"Donna di piacere" Specchi scuriti, nei quali si indovina a fatica la
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"Donna di piacere" Specchi scuriti, nei quali si indovina a fatica la
1 "Donna di piacere" Specchi scuriti, nei quali si indovina a fatica la propria immagine. L'uccello di legno dell'orologio a Cucù suona le cinque. All'ultimo tocco, fa il suo ingresso la tenutaria, MADAME GOULLON, con occhialino e bacchetta, orco domatore, direttore d'orchestra. La sua voce scandisce l'intimità fremente degli ultimi preparativi. MME GOULLON: Adesso basta! Preparati! Alle 8 verranno gli uomini... Solo nelle case da due soldi si aspètta. Da mé, sèmpre pronte! Sono famosa per quésto! (Alla Nichilina) Ti ho detto basta! Corri a vestirti! (Nichilina obbedisce) Oggi è il famoso martedì grasso di Madame Goullon, Mme Goullon sono io! Mica una festa di bifolchi! Sarà il più grande incasso dell'anno! Chiara... vieni a dare una mano!... Che fai lì, tutta imbambolata! Come diretti dalla bacchetta di Madame, i cappelli s'intrecciano, i mutandoni salgono. Schiocco di una giarrettiera. Spruzzo di profumo sotto un'ascella. Riflessi dell'ultimo sole e del camino scoppiettante in bagliori rosei sulla biancheria delle ragazze. Chiara, finora in ombra, viene illuminata da una luce. Vestita da serva, col suo grande grembiule, è ferma, come in estasi, guarda davanti a sè, parla dolcemente da sola e non ode il richiamo di Madame. CHIARA: Sembrava una festa lontana, che non sarebbe venuta mai, e invece è arrivata quasi all'improvviso e mi stanno diventando tutte nervose, come prime attrici... Le ragazze, tutte insieme: ANINA: Chiaraaa! Vieni qui subito! DAMINA: Chiaraaa! Sbrigati! NICHILINA: Chiaraaa! (Sfottendola) Santa Chiara! Ma Chiara, niente. Non le sente. Calmissima si inginocchia. CHIARA: (pregando) Sant'Amara, ti prego, fa' che 'stassera tutto vada bene... Non fare venire la neve... se no gli uomini restano a casa e a Madame si spezzerà il cuore! E tu non vuoi, vero? 2 "Donna di piacere" Chiara rimane in ginocchio, il viso puro offerto a una luce soprannaturale che viene dall'alto. Beata e indifferente. MME GOULLON: (perdendo le staffe) Svegliatiiiii! Svegliati! Chiara!... Accidenti!, per urlare m'è saltato un gancio! (Dà uno schiaffone a Chiara che resta indifferente) Quando torna in sè, le strappo un orécchio! Damina, una rosea bellezza, in mutandoni e corsetto, snella, atletica, ma piatta come una tavola. DAMINA: (buttandosi servile su Madame e allacciandole il gancio) La lasci perdere, quella! (Derisoria) Parla con gli angeli! ANITA: (Astiosa, mostrando la gonna col segno del ferro) Per questo m'ha bruciato il vestito! Ora ci vuole una pence! NICHILINA: Ma è vero che la serva legge nel pensiero? MME GOULLON: Oh che stupidate! Nel mio, no sicuro! DAMINA: Oh, nel suo è facile! Lei, Madame, pensa solo al danaro! MME GOULLON: (sognante) Lui sì, che è un amante! Sèmpre pronto, sèmpre caldo, più bello di un uomo... e non tradisce mai per primo, se non tradisci tu! (A Chiara) Ora basta! Vieni ad aiutare! Te lo ordino! Chiara resta immobile. MME GOULLON: (alle ragazze) Proviamo coi campanèlli! Avanti! Tutte insième!... Così forse si sveglia! Mme Goullon e le ragazze suonano nello stesso momento i campanelli sul muro. DAMINA: Altro che campanelli! Secondo me due sberle le sente meglio! CHIARA: (Scuotendosi e tornando alla realtà. Subito mite e obbediente) Comandi Madame? 3 "Donna di piacere" MME GOULLON: Ah, eccola! Finalmente! Ti sei degnata di scendere in terra! Dove ti credevi di essere? In paradiso? Invece di correre quando la tua padrona ti chiama! Le ragazze tirano Chiara per la manica, il braccio, il lembo del vestito. Ognuna la vorrebbe tutta per sè. ANITA: Chiara, fammi una pence! NICHILINA: Chiara, il busto! ANITA: (a bassa voce) Ho l'alito cattivo, oggi? CHIARA: No, sa di rose! MME GOULLON: Avanti, su! 'Stassera faremo passare lucciole per lanterne, il vinsanto per malvasìa... e quella culona della Nichilina per una novità di Parigi! Nichilina, la magnifica ragazzona fulva, ansima nel busto. NICHILINA: (stringendo i lacci con inutile eroismo) Non ci entro, Madame! Non ci entrerò mai! Mme Goullon e Chiara, insieme, tirano ora i lacci, strizzando la Nichilina fino allo spasimo. MME GOULLON: Ti ci faccio entrare io, a còsto di tagliarti una chiappa! Te l'avevo détto: "Non ti strafogare!". Mme Goullon e Chiara, con uno sforzo decisivo, riescono infine a imprigionare Nichilina nel busto. MME GOULLON: (sudata, ma fiera) Guardati ora! Che ne dici, eh? Allo specchio, l'immagine di Nichilina, abbagliata da sé stessa, rigida nel busto e con un vitino incredibile. NICHILINA: Dio bono! 4 "Donna di piacere" MME GOULLON: (assestandole una bacchettata sulle chiappe) Noooo!... Si dice: "Mon Dieu!". Ora sei una ragazza di Madame Goullon, certi modi te li scordi! Come dici se un cliente ti dà una bella mancia? NICHILINA: Porco diavolo! MME GOULLON: (assestandole un'altra bacchettata) Oh, povere le mie lezioni! Testona! Si dice: "Merci!". NICHILINA: Merci! Porco diavolo!... (Orgogliosa allo specchio) Mi vedesse mio padre! MME GOULLON: Ti prenderebbe i soldi vergognerebbe di te!... Li conosco, io, i padri! e si Damina, intanto, fissa i seni di Nichilina e scoppia d'invidia, mentre si imbottisce il seno, ma l'imbottitura non va mai a posto. Damina cerca di aggiustarsela e intanto fulmina con lo sguardo le tette di Nichilina che ballano, come lei, vivaci, contente. DAMINA: Che figura ci facciamo a lavorare con una che è nata fra i maiali?! Io, se c'è lei, 'stassera faccio sciopero! MME GOULLON: Te lo dò io, lo sciopero! Poche arie, cocca! (Prendendo la mano di Damina e obbligandola a palpare le cosce di Nichilina) Tu vai forte con le moine, ma qui, c'è la sostanza! Chi è contro la Nichilina, è contro di me! (Afferrandole di nuovo la mano e facendole sentire anche il polso di Nichilina) Prima di parlare a vanvera, smorfiosa, senti che temperatura! Nichilina... è una puttana meravigliosa, di quelle che migliorano col tèmpo! NICHILINA: (baciando la mano di Madame, con un gesto canino) Io le sarò sempre grata per il bene che mi fa! MME GOULLON: Portami soldi, soldi, e ti crederò. Sennò sono chiacchere. ANITA: (sottovoce, a Damina, con aria di cospirazione, indicandole allo specchio i seni di Nichilina) Chi tutto e chi 5 "Donna di piacere" niente, eh? Hai visto come la tratta Madame? Se non stiamo attente, quella ci fa le scarpe a tutt'e due. DAMINA: (con sussiego) A te, vorrai dire... Ho altre risorse, io! Sono nata a Londra! E poi... so a memoria tutto "Natura ed Arte" di quest'anno! (Mettendosi in posa, declama ridicola e graziosa:) "Perché le rose di dicembre, pallidine e fragili, le quali tremano come temendo che un soffio di vento tronchi la loro testolina profumata... Voi lo sapete, o signore: portano fortuna!" MME GOULLON: Basta che non se ne esca così davanti al cliènte!... Quella è capace di ripèterlo perfino méntre scopa! E addio erezione! DAMINA: (piccata) Oh, non è tutto qui. Per capire la differenza fra me e voi, basta questo specchio. (Tirando su dalla toilette uno specchio ovale con manico, tutto d'argento, con bellissimi fregi) È un regalo di Ovidio. I vostri non sono specchi, sono pentole arrugginite, come voi! (Specchiandosi con infinita adorazione) Solo guardandosi in uno specchio come questo, una donna può sapere chi è! NICHILINA: (ingenuamente) Quanto è bello! Fammelo provare! Nichilina così dicendo tende la mano, fa per prenderlo ma Damina lo ritira con indignazione. DAMINA: (leziosa e feroce) Oh! Si vergognerebbe a specchiare quel tuo grugno da zappaterra!... (Specchiandosi, come prima) Dopo che si è abituato a me! NICHILINA: Oh, quella s'è montata la testa, solo perché Ovidio se la ingroppa! RANNUSIA: (f.c.) Ma no, è la tisi. Si credono tutti dei padreterni. 6 "Donna di piacere" Sulla porta è apparsa Rannusia: capelli di foggia maschile, il sigaro acceso, che spavaldamente le pende all'angolo della bocca. Nichilina ha un gesto di insofferenza al suo solo apparire. Damina le fa le corna con tutte e due le mani. DAMINA: Io, la tisi? Tiè! Tiè! E non cercare di portarmi jella.... guarda! (Tira fuori dal petto, legata con un nastro, una zappa di coniglio) Questa mi protegge da tutto... me l'ha regalata Ovidio! RANNUSIA: (con disprezzo) Siete proprio delle selvagge! Fate pena! Tutto questo per quattro cafoni che tirano anche sul prezzo... I maschi non vanno più di moda... solo voi li aspettate ancora perché siete indietro! (Apre e comincia a leggere il numero di "Natura e arte" che tiene in mano) "... Sempre più preoccupanti si fanno in Gran Bretagna i disordini causati dalle donne... nella città di Londra le scalmanate ruppero una vetrina..." Stupide! Altro che vetrine!... Se ci fossi stata io, là in mezzo... È finita, per i maschi! È finita. MME GOULLON: Sì, finita! Chi ci ha lo scettro comanda! DAMINA: (a Rannusia, senza farsi sentire dalla Goullon) Ci hai i nervi perché 'stanotte volevi entrare in camera di Giolli, raspavi come un cane... e lei non ti ha aperto! (Guardando Rannusia con offensiva civetteria) Chiara, il ferro caldo! Subito! Chiara corre col ferro caldo. Damina si siede davanti allo specchio e lei le arriccia i capelli. DAMINA: (Guardando di sottecchi Rannusia come a sfotterla) Più morbidi! Ricci, da donna! No come certe, che sembrano soldati... e non cercare di farmi brutta! Tanto, sarò io la più bella! Ahi! Ahi!... Pianoooo! Damina dà un pizzico sul braccio di Chiara, che sopporta. DAMINA: (guardandosi allo specchio con vanità folle) 'Stassera, tutti ai miei piedi li voglio! Avanti il primo, che gli mangerò il cuore!... E se gli ficco la lingua 7 "Donna di piacere" nell'orecchio... si raccomandi a Dio! Ce n'è che sono morti, per la mia lingua nell'orecchio. Morti, proprio no, ma al cavalier dovettero fargli un salasso! Ma ecco, d'un tratto Chiara guarda fuori della finestra, contempla i densi nuvoloni grigi, e rimane ferma col ferro sul ricciolo, come incantata, e fuori del reale. Un filo di fumo si leva dai capelli di Damina, seguito da un gemito. Chiara le ha bruciato il ricciolo. Si riscuote per il grido di Damina, che le strappa il ferro dalle mani e cerca di colpirla con quello, arroventato com'è. Rannusia ride. DAMINA: L'ha fatto apposta! Mi vogliono dare fuoco! È d'accordo con quella là! La Goullon le strappa di mano il ferro e premendola per le spalle la rimette seduta, come una bambola. MME GOULLON: Sta' un po' buonina, tu, eh... (A Chiara sottovoce) Perché ti eri incantata, di'? Cos'hai visto? CHIARA: (come in trance, con lo sguardo fisso) Neve, neve, neve... MME GOULLON: (stringendosi nelle spalle, le dà una pacca. Spaventata) Stupida! E io che ti sto a sentire! In tutto questo tempo, con prudenti manovre di avvicinamento, Nichilina ha cercato di arrivare allo specchio di Damina, poggiato sul tavolo. Nichilina allunga la mano. Riesce furtivamente a prenderlo. Ma Damina se ne accorge e glielo strappa con enfasi melodrammatica. DAMINA: Ladra! Non t'azzardare! NICHILINA: (vergognosa davanti alle altre) Mica te lo mangiavo... DAMINA: E io... IO! Dovrei specchiarmi dove s'è specchiata questa lurida contadina?! (A Nichilina) Anche se sei la cocca di Madame, mi fai schifo! Lo metto qui, così non me lo tocchi! (Lo infila in un cassetto del tavolo toilette, e lo chiude). 8 "Donna di piacere" Due lacrimoni di mortificazione spuntano negli occhi della Nichilina, e le cascano giù, rotolando sulle guance rubizze. Solo Chiara se ne dispiace, mentre Damina continua a insultarla. DAMINA: Il mio Ovidio, che è un uomo di gusto, non ti toccherebbe nemmeno con la forchetta! ANITA: (piano, sempre col suo tono di cospirazione) Il tuo Ovidio è un cliente e tocca chi gli pare... DAMINA: (risoluta) Piantala! Tanto non sono gelosa! Non ho paura di nessuna. (Un po' meno sicura) Provino a rubarmelo! ANITA: E non sei gelosa quando Giolli si chiude in camera con lei? DAMINA: (altezzosa, con gelosia mascherata) Sono io che lo invito ad assaggiare di tutto. Mi eccita! MME GOULLON: (cupamente) Qui si devono eccitare solo i maschi! RANNUSIA: (a mezza bocca) Tanto, sono sempre io, il più maschio di tutti! Durante questa conversazione, senza essere notata dalle altre, Chiara fissa intensamente il cassetto dove Damina ha riposto lo specchio. Il cassetto, silenziosamente, si apre, e lo specchio, mosso da una forza arcana, si avvia verso Nichilina che, con grande meraviglia, se lo trova in mano. Emette un'esclamazione di stupore e poi, incantata, si rimira. In quel momento Damina la vede e getta un grido. DAMINA: (furiosa) Me l'hai preso! Come hai fatto? NICHILINA: (confusa) Io... non lo so... me lo sono trovato in mano! DAMINA: Bugiarda! MME GOULLON: Ma è vero... Lei... (indicando Nichilina) Lei non si è mossa! DAMINA: (isterica) Ridammelooooo!!... Subitoooo!! 9 "Donna di piacere" Chiara fissa di nuovo lo specchio, che si sposta verso Damina. La Goullon e le ragazze guardano sbalordite quel prodigio: lo specchio che si muove nel vuoto. MME GOULLON: Aiuto!!... Gli spiriti! Damina fa per afferrare lo specchio, ma quello le sfugge, la burla, arriva a un centimetro dalle suo mani e poi vola in alto. Damina, ridicola, affannata, tende le mani in aria, lo insegue, finché quello vola via dalla finestra. DAMINA: (alla Goullon, puntando il dito contro Chiara) È uno scherzo di questa strega! Dovrebbe frustarla, Madame! Ma già, lei minaccia e basta! MME GOULLON: (dando una bacchettata a Damina) Ah sì? Ora lo vedi! Vi fate impressionare da un trucchetto da baraccone... Sono buoni tutti a far volare uno specchio! È Carnevale. (Tra sè) Gira troppa anisetta qua dentro. Ma Giolli dov'è? Andate a chiamarla! Rannusia, con finta disinvoltura, si avvia. MME GOULLON: (richiamandola con un gesto imperioso della bacchetta) No, tu no! Ferma! Chiara, fila... vola... e portala qui, subito! Chiara non fa in tempo a muoversi che in cima alla scala appare un bellissimo vestito rosa pallido, come una debuttante della chioma nera intrecciata di fiori bianchi. La Goullon la guarda beata. Nichilina, Damina e Anita, invidiose, coi musi lunghi. Rannusia, perdutamente innamorata. MME GOULLON: Ah, eccola! La stella della festa! L'attrazione! La mia greca! Il premio! È la sua serata! Ho aspettato tanto per far salire il prezzo... intanto s'è sparsa la voce... E 'stasera, finalmente, a grande richiesta, ti metterò all'asta! (Al pubblico, come annunciando un fatto mirabolante) È vergine!!! Quanto offrite?(Come se qualcuno lo avesse messo in dubbio, risoluta) Verginissima! Certo... ogni tanto, qualche serviziétto ai clienti di fiducia... giusto per prendere la mano... carezze, scherzi, baci... Ma niente di più! Guai! La merce di madame Goullon è ga-ran-ti-ta! Ogni tanto c'è qualche cretina che Giolli, bella e con buona società, la scendere le scale, Chiara ammirata. 10 "Donna di piacere" s'innamora e la dà di nascosto al preferito... (A Giolli) Ma tu no! Tu sei nata per farli tribolare... impazzire, gli uomini! GIOLLI: Oh, ha ragione. Non vedo l'ora. Mi guardi... Vado bene, madame? Giolli si comporta come una bambina che voglia imitare una donna di facili costumi, con inesperienza e grazia. Intanto canta una canzone, una canzone d'amore. GIOLLI: (misteriosa, alla Goullon) E ho anche preparato il mio colpo segreto... Qualcosa che nessuno si aspetta. (Con un inchino burlesco) Nemmeno lei, Madame! L'invidia delle altre esplode. NICHILINA: Vergine, e in più col colpo segreto! Ci ruberà tutti i clienti! ANITA: Non è giusto! Ma che sei? L'asso pigliatutto? GIOLLI: No, sono il Giolli... e faccio tutte le parti del mazzo! DAMINA: Buona per i villani... Il mio Ovidio non la guarderà nemmeno! Intanto Chiara è andata dietro il paravento e sta mettendo in ordine il salottino discreto che esso cela. Giolli sgattaiola dietro di lei. Visibile al pubblico, ma non alle altre, le due parlano a bassa voce. GIOLLI: Di', faccio bene la commedia? La vecchia crede che io mi prepari a debuttare come puttana... invece, 'stassera, debutterò come moglie! Ho già pronta la valigia...(mostrando a Chiara una valigia sotto il divano, nascosta dai drappeggi della coperta) mi devi aiutare a nasconderla... Se la scoprono, sono perduta! Dentro c'è l'abito di nozze!... Peccato che non posso fartelo vedere. CHIARA: (chinata, aiutandola) Allora, è per 'stassera? GIOLLI: Sì! Lui verrà dalla porta dell'orto... farà il verso del gufo, mi porterà lontano... mi sposerà... 11 "Donna di piacere" CHIARA: E... Rannusia? GIOLLI: (con noncuranza) Che m'importa? Morirà di dolore... e si accontenterà di Anita. CHIARA: Sta' attenta... GIOLLI: Io sto attenta solo a non finire con Cantilena! Mentre parlano, Anita si avvicina al paravento e ascolta. GIOLLI: (prendendo la mano di Chiara e mettendosela sul petto) Senti, senti qua come mi batte il cuore. È proprio un guaio! E quella stupida di Damina che si crede la donna di Ovidio... Se mi scopre... mi cava gli occhi! CHIARA: (ascoltando con la mano il cuore di Giolli, con un vago sorriso di nostalgia) Che terremoto! Anche a me batteva così, la prima volta che ho visto Emilio. GIOLLI: (di slancio) Oh, io non passerò la vita come te... fedele a uno che mi ha dimenticata. Un'espressione di grande sofferenza appare sul volto di Chiara. GIOLLI: (accorgendosi d'essere stata incauta e abbracciandola) Scusami, sono tanto sbruffona, ma ho paura! MME GOULLON: Allora, questo colpo segreto? Ce lo fai vedere, o no? GIOLLI: (uscendo da dietro il paravento con leggerezza e l'aria spensierata di prima) Subito, Madame! Con grande civetteria, Giolli alza la gonna, mostrando qualcosa che non vediamo. Le ragazze gettano una sommessa esclamazione di meraviglia, mentre la spuma dei merletti si riabbassa. MME GOULLON: (avvicinandosi con l'occhialetto) Che? Non ho capito! Rialza un po' il sipario. 12 "Donna di piacere" Mentre Rannusia la guarda con malinconico desiderio, Giolli rialza la gonna con una malizia da spogliarellista. Ai lati dei mutandoni ci sono due maniglie di stoffa. GIOLLI: Mutande a maniglia! Un'invenzione della Pompadour! Per fare prima... per fare meglio! Che ne dice, Madame? MME GOULLON: Fammi vedere come funziona. GIOLLI: (di spalle) Vieni qui, Chiara! Fa' l'uomo! Ecco, prendi le maniglie... così... Chiara si inginocchia davanti a Giolli, prende in mano le maniglie, e abbassa lentamente. Rannusia cerca di dissimulare il suo turbamento. Anita la osserva, gelosa. Ma prima di scoprire la nudità, Giolli, ritira su le maniglie e ributta giù le gonne. GIOLLI: Ha capito, Madame? MME GOULLON: (senza fiato per l'ammirazione) Geniale! Sei proprio una gran puttana. (Intenerita) Tu non mi lascerai mai, lo sento... non sei di quelle che se la filano col primo che le illude. GIOLLI: (impertinente) Mi legge nel pensiero, Madame! MME GOULLON: E poi, con tutti i debiti che hai con me, dove potresti andare? GIOLLI: Oh, non stia in pena per i suoi prestiti, Madame. 'Stassera, col mio colpo segreto, non avrò più debiti con nessuno, qua dentro! Rannusia, a tali parole, sempre più turbata. MME GOULLON: Ma se cerchi di scappare... io ti ritrovo anche in fondo al mare! RANNUSIA: (sempre più turbata) Anch'io. MME GOULLON: Che c'entri tu?... E sciolti, i capelli! 13 "Donna di piacere" Con un colpo di bacchetta scioglie la pettinatura maschile di Rannusia. I capelli ricadono incorniciando, ora, una perfetta bellezza femminile, dolce e rabbiosa. MME GOULLON: (con rancore) Tu li vuoi solo spaventare, gli uomini! RANNUSIA: Per questo a letto non ce n'è un'altra meglio di me. Solo io so come farli godere, finché chiedono pietà... Conosco tutti i loro segreti. Anche disputando con la Goullon, Rannusia segue con attenzione morbosa solo Giolli. Mentre Anita cerca con ogni mezzo di attirare la sua attenzione, mettendosi una calza, la gamba poggiata sulla sedia, provocante, e intanto muovo le spalle, si fa scivolare la scollatura sempre più giù. Niente. Rannusia non ha occhi che per Giolli. ANITA: (a Rannusia) Tu pensi solo a lei... ma lei se ne frega di te... come tu di me. C'è di mezzo un uomo. RANNUSIA: Li chiami uomini?... Clienti. Che devono pagare per entrare... nelle porte, nei bicchieri, dentro di noi. ANITA: (spazientita) Ho sentito che deve nascondere una valigia. Chissà dove vuole andare... e con chi. RANNUSIA: (con sufficienza) Tu non puoi scoprire niente, di lei, che io già non sappia. Le leggo in fronte. ANITA: Bugiarda! RANNUSIA: (con uno scatto feroce) Vi conosco, voi... il maschio è per la figura, per andare in Chiesa, ma a letto è la femmina che volete. Tutte! Anita, in offerta, accanto a Rannusia, come aspettando d'essere abbracciata, con la scollatura ormai così scesa che lascia vedere il seno. Fa irruzione la Goullon, con la bacchetta in mano, con dietro la Nichilina che la spruzza di profumo. MME GOULLON: (tirando su la scollatura di Anita con la bacchetta) Così indecente ci potevi andare finché era una donna per bene, che la davi via gratis!... Ma qui si paga! Qui si degusta, non ci si ingozza! 14 "Donna di piacere" ANITA: (ritirandosi giù dispettosamente la scollatura) È così che piaccio ai clienti! MME GOULLON: (ritirandogliela su con la bacchetta) Lo so io a chi vuoi piacere tu! Ma attenta, dormo con un occhio solo! RANNUSIA: (a Giolli:) Senti un po' tu... Rannusia trascina Giolli dietro il paravento cinese. Le loro ombre, in controluce, discutono animatamente dietro i draghi dorati del paravento. Nichilina e Damina ammiccano, fanno risatine eccitate, curiose. Anita fa l'indifferente, ma muore di gelosia. RANNUSIA: (da dietro il paravento) Vieni un po' qui...Tu puoi sfottere la vecchia, ma a me non mi sfotti. Che volevi dire che domani non avrai più debiti con nessuno qua dentro? GIOLLI: Che sarò la stella della festa. RANNUSIA: (a bruciapelo) Mi hanno detto di una certa valigia? GIOLLI: (con odio) Ma la pianti di spiarmi? Come visto dalle ragazze e da Madame, l'ombra di Rannusia dietro il paravento, cerca di avvicinarsi languidamente a Giolli. GIOLLI: (respingendola) Mi piacciono i maschi! RANNUSIA: (minacciosa) Non è vero! Te ne piace uno. Dimmi chi è! MME GOULLON: (arrivando di soppiatto alle spalle di Rannusia. La prende per la collottola e la scrolla come un gatto) L'ho sempre detto, io, che una lesbica al bordello ci sta come la faina nel pollaio!... È che sono troppo buona, io! NICHILINA: Troppo, sì! Perché non la caccia via? Al mio paese, a quelli che fanno le cose sottosopra, gli diamo certe torturate! 15 "Donna di piacere" ANITA: (difendendo con furia Rannusia e scagliandosi contro Nichilina) Senti chi parla! Sta' zitta, almeno! Con quel vizio che hai! Il più contronatura di tutti! Già, si capisce dai piedi, che sei una bestia! MME GOULLON: (notando con l'occhialetto i piedi nudi di Nichilina che spuntano coi loro unghioni neri sotto il vestito impeccabile) Corri, Chiara! Porta le forbici!... L'accetta! Non sono unghie, sono zanne! Prontamente Chiara accorre con una bacinella d'acqua, fa sedere Nichilina e le mette i piedi a bagno. Chiara ha appena cominciato a insaponarglieli, che Nichilina getta un grido. NICHILINA: La neve!... La neve!... Nichilina balza fuori dalla bacinella, coi piedi bagnati, correndo verso la finestra. Tutte le vanno dietro e col naso in aria seguono dietro il vetro il cadere dei fiocchi. Le ragazze si rallegrano, tornano bambine. Meno Giolli, ansiosa, preoccupata. RANNUSIA: Purché non ne cada troppa. GIOLLI: (subito allarmata) Che vuoi dire? RANNUSIA: Che se continua così, gli uomini restano a casa. MME GOULLON: Ti piacerebbe, eh? Sono solo due fiocchi... non li fermerà certo! CANTILENA: (f.c. con voce stridula, acuta e flebile) Aiutoooooooo!... Aiutoooo! Chiara! Corri!... Sto morendo! MME GOULLON: (illuminandosi, alza gli occhi al cielo. A Dio) Magari! Magari, ti decidessi a raccoglierla! (Bruscamente ci ripensa) Eh, no! Dopo tanto che aspetto, proprio adesso? Per rovinarmi la festa? (Severissima, a Chiara, come un ordine) No! 'Stassera non si può! Non voglio! Guai a lei! Chiara, corri! Imbavagliala, legala! Impediscile di morire... e se proprio insiste... mettila via, nascondila! No, anzi... avverti ME SOLA... sarò la prima a toccare il suo letto. 16 "Donna di piacere" Chiara fa un gesto con la mano e dall'alto scende il letto di Cantilena, con lei sopra che fuma una lunga pipa, come un vecchio pellerossa. Mentre scende, le ragazze parlottano fra loro, informando Anita. MME GOULLON: (all'orecchio destro di Giolli) Cantilena ha più di cento anni e dorme su un materasso riempito di soldi, ammucchiati con la sua specialità. Solo per questo non l'ho ancora avvelenata. (Severa) Cosa avete da ridere voi? Un po' di rispetto, in nome di Dio, per chi il mestiere l'ha conosciuto davvero! Nell'arte della bocca mai nessuna fu più grande! Le ragazze ridono, ma la Goullon, dandosi un colpo di bacchetta sul palmo delle mano, impone il silenzio. MME GOULLON: Composte! Sull'attenti! La guerra d'amore non vide mai un simile soldato: mai una linea di febbre, mai una licenza! (Con tono di una commemorazione patriottica) Quando era già brutta e sdentata, ci fu ancora un signore di Varese che veniva una volta all'anno per farselo succhiare... Lo riportavano a braccia fino alla carrozza... e lei riempiva il suo materasso... cioè, il mio! Madame Goullon, Rannusia, Giolli, Damina, Anita, Nichilina, vengono oscurate. Rimane in piena luce solo il letto con Cantilena e Chiara, seduta sul bordo. CHIARA: Perché mi spaventi così? CANTILENA: Per fare uno scherzo alla Goullon... Lei aspetta, aspetta... e io non muoio mai. Poveretta! Se lo sogna di notte, il mio materasso pieno di soldi. (Ridacchia palpando il materasso, con una complicità che Chiara non raccoglie. Tutte le avidità vive nella voce e negli occhi) Se sapesse, eh... se sapesse?!... Ma tu non mi stai a sentire. È la festa della gioventù, oggi... Tutte invitate, meno che io. Devo far finta di morire, per sapere come si mascherano. Dimmi un po', quale sarà il primo premio? (Senza aspettare la risposta, buttandosi sui cuscini, gli occhi nel passato) Una volta lo vinsi io. Mi ero mascherata da donna per bene. Piombai in mezzo alla festa, urlando: "Dov'è mio marito?". Smisero di ballare, un fuggi fuggi... Fu un'idea del mio amante. Mi aveva prestato gli abiti della meglio. 17 "Donna di piacere" Chiara fa per andare via. CANTILENA: (trattenendola per un lembo della veste) Resta qui con me! Mettilo anche a me un fiocchettino. Nessuno mi consola! Solo il tarlo, che è un vecchio sporcaccione e me la roderà in eterno! Lo senti? Rumore tarlo, ritmato, sovrano. CHIARA: (cercando di liberarsi) Lasciami andare! Ho tanto da fare! CANTILENA: Voglio essere io, il tuo da fare. Con le altre hai tempo di starci quanto ti pare... ma a me, il primo soffio mi porta via... guarda... (Alzando il lenzuolo con un gesto misterioso) Vedi? Li ho contati, mi restano ancora dieci peli. Quando saranno caduti tutti, morirò. Sta' un po' con me! Ti faccio divertire! Tra gli avanzi del piatto sul comodino, la vecchia pesca una scorza di mela tagliata a serpentina. Si mette la coda della serpentina in bocca e in un attimo, tutta la buccia scompare. Poi se la tira fuori dalla manica, davanti alla meraviglia di Chiara. CANTILENA: Io so fare tutto, con la bocca! (Di colpo drammatica) Oh, mio Dio! Che disgrazia! (Alza il lenzuolo, guarda dentro) Ho troppo riso, mi è caduto un altro pelo... Ci devo stare attenta! (Prendendo la mano di Chiara e mettendosela sulla testa) Scaldami... dopo tutto quello che ho fatto per te! Non mi lasciare sola, raccontami una storia. Chiara la abbraccia stretta. Un momento di grande commozione per entrambe. CANTILENA: (intensa, spiritata) So che tu puoi... tu puoi... ferma il tempo... ferma i fiocchi di neve, per addormentare Cantilena... Chiara si siede vicino a lei, la culla, e comincia il suo racconto, durante il quale vediamo dietro la finestra passare, come in un quadro di Chagall, forme ingenue di vacche, di capre, di agnelli, come ritagliati da un cartone infantile, contro la luce rossa del tramonto, silenziose, portate dal vento che soffia fra le tegole sgangherate. 18 "Donna di piacere" CHIARA: Fu durante una nevicata, che scoprii i miei poteri. Mi avevano messo in ginocchio, in cortile, sotto la neve che cadeva. Ma io guardavo i fiocchi e quelli si scioglievano senza toccarmi. In castigo, perché ero disobbediente, come diceva mio padre, l'assassino, mio padre, il macellaio. Io sentivo la fratellanza con le bestie, e so che ogni volta che mio padre uccide, uccide me. "Perché piangi, Chiara?" "Per la morte della vacca." E giù botte. (Con disgusto) Li ho visti nelle notti pallide di novembre bere alla coppa il sangue degli uccisi, gustandolo come rosso vino. Loro dicevano che erano sogni. E di giorno, così cortesi con tutti. Ah, io sapevo. Dicevano che ero matta. Sento la voce dei morti che mi chiamano: "Sii forte Chiara, i vivi chiamano pazzi tutto quelli che ascoltano. Resisti bambina, grandi cose ti aspettano.". "Vai nel bosco, qualcuno ti sta aspettando!" Corsi nel fitto degli alberi, nel cielo, sopra di me, era apparsa la Santa... Chiara alza gli occhi e resta incantata e fulminata: sul sommo della collina, nel cielo, sopra di lei, vola una bellissima ragazza con la faccia abbronzata delle contadine. Ha i capelli sciolti e la veste bianca, una grande luce la circonda. SANT'AMARA: Ti aspettavo, Chiara. CHIARA: Chi sei? SANT'AMARA: Sant'Amara. CHIARA: E perché voli? SANT'AMARA: Perché sono santa. CHIARA: Anch'io! Anch'io voglio diventare santa!... Così potrò volare! Come si fa? SANT'AMARA: Bisogna fare tutto a rovescio, disobbedire sempre. CHIARA: Io questo lo faccio già. 19 "Donna di piacere" SANT'AMARA: Non basta, Chiara, non basta... La Santa vola più lontano, appare e scompare fra le nubi. CHIARA: (gridando) Santa! Non andare via! Portami con te! SANT'AMARA: No, con me non ti ci porto. Prima devi andare laggiù. Vedi quella casa sulla collina? Lì, un giorno imparerai a volare. Una luce illumina la Goullon che monologa, tracotante e soddisfatta. MME GOULLON: (con cavalleresca vanteria) Bussò alla porta... aprii io... A-po-ca-lit-t-ca! Avete in mente una puttana in disarmo? Trucco disfatto, spettinata, corsetto slacciato, al quale era ancora attaccata una finta chiappa, mentre l'altro pezzo stava buttato per terra, insieme a tre bottiglie vuote. Disturbata mentre mi godevo la sbronza del pomeriggio. Si sentono le voci amplificate (registrate) di Chiara e della Goullon nel ricordo di quel giorno. VOCE CHIARA: Dove sono? VOCE MME GOULLON: Chi sei? VOCE CHIARA: Chiara... VOCE MME GOULLON: Che vuoi? VOCE CHIARA: Non lo so... di venire qui, me l'ha detto la Santa... VOCE MME GOULLON: (stupefatta) E che Santa è? VOCE CHIARA: Una Santa che vola. VOCE MME GOULLON: Oh, questa poi! E da quando in qua le Sante mandano le ragazze al bordello? 20 "Donna di piacere" CHIARA: E fu così che seppi d'essere capitata al bordello. MME GOULLON: Sei matta come una staccia, però hai un bel muso. Andremo d'accordo, noi due. Termina il flash back. Come per magia, Chiara tira fuori dal letto di Cantilena un libro. Sfogliandolo. CHIARA: Lessi da cima a fondo il libro parigino di Madame Goullon, e la notte studiavo i passi più difficili. Chiara prova una mossa, come un movimento di yoga, molto difficile. CANTILENA: Nella "spagnola", l'errore diffuso è creare coi seni una finta vulva... e imprigionare il membro. Sbagliato! Chi ha davvero studiato il trattato, avrà un tallero in premio, e un elogio! Tutte le ragazze ridono. Il letto di Cantilena si allontana. CHIARA: Mi stavo affezionando a Madame Goullon, ora che sapevo perché faceva il mestiere. MME GOULLON: Mio padre, gran signore, nacque troppo bello, e perse la sua fortuna con le donne. Io allora misi su il casino e con le donne pagai tutti i debiti. Lui poté tornare negli affari. Fu riabilitato. Ma io non potevo riabilitarmi. Una luce drammatica isola la Goullon. MME GOULLON: (tenendo in mano la foto di un bell'uomo baffuto in una cornice d'argento e parlandogli come se fosse vivo. Il ricordo di Madame va più lontano. La sua faccia si trasforma in un'espressione di dolore e dolcezza grandissimi) Siete morto dannato babbo, eravate già in agonia e aveste la forza di farmi cacciare, però i miei soldi li avete presi... e persino quell'angelo di bronzo della vostra tomba l'ho pagato io. Sapete quante sveltine e "lentine" e tutto il resto m'è costato quell'angelo? Eravate il più bello degli uomini, io amai solo voi, babbo. Lo sapevate? Che stronza! 21 "Donna di piacere" CHIARA: Ero qui da poco quando scoprii che la Goullon pensava solo ai soldi. Fu il giorno che morì Lisetta. MME GOULLON: (trasalendo e facendosi un rapido segno della croce) Non la nominare! Che riposi in pace. CHIARA: (rispondendo a una forza arcana e facendo misteriosamente cenno alle altre di tacere) Shhhhh!... Si fa buio in scena. Un silenzio sospeso nel quale Chiara pronuncia il nome della morta. CHIARA: (a bassa voce) Lisetta. Appare Lisetta. LISETTA: Qualcuno ha chiesto di me? MME GOULLON: (ha paura e vorrebbe nascondersi dietro Nichilina) Io, no! Che vuole questa da me? Vai in pace! Io ti ho sempre fatto del bene! LISETTA: (ironica e un po' minacciosa) Sì, fino all'ultimo. MME GOULLON: Che vuoi dire? Zitta! Il passato è passato! (A Chiara, supplichevole) Falla andare via! La Goullon cerca di liberarsi dal contatto, si dibatte ma la corrente magnetica delle mani congiunte la tiene prigioniera nel cerchio attorno al tavolo. LISETTA: Volevo fare la musicista, ma la Goullon mi comperò da mia madre. A tredici anni. Mi chiamavano "La ragazza dell'arpa"... La portavo sempre con me, e la si sentiva risuonare dietro la porta, quando ricevevo i clienti prediletti. MME GOULLON: (a Lisetta, sulle spine) Sciò, sciò! Torna in paradiso, anima beata!... Ho speso tanti soldi per il tuo funerale! Non ho conti in sospeso con te! CHIARA: (implacabile) È proprio sicura, Madame? 22 "Donna di piacere" La mattina che morì Lisetta, Madame singhiozzava disperata. Era in ginocchio davanti al suo letto e piangeva, piangeva... MME GOULLON: (piangendo) E piango ancora, se ci ripenso! Lisetta era la migliore, qua dentro. Così personale. Bastava un suono d'arpa, e quelli ce l'avevano bell'e dritto... (Piangendo più forte)... E soldi, soldi, soldi! (Tenera) Un angelo! Il mal sottile me l'ha portata via... a quindici anni... CHIARA: (interrompendo il piagnisteo, con una fissità che rende il racconto ancora più terribile) Vegliavo la sua agonia, sconvolta dalla pena, quando notai un signore in salotto. Rigido e molto serio. Chiesi alla Goullon se fosse un parente o un'amante. Madame mi rispose: "Zitta!". (Alla Goullon, senza guardarla) Ora lei ci dirà il resto, Madame! Anche la Goullon ora è in trance, in una fissità simile a quella di Chiara e suo malgrado, con una voce atona, trasformata, confessa, obbedendo a una forza superiore, costretta a dire la verità. MME GOULLON: Lisetta era allo stremo. Pochi istanti dopo era morta. Io lo annunciai all'orecchio del signore. Disse: "Bene. Lei è una donna di parola, Madame!". LISETTA: (che nonostante la sua bianchezza di fantasma e i gesti languidi, è una ragazzina scanzonata, con la leggerezza di chi ormai è nell'aldilà, al riparo da tutto) La Goullon mi profumò da capo a piedi, e mi infilò la camicia di pizzi, che da viva non volle darmi mai. Poi mi pettinò e disse: "Bella! Sembra viva!". Quando però mi mise lo smalto alle unghie, Chiara le disse... CHIARA: Ma quello a che serve, Madame? LISETTA: Lei non rispose, e mi disegnò una bocca rossa, rossa, che poi non era mai stato il mio genere, io amavo il trucco leggero, appena un tocco di rosa. MME GOULLON: (sempre in trance) Solo allora introdussi l'uomo da lei. Restò dentro dalle quattro alle sei. Non un rumore si udì mentre il cliente godeva del suo particolare 23 "Donna di piacere" piacere. Non aveva mai conosciuto Lisetta da viva, ma gliel'avevo promessa da morta. CHIARA: Quando uscì dalla camera, vidi l'uomo mentre dava l'oro alla vecchia. La dormeuse con Lisetta esce di scena, mentre lei dice con garbo spensierato. LISETTA: Ma io sono ormai un viandante del cielo, e mentre il cliente profana quella povera morta, a me, poco importa! Uscito il fantasma di Lisetta, torna la luce. Il cerchio delle mani si scioglie. DAMINA: Lei... lei ha fatto questo, Madame? ANITA: Ma dove sono capitata? DAMINA: Che orrore! MME GOULLON: (torna in sè. Con sovrano e aggressivo disprezzo) Imparate, ragazze, l'onore per una vera puttana è rendere anche dopo... E Lisetta ne è certo orgogliosa. (Guarda inquieta semmai non dovesse riapparire. Si rassicura.) NICHILINA: (scandalizzata) Questo fa schifo pure a me, che non mi fa schifo niente! MME GOULLON: Siete proprio ragazze da poco! Che ne sapete, voi, del gran mondo? Il Visconte d'Argonne scopava solo le morte! L'ho fatto per voi! Per finanziare la festa del martedì grasso! Le ragazze, ancora lì, impietrite. MME GOULLON: (perdendo le staffe) E con ciò, basta! Io non devo rendere conto a nessuno! Nemmeno a Dio! E sono contenta d'andare all'inferno... Ci troverò tutti i miei amici! Non ha finito di parlare che un boato di vento spalanca porta e finestre, rovescia vasi e sedie. 24 "Donna di piacere" MME GOULLON: (in ginocchio, davanti al crocefisso) Signore... perdonami... figlio della vergine... fa' che il vento non porti via il bordello. Il vento aumenta, la casa è percorsa da un vento soprannaturale terrificante. MME GOULLON: (con rabbia, al crocefisso) Oh, con te è inutile parlare! Voi uomini siete tutti uguali! (Dando le spalle al crocefisso e rivolgendosi all'immagine della Madonna) Tu hai sofferto col figlio, io col padre... il mio m'ha venduta che ero viva... ma Lisetta ormai non sentiva più niente... e io con quei soldi farò una grande feste di Carnevale... e ti comprerò mille... cinquecento... candele... Dammi un segno! Il lampadario di cristallo che troneggiava al centro del soffitto si schianta in terra. Le candele e i frammenti di vetro schizzano per la stanza. MME GOULLON: (sfidando il vento che piega gli alberi e che in una folata rompe anche il vaso cinese, urla) Siiiiiii! La festa si farà! Anche se non piace a Dio! E sarà il più grande Carnevale del regno! Il finimondo si calma, come se Dio, davanti alla Goullon avesse abbassato un po' la cresta. MME GOULLON: (a bassissima voce, al pubblico) Uomini! Visto? A cantargliele, perfino lui ha abbassato un po' la cresta. Buio in scena. Luce solo su Chiara, che si inginocchia, perplessa: CHIARA: Sant'Amara, ma sei proprio sicura che è così che imparerò a volare? MME GOULLON: Basta coi fantasmi! Musica, musica! Damina si siede al piano e attacca una sognante lunaire. MME GOULLON: (intenerendosi e affettando modi da gran dama) Ma quale bordello! Non sembra un collegio per signorine? Leggiamo perfino i fascicoli di "Natura e Arte". 25 "Donna di piacere" Mentre la Goullon parla, le ragazze si passano i numeri della rivista. MME GOULLON: Mi sono abbonata perché entri con la cultura un po' di finezza. Improvvisamente, dall'esterno si sente gracidare un'oca, nella notte. Nichilina, che ascoltava Madame, di colpo alza la testa, come rispondendo a un richiamo. Scivola alle sue spalle e zitta, zitta, esce, senza che nessuno le badi. MME GOULLON: E poi, c'è il mio altarino di Parigi... che in piccolo riproduce tutta quella grande città. (Accarezzando la Tour Eiffel) Certo il bon ton che c'è da me... (indica le ragazze) queste smandrappone a casa loro se lo sognavano. Ho perfino dato lezioni di musica alla Nichilina... le cosce più dure della regione, una bella mano, bella anche per il piano. Allevo una buona puttana e mi consolo di non avere una figlia da tirar su. Nel momento di massimo intenerimento per il "bon ton" di Madame Goullon, da fuori si sente un urlo tremendo, lacerante, fra umano e bestiale, e un grande starnazzare. MME GOULLON: (alzando subito la groppa, come un gallo da combattimento) Oddio, la Nichilina! Di nuovo! Ma io la... La Goullon con un balzo, vendicatrice, fa per guadagnare la porta, con la vestaglia volante e semislacciata, sguaiato, angelo salvatore, ma è troppo ubriaca, e va a zigzag, non riuscendo a imboccare la direzione giusta, mentre Chiara la segue, cercando di calmarla. CHIARA: Sarà una faina! MME GOULLON: Lo so io che faina... (Con uno spintone butta di lato Chiara che vorrebbe impedirle di uscire, e i precipita fuori, urlando) Nichilinaaaaaaaa!! Dopo pochi secondi, la porta si spalanca di nuovo e rientra la Goullon trascinando Nichilina per i capelli. A ogni passo le dà un ceffone. MME GOULLON: Con quello che ho fatto per darti un'educazione... il pianoforte, il francese, le bastonate... 26 "Donna di piacere" "Natura e Arte"... tutto buttato via! Tutto! A voi piace solo farlo con le bestie! Le ragazze si fanno intorno, ridono, si spingono per vedere. MME GOULLON: (allentando un istante la presa) Ma si può sapere che gusto ci provi a far l'amore con l'oca? NICHILINA: (candidamente) Tanto! MME GOULLON: Telo levo io il vizio! (Accanendosi contro Nichilina e colpendola con violente bacchettate alla cieca. A ogni bacchettata:) Sudiciona! Porcona! Schifosa! Ocara!! NICHILINA: (languida e felice. Tra sè) Mi dia pure le cento bacchettate dicendomi sudiciona, ma io ho goduto tanto, che prendo le busse come in sogno. Risate, strilli, un pizzico di ferocia nelle incitazioni delle ragazze. Dalla porta che è rimasta aperta, fa irruzione l'oca, starnazzando con le ali spalancate. Va quasi a sbattere sulle due donne. La Goullon si avventa sull'oca fulminea e la caccia fuori. Nichilina allora scatta su e sfoggiando una forza prodigiosa le strappa di mano la bacchetta, la spezza con due sole dita e poi afferra la Goullon, la solleva come una piuma, la tira su con le braccia, sempre più su, finché la solleva sopra la propria testa. MME GOULLON: giuuuuuuuuu! (strillando terrorizzata) Mettimi Nichilina, fuori di sè dalla collera, rotea la Goullon, fa per scagliarla contro le ragazze. RAGAZZE: (strillando) Noooo! No!... Come uscendo da un sogno, Nichilina sembra tornare in sè, e depone delicatamente a terra la Goullon, ansante e senza parole. NICHILINA: (mortificata) Mi perdoni, Madame. Non l'ho fatto apposta. Nichilina si china con struggente pietà verso l'oca, la prende fra le braccia, con un gesto materno, ed esce di scena. 27 "Donna di piacere" NICHILINA: (uscendo) Non incontrerò mai più un'oca così. Si chiamava Rosina. CHIARA: Cominciavo a impadronirmi della nuova disciplina. Imparai a riconoscere i clienti dal sapore del seme. Assaporavo sempre, e distinguevo gli uomini. Entra Emilio. CHIARA: Di solito i malinconici l'hanno dolce, agli avari sa di marcio, ai traditori salato, ai vanitosi gelato, e ai timidi sa di viole... Ma il peggiore è quello di Diego, il pellaio. Sapeva di sventura. E quando lui arrivava, correvo a nascondermi. E un giorno, proprio lui, Diego, arrivò portandosi dietro suo figlio, (le ragazze si alzano e si avvicinano a Emilio, girandogli lentamente intorno) un ragazzo timido e spaventato... e gridò: "L'ho portato a svegliarsi! Ha diciotto anni, è ora! E pago, pago bene quella che me ne fa un uomo! Aveva scoperto che il suo unico figlio maschio preferiva gli uomini alle donne. MME GOULLON: Qui raddrizziamo qualsiasi finocchio! Ragazze, all'assalto! DAMINA: Mi sento molto diversa dal solito: intimidita, quasi innamorata. Emilio ha modi dolci, da gran signore. GIOLLI: E, soldi a parte, vorrei stringerti al petto per la prima volta... NICHILINA: (con un sospiro) E farti scoppiare di piacere! ANITA: Beh, adesso basta! Vuoi sentire qui, come per te mi batte il cuore? DAMINA: Ma non è che... per caso... (si tocca l'orecchio con un gesto espressivo) NICHILINA: (con buffa desolazione) Finocchio?... 28 "Donna di piacere" GIOLLI: (minacciosa) Così bello, e non vuoi donne? (Alle altre) Ah, la vedrà! Si prepara una notte di terrore... Caro, hai paura? 'Stanotte la caverna ti inghiottirà! DAMINA: 'Stanotte ci abbandoneremo ai riti disgustosi, riservati a chi non ci ama. ANITA: Preparate gli sfregi, e i gesti che fanno arrossire! GIOLLI: Saremo immensamente volgari per avvilire il pudore di Emilio. MME GOULLON: (abbassando sempre più la voce, con effetto terrificante) Tremi, piccolino, muori di paura? Questo è niente! Il peggio deve ancora venire! La vagina dentata! Ammmm! CHIARA: È mio! (Rivolgendosi a Emilio) Si accomodi, faccia come se fosse a casa sua. Emilio rimane in piedi. CHIARA: È arrabbiato con me? Emilio fa segno di no, ma segue le sue mosse come se Chiara dovesse balzargli addosso da un momento all'altro. Chiara si accorge del vaso da notte che sporge da sotto il letto, si vergogna, e col piede lo nasconde. CHIARA: Io mi chiamo Chiara, e lei? EMILIO: (malvolentieri) Emilio. CHIARA: (con grandissimo garbo e timidezza) Senta, signorino Emilio, lo so che non ne ha voglia... Ma, se lei è d'accordo, freghiamo quelli là fuori, suo padre, le ragazze e la padrona. Faremo solo finta di fare all'amore. Staremo dentro il tempo necessario d'una scopata. (Con voluta bruschezza, per nascondere la commozione) A me che m'importa? Io i soldi li prendo lo stesso e lei, si risparmia il disturbo! DAMINA: Chiara, cos'è questo silenzio? Ma che gli stai facendo? Te lo stai mangiando? 29 "Donna di piacere" Chiara allora, comincia a saltare sul letto, facendo cigolare le molle e geme, geme, e grida, come se godesse. Emilio la osserva impressionato. EMILIO: Signorina, ma che sta facendo? CHIARA: (gli sorride, complice) Le faccio fare un figurone! EMILIO: Sì, è vero, signorina Chiara, io non sono attratto dalle donne. Mio padre ha già pronta una moglie... mi sorveglia come un criminale... Io voglio fuggire, stanotte! Devo attraversare il bosco e raggiungere la ferrovia. Lì, un amico mi aspetta. Mi aiuti! Ora, subito, prima che lui torni! CHIARA: Ma che dovrei fare? EMILIO: Ho bisogno di soldi. Tutti i soldi che può rimediare in pochi istanti. Emilio viene oscurato. Lei sale su per la scala. Mentre Chiara sale, si abbassa il letto con sopra Cantilena, che sta fumando la sua pipa. CANTILENA: Hai urlato come una pazza. Chi era quel maschio? CHIARA: Un angelo. CANTILENA: Ahi... quelli sì che sono pericolosi. CHIARA: Me l'ha mandato la Santa... CANTILENA: Sì, sì. Lo ami? CHIARA: No. CANTILENA: Lo ami. E come hai capito che era un angelo? È lui che te l'ha detto? CHIARA: No. CANTILENA: Finocchio? 30 "Donna di piacere" CHIARA: Sì. CANTILENA: Il primo che incontri? CHIARA: Sì. CANTILENA: Vuoi un consiglio? La prossima volta che incontri l'angelo... prendiglielo in bocca! (Ride sommessa nelle spire del fumo) Va bene, te lo dici in un altro modo: stringilo al petto, ti amerà per debolezza. (Cantilena si accorge che Chiara sta scucendo il materasso. La sua mano scatta e le blocca il polso) Ladra! Che fai? Mi freghi i soldi? CHIARA: Ma... sono per Emilio! CANTILENA: (abbracciando Chiara, esultante) Brava! Compralo! Mettilo a quattro zampe, fanne il tuo schiavo! 'Stassera faccio festa anch'io... Chiara, per una volta, compriamo un uomo! Ci investo i miei risparmi! (Riempiendo il grembiule di Chiara col denaro vomitato dal materasso troppo pieno. Con curiosità) Ma lui, a letto, com'è? Chiara non risponde. CANTILENA: (accorgendosi che si sta alzando da terra, con un urlo) Ahhhh! Vieni giù, vieni giù, ho capito! Certo, dev'essere un fenomeno! Chiara scende le scale. Scompare il letto di Cantilena. La luce rivela di nuovo Emilio. Chiara arriva davanti a lui col grembiule chiuso, lo apre mostrando che è pieno di soldi. Emilio è stupefatto, in imbarazzo. EMILIO: Ma... sono troppi! CHIARA: La libertà non è mai troppa. Chiara arrotola il grembiule, ne fa un fagotto, lo dà a Emilio, che prendendolo la guarda a fondo negli occhi. 31 "Donna di piacere" EMILIO: Perché fai questo per me? Che non farò mai niente per te? Tu lo sai, vero, che io non tornerò. CHIARA: (con assoluta semplicità) Io sapevo, fin da bambina, che ero destinata a grandi cose e questa era dunque la più grande, consolarti. Di slancio, Emilio, la stringe a sè. La bacia. CHIARA: (mentre sono ancora abbracciati) È il mio ultimo bacio. Mai più mi farò toccare da un uomo. Rimarrò fedele al tuo ricordo. Per sempre. Emilio la prende fra le braccia, la guarda negli occhi, come stregato, in un lungo momento di rapimento. Le accarezza i capelli con un gesto delicato. Poi, come svegliandosi da un sogno, quasi a forza, si stacca dalle sue braccia. EMILIO: Tu sei una strega... che mi stai facendo? Se ti guardo, tu... io... potrei amarti... Io ti amo!... (Le dà una spinta) Ma io non voglio! Io non voglio amarti! Non voglio cambiare la mia vita! Io amo solo gli uomini! Hai capito? (Comincia a fracassare tutto con violenza) Lo conosco il trucco! Chi non vuole niente, vuole tutto! Eccolo il mio ricordo... e dopo voglio vedere se mi amerai ancora! Come un forsennato, Emilio comincia a distruggere sistematicamente il salone. Afferra una mazza e si accanisce contro i mobili e gli oggetti. A quel fracasso, anche Madame e le ragazze si affacciano sul salone, coi bigodini, in camicia da notte, stringendosi gli scialli al petto. La Goullon si butta verso Emilio, cercando di fermarlo, ma per poco non becca anche lei una mazzata in testa. Allora si scaglia contro Chiara. MME GOULLON: Io ti caccio via! Ma che gli ha fatto? CHIARA: Del bene! MME GOULLON: Disgraziata! Quello che non si deve mai fare! Ma allora vuoi proprio essere odiata! Emilio continua a mandare in pezzi il salone. CHIARA: Non c'è un'altra salvezza: dare! Dare sempre di più, sbilanciare la bilancia! 32 "Donna di piacere" MME GOULLON: Il mio vaso cinese! (Indignata) Cretina! Lo hai aiutato? Ora la paghi! (Si lancia contro Emilio) Fermo, vandalo! No! L'altarino di Parigi, no! Emilio distrugge tutto ed esce senza guardare Chiara e sbattendo la porta. La Goullon non regge più e si lascia cadere sul divano. Chiama a sè Nichilina con un gesto da moribonda. MME GOULLON: Non mi svegliate più! Ormai, voglio solo morire nel mio letto... Nichilina, Giolli, Damina, Rannusia, sorreggono la Goullon e la portano via a braccia. MME GOULLON: Morire, morire, morire... che altro? Chiara rimare sola nel salone devastato. Le appare la Santa. CHIARA: Sì, Santa... Esiste un amore diverso dall'amore, un amore che disprezzi il possesso. Sì, sarò monaca al bordello! Diventerò serva! Chiara rovescia l'acqua di un catino sul pavimento, cominciando col lavare una macchia di vino. La pulizia di Chiara è miracolosa: mette in ordine, ripara la catastrofe provocata da Emilio. Quando spolvera gli oggetti, scintillano. Quando lava per terra, tutto si specchia nel pavimento. Finora Chiara ha pulito: ma ora, perplessa, si trova davanti all'altarino di Parigi distrutto, con la Tour Eiffel di legno spaccata in due. Chiara fissa i due pezzi della Tour Eiffel, ed essi da soli, magicamente si ricongiungono. Cambio luce. È giorno. La Goullon apre piano piano, e di poco, la porta della sua stanza e si affaccia con precauzione. MME GOULLON: (borbottando) No... non voglio vedere come hanno ridotto la nostra casa... il nostro rifugio... il nostro tempio. Spalanca la porta. Anche le porte delle ragazze si spalancano. Tutte escono a vedere. Il salone è rinnovato, bello, elegante e ordinato come con era mai stato. La Tour Eiffel troneggia nell'altarino di Parigi. Chiara sta lì, con aria di finta modestia, il grembiule da serva e il piumino in mano. 33 "Donna di piacere" MME GOULLON e RAGAZZE: Oooohhhhhhhh! MME GOULLON: Tu Chiara, sei una buona puttana. Ma come serva, sei un portento! Chiara solenne si inchina, porgendo il piumino alla Goullon, la quale le tocca la spalla destra, la sinistra e poi la testa, come in un'investitura, mentre Chiara, a testa bassa, riceve compunta il grande onore. CHIARA: In una sola notte, incoronata serva del bordello. Riprende la vita normale. Chiara spolvera, le ragazze fumano. Damina e Giolli si contendono un costume appeso al muro. MME GOULLON: Non litigate per i costumi! Ce n'è per tutte! DAMINA: (tenendo stretto il vestito per una manica mentre Giolli lo tira per l'altra) Ma così ce n'è uno solo! Questo va bene per me! GIOLLI: Ah no, lo voglio io! Anche la Goullon comincia a tirare il vestito. Nella foga della competizione, la Goullon strappa di mano l'abito a tutte e due, Giolli lo strappa alla Goullon, la quale dà bacchettate a destra e a sinistra e se lo riprende. GIOLLI: (capricciosa) Lo odia, lo dia pure a lei, Madame! Io, tanto ho cambiato idea... mi vestirò da sposa! DAMINA: (con cattiveria) Tu, giusto a Carnevale! Lo sanno tutti che lui t'ha piantato in Chiesa... e s'è sposato con un'altra! Giolli abbassa il viso, con un'espressione drammatica. Damina l'ha ferita. RANNUSIA: (f.c.) E io mi travestirò da donna. Io, la nemica. Quella con cui non ci si confida e i discorsi tacciono se lei è sulla porta. Per i suoi gusti contrari all'uso comune, condannata è Rannusia alla delizia suprema: per esser l'amante di quando fa buio, di quando hanno paura... Ma se l'acchiappo! 34 "Donna di piacere" RANNUSIA: Maestra nel disprezzo, non conosco l'orgoglio, e vivo acquattata, aspettando il mio momento. Aspettando che l'ultima arrivata pianga tutta la notte e alla fine mi chiami, purché non si sappia. E io, sciacallo d'amore, non tradisco nessuna, e sopravvivo. Ma con Giolli fu diverso. Appena arrivata, era come morta. Le ho fatto una corte delicata. Le mettevo rose nei capelli, la ascoltavo, le scaldavo le mani. L'odio per l'uomo che l'aveva ingannata stata diventando odio per tutti gli uomini. E già, con la scusa delle confidenze, c'erano carezze, lacrime, baci... Ancora un passo e sarebbe stata mia. Invece ha conosciuto quel maledetto. Ma io spero ancora. Ho anch'io il mio colpo segreto. Rannusia tira fuori qualcosa dalla tasca e, cercando di non farsene accorgere, lo guarda con compiacimento furtivo. Fa per rimetterselo in tasca ma la Goullon, con uno scatto agilissimo, le si butta addosso. Lottano corpo a corpo, selvaggiamente. La Goullon cerca di strapparle l'oggetto misterioso che l'altra stringe ostinatamente in mano. Finalmente la Goullon, con un grido di trionfo, riesce a strappare a Rannusia un fallo di legno. Lo mostra alle ragazze e poi lo butta tra le fiamme del camino. Nichilina, Giolli, Damina, Anita, guardano il fallo di legno bruciare, tutte un po' contrariate. MME GOULLON: Guarda bella che io conosco il tuo colpo segreto! (A Rannusia) Se ti pesco un'altra volta, ti caccio fuori, subito! Alla neve! (Con tono fosco e fiabesco che userebbe per spaventare un bambino) Ti faccio mangiare dai lupi! Finora ho chiuso un occhio... ma ora c'è una vergine. Non tentare qualche colpo mancino! Sverginare una ragazza è come azzoppare un cavallo... come rubare alla cassa... come pugnalarmi alle spalle! È un danno al patrimonio, e merita la forca! (Appoggiando la fronte al camino e pensosamente guardando il fallo bruciare) Questi arnesi sono la rovina del commercio! RANNUSIA: (sordamente) Perché i cosi dei maschi, sono tutte cattive imitazioni di quelli finti, e non ce n'è uno che funzioni. 35 "Donna di piacere" MME GOULLON: Basta con le eresie!, e mettetevelo in testa una volta per tutte! Il coso dei maschi non è fatto per far godere noi, ma solo per godere loro! GIOLLI: (scattando) Ma perché mi fa la predica a me? Io la odio, quella! Ma non ha capito che la vorrei vedere morta? RANNUSIA: (sta per avere una reazione violenta, ma poi con dolcezza) Io invece ti volevo vedere viva - fra le mie braccia. Se per una volta tu fossi stata mia - saresti diventata più bella, avresti conosciuto quella dolcezza che lui non ti darà mai. E niente ci avrebbe diviso, né la Goullon, né tutti i maschi della terra. Con uno strattone Giolli si libera di lei e si rifugia da Madame. MME GOULLON: (minacciando Rannusia) Tu me la sciupi solo a guardarla! È per gli uomini... RANNUSIA: (sfottente) Ma quali uomini? Ma dove sono? Un grande bussare alla porta. La Goullon fa un salto. MME GOULLON: finalmente! (trionfante) Eccoli! Sono solo, Tutte le ragazze, meno Rannusia, si aggiustano, si toccano i capelli, si riallacciano il corsetto, si mettono in posa. Finalmente la Goullon apre solenne la porta. MME GOULLON: (richiudendo la porta di scatto. Terrorizzata e sconvolta) Aiuto! Altro che uomini! Sapeste che c'è qua fuori! DAMINA: (spaventata, a bassa voce) Gli zingari? MME GOULLON: Peggio! ANITA: Briganti? MME GOULLON: Peggio! DAMINA: Gli assassini? 36 "Donna di piacere" MME GOULLON: Peggio! Peggio di tutto! Da fuori si continua a sentire un bussare insistente. MME GOULLON: Qua fuori... c'è una moglie! Una delle solite che vengono a fare scenate, a offrire i soldi perché sbattiamo fuori i mariti. (Dirigendo le operazioni con la bacchetta) Ragazze, all'erta! Arriva una signora! (Piazza un mestolo in mano a Chiara) Tu qui, pronta! (Arma Nichilina di una scopa) E tu qui, quante volte fosse armata! DARIA: (da fuori, con voce sfinita) Aprite! Sto morendo di freddo! Madame Goullon e le ragazze spiano la signora dall'alto. MME GOULLON: (guardandola) Che faccia da pettegola! (Con disprezzo) Una vera signora... (Spaventata) E che signora!... È la moglie del notaio! L'unica, in questi casi, è darsi un gran tono. Dall'emozione, la Goullon si attacca alla bottiglia della grappa. Chiara cerca di levargliela. MME GOULLON: (ribellandosi) Ci vuole per affrontare una notaia! Finalmente la Goullon apre la porta. Appare, mezza congelata, tutta incrostata di neve, Daria. MME GOULLON: (inforcando l'occhialetto e affrontandola) Questo è un bordello onorato, signora! E se non è capace di tenere a casa suo marito, peggio per lei! (Esaminandola con severa indiscrezione, attraverso l'occhialetto) Voi fate le schifiltose: "Quello no, quest'altro no...". Una volta su due avete l'emicrania. Le conosco, io, le signore mogli! Daria si toglie il cappotto e ne scrolla la neve. Poi introduce una grande valigia. DARIA: (mostrando la valigia a Madame) Sono venuta per rimanere. 37 "Donna di piacere" MME GOULLON: (sconvolta dalla sorpresa) Coooome? DARIA: Mi prende a lavorare con lei, Madame? Le risponde un tonfo. Madame è svenuta. Le ragazze escono in fretta, la adagiano sul divano, intimidite da Daria, anche se oltremodo curiose. Damina fa vento a Madame col suo ventaglio. Nichilina le toglie le scarpe, Chiara cerca di rianimarla. MME GOULLON: (con un filo di voce, a occhi chiusi) Avevo sognato, sì, di portarmele tutte al bordello, le belle dispettose che vanno al braccio dei mariti, volando sui cappellini fioriti di donne per bene... ma trovarmene una qui, pronta a cominciare il mestiere... Per riavermi ci vuole una botta d'assenzio! Chiara le versa un bicchierino. La Goullon lo tracanna e veloce lo riporge. Apre un occhio. MME GOULLON: E il cognac... (beve, come sopra) E il centerbe... (Apre l'altro occhio, si tira su a sedere e chiama le ragazze attorno a sè, come a difendersi) Venite qui, statemi vicine, ragazze. Le ragazze non se lo fanno certo ripetere: si stringono intorno a Madame, tenendosi a superstiziosa distanza da Daria, come se fosse entrato un alieno. ANITA: (scontrosa) È il colmo, queste mogli! Non solo non fanno arrivare i mariti... ma vengono pure a rubarci il pane! NICHILINA: (si accosta con irrefrenabile curiosità ed ingenuità. La tocca con la punta del dito, come un oggetto misterioso) Io me la immaginavo diversa, una moglie! Tutta coi pennacchi, come il Papa! (Dà una gomitata a Chiara) Sembra proprio come noi! Affascinata come da un'apparizione, va alle spalle di Daria e le alza la gonna per guardare sotto. Daria non se ne accorge. MME GOULLON: (abbastanza alticcia, ad Daria) Poche aria, cocca. Adesso ci racconti perché sei venuta qui! Daria non risponde e abbassa gli occhi. Le ragazze la circondano ghiotte di confessioni e piagnistei. Ma Daria non vuole parlare. 38 "Donna di piacere" MME GOULLON: (spazientita) Ma come, una signora viene a fare la puttana e non ha niente da raccontare? DAMINA: Te le suonava? GIOLLI: Ti tradiva? NICHILINA: Era impotente? MME GOULLON: Ve lo dico io perché è venuta! Ce l'ha mandata il marito, per farsi dare i soldi! Io li conosco quelli, per i quattrini la farebbero dare via alla madre, alla sorella, alla figlia. GIOLLI: Macché! L'hanno cacciata di casa, chissà che ha combinato, sennò, una che ha il marito, mica è matta! CANTILENA (dall'alto, come in un responso divino, con voce stridula, potente) Zitte, sceme! Quella è venuta per chiavare, che le mogli chiavano pochissimo. Alcune solo a Pasqua e ai Morti. Prova ne sia che i mariti stanno sempre a farsela con noi! Daria è sulle spine. Sofferente, vergognosa, ha le lacrime in punta. Chiara se ne accorge. CHIARA: Basta! Non la tormentate! Si accomodi, signora. DARIA: (con un sorriso, il primo) Mi chiamo Daria... Mio marito, il notaio Alberti, è conosciuto e stimato perfino a Perugia... MME GOULLON: (piano, a Damina) Una bella canzone, Damina! La musica favorisce le confidenze. (Forte, a Chiara) Dalle la biancheria migliore, Chiara, e il bidet con le rose. Moglie di notaio!... Che affare! Mettile il négligé imperiale... Devono avere l'impressione di sorprendere una sposa nella sua camera da letto. Damina canta, accompagnandosi al pianoforte "Quand l'amour meur". 39 "Donna di piacere" DARIA: Questa canzone la cantavo sempre per mio marito. C'era un patto, fra noi. Il giorno delle nozze, gli dissi: "Io non sarò come le solite mogli che sopportano le corna, le chiamano scappatelle... Io voglio tutto, corpo e anima!". E lui: "Come il Diavolo?". E io: "Come il Diavolo!". E lui: "Tu sarai la mia sola amante!". E io: "Se mi tradirai, la mia vendetta sarà tremenda!". GIOLLI: E poi? DARIA: Lui mancò al giuramento. Non sapeva darmi piacere, e cominciò a tradirmi, come una stupida moglie. L'ho trovato con un'altra, nel nostro lette. Per vendicarmi, volevo dare fuoco alla casa. Poi ho pensato che le case si possono rifare. Ma le reputazioni, no! E ho deciso di venire al bordello. Lui allora mi ha chiuso di forza in camera, e ha chiamato il medico dei pazzi. Le ragazze e la Goullon, soggiogate dal racconto di Daria, si siedono chi sul divano, chi sulla scala. Una luce isola Daria mentre racconta. DARIA: ... Arriva questo dottor Ardensia, e mi fa: "Lei è gravemente malata di nervi!". Io: "Ma che malata di nervi! Mio marito vuole che lei mi faccia passare per pazza, perché gli ho detto che farò la donna di piacere, ma sbaglia! Io voglio seguire la mia vocazione! Lui: "La devo condurre nella mia casa di cura. Spero che mi seguirà senza fare resistenza.". Mhhh, altro che resistenza! Era un gran bel pezzo d'uomo, con due baffi, e poi, dalla finestra, vidi il carro del manicomio che mi aspettava, di legno, chiuso, e i due infermieri, muscolosi, coi gesti sicuri degli acchiappamatti. Lo seguii sul carro. Mentre attraversavamo la campagna. Io: "Dottore... mi rinchiuda pure, ma prima... me lo faccia fare, una volta sola! Ne ho bisogno... con mio marito non ho goduto mai, manco per sbaglio!". Lui: "Io sono un uomo integerrimo!". Io: "E io sono una donna che ha bisogno di un uomo, subito! Anche integerrimo va bene. 40 "Donna di piacere" (Abbassando la voce, con malizia) E poi... gli ho preso la mano, l'ho guidata fino a... Io: "Sente, se dico la verità?". Lui: "Oh, sì... è vero! Ha ragione... un caso urgente... urgentissimo!". Ora il carro dei matti andava lungo il fiume, e dentro, il dottor Ardensia, era sdraiato sul pavimento del carro e io, col cappellino in testa, lo cavalcavo lentamente... Quasi non dovevamo fare niente, aiutati dagli scossoni. Lui: (imitando l'ansimare dell'uomo durante l'amplesso) "Lei non è una pazza... è una straordinaria puttana! Venga con me, signora Corradi! Venga con me al manicomio di Perugia... avrà una stanza tutta per sè, giocheremo al dottore, sarà la mia regina... e io la pagherò, ogni volta, se ha quella vocazione... E ce l'ha, oh, sì, ce l'ha! Lo faccia solo per me! Io: "No. Lo voglio fare per tutti. Mi porti al casino.". Lui: "Mai!". Io: "Subito!". Ed eccomi qua. Sapeste che impresa, venire fin quassù, con la tormenta! A un certo punto anche Bon-bon... (si corregge) sì... il dottore... ha dovuto mollare. Il carro affondava. Voleva darmi un cavallo, ma è sprofondato fino al petto. A queste notizie, le ragazze si scambiano sguardi di angoscia, ma Giolli non guarda nessuna, guarda la neve, chiusa nella sua attesa, che è solo sua. DARIA: Solo io potevo farcela! Per la fretta di venire a disonorare mio marito e fare all'amore con tutti i suoi amici del bordello. Ora morirà di rabbia... o di vergogna. Purché muoia! DAMINA: (con pietà e affetto) Ma... e tu? DARIA: Che c'entro io? Io sono morta con la sua promessa. DAMINA: (squadrando Daria con antipatia) Bella fregatura! Moglie o non moglie, ecco un'altra donna. (Astiosa) Siamo già tante! Noi aspettavamo i maschi! DARIA: Allora, aspetterete un pezzo! Figuratevi che appena sono passata io, il ponte del Falco è crollato (si fa il 41 "Donna di piacere" segno della croce) e per un pelo... M'ha protetto la Madonna! Lei lo sa che ho ragione! MME GOULLON: (a Daria, ruvidamente) Ah, ti ci metti pure tu, adesso? Sei appena arrivata, e già semini il panico? GIOLLI: (fra sè) Il ponte è crollato... (Barcolla, e quasi viene meno fra le braccia di Madame). MME GOULLON: (sostenendo Giolli, a Daria:) Poverina! Lo vedi, si sente male! È il suo debutto... Sapessi quant'è che la preparo! E tu, i ponti... ma quali ponti! (Fa segno alle ragazze, toccandosi la testa) Già c'è Chiara... ci mancava giusto un'altra matta. Giolli si è appartata dietro il paravento cinese. Rannusia la raggiunge, le prende delicatamente la mano, dove spicca un magnifico anello. RANNUSIA: Non si regalano anelli alle puttane. Che s'è messo in testa, quello lì? GIOLLI: (come delirante, si allontana da Rannusia, e va verso il proscenio) Ho paura di Rannusia... ho paura di tutte. Gli amori veri, qui, non si sopportano. Quando sei arrivato portavi la spilla alla cravatta, e trattavi le puttane da signore. Madame mi lasciò venire in camera con te, e mi strizzò l'occhio: "Solito trattamento. Devi restare vergine!". Ma io col primo sguardo ti avevo già dato tutta l'anima mia, e sono diventata la tua sposa, quella notte, di nascosto dalla vecchia. VOCE OVIDIO: (alonata) Tu non puoi restare qui. Un giorno ti salverò... GIOLLI: Però, fino a quel momento, dobbiamo stare attenti. Quando vieni, fa' finta d'avere un debole per Damina, così non sospetteranno di noi due. Basta che quando fai l'amore con lei, pensi a me. VOCE OVIDIO: (contrariato) Perché proprio Damina? GIOLLI: Perché è scema, e ha il seno finto! Di lei non sono gelosa. Ma se tocchi le altre... 42 "Donna di piacere" VOCE OVIDIO: Tu sei la mia fidanzata, la mia bambina! GIOLLI: E la tua ragazza? Che ne farai di quella spirlungona brava in catechismo? VOCE OVIDIO: La lascerò! Fuggiremo insieme! Dammi tempo.Lascia che sistemi le mie cose... GIOLLI: (triste) Non ti credo. VOCE OVIDIO: Ah no? E allora, guarda... VOCE OVIDIO: Questo è per te. GIOLLI: Ohhhhhh!... Ma... è com'è bello! un abito da sposa! Gesù, VOCE OVIDIO: Ti porterò via... dove non ci conosce nessuno. Ti sposerò! GIOLLI: Quando? VOCE OVIDIO: La sera del martedì grasso, durante la festa. Verrò dalla parte dell'orto, farò il verso del gufo... e staremo sempre insieme. GIOLLI: Per te ho tradito la Goullon, l'unica che mi protegge. Per te ho spezzato il cuore a Rannusia, l'unica che mi ama. VOCE OVIDIO: Io sarò il tuo mondo, la tua famiglia. GIOLLI: Mi hanno già ingannata una volta... Non ingannarmi anche tu! VOCE OVIDIO: (commosso) Mio agnellino ferito... Io ti ricompenserò di tutto! GIOLLI: Questa sera, Madame mi metterà all'asta. Se tu non verrai, sarò di tutti! Rannusia è seduta sulle scale, affranta. Anita le siede vicino. 43 "Donna di piacere" ANITA: (a bassa voce) Io sarò sempre dalla tua parte. RANNUSIA: Peccato che io non sia dalla tua. ANITA: Perché mi respingi? Avrei tanto bisogno di un'amica... sono stufa del mestiere. Proprio qui, ho nostalgia del piacere. Certe volte mi sembra che non è neanche mia, che me l'hanno prestata... Tutti quegli uomini... che noia! Mi sembra d'avere un solo marito con cento cazzi. Rannusia continua a guardare davanti a sè, e non le risponde. L'Anita le si fa più vicina, con languore. RANNUSIA: Non contare su di me, io sono di Giolli! Nichilina fa un inchino a Madame. NICHILINA: E ora Madame, mi permetta di presentarle... la torta sorpresa! MME GOULLON: E dov'è la sorpresa? NICHILINA: Ci soffi sopra, Madame! MME GOULLON: (sospettosa) Ma... se sono spente! NICHILINA: Guardi! Nichilina soffia sulle candele, che tutte insieme si accendono. Si allontana, si spengono. Allora si avvicina la Goullon, le riaccende. NICHILINA: (fierissima) Quando la festa impazza, ci soffiamo tutte sopra... È come il desiderio degli uomini: noi ci soffiamo sopra, e quello si accende! MME GOULLON: (giungendo le mani, estasiata) Oh, che finezza! Brava! Si riconosce la mia scuola! Tu sei proprio la mia figlia spirituale, Nichilina! (La abbraccia soffocandola fra le enormi tette) Chissà che risate si fanno gli uomini! NICHILINA: A mezzanotte in punto, mi raccomando! 44 "Donna di piacere" MME GOULLON: Diventerò così ricca che chiameranno "signora", e lui sentirà, dalla sua tomba... mi NICHILINA: Lui, chi? MME GOULLON: L'unico. Perché ricordati, dentro ce lo possono mettere tutti... ma soffrire, ci fa soffrire uno solo... e quello si maledice tutta la vita. RANNUSIA: Madame, posso venire a bere anch'io?... DARIA: Anch'io voglio bere! TUTTE: (batture a soggetto) La bottiglia passa fra le ragazze, la mano della Goullon la afferra al volo, ritirandola dalla circolazione. Damina getta a Giolli una manciata di coriandoli. Giolli le risponde tirando fuori una lingua di Menelik. Nichilina aggredisce un vassoio di pasticcini, sta per metterne uno in bocca. Una precisa bacchettata della Goullon le colpisce la mano, ributtando il pasticcino sul vassoio. MME GOULLON: (si alza) Silenzio, gallinacce! Siete matte? Arriveranno infreddoliti, dopo tanta strada... e che trovano? La festa incominciata, i rinfreschi sciupati!... Guai!... Dico guai chi tocca ancora un coriandolo o un dolcetto! RANNUSIA: Chi?... Chi verrà? (Si guarda intorno): neve! Solo neve! Chi rischia la vita per quattro puttane? Nessuno verrà, nessuno! La Goullon si fa il segno della croce e, furtiva, all'immagine della Madonna: MME GOULLON: (piano) Se va tutto bene, metà incasso è per te. (Si lancia verso Rannusia) Uccello del malaugurio! Per le otto saranno tutti qui, a reclamare quella cosa, che è la sola che conti, dall'inizio del mondo! E conterà più di tutto fino alla fine. 45 "Donna di piacere" Il Cucù suona otto colpi. Le ragazze, immobili, restano in silenzio, guardando tutte verso la porta, come se stesse per entrare qualcuno. Nessuno. Nel silenzio Nichilina, teneramente comica, scoppia in singhiozzi. RANNUSIA: Allora, Madame, dove sono gli invitati? DARIA: (quasi con un grido di battaglia) Io ho fame! (Agguanta un bignè) Ho camminato sei ore nella neve! La Goullon cerca di riprendere il bignè, ma Daria afferra tutto il vassoio. MME GOULLON: Basta cocca, ci hai già una trippa! Sei appena arrivata e già mangi per due? DARIA: (masticando coraggiosamente in faccia a Madame. A bocca piena) Mi venissero pure due trippe, tanto io sugli uomini ci sputo! Non ha capito che non verranno più? MME GOULLON: (ficcandole un'altra manciata di bignè in bocca, per tappargliela) No!... Mai!... Questo non è mai successo! Il martedì grasso sono sempre venuti, anche con la grandine e il terremoto. Anzi, la "disgrazia naturale lo fa venire più duro!" La Goullon, per dominare l'ansia, si attacca accanitamente alla bottiglia, dà fondo e si butta sul divano a sonnecchiare, stroncata dalla bevuta. Le ragazze si prendono piccole libertà, approfittandone. In un angolo oscuro del salone, Giolli e Chiara, confabulano. Una luce le illumina. GIOLLI: (simulando una sicurezza che sta venendo meno) Poverette! La loro festa sarà un fiasco... ma non la mia! Anche se tutti gli altri si faranno spaventare dalla neve, Ovidio verrà... e ho bisogno del tuo aiuto! (Abbassa ancora la voce) Appena suona la mezzanotte, tu fai fermare il ballo e arrivi con la torta sorpresa... quella farà impazzire tutti! Crea più confusione che puoi... e attenta alla vecchia: se si mette di mezzo, fermala... anche una botta in testa. Ma è Rannusia, la più pericolosa. Per distrarre lei, al momento buono, devi inventare qualcosa di speciale. CHIARA: Ti aiuterò... però Rannusia mi fa pena. 46 "Donna di piacere" GIOLLI: A me, no! Non ne posso più delle donne, mi annoiano! Gli uomini mi faranno morire di dolore... ma non mi annoieranno mai! Le donne, a letto, sì, lo ammetto, forse ci sapranno fare, ma in qualsiasi altro posto, non le sopporto! Per Rannusia devi trovare qualcosa che la metta fuori combattimento! CHIARA: (ironica) Vuoi che cerchi di sedurla? MME GOULLON: Non scherzare, ha la pistola. Per lei ci vuole qualcosa di grosso... ti ricordi quando scoppiò la caldaia o Anita spense il sigaro nell'occhio dell'avvocato? Una cosa del genere! CHIARA: (risentita) E come no! Tutto, pur di ottenere quello che ti sei messa in testa. Ho conosciuto un'altra come te - tutta fuoco... Si chiamava Luigina... l'hanno presa i carabinieri. GIOLLI: Me non mi prenderà nessuno! CHIARA: (a occhi chiusi, seguendo un'ispirazione) Non andare! Gli uomini è meglio immaginarseli... solo così non tradiscono! Non ti aspettare niente da lui! GIOLLI: (con forza) Io invece mi aspetto tutto! Io sarò felice... a costo di crepare, sarò felice! Attaccate allo specchio di Rannusia, molte fotografie. Rannusia le prende in mano. RANNUSIA: Altri tempi... champagne, lusso, avventure... Qui, alle corse dei levrieri... al varo di una nave... facevo innamorare tutte, allora. Quanti mariti ho fatto piangere! Ma se erano troppo battaglieri, facevo innamorare anche loro! Come un prestigiatore, mi trasformavo. (Prende una foto di Giolli) Ero nata per vincere, e invece sono ridotta a vendermi agli uomini, per poter vivere con le donne. Ma per te, potrei tornare quella di allora! (Afferrando alla vita Giolli e tirandola da parte, le preme una pistola sul petto. Così la costringe ad abbracciarla. Più la sua voce si fa dolce, più spinge la canna) Fuggiamo insieme, 'stanotte. I soldi ci sono. Ho cominciato a metterli da parte appena sei arrivata tu! Pensando a te, mi sono strusciata a chiunque per 47 "Donna di piacere" poche lire! (Giolli fa per divincolarsi. Rannusia affonda inesorabile la pistola, le fa male) Nel mezzo della festa, scappiamo. Non ti muovere, o sparo! GIOLLI: (freddamente) Mi piacciono i maschi! RANNUSIA: Lo dici per farmi ingelosire... (Cerca di baciarla) Vieni con me! Ti porterò in città! GIOLLI: (turbata, arretra malsicura) Non ho più paura di te! RANNUSIA: Se vai via ti ammazzo. GIOLLI: Mi piacciono i maschi! E se mi ammazzi, mi saranno piaciuti lo stesso! ANITA: (fermando Rannusia per un braccio, misteriosamente) Perché non vieni a vedere una cosa... Anita porta Rannusia dietro il paravento, si china, e da sotto il divano tira fuori la valigia di Giolli. Fa scattare la serratura. ANITA: (con maligno trionfo) Così sai tutto di lei, eh? E questo lo sapevi? E questo? Spalanca la valigia. Viene fuori la nube vaporosa di tulle bianco - l'abito da sposa. Rannusia, fulminata, lo tocca, incredula. Lo accarezza con nostalgia e rispetto. Poi lo ributta dentro e di scatto, con ferocia, richiude la valigia. RANNUSIA: (nascondendo la valigia, come prima) C'è tutta una notte per farla morire di tormenti... Nel salone, la Goullon, stesa sul divano si sveglia urlando. MME GOULLON: La valanga!... La valanga! (Pulendosi la bava, festosa) Ho fatto un sogno: la valanga li ha trattenuti. Le ragazze la guardano, senza sorriso. DAMINA: (dura) Non c'è stata nessuna valanga! Questa è neve leggera, che impedisce la strada solo ai vigliacchi... o a 48 "Donna di piacere" chi ha cambiato bordello! Per un vecchio darei via tutto! Purché non ci disprezzi, come ha fatto 'stassera! ANITA: La prossima volta che vengono facciamo finta di niente. Offese? Chi? Noi? E appena soli, zac!, glielo stacchiamo col falcetto a quei rinnegati! NICHILINA: (giungendo dalla cucina, trafelata, portando la torta sorpresa: il fallo di pandispagna è ripiegato, come appassito) Guardate non ci accendono più neanche le candele. Daria fa per tirare una manciata di coriandoli. MME GOULLON: (fermandola con una scintilla di speranza) No! Aspettiamo la mezzanotte! Sono clienti troppo chic per venire puntuali! Si sente un rumore di orologio. NICHILINA: (piano, intimidita) Gesù! Si sente camminare l'orologio... come una persona! Nel silenzio il ticchettio cresce. Grande incanto come se quella concentrazione preludesse a qualche prodigio. Occhi frugano fuori dai vetri, facendosi illudere dalle forme del buio. MME GOULLON: (con accorata nostalgia) Dov'è finito Teodoro, che beveva 12 litri di canaiola e ruttava come il giudizio universale? Dove sono l'orefice, Gigi, lo Zoppo, Giulio del Sarto e Trionfi? Uomini che si ricordano d'essere uomini. NICHILINA: (riempiendosi la bocca) Che c'importa di loro? DAMINA: Ogni volta che gli viene duro per me... farei salti di gioia! Come una magia che riesce. ANITA: A me, invece, piace finché te lo fanno sentire da sopra i pantaloni... In gabbia, preme... mi fa impazzire. Ma appena lo tirano fuori, mi passa la voglia. La maggior parte non ci guadagna mai a tirarlo fuori per davvero. 49 "Donna di piacere" DAMINA: (sghignazzando) Eh, già! Tu sei stata l'amante di un vecchio! Lo credo che parli così! NICHILINA: (sputando) Che schifo, un vecchio! DARIA: Meglio storpio, che vecchio!... Con quelle pelline molli! ANITA: Sììì! Mi piacciono i vecchi! Mi piacciono i vecchi! A voi piacciono giovani, con la perla alla cravatta... A me, vecchi!... Con un piede nella fossa! 82 anni, è vero... lo avavo perdutamente. Proprio perché era vecchio... Che grande azzardo! Era vicino alla morte, e io glielo contendevo... ognii volta che lui mi desiderava, lei faceva un passo indietro... Mi piacevano le rughe! La sua schiena curva... e su quelle pelline molli, come dite voi... (illuminandosi) quanti baci gli ho dato! DARIA: Giovani o vecchi, uomini o donne... tanto è sempre un inferno. MME GOULLON: (illuminandosi) Stanno venendo! Lo sento! Se ce l'ha fatta una signora (sottolinea la parola, sprezzante) ce la faranno anche loro! E noi, tutte unite nel pelarli! Senza pietà! La casa è in difficoltà, ci vuole un rilancio, e io, con questa (indica Daria)... Ma oggi non basta, oggi vogliono cose strane... le mogli degli amici... E l'avranno! Mi è costata una fortuna! Sarà la festa del ventesimo secolo! Sarà un pienone. State tranquille! Quelli vengono, e pagano! Chi troverà una scusa, chi sbatterà la porta... ma a casa non ci rimangono! Parlo di quelli che ce l'hanno davvero il coso. E anche il portafoglio! Perché vanno insieme: portafoglio vuoto - cazzo moscio sono tutt'uno (u cazzo non vuol pensieri)! DAMINA: Balle. io sono stata in una casa di lusso, e ai ricconi non gli sta mai su! MME GOULLON: (contrariata) Quando mai l'hai visto, un riccone? Non sai manco com'è fatto! DAMINA: (piccata) Ah, beh! Sa tutto lei, madame! 50 "Donna di piacere" MME GOULLON: (modesta) Sì, tutto. Sul manico, tutto! RANNUSIA: Quelli 'stassera restano con le mogli. DAMINA: (insorge) Ma voi, l'avete mai vista una moglie? RANNUSIA: Rassegnatevi! NICHILINA: (scoprendosi il seno e facendo roteare i capezzoli, o altra mirabolante acrobazia) Lo sa fare, questo, una moglie? Damina aggiunge un tocco surreale alla rivendicazione anti-mogli, esibendosi in prodezze acrobatiche e per prima cosa, di sorpresa, vola sul pavimento in una perfetta spaccata. Daria, maldestramente e comicamente, cerca di imitarle. DAMINA: E questo, lo sanno fare? Damina torna su con perizia da danzatrice. Subito dopo si piega inverosimilmente ad arco, e mentre sta piegata con la testa in giù, al pubblico: DAMINA: E questo? È roba da mogli? (Rialzandosi con un guizzo si butta a capofitto e comincia a camminare sulle mani, ripetendo ad ogni passo, comicamente:) E questo?... E questo?... E questo? MME GOULLON: È roba da mogli, questa? Daria fa segno di no con la testa, un po' mortificata. Momento di grande euforia. Gli specchi del salone riflettono quei mutandoni dai colori sorprendenti. Ma all'euforia segue la tristezza. Le ragazze riabbassano lentamente le gonne, in silenzio. GIOLLI: (china il capo, prossima al pianto, poi lo rialza, e repentinamente mutando espressione, con allegria forsennata, grida:) Le maschere!... Le maschere!... Forza, tiriamole fuori, subito... Prima di mezzanotte, sennò porta jella! 51 "Donna di piacere" Con gridolini di subitaneo entusiasmo, avide di elusione, le ragazze corrono ognuna verso il nascondiglio dove ha messo il suo tesoro. Chi dietro un paravento, chi nel cassetto estremo di un armadio. Sette musi di animali di cartapesta: un lupo (Rannusia), un gatto (Giolli), un liocorno (Daria), un maiale (Nichilina), un gallo (Damina), un cervo (Anita), una volpe (La Goullon). Si guardano fra loro. MME GOULLON: (dietro la maschera, con voce cavernosa) Io mi sento più stupida di prima. (Con rabbia si strappa la maschera e la getta nel fuoco) Possano bruciare cossì anche loro! E i loro cazzi! Le altre gettano ognuna la sua maschera nel caminetto, facendo circolo attorno al fuoco. Le ragazze attizzano con crudeltà i carboni. Violenza di rito barbarico. GIOLLI: E le loro mogli!... DARIA: E le loro amanti! DAMINA: E le loro case! CHIARA: E i loro marmocchi! MME GOULLON: (balzando in piedi, sbotta) Così mosce non vi sopporto!... Non ci saranno solo i maschi, nella vita! (Azionando con un gesto violento la pianola. Musica) 52 "Donna di piacere" Sangue di Dio! La cominciamo senza gli uomini la festa! Ci sappiamo divertire anche fra noi! (Solenne) Aprite le danze! Rannusia, Nichilina, Damina, si contrappongono alle altre (Giolli, Anita, Mme Goullon) per comporre la figura classica della quadriglia. È tutto un gioco di occhiate. Giolli che comincia a essere disperata e non vuol darlo a vedere. Anita, che spia Rannusia, che spia Giolli. Il ballo è appena cominciato, quando dall'alto si sente una voce acuta. CANTILENA: Aspettate! Ci sono anch'io! Non cominciate senza di me! Arriva la regina della festa! Tutte si girano. Dalle scale sta scendendo Cantilena mascherata da giovane donna. Il suo scheletro ha dipinto da bella come un morto uccello che una mano, dietro muova. Lustrini sontuosi ornano la sua gobba. Musica di pianola. CHIARA: Cantilena, la Bella, scende le scale per fare invidia alla morte, che non è certo più figa di lei... Fra gli schiamazzi delle ragazze, Cantilena viene accolta nella danza. Attorno a lei la festa si anima. Non per Giolli, che balla col corpo, ma il suo sguardo è sempre volto alla finestra, cercando di scorgere una forma d'uomo. CHIARA: Attenta, Cantilena! Perderai tutti i peli! CANTILENA: (spensierata) Che m'importa! Così, aspetterò d'ora innanzi la morte... col belletto alle guance e il dolcino nel gargarozzo! (Si porta una mano al petto, arrestra, si 53 "Donna di piacere" lascia cadere nel divano, premendosi il petto. Con semplicità) Muoio! MME GOULLON: Magari! Ma chi ti crede? CANTILENA: Corri, Chiara, a prendermi il materasso... voglio morire sul mio tesoro! Chiara esce e torna col pagliericcio. Aiuta Cantilena a sdraiarsi. MME GOULLON: Oggi non ho pazienza per la solita commedia! CANTILENA: Invece è vero! Finalmente è vero! Ho perso gli ultimi sette peli, ballando... fra poco non sarò più vecchia!... Sarò al cospetto del Signore... e gli dirò tutti i dispetti che mi avete fatto! Dirò: "Castiga Damina che mi rubò un pettine! E Giolli che è troppo belle! E la Goullon che appena morta ruberà tutti i miei soldi!". Solo di te, Chiara, parlerò bene! Chiara si avvicina a Cantilena, bisbigliando. Cantilena scoppia in un riso convulso. Ridendo, muore. Nichilina si fa il segno della croce. Le ragazze si inginocchiano. La Goullon è rimasta immobile. Guarda Cantilena, sospettosa, come se non ci credesse ancora. Poi anche lei, timidamente, si fa il segno della croce. 54 "Donna di piacere" GOULLON: Pace all'anima sua...Ci saranno davvero i soldi nel materasso? La Goullon si avvicina cautamente al letto. Afferra il pagliericcio, lo tasta. CANTILENA: (ridendo) Ci hai creduto, eh? (seria) E ti pare che morivo come una stupida? Ah no! Io voglio morire come si deve! (con un gesto autorevole) Damina, suonami l'Avemaria! Voglio entrare in Paradiso con l'A maiuscola! Damina si siede al pianoforte. Le note del pianoforte (Ave Maria di Schubert) e la sua voce purissima creano un momento di grande emozione e rispetto. Ragazze e Goullon stanno tutte in silenzio attorno al letto di Cantilena, che parla con dolcezza, con una luce di felicità sul viso. CANTILENA: (tende le braccia verso l'invisibile) E' la mia ora! E' venuto a prendermi! Il mio ragazzo di sessant'anni fa, il mio moretto riccio con la rosa all'orecchio...La povertà ci separò...Ma ora avremo due stanze in paradiso! Cantilena si ferma. Di colpo, come un giocattolo, come uno scherzo. Stavolta la Goullon le mette uno specchietto davanti alla bocca: rimane terso. Solo ora la Goullon scoppia in pianto. Chiara, commossa, la abbraccia con affettuosa solidarietà. GOULLON: (singhiozzando) Da quanti anni aspettavo questo momento...Ora non ci sono più ostacoli fra me...e loro!... 55 "Donna di piacere" ANITA: Loro...chi? GOULLON: I soldi della vecchia!...Ora sono miei!...Miei!Miei! La Goullon apre il bastone traendone fuori l'anima acuminata e si avventa a sventrare il materasso, urlando come chi va all'assalto dei briganti. Ma dallo squarcio del materasso escono solo piume, simili a fiocchi di neve. Una nuvola di piume bianche invade la stanza. La Goullon a tentoni lotta con esse, le trafigge con la punta di acciaio, le insegue smarrita per la stanza. Nevicata di piume sul salone, mentre sale in alto, lentamente, accompagnato dall'Avemaria, il letto di Cantilena. La nuvola di piume si dilata fuori della porta e della finestra, esce dal bordello, invade la campagna, si mescola alla neve. GOULLON: (accasciata, più morta che viva) L'ultima speranza è svanita...Puttana! RANNUSIA: (da dietro il paravento) Ma in compenso...rideremo! Volete vedere la più bella burla di carnevale? Da dietro il paravento esce Rannusia con l'abito di Giolli appoggiato buffonescamente addosso, seguita da Anita alla quale fa le riverenza. Le ragazze si affollano intorno. Giolli e Chiara si scambiano un'occhiata sgomenta. RANNUSIA: Vuole sposarmi, signorina Giolli? 56 "Donna di piacere" ANITA: (facendo la ritrosa) Oggi? Ma è martedì grasso!... RANNUSIA: Il giorno giusto per uno scherzo! Giolli, vergognosa, annichilita, si nasconde dietro le altre, non osando intervenire, né fa niente per impedire lo scempio. Rannusia spalanca la valigia, con Nichilina e Anita tira fuori oggetti da toilette, camicia di pizzo e trine. Ogni cosa che trovano ridono e la mostrano. NICHILINA: Ecco dove metteva tutti i soldi che le prestavo, Madame! RANNUSIA: Non manca proprio niente per una fuga! ANITA:(ridendo) Solo lui! GIOLLI: (ferma, bianca) Zitte, per carità! Lui sarà qui da un momento all'altro, e se lo viene a sapere la Goullon... GOULLON: Povera Giolli...Ma io lo so da un pezzo! Quando il cliente diventa troppo affettuoso, sto subito all'erta. Lo sai perché gli piace tanto promettere? Perché così gli si drizza, ma poi una volta rivestiti si scordano. Il tuo ganzo cambierà bordello, dirà le stesse cose a un'altra. Ride sotto i baffi. Damina finora ha preso parte al linciaggio, ma comincia a provare pietà per Giolli. 57 "Donna di piacere" DAMINA: Che c'è da ridere? Ma siete proprio cattive!... NICHILINA: Noi a fare marchette e lei con l'abito bianco sotto il letto! La Goullon palpando il vestito. GOULLON: E senti che stoffa!...Ecco perché tutte quelle visite in città. La Goullon misura uno schiaffo a Giolli; non la colpisce ma la sua veemenza aumenta quella di tutte. NICHILINA: Diamole una lezione! Nichilina raccoglie dalla valigia un grosso pettine pesante, e anche le altre si avvicinano minacciose a Giolli. Giolli, accerchiata, è difesa solo da Chiara, che però non riesce a fermare il linciaggio. Nichilina le tira il pesante pettine che ha in mano. Le altre la bersagliano con quanto trovano. Giolli cerca di coprirsi. DAMINA: (mettendosi in mezzo e difendendo Giolli col suo corpo) Ferme! Ferme! Chi non ha mai pensato all'abito bianco... almeno una volta, eh? DARIA: (a parte, vantandosi) Io l'ho già avuto! Le mani pronte a colpire si riabbassano lentamente. Damina approfitta dell'attimo di calma per aiutare Giolli a rimettere in ordine il bagaglio devastato. Riponendolo 58 "Donna di piacere" nella valigia, Damina si trova tra le mani un piccolo medaglione con un ritratto. Giolli se ne accorge, fa per strapparglielo di mano ma è troppo tardi. DAMINA: (aprendolo, incredula) Ovidio!... (Lanciandosi su Giolli a graffiarle il viso e lanciandole contro a raffica tutto quello che trova nella valigia. Urla:) Con lui!... Con LUI volevi andare via! Di tutti i maschi che passano di qua, proprio il maio, volevi! (Alle ragazze) Facciamola a pezzi! Tenetela! L'ammazzo! RANNUSIA: (a Giolli) A quest'ora lui sta ridendo di te coi suoi amici... mettiti le ciabatte e levati quei pennacchi da poco, il tuo Carnevale è fottuto! Giolli si accascia a piangere sulla panca, il viso nascosto tra le mani. DAMINA: (a Giolli) Tu non sei niente per lui! Con me rideva di te! GIOLLI: (esasperata, alza la testa fieramente e balza in piedi) Ah sì? Te lo faccio vedere io, come rideva! (Inginocchiata sul pavimento muove un tramezzo e tira fuori uno scatolone, comincia a scartarlo sotto gli occhi delle curiose) Dio sa quanto m'è costato non farlo vedere a nessuna. (Mostra alle altre il suo tesoro: una bambola vestita come un figurino e un cofano di legno rosa con altri sei abiti, dei più squisiti modelli) Vedi? Sono io la sua bambina! 59 "Donna di piacere" DAMINA: (gridando) Rompiamo la bambola! Rompiamo tutto! Le ragazze si buttano sul prezioso giocattolo, si contendono la bambola, la fanno a brani come baccanti: chi strappa una gamba, chi un braccio. Anita le stacca la testa di netto e Damina, che non riesce a toglierle la scarpetta, la morde, come volesse mangiarla. Giolli, sconvolta, sta in un angolo. Soffre ogni sgarbo fatto alla bambola, soffre i piccoli meravigliosi abiti fatti a brani. Solo Rannusia è rimasta ferma. RANNUSIA: (con grande dolcezza, mentre Giolli fissa lo scempio e forse non la sente neanche) Che malinconia, pensarti in una casa con Ovidio per marito, e i nomi cambiati perché non si sapesse che eri stata puttana. Il massacro è compiuto: ora bambola, vestiti, cofano, sono a pezzi. GIOLLI: (a bassa voce, ma con determinazione terribile. Fiammeggiante) Come vi pentirete! Perché lui arriverà! Sfiderà i lupi, la moglie, la neve e correrà qui, da me! Spalancherà la porta, con una banda di uomini armati e diranno: "A chi dobbiamo tagliare la testa, signorina Giolli?". E io dirò: "A tutte!". L'orologio a Cucù: manca poco alla mezzanotte. Damina, Nichilina, Anita, si stringono vicino alla Goullon, fissando l'orologio, smarrite, come pulcini attorno alla chioccia. Chiara sta vicina a Giolli, che trema, gonfia di lacrime, come presa dalla febbre. 60 "Donna di piacere" DAMINA: (raccolta in un angolo e separata dalle altre, come una lebbrosa) Fra due minuti Carnevale sarà finito... dovremo entrare nella Quaresima senza peccato? DARIA: Se lo avessi saputo sare rimasta a casa. MME GOULLON: (con sguardo indignato all'immagine della Madonna) Sei ghiotta di candele, eh? Però, quando si tratta di fare un favore... Tu, con me, hai chiuso! (Soffia sulla candela davanti all'immagine. Tendendo le mani verso l'orologio, in un gesto disperato) Ancora pochi secondi... Ci sarebbe una formila magica, ma è pericolosa! O arrivano i maschi a frotte... o arriva Satana in persona e scopa tutte! (Piano, terribile e comica, evoca in giaculatoria) Belzebù... Astarotte... Satàn... Batocchio Spadone Birulino Pisello Farfarello Beemoth... Cazzo, cazzo, cazzoooooo! In risposta alla giaculatoria, il Cucù si scatena a suonare la mezzanotte. Giolli si copre le orecchie, accasciandosi. Appena il dodicesimo colpo è scoccato... si sente fuori un rumore sordo. DARIA: (nascondendosi) Cielo! Mio marito! ANITA: (a Giolli, sfottendola) Corri! C'è qualcuno che sta venendo alla porta dell'orto... Si ode un richiamo soffocato. 61 "Donna di piacere" VOCE UOMO: (f.c.) Giolli!... Giolli!... Damina sbianca. Giolli non si muove. NICHILINA: (andando alla finestra e sgranando gli occhi) Lì sotto c'è davvero qualcuno! Chiara, Damina, Mme Goullon, Anita, Chiara, Daria, corrono a vedere. Giolli rimane ferma. MME GOULLON: (guardando increduta dalla finestra) È la fine del mondo! Se gli uomini cominciano a mantenere promesse, posso chiudere. GIOLLI: (alzando appena la testa, smorta, struggente) Ancora scherzi? Non avete riso abbastanza? VOCE UOMO: (f.c.) Giolli! Sono venuto a prenderti! GIOLLI: (lanciandosi fra gli oggetti profanati, calpestando gioiosa tutto il suo corredo e i resti della bambola) Ovidiooooo!!!! Le ragazze e la Goullon, ammutoliscono. Lacrime silenziose scorrono sulle guance di Damina. Le ragazze, invidiose, pentite, e tuttavia un po' sognanti, mentre tengono gli occhi fissi su Giolli che rialza la testa con un gesto da regina insultata. 62 "Donna di piacere" MME GOULLON: (sbarrandole la strada) Tu non esci di qui! GIOLLI: (fissando la Goullon) Un solo uomo s'è mosso. Per me. E non per un ballo... Per sempre! Mi lasci passare... o l'ammazzo! La Goullon si scosta. Giolli passa lentamente fra le invidiose, godendosi quegli straordinari attimi del suo trionfo e gli sguardi delle ragazze. Spalanca la porta e appare la sagoma di un uomo in mantello, dal largo cappello. Giolli si butta fra le sue braccia, l'uomo la stringe coprendola col suo mantello. GIOLLI: Amore mio! Portami via, subito! L'uomo si toglie il cappello. È Rannusia. Travestita da uomo, che ghigna, mentre stringe Giolli, che solo ora si accorge di essere fra le sue braccia. Giolli, con un gemito, si strappa a lei, esterefatta. Un momento di silenzio stupefatto. Poi, un grido di giubilo delle ragazze. Malignità e sollievo per la mancata fortuna di Giolli e per la burla, che è proprio riuscita. L'allegria delle ragazze si sfrena, fragorosa. Ridono tutte, la Nichilina piangendo a grosse lacrime, convulsa. La Goullon ride. Poi, di colpo smette, dà un terribile pugno al tavolo che fa sobbalzare i bicchieri e girare tutte la ragazze verso la sua faccia improvvisamente feroce. GOULLON: Quella ci ha sfottuto a tutte...Uno scherzo da lesbica!.. Tutte guardano con antipatia Rannusia. La Goullon solenne si alza, sovrasta Rannusia. Da protagonista della burla, ora Rannusia è sola, le ha tutte nemiche intorno. L'ostilità cresce. Giolli le sputa in faccia, e grida. GIOLLI: E' colpa sua se non viene nessuno...E' lei!...E' lei che non li fa venire!... 63 "Donna di piacere" Giolli afferra il pugnale, vibra un colpo a Rannusia, si scansa, la manca. La Goullon getta un serramanico chiuso a Rannusia che lo prende a volo. GOULLON: Punto su Giolli!... Scatto del serramanico in mano a Rannusia. La lama viene fuori. Le ragazze si mettono in cerchio per il duello. NICHILINA: 20 soldi su Rannusia!... DARIA: E io 15, su... CHIARA: (interrompendola) 50 su Rannusia!... Giolli combatte con violenza. Rannusia cerca di mandare a vuoto i colpi. Anita dà un calcio a Giolli per farla cadere sul coltello dell'avversaria. Ma Rannusia galantemente non approfitta per colpire, anzi sostiene Giolli impedendole di cadere, e grida ad Anita. RANNUSIA: Faccio da me!...(piano a Giolli) Non voglio farti male. GIOLLI: Io sì! Ti voglio ammazzare! Solo questo mi può calmare! Rannusia si sforza di sembrare feroce, ma continua a far finta di combattere mandando a vuoto i colpi, e intanto disperatamente sussurra a Giolli. RANNUSIA: Amore, non ti ucciderei mai...Ma non venirmi così sotto, o sarò costretta a far vedere chi sono! Giolli vibra un colpo micidiale dritto al petto di Rannusia. Guizzo della lama. Rannusia le blocca il polso con simulata violenza, e mentre glielo stringe facendole cadere il coltello le parla. RANNUSIA: Se l'amore perduto devo salvare la fame di cattiva...o di che vivrò, d'ora in poi? Ma Giolli fulminea si china a raccogliere il coltello e ricomincia con una furia che obbliga anche Rannusia a qualche offensiva; mentre con le lacrime agli occhi non smette di supplicarla. 64 "Donna di piacere" GIOLLI: No...No... Giolli la sfiora col pugnale: un graffio soltanto ma sprizza un pò di sangue. Le ragazze urlano. La Nichilina tuffa la testa nei grossi seni della Goullon, nascondendosi. NICHILINA: Non posso guardare!...mi dica lei che succede... Con la Nichilina in grembo, la Goullon racconta fedelmente lo scontro. GOULLON: Giolli vuole il sangue!...Mira alla gola...L'ammazza!...No! Rannusia ha schivato...Ah! Basta! Bastaaaa! Ma le duellanti non la ascoltano, continuano a menarsi colpi e sembra che nessuna forza al mondo po distogliere Giolli dalla sua furia. Quand'ecco, si sente bussare alla porta. Colpi maldestri e attutiti, come battuti da una mano guantata. Le ragazze perdono ogni interesse al duello. Ascoltano i colpi. Damina getta un grido acutissimo. DAMINA: Un Uomo! Un uomo!... Giolli si volge. Attraverso la finestra appannata del pianterreno, nel buio trapela l'immagine di un uomo. DARIA: Mio Marito! Giolli si lascia cadere di mano il coltello. Dà uno spintone a Rannusia. GIOLLI: Un uomo? Allora tocca a me. Chiunque sia, tocca a me. Corre ad aprire. Damina cerca di arrivare prima di lei, ma Giolli la butta da parte. Guadagna la porta, la spalanca. Contro la buia neve c'è un orso eretto sulle zampe, più grande di un uomo. Un orso maschio, incrostato di neve, l'occhio velato, alla ricerca di caldo, di un rifugio. Le ragazze urlando si nascondono dietro il tavolo, Rannusia compresa, mentre Giolli lo guarda provocante, come se fosse un uomo... GOULLON: Aiuto!...Le belve!...Chiudiiiii!... Poiché Giolli non si muove, la Goullon lestissima corre alla porta e la sbatte in faccia all'orso. Giolli con calma riapre la porta: l'orso è sempre lì, spaventato ma attratto. 65 "Donna di piacere" GIOLLI: Che fa, Madame? Manda via il nostro unico invitato? Confuso, porge la grossa zampa a Giolli, che la stringe ridendo. GIOLLI: E' un orso ammaestrato! Non c'è da avere paura!... Nichilina per prima timidamente comincia a farsi avanti. NICHILINA: E' vero! Ha la museruola. Non ci può fare del male!... L'orso fa l'inchino. Le ragazze gli si affollano intorno con gridolini. DAMINA: Sa stare sulle zampe come un vero signorino!...Non è una bestia selvatica!... Fanno entrare l'orso. Giolli chiude la porta. GIOLLI: Ora la festa! La festa vera...La festa col maschio! Per le ragazze esasperate l'orso diventa il centro del carnevale. Gli buttano i coriandoli, Giolli gli fa leccare attraverso la museruola la faccia. Lui, stupito, annusa e lecca. Il fuoco comincia a sciogliere la neve sul pelo. Si rinfranca. Damina lo prende per una zampa. DAMINA: Devi ballare con me! GIOLLI: No, con me!... Giolli comincia a tirarlo per l'altra zampa. Se lo litigano. Vince Giolli che con uno strattone se ne impadronisce. Riesce a fargli fare mezzo giro...Lui si ferma frastornato. Daria gli versa tra i denti qualche goccia di anisetta. L'orso succhia, barcolla: gli gira la testa. Damina, Anita, Nichilina e Daria girano attorno all'orso cercando di sedurlo con occhiolini e moine. Le unghie laccate di Giolli percorrono la bocca e le orecchie dell'orso in un solletico sempre più malizioso. E lui ci sta, lubrico, accondiscendente, comico e spaventoso. GIOLLI: (ride) E' cento volte meglio di un uomo! 66 "Donna di piacere" Rannusia si avvicina a Giolli e le sussurra con dolcezza. RANNUSIA: Attenta, bambina. Non si scherza con gli orsi. GIOLLI: (piena di rancore) Vattene! Non vedi? Al signore è venuta voglia, è un cliente di molto conto... L'orso ha sentito l'odore di Giolli. Col muso le cerca tra le vesti. Lei lo lascia fare, e con dolce voce ubriaca gli parla. GIOLLI: Dopo, caro, dopo... Nichilina strappa di forza l'orso a Giolli, aiutata da Damina. DAMINA: Changez la dame! Damina e Nichilina lo tengono ognuna per una zampa, e lo trascinano al centro del salone. Giolli sale di fretta le scale e scompare al piano di sopra. Nel ballo buffonesco l'orso se la cava, sembra divertirsi fra scherzi e risate. Anita gli tira il pelo, Daria cerca di attirare la sua attenzione, come se si trattasse di un cliente vero...Ma d'un tratto tutte tacciono e alzano lo sguardo verso la scala. In cima è apparsa Giolli, vestita da sposa, con l'abito strappato che la fa sprezzantemente più bella. Giolli scende il velo. Il velo a brandelli fluttua dietro di lei come una lieve coda, scivolando lungo i gradini. Ha una coroncina sui capelli meravigliosamente pettinati. L'emozione trattenuta: una sposa. E così trepidante va fino all'orso e senza smorfie, come se fosse vero. Allegria delle ragazze, che subito si danno da fare. Una tovaglia bianca di merletti si srotola sul tavolo. Due mazzi di fiori ai lati e un crocefisso nel centro completano la simulazione d'un altare. Inutilmente la Goullon cerca di opporsi. GOULLON: No! No! E' peccato! Già Nichilina ha indossato uno scialle nero, e col rivestimento rosso di flanella per la teiera imita un cappello vescovile. Chiara mette due cuscini per inginocchiatoio. DARIA: (spaventata dall'orso) Casa mia, in confronto, era un paradiso! Io quasi quasi ritorno da mio marito... Anita regge scompostamente lo strascico di Giolli, fingendosi commossa. Giolli è al braccio dell'orso, che le cammina accanto eretto, come capisse la cerimonia... La Goullon, accorata, scotendo la testa in piedi davanti al pianoforte, accenna con un dito la Marcia Nuziale. Nichilina, dietro il tavolo, tiene Natura e Arte come un messale. 67 "Donna di piacere" NICHILINA: Vuoi tu, Ovidio Corradi, prendere per moglie la qui presente Randoni Giovanna, detta Giolli? L'orso fa la riverenza. NICHILINA: Io vi sposo in nome del padre e del figlio... Un sordo ruggito d'avvertimento copre le parole di Nichilina: la bestia stretta nelle zampe comincia ad essere stanca. Daria spinge verso Giolli il vassoio della torta sorpresa. Giolli ci soffia sopra. Le candeline si accendono. L'orso alla vista del fuoco si innervosisce. Ruggisce di nuovo dentro la museruola, più forte di prima. RANNUSIA: Basta! GOULLON: Il bel gioco dura poco! GIOLLI: (stringendosi all'orso) Io faccio come mi pare, ormai sono una donna sposata! Nichilina, Daria, Anita e Damina la spalleggiano ridendo. DAMINA: Ha ragione! Giolli si stringe teneramente all'orso, strofinandosi a lui con maliziosa tenerezza. GIOLLI: Tu non mi puoi tradire!...Hai tutto quello che serve a un uomo, ma non parli...Tu non puoi mentire!... L'animale, frastornato ed eccitato, odora la bocca di lei. GIOLLI: Amore!...Non puoi nemmeno baciarmi...Ora ci penso io !... Gli toglie la museruola. Le altre si scostano con un urlo. La Goullon brandisce il bastone e grida. GOULLON: Fermatela! Quella si fa ammazzare! 68 "Donna di piacere" GIOLLI: (all'orso) Allora, non mi baci? Tutte trattengono il respiro. La Goullon sta pronta col bastone. Lui, fiutando, si accosta alla bocca di Giolli. Lei, ad occhi chiusi, rapita, aspetta, poi li riapre di colpo urlando. GIOLLI: No!...Non mi fido più!... Gli dà un violento colpo sul naso, respingendolo. L'orso repentinamente si rivolta. La bonomia della bestia ammaestrata lo lascia: uno spaventoso mostro selvaggio ruggendo drigrigna i denti e si getta su Giolli. Con una zampata le strappa il vestito sul petto. Una macchia di sangue si allarga sull'abito bianco. Giolli urla e ride. Cade. Panico, fuggi fuggi, le ragazze si nascondono. La Goullon alle spalle dell'orso gli cala una tremenda bastonata in testa. Il bastone si spezza. L'orso inferocito si gira verso la Goullon. Lei si difende roteando il mozzicone di bastone. Lo tiene per un'istante lontano. GOULLON: (a Rannusia) Aiuto...fai l'uomo!...Fa' vedere che sei! Ma Rannusia fa una strana faccia. Poi sviene pesantemente sul pavimento. L'orso morde il mezzo bastone della Goullon: le si sta per buttare addosso. Con un grido selvaggio allora Nichilina sale sul tavolo, giunge i forti pugni e vibra un colpo violento, secco e disperato sulla testa dell'orso. Rumore di rotti. La bestia cade rantolando e non si muove più. Lente le ragazze vengono fuori dai loro rifugi, pronte a scappare di nuovo. Si accostano timorose alla bestia immobile. Rannusia rinviene strabiliata. Vede l'orso a terra. RANNUSIA: E'...morto!...Chi è stato? GOULLON: Tu no di sicuro! Coniglia! (abbraccia fierissima la Nichilina) Nichilina si massaggia incredula le mani. NICHILINA: (dispiaciutissima) Povera bestia...Non l'ho fatto apposta! Madame era in pericolo...Mi sembra d'avere ammazzato un cristiano! La Goullon abbraccia la Nichilina in un entusiasmo incontenibile. GOULLON: Ti voglio adottare! Ti farò da padre, da madre...Non ci lasceremo più! 69 "Donna di piacere" Chiara e Rannusia adagiano Giolli ferita sul divano. Rannusia è impietrita dal dolore, incapace di qualsiasi gesto. Anita corre con un bacile d'acqua calda; Chiara comincia a medicarla. I panni si tingono di rosso. La Goullon ancora euforica per essersi salvata la vita, non si è resa conto della gravità della ferita, e se ne esce giovialissima: GOULLON: Non è niente! Giusto uno sgraffio, per la fine della Quaresima questa trotta meglio di prima...ce n'è che va pazzo per le cicatrici d'orso! Ne ho avuta una, col moncherino, faceva furore! RANNUSIA: (sommessa, ma severa) Stia zitta, Madame. Giolli muore. GIOLLI: Me la filo senza pagare i debiti, Madame... RANNUSIA: E' finita come volevi...Un bel sangue sull'abito da sposa. GIOLLI: Lasciami...E' la mia notte di nozze. Tu non c'entri. Chiara compie uno strano rito sopra Giolli morente. La scalda col fiato, le soffia sopra come sperando in una magica guarigione. Ma Giolli sta sempre peggio. Perde conoscenza. GOULLON: (china su Giolli) Anatrina mia, qualche volta ti ho voluto più bene che ai soldi...La tua risata mi rallegrava come uno scroscio di monete... Quand'ecco un grande chiarore fuori della finestra. Appare la Santa, che tende le mani a Chiara. La vede lei sola. Le altre la guardano stupite mentre parla con qualcuno che non c'è. SANT'AMARA: Vieni, Chiara! Vieni con me! Hai superato la prova...Dimentica il bordello. Ora, puoi volare! Chiara continua a stringere le mani di Giolli, e scuote la testa. SANT'AMARA: Che c'è? Non sei contenta? Non era il tuo più grande desiderio? CHIARA: Ne ho uno ancora più grande! Che Giolli non muoia! SANT'AMARA: Questo è un miracolo troppo importante...Non ti può riuscire...a meno che...tu non rinunci per sempre al volo!... 70 "Donna di piacere" Chiara guarda la Santa, sospesa a mezz'aria, e guarda Giolli, sospesa fra la vita e la morte. CHIARA: Sì! Rinuncio! SANT'AMARA: Ma perderai tutti i tuoi poteri! CHIARA: Tutti tutti? (la Santa annuisce) Allora, Santa, avrei un'altra piccola grazia da chiederti... La Santa volando si avvicina a Chiara, che le sussurra qualcosa all'orecchio... SANT'AMARA: Tu, nelle cose dello spirito, sei un'affarista...Peggio della Goullon! La Santa vola via. NICHILINA: Che silenzio! Pare che non c'è più nessuno al mondo...Che siamo rimaste sole. DAMINA: Come se gli uomini...fossero spariti per sempre. La Goullon si prende la testa fra le mani, desolata. GOULLON: Né luce, né uomini...I soldi erano piume...Questa (indica Chiara) è impazzita, e Giolli muore...Sei proprio incazzato con noi, Signore! Giolli emette un gemito doloroso. Fa un gesto, come chiamando a sé Rannusia. GOULLON: E' la fine...Ci siamo... Invece Giolli riapre lentamente gli occhi, e sotto lo sguardo sbalordito delle ragazze ha luogo uno straordinario prodigio: il suo colorito terreo poco a poco si fa roseo...Giolli si alza sul divano... RANNUSIA: Ferma!...La ferita!... 71 "Donna di piacere" Ma Giolli si toglie con stupore le bende insanguinate...ed ecco, il suo petto intatto, miracolosamente risanato, senza più traccia della ferita. Chiara è illuminata da una grande felicità. Rannusia, ancora timida nella sua gioia, è come incredula. La Goullon si butta in ginocchio. GOULLON: Un miracola...Cantilena!...E' stata Cantilena... In quella, da lontano, dalla campagna, viene un ronzio...Tutte tendono l'orecchio. Un sibilare penetrante e minaccioso, come un ronzio di gigantesco calabrone. NICHILINA: Le cavallette!... Ma ecco che le lampade del salone vengono percorse prima da lievi lampi: bagliori che vanno e vengono, facendo oscillare il salone fra luce e buio con effetti d'acquario, finché si accende tutto insieme. GOULLON: (grida) La LUCE ELETTRICA! TUTTE LE RAGAZZE: La luce! La luce! GOULLON: (si inginocchia) Due miracoli! Santa Cantilena! Appena arrivata lassù, ha detto una parolina per noi...ha salvato Giolli, e ha salvato il bordello! Le farò fare la statua! E la cappella! E ci andremo ogni domenica! Ed ecco una splendida musica di valzer, suonata da pianoforti e violini. E' il fonografo a tromba, azionato dall'elettricità. La Goullon afferra alla vita la Nichilina e si getta con lei nel ballo. Rannusia balla con Giolli, Damina con Anita, la Goullon con Daria in un valzer roteante, inebriante. E mentre le ragazze ballano, lentamente Chiara si solleva fino al cielo, con due enormi ali bianche. 72 "Donna di piacere" DAMINA: (a parte) Giolli, Giolli, Giolli... Solo Giolli! E io? Non conto! Io sono un'inglese, che fa ridere quando parla. Io sono un'antipatica! Sì! È la mia gloria... È la mia maschera - sennò mi mangerebbero il cuore. Volevo diventare una ballerina famosa... (con un'impennata caparbia e dolce) SEMBRA che io sia finita a fare la puttana... ma non è vero! Qualsiasi cosa faccia, io danzo (accenna un passo di danza).