, nato dalle
mani di Damiano Damiani, si evolve nel primo decennio del Novecento
per opera dei costruttori Nasoni e Gandini divenendo lo splendido organo
dei giorni nostri. Fino al 1827, data dell’ultimo ampliamento della chiesa
su progetto dell’architetto Simone Cantoni, le dimensioni dell’edificio non
consentivano di alloggiarvi uno strumento grande ed imponente come un
organo a canne per l’accompagnamento liturgico. Dopo la sua nomina a
parroco di Civello nell’anno 1829, don Antonio Noseda pensò di dotare la
chiesa di nuove porte, cantoria e organo. La storia del primo organo della
chiesa di Civello, costruito dall’ex cappuccino bergamasco Damiano Damiani
a cavallo fra il 1832 e il 1833, è ben testimoniata nel libro del professor
Mario Mascetti dal titolo “Civello, una chiesa, una storia” (ed. New Press –
Como, 1993). Lo strumento fu realizzato con l’aiuto di tanti parrocchiani
che si impegnarono a versare il loro contributo: i loro nomi, con accanto
anche la corte in cui abitavano (Parasciola, Pedrinella, Fenegrò, Martinetti,
Brugo, Belvedere...) e le cifre per cui si impegnavano appaiono su un foglio
conservato nell’archivio parrocchiale. Damiano Damiani, insieme con due
Sabato, 19 novembre 2011 19
assistenti, impiegò 21 giorni a montare
l’organo. L’organo fu collaudato il 14
ottobre 1833. Su richiesta dello stesso
Damiani il collaudo avvenne ad opera di
un altro fabbricatore d’organi, tal Giuseppe
Lotterio. Dall’atto di collaudo desumiamo
la stima del valore dell’organo in lire
austriache 3.862. Nel tempo, però, l’organo
del Damiani dimostrò di aver bisogno di
manutenzione e riparazioni. Dopo 77 anni
di servizio arrivò un momento cruciale; il
20 dicembre 1909 fu costituito un apposito
“Comitato per il nuovo organo”, presieduto
dall’allora vicario e organista don Rinaldo
Cairoli. Il Comitato ottenne l’appoggio dalla
Fabbriceria di Civello e il primo acconto
di 1000 lire per l’avvio dei lavori. La spesa
preventivata era pari a circa 4000 lire.
La costruzione del nuovo organo venne
affidata agli organari varesini Francesco
Nasoni e Elia Gandini che avevano
precedentemente lavorato presso la bottega
dei Bernasconi di Varese.
Il concerto di inaugurazione del nuovo
organo Nasoni e Gandini avvenne
domenica 28 agosto 1910 con l’esibizione
alle tastiere di tal professor Albergani,
il cui nome risulta incerto a causa della
grafia non chiara del documento. La scelta
della data non fu casuale. Nel 1910, il 28
agosto coincideva con la ricorrenza della
tradizionale celebrazione della solennità
della Madonna della Cintura, protettrice
della Parrocchia di Civello. Negli anni
Ottanta l’organo cominciò a dimostrare le
sue precarie condizioni di conservazione e
funzionamento. Il tempo e la polvere non lo
avevano risparmiato. Il 14 novembre 1992
giunse l’atto di vincolo di tutela dell’organo
da parte della Soprintendenza dei Beni
Ambientali. L’atto rimarcò ufficialmente
che l’organo era un bene da preservare
e un patrimonio dell’intera collettività.
Nel 1993 fu convocata la ditta Mascioni
di Cuvio per redigere una proposta di
restauro. I propositi di intervenire, però,
passarono in secondo piano rispetto ad
altre necessità della comunità: il nuovo
oratorio, la casa parrocchiale e, da
ultimo, il restauro degli apparati pittorici
all’interno della chiesa e il rifacimento
totale del pavimento, dell’impianto di
riscaldamento e dell’impianto elettrico
nel 2003. Terminate queste opere, riprese
vita l’idea di “ridare voce” all’organo.
Anni di abbandono, di polveri e calcinacci
accumulati per l’apertura, nel 1979, del
rosone in facciata, l’allargamento, nel 1983,
della cantoria e il rifacimento generale
della chiesa avevano reso l’organo non più
utilizzabile. L’intervento, molto atteso e
necessario, ha richiesto tempi lunghi per
il reperimento delle risorse economiche e
per l’ottenimento di tutte le autorizzazioni
dagli Enti preposti. Dal 2009 il parroco
don Enrico Colombo, l’organista Mattia
Calderazzo, la Commissione Affari
Economici, alcuni rappresentanti della
corale e del Consiglio Pastorale hanno
concretizzato il progetto di recupero
avviando i primi contatti con organari e
istituzioni.
❚❚ Una ricca carrellata di personaggi si è succeduta nei secoli
Organisti: storie di uomini e musica
L
dà colore, sentimento e animo
’organista
alla preghiera attraverso la musica. Stori-
camente è una figura che compare tra gli
stipendiati della parrocchia, anche se in alcuni
casi non ne è riportato chiaramente il nome. Il
primo organista in ordine cronologico fu Pietro
Corti di cui vi è traccia certa almeno dal 1839.
Corti prestava alla parrocchia anche la sua attività di fabbro. Gli subentrò Giulio Cattaneo
dal 1873 al 1877. Nel 1877, essendo vacante il
posto di organista, si ricorse provvisoriamente
a Battista Castelli che suonò “per cinque feste”. Gli successe, dal 1878 e fino al 1904, il fabbriciere Fioravante Arrighi. Arrighi, fino al 24
maggio 1911, tenne anche la mansione di tesoriere con meticolosa precisione. A lui si deve il
ritrovamento in perfetto stato di conservazione
dei conti amministrativi di quegli anni. Organista in carica dal 1905 fino al 1914 fu l’allora
vicario don Rinaldo Cairoli cui spettò la presidenza del Comitato promotore per la costruzione del nuovo organo. La sostituzione di don
Cairoli con don Rizzieri Giudici comportò
la ricerca di un nuovo organista: per soli
due anni si prestò Piero Cavalleri. Da alcune note, il Cavalleri non sembrerebbe essere stato organista fisso quanto piuttosto “a
chiamata”, in base al bisogno. Gli successe
Angelo Bianchi dal 1917 al 1937. Nel 1938,
tra coloro che hanno percepito compensi,
è riportato l’organista Imperiali. Portatrice di forti interessi musicali fu la figura di
don Antonio Seveso, parroco di Civello per
quasi 45 anni. Don Antonio Seveso fu, oltre
che sacerdote, profondo cultore e conoscitore della musica. Nella memoria di alcuni
suoi parrocchiani ancora viventi è ricordato
come valente e rigoroso maestro della corale. Nelle solennità lasciava che il vicario
celebrasse la Messa, per avere di persona
la direzione del coro e l’accompagnamento
dell’armonium che, posto sull’altare laterale
dedicato alla Madonna della cintura, veniva
da lui suonato “in risposta all’organo”. Nel
periodo del secondo conflitto mondiale Lino
Taborelli, spinto da don Antonio Seveso, cominciò i suoi primi studi alla Scuola Diocesana
di Musica Sacra di Como. La Veglia Pasquale
del 1941 segnò l’inizio del percorso che lo ha
visto impegnato per oltre 60 anni nel servizio
alla liturgia. La consolle dell’organo conobbe
la mano di monsignor Ilario Cecconi, Maestro
di cappella della cattedrale di Como, chiamato
dal 1979 al 1992 ad insegnare a Civello canto
e musica. Anche se la sua presenza si limitava alle principali festività patronali, fu il primo
a lamentare il precario stato di conservazione dello strumento. Sull’organo di Civello ha
iniziato a suonare anche Ilic Colzani, l’attuale
restauratore. Il Nasoni e Gandini lo ha aiutato a maturare la sua passione per l’organaria,
passione trasformata ben presto in una professione. Organista, dal 2003, è Mattia Calderazzo che ha studiato presso la Scuola Civica
di Musica di Villa Guardia e ha affiancato Lino
Taborelli dal 2000 al 2003.
Confcooperative
Sabato, 19 novembre 2011 21
Via Milano. Un omaggio per i primi clienti
D
a oltre 15 anni,
la Cooperativa
Garabombo è
una realtà del
commercio equo e solidale
presente a Como, impegnata
nella promozione di un
approccio alternativo al
commercio convenzionale,
basato non sul profitto, ma
su criteri di equità, giustizia
sociale, sviluppo sostenibile
e rispetto ambientale.
Scegliere i prodotti del
Commercio Equo e
Solidale è una scelta di
responsabilità, perché
attraverso l’acquisto di
questi prodotti si sceglie
di sostenere progetti di
sviluppo nei paesi poveri del
mondo, di giustizia, perché
il commercio equo e solidale
garantisce una giusta
retribuzione e condizioni di
vita dignitose per artigiani e
contadini dei paesi in via di
sviluppo, e di qualità, perché
tutti i prodotti sono realizzati
con materie prime eccellenti,
curati in ogni dettaglio e
realizzati secondo tecniche
tradizionali.
Anche il Papa Benedetto XVI,
nell’Enciclica CARITAS IN
VERITATE, sottolinea come:
Per Natale
scegli dignità,
giustizia,
qualità e
tradizione.
Scegli un regalo
equosolidale
Garabombo cambia casa
“E’ bene che le persone si
rendano conto che acquistare
Da sabato 19 novembre. Fino a Natale la nuova bottega si affiancherà
è sempre un atto morale, oltre
che economico. C’è dunque
alla storica di via Bianchi Giovini offrendo interessanti idee natalizie
una precisa responsabilità
sociale del consumatore,
che si accompagna alla responsabilità
ogni forma di speculazione, combattendo
carceraria, prodotti realizzati dai soggetti
sociale dell’impresa. I consumatori
lo sfruttamento minorile, sostenendo
che gestiscono le terre confiscate alle
vanno continuamente educati al ruolo
progetti di autosviluppo nel rispetto
mafie).
che quotidianamente esercitano e che
dell’uomo e dell’ambiente e la crescita
essi possono svolgere nel rispetto dei
della consapevolezza dei consumatori e
principi morali, senza sminuire la
l’educazione al consumo critico.
razionalità economica intrinseca all’atto
dell’acquistare[….] è utile inoltre favorire
Sabato 19 novembre a partire dalle ore
forme nuove di commercializzazione di
16 la Cooperativa Garabombo inaugura
Lunedì chiuso
prodotti provenienti da aree depresse del
la nuova bottega di via Milano al civico
pianeta per garantire una retribuzione
58 con musica, assaggi di specialità
Martedì 9.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00
decente ai produttori, a condizione
gastronomiche e un omaggio per i primi
Mercoledì 9.00 - 13.00 /15.00 - 19.00
che si tratti veramente di un mercato
clienti.
Giovedì 9.00 - 13.00 /15.00 - 19.00
trasparente, che i produttori non ricevano
Fino a Natale la nuova bottega si affianca
Venerdì 9.00 - 13.00 /15.00 - 19.00
solo maggiori margini di guadagno
alla storica bottega di Via Bianchi Giovini
Sabato 9.00 - 13.00 /15.00 - 19.00
ma anche maggiore formazione,
offrendo una selezione di idee regalo e
Domenica (solo mese dicembre): 10.00 – 19.00
professionalità e tecnologia.”
proposte natalizie ricche di valore per
chi le riceve e per chi le ha prodotte.
È guardando anche in questa direzione
La nuova bottega affianca ai prodotti
che il Commercio equo e solidale agisce,
equi e solidali tradizionali, proposte di
pagina a cura
promuovendo rapporti diretti con i
filiera corta (in collaborazione con la
di confcooperative
produttori, migliorandone l’accesso
Cooperativa Corto Circuito) e prodotti
unione provinciale di como
al mercato, garantendo un’equa
realizzati in contesti sociali e a rischio
www.eurekacomo.it
retribuzione per il loro lavoro, eliminando (cooperazione sociale, economia
Orari di apertura
Prodotti
della Legalità
“Banda
Biscotti”:
economia
carceraria
P
rodotti della legalità: Libera Terra è il marchio che contraddistingue le produzioni biologiche sulle terre liberate dalla mafie
in tutta Italia e curate dalle cooperative sociali che aderiscono
al progetto. Il marchio Libera Terra sintetizza due elementi: il valore etico sociale del progetto nel suo insieme e il valore qualitativo
del singolo prodotto e/o servizio offerto. Un progetto di coralità,
perché mette insieme soggetti diversi, ognuno secondo le proprie competenze, per un obiettivo comune: con- tri produttori che condividono
fiscare i terreni significa anche creare gli stessi principi e promuovencondizioni per trattenere quanta più do la coltivazione biologica dei
ricchezza possibile sul territorio e ga- terreni.
rantire così opportunità occupaziona- Le attività condotte dalle coopeli. “Libera Terra” nasce con l’obiettivo rative sociali sui beni confiscati
di valorizzare territori stupendi, ma si basano su un metodo di lavodifficili, partendo dal recupero sociale ro che coinvolge i soggetti sani
e produttivo dei beni confiscati alla cri- del territorio, facendo del bene
minalità organizzata per ottenere pro- confiscato una risorsa per lo svidotti di alta qualità attraverso metodi luppo dell’intero circuito sociorispettosi dell’ambiente e della dignità economico attraverso il coinvoldella persona. Inoltre, svolge un ruolo gimento degli agricoltori e altri
attivo sul territorio, coinvolgendo al- settori produttivi del territorio,
L’associazione
“Garabombo L’invisibile
propone”: giovedì
24 novembre alle
ore 18.30 presso la
libreria Feltrinelli di
Como la presentazione
del libro “Il mestiere
della libertà” edito da
Altreconomia a cura di
Pietro Raitano, direttore
di Altreconomia. Dai
biscotti alla moda, le
storie straordinarie
dei prodotti “Made in
carcere”. Il lavoro è lo
strumento più efficace
di reinserimento nella
società per i detenuti: lo
dicono i numeri, lo dice
l’esperienza. Già nella
Costituzione si riconosce
che dalla dignità di
un impiego passa la
riconquista della libertà,
e con essa la probabilità
di non delinquere più.
Ecco perché vale la pena
conoscere il mondo del
lavoro nelle carceri. Qui
la libertà ha il profumo
di pane e focaccia o
della carta appena
stampata, della ricotta
calda o di una borsa in
pvc riciclato, di un vino
rosso ribelle, di una
maglietta in cotone bio
con uno slogan duro. Per
questo motivo è stato
scritto questo libro:
per sostenere le molte
iniziative di lavoro nei
penitenziari italiani,
siano esse affidate a
cooperative o imprese
private e pubbliche,
attraverso il racconto di
100 progetti di economia
carceraria italiana.
Perché far lavorare i
detenuti conviene: a loro
stessi, alle loro famiglie,
alle aziende, a tutti noi.
P
tramite degli accordi di produzione e delle strutture artigianali
che effettuano la trasformazione
dei prodotti.
Dalla condivisione dello spirito
e delle regole del progetto nascono i prodotti a marchio ‘Libera Terra’: il sapore della legalità, del riscatto, della libertà.
Vini, pasta, legumi, olio, agrumi,
conserve: sono solo alcuni dei
prodotti che vengono dalle cooperative in Sicilia, Campania,
Puglia e Calabria.
rodotti economia carceraria: “Banda Biscotti” è il marchio
legato al progetto di produzione di biscotti all’interno dei
laboratori della Casa Circondariale di Verbania (VB) e della
Casa di Reclusione di Saluzzo (CN) ed è nato nel 2009 dall’unione
tra il C.F.P.P. “Casa di Carità Onlus” (esperto in formazione
professionale) e la Cooperativa “Divieto di Sosta” (già presente nel
mercato della ristorazione). “Banda Biscotti” intende contribuire in
maniera concreta a dare un senso all’esperienza della carcerazione,
contenendone il potenziale di inutilità e ridonando ai carcerati
motivazione, fiducia e possibilità di riscatto. Banda Biscotti racconta
storie di persone che trascorrono la loro pena lavorando al servizio
di un progetto che, oltre a garantire la propria riproducibilità nel
tempo, vuole impegnarsi sul piano della sensibilizzazione della
comunità locale rispetto ai tempi della devianza, del carcere, della
pena e della sicurezza. La base del progetto sta nella convinzione
che la formazione possa giocare un ruolo di primo piano rispetto
allo sviluppo di politiche votate all’inclusione sociale delle persone
più fragili presenti all’interno dei nostri circuiti di pena.
22 Sabato, 19 novembre 2011
Lavoro
Como Cronaca
L’iniziativa, di Comocuore, sostenuta anche dalla Cisl,
vede il contributo dell’Amministrazione provinciale
Badanti: un nuovo
corso di formazione
U
n vero e proprio
corso per badanti,
utile a fornire
quelle informazioni
necessarie a migliorare
la cura dei loro assistiti,
in prevalenza anziani. E’
questa l’iniziativa lanciata,
giovedì 10 novembre,
dall’associazione
Comocuore, in
collaborazione con
l’amministrazione
provinciale di Como. Una
proposta che riprende ed
amplia un progetto analogo,
lanciato dall’associazione
comasca nel 2010. “L’anno
scorso – spiega Giovanni
Ferrari, presidente di
Comocuore – abbiamo
organizzato la prima serie
di corsi, strutturati in 8 ore
di lezione, che ci hanno
permesso di formare,
complessivamente,
123 persone: al 70%
10 mila euro messi nel
piatto da Villa Saporiti.
Fumata nera sull’ipotesi
di dare vita ad un
registro provinciale
straniere. Nei quattro
incontri abbiamo cercato
di dare ai partecipanti
le informazioni di base
per intuire l’insorgere
di malattie o di sintomi
di attacchi, informando
inoltre su buone prassi
da attuare in campo
alimentare e sanitario.
Un aspetto importante
se consideriamo come la
quasi totalità degli assistiti
sia formata da persone
anziane o a rischio”. Su
questa base si è inserito il
contributo della Provincia
di Como che con un
finanziamento di 10 mila
euro (su un investimento
totale di 15 mila), ha
permesso il potenziamento
dell’iniziativa. “Questo
progetto – spiega l’assessore
provinciale ai Servizi
Sociali, Simona Saladini –
nasce dalla costatazione
di un bisogno: sempre più
spesso le nostre famiglie
ricorrono ad assistenti
famigliari per prendersi
cura degli anziani. Una
situazione che è destinata
ad aumentare con la crisi
e l’impossibilità di molte
famiglie di ricorrere alle
case di riposo. Questo
ci ha spinto a sostenere
un progetto che mira
alla formazione di figure
socialmente sempre più
importanti”. Grazie al
contributo della Provincia,
l’associazione Comocuore
potrà potenziare i corsi,
portando il monte ore
da 8 a 16: l’obiettivo è
quello di attivare sei
corsi nei prossimi sei
mesi per un totale di altri
100-120 corsisti. Oggi
in Italia lavorano quasi
2 milioni di badanti, per
il 60% provenienti da
Paesi dell’est. Un dato
certamente sottostimato
perché non tiene conto del
fenomeno sommerso dei
lavoratori irregolari. Tra i
sostenitori dell’iniziativa
anche la Cisl di Como che
collabora con Comocuore
fin dalla prima edizione.
“Negli ultimi anni – spiega
il segretario del sindacato
comasco, Gerardo Larghi
– ci siamo accorti di come
i pacchetti di formazione
da 100-200 ore proposti in
passato non erano adatti,
perché spesso le assistenti
famigliari hanno un
monte ore elevato che non
permette loro di assistere
a corsi lunghi. Questa,
invece, è una proposta che
risponde alle loro esigenze.
Non si tratta, infatti, di
trasformarle in infermiere,
ma di trasmettere quelle
nozioni necessarie a
rispondere alla prima
emergenza”.
Dall’assessore Saladini
arriva, però, anche uno
stop o, forse persino un
passo indietro, sul tema
dell’istituzione di un
registro delle badanti in
Provincia di Como. Una
proposta di cui si è parlato
in diverse occasioni negli
scorsi anni, ma che non
ha mai trovato ricadute
concrete. “Il progetto
dell’albo – ha spiegato
l’assessore Saladini – è
stato un attimo messo da
parte, perché si è rivelato
di difficile attualizzazione.
Istituire un registro significa
identificare un soggetto che
si assuma la responsabilità
di certificare – secondo
criteri precisi e verificabili
- le persone iscritte e di
controllarne costantemente
l’aggiornamento. Un
processo non facile. Per
il momento crediamo sia
importante procedere un
passo alla volta, iniziando
a stabilizzare queste
buone prassi”. Attualmente
al termine dei corsi
vengono consegnati alle
badanti degli attestati di
partecipazione, che non
hanno alcun valore legale.
Michele Luppi
Lo sport premia il Fair Play
L
o sport premia la correttezza. Daniele Gilardoni, Asd Lariointelvi e
U.S. Albatese vincitori dei premi
Fair Play 2011. Sono loro i gentleman
dello sport lariano. A Villa del Grumello (Como) domani, sabato 19 novembre, a partire dalle 11 la cerimonia
di premiazione. “Lo sport diventa un
itinerario educativo – spiega Claudio
Pecci, Presidente della Commissione
Fair Play – in grado di accompagnare
tanto l’individuo quanto l’intero gruppo. È portatore di valori come la tolleranza, lo spirito di squadra e la lealtà,
ancora prima delle regole. Per questa
ragione riteniamo che l’appuntamento annuale con il Fair Play rinvigorisca
tali sentimenti e avvicini sempre più
le società e gli atleti creando nuove sinergie e aprendo tante opportunità.
Non nascondo la difficoltà nel reperire gesti e azioni meritevoli di plauso, di sicuro la nostra azione di esplorazione ci porta a ricercare davvero il
meglio, un’educazione sportiva
vera e con tutte le qualità per
meritarsi un merito, quel premio
che dà forza e energia per continuare ad andare avanti, a lottare”.
Premio alla Carriera al pluri medagliato Daniele Gilardoni per
una carriera suggellata da indimenticabili successi agonistici.
Un comportamento eticamente irreprensibile, una continua,
convinta e appassionata azione
sia in ambito sportivo che scolastico nelle vesti di testimonial
istituzionale a sostegno e per la
diffusione dei valori etici richiamantisi allo spirito olimpico. Alla Promozione, premio Filippo
Saladanna, alla ASD Lariointelvi
che è riuscita a dare ampio respiro ad uno sport onesto e serio in un territorio molto vasto
che si snoda dalla Valle d’Intelvi
a tutta la Tremezzina. Non solo,
infatti dall’anno della sua fondazione, il 1997, ha saputo trasformare lo sport in un bene della
collettività avvicinando anche i
diversamente abili e soprattutto
per aver aderito al progetto “Etica per la vita“ avviato dall’Assessorato allo Sport della Provincia
di Como in collaborazione con
il Panathlon International Club
Como. Ed infine il premio per il
Gesto – Gabriele Coduri De’ Cartosio alla U.S. Albatese, per aver
attuato durante il torneo di calcio
riservato alla categoria esordienti
svoltosi a Veniano lo scorso maggio, grazie alle decisioni prese dai
tecnici allenatori un concreto atto di fair play, messaggio forte e
dimostrativo dell’importanza
che la vittoria è tale e gratificante solo se ottenuta in situazione
di pari condizioni competitive.
(a.a.)
Notizie flash
■ S. Carpoforo
Sabato 26 novembre
open day
Sabato 26 novembre 2011 la comunità
educativa e gli alunni di San Carpoforo
(scuole dell’infanzia, primaria e
secondaria paritarie) invitano tutti
all’open day, una giornata per vivere
in prima persona il clima della scuola
attraverso attività, esperimenti, giochi
e un tour guidato in cui i ragazzi stessi
faranno conoscere agli ospiti i “segreti”
di ogni luogo. Orari di apertura: 10.3012.30, 14.00-16.30. Per informazioni:
tel. 031-260454..
■ Don Camisasca
“Amare ancora”,
il 19 novembre
al Politecnico
L’Agesc (Associazione genitori Scuole
Cattoliche) e il centro Culturale
Paolo VI ricordano che sabato 19
novembre, alle ore 18, presso l’Aula
Magna Politecnico (via Castelnuovo,
7, Como), avrà luogo la presentazione
del libro: Amare ancora. “Genitori e
figli nel mondo di oggi e di domani”.
Marina Corradi, giornalista e scrittrice,
dialogherà con don Massimo Camisasca,
superiore Fraternità dei Missionari di
San Carlo Borromeo. L’ingresso è libero.
■ Guanella
Concerto in onore
alla Santità
L’Associazione Ex Allievi ed Amici Opera Don Guanella organizza per
venerdì 18 novembre, alle ore 21.00,
presso il Santuario del Sacro Cuore in
via Tommaso Grossi 18 a Como, un
“Concerto in onore alla Santità” di
don Luigi Guanella, a cura della Corale
“Angelo Marelli” di Capiago. Soprano:
Maria Soldano. L’ingresso è libero.
■ Lucernetta
Sarto per signori
Domenica 18 dicembre, alle ore 15.00,
presso il Teatro Lucernetta di Como, la
compagnia teatrale “Ariafritt” presenta
lo spettacolo “Sarto per signori”. Il
ricavato dei biglietti di ingresso (10
euro) verrà interamente devoluto
all’Associazione Bianca Garavaglia Onlus
per l’aiuto e il sostegno di iniziative
operanti nel campo dei tumori infantili.
Concerto in S. Fedele per Kalongo
L
a Fondazione “Dr. Ambrosoli Memorial Hospital Kalongo
- Uganda onlus” organizza per sabato 3 dicembre alle ore
20.45 presso la basilica di San Fedele a Como “Da Como
a Kalongo. Spirituals per l’Africa”, serata con musiche e canti
gospel con la partecipazione di Happy Chorus Delebio, a favore
dell’ospedale “Dr. Ambrosoli Memorial Hospital Kalongo” .
Durante la serata interverranno Giovanna Ambrosoli e padre
Egidio Tocalli. L’Happy Chorus Delebio nasce alla fine degli anni
Novanta per volontà di un gruppo di amici. Nel 1998, sotto la
guida del Maestro Cesare Dell’Oca, inizia la sua attività musicale
contando su circa trenta elementi. Il coro è suddiviso nelle quattro
canoniche voci femminili e maschili (soprani, contralti, tenori
e bassi) tipiche del genere gospel, con Davide Riva alle tastiere.
Recentemente è stato finalmente inciso il primo CD del gruppo,
quale giusto coronamento per l’entusiasmo e l’impegno profusi
in tutti questi anni di attività. La serata gode del patrocinio di
Regione Lombardia Assessorato Cultura, Provincia di Como
Assessorato Cultura, Comune di Como Assessorato Cultura e
del sostegno di Fondazione Cariplo. L’ingresso è gratuito con
contributo libero a favore del “Dr. Ambrosoli Memorial Hospital”,
l’ospedale fondato da padre Giuseppe Ambrosoli nel 1957, oggi
una delle più importanti organizzazioni sanitarie ugandesi per
numero di letti (345), in grado di garantire assistenza sanitaria
qualificata a circa 50.000 persone l’anno: il 70% donne e bambini.
Como Cronaca
24 Sabato, 19 novembre 2011
Ex Ospedale Psichiatrico
Torna la Giornata
di S. Martino
D
Non solo un momento
omenica 20 novembre
ritorna la tradizionale festa
di apertura del parco,
all’ex Ospedale Psichiatrico
ma anche l’occasione
Provinciale San Martino di
per presentare la
Como, ma con una grande novità:
quest’anno infatti, è prevista non
riqualificazione di quattro
solo la consueta apertura festosa del
importanti aree verdi
parco a cura delle associazioni legate
al Dipartimento di Salute Mentale
del Dipartimento
(DSM) dell’Azienda Ospedaliera
(“Insieme per il BenEssere nel
Ospedale Sant’Anna di Como, ma anche, e soprattutto,
Parco del San Martino”, “AttraversaMenti”, “Una rete per
la presentazione dell’importante ed innovativo lavoro
raccogliere, una rete per accogliere”, “Verde al Beldosso”)
compiuto dal 2010 al 2011 da vari Enti non profit
ma sempre coerenti con il progetto-guida e con il suo
(Associazione ASVAP 8, Associazione Global Sport Lario, grande obiettivo: fare benessere e cultura attraverso la
Associazione Iubilantes, Cooperativa Sociale Azalea,
riqualificazione del verde.
Cooperativa Sociale Il Biancospino, Cooperativa Sociale
La giornata di domenica 20, al San Martino, cui
Il Seme, Cooperativa Sociale Noi Voi Loro, Fondazione
parteciperanno anche altre associazioni non legate
Minoprio, Società Ortofloricola Comense) per
direttamente al progetto (Cavalieri Sovrano Ordine
riqualificare quattro importanti aree verdi di pertinenza
di Malta - CISOM Como, CRAL ASL Como, Intercral
del DSM. “Dai luoghi di cura alla cura dei luoghi”, questo
Como, Progetto Libera il tempo, Associazione NèP, AVCil nome del progetto promosso dal DSM nell’ambito dei
CSV Como, Musica Spiccia, Cooperativa Varietà), sarà
Programmi Innovativi Regionali con il cofinanziamento
dunque una importante occasione per riproporre l’area
di Fondazione Cariplo. Le aree coinvolte sono gli spazi
del San Martino nelle sue potenzialità ambientali, sociali
verdi del CPS di Appiano Gentile, del CPS di Ossuccio, il
e culturali, dimostrando come sia possibile far rivivere
Parco dell’ex-Ospedale Beldosso di Longone al Segrino
i luoghi di cura attraverso la loro cura e attraverso
e, appunto, il Parco dell’ex-Ospedale Psichiatrico San
azioni tese all’inclusione sociale, all’integrazione
Martino di Como. Per ognuna di esse gli Enti partner
lavorativa dei soggetti in difficoltà e all’innesco di
hanno messo a punto interventi specifici e “mirati”
percorsi di socializzazione e di benessere rivolti a tutta la
cittadinanza.
Per il mattino, l’appuntamento é alle 10.30 nel piazzale
antistante la palazzina centrale dell’ex OPP San Martino
(via Castelnuovo,1). Alle ore 11.00 sarà celebrata la
S. Messa nella chiesa dell’Assunta, cui seguirà un
breve percorso di apertura ufficiale della giornata con
l’inaugurazione della mostra storica, del percorso vita e
della targa commemorativa dell’ex OPP.
Nel corso della giornata, dalle 14.00 in poi sono previsti
animazioni, proiezioni, laboratori di orticultura e
manutenzione del verde, laboratori per bambini, letture,
presentazioni di libri, desk informativi ed espositivi,
visite guidate al parco e ai monumenti. Il CRAL
dell’Azienda Sanitaria Locale della provincia di Como
metterà a disposizione un servizio di bar e caffetteria, e
preparerà pranzi fino a cento coperti (su prenotazione,
tel. 031.370029, costo 10 euro). Tutte le manifestazioni
sono ad ingresso libero.
silvia fasana
Porlezza. Domenica 20 novembre presso il locale polo scolastico
Mobilità sostenibile: parliamone insieme
U
n pomeriggio dedicato alla mobilità
sostenibile sarà quello di domenica 20
novembre, presso il polo scolastico di
Porlezza (via Ferrovia), organizzato dalla Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio.
Si tratta di un momento di incontro aperto
a istituzioni, cittadini, associazioni e gestori
delle strutture ricettive finalizzato a presentare i progetti che l’ente sovracomunale sta
portando avanti nell’intento di diminuire gli
impatti legati alla mobilità sul territorio e a
raccogliere idee e impressioni dei partecipanti in merito a tali tematiche. Da circa sei
mesi la Comunità Montana ha avviato, grazie
ad un contributo della Fondazione Cariplo
ed alla preziosa collaborazione del Dipartimento Scienze ed Ambiente e Territorio
dell’Università degli Studi Milano-Bicocca,
e dell’associazione “Città Possibili”, la stesura del Piano della Mobilità Sostenibile del
Territorio, progetto che va ad integrarsi e ad
arricchire un’altra importante iniziativa di
Georges Seurat,
Un dimanche après-midi à l'Île de la Grande Jatte
(1884-1886),
particolare.
Ascolto
“La sua legge
medita giorno
e notte”
(Salmo 1)
terzo ciclo
Salute senza età
S. Fermo della Battaglia
CICLO DI INCONTRI INFORMATIVI PER IL BENESSERE DEGLI ANZIANI
VILLA IMBONATI, CAVALLASCA
SALA POLIFUNZIONALE, SAN FERMO DELLA BATTAGLIA
Salute senza età con
il dott. Alfredo Vanotti
N
Comune di Cavallasca Comune di S.Fermo
Assessorato ai
della Battaglia
Ass. Servizi Sociali
Servizi Sociali
uovo appuntamento, questa volta presso la Sala Polifunzionale di San Fermo
della Battaglia (via De Cristoforis 2),
nell’ambito del percorso “Salute senza età”,
promosso dalle Amministrazioni comunali
di Cavallasca e S. Fermo della Battaglia. Venerdì 18 novembre, alle ore 15, il dott. Alfredo
Vanotti, responsabile del Servizio Nutrizione
Clinica e Dietetica dell’Asl della Provincia di
Como incontra la popolazione interessata sul
tema: “Alimentazione e salute. La tavola palestra di vita”.
L
“Ascolto”,
’ associazione
gruppo di Cultura,
propone, nell’ambito
del Corso Biblico 2011-2012
intitolato “La preghiera dei
salmi Davanti a Dio” con
mons. Bruno Maggioni, un
nuovo appuntamento per
lunedì 21 novembre, alle ore
21, dal titolo “La sua legge
medita giorno e notte” (Salmo
1). L’incontro avrà luogo, come
consuetudine, a Como, presso
l’Auditorium del Collegio Gallio
(entrata da via Barelli).
L’appuntamento successivo
avrà luogo il 19 dicembre
(sempre alle ore 21), sul tema:
“Resto in attesa” (Salmo 5).
promozione di forme di mobilità eco-compatibili: il progetto Interreg “La Via del Ceresio: mobilità sostenibile e trasporto lacustre”,
sviluppato in collaborazione con il sindacato svizzero UNIA, il Comune di Porlezza e
la Navigazione Lago di Lugano e finalizzato
alla realizzazione di uno studio di fattibilità
circa un servizio di navigazione veloce Porlezza-Lugano per frontalieri. Il programma
prevede alle ore 17.00 l’accoglienza dei partecipanti; alle ore 17.15 la presentazione del
libro di Francesco Bernini “Ieri in treno…oggi in bici”, un volume “frizzante” ma anche
ricco di spunti culturali, capace di condurre
il lettore lungo il tracciato della ex-ferrovia
Menaggio Porlezza, sul cui sedime è in corso
di realizzazione una pista ciclabile. Alle ore
18.15 seguirà la presentazione dei risultati
della consultazione dei frontalieri svoltasi
nell’ambito del progetto Interreg “La Via del
Ceresio”; al termine, aperitivo offerto dalla
Comunità Montana. Durante il pomeriggio
sarà inoltre visitabile una mostra dedicata
ai progetti di mobilità sostenibile della Comunità Montana; saranno illustrati i risultati
dei questionari distribuiti nelle scuole sulle
abitudini delle famiglie e saranno raccolte
le percezioni dei presenti sulle problematiche e sulle opportunità legate al tema della
mobilità sostenibile. «La partecipazione numerosa dei cittadini è fondamentale – spiega Mauro Robba, presidente della Comunità
Montana. Raccogliendo le percezioni di tutti
sarà possibile infatti integrare l’analisi dello stato di fatto dei tecnici con le opinioni e
le esperienze di chi vive e lavora sul territorio, arricchendo qualitativamente l’analisi e
contribuendo alla ricerca di soluzioni creative, realmente calate nel nostro contesto
territoriale». Per informazioni e conferma di
presenza: Comunità Montana Valli del Lario
e del Ceresio, tel. 0344.85218, interno 29; email [email protected].
S. Fa.
Verso le Amministrative a Como
Il Centro Sinistra alle primarie
L
a prossima primavera il Comune di Como
andrà ad elezioni per scegliere i nuovi
amministratori della città. Le elezioni
primarie 2011 che si terranno il prossimo
27 novembre rappresentano lo strumento
promosso dal Centro Sinistra di Como – Partito
Democratico, Sel, Paco e PSI – per designare il
candidato alla carica di sindaco nella città di
Como in vista delle elezioni amministrative del
2012. Attraverso le primarie, i residenti a Como
possono scegliere direttamente il candidato
che ritengono più idoneo per costruire
l’alternativa all’attuale amministrazione.
Possono votare quanti hanno piena titolarità
del diritto attivo di voto per le elezioni
Comunali, i giovani residenti a Como che
abbiano compiuto il 16° anno di età alla data
delle primarie, gli immigrati regolarmente
residenti a Como e muniti di regolare
permesso di soggiorno. Si vota dalle 8.00 alle
20.00 in uno dei seggi che saranno allestiti
nella Città di Como e nelle circoscrizioni.
I cittadini potranno scegliere tra i seguenti
candidati :
Marcello Iantorno. Avvocato. Consigliere
comunale dal 2007 e Consigliere dell’Ordine
degli Avvocati di Como. Svolge da oltre 25 anni
l’attività di avvocato a Como.
Gisella Introzzi. Pensionata. è stata direttore
operativo di Unioncamere Lombardia,
responsabile del personale di Borsa Italiana
Spa e della Camera di Commercio di Milano.
Fino al 1988 è stata responsabile dell’Ufficio
Studi della Camera di Commercio di Como.
Mario Lucini. Geologo. Consigliere comunale
dal 2002. Attualmente Presidente della
Commissione II (Assetto del Territorio,
Ambiente ed Ecologia, Trasporti e Lavori
Pubblici). Da ottobre 2010 è Capogruppo PD.
Bruno Magatti. Pensionato. È stato insegnate
e vicepreside al Liceo Giovio. E’ stato
membro della Commissione Provinciale
per la Promozione della Cultura scientifica
e tecnologica del Ministero dell’Istruzione.
Collaboratore del Centro di cultura scientifica
“A. Volta” di Como. è autore di lavori e
pubblicazioni su temi voltiani. Consigliere
comunale di PACO.
Como Cronaca
L’Opera Mato Grosso lo vedrà sacerdote nel 2012
o
Diacon
La gioia di Somana
per don Tommaso
H
anno suonato a distesa la sera della vigilia di Ognissanti le campane del
seminario di Bergamo in Città Alta per tredici seminaristi che ricevevano
il diaconato. Tra questi c’era anche Tommaso Frigerio della parrocchia
Sant’Abbondio di Somana di Mandello. Molti i parrocchiani accompagnati
dal parroco don Massimo Rossi e gli amici del Mato Grosso, che hanno voluto
essere presenti ai solenni riti presieduti dal vescovo Francesco Beschi. Impossibile
contenere tutti nella pur grande chiesa ipogea del Seminario dedicata a Cristo
Sommo ed Eterno Pastore. Era dal 1929 che la parrocchia di Somana non portava
un suo parrocchiano all’ordinazione che precede il sacerdozio. Prima di Tommaso,
padre Ambrogio Poletti e nel 1926 don Clemente Gaddi divenuto poi vescovo proprio
di Bergamo (cifr. Paolo VI) “intraprese e portò felicemente a termine il grandioso
nuovo seminario di Bergamo, iniziativa di cospicua mole” con la costruzione della
chiesa dove si è svolta l’ordinazione
diaconale. Un legame con la vicina
Diocesi bergomense che si fa ancora
gremita venerdì 28 ottobre. A Somana
più solido e significativo. Una vocazione
il giorno di Ognissanti il nuovo diacono
“adulta”, quella di Tommaso, maturata
è stato accolto dalle campane festanti
nell’esperienza delle missioni del
della chiesa di Sant’Abbondio. Ai tanti
Mato Grosso che lo vedrà, per grazia di
fedeli accorsi Tommi, ora don Tommaso,
Dio consacrato sacerdote nel maggio
ha saputo trasmettere la freschezza,
2012. La comunità di Somana, sotto la
un’intensa semplicità e la gioia che è
guida di don Massimo si è preparata
stata filo conduttore della sua prima
a questo momento accompagnando
omelia. Rifacendosi al Vangelo delle
Tommaso con la preghiera e ricordando
Beatitudini ha voluto dire che queste
questo suo cammino in questi anni
sono “… il programma di santità per
soprattutto nei momenti liturgici forti.
l’uomo di ogni tempo, per me oggi in
Una elevazione musicale con la lettura
modo speciale, perché se sono diacono è
di testi meditativi, ha visto la chiesa
perché credo che il segreto della santità
stia in una vita che esprima la gioia
e la gioia, intima, vera e autentica sia
l’unica via per la santità”. Don Tommaso
è poi entrato nell’intimo della sua
vocazione ricordando che: “La ricerca
di un senso è allora il filo rosso che
mi ha accompagnato in questi anni,
un movimento che mi ha portato in
missione, in Perù e poi in seminario”.
Non è mancato, poi, un ricordo per il
parroco: “…. credo sia stato uno dei
primi a indovinare la fine che avrei
fatto. Ricordo che un po’ di anni fa
gli portai un quaderno in cui avevo
annotato gli appunti e le meditazioni di
un ritiro tenuto da Padre Ugo, fondatore
dell’Operazione Mato Grosso; me lo
riconsegnò dicendomi che la struttura
del ritiro gli era sembrata interessante.
Gli chiesi se aveva qualcosa da dirmi
riguardo alle riflessioni che avevo fatto
io … mi disse che non le aveva lette,
erano personali. È proprio il nostro don!
Glielo ridiedi e quando finalmente me
lo riconsegnò mi chiamò nel suo studio
e mi chiese se non avessi mai pensato al
seminario”. Proprio partendo da quella
domanda Tommaso ha confidato che:
“Allora diedi peso alla cosa perché mi
accorgevo anch’io che qualcosa di vero
poteva esserci in quanto mi diceva, ma
non mi sentivo pronto, come attratto
da altre cose. Se c’è però una cosa di
cui sono grato al Signore, e che sono
felice di ricordare oggi, è che nella mia
vita non mi sono mancate persone che
hanno saputo mettermi davanti agli
occhi la mia vita. Come società, ma
oggi mi viene da dire con forza, come
Chiesa, possiamo fornire ai giovani, agli
adolescenti, ma anche ad ogni uomo o
donna che incontriamo, ottime risposte,
formulate con sapienza e verità, a
domande che non sono mai state poste
o che nemmeno sono suscitate nel cuore
dell’interlocutore. Io, nel mio cammino,
ho incontrato persone che hanno saputo
mettermi davanti a uno specchio, che
sono state pazienti nell’aspettare che
le certezze che mi abitavano facessero
il bagno nella vita, per poi presentarmi
il conto, non come uno strozzino che
vuole indietro con gli interessi il tempo
e la cura che hanno anticipato, ma con
l’Amore d’amicizia che sa che la qualità
della mia vita abita nella forma con
cui risponderò a quelle provocazioni.”
La chiesa di sant’Abbondio di Somana
che ha appena festeggiato il 150°
anniversario della sua erezione a
parrocchia, è in questi mesi sottoposta
ad importanti lavori di restauro.
Ultimati quelli esterni con il rifacimento
totale del tetto, è in corso il ripristino
pittorico interno per trovarsi pronta ad
accogliere il novello sacerdote. Il primo
dopo 83 anni. Insieme alla chiesa si sta
preparando anche la comunità.
Sabato, 19 novembre 2011 25
Notizie flash
■ Carlazzo
Nuovo corso per
“Apprendista
birdwatcher”
La Riserva
Naturale
Regionale Lago
APPRENDISTA
di Piano con
BIRDWATCHER 2
la Comunità
Montana Valli
del Lario e
SABATO 26 NOVEMBRE
SABATO 3 – 10 - 17 DICEMBRE
del Ceresio
organizza un
secondo corso
per “Apprendista
Birdwatcher”. Gli uccelli sono gli
animali selvatici che quotidianamente
incontriamo in tutti gli ambienti: in
montagna, nel bosco, in giardino e
persino nelle aree urbanizzate. Questo
corso è la prosecuzione del precedente
svoltosi nello stesso periodo dello
scorso anno, ma vi possono partecipare
anche persone che non hanno
frequentato il primo. Il corso è infatti
rivolto a tutti coloro che desiderano
imparare ad osservare e riconoscere le
specie più comuni di uccelli selvatici
del nostro territorio. Ogni incontro
tratterà dei gruppi di specie simili tra
loro, con l’ausilio di immagini e video:
osservazione, distinzione dei caratteri
somatici e delle livree, uova, nidiacei,
adulti, curiosità comportamentali,
distribuzione ambientale e fenologia.
Il corso, aperto a tutti, sarà tenuto dal
guardiaparco Vincenzo Perin nei giorni
di sabato 26 novembre e dei 3, 10 e 17
dicembre dalle 15.00 alle 17.00 presso
la Casa della Riserva, in via Statale
117, Frazione Piano Porlezza a Carlazzo.
La quota di partecipazione per 4
incontri è di 40 euro per gli adulti, 20
euro per i ragazzi (dai 10 ai 17 anni),
gratuita per i bambini. L’iscrizione non
è obbligatoria per tutti gli incontri:
è possibile partecipare anche solo
ad uno, due o tre incontri. A tutti
i partecipanti sarà distribuito, con
l’aggiunta di un piccolo contributo, il
CD del Corso.
Il programma nel dettaglio prevede:
Sabato 26 novembre: Presentazione e
conoscenza dei partecipanti. Picchi ed
altri uccelli dai colori sgargianti.
Sabato 3 dicembre: Tordi, Merli,
Usignolo, Pettazzurro, Passero Solitario,
Codirossone, Merlo Acquaiolo e Storno.
Sabato 10 dicembre: Averle, Corvidi,
Rigogolo e Beccofrusone.
Sabato 17 dicembre: Silvidi, Balie,
Prunellidi, Fringuello Alpino e Zigoli.
Per informazioni ed iscrizioni (entro il
26 novembre, fino ad esaurimento dei
30 posti disponibili): Riserva Naturale
Regionale Lago di Piano, tel. e fax:
0344-74961; e-mail: riservalagopiano@
cmalpilepontine.it; sito internet: www.
riservalagodipiano.it. (s.fa.)
COMUNITA’ MONTANA VALLI DEL LARIO E DEL CERESIO
RISERVA NATURALE REGIONALE – SITO DI IMPORTANZA COMUNITARIA
IT2020001 - LAGO DI PIANO
CORSO DI BASE PER IL RICONOSCIMENTO E L’IDENTIFICAZIONE
DEGLI UCCELLI DEL NOSTRO TERRITORIO
dalle ore 15.00 alle ore 17.00
alla Casa della Riserva – Via Statale, 117 CARLAZZO
Info:
Casa della Riserva: tel. 0344/74.961 - e-mail: [email protected]
A Mandello Sacro Cuore il Convegno corali per Santa Cecilia, il 19 novembre
Uniti per lodare il Signore con il canto
C
ome ormai da parecchi anni, anche
quest’anno nella chiesa Prepositurale
del Sacro Cuore di Mandello del Lario
la Santa Messa delle 18.30 nella vigilia di
Cristo Re dell’Universo il 19 novembre, sarà
animata da più cori uniti per “festeggiare”
Santa Cecilia, patrona della musica, di cui
ricorre la memoria liturgica il 22 novembre.
Quest’ anno abbiamo voluto invitare mons.
Felice Rainoldi che tutti conosciamo e
che ha accettato volentieri di presiedere la
Messa. Il significato di questa celebrazione
sarà quello di lodare il Signore. Faccio mie le
parole del Concilio Vaticano II riguardanti alcuni aspetti della musica sacra e del
canto durante la celebrazione, che bene riassumono lo scopo di questa iniziativa:
“L’azione liturgica riveste una forma più nobile quando è celebrata in canto. (...)
In questa forma di celebrazione, infatti, la preghiera acquista un’espressione più
gioiosa. (...) L’unità dei cuori è resa più profonda dall’unità delle voci. Gli animi
si innalzano più facilmente alle cose celesti per mezzo dello splendore delle cose
Sacre, e tutta la celebrazione prefigura più
chiaramente la liturgia che si svolge nella
Gerusalemme celeste” (Sacrosanctum
Concilium – Istruzione Musicam Sacram –
capitolo I paragrafo 5).
Più cori significa più metodi di esecuzione
e di interpretazione dei vari brani, ma la
voglia di stare insieme, ha fatto sì che i
direttori e i coristi stessi, si impegnassero il
più possibile lasciando in disparte visioni
soggettive di esecuzione, dando così anche
un grande segno di modestia.
Parteciperanno: la corale di Somana; la
corale di Lierna; il coro “Voci nel tempo” di
Cortenova; il gruppo di Olcio e, ovviamente,
la “Schola cantorum” Sacro Cuore.
Tengo a sottolineare che la celebrazione
liturgica non può mai essere un concerto
a cui assistere passivamente; per questo
non mancheranno delle parti in cui anche
l’assemblea sarà chiamata, come sempre
usiamo fare, a dare il proprio contributo
canoro.
Il compito delle corali infatti non è solo
quello di promuovere brani che, ascoltati,
inducano l’assemblea riunita a pregare
o gioire, ma anche quello di sostenere il
popolo stesso e di aiutarlo nelle parti dove è
bene che tutti diano il proprio contributo.
La Santa Messa sarà in suffragio di 5 amici
coristi: Giulio, Attilio, Mariuccia, Nicoletta e
Giacinto
Desidero ringraziare il signor Prevosto don
Pietro Mitta, i direttori e i coristi tutti che
hanno accettato di aderire all’iniziativa.
Massimo Gilardoni
Organista titolare
Valli Varesine
■ Comunità Montana Valli del Verbano
Contributi regionali per la prevenzione
N
el settembre 2011 la comunità Montana Valli del Verbano aveva inoltrato alla Regione una richiesta per finanziare la revisione dei piani comunali di
protezione civile. In questi giorni la regione
Lombardia ha comunicato l’assegnazione
dei fondi richiesti. Soddisfatto il presidente
Magrini, cosciente dell’importanza che ha
per il territorio l’avere piani di emergenza
redatti tenendo conto delle nuove situazioni
geomorfologiche ed urbanistiche, in modo
da poter garantire interventi ed azioni più
puntuali ed appropriate in caso di emergenza e calamità. L’Ufficio Tecnico della Comunità Montana sta pianificando il calendario
dei lavori per ottemperare a quanto previsto
dalla normativa regionale vigente in relazione ai contenuti dei Piani di emergenza.
Il lavoro che coinvolgerà gli uffici tecnici
comunali, nonché le squadre di protezione
civile sarà tanto, ma probabilmente il risul-
tato sarà gratificante. A breve – assicura la
Comunità Montana - proprio per dare inizio
alla collaborazione tra gli enti interessati sarà convocato il primo incontro per definire
più nel dettaglio il piano di lavoro.
L’obiettivo principale del progetto finanziato
è quello di predisporre un unico strumento utile ai fini di Protezione Civile relativo
all’intero territorio comunitario, ma anche
è quello di procedere all’aggiornamento dei
Piani Comunali di Protezione Civile antecedenti il 2007, per questo “Comunità Montana – si legge in una nota all’uopo predisposta - auspica una collaborazione che dia
spazio ad una logica di compartecipazione e
sinergia tra i Comuni e l’ente montano che
portino a breve a definire obiettivi comuni
quali la prevenzione del rischio e l’organizzazione efficace e tempestiva dei soccorsi in
caso di emergenza”.
A.C.
Continuano a Gemonio gli incontri sul tema educativo
La “Cometa”,
accogliere per educare
I
l gruppo “Il Cerchio” e l’Oratorio di
Gemonio proseguono gli incontri
di taglio educativo e presentando
un’esperienza di vita, di famiglia e
di scuola. Venerdì 18 novembre alle
ore 21.00 nella sala dell’oratorio ci sarà
l’incontro “Accogliere per educare: un
metodo per diventare grandi!”, durante
il quale verrà presentata una realtà
di accoglienza, di affido familiare e
di formazione professionale che può
dare indicazioni per accompagnare
Brenta
i nostri figli e i nostri giovani. A
presentare quest’esperienza ci saranno i
rappresentanti e gli operatori del gruppo
Cometa, una realtà educativa che si
trova a Como e che ha una storia ed
un’esperienza lunga ormai 25 anni.
La base del metodo di Cometa consiste
nel proporre e sviluppare la normale
dimensione della famiglia come un
insieme di relazioni stabili e costruttive
che introducono, nella condivisione
della vita quotidiana, alla conoscenza e
all’impegno con la realtà. Dalla passione
educativa di Cometa, senza alcuna
pianificazione né strategia, si sono
sviluppate negli anni una serie di attività
che intendono rispondere alle esigenze di
un numero sempre crescente di bambini
e ragazzi, e che si articolano in:
servizi di affido diurno e residenziale e
pronto intervento in comunità familiare;
centro di aiuto allo studio e servizi di
orientamento; sportello legale, counseling
e mediazione familiare; formazione
professionale e percorsi di contrasto alla
dispersione scolastica; attività sportive
ed estive; accompagnamento al lavoro;
corsi di formazione per adulti occupati,
inoccupati e disoccupati.
Alla serata saranno presenti persone che
vivono da protagonisti queste attività.
Tra queste anche una gemoniese: “E’ da
sei anni che lavoro in un posto speciale,
che ti costringe a cambiare ogni giorno e
a metterti in gioco in ogni istante. E’ una
scuola, è vero, ma nasce da una realtà di
accoglienza familiare. Il principio su cui
si fonda questa scuola, aperta al territorio
e che si amplia sempre più, è “Accogliere
per educare”. Quindi ognuno di quei
ragazzi deve essere accolto in modo
unico, come è unico, irripetibile ed eterno
ogni essere umano. Nell’operatività di
ogni giorno questo significa preparare
progetti personalizzati, incontrarlo là
dov’è lui con tutta la sua storia (spesso
assai drammatica), la sua paura
(tramutata in devianza per buona parte di
loro) e il suo desiderio di essere felice che,
anche se nascosto, è insito nel cuore di
ognuno di noi!”
PINUCCIA BONDINI
Per sostenere il Cav del Medio Verbano
Canonica
I giovani
dell’oratorio in
scena con “Rebus”
A Besozzo va in scena
il “teatro per la vita”
Una serata per
parlare della
R.D. del Congo
I giovani dell’oratorio e il
coro parrocchiale di Brenta
propongono alle ore 21.00 di
domenica 20 novembre, presso
la struttura del Parco Pubblico
del paese, il Recital: “Rebus”, uno
spettacolo interamente ideato
dai giovani della parrocchia
nel quale musica, teatro, ballo
ed energia si fondono per dare
vita ad un recital che porta in sé
un grande messaggio tutto da
scoprire, legato alla storia di 5
ragazzi che confrontandosi in
una situazione di crisi, arrivano
a scoprire la bellezza di un
Dio che ci accompagna nella
vita quotidiana. Per assistere
allo spettacolo è necessario
prenotarsi al n. 320/6267058 o
sul sito http://oratoriobrenta.
Sabato 19 novembre, alle ore 21.00, presso il Teatro
Duse di Besozzo, la Compagnia teatrale “Attori per
caso” di Masnago metterà in scena la commedia
“L’eredità” di Raffaele Caianiello. L’ingresso è a offerta
per sostenere il Centro di Aiuto alla Vita del Medio
Verbano onlus, che ha sede a Laveno Mombello. Da
quasi trent’anni questo Centro aiuta le mamme sole
e le famiglie in difficoltà, prima e dopo la nascita
del bimbo, perché la vita umana sia accolta fin dal
grembo materno e accompagnata nella sua crescita.
Tutto si basa sul volontariato, generoso e costante,
sulla collaborazione con i servizi sociali e con le altre
associazioni di solidarietà, sulla generosità di singoli
e di gruppi. In un momento di crisi come quello
che stiamo vivendo i bisogni aumentano e le risorse
economiche diminuiscono. Lo spettacolo teatrale
viene, quindi, proposto per contribuire a sostenere
le spese e aiutare meglio le persone. Per questo tutti
sono invitati allo spettacolo benefico, offerto da una
Compagnia consolidata, garanzia di divertimento per
tutte le età. (p.b.)
Alle 19.00 di sabato 19
novembre, è programmata
all’oratorio di Canonica
una cena povera a cui
seguirà un incontro con
la testimonianza di Luca
Galbiati, che parlerà
della sua esperienza di
collaborazione avvenuta
nel 2010 con un progetto
AVSI in Africa, nel Nord
Kivu, nell’est della
Repubblica Democratica
del Congo. Una regione
segnata, da almeno un
decennio, prima dalla
guerra e poi dall’instabilità
Politica. Un incontro che
avviene a pochi giorni dalle
elezioni nel Paese, fissate
per la fine di novembre.
Sabato, 19 novembre 2011 27
Notizie flash
■ Visita pastorale
La pre-visita il 22
novembre a Canonica
Martedì 22 novembre alle ore 21.00
a Canonica il vicario episcopale
mons. Italo Mazzoni e l’economo
diocesano mons. Marco Mangiacasale
incontreranno la comunità apostolica
(cioè tutti coloro che hanno un
qualsiasi impegno nelle singole
parrocchie) della Comunità Pastorale
San Martino che raggruppa i paesi
di Cuveglio, Rancio, Duno, Ferrera
e Cassano, in previsione della visita
pastorale che a partire da gennaio si
compirà nel vicariato di Canonica.
■ Cittiglio
Un incontro su
San Luigi Guanella
Venerdì 18 novembre all’oratorio
di Cittiglio è programmata la
conferenza: “Don Luigi Guanella: un
prete santo” voluta per presentare
ed illustrare la figura, le opere e la
santità di questo nuovo santo della
Chiesa. Relatore dell’incontro sarà il
prof. Sergio Todeschini di Brenta.
■ Caravate
Un incontro sulla
salubrità dell’aria
La questione è venuta a galla lo scorso
anno quando si è diffusa la notizia
che la cementeria Colacem di Caravate
aveva avviato la procedura per ottenere
l’autorizzazione a bruciare il CDR, cioè il
materiale sminuzzato proveniente dalla
frazione secca dei rifiuti. Alla notizia la
popolazione della zona si è allarmata
e ben presto si è costituito il Comitato
Ambiente Verbano per approfondire
seriamente il problema e affrontare,
più in generale, il problema ambientale
nel Medio Verbano. Per fare il punto
sulla situazione e per informare la
popolazione il comitato ha organizzato
per le ore 14.30 di sabato 19 novembre
presso l’istituto Galileo Galilei di Laveno
Mombello il convegno “Che aria tira?
– bruciare rifiuti nella cementeria,
parliamone insieme”. Il convegno sarà
preceduto dallo spettacolo teatrale
“Il fosso della vergogna” (di Franco
Zaffanella), proposto dalla compagnia
I Cuccioli. Alle ore 16.00, prenderanno,
invece, la parola i relatori invitati,
tra loro anche Maria Teresa Cazzaniga,
direttrice ARPA Varese. Ulteriori
informazioni sul sito del comitato:
www.comitatoambienteverbano.org
A.C.
Orino
“I Ropp di noster vecc”
L’amministrazione comunale di Orino ha
invitato con un appello i propri cittadini, i tanti
villeggianti che ancora frequentano il paese,
ma anche tutti coloro che siano interessati, a
donare o a dare in comodato al comune “quegli
oggetti antichi e/o storici, quelle cose “vecchie”
(“i ropp di noster vecc“) oggi non più usate
ma che – afferma il sindaco Cesare Moia in un
suo scritto – sono espressione della tradizione
e della cultura, testimoni di una identità e di
una storia che non deve solo essere conservata,
ma soprattutto tramandata”. Per questo è in
distribuzione in municipio un apposito modulo
che permette di segnalare gli oggetti da donare
coll’intento di dare vita in futuro ad un piccolo
museo in paese, testimone del tempo che fu.
Sondrio Cronaca
28 Sabato, 19 novembre 2011
Notizie flash
■ Sondrio
La fede nell’arte:
incontro con don Straffi
Martedì 29 novembre, nella sala
del Cinema Excelsior alle ore 21, il
Vicariato di Sondrio propone l’incontro
La fede nell’arte: L’Immacolata
Concezione. La serata vedrà come
relatore don Andrea Straffi e sarà
aperta a tutti i vicariati della
provincia.
■ Ponte in V.na
Un incontro per
famiglie ed educatori
Il Vicariato di Tresivio propone un
incontro per famiglie ed educatori il
prossimo mercoledì 23 novembre, alle
ore 20.45, al Teatro Cine Vittoria di
Ponte in Valtellina.
«Educare alla vita buona del
Vangelo, in famiglia, nella scuola
è ancora possibile e come?» il
tema dell’incontro cui interverranno
don Attilio Bianchi, vice-direttore
dell’Ufficio Scolastico diocesano,
Rocco Cannizzaro, docente di liceo,
Mariangela Cederna, psicopedagogista,
e Paola Zenobi, docente di scuola
secondaria di I grado.
■ Sondrio
Un ciclo di incontri
sulla viticoltura
Nell’ambito del Progetto “La montagna
forma e informa” finanziato dal
Programma di Sviluppo Rurale, il Centro
Interdipartimentale Ge.S.Di.Mont,
in collaborazione con la Fondazione
Fojanini a Sondrio, organizza un ciclo
d’incontri sulla Viticoltura.
Lunedì 21 novembre si parlerà del
futuro e delle prospettive della
viticoltura valtellinese – evoluzione
della viticoltura: selezione massale
e clonale, la gestione del vigneto.
Docenti: Graziano Murada e Nello
Bongiolatti.
Secondo appuntamento mercoledì
23 novembre, quando si parlerà di
potatura della vite e gestione del
verde con presentazione delle prove
sperimentali sulla sfogliatura. Docenti:
Martino Salvetti e Mattia Franzina.
Venerdì 25 novembre l’argomento
dell’incontro sarà la difesa della vite e
la sostenibilità ambientale. Docenti:
Graziano Murada e Martino Salvetti.
Lunedì 28 novembre, infine, si parlerà
di vendemmia: tempi e metodi della
vinificazione del nebbiolo di montagna.
Docenti: Andrea Cappelletti e Claudio
Introini.
Gli incontri, tutti con inizio alle ore
8.30, si svolgeranno a Sondrio presso
la sede della Fondazione Fojanini in
via Valeriana 32. La partecipazione
al ciclo è gratuita ed aperta a tutti
gli interessati, in particolare ad
imprenditori agricoli, coadiuvanti o
salariati agricoli.
S
CDO: Incontro
col nuovo
direttore
età
Solidari
Sabato 26 novembre torna l’iniziativa su tutto il territorio
nazionale, con l’impegno di oltre 120 mila volontari
La Giornata della Colletta
Alimentare in provincia
S
abato 26 novembre
su tutto il territorio
nazionale torna
la Giornata della
Colletta Alimentare
con più di 120 mila
volontari della Fondazione
Banco Alimentare
che, in oltre 8.600
supermercati, inviteranno
a donare alimenti a
lunga conservazione che
saranno distribuiti a più di
8 mila strutture caritative
(mense per i poveri,
comunità per minori,
Tra le novità
di quest’anno la
partecipazione dei
giovani di tutti gli
oratori di Sondrio
banchi di solidarietà, centri
d’accoglienza, ecc.) per
aiutare 1 milione e 400 mila
persone povere.
Le donazioni della
Giornata Nazionale
integreranno quanto la
Rete Banco Alimentare
raccoglie quotidianamente,
combattendo lo spreco
di cibo: lo scorso anno
sono state circa 65 mila
le tonnellate di alimenti
raccolte e distribuite, pari
a oltre 2 mila tir per un
valore di 210 milioni di
euro. Le ragioni di fondo
di questo annuale gesto
di carità si ritrovano nelle
“dieci righe” di giudizio
che anche quest’anno
sono state lanciate per la
Giornata: «Il momento
storico che stiamo vivendo
rimane molto delicato
e drammatico. I Poveri
sono in costante crescita e
sono sempre più prossimi
a ciascuno di noi. Non
manca solo il cibo, manca il
lavoro, la casa e soprattutto
sembrano venir meno le
ragioni per sperare e per
questo si è sempre più
soli; una solitudine spesso
avvertita da chiunque,
poveri o ricchi. Cristo,
presente ora, colma quella
solitudine, risponde
a tutte le esigenze del
nostro cuore. Per questa
esperienza, proponiamo
a ognuno la Colletta
Alimentare, perché
facendo la spesa per chi
è nel bisogno, si ridesti
tutta la nostra persona,
cominciando a vivere
arà aperto dal neo direttore
Dionigi Gianola (nella
foto) l’incontro pubblico
di presentazione di servizi e
convenzioni organizzato dalla
Compagnia delle Opere per giovedì
17 novembre, alle ore 18, nella Sala
Botterini di Banca Intesa San Paolo
a Sondrio.
Dionigi Gianola, succeduto a Paolo
Gozzoli alla guida della CdO Como
e Sondrio, attualmente è direttore
unico per tre sedi della Compagnia
all’altezza dei desideri del
nostro cuore».
Per questi stessi motivi
ormai da vari anni anche
in provincia si organizza
la Giornata della Colletta.
Al responsabile locale,
Ruggero Sainaghi,
abbiamo chiesto cosa
lo spinge ogni anno
a riproporre tale
straordinario evento
di solidarietà. «Oltre a
condividere in tutto le
indicazioni che ci sono date
dal Banco – spiega –, dal
punto di vista personale
la prima ragione è il
positivo che sempre vivo
partecipando alla Colletta:
infatti, ogni volta mi ritrovo
con il cuore allargato e
contento, ma vedo dilatarsi
la pace e la gioia anche in
quanti danno un contributo
come donatori o volontari
e ciò mi rende anche
molto libero e audace nella
proposta».
Che rispondenza trovate
nelle persone?
«Mi commuove sempre
vedere come si avverano
le parole sul senso della
carità. Questo gesto
risponde a un’esigenza
costitutiva della persona
umana: quello che
proponiamo è vero,
non perché è cattolico,
o proposto dal Banco
Alimentare, ma perché è
vero per l’uomo. Questo
spiega anche perché di
anno in anno aumentano
i gruppi, le associazioni,
le persone che hanno
a cuore la proposta. Ad
delle Opere (Lecco, Como e Sondrio)
con un bacino di circa 2500
associati che potranno fare rete su
un territorio allargato a tre ambiti
provinciali.
La serata del 17 novembre, oltre
a dare l’avvio alla direzione di
Dionigi Gianola nella provincia di
Sondrio, rappresenta un’occasione
per conoscere e approfondire alcuni
tra i servizi di punta proposti dalla
CdO. In questi momenti di mezzo
tra crisi e rilancio, le opportunità
esempio, quest’anno tutti
gli oratori di Sondrio
su indicazione dei loro
sacerdoti parteciperanno
alla Giornata, mentre con
gli scout il rapporto è ormai
consolidato da anni ed
è nata anche una fedeltà
da parte di amici lontani
dalla nostra esperienza.
Sono fatti che non lasciano
indifferenti, come l’episodio
che mi è appena capitato:
un mio collega, che da
anni invito e partecipa,
quest’anno mi ha risposto
con dispiacere di non poter
esserci. Due giorni dopo,
però, ha telefonato per
chiedermi se poteva venire
un suo amico che da tempo
desiderava partecipare, ma
non sapeva a chi rivolgersi».
Ci sono novità per
quest’anno?
«I supermercati e
le zone più o meno
corrisponderanno a quelli
dello scorso anno; ci sarà
qualche supermercato
in più, come il nuovo
Iperal tra Villa di Tirano e
Bianzone, o il supermercato
vicino alla chiesa della
Beata Vergine del Rosario
a Sondrio, dove ci hanno
chiesto di essere presenti.
Una novità per me sta nel
fatto che ancor più che in
passato l’organizzazione
della Giornata passa
attraverso un rapporto
tra amici, proprio perché
desideriamo che all’origine
ci sia un’amicizia creativa. È
questa la proposta con cui
vogliamo raggiungere tutti.
Pensate di raccogliere
di CdO rappresentano una risposta
concreta e diretta alle esigenze
degli imprenditori.
In particolare, nell’occasione, si
parlerà di risparmi sui premi Inail
versati. CdO ha in essere una
convenzione con un partner volto
ad ottenere lo sconto sui contributi
Inail versati nell’anno 2012, da un
minimo del 7%, per aziende con più
di 500 dipendenti, ad un massimo
del 30% per tutte le altre.
Altro argomento il servizio
anche quest’anno più
dell’anno precedente come
vi è sempre riuscito?
«Non saprei dire. Lo scorso
anno siamo cresciuti, grazie
soprattutto al maggior
numero di supermercati
presidiati, però ora le
difficoltà sono oggettive
e quindi può capitare di
registrare dei cali nei singoli
supermercati e, quindi, non
so prevedere. Sarebbe la
prima volta che succede di
raccogliere di meno, però
siamo molto liberi, perché
siamo certi che tutto è dono
della Grazia».
Ricordiamo che si
possono donare olio,
omogeneizzati, alimenti
per l’infanzia, tonno e
carne in scatola, legumi
in scatola, pelati e sughi e
che prima di acquistarli si
deve controllare che la data
di scadenza non sia vicina.
L’evento gode dell’Alto
Patronato della Presidenza
della Repubblica e del
Patrocinio del Segretariato
Sociale della Rai e che a
renderlo possibile in tutta
Italia è la partecipazione
di decine di migliaia di
volontari dell’Associazione
Nazionale Alpini, della
Società San Vincenzo De
Paoli e del Movimento di
Comunione e Liberazione.
Con modalità diverse
contribuiscono a sostenere
l’iniziativa la Fondazione
Cariplo, Banca Intesa San
Paolo, Banca Prossima,
Coca Cola, Sky, Radio 101,
Comieco e Poste Italiane.
PIERANGELO MELGARA
finanziario - factoring: dalla
convenzione Bancaria per il
risparmio al PMI Tutoring per
l’accompagnamento in Banca. Oggi
grande interesse è dedicato allo
strumento finanziario del Factoring.
Infine si parlerà di finanza
agevolata. Da sempre CdO,
attraverso Partner qualificati,
informa e accompagna nella ricerca
dei Bandi ed Incentivi Finanziari
più appropriati per le esigenze delle
aziende.
Valchiavenna
Sabato, 19 novembre 2011 29
Verceia. Lo speciale incontro della Comunità con don Valentino Salvoldi
L
unedì 31 ottobre
come comunità di
Verceia abbiamo avuto
l’occasione (grazie
all’amicizia con il nostro
parroco don Gianni) di
incontrare don Valentino
Salvoldi. Don Valentino è
un prete della diocesi di
Bergamo che dopo aver
insegnato filosofia e teologia
morale all’Accademia
alfonsiana di Roma e in
varie facoltà teologiche
dell’Africa, dell’America
Latina e dell’Asia, è da
alcuni anni incaricato
della Congregazione per
l’evangelizzazione dei
popoli per la formazione del
clero delle giovani Chiese
soprattutto dell’Africa e
dell’Asia.
Tema dell’incontro è stato
quello di aiutarci a riflettere
su come la morte entra
nella vita dell’uomo non
come qualcosa di assurdo o
paradossale, sia il pianto del
bambino sia l’ultima lacrima
del moribondo sono salutati
come inizio di vita.
“Spesso e volentieri - ha
spiegato -, anche noi
cristiani, abbiamo nei
confronti della morte
un atteggiamento ateo
per cui la morte assume
esclusivamente un valore
negativo e assurdo; la morte
non è, come spesso la si
immagina, uno scheletro
vestito di nero, ma una sposa
vestita di bianco che non
ci strappa dalla scena di
questo mondo, ma ci tende
le braccia per introdurci
nel trionfo dell’amore, per
offrirci le nozze con l’Eterno.
La morte e il dolore non
possono e non devono essere
cacciati dalla nostra vita,
prima o poi li incontriamo,
abbiamo a che fare con loro e
spesso ci vuole tempo, lunghi
tempi, ma è proprio sui
lunghi tempi che Dio agisce”.
Belle parole, ma poi.... ma
poi quanto don Valentino
ci ha raccontato non nasce
da un ragionamento, non
nasce esclusivamente
dai libri, ma dalla sua
vita. Soprattutto dalla sua
esperienza familiare quando
ancora seminarista perse
la sorella Elisa di soli 26
anni mentre dava alla luce
il suo secondogenito. “Di
notte per tanto tempo, da
solo ritornavo al cimitero, a
✎ Parole giovani
D
Ama adesso
La parrocchia
si è ritrovata
a riflettere sul
senso cristiano
della morte,
con un ospite
d’eccezione
piangere con la testa fra le
sbarre del cancello che era
sempre chiuso. Ma perché
si chiudono i cancelli dei
cimiteri di notte? Perché
impedirci di andare a parlare
coi nostri morti, seduti sulla
loro tomba?
Una notte, senza che io possa
spiegare come avvenne, il
mio pianto si mutò da grido
di dolore in invocazione
di ricerca di un significato
al mio soffrire, mentre in
me affioravano le parole
del Magnificat: L’anima
mia magnifica il Signore e
il mio spirito esulta in Dio,
mio Salvatore... Abbatte i
potenti ed esalta gli umili.
Manda via i ricchi a mani
vuote, e riempie di beni gli
affamati... Si ricorda della sua
misericordia.
All’inizio cercavo di
rimuovere da me questo
canto della Vergine Madre.
Ma esso risuonava, in
forma martellante nel mio
spirito. Mi abbandonai alla
tentazione di pensare alle
parole del Magnificat: tutto
d’un tratto mi si rivelarono
con una profondità
e bellezza mai prima
sperimentate.
Ripeto: non so quello che
mi è capitato. Ma in quel
momento percepii Dio non
come colui che dall’alto
del suo cielo lascia che gli
uomini continuino a soffrire:
lo vidi farsi uomo, per
prendere sulle sue spalle il
male del mondo. Intuii che
dovevo smettere di crearmi
problemi, rimanendo chiuso
nella contemplazione del
mio dolore. Ero chiamato
ad abbandonarmi a Dio,
a fidarmi, a diventare
sacerdote e ad esercitare
il mio ministero nei paesi
impoveriti, per essere più
vicino agli «ultimi», agli
esclusi, agli emarginati. Capii
che dovevo diventare l’uomo
che si lascia commuovere per
il male del mondo, il buon
samaritano che non passa
oltre chi ha una ferita nel
proprio corpo o nel profondo
dello spirito”.
Nel dolore, nell’ora della
morte si può fare esperienza
di Dio, lo si può incontrare
anche lì e da allora in poi
don Valentino Dio lo ha
incontrato, nella fatica e
sofferenza umana, tante altre
volte.
Quanto scritto fin’ora
potrebbe indurci a pensare
che don Valentino sia un
uomo, un prete triste, serioso,
invece no; ci siamo trovati a
che fare con un bergamasco
doc, con un uomo dalla cui
parola si intuisce il suo amore
per la vita, con un prete che
ha incontrato Cristo e si è
lasciato rapire dal suo amore
al punto da affermare con
speranza certa che: “Non si
muore, si nasce due volte.
Una tomba è troppo piccola
per contenere il mio amore.
Risorgerò”
all’incontro con don Valentino sono
emerse alcune problematiche sulla fede,
riscontrabili nella società del giorno
d’oggi. I giovani, sempre più spesso, tendono
a dimenticare Dio e questo a causa anche di
una società che li influenza negativamente
lanciando “mode” che guidano la gioventù
verso una cultura ateista. L’ateismo è una
corrente secondo la quale un individuo non
crede in niente; ma, secondo quello che don
Valentino sostiene, ogni persona è alla ricerca
di un proprio “dio”. La conseguenza è che molti
giovani tendono a svalutarsi credendo che
la vita sia vana, mentre grazie a Dio si può
prendere fiducia in se stessi. Il sacerdote ci ha
parlato anche della morte come del momento
in cui la fede ci concede il dono di soffrire
con moderazione e anziché disperarci per la
dipartita al cielo di una persona amata, aiuta
a ringraziare Dio per il tempo in cui l’abbiamo
goduta, proprio come scrive nella sua preghiera
“Celebra te stesso”: “Tu meriti di essere celebrato,
tu sei unico e irripetibile”; la tua vita è un
dono e spetta a te usarlo in modo che dia i suoi
frutti. Don Valentino si ritiene un mendicante
d’amore, cioè una persona che ha come
pensiero fondamentale il dare e ricevere amore
sentendo la presenza di Dio. Questo suo modo
di intendere la vita nasce dalle sue esperienze
in giro per il mondo; esperienze spesso di
sofferenza presenti ancora nel XXI secolo, che
colpiscono maggiormente i più piccoli. Ci ha
raccontato di un bambino che ogni giorno
chiedeva a sua madre “oggi si mangia?!”, ma la
madre purtroppo di rado riusciva a procurarsi
il cibo; di come i bambini sono costretti a
mangiare quello che trovano per strada, a
volte scaricato dai camion dell’immondizia
e alcuni giorni non mangiano. E poi la triste
storia di Kainde e sua madre. Kainde, un
piccolo bambino nigeriano denutrito che un
giorno, ormai in fin di vita, viene portato dalla
madre in ospedale. Don Valentino tentò in tutti
i modi di salvarlo, ma non gli fu possibile, e si
rattristò molto per l’accaduto. La madre allora
gli sussurrò: “Padre non soffrire per me: Kainde
mi ha dato la sua porzione di gioia”. O quando
nel Malawi, una donna che stava seppellendo
la sua creatura, gettando la rossa terra su quel
corpicino alla domanda di don Valentino:
“Mamma, dimmi come fai?” gli rispose:
“Mulungu alipo”. “Dio c’è”. Don Valentino
di realtà del genere ne ha incontrate tante,
ma sempre ha avuto la possibilità di sentire
intonare un inno alla fede che rende bello il
vivere e meno tragico il morire. Nel continente
africano, ancora oggi, muoiono di fame circa
quaranta bambini al minuto. Noi siamo rimasti
colpiti da questo e ci chiediamo come il mondo
possa andare avanti lasciando nell’indifferenza
queste persone e le loro storie. Questo dovrebbe
far riflettere tutti sul proprio concetto di fede
per cercare Dio a fondo nella propria esistenza
vivendo con intensità e serenità la propria “vita”
e non aspettare la morte per esprimere con le
lacrime “Ti amo”, ma ama adesso.
i ragazzi di Verceia
Curiosità. Un polacco a Chiavenna sulle tracce del progettista della basilica di Lezajsk
Chi era Antonio Pelatini? Da Piuro alla Polonia
A
ntonio Pelatini, o Pelacini. Chi era costui? Per vedere l’antico ricco borgo
di Piuro dove nacque (verso il 1580),
tre ricercatori sono venuti appositamente da
Lezajsk, moderna cittadina di quindicimila
abitanti nella Polonia sud-orientale, dominata dalla grande basilica dedicata all’Annunciazione, che nella storia dell’architettura della
regione ha assunto particolare importanza
perché fu presa a modello per varie altre chiese. L’architetto che la progettò, nel secondo
decennio del XVII secolo, fu appunto Antonio Pelatini “da Plur, località al confine italosvizzero, dove nacque e studiò”, come dicono
gli studiosi di storia dell’arte di quelle regioni
polacche. Di lui non si è mai saputo nulla, né
in Valchiavenna, né nell’ampia vallata del San,
affluente della Vistola. Ma per dare luce alla
sua figura, non vuole lasciare nulla di intentato il dottor Stanislaw Klosowski, che insieme
a due collaboratori, nella giornata di venerdì
11 novembre ha incontrato Gianni Lisigno-
li, presidente dell’Associazione italo-svizzera
per gli scavi di Piuro, per prendere contatto diretto con i luoghi di origine del Pelatini (probabilmente Pelazzini) e ipotizzare possibili
ricerche di approfondimento. Probabilmente,
infatti, si tratta di una prima indicazione che
potrà fare più ampia luce sull’emigrazione che
nel Cinque, Sei e Settecento dalla Valchiavenna portò nei paesi di lingua e cultura tedesche
e slave non solo ricchi commercianti, ma anche valenti professionisti. Sono conosciuti, in
proposito, i casi di architetti in Baviera, di musicisti in Boemia, o di insegnanti e studiosi di
testi sacri in Polonia; tra i commercianti non
mancò chi si facesse imprenditore, ancora in
Polonia, o assumesse alte cariche politiche,
come quel Pedroni di Campedello diventato
consigliere del re di Boemia e senatore nella
città di Praga. Il dr. Klosowski, che esercita la
professione del restauratore, ha annotato tutto con cura, fotografando e registrando colloqui, osservando con attenzione i rilievi del
battistero di Chiavenna e la pianeta donata
verso il 1580 dalla famiglia Lumaga alla chiesa di San Cassiano in Piuro, conservata presso
il Museo del Tesoro, ammirato delle pitture
nella chiesa di Prosto, curioso degli affreschi
a Santa Croce (in ambedue le chiese medievali), stupefatto della ricchezza delle decorazioni a Palazzo Vertemate. E, al momento del
commiato, ai responsabili dell’Associazione
italo-svizzera per gli scavi di Piuro ha ribadito
il suo proposito: completare lo studio in corso
sulle chiese barocche della Polonia meridionale ispirate al modello del nostro Pelatini,
non prima di aver ripreso la documentazione
giacente negli archivi polacchi sugli immigrati dal chiavennasco e non prima di essere ritornato di nuovo tra di noi. La prospettiva di
un insperato approfondimento del tema degli
scambi commerciali e culturali tra la Valchiavenna e la Polonia del Cinque e Seicento è
appena aperta.
m.b.
Sondrio Cultura
30 Sabato, 19 novembre 2011
Notizie flash
■ Bandi
«In confidenza col sacro. Statue vestite al centro delle Alpi»
Il Bim premia le
ricerche sull’acqua
Il Consorzio dei Comuni del Bacino
Imbrifero Montano dell’Adda il
settembre scorso ha lanciato due
bandi per premiare e valorizzare
il talento e l’impegno dei giovani
studenti e sportivi della Provincia di
Sondrio. I bandi sono ancora aperti ma
scadranno a breve, il 30 novembre. Per
i residenti nella Provincia di Sondrio
che, nell’Anno Accademico 2010/2011,
frequentano un Dottorato di Ricerca
Scientifica sull’acqua o sull’energia
elettrica nell’ottica dell’innovazione
ambientale e che al 31 dicembre 2011
non hanno ancora compiuto 30 anni,
sono messe a disposizione 5 borse di
studio da 2000 euro ciascuna. Per i
residenti nella Provincia di Sondrio
frequentanti la scuola, dalle superiori
in giù, che praticano sport a livello
professionale o dilettantistico e che al
31 dicembre 2011 non hanno ancora
compiuto 20 anni, sono previsti 10
assegni da 1000 euro ciascuno. Chi è
interessato trova i testi dei bandi sul
sito www.bimadda.it e può recapitare le
domande di ammissione direttamente
al Consorzio nella sede di Sondrio (Via
Lungo Mallero Diaz, 18). Il Presidente
del BIM nominerà le due commissioni
giudicanti, composte da un membro del
comitato esecutivo, da un tecnico del
BIM e da esperti nel settore. La nomina
dei vincitori avverrà nel prossimo mese
di dicembre.
Lu. S.
Pubblicato il volume
sulle statue vestite
L
a Fondazione – Centro studi
“Nicolò Rusca”, il Gruppo Credito
Valtellinese e il MVSA Museo
Valtellinese di Storia e Arte –
Comune di Sondrio promuovono
un ambizioso progetto, dal titolo “In
confidenza col sacro. Statue vestite
al centro delle Alpi”, riguardante la
tradizione, antichissima, di vestire
le statue, in particolare nelle vallate
al centro dell’arco alpino tra l’Alta
Lombardia e la Svizzera meridionale,
con uno sguardo aperto ai territori
limitrofi, lombardi e non solo.
Le statue vestite, in stragrande
maggioranza simulacri della Madonna,
hanno il corpo in legno o in altri
materiali “poveri”, i volti modellati
in modo naturalistico e gli arti
generalmente snodabili. Vestite con
biancheria intima, corpetti e preziosi
abiti, gioielli e corone, costituiscono
un patrimonio di fede, prima ancora
che d’arte, amato in tutto il mondo
cattolico, dall’Europa all’America Latina.
Portate in processione, ospitate sugli
altari, venerate dalle confraternite,
testimoniano di un sacro “familiare”:
simile e prossimo ai suoi fedeli.
Il progetto comprende una mostra,
curata da Francesca Bormetti, che sarà
allestita dal 10 dicembre 2011 al 26
febbraio 2012 a Sondrio, nella doppia
sede espositiva della Galleria Credito
Valtellinese e del MVSA, con una
ventina di statue, corredi tessili, gioielli.
Accompagna la mostra un volume di
studi (496 pagine), corredato da un ricco
apparato fotografico, che documenta
il lavoro di ricerca multidisciplinare
di un gruppo di autorevoli studiosi,
locali e non, coordinato dalla stessa
dr.ssa Francesca Bormetti. Il volume
comprende, inoltre, una dettagliata
scheda storico-artistica per ognuno
dei manufatti rintracciati in ben 90
parrocchie di Valtellina e Valchiavenna.
Un risultato frutto di accurate indagini
sul territorio e pazienti affondi negli
archivi, oltre che dell’apporto specifico
di discipline quali storia della Chiesa,
antropologia, storia del tessuto e della
moda, storia dell’arte e storia della
fotografia.
È possibile prenotare il volume al
prezzo speciale di euro 37 (prezzo
di copertina euro 50) entro il 30
novembre, facendone richiesta al Museo
Valtellinese di Storia e Arte, in Via M.
Quadrio 27 a Sondrio.
■ Sondrio
“Maestri di strada”: la
scuola per gli esclusi
All’oratorio di Delebio
L’Associazione Quarto di Luna, la
Fondazione Melazzini e l’Associazione
Spartiacque promuovono l’incontro
dal titolo “Maestri di Strada. Una
scelta radicale di insegnamento”, per
presentare il libro di Carla Melazzini
“Insegnare al principe di Danimarca”.
L’incontro, aperto al pubblico, si
terrà venerdì 18 novembre, alle ore
17.30, a Sondrio, presso la Sala
polifunzionale “Arturo Succetti”, in
Largo dell’Artigianato 1. Interverrà
Cesare Moreno, curatore del libro e
Direttore del Progetto Chance di Napoli
per il recupero dei minori esclusi dalla
scuola.
“Insegnare al principe di Danimarca”
raccoglie alcuni scritti di Carla
Melazzini, insegnante, di origine
valtellinese, che si è dedicata, nel
corso della sua vita, al lavoro di
educativa di strada e all’insegnamento
a Napoli, in particolare nei quartieri più
difficili della città partenopea.
Fotografie
in mostra
Q
■ Sondrio
Sabato 26 incontro di A
dança da Vida Onlus
L’Associazione Sondrio - São Mateus:
A dança da Vida Onlus, invita ad un
incontro che si svolgerà il prossimo
sabato 26 novembre, alle ore 18, nel
salone dell’Oratorio del Sacro Cuore di
Sondrio.
Nell’occasione verrà fornito un
ragguaglio sull’andamento delle
iniziative e degli interventi in atto a
São Mateus, vi sarà una breve relazione
dell’esperienza vissuta dai membri
del gruppo che hanno effettuato il
viaggio in Brasile e sarà presentato il
calendario Educar para vencer 2012 con
foto di uno dei giovani fruitori delle
borse di studio.
Seguirà una cena (contributo a partire
da 15 euro per gli alti e 10 euro
per i bambini) per cui è necessario
prenotarsi, telefonando a Maria (0342515409, 338-8450507) entro mercoledì
23.
uando la fotografia riproduce
fedelmente la visione del
paesaggio e dell’habitat in cui
vivono un’infinità di specie
di flora e di fauna catturandone col
mirino i particolari, fa scoprire anche il
sentimento d’amore di chi l’ha scattata.
Tra gli appassionati della fotografia
anche don Amedeo Folladori, parroco
di Delebio e di Andalo Valtellino,
esperto naturalista e fotografo dilettante
e Clelia Dell’Oca, fotografa dilettante
che, insieme presentano una mostra
fotografica – aperta presso l’Oratorio
“Giovanni Paolo II” di Delebio dal 12
al 19 novembre – che vede esposti oltre
cinquecento scatti di fotografie in cui
sono raffigurate diverse specie di flora
e fauna presenti nel territorio dalla Val
Lesina sino al Monte Legnone.
L’interessante esposizione ha suscitato
un particolare interesse nei visitatori
che si sono soffermati ad ammirare
i meravigliosi quadri raffiguranti
centinaia di specie naturali presenti
in questo meraviglioso habitat
montano. Don Amedeo, un sacerdote
appassionato fotografo, dal suo arrivo
a Delebio, nell’anno 2004, ha ancor di
più rafforzato questa sua sintonia con
la fotografia, sviluppando interesse
e amore per la montagna. Questa
sua passione è stata aiutata anche
dagli studi sulla natura che gli hanno
permesso di acquisire la qualifica
di Guardia ecologica volontaria.
Da esperto naturalista, ha voluto
condividere questa sua attenzione alla
natura, con ragazzi e giovani facendo
nascere il gruppo G.E.N.D. (Gruppo
Ecologico Naturalistico Delebio) di cui
è l’assistente spirituale. L’esposizione
fotografica è frutto di questo suo amore
per la natura. La mostra assume un
Esposti questa
settimana oltre
cinquecento scatti
fotografici in cui sono
raffigurate diverse
specie di flora e fauna
particolare interesse culturale per il
visitatore che può scoprire, attraverso
la bellezza delle immagini, quel
meraviglioso mondo della natura
e le sue specie di flora e fauna. Il
fascino dei colori e dei particolari che
arricchiscono il territorio montano è,
per don Amedeo, espressione a Lode
e gloria di Dio Creatore. L’esposizione
fotografica è dedicata alla memoria
di Remo Mossini di Ardenno, esperto
naturalista e la cui vocazione è stata
trasmessa in incontri culturali, al
gruppo GEND di Delebio.
Clelia Dell’Oca nutre la medesima
passione per la fotografia e per
l’ambiente montano della Val Lesina
ove trascorre gran parte del suo tempo
estivo, ha dedicato la sua fotografia a
diverse specie di fauna presente che
vive in questo territorio.
GABRIELE CORGATELLI
Tirano Cronaca
● Presenti sette gruppi
dalla Provincia, due
da Morbegno
● Evento diocesano con
tre gruppi presenti
anche dal comasco
Sabato, 19 novembre 2011 31
● Immagine del
fascino discreto della
devozione popolare
In Santuario l’annuale
raduno delle confraternite
S
i è svolto la scorsa
domenica 13 novembre a
Tirano, nella cornice della
Basilica dell’Apparizione,
l’annuale raduno diocesano delle
confraternite. Erano rappresentate le
confraternite valtellinesi di Ardenno,
Buglio in Monte, Grosio, Morbegno
San Pietro, Morbegno Beata Vergine
Assunta, Primolo, Traona e quella
di Tirano che ha aperto il corteo;
dal Comasco: Uggiate Trèvano,
Camnago-Faloppio, Gironico e
Poschiavo dalla vicina Svizzera.
Belli nei loro tradizionali camici
rossi o bianchi con la mantellina
rossa; comunque apprezzabili
per la testimonianza interiore, ma
certo meno visibili, i superstiti dei
sodalizi che in nome di una illusoria
modernizzazione intellettualistica
sostituirono l’abito storico con un
insignificante mantello bordeaux.
Testimoni tutti di un unico impegno
nella Chiesa si sono dati convegno
nella basilica dell’Apparizione della
Beata Vergine di Tirano, patrona
della Valtellina, per pregare insieme,
in un ideale pellegrinaggio alla casa
comune. Chi li ha visti sfilare dalla
sala Beato Mario alla basilica non ha
potuto sottrarsi al fascino discreto
di una devozione autenticamente
popolare, radicata nella tradizione
di un popolo e nella sua cultura
profonda.
Ancora una volta il santuario si
è rivelato nella sua capacità di
rappresentare in ambito religioso,
pur senza sostituirsi alla Cattedrale
diocesana, l’unità sovraparrocchiale
in provincia, e in termini civili
quella di costituire il massimo
luogo di identificazione collettiva,
storica e culturale. Nella mattinata
la processione e
l’intero gruppo
dei membri delle
confraternite
presenti a tirano
nei tradizionali
abiti bianchi o
rossi, oppure con
le più recenti
mantelle
ASSOCIAZIONI. Iniziativa di “Sconfinando” e “Legambiente”
Un Gruppo di Acquisto
Solidale anche a Tirano
D
a diversi anni, ormai in tutta
Italia, gruppi di famiglie si
organizzano in associazioni
per acquistare in maniera
consapevole e solidale generi
alimentari, prodotti per la casa,
vestiario, carta e altro ancora. Si tratta
dei Gruppi di Acquisto Solidale,
promotori di un modo nuovo e diverso
di fare la spesa.
Nella Provincia di Sondrio esistono
già alcuni GAS: Gas Cambìo di
Morbegno e della Bassa Valle, Gastellina
nel Sondriese. Appoggiandosi
a quest’ultimo, l’Associazione
Sconfinando di Tirano, unitamente
a Legambiente, si sta operando per
crearne uno nel tiranese. Ha, così,
organizzato per venerdì 18 novembre
una serata di presentazione di queste
realtà: verranno illustrate nel dettaglio
le caratteristiche dei GAS, come si
compongono, come operano, i loro
principi e le finalità. Parteciperanno
all’incontro un rappresentante di
Legambiente e di Gastellina (www.
gastellina.org), con i quali sarà possibile
interagire direttamente per risolvere
dubbi e affrontare questioni più pratiche
e specifiche legate alla nostra realtà.
La serata, che si svolgerà presso la
Biblioteca Civica Arcari alle ore 20.30,
è aperta a tutti coloro che si vedono
interessati ad esprimere la propria
disponibilità o che più semplicemente
vogliono conoscere maggiormente da
vicino i GAS. Offre poi un’opportunità
di confronto e riflessione su forme
alternative di fare economia, in un
delicato periodo storico-economico
come quello attuale.
Ma, in breve, cos’è un GAS?
«Un gruppo di persone – si legge nel
Documento base dei Gruppi di Acquisto
Un gruppo di persone
che si incontrano per
riflettere sui consumi
e acquisti in comune
Solidale – che decide di incontrarsi
per riflettere sui propri consumi e per
acquistare prodotti di uso comune,
utilizzando come criterio guida il
concetto di giustizia e solidarietà, dà
vita a un GAS». Essere un GAS significa
creare una rete di persone in grado di
maturare e di condividere un consumo
critico; essere un gruppo, cioè, che
si domanda cosa ci sia dietro un
determinato bene di consumo e quali
siano le conseguenze del suo acquisto,
per arrivare a scegliere in autonomia e
consapevolezza cosa e da chi comprare.
Alla base vi è la creazione di un gruppo
di persone che dialoghi e si confronti su
come organizzare e strutturare la rete
di acquisto, riflettendo su vari aspetti.
Il costo dei prodotti, che richiede di
ragionare su quanta parte di esso sia
dovuta al trasporto e all’imballaggio,
con le conseguenze che ne derivano.
Le aziende a cui rivolgersi e con
cui instaurare rapporti diretti: verrà
richiesta un’analisi della produzione
per verificare il rispetto dei diritti di
chi vi lavora (stipendi, sicurezza…)
e dell’ambiente. Vi è, quindi,
un’immediata possibilità di controllo
del rispetto delle caratteristiche dei
prodotti che si vogliono acquistare,
promuovendo un aumento della
qualità del genere d’acquisto stesso. Si
sceglieranno realtà locali o nazionali
in grado di fornire prodotti di stagione,
meglio ancora se ricavati da produzioni
biologiche: le fondamenta di un
consumo sostenibile nel tempo. Si
concretizza, così, la possibilità di
contribuire alla nascita e alla crescita
di aziende e cooperative di lavoro che
potrebbero avere difficoltà a rimanere
attive nel mercato nazionale ed
internazionale. Costituendo gruppi in
dialogo continuo al loro interno e con
le ditte di produzione e di trasporto, si
genera un circolo di relazioni in grado di
«ricreare un mercato di uomini e non un
mercato degli oggetti».
I GAS sono una delle tante realtà
nazionali nelle quali si sta realizzando
una concezione alternativa
dell’economia: sono strumenti non
solo di risparmio ma soprattutto di
solidarietà, generata dall’attuazione di
un consumo critico. Rappresentano «Il
richiamo ad una vita in cui le relazioni
umane e la condivisione con gli amici
ed i vicini tornano ad avere importanza
primaria; il ritorno ai sapori di una
volta; il piacere di mangiare cose buone,
che fanno bene, in armonia con gli altri
esseri umani e con la natura».
Da anni l’Associazione Sconfinando
custodisce nel cuore il desiderio
di creare un GAS. Riuscirà ora a
realizzarlo?
LUCIA SCALCO
la Messa è stata concelebrata
da don Franco Molinari, vice
assistente ecclesiastico della
Confederazione Nazionale
delle Confraternite d’Italia
ed Assistente del Priorato
Confraternite Arcidiocesi
di Genova, e dal rettore del
santuario, monsignor Aldo
Passerini.
Notizie flash
■ Ferrovia retica
Offerte autunnali per il
Trenino Rosso
Per godere dello spettacolo autunnale
offerto dal Trenino Rosso del Bernina
(patrimonio dell’UNESCO), la Ferrovia
Retica propone a singoli viaggiatori
o a gruppi uno sconto sul costo del
biglietto per le tratte Tirano – St.
Moritz e Poschiavo – St. Moritz. Dal 24
ottobre al 4 dicembre, pagando solo
l’andata i viaggiatori effettuano anche
il viaggio di ritorno; così, a persona,
partendo da Tirano la spesa è di 24
euro e partendo da Poschiavo è di
18,20 euro. I bambini fino ai 6 anni
non compiuti viaggiano gratis; dai 6
ai 16 anni non compiuti viaggiano
a metà prezzo. Dalla promozione
sono esclusi i supplementi per la
prenotazione obbligatoria, previsti per
i treni Bernina Express. Si ricorda che
per viaggiare è necessario avere con sé
i documenti validi per l’espatrio. Per
avere maggiori informazioni è possibile
rivolgersi alla biglietteria e all’Ufficio
Informazioni Turistiche di Tirano,
oppure consultare il sito internet della
Ferrovia Retica www.rhb.ch. (Lu.S.)
■ Riconoscimenti
Alberto Quadrio Curzio
cittadino benemerito
In occasione del concerto tenuto
dalla banda cittadina tiranese per la
festa patronale di San Martino, si è
svolta la cerimonia della consegna
delle benemerenze civiche. è stato
proclamato cittadino benemerito
per l’anno 2011 il prof. Alberto
Quadrio Curzio, economista di fama
internazionale nato a Tirano, «per la
costante attenzione riservata alla sua
città natale e alla soluzione dei suoi
problemi, malgrado gli impegni del
suo autorevole magistero universitario
e di vicepresidente dell’ Accademia
nazionale dei Lincei, che non gli hanno
impedito di dedicare tempo ed energie
alla promozione economica, culturale
ed umana della nostra comunità».
32 Sabato, 19 novembre 2011
Sondrio Cronaca
Ponte in Valtellina. Torna la tradizionale iniziativa
proposta dall’Associazione Ponte Colombia Onlus
Arance e clementine
per aiutare la Colombia
I
L’Associazione
L’associazione PonteColombia nasce nel marzo 2006 per
volere di alcuni amici accomunati dal profondo legame
con il paese latinoamericano. Da diversi anni la comunità
di Ponte, grazie a don Battista Rinaldi, si interessa della
realtà colombiana svolgendo attività di solidarietà.
Chi fosse interessato a collaborare con le attività
dell’Associazione, o chi volesse ospitare i volontari
per la vendita di arance e clementine anche nella
propria parrocchia, basta scrivere una mail a info@
pontecolombia.org e sarà subito contattato.
l clima negli ultimi giorni si è
fatto decisamente più invernale:
tornano le gelate mattutine, le
sere cortissime e… le arance di
PonteColombia, che da anni sono
presenti sui sagrati di molte chiese
della Valtellina.
Naranja para Colombia è giunta
quest’anno alla sua settima edizione
ma non ha perso il suo slancio
iniziale: anzi, per rispondere a un
crescente interesse da parte delle
comunità della Provincia di Sondrio
si è fatta in tre. Quest’anno i volontari
e i simpatizzanti dell’Associazione
saranno disponibili durante tre fine
settimana. Si comincia il 19 novembre
alla Bottega del commercio Equo di
Sondrio, poi il 20 a Grosio, Grosotto,
Mazzo, Montagna, Sondalo, Stazzona,
Tovo e Chiavenna, che segna una
prima assoluta dell’iniziativa in
Valchiavenna. Domenica 28, invece,
sarà la volta di Buglio, Castione,
Castionetto, Chiuro, Morbegno,
Ponte, Postalesio e Tresivio. Infine
la prima domenica di dicembre
Ardenno, Berbenno e Albosaggia
(sabato sera al Torchione e domenica
mattina presso la Parrocchiale di
Santa Caterina).
La quantità dell’impegno profuso
corrisponde all’importanza
sociale dell’iniziativa. Il progetto
quest’anno sosterrà l’acquisto di
una macchina per i volontari del
gruppo “Aguapanela” in Colombia.
Si tratta di un’iniziativa pensata
e realizzata interamente dalla
Fundacion ColombiaPonte, il volto
latinoamericano dell’associazione
valtellinese. Una o due volte la
settimana un gruppo di volontari
della fondazione, ma anche personale
medico e studenti delle facoltà di
giurisprudenza e medicina, visita la
gente di strada di alcuni dei quartieri
più poveri della citta di Popayan,
capitale del dipartimento andino del
Cauca, per portare dell’agua panela
(una bevanda calda a base di un
estratto di canna da zucchero) un
po’ di pane e, soprattutto, un po’ di
vicinanza e conforto ai senzatetto,
L’edicola della
spiritualità
Sondrio
Settimana della
salute mentale:
le iniziative
D
al 21 al 27 novembre
si terranno a Sondrio
alcune importanti
iniziative, dedicate alle
persone con problemi di
natura psichica. Lunedì
21 novembre, nella sala
«Arturo Succetti» dell’Unione Artigiani di Sondrio, dalle ore 14.30
alle ore 17.30, si svolgerà un convegno dal titolo significativo: «Si
può fare»! Avrà infatti come tema il progetto «Lavoro e Psiche»
in provincia di Sondrio: un progetto in corso di attuazione
dal 2009 in quattro province lombarde e finanziato dalla
Fondazione Cariplo con tre milioni di Euro, interamente dedicato
all’inserimento delle persone con problemi psichici nel mondo
del lavoro. Verrà inoltre illustrata un’indagine sulla percezione
sociale delle persone con problemi psichici e verrà infine
distribuito un calendario dedicato a questo tema.
Giovedì 24 novembre, alle ore 15, presso la sala Vitali di Sondrio,
sarà il turno dell’associazione dei familiari «Navicella», che
presenterà le sue attività, tra le quali una performance teatrale dal
titolo: «Il buio che abbiamo dentro… La forza della fragilità».
Chiuderà la settimana la Conferenza territoriale per la salute
mentale, che vedrà, al mattino, un convegno con numerose
relazioni, in via di definizione, che si propongono di esaminare
tutte le problematiche che riguardano questo delicato tema; al
pomeriggio si terrà invece una tavola rotonda dal titolo «Dopo la
malaombra», dedicata ad un tema del quale in provincia si è già
parlato molto: il suicidio. L’argomento, infatti, ci vede coinvolti
direttamente, come hanno ricordato i medici Mario Ballantini
e Lorella Cecconami, perché, come in tutte le vallate chiuse, il
suicidio da noi è più frequente che altrove.
Le attività sono state presentate alla stampa in una conferenza,
nella quale i direttori generali dell’ASL e dell’Azienda
Ospedaliera, Mucci e Gianola, hanno sottolineato come la
stretta collaborazione fra i due enti, la Fondazione Cariplo e le
associazioni stia dando ottimi risultati.
CIRILLO RUFFON
Incontro su
tutela
dei minori
e interventi
multifamiliari
L
L
e scorse settimane, papa Benedetto XVI, ha
annunciato che dall’ottobre 2012 inizierà un “Anno
della fede”, per ricordare e far rivivere il Concilio
Ecumenico Vaticano II, a cinquant’anni di distanza. Ogni
volta che si leggono quei documenti, se ne scopre la
contemporaneità.
Un modo per proseguire sulla spinta di quegli
insegnamenti e tradurli nella quotidianità della vita
può essere anche il sussidio che abbiamo chiamato
“Edicola della spiritualità”. Si tratta dell’esposizione
nella chiesa di San Rocco, di una serie di fogli di tipo
formativo che tutti possono ritirare. Eccone una breve
presentazione: formazione liturgica (significato della
liturgia); formazione biblica (un breve corso semplice
per conoscere meglio la Bibbia); formazione culturale
(i ragazzi e i nuovi strumenti tecnologici); aspetto
devozionale: Maria nella Scrittura e teologia; la rubrica
di don Vittorio Chiari (in memoria); pedagogia familiare:
educare la responsabilità (è la scheda più ritirata);
“portico dei gentili” G. Vattimo e il pensiero debole (in
questo mese); Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito
(per le famiglie separate cristiane).
Penso che questa proposta sia anche un modo di
preparazione all’anno della fede di cui si è parlato.
Certamente la ricorrenza sarà l’occasione per riscoprire
il grande insegnamento del Concilio, la sua novità
insieme alle grandi problematiche ecclesiali rimaste
aperte per una parziale applicazione alla vita pastorale
nelle comunità. L’anno della fede prende avvio dal
sinodo ecclesiale che si terrà a Roma nell’ottobre 2012,
“La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della
fede cristiana”.
Ciò che il Concilio ha consegnato alla Chiesa e il
grande risvolto della cultura attuale che alimenta la
secolarizzazione penso che siano il terreno di confronto
e riflessione.
DON FRANCO RUSTIGHINI
Rettore della chiesa di San Rocco - Sondrio
a violenza familiare è un grave
problema che riguarda tutti gli
strati sociali, dalle famiglie più
ricche alle più povere. I minori
che subiscono violenza in famiglia
spesso sono soggetti a disturbi
psicopatologici di varia gravità, che
possono manifestarsi anche in età
adulta. Per affrontare il problema, il
Marlborough Family Service di Londra
ha ideato una particolare “Terapia
Multifamiliare”. Finanziato dalla
Fondazione Cariplo, si è concluso
quest’anno il progetto “Unità
Multifamiliare”, che ha consentito
di sperimentare questo modello
d’intervento nell’ambito del Servizio
Tutela Minori di Sondrio.
Martedì 22 novembre, dalle ore 14
alle 18, nella sala consiliare di palazzo
Pretorio a Sondrio, saranno resi noti
i risultati. Verrà anche presentato il
nascosti nell’argine dei fossi o nei
magazzini semiabbandonati della
zona del mercato. Una presenza
discreta che non giudica, non
conosce distinzioni e offre un piccolo
sostegno materiale e un sorriso
in modo gratuito alle persone più
vulnerabili.
Non tutte le famiglie in Colombia
hanno un’auto, che resta una
caratteristica delle classi sociali
medio-alte. Da questo la necessità di
acquistare un veicolo per il progetto
dell’Aguapanela, che diventerà
poi l’auto della Fondazione, a
disposizione anche per tutte le altre
attività e i progetti che nei vari settori
vengono gestiti in Colombia (dal
microcredito alle adozioni scolastiche
ai progetti sociali ed educativi).
L’offerta corrisposta per un sacchetto
di arance o di clementine si
trasformerà, in una sola parola, in un
autentico gesto di carità agli ultimi
degli ultimi, la “gente de la calle” dei
quartieri periferici di Popayan.
MAURIZIO ZUCCHI
Mostre
■ Sondrio
Un’esposizione dedicata
all’architetto Galimberti
Viene inaugurata venerdì 18 novembre
(e sarà visitabile fino al 15 gennaio
2012) alle ore 18, nelle sale espositive
di Palazzo Pretorio a Sondrio, la mostra
“Giuseppe Galimberti. Il mestiere
dell’architetto - Disegni, Progetti,
Scuole, Utopie 1959-2011” curata da
Leo Guerra, promossa dal Comune di
Sondrio con il patrocinio dell’Ordine
degli architetti PPC della provincia di
Sondrio.
L’esposizione intende porre in evidenza
i legami che presiedono la disciplina
progettuale, artistica e la metodologia
didattica di Giuseppe Galimberti,
nato a Sondrio nel 1936, in oltre
mezzo secolo di attività. Per farlo, un
ruolo predominante sarà affidato alla
dimensione del paesaggio e al lavoro
culturale che l’autore ha da sempre
messo in atto per la sua lettura e la sua
comprensione.
«Questa mostra viene presentata in un
momento nel quale l’intera provincia
sembra aver aperto gli occhi sugli esiti
dell’utilizzo indiscriminato del territorio
– spiega l’assessore alla Cultura, Marina
Cotelli –. Il “Galimba” ha intessuto
la sua vita professionale sul rispetto
dell’ambiente, è promotore della
“filosofia verde”. Per l’Amministrazione
questa mostra è un motivo di orgoglio,
un riconoscimento nei confronti della
storia professionale dell’archietto e
della sua figura umana e intellettuale».
Progetto Europeo Daphne, al quale
l’Ufficio di Piano di Sondrio ha aderito,
con l’obiettivo di diffondere e formare
gli operatori alla Terapia Multifamiliare.
Relatori Luca Verri, responsabile
dell’Ufficio di Piano, Riccardo Canova,
responsabile scientifico, Giovanna
Uccello, psicologa, Katiuscia Patalano,
assistente sociale, Daniela Sassella,
educatrice.
MILLY GUALTERONI
Sondrio Cronaca
Sabato, 19 novembre 2011 33
Sondrio. In occasione del decennale dell’apertura dell’Hospice Siro Mauro si è tenuto
un incontro sull’esperienza della perdita e del lutto con l’intervento di due psicologhe
Assenza, più acuta presenza
N
el decennale
dell’apertura
dell’Hospice Siro
Mauro presso la sala
Vitali del Credito Valtellinese
a Sondrio, organizzato
dall’Associazione Gea, di
recente si è tenuto l’incontro
Assenza, più acuta presenza
- L’esperienza della perdita
e del lutto oggi, tenuta
dalle psicologhe Katri
Mingardi e Barbara Silvestri
dell’Associazione Siro Mauro
per le cure palliative in
provincia di Sondrio. In quanto
particolarmente idonea ad
introdurre l’esperienza del
lutto, è stata letta la poesia
“Assenza” di Attilio Bertolucci:
«Assenza, / Più acuta presenza.
/ Vago pensier di te / Vaghi
ricordi / Turbano l’ora calma
/ E il dolce sole. / Dolente il
petto / Ti porta, / Come una
pietra / Leggera».
Rispetto al passato, oggi
la presenza pubblica della
morte è stata rimossa nei
segni esteriori ed anche in
altri fattori: il lutto esteriore
si è ridotto a soli tre giorni;
la famiglia nucleare offre
minor sostegno e affetto; le
certezze della fede sono state
abbandonate per confidare
nella scienza e nella tecnica.
Tutto ciò e altro ancora ha
reso la morte un trauma
più drammatico e difficile
da elaborare. La Silvestri
ha proposto dei riferimenti
generali al lutto dal punto
di vista antropologico e
culturale, dal passato più
lontano studiato dagli
antropologi a quello più
recente, quando le condizioni
di vita erano ancora tali per
cui la precarietà e la vicinanza
con la morte erano maggiori,
così da spingere a trovare
modi efficaci per affrontare
le separazioni. Sappiamo
che anche in Valtellina la
cultura tradizionale prevedeva
l’accompagnamento del
proprio caro, o di una persona
anziana della comunità
durante l’agonia; seguivano la
diverso da quello precedente».
Il “lutto anticipatorio” (Erich
Lindemann) è quello che
vivono i familiari e la persona
malata nell’ultima parte di una
lunga malattia, quando ormai
la vita volge al termine: è un
tempo che può essere vissuto
come accompagnamento
intenso, in cui il malato
e i familiari si parlano,
oppure come all’inizio
della vita è fondamentale la
comunicazione non verbale
della presenza e del contatto.
In malattie come la demenza
senile si comincia a vivere un
distacco dalla persona, che
non ci appare più com’era
prima e un grande peso ha la
fatica. La Mingardi ha concluso
riportando il pensiero di
alcuni psicologi: ad esempio,
Giovanni Zapparoli diceva
che «Non possiamo guarire la
morte, sarebbe un’illusione!
Bisogna superare la colpa di
essere impotenti di fronte
alla morte e alla paura dei
morenti ed alla nostra paura
Rispetto al passato,
oggi la presenza
pubblica della morte
è stata rimossa nei
segni esteriori
veglia, la vestizione del defunto
e una serie di pratiche con
un coinvolgimento a fianco
della famiglia. Si attuava tutta
una serie di riti di passaggio:
il colore nero, o anche il
bianco, a indicare il lutto, che
si portava da uno a due anni,
periodo in cui la persona
era legittimata, o addirittura
spinta, a rimanere ritirata.
«Attraverso modi concreti,
che oggi non ci appartengono
più, si manteneva un rapporto
con i defunti», ha continuato,
spiegando che c’erano dei
significati condivisi da tutta
la comunità e reciprocità
di relazione tra vivi e morti,
così che l’esperienza della
morte veniva vissuta più
comunitariamente e come
evento naturale. Oggi, invece,
la vita, l’amore, la morte
sono ambiti in cui prevale la
soggettività con sempre meno
riti collettivi e, mancando
forme nuove di condivisione,
nella solitudine la morte
suscita un terrore più forte.
La Mingardi ha proposto
invece un approfondimento
più clinico e psicologico,
spiegando dapprima il
cordoglio (dolore del
cuore): esso si riferisce a
una manifestazione fisica e
rimanda al sentimento che si
prova ogni volta che si vive una
perdita, magari non dovuta
alla morte, ma a momenti
difficili, come l’aver dovuto
abbandonare i luoghi dove
siamo vissuti, l’aver dovuto
lasciare amicizie e affetti,
il lavoro, l’immagine di noi
o degli altri che abbiamo
idealizzato, ecc. Il lutto (dal
latino lugeo, piangere) invece
esprime la perdita definitiva,
drammatica, irreparabile. È
un’esperienza universale che
caratterizza l’essere umano
dalle sue origini: il modo e
i tempi in cui viene vissuto
dipendono dall’epoca, dalle
caratteristiche individuali,
dall’età del defunto – se la
morte è attesa, o invece
improvvisa, dal ruolo che
occupava nella famiglia –
e anche le manifestazioni
variano moltissimo da
individuo a individuo. «La
perdita di una persona cara
– ha spiegato – può essere
vissuta come un terremoto,
che non crea rovine solo in
superficie, ma in profondità,
infatti rompe l’equilibrio che ci
permetteva di andare avanti.
Il processo va da un primo
momento, in cui il dolore è
intenso, a un passaggio in
cui si ritrova un equilibrio
«La perdita di una
persona cara può
essere vissuta come
un terremoto che
rompe l’equilibrio»
di non sapere che cosa fare
e che cosa dire, cioè ognuno
deve fare i conti con i propri
limiti anche gli operatori, i
medici e gli psicologi. Nobili,
invece, ricorda che “nessuno
può preparare qualcun
altro alla morte; è possibile
però “preparare” alla vita e
questa preparazione consiste
proprio nell’abituarsi a
riempire il proprio tempo con
comportamenti umanamente
validi», perché si può fare
tanto stando vicino all’altro,
vivendo il presente e dando
importanza anche alle piccole
cose quotidiane.
PIERANGELO MELGARA
Sondrio. Nuova iniziativa promossa da Camera di Commercio e Confartigianato Imprese
Progetto legno: formazione per l’export
L
a Camera di Commercio di Sondrio,
in collaborazione con Confartigianato
Imprese Sondrio, ha avviato il Progetto Legno Svizzera con l’obiettivo di accompagnare nuove imprese verso i mercati
esteri e sostenere l’espansione di quelle che
già vi operano.
L’iniziativa, riservata alle micro, piccole e
medie imprese artigiane del settore legno,
nella fattispecie arredi e serramenti, di Valtellina e Valchiavenna, è una proposta di formazione e di business transfrontaliero per
un comparto specifico, che in provincia ha
un’antica tradizione, e verso un Paese confinante, già partner privilegiato negli scambi
commerciali. In presenza di condizioni favorevoli legate alla vicinanza e all’organizzazione logistica, in parte anche alla lingua, rimangono alcuni ostacoli che possono essere
rappresentati da una scarsa conoscenza del
mercato e della legislazione e dalla difficoltà
di individuare gli interlocutori più adatti. Per
questo motivo, l’Ente camerale ha destinato
60 mila euro, interamente finanziati da Regione Lombardia, e ha predisposto un percorso di formazione, completamente gratuito, finalizzato ad affinare le conoscenze degli
imprenditori e dei loro collaboratori con la
possibilità di partecipare a una missione imprenditoriale in Svizzera.
«La Confederazione Elvetica è il nostro partner storico – sottolinea il presidente Emanuele Bertolini –, un mercato di riferimento
per le nostre aziende, ma siamo convinti che
ci siano spazi ancora più ampi per le aziende
che già vi esportano e, soprattutto, per quelle
che non hanno ancora varcato il confine. L’idea di questa iniziativa di formazione nasce
dalla convinzione che per poter avere delle
chance sui mercati esteri bisogna presentarsi preparati e con le necessarie competenze, oltre che con prodotti o servizi di qualità. La formazione oggi è indispensabile: i
nostri imprenditori ne sono consapevoli e
sempre di più partecipano alle iniziative che
promuoviamo».
Gli incontri, della durata di quattro ore ciascuno, avranno cadenza settimanale e verteranno su temi legati ai contratti, al marketing, alla normativa fiscale, alle certificazioni.
Le aziende che vi parteciperanno potranno
contare su un’assistenza personalizzata di
carattere tecnico-giuridico per favorire l’ingresso sul mercato elvetico e avranno l’opportunità di prendere parte a una missione
che sarà preceduta da incontri con operatori
e professionisti svizzeri.
Le aziende interessate devono presentare
la domanda di partecipazione al progetto,
compilata sull’apposito modello scaricabile dal sito internet www.so.camcom.it, entro venerdì 18 novembre. Per informazioni
è possibile rivolgersi all’Ufficio Promozione della Camera di Commercio (tel. 0342527236/203, [email protected]) o
consultare il sito internet camerale.
Spettacoli
34 Sabato, 19 novembre 2011
Sale della Comunità. Una proposta in preparazione all’incontro delle famiglie con il Papa
“Il Filmfamily”, con il cinema verso Milano
I
l Filmfamily nasce come proposta che
completa il cammino di preparazione,
composto da 10 catechesi, all’incontro
mondiale delle famiglie che si svolgerà a
Milano dal 29 maggio al 3 giugno del 2012
sul tema “La famiglia: il lavoro e la festa”. La
proposta di 10+1 film sulla famiglia, è rivolta
alle sale della comunità perché programmino questi film come completamento delle
catechesi. Alcuni di essi sono disponibili anche per proiezione in dvd, pagando i diritti alle case distributrici, per venire incontro
alle comunità più piccole e sprovviste di un
cinema. Ecco i titoli: Angèle e Tony, di Alix
Delaporte. Angèle e Tony: due solitudini che
s’incontrano e, in un percorso tortuoso alla
scoperta di sé, tra sguardi e silenzi, costruiscono insieme un amore che “salva”. Il ragazzo con la bicicletta di Jean-Pierre e Luc
Dardenne. Un dodicenne in cerca di affetto…
in sella alla sua bicicletta. Abbandonato dal
padre, incontra per caso una donna che si
prende cura di lui e gli dà un futuro.
La prima stella di Lucien Jean Baptiste. È più
facile imparare a sciare o essere un padre responsabile? Durante una vacanza strepitosa
Jean-Gabriel, sposato con 3 bambini, accetta
entrambe le sfide! In un mondo migliore, di
Susanne Bier. Christian ed Elias, due giovani
toccati dalla solitudine e dalla fragilità, stringeranno un’intensa amicizia che cambierà
la loro esistenza. We want sex, di Nigel Cole.
Dalla storia alla Storia: lottando per la parità salariale, 178 donne inglesi dipingono
le sfide universali dell’esperienza femminile nel lavoro e in famiglia. La nostra vita di
Daniele Lucchetti. Claudio, Samuel, Christian e Vasco: anime fragili che affrontano
con sensibilità differenti la prova del dolore
della perdita trasformandola nell’essere famiglia. Il gioiellino di Andrea Malaioli. Nel
nord Italia la Leda, azienda leader nella produzione di latte, brilla come un perfetto gioiellino. I suoi bilanci, quelli veri, raccontano
tutt’altra storia. Io sono qui di Guido Chiesa.
Duemila anni fa, nel villaggio di Nazareth,
Maria e Giuseppe crescono Gesù in età, sapienza e grazia: la storia di una famiglia diventa la Storia dell’umanità. American Life di
di San Mendes. Una giovane coppia in viaggio s’interroga sulla famiglia, l’educazione
e la comunità in cui crescere il loro primo
figlio. Another year di Mike Leigh. Quattro
stagioni nella vita di una famiglia. Come la
cura delle relazioni – di coppia, con i figli, gli
amici, il mondo – determina la qualità dell’esistenza. The tree of life di Terrence Malick.
The tree of life si configura come un De profundis illustrato sul mistero della vita. Questo ultimo film è in aggiunta e richiede più
attenzione rispetto agli altri segnalati. Chi
volesse approfondire la proposta può trovare le schede dei film presentati all’indirizzo
www.family2012.com sezione “Materiali”.
TIZIANO RAFFAINI
Commedia
Animazione
commedia
drammatico
Cineforum
La peggior settimana della
mia vita
I puffi
Bar sport
Il cuore grande delle ragazze
The constant gardener
Trovatisi a New York i Puffi dovranno
scoprire il modo di ritornare al loro
villaggio prima che Gargamella li
catturi. Una versione cinematografica
supportata dalle più moderne tecniche
di animazione digitale.
Ci sono bar e bar, ma il Bar Sport è
molto di più. In ogni città, in ogni
paese, esiste il Bar Sport, sempre
con le porte sulla piazza principale.
Dall’omonimo libro di Stefano Benni.
A Sondrio il 20 novembre.
A Chiavenna il 19 e 20 novembre.
Il film nelle sale della comunità di
Livigno dal 19 al 20 novembre.
Del regista Pupi Avati, ambientato
negli anni ‘30, racconta la storia di
un’amore impossibile tra una ragazza di
buona famiglia e un mezzo mascalzone.
Valutazione Acec: consigliabile/poetico.
All’Astra di Como il 19,20,23 e 24
novembre.
A Chiavenna dal 19 al 21 novembre.
A Sondrio dal 18 al 23 novembre.
All’interno della rassegna “Oltre
lo sguardo” il Centro Missionario
diocesano propone questo film, un
thriller politico in cui un diplomatico
indaga sull’assassinio della moglie,
attivista in Kenya.
Nella casa dei missionari comboniani
di Rebbio (Como), sabato 19
novembre alle 20.45.
Paolo ha quarant’anni, vive a Milano,
ha un lavoro che gli piace e un amico,
Ivano, che gli farà anche da testimone.
Margherita invece di anni ne ha trenta,
fa il veterinario e si porta in dote una
famiglia eccentricamente borghese.
Il film è in programma a Menaggio
dal 18 al 22 novembre.
Lettere e Rubriche
PAROLE
PAROLE / 109
Schizofrenia
Schizofrenico
Dal greco antico: schizo vuol dire
“scisso”; frenico viene da fren-frenos,
che significa “cervello”, animo, mente.
Quindi si tratta di una sindrome
mentale consistente nella scissione in
due della personalità di un soggetto,
che manifesta comportamenti diversi,
anche contrapposti, come se si
trattasse di due diverse persone. A me
pare che un po’ schizofrenici siamo
tutti. Secondo Giovanni Papini (in
Gog) S. Freud non avrebbe scoperto
Sabato, 19 novembre 2011 35
nulla. Semplicemente avrebbe
assemblato diverse intuizioni di
scrittori dell’ottocento, specialmente
di romanzi, che hanno trattato dei
curiosi, misteriosi e spesso inquietanti
comportamenti umani. Tra questi
il caso di Jekill / Hyde, (di R. L.
Stevenson), unica persona, distinto
medico di giorno e assassino di notte.
Del resto anche la teologia morale
attribuisce all’uomo, caduto per il
peccato della origine, la incapacità
di sottomettere sempre e comunque
alla ragione ed alla libera volontà gli
impulsi delle passioni, dei sentimenti e
degli istinti. Recentemente il Magistero
pontificio ha descritto l’uomo come
soggetto a due attrazioni opposte:
verso l’altezza del bene e verso il
baratro del male. Anche un poeta
latino ha scritto “Video bona proboque
/ deteriora sequor“ (vedo le cose buone
e le approvo / seguo le peggiori).
ATTILIO SANGIANI
Per colmare lo “spread digitale” del nostro Paese
Nuovo impegno per la rete
S
i è svolta a Trento, dal 10 al 12 novembre, la quarta edizione italiana
dell’Internet Governance Forum, un’occasione per parlare della Rete
a 360 gradi e per rilanciare come priorità gli investimenti necessari a
colmare lo “spread digitale” del nostro Paese.
L’Internet Governance Forum nasce all’interno delle Nazioni Unite, come
risultato dell’ultimo World Summit On Information Society (Wsis), tenutosi a
Tunisi dal 16 al 18 Novembre 2005. L’idea del Forum è quella di realizzare un
format aperto a tutti (governi, settore privato e società civile) dove favorire
il dialogo tra le parti interessate allo sviluppo del sistema Internet e alle sue
regole, favorendo al contempo la creazione di “coalizioni dinamiche”, gruppi
di lavoro aperti e informali che si attivano per elaborare proposte sui singoli
argomenti. Un vero e proprio Forum, dunque, che non ha poteri “esecutivi”,
ma che è in grado di mettere insieme e fare proposte la cui eventuale adozione
avverrà su base volontaria (come accade per tutti gli standard di Internet).
All’edizione di Tunisi nel 2005, hanno fatto seguito quella del novembre 2006
ad Atene, il Brasile nel 2007, l’India nel 2008, l’Egitto nel 2009 e la Lituania nel
2010, mentre l’edizione 2011 si è svolta a Nairobi, in Kenya.
Il Forum IGF Italia è l’evento di preparazione all’appuntamento internazionale.
L’edizione 2011 ha visto la partecipazione, tra i tanti nomi noti, del giurista
Stefano Rodotà, del collettivo di scrittori
Wu Ming e del fondatore del partito
pirata svedese, Rick Falkvinge. Quattro
le aree tematiche intorno a cui è stato
organizzato l’evento trentino: tecnologia
e ricerca, società e cultura, diritti e doveri
ed economia e condivisione.
L’IGF è stata l’occasione per tracciare
un bilancio della strada fatta dal nostro
Paese in materia di sviluppo della Rete
e dell’economia digitale: ne è emerso
uno scenario desolante. Internet è
nell’agenda politica, spesso più con toni
da propaganda che con proposte reali
e gli investimenti sono ancora fermi al
palo, in attesa che si trovino le risorse.
“La mia personale sensazione è che non
sia successo molto, l’agenda digitale è
vitale per la crescita del Paese ma non
❚❚ Lettere al direttore. Il direttore risponde.
se ne parla mai”, spiega il responsabile
scientifico del Cefriel (Centro di ricerca
e formazione nei settori Ict), Alfonso
Fuggetta. Sulla stessa linea anche
Stefano Rodotà che, rilanciando la
proposta di modifica dell’articolo 21 della
Costituzione per prevedere l’accesso alla
Rete come diritto di tutti i cittadini, si
è augurato che “l’Internet Governance
Forum di Trento possa risvegliare
una certa cultura politica nazionale
sorda”. Un appello diventato una lettera
indirizzata al neo-senatore a vita Mario
Monti, “affinché un nuovo governo si
impegni concretamente per una piena
implementazione di un’agenda digitale e
per la definizione di uno statuto del lavoro
in Rete.”
ANTONIO RITA
di don AGOSTINO CLERICI
La moschea, non solo luogo di preghiera
E
gr. Direttore, sono particolarmente interessato al dibattito
circa la costituzione di un Centro Islamico sul nostro territorio perché da anni studio islamistica e Arabo per il vivo
desiderio di poter dialogare con gli islamici che vivono tra di noi
avendone gli strumenti adeguati. Ringrazio innanzitutto il mio
Vescovo che a pagina 17 de “La Provincia“ di domenica 13 ha
espresso con chiarezza quali siano i fattori in gioco nel dibattito.
Desidero precisare alcuni punti, a mio modesto avviso, di cruciale importanza per meglio comprendere la rilevanza del problema. Innanzitutto dagli interventi emerge una mancanza di
conoscenza di cosa in realtà sia la moschea. Si parla sempre di
“ luogo di culto “, di “ luogo in cui i fratelli islamici possano pregare “. Ciò è vero, ma parziale. La moschea è molto di più. è sì
luogo di culto, ma è centro culturale, luogo in cui la Comunità
islamica tratta di politica, economia, gestione della Comunità
e dei rapporti con l’ambito sociale in cui è inserita, struttura di
collegamento con le altre moschee in Italia e nel mondo. Potremmo dire, usando nostre categorie, è chiesa, oratorio, municipio, banca, piccolo parlamento. Insomma è il cuore della vita
religiosa, sociale e politica della Comunità islamica. Mi sembra
osservazione di non scarso rilievo perché, tenendo conto di ciò,
a livello istituzionale, nel concedere l’approvazione alla realizzazione, si dovrà tener conto di una molteplicità di fattori in gioco
e delle leggi vigenti, non solo del sacrosanto diritto di poter pregare in un luogo dignitoso il proprio Dio. Del resto, anche per la
costruzione di una chiesa, la Comunità cristiana è giustamente
tenuta ad osservare molte prescrizioni, individuare aree adatte, spesso deve modificare i progetti, pagare di tasca propria
terreni ed edifici, e intervenire a più riprese (modificandosi le
leggi) affinché l’edificio sia a norma. Essendo la moschea di tale
rilevanza religiosa, sociale e politica è necessario che sermoni,
riunioni, incontri (non dico preghiere) siano rigorosamente tenuti in lingua italiana per una reale trasparenza e per un passo
decisivo verso l’integrazione e la convivenza. Di fronte a difficoltà legislative, a ostacoli burocratici, esistono vie e strumenti
affinché i propri diritti siano rispettati. Spesso sono iter lunghi
e tortuosi, ma anche noi italiani di nascita vi siamo sottoposti.
Editrice de Il Settimanale
della Diocesi Soc. Coop. a r.l.
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Missaglia (Lc)
Registrazione Tribunale di Como
numero 24/76 del 23.12.1976
Pubblicità:
Si perseguano con pazienza le strade dettate dalla legge.
Da ultimo: vengo a conoscenza con vivo dolore che, proprio
in questi giorni, il Presidente della Turchia Erdogan ha decretato che la Basilica cristiana di Santa Sofia (perlomeno
trasformata da moschea in museo nel 1920) torni ad essere moschea. In Occidente gli islamici hanno amplissima
possibilità di esprimere anche pubblicamente la loro fede.
Nella maggior parte dei Paesi islamici ciò è vietato. Chiedo:
perché, tra le condizioni per l’assenso alla costruzione di
una moschea, i nostri amministratori non esigono che in
un paese islamico con cui prendere accordi, si permetta la
costruzione di una chiesa cattolica? Questo, non secondo
la logica “ti do per avere“, ma nella prospettiva di una vera
crescita nel reciproco rispetto. Il mondo è uno, la libertà
religiosa è diritto inalienabile di ogni persona e Comunità
religiosa. E allora perché non chiedere diventi possibile ciò
che spetta di diritto? Cordialmente
don ERNESTO TAIANA
C
aro don Ernesto, la tua spiegazione del problema mi
sembra esauriente.L’ho suggerita anch’io ai giornalisti
che mi chiedevano un commento sul caso di Rebbio.
Aggiungerei che l’Islam conosce anche i musallà oltre alle
moschee: sono piccoli luoghi di culto, una specie di “cappelle”,
adibite ad uso esclusivo di preghiera. Potrebbe essere la
soluzione ideale per l’Italia e soprattutto per i piccoli centri.
Indicazioni utili in merito si trovano nel bel libro Cento
domande sull’Islam che contiene una lunga e articolata
intervista a Samir Khalil Samir. Un altro tema da affrontare
sarebbe la pluralità delle comunità islamiche, che magari
non si ritroverebbero nell’unica moschea. Riporto qua sotto
l’intervento integrale di mons. Diego Coletti.
CLAMOROSO DISACCORDO?
V
i racconto una piccola storia: due uomini si trovavano di fronte a un cavallo. Il primo, un veterinario, disse: bisogna
dargli della biada perché ha fame; il secondo, un fantino, affermò invece che bisognava mettergli la sella.
Un giornalista, presente lì per caso, disse tra sé e sé: che bella notizia! Una contraddizione da segnalare alla pubblica opinione: clamoroso diasaccordo sul cavallo!
Il presidente della Circoscrizione 3 del Comune di Como e un cittadino sacerdote, parroco a Rebbio, di fronte alla richiesta di un gruppo di fedeli di religione islamica esprimono il loro parere. Il prete dichiara ciò che, chiaro per la coscienza
cristiana, dovrebbe esserlo anche per la coscienza civile di un paese sanamente laico, affermando il principio della libertà
religiosa e del diritto che va riconosciuto a ogni uomo di poter professare anche in modo comunitario e libero la propria
fede. Il presidente sostiene, dal canto suo, che il luogo di fatto individuato dai richiedenti non è adeguato allo scopo, per
motivi logistici e strutturali. Si tratta necessariamente di un disaccordo? Lo dico partendo da quanto mi è stato possibile
leggere nei quotidiani che si sono occupati della vicenda.Sul problema della convivenza di tradizioni culturali anche molto
diverse tra loro sarebbe utile che la città di Como, posta nel cuore dell’Europa, partecipe di situazioni che si mostreranno
via via sempre più difficili e complesse, fosse in grado di affrontare in modo serio anche questo problema, al di là di troppo facili schieramenti e inutili semplificazioni. Diamo spazio a pensieri liberi e onesti ai quali anche la comunità cristiana
è pronta a dare il proprio contributo.
+ Diego Coletti, Vescovo di Como
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