Numero Completo - PDF
Transcript
Numero Completo - PDF
Attualità Italia 3 4 Como 13 Sondrio 33 Benedetto XVI in Benin dal 18 al 20 novembre Crisi, tra consigli e dubbi La Giornata della Riconoscenza Assenza: più acuta presenza na giovane comaU sca ci racconta la sua esperienza nel Pa- a missione dell’IL talia sembra essere quella di fare quello omenica 20 noD vembre sarà rinnovato il tradizionale rin- nteressante incontro Icennale in occasione del dedell’apertura ese africano. che ci chiede l’Europa. graziamento alla città. dell’Hospice Siro Mauro. 43 Anno XXXV - 19 novembre 2011 - € 1,20 Periodico Settimanale | Poste Italiane S.P.A. | Sped. In Abbonamento Postale | D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 1, Dcb Como COMUNICATO DELLA COOPERATIVA EDITRICE DEL SETTIMANALE C on il numero odierno, don Agostino Clerici conclude il servizio di direttore de “Il Settimanale della Diocesi di Como”. Il Consiglio di amministrazione della Cooperativa editrice ha ricevuto in data 17 ottobre u.s. la lettera con la quale presentava le Sue dimissioni da tale incarico. Lo muoveva un atto di obbedienza nei confronti del Vescovo diocesano che Gli chiedeva di rendersi disponibile per altri incarichi pastorali. Don Agostino ha guidato il Settimanale con grande competenza e con piena dedizione lungo un cammino iniziato il 15 novembre 1999, dopo avere collaborato per alcuni anni come redattore. In questi anni ha accompagnato il giornale in una continua progressione anche attraverso le più moderne tecnologie. Nell’ultimo anno poi ha realizzato un completo rinnovamento della grafica che ha dato al Settimanale un tocco di freschezza, rendendo anche più vivace e accattivante la lettura delle diverse pagine. Un notevole arricchimento del Settimanale, in questi anni, proprio dal numero di pagine che da sedici sono arrivate a trentadue e anche oltre. Sfogliando il Settimanale ci si incontra con la vita della Chiesa, con il muoversi della Diocesi nelle sue varie componenti cominciando dalla parola del Vescovo. E, poi, lo sguardo alla problematica della vita del Paese, dell’Europa e, in particolare, dei territori di Missione: sempre più giornale di informazione e formazione. La guida di don Agostino, affiancato da una valida redazione, è stata molto fruttuosa. Ora il suo compito direttivo si compie, non senza sentimenti di nostalgia. A Lui un grande, vivo ringraziamento. Il giornale, dal prossimo numero, sarà firmato dal giornalista dottor Alberto Campoleoni con la direzione redazionale di mons. Angelo Riva. Con l’augurio di un fecondo lavoro. EDITORIALE Un grazie grande a tutti i lettori! di don Agostino Clerici C onfesso che l’ultimo editoriale avrei voluto scriverlo con un altro stato d’animo. Mi sento dentro tanta amarezza, ormai da un mese a questa parte, da quando il Vescovo mi ha chiesto perentoriamente di cessare di firmare questo giornale come direttore responsabile dalla prima Domenica d’Avvento (ed è questo l’unico motivo per cui ho dato le dimissioni, che mi sono state formalmente richieste dal Consiglio di Amministrazione del Settimanale). Il comunicato “aziendale” - che mi è stato consegnato dal presidente della Cooperativa Editrice - è così laconico che dimentica di spiegare alcuni aspetti della vicenda, che invece i lettori avrebbero il diritto di conoscere. Uno su tutti: come mai si annunciano ben due direttori dal prossimo numero? Mi dispiace che l’Editore abbia deciso di stendere un velo di silenzio. Ma non sarò io in questa sede a spiegare decisioni che non ho contribuito a prendere. Voglio solo spendere qualche parola per ringraziare i miei lettori. Ho vissuto gli ultimi dodici anni con grande impegno in questa “parrocchia di carta” che si contendeva il mio tempo - è stato così per otto anni - con la “parrocchia di carne” di Ponzate, ove mi mandò fiducioso mons. Maggiolini e dove continuo felicemente ad operare. Mi sono appassionato ogni settimana a scrivere il mio “corsivo”, a pensare l’editoriale, a rispondere alle lettere, a scovare le fotografie giuste e soprattutto a “cucinare” le numerose altre pagine (tra sette e dodici ogni numero) che ho curato direttamente. Ho amato molto questo lavoro, e, per così dire, da questo lavoro sono stato molto amato. Mi ha dato tanto. Ho sempre cercato di essere un prete che fa anche il giornalista e non un giornalista che è anche prete. E nello svolgere la professione di comunicatore, ho messo le persone prima della carta stampata. Nella mia redazione c’è sempre stata tanta considerazione e autonomia per gli altri giornalisti (due addirittura professionisti, con mia immensa soddisfazione), che hanno condiviso con me il lavoro, talvolta pesante, di questi anni. Ho intrattenuto ottimi rapporti con i direttori e i giornalisti delle altre testate presenti sul territorio - grazie anche alla creazione ex novo dell’Ufficio Stampa, in occasione della visita di Giovanni Paolo II a Como - cercando di offrire umilmente il contributo della mia professionalità, ma anche la mia umanità e la mia amicizia. Mi diceva recentemente una persona: “Non capisco come fai a fare il direttore in un giornale in cui c’è un po’ di tutto, tutto e il contrario di tutto”. Nessuno scandalo: è la realtà plurale del mondo e della Chiesa quella che finisce nel giornale. Io di questa complessità del momento - che può apparire talvolta come una “confusione” - vado invece fiero, e l’ho ospitata nel giornale, naturalmente nei limiti del rispetto reciproco e con il diritto e la responsabilità di dire anch’io come la penso. Sempre, senza peli sulla lingua, come si addice ad una comunicazione trasparente. Dal prossimo numero, dunque, non sarò più direttore e non scriverò più su queste pagine i miei articoli: qualcuno sarà dispiaciuto, qualcun altro contento. Chissà. Scriverò magari altrove, perché la passione giornalistica non mi ha certo improvvisamente abbandonato. Mi dispiace non aver potuto portare a termine il progetto di rinnovamento del Settimanale, magari realizzando il sogno di un giornale tutto a colori o varando definitivamente il sito internet. Lo faranno coloro che dal prossimo numero prendono il mio posto. E mi ha molto amareggiato che mi sia stato scritto che la decisione di sfiduciarmi come direttore è stata presa per fare una cosa utile per il rilancio del Settimanale. Credevo di aver lavorato dodici anni solo per questo e, forse un poco, di esserci anche riuscito. Mi dispiace, da ultimo, non aver potuto portare a termine il secondo triennio del mio mandato come consigliere nazionale della Federazione Italiana Settimanali Cattolici (Fisc) iniziato nel gennaio 2011: è stata e avrebbe continuato ad essere una palestra preziosa per arricchire la mia competenza e per dare una voce in più al nostro territorio e al giornale in un momento di grandi preoccupazioni per tutti. Dico grazie a tutte quelle persone, a partire dalle più umili e nascoste, che in questi anni hanno reso possibile il mio operato alla guida del Settimanale. Sono stato sfiduciato, ma ho pure perso fiducia. Spero non irrimediabilmente. Per questo, oso chiedere anche una preghiera. FOTO AC - IL SETTIMANALE Como 15 Sla: lottare per una vita normale Civello 19 Un secolo, mille voci. Torna a suonare l’organo restaurato Tirano 31 In Santuario l’annuale raduno delle confraternite Comunicato della redazione e della segreteria L a redazione e la segreteria de “Il Settimanale della diocesi di Como” prendono atto delle disposizioni che hanno portato don Agostino Clerici a presentare le dimissioni da direttore responsabile della testata. Senza nascondere il disagio di un cambio in corsa, rinnoviamo il nostro impegno nel voler continuare sulla strada tracciata, fiduciosi nella bontà del progetto che l’ha voluta e la sostiene: realizzare un giornale che sia voce della Chiesa e della gente. Specchio e collante di una diocesi articolata e complessa. A don Agostino, amico, maestro, collega, il grazie per aver condotto con passione e professionalità il giornale fino ad oggi. Ti auguriamo con tutto il cuore nuovi e felici traguardi professionali ed umani. A don Angelo Riva il benvenuto in un mondo che, in parte, già conosce, e con il quale saprà prendere, siamo certi, le misure. Idee e opinioni 2 Sabato, 19 novembre 2011 i l rapporto del Cristianesimo con le altre religioni sembra, in diversi credenti, sollevare più di un problema. Da una parte, i cristiani sentono l’imperativo: “andate, e ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare ciò che vi ho comandato”; dall’altra, essi incontrano esperienze religiose diverse che si rapportano ad essi in termini di testimonianza che interpella la loro stessa fede cristiana. Allora: come rapportare la pretesa di assolutezza del Cristianesimo alle altre manifestazioni religiose? La pretesa di assolutezza che il Cristianesimo afferma va letta nella linea e nella logica dell’incarnazione. Essa infatti dice che Dio non solo ha fatto irruzione nella storia, ma che ha assunto questa storia. L’assolutezza cristiana e la sua pretesa universalità non si collocano nella linea del ✎ FUORI DAL CORO | di Arcangelo Bagni L’assolutezza del Cristianesimo e il dialogo con le altre religioni dominio o della intolleranza verso le diverse realtà religiose della storia, ma nella prospettiva della “lieta notizia” per tutti. E il centro di questa “lieta notizia” è che l’assoluto (il Dio cristiano) si rivela come amore, solidarietà, alleanza ostinata verso l’uomo, ogni uomo. É l’incarnazione ad offrirci il fondamento e il modello interpretativo dell’assolutezza del Cristianesimo. L’incarnazione, infatti, non esclude la relatività e il divenire della storia; anzi, in essa vi si esprime e si rivela. Ed è un’assolutezza che si colloca tra il già (la fedeltà di Dio raggiunge oggi ogni uomo) e il non ancora (la risurrezione di Gesù che proietta in avanti) e chiede l’impegno di tutti i credenti affinché la storia di Gesù sveli tutte le sue potenzialità. Leggere l’assolutezza del Cristianesimo alla luce dell’incarnazione permette anche di comprendere come essa includa il progresso dell’uomo, l’apporto delle culture, l’ascolto delle altre espressioni religiose. L’assolutezza che il Cristianesimo rivendica esige l’ascolto, il dialogo, il rifiuto di ogni pretesa di monopolio. Infatti è necessario ricordare il rischio -storicamente verificatosi- che la pretesa di assolutezza si allarghi indebitamente: quando si parla di assolutezza non si può né si deve intendere l’assolutezza della cristianità. Il Cristianesimo è relativo in molti aspetti del suo volto visibile. E di conseguenza il pluralismo religioso e culturale non è un ostacolo all’assolutezza del suo messaggio: al contrario può esserne un segno e una difesa. Approfondimento e purificazione: questi i due vantaggi che possono derivare al Cristianesimo dall’incontro con altre esperienze religiose. Allora le religioni e le culture non sono semplicemente il terreno in cui la Parola cade e la grazia si innesta: sono anche una voce dello Spirito che stimola e conduce a maturazione. Tuttavia, nessuna religione, per quanto elevata e profonda possa essere, è già Cristianesimo. Si tratta pur sempre di sforzo umano, di sforzo che essenzialmente sale dal basso, mentre il Cristianesimo è essenziale dono che discende dall’alto. Le religioni sono espressioni dell’uomo che accoglie l’invito di Dio, ma sono anche espressioni dell’insufficienza dell’uomo e, non raramente, del suo titanismo. Il passaggio dalle religioni al Cristianesimo non avviene naturalmente né automaticamente. E’ Cristo che attua il passaggio, e il passaggio passa attraverso la Croce: morire per risorgere, perdersi per ritrovarsi. L’assolutezza del Cristianesimo appartiene -alla fine- allo scandalo e alla follia della croce, e questo scandalo non può essere eliminato proprio perché è il cuore della proposta cristiana. Un aspetto da non sottovalutare nel dialogo con le altre prospettive religiose. COLPO D’OCCHIO | di Piero Isola La spocchia dei professori... B Non sempre sinceri ed ella la globalizzazione. Il mondo come un equilibrati i commenti villaggio dove tutti sanno stranieri sulla crisi del tutto di tutti e tutti si nostro Paese: certe sentono investiti del sacro ruolo di mettere il naso nelle faccende critiche vanno rispedite altrui. Ma pensassero alle proprie! al mittente... Scusate la maniera riduttiva e un po’ grossolana di trattare la globalizzazione, ma questo andazzo, per cui se un Paese è in crisi tutti gli altri, ben altra risposta, non tanto per difendere Berlusconi, che magari sono messi peggio, si sentono autorizzati quanto per ribattere alla spocchia (male antico!) a intervenire con consigli e commenti, spesso con un della stampa inglese che farebbe bene a pensare alle malcelato senso di superiorità e di compiacimento, faccende e ai reali di casa propria anziché accaldarsi può andar giù agli osservatori di bocca buona e non per le vicende italiane. può andar giù a chi conserva un minimo di orgoglio C’è tutto un assortimento di personaggi internazionali nazionale. Si trattasse di aiuti concreti, ben vengano. (senza andar per le lunghe converrà citarne subito Con l’orgoglio, sia pure nazionale, non si mangia; anche qualcuno: Sarkozy e la Merkel in prima fila, Obama, se, per fortuna, non siamo ancora a questo punto. Ma Blair, la direttrice del Fondo monetario internazionale le chiacchiere, ché tali sono alla fin fine, converrebbe Cristine Lagarde) il cui comportamento, sostanziato rispedirle al mittente con la classica motivazione: fatevi dalle rispettive esternazioni, fa il paio con quello dei i fatti vostri che ai nostri ci pensiamo noi. “maestri”, dei “professori” i quali – alle prese con lo Qui non alludiamo agli eccessi del tipo dell’editoriale scolaretto scavezzacollo che attraversa un periodo di del Financial Times il quale è andato a scomodare crisi e perciò rende poco o nulla –, non sanno far altro persino l’Onnipotente per lanciare il suo appello “In che consolare gli afflitti genitori con la classica frase: nome di Dio e dell’Italia vattene!”. Una bestemmia, un “Il ragazzo è intelligente, ma non si applica”. Ecco: lo sacrilegio quasi (quale autorità ha il giornale inglese stesso giudizio è per l’Italia o, se preferite, per la nostra per parlare in nome di Dio e dell’Italia?), che meritava classe politica dirigente. È intelligente, nel senso che Aforismi ■ Gómez Dávila I politici, in democrazia, sono i condensatori dell’imbecillità. Nicolás Gómez Dávila (Cajicá 1913 - Bogotá 1994) Scrittore e aforista colombiano In margine a un testo implicito, Adelphi 2001, pagina 125. L a parabola dei talenti parla di banchieri. Al poveretto che aveva sotterrato il suo talento viene detto che avrebbe fatto meglio a giocarlo in Borsa... Consiglio maldestro che ci convince una volta di più che le parabole bisogna saperle leggere e che non vanno prese alla lettera. Purtroppo questa mania della Borsa e del guadagno facile è la vera causa della crisi finanziaria mondiale. Bisogna riconoscerlo, altrimenti anche noi siamo bravi nello sport del battere la mano sul petto altrui. Si è diffusa la pratica di guadagnare investendo, invece che lavorando. O meglio: si lavora per il salario, che poi è sempre misero, e quindi si investe il danaro per fare altro danaro, non più con la forza delle mani o con il sudore della fronte, ma con l’azzardo. Si raddoppia o si perde tutto. Se si raddoppia si grida al miracolo economico, se si perde tutto si inveisce contro gli speculatori. ✎ Corsivo | ha risorse, capacità, inventiva e tante altre belle qualità, però – a detta dei personaggi di cui sopra – non si applica. E a furia di non applicarsi, nel tempo ha perso credibilità e dunque è destinata alla bocciatura. Adesso Sarkozy e la Merkel prospettano addirittura un viaggio, insieme, in Italia per sostenere Mario Monti ad applicarsi, lui, con vigore e a darsi da fare per sostituire al meglio gli “scolaretti” che finora non si sono applicati. Dal canto suo Tony Blair ha preso così a cuore il ruolo di “professore”, che è venuto appositamente in Italia per far lezione ai ragazzi di una scuola media di Roma. Anche qui, dopo aver parlato di globalizzazione, stringendo tra le mani un mappamondo, indovinate qual è stata la sostanza della sua conclusione? “Bel Paese l’Italia, peccato che non si applica”. E con ciò, come gli altri illustri personaggi, da una parte ci ha fatto contenti, dall’altra ci ha presi per il naso. di Agostino Clerici Ma che spread dici? Meglio la mattonella... Ma ci accorgiamo o no che è sbagliato questo stile di vita? Meglio la sobrietà. Meglio guadagnare il giusto - magari poco - onestamente, senza far troppo conto sulla Borsa. Naturalmente sono rimasti in pochi a credere che è così, ed è per questo che gli speculatori aumentano: ci sono sempre più polli da spennare! Abbiamo un nuovo Governo, ma lo spread non accenna a diminuire. Come mai? Bisogna conviverci con questa parola magica che è diventata la vera unità di misura di tutto. La si pronuncia al bar, senza sapere bene che cosa significa. Il marito chiede alla moglie: “Guarda un po’ il telegiornale e vedi se lo spread è sceso, così prenotiamo la settimana bianca!”. Ho letto su un quotidiano che il nuovo Governo è il “governo dei banchieri”. Voleva dire che sono loro a decidere se è il caso di allentare la tensione o di continuare a far salire lo spread e chiedere magari a Standard and Poor’s il favore di togliere un’altra A all’Italia... Se l’Europa la costruiamo così, possiamo star sicuri che prima o poi si sfascia, posto che adesso sia incollata. Il galletto francese e la pollastra tedesca dettano legge, scelgono il nostro presidente del Consiglio, ci danno i compiti a casa. Abbiamo inflazionato il Tremonti in un Monti solo, ma per ora i mercati non abboccano, Già. I mercati. Sono loro che comandano e fanno il bello e il cattivo tempo. E intanto lo spread tra i ricchi e i poveri (veri, non virtuali!) aumenta vertiginosamente. Anche quelli che predicano la solidarietà licenziano allegramente, senza farsi troppi problemi. E le famiglie in difficoltà aumentano. Quelli che predicano i sacrifici si tengono stretti i loro privilegi. Il nuovo presidente del Consiglio taglierà quelli scandalosi dei politici, oppure il suo governo di tecnici non troverà maggioranze politiche in Parlamento per questo provvedimento? Ecco il “governo dei banchieri”. Quelli che avrebbero fatto felice il poveretto della parabola, se non avesse sotterrato il talento. Mi sa che è meglio recuperare la vecchia mattonella. Chissà che non si riesca, con le altre feste, a reintrodurre anche... la Giornata del Risparmio! Attualità Sabato, 19 novembre 2011 3 Dal 18 al 20 novembre. Benedetto XVI consegnerà l’esortazione apostolica frutto del sinodo Il Papa in Benin nel suo secondo viaggio in Africa D al 18 al 20 novembre papa Benedetto XVI sarà in Africa, precisamente in Benin, Paese che si affaccia sul golfo di Guinea tra Nigeria e Togo. Un pellegrinaggio apostolico in cui il pontefice consegnerà materialmente ai vescovi del Benin e, simbolicamente, all’intera Chiesa africana l’esortazione apostolica maturata dai lavori del sinodo dei Vescovi per l’Africa del 2009 sul tema “La chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace”, concluso con il messaggio pieno di speranza verso il popolo africano “Coraggio, alzati!…”. Si tratta del secondo viaggio di Benedetto XVI nel continente africano dopo quello in Angola e Camerun nel 2009. Per il Benin, invece, è la terza visita di un Papa. La prima visita fu di Giovanni Paolo II nel febbraio 1982, secondo scalo di un viaggio che portò il Pontefice anche in Nigeria, Gabon e Guinea Equatoriale. Il Benin, indipendente dal 1960, era uno Stato socialista sotto la pre- sidenza di Mathieu Kérékou e il Papa non nascose in alcuni momenti della visita la propria preoccupazione per le prove affrontate dalla Chiesa, pur apprezzando i suoi sforzi per continuare ad essere parte viva della nazione. Negli altri incontri sottolineò l’importanza della fede trapiantata dai primi missionari europei e rivolse parole di apprezzamento per lo sviluppo di un episcopato autoctono, riferendosi più volte a mons. Bernardin Gantin (che faceva parte del seguito papale), primo Vescovo e cardinale del Benin, “figlio di questo Paese, di cui il Benin può essere fiero”. Il secondo viaggio, dal 3 al 5 febbraio 1993, era parte di un itinerario più vasto che comprendeva l’Uganda e Karthoum in vista del primo sinodo continentale. La visita assunse maggiori connotati pastorali, costellata da due grandi e partecipate celebrazioni eucaristiche (nello Stadio dell’Amicizia di Cotonou e nello Stadio Comunale di Parakou), durante le quali il Papa amministrò il sacramento dell’ordine e profilò il sacerdozio come modello di vita cristiana scevro di ambizioni mondane. Papa Benedetto XVI arriverà nel pomeriggio del 18 novembre a Cotonou dove visiterà la Cattedrale e pronuncerà un discorso. Il giorno seguente, sabato 19 novembre, dopo gli incontri con le autorità, i membri del governo e delle istituzioni ed i rappresentanti delle religioni, si recherà ad Ouidah, presso il Seminario St. Gall, dove visiterà la tomba del cardinal Gantin e incontrerà sacerdoti, seminaristi, religiosi e laici. Alle ore 12.00 è prevista la firma dell’Esortazione apostolica postsinodale nella Basilica dell’Immacolata Concezione ed il discorso del Papa. Rientrato a Cotonou, Benedetto XVI visiterà il foyer delle Missionarie della Carità, incontrerà i bambini e infine i Vescovi del Benin. Domenica 20 novembre, alle ore 9.30, nello “Stade de l’amitié” di Cotonou, il Pontefice celebrerà la Santa Messa e consegnerà l’Esortazione apostolica postsinodale ai Vescovi del Benin. Seguirà il ritorno a Roma. La testimonianza. Una giovane comasca ci racconta la sua esperienza nel Paese In attesa di raccontarvi la visita del Papa in Benin e i contenuti dell’esortazione apostolica che consegnerà alla Chiesa africana, lasciamo la parola a una giovane comasca, Clara Alfieri, che questa estate ha trascorso un mese nel nord del Benin. Un racconto frutto di pochi giorni nel Paese, che non pretende di essere esaustivo ma che, in poche righe, ci restituisce l’immagine di un’Africa e di una missione lontanta da nostri stereotipi. Q uest’anno ho avuto la possibilità di realizzare un desiderio che avevo da tempo: andare in missione. Sono partita per il Benin con la Fondazione Missio Giovani che ogni anno progetta una esperienza di conoscenza della missione per un gruppo di giovani. Ad accompagnarci oltre al responsabile c’era don Amedeo Cristino, fondatore della missione meta del nostro viaggio e, attualmente, Segretario Nazionale della Pontificia Unione Missionaria. L’evangelizzazione di questa parte dell’Africa ha origini antiche. Furono i portoghesi ad inviare in Benin i primi missionari già nel XV secolo, installando però anche il mercato di schiavi più importante di tutta l’Africa; successivamente, in epoca più recente, il regno venne colonizzato prima dagli Inglesi e, infine, dai francesi fino al 1960 quando nacque la Repubblica del Dahomey. Alla guida del Paese si susseguirono governi militari fino al 1972 quando si instaurò - per un decennio - una dittatura marxista-leninista. E’ in questa fase che il nome del paese venne cambiato in Benin. L’ora della democrazia arrivò nel 1991, anche grazie alla mediazione dell’arcivescovo di Cotonou, mons. Bernardin Gantin. La povertà mineraria del paese ha fatto sì che non ci fossero grandi ingerenze esterne, favorendo una transizione relativamente tranquillità. Nonostante questo il Benin – come diversi Paesi della regione - è caratterizzato da uno squilibrio tra Sud e Nord, molto più povero. La meta del mio viaggio è stata Wansokou, sede della missione cattolica della diocesi di San Severo (Fo), villaggio del nord dell’altipiano dell’Atakorà di cui si festeggia quest’anno il settantennio dell’evangelizzazione. L’esperienza propostaci Lezioni africane “Missione è sedersi dove la gente siede e, insieme, aspettare che Dio avvenga” era quella di conoscere la missione, rimanendovi un mese, osservando, ascoltando e stando con la gente. La mattina, insieme al gruppo, visitavamo i villaggi vicini, mentre nel pomeriggio eravamo liberi di girare per il villaggio, soli o con qualche compagno. Il mio primo contatto con gli africani è stato segnato dallo sgomento; la mia mente profondamente razionale non riusciva a comprendere il semplice vivere di queste persone; io, che ho avuto la fortuna di poter viaggiare e studiare non mi capacitavo di come facesse questa gente poco istruita e conscia del fatto che di lì non si sarebbe mai spostata, ad essere così al centro della vita. Forse ero semplicemente io che, nonostante viaggi e letteratura, il centro della mia vita non l’avevo ancora trovato, o era rimasto nascosto proprio dietro tutto questo. Luogo di esperienza di tutto ciò è il grande silenzio che caratterizzava spesso i nostri incontri. Gli accompagnatori ci esortavano a stare con la gente anche se incapaci di proferire parola. Preso alla lettera questo consiglio, al pomeriggio con zaino in spalla e Autan in tasca, uscivo per i miei giri nel villaggio. Purtroppo però non parlavo francese (col tempo elaborai una mia variante, piuttosto creativa) e molto spesso mi fermavo presso una famiglia, o un gruppo di donne, sedevo sotto un albero o nella loro capanna e stavo muta. E lì arrivava lo sgomento, con loro perfettamente a proprio agio nel silenzio per noi imbarazzante, perché non c’è nulla che possa coprire qualcosa che potrebbe rivelarsi vuoto. Loro erano al centro della vita: a proprio agio perché sicuri anche del silenzio. Erano momenti davvero pieni, anche un po’ surreali a volte: mi immaginavo questa gente che vede una bianca un po’ rimbambita dal caldo, che non capisce una parola ma si ostina a piazzarsi in mezzo a loro. Era il mio rudimentale tentativo di vivere quella definizione di missione che ho tanto sentito ma non capivo: “Missione è sedersi dove la gente siede e insieme aspettare che Dio avvenga”. Beh, l’ho verificata perché lì nel silenzio e nel nulla materiale , si incontra davvero Cristo. È tuttavia una definizione che spiazza, perché ci si accorge che funziona al contrario: sono stati gli africani a portare la missione verso di me. E questo lo si sperimenta ancor di più prolungando i rapporti (quando con coraggio si va oltre il mutismo), nei loro gesti di ospitalità e accoglienza che rivelano un prendersi cura dell’altro per noi inimmaginabile. Nell’offrirti cibo o sottraendo il tempo ai campi, loro danno l’essenziale, che è l’unica cosa che hanno, ma è il loro essenziale; la magliettina o il braccialetto che lascio io assumono una dimensione ridicola, che mi dava quasi vergogna. Io mi sono sentita fatta a pezzi da questa gente. Un altro aspetto sorprendente della cultura beninese l’ho appreso durante la visita all’ospedale locale, quello di Tanguetà. Non sono stata tanto colpita - a differenza del resto del gruppo dalla miseria che, magari un po’ insensibilmente, mi aspettavo in un ospedale nel cuore dell’Africa, ma dal vedere come con il malato si reca tutta la famiglia. Il centro è infatti organizzato con una zona per i familiari; questo origina alcune complicazioni nella logistica ospedaliera, ma fa sì che si partecipi della malattia, e soprattutto che il malato non viva una situazione di totale alienazione come accade nei nostri ospedali, dove gli vengono tolti affetti e occupazione; la malattia torna ad essere parte della vita, e non mero preludio di morte, come da noi. Da questo emerge un altro aspetto della loro realtà sociale, forse il più caratterizzante: la forza della comunità sull’individuo. L’individualismo imperante della nostra società non è ancora giunto a contaminarli (nonostante se ne vedano le prime avvisaglie); è inconcepibile un individuo solo senza la sua famiglia, l’emergere di uno, nella possibilità di studio o nella professione, è frutto dello sforzo di tutti e deve ritornare a beneficio di tutti; ciò è segno di una profonda condivisione, ma nemmeno permette al soggetto in questione di “emanciparsi” dalla comunità. Ogni piccola mansione viene svolta insieme e insieme, ai miei occhi, diventava meravigliosa: la preparazione “a coppie” dell’ignam pilé (una sorta di puré di patate) o addirittura in tre del burro di karité, producevano una musica nel villaggio che sarebbe impensabile individualmente; e vi assicuro che poter comporre questa musica, o far parte dell’intreccio cadenzato di braccia che impastano il karité, dà una felicità e una serenità verso la vita che in nessuna personale realizzazione avevo mai provato. Vivono quotidianamente la condivisione profonda che dà il realizzarsi nell’altro. Sarà forse per questo che i missionari mi hanno detto quanto poco hanno dovuto fare per evangelizzare (e quanto invece sono stati evangelizzati) dal momento che i principi del cristianesimo sono già insiti nella loro cultura e vissuti nel quotidiano. Esattamente quello che è capitato a me. Credo di essermi creata un debito enorme con l’Africa e non posso che ringraziare Dio, il quale attraverso Gabriella e Amedeo mi ha fatto arrivare lì, e pregarlo perché con la mia vita (dal futuro ancora ignoto) possa risanare tale debito. CLARA ALFIERI Italia 4 Sabato, 19 novembre 2011 L’Italia e quello che chiede l’Europa. Quali sono questi compiti per casa, che hanno fatto nascere la disperata speranza che il demiurgo Mario Monti faccia tutto per bene? Crisi, tra consigli e dubbi U n nuovo governo il più presto possibile “per fare quello che ci chiede l’Europa”. E su questo praticamente tutti sono d’accordo: quindi “quel che ci chiede l’Europa” è diventato il secondo mantra della stagione, a fianco del “tranquillizzare i mercati”. Come fare la ninna nanna agli investitori finanziari, e come obbedire all’Europa: questa la missione per la politica italiana, questo il credo che sembra condiviso dal popolo elettore e contribuente. Ma la prima cosa pare direttamente connessa alla seconda: se facciamo “quel che ci chiede l’Europa”, i mercati – va da sé – si tranquillizzeranno. Qualche dubbio sorge in proposito: da agosto ad oggi abbiamo fatto più manovre di un gruista, e di queste i “mercati” si sono fatti fresco. Forse perché appunto non abbiamo fatto tutti i compiti che l’Europa ci aveva richiesto. Già, ma quali sono questi compiti per casa, che hanno messo l’alunno Berlusconi dietro alla lavagna, l’intera classe in ginocchio e fatto nascere la disperata speranza che il demiurgo Mario Monti faccia tutto per bene? Sono decisioni politiche grosse così. Un vero e proprio programma di governo, che vorremmo affidare ad un esecutivo “tecnico” con alle spalle i voti dei partiti. I quali si riconoscerebbero in un programma che, normalmente, li dividerebbero in parti opposte. Ma siccome hanno fallito il compito di decidere, ora sono chiamati a fare un passo indietro. La lettera che la Bce (la Banca centrale europea che il 5 agosto era gestita paritariamente dal presidente uscente Trichet e da quello entrante Mario da noi, l’Europa ci chiede di cancellarle. E il vero obiettivo è quello di mandare tutti in pensione a quota 70 anni. Quindi si innesta la quarta: liberalizzare, privatizzare. Parole d’ordine che, per un politico e un elettore di sentimenti socialisti, devono risultare urticanti. Ma tant’è, larghe intese. Quindi la Bce chiede “piena” liberalizzazione dei servizi pubblici locali (es. treni, poste, fornitura gas e magari dell’acqua che un recente referendum italiano ha negato) e dei servizi professionali. Le varie multiutility locali andrebbero privatizzate (anche quelle dell’acqua); abbattute le barriere d’accesso alle professioni, e i tariffari minimi. Di tutto ciò si potrebbe discutere per mesi. Siccome in Italia lo si è fatto per decenni senza concludere un granché, ora siamo alla Se facciamo “quel che ci chiede l’Europa”, è vero che i mercati si tranquillizzeranno? Draghi) ha mandato a Roma – destinatario l’allora presidente del Consiglio Berlusconi – era piena di “buoni consigli” su come uscire dalla tempesta finanziaria che iniziava ad abbattersi sull’Italia. Da Francoforte s’intuiva che sarebbe diventata un ciclone spaventoso, che mirava in realtà ad abbattere l’euro, l’unica moneta senza un vero Stato alle spalle. Primo buon consiglio: l’Italia spende troppo per la macchina statale, occorre “valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole del turn over e, se necessario, riducendo gli stipendi”. La prima cosa è stata fatta ripescando una legge dello Stato (ne abbiamo così tante che basta mettere la mano dentro al sacco...) che prevede che i dipendenti pubblici in esubero possano essere trasferiti ad altra pubblica amministrazione, o collocati in una specie di cassa integrazione con l’80% dello stipendio per due anni. Quindi, espulsione dai conti dello Stato. In più, sono già state soppresse alcune indennità e rimborsi per trasferimento. Se del caso, taglio lineare degli stipendi: in Grecia, è stato del 40%... Secondo punto: si consiglia di rafforzare gli accordi tra le parti a livello d’impresa (cosa da sempre osteggiata da Cgil), ma soprattutto si chiede di cambiare tout court il mercato del lavoro. Quindi nuove regole per l’ingresso (è troppo precarizzato), nuove regole per l’uscita (facilitare i licenziamenti individuali), nuovi ammortizzatori sociali per chi perde il lavoro, politiche attive per “facilitare la riallocazione delle risorse”. Trovare larghe intese su simili temi sarà da SuperMario. Terzo dubbio: basterà quota 67 anni per andare in pensione nel 2026?, si chiede la Bce. Cioè: viste le aspettative di vita crescenti, non è il caso di innalzare ancora di più la soglia d’età oltre la quale poter usufruire della pensione? Perché i 67 anni sono già stati recentemente “approvati”, ma sembrano ancora non bastare. Nel mirino sono soprattutto le pensioni di anzianità: 62 anni d’età, 35 di contributi. Esistono solo Si chiede la Bce: “Basterà quota 67 anni per andare in pensione nel 2026?” ghigliottina trancia-dubbi. Infine fisco: spostare la tassazione dai redditi di lavoro – com’è ingiustamente oggi – alle rendite e sui consumi. Siccome l’Iva sui consumi è già stata aumentata di un punto (ma si può fare di più nel campo delle Iva agevolate), appare automatica la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa. Come aperitivo. Poi, sarà frutto di fantasia tributaria. Speriamo che, nel frattempo, si ricordino di abbassare le aliquote sui redditi da lavoro.. NICOLA SALVAGNIN Mario Melazzini. In un libro e in un dvd sette giorni di appunti di vita. “D’inguaribile c’è soltanto la mia voglia di vivere” V iviamo in un mondo che corre, che presta poca attenzione a chi resta indietro, che misura e giudica in termini di efficienza, badando al fare, piuttosto che all’essere. La malattia è temuta, la morte ci fa paura, ne allontaniamo anche il solo pensiero, vogliamo quasi convincerci che grazie ai progressi della scienza riusciremo ad evitarla. La fragilità ci disturba, la consideriamo, insieme alla malattia e alla disabilità, un qualcosa che non ci appartiene, che purtroppo a qualcuno ‘tocca’, il più debole o il più sfortunato; evitiamo di lasciarci angosciare dal pensiero che possa capitare anche a noi. Niente di più sbagliato: la fragilità fa parte della vita, può colpirci in un qualsiasi momento della nostra esistenza e, se potremo invecchiare, sarà inevitabile incontrare il senso del limite e sentire di aver bisogno degli altri. C’è poi purtroppo nella società attuale il concetto che, in certe condizioni, la vita diventi indegna di essere vissuta e che l’ammalato o la persona con disabilità rappresentino un peso, non solo per la famiglia. Leggere il nuovo libro di Mario Melazzini, “Io sono qui”, apre gli occhi e l’anima su una verità che può sembrare inaccettabile: anche nella sofferenza – parole sue-“la vita è bella (non solo nei film, anche nella vita). E d’inguaribile c’è soltanto la mia voglia di vivere”. Melazzini, medico di successo, in ottima forma fisica, nel 2002 scopre in sé i primi sintomi della Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica), una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce le cellule nervose che permettono i movimenti della muscolatura volontaria. La malattia porta a un deficit funzionale progressivo della muscolatura, comportando, nella maggior parte dei casi, la morte per insufficienza respiratoria. Oggi Melazzini opera alla guida di Nemo, centro clinico all’avanguardia per la cura delle malattie neurodegenerative presso l’ospedale Niguarda a Milano; qui si racconta, offrendo al lettore, accanto a notizie rigorosamente scientifiche riguardanti la Sla, lo spaccato commovente di una vita faticosa, ma ricca di senso. Melazzini vive la sua malattia come un’opportunità, che gli permette di scoprire, insieme al limite, la preziosità di ogni giorno, di ogni minuto di vita. Professionalmente ha fatto della malattia un valore aggiunto, che lo rende un medico diverso, migliore, che non considera più come unico fine della medicina il ‘guarire’, ma le assegna l’importantissimo scopo del ‘prendersi cura’, per rendere più leggera la sofferenza e migliore la qualità della vita della persona ammalata. Non è solo del medico che il malato ha bisogno. Ha bisogno che qualcuno si faccia carico di lui, lo ascolti, capisca quali sono i suoi problemi e lo aiuti ad affrontarli. Se prima il dottor Melazzini si occupava di cercare di guarire, ora vuole curare, perché inguaribile non è sinonimo di incurabile. Il libro è accompagnato dal DVD del documentario girato dal regista Emmanuel Exitu: “Sette giorni di appunti dalla vita di Mario Melazzini”, una testimonianza eloquente della grande Anima che brilla in un corpo spogliato della sua esuberanza e della carica di coraggio che egli sa trasmettere ai pazienti nelle corsie del suo ospedale. REGINA ZONI Europa Sabato, 19 novembre 2011 La dignità di Grecia e Italia I te mpi d i cr i si “s o n o qu e lli ch e r i ch i e d o n o mag g i o re re sp on sabi li tà”: Je r z y Bu ze k, p re si d e nte d e l Pa rla m e nto e u rop e o, co m m e nta n d o p o si ti va m e nte l’a ss e g naz i o n e de ll’ inca r i co a Ma r i o Mo nti d i f o r ma re i l nu ovo g ove r n o italiano, r i co rda g li i mp e g n i a ssu nti da Ro ma a l f i n e d i r idare cre d i bi li tà e stabi li tà a i co nti pu bbli ci d e l B e lpa e s e, anche me d ia nte “d u re m i su re d i au ste r i tà” e le n e ce ssa r i e “r ifor me str u ttu ra li”. D e l re sto p e r Bu ze k, Mo nti ha tu tte le caratte r ist i ch e e l’e sp e r i e n z a p e r va ra re u n g ove r n o “d i u n i tà naz i o na le i n qu e sti te mp i d i cr i si”. “ L’Eu ro pa e i m e rcati – ag g i u ng e i l p o li ti co p o la cco – si p o ss o n o f i da re d i lu i”. Su lla ste ssa lu ng h ezz a d’o n da i l p re si d e nte d e l Co n sig li o Ue, He r ma n Va n Ro mpuy, e qu e llo d e lla Co m m i ssi o n e, Jo s é Ma nu e l Ba r ro s o : “Acco g lia m o co n f avo re la d e ci si o n e d e l p re si d e nte d e lla Re pu bbli ca i ta lia na p e r l’i n ca r i co a l s e nato re Mo nti d i f o r ma re u n g ove r n o d i u n i tà naz i o na le”. Si tratta d i u n “s e g na le i n co rag g ia nte”, i n li n ea co n la “d e te r m i naz i o n e d e lle au to r i tà i ta lia n e d i su p e ra re la cr i si attu a le”. Pe ra ltro l’ Ue, m e d ia nte la Co m m i ssi o n e, “co nti nu e rà a m o n i to ra re l’attu az i o n e d e lle m i su re” i n d i cate i n s e d e e u ro p ea da l p re ce d e nte g ove r n o, p e r te n e re s o tto co ntro llo i l d ebi to e “p ro mu ove re la cre s ci ta e l’o ccu paz i o n e”. D o p o la G re cia, co n l’i n ca r i co d i p re m i e r a ll’e co n o m i sta e d e x vi ce p re si d e nte d e lla B ce, Lu ca s Papa d e m o s, a n ch e l’Ita lia, s o r ve g liata sp e cia le annabis e cocaina si stabilizzano, crescono però altre minacce a B r u xe lle s e Fra n co f o r te, provenienti, ad esempio, dalle cosiddette “droghe legali”. In si a f f i da a u n e co n o m i sta Europa restano numerosissimi, ogni anno, i morti per droga e co n u n n o te vo le cu r r i cu lu m ancor più numerose sono le persone la cui vita è segnata dalla e u ro p e o : la d o p p ia e sp e r i e n z a dipendenza, da malattie connesse come Hiv/Aids, oltre alla marginalità d i co m m i ssa r i o Ue, p r i ma a l sociale. La Relazione 2011 dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle m e rcato i nte r n o e p o i a lla tossicodipendenze (Oedt), diffuso dalla sede di Lisbona (un documento co n co r re n z a, ha n n o f atto di 120 pagine), insiste sulla necessità di coerenti azioni politiche e ap p rezz a re n e g li a mbi e nti legislative a livello nazionale e comunitario. La crisi economica, le p o li ti ci e i n qu e lli e co n o m i ci nuove tecnologie informatiche e, più in generale, alcuni effetti della i l p re si d e nte d e ll’ Un i ve rsi tà globalizzazione economica e culturale, influiscono sempre di più sulla B o cco n i . commercializzazione e il consumo di droga. João Goulão, presidente Co sì , a n co ra u na vo lta, co m e di Oedt, e Wolfgang Götz, direttore dell’Osservatorio, segnalano: “Le sp e ss o è a cca d u to n e lla attuali difficolta economiche sperimentate da numerosi paesi europei sto r ia d e ll’i nte g raz i o n e sono parte integrante del contesto della co mu n i ta r ia, p o li ti ca e d nostra relazione. Il loro influsso è già e co n o m ia p ro ce d o n o a percepibile, come dimostrato dalle sempre La Relazione bra cce tto, n e lla co nvi n z i o n e maggiori difficoltà nel reperimento di ch e u n si ste ma e co n o m i co indica la fondi per i servizi” sul versante della lotta sa n o, capa ce d i p ro d u r re situazione del alla droga e del sostegno alle persone b e n e ss e re, e qu i tà s o cia le e fenomeno nell’Ue, tossicodipendenti. E non si può certo i nte rg e n e raz i o na le (co m e dimenticare che la mancanza di lavoro ha r i ba d i to lo ste ss o Mo nti con particolare e di un reddito sicuro influiscono sui ap p e na r i ce vu to l’i n ca r i co da riferimento comportamenti individuali. Inoltre, “i Gi o rg i o Nap o li ta n o ) , sia u n o ai consumi progressi nel campo della tecnologia d e i g ra n d i p re su p p o sti – n o n di cannabis, dell’informazione hanno trasformato i l s o lo e n e m m e n o p e r f o r z a quasi tutti gli aspetti della vita moderna. d i co s e i l p i ù i mp o r ta nte – anfetamine, Pertanto, non sorprende osservare ora il p e r la s e re n i tà d e i ci tta d i n i ecstasy, chetamina, loro impatto sul fenomeno della droga. e d e lle f a m ig li e, p e r lo cocaina. Concretamente, questa influenza si svi lu p p o d i u n Pa e s e, p e r la Cecilia Malmström, commissaria Ue per gli affari interni manifesta non solo nelle modalità di stabi li tà d e m o crati ca, p e r la commercializzazione e vendita delle capa ci tà d i ap r i rsi a d o r i zzo nti dominante di consumo di droga”. “L’uso di europee in materia di droghe”, si legge nel sostanze stupefacenti, ma anche, sul i nte r naz i o na li , li b e ra n d o eroina continua a essere la causa principale documento Oedt. “Benché si osservino versante opposto, “nell’introduzione i l ca mp o da p o pu li s m i , della diffusione delle malattie e dei decessi tendenze positive in merito al consumo di di nuove opportunità di prevenzione naz i o na li s m i o s e pa rati s m i legati alla tossicodipendenza nell’Unione cocaina e di cannabis, dobbiamo restare e trattamento”. “Il consumo di droga ch e s e mp re si a li m e nta n o i n europea”. L’agenzia delle droghe “stima che vigili, soprattutto per quanto riguarda sembra essere relativamente stabile in si tu az i o n i d i cr i si e d i p ove r tà vi siano oltre 1,3 milioni di consumatori l’uso delle più recenti sostanze sintetiche”. Europa”, attesta quindi l’Oedt. “E in alcune d i laga nte. regolari di oppioidi”, e “circa la metà dei Cecilia Malmström, commissaria Ue per aree importanti, quali il consumo di S co m m e tte n d o su lla f igu ra tossicodipendenti che iniziano una terapia gli affari interni, fornisce un commento alla cannabis da parte dei giovani, si osservano d i Mo nti (e su qu e lla “u n i tà specialistica in Europa indica gli oppioidi Relazione Oedt. “Le autorità di contrasto segnali positivi”. La Relazione indica, naz i o na le” r i ba d i ta da tu tti quale principale droga problematica”. Le devono continuare a combattere i gruppi con numeri, tabelle, grafici, commenti, i lea d e r Ue ) , n o n ch é su u n persone “che usano droga per via iniettiva criminali organizzati che gestiscono il la situazione del fenomeno nell’Ue, con r i trovato e re sp o n sabi le – vi si legge ancora - sono fra i gruppi a traffico di droga. Nelle prossime settimane, particolare riferimento ai consumi di p ro tag o n i s m o e u ro p e o maggior rischio di mortalità e morbilità intendo presentare norme sulla confisca cannabis, anfetamine, ecstasy, chetamina, d e ll’Ita lia, l’ Ue e i l m o n d o legate alla tossicodipendenza, come ad e il recupero dei proventi di reati gravi, cocaina, nonché delle malattie correlate, o cci d e nta le – si p e n si ag li esempio il contagio di infezioni trasmissibili tra cui il traffico di droga”. Dal Rapporto i connessi problemi sociali e sanitari. ap p e lli d i Ba ra ck O ba ma – per via ematica (Hiv/Aids, epatite B o C) e si evince che sono circa 14,5 milioni gli Accanto ad alcuni elementi positivi, r i p o ng o n o f i d u cia n e ll’Ita lia. l’overdose”. Nella maggior parte dei paesi europei che hanno provato cocaina almeno o che almeno lasciano intravedere Il p e rco rs o sa rà i n sa li ta, europei, “l’uso per via iniettiva è associato una volta nella vita e circa 4 milioni che ne qualche inversione di tendenza, ne r i ch i e d e rà i mp e g n o e sa cr i f i ci , al consumo di oppioidi, sebbene in alcuni hanno fatto uso lo scorso anno; 78 milioni emergono altri particolarmente negativi. ma sa rà pu re l’o cca si o n e p e r casi anche le amfetamine siano assunte i cittadini che hanno invece provato la Nel rapporto si legge ad esempio: d i m o stra re ch e i l Tr i co lo re per via parenterale”. A proposito dei decessi cannabis almeno una volta e, di essi, 22,5 “Destano preoccupazione gli sviluppi n o n si co llo ca s o lo n e lla per overdose, l’Oedt stima che si tratti di milioni ne hanno fatto uso lo scorso anno. nel mercato delle droghe sintetiche e, sto r ia d e ll’ Un i o n e e u ro p ea, una cifra collocabile tra i 10 e i 20mila casi Una preoccupazione specifica giunge dai più in generale, le modalità di utilizzo ma sve nto le rà a n ch e n e l su o annui. “La maggior parte delle vittime “precursori”, prodotti chimici – dunque di una più ampia gamma di sostanze f u tu ro. sono uomini di età compresa fra i 30 e i legalmente commercializzati - utilizzati per da parte dei consumatori di droga”. 40 anni”. Per queste ragioni “la riduzione fabbricare le sostanze illecite. Si tratta di un Inoltre, “la poliassunzione, compresa la Gianni Borsa della mortalità e della morbilità legate al problema che dovrebbe essere affrontato a combinazione di sostanze illegali con SIR Europ a ( B r uxelle s) consumo di droga è centrale per le politiche livello transfrontaliero. alcool e medicinali, è diventata il modello Per Jerzy Buzek, Monti ha tutte le caratteristiche per varare un governo “di unità nazionale in questi tempi di crisi”. La droga in Europa la strage continua La Relazione 2011 dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze insiste sulla necessità di coerenti azioni politiche e legislative a livello nazionale. C 5 Italia 6 Sabato, 19 novembre 2011 Un libro per bambini dai 6 agli 11 anni, e per... grandi. Gli amici del bosco G li amici del bosco è una storia per parlare ai bambini del tempo della cura e della malattia inguaribile in chiave psicologica. E’ il risultato di tante storie condivise all’Hospice di Abbiategrasso, un’organizzazione non profit in cui un’equipe formata da personale sanitario, educatori, psicologi e volontari coopera “non per guarire, ma per tutelare la qualità della vita che ancora resta a disposizione”. “E’ così difficile oggi parlare di malattia e di morte - si legge nella Prefazione – che preferiamo dimenticare nella quotidianità il limite che caratterizza la vita umana. Nel momento in cui una persona che ci è cara si ammala di una malattia inguaribile, ci sembra di non avere gli strumenti per vivere la prova che ci viene proposta, di non avere le parole adatte alla situazione”. Il libro nasce per accompagnare i bambini in questo percorso, nella convinzione che gli adulti di cui i bambini si fidano possono aiutarli ad esprimere l’esperienza del dolore e della perdita e a darle un senso. C’era una volta una principessa (Paoline) Questo libro dalle illustrazioni raffinate sarà la gioia delle bambine: raccoglie infatti dodici racconti di principesse protagoniste di fiabe, leggende ed anche della storia con la bella Pochaontas. Gli autori delle trame sono i fratelli Grimm, Hans Christian Andersen, Charles Perrault; ma ci sono anche leggende di paesi lontani, così mentre si sogna ad occhi aperti si possono conoscere anche culture diverse. Quanto alle protagoniste, le principesse appunto, sono belle e affascinanti, talvolta intelligenti e argute, ma anche capricciose e persino crudeli: naturalmente al loro fianco ci sono principi e draghi e … quasi sempre “vissero felici e contenti” (euro 15,00). Una bella storia per parlare ai bambini del tempo della cura e della malattia inguaribile in chiave psicologica. Gli amici del bosco è dunque un libro per bambini dai 6 agli 11 anni, ma è insieme anche un libro per i grandi. Otto parti (dal momento della malattia con le cure palliative, alla morte, alla fase del ricordo) scandiscono il percorso che il bambino compirà assieme all’adulto in compagnia di tre amici: il cervo saggio Lichenio, che rappresenta la parte razionale, quella che guarda la realtà, svela i significati più difficili, e lascia il dubbio là dove la ragione stessa - per quanto adulta - non possiede risposte; Bartolomeo, l’orso affettuoso che sa rimanere vicino anche quando si dicono le cose più dolorose, sa piangere e sa sorridere; e poi Mattia, il bambino che cammina con loro lungo il sentiero nel bosco, metafora della vita e delle difficoltà che si stanno attraversando. Le parti in cui la storia è suddivisa sono pensate in modo da essere affrontate anche in tempi diversi, o non in maniera completa: è importante però che i bambini non siano lasciati da soli col libro in mano, perchè esso è “una storia da vivere” insieme, per passare attraverso il dolore e “andare avanti”. FEDERICA AZZETTA - illustrazioni di GIULIA ZAFFARONI, Gli amici del bosco, Ancora, 2011, pp.77, euro 12,00. pagina a cura di ELENA CLERICI “Petali” per ragazzi tutti al femminile... Fiaba per i piccoli la leggenda dei tre alberi tra fede e speranza La leggenda dei tre alberi è un racconto di fede e di speranza che è bello narrare ed ascoltare ad ogni età e in ogni tempo dell’anno. Il destino di tre alberi, che si ergono sulla sommità di una collina, è legato ai momenti della vita di Gesù: lui saprà davvero dare compimento ai loro sogni. Suggestiva la storia, molto belle le illustrazioni. ELENA PASQUALI – illustrazioni di SOPHIE WINDHAM, La leggenda dei tre alberi, Paoline, euro 9,00. ■ Annalisa Strada Piantala Mastino! (San Paolo) Non sono una rarità gli scienziati che spingono il mondo sull’orlo del disastro, anzi! Ma ce ne sono pochi davvero simpatici come Mastino Macchiavelli, l’anti-eroe per fanciulli giunto alla sua terza avventura (Fino all’ultima mosca e L’Oceano in bottiglia, entrambi pubblicati nel 2010). Questa volta Mastino si è trasferito in campagna, per non fare danni: dissemina di alberi ogni spazio possibile, “alleva” picchi … ma il suo vicino di casa è – guarda caso – un avido impresario edile. La situazione si fa seria: meno male che le fedeli Armida e Maria corrono in aiuto. Il libro viene pubblicato con il patrocinio del WWF Italia (euro 11,00). ■ Matino-Pisapia P iacerà alle bambine, alle mamme e alle nonne, questa collana della San Paolo tutta al femminile: sono donne le autrici dei testi e delle illustrazioni, donne le protagoniste delle storie. I Petali è destinata ai fanciulli del secondo ciclo della scuola primaria, in maniera particolare alle bambine dagli 8 ai 10 anni. Racconta la storia teologico (l’autrice è biblista, della salvezza attraverso docente di Antico Testamento gli occhi delle madri del all’Università Cattolica di popolo ebraico: ogni libro si Milano, noto volto televisivo di sofferma sulla vita intera di Telepace). I libri propongono una donna, Sara, Rebecca, anche fumetti, giochi, curiosità Lia e Rachele, Betsabea, Ester, e approfondimenti di carattere Miriam, Debora, Rut, Anna e storico e sociologico in forma Abigail. La narrazione biblica di semplici schede, attività è seguita fedelmente, ed è manuali (ritagliare, cucinare, arricchita con i più famosi costruire …): il risultato è molto midrashim della tradizione interessante ed accattivante, rabbinica; il linguaggio anche alla semplice vista. semplice e fruibile dai giovani Bella la cornice entro cui lettori nasce comunque da si inserisce ogni storia: chi un accurato studio biblico e Novità in libreria ■ J. e A. Vinyoli Il pastore delle meraviglie (San Paolo) racconta è una mamma speciale, speciale il bambino che ascolta, giacchè la casa è quella di Nazareth! Il primo libro della collana è dedicato a Sara, sposa di Abramo e madre di Isacco, prima matriarca del popolo di Israele: se ne segue il viaggio memorabile da Ur, destinato ad imprimersi nella mente e nel cuore di tutti i credenti, e si apprezza la “modernità” della sua forte personalità. E’ già in libreria anche la storia Fulvia Degl’Innocenti Sara, la sopravvissuta. Un romanzo per ragazzi. U n’epidemia sta sterminando l’intera umanità. Sara, in fuga con la sua famiglia per sfuggire al contagio, naufraga su un’isola che sembra deserta: ogni giorno è una lotta per sopravvivere e per difendersi dal dolore dei ricordi. Un naufrago affida sempre al mare i suoi pensieri e le sue speranze, in una bottiglia in balia delle onde, ma se si resta soli al mondo, bisogna avere il coraggio di riprendere il largo, per dare un futuro possibile al proprio sperare: e Sara non è una che si tira indietro, mai. Questo romanzo, ultima fatica della vincitrice del Bancarellino 2011 Fulvia Degl’Innocenti (redattrice del Giornalino dedita anche alla narrativa per ragazzi), appassionerà i ragazzi. L’autrice dichiara il suo debito nei confronti di sei classici della letteratura, le cui suggestioni hanno generato in lei l’immagine della sopravvissuta: un invito dunque ai giovani lettori a leggere anche queste “grandi storie di tutti i tempi sulla forza degli uomini che reinventano la vita”. FULVIA DEGL’INNOCENTI, Sopravvissuta, San Paolo, pagine 144, euro 14,00. di Rebecca, la sposa di Isacco, la madre dei due gemelli rivali Esaù e Giacobbe. Ella avvince con la sua bellezza, e rimane fedele alla voce di Dio anche quando la paura sembra offuscare la speranza. ANTONELLA ANGHINONI – illustrazioni di ALESSANDRA MANTOVANI, Sarah. La principessa e Rebecca. La sposa cercata, Paoline, pagine 62, euro 9,50. Bruno Forte Parlare ai bambini dell’amore di Dio nella SS. Trinità Che operazione difficile: parlare ai bambini dell’amore di Dio nella Trinità. Bruno Forte, teologo e vescovo nella diocesi di Chieti-Vasto, prende spunto dai passi delle Scritture che parlano dell’amore di Dio per l’uomo per avvicinare i fanciulli al mistero della Trinità, consapevole che “Dio Trinità è infinitamente più grande del nostro cuore e nessuna parola o immagine può veramente contenerlo”. Alle parole si accompagnano illustrazioni leggere dai toni delicati. BRUNO FORTE – illustrazioni di MARTA CARRARO, Dio è amore, San Paolo, pagine 66, euro 16,00. Questo libro a fumetti prende spunto da un romanzo di Gennaro Matino (parroco e docente di teologia pastorale a Napoli, editorialista di “Avvenire”, de “Il Mattino” e di “Famiglia Cristiana”); le tavole sono del fumettista Blasco Pisapia. Ecco la storia: Raffaele festeggerà il Natale a Napoli dai genitori, dove li aspetta il bellissimo presepe di suo padre, e intanto lo prepara anche nella sua casa di Milano insieme a sua moglie ed ai suoi bambini Gigio e Tommaso. Il rito del presepe, dove ogni statuina ed ogni singolo elemento rimandano ad un significato profondo, diventa l’occasione per accogliere il Bambin Gesù con lo stesso grato stupore del pastore meravigliato (euro 18,00). ■ Lodovica Cima Coccolafiabe (San Paolo) Questo volume in edizione cartonata raccoglie le fiabe più belle di tutti i tempi: sono dodici, da Il brutto anatroccolo alla Sirenetta, Cappuccetto Rosso, Hansel e Gretel …, tutte raccontate ed illustrate per i più piccoli. Sono scritte infatti con testo maiuscolo, per un primo approccio alla lettura, e illustrate a piena pagina. Si possono quindi leggere con mamma e papà, ma anche da soli. Al termine di ogni fiaba c’è una filastrocca illustrata, per giocare e per divertirsi (euro 14,00). Vita diocesana Sabato, 19 novembre 2011 ✎ Programma Unitalsi Per iniziativa dell’associazione, le reliquie saranno in diocesi a Como, Nuova Olonio e Tirano dal 19 al 21 novembre Sabato 19 novembre ore 19.45 celebrazione di accoglienza delle Reliquie presso l’Ospedale Valduce (Como): preghiera e processione “aux flambeaux” verso la chiesa di san Giacomo. ore 22.30 incontro di preghiera con i giovani: “Bernadette parla ai giovani”. ore 24.00 chiusura della chiesa di san Giacomo. Domenica 20 novembre In preghiera davanti a Santa Bernadette A rriveranno sabato 19 novembre le reliquie di Santa Bernadette che, in occasione del novantesimo anniversario di fondazione dell’UNITALSI Lombarda, effettueranno una peregrinatio in tutte le Sottosezioni della Regione. Monsignor Jacques Perrier, vescovo di Tarbes e Lourdes, ha accolto la richiesta dell’associazione come riconoscimento per il servizio svolto dall’UNITALSI in questi anni a favore degli ammalati e presso il Santuario, sottolineando che si tratta di un modo per tenere vivo il collegamento della fede esistente tra le nostre diocesi e la città francese. Bernadette Soubirous nasce nel 1844 e nel 1858 l’Immacolata Concezione le appare nella grotta di Massabielle. Nel 1866 entrerà nel convento di Nevers delle Figlie della Carità e lì si dedicherà fino alla morte, avvenuta nel 1879, alla cura degli ammalati e dei bisognosi. Canonizzata nel 1933, S. Bernadette è diventata una figura di rilievo nella Pastorale della Salute, tanto è vero che il giorno della prima apparizione, l’11 febbraio, è divenuto la Giornata Mondiale del Malato. Il passaggio delle reliquie è un’esortazione a metterci in cammino sulle orme della santa per scoprire il messaggio che la beata Vergine Maria, attraverso di lei, ci ricorda: Dio sceglie gli umili ed i piccoli. Dimostrazione di questo è proprio il fatto che la Madonna apparì a Bernadette che si definiva: “La più ignorante di Lourdes.” Una ragazza intelligente, ma senza nessuna cultura, che non sapeva né leggere né scrivere. Attorno alle sue reliquie tutta l’UNITALSI Lombarda si ritrova anche per rinnovare il proprio impegno al servizio di coloro che sono malati e sofferenti. In questi anni lo sforzo unitalsiano in Italia non si è limitato all’accompagnamento dei malati in pellegrinaggio, ma si è progressivamente esteso ad una serie di iniziative volte all’assistenza dei bisognosi lungo tutto l’anno: vicinanza quotidiana a chi vive il disagio della disabilità e della solitudine; accoglienza per i familiari dei bambini malati in alloggi vicini agli ospedali pediatrici di Roma, Bari, Genova, Firenze, Milano; Agenda del Vescovo Sabato 19 novembre A Colonno, S. Messa alle 18.00. Segue assemblea parrocchiale. Domenica 20 novembre A Como, alle 10.00, S. Messa al SS. Crocifisso per il Giorno del Ringraziamento. Nel pomeriggio accoglienza in Duomo delle reliquie di S. Bernadette. Alle 18.30 S. Messa. Lunedì 21 novembre Ore 11.00 S. Messa per virgo fidelis a S. Giorgio a Como. Nel pomeriggio colloqui con i seminaristi in Seminario. Martedì 22 novembre Ore 11.00 S. Messa a Marzio. Ore 20.30 incontro con gli ospiti della Casa della Giovane di via Borgovico a Como. Mercoledì 23 novembre Alle 17.30 presentazione del libro sul restauro degli affreschi della Basilia di Sant’Abbondio presso l’Aula magna dell’Università dell’Insubria a Como. Giovedì 24 novembre In mattinata Consiglio episcopale. Nel pomeriggio colloqui. In serata Commissione diaconato permanente. Visita pastorale alle Valli Varesine, vicariato di Marchirolo. animazione all’interno degli ospedali per regalare momenti di spensieratezza ai bambini; soggiorni estivi e invernali; servizio civile nazionale; Protezione Civile; case famiglia. Nella nostra Diocesi, le reliquie saranno accolte presso l’ospedale Valduce e poi saranno trasferite in processione alla chiesa di S. Giacomo, dove vi sarà una celebrazione della Parola seguita da un incontro di preghiera proposto a tutti i giovani, centrato su quanto la santa di Lourdes può dire a tutti loro. Il centro delle celebrazioni alla presenza delle reliquie di santa Bernadette sarà la S. Messa presieduta dal nostro vescovo Diego in Cattedrale alle ore 17.00 di Domenica 20, Solennità di Cristo Re. Domenica sera le reliquie saranno accompagnate in processione dal Vescovo verso la basilica di S. Giorgio, dove resteranno fino al lunedì mattina quando partiranno per Nuova Olonio. Il momento più importante della Peregrinatio delle reliquie di santa Bernadette in Lombardia sarà sabato 3 dicembre quando, in cattedrale a Milano, il cardinale Angelo Scola celebrerà la S. Messa per commemorare i 90 anni dell’UNITALSI Lombarda. don OMAR CORVI ore 8.00 apertura della chiesa di san Giacomo. ore 9.00 celebrazione delle Lodi. ore 10.00s. Rosario. ore 11.00 celebrazione penitenziale. ore 12.30adorazione eucaristica. ore 14.30“s. Rosario con Bernadette” adorazione eucaristica e benedizione dei malati. ore 17.00in Cattedrale: celebrazione della S. Messa nella Solennità di Cristo Re presieduta dal nostro vescovo Diego. ore 20.00 in Cattedrale: preghiera e avvio della processione “aux flambeaux” verso la basilica di san Giorgio in Como - presieduta dal nostro vescovo Diego. ore 22.00adorazione eucaristica. ore 23.00Ufficio delle letture dalle ore 24.00, ad ogni ora: s. Rosario. Lunedì 21 novembre ore 4.30 celebrazione della S. Messa. ore 5.15 celebrazione conclusiva. e partenza per Nuova Olonio (Valchiavenna). ore 7.30 celebrazione di accoglienza presso la chiesa parrocchiale di Nuova Olonio celebrazione delle Lodi, s. Rosario, processione all’interno della struttura, Don Guanella“ e benedizione degli Ospiti. ore 10.15 celebrazione conclusiva e partenza per Tirano. ore 12.00celebrazione di accoglienza presso il Santuario Madonna di Tirano, s. Rosario. ore 15.00celebrazione della S. Messa ore 16.15celebrazione conclusiva e partenza per Brescia. Parola fra noi Domenica 20 novembre S Dal 25 al 27 novembre 7 ono parole di dura condanna quelle che il Giudice rivolge ai dannati: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli”. Parlano di fuoco che distrugge. È il fuoco dell’Inferno. Il fuoco nella Bibbia indica realtà assai diverse: l’inferno, il giudizio divino, il purgatorio, ma anche Dio stesso; in molte religioni è simbolo della presenza di Dio. Anche nell’Antico Testamento si dice che “Dio è fuoco divorante”, si manifesta nel Roveto ardente, nella colonna di fuoco, nei bagliori del Sinai. Nel Vangelo il fuoco esprime il Regno di Dio, la sua presenza salvifica, introdotta da Gesù. “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso!”. Fuoco è anche il dono dello Spirito a Pentecoste. Dio è il fuoco che illumina, fa risplendere i santi, purifica i giusti dai difetti, è tormento per i peccatori. Dio è paradiso, Solennità di Cristo Re dell’Universo: Ez 34,11-12.15-17; 1Cor 15,20-26.28 ; Mt 25,31-46 ma anche purgatorio e inferno. Dio è giudizio e risurrezione; è purificazione perché completa la nostra conversione e ci rende degni di sé; è inferno perché chi lo rifiuta definitivamente rimane lacerato in se stesso; è paradiso perché chi lo accoglie totalmente trova la pienezza della vita e della gioia. Dio è anche purgatorio (purificazione, non luogo) per i giusti che al termine della vita terrena non sono in piena sintonia con lui. Noi sottovalutiamo la gravità del peccato, ci adagiamo nella mediocrità. Il nostro pentimento è debole, la nostra conversione fragile. I Santi, invece, soffrono terribilmente anche per colpe che a noi sembrano trascurabili. Il Santo Curato d’Ars afferma: “Non chiedete a Dio la conoscenza completa della vostra miseria. Io l’ho domandata una volta e l’ho ottenuta. Sono stato così spaventato nel conoscere la mia miseria che ho implorato immediatamente la grazia di dimenticarla”. La sofferenza del Purgatorio nasce dalla conoscenza della nostra difformità rispetto alla santità di Dio; è un dolore che nasce dall’amore per Dio. La sofferenza dell’inferno invece nasce dal rifiuto e dall’odio verso Dio e verso tutte le sue creature. La Chiesa ha sempre coltivato con pietà la memoria dei defunti, offrendo per loro i suoi suffragi. Fa parte del Credo cristiano la fede nella comunione dei Santi, ossia il rapporto – spirituale, ma non per questo meno vero – fra quanti sono ancora pellegrini sulla terra, coloro che, già morti, si purificano dinanzi al Signore e quanti già godono della gloria del paradiso. Questo il senso autentico del nostro recarci nei cimiteri e dell’offerta di fiori, lumi e preghiere per i defunti. Più che il dolore e la miseria, ci minacciano il pensiero e l’esperienza della morte. Sappiamo di morire. Anche Gesù non si è sottratto a questa consapevolezza, ma anche nella sua morte non vi è altro che l’amore di Dio. ANGELO SCEPPACERCA 8 Vita diocesana Sabato, 19 novembre 2011 Il Vescovo riprende il cammino dalle Valli Varesine Il primo appuntamento unitario a Marzio martedì 22 novembre. Poi la visita alle parrocchie, iniziando dal vicariato di Marchirolo novembre 2011 a Marzio ore 10.30. Il 22 nostro Vescovo Diego presiede la solenne concelebrazione con tutti i sacerdoti dei Vicariati di Marchirolo, Canonica e Cittiglio per dare inizio insieme alla Visita Pastorale ai territori della diocesi che sono nelle valli varesine. L’indizione della Visita era stata fatta con una celebrazione comunitaria di zona il 1° marzo 2011 a Canonica. Poi nel corso di questi mesi è maturato fino ad arrivare a compiersi il nuovo assetto territoriale della diocesi, incentrato non più sulle zone, ma sui Vicariati. E così anche la Visita Pastorale viene condotta, ora per la prima volta, legata non più alla zona ma ai Vicariati. Tuttavia è bene compiere anche un passaggio che faccia capire che il nuovo assetto territoriale è per una azione pastorale più efficace certo, ma non denigra La Visita pastorale ai il precedente, semplicemente ne raccoglie i buoni frutti, ne ha visto i limiti e si propone vicariati di Marchirolo, di procedere nel cammino con la speranza Canonica e Cittiglio di portare un frutto migliore. Nell’ultimo consiglio pastorale zonale (8 giugno 2011 a si concluderà nella Canonica), nel quale si era comunicata la primavera del 2012 decisione di passare ai consigli pastorali di vicariato, si era però detto che sarebbe stato bello consegnare al Vescovo una memoria, seppur sintetica, del cammino fatto in questi anni dalle Valli Varesine. La nostra zona ha sempre avuto il Consiglio Pastorale Zonale. Così martedì 22 novembre a Marzio sarà anche l’occasione per consegnare al vescovo questa memoria. Ci è stato agevole ricostruirla perché a Marzio erano conservati quasi tutti i verbali dei Consigli Pastorali Zonali redatti con precisione dai parrocchiani di Marzio presenti in Consiglio. Abbiamo così potuto raccogliere i verbali, dal 1995, anno della scorsa visita pastorale, compiuta dal Vescovo Maggiolini, fino al presente, ordinarli e presentarli con una breve nota sintetica introduttiva. Un punto solo di questa nota. Nel decreto dopo la visita pastorale del 1995 il Vescovo Maggiolini chiedeva ai preti una maggiore fraternità sacerdotale e comunione pastorale. Ebbene, tutti i preti che almeno negli ultimi dieci anni hanno svolto, anche solo una parte del loro ministero, nelle valli varesine, dicono che in questa zona si vive un bel clima fraterno tra i preti e una buona collaborazione pastorale. Grazie ancora al nostro Vescovo che ha voluto iniziare Appuntamento ■ Preghiera Rinnovamento nello Spirito Anche quest’anno i gruppi Rinnovamento nello Spirito di Como offrono momenti intensi di preghiera ed evangelizzazione attraverso il progetto di adorazione eucaristica denominato “Roveto Ardente”, incoraggiato e benedetto dal Beato papa Giovanni Paolo II nei Vespri della Pentecoste del 2004. Il primo incontro sarà sabato 19 novembre alle ore 20.45 presso la chiesa di Portichetto. ■ 20 novembre Giornata per il sostentamento del clero “I sacerdoti aiutano tutti, aiuta tutti i sacerdoti”. E’ questo lo slogan per la giornata nazionale di sensibilizzazione sulle offerte per il sostentamento del clero di quest’anno. Domenica 20 novembre, festa di Cristo Re, sarà l’occasione per sollecitare i nostri fedeli a prendersi in carico il mantenimento dei loro sacerdoti. Per informazioni è possibile consultare il sussidio, “Una domenica per i sacerdoti”, inserito nella scatola del materiale recapitato ad ogni parrocchia o il sito internet www.offertesacerdoti.it. la sua visita con i suoi sacerdoti, noi sappiamo quanto gli stiamo a cuore. E’ per noi grande gioia, che inizi la visita pastorale alle nostre parrocchie, rivolgendo la prima parola a noi preti. Inoltre questa data, 22 novembre, ha per noi anche un altro motivo di gioia e di lode al Signore, legato al ministro sacerdotale. Infatti il 22 novembre 1936 veniva ordinato sacerdote don Luigi Curti, da allora e fino ad oggi ancora (sono 75 anni) parroco di Marzio (era entrato in parrocchia il 4 dicembre 1936). Noi vogliamo dare lode al Signore con lui per il dono ricevuto del ministero sacerdotale. Stringendoci attorno al Vescovo, con don Luigi Curti, noi raccogliamo in qualche modo l’eredità di una storia di servizio fatta da molti preti alle parrocchie dei nostri Vicariati. Don Luigi ha conosciuto, perché l’ha vissuta, la storia di questi territori degli ultimi 75 anni. La sua memoria è più viva che mai ed è bello sentirlo raccontare fatti di parrocchie e di preti del passato. Quando ti siedi ad ascoltarlo raccontare ti accorgi però di un particolare; ti racconta solo episodi o fatti che mettono in luce la bravura o la “santità” dei preti di cui ti parla. Certo che ha conosciuto anche i difetti ma non li svela. Un bell’ esempio per noi sacerdoti: la fraternità si costruisce evidenziando i talenti altrui e scusandone, il più possibile, i limiti. Infine, il 22 novembre è, nel calendario diocesano di quest’anno, anche la data del primo incontro di spiritualità tra i preti di ogni Vicariato. Noi lo vivremo in modo intervicariale; e, allo stesso modo, si pensa forse di vivere anche i due prossimi appuntamenti. Perché, se anche non ci troviamo più per motivi di organizzazione pastorale, è bene che tra preti dei tre vicariati delle valli varesine rimanga e si accresca quella bella fraternità sacerdotale che già abbiamo in qualche modo sperimentato in questi anni. Sempre martedì 22 novembre nel pomeriggio il Vescovo si recherà all’Istituto Menotti di Cadegliano per una preghiera di affidamento alla Madonna dell’Istituto stesso e una visita agli ospiti che vi risiedono. Dopo l’incontro con i preti, il vescovo farà visita a persone ammalate e anziane. Questo incontro sta a dire il valore che hanno la sofferenza, la malattia e l’età anziana se vissute in maniera cristiana: cioè nella preghiera e nella volontà di offrire al Signore la propria vita. Una vita certo segnata dalla fatica del dolore, ma non priva di fiducia nell’amore del Signore e nella materna protezione della Vergine Maria, Sua e nostra Madre. Ecco il significato della preghiera di affidamento di quella casa a Maria. don GIOVANNI CORRADINI Le prime tappe della Visita nel vicariato di Marchirolo: il programma I l primo vicariato ad essere visitato sarà quello di Marchirolo formato dalle parrocchie di Arbizzo, Ardena, Cadegliano, Cremenaga, Cugliate, Cunardo, Fabiasco, Lavena, Marchirolo, Marzio, Ponte Tresa e Viconago. Dopo Marzio toccherà alle comunità di Cadegliano, Arbizzo, Viconago e Cunardo (25-26-27 novembre). Seguiranno le parrocchie di Ardena - Lavena Cremenaga -Ponte Tresa (2, 3 e 4 dicembre). Cugliate (6 e 7 e 17 dicembre), Cadegliano (7 dicembre), Marchirolo (17 e 18 dicembre). Tra gli incontri intercomunitari da segnalare: l’incontro con tutti i catechisti del vicariato di Marchirolo a Viconago, venerdì 25 novembre, alle 15.00. Sabato 26 novembre a Cunardo si terrà l’incontro con i fidanzati e le coppie sposate negli ultimi 5 anni. Sabato 3 dicembre il Vescovo parteciperà al pellegrinaggio di Vicariato del Primo sabato del mese ad Ardena. Maggiori dettagli sui programmi nelle singole comunità parrocchiali saranno pubblicati sui prossimi numeri de “Il Settimanale” ■ Natale 2011: due proposte dagli Uffici di pastorale Biglietto di Avvento e sussidio per la Novena P er l’Avvento e il Natale gli Uffici di pastorale della Diocesi hanno preparato due proposte, una per la preghiera in famiglia e una per la Novena di Natale, collegate dall’immagine della Natività di Rupnik (Casa delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento, Lenno). Per le famiglie è stato realizzato un “Biglietto di Avvento e Natale”, un cartoncino a colori con il messaggio del Vescovo e preghiere per la Corona di Avvento, per la benedizione della mensa e per riunirsi davanti al presepe nelle solennità e feste del tempo di Natale: sarà distribuito in settimana nei Vicariati che lo hanno prenotato. Il sussidio per la Novena di Natale, riprendendo giorno per giorno gli elementi dell’immagine della Natività con letture e suggerimenti di riflessione, condurrà ragazzi e famiglie a celebrare il mistero della nascita di Gesù nella Messa del 25 dicembre: il materiale sarà disponibile presso l’Ufficio per la pastorale dei giovani ([email protected] - 031.5001210). a fianco immagine del foglietto di Avvento Vita diocesana ● Don Luigi Curti, si appresta a festeggiare il 75esimo anniversario di ordinazione sacerdotale Sabato, 19 novembre 2011 ● Da allora è stato, ininterrottamente, ● Per festeggiarlo martedì 22 novembre parroco di Marzio, nelle Valli una S. Messa con il Vescovo Coletti Varesine. Un vero record che darà inizio alla Visita Pastorale DON LUIGI CURTI INSIEME AL GIOVANE SACERDOTE, DON FRANCESCO FRANZINI Il parroco più longevo d’Italia D a 75 anni prete, da 75 anni a Marzio, da 75 anni arrivarci. Fu così che presi il treno, poi il tram bianco Parroco. Martedì 22 novembre prossimo don fino a Ghirla e da lì iniziai la salita sino in paese. Quando Luigi Curti (Monsignore a dire il vero, ma lui arrivai entrai in chiesa e poi in casa parrocchiale, non non ci tiene a ricordarlo) raggiungerà questo c’era nessuno in giro, allora suonai le campane e la record. Essendo stato ordinato sacerdote in duomo a gente accorse a vedere. Mi presentai e …. iniziai a fare il Como proprio il 22 novembre 1936 dal vescovo mons. parroco”. A onor del vero parroco di Marzio don Curti lo Alessandro Macchi. Per quell’occasione nella chiesa divenne nel 1937 (è lui a spiegarcelo) – prima aveva la parrocchiale di S. Sebastiano a Marzio i confratelli delle nomina di amministratore parrocchiale – cioè quando Valli Varesine assieme ad altri sacerdoti e al Vescovo venne bandito il concorso per la parrocchia di Marzio. Diego Coletti celebreranno una S. Messa che farà Lui si iscrisse e venne eletto con votazione popolare anche da apertura alla Visita pastorale al vicariato di (60 sì e 1 no) e anche questo è sicuramente un record! Marchirolo. Probabilmente è l’unico parroco rimasto la cui nomina è Sabato 13 novembre – una bella giornata di sole che stata decretata dal popolo secondo quest’antica usanza faceva risaltare i colori di questo autunno ritardatario – poi abbandonata. siamo stati a Marzio per incontrare questo sacerdote che È bello sentir parlare don Luigi, con voce chiara e pacata, con ogni probabilità a 97 anni è il più anziano parroco ma ferma, racconta fatti e situazioni della sua vita, date d’Italia ancora in servizio attivo (ed ininterrotto). “Il e nomi vengono citati con precisione e sicurezza e chi 22 non è la mia festa – ci tiene però a precisare don l’ascolta si appassiona per ciò che viene a sapere. Luigi – è l’inizio della visita pastorale, la mia ricorrenza Ma l’insegnamento in seminario – gli chiediamo - non la celebrerò con i miei parrocchiani qui in paese lo ha mai rivendicato? “No – ci risponde con fermezza domenica 4 dicembre, anniversario del mio ingresso in don Luigi – il vescovo mi ha inviato a Marzio e io, per parrocchia”. E il programma per quella festa è già stilato: obbedienza, sono venuto qui e ho fatto il parroco e poi a S. Messa per tutti i parrocchiani defunti accompagnata ricoprire quel posto in seminario mons. Macchi chiamò dalle musiche suonate sull’organo restaurato in queste un altro mio compagno, don Emilio Trussoni e quindi, ultime settimane dalla ditta Mascioni di Cugliate. “E nessun regalo per me – sottolinea don Luigi - ma solo offerte per il restauro dell’organo”. In LA CHIESA DI MARZIO quel giorno il pensiero di don Luigi ritornerà probabilmente a quel 4 dicembre del 1936 quando lui, sacerdote fresco d’ordinazione, si presentava – non atteso – in parrocchia per la prima volta. “E’ andata così – racconta don Curti - poco prima dell’ordinazione mons. Macchi mi comunicò di avermi destinato all’insegnamento in seminario e di ciò io fui molto contento perché l’insegnare mi faceva piacere, ma subito dopo l’ordinazione il Vescovo mi chiamò e mi disse che aveva la necessità di provvedere con urgenza alla cura della parrocchia di Marzio e mi inviava lì perché in quel momento ero l’unico prete immediatamente disponibile in diocesi perché supplissi temporaneamente al bisogno. Io non sapevo dove Marzio si trovasse. Il vicario generale mi disse allora di cercarlo sulla carta geografica, ma non lo trovai, allora – sapendo che il paese era nella zona di Varese, interpellai una mia zia che abitava a Busto e lei mi spiegò come non c’era più necessità”. “In questi 75 anni ho continuato a fare e mettere in pratica ciò che mi hanno insegnato in seminario ciò che ho imparato lì mi è servito per tutta la vita – ci risponde don Luigi quando gli chiediamo della sua vita sacerdotale – e continua ricordando “Salus animarum suprema lex” [la salute delle anime prima di ogni altra cosa]”, citando il principio dell’ordinamento canonico. Don Luigi, però, non parla volentieri della sua persona. Sfugge l’argomento e commenta “sono un povero prete ormai inutile” e si rammarica perché non può più assecondare i suoi parrocchiani in tutte le loro necessità. Chi lo conosce può, però, testimoniare quale spessore di fede e di conoscenza spirituale racchiuda il cuore di quest’uomo la cui vita, radicata nella preghiera e nella gioia di servire il Signore, è un esempio di umiltà evangelica vissuta nel nascondimento [chiedo scusa a don Luigi per questa lode che lui non apprezzerà, ma …. è così]. A Marzio tutti gli vogliono bene. Ha conosciuto 5 generazioni di persone ed è, con la sua lucidità, la memoria storica del paese. “La sua figura – ci dicono i suoi parrocchiani - è una presenza rassicurante per tutti, è come la luce che arde di fronte al tabernacolo. Tutti noi sappiamo che lui ogni momento pensa e prega per ciascuno di noi. Negli anni – ricordano ancora – ha saputo intervenire con tatto e delicatezza riuscendo a portare pace anche là dove le discordie sembravano insormontabili”. Ma non solo, perché don Luigi, per una serie di circostanze che vanno lette solo con la luce della divina provvidenza, ha condiviso parte del suo cammino con persone che sono divenute i segni della santità della Chiesa italiana degli ultimi 100 anni. A cominciare da quando nel 1915 ad un anno di età, colpito da malattia, ricevette la visita di don Guanella – oggi santo – appositamente invitato in casa dalla mamma. “La mia casa paterna a Verceia (SO) – racconta direttamente don Luigi – si affaccia sulla strada principale della Valchiavenna e da lì capitava spesso che transitasse don Guanella diretto verso l’insediamento che aveva fondato a Nuovo Olonio. Già allora don Guanella aveva fama di essere un sant’uomo e mia mamma, vista la malattia che mi aveva colpito, gli chiese una preghiera e lui venne in casa nostra per una benedizione”. L’attenzione alla sua gente e l’amicizia con Armida Barelli e p. Gemelli L a vita di don Luigi, però, è legata soprattutto ad Armida Barelli Cofondatrice e tesoriera dell’università Cattolica) che in estate si ritirava a lavorare nella casa che aveva a Marzio e a Padre Gemelli (Fondatore della medesima università) che a Marzio era di casa dovendo salirvi per incontrare la Barelli, sua stretta collaboratrice. Una intensa relazione spirituale legò don Luigi a Padre Gemelli e alla Barelli (che morì proprio a Marzio il 15 agosto 1952), relazione che permise anche a queste figure di conoscere la fede e la preparazione di questo parroco (la Barelli lo chiamava “Il santo parroco di Marzio”), tant’è che in tante occasioni don Luigi fu incaricato di predicare esercizi spirituali un po’ ovunque in Italia, a laici, ma soprattutto a sacerdoti e prelati e nel 1954 fu impegnato in un lungo giro di predicazioni in diverse diocesi della Francia. Ma ancora oggi, don Luigi è punto di riferimento per altri sacerdoti giovani che si rivolgono a lui per avere una guida spirituale “È stata per me una grazia averlo incontrato e averlo potuto frequentare – ci confida don Gian Battista Binda che ha conosciuto don Curti prima ancora di entrare in seminario e che proprio quest’estate lo ha sostituito durante un periodo di malattia che ha costretto don Luigi prima in ospedale e poi in casa – da lui ho sempre avuto una grande testimonianza di fede e mi sono reso conto di quale teologo finissimo lui sia. Ha una conoscenza vasta e una grande profondità di pensiero, ma soprattutto una vita spirituale intensissima e votata alla sua parrocchia. Una persona che sa voler bene e insegna a voler bene”. Ma già 50 anni fa queste sue doti erano conosciute tant’è che il 15 luglio del 1961 persino l’Osservatore Romano gli dedicava l’articolo “Un parroco di montagna” ove l’autrice Maria Sticco lanciava il paragone col Curato d’Ars. “Io sono un peccatore” aveva risposto allora don Luigi, la stessa risposta che probabilmente darebbe ancora oggi alla medesima “insinuazione”, che noi però non facciamo. Ci permettiamo, però, di ringraziarlo per la letizia con cui vive la fede, per la delicatezza con cui sa incontrare le persone e per la forza con cui riesce ancora oggi a testimoniare e rendere concreto il motto che nel 1936 aveva scelto per il giorno della sua prima S. Messa “Dio, Anime, Paradiso”. Un motto che è il programma e la sintesi di una vita intera. Buon Anniversario, Don Luigi! PAGINA A CURA DI ANTONIO CELLINA Avviso ■ Ai sacerdoti Martedì 22 novembre inizio della Visita pastorale nelle Valli Varesine I sacerdoti che volessero concelebrare alla S. Messa per l’inizio della Visita pastorale ai vicariati di Marchirolo, Canonica e Cittiglio e per fes, sono pregati di presentarsi alle 10.15 alla casa parrocchiale di Marzio, portando con sé stola e camice. 9 10 Sabato, 19 novembre 2011 Vocazioni La chiamata alla Santità nella secolarità consacrata Per questo numero del Settimanale abbiamo scelto di farci raccontare – con semplicità – una delle tante vocazioni presenti nella Chiesa, quella degli Istituti Secolari. Così papa Pio XII, nella Costituzione Apostolica Provvida Mater Ecclesia, il 2 febbraio del 1947: «Il Signore infinitamente buono, il Quale, senza accettazione di persone, aveva ripetutamente invitato tutti i fedeli a seguire e praticare dappertutto la perfezione, per mirabile consiglio della sua Divina Provvidenza dispose che anche nel mondo depravato da tanti vizi, specialmente ai nostri giorni, fiorisse ed anche attualmente fioriscano gruppi di anime elette, le quali, accese dal desiderio non solo della perfezione individuale, ma anche per una speciale vocazione, rimanendo nel mondo, potessero trovare ottime forme nuove di associazioni, rispondenti alle necessità dei tempi, nelle quali potessero condurre una vita molto consona all’acquisto della perfezione» (nr. 7). Per ulteriori approfondimenti: www.ciisitalia.it. don MICHELE GIANOLA L o Spirito Santo, vero artefice della fecondità della vita della Chiesa, ha suscitato nella Chiesa stessa il carisma della consacrazione secolare, che, nel corso dei secoli, ha riunito persone desiderose di consacrarsi totalmente a Dio con la professione dei Consigli Evangelici vissuti nel mondo, senza alcun segno esteriore della loro vocazione, per poter essere dal di dentro lievito e fermento di santità. Antesignana di questa vocazione, ufficialmente riconosciuta nella Chiesa nel 1947 con la Provvida Mater, è la “Compagnia di Sant’ Orsola” fondata da Sant’Angela Merici a Brescia nel 1535, e che è presente in Diocesi di Como dal 1900. Una consacrazione che non cambia gli ambienti di vita. Così è stato per S., una giovane comasca, che al termine degli Esercizi Spirituali lo scorso giugno ha fatto la sua consacrazione a Dio nella Compagnia di Como. Un “Sì” generoso, pieno, per vivere da sposa dell’Altissimo, nelle condizioni ordinarie della vita, unite insieme nella Compagnia per servire il Regno di Dio nella secolarità. In docilità allo Spirito ci lasciamo guidare nella sequela di Cristo, obbediente, casto e povero, cercando di realizzare quella mirabile sintesi di azione e contemplazione che fu della nostra Madre: “Stando nel mondo, partecipi della vita attiva, gustano della vita contemplativa e in maniera mirabile uniscono l’azione alla contemplazione; l’altezza della contemplazione non distoglie dall’azione, né l’attività impedisce il gusto delle cose celesti”. La nostra vita di consacrate secolari ha il suo centro di unità in Cristo Gesù, che ha ristabilito l’alleanza del Padre, e ha rivelato il suo amore senza riserve per ogni essere umano. Camminando con fedeltà in questa forma di vita partecipiamo all’avvento del Regno dando il nostro contributo per portare la forza rinnovatrice del Vangelo negli ambienti dove Dio ci ha chiamate, nel collaborare al progetto di Dio sulla storia, orientando alle cose di lassù gli avvenimenti del quotidiano ed essere operatrici di pace e di concordia. Viviamo del nostro lavoro cercando di svolgerlo con senso di responsabilità, competenza, serietà e onestà. Consapevoli di essere parte viva della Chiesa locale e universale, collaboriamo secondo il nostro stile di vita e le capacità personali alla crescita della comunità ecclesiale. Nella Compagnia, condividiamo la grazia della presenza del Signore tra noi, facciamo esperienza di fraternità e troviamo aiuto e sostegno per vivere la nostra vocazione e missione. Una Figlia di S. Angela Merici STRADEPERSCEGLIERE STRADEPERSCEG Si incomincia domenica 20 novembre Appuntamento in seminario a Como dalle ore 9 alle 16. Gli incontri avranno cadenza mensile E scoprire che la vita è risposta ad un invito! Per giovani sopra i vent’anni, il cammino di Strade per Scegliere è un percorso biennale a cadenza mensile durante il quale maturare un impegno a servizio della Chiesa o della società e iniziare a domandarsi quale progetto di vita si vuole costruire, alla luce della Parola di Dio. Il primo incontro: Domenica 20 novembre, dalle 9 alle 16 Seminario Vescovile di Como via Baserga, 81 per informazioni: [email protected] Per iscriverti invia una mail allo stesso indirizzo specificando, nome, cognome, parrocchia e numero di telefono. I dati saranno trattati nel rispetto della normativa vigente sulla privacy. D dalle 9 alle 16 e conomenica 20 novembre sistono in una mattiil nata la caratterizzata da Einizia scoprire che vita è risposta a una proposta di lectio cammino di giovani sopra idivina vent’anni, cammino di Strade pe e diilmeditazioStrade perPer Scegliere. È corso biennale biennale a cadenza mensile durante ne personale. Verso il quale mat un percorso servizio dellaper Chiesa omezzogiorno della società esi iniziare a domanda a cadenza mensile celebra vita si vuole costruire, alla luce della Parola di giovani sopra i vent’an- l’Eucarestia e, dopo Dio. Il prim pranzo, si continua ni durante il quale Domenica 20 novembre, nella preghiera comu- dalle 9 maturare la possibile Vescovile di Com nitaria e nell’approscelta di un impegno Seminario viadi Baserga, fondimento alcuni81 a servizio della Chiesa o della società e temi classici della vita per informazioni: iniziare a domandarsi spirituale. Si richiede [email protected] quale progetto di vita serietà nell’adesione alla proposta e fedeltà si desidera costruire, alla luce della Parola di agli incontri. Per iscriverti Dio, nella chiamata del invia una mail allo stesso indirizzo me, cognome, parrocchia e numero di telefono. I d don MICHELE GIANOLA Signore. Gli incontri si tati nel rispetto della normativa vigente sulla privacy. direttore CDV svolgono in Seminario, Pellegrinaggi vocazionali Le nostre pagine sul Settimanale ci offrono anche la piacevole occasione di raccontare le attività del Centro Diocesano Vocazioni, in questo numero i pellegrinaggi vocazionali del terzo sabato del mese, nati più di vent’anni fa al Santuario del Soccorso, ora diffusi su tutto il territorio della Diocesi. Ogni terzo sabato del mese si svolge ad Ossuccio il pellegrinaggio vocazionale al Santuario della Madonna del Soccorso. Un bell’impegno, se lo si prende con serietà, non tanto per il doversi svegliare presto un sabato mattina (essere là per le 7 è dura se abiti ad un po’ di chilometri di distanza...!) ma per lo scopo che ci si prefigge: pregare per le vocazioni è un impegno davvero bello! Si sale al Santuario camminando in preghiera con la recita del Rosario; ogni mese siamo aiutati a pregare da un gruppo ecclesiale o da un’associazione presente in Diocesi che ci aiuta a riflettere e rinnovare a Dio l’invito di suscitare nuove vocazioni. La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe. (Mt9,37-38) Mi sembra molto semplice, è scritto nel Vangelo che l’unica cosa che possiamo fare per le vocazioni è pregare e noi lo facciamo. Arrivati in cima, all’ultima cappella, entriamo in chiesa e celebriamo la Santa Messa, in genere animata da una parrocchia. A salire con noi ci sono anche i giovani della Propedeutica del nostro Seminario che ci ricordano la necessità della nostra preghiera e pregano con noi non solo per la vocazione al ministero ordinato, ma per tutte le vocazioni. In un mondo che sembra soffocare sempre più il senso autentico dell’uomo, la risposta alla chiamata di Dio, nella donazione totale a lui ed ai fratelli, diventa luce, speranza e sale della terra. Noi siamo un bel gruppo che si ritrova ogni mese qui (come in altre parti della Diocesi), spinto semplicemente dalla voglia di stare insieme e di pregare per le vocazioni. E chi meglio di Maria, madre delle vocazioni, può condurci sulla strada del Vangelo? La Beata Vergine del Soccorso, intercede per noi. FEDERICA Il Programma Ogni terzo sabato del mese I Pellegrinaggi Mariani del terzo sabato del mese, dedicati alla preghiera per le Vocazioni, si svolgono nei seguenti santuari e chiese diocesani, secondo l’orario indicato: Madonna del Soccorso - Ossuccio, ore 7.00 Nostra Signora di Loreto-Cavona, ore 7.00 Madonna delle lacrime - Dongo, ore 7.30 Tirano, venerdì sera, ore 20.45 Madonna dei Ceppi – Lezzeno, ore 8.00 Madonna delle Grazie – Mese, ore 7.00 S. Maria - Olcio, ore 7.00 Livigno / Bormio / Pradelle di Pedenosso ore 7.00 Madonna della Sassella - Sondrio, ore 7.00 San Giorgio – Como, ore 7.30 Per informazioni rivolgersi al proprio parroco o al Centro Diocesano Vocazioni: +39 333 95 68 443 oppure [email protected] In Missione Sabato, 19 novembre 2011 11 A Sondrio per “Fare del mondo una sola famiglia” Domenica 19 novembre si è svolta all’oratorio Sacro Cuore l’assemblea missionaria diocesana. Presente il comboniano padre Giorgio Poletti Il missionario è stato per 16 anni parroco dei migranti a Castel Volturno. “Dobbiamo creare comunità in cui vivere insieme ed arricchierci a vicenda” “F are del Mondo una sola famiglia”. E’ stato questo il tema dell’Assemblea missionaria diocesana che si è svolta domenica 12 novembre a Sondrio. Una giornata in cui riflettere sul delicato tema delle migrazioni e, soprattutto, dell’immigrazione in Italia, partendo però da una prospettiva nuova: come le nostre comunità parrocchiali reagiscono di fronte a questo fenomeno, sempre più imponente? Una domanda che certamente non si presta ad una risposta univoca, come hanno dimostrato gli interventi di alcuni dei partecipanti, mostrando lo spaccato di una diocesi dove accoglienza e diffidenza convivono, in alcuni casi anche all’interno delle stesse comunità. La giornata si è aperta, alle 10.30, con la messa celebrata insieme alla comunità del Sacro Cuore. Al termine, i circa cento partecipanti provenienti da tutta le zone della diocesi, si sono spostati nel vicino oratorio per l’inizio dei lavori. Ad aiutarci nella riflessione è intervenuto padre Giorgio Poletti, missionario comboniano, per 16 anni parroco a Castel Volturno in Campania. Un territorio e una parrocchia in prima linea nell’accoglienza ai migranti in prevalenza provenienti dall’Africa e dall’est europeo. Padre Poletti, che è stato anche missionario per molti anni in Mozambico e negli Stati Uniti, ha solo accennato alla sua lunga esperienza a Castel Volturno, quando la sua chiesa è stata per mesi rifugio di decine di immigrati senza un tetto o quando, con un suo confratello, si incatenò davanti alla prefettura per rivendicare di diritti dei migranti. “Ancora oggi – racconta il missionario – vengo ricordato di più per quel gesto che non per quanto fatto negli altri sedici anni”. Incrociando i racconti della sua esperienza con alcune riflessioni personali, padre Giorgio ha provato a fornire alcuni spunti per la pastorale nelle nostra comunità, senza risparmiare alcune provocazioni. “Mettiamo subito in chiaro una cosa – ha spiegato -. Smettiamola di parlare del fenomeno delle migrazioni come un problema: da cristiani dobbiamo, invece, imparare a cambiare prospettiva, considerando quello che stiamo vivendo come un tempo di Grazia, un evento in cui Dio ci parla attraverso questi nostri fratelli e sorelle che arrivano da lontano”. Padre Poletti si è aiutato anche con degli esempi pratici che aiutano a capire come l’accoglienza passi anche da piccoli gesti. “Gli africani – ha spiegato – non riusciranno mai a vivere pienamente le nostre celebrazioni, le subiscono. Per avvicinarli è necessario attuare cambi notevoli nella liturgia”. Per il missionario quella che le nostre comunità parrocchiali si troveranno ad affrontare sarà una vera sfida, in particolare per quanto riguarda il coniugare identità e cittadinanza: “Non dobbiamo pensare agli immigrati che arrivano da noi, come a delle bottiglie vuote da riempire. Non possiamo essere noi a costruire un vestito addosso a loro, pretendendo che si integrino cercando di farli diventare come noi. Questo è impossibile. Dobbiamo, invece, creare delle comunità in cui si possa vivere insieme ed arricchirsi. Senza dimenticare come questi migranti che vivono da noi cambiano a loro volta, trovandosi nella difficile situazione di sentirsi due volte estranei: nei nostri Paesi e nella loro terra d’origine”. pagina a cura di MICHELE LUPPI In ascolto del territorio Alzando lo sguardo oltre la paura S Nel pomeriggio una torie di migranti, storie di comunità che si aprono all’accoglienza, storie tavola rotonda ha visto di paura, diffidenza, ma anche confrontarsi rappresentanti condivisione. E’ stata la volontà di mettersi in ascolto del territorio a delle comunità migranti e caratterizzare il pomeriggio dell’assemblea protagonisti di iniziative missionaria di Sondrio. Una tavola rotonda resa possibile dalla partecipazione di di accoglienza. In chiusura diversi rappresentanti delle comunità di l’intervento del Vescovo migranti che hanno voluto essere presenti per condividere la loro esperienza. Come ha fatto Faustino, filippino da 23 anni in Italia. E’ stato lui a parlare della comunità di 300 filippini che ogni fa con don Felice (attualmente fidei donum in Camerun due settimane si ritrova per celebrare insieme la messa ndr) – racconta – abbiamo lanciato il progetto di Fare della nella chiesa di S. Eusebio a Como. Dall’Africa è arrivata, parrocchia una famiglia di famiglie. Il tentativo è stato invece, la testimonianza di Jean Paul, giovane ruandese. quello di creare dei gruppi di ascolto che si ritrovassero “Per quello che ho vissuto in questi sei anni in Italia – ha nelle varie zone a meditare la Parola”. Un percorso esordito il giovane – non posso che dire grazie per quello continuato e cresciuto anche dopo la partenza di don che fate”. Jean Paul non ha nascosto, però, come spesso Felice. Ad oggi solo nella parrocchia esistono venti gruppi di nelle nostre comunità si sia trovato a fronteggiare la paura ascolto che coinvolgono ogni settimana circa 200 persone. di fronte al diverso. “A volte – ha spiegato – le comunità “Questo ha portato ad un’apertura verso tutti, non solo parrocchiali ci trasmettono la loro paura, da cristiani verso gli stranieri, ma anche verso i vicini di casa. Oggi dovremmo, invece, imparare ad andare oltre questi limiti in parrocchia si respira un’aria nuova e i frutti iniziano umani. Il problema è che noi in Italia sperimentiamo una a vedersi anche in tante iniziative di carità che hanno cultura cattolica, ma che poco sa di Cristo”. Una frase forte trovato nuovo slancio”. Di immigrazione e parrocchie ha quelle di Jean Paul che ha, però, ricordato come “quello parlato anche Carmen Lussi, ricercatrice brasiliana, da che ci aspetta è un lavoro di conversione su cui tutti noi anni a Como, che sta realizzando una tesi di dottorato dobbiamo impegnarci, perché la paura non viene da fuori, sul tema del rapporto tra esperienza migratoria e fede ma da dentro”. Un tentativo di conversione che non può nelle comunità cristiane. “Dobbiamo imparare a pensare non partire dall’ascolto della Parola. Un’esperienza che da cristianamente al fenomeno – ha spiegato -, chiederci alcuni anni vive la comunità di Tavernola e che, secondo cosa possiamo fare come Chiesa, altrimenti si cade nei Giovanna, sta iniziando a dare i suoi frutti. “Circa 7 anni soliti discorsi e si inizia ad affrontare la questione come se fosse un problema”. Guardando ai dati, la ricercatrice, ha spiegato come negli ultimi 8 anni il numero di immigrati nella nostra diocesi sia cresciuto del 192%, sottolineando come la stragrande maggioranza dei migranti sia cristiana. “Questo è un dato che non può che interpellarci – ha spiegato Carmen Lussi –. E’ importante che nelle nostre comunità si sperimentino iniziative pastorali che includano i migranti perché la logica della pastorale etnica, che prevede la nascita di comunità divise per etnia, può essere utile e anche consigliabile nel primo periodo, ma a lungo termine risulta dannosa. Per questo sono però necessarie scelte coraggiose”. A chiudere il pomeriggio di lavori è stato il Vescovo, mons. Diego Coletti. “Parlando di tematiche come queste – ha esordito il Vescovo – è importante imparare a non ragionare per slogan. Queste sono realtà complesse che necessitano studio e riflessione”. Per mons. Coletti la questione centrale resta quella educativa. “Bisogna guardare lontano – ha concluso – perché solo chi guardando lontano si riescono a fare i passi nelle direzione giusta”. Caritas 12 Sabato, 19 novembre 2011 Anniversario. Nel lontano 1971, per volontà di Papa Paolo VI e nello spirito di rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II, nasce la Caritas Italiana Quarant’anni di solidarietà L a Caritas Italiana compie 40 anni. Era il lontano 1971, quando per volere di Papa Paolo VI nello spirito di rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II, la Cei istituì l’organismo pastorale che più di ogni altro promuove nelle persone, nelle comunità, nelle famiglie e nelle parrocchie il senso cristiano di solidarietà. Da allora la Caritas Italiana grazie all’impegno crescente di operatori, volontari, sacerdoti e persone di “buona volontà” si è ramificata in tutto il nostro Paese e oggi, forte di una storia fatta di memoria, fedeltà e profezia, guarda al futuro con rinnovato impegno. Lo stesso tema della povertà, mai disgiunto da quello della pace, è diventato “segno” fondamentale nella vita della comunità ecclesiale. «La carità è sempre necessaria, come stimolo e completamento della giustizia stessa... e resterà sempre per la Chiesa il banco di prova della sua credibilità nel mondo», dirà Paolo VI il 28 settembre 1972 ai delegati delle Caritas diocesane riuniti a Roma nel loro primo convegno nazionale. UNO STILE NUOVO «Certo, la Chiesa in Italia non ha scoperto l’esistenza dei poveri nel 1971 con la nascita di Caritas Italiana - ha ricordato in questi giorni don Roberto Davanzo, direttore di Caritas Ambrosiana - ma da quel momento ha scoperto che i poveri andavano accompagnati e curati secondo uno stile nuovo, con un metodo nuovo che si doveva ispirare al Vangelo e insieme con l’insegnamento del Concilio». Uno stile fatto di concretezza e di grandi “intuizioni”. Basti ricordare l’organizzazione territoriale delle Caritas a livello di zona, di decanato, di parrocchia; la creazione dei Centri di Ascolto; l’attenzione al mondo giovanile e al mondo del volontariato; la costante ricerca di corretti equilibri con le pubbliche Una mensa solidale della Caritas diocesana di Palermo Da allora l’impegno non è cambiato, attraverso la funzione pedagogica e le opere amministrazioni e le altre organizzazioni operanti sul territorio; l’impegno sul fronte della comunicazione e della ricerca (i libri, le riviste, i “Dossier immigrazione”, l’annuale “Rapporo Zancan sulla povertà ed esclusione sociale in Italia”, i microprogetti, le campagne “Zero Poverty” e via elencando); il costante impegno sul fronte delle emergenze nazionali e internazionali, delle nuove povertà, dell’accoglienza degli immigrati. Don Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana, in occasione del 40esimo di fondazione, ha sottolineato la M E N S I L E D I C A R I TA S I TA L I A N A - O R G A N I S M O PA S T O R A L E D E L L A C E I - A N N O X L I V - N U M E R O 9 - W W W. C A R I T A S I T A L I A N A . I T novembre 2011 POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N.46) ART.1 COMMA 2 DCB - ROMA usando sapientemente i nuovi strumenti della comunicazione». Don Giuseppe Pasini, dal canto suo, mette in evidenzia il cambiamento inevitabile tra la fase “pioneristica” e quella più istituzionale di questi anni. «L’importante è che la Caritas Italiana - ribadisce don Pasini - mantenga la sua identità originaria e non divenga “altro” rispetto al fine per cui fu istituita. Mi chiedo: come è recepita la sua presenza nelle comunità cristiane e nella società civile? È cresciuta, e quanto, la convinzione che la carità verso il prossimo costituisce un preciso dovere dei cristiani? Il lavoro educativo sviluppato dalle Caritas ha inciso, e in quale misura, nelle politiche sociali? Le ricorrenze storiche servono anche a capire queste cose». Don Elvio Damoli, memore della sua esperienza come direttore della Caritas di Napoli al tempo del terremoto in l’ultima copertina della rivista di caritas italiana. Paolo VI con mons. Giovanni Nervo L’INVENZIONE PIÙ CREATIVA IMMIGRATI DOSSIER: CINQUE MILIONI TRA NOI, LA CRISI SI SUPERA INSIEME SVILUPPO PICCOLO È BELLO, IL MONDO FECONDATO DALLE “MICRO” AFGHANISTAN «LA SCELTA PER I VULNERABILI NEL PAESE CHE NON HA PACE» GUIDE E TESTIMONI Richiamare il passato e La testimonianza progettare il futuro. Su questo filo conduttore si snodano le recenti testimonianze dei tre sacerdoti che in questi decenni prima della gestione dell’attuale direttore - hanno guidato la Caritas Italiana: don Giovanni Nervo (dal 1971 al 1986), don Giuseppe Pasini (dal 1986 al 1996) e don Elvio Damoli (dal 1996 al 2001). Don Giovanni Nervo, che ha assunto il primo incarico direttamente da Papa Paolo VI, traccia in sintesi l’impegno dei prossimi anni e indica sei suggerimenti. «Continuare e accentuare la prevalente funzione pedagogica della Caritas; coordinare le attività caritative e assistenziali in comunione con le Chiese locali; promuovere maggiormente le Caritas parrocchiali; fare un’analisi attenta dei bisogni emergenti; coinvolgere la Chiesa e la comunità nazionale sulle grandi calamità; infine, curare bene l’informazione Passato, presente e futuro nelle parole di chi è stato alla guida in questi decenni Irpinia del 1980 e testimone della grande solidarietà dimostrata dai volontari giunti da ogni parte d’Italia, mette in primo piano la centralità del proficuo «rapporto solidale tra Chiese sorelle, che è una ricchezza da salvaguardare e che dimostra il livello di crescita, sensibilità e coinvolgimento delle Caritas diocesane in termini di disponibilità, capacità organizzativa e autonomia di risorse». Pagina a cura della Caritas diocesana (fonti: rivista “Jesus”; sito www.caritasitaliana.it; www.caritas.it) Il pensiero del presidente della Caritas Italiana, monsignor Giuseppe Merisi «I giovani sono la mia speranza» « I 40 ANNI DI CARITAS ITALIANA: FRUTTO DEL CONCILIO, SEME DI FRATERNITÀ “novità” storica della Caritas e i cambiamenti sociali di questi ultimi anni fino a evidenziare le “sfide” di oggi. «Di che cosa il fare, l’operatività della Caritas deve accorgersi? Su cosa il fare della Caritas deve essere vigile? Deve accorgersi dei molteplici bisogni costantemente in crescita; del fatto che si sta vivendo al di sopra delle proprie possibilità; dell’assolutizzazione e dell’ingordigia del denaro e del guadagno; dello smantellamento delle politiche sociali; del crescere della cultura dell’esclusione e della caccia al rom o all’immigrato; della corrosione progressiva del Concilio, della sua memoria e delle sue indicazioni; dello svanire della convinzione della pienezza di dignità della Chiesa locale; della crisi dell’antropologia e della civiltà...» C ombattere la cultura dell’egoismo, il dilagare di individualismo ed edonismo in un clima di secolarizzazione. La Caritas è un organismo pastorale della comunità cristiana e si pone di fronte a questa deriva con l’impegno della testimonianza che nasce dal Vangelo e che parla di ascolto della Parola e di dedizione per il bene degli altri a partire dagli ultimi. Il n. 39 degli “Orientamenti pastorali” dei vescovi italiani sul tema dell’educare, parlando di “pedagogia dei fatti”, chiede che le nuove generazioni vengano aiutate a orientarsi verso l’amore, sull’esempio di Gesù, anche attraverso iniziative di gratuità e di volontariato nei campi della solidarietà e del servizio». Sono le parole di monsignor Giuseppe Merisi, presidente di Caritas Italiana, che, in occasione del 40esimo anniversario di fondazione, sottolinea l’impegno per orientare al bene le persone e le comunità. Secondo monsignor Merisi, le sfide per i prossimi anni sono molte e difficili, come la crisi finanziaria ed economica, che chiama in causa anche il ruolo dell’Europa «che deve fare un salto di qualità nella direzione di una comune politica economica», un cambiamento dei modelli di sviluppo, un cambiamento di mentalità culturale a partire dalle nuove generazioni. «All’interno della comunità cristiana - sottolinea monsignor Merisi - vi è l’esigenza che la Caritas sia presente in ogni parrocchia almeno con un animatore parrocchiale. I temi del quotidiano impegno sulle antiche e nuove povertà (in primo piano l’immigrazione), con la presenza diffusa sul territorio, sempre nel rispetto delle diverse responsabilità, troveran- no più facilmente soluzione se tutti si impegneranno a fare spazio, nella propria vita, all’ascolto dei poveri e degli ultimi». L’auspicio è che soprattutto i giovani siano sempre più coinvolti nelle attività della Caritas. «A tutti i livelli territoriali - conclude il presidente di Caritas Italiana – si sta riflettendo sull’impegno dei giovani. Se penso alla Giornata mondiale della gioventù di Madrid e all’entusiasmo da loro dimostrato, credo che non sia difficile proporre ai ragazzi delle nostre comunità orizzonti di impegno nei campi della solidarietà e della gratuità». (dall’intervista di Annachiara Valle, pubblicata sul numero di novembre 2011 della rivista “Jesus”) Como Cronaca Sabato, 19 novembre 2011 13 Santissimo Crocifisso. Domenica 20 novembre, con una S. Messa, alle ore 10, presieduta dal Vescovo, sarà rinnovato il tradizionale ringraziamento della città La Giornata della Riconoscenza L a città di Como si appresta a vivere la “Giornata della Riconoscenza” al SS. Crocifisso con la celebrazione di una S. Messa solenne, presieduta dal vescovo di Como mons. Diego Coletti, presso l’omonimo santuario, domenica 20 novembre, alle ore 10. Durante la celebrazione, il sindaco di Como Stefano Bruni offrirà il cero che arde in segno di perenne ringraziamento. La celebrazione sarà trasmessa in diretta via WebTv su: www. livestream.com/crocifisso. Perché il ringraziamento? Lo si evince con chiarezza dalle parole del vescovo di Como mons. Alessandro Macchi, pronunciate all’indomani della fine della Seconda guerra mondiale, nel maggio del 1945: «Como ha un dovere speciale di ringraziamento, perché forse fu l’unica città che non subì i disastri della guerra, rimanendo immune dalle funeste devastazioni. Al Divin Crocifisso, dunque, la nostra riconoscenza». Il richiamo è a tre anni prima. È il 1942, la guerra è nel suo pieno vigore. Da fonti ben informate giunge a Como la notizia che la città sarebbe stata oggetto di un devastante bombardamento aereo. Viene così promossa, tra i cittadini devoti al Crocifisso, una sottoscrizione. Il 26 novembre del 1942 il quotidiano “L’Ordine”, edizione de “L’Italia” per la diocesi di Como, riporta, nel merito dell’iniziativa, un intervento del vescovo Macchi: “Ai miei diletti figli della città di Como – scrive il presule -. Ebbi notizia che si iniziava una sottoscrizione dei cittadini di Como devoti al Santo Crocifisso nostro, come espressione di fede e come attestazione di supplice fiducia nella protezione Sua sulla Patria, sui valorosi Eserciti nostri e sulla Città che lo possiede quale prezioso pegno di particolari celesti «Como ha un dovere speciale di ringraziamento, perché forse fu l’unica città che non subì i disastri della guerra, rimanendo immune dalle funeste devastazioni. Al Divin Crocifisso, dunque, la nostra riconoscenza» A. Macchi ❚❚ Una storia che ha radici antiche Da più di 600 anni in città È una devozione antica, quella che unisce la città di Como al “suo” crocifisso. Nel 2001 se ne sono festeggiati i seicento anni di presenza in città. Come arrivò il crocifisso in città? Nel 1399, un folto gruppo di pellegrini era partito da Parigi alla volta di Roma in occasione del Giubileo. Secondo la tradizione i fedeli presero con sé due Crocifissi e un’immagine della Vergine, prelevandoli dalla basilica parigina di S. Dionigi, affinché li proteggessero durante il lungo cammino. Al termine dell’Anno Santo, ripresa la via del ritorno, furono bloccati a Firenze a causa della peste. Si accamparono, così, fuori dalle mura. Dopo un periodo di quarantena, durante il quale furono assistiti dai monaci Celestini, fu loro concesso di entrare in città; ed essi, come attestato di riconoscenza, donarono loro uno dei due Crocifissi. A Bologna, nella chiesa di S. Stefano, lasciarono l’immagine della Madonna delle Grazie. A Como, infine, di passaggio dalla chiesa dell’Annunziata, ricordando il conforto ricevuto dai monaci di Firenze, consegnarono in ringraziamento ai Celestini di Como il Crocifisso che li aveva guidati fino a quel momento. Più note sono le vicende legate al miracolo del Giovedì Santo del 1529 (quando all’altezza della chiesa di S. Bartolomeo furono spezzate le catene che ne impedivano il passaggio) e alla protezione accordata alla città di Como nel corso della Seconda Guerra Mondiale (evento quest’ultimo suggellato dalla solenne incoronazione del Crocifisso da parte del card. Ildefonso Schuster il 10 giugno 1945 e ricordato ogni anno nella festa della Riconoscenza): sono fatti che appartengono alla storia di Como. Con il passare dei secoli, i fedeli che si sono affidati fiduciosi al Crocifisso, ricevendone grazie e miracoli, sono stati sempre più numerosi, tanto che la Basilica di viale Varese è divenuta uno dei più famosi santuari di Lombardia. predilezioni. Di cuore ho accolto il nobile pensiero e ora, che mi è anche nota la pronta e fervente adesione ch’ essa incontra in ogni ceto della Città, parmi dover dir io la parola che alle vostre firme, o miei diletti figli, possa dare il significato più giusto e la migliore efficacia di supplica collettiva. Le vostre firme - anzi le nostre firme, perché io aggiungo con fidente cuore il mio nome al vostro nella pia sottoscrizione - devono esprimere non appena le nostre urgenze e necessità, ma quelle cose degne, degnamente dette e dette da gente degna, che il Catechismo richiede perché sia grata a Dio ogni preghiera. Che varrebbe, miei figli, l’accostarsi a Dio per domandare, se vivendo noi nel peccato, ci mostrassimo indegni dell’ ottenere?”. Il 24 dicembre 1942 “L’Ordine” scrive: “La raccolta di firme da offrire, come testimonianza di fede al S. Crocifisso di Como, si è conclusa raggiungendo un numero che ha del totalitario. L’iniziativa di carattere molto modesto all’inizio, ha assunto per l’approvazione dell’Eccellenza il Vescovo un’importanza ed una ampiezza di cui non ha potuto sfuggire il rilievo. Le firme offerte in blocco conserveranno il loro senso anche se prese ad una ad una non rispecchino tutte la stessa devozione e la stessa mentalità. Nell’insieme, decisamente, hanno contribuito a portare il pensiero dei comaschi verso l’Immagine sacra e Colui che rappresenta, in una maniera che da tempo non si vedeva più. Aveva ragione chi disse che per Como il Santo Crocifisso ha un valore non misurabile dagli altri: paragonabile a Santuari più celebri, per gli ambienti che li circondano e ne vivono”. Il 3 gennaio 1943 sotto la minaccia di una incursione aerea, 20.000 persone portano in processione il Crocifisso. I fedeli offrono una supplica scritta seguita da migliaia di firme. Dal frontespizio della supplica si legge: “Unica Speranza tra gli orrori dell’immane conflitto imperversante nel mondo Solo Presidio Infallibile tra micidiali pericoli incombenti Tu solo arridi O DIVIN CROCEFISSO indefettibile Palladio di nuovi miracoli Supplici preghiere e devozioni fidenti a Te s’innalzano onde la Tua virtù onnipotente protegga la città, difenda l’Italia rappacifichi il mondo. Como, 3 gennaio 1943”. La città viene risparmiata dalle devastazioni della guerra. In ringraziamento, i cittadini di Como offrono un cero che arde perennemente e una corona d’oro. Sul candelabro che regge il cero vi è inciso: “Nella guerra 1940-45 Como salvata dal suo Crocefisso dai bombardamenti a perpetua riconoscenza questo cero arderà sempre”. La corona reca incisa sulla base la scritta in latino: “I cittadini comaschi da Te protetti Ti rendono grazie”. Il 5 gennaio ‘43 “L’Ordine” apre con un titolo gridato: “Luce di sole e raffiche di vento su cori in preghiera. La nostra Como per la voce del Vescovo invoca nell’ora che volge la protezione del suo Crocifisso. 35 mila firme e 20 mila partecipanti al corteo”. Domenica 10 giugno 1945 (anniversario della dichiarazione di guerra) il SS. Crocifisso è portato processionalmente in Cattedrale dove viene esposto per una settimana all’adorazione dei fedeli. Lo stesso giorno “L’Ordine” scrive, tra l’altro, “Oggi, pomeriggio, dopo il solenne – e certamente trionfale – trasporto del taumaturgo Crocifisso in Duomo, Sua Eccellenza Mons. Vescovo presenterà i padri predicatori delle sante Missioni. Così si aprirà la settimana di predicazione straordinaria che l’Eccellentissimo nostro Pastore offre alla sua città, perché l’omaggio riconoscente dei comaschi al miracoloso Crocifisso sia degnamente preparato da un vero rinnovamento degli spiriti”. Il 17 giugno 1945 si chiudono le celebrazioni con l’incoronazione da parte del card. Ildefonso Schuster. Da allora ogni anno viene celebrata la giornata della Riconoscenza. Il cero è offerto dal Comune di Como e presentato dal sindaco per la benedizione. Como Cronaca 14 Sabato, 19 novembre 2011 io Territor I dati, raccolti lo scorso anno, rivelano un incremento del 26% delle aziende agricole nel comasco Agricoltura in crescita M entre sono in corso le operazioni relative al XV censimento della popolazione e delle abitazioni, incominciano ad essere diramati i primi risultati sul censimento dell’agricoltura i cui dati sono stati raccolti l’anno scorso. Si tratta di risultati che, per ciò che riguarda il territorio lariano, sono sorprendenti ed in controtendenza rispetto al resto d’Italia e della Regione Lombardia che registrano dati negativi rispetto al passato. Se infatti a livello nazionale in media si registra un calo del 32% una fetta importante del tessuto economico: -37% a Sondrio, -34% a Pavia, -32% a Bergamo, -30% a Milano, -26% a Monza, -24% a Brescia, -23% a Mantova, - 22% a Lodi, -18% a Cremona. Ecco, dunque, i primi risultati sorprendenti di questo 6° Censimento Generale dell’Agricoltura: “Si tratta di segnali molto positivi perché dimostrano che nelle aree territorialmente più difficili, l’attività agricola è una opportunità di sviluppo e che questo settore attira nuovi imprenditori; che nei nostri territori si fanno attività nuove e innovative” commenta in proposito il Presidente di Coldiretti Como-Lecco, Fortunato Trezzi. Situazione molto diversa, invece, se si Dati in controtendenza rispetto al livello nazionale, dove si registra - 32%, - 24% in Lombardia e del 24% in Lombardia di tali attività, in provincia di Como, tra il 2000 e il 2010, si è invece passati da 1.983 a 2.503 aziende, pari ad un incremento a livello percentuale del 26%. Addirittura si è andati meglio nella vicina provincia di Lecco dove l’incremento è stato pari al 37% contro un trend in discesa nelle province lombarde dove il settore primario rappresenta I Albese e i diritti dei bambini n occasione della Giornata mondiale dei diritti del fanciullo (20 novembre) “Il Sole” Onlus - organizzazione non governativa attiva dal 1997, che opera in Etiopia, Burkina Faso, Benin, India e Cambogia e che si occupa di diritti dei minori parteciperà al convegno “Storie di bambini così diverse e così simili: la speranza di un futuro di libertà, dignità, uguaglianza e pace”. L’incontro si terrà sabato 19 novembre alle 21 presso il Padiglione delle Feste di Albese Hai l’alcolismo in casa? Vuoi saperne di più? Hai bisogno di aiuto? I Gruppi Familiari Al-Anon possono offrirti le informazioni che cerchi Telefona allo: 800 087 897 prende in considerazione la dimensione media aziendale: in dieci anni, a livello regionale, si è passati da 14,6 ettari a 18,4 contro i 7,9 ettari della media italiana. Le imprese sono diventate più grandi a Mantova, Brescia, Milano e Sondrio, con aumento delle superfici di oltre il 30%. La punta massima di crescita è stata registrata a Pavia con il 47,4%, mentre Lodi ha il record regionale in termini di superficie assoluta con 42,1 ettari per azienda. Como si posiziona tra i valori più bassi, con 9,7 ettari, registrando un -24%. “La risposta a questo dato è semplice e sta tutta nel dato del consumo del suolo – dice il Direttore di Coldiretti Como-Lecco, Tino Arosio –. In dieci anni siamo passati a Como da 25.221 ettari a 23.825 ettari di superficie agricola utilizzata (-5,5%), sottratta all’attività agricola da decisioni urbanistiche scriteriate. È chiaro che se la superficie agricola diminuisce e le aziende aumentano, la dimensione pro-capite ne soffre. In questo sta però l’intelligenza delle imprese new entry (molte delle quali fatte da giovani) nel fare una agricoltura specializzata che non ha bisogno di grandi superfici”. Proprio in questo periodo è in corso un’intensa campagna di comunicazione di Regione Lombardia dedicata all’agricoltura nel nostro territorio nelle stazioni delle linee delle Ferrovie Nord Milano. (l.cl.) con Cassano, via Don Luigi Sturzo. Saranno presenti Onama John Baptist, bambino soldato in Uganda nel 1980 e Richad Berradi, atleta e allenatore dei ragazzi del Quartiere Zen di Palermo. Modererà: il dott. Vittorio Villa, dell’associazione “Il Sole” Onlus di Como. L’Ingresso è libero. L’iniziativa, organizzata dal Comune di Albese con Cassano, è inserita in un più ampio programma di eventi, conferenze e laboratori per festeggiare la Giornata mondiale Notizie flash ■ Formazione CFP: gemellaggio Italia-Francia Formazione, sviluppo del territorio e apertura all’Europa: nel quadro delle diverse collaborazioni dell’Agenzia per la formazione della Provincia di Como con istituti scolastici ed enti di formazione di diversi paesi europei ha preso il via, nei giorni scorsi, il progetto di scambio Leonardo con il Lycee Hotelier F.Rabelais di Dardilly, nei pressi di Lione. Il gemellaggio permetterà a sei studenti francesi di apprendere i segreti della cucina italiana e comasca durante uno stage formativo della durata di un mese che i ragazzi potranno frequentare presso importanti strutture ristorative e alberghiere di Como, Campione d’Italia, Erba e Lecco. Gli studenti sono arrivati la scorsa domenica 6 novembre accompagnati dal loro tutor e sono stati accolti presso la sede dell’Agenzia per un momento di incontro e di benvenuto. Dopo di che prenderà il via l’esperienza italiana dei giovani studenti che rientreranno in Francia ai primi di dicembre. “Sicuramente è una grande opportunità per i giovani,– commenta il Presidente dell’Agenzia Sergio Zauli – ma anche per gli alberghi, cha hanno la possibilità di formare e coinvolgere nelle loro attività nuove leve di professionisti”. In occasione dell’evento il CFP ha organizzato il 21 novembre una serata a tema sulla cucina francese “Le beaujolais nouveau c’est arrivé con la partecipazione del grand chef Bernard Fournier” e la presentazione del famoso vino, tipico proprio della zona di Lione. dei diritti del fanciullo. Un percorso di approfondimento voluto dall’Amministrazione comunale che prenderà il via venerdì 18 novembre, alle ore 21, sempre presso il Padiglione delle Feste di Albese con Cassano, con il convegno sul tema: “Navigazione sicura e controllo dei minori in internet”. Domenica 20 novembre, alle 16, nello stesso luogo: Consiglio comunale dei ragazzi di Albese con Cassano affiancati dagli amministratori in carica del Comune di Albese con Cassano. Giovedì 24 novembre, ore 21, presso il Centro civico “Fabio Casartelli” in programma il convegno: Il diritto dei bambini di essere ascoltati e compresi: potenziali segnali d’allarme nelle loro espressioni grafiche: il disegno e la scrittura”. Domenica 27 novembre, per chiudere, dalle 15, presso il Padiglione delle Feste, pomeriggio di giochi e laboratori e una merenda in compagnia. ❚❚ Presso l’ospedale S. Antonio Abate di Cantù Fiabe su Ipad contro l’ansia F iabe su Ipad contro l’ansia preoperatoria dei bambini. È l’idea sviluppata presso l’ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù dall’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione diretta dal primario Gianmario Monza e confluita in un progetto messo a punto per ridurre lo stress che si genera prima di un intervento e dedicato ai piccoli pazienti dai tre ai dodici anni. L’iniziativa è stata possibile grazie alla donazione di quattro tablet da utilizzare in sala operatoria da parte della Cassa Rurale e Artigiana di Cantù. «L’apprensione pre-operatoria dei genitori è sicuramente un fattore scatenante dell’ansia dei bambini – spiega il primario Monza – che possono avere incubi, provare ansia da separazione, disturbi alimentari ed enuresi nel post-operatorio. Abbiamo pensato di proporre ai nostri piccoli pazienti le favole prima sull’Iphone e poi sull’Ipad proprio per distrarli, spostando l’attenzione verso qualcosa di divertente e gradevole». E questo sulla scorta di uno studio condotto al Meyer di Firenze che ha dimostrato che la presenza di operatori professionisti che interagiscono con il bambino con improvvisazioni, magie e giochi può ridurre del 50% l’ansia nei bambini in attesa di intervento chirurgico. «La tecnologia – ha aggiunto il dott. Gianmaria Lupia - è di grande aiuto per proporre loro fino all’ingresso in sala operatoria una selezione di fiabe. I risultati sono evidenti: i bimbi si tranquillizzano e lo stesso accade ai genitori. Per ridurre lo stress preoperatorio, inoltre, la presenza dei genitori va inserita in un ambiente rilassante e familiare, costituito dal piccolo paziente, dal genitore e dal personale medico e infermieristico». Il progetto si inserisce in un quadro di attenzione a bambini e alle famiglie da tempo messo in atto presso il Sant’Antonio Abate. Già dal 2007, infatti, i bambini dai tre ai dodici anni che devono essere sottoposti all’asportazione delle tonsille o delle adenoidi eseguono gli esami pre-ricovero (esami di laboratorio, elettrocardiogramma e visita anestesiologica) in Pediatria la mattina stessa dell’intervento e poi alle 11.30 sono portati in sala operatoria. Ciò consente ai genitori di evitare un doppio accesso in ospedale, prima per gli esami e poi per l’intervento. All’ospedale di Cantù nel 2010 sono stati effettuati 174 interventi su pazienti pediatrici (chirurgia, otorinolaringoiatria, ortopedia). Dall’inizio del 2011 a ottobre scorso ne sono stati eseguiti 143. «Questo progetto – le parole del Direttore Generale dell’azienda ospedaliera Marco Onofri – è la dimostrazione concreta dell’attenzione costante ai pazienti, soprattutto nei confronti dei più piccoli». Como Cronaca Sabato, 19 novembre 2011 15 Sla: lottare per una vita normale L ottare insieme e uscire di casa: non uno slogan, ma l’ambizioso programma in sintesi, da realizzare anche sul piano dell’informazione mediatica, che è emerso dal convegnotestimonianza del 12 novembre a Villa Gallia tra il personale sanitario, le famiglie e i pazienti affetti da Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica), alla presenza del vescovo di Como Diego Coletti e con la partecipazione del corpo dei volontari della Croce Rossa. Le malattie incurabili, è stato il leit motiv ripetuto con ostinazione da tutti i relatori, non esistono, e se anche esistessero non dovrebbero mai comportare il significato di una sentenza inappellabile: per secoli la tubercolosi, oggi neutralizzabile con qualche compressa, ha seminato strage nel mondo, e persino il cancro, che evoca orridi scenari soltanto pronunciandone il nome, diventa sempre più “abbordabile” in molte sue forme. Ne è più che persuaso il dottor Antonio Paddeu, primario di riabilitazione cardiorespiratoria del nosocomio “Felice Villa” di Mariano Comense, una vita spesa nella lotta alla Sla e nella ricerca di valide soluzioni per il problema forse più urgente e drammatico con cui i degenti sono chiamati a fare i conti, quello della solitudine e del regime di forzata clausura tra le pareti di una stanza domestica od ospedaliera. Ma è questo il senso che è affiorato anche dalle parole che mons. Coletti ha rivolto alla ventina di pazienti presenti e alle loro famiglie: “è compito impegnativo e difficile spiegare a chi è gravato da questo peso, e alle famiglie che ogni giorno devono confrontarsi con un dramma di tali proporzioni, per quale motivo Dio permetta l’esistenza di una malattia così terribile e tante sofferenze. Ecco perché a volte, nella preghiera, occorre anche un po’ “litigare” con Dio, porre domande specifiche sul senso di un dolore che appare tanto più indecifrabile quanto più ci sovrasta e ci attanaglia. Non bisogna avere paura di cercare risposte, nemmeno alla presenza di Dio, soprattutto quando ignoriamo le cause del mistero profondo da cui scaturisce il male nelle sue innumerevoli ramificazioni. E tuttavia, con lo stesso coraggio, dobbiamo combattere una quotidiana battaglia per riportare l’ammalato al centro ualche scambio informale di battute con il dottor Antonio Paddeu sul tema tutt’altra e mi riferisco alla già avviata della cura e sottrarre alla burocrazia della Sla, in un linguaggio volutamente scevro da tecnicismi e dunque sperimentazione sulle staminali, dalla un primato che non le compete, così accessibile a tutti, per fare un po’ il punto della situazione e alimentare, se quale potrebbero scaturire soluzioni come dobbiamo chiedere a gran voce possibile, una fiammella di speranza per tutti coloro –degenti o congiuntirealmente efficaci e positive, che anche quelle risorse economiche di che sono messi a dura prova da questa malattia. “La Sla”, afferma il primario di autorizzano a ben sperare già per cui le famiglie, che da sole non ce la Riabilitazione Cardiorespiratoria dell’ospedale “Felice Villa” di Mariano Comense, “è il futuro immediato. Ma in linea di fanno, hanno disperato bisogno, pur un’affezione che riguarda il primo e il secondo motoneurone, di quella sorta cioè di massima abbiamo tutti il dovere di nella consapevolezza che l’attuale “fili elettrici” che collegano il cervello al midollo e hanno una funzione di primaria essere ottimisti, e di darci subito da congiuntura è tra le meno propizie importanza per la muscolatura e le articolazioni, essendo essi a trasmettere gli fare per aiutare i nostri pazienti a per il reperimento di fondi”. Alla impulsi necessari all’esecuzione degli “ordini”. E’ dunque una patologia neuronale rimuovere le barriere che li frenano e li luce di tali premesse, ha proseguito che ha ripercussioni motorie, ed è condizionano, a cominciare da quelle il vescovo, non avrebbe alcun una patologia tra le più gravi a causa di natura psicologica e relazionale. senso interrogarsi sul dolore che ci dell’elevato indice di mortalità, anche se una logica da superare senza esitazioni, Battere la Sla significa in primo luogo colpisce se prima non si è cercato occorre precisare che in linea generale il perché il malato di Sla è un malato come vincere la solitudine e questo chiama in di comprendere il significato della decesso avviene per complicazioni che qualsiasi altro e deve essere trattato causa il grande sogno nel cassetto che vita e della persona umana: “Cos’è interessano altri organi, a cominciare con le medesime precauzioni applicate tutti noi operatori coltiviamo da tempo: la vita dell’uomo? E cos’è l’uomo? dall’apparato respiratorio”. negli altri casi. Sull’alta mortalità organizzare un soggiorno marino per tutti Sono queste le grandi domande Sarebbe come dire, senza voler incide pesantemente anche il senso i malati, senza dimenticare l’allestimento che necessitano di una risposta, forzare i toni, che si corre il rischio di disperazione e di abbandono del di una serie di altri progetti che, come il soprattutto in un mondo che, come di intervenire sulla Sla trascurando soggetto, che in numerose occasioni monitoraggio a domicilio degli ammalati, quello occidentale, ha gravemente altri fattori patogeni di non minore si “lascia morire” per un senso di sinora non abbiamo potuto realizzare deformato l’esatta prospettiva da cui pericolosità? “Purtroppo è quanto “vergogna” e per cessare di essere un solo per una mera mancanza di fondi. occorre guardare alla vita con il suo avviene tutte le volte in cui si handicap per il proprio nucleo familiare”. L’appello che rivolgiamo ai cittadini è iperattivismo frenetico e l’edonismo concepisce il malato di Sla come un Quali speranze ci sono per migliorare proprio questo: che ci aiutino a trovare che lo accompagna. Un mondo dove “moribondo” e non gli si prescrivono le condizioni di vita e di salute per quelle risorse indispensabili per condurre se non “fai” non “produci”, e se non quei normalissimi accertamenti queste persone? a compimento le iniziative che abbiamo “produci” non sei, non hai valore, non diagnostici –esami del sangue, “Attualmente l’unico farmaco in mente e sulle quali puntiamo per hai scopo e non hai senso. Questa radiografie e via discorrendo- a cui disponibile per allungare, sia pure di realizzare una duplice vittoria terapeutica distorsione è gravissima e pericolosa, si sottopongono le altre persone che poco, l’aspettativa di vita dei pazienti e solidale”. poiché ha conseguenze rovinose abitano questo pianeta. Ma questa è è il riluzolo, ma la strada da battere è S. C. nella vita di tantissimi occidentali contemporanei. Ma se rimettiamo le cose al loro giusto posto, riscoprendo che la vita è un’essenza e non una funzione, la centralità dell’uomo e il suo valore riacquistano tutto il proprio spessore, e allora nessuna patologia e nessuna umana sofferenza “Telefono Donna” inaugura Esibizione del coro “Val potranno mai inficiarne il significato la nuova sede in via Castelunovo profondo e perennemente vivo”.Nella d’Intelvi” il 19 novembre n occasione della Giornata internazionale contro la violenza certezza che il compito preliminare di abato 19 novembre alle ore 21 presso sulle donne l’associazione “Telefono Donna” di Como inaugura ogni profilassi è la rimozione del muro la chiesa di Cristo Re a Tavernola, in la nuova sede di via Castelnuovo 1, a Como il giorno 26 dell’omertà e della vergogna: “Aiutare occasione della Festa Patronale, si esibirà in concerto il coro polifonico novembre. Il programma prevede: i malati a vincere la solitudine, perché “Val d’Intelvi” che si compone di 35 elementi. Il prestigioso Coro è Ore 10.30 presentazione dell’attività ventennale dell’Associazione essere soli”, ha concluso mons. Coletti, diretto dal maestro Nicola Franchi. Il repertorio è composto da melodie Telefono Donna; “equivale a essere morti“. tradizionali e da suggestivi brani composti dallo stesso maestro Franchi. Ore 11.30 Casa rifugio “Luna e le altre”: 10 anni di accoglienza, SALVATORE COUCHOUD La serata sarà presentata da Gabriella Nicoli. L’ingresso è libero. presentazione dei risultati della ricerca-intervento. Un convegno testimonianza di grande interesse quello svoltosi la scorsa settimana a Villa Gallia. Presente anche il Vescovo A colloquio con il dott. Paddeu tia t a l a m Una patologia neuronale con gravissime ripercussioni motorie e ridotte possibilità di cura Sclerosi laterale amiotrofica Q 26 novembre I tavernola S Como Cronaca 16 Sabato, 19 novembre 2011 I numeri del Banco in provincia di Como nel 2010 E cco i dati forniti dal Banco Alimentare riguardanti l’attività del 2010 in provincia e città di Como. Aziende donatrici: 173 tonnellate Siticibo GDO: 90 tonnellate di cui 45 tonnellate dai supermercati Bennet Siticibo ristorazione: 29 tonnellate; per un totale di cibo raccolto in provincia pari a 293 tonnellate. La raccolta di cibo ha portato ad un risparmio per lo smaltimento di 125 euro a tonnellata. L’Associazione Banco Alimentare della Lombardia forte della propria rete ha distribuito, in provincia di Como, 471 tonnellate di cibo, di cui 352 di secco e 119 tonnellate di umido. Il cibo è stato consegnato a 75 strutture caritative in provincia di Como con 8636 assistiti. Di questi 28 hanno interessato la città di Como con 2865 assistiti, per 115 tonnellate distribuite. Colletta alimentare a Como, anno 2010: Raccolte 167 tonnellate di cui 115 da supermercati Banco di Solidarietà: 700 persone assistite. In quest’ultimo anno si è andata ad equiparare l’assistenza tra italiani e stranieri (50% - 50%). Tra gli assistiti 150 bambini di età inferiore a 10 anni; 90 adolescenti, 300 anziani, 30 genitori separati, 180 madri. La restante parte uomini. 26 novembre. 15° appuntamento nazionale Torna la Colletta Alimentare Obiettivo dell’iniziativa, che si svolgerà anche nella nostra provincia, superare le 167 tonnellate di cibo raccolte nel comasco lo scorso anno grazie a 1500 volontari È già a pieno regime, a Como, la macchina organizzativa che sta preparando l’appuntamento con la 15° Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, in programma il prossimo sabato 26 novembre, quando più di 120 mila volontari della Fondazione Banco Alimentare onlus, in oltre 8600 supermercati, inviteranno a donare olio, alimenti per l’infanzia e scatolame (tonno, carne, legumi, pelati e sughi) per aiutare oltre 8000 strutture caritative distribuite sul territorio nazionale: mense dei poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, centri di accoglienza etc. che sostengono circa 1 milione e 400 mila persone in stato di indigenza. L’obiettivo comasco è di superare le 167 tonnellate di cibo raccolte lo scorso anno grazie all’aiuto di 1500 volontari appartenenti a varie associazioni del territorio. Le donazioni di alimenti raccolte durante la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare andranno ad integrare quanto la rete del Banco recupera grazie all’impegno quotidiano di centinaia di volontari combattendo lo spreco di cibo. Complessivamente nel 2010 in Italia sono state raccolte circa 65 Notizie flash “Pranzetto in Simpatia” con la Famiglia Comasca ■ Acli Verso il Congresso: nuovo appuntamento Continua il percorso di approfondimento predisposto dalle Acli in vista del Congresso provinciale previsto per la prossima primavera, importante momento di verifica e ridefinizione del cammino del movimento. Dopo l’incontro con Giulio Sensi, il 10 novembre, direttore di “Volontariato Oggi” e membro del team di ricerca sul Welfare di Altreconomia, il nuovo appuntamento verterà sul tema del lavoro è sarà promosso dal Comitato comasco “Salviamo la Costituzione” di cui come ACLI siamo membri attivi. L’incontro è previsto per venerdì 16 dicembre alle ore 18 a Como presso sala della CNA di Como in viale Innocenzo XI, 70. mila tonnellate di alimenti, pari ad un valore di 210 milioni di euro. In Lombardia nel 2010 il Banco Alimentare ha complessivamente raccolto 12800 tonnellate di cibo, distribuito a 1200 strutture caritative che assistono più di 160 mila indigenti. Nel corso del 2010 in provincia di Como sono state distribuite dal Banco alimentare 471 tonnellate di cibo (di cui 352 tonnellate di secco e 119 di umido) a 75 enti che assistono più di 8600 persone. Tra questi anche 28 enti della città di Como, che assistono 2865 persone. L’impegno del Banco Alimentare della Lombardia è, come noto, quello di recuperare alimenti dai diversi canali della produzione. Si tratta di cibi ancora integri che tuttavia finirebbero tra i rifiuti perché “imperfetti” o troppo vicini alla data di scadenza, oppure invenduti. Da qualche anno, grazie all’approvazione della legge del “Buon samaritano” si è potuto anche avere accesso alla rete del “fresco”, autorizzando la raccolta di cibo non consumato dalla grande distribuzione e dalla grande ristorazione, così da poterlo “girare” il giorno stesso, o al più tardi il giorno successivo alle mense di poveri. Da quando è entrata in vigore la legge in Italia sono stati “salvati” dal Banco Alimentare 1 milione e 300 mila pasti, di cui 900 mila in Lombardia. A tale proposito a Como il Banco Alimentare ha attivato, da cinque anni ormai, il servizio “Siticibo”, proprio dedicato al recupero di alimenti freschi e cucinati (ma non serviti) prelevati dalle mense aziendali, ospedali, mense scolastiche, negozi e catene della grande distribuzione. Con furgoni refrigerati i volontari di “Siticibo” si recano presso i donatori per ritirare il cibo che resta e portarlo agli enti caritativi che quotidianamente distribuiscono pasti e aiuti alimentari ai bisognosi. Grazie all’impegno del Banco Alimentare a Como e provincia, nel 2010, hanno evitato la via della spazzatura quasi 264 mila kg di alimenti. In particolare il servizio “Siticibo”ha recuperato a Como, sempre nel 2010, più di 16 mila porzioni di piatti pronti, oltre 14 mila kg di pane e prodotti da forno e 9 mila kg di frutta e verdura. A Como braccio operativo locale del Banco Alimentare è il Banco di Solidarietà, nato nel 1995 per fare della solidarietà un’occasione di incontro, di condivisione, di crescita della persona e che assiste direttamente 700 persone, la metà delle quali straniere. Tra gli assistiti del Banco di Solidarietà da segnalare: 150 bambini di età inferiore a 10 anni; 90 adolescenti, 300 anziani, 30 genitori separati, 180 madri. La restante parte è composta da uomini. Volto comasco della Giornata Nazionale del 26 novembre sarà, anche quest’anno, Davide Bernasconi Van De Sfroos, ormai amico storico del Banco. Nel corso della presentazione della Giornata, la scorsa settimana, il sindaco di Como Stefano Bruni ha sollecitato la candidatura del Banco al conferimento dell’Abbondino d’Oro 2011. (m.ga.) Rebbio: vendita benefica per la Terra Santa « I n considerazione della situazione relativamente tranquilla in Terra Santa c’è il forte rischio di dimenticare che i “nostri cristiani” hanno ancora bisogno del nostro aiuto». Chi parla è Mario Bianchi, presidente del GTR, il Gruppo Turistico Rebbiese, associazione che da anni promuove la vendita di prodotti in ulivo, per «esprimere solidarietà e carità cristiana a quanti hanno deciso di rimanere in quella Terra benedetta, pur in mezzo ad enormi difficoltà». Mario Bianchi si rivolge in particolare ai parroci, alle Commissioni Missionarie e ai tanti amici L a Famiglia Comasca organizza per la sera del 24 novembre il “Pranzetto Simpatia” per lo scambio di auguri. Questa volta si è scelto il Centro di Formazione Professionale di via Bellinzona,88 Settore Ristorazione - anche allo scopo di presentare ai comaschi una realtà didattica che funziona bene, ma che non tutti conoscono. della Terra Santa perché incoraggino, nel proprio ambito, tale vendita, contribuendo così in modo concreto alle necessità delle famiglie cristiane della zona di Betlemme. I prodotti in ulivo provenienti dalla Terra Santa sono in vendita, a partire dal 21 novembre, presso la Sala Incontri “Mons. Erminio Bardella”, a Rebbio, in Via P. Paoli 25 (nei pressi della sede del giornale “La Provincia”), ogni lunedì dalle h. 14.30 alle h. 17.30 e dalle h. 20.45 alle h. 21.30. è possibile, inoltre, contattare il numero 031-522224 (Luisella), ore pasti. Como Cronaca Villa Erba: il “no”porto finisce in regione Il Comitato, contrario al progetto che prevede la creazione di 80 posti barca, si è appellato direttamente al Pirellone La richiesta: ripensare il progetto e di aprire al pubblico il Parco in assenza di manifestazioni C hiedere l’apertura al pubblico del Parco di Villa Erba di Cernobbio, quando non vi siano in corso manifestazioni fieristiche o congressuali e ripensare il progetto del Porto Marina per 140 posti barca che Regione Lombardia ha fatto suo lo scorso 13 ottobre con di Luigi Clerici una delibera di Giunta. E’ quanto chiedono i componenti del Comitato “Villa Erba aperta”, costituito a Cernobbio da abitanti del centro lacustre, da cittadini comaschi e anche di altri paesi limitrofi e turisti stranieri che, questa volta, hanno preso in mano le proverbiali “carta e penna” ed hanno scritto direttamente agli assessori ed ai consiglieri regionali. Pomo della discordia della vicenda è il progetto promosso ormai due anni fa dalla Società Villa Erba SpA e finalizzato alla realizzazione di un porto marina che dovrebbe ospitare circa 80 imbarcazioni e 50 attracchi liberi, cui si affiancherebbero altre palazzine da realizzare in un’area adiacente al torrente Breggia al momento occupata da un bosco ceduo, in passato utilizzatae come Galoppatoio. La realizzazione di queste strutture implicherebbe la rimozione di 15 esemplari arborei e la piantumazione di 7 nuovi alberi per un investimento complessivo di 5-7 milioni di euro per la realizzazione dell’intera opera. Secondo la Società Villa Erba SpA, promotrice del progetto, la realizzazione del porticciolo potrebbe incrementare l’offerta di spazi espositivi legati al settore nautico/lacuale e renderebbe “tutto il comparto più fruibile ai cernobbiesi” nel segno di quegli obiettivi fissati dal “Patto per lo sviluppo per la nautica lariana” sottoscritto da Regione Lombardia ed altri soggetti pubblici ed economici del territorio lo scorso 21 marzo. Secondo il Comitato invece “è illusorio pensare, secondo l’indirizzo della delibera presentata in giunta, che la nuova Marina creerà una filiera per incrementare la nautica Lariana, quando esistono nel territorio nazionale altre marine ed altri poli espositivi di maggior consistenza e considerazione internazionale: ai quali i pochi cantieri nautici del lago di Como possono fare riferimento per il rilancio della loro economia con maggior profitto rispetto a quello che otterrebbero dalla Marina di Villa Erba”. Risultano, quindi, ancora una volta particolarmente travagliate le vicende che accompagnano questo spazio la cui villa a lago venne costruita a cavallo fra Ottocento e Novecento dai coniugi Anna Brivio, discendente da antica famiglia nobiliare milanese, e Luigi Erba, impresario milanese titolare dell’omonima industria farmaceutica fondata dal fratello Carlo. Il sindaco di Cernobbio, Simona Saladini, ha più volte elencato i benefici del futuro porto ed assicurato che grazie alla nuova marina verrà aperta al pubblico la passeggiata fronte lago di cui si vocifera dalla fine degli anni 80. I membri del Comitato, da parte loro, invece temono l’ennesimo disastro ambientale ed economico che il progetto potrebbe determinare al primo bacino del lago, già duramente colpito a livello d’immagine dal fallimentare cantiere delle paratie (dal rischio crolli dei muri di contenimento delle sponde alle ripercussioni sulla fauna ittica che, nel primo bacino, è stata seriamente compromessa nella sua riproduzione negli ultimi anni dal moto ondoso e dall’inquinamento provocato dai natanti). LUIGI Clerici Guardia di Finanza Lario sicuro: 237 missioni Q uattro soccorsi per incidenti nautici, sei imbarcazioni alla deriva recuperate, 34 persone soccorse e 177 natanti controllati. Sono questi alcuni dei numeri che caratterizzano l’impegno della Guardia di Finanza della stazione navale di Nobiallo nell’ambito del progetto “Lario Sicuro” inserito nel Patto per la sicurezza del Lago di Como, compresa la parte lecchese. I numeri si riferiscono all’attività svolta nell’ultimo anno (da ottobre 2010 ad ottobre 2011) cui bisogna aggiungere anche tutta una serie di interventi (23) effettuati in coordinamento con altre forze di polizia. In totale su tutto il bacino lacustre si sono svolte 237 missioni. Particolarmente impegnativi i servizi a supporto di alcune manifestazioni sportive a carattere mondiale come il recente Campionato Offshore di motonautica svoltosi a metà ottobre nel primo bacino del Lario e il servizio di vigilanza in occasione dell’arrivo, a luglio, del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Menaggio. Il progetto “Lario Sicuro” Il numero si riferisce all’attività di tutela e controllo svolta nell’ultimo anno (ottobre 2010 ottobre 2011) ha come obiettivo la fattiva collaborazione fra le diverse forze di Polizia che operano sul territorio soprattutto Guardia di Finanza e Carabinieri, i due corpi dotati di proprie imbarcazioni. “Dopo il primo anno di assestamento in questa seconda stagione l’attività coordinata delle Forze di Polizia si è svolta in maniera molto più fluida ed efficace - ha sottolineato il Capitano della stazione navale di Nobiallo, Felice Cicchetti - Si è trattato soprattutto di garantire una più efficace ed organica distribuzione di uomini e mezzi sia per quanto riguarda le zone di pattugliamento sia per tempi e orari di uscita, sviluppando un’inedita quanto proficua attività di collaborazione concentrata principalmente nel periodo estivo” . A questi risultati ha contribuito il rinnovamento del parco imbarcazioni con l’arrivo di due ‘Vedette Veloci’, classe V.3000. Si tratta di imbarcazioni capaci di navigare in sicurezza anche in condizioni meteo avverse e dotate di una forma che rende lo scafo molto stabile. Con una velocità massima di 58 nodi, pari ad oltre 100 chilometri orari, rappresentano i migliori e più avanzati mezzi navali delle Forze di Polizia in circolazione sul Lario. (l.cl.) Sabato, 19 novembre 2011 17 Notizie flash ■ Ticosa Al via i lavori di bonifica dell’area foto william archivio Recinzione dell’area e predisposizione del cantiere, taglio delle piante e dell’erba, pulizia, misure fonometriche (legate alla rumorosità delle lavorazioni previste), rilievi topografici (per la definizione dei punti di scavo) e dei livelli della falda acquifera. La tanto attesa bonifica dell’area dell’ex Ticosa, prevista prima per la primavera, poi per l’estate sta per entrare finalmente nel vivo, anche se gli scavi veri e propri inizieranno a gennaio. Un’operazione di trattamento del sottosuolo che durerà 6 mesi. Per permettere i lavori, ovvero per consentire l’ingresso dei mezzi pesanti all’area di cantiere, sono già stati soppressi 34 posti auto. Ne restano 220 che rischiano, però, di scomparire tutti da metà gennaio in poi quando, come accennato, verranno effettuati gli scavi veri e propri, cui seguirà lo smaltimento e il campionamento del terreno, operazioni queste che proseguiranno fino ai primi giorni del mese di marzo. Con dicembre, invece, ci si dedicherà alle operazioni preparatorie e cioè verifiche del terreno, predisposizione dell’area di stoccaggio dei rifiuti, verifica dei sottoservizi. La bonifica prevede dunque scavi, opere provvisionali legate agli interventi da effettuare, l’asportazione del terreno contaminato ed il suo smaltimento in discarica (previa definizione del tipo di rifiuto), l’analisi delle acque di falda (tre volte al mese), delle polveri (due giorni a settimana) e del terreno. L’investimento del Comune di Como ammonta ad oltre due milioni di euro (due milioni e 400mila euro finanziati dall’ente attraverso l’accensione di un mutuo). Il direttore lavori che sovrintenderà alla bonifica sarà l’ingegner Rinaldo Marforio, il professionista che ha redatto il progetto esecutivo del Pob (progetto operativo di bonifica); responsabile della sicurezza in fase di cantiere è stata, invece, nominata l’ingegner Raffaella Comolli, già redattrice del Piano della sicurezza in fase di progettazione; collaudatore, infine, è stato nominato il geologo dottor Maurizio Nespoli. L’impresa che si è aggiudicata la gara per la bonifica, indetta dall’amministrazione comunale, è la Autotrasporti Pensiero srl di Cairo Montenotte (Savona) che deve assumersi l’onere di tutte le pratiche amministrative (gestione SISTRI – registri di carico e scarico, ecc.) relative al materiale da smaltire, oltre ad individuare il trasportatore competente ed il destinatario del rifiuto (impianto/discarica). A metà marzo termineranno i lavori con il collaudo e il rinterro e la smobilitazione del cantiere verrà eseguita tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile. (l.cl.) Design: Marcello Francone, Leo Guerra Stampa: Ramponi Arti Grafiche in copertina: Santo Vescovo Comasco, particolare. Como, Sant’Abbondio 18 Sabato, 19 novembre 2011 Informazioni Fondazione Gruppo Credito Valtellinese +39 0342.522.645/627 [email protected] La regalità di Cristo. Pitture murali in Sant’Abbondio a Como a cura di Carla Travi formato 24x28 cm pp. 320, ill. 519 cartonato editore Skira, Gruppo bancario Credito Valtellinese Invito La regalità di Cristo Como Cronaca Pitture murali in S. Abbondio, a Como. Un volume denso di contenuti Ecco l’indice del volume: “La regalità di Cristo. Pitture murali in Sant’Abbondio a Como”: La basilica romanica: Luigi Carlo Schiavi; Architetture dipinte e pitture ornamentali: Carla Travi; Dall’Antico Testamento a Cristo Re: Carla Travi; Le Storie di Cristo: Carla Travi; La spada e la corona: Francesca Pasut; Testimoni d’occasione: le figure marginali: Carla Travi; Il presbiterio: Andrea Straffi; Uno sguardo d’insieme: questioni iconografiche e storiche: Carla Travi; La tribuna: Carla Travi; Pitture murali in Sant’Abbondio a Como Basilica di Sant’Abbondio. Un libro dedicato alle pitture murali all’interno dello splendido edificio romanico. Suggestivo repertorio fotografico con oltre 500 immagini La regalità di Cristo I l “Credito Valtellinese” invita alla presentazione del libro: “La regalità di Cristo. Pitture murali in Sant’Abbondio a Como” che si terrà mercoledì 23 novembre alle ore 17.30 presso l’Aula Magna dell’Università dell’Insubria, in via Sant’Abbondio, 12, a Como. Interverranno: mons. Diego Coletti Vescovo di Como; Giovanni De Censi, presidente Credito Valtellinese; Angelo Palma, presidente della Fondazione Gruppo Credito Valtellinese; Giorgio Maria Zamperetti, direttore Vicario del dipartimento di Diritto, Economia e Culture - Università dell’Insubria; Mina Gregori, presidente Fondazione Roberto Longhi e Carla Travi, curatrice del volume. Il volume, edito da Skira, è stato sostenuto dalla Fondazione Credito Valtellinese, che lo adotterà come ‘libro strenna’ per il Natale 2011. Un repertorio fotografico completo e molto suggestivo, con più di 500 immagini. “Mi auguro che questo volume inviti – scrive Carla Travi, introducendo l’opera - a fare o rifare conoscenza diretta con quel luogo straordinario che è la basilica di Sant’Abbondio a Como, dove si può provare la sensazione di essere contemporaneamente fuori dal mondo e a casa propria. S’incontrerà uno splendido e assai noto edificio romanico, che nel volume è raccontato puntualmente e con nuove interessanti osservazioni da Luigi Schiavi, elevato da una comunità benedettina introdotta giusto all’inarca un millennio fa presso l’importante e vetusta basilica paleocristiana dei Santi Pietro e Paolo. Si troveranno soprattutto le numerose pitture murali di cui si tratta in questo volume, alcune delle quali attirano l’attenzione fin dall’ingresso con i loro colori vivaci e la promessa di una piacevole narrazione. Si tratta degli affreschi absidali che fin dalla metà dell’Ottocento hanno avuto cenno da parte dei più insigni storici dell’arte, divenendo piuttosto noti anche se non pienamente conosciuti. La stessa ricchezza dell’insieme, nonché l’elevata altezza cui si colloca la maggior parte delle pitture, consente normalmente una Il volume, edito da Skira, è stato sostenuto dalla Fondazione Credito Valtellinese, che lo adotterà come ‘libro strenna’ per il Natale 2011. Sarà presentato mercoledì 23 novembre, alle ore 17.30, presso l’Aula Magna dell’Università dell’Insubria. Saranno presenti il vescovo di Como mons. Diego Coletti e la celebre storica dell’arte Mina Gregori considerazione più generale che approfondita. Anche l’unica monografia dedicata alla chiesa nel 1966, pur corredata da moltissime immagini, non documenta interamente il ciclo absidale, e tantomeno la totalità delle pitture murali del Sant’Abbondio. Ancora vanno enumerate le delicate, e finora pressoché totalmente ignorate, pitture quattrocentesche che ornano lo zoccolo absidale, finalmente qui riprodotte e indagate da Mario Marubbi. La maggior parte del volume è però dedicata alla vera e propria riqualificazione pittorica che si venne attuando in basilica nella prima metà del Trecento. Grazie alla campagna fotografica appositamente realizzata, e ad alcune foto della prima metà del Novecento di proprietà della diocesi di Como, riprodotte qui per la prima volta, se ne può avere un’idea dettagliata, sia nello stato attuale, che presenta ammaloramenti, sia in una più antica definizione, a tratti meglio leggibile. La storia dei numerosi interventi conservativi è dipanata da Andrea Straffi dal XVI secolo a oggi, e quasi in tempo reale, dato che si tiene conto anche dei dati fin qui divulgati risultanti dai restauri svoltisi all’inizio del presbiterio nella prima metà del 2011. Tre secoli dopo la realizzazione del monumento si rinnovarono le severe murature romaniche fingendo costosi marmi policromi a impreziosire la navata centrale e lo spazio presbiteriale. In quest’ultimo ambito venne inoltre realizzato un ampio ciclo di Storie di Cristo eccezionalmente giunto sino a noi quasi del tutto integro. . L’occasione di indagare con più precisione il linguaggio dei frescanti all’opera nell’abside permette poi di comprendere meglio l’importanza che il loro lavoro ebbe sul territorio, dove si ha testimonianza di un’ampia divulgazione del loro esempio, per quanto qualitativamente inferiore. Il complesso programma iconografico delle parti figurative fu probabilmente stabilito intorno al 1315 dall’abate Benno Lambertenghi con la complicità del parente Leone, vescovo di Como e figura di spicco, a diretto contatto con imperatori e papi in un contesto storico decisamente problematico. Non si trattò tuttavia di una manifestazione dinastica, dal momento che il ciclo è incentrato piuttosto sul tema della regalità, quella terrena in funzione di quella divina di Cristo, sottolineata con ogni mezzo, con ampio ricorso all’oro e frequenti raffigurazioni di simboli regali. Inevitabile anche la rappresentazione del principale strumento del potere, gli armati, dei cui accessori il ciclo absidale di Sant’Abbondio fornisce una descrizione tra le più ampie e dettagliate dell’epoca, riconsiderata con puntualità da Francesca Pasut. Molti sono ancora gli aspetti da indagare, tante le domande che non hanno trovato risposta, ma lo strumento iconografico del volume è da oggi nuova e solida base di conoscenza. Lo si offre a celebrare un compleanno speciale qual è un millenario, nell’augurio che conoscere sempre meglio il Sant’Abbondio consenta di amarlo e di conservarlo per almeno altri mille anni”. Como Cronaca ✎ In preghiera Un secolo, mille voci. A Civello l’organo restaurato attraverso la musica e il canto C arissimi parrocchiani, dopo tanta attesa sono finalmente terminati i lavori di restauro del “nostro organo”. Papa Benedetto XVI, inaugurando l’organo di Ratisbona, così si esprimeva: “L’organo da sempre e con buona ragione, è qualificato come il re degli strumenti musicali, perché riprende tutti i suoni della creazione e dà risonanza alla pienezza dei sentimenti umani, dalla gioia alla tristezza, dalla lode fino al lamento. Inoltre, trascendendo come ogni musica di qualità la sfera semplicemente umana, rimanda al divino. La grande varietà dei timbri dell’organo, dal piano fino al fortissimo travolgente, ne fa uno strumento superiore a tutti gli altri. Esso è in grado di dare risonanza a tutti gli ambiti dell’esistenza umana. Le molteplici possibilità dell’organo ci ricordano in qualche modo l’immensità e la magnificenza di Dio”. Parole bellissime che sottolineano come, attraverso il suono dell’organo e la musica, noi riusciamo ad esprimere tutti i nostri sentimenti di preghiera. I suoni che riecheggeranno nella nostra chiesa durante la liturgia racchiuderanno in sé le vicissitudini di noi uomini che con la preghiera ci rivolgiamo a Dio per lodarlo, adorarlo, ringraziarlo e implorarlo. E’ così che il nostro vivere quotidiano diventerà preghiera attraverso la musica e il canto. Queste parole sono contenute anche nel titolo del progetto di restauro che oggi trova il suo compimento: “Un secolo, Mille voci”. Come chi ci ha preceduto nella fede, così anche noi potremo rivolgerci a Dio accompagnati e sorretti dalla soavità di questi suoni che hanno riacquistato la nitidezza di un tempo. Ringraziamo la Fondazione Provinciale della Comunità Comasca Onlus che ha in buona parte finanziato il restauro e tutti i nostri preziosi volontari. Il ringraziamento più grande è, però, per tutti voi parrocchiani di Civello. Le vostre offerte, fatte senza clamore, hanno permesso di realizzare quest’ opera, orgoglio per tutti noi. don Enrico Colombo, il Consiglio Pastorale, il Consiglio per gli Affari Economici Domenica 20 novembre la parrocchia dei SS. Cosma e Damiano saluta l’inaugurazione del prezioso organo a canne è stato restaurato fra il 2010 e il 2011 nel laboratorio organario della ditta “Colzani Organi snc” di Villa Guardia Programma F itto il programma dei festeggiamenti per il restauro dell’organo. Domenica 20 novembre Ore 15.30 solenne benedizione dell’organo; Ore 16 Concerto inaugurale del maestro Emanuele Carlo Vianelli, titolare ai grandi organi del Duomo di Milano; Ore 18 Santa Messa Solenne con la partecipazione della Corale della Parrocchia dei SS. Cosma e Damiano Sabato 10 dicembre, ore 21 Concerto del maestro Andrea Macinanti docente d’ Organo e Canto Gregoriano presso il Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna Sabato 7 gennaio 2012, ore 21 Concerto di Natale della Corale della Parrocchia dei SS. Cosma e Damiano Sabato 28 gennaio 2012, ore 21 Concerto del Maestro Alessandro Bianchi, organista della Basilica di S. Paolo di Cantù. L’ organo di Civello è stato restaurato fra il 2010 ed il 2011 nel laboratorio organario della ditta “Colzani Organi Snc”, con sede a Villa Guardia, dagli organari Ilic Colzani e Ettore Bastici coadiuvati dai loro collaboratori Emanuele Grisoni e Valentina Vittani. La parrocchia di Civello di Villa Guardia è dedicata ai SS Cosma e Damiano. Fondata nel 1493, conta attualmente circa 2600 abitanti riuniti in più di 1000 famiglie. Da quanto risulta negli archivi parrocchiali, possiamo affermare che l’organo di Civello ha due momenti importanti, confermati anche dai ritrovamenti in fase di restauro. Il primo strumento ottocentesco, nato dalle mani di Damiano Damiani, si evolve nel primo decennio del Novecento per opera dei costruttori Nasoni e Gandini divenendo lo splendido organo dei giorni nostri. Fino al 1827, data dell’ultimo ampliamento della chiesa su progetto dell’architetto Simone Cantoni, le dimensioni dell’edificio non consentivano di alloggiarvi uno strumento grande ed imponente come un organo a canne per l’accompagnamento liturgico. Dopo la sua nomina a parroco di Civello nell’anno 1829, don Antonio Noseda pensò di dotare la chiesa di nuove porte, cantoria e organo. La storia del primo organo della chiesa di Civello, costruito dall’ex cappuccino bergamasco Damiano Damiani a cavallo fra il 1832 e il 1833, è ben testimoniata nel libro del professor Mario Mascetti dal titolo “Civello, una chiesa, una storia” (ed. New Press – Como, 1993). Lo strumento fu realizzato con l’aiuto di tanti parrocchiani che si impegnarono a versare il loro contributo: i loro nomi, con accanto anche la corte in cui abitavano (Parasciola, Pedrinella, Fenegrò, Martinetti, Brugo, Belvedere...) e le cifre per cui si impegnavano appaiono su un foglio conservato nell’archivio parrocchiale. Damiano Damiani, insieme con due Sabato, 19 novembre 2011 19 assistenti, impiegò 21 giorni a montare l’organo. L’organo fu collaudato il 14 ottobre 1833. Su richiesta dello stesso Damiani il collaudo avvenne ad opera di un altro fabbricatore d’organi, tal Giuseppe Lotterio. Dall’atto di collaudo desumiamo la stima del valore dell’organo in lire austriache 3.862. Nel tempo, però, l’organo del Damiani dimostrò di aver bisogno di manutenzione e riparazioni. Dopo 77 anni di servizio arrivò un momento cruciale; il 20 dicembre 1909 fu costituito un apposito “Comitato per il nuovo organo”, presieduto dall’allora vicario e organista don Rinaldo Cairoli. Il Comitato ottenne l’appoggio dalla Fabbriceria di Civello e il primo acconto di 1000 lire per l’avvio dei lavori. La spesa preventivata era pari a circa 4000 lire. La costruzione del nuovo organo venne affidata agli organari varesini Francesco Nasoni e Elia Gandini che avevano precedentemente lavorato presso la bottega dei Bernasconi di Varese. Il concerto di inaugurazione del nuovo organo Nasoni e Gandini avvenne domenica 28 agosto 1910 con l’esibizione alle tastiere di tal professor Albergani, il cui nome risulta incerto a causa della grafia non chiara del documento. La scelta della data non fu casuale. Nel 1910, il 28 agosto coincideva con la ricorrenza della tradizionale celebrazione della solennità della Madonna della Cintura, protettrice della Parrocchia di Civello. Negli anni Ottanta l’organo cominciò a dimostrare le sue precarie condizioni di conservazione e funzionamento. Il tempo e la polvere non lo avevano risparmiato. Il 14 novembre 1992 giunse l’atto di vincolo di tutela dell’organo da parte della Soprintendenza dei Beni Ambientali. L’atto rimarcò ufficialmente che l’organo era un bene da preservare e un patrimonio dell’intera collettività. Nel 1993 fu convocata la ditta Mascioni di Cuvio per redigere una proposta di restauro. I propositi di intervenire, però, passarono in secondo piano rispetto ad altre necessità della comunità: il nuovo oratorio, la casa parrocchiale e, da ultimo, il restauro degli apparati pittorici all’interno della chiesa e il rifacimento totale del pavimento, dell’impianto di riscaldamento e dell’impianto elettrico nel 2003. Terminate queste opere, riprese vita l’idea di “ridare voce” all’organo. Anni di abbandono, di polveri e calcinacci accumulati per l’apertura, nel 1979, del rosone in facciata, l’allargamento, nel 1983, della cantoria e il rifacimento generale della chiesa avevano reso l’organo non più utilizzabile. L’intervento, molto atteso e necessario, ha richiesto tempi lunghi per il reperimento delle risorse economiche e per l’ottenimento di tutte le autorizzazioni dagli Enti preposti. Dal 2009 il parroco don Enrico Colombo, l’organista Mattia Calderazzo, la Commissione Affari Economici, alcuni rappresentanti della corale e del Consiglio Pastorale hanno concretizzato il progetto di recupero avviando i primi contatti con organari e istituzioni. ❚❚ Una ricca carrellata di personaggi si è succeduta nei secoli Organisti: storie di uomini e musica L dà colore, sentimento e animo ’organista alla preghiera attraverso la musica. Stori- camente è una figura che compare tra gli stipendiati della parrocchia, anche se in alcuni casi non ne è riportato chiaramente il nome. Il primo organista in ordine cronologico fu Pietro Corti di cui vi è traccia certa almeno dal 1839. Corti prestava alla parrocchia anche la sua attività di fabbro. Gli subentrò Giulio Cattaneo dal 1873 al 1877. Nel 1877, essendo vacante il posto di organista, si ricorse provvisoriamente a Battista Castelli che suonò “per cinque feste”. Gli successe, dal 1878 e fino al 1904, il fabbriciere Fioravante Arrighi. Arrighi, fino al 24 maggio 1911, tenne anche la mansione di tesoriere con meticolosa precisione. A lui si deve il ritrovamento in perfetto stato di conservazione dei conti amministrativi di quegli anni. Organista in carica dal 1905 fino al 1914 fu l’allora vicario don Rinaldo Cairoli cui spettò la presidenza del Comitato promotore per la costruzione del nuovo organo. La sostituzione di don Cairoli con don Rizzieri Giudici comportò la ricerca di un nuovo organista: per soli due anni si prestò Piero Cavalleri. Da alcune note, il Cavalleri non sembrerebbe essere stato organista fisso quanto piuttosto “a chiamata”, in base al bisogno. Gli successe Angelo Bianchi dal 1917 al 1937. Nel 1938, tra coloro che hanno percepito compensi, è riportato l’organista Imperiali. Portatrice di forti interessi musicali fu la figura di don Antonio Seveso, parroco di Civello per quasi 45 anni. Don Antonio Seveso fu, oltre che sacerdote, profondo cultore e conoscitore della musica. Nella memoria di alcuni suoi parrocchiani ancora viventi è ricordato come valente e rigoroso maestro della corale. Nelle solennità lasciava che il vicario celebrasse la Messa, per avere di persona la direzione del coro e l’accompagnamento dell’armonium che, posto sull’altare laterale dedicato alla Madonna della cintura, veniva da lui suonato “in risposta all’organo”. Nel periodo del secondo conflitto mondiale Lino Taborelli, spinto da don Antonio Seveso, cominciò i suoi primi studi alla Scuola Diocesana di Musica Sacra di Como. La Veglia Pasquale del 1941 segnò l’inizio del percorso che lo ha visto impegnato per oltre 60 anni nel servizio alla liturgia. La consolle dell’organo conobbe la mano di monsignor Ilario Cecconi, Maestro di cappella della cattedrale di Como, chiamato dal 1979 al 1992 ad insegnare a Civello canto e musica. Anche se la sua presenza si limitava alle principali festività patronali, fu il primo a lamentare il precario stato di conservazione dello strumento. Sull’organo di Civello ha iniziato a suonare anche Ilic Colzani, l’attuale restauratore. Il Nasoni e Gandini lo ha aiutato a maturare la sua passione per l’organaria, passione trasformata ben presto in una professione. Organista, dal 2003, è Mattia Calderazzo che ha studiato presso la Scuola Civica di Musica di Villa Guardia e ha affiancato Lino Taborelli dal 2000 al 2003. Confcooperative Sabato, 19 novembre 2011 21 Via Milano. Un omaggio per i primi clienti D a oltre 15 anni, la Cooperativa Garabombo è una realtà del commercio equo e solidale presente a Como, impegnata nella promozione di un approccio alternativo al commercio convenzionale, basato non sul profitto, ma su criteri di equità, giustizia sociale, sviluppo sostenibile e rispetto ambientale. Scegliere i prodotti del Commercio Equo e Solidale è una scelta di responsabilità, perché attraverso l’acquisto di questi prodotti si sceglie di sostenere progetti di sviluppo nei paesi poveri del mondo, di giustizia, perché il commercio equo e solidale garantisce una giusta retribuzione e condizioni di vita dignitose per artigiani e contadini dei paesi in via di sviluppo, e di qualità, perché tutti i prodotti sono realizzati con materie prime eccellenti, curati in ogni dettaglio e realizzati secondo tecniche tradizionali. Anche il Papa Benedetto XVI, nell’Enciclica CARITAS IN VERITATE, sottolinea come: Per Natale scegli dignità, giustizia, qualità e tradizione. Scegli un regalo equosolidale Garabombo cambia casa “E’ bene che le persone si rendano conto che acquistare Da sabato 19 novembre. Fino a Natale la nuova bottega si affiancherà è sempre un atto morale, oltre che economico. C’è dunque alla storica di via Bianchi Giovini offrendo interessanti idee natalizie una precisa responsabilità sociale del consumatore, che si accompagna alla responsabilità ogni forma di speculazione, combattendo carceraria, prodotti realizzati dai soggetti sociale dell’impresa. I consumatori lo sfruttamento minorile, sostenendo che gestiscono le terre confiscate alle vanno continuamente educati al ruolo progetti di autosviluppo nel rispetto mafie). che quotidianamente esercitano e che dell’uomo e dell’ambiente e la crescita essi possono svolgere nel rispetto dei della consapevolezza dei consumatori e principi morali, senza sminuire la l’educazione al consumo critico. razionalità economica intrinseca all’atto dell’acquistare[….] è utile inoltre favorire Sabato 19 novembre a partire dalle ore forme nuove di commercializzazione di 16 la Cooperativa Garabombo inaugura Lunedì chiuso prodotti provenienti da aree depresse del la nuova bottega di via Milano al civico pianeta per garantire una retribuzione 58 con musica, assaggi di specialità Martedì 9.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00 decente ai produttori, a condizione gastronomiche e un omaggio per i primi Mercoledì 9.00 - 13.00 /15.00 - 19.00 che si tratti veramente di un mercato clienti. Giovedì 9.00 - 13.00 /15.00 - 19.00 trasparente, che i produttori non ricevano Fino a Natale la nuova bottega si affianca Venerdì 9.00 - 13.00 /15.00 - 19.00 solo maggiori margini di guadagno alla storica bottega di Via Bianchi Giovini Sabato 9.00 - 13.00 /15.00 - 19.00 ma anche maggiore formazione, offrendo una selezione di idee regalo e Domenica (solo mese dicembre): 10.00 – 19.00 professionalità e tecnologia.” proposte natalizie ricche di valore per chi le riceve e per chi le ha prodotte. È guardando anche in questa direzione La nuova bottega affianca ai prodotti che il Commercio equo e solidale agisce, equi e solidali tradizionali, proposte di pagina a cura promuovendo rapporti diretti con i filiera corta (in collaborazione con la di confcooperative produttori, migliorandone l’accesso Cooperativa Corto Circuito) e prodotti unione provinciale di como al mercato, garantendo un’equa realizzati in contesti sociali e a rischio www.eurekacomo.it retribuzione per il loro lavoro, eliminando (cooperazione sociale, economia Orari di apertura Prodotti della Legalità “Banda Biscotti”: economia carceraria P rodotti della legalità: Libera Terra è il marchio che contraddistingue le produzioni biologiche sulle terre liberate dalla mafie in tutta Italia e curate dalle cooperative sociali che aderiscono al progetto. Il marchio Libera Terra sintetizza due elementi: il valore etico sociale del progetto nel suo insieme e il valore qualitativo del singolo prodotto e/o servizio offerto. Un progetto di coralità, perché mette insieme soggetti diversi, ognuno secondo le proprie competenze, per un obiettivo comune: con- tri produttori che condividono fiscare i terreni significa anche creare gli stessi principi e promuovencondizioni per trattenere quanta più do la coltivazione biologica dei ricchezza possibile sul territorio e ga- terreni. rantire così opportunità occupaziona- Le attività condotte dalle coopeli. “Libera Terra” nasce con l’obiettivo rative sociali sui beni confiscati di valorizzare territori stupendi, ma si basano su un metodo di lavodifficili, partendo dal recupero sociale ro che coinvolge i soggetti sani e produttivo dei beni confiscati alla cri- del territorio, facendo del bene minalità organizzata per ottenere pro- confiscato una risorsa per lo svidotti di alta qualità attraverso metodi luppo dell’intero circuito sociorispettosi dell’ambiente e della dignità economico attraverso il coinvoldella persona. Inoltre, svolge un ruolo gimento degli agricoltori e altri attivo sul territorio, coinvolgendo al- settori produttivi del territorio, L’associazione “Garabombo L’invisibile propone”: giovedì 24 novembre alle ore 18.30 presso la libreria Feltrinelli di Como la presentazione del libro “Il mestiere della libertà” edito da Altreconomia a cura di Pietro Raitano, direttore di Altreconomia. Dai biscotti alla moda, le storie straordinarie dei prodotti “Made in carcere”. Il lavoro è lo strumento più efficace di reinserimento nella società per i detenuti: lo dicono i numeri, lo dice l’esperienza. Già nella Costituzione si riconosce che dalla dignità di un impiego passa la riconquista della libertà, e con essa la probabilità di non delinquere più. Ecco perché vale la pena conoscere il mondo del lavoro nelle carceri. Qui la libertà ha il profumo di pane e focaccia o della carta appena stampata, della ricotta calda o di una borsa in pvc riciclato, di un vino rosso ribelle, di una maglietta in cotone bio con uno slogan duro. Per questo motivo è stato scritto questo libro: per sostenere le molte iniziative di lavoro nei penitenziari italiani, siano esse affidate a cooperative o imprese private e pubbliche, attraverso il racconto di 100 progetti di economia carceraria italiana. Perché far lavorare i detenuti conviene: a loro stessi, alle loro famiglie, alle aziende, a tutti noi. P tramite degli accordi di produzione e delle strutture artigianali che effettuano la trasformazione dei prodotti. Dalla condivisione dello spirito e delle regole del progetto nascono i prodotti a marchio ‘Libera Terra’: il sapore della legalità, del riscatto, della libertà. Vini, pasta, legumi, olio, agrumi, conserve: sono solo alcuni dei prodotti che vengono dalle cooperative in Sicilia, Campania, Puglia e Calabria. rodotti economia carceraria: “Banda Biscotti” è il marchio legato al progetto di produzione di biscotti all’interno dei laboratori della Casa Circondariale di Verbania (VB) e della Casa di Reclusione di Saluzzo (CN) ed è nato nel 2009 dall’unione tra il C.F.P.P. “Casa di Carità Onlus” (esperto in formazione professionale) e la Cooperativa “Divieto di Sosta” (già presente nel mercato della ristorazione). “Banda Biscotti” intende contribuire in maniera concreta a dare un senso all’esperienza della carcerazione, contenendone il potenziale di inutilità e ridonando ai carcerati motivazione, fiducia e possibilità di riscatto. Banda Biscotti racconta storie di persone che trascorrono la loro pena lavorando al servizio di un progetto che, oltre a garantire la propria riproducibilità nel tempo, vuole impegnarsi sul piano della sensibilizzazione della comunità locale rispetto ai tempi della devianza, del carcere, della pena e della sicurezza. La base del progetto sta nella convinzione che la formazione possa giocare un ruolo di primo piano rispetto allo sviluppo di politiche votate all’inclusione sociale delle persone più fragili presenti all’interno dei nostri circuiti di pena. 22 Sabato, 19 novembre 2011 Lavoro Como Cronaca L’iniziativa, di Comocuore, sostenuta anche dalla Cisl, vede il contributo dell’Amministrazione provinciale Badanti: un nuovo corso di formazione U n vero e proprio corso per badanti, utile a fornire quelle informazioni necessarie a migliorare la cura dei loro assistiti, in prevalenza anziani. E’ questa l’iniziativa lanciata, giovedì 10 novembre, dall’associazione Comocuore, in collaborazione con l’amministrazione provinciale di Como. Una proposta che riprende ed amplia un progetto analogo, lanciato dall’associazione comasca nel 2010. “L’anno scorso – spiega Giovanni Ferrari, presidente di Comocuore – abbiamo organizzato la prima serie di corsi, strutturati in 8 ore di lezione, che ci hanno permesso di formare, complessivamente, 123 persone: al 70% 10 mila euro messi nel piatto da Villa Saporiti. Fumata nera sull’ipotesi di dare vita ad un registro provinciale straniere. Nei quattro incontri abbiamo cercato di dare ai partecipanti le informazioni di base per intuire l’insorgere di malattie o di sintomi di attacchi, informando inoltre su buone prassi da attuare in campo alimentare e sanitario. Un aspetto importante se consideriamo come la quasi totalità degli assistiti sia formata da persone anziane o a rischio”. Su questa base si è inserito il contributo della Provincia di Como che con un finanziamento di 10 mila euro (su un investimento totale di 15 mila), ha permesso il potenziamento dell’iniziativa. “Questo progetto – spiega l’assessore provinciale ai Servizi Sociali, Simona Saladini – nasce dalla costatazione di un bisogno: sempre più spesso le nostre famiglie ricorrono ad assistenti famigliari per prendersi cura degli anziani. Una situazione che è destinata ad aumentare con la crisi e l’impossibilità di molte famiglie di ricorrere alle case di riposo. Questo ci ha spinto a sostenere un progetto che mira alla formazione di figure socialmente sempre più importanti”. Grazie al contributo della Provincia, l’associazione Comocuore potrà potenziare i corsi, portando il monte ore da 8 a 16: l’obiettivo è quello di attivare sei corsi nei prossimi sei mesi per un totale di altri 100-120 corsisti. Oggi in Italia lavorano quasi 2 milioni di badanti, per il 60% provenienti da Paesi dell’est. Un dato certamente sottostimato perché non tiene conto del fenomeno sommerso dei lavoratori irregolari. Tra i sostenitori dell’iniziativa anche la Cisl di Como che collabora con Comocuore fin dalla prima edizione. “Negli ultimi anni – spiega il segretario del sindacato comasco, Gerardo Larghi – ci siamo accorti di come i pacchetti di formazione da 100-200 ore proposti in passato non erano adatti, perché spesso le assistenti famigliari hanno un monte ore elevato che non permette loro di assistere a corsi lunghi. Questa, invece, è una proposta che risponde alle loro esigenze. Non si tratta, infatti, di trasformarle in infermiere, ma di trasmettere quelle nozioni necessarie a rispondere alla prima emergenza”. Dall’assessore Saladini arriva, però, anche uno stop o, forse persino un passo indietro, sul tema dell’istituzione di un registro delle badanti in Provincia di Como. Una proposta di cui si è parlato in diverse occasioni negli scorsi anni, ma che non ha mai trovato ricadute concrete. “Il progetto dell’albo – ha spiegato l’assessore Saladini – è stato un attimo messo da parte, perché si è rivelato di difficile attualizzazione. Istituire un registro significa identificare un soggetto che si assuma la responsabilità di certificare – secondo criteri precisi e verificabili - le persone iscritte e di controllarne costantemente l’aggiornamento. Un processo non facile. Per il momento crediamo sia importante procedere un passo alla volta, iniziando a stabilizzare queste buone prassi”. Attualmente al termine dei corsi vengono consegnati alle badanti degli attestati di partecipazione, che non hanno alcun valore legale. Michele Luppi Lo sport premia il Fair Play L o sport premia la correttezza. Daniele Gilardoni, Asd Lariointelvi e U.S. Albatese vincitori dei premi Fair Play 2011. Sono loro i gentleman dello sport lariano. A Villa del Grumello (Como) domani, sabato 19 novembre, a partire dalle 11 la cerimonia di premiazione. “Lo sport diventa un itinerario educativo – spiega Claudio Pecci, Presidente della Commissione Fair Play – in grado di accompagnare tanto l’individuo quanto l’intero gruppo. È portatore di valori come la tolleranza, lo spirito di squadra e la lealtà, ancora prima delle regole. Per questa ragione riteniamo che l’appuntamento annuale con il Fair Play rinvigorisca tali sentimenti e avvicini sempre più le società e gli atleti creando nuove sinergie e aprendo tante opportunità. Non nascondo la difficoltà nel reperire gesti e azioni meritevoli di plauso, di sicuro la nostra azione di esplorazione ci porta a ricercare davvero il meglio, un’educazione sportiva vera e con tutte le qualità per meritarsi un merito, quel premio che dà forza e energia per continuare ad andare avanti, a lottare”. Premio alla Carriera al pluri medagliato Daniele Gilardoni per una carriera suggellata da indimenticabili successi agonistici. Un comportamento eticamente irreprensibile, una continua, convinta e appassionata azione sia in ambito sportivo che scolastico nelle vesti di testimonial istituzionale a sostegno e per la diffusione dei valori etici richiamantisi allo spirito olimpico. Alla Promozione, premio Filippo Saladanna, alla ASD Lariointelvi che è riuscita a dare ampio respiro ad uno sport onesto e serio in un territorio molto vasto che si snoda dalla Valle d’Intelvi a tutta la Tremezzina. Non solo, infatti dall’anno della sua fondazione, il 1997, ha saputo trasformare lo sport in un bene della collettività avvicinando anche i diversamente abili e soprattutto per aver aderito al progetto “Etica per la vita“ avviato dall’Assessorato allo Sport della Provincia di Como in collaborazione con il Panathlon International Club Como. Ed infine il premio per il Gesto – Gabriele Coduri De’ Cartosio alla U.S. Albatese, per aver attuato durante il torneo di calcio riservato alla categoria esordienti svoltosi a Veniano lo scorso maggio, grazie alle decisioni prese dai tecnici allenatori un concreto atto di fair play, messaggio forte e dimostrativo dell’importanza che la vittoria è tale e gratificante solo se ottenuta in situazione di pari condizioni competitive. (a.a.) Notizie flash ■ S. Carpoforo Sabato 26 novembre open day Sabato 26 novembre 2011 la comunità educativa e gli alunni di San Carpoforo (scuole dell’infanzia, primaria e secondaria paritarie) invitano tutti all’open day, una giornata per vivere in prima persona il clima della scuola attraverso attività, esperimenti, giochi e un tour guidato in cui i ragazzi stessi faranno conoscere agli ospiti i “segreti” di ogni luogo. Orari di apertura: 10.3012.30, 14.00-16.30. Per informazioni: tel. 031-260454.. ■ Don Camisasca “Amare ancora”, il 19 novembre al Politecnico L’Agesc (Associazione genitori Scuole Cattoliche) e il centro Culturale Paolo VI ricordano che sabato 19 novembre, alle ore 18, presso l’Aula Magna Politecnico (via Castelnuovo, 7, Como), avrà luogo la presentazione del libro: Amare ancora. “Genitori e figli nel mondo di oggi e di domani”. Marina Corradi, giornalista e scrittrice, dialogherà con don Massimo Camisasca, superiore Fraternità dei Missionari di San Carlo Borromeo. L’ingresso è libero. ■ Guanella Concerto in onore alla Santità L’Associazione Ex Allievi ed Amici Opera Don Guanella organizza per venerdì 18 novembre, alle ore 21.00, presso il Santuario del Sacro Cuore in via Tommaso Grossi 18 a Como, un “Concerto in onore alla Santità” di don Luigi Guanella, a cura della Corale “Angelo Marelli” di Capiago. Soprano: Maria Soldano. L’ingresso è libero. ■ Lucernetta Sarto per signori Domenica 18 dicembre, alle ore 15.00, presso il Teatro Lucernetta di Como, la compagnia teatrale “Ariafritt” presenta lo spettacolo “Sarto per signori”. Il ricavato dei biglietti di ingresso (10 euro) verrà interamente devoluto all’Associazione Bianca Garavaglia Onlus per l’aiuto e il sostegno di iniziative operanti nel campo dei tumori infantili. Concerto in S. Fedele per Kalongo L a Fondazione “Dr. Ambrosoli Memorial Hospital Kalongo - Uganda onlus” organizza per sabato 3 dicembre alle ore 20.45 presso la basilica di San Fedele a Como “Da Como a Kalongo. Spirituals per l’Africa”, serata con musiche e canti gospel con la partecipazione di Happy Chorus Delebio, a favore dell’ospedale “Dr. Ambrosoli Memorial Hospital Kalongo” . Durante la serata interverranno Giovanna Ambrosoli e padre Egidio Tocalli. L’Happy Chorus Delebio nasce alla fine degli anni Novanta per volontà di un gruppo di amici. Nel 1998, sotto la guida del Maestro Cesare Dell’Oca, inizia la sua attività musicale contando su circa trenta elementi. Il coro è suddiviso nelle quattro canoniche voci femminili e maschili (soprani, contralti, tenori e bassi) tipiche del genere gospel, con Davide Riva alle tastiere. Recentemente è stato finalmente inciso il primo CD del gruppo, quale giusto coronamento per l’entusiasmo e l’impegno profusi in tutti questi anni di attività. La serata gode del patrocinio di Regione Lombardia Assessorato Cultura, Provincia di Como Assessorato Cultura, Comune di Como Assessorato Cultura e del sostegno di Fondazione Cariplo. L’ingresso è gratuito con contributo libero a favore del “Dr. Ambrosoli Memorial Hospital”, l’ospedale fondato da padre Giuseppe Ambrosoli nel 1957, oggi una delle più importanti organizzazioni sanitarie ugandesi per numero di letti (345), in grado di garantire assistenza sanitaria qualificata a circa 50.000 persone l’anno: il 70% donne e bambini. Como Cronaca 24 Sabato, 19 novembre 2011 Ex Ospedale Psichiatrico Torna la Giornata di S. Martino D Non solo un momento omenica 20 novembre ritorna la tradizionale festa di apertura del parco, all’ex Ospedale Psichiatrico ma anche l’occasione Provinciale San Martino di per presentare la Como, ma con una grande novità: quest’anno infatti, è prevista non riqualificazione di quattro solo la consueta apertura festosa del importanti aree verdi parco a cura delle associazioni legate al Dipartimento di Salute Mentale del Dipartimento (DSM) dell’Azienda Ospedaliera (“Insieme per il BenEssere nel Ospedale Sant’Anna di Como, ma anche, e soprattutto, Parco del San Martino”, “AttraversaMenti”, “Una rete per la presentazione dell’importante ed innovativo lavoro raccogliere, una rete per accogliere”, “Verde al Beldosso”) compiuto dal 2010 al 2011 da vari Enti non profit ma sempre coerenti con il progetto-guida e con il suo (Associazione ASVAP 8, Associazione Global Sport Lario, grande obiettivo: fare benessere e cultura attraverso la Associazione Iubilantes, Cooperativa Sociale Azalea, riqualificazione del verde. Cooperativa Sociale Il Biancospino, Cooperativa Sociale La giornata di domenica 20, al San Martino, cui Il Seme, Cooperativa Sociale Noi Voi Loro, Fondazione parteciperanno anche altre associazioni non legate Minoprio, Società Ortofloricola Comense) per direttamente al progetto (Cavalieri Sovrano Ordine riqualificare quattro importanti aree verdi di pertinenza di Malta - CISOM Como, CRAL ASL Como, Intercral del DSM. “Dai luoghi di cura alla cura dei luoghi”, questo Como, Progetto Libera il tempo, Associazione NèP, AVCil nome del progetto promosso dal DSM nell’ambito dei CSV Como, Musica Spiccia, Cooperativa Varietà), sarà Programmi Innovativi Regionali con il cofinanziamento dunque una importante occasione per riproporre l’area di Fondazione Cariplo. Le aree coinvolte sono gli spazi del San Martino nelle sue potenzialità ambientali, sociali verdi del CPS di Appiano Gentile, del CPS di Ossuccio, il e culturali, dimostrando come sia possibile far rivivere Parco dell’ex-Ospedale Beldosso di Longone al Segrino i luoghi di cura attraverso la loro cura e attraverso e, appunto, il Parco dell’ex-Ospedale Psichiatrico San azioni tese all’inclusione sociale, all’integrazione Martino di Como. Per ognuna di esse gli Enti partner lavorativa dei soggetti in difficoltà e all’innesco di hanno messo a punto interventi specifici e “mirati” percorsi di socializzazione e di benessere rivolti a tutta la cittadinanza. Per il mattino, l’appuntamento é alle 10.30 nel piazzale antistante la palazzina centrale dell’ex OPP San Martino (via Castelnuovo,1). Alle ore 11.00 sarà celebrata la S. Messa nella chiesa dell’Assunta, cui seguirà un breve percorso di apertura ufficiale della giornata con l’inaugurazione della mostra storica, del percorso vita e della targa commemorativa dell’ex OPP. Nel corso della giornata, dalle 14.00 in poi sono previsti animazioni, proiezioni, laboratori di orticultura e manutenzione del verde, laboratori per bambini, letture, presentazioni di libri, desk informativi ed espositivi, visite guidate al parco e ai monumenti. Il CRAL dell’Azienda Sanitaria Locale della provincia di Como metterà a disposizione un servizio di bar e caffetteria, e preparerà pranzi fino a cento coperti (su prenotazione, tel. 031.370029, costo 10 euro). Tutte le manifestazioni sono ad ingresso libero. silvia fasana Porlezza. Domenica 20 novembre presso il locale polo scolastico Mobilità sostenibile: parliamone insieme U n pomeriggio dedicato alla mobilità sostenibile sarà quello di domenica 20 novembre, presso il polo scolastico di Porlezza (via Ferrovia), organizzato dalla Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio. Si tratta di un momento di incontro aperto a istituzioni, cittadini, associazioni e gestori delle strutture ricettive finalizzato a presentare i progetti che l’ente sovracomunale sta portando avanti nell’intento di diminuire gli impatti legati alla mobilità sul territorio e a raccogliere idee e impressioni dei partecipanti in merito a tali tematiche. Da circa sei mesi la Comunità Montana ha avviato, grazie ad un contributo della Fondazione Cariplo ed alla preziosa collaborazione del Dipartimento Scienze ed Ambiente e Territorio dell’Università degli Studi Milano-Bicocca, e dell’associazione “Città Possibili”, la stesura del Piano della Mobilità Sostenibile del Territorio, progetto che va ad integrarsi e ad arricchire un’altra importante iniziativa di Georges Seurat, Un dimanche après-midi à l'Île de la Grande Jatte (1884-1886), particolare. Ascolto “La sua legge medita giorno e notte” (Salmo 1) terzo ciclo Salute senza età S. Fermo della Battaglia CICLO DI INCONTRI INFORMATIVI PER IL BENESSERE DEGLI ANZIANI VILLA IMBONATI, CAVALLASCA SALA POLIFUNZIONALE, SAN FERMO DELLA BATTAGLIA Salute senza età con il dott. Alfredo Vanotti N Comune di Cavallasca Comune di S.Fermo Assessorato ai della Battaglia Ass. Servizi Sociali Servizi Sociali uovo appuntamento, questa volta presso la Sala Polifunzionale di San Fermo della Battaglia (via De Cristoforis 2), nell’ambito del percorso “Salute senza età”, promosso dalle Amministrazioni comunali di Cavallasca e S. Fermo della Battaglia. Venerdì 18 novembre, alle ore 15, il dott. Alfredo Vanotti, responsabile del Servizio Nutrizione Clinica e Dietetica dell’Asl della Provincia di Como incontra la popolazione interessata sul tema: “Alimentazione e salute. La tavola palestra di vita”. L “Ascolto”, ’ associazione gruppo di Cultura, propone, nell’ambito del Corso Biblico 2011-2012 intitolato “La preghiera dei salmi Davanti a Dio” con mons. Bruno Maggioni, un nuovo appuntamento per lunedì 21 novembre, alle ore 21, dal titolo “La sua legge medita giorno e notte” (Salmo 1). L’incontro avrà luogo, come consuetudine, a Como, presso l’Auditorium del Collegio Gallio (entrata da via Barelli). L’appuntamento successivo avrà luogo il 19 dicembre (sempre alle ore 21), sul tema: “Resto in attesa” (Salmo 5). promozione di forme di mobilità eco-compatibili: il progetto Interreg “La Via del Ceresio: mobilità sostenibile e trasporto lacustre”, sviluppato in collaborazione con il sindacato svizzero UNIA, il Comune di Porlezza e la Navigazione Lago di Lugano e finalizzato alla realizzazione di uno studio di fattibilità circa un servizio di navigazione veloce Porlezza-Lugano per frontalieri. Il programma prevede alle ore 17.00 l’accoglienza dei partecipanti; alle ore 17.15 la presentazione del libro di Francesco Bernini “Ieri in treno…oggi in bici”, un volume “frizzante” ma anche ricco di spunti culturali, capace di condurre il lettore lungo il tracciato della ex-ferrovia Menaggio Porlezza, sul cui sedime è in corso di realizzazione una pista ciclabile. Alle ore 18.15 seguirà la presentazione dei risultati della consultazione dei frontalieri svoltasi nell’ambito del progetto Interreg “La Via del Ceresio”; al termine, aperitivo offerto dalla Comunità Montana. Durante il pomeriggio sarà inoltre visitabile una mostra dedicata ai progetti di mobilità sostenibile della Comunità Montana; saranno illustrati i risultati dei questionari distribuiti nelle scuole sulle abitudini delle famiglie e saranno raccolte le percezioni dei presenti sulle problematiche e sulle opportunità legate al tema della mobilità sostenibile. «La partecipazione numerosa dei cittadini è fondamentale – spiega Mauro Robba, presidente della Comunità Montana. Raccogliendo le percezioni di tutti sarà possibile infatti integrare l’analisi dello stato di fatto dei tecnici con le opinioni e le esperienze di chi vive e lavora sul territorio, arricchendo qualitativamente l’analisi e contribuendo alla ricerca di soluzioni creative, realmente calate nel nostro contesto territoriale». Per informazioni e conferma di presenza: Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio, tel. 0344.85218, interno 29; email [email protected]. S. Fa. Verso le Amministrative a Como Il Centro Sinistra alle primarie L a prossima primavera il Comune di Como andrà ad elezioni per scegliere i nuovi amministratori della città. Le elezioni primarie 2011 che si terranno il prossimo 27 novembre rappresentano lo strumento promosso dal Centro Sinistra di Como – Partito Democratico, Sel, Paco e PSI – per designare il candidato alla carica di sindaco nella città di Como in vista delle elezioni amministrative del 2012. Attraverso le primarie, i residenti a Como possono scegliere direttamente il candidato che ritengono più idoneo per costruire l’alternativa all’attuale amministrazione. Possono votare quanti hanno piena titolarità del diritto attivo di voto per le elezioni Comunali, i giovani residenti a Como che abbiano compiuto il 16° anno di età alla data delle primarie, gli immigrati regolarmente residenti a Como e muniti di regolare permesso di soggiorno. Si vota dalle 8.00 alle 20.00 in uno dei seggi che saranno allestiti nella Città di Como e nelle circoscrizioni. I cittadini potranno scegliere tra i seguenti candidati : Marcello Iantorno. Avvocato. Consigliere comunale dal 2007 e Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Como. Svolge da oltre 25 anni l’attività di avvocato a Como. Gisella Introzzi. Pensionata. è stata direttore operativo di Unioncamere Lombardia, responsabile del personale di Borsa Italiana Spa e della Camera di Commercio di Milano. Fino al 1988 è stata responsabile dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Como. Mario Lucini. Geologo. Consigliere comunale dal 2002. Attualmente Presidente della Commissione II (Assetto del Territorio, Ambiente ed Ecologia, Trasporti e Lavori Pubblici). Da ottobre 2010 è Capogruppo PD. Bruno Magatti. Pensionato. È stato insegnate e vicepreside al Liceo Giovio. E’ stato membro della Commissione Provinciale per la Promozione della Cultura scientifica e tecnologica del Ministero dell’Istruzione. Collaboratore del Centro di cultura scientifica “A. Volta” di Como. è autore di lavori e pubblicazioni su temi voltiani. Consigliere comunale di PACO. Como Cronaca L’Opera Mato Grosso lo vedrà sacerdote nel 2012 o Diacon La gioia di Somana per don Tommaso H anno suonato a distesa la sera della vigilia di Ognissanti le campane del seminario di Bergamo in Città Alta per tredici seminaristi che ricevevano il diaconato. Tra questi c’era anche Tommaso Frigerio della parrocchia Sant’Abbondio di Somana di Mandello. Molti i parrocchiani accompagnati dal parroco don Massimo Rossi e gli amici del Mato Grosso, che hanno voluto essere presenti ai solenni riti presieduti dal vescovo Francesco Beschi. Impossibile contenere tutti nella pur grande chiesa ipogea del Seminario dedicata a Cristo Sommo ed Eterno Pastore. Era dal 1929 che la parrocchia di Somana non portava un suo parrocchiano all’ordinazione che precede il sacerdozio. Prima di Tommaso, padre Ambrogio Poletti e nel 1926 don Clemente Gaddi divenuto poi vescovo proprio di Bergamo (cifr. Paolo VI) “intraprese e portò felicemente a termine il grandioso nuovo seminario di Bergamo, iniziativa di cospicua mole” con la costruzione della chiesa dove si è svolta l’ordinazione diaconale. Un legame con la vicina Diocesi bergomense che si fa ancora gremita venerdì 28 ottobre. A Somana più solido e significativo. Una vocazione il giorno di Ognissanti il nuovo diacono “adulta”, quella di Tommaso, maturata è stato accolto dalle campane festanti nell’esperienza delle missioni del della chiesa di Sant’Abbondio. Ai tanti Mato Grosso che lo vedrà, per grazia di fedeli accorsi Tommi, ora don Tommaso, Dio consacrato sacerdote nel maggio ha saputo trasmettere la freschezza, 2012. La comunità di Somana, sotto la un’intensa semplicità e la gioia che è guida di don Massimo si è preparata stata filo conduttore della sua prima a questo momento accompagnando omelia. Rifacendosi al Vangelo delle Tommaso con la preghiera e ricordando Beatitudini ha voluto dire che queste questo suo cammino in questi anni sono “… il programma di santità per soprattutto nei momenti liturgici forti. l’uomo di ogni tempo, per me oggi in Una elevazione musicale con la lettura modo speciale, perché se sono diacono è di testi meditativi, ha visto la chiesa perché credo che il segreto della santità stia in una vita che esprima la gioia e la gioia, intima, vera e autentica sia l’unica via per la santità”. Don Tommaso è poi entrato nell’intimo della sua vocazione ricordando che: “La ricerca di un senso è allora il filo rosso che mi ha accompagnato in questi anni, un movimento che mi ha portato in missione, in Perù e poi in seminario”. Non è mancato, poi, un ricordo per il parroco: “…. credo sia stato uno dei primi a indovinare la fine che avrei fatto. Ricordo che un po’ di anni fa gli portai un quaderno in cui avevo annotato gli appunti e le meditazioni di un ritiro tenuto da Padre Ugo, fondatore dell’Operazione Mato Grosso; me lo riconsegnò dicendomi che la struttura del ritiro gli era sembrata interessante. Gli chiesi se aveva qualcosa da dirmi riguardo alle riflessioni che avevo fatto io … mi disse che non le aveva lette, erano personali. È proprio il nostro don! Glielo ridiedi e quando finalmente me lo riconsegnò mi chiamò nel suo studio e mi chiese se non avessi mai pensato al seminario”. Proprio partendo da quella domanda Tommaso ha confidato che: “Allora diedi peso alla cosa perché mi accorgevo anch’io che qualcosa di vero poteva esserci in quanto mi diceva, ma non mi sentivo pronto, come attratto da altre cose. Se c’è però una cosa di cui sono grato al Signore, e che sono felice di ricordare oggi, è che nella mia vita non mi sono mancate persone che hanno saputo mettermi davanti agli occhi la mia vita. Come società, ma oggi mi viene da dire con forza, come Chiesa, possiamo fornire ai giovani, agli adolescenti, ma anche ad ogni uomo o donna che incontriamo, ottime risposte, formulate con sapienza e verità, a domande che non sono mai state poste o che nemmeno sono suscitate nel cuore dell’interlocutore. Io, nel mio cammino, ho incontrato persone che hanno saputo mettermi davanti a uno specchio, che sono state pazienti nell’aspettare che le certezze che mi abitavano facessero il bagno nella vita, per poi presentarmi il conto, non come uno strozzino che vuole indietro con gli interessi il tempo e la cura che hanno anticipato, ma con l’Amore d’amicizia che sa che la qualità della mia vita abita nella forma con cui risponderò a quelle provocazioni.” La chiesa di sant’Abbondio di Somana che ha appena festeggiato il 150° anniversario della sua erezione a parrocchia, è in questi mesi sottoposta ad importanti lavori di restauro. Ultimati quelli esterni con il rifacimento totale del tetto, è in corso il ripristino pittorico interno per trovarsi pronta ad accogliere il novello sacerdote. Il primo dopo 83 anni. Insieme alla chiesa si sta preparando anche la comunità. Sabato, 19 novembre 2011 25 Notizie flash ■ Carlazzo Nuovo corso per “Apprendista birdwatcher” La Riserva Naturale Regionale Lago APPRENDISTA di Piano con BIRDWATCHER 2 la Comunità Montana Valli del Lario e SABATO 26 NOVEMBRE SABATO 3 – 10 - 17 DICEMBRE del Ceresio organizza un secondo corso per “Apprendista Birdwatcher”. Gli uccelli sono gli animali selvatici che quotidianamente incontriamo in tutti gli ambienti: in montagna, nel bosco, in giardino e persino nelle aree urbanizzate. Questo corso è la prosecuzione del precedente svoltosi nello stesso periodo dello scorso anno, ma vi possono partecipare anche persone che non hanno frequentato il primo. Il corso è infatti rivolto a tutti coloro che desiderano imparare ad osservare e riconoscere le specie più comuni di uccelli selvatici del nostro territorio. Ogni incontro tratterà dei gruppi di specie simili tra loro, con l’ausilio di immagini e video: osservazione, distinzione dei caratteri somatici e delle livree, uova, nidiacei, adulti, curiosità comportamentali, distribuzione ambientale e fenologia. Il corso, aperto a tutti, sarà tenuto dal guardiaparco Vincenzo Perin nei giorni di sabato 26 novembre e dei 3, 10 e 17 dicembre dalle 15.00 alle 17.00 presso la Casa della Riserva, in via Statale 117, Frazione Piano Porlezza a Carlazzo. La quota di partecipazione per 4 incontri è di 40 euro per gli adulti, 20 euro per i ragazzi (dai 10 ai 17 anni), gratuita per i bambini. L’iscrizione non è obbligatoria per tutti gli incontri: è possibile partecipare anche solo ad uno, due o tre incontri. A tutti i partecipanti sarà distribuito, con l’aggiunta di un piccolo contributo, il CD del Corso. Il programma nel dettaglio prevede: Sabato 26 novembre: Presentazione e conoscenza dei partecipanti. Picchi ed altri uccelli dai colori sgargianti. Sabato 3 dicembre: Tordi, Merli, Usignolo, Pettazzurro, Passero Solitario, Codirossone, Merlo Acquaiolo e Storno. Sabato 10 dicembre: Averle, Corvidi, Rigogolo e Beccofrusone. Sabato 17 dicembre: Silvidi, Balie, Prunellidi, Fringuello Alpino e Zigoli. Per informazioni ed iscrizioni (entro il 26 novembre, fino ad esaurimento dei 30 posti disponibili): Riserva Naturale Regionale Lago di Piano, tel. e fax: 0344-74961; e-mail: riservalagopiano@ cmalpilepontine.it; sito internet: www. riservalagodipiano.it. (s.fa.) COMUNITA’ MONTANA VALLI DEL LARIO E DEL CERESIO RISERVA NATURALE REGIONALE – SITO DI IMPORTANZA COMUNITARIA IT2020001 - LAGO DI PIANO CORSO DI BASE PER IL RICONOSCIMENTO E L’IDENTIFICAZIONE DEGLI UCCELLI DEL NOSTRO TERRITORIO dalle ore 15.00 alle ore 17.00 alla Casa della Riserva – Via Statale, 117 CARLAZZO Info: Casa della Riserva: tel. 0344/74.961 - e-mail: [email protected] A Mandello Sacro Cuore il Convegno corali per Santa Cecilia, il 19 novembre Uniti per lodare il Signore con il canto C ome ormai da parecchi anni, anche quest’anno nella chiesa Prepositurale del Sacro Cuore di Mandello del Lario la Santa Messa delle 18.30 nella vigilia di Cristo Re dell’Universo il 19 novembre, sarà animata da più cori uniti per “festeggiare” Santa Cecilia, patrona della musica, di cui ricorre la memoria liturgica il 22 novembre. Quest’ anno abbiamo voluto invitare mons. Felice Rainoldi che tutti conosciamo e che ha accettato volentieri di presiedere la Messa. Il significato di questa celebrazione sarà quello di lodare il Signore. Faccio mie le parole del Concilio Vaticano II riguardanti alcuni aspetti della musica sacra e del canto durante la celebrazione, che bene riassumono lo scopo di questa iniziativa: “L’azione liturgica riveste una forma più nobile quando è celebrata in canto. (...) In questa forma di celebrazione, infatti, la preghiera acquista un’espressione più gioiosa. (...) L’unità dei cuori è resa più profonda dall’unità delle voci. Gli animi si innalzano più facilmente alle cose celesti per mezzo dello splendore delle cose Sacre, e tutta la celebrazione prefigura più chiaramente la liturgia che si svolge nella Gerusalemme celeste” (Sacrosanctum Concilium – Istruzione Musicam Sacram – capitolo I paragrafo 5). Più cori significa più metodi di esecuzione e di interpretazione dei vari brani, ma la voglia di stare insieme, ha fatto sì che i direttori e i coristi stessi, si impegnassero il più possibile lasciando in disparte visioni soggettive di esecuzione, dando così anche un grande segno di modestia. Parteciperanno: la corale di Somana; la corale di Lierna; il coro “Voci nel tempo” di Cortenova; il gruppo di Olcio e, ovviamente, la “Schola cantorum” Sacro Cuore. Tengo a sottolineare che la celebrazione liturgica non può mai essere un concerto a cui assistere passivamente; per questo non mancheranno delle parti in cui anche l’assemblea sarà chiamata, come sempre usiamo fare, a dare il proprio contributo canoro. Il compito delle corali infatti non è solo quello di promuovere brani che, ascoltati, inducano l’assemblea riunita a pregare o gioire, ma anche quello di sostenere il popolo stesso e di aiutarlo nelle parti dove è bene che tutti diano il proprio contributo. La Santa Messa sarà in suffragio di 5 amici coristi: Giulio, Attilio, Mariuccia, Nicoletta e Giacinto Desidero ringraziare il signor Prevosto don Pietro Mitta, i direttori e i coristi tutti che hanno accettato di aderire all’iniziativa. Massimo Gilardoni Organista titolare Valli Varesine ■ Comunità Montana Valli del Verbano Contributi regionali per la prevenzione N el settembre 2011 la comunità Montana Valli del Verbano aveva inoltrato alla Regione una richiesta per finanziare la revisione dei piani comunali di protezione civile. In questi giorni la regione Lombardia ha comunicato l’assegnazione dei fondi richiesti. Soddisfatto il presidente Magrini, cosciente dell’importanza che ha per il territorio l’avere piani di emergenza redatti tenendo conto delle nuove situazioni geomorfologiche ed urbanistiche, in modo da poter garantire interventi ed azioni più puntuali ed appropriate in caso di emergenza e calamità. L’Ufficio Tecnico della Comunità Montana sta pianificando il calendario dei lavori per ottemperare a quanto previsto dalla normativa regionale vigente in relazione ai contenuti dei Piani di emergenza. Il lavoro che coinvolgerà gli uffici tecnici comunali, nonché le squadre di protezione civile sarà tanto, ma probabilmente il risul- tato sarà gratificante. A breve – assicura la Comunità Montana - proprio per dare inizio alla collaborazione tra gli enti interessati sarà convocato il primo incontro per definire più nel dettaglio il piano di lavoro. L’obiettivo principale del progetto finanziato è quello di predisporre un unico strumento utile ai fini di Protezione Civile relativo all’intero territorio comunitario, ma anche è quello di procedere all’aggiornamento dei Piani Comunali di Protezione Civile antecedenti il 2007, per questo “Comunità Montana – si legge in una nota all’uopo predisposta - auspica una collaborazione che dia spazio ad una logica di compartecipazione e sinergia tra i Comuni e l’ente montano che portino a breve a definire obiettivi comuni quali la prevenzione del rischio e l’organizzazione efficace e tempestiva dei soccorsi in caso di emergenza”. A.C. Continuano a Gemonio gli incontri sul tema educativo La “Cometa”, accogliere per educare I l gruppo “Il Cerchio” e l’Oratorio di Gemonio proseguono gli incontri di taglio educativo e presentando un’esperienza di vita, di famiglia e di scuola. Venerdì 18 novembre alle ore 21.00 nella sala dell’oratorio ci sarà l’incontro “Accogliere per educare: un metodo per diventare grandi!”, durante il quale verrà presentata una realtà di accoglienza, di affido familiare e di formazione professionale che può dare indicazioni per accompagnare Brenta i nostri figli e i nostri giovani. A presentare quest’esperienza ci saranno i rappresentanti e gli operatori del gruppo Cometa, una realtà educativa che si trova a Como e che ha una storia ed un’esperienza lunga ormai 25 anni. La base del metodo di Cometa consiste nel proporre e sviluppare la normale dimensione della famiglia come un insieme di relazioni stabili e costruttive che introducono, nella condivisione della vita quotidiana, alla conoscenza e all’impegno con la realtà. Dalla passione educativa di Cometa, senza alcuna pianificazione né strategia, si sono sviluppate negli anni una serie di attività che intendono rispondere alle esigenze di un numero sempre crescente di bambini e ragazzi, e che si articolano in: servizi di affido diurno e residenziale e pronto intervento in comunità familiare; centro di aiuto allo studio e servizi di orientamento; sportello legale, counseling e mediazione familiare; formazione professionale e percorsi di contrasto alla dispersione scolastica; attività sportive ed estive; accompagnamento al lavoro; corsi di formazione per adulti occupati, inoccupati e disoccupati. Alla serata saranno presenti persone che vivono da protagonisti queste attività. Tra queste anche una gemoniese: “E’ da sei anni che lavoro in un posto speciale, che ti costringe a cambiare ogni giorno e a metterti in gioco in ogni istante. E’ una scuola, è vero, ma nasce da una realtà di accoglienza familiare. Il principio su cui si fonda questa scuola, aperta al territorio e che si amplia sempre più, è “Accogliere per educare”. Quindi ognuno di quei ragazzi deve essere accolto in modo unico, come è unico, irripetibile ed eterno ogni essere umano. Nell’operatività di ogni giorno questo significa preparare progetti personalizzati, incontrarlo là dov’è lui con tutta la sua storia (spesso assai drammatica), la sua paura (tramutata in devianza per buona parte di loro) e il suo desiderio di essere felice che, anche se nascosto, è insito nel cuore di ognuno di noi!” PINUCCIA BONDINI Per sostenere il Cav del Medio Verbano Canonica I giovani dell’oratorio in scena con “Rebus” A Besozzo va in scena il “teatro per la vita” Una serata per parlare della R.D. del Congo I giovani dell’oratorio e il coro parrocchiale di Brenta propongono alle ore 21.00 di domenica 20 novembre, presso la struttura del Parco Pubblico del paese, il Recital: “Rebus”, uno spettacolo interamente ideato dai giovani della parrocchia nel quale musica, teatro, ballo ed energia si fondono per dare vita ad un recital che porta in sé un grande messaggio tutto da scoprire, legato alla storia di 5 ragazzi che confrontandosi in una situazione di crisi, arrivano a scoprire la bellezza di un Dio che ci accompagna nella vita quotidiana. Per assistere allo spettacolo è necessario prenotarsi al n. 320/6267058 o sul sito http://oratoriobrenta. Sabato 19 novembre, alle ore 21.00, presso il Teatro Duse di Besozzo, la Compagnia teatrale “Attori per caso” di Masnago metterà in scena la commedia “L’eredità” di Raffaele Caianiello. L’ingresso è a offerta per sostenere il Centro di Aiuto alla Vita del Medio Verbano onlus, che ha sede a Laveno Mombello. Da quasi trent’anni questo Centro aiuta le mamme sole e le famiglie in difficoltà, prima e dopo la nascita del bimbo, perché la vita umana sia accolta fin dal grembo materno e accompagnata nella sua crescita. Tutto si basa sul volontariato, generoso e costante, sulla collaborazione con i servizi sociali e con le altre associazioni di solidarietà, sulla generosità di singoli e di gruppi. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo i bisogni aumentano e le risorse economiche diminuiscono. Lo spettacolo teatrale viene, quindi, proposto per contribuire a sostenere le spese e aiutare meglio le persone. Per questo tutti sono invitati allo spettacolo benefico, offerto da una Compagnia consolidata, garanzia di divertimento per tutte le età. (p.b.) Alle 19.00 di sabato 19 novembre, è programmata all’oratorio di Canonica una cena povera a cui seguirà un incontro con la testimonianza di Luca Galbiati, che parlerà della sua esperienza di collaborazione avvenuta nel 2010 con un progetto AVSI in Africa, nel Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Una regione segnata, da almeno un decennio, prima dalla guerra e poi dall’instabilità Politica. Un incontro che avviene a pochi giorni dalle elezioni nel Paese, fissate per la fine di novembre. Sabato, 19 novembre 2011 27 Notizie flash ■ Visita pastorale La pre-visita il 22 novembre a Canonica Martedì 22 novembre alle ore 21.00 a Canonica il vicario episcopale mons. Italo Mazzoni e l’economo diocesano mons. Marco Mangiacasale incontreranno la comunità apostolica (cioè tutti coloro che hanno un qualsiasi impegno nelle singole parrocchie) della Comunità Pastorale San Martino che raggruppa i paesi di Cuveglio, Rancio, Duno, Ferrera e Cassano, in previsione della visita pastorale che a partire da gennaio si compirà nel vicariato di Canonica. ■ Cittiglio Un incontro su San Luigi Guanella Venerdì 18 novembre all’oratorio di Cittiglio è programmata la conferenza: “Don Luigi Guanella: un prete santo” voluta per presentare ed illustrare la figura, le opere e la santità di questo nuovo santo della Chiesa. Relatore dell’incontro sarà il prof. Sergio Todeschini di Brenta. ■ Caravate Un incontro sulla salubrità dell’aria La questione è venuta a galla lo scorso anno quando si è diffusa la notizia che la cementeria Colacem di Caravate aveva avviato la procedura per ottenere l’autorizzazione a bruciare il CDR, cioè il materiale sminuzzato proveniente dalla frazione secca dei rifiuti. Alla notizia la popolazione della zona si è allarmata e ben presto si è costituito il Comitato Ambiente Verbano per approfondire seriamente il problema e affrontare, più in generale, il problema ambientale nel Medio Verbano. Per fare il punto sulla situazione e per informare la popolazione il comitato ha organizzato per le ore 14.30 di sabato 19 novembre presso l’istituto Galileo Galilei di Laveno Mombello il convegno “Che aria tira? – bruciare rifiuti nella cementeria, parliamone insieme”. Il convegno sarà preceduto dallo spettacolo teatrale “Il fosso della vergogna” (di Franco Zaffanella), proposto dalla compagnia I Cuccioli. Alle ore 16.00, prenderanno, invece, la parola i relatori invitati, tra loro anche Maria Teresa Cazzaniga, direttrice ARPA Varese. Ulteriori informazioni sul sito del comitato: www.comitatoambienteverbano.org A.C. Orino “I Ropp di noster vecc” L’amministrazione comunale di Orino ha invitato con un appello i propri cittadini, i tanti villeggianti che ancora frequentano il paese, ma anche tutti coloro che siano interessati, a donare o a dare in comodato al comune “quegli oggetti antichi e/o storici, quelle cose “vecchie” (“i ropp di noster vecc“) oggi non più usate ma che – afferma il sindaco Cesare Moia in un suo scritto – sono espressione della tradizione e della cultura, testimoni di una identità e di una storia che non deve solo essere conservata, ma soprattutto tramandata”. Per questo è in distribuzione in municipio un apposito modulo che permette di segnalare gli oggetti da donare coll’intento di dare vita in futuro ad un piccolo museo in paese, testimone del tempo che fu. Sondrio Cronaca 28 Sabato, 19 novembre 2011 Notizie flash ■ Sondrio La fede nell’arte: incontro con don Straffi Martedì 29 novembre, nella sala del Cinema Excelsior alle ore 21, il Vicariato di Sondrio propone l’incontro La fede nell’arte: L’Immacolata Concezione. La serata vedrà come relatore don Andrea Straffi e sarà aperta a tutti i vicariati della provincia. ■ Ponte in V.na Un incontro per famiglie ed educatori Il Vicariato di Tresivio propone un incontro per famiglie ed educatori il prossimo mercoledì 23 novembre, alle ore 20.45, al Teatro Cine Vittoria di Ponte in Valtellina. «Educare alla vita buona del Vangelo, in famiglia, nella scuola è ancora possibile e come?» il tema dell’incontro cui interverranno don Attilio Bianchi, vice-direttore dell’Ufficio Scolastico diocesano, Rocco Cannizzaro, docente di liceo, Mariangela Cederna, psicopedagogista, e Paola Zenobi, docente di scuola secondaria di I grado. ■ Sondrio Un ciclo di incontri sulla viticoltura Nell’ambito del Progetto “La montagna forma e informa” finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale, il Centro Interdipartimentale Ge.S.Di.Mont, in collaborazione con la Fondazione Fojanini a Sondrio, organizza un ciclo d’incontri sulla Viticoltura. Lunedì 21 novembre si parlerà del futuro e delle prospettive della viticoltura valtellinese – evoluzione della viticoltura: selezione massale e clonale, la gestione del vigneto. Docenti: Graziano Murada e Nello Bongiolatti. Secondo appuntamento mercoledì 23 novembre, quando si parlerà di potatura della vite e gestione del verde con presentazione delle prove sperimentali sulla sfogliatura. Docenti: Martino Salvetti e Mattia Franzina. Venerdì 25 novembre l’argomento dell’incontro sarà la difesa della vite e la sostenibilità ambientale. Docenti: Graziano Murada e Martino Salvetti. Lunedì 28 novembre, infine, si parlerà di vendemmia: tempi e metodi della vinificazione del nebbiolo di montagna. Docenti: Andrea Cappelletti e Claudio Introini. Gli incontri, tutti con inizio alle ore 8.30, si svolgeranno a Sondrio presso la sede della Fondazione Fojanini in via Valeriana 32. La partecipazione al ciclo è gratuita ed aperta a tutti gli interessati, in particolare ad imprenditori agricoli, coadiuvanti o salariati agricoli. S CDO: Incontro col nuovo direttore età Solidari Sabato 26 novembre torna l’iniziativa su tutto il territorio nazionale, con l’impegno di oltre 120 mila volontari La Giornata della Colletta Alimentare in provincia S abato 26 novembre su tutto il territorio nazionale torna la Giornata della Colletta Alimentare con più di 120 mila volontari della Fondazione Banco Alimentare che, in oltre 8.600 supermercati, inviteranno a donare alimenti a lunga conservazione che saranno distribuiti a più di 8 mila strutture caritative (mense per i poveri, comunità per minori, Tra le novità di quest’anno la partecipazione dei giovani di tutti gli oratori di Sondrio banchi di solidarietà, centri d’accoglienza, ecc.) per aiutare 1 milione e 400 mila persone povere. Le donazioni della Giornata Nazionale integreranno quanto la Rete Banco Alimentare raccoglie quotidianamente, combattendo lo spreco di cibo: lo scorso anno sono state circa 65 mila le tonnellate di alimenti raccolte e distribuite, pari a oltre 2 mila tir per un valore di 210 milioni di euro. Le ragioni di fondo di questo annuale gesto di carità si ritrovano nelle “dieci righe” di giudizio che anche quest’anno sono state lanciate per la Giornata: «Il momento storico che stiamo vivendo rimane molto delicato e drammatico. I Poveri sono in costante crescita e sono sempre più prossimi a ciascuno di noi. Non manca solo il cibo, manca il lavoro, la casa e soprattutto sembrano venir meno le ragioni per sperare e per questo si è sempre più soli; una solitudine spesso avvertita da chiunque, poveri o ricchi. Cristo, presente ora, colma quella solitudine, risponde a tutte le esigenze del nostro cuore. Per questa esperienza, proponiamo a ognuno la Colletta Alimentare, perché facendo la spesa per chi è nel bisogno, si ridesti tutta la nostra persona, cominciando a vivere arà aperto dal neo direttore Dionigi Gianola (nella foto) l’incontro pubblico di presentazione di servizi e convenzioni organizzato dalla Compagnia delle Opere per giovedì 17 novembre, alle ore 18, nella Sala Botterini di Banca Intesa San Paolo a Sondrio. Dionigi Gianola, succeduto a Paolo Gozzoli alla guida della CdO Como e Sondrio, attualmente è direttore unico per tre sedi della Compagnia all’altezza dei desideri del nostro cuore». Per questi stessi motivi ormai da vari anni anche in provincia si organizza la Giornata della Colletta. Al responsabile locale, Ruggero Sainaghi, abbiamo chiesto cosa lo spinge ogni anno a riproporre tale straordinario evento di solidarietà. «Oltre a condividere in tutto le indicazioni che ci sono date dal Banco – spiega –, dal punto di vista personale la prima ragione è il positivo che sempre vivo partecipando alla Colletta: infatti, ogni volta mi ritrovo con il cuore allargato e contento, ma vedo dilatarsi la pace e la gioia anche in quanti danno un contributo come donatori o volontari e ciò mi rende anche molto libero e audace nella proposta». Che rispondenza trovate nelle persone? «Mi commuove sempre vedere come si avverano le parole sul senso della carità. Questo gesto risponde a un’esigenza costitutiva della persona umana: quello che proponiamo è vero, non perché è cattolico, o proposto dal Banco Alimentare, ma perché è vero per l’uomo. Questo spiega anche perché di anno in anno aumentano i gruppi, le associazioni, le persone che hanno a cuore la proposta. Ad delle Opere (Lecco, Como e Sondrio) con un bacino di circa 2500 associati che potranno fare rete su un territorio allargato a tre ambiti provinciali. La serata del 17 novembre, oltre a dare l’avvio alla direzione di Dionigi Gianola nella provincia di Sondrio, rappresenta un’occasione per conoscere e approfondire alcuni tra i servizi di punta proposti dalla CdO. In questi momenti di mezzo tra crisi e rilancio, le opportunità esempio, quest’anno tutti gli oratori di Sondrio su indicazione dei loro sacerdoti parteciperanno alla Giornata, mentre con gli scout il rapporto è ormai consolidato da anni ed è nata anche una fedeltà da parte di amici lontani dalla nostra esperienza. Sono fatti che non lasciano indifferenti, come l’episodio che mi è appena capitato: un mio collega, che da anni invito e partecipa, quest’anno mi ha risposto con dispiacere di non poter esserci. Due giorni dopo, però, ha telefonato per chiedermi se poteva venire un suo amico che da tempo desiderava partecipare, ma non sapeva a chi rivolgersi». Ci sono novità per quest’anno? «I supermercati e le zone più o meno corrisponderanno a quelli dello scorso anno; ci sarà qualche supermercato in più, come il nuovo Iperal tra Villa di Tirano e Bianzone, o il supermercato vicino alla chiesa della Beata Vergine del Rosario a Sondrio, dove ci hanno chiesto di essere presenti. Una novità per me sta nel fatto che ancor più che in passato l’organizzazione della Giornata passa attraverso un rapporto tra amici, proprio perché desideriamo che all’origine ci sia un’amicizia creativa. È questa la proposta con cui vogliamo raggiungere tutti. Pensate di raccogliere di CdO rappresentano una risposta concreta e diretta alle esigenze degli imprenditori. In particolare, nell’occasione, si parlerà di risparmi sui premi Inail versati. CdO ha in essere una convenzione con un partner volto ad ottenere lo sconto sui contributi Inail versati nell’anno 2012, da un minimo del 7%, per aziende con più di 500 dipendenti, ad un massimo del 30% per tutte le altre. Altro argomento il servizio anche quest’anno più dell’anno precedente come vi è sempre riuscito? «Non saprei dire. Lo scorso anno siamo cresciuti, grazie soprattutto al maggior numero di supermercati presidiati, però ora le difficoltà sono oggettive e quindi può capitare di registrare dei cali nei singoli supermercati e, quindi, non so prevedere. Sarebbe la prima volta che succede di raccogliere di meno, però siamo molto liberi, perché siamo certi che tutto è dono della Grazia». Ricordiamo che si possono donare olio, omogeneizzati, alimenti per l’infanzia, tonno e carne in scatola, legumi in scatola, pelati e sughi e che prima di acquistarli si deve controllare che la data di scadenza non sia vicina. L’evento gode dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e del Patrocinio del Segretariato Sociale della Rai e che a renderlo possibile in tutta Italia è la partecipazione di decine di migliaia di volontari dell’Associazione Nazionale Alpini, della Società San Vincenzo De Paoli e del Movimento di Comunione e Liberazione. Con modalità diverse contribuiscono a sostenere l’iniziativa la Fondazione Cariplo, Banca Intesa San Paolo, Banca Prossima, Coca Cola, Sky, Radio 101, Comieco e Poste Italiane. PIERANGELO MELGARA finanziario - factoring: dalla convenzione Bancaria per il risparmio al PMI Tutoring per l’accompagnamento in Banca. Oggi grande interesse è dedicato allo strumento finanziario del Factoring. Infine si parlerà di finanza agevolata. Da sempre CdO, attraverso Partner qualificati, informa e accompagna nella ricerca dei Bandi ed Incentivi Finanziari più appropriati per le esigenze delle aziende. Valchiavenna Sabato, 19 novembre 2011 29 Verceia. Lo speciale incontro della Comunità con don Valentino Salvoldi L unedì 31 ottobre come comunità di Verceia abbiamo avuto l’occasione (grazie all’amicizia con il nostro parroco don Gianni) di incontrare don Valentino Salvoldi. Don Valentino è un prete della diocesi di Bergamo che dopo aver insegnato filosofia e teologia morale all’Accademia alfonsiana di Roma e in varie facoltà teologiche dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia, è da alcuni anni incaricato della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli per la formazione del clero delle giovani Chiese soprattutto dell’Africa e dell’Asia. Tema dell’incontro è stato quello di aiutarci a riflettere su come la morte entra nella vita dell’uomo non come qualcosa di assurdo o paradossale, sia il pianto del bambino sia l’ultima lacrima del moribondo sono salutati come inizio di vita. “Spesso e volentieri - ha spiegato -, anche noi cristiani, abbiamo nei confronti della morte un atteggiamento ateo per cui la morte assume esclusivamente un valore negativo e assurdo; la morte non è, come spesso la si immagina, uno scheletro vestito di nero, ma una sposa vestita di bianco che non ci strappa dalla scena di questo mondo, ma ci tende le braccia per introdurci nel trionfo dell’amore, per offrirci le nozze con l’Eterno. La morte e il dolore non possono e non devono essere cacciati dalla nostra vita, prima o poi li incontriamo, abbiamo a che fare con loro e spesso ci vuole tempo, lunghi tempi, ma è proprio sui lunghi tempi che Dio agisce”. Belle parole, ma poi.... ma poi quanto don Valentino ci ha raccontato non nasce da un ragionamento, non nasce esclusivamente dai libri, ma dalla sua vita. Soprattutto dalla sua esperienza familiare quando ancora seminarista perse la sorella Elisa di soli 26 anni mentre dava alla luce il suo secondogenito. “Di notte per tanto tempo, da solo ritornavo al cimitero, a ✎ Parole giovani D Ama adesso La parrocchia si è ritrovata a riflettere sul senso cristiano della morte, con un ospite d’eccezione piangere con la testa fra le sbarre del cancello che era sempre chiuso. Ma perché si chiudono i cancelli dei cimiteri di notte? Perché impedirci di andare a parlare coi nostri morti, seduti sulla loro tomba? Una notte, senza che io possa spiegare come avvenne, il mio pianto si mutò da grido di dolore in invocazione di ricerca di un significato al mio soffrire, mentre in me affioravano le parole del Magnificat: L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore... Abbatte i potenti ed esalta gli umili. Manda via i ricchi a mani vuote, e riempie di beni gli affamati... Si ricorda della sua misericordia. All’inizio cercavo di rimuovere da me questo canto della Vergine Madre. Ma esso risuonava, in forma martellante nel mio spirito. Mi abbandonai alla tentazione di pensare alle parole del Magnificat: tutto d’un tratto mi si rivelarono con una profondità e bellezza mai prima sperimentate. Ripeto: non so quello che mi è capitato. Ma in quel momento percepii Dio non come colui che dall’alto del suo cielo lascia che gli uomini continuino a soffrire: lo vidi farsi uomo, per prendere sulle sue spalle il male del mondo. Intuii che dovevo smettere di crearmi problemi, rimanendo chiuso nella contemplazione del mio dolore. Ero chiamato ad abbandonarmi a Dio, a fidarmi, a diventare sacerdote e ad esercitare il mio ministero nei paesi impoveriti, per essere più vicino agli «ultimi», agli esclusi, agli emarginati. Capii che dovevo diventare l’uomo che si lascia commuovere per il male del mondo, il buon samaritano che non passa oltre chi ha una ferita nel proprio corpo o nel profondo dello spirito”. Nel dolore, nell’ora della morte si può fare esperienza di Dio, lo si può incontrare anche lì e da allora in poi don Valentino Dio lo ha incontrato, nella fatica e sofferenza umana, tante altre volte. Quanto scritto fin’ora potrebbe indurci a pensare che don Valentino sia un uomo, un prete triste, serioso, invece no; ci siamo trovati a che fare con un bergamasco doc, con un uomo dalla cui parola si intuisce il suo amore per la vita, con un prete che ha incontrato Cristo e si è lasciato rapire dal suo amore al punto da affermare con speranza certa che: “Non si muore, si nasce due volte. Una tomba è troppo piccola per contenere il mio amore. Risorgerò” all’incontro con don Valentino sono emerse alcune problematiche sulla fede, riscontrabili nella società del giorno d’oggi. I giovani, sempre più spesso, tendono a dimenticare Dio e questo a causa anche di una società che li influenza negativamente lanciando “mode” che guidano la gioventù verso una cultura ateista. L’ateismo è una corrente secondo la quale un individuo non crede in niente; ma, secondo quello che don Valentino sostiene, ogni persona è alla ricerca di un proprio “dio”. La conseguenza è che molti giovani tendono a svalutarsi credendo che la vita sia vana, mentre grazie a Dio si può prendere fiducia in se stessi. Il sacerdote ci ha parlato anche della morte come del momento in cui la fede ci concede il dono di soffrire con moderazione e anziché disperarci per la dipartita al cielo di una persona amata, aiuta a ringraziare Dio per il tempo in cui l’abbiamo goduta, proprio come scrive nella sua preghiera “Celebra te stesso”: “Tu meriti di essere celebrato, tu sei unico e irripetibile”; la tua vita è un dono e spetta a te usarlo in modo che dia i suoi frutti. Don Valentino si ritiene un mendicante d’amore, cioè una persona che ha come pensiero fondamentale il dare e ricevere amore sentendo la presenza di Dio. Questo suo modo di intendere la vita nasce dalle sue esperienze in giro per il mondo; esperienze spesso di sofferenza presenti ancora nel XXI secolo, che colpiscono maggiormente i più piccoli. Ci ha raccontato di un bambino che ogni giorno chiedeva a sua madre “oggi si mangia?!”, ma la madre purtroppo di rado riusciva a procurarsi il cibo; di come i bambini sono costretti a mangiare quello che trovano per strada, a volte scaricato dai camion dell’immondizia e alcuni giorni non mangiano. E poi la triste storia di Kainde e sua madre. Kainde, un piccolo bambino nigeriano denutrito che un giorno, ormai in fin di vita, viene portato dalla madre in ospedale. Don Valentino tentò in tutti i modi di salvarlo, ma non gli fu possibile, e si rattristò molto per l’accaduto. La madre allora gli sussurrò: “Padre non soffrire per me: Kainde mi ha dato la sua porzione di gioia”. O quando nel Malawi, una donna che stava seppellendo la sua creatura, gettando la rossa terra su quel corpicino alla domanda di don Valentino: “Mamma, dimmi come fai?” gli rispose: “Mulungu alipo”. “Dio c’è”. Don Valentino di realtà del genere ne ha incontrate tante, ma sempre ha avuto la possibilità di sentire intonare un inno alla fede che rende bello il vivere e meno tragico il morire. Nel continente africano, ancora oggi, muoiono di fame circa quaranta bambini al minuto. Noi siamo rimasti colpiti da questo e ci chiediamo come il mondo possa andare avanti lasciando nell’indifferenza queste persone e le loro storie. Questo dovrebbe far riflettere tutti sul proprio concetto di fede per cercare Dio a fondo nella propria esistenza vivendo con intensità e serenità la propria “vita” e non aspettare la morte per esprimere con le lacrime “Ti amo”, ma ama adesso. i ragazzi di Verceia Curiosità. Un polacco a Chiavenna sulle tracce del progettista della basilica di Lezajsk Chi era Antonio Pelatini? Da Piuro alla Polonia A ntonio Pelatini, o Pelacini. Chi era costui? Per vedere l’antico ricco borgo di Piuro dove nacque (verso il 1580), tre ricercatori sono venuti appositamente da Lezajsk, moderna cittadina di quindicimila abitanti nella Polonia sud-orientale, dominata dalla grande basilica dedicata all’Annunciazione, che nella storia dell’architettura della regione ha assunto particolare importanza perché fu presa a modello per varie altre chiese. L’architetto che la progettò, nel secondo decennio del XVII secolo, fu appunto Antonio Pelatini “da Plur, località al confine italosvizzero, dove nacque e studiò”, come dicono gli studiosi di storia dell’arte di quelle regioni polacche. Di lui non si è mai saputo nulla, né in Valchiavenna, né nell’ampia vallata del San, affluente della Vistola. Ma per dare luce alla sua figura, non vuole lasciare nulla di intentato il dottor Stanislaw Klosowski, che insieme a due collaboratori, nella giornata di venerdì 11 novembre ha incontrato Gianni Lisigno- li, presidente dell’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro, per prendere contatto diretto con i luoghi di origine del Pelatini (probabilmente Pelazzini) e ipotizzare possibili ricerche di approfondimento. Probabilmente, infatti, si tratta di una prima indicazione che potrà fare più ampia luce sull’emigrazione che nel Cinque, Sei e Settecento dalla Valchiavenna portò nei paesi di lingua e cultura tedesche e slave non solo ricchi commercianti, ma anche valenti professionisti. Sono conosciuti, in proposito, i casi di architetti in Baviera, di musicisti in Boemia, o di insegnanti e studiosi di testi sacri in Polonia; tra i commercianti non mancò chi si facesse imprenditore, ancora in Polonia, o assumesse alte cariche politiche, come quel Pedroni di Campedello diventato consigliere del re di Boemia e senatore nella città di Praga. Il dr. Klosowski, che esercita la professione del restauratore, ha annotato tutto con cura, fotografando e registrando colloqui, osservando con attenzione i rilievi del battistero di Chiavenna e la pianeta donata verso il 1580 dalla famiglia Lumaga alla chiesa di San Cassiano in Piuro, conservata presso il Museo del Tesoro, ammirato delle pitture nella chiesa di Prosto, curioso degli affreschi a Santa Croce (in ambedue le chiese medievali), stupefatto della ricchezza delle decorazioni a Palazzo Vertemate. E, al momento del commiato, ai responsabili dell’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro ha ribadito il suo proposito: completare lo studio in corso sulle chiese barocche della Polonia meridionale ispirate al modello del nostro Pelatini, non prima di aver ripreso la documentazione giacente negli archivi polacchi sugli immigrati dal chiavennasco e non prima di essere ritornato di nuovo tra di noi. La prospettiva di un insperato approfondimento del tema degli scambi commerciali e culturali tra la Valchiavenna e la Polonia del Cinque e Seicento è appena aperta. m.b. Sondrio Cultura 30 Sabato, 19 novembre 2011 Notizie flash ■ Bandi «In confidenza col sacro. Statue vestite al centro delle Alpi» Il Bim premia le ricerche sull’acqua Il Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano dell’Adda il settembre scorso ha lanciato due bandi per premiare e valorizzare il talento e l’impegno dei giovani studenti e sportivi della Provincia di Sondrio. I bandi sono ancora aperti ma scadranno a breve, il 30 novembre. Per i residenti nella Provincia di Sondrio che, nell’Anno Accademico 2010/2011, frequentano un Dottorato di Ricerca Scientifica sull’acqua o sull’energia elettrica nell’ottica dell’innovazione ambientale e che al 31 dicembre 2011 non hanno ancora compiuto 30 anni, sono messe a disposizione 5 borse di studio da 2000 euro ciascuna. Per i residenti nella Provincia di Sondrio frequentanti la scuola, dalle superiori in giù, che praticano sport a livello professionale o dilettantistico e che al 31 dicembre 2011 non hanno ancora compiuto 20 anni, sono previsti 10 assegni da 1000 euro ciascuno. Chi è interessato trova i testi dei bandi sul sito www.bimadda.it e può recapitare le domande di ammissione direttamente al Consorzio nella sede di Sondrio (Via Lungo Mallero Diaz, 18). Il Presidente del BIM nominerà le due commissioni giudicanti, composte da un membro del comitato esecutivo, da un tecnico del BIM e da esperti nel settore. La nomina dei vincitori avverrà nel prossimo mese di dicembre. Lu. S. Pubblicato il volume sulle statue vestite L a Fondazione – Centro studi “Nicolò Rusca”, il Gruppo Credito Valtellinese e il MVSA Museo Valtellinese di Storia e Arte – Comune di Sondrio promuovono un ambizioso progetto, dal titolo “In confidenza col sacro. Statue vestite al centro delle Alpi”, riguardante la tradizione, antichissima, di vestire le statue, in particolare nelle vallate al centro dell’arco alpino tra l’Alta Lombardia e la Svizzera meridionale, con uno sguardo aperto ai territori limitrofi, lombardi e non solo. Le statue vestite, in stragrande maggioranza simulacri della Madonna, hanno il corpo in legno o in altri materiali “poveri”, i volti modellati in modo naturalistico e gli arti generalmente snodabili. Vestite con biancheria intima, corpetti e preziosi abiti, gioielli e corone, costituiscono un patrimonio di fede, prima ancora che d’arte, amato in tutto il mondo cattolico, dall’Europa all’America Latina. Portate in processione, ospitate sugli altari, venerate dalle confraternite, testimoniano di un sacro “familiare”: simile e prossimo ai suoi fedeli. Il progetto comprende una mostra, curata da Francesca Bormetti, che sarà allestita dal 10 dicembre 2011 al 26 febbraio 2012 a Sondrio, nella doppia sede espositiva della Galleria Credito Valtellinese e del MVSA, con una ventina di statue, corredi tessili, gioielli. Accompagna la mostra un volume di studi (496 pagine), corredato da un ricco apparato fotografico, che documenta il lavoro di ricerca multidisciplinare di un gruppo di autorevoli studiosi, locali e non, coordinato dalla stessa dr.ssa Francesca Bormetti. Il volume comprende, inoltre, una dettagliata scheda storico-artistica per ognuno dei manufatti rintracciati in ben 90 parrocchie di Valtellina e Valchiavenna. Un risultato frutto di accurate indagini sul territorio e pazienti affondi negli archivi, oltre che dell’apporto specifico di discipline quali storia della Chiesa, antropologia, storia del tessuto e della moda, storia dell’arte e storia della fotografia. È possibile prenotare il volume al prezzo speciale di euro 37 (prezzo di copertina euro 50) entro il 30 novembre, facendone richiesta al Museo Valtellinese di Storia e Arte, in Via M. Quadrio 27 a Sondrio. ■ Sondrio “Maestri di strada”: la scuola per gli esclusi All’oratorio di Delebio L’Associazione Quarto di Luna, la Fondazione Melazzini e l’Associazione Spartiacque promuovono l’incontro dal titolo “Maestri di Strada. Una scelta radicale di insegnamento”, per presentare il libro di Carla Melazzini “Insegnare al principe di Danimarca”. L’incontro, aperto al pubblico, si terrà venerdì 18 novembre, alle ore 17.30, a Sondrio, presso la Sala polifunzionale “Arturo Succetti”, in Largo dell’Artigianato 1. Interverrà Cesare Moreno, curatore del libro e Direttore del Progetto Chance di Napoli per il recupero dei minori esclusi dalla scuola. “Insegnare al principe di Danimarca” raccoglie alcuni scritti di Carla Melazzini, insegnante, di origine valtellinese, che si è dedicata, nel corso della sua vita, al lavoro di educativa di strada e all’insegnamento a Napoli, in particolare nei quartieri più difficili della città partenopea. Fotografie in mostra Q ■ Sondrio Sabato 26 incontro di A dança da Vida Onlus L’Associazione Sondrio - São Mateus: A dança da Vida Onlus, invita ad un incontro che si svolgerà il prossimo sabato 26 novembre, alle ore 18, nel salone dell’Oratorio del Sacro Cuore di Sondrio. Nell’occasione verrà fornito un ragguaglio sull’andamento delle iniziative e degli interventi in atto a São Mateus, vi sarà una breve relazione dell’esperienza vissuta dai membri del gruppo che hanno effettuato il viaggio in Brasile e sarà presentato il calendario Educar para vencer 2012 con foto di uno dei giovani fruitori delle borse di studio. Seguirà una cena (contributo a partire da 15 euro per gli alti e 10 euro per i bambini) per cui è necessario prenotarsi, telefonando a Maria (0342515409, 338-8450507) entro mercoledì 23. uando la fotografia riproduce fedelmente la visione del paesaggio e dell’habitat in cui vivono un’infinità di specie di flora e di fauna catturandone col mirino i particolari, fa scoprire anche il sentimento d’amore di chi l’ha scattata. Tra gli appassionati della fotografia anche don Amedeo Folladori, parroco di Delebio e di Andalo Valtellino, esperto naturalista e fotografo dilettante e Clelia Dell’Oca, fotografa dilettante che, insieme presentano una mostra fotografica – aperta presso l’Oratorio “Giovanni Paolo II” di Delebio dal 12 al 19 novembre – che vede esposti oltre cinquecento scatti di fotografie in cui sono raffigurate diverse specie di flora e fauna presenti nel territorio dalla Val Lesina sino al Monte Legnone. L’interessante esposizione ha suscitato un particolare interesse nei visitatori che si sono soffermati ad ammirare i meravigliosi quadri raffiguranti centinaia di specie naturali presenti in questo meraviglioso habitat montano. Don Amedeo, un sacerdote appassionato fotografo, dal suo arrivo a Delebio, nell’anno 2004, ha ancor di più rafforzato questa sua sintonia con la fotografia, sviluppando interesse e amore per la montagna. Questa sua passione è stata aiutata anche dagli studi sulla natura che gli hanno permesso di acquisire la qualifica di Guardia ecologica volontaria. Da esperto naturalista, ha voluto condividere questa sua attenzione alla natura, con ragazzi e giovani facendo nascere il gruppo G.E.N.D. (Gruppo Ecologico Naturalistico Delebio) di cui è l’assistente spirituale. L’esposizione fotografica è frutto di questo suo amore per la natura. La mostra assume un Esposti questa settimana oltre cinquecento scatti fotografici in cui sono raffigurate diverse specie di flora e fauna particolare interesse culturale per il visitatore che può scoprire, attraverso la bellezza delle immagini, quel meraviglioso mondo della natura e le sue specie di flora e fauna. Il fascino dei colori e dei particolari che arricchiscono il territorio montano è, per don Amedeo, espressione a Lode e gloria di Dio Creatore. L’esposizione fotografica è dedicata alla memoria di Remo Mossini di Ardenno, esperto naturalista e la cui vocazione è stata trasmessa in incontri culturali, al gruppo GEND di Delebio. Clelia Dell’Oca nutre la medesima passione per la fotografia e per l’ambiente montano della Val Lesina ove trascorre gran parte del suo tempo estivo, ha dedicato la sua fotografia a diverse specie di fauna presente che vive in questo territorio. GABRIELE CORGATELLI Tirano Cronaca ● Presenti sette gruppi dalla Provincia, due da Morbegno ● Evento diocesano con tre gruppi presenti anche dal comasco Sabato, 19 novembre 2011 31 ● Immagine del fascino discreto della devozione popolare In Santuario l’annuale raduno delle confraternite S i è svolto la scorsa domenica 13 novembre a Tirano, nella cornice della Basilica dell’Apparizione, l’annuale raduno diocesano delle confraternite. Erano rappresentate le confraternite valtellinesi di Ardenno, Buglio in Monte, Grosio, Morbegno San Pietro, Morbegno Beata Vergine Assunta, Primolo, Traona e quella di Tirano che ha aperto il corteo; dal Comasco: Uggiate Trèvano, Camnago-Faloppio, Gironico e Poschiavo dalla vicina Svizzera. Belli nei loro tradizionali camici rossi o bianchi con la mantellina rossa; comunque apprezzabili per la testimonianza interiore, ma certo meno visibili, i superstiti dei sodalizi che in nome di una illusoria modernizzazione intellettualistica sostituirono l’abito storico con un insignificante mantello bordeaux. Testimoni tutti di un unico impegno nella Chiesa si sono dati convegno nella basilica dell’Apparizione della Beata Vergine di Tirano, patrona della Valtellina, per pregare insieme, in un ideale pellegrinaggio alla casa comune. Chi li ha visti sfilare dalla sala Beato Mario alla basilica non ha potuto sottrarsi al fascino discreto di una devozione autenticamente popolare, radicata nella tradizione di un popolo e nella sua cultura profonda. Ancora una volta il santuario si è rivelato nella sua capacità di rappresentare in ambito religioso, pur senza sostituirsi alla Cattedrale diocesana, l’unità sovraparrocchiale in provincia, e in termini civili quella di costituire il massimo luogo di identificazione collettiva, storica e culturale. Nella mattinata la processione e l’intero gruppo dei membri delle confraternite presenti a tirano nei tradizionali abiti bianchi o rossi, oppure con le più recenti mantelle ASSOCIAZIONI. Iniziativa di “Sconfinando” e “Legambiente” Un Gruppo di Acquisto Solidale anche a Tirano D a diversi anni, ormai in tutta Italia, gruppi di famiglie si organizzano in associazioni per acquistare in maniera consapevole e solidale generi alimentari, prodotti per la casa, vestiario, carta e altro ancora. Si tratta dei Gruppi di Acquisto Solidale, promotori di un modo nuovo e diverso di fare la spesa. Nella Provincia di Sondrio esistono già alcuni GAS: Gas Cambìo di Morbegno e della Bassa Valle, Gastellina nel Sondriese. Appoggiandosi a quest’ultimo, l’Associazione Sconfinando di Tirano, unitamente a Legambiente, si sta operando per crearne uno nel tiranese. Ha, così, organizzato per venerdì 18 novembre una serata di presentazione di queste realtà: verranno illustrate nel dettaglio le caratteristiche dei GAS, come si compongono, come operano, i loro principi e le finalità. Parteciperanno all’incontro un rappresentante di Legambiente e di Gastellina (www. gastellina.org), con i quali sarà possibile interagire direttamente per risolvere dubbi e affrontare questioni più pratiche e specifiche legate alla nostra realtà. La serata, che si svolgerà presso la Biblioteca Civica Arcari alle ore 20.30, è aperta a tutti coloro che si vedono interessati ad esprimere la propria disponibilità o che più semplicemente vogliono conoscere maggiormente da vicino i GAS. Offre poi un’opportunità di confronto e riflessione su forme alternative di fare economia, in un delicato periodo storico-economico come quello attuale. Ma, in breve, cos’è un GAS? «Un gruppo di persone – si legge nel Documento base dei Gruppi di Acquisto Un gruppo di persone che si incontrano per riflettere sui consumi e acquisti in comune Solidale – che decide di incontrarsi per riflettere sui propri consumi e per acquistare prodotti di uso comune, utilizzando come criterio guida il concetto di giustizia e solidarietà, dà vita a un GAS». Essere un GAS significa creare una rete di persone in grado di maturare e di condividere un consumo critico; essere un gruppo, cioè, che si domanda cosa ci sia dietro un determinato bene di consumo e quali siano le conseguenze del suo acquisto, per arrivare a scegliere in autonomia e consapevolezza cosa e da chi comprare. Alla base vi è la creazione di un gruppo di persone che dialoghi e si confronti su come organizzare e strutturare la rete di acquisto, riflettendo su vari aspetti. Il costo dei prodotti, che richiede di ragionare su quanta parte di esso sia dovuta al trasporto e all’imballaggio, con le conseguenze che ne derivano. Le aziende a cui rivolgersi e con cui instaurare rapporti diretti: verrà richiesta un’analisi della produzione per verificare il rispetto dei diritti di chi vi lavora (stipendi, sicurezza…) e dell’ambiente. Vi è, quindi, un’immediata possibilità di controllo del rispetto delle caratteristiche dei prodotti che si vogliono acquistare, promuovendo un aumento della qualità del genere d’acquisto stesso. Si sceglieranno realtà locali o nazionali in grado di fornire prodotti di stagione, meglio ancora se ricavati da produzioni biologiche: le fondamenta di un consumo sostenibile nel tempo. Si concretizza, così, la possibilità di contribuire alla nascita e alla crescita di aziende e cooperative di lavoro che potrebbero avere difficoltà a rimanere attive nel mercato nazionale ed internazionale. Costituendo gruppi in dialogo continuo al loro interno e con le ditte di produzione e di trasporto, si genera un circolo di relazioni in grado di «ricreare un mercato di uomini e non un mercato degli oggetti». I GAS sono una delle tante realtà nazionali nelle quali si sta realizzando una concezione alternativa dell’economia: sono strumenti non solo di risparmio ma soprattutto di solidarietà, generata dall’attuazione di un consumo critico. Rappresentano «Il richiamo ad una vita in cui le relazioni umane e la condivisione con gli amici ed i vicini tornano ad avere importanza primaria; il ritorno ai sapori di una volta; il piacere di mangiare cose buone, che fanno bene, in armonia con gli altri esseri umani e con la natura». Da anni l’Associazione Sconfinando custodisce nel cuore il desiderio di creare un GAS. Riuscirà ora a realizzarlo? LUCIA SCALCO la Messa è stata concelebrata da don Franco Molinari, vice assistente ecclesiastico della Confederazione Nazionale delle Confraternite d’Italia ed Assistente del Priorato Confraternite Arcidiocesi di Genova, e dal rettore del santuario, monsignor Aldo Passerini. Notizie flash ■ Ferrovia retica Offerte autunnali per il Trenino Rosso Per godere dello spettacolo autunnale offerto dal Trenino Rosso del Bernina (patrimonio dell’UNESCO), la Ferrovia Retica propone a singoli viaggiatori o a gruppi uno sconto sul costo del biglietto per le tratte Tirano – St. Moritz e Poschiavo – St. Moritz. Dal 24 ottobre al 4 dicembre, pagando solo l’andata i viaggiatori effettuano anche il viaggio di ritorno; così, a persona, partendo da Tirano la spesa è di 24 euro e partendo da Poschiavo è di 18,20 euro. I bambini fino ai 6 anni non compiuti viaggiano gratis; dai 6 ai 16 anni non compiuti viaggiano a metà prezzo. Dalla promozione sono esclusi i supplementi per la prenotazione obbligatoria, previsti per i treni Bernina Express. Si ricorda che per viaggiare è necessario avere con sé i documenti validi per l’espatrio. Per avere maggiori informazioni è possibile rivolgersi alla biglietteria e all’Ufficio Informazioni Turistiche di Tirano, oppure consultare il sito internet della Ferrovia Retica www.rhb.ch. (Lu.S.) ■ Riconoscimenti Alberto Quadrio Curzio cittadino benemerito In occasione del concerto tenuto dalla banda cittadina tiranese per la festa patronale di San Martino, si è svolta la cerimonia della consegna delle benemerenze civiche. è stato proclamato cittadino benemerito per l’anno 2011 il prof. Alberto Quadrio Curzio, economista di fama internazionale nato a Tirano, «per la costante attenzione riservata alla sua città natale e alla soluzione dei suoi problemi, malgrado gli impegni del suo autorevole magistero universitario e di vicepresidente dell’ Accademia nazionale dei Lincei, che non gli hanno impedito di dedicare tempo ed energie alla promozione economica, culturale ed umana della nostra comunità». 32 Sabato, 19 novembre 2011 Sondrio Cronaca Ponte in Valtellina. Torna la tradizionale iniziativa proposta dall’Associazione Ponte Colombia Onlus Arance e clementine per aiutare la Colombia I L’Associazione L’associazione PonteColombia nasce nel marzo 2006 per volere di alcuni amici accomunati dal profondo legame con il paese latinoamericano. Da diversi anni la comunità di Ponte, grazie a don Battista Rinaldi, si interessa della realtà colombiana svolgendo attività di solidarietà. Chi fosse interessato a collaborare con le attività dell’Associazione, o chi volesse ospitare i volontari per la vendita di arance e clementine anche nella propria parrocchia, basta scrivere una mail a info@ pontecolombia.org e sarà subito contattato. l clima negli ultimi giorni si è fatto decisamente più invernale: tornano le gelate mattutine, le sere cortissime e… le arance di PonteColombia, che da anni sono presenti sui sagrati di molte chiese della Valtellina. Naranja para Colombia è giunta quest’anno alla sua settima edizione ma non ha perso il suo slancio iniziale: anzi, per rispondere a un crescente interesse da parte delle comunità della Provincia di Sondrio si è fatta in tre. Quest’anno i volontari e i simpatizzanti dell’Associazione saranno disponibili durante tre fine settimana. Si comincia il 19 novembre alla Bottega del commercio Equo di Sondrio, poi il 20 a Grosio, Grosotto, Mazzo, Montagna, Sondalo, Stazzona, Tovo e Chiavenna, che segna una prima assoluta dell’iniziativa in Valchiavenna. Domenica 28, invece, sarà la volta di Buglio, Castione, Castionetto, Chiuro, Morbegno, Ponte, Postalesio e Tresivio. Infine la prima domenica di dicembre Ardenno, Berbenno e Albosaggia (sabato sera al Torchione e domenica mattina presso la Parrocchiale di Santa Caterina). La quantità dell’impegno profuso corrisponde all’importanza sociale dell’iniziativa. Il progetto quest’anno sosterrà l’acquisto di una macchina per i volontari del gruppo “Aguapanela” in Colombia. Si tratta di un’iniziativa pensata e realizzata interamente dalla Fundacion ColombiaPonte, il volto latinoamericano dell’associazione valtellinese. Una o due volte la settimana un gruppo di volontari della fondazione, ma anche personale medico e studenti delle facoltà di giurisprudenza e medicina, visita la gente di strada di alcuni dei quartieri più poveri della citta di Popayan, capitale del dipartimento andino del Cauca, per portare dell’agua panela (una bevanda calda a base di un estratto di canna da zucchero) un po’ di pane e, soprattutto, un po’ di vicinanza e conforto ai senzatetto, L’edicola della spiritualità Sondrio Settimana della salute mentale: le iniziative D al 21 al 27 novembre si terranno a Sondrio alcune importanti iniziative, dedicate alle persone con problemi di natura psichica. Lunedì 21 novembre, nella sala «Arturo Succetti» dell’Unione Artigiani di Sondrio, dalle ore 14.30 alle ore 17.30, si svolgerà un convegno dal titolo significativo: «Si può fare»! Avrà infatti come tema il progetto «Lavoro e Psiche» in provincia di Sondrio: un progetto in corso di attuazione dal 2009 in quattro province lombarde e finanziato dalla Fondazione Cariplo con tre milioni di Euro, interamente dedicato all’inserimento delle persone con problemi psichici nel mondo del lavoro. Verrà inoltre illustrata un’indagine sulla percezione sociale delle persone con problemi psichici e verrà infine distribuito un calendario dedicato a questo tema. Giovedì 24 novembre, alle ore 15, presso la sala Vitali di Sondrio, sarà il turno dell’associazione dei familiari «Navicella», che presenterà le sue attività, tra le quali una performance teatrale dal titolo: «Il buio che abbiamo dentro… La forza della fragilità». Chiuderà la settimana la Conferenza territoriale per la salute mentale, che vedrà, al mattino, un convegno con numerose relazioni, in via di definizione, che si propongono di esaminare tutte le problematiche che riguardano questo delicato tema; al pomeriggio si terrà invece una tavola rotonda dal titolo «Dopo la malaombra», dedicata ad un tema del quale in provincia si è già parlato molto: il suicidio. L’argomento, infatti, ci vede coinvolti direttamente, come hanno ricordato i medici Mario Ballantini e Lorella Cecconami, perché, come in tutte le vallate chiuse, il suicidio da noi è più frequente che altrove. Le attività sono state presentate alla stampa in una conferenza, nella quale i direttori generali dell’ASL e dell’Azienda Ospedaliera, Mucci e Gianola, hanno sottolineato come la stretta collaborazione fra i due enti, la Fondazione Cariplo e le associazioni stia dando ottimi risultati. CIRILLO RUFFON Incontro su tutela dei minori e interventi multifamiliari L L e scorse settimane, papa Benedetto XVI, ha annunciato che dall’ottobre 2012 inizierà un “Anno della fede”, per ricordare e far rivivere il Concilio Ecumenico Vaticano II, a cinquant’anni di distanza. Ogni volta che si leggono quei documenti, se ne scopre la contemporaneità. Un modo per proseguire sulla spinta di quegli insegnamenti e tradurli nella quotidianità della vita può essere anche il sussidio che abbiamo chiamato “Edicola della spiritualità”. Si tratta dell’esposizione nella chiesa di San Rocco, di una serie di fogli di tipo formativo che tutti possono ritirare. Eccone una breve presentazione: formazione liturgica (significato della liturgia); formazione biblica (un breve corso semplice per conoscere meglio la Bibbia); formazione culturale (i ragazzi e i nuovi strumenti tecnologici); aspetto devozionale: Maria nella Scrittura e teologia; la rubrica di don Vittorio Chiari (in memoria); pedagogia familiare: educare la responsabilità (è la scheda più ritirata); “portico dei gentili” G. Vattimo e il pensiero debole (in questo mese); Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito (per le famiglie separate cristiane). Penso che questa proposta sia anche un modo di preparazione all’anno della fede di cui si è parlato. Certamente la ricorrenza sarà l’occasione per riscoprire il grande insegnamento del Concilio, la sua novità insieme alle grandi problematiche ecclesiali rimaste aperte per una parziale applicazione alla vita pastorale nelle comunità. L’anno della fede prende avvio dal sinodo ecclesiale che si terrà a Roma nell’ottobre 2012, “La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. Ciò che il Concilio ha consegnato alla Chiesa e il grande risvolto della cultura attuale che alimenta la secolarizzazione penso che siano il terreno di confronto e riflessione. DON FRANCO RUSTIGHINI Rettore della chiesa di San Rocco - Sondrio a violenza familiare è un grave problema che riguarda tutti gli strati sociali, dalle famiglie più ricche alle più povere. I minori che subiscono violenza in famiglia spesso sono soggetti a disturbi psicopatologici di varia gravità, che possono manifestarsi anche in età adulta. Per affrontare il problema, il Marlborough Family Service di Londra ha ideato una particolare “Terapia Multifamiliare”. Finanziato dalla Fondazione Cariplo, si è concluso quest’anno il progetto “Unità Multifamiliare”, che ha consentito di sperimentare questo modello d’intervento nell’ambito del Servizio Tutela Minori di Sondrio. Martedì 22 novembre, dalle ore 14 alle 18, nella sala consiliare di palazzo Pretorio a Sondrio, saranno resi noti i risultati. Verrà anche presentato il nascosti nell’argine dei fossi o nei magazzini semiabbandonati della zona del mercato. Una presenza discreta che non giudica, non conosce distinzioni e offre un piccolo sostegno materiale e un sorriso in modo gratuito alle persone più vulnerabili. Non tutte le famiglie in Colombia hanno un’auto, che resta una caratteristica delle classi sociali medio-alte. Da questo la necessità di acquistare un veicolo per il progetto dell’Aguapanela, che diventerà poi l’auto della Fondazione, a disposizione anche per tutte le altre attività e i progetti che nei vari settori vengono gestiti in Colombia (dal microcredito alle adozioni scolastiche ai progetti sociali ed educativi). L’offerta corrisposta per un sacchetto di arance o di clementine si trasformerà, in una sola parola, in un autentico gesto di carità agli ultimi degli ultimi, la “gente de la calle” dei quartieri periferici di Popayan. MAURIZIO ZUCCHI Mostre ■ Sondrio Un’esposizione dedicata all’architetto Galimberti Viene inaugurata venerdì 18 novembre (e sarà visitabile fino al 15 gennaio 2012) alle ore 18, nelle sale espositive di Palazzo Pretorio a Sondrio, la mostra “Giuseppe Galimberti. Il mestiere dell’architetto - Disegni, Progetti, Scuole, Utopie 1959-2011” curata da Leo Guerra, promossa dal Comune di Sondrio con il patrocinio dell’Ordine degli architetti PPC della provincia di Sondrio. L’esposizione intende porre in evidenza i legami che presiedono la disciplina progettuale, artistica e la metodologia didattica di Giuseppe Galimberti, nato a Sondrio nel 1936, in oltre mezzo secolo di attività. Per farlo, un ruolo predominante sarà affidato alla dimensione del paesaggio e al lavoro culturale che l’autore ha da sempre messo in atto per la sua lettura e la sua comprensione. «Questa mostra viene presentata in un momento nel quale l’intera provincia sembra aver aperto gli occhi sugli esiti dell’utilizzo indiscriminato del territorio – spiega l’assessore alla Cultura, Marina Cotelli –. Il “Galimba” ha intessuto la sua vita professionale sul rispetto dell’ambiente, è promotore della “filosofia verde”. Per l’Amministrazione questa mostra è un motivo di orgoglio, un riconoscimento nei confronti della storia professionale dell’archietto e della sua figura umana e intellettuale». Progetto Europeo Daphne, al quale l’Ufficio di Piano di Sondrio ha aderito, con l’obiettivo di diffondere e formare gli operatori alla Terapia Multifamiliare. Relatori Luca Verri, responsabile dell’Ufficio di Piano, Riccardo Canova, responsabile scientifico, Giovanna Uccello, psicologa, Katiuscia Patalano, assistente sociale, Daniela Sassella, educatrice. MILLY GUALTERONI Sondrio Cronaca Sabato, 19 novembre 2011 33 Sondrio. In occasione del decennale dell’apertura dell’Hospice Siro Mauro si è tenuto un incontro sull’esperienza della perdita e del lutto con l’intervento di due psicologhe Assenza, più acuta presenza N el decennale dell’apertura dell’Hospice Siro Mauro presso la sala Vitali del Credito Valtellinese a Sondrio, organizzato dall’Associazione Gea, di recente si è tenuto l’incontro Assenza, più acuta presenza - L’esperienza della perdita e del lutto oggi, tenuta dalle psicologhe Katri Mingardi e Barbara Silvestri dell’Associazione Siro Mauro per le cure palliative in provincia di Sondrio. In quanto particolarmente idonea ad introdurre l’esperienza del lutto, è stata letta la poesia “Assenza” di Attilio Bertolucci: «Assenza, / Più acuta presenza. / Vago pensier di te / Vaghi ricordi / Turbano l’ora calma / E il dolce sole. / Dolente il petto / Ti porta, / Come una pietra / Leggera». Rispetto al passato, oggi la presenza pubblica della morte è stata rimossa nei segni esteriori ed anche in altri fattori: il lutto esteriore si è ridotto a soli tre giorni; la famiglia nucleare offre minor sostegno e affetto; le certezze della fede sono state abbandonate per confidare nella scienza e nella tecnica. Tutto ciò e altro ancora ha reso la morte un trauma più drammatico e difficile da elaborare. La Silvestri ha proposto dei riferimenti generali al lutto dal punto di vista antropologico e culturale, dal passato più lontano studiato dagli antropologi a quello più recente, quando le condizioni di vita erano ancora tali per cui la precarietà e la vicinanza con la morte erano maggiori, così da spingere a trovare modi efficaci per affrontare le separazioni. Sappiamo che anche in Valtellina la cultura tradizionale prevedeva l’accompagnamento del proprio caro, o di una persona anziana della comunità durante l’agonia; seguivano la diverso da quello precedente». Il “lutto anticipatorio” (Erich Lindemann) è quello che vivono i familiari e la persona malata nell’ultima parte di una lunga malattia, quando ormai la vita volge al termine: è un tempo che può essere vissuto come accompagnamento intenso, in cui il malato e i familiari si parlano, oppure come all’inizio della vita è fondamentale la comunicazione non verbale della presenza e del contatto. In malattie come la demenza senile si comincia a vivere un distacco dalla persona, che non ci appare più com’era prima e un grande peso ha la fatica. La Mingardi ha concluso riportando il pensiero di alcuni psicologi: ad esempio, Giovanni Zapparoli diceva che «Non possiamo guarire la morte, sarebbe un’illusione! Bisogna superare la colpa di essere impotenti di fronte alla morte e alla paura dei morenti ed alla nostra paura Rispetto al passato, oggi la presenza pubblica della morte è stata rimossa nei segni esteriori veglia, la vestizione del defunto e una serie di pratiche con un coinvolgimento a fianco della famiglia. Si attuava tutta una serie di riti di passaggio: il colore nero, o anche il bianco, a indicare il lutto, che si portava da uno a due anni, periodo in cui la persona era legittimata, o addirittura spinta, a rimanere ritirata. «Attraverso modi concreti, che oggi non ci appartengono più, si manteneva un rapporto con i defunti», ha continuato, spiegando che c’erano dei significati condivisi da tutta la comunità e reciprocità di relazione tra vivi e morti, così che l’esperienza della morte veniva vissuta più comunitariamente e come evento naturale. Oggi, invece, la vita, l’amore, la morte sono ambiti in cui prevale la soggettività con sempre meno riti collettivi e, mancando forme nuove di condivisione, nella solitudine la morte suscita un terrore più forte. La Mingardi ha proposto invece un approfondimento più clinico e psicologico, spiegando dapprima il cordoglio (dolore del cuore): esso si riferisce a una manifestazione fisica e rimanda al sentimento che si prova ogni volta che si vive una perdita, magari non dovuta alla morte, ma a momenti difficili, come l’aver dovuto abbandonare i luoghi dove siamo vissuti, l’aver dovuto lasciare amicizie e affetti, il lavoro, l’immagine di noi o degli altri che abbiamo idealizzato, ecc. Il lutto (dal latino lugeo, piangere) invece esprime la perdita definitiva, drammatica, irreparabile. È un’esperienza universale che caratterizza l’essere umano dalle sue origini: il modo e i tempi in cui viene vissuto dipendono dall’epoca, dalle caratteristiche individuali, dall’età del defunto – se la morte è attesa, o invece improvvisa, dal ruolo che occupava nella famiglia – e anche le manifestazioni variano moltissimo da individuo a individuo. «La perdita di una persona cara – ha spiegato – può essere vissuta come un terremoto, che non crea rovine solo in superficie, ma in profondità, infatti rompe l’equilibrio che ci permetteva di andare avanti. Il processo va da un primo momento, in cui il dolore è intenso, a un passaggio in cui si ritrova un equilibrio «La perdita di una persona cara può essere vissuta come un terremoto che rompe l’equilibrio» di non sapere che cosa fare e che cosa dire, cioè ognuno deve fare i conti con i propri limiti anche gli operatori, i medici e gli psicologi. Nobili, invece, ricorda che “nessuno può preparare qualcun altro alla morte; è possibile però “preparare” alla vita e questa preparazione consiste proprio nell’abituarsi a riempire il proprio tempo con comportamenti umanamente validi», perché si può fare tanto stando vicino all’altro, vivendo il presente e dando importanza anche alle piccole cose quotidiane. PIERANGELO MELGARA Sondrio. Nuova iniziativa promossa da Camera di Commercio e Confartigianato Imprese Progetto legno: formazione per l’export L a Camera di Commercio di Sondrio, in collaborazione con Confartigianato Imprese Sondrio, ha avviato il Progetto Legno Svizzera con l’obiettivo di accompagnare nuove imprese verso i mercati esteri e sostenere l’espansione di quelle che già vi operano. L’iniziativa, riservata alle micro, piccole e medie imprese artigiane del settore legno, nella fattispecie arredi e serramenti, di Valtellina e Valchiavenna, è una proposta di formazione e di business transfrontaliero per un comparto specifico, che in provincia ha un’antica tradizione, e verso un Paese confinante, già partner privilegiato negli scambi commerciali. In presenza di condizioni favorevoli legate alla vicinanza e all’organizzazione logistica, in parte anche alla lingua, rimangono alcuni ostacoli che possono essere rappresentati da una scarsa conoscenza del mercato e della legislazione e dalla difficoltà di individuare gli interlocutori più adatti. Per questo motivo, l’Ente camerale ha destinato 60 mila euro, interamente finanziati da Regione Lombardia, e ha predisposto un percorso di formazione, completamente gratuito, finalizzato ad affinare le conoscenze degli imprenditori e dei loro collaboratori con la possibilità di partecipare a una missione imprenditoriale in Svizzera. «La Confederazione Elvetica è il nostro partner storico – sottolinea il presidente Emanuele Bertolini –, un mercato di riferimento per le nostre aziende, ma siamo convinti che ci siano spazi ancora più ampi per le aziende che già vi esportano e, soprattutto, per quelle che non hanno ancora varcato il confine. L’idea di questa iniziativa di formazione nasce dalla convinzione che per poter avere delle chance sui mercati esteri bisogna presentarsi preparati e con le necessarie competenze, oltre che con prodotti o servizi di qualità. La formazione oggi è indispensabile: i nostri imprenditori ne sono consapevoli e sempre di più partecipano alle iniziative che promuoviamo». Gli incontri, della durata di quattro ore ciascuno, avranno cadenza settimanale e verteranno su temi legati ai contratti, al marketing, alla normativa fiscale, alle certificazioni. Le aziende che vi parteciperanno potranno contare su un’assistenza personalizzata di carattere tecnico-giuridico per favorire l’ingresso sul mercato elvetico e avranno l’opportunità di prendere parte a una missione che sarà preceduta da incontri con operatori e professionisti svizzeri. Le aziende interessate devono presentare la domanda di partecipazione al progetto, compilata sull’apposito modello scaricabile dal sito internet www.so.camcom.it, entro venerdì 18 novembre. Per informazioni è possibile rivolgersi all’Ufficio Promozione della Camera di Commercio (tel. 0342527236/203, [email protected]) o consultare il sito internet camerale. Spettacoli 34 Sabato, 19 novembre 2011 Sale della Comunità. Una proposta in preparazione all’incontro delle famiglie con il Papa “Il Filmfamily”, con il cinema verso Milano I l Filmfamily nasce come proposta che completa il cammino di preparazione, composto da 10 catechesi, all’incontro mondiale delle famiglie che si svolgerà a Milano dal 29 maggio al 3 giugno del 2012 sul tema “La famiglia: il lavoro e la festa”. La proposta di 10+1 film sulla famiglia, è rivolta alle sale della comunità perché programmino questi film come completamento delle catechesi. Alcuni di essi sono disponibili anche per proiezione in dvd, pagando i diritti alle case distributrici, per venire incontro alle comunità più piccole e sprovviste di un cinema. Ecco i titoli: Angèle e Tony, di Alix Delaporte. Angèle e Tony: due solitudini che s’incontrano e, in un percorso tortuoso alla scoperta di sé, tra sguardi e silenzi, costruiscono insieme un amore che “salva”. Il ragazzo con la bicicletta di Jean-Pierre e Luc Dardenne. Un dodicenne in cerca di affetto… in sella alla sua bicicletta. Abbandonato dal padre, incontra per caso una donna che si prende cura di lui e gli dà un futuro. La prima stella di Lucien Jean Baptiste. È più facile imparare a sciare o essere un padre responsabile? Durante una vacanza strepitosa Jean-Gabriel, sposato con 3 bambini, accetta entrambe le sfide! In un mondo migliore, di Susanne Bier. Christian ed Elias, due giovani toccati dalla solitudine e dalla fragilità, stringeranno un’intensa amicizia che cambierà la loro esistenza. We want sex, di Nigel Cole. Dalla storia alla Storia: lottando per la parità salariale, 178 donne inglesi dipingono le sfide universali dell’esperienza femminile nel lavoro e in famiglia. La nostra vita di Daniele Lucchetti. Claudio, Samuel, Christian e Vasco: anime fragili che affrontano con sensibilità differenti la prova del dolore della perdita trasformandola nell’essere famiglia. Il gioiellino di Andrea Malaioli. Nel nord Italia la Leda, azienda leader nella produzione di latte, brilla come un perfetto gioiellino. I suoi bilanci, quelli veri, raccontano tutt’altra storia. Io sono qui di Guido Chiesa. Duemila anni fa, nel villaggio di Nazareth, Maria e Giuseppe crescono Gesù in età, sapienza e grazia: la storia di una famiglia diventa la Storia dell’umanità. American Life di di San Mendes. Una giovane coppia in viaggio s’interroga sulla famiglia, l’educazione e la comunità in cui crescere il loro primo figlio. Another year di Mike Leigh. Quattro stagioni nella vita di una famiglia. Come la cura delle relazioni – di coppia, con i figli, gli amici, il mondo – determina la qualità dell’esistenza. The tree of life di Terrence Malick. The tree of life si configura come un De profundis illustrato sul mistero della vita. Questo ultimo film è in aggiunta e richiede più attenzione rispetto agli altri segnalati. Chi volesse approfondire la proposta può trovare le schede dei film presentati all’indirizzo www.family2012.com sezione “Materiali”. TIZIANO RAFFAINI Commedia Animazione commedia drammatico Cineforum La peggior settimana della mia vita I puffi Bar sport Il cuore grande delle ragazze The constant gardener Trovatisi a New York i Puffi dovranno scoprire il modo di ritornare al loro villaggio prima che Gargamella li catturi. Una versione cinematografica supportata dalle più moderne tecniche di animazione digitale. Ci sono bar e bar, ma il Bar Sport è molto di più. In ogni città, in ogni paese, esiste il Bar Sport, sempre con le porte sulla piazza principale. Dall’omonimo libro di Stefano Benni. A Sondrio il 20 novembre. A Chiavenna il 19 e 20 novembre. Il film nelle sale della comunità di Livigno dal 19 al 20 novembre. Del regista Pupi Avati, ambientato negli anni ‘30, racconta la storia di un’amore impossibile tra una ragazza di buona famiglia e un mezzo mascalzone. Valutazione Acec: consigliabile/poetico. All’Astra di Como il 19,20,23 e 24 novembre. A Chiavenna dal 19 al 21 novembre. A Sondrio dal 18 al 23 novembre. All’interno della rassegna “Oltre lo sguardo” il Centro Missionario diocesano propone questo film, un thriller politico in cui un diplomatico indaga sull’assassinio della moglie, attivista in Kenya. Nella casa dei missionari comboniani di Rebbio (Como), sabato 19 novembre alle 20.45. Paolo ha quarant’anni, vive a Milano, ha un lavoro che gli piace e un amico, Ivano, che gli farà anche da testimone. Margherita invece di anni ne ha trenta, fa il veterinario e si porta in dote una famiglia eccentricamente borghese. Il film è in programma a Menaggio dal 18 al 22 novembre. Lettere e Rubriche PAROLE PAROLE / 109 Schizofrenia Schizofrenico Dal greco antico: schizo vuol dire “scisso”; frenico viene da fren-frenos, che significa “cervello”, animo, mente. Quindi si tratta di una sindrome mentale consistente nella scissione in due della personalità di un soggetto, che manifesta comportamenti diversi, anche contrapposti, come se si trattasse di due diverse persone. A me pare che un po’ schizofrenici siamo tutti. Secondo Giovanni Papini (in Gog) S. Freud non avrebbe scoperto Sabato, 19 novembre 2011 35 nulla. Semplicemente avrebbe assemblato diverse intuizioni di scrittori dell’ottocento, specialmente di romanzi, che hanno trattato dei curiosi, misteriosi e spesso inquietanti comportamenti umani. Tra questi il caso di Jekill / Hyde, (di R. L. Stevenson), unica persona, distinto medico di giorno e assassino di notte. Del resto anche la teologia morale attribuisce all’uomo, caduto per il peccato della origine, la incapacità di sottomettere sempre e comunque alla ragione ed alla libera volontà gli impulsi delle passioni, dei sentimenti e degli istinti. Recentemente il Magistero pontificio ha descritto l’uomo come soggetto a due attrazioni opposte: verso l’altezza del bene e verso il baratro del male. Anche un poeta latino ha scritto “Video bona proboque / deteriora sequor“ (vedo le cose buone e le approvo / seguo le peggiori). ATTILIO SANGIANI Per colmare lo “spread digitale” del nostro Paese Nuovo impegno per la rete S i è svolta a Trento, dal 10 al 12 novembre, la quarta edizione italiana dell’Internet Governance Forum, un’occasione per parlare della Rete a 360 gradi e per rilanciare come priorità gli investimenti necessari a colmare lo “spread digitale” del nostro Paese. L’Internet Governance Forum nasce all’interno delle Nazioni Unite, come risultato dell’ultimo World Summit On Information Society (Wsis), tenutosi a Tunisi dal 16 al 18 Novembre 2005. L’idea del Forum è quella di realizzare un format aperto a tutti (governi, settore privato e società civile) dove favorire il dialogo tra le parti interessate allo sviluppo del sistema Internet e alle sue regole, favorendo al contempo la creazione di “coalizioni dinamiche”, gruppi di lavoro aperti e informali che si attivano per elaborare proposte sui singoli argomenti. Un vero e proprio Forum, dunque, che non ha poteri “esecutivi”, ma che è in grado di mettere insieme e fare proposte la cui eventuale adozione avverrà su base volontaria (come accade per tutti gli standard di Internet). All’edizione di Tunisi nel 2005, hanno fatto seguito quella del novembre 2006 ad Atene, il Brasile nel 2007, l’India nel 2008, l’Egitto nel 2009 e la Lituania nel 2010, mentre l’edizione 2011 si è svolta a Nairobi, in Kenya. Il Forum IGF Italia è l’evento di preparazione all’appuntamento internazionale. L’edizione 2011 ha visto la partecipazione, tra i tanti nomi noti, del giurista Stefano Rodotà, del collettivo di scrittori Wu Ming e del fondatore del partito pirata svedese, Rick Falkvinge. Quattro le aree tematiche intorno a cui è stato organizzato l’evento trentino: tecnologia e ricerca, società e cultura, diritti e doveri ed economia e condivisione. L’IGF è stata l’occasione per tracciare un bilancio della strada fatta dal nostro Paese in materia di sviluppo della Rete e dell’economia digitale: ne è emerso uno scenario desolante. Internet è nell’agenda politica, spesso più con toni da propaganda che con proposte reali e gli investimenti sono ancora fermi al palo, in attesa che si trovino le risorse. “La mia personale sensazione è che non sia successo molto, l’agenda digitale è vitale per la crescita del Paese ma non ❚❚ Lettere al direttore. Il direttore risponde. se ne parla mai”, spiega il responsabile scientifico del Cefriel (Centro di ricerca e formazione nei settori Ict), Alfonso Fuggetta. Sulla stessa linea anche Stefano Rodotà che, rilanciando la proposta di modifica dell’articolo 21 della Costituzione per prevedere l’accesso alla Rete come diritto di tutti i cittadini, si è augurato che “l’Internet Governance Forum di Trento possa risvegliare una certa cultura politica nazionale sorda”. Un appello diventato una lettera indirizzata al neo-senatore a vita Mario Monti, “affinché un nuovo governo si impegni concretamente per una piena implementazione di un’agenda digitale e per la definizione di uno statuto del lavoro in Rete.” ANTONIO RITA di don AGOSTINO CLERICI La moschea, non solo luogo di preghiera E gr. Direttore, sono particolarmente interessato al dibattito circa la costituzione di un Centro Islamico sul nostro territorio perché da anni studio islamistica e Arabo per il vivo desiderio di poter dialogare con gli islamici che vivono tra di noi avendone gli strumenti adeguati. Ringrazio innanzitutto il mio Vescovo che a pagina 17 de “La Provincia“ di domenica 13 ha espresso con chiarezza quali siano i fattori in gioco nel dibattito. Desidero precisare alcuni punti, a mio modesto avviso, di cruciale importanza per meglio comprendere la rilevanza del problema. Innanzitutto dagli interventi emerge una mancanza di conoscenza di cosa in realtà sia la moschea. Si parla sempre di “ luogo di culto “, di “ luogo in cui i fratelli islamici possano pregare “. Ciò è vero, ma parziale. La moschea è molto di più. è sì luogo di culto, ma è centro culturale, luogo in cui la Comunità islamica tratta di politica, economia, gestione della Comunità e dei rapporti con l’ambito sociale in cui è inserita, struttura di collegamento con le altre moschee in Italia e nel mondo. Potremmo dire, usando nostre categorie, è chiesa, oratorio, municipio, banca, piccolo parlamento. Insomma è il cuore della vita religiosa, sociale e politica della Comunità islamica. Mi sembra osservazione di non scarso rilievo perché, tenendo conto di ciò, a livello istituzionale, nel concedere l’approvazione alla realizzazione, si dovrà tener conto di una molteplicità di fattori in gioco e delle leggi vigenti, non solo del sacrosanto diritto di poter pregare in un luogo dignitoso il proprio Dio. Del resto, anche per la costruzione di una chiesa, la Comunità cristiana è giustamente tenuta ad osservare molte prescrizioni, individuare aree adatte, spesso deve modificare i progetti, pagare di tasca propria terreni ed edifici, e intervenire a più riprese (modificandosi le leggi) affinché l’edificio sia a norma. Essendo la moschea di tale rilevanza religiosa, sociale e politica è necessario che sermoni, riunioni, incontri (non dico preghiere) siano rigorosamente tenuti in lingua italiana per una reale trasparenza e per un passo decisivo verso l’integrazione e la convivenza. Di fronte a difficoltà legislative, a ostacoli burocratici, esistono vie e strumenti affinché i propri diritti siano rispettati. Spesso sono iter lunghi e tortuosi, ma anche noi italiani di nascita vi siamo sottoposti. Editrice de Il Settimanale della Diocesi Soc. Coop. a r.l. Sede (direzione, redazione e amministrazione): V.le Cesare Battisti, 8 - 22100 Como Telefono 031-26.35.33 Fax Redazione 031-30.00.33 E-mail Redazione [email protected] Fax Segreteria 031-31.09.325 E-mail Segreteria [email protected] conto corrente postale n. 20059226 intestato a: Il Settimanale della Diocesi di Como Redazione di Sondrio: Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio Telefono e Fax 0342-21.00.43 E-mail [email protected] Stampa: A. G. Bellavite S.r.l. Missaglia (Lc) Registrazione Tribunale di Como numero 24/76 del 23.12.1976 Pubblicità: Si perseguano con pazienza le strade dettate dalla legge. Da ultimo: vengo a conoscenza con vivo dolore che, proprio in questi giorni, il Presidente della Turchia Erdogan ha decretato che la Basilica cristiana di Santa Sofia (perlomeno trasformata da moschea in museo nel 1920) torni ad essere moschea. In Occidente gli islamici hanno amplissima possibilità di esprimere anche pubblicamente la loro fede. Nella maggior parte dei Paesi islamici ciò è vietato. Chiedo: perché, tra le condizioni per l’assenso alla costruzione di una moschea, i nostri amministratori non esigono che in un paese islamico con cui prendere accordi, si permetta la costruzione di una chiesa cattolica? Questo, non secondo la logica “ti do per avere“, ma nella prospettiva di una vera crescita nel reciproco rispetto. Il mondo è uno, la libertà religiosa è diritto inalienabile di ogni persona e Comunità religiosa. E allora perché non chiedere diventi possibile ciò che spetta di diritto? Cordialmente don ERNESTO TAIANA C aro don Ernesto, la tua spiegazione del problema mi sembra esauriente.L’ho suggerita anch’io ai giornalisti che mi chiedevano un commento sul caso di Rebbio. Aggiungerei che l’Islam conosce anche i musallà oltre alle moschee: sono piccoli luoghi di culto, una specie di “cappelle”, adibite ad uso esclusivo di preghiera. Potrebbe essere la soluzione ideale per l’Italia e soprattutto per i piccoli centri. Indicazioni utili in merito si trovano nel bel libro Cento domande sull’Islam che contiene una lunga e articolata intervista a Samir Khalil Samir. Un altro tema da affrontare sarebbe la pluralità delle comunità islamiche, che magari non si ritroverebbero nell’unica moschea. Riporto qua sotto l’intervento integrale di mons. Diego Coletti. CLAMOROSO DISACCORDO? V i racconto una piccola storia: due uomini si trovavano di fronte a un cavallo. Il primo, un veterinario, disse: bisogna dargli della biada perché ha fame; il secondo, un fantino, affermò invece che bisognava mettergli la sella. Un giornalista, presente lì per caso, disse tra sé e sé: che bella notizia! Una contraddizione da segnalare alla pubblica opinione: clamoroso diasaccordo sul cavallo! Il presidente della Circoscrizione 3 del Comune di Como e un cittadino sacerdote, parroco a Rebbio, di fronte alla richiesta di un gruppo di fedeli di religione islamica esprimono il loro parere. Il prete dichiara ciò che, chiaro per la coscienza cristiana, dovrebbe esserlo anche per la coscienza civile di un paese sanamente laico, affermando il principio della libertà religiosa e del diritto che va riconosciuto a ogni uomo di poter professare anche in modo comunitario e libero la propria fede. Il presidente sostiene, dal canto suo, che il luogo di fatto individuato dai richiedenti non è adeguato allo scopo, per motivi logistici e strutturali. Si tratta necessariamente di un disaccordo? Lo dico partendo da quanto mi è stato possibile leggere nei quotidiani che si sono occupati della vicenda.Sul problema della convivenza di tradizioni culturali anche molto diverse tra loro sarebbe utile che la città di Como, posta nel cuore dell’Europa, partecipe di situazioni che si mostreranno via via sempre più difficili e complesse, fosse in grado di affrontare in modo serio anche questo problema, al di là di troppo facili schieramenti e inutili semplificazioni. Diamo spazio a pensieri liberi e onesti ai quali anche la comunità cristiana è pronta a dare il proprio contributo. + Diego Coletti, Vescovo di Como Direttore responsabile: Agostino Clerici La Provincia Essepiemme Pubblicità Via Pasquale Paoli, 21 - 22100 Como Telefono 031-58.22.11 Fax 031-52.64.50 Tariffe: euro 31 a modulo commerciale Prezzo abbonamenti 2011: Annuale euro 50 Europeo ed extraeuropeo euro 50 più spese postali La testata Il settimanale della diocesi di Como fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250. Questo giornale è associato alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) e all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) Informativa per gli abbonati: La società Editrice de Il Settimanale della Diocesi di Como, titolare del trattamento, tratta i dati, liberamente conferiti per ricevere il ns. periodico in abbonamento, in ottemperanza al D.Lgs. 196/2003. Per i diritti di cui all’art. 7 (aggiornamento, cancellazione, ecc.) e per l’elenco di tutti i responsabili del trattamento, rivolgersi al Titolare del Trattamento presso la sede di viale Cesare Battisti 8, 22100 Como, tel. 031-263533. I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all’amministrazione e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione del periodico e per l’invio di materiale promozionale.