- Io Lavoro Liguria
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FORUM Dalla Regione Liguria Pubblicazione bimestrale a cura di Arsel Agenzia Regionale per i Servizi Educativi e per il Lavoro Direzione, Redazione, Amministrazione via San Vincenzo 4 – 16121 Genova tel. 00 39 010 2491 394 - 393 [email protected] Notizie bimestrale della regione liguria per il lavoro, l’orientamento e il sistema educativo Il terzo trimestre mostra, in Liguria, un contesto con qualche luce e ancora buio La Giusta via, un progetto di orientamento sperimentale 113 A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Italia e Africa, volontariato e lavoro Redazione Laura Barbasio Paola Castellazzo Silvia Dorigati Federica Gallamini Paola Mainini Stefania Spallanzani gennaio 2014 | febbraio 2015 A cura di Francesca Sanguineti Il Programma ‘Garanzia Giovani’, le riflessioni e il dibattito dal ‘Forum Internazionale sull’Orientamento’ A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Garanzia Giovani in Liguria, ecco come funziona A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Gli standard minimi dei servizi e delle competenze Hanno collaborato Laura Barbasio Milva Carbonaro Silvia Dorigati Elisabetta Garbarino Mariangela Grilli Paola Mainini Isabella Puma Francesca Sanguineti degli operatori di orientamento Un ringraziamento particolare Angelo Gasparre – Arsel Liguria Servizio Orientamento dell’Accademia Aeronautica FORUM A cura della Redazione Lo stress lavoro correlato nella Campagna europea per la sicurezza e la salute dei lavoratori A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria In libreria E inoltre Servizio Osservatorio mercato del lavoro – Arsel Liguria dicembre 2014 gennaio 2015 Anno XIII A cura del Servizio Osservatorio mercato del lavoro – Arsel Liguria Direttore responsabile Stefania Spallanzani 113 La sperimentazione I risultati del progetto ‘La Giusta via’, a supporto della transizione dei giovani verso il lavoro L’appuntamento La Campagna europea per la sicurezza e salute dei lavoratori, gli eventi di Inail Liguria Orientamento Il Programma ‘Garanzia Giovani’ al centro del Forum Internazionale Approfondimento Servizi sociali, socio-sanitari ed educativi: un’indagine sull’evoluzione del settore in Liguria Disturbi di apprendimento, di attenzione e bisogni educativi speciali A cura di Laura Barbasio ‘Artigiani in Liguria’, un marchio di qualità per cinque nuove filiere A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria ‘Praxis’, un progetto europeo per l’incontro tra domanda e offerta di tirocini A cura di Milva Carbonaro - GISIG Una fotografia dell’immigrazione in liguria dai dati del Dossier statistico immigrazione 2014 L’Accademia Aeronautica ecco il percorso per gli aspiranti pilotii A cura di Isabella Puma Può essere riprodotto su supporto cartaceo previa autorizzazione, citazione della fonte e delle clausole d’uso. Non può in alcun modo essere utilizzato per scopi di lucro, pubblicato su riviste commerciali o inserito in CD-Rom senza la previa autorizzazione di Arsel Liguria. Ogni violazione è perseguibile a termini di legge. Provincia di Genova Il sistema dell’apprendistato e la formazione duale: come funziona in Alto Adige A cura della Redazione Criticità e potenzialità della Liguria dal Rapporto statistico Cine-forum: Il mondo della finanza visto dal cinema A cura di Mariangela Grilli – giornalista, esperta di cinematografia APPROFONDIMENTO: Servizi sociali, socio-sanitari ed educativi: un’indagine sull’evoluzione del settore in Liguria Provincia di Savona Provincia di Imperia Provincia di La Spezia Progetto grafico: www.andreamusso.com ‘Io Lavoro Forum’ non costituisce fonte ufficiale. Pertanto eventuali errori materiali non possono essere addotti in cause di giudizio o di rivalsa nei confronti dell’Arsel Liguria. Clausole d’uso: il testo di ‘Io Lavoro Forum’, anche quello su supporto magnetico, è di proprietà esclusiva dell’Arsel. Unione Europea Fondo sociale europeo Regione Liguria Fondo Sociale Europeo Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 1 113 Numero dicembre 2014 gennaio 2015 Anno XIII Dalla Regione Liguria 2 Notizie 7 Il terzo trimestre mostra, in Liguria, un contesto con qualche luce e ancora buio 11 A cura del Servizio Osservatorio mercato del lavoro – Arsel Liguria La Giusta via, un progetto di orientamento sperimentale 16 A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Italia e Africa, volontariato e lavoro 23 A cura di Francesca Sanguineti Il Programma ‘Garanzia Giovani’, le riflessioni e il dibattito dal ‘Forum Internazionale sull’Orientamento’ 26 A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Garanzia Giovani in Liguria, ecco come funziona 31 A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Gli standard minimi dei servizi e delle competenze degli operatori di orientamento 35 A cura della Redazione Lo stress lavoro-correlato nella Campagna europea per la sicurezza e la salute dei lavoratori 38 A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Arsel Liguria via San Vincenzo 4 – 16121 Genova La rivista è disponibile su Internet all’indirizzo www.iolavoroliguria.it In libreria 43 Disturbi di apprendimento, di attenzione e bisogni educativi speciali 46 A cura di Laura Barbasio ‘Artigiani in Liguria’, un marchio di qualità per cinque nuove filiere 50 Redazione dott.sse Paola Mainini, tel. 010 2491394 Silvia Dorigati, tel. 010 2491393 [email protected] silvia.dorigati@@arsel.liguria.it ‘Praxis’, un progetto europeo per l’incontro tra domanda e offerta di tirocini Autorizzazione del Tribunale di Genova: n. 17/2002 Una fotografia dell’immigrazione in Liguria dai dati del Dossier statistico 2014 55 L’Accademia Aeronautica ecco il percorso per gli aspiranti piloti 59 Progetto grafico e illustrazioni studio grafico di Andrea Musso Videoimpaginazione Daria Pasolini All’interno fotografie della Redazione, dell’Accademia Aeronauticaa, Servizio Orientamento – Arsel-Liguria A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria 53 A cura di Milva Carbonaro - GISIG A cura di Isabella Puma Il sistema dell’apprendistato e la formazione duale: come funziona in Alto Adige 64 A cura della Redazione Criticità e potenzialità della Liguria dal Rapporto statistico 67 Cine-forum: Il mondo della finanza visto dal cinema 72 A cura di Mariangela Grilli – giornalista, esperta di cinematografia In copertina fotografia della Redazione La rivista è stata chiusa in redazione il 30 gennaio 2015 APPROFONDIMENTO: Servizi sociali, socio-sanitari ed educativi: un’indagine sull’evoluzione del settore in Liguria 75 R U B R I C A Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 2 LE NOVITÀ DALLA REGIONE LIGURIA Un milione e mezzo di euro per incentivare l’assunzione di giovani con contratto di apprendistato Un milione e mezzo di euro per incentivare l’assunzione di giovani liguri nelle imprese del territorio con il contratto di apprendistato di alta formazione. Sono stati stanziati dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla formazione e al bilancio Pippo Rossetti, attraverso tre bandi in partenza il 12 gennaio 2015, a disposizione dell’Università e delle imprese. Il primo bando prevede uno stanziamento del valore di 600mila euro, a valere sulle risorse del Ministero del lavoro, messo a disposizione di Università e istituzioni formative a favore di giovani dai 19 ai 29 anni che devono conseguire una laurea o un master universitario, di primo e di secondo livello, o un dottorato di ricerca e possono contestualmente effettuare percorsi di apprendistato in azienda. La formazione dovrà essere erogata, in modo tale da consentire l’alternanza studio-lavoro che caratterizza il contratto di apprendistato e il percorso formativo dovrà avvenire in parte presso l’Università e in parte presso l’impresa con cui il giovane ha stipulato il contratto. Altri 900mila euro, finalizzati nell’ambito di due bandi in parte sui fondi del Ministero del Lavoro e in parte sul Fondo Sociale Europeo, saranno messi a disposizione delle imprese con sede sul territorio regionale, che potranno vedere riconosciuto un bonus del valore di 9.000 euro per ogni nuovo assun- 2 to e potranno richiedere finanziamenti per il tutoraggio aziendale. L’azienda può utilizzare i giovani con contratto di apprendistato da 6 mesi fino a 4 anni, al termine dei quali può essere confermata l’assunzione. Università, istituzioni formative accreditate e imprese potranno presentare le domande per l’accesso ai finanziamenti a partire dal 12 gennaio 2015 a Arsel Liguria, l’Agenzia regionale per i servizi educativi e il lavoro. FSE, approvato il POR 2014-2020 È stato approvato dalla Commissione Europea il Programma operativo regionale Fse 2014-2020 per la Liguria. Il nuovo programma, in linea con gli obiettivi europei per il settennato, rappresenta la strategia per operare una crescita intelligente, sostenibile e solidale, agendo in favore dell’occupazione, dell’istruzione e formazione, dell’inclusione sociale e della capacità amministrativa. Tra le novità principali anche un maggiore coordinamento e sinergia con altri fondi strutturali come il Fesr e il Psr, in particolare per intervenire nelle aree interne e per lo sviluppo urbano sostenibile. Le risorse a disposizione del Por Fse 2014-2020 sono: 354.544.768 euro, di cui 177.272.384 euro di risorse europee, 124.090.669 euro di cofinanziamento nazionale e 53.181.715 euro di cofinanziamento regionale. Il nuovo programma operativo è suddiviso in 4 assi (che corrispondono agli Obiettivi Tematici – OT, pro- Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 3 pri del Fse) più una quinta dedicata all’Assistenza tecnica: 1. occupazione 2. inclusione sociale e lotta alla povertà 3. istruzione e formazione 4. capacità istituzionale e amministrativa L’80% delle risorse, come richiesto dai Regolamenti comunitari, è focalizzato su 5 priorità d’investimento (Pdi) che fanno capo ai 4 Obiettivi tematici del Fondo e il 20% di esse è dedicato all’OT “Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà e ogni discriminazione”. Approvato dalla Giunta regionale Ddl su riordino delle funzioni delle Province Un disegno di legge che riordina le funzioni e le competenze, fino ad oggi in capo alle Province è stato approvato dalla Giunta regionale su proposta degli assessori regionali alle infrastrutture, con delega al riordino delle competenze e al bilancio, Raffaella Paita e Pippo Rossetti. Sulla base del nuovo ddl, che dovrà passare al vaglio del Consiglio delle autonomie locali e, successivamente, del consiglio regionale, sono attribuite alla Regione Liguria la difesa del suolo, la formazione professionale, caccia, pesca e turismo. Quest’ultima competenza sarà suddivisa con i Comuni che dovranno occuparsi dei servizi di interesse locale, mentre la Regione si occuperà della gestione unitaria del tema. Nel frattempo resta ancora aperto il tema delle risorse. La nuova offerta formativa in Liguria Il piano di dimensionamento scolastico è stato approvato dal Consiglio regionale. Dal prossimo anno scolastico, saranno attivi due nuovi licei linguistici a Genova, presso il liceo classico Colombo e a Recco, presso l’Istituto Da VigoDa Recco. Inoltre sarà previsto un nuovo indirizzo arti figurative presso il Liceo artistico Bruno di Albenga e l’opzione Produzione presso l’Istituto Einaudi-Chiodo della Spezia. Nel piano vengono confermati i quattro licei sportivi attivi dal prossimo anno scolastico. Avranno sede nel Liceo scientifico King di Genova, al Liceo Pacinotti della Spezia, al Liceo Bruno di Albenga e al Liceo Colombo di Arma di Taggia, inoltre è prevista la fusione tra il Liceo Parentuccelli e Istituto Arzelà di Sarzana e il Liceo Marconi e Liceo Delpino di Chiavari. Il piano prevede anche una nuova configurazione dei centri per l’istruzione degli adulti. Confermate le attività e i percorsi serali, con una attività su tutto il territorio regionale, malgrado il numero degli iscritti, per il Ministero siano ritenuti ancora troppo bassi. Nel piano sono inoltre previste due fusioni, su istanze dei territori, una tra il liceo Parentuccelli e l’Istituto di Istruzione superiore Arzelà di Sarzana e l’altra tra il Liceo Marconi e il Liceo Delpino di Chiavari. “Per quanto riguarda i Licei sportivi – spiega l’assessore Rossetti – sono state recepite le proposte delle quattro province, tre delle quali, Genova, Savona e Imperia, approvate già dal consiglio regionale nello scorso anno. Inoltre sono in corso approfondimenti per capire se, già dal prossimo anno, potranno essere attivati altri due licei sportivi, uno al Liceo Liceti di Rapallo e l’altro al Liceo Parentuccelli-Arzelà di Sarzana, come richiesto dal territorio, anche se, al momento, la norma nazionale prevede solo un liceo sportivo per Provincia”. Nel nuovo piano di dimensionamento è prevista inoltre l’attivazione, presso il Liceo scientifico Lanfranconi di Genova-Voltri, dell’indirizzo delle Scienze Umane, al Vittorio Emanuele II - Ruffini dell’indirizzo Tecnico-tecnologico e al Marconi di Imperia di quello di meccanica, meccatronica ed energia. Al Vittorio Emanuele si completerà l’indirizzo di studio nelle relazioni internazionali di marketing. 3 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 4 Agricoltura, è operativa in Liguria la ‘Banca della terra’ per il riordino fondiario e il recupero delle terre incolte e a rischio La Giunta della Regione Liguria rende operativa la Banca della Terra, per promuovere il recupero produttivo delle superfici agricole e forestali abbandonate, incolte o sottoutilizzate, il cui stato di degrado rappresenta un grande fattore di rischio per l’integrità del territorio. Con il provvedimento varato dalla Giunta e illustrato dall’assessore all’Agricoltura, Giovanni Barbagallo, vengono comunicate le modalità di gestione e funzionamento della Banca della Terra, approvata in consiglio regionale lo scorso marzo. In Liguria, nell’ultimo mezzo secolo, si è registrata una pesante diminuzione della superficie coltivata, che è passata dal 40% sul totale del territorio nel 1961, all’8% di oggi, con il parallelo aumento della superficie boscosa, dal 44% al 70%. Tramite la Banca della Terra, la Regione Liguria si prefigge di aumentare la superficie agricola e forestale, utilizzata attraverso processi di ricomposizione e riordino fondiario, utili anche a far accrescere la competitività delle aziende agricole e forestali del territorio. La Banca della Terra mette a disposizione una base-dati informatizzata con le coordinate catastali e le ulteriori informazioni riguardanti i terreni situati in Liguria, i cui proprietari, o aventi causa, si dichiarino disponibili a cedere la detenzione o il possesso a terzi, ovvero ad aderire a forme di gestione consorziata o associata dei fondi. In una apposita sezione sono inserite le coordinate catastali e le ulteriori informazioni riguardanti i terreni, di cui sia stato segnalato il presunto stato di abbandono. Informazioni su www.agriligurianet.it, il sito dell’agricoltura ligure. 2013 e l’approvazione delle linee guida – ha completato il quadro normativo che regolerà la materia e si appresta a riconoscere le nuove aziende agricole sociali che nasceranno sul territorio. L’agricoltura sociale è un’evoluzione del mondo agricolo, in una logica di collaborazione e interazione con il terzo settore: le aziende agricole sociali svolgono la loro attività di coltivazione o di allevamento, coinvolgendo nel processo produttivo persone a rischio di esclusione sociale (portatori di handicap, tossicodipendenti, detenuti o ex detenuti, anziani) o residenti in luoghi isolati: si realizzano in questo modo percorsi terapeutici, riabilitativi, di reintegrazione e, grazie all’acquisizione di conoscenze e tecniche in ambito agricolo, anche di reinserimento nel mondo del lavoro. L’agricoltura sociale entra anche nella programmazione dei fondi europei: il Piano di sviluppo rurale 2014-2020 accoglie infatti la nuova materia con misure e risorse dedicate. ‘Imparo l’italiano in Liguria’, presentata l’agenda 2015 Presentata in Regione l’agenda 2015 ‘Imparo l’italiano in Liguria’, un progetto finanziato dal Fondo Europeo per l’integrazione di cittadini di Paesi Terzi. Obiettivo complessivo dell’intervento, hanno spiegato gli assessori alle Politiche dell’Immigrazione e alla Formazione Enrico Vesco e Pippo Rossetti, è stata la realizzazione e l’offerta di un piano regionale per la formazione civico-linguistica, in partenariato con l’Ufficio Scolastico regionale per la Liguria e i Centri Territoriali Permanenti liguri (CTP) che risponde a quanto previsto per i cittadini stranieri dall’Accordo di integrazione. Oltre seicento gli studenti partecipanti al Progetto. Al via progetto ‘Accompagnamento pensione’ La Regione approva le linee guida per le attività di agricoltura sociale in Liguria La Regione – dopo la legge n.36 del 21 novembre 4 465mila euro per accompagnare alla pensione chi ha perso il lavoro. Sono stati stanziati dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore al lavoro En- Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 5 rico Vesco, per aiutare un centinaio di persone in tutta la Liguria prive di occupazione, ma vicine alla pensione. Le risorse verranno destinate ai Comuni liguri, per attivare cantieri scuola-lavoro della durata di 12 mesi a partire da gennaio 2015. La Regione ha suddiviso la cifra stanziata, tra le quattro province liguri, sulla base dei dati dei disoccupati tra i 55 e i 64 anni. Quasi 200mila euro saranno destinati alla Provincia di Genova, 57.400 euro a quella di Imperia, 108mila euro alla Provincia della Spezia e 100mila euro alla Provincia di Savona. Alla cifra stanziata dalla Regione si aggiungeranno altrettante risorse dei Comuni che comprendono anche il pagamento dei contributi previdenziali. Le persone interessate dovranno presentare un documento, rilasciato dall’INPS, anche attraverso i patronati, che certifica il periodo che manca per accedere alla pensione. Il corrispettivo per ogni persona sarà di 50 euro lordi al giorno e di 1000 euro al mese, per un massimo di 20 giorni lavorativi. Ammontano a oltre 7.000 i disoccupati tra i 55 e i 64 anni a Genova e provincia, a 2.300 a Imperia e provincia, 4100 a La Spezia e 5.000 a Savona, per un totale di oltre 17.000 persone. 177 milioni di euro per contrastare la disoccupazione giovanile e la dispersione scolastica Ammontano a 177 milioni di euro i fondi che stanno per arrivare dall’Unione Europea a disposizione della Regione Liguria per combattere la disoccupazione giovanile, la dispersione scolastica e l’emarginazione. Lo ha comunicato l’assessore regionale al bilancio e alla formazione Pippo Rossetti. La somma, messa a disposizione dall’Unione Europea, si andrà ad aggiungere al cofinanziamento nazionale e regionale, per un importo totale di 354 milioni di euro che finanzieranno il programma operativo ligure del Fondo sociale europeo nel periodo 2015-2020. Il programma operativo regionale assicurerà una particolare attenzione alla lotta alla disoccupazione giovanile che, in Liguria, ammonta al 42% e alla dispersione scolastica, a quota 15%. Le risorse messe in campo dal POR serviranno anche per favorire una maggiore partecipazione femminile al mondo del lavoro e a combattere l’emarginazione, finanziando progetti anche di innovazione sociale, per fornire alle persone in difficoltà le competenze per trovare lavoro. Le prime iniziative verranno attivate già nei primi mesi del 2015. Parte il progetto di e-commerce di Liguriastyle, specializzato nelle produzioni liguri food e non food È pronto Liguriastyle.it, il primo portale specializzato di shop on line per vendere in tutto il mondo le produzioni liguri e diffondere la cultura degli artigianati del territorio. Lo hanno presentato l’amministratore delegato di Liguriastyle.it Luca Costi, Marco Merli dell’ufficio studi della CNA e l’assessore regionale allo sviluppo economico Renzo Guccinelli. L’obiettivo delle imprese liguri di aderire al nuovo portale è quello di proporsi su mercati internazionali, attraverso strumenti del web 2.0 e all’interno di spazi commerciali ed espositivi nel cuore di Genova, fino ad oggi il Bookshop di via Garibaldi e vetrine presso l’Hotel Columbus Sea. In questo modo, le imprese possono incrementare maggiormente la loro visibilità e consegnare il prodotto a un magazzino selezionato di Genova, Liguriastyle.it lo confeziona e lo spedisce in tutto il mondo, verificando le normative vigenti e la tipologia dei prodotti. Il progetto Liguriastyle.it nasce, grazie al contributo della Regione Liguria e alla realizzazione di Confartigianato e CNA della Liguria, in modo da garantire la copertura totale del territorio ligure e soprattutto dei valori delle produzioni di eccellenza della nostra regione. Inoltre, aderisce alla rete dei principali centri d’eccellenza italiani, coordinati da Artex di Firenze; ha sottoscritto la Carta Internazionale dell’Ar- 5 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 6 tigianato Artistico, un documento che specifica le caratteristiche necessarie per rientrare nelle lavorazioni artigiane. Le imprese che intendono partecipare a Liguriastyle.it vengono selezionate, sulla base dell’adesione ai principi fondanti dell’artigianato tradizionale e tipico di qualità, della responsabilità sociale e deontologica, mediante la sottoscrizione della Carta dei servizi e il possesso del marchio di qualità “Artigiani in Liguria” che consente di riconoscere e distinguere le lavorazioni artigiane liguri di eccellenza con classe superiore. In Italia, il 40% degli acquisiti tradizionali vengono fatti utilizzando la ricerca on line per ricevere informazioni. Da Google emergono il 13% in più di domande, da tutto il mondo, sui prodotti made in Italy. Per quanto riguarda l’export, secondo la Fondazione Nord Est 2014, si è registrato un +16% sull’import di prodotti italiani (pari a + 4 miliardi di euro), per quanto riguarda le esportazioni si parla di un 24% in più nel 2014 (pari a 2,5 miliardi) soprattutto nei viaggi e nel turismo. Nonostante la gastronomia e l’agricoltura esportino 33 miliardi, le esportazioni on line di cibo sono basse. In generale, si registrano il 5% di vendite on line in Italia, mentre in Germania sono al 22%, al 19% il Regno Unito e all’11% la Spagna. 6 Giornata contro abolizione schiavitù: un numero verde 800 290 290 per tutte le vittime Mettere a sistema i progetti positivi che vengono portati avanti dalla singole Regioni, sul tema dello sfruttamento delle persone, non più a spot, ma in base ad una programmazione regionale pluriennale. Lo chiede la responsabile della commissione delle politiche sociali della Conferenza delle Regioni e l’assessore della Liguria al welfare Lorena Rambaudi, nella Giornata Internazionale per l’abolizione della schiavitù e l’adozione da parte dell’Assemblea generale della Convenzione delle Nazioni Unite per la repressione del traffico di persone e dello sfruttamento della prostituzione, avvenuta il 2 dicembre 1949. In Liguria, da anni il contrasto alla tratta delle persone viene svolto dai progetti “Contro la tratta Liguria in rete” e “Rete Liguria Sunrise” che operano su tutto il territorio regionale, a favore di chi subisce violenze, minacce ed è privato di ogni diritto. Il Numero Verde Antitratta nazionale e la sua declinazione regionale 800 290 290 fornisce alle vittime, e a coloro che intendono aiutarle, tutte le informazioni sulle possibilità di aiuto e assistenza. R U B R I C A Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 7 NOTIZIE Lotta all’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione in Europa L’ultimo rapporto congiunto Eurydice, Tackling Early Leaving from Education and Training in Europe, tratta del problema, particolarmente sentito in molti paesi europei, dell’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione, il cosiddetto ELET, acronimo di Early leaving from Education and Training che, sempre più spesso, viene usato dagli“addetti ai lavori” al posto del più comune ESL (Early School Leaving). Lo studio comparativo accompagna, sostenendola, l’agenda Europa 2020 sulla riduzione dell’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione ed è un diretto follow-up della Raccomandazione del Consiglio del 2011 sulle politiche volte a ridurre l’abbandono scolastico precoce. Nel rapporto sono presi in esame numerosi aspetti di questo fenomeno: la definizione e gli strumenti di raccolta dati, il monitoraggio, le strategie e le politiche contro l’abbandono precoce, focalizzate su azioni di prevenzione, intervento e compensazione e sui gruppi ad alto rischio, il ruolo dell’orientamento scolastico e professionale, la governance e la cooperazione intersettoriale e anche, infine, l’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione professionale (Early leaving from Vocational Education and Training - ELVET). Per consultare il rapporto nella versione integrale: http://www.indire.it/eurydice/content/ Fonte “La Newsletter dell’Agenzia Nazionale Erasmusplus Indiretalia” Nuovo quaderno Eurydice: “The italian education system” In occasione del semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’UE, l’unità italiana di Eurydice ha pubblicato un nuovo Quaderno, dedicato alla descrizione del sistema educativo italiano in lingua inglese, pensando a una diffusione anche oltre i confini nazionali. Il Quaderno offre una descrizione dell’organizzazione, della governance e dei vari livelli di istruzione del sistema educativo italiano: dalla scuola dell’infanzia all’istruzione superiore, compresa l’istruzione degli adulti. Analogamente al precedente Quaderno in lingua italiana, la fonte primaria dell’informazione è Eurypedia, l’Enciclopedia online sui sistemi educativi europei http://www.indire.it/eurydice/eurypedia. Per consultare e/o scaricare il Quaderno n. 30,“The Italian Education System”: http://www.indire.it/eurydice/content/ Fonte “La Newsletter dell’Agenzia Nazionale Erasmusplus Indiretalia” La pubblicazione trimestrale della Commissione europea mostra una situazione di crescita debole, ma costante dell’occupazione La ripresa economica che è iniziata, nella UE, nella primavera del 2013, rimane attenuata e le recenti previsioni di Pil per la UE sono state riviste al ribasso. Comunque, nonostante il contesto macroeconomico debole, l’occupazione mostra segnali di crescita modesta, ma costante, sino a metà 2013 (EU 7 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 8 Fonte: Commissione europea, affari sociali ed inclusione, mi 3 mesi del 2015, 21.200 quelli previsti nella sola Milano. La regione metterà così a segno un incremento occupazionale di 9.300 unità, 7.500 delle quali concentrate nella sola capitale economica italiana. Il bilancio entrate-uscite, però, sarà positivo anche in Piemonte (+1.600), Veneto (+900), Friuli Venezia Giulia (+600), Emilia Romagna (+2mila). Tra le regioni del Settentrione, qualche difficoltà rimarrà invece in Liguria (–500), Valle d’Aosta (– 200) e, soprattutto, in Trentino Alto Adige (–2.200). Al Centro, la regione trainante si conferma il Lazio, che, in controtendenza rispetto a tutte le altre “compagne” di ripartizione, risulta pronta a creare 2.100 nuovi posti di lavoro, con Roma che da sola supera, con un saldo attivo di 2.500 unità, il dato medio regionale. Il quadro si tinge ancora di grigio, invece, nel Mezzogiorno che, a livello aggregato, pur concentrando una domanda di lavoro elevata (50.100 le entrate previste), presenta solo tre regioni con saldo lievemente positivo e sembra destinato a perdere ulteriori 3.400 posti di lavoro, entro marzo. Le difficoltà maggiori si concentrano in Puglia (–1.100 il saldo), Sicilia (–900) e Abruzzo (–800). Positivi, ma solo di alcune decine di unità, i saldi di Campania, Basilicata e Calabria gennaio 2015(traduzione interna) Fonte: Newsletter 1/2015 - Sistema informativo Excelsior I dati Excelsior sull’occupazione, nel I trimestre 2015 Tra gennaio e marzo 2015, il sistema produttivo intende assumere 209.700 persone; 201.300 sono, invece, le uscite previste. La differenza – 8.400 occupati – rappresenta i posti di lavoro aggiuntivi che verranno creati nei primi tre mesi dell’anno. Le entrate previste sono in aumento del 13,4%, rispetto al I trimestre 2014, e si rileva anche una risalita delle assunzioni con contratto a tempo indeterminato (45.600 nel I trimestre 2015, a fronte delle 39mila del I trimestre dello scorso anno). Apripista la Lombardia – e Milano in modo particolare. Saranno infatti 45.400 i lavoratori in entrata nelle attività dell’industria e dei servizi lombarde nei pri- Blue economy e turismo del mare: il supporto di Formez PA Formez PA ha sottoscritto una convenzione con il Ministero dell’ambiente, e della tutela del territorio e del mare il “Programma di azioni di sviluppo di supporto al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare per la sensibilizzazione e l’educazione ambientale”, al fine di perseguire un’azione comune: la gestione sostenibile e responsabile delle tante risorse marine che possa, tra l’altro, incentivare crescita e occupazione. Una “crescita blu”, come è stata definita, che nasce da un presupposto fondamentale: il mare costituisce un potenziale enorme per la nostra economia, fonte di cibo e di energia e può svolgere - Employment and social situation, december 2014, quaterly review). Come mostra l’analisi, tutti i tipi di impiego stanno crescendo, non riguardando soltanto l’occupazione temporanea e partime, ma anche quella stabile e a tempo pieno. Comunque, il ripristino dei livelli precrisi è meno rapida di quanto sperato. Rimangono molti problemi, in particolare, la disoccupazione di lunga durata e le basse opportunità di lavoro per i giovani (15/24 anni) e per i giovani adulti (25/39). Il tasso di disoccupazione dei giovani sta scendendo, in modo significativo, nello spazio Ue, ma rimane molto alto. La disoccupazione di lunga durata è un problema crescente. Nel secondo trimestre del 2014, un totale di 12,4 milioni di persone (il 5,1% della forza lavoro) è rimasto disoccupato per più di un anno, e più della metà lo sono rimaste per più di due anni. Il reddito familiare sta crescendo in Ue, ma a ritmo più lento. La fragile ripresa economica e i problemi del mercato del lavoro hanno un impatto sul lieve miglioramento delle famiglie e delle persone. L’attenuazione delle difficoltà finanziarie delle famiglie, osservata nella prima metà del 2014, nei mesi più recenti, sembra essersi bloccata. 8 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 9 un ruolo importante nella protezione degli ecosistemi per le generazioni future. Per valorizzare tutto ciò, però, è indispensabile disporre di nuove e maggiori conoscenze. Ed è a tale proposito che Formez PA intende preparare le fondamenta, supportando gli uffici del Segretariato generale del Ministero, nel costruire un programma ambientale unitario per la programmazione dei fondi strutturali e, in particolare, contribuire alla realizzazione di laboratori formativi sperimentali rivolti a docenti e studenti. Occorre, quindi, sviluppare, in chi nella PA opera nei diversi ambiti del settore ‘mare’, competenze trasversali, adatte ad agire in sistemi complessi. Il successo delle politiche e delle azioni per la crescita blu è legato alla capacità di innovazione delle strutture pubbliche e private operanti nel settore. In tal senso, è fondamentale che chi opera in questo settore sia capace di attivare processi innovativi. In quest’ottica Formez PA può supportare le Pubbliche Amministrazioni, da una parte per l’individuazione e sperimentazione di modelli di governance sostenibile per il mare, dall’altra per l’accrescimento delle competenze degli operatori pubblici. Fonte: Formez PA, sintesi di articolo di Arturo Siniscalchi, Direttore Area Politiche settoriali Il lavoro dopo gli studi Queste le ultime pubblicazioni per l’orientamento professionale dei diplomati e dei laureati, a cura di Excelsior:“Il lavoro dopo gli studi”, “Laureati e lavoro: gli sbocchi professionali dei laureati nelle imprese italiane per il 2014” e “Diplomati e lavoro: gli sbocchi professionali dei diplomati nelle imprese italiane per il 2014”. Fonte: Newsletter 3/2014 - Sistema informativo Excelsior zione previsti dalla legge 92/2012. Con un comunicato, il Ministero del Lavoro rende nota la pubblicazione sul proprio sito internet, nella sezione ‘Normativa’, del decreto del 22 dicembre 2014 (del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze). Fonte: Gazzetta Informa News del 23 dicembre 2014 Garanzia Giovani: al via la ‘fase due’ Conclusa la fase di avvio, dedicata essenzialmente all’implementazione dell’infrastruttura tecnologica e delle procedure tecnico-amministrative, Garanzia Giovani entra nella ‘fase due’, quella della presa in carico effettiva, da parte dei centri per l’impiego e delle agenzie accreditate, degli oltre 330.000 giovani che si sono finora registrati. Si entra, insomma, nel vivo del programma, con l’attuazione concreta delle misure dedicate ai giovani. Per illustrare le novità che caratterizzeranno l’attività dei prossimi mesi, a partire dall’aggiornamento grafico e funzionale del sito nazionale e dalle iniziative che puntano ad accrescere l’efficacia delle misure previste dal programma, si è tenuta una conferenza stampa il 10 dicembre, presso la sede del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in Via Vittorio Veneto 56, Roma. Oltre al Ministro, Giuliano Poletti, hanno partecipato all’incontro Valentina Aprea, Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, e Lucia Valente, Assessore al Lavoro della Regione Lazio. Presenti, inoltre, quattro giovani che hanno ricevuto un’opportunità concreta da Garanzia Giovani e che hanno raccontato la loro esperienza. Fonte: Newsletter ‘Lavoroinforma’ – Italia Lavoro Incentivi all’assunzione per professioni e settori con disparità uomo-donna: online l’elenco È stato pubblicato il decreto interministeriale che individua le categorie con un tasso di disparità uomodonna che supera almeno del 25% la disparità media, ai fini dell’applicazione degli incentivi all’assun- Mamme lavoratrici, le istruzioni per ottenere il contributo di 600 euro Dopo il decreto arrivano le istruzioni. A chi spetta, a chi non spetta, le modalità di utilizzo, la domanda 9 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 10 e tutto quello che bisogna sapere nelle circolare n. 169 del 16 dicembre 2014. A seguito del decreto del Ministero del Lavoro, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’11 dicembre 2014 n. 287, che ha definito, per il biennio 20142015, i criteri di accesso e le modalità di utilizzo delle misure a sostegno delle dipendenti pubbliche, private e iscritte alla gestione separata, l’INPS, con apposita circolare n. 169 del 16 dicembre, ha innovato ed integrato quanto disposto con la circolare INPS n. 48 del 28 marzo 2013. In particolare, con riferimento all’ambito di applicazione, viene precisato che possono accedere al contributo esclusivamente le madri lavoratrici aventi diritto al congedo parentale, dipendenti di amministrazioni pubbliche o di privati datori di lavoro, oppure iscritte alla gestione separata di cui all’art. 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335. Per le lavoratrici (autonome) iscritte alla Gestione separata, ivi comprese le libere professioniste, si precisa che sono destinatarie del congedo parentale, a condizione che non risultino iscritte ad altra forma previdenziale obbligatoria e non siano pensionate, pertanto tenute al versamento della contribuzione in misura piena (cioè con aliquota maggiorata). Le madri lavoratrici possono accedere al beneficio, anche se hanno fruito in parte del congedo parentale. Inoltre, la misura è concessa in ragione del singolo figlio, quindi anche per più figli, purché siano rispettati i limiti temporali indicati nel decreto ministeriale. Relativamente alla Misura e durata del beneficio, l’Inps chiarisce che il contributo è pari ad un importo massimo di 600,00 euro mensili. Le lavoratrici part-time potranno fruire del contributo in misura riproporzionata, in ragione della ridotta entità della prestazione lavorativa, secondo la tabella allegata alla circolare (all. 2).Altre indicazioni riguardano: il ‘contributo per l’acquisto dei servizi di 10 baby sitting’; il ‘contributo per la fruizione dei servizi della rete pubblica e privata accreditata. Nella circolare vengono anche chiariti i casi di ‘Variazione e cancellazione della domanda’, di ‘Accoglimento o rigetto della domanda’, ‘Rinuncia al beneficio’ e ‘monitoraggio’. Fonte: Gazzetta Informa News del 23 dicembre 2014 Incentivi per le società cooperative di piccola e media dimensione Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il Decreto che istituisce un nuovo regime di aiuto, finalizzato a promuovere la nascita e lo sviluppo di società cooperative di piccola e media dimensione. Fonte Newsletter Lavoro – DPL Modena Da stazione inutilizzata a progetto di utilità sociale Ferrovie dello Stato, in un’ottica di razionalizzazione ed ottimizzazione del proprio patrimonio immobiliare, mette a disposizione 1.700 stazioni a titolo gratuito. Si tratta di linee ferroviarie dismesse o di stazioni impresenziate, ovvero stazioni controllate a distanza, tramite dispositivi informatici che non necessitano più di personale ferroviario sul posto. Per mantenere comunque le stazioni presidiate, e tutelarle perciò dal degrado e da atti vandalici, il Gruppo FS ha deciso di concederle, tramite contratti di comodato d’uso gratuito, ad associazioni ed enti locali, affinché vengano avviati progetti sociali e culturali che abbiano ricadute positive sul territorio. Sono circa 345 le stazioni già assegnate, corrispondenti ad una superficie di oltre 63.683 mq. È stato, inoltre, avviato un nuovo progetto di riqualificazione per il riuso sociale - ambientale degli spazi. Per ulteriori informazioni: http://www.fsitaliane.it/fsi/ Impegno/Per-le-Persone/Riutilizzo-Patrimonio-FSItaliane/Riutilizzo-Patrimonio-FS Fonte: http://www.responsabilitasociale.coop/index.php Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 11 OSSERVATORIO MERCATO DEL LAVORO Il terzo trimestre mostra, in Liguria, un contesto con qualche luce e ancora buio Cresce l’occupazione ma la situazione è ancora pesante A cura del Servizio Osservatorio mercato del lavoro – Arsel Liguria I dati, pubblicati dall’ISTAT, mostrano alcuni segnali di ripresa sul fronte dell’occupazione che, in Italia, dopo 7 trimestri di calo, torna e crescere. Contestualmente, si registra un preoccupante aumento del numero dei disoccupati, che salgono di 122mila unità e arrivano a sforare i 3milioni, con il tasso di disoccupazione che balza all’11,8%. Occupazione: cosa succede in Liguria La crescita dell’occupazione è dello 0,6%, ben 0,4 punti percentuali in più della media del Nord Ovest, da imputarsi esclusivamente all’aumento dell’occupazione maschile. Crescono i posti di lavoro nell’industria, sia nel manifatturiero sia nelle costruzioni, settore che invece, a livello nazionale, è duramente colpito dalla crisi. Finalmente, si arresta l’emorragia di posti di lavoro nel terziario che, tra il III trimestre 2012 e il III trimestre 2013, aveva perduto ben 23mila posti di lavoro. La situazione della disoccupazione sul nostro territorio Il dato è particolarmente pesante, con i disoccupati che passano da 58mila del III trimestre 2013 a 67mila del III trimestre 2014 (+15,5%). Il tasso sale così al 9,8%, contro il 9,1 del Nord Ovest, con l’indicatore maschile inferiore di un solo decimo di punto percentuale, rispetto a quello femminile. Il numero delle persone scoraggiate, cioè quelle che, secondo i criteri dell’Istat, non sono alla ricerca attiva di lavoro, rimane stabile, rispetto al corrispondente trimestre 2013, per effetto di una diminuzione degli uomini, compensata da un aumento delle donne. Una riflessione: la crescita della disoccupazione può essere vista anche come un dato che potrebbe rivelare un maggiore numero di persone disponibili a lavorare, anche tra le fasce tradizionalmente più deboli sul mercato del lavoro. In Liguria l’occupazione cresce di 4mila unità L’occupazione in Italia torna a crescere dopo sette trimestri di calo L’aumento è dello 0,5%, pari a 122mila unità e riguarda: > le donne: +0,9%, pari a 87mila unità > l’occupazione straniera sia maschile sia femminile: +128mila unità L’incremento dell’occupazione si estende: > in tutto il Nord, con il picco del Nord Est: +0,7%, pari a 33mila unità 11 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 12 > meno nel Nord Ovest: +0,2%, pari a 13mila unità L’andamento in Liguria Va meglio rispetto alla media del Nord Ovest, con una crescita dell’occupazione dello 0,6%: +4mila unità. Gli occupati si attestano sui 623mila, probabilmente da imputarsi, quasi esclusivamente, all’aumento della componente maschile: +5mila unità. Il tasso di occupazione in Italia… È in aumento in tutte le aree considerate. > Cresce, a livello nazionale, di 0,4 punti percentuali, passando dal 55,6% del III trimestre 2013 al 56% del III trimestre 2014. > Nel Nord Ovest, l’incremento è di soli 0,2 punti percentuali e inferiore quindi alla media nazionale. La crescita è da imputarsi soprattutto alla componente femminile: +0,4 punti percentuali. …e in Liguria Il tasso di occupazione si attesta sul 62,3%, al di sotto di 2 punti percentuali rispetto al Nord Ovest e di 3,2 punti percentuali rispetto al Nord Est: comunque più elevato rispetto a quello nazionale. Si osserva un incremento maggiore: +0,9 punti percentuali. La crescita è da imputarsi, principalmente, ancora alla componente femminile, il cui indicatore in Liguria fa addirittura segnare un punto percentuale in più, sebbene sia sempre inferiore a quello del Nord Ovest (–1,4 punti percentuali). > Per il sedicesimo trimestre diminuiscono gli occupati nelle costruzioni: -60mila unità, pari al 3,7%). > Aumentano di 66mila unita (+0,4%) i posti di lavoro nel terziario. …e la Liguria ricalca solo parzialmente la situazione nazionale > L’agricoltura perde circa mille posti di lavoro. > L’industria ne guadagna circa 6mila (+5%), per effetto dell’aumento congiunto dell’occupazione nel manifatturiero (+3mila unità, pari al 3,8%) e nelle costruzioni (+2mila unità, pari al 4,8%). Focus sul terziario nel nostro territorio Il terziario non subisce variazioni di rilievo: si attesta sulle 484mila unità, un dato tutto sommato positivo se si pensa come, tra il III trimestre 2012 e quello 2013, si erano persi ben 23mila posti di lavoro (4,5%). L’andamento dovrà tuttavia essere confermato nei trimestri successivi, vista l’influenza della stagionalità. ANDAMENTO DELL’OCCUPAZIONE. CONFRONTO RIPARTIZIONALE 3° trimestre 2013 - 3° trimestre 2014 (valori assoluti in migliaia - variazioni percentuali) 3° trimestre 3° trimestre 2013 2014 Liguria Variazioni 3°trim-13/3°trim-14 v.a. v.% 619 623 4 0,6% Nord Ovest 6.805 6.818 13 0,2% Nord Est 5.021 5.054 33 0,7% Uno sguardo ai settori produttivi in Italia… > Rimane sostanzialmente stabile il numero di occupati in agricoltura. > Cresce l’occupazione dipendente nell’industria in senso stretto: +104mila unità, pari al 2,3%. 12 Fonte: ARSEL Liguria - O.M.L. Elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle Forze di Lavoro (3° Trimestre 2013/3° Trimestre 2014) *Per effetto degli arrotondamenti sulle migliaia i totali possono risultare discordanti di un range di 1/3 punti Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 13 ANDAMENTO DELL’OCCUPAZIONE PER GENERE IN LIGURIA* 3° trimestre 2013 - 3° trimestre 2014 (valori assoluti in migliaia - valori percentuali) 3° trimestre 2013 3° trimestre 2014 OCCUPATI PER RAMO DI ATTIVITA’ ECONOMICA IN LIGURIA* 3° trimestre 2013 - 3° trimestre 2014 (valori assoluti in migliaia - valori percentuali) Variazioni 3°trim-13/3°trim-14 v.a. v.% v.a. v.% v.a. v.% Maschi 339 54,9% 344 55,2% 5 1,5% Femmine 279 45,1% 279 44,8% 0 0% Totale 619 100% 623 100% 4 0,6% 3° trimestre 2013 3° trimestre 2014 Variazioni 3°trim-13/3°trim-14 v.a. v.% v.a. v.% v.a. v.% Agricoltura 13 2,1% 12 1,9% -1 -7,7% Industria 121 19,6% 127 20,4% 6 5% Servizi 484 78,3% 484 77,7% 0 0% Fonte: ARSEL Liguria - O.M.L. Elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle Forze di Lavoro (3° Trimestre 2013/3° Trimestre 2014) *Per effetto degli arrotondamenti sulle migliaia i totali possono risultare discordanti di un range di 1/3 punti Fonte: ARSEL Liguria - O.M.L. Elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle Forze di Lavoro (3° trimestre 2013/3° trimestre 2014) *Per effetto degli arrotondamenti sulle migliaia i totali possono risultare discordanti di un range di 1/3 punti DINAMICA DEL TASSO DI OCCUPAZIONE 15-64 ANNI CONFRONTO RIPARTIZIONALE 3° trimestre 2013 - 3° trimestre 2014 (valori percentuali) Sono 67mila le persone in cerca di lavoro, in prevalenza uomini, ma anche le donne crescono di numero 3°trim13 3°trim14 Maschi Liguria 68% 68,8% Nord Ovest 71,2% 71,3% Nord Est 73,8% 74,1% Italia 65,1% 65,4% Femmine Liguria 54,9% 55,9% Nord Ovest 56,9% 57,3% Nord Est 56,1% 56,8% Italia 46,2% 46,7% Totale Liguria 61,4% 62,3% Nord Ovest 64,1% 64,3% 65% 65,5% 55,6% 56% Nord Est Italia Fonte: ARSEL Liguria - O.M.L. Elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle Forze di Lavoro (3° trimestre 2013/3° trimestre 2014) In Italia Dai dati Istat del terzo trimestre 2014, il numero dei disoccupati supera il tetto dei 3milioni, con una crescita di 166mila unità: +5,8%, rispetto al corrispondente trimestre 2013. Coinvolge soprattutto gli italiani, le donne e coloro che cercano lavoro da almeno un anno: l’incidenza della disoccupazione di lunga durata sale infatti al 62,3%. Nel Nord la disoccupazione aumenta, ma in maniera diversificata: > nel Nord Est dello 0,5%: +2mila unità > nel Nord Ovest del 5%: +30mila unità La crescita è allarmante per la Liguria: +15,5% Chi è alla ricerca di lavoro arriva a quota 67mila (+6mila uomini), tanto che la disoccupazione maschile arriva ad incidere per il 55,2%, rispetto al 44,8% di quella femminile. Ma anche le disoccupate sono in aumento di 3mila unità. Rimane sostanzialmente stabile – 57mila unità – il numero di coloro che, pur dichiarandosi disponibili a lavorare, non hanno effettuato azioni di ricerca at- 13 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 14 tiva e/o mostrato disponibilità al lavoro (secondo i criteri adottati dal’Istat), per effetto di un andamento tra i generi quasi speculare e compensativo: componente femminile in aumento e maschile in diminuzione di circa 7mila unità. Il tasso di disoccupazione in Italia Nel III trimestre 2014 il tasso di disoccupazione, in crescita dal III trimestre 2011, tocca l’11,8%, con un aumento di 0,5 punti percentuali rispetto ad un anno prima, che riguarda soprattutto le donne il cui indicatore è pari al 12,9%. In particolare: > nel Nord Est il tasso rimane stabile > nel Nord Ovest passa dall’8,6% al 9,8% Il tasso in Liguria: un flash sui dati più salienti > Dall’8,6% balza al 9,8%: +1,3 punti percentuali, rispetto al Nord Ovest. > Per la prima volta non si riscontrano marcate differenze di genere. > Continuano a prevalere coloro che sono alla ricerca di lavoro, dopo aver perduto una precedente occupazione, il cui numero sale a 55mila unità, in prevalenza uomini: 30mila unità. > Diminuiscono invece di 2mila unità coloro che sono alla ricerca del primo impiego, prevalentemente giovani, per effetto dell’esclusiva contrazione della componente maschile. PERSONE IN CERCA DI OCCUPAZIONE* 3° Trimestre 2013- 3° Trimestre 2014 (valori assoluti in migliaia - variazioni percentuali) 3° Trimestre 3° Trimestre 2013 2014 Variazioni 3°trim-13/3°trim-14 v.a. v.% Liguria 58 67 9 15,5% Nord Ovest 604 634 30 5% Nord Est 367 369 2 0,5% Fonte: Agenzia Liguria Lavoro - O.M.L. Elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle Forze di Lavoro (3° Trimestre 2013/3° Trimestre 2014) *Per effetto degli arrotondamenti sulle migliaia i totali possono risultare discordanti di un range di 1/3 punti 14 ANDAMENTO DELLA DISOCCUPAZIONE PER GENERE IN LIGURIA* 3° Trimestre 2013 - 3° Trimestre 2014 (valori assoluti in migliaia - valori percentuali) 3° Trimestre 2013 3° Trimestre 2014 v.a. v.% v.a. v.% v.a. v.% Maschi 31 53,4% 37 55,2% 6 19,4% Femmine 27 46,6% 30 44,8% 3 11,1% Totale 58 100% 67 100% 9 15,5% Variazioni 3°trim-13/3°trim-14 Fonte: Agenzia Liguria Lavoro - O.M.L. Elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle Forze di Lavoro (3° Trimestre 2013/3° Trimestre 2014) *Per effetto degli arrotondamenti sulle migliaia i totali possono risultare discordanti di un range di 1/3 punti ANDAMENTO DEGLI “SCORAGGIATI” PER GENERE IN LIGURIA* 3° Trimestre 2013 - 3° Trimestre 2014 (valori assoluti in migliaia - valori percentuali) 3° Trimestre 2013 3° Trimestre 2014 Variazioni 3°trim-13/3°trim-14 v.a. v.% v.a. v.% v.a. v.% Maschi 26 45,6% 19 32,8% –7 –26,9% Femmine 31 54,4% 39 67,2% 8 25,8% Totale 57 100% 57 100% 0 0 Fonte: Agenzia Liguria Lavoro - O.M.L. Elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle Forze di Lavoro (3° Trimestre 2013/3° Trimestre 2014) *Per effetto degli arrotondamenti sulle migliaia i totali possono risultare discordanti di un range di 1/3 punti Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 15 DINAMICA DEL TASSO DI DISOCCUPAZIONE 15-64 ANNI. CONFRONTO RIPARTIZIONALE 3° Trimestre 2013 - 3° Trimestre 2014 (valori percentuali) PERSONE IN CERCA DI OCCUPAZIONE IN LIGURIA* 3° Trimestre 2013 - 3° Trimestre 2014 (valori assoluti in migliaia) 3° trim. 13 3° trim. 14 3° trim. 13 3° trim. 14 v.a. v.a. Con precedenti esperienze lavorative 22 30 Senza precedenti esperienze lavorative 9 7 Totale Maschi 31 37 Con precedenti esperienze lavorative 22 25 Senza precedenti esperienze lavorative 5 6 Totale Femmine 27 30 Con precedenti esperienze lavorative 44 55 Senza precedenti esperienze lavorative 14 12 Totale 58 67 Maschi Maschi Liguria 8,4% 9,7% Nord Ovest 7,8% 8,1% Nord Est 5,6% 5,6% Italia 10,7% 11% Femmine Femmine Liguria 8,8% 9,8% Nord Ovest 8,6% 9,1% Nord Est 8,4% 8,3% Italia 12,1% 12,9% Totale Totale Liguria 8,6% 9,8% Nord Ovest 8,1% 8,5% Nord Est 6,8% 6,8% Italia 11,3% 11,8% Fonte: Agenzia Liguria Lavoro - O.M.L. Elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle Forze di Lavoro (3° Trimestre 2013/3° Trimestre 2014) *Per effetto degli arrotondamenti sulle migliaia i totali possono risultare discordanti di un range di 1/3 punti Fonte: Agenzia Liguria Lavoro - O.M.L. Elaborazioni su dati ISTAT Rilevazione sulle Forze di Lavoro (3° Trimestre 2013/3° Trimestre 2014) 15 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 16 LA SPERIMENTAZIONE La Giusta via, un progetto di orientamento sperimentale: orientare non solo per informare, ma per educare a scegliere A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria È stato presentato, all’Istituto nautico San Giorgio di Genova, il progetto di orientamento ‘La Giusta via’. Bandito a seguito di gara pubblica da Arssu (oggi Arsel), realizzato da Aesseffe e Asfor, in partenariato con Asfor, Istituti scolastici e Università di Genova, nell’anno scolastico 2013/2014, il percorso ha mirato a supportare i ragazzi nell’individuare il proprio iter scolastico e professionale, partendo dalle competenze e dagli interessi. Sviluppato con le risorse dell’FSE, nell’ambito del Piano giovani della Regione Liguria, ha visto il coinvolgimento di 250 studenti delle Scuole medie, superiori e dell’Università, insieme a genitori e docenti, per un totale di 50 ore di formazione per ogni percorso. Sono stati presentati tre prototipi, a disposizione di tutte le realtà scolastiche. ‘La Giusta via’ ha anticipato, in qualche modo, le novità contenute nel decreto sulla ‘Buona Scuola’, per ciò che concerne l’offerta di strumenti per la transizione, puntando a rafforzare la conoscenza di sé e l’orientamento ‘precoce degli studenti. Ciò per facilitarli nel processo di maturazione delle scelte, in vista dell’auto-orientamento. Al convegno ha partecipato l’assessore regionale Pippo Rossetti. Roberto Dasso, Direttore generale di Arsel Liguria ha coordinato i lavori. Gli interventi sono stati a cura di Erminio Grazioso, Dirigente regionale del Servizio orientamento, formazione superiore, università e professioni; Dino Castiglioni dell’USR; Emiliano Stroppiana di Aesseffe; Simona Soracco di Asfor. La tavola rotonda è stata moderata da Carlo Gioria di Gruppo Clas. Scuole coinvolte nella sperimentazione generazione del prototipo Per il lotto 1 > Istituto Ravasco, Genova > Istituto comprensivo II, Savona > Istituto comprensivo statale 2 Cavour, Ventimiglia (IM) > Istituto comprensivo Vezzano Ligure (SP) Per il lotto 2 > Istituto Montale Nuovo IPC, Genova > stituto per i servizi alberghieri e della ristorazione Migliorini, Finale Ligure (SV) 16 > Istituto Ruffini-Aicardi, Taggia (IM) > Liceo Statale Mazzini, La Spezia Per il lotto 3 > Università degli Studi di Genova, Scuola di scienze sociali, corso di laurea in Economia e Commercio > Università degli Studi di Genova, Dipartimento di scienze per l’architettura, corso di laurea in design del prodotto e della nautica Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 17 Interventi tecnici di presentazione del Progetto Emiliano Stroppiana, Aesseffe La progettazione e il coordinamento centrale è stato curato da Aesseffe, in Ati con Asfor: Aesseffe è stato capofila dei primi due lotti, Asfor del terzo. Il progetto ha avuto carattere sperimentale, nell’ambito dell’accordo Stato/Regioni, e ha riguardato otto scuole – quattro secondarie di primo e quattro secondarie di secondo grado – comprendendo l’intero territorio regionale. Circa l’organizzazione, ogni scuola ha individuato un rappresentante, per facilitare la comunicazione. Il progetto per la scuola secondaria di primo grado, primo lotto La finalità generale è stata mettere a punto un servizio curricolare di carattere orientativo, superando l’ottica soltanto informativa, per sviluppare nei giovani competenze, partendo dalla conoscenza attiva di sé e avendo come interlocutori privilegiati gli insegnanti e le famiglie. Le azioni del progetto hanno previsto 34 ore dedicate a servizi e attività di orientamento, circa 6 ore rivolte alle famiglie e 7 di formazione docenti. Il percorso è stato strutturato su quattro moduli. Il primo, dopo la presentazione degli obiettivi, ha mirato ad analizzare le possibili aree di interesse, anche attraverso interviste che prevedevano una restituzione degli esiti. Gli strumenti utilizzati sono stati il ‘diario di bordo’ ed una piattaforma di condivisione con le altre classi. Il secondo modulo si è fondato su laboratori finalizzati all’acquisizione di un metodo di studio e apprendimento, la conoscenza di sé, un gioco attivo sulla consapevolezza delle scelte. Il modulo tre ha avuto come focus centrale l’informazione mirata alla scelta e l’organizzazione di un momento pubblico, a cui sono state invitate le scuole se- condarie di secondo grado, un evento orientativo, organizzato dagli studenti, per confrontarsi tra studenti. Poi, uno spazio dedicato al lavoro – uno interno ed uno esterno – che ha previsto la costruzione di un’intervista da rivolgere a testimoni privilegiati e visite in azienda. In particolare, i ragazzi hanno individuato attivamente gli elementi del territorio per la pianificazione dei contatti, secondo i bisogni individuali. Il quarto modulo è stato dedicato alle conclusioni, alla preparazione del progetto personale, alla rielaborazione delle informazioni, alla video conferenza attraverso skype. Le diverse azioni Nella tabella seguente è riportata sinteticamente la struttura del progetto “La Giusta Via” suddiviso nelle diverse azioni: Azione 1 con la descrizione e articolazione delle attività rivolte agli studenti Azione 2 con la descrizione e articolazione delle attività per il coinvolgimento dei genitori Azione 3 con la descrizione e articolazione delle attività di formazione rivolte ai docenti 17 Elenco competenze N 1 2 3 4 5 6 7 18 COMPETENZE Padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l'interazione comunicativa verbale e non verbale in vari contesti – Asse culturale: linguistico Imparare ad imparare – Competenza di cittadinanza Progettare – Competenza di cittadinanza Collaborare e partecipare – Competenza di cittadinanza Individuare collegamenti e relazioni – Competenza di cittadinanza Agire in modo autonomo e responsabile – Competenza di cittadinanza Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio economico per orientarsi nel tessuto produttivo del proprio territorio – Asse culturale: storico-sociale Il progetto per la scuola secondaria di secondo grado, secondo lotto e alcuni dati di partecipazione Ha avuto un impianto analogo, con una differente calibratura delle ore dedicate al primo modulo, lo sfrondamento dell’aspetto prettamente ludico del laboratorio di conoscenza di sé, motivazione e stili di apprendimento. Poi, un incontro attivo con l’Università. I genitori sono stati coinvolti, per valutare insieme le criticità eventualmente emerse. I partecipanti al progetto sono stati, per il primo lotto, 92 ragazzi e 49 genitori; per il secondo lotto, gli studenti sono stati 104, 57 i docenti coinvolti. La diverse azioni Nella tabella seguente è riportata sinteticamente la struttura del progetto “La Giusta Via” realizzato per le scuole superiori e suddiviso nelle diverse azioni: Azione 1 con la descrizione e articolazione delle attività rivolte agli studenti Azione 2 con la descrizione e articolazione delle attività per il coinvolgimento dei genitori Azione 3 con la descrizione e articolazione delle attività di formazione rivolte ai docenti 19 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 20 Elenco competenze N 1 COMPETENZE TIPOLOGIA Padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l'interazione comunicativa Asse culturale: linguistico verbale e non verbale in vari contesti 2 Imparare ad imparare Competenza di cittadinanza 3 Progettare Competenza di cittadinanza 4 Collaborare e partecipare Competenza di cittadinanza 5 Individuare collegamenti e relazioni Competenza di cittadinanza 6 Agire in modo autonomo e responsabile Competenza di cittadinanza Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema socio economico per orientarsi nel tessuto produttivo 7 del proprio territorio Asse culturale: storico-sociale Simona Soracco, Asfor: l’esperienza con l’Università La sperimentazione, iniziata a marzo, ha coinvolto le Scuole di Economia e commercio e Architettura e ha previsto, già in fase progettuale, l’attivazione della rete, costituita da imprese, associazioni di categoria, istituzioni pubbliche, liberi professionisti. Le caratteristiche sono quelle dell’innovatività, della flessibilità, della condivisione. Ognuno ha adottato la sua metodologia, ma mettendola in comune nella piattaforma. La scelta è stata quella di realizzare interventi che intreccino formazione, istruzione e lavoro, per sviluppare l’orientamento in modo continuo, incrementando il livello di consapevolezza per partecipare attivamente alle scelte, creando occasioni di integrazione. L’ideale da raggiungere è il passaggio dall’orientamento all’auto-orientamento, pianificando e partecipando agli obiettivi. Tutto questo per combattere la dispersione, anche attraverso un primo assaggio del mondo del lavoro, per motivare a determinati percorsi di studio. Anche in questo caso, si è attuata la formazione degli studenti, ma anche dei delegati e dei referenti dell’orientamento. Particolare attenzione è stata rivolta agli aspetti trasversali quali: la conoscenza di sé e un’analisi sul ‘come studio’ e ‘perché studio’. Sono stati utilizzati, in alcuni casi, un questionario di attitudini e, in altri, colloqui di gruppo. Le testimonianze sono state numerose e sono state organizzate visite esterne; gli studenti coinvolti sono stati in totale 27. Alla fine del percorso, l’elaborazio- 20 ne del dossier personale che ha mirato a delineare un primo piano di azione. È stato organizzato un momento di scambio tra i due gruppi, con l’obiettivo di mettere a fuoco aspettative future e ritaratura. Ci si aspettava numeri più significativi, ma il percorso è stato ugualmente utile perché ha consentito una gestione migliore già in fase sperimentale Le diverse azioni Nella tabella seguente è riportata sinteticamente la struttura del progetto “La Giusta Via” realizzato nei due Dipartimenti universitari suddiviso nelle diverse azioni: Azione 1 con la descrizione e articolazione delle attività rivolte agli studenti Azione 2 con la descrizione e articolazione delle attività di formazione rivolte ai docenti. Elenco competenze N COMPETENZE 1 Padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l'interazione comunicativa verbale e non verbale in vari contesti 2 Imparare ad imparare 3 Progettare 4 Collaborare e partecipare 5 Individuare collegamenti e relazioni 6 Agire in modo autonomo e responsabile Assessore Rossetti, conclusioni L’orientamento, in questi anni, richiama una metafora: quella del calcio, dove ognuno ha in testa un suo ruolo e gioca come sa giocare. La spinta a caricare il progetto di aspettative è quindi legittima. Questo anche perché abbiamo di fronte giovani in età evolutiva che hanno bisogno di capire chi sono, capire il proprio ‘spazio’ interiore e costruire un’identità che non è definitiva, ma che dipende da molte variabili; in questa situazione, è complesso educare: la formazione continua è quindi una necessità ma è attualmente la grande assente. Occorre ribadire che, quando si parla di prototipo, non si parla di vangelo. Circa il dimensionamento, occorre avere chiare le filiere produttive, si osserva, inoltre, 21 una rigidità e una stratificazione dell’offerta che è difficoltosa rispetto alla domanda. Dobbiamo immaginare un cambiamento radicale, puntare sulla formazione e il reclutamento dei docenti. Solo l’8% delle scuole, a livello nazionale, organizza l’alternanza scuola lavoro. Occorre costruire politiche di sistema, ragionare sulle filiere, cambiare la cultura. Tutti i processi dovrebbero poter contare sul supporto dell’orientamento quale trait d’union tra l’offerta formativa ed il mercato del lavoro, favorendo una scelta consa- Il Progetto La Regione Liguria, nell’ambito dell’accordo tra Governo, Regioni ed Enti Locali, è chiamata ad elaborare un modello di orientamento per istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, da proporre alle varie realtà scolastiche e formative. Lo scorso giugno si è conclusa la prima fase di attuazione del progetto ‘La Giusta via - Orientare non solo per informare, ma per educare a scegliere’ sviluppatosi all’interno del ‘Piano giovani della Regione Liguria’, con il compito di favorire le scelte dei giovani nel loro percorso di studi, di rendere più concreto il contatto con le professioni ed il mondo del lavoro, favorendo lo sviluppo di nuove metodologie ed offrendo agli operatori strumenti adeguati e sempre più aggiornati. Nell’anno scolastico 2013-2014, il progetto ha visto coinvolte – una per ciascuna provincia – quattro classi del secondo anno della scuola secondaria di primo grado, quattro classi del terzo anno delle scuole secondarie di secondo grado e il primo anno di due corsi di laurea dell’Università degli Studi di Genova. L’intervento è stato attuato, in partenariato con le scuole e l’Università, da Aesseffe S.C.P.A. (Agenzia Servizi Formativi) e da A.S.F.O.R. 22 pevole, basata sulla conoscenza di sé, delle proprie risorse e dei possibili sviluppi professionali.che deve essere anche di genere, visto che la scelta pesa ancora a seconda del sesso. Pertanto, visto anche i risultati raggiunti, proseguiremo il lavoro su questo progetto, rendendolo un vero e proprio modello regionale, replicabile, al servizio delle diverse istituzioni per non farlo diventare uno fra i 100; oggi dobbiamo puntare sull’orientamento come punto di sperimentazione e riqualificazione per la nostra Regione. Gruppo CLAS ha fornito assistenza tecnica all’attuazione dei vari progetti. A partire dai risultati ottenuti nelle varie realtà scolastiche, sono stati elaborati tre prototipi che la Regione mette a disposizione di tutte le scuole interessate. Riferimenti Ente promotore ARSEL Liguria Via San Vincenzo 4 - 16121 Genova Soggetti Attuatori AESSEFFE (Lotti 1 e 2) via Melegari 29bis/r, 16149 Genova Telefono: 010 2475422 e-mail: [email protected] ASFOR (Lotto 3) Associazione Formazione Ravasco Piazza Carignano, 1 16128 Genova Telefono e/o Fax 010561246 e-mail: [email protected] Assistenza Tecnica Gruppo CLAS http://www.lagiustavia.it Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 23 NON PROFIT Italia e Africa, volontariato e lavoro È stato il tema del quinto congresso nazionale del Consorzio SPeRA A cura di Francesca Sanguineti S i è tenuto a Genova, dal 20 al 22 novembre 2014, nella cornice del Galata Museo del Mare, il V Congresso Nazionale SPeRA – Solidarietà, Progetti e Risorse per l’Africa – organizzato dal Consorzio SPeRA e dall’Associazione ‘Medici in Africa’, in collaborazione con l’Università di Genova e il Celivo – Centro Servizi al Volontariato di Genova. Per comprendere appieno il significato e l’importanza del Congresso SPeRA rivediamo velocemente la sua storia. L’origine risale al 2010, ad opera dell’Associazione Medici in Africa Onlus (www.mediciinafrica.it), mossa dall’intento di creare sinergie e collaborazioni tra associazioni italiane attive nel Continente nero. La prima esperienza del convegno, realizzata a livello locale, ha superato le aspettative, in termini di interesse, da parte di associazioni di altre regioni italiane, delle Istituzioni e del settore profit. L’impegno dell’Associazione ‘Medici in Africa’ Spinta da una tale approvazione, Medici in Africa si è impegnata in due direzioni: una di evoluzione del Convegno in un meeting riconosciuto della cooperazione internazionale specifico sull’Africa; l’altra verso la costituzione di un Consorzio, entro il quale le singole realtà attive avrebbero potuto più facilmente divulgare la propria esistenza e le propria attività, a livello nazionale e internazionale, attraverso una unica e più forte voce. Il Consorzio SPeRA Ecco quindi l’essenza del Consorzio SPeRA: realizzare una rete efficace ed efficiente di scambio di informazioni ed esperienze che consente di facilitare, sviluppare, ampliare e portare a termine di anno in anno i progetti di solidarietà italiani in Africa Sub Sahariana. Un lavoro che può sembrare banale ma che non lo è nella realtà di chi si trova a chilometri di distanza da casa, con un clima e una lingua differenti, in un contesto scomodo o talvolta critico. Il Convegno SPeRA ha sempre affrontato temi “forti”: la Donna (anno 2012), il rapporto volontariato-impresa (anno 2013), il rapporto volontariato-lavoro nel 2014. Nell’ambito di quest’ultimo – particolarmente dedicato ai giovani – è stata contestualizzata una delle maggiori novità: l’avviamento, per l’anno accademico 2014/15, del primo insegnamento interscuola di cooperazione allo sviluppo nei corsi di laurea delle Scuole di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Scienze Umanistiche, Scienze Sociali, Politecnica, Medicina e Farmacia dell’Università di Genova, che ha coinvolto 300 studenti in congresso come momento propedeutico al corso. I dati ISTAT sulle Isituzioni non profit E di cooperazione internazionale ha parlato Mori di ISTAT, in apertura con un’interessante relazione qui sintetizzata. 23 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 24 Secondo l’Istat, le istituzioni non profit, attive alla data del 31/12/2011, nel campo della cooperazione e solidarietà internazionale sono 3.565 (+148,8% rispetto al 1999) e nell’86,2% dei casi impiegano prevalentemente volontari (78.901 con una crescita del +130,5%). Il profilo dei volontari impegnati nel settore della cooperazione internazionale Il profilo socio-demografico dei volontari attivi nel settore della cooperazione internazionale presenta alcune specificità, rispetto a quello del resto dei volontari. Considerando il sesso, le femmine (54,3%) prevalgono sui maschi (45,7%). Per quanto riguarda la posizione sul mercato del lavoro, i volontari del settore della cooperazione internazionale risultano essere in maggioranza occupati (61,0%), mentre pensionati e personale in altra condizione ne rappresentano rispettivamente il 25% e il 14%. Infine, i volontari impegnati nell’ambito della cooperazione e solidarietà internazionale presentano livelli d’istruzione piuttosto elevati, con il 35,5% che è laureato e il 47,8% diplomato. Il ‘Registro della solidarietà italiana in Africa 2014’ In occasione del Convegno, è stato presentato il Registro della solidarietà italiana in Africa - 2014’, testimonianza, a forma di libro, di quanto, concretamente, viene svolto dal volontariato italiano nel Continente. Quest’anno, il volume ha raccolto oltre duecentocinquanta progetti di solidarietà, attivi in Africa Sub Sahariana, descritti in quattro lingue (italiano, inglese, francese e portoghese), suddivisi per macro-temi: agricoltura e risorse naturali, donne e infanzia, strutture e infrastrutture, istruzione lavoro e formazione, sanità e nutrizione. Il volume è stato distribuito ai partecipanti del Congresso e inviato ai rappresentanti istituzionali dei Paesi coinvolti. Durante i giorni del convegno, i pro- 24 getti raccolti nel Registro sono stati presentati dai rappresentanti delle Associazioni di riferimento. Proprio in questi momenti, è emersa una diffusa preoccupazione per lo scarso controllo effettuabile sulle organizzazioni solidali in Africa, che possono celare obiettivi del tutto estranei – o addirittura contrari - a quelli della solidarietà. Per trovare una soluzione sicura e in tempi brevi, il Consorzio SPeRA ha avanzato la proposta di realizzare un Albo delle ONG e delle ONLUS italiane che operano in Africa, in collaborazione diretta con il Ministero degli Esteri. Questo Albo dovrebbe “certificare” serietà di obiettivi e di intenti e proporre un’evoluzione legislativa della Charity in chiave anglosassone - comprendente gli aspetti di defiscalizzazione - oltre che di formazione, innovazione e sviluppo delle reti, non solo telematiche ma anche relazionali nell’Africa Subsahariana. Riferimenti CONSORZIO SpeRA Telefono 010 3537621 Email: [email protected] La testimonianza Intervista al Prof. Berti Riboli – Presidente Medici in Africa e Consorzio Spera Perché il tema “volontariato-lavoro”? Come sono collegati i due argomenti? Abbiamo voluto dare continuità all’edizione del Convegno 2013, intitolata “Volontariato e Impresa” con il tema “Volontariato e Lavoro” perché l’esperienza di volontariato giovanile, oggi, è spesso un’opportunità per effettuare un percorso, dove sono richieste capacità anche superiori a quelle aziendali. Fare questo tipo di training è significativo, come completamento del profilo professionale, ed è as- Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 25 solutamente da riportare nel proprio curriculum. Oggi, molti Stati dell’Africa Sub Sahariana si trovano in un momento di sviluppo e crescita economica tali da far evolvere l’esperienza di volontariato in esperienza lavorativa a tutti gli effetti. Sono diversi i Paesi africani che stanno cercando in Europa persone con competenze particolari; lo Stato dell’Angola, per esempio, ha richiesto all’Università di Genova molti profili. Fare volontariato oggi vuole anche dire entrare potenzialmente nel mondo del lavoro. Il servizio volontario, a volte, è il primo passo per ottenere, successivamente, un incarico stabile nella stessa associazione. In tutti i casi, l’esperienza fatta può essere comunque inserita nel proprio curriculum vitae; le competenze che si acquisiscono sono di valore elevato ed è possibile arricchire il proprio bagaglio di esperienze umane e professionali. za di controllo dei progetti creano, talvolta, situazioni di estrema difficoltà. Il Registro della Solidarietà italiana in Africa trova senso in tale contesto: attraverso il volume è possibile creare scambio. Il lavoro di raccolta dei progetti è di una difficoltà enorme ma il risultato è tale da continuare a impegnarsi in questo senso. La distanza tra l’Italia e i paesi africani, la frequente difficoltà delle comunicazioni e della logistica, creano ancor più l’esigenza di coesione tra le diverse associazioni e il successo che sta incontrando il Consorzio SPeRA ne è la prova e la conferma. Diventa pertanto ancor più necessario, di quanto possa essere per le associazioni che operano in Italia, una qualche forma di controllo. Il consorzio non può svolgere questa funzione, ma la divulgazione e trasparenza dei progetti crea di per sé una valutazione dell’operato dei singoli attori. Il Consorzio SPeRA si ispira al concetto di “lavoro in rete”. Cosa si intende esattamente? Per lavoro di rete intendiamo la conoscenza dell’operato dell’altro, in modo da aiutarci e creare sinergie. Il messaggio del Consorzio è semplice e chiaro: cercarsi, unirsi, fare sinergie, specialmente tra realtà che seguono progetti a distanza. Infatti la lingua, i fusi orari, il territorio, ma anche la mancan- Perché la cooperazione internazionale sta prendendo questa via? Nella cooperazione internazionale i giovani potranno agire come volontari, ma per molti potrà significare l’inserimento nel mondo del lavoro. Nello stesso tempo le numerose associazioni, presenti sul territorio nazionale, potranno giovarsi dell’entusiasmo e della progettualità dei più giovani. 25 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 26 ORIENTAMENTO Il Programma ‘Garanzia Giovani’, le riflessioni e il dibattito dal ‘Forum Internazionale sull’Orientamento’ A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Come ricorderanno i lettori, nel numero scorso della Rivista, il 112 (a cui si rimanda), era stata pubblicata – visto l’interesse - un’anteprima di quanto emerso dalle relazioni del Convegno e l’intervento completo del Sottosegretario di Stato del Ministero del Lavoro, Luigi Bobba. In questo numero, come anticipato, viene dato spazio, più in dettaglio, ai lavori del ‘Forum internazionale sull’orientamento’, dedicato al Programma Garanzia Giovani. L’incontro si è sviluppato secondo due tempi di esposizione; per praticità, la sintesi concentra, per ogni relatore, l’intera esposizione. I saluti istituzionali sono stati a cura dell’Assessore regionale all’istruzione e formazione Sergio Rossetti; di Rosaria Pagano, Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale e di Enrico Giunchiglia, per conto del Rettore dell’Università degli Studi di Genova. Roberto Dasso, Direttore Generale di Arsel Liguria, ha moderato gli interventi, ricordando come il budget, previsto per Garanzia Giovani, sia cospicuo e riguardi misure che i servizi per l’impiego hanno sempre messo in campo. Introducendo i lavori, ha ricordato come l’obiettivo sia avvicinare il più possibile i giovani al lavoro, e non necessariamente trovare loro occupazione. In questo senso, anche l’impegno, profuso nell’ambito del servizio civile, risulta arricchente e utile per rimettere in attività i ragazzi che vanno 26 contattati anche là dove abitualmente si ritrovano tra loro, facendo una forte attività di scouting. Ricorda, inoltre, come la Regione Liguria sia deputata, a livello nazionale, alle politiche di orientamento. I lavori della giornata Anna Grimaldi, Dirigente Area lavoro - Isfol (per conto di Pierantonio Varesi, Presidente Isfol), dagli accordi occorre passare alla fase applicativa In apertura dell’intervento, si è dimostrato che Arsel è molto sensibile al tema dell’orientamento e che, a Genova, esiste una tradizione ultradecennale in questo senso. Pone l’accento su due questioni, da tenere ben presenti: una di carattere culturale, dove si è raggiunto un buon livello, anche dal punto di vista della letteratura una di tipo politico, che è quella da superare. Infatti, per ciò che riguarda il primo aspetto. Inoltre, la trasversalità dell’intervento orientativo è, spesso, intesa non come specializzazione, come risulta dalle frantumazione delle competenze, in capo ai vari sistemi. Conseguente è, allora, la frammentazione delle politiche: occorre, a questo punto del percorso, condividere, in modo molto chiaro, gli obiettivi. Con gli standard e le competenze sull’orientamento si garantisce la qualità, per cui bisogna, oggi, passare alla ‘fase B’ che monitori ciò che accade sui diversi territori. Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 27 Siamo in un momento in cui si riscontrano dati drammatici sull’occupazione, soprattutto giovanile: i ragazzi sono sfiduciati, e il nostro compito è dare loro fiducia. Da ciò, discende come gli operatori debbano avere competenze ‘alte’. È arrivata, quindi, una fase importantissima: gli accordi non bastano, dobbiamo passare, dalla fase normativa, all’applicazione sui territori, rispettando, comunque, la loro differenza. Il momento storico, rispetto all’orientamento, è positivo, sono maturati i tempi per la governance: i numeri e i dati non devono scoraggiare, così come le situazioni territoriali, come detto, necessariamente diverse. Siamo arrivati davvero al momento di ragionare sul governo del sistema, non portando avanti azioni di scontro, ma conducendo un lavoro, ancora una volta, partecipato: a livello centrale, ma anche sui territori, unendo, di pari passo, education e lavoro. Questa istanza va posta, in maniera molto ferma, a livello politico. È il momento di mettere in campo, contestualmente, azioni positive, partendo dall’analisi di quello che credono i giovani: una ricerca indica che l’80% di loro non ha progetti per il futuro, ma paura (si tratta di un target, a partire dai 16 anni): i timori riguardano il non trovare lavoro, il non poter avere vita affettiva, l’ammalarsi. Rispetto a tutto ciò, grossa è la corresponsabilità nostra: al di là della ‘buona scuola’, vanno posti in essere percorsi di attivazione. In concreto, dopo il colloquio, dobbiamo tenere conto dei valori dei giovani e considerare attentamente quello che pensano, per passare subito dopo alla pratica: oltre a proporre il tirocinio, l’apprendistato, partire dalle loro richieste e dai bisogni, dando loro speranza. Tutto ciò, quindi, non in funzione della domanda, ma del bisogno di chi usufruisce dei servizi. Gianni Bocchieri, Regione Lombardia (per conto dell’Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Valentina Aprea): Garanzia Giovani è l’occasione per superare i diversi contesti territoriali La Garanzia Giovani impone un ragionamento di sistema su tutta la filiera: istruzione/formazione/lavo- ro: questa declinazione parte dall’esigenza, in Regione, di trattare il Programma come protagonista. In Lombardia, dal 2006, soggetti pubblici e privati accreditati cooperano nei servizi; con GG l’obiettivo è coinvolgere scuole, università, poli, ITS, IFTS, nella costruzione dell’infrastruttura del mercato del lavoro. Inoltre, differenziare i percorsi dei giovani, a seconda della loro provenienza. L’obiettivo del Programma è abbassare i tempi di transizione e rendere coerenti i percorsi. Non si ha ancora l’evidenza se il modello scelto è giusto, ma si crede di si, l’esperienza lombarda parte dal progetto ‘Fixo’ di Italia Lavoro. Dai primi dati, ci si aspetta di avere più possibilità di raggiungere i giovani che hanno lasciato, da più di quattro mesi, i percorsi. I numeri non sono esorbitanti, se confrontati con quelli dei Neet: poco più di 300.000 hanno aderito, ed è un dato che fa riflettere. In Lombardia, sono poco meno di 25.000 ad aver fatto la scelta dell’operatore; 13.000 si sono attivati in questa direzione, solo 5.000 hanno stipulato un patto di servizio; c’è una caduta di numeri, per cui la questione focale è mantenere quanti hanno aderito. All’Agenzia nazionale va la gestione dei servizi, e non solo per ciò che concerne i livelli essenziali e le PAL, mentre le Regioni devono individuare le funzioni-delega. Alcune Regioni, pensando al rischio di un impoverimento dei sistemi locali, hanno proposto il supporto delle agenzie regionali. L’Agenzia nazionale dovrà, necessariamente, fare i conti con questa realtà. Come è noto, l’Italia non è organizzata in modo uniforme: in 14 regioni non è presente il sistema di accreditamento. Sicuramente, Garanzia Giovani rappresenta l’occasione per far superare i modi differenti di approccio. Giovanni Chiabrera, Responsabile della macroarea Nord di Italia Lavoro (per conto di Paolo Reboani, Presidente Italia Lavoro): le fasi e le peculiarità del Programma La durata del Programma è molto lunga, protraendosi fino al 2017/2018, il modello si ‘trascinerà’, pertanto, nella nuova programmazione. 27 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 28 In linea generale, la fase operativa è partita ad ottobre scorso, saranno possibili correzioni, in corso d’opera, sulla base dello stato di avanzamento lavori. L’accoglienza è strettamente legata alla fase di comunicazione, ma la sua funzione primaria è supportare il giovane a prendere consapevolezza del percorso, che sarà, successivamente, personalizzato. La campagna di comunicazione raggiungerà, in maniera capillare, i singoli punti informativi. Un altro tassello importante: l’attività formativa e informativa per il pubblico, mirata alle funzioni e ai compiti. In alcune zone del nostro Paese, si riscontrano difficoltà, sul versante delle strutture in grado di dare alcuni servizi; quindi, il rallentamento delle fasi del Programma è dovuto anche a questo motivo. Occorre sgomberare il campo, rispetto al fatto che GG sia solo una copertura dei costi delle attività dell’operatore. Si è cercato di costruire, in questo periodo, una base di partenza comune per tutte le Regioni, con una forma di finanziamento standard, e un’altra a risultato. I dati sul monitoraggio, a livello nazionale, sono pubblicati su ‘Cliclavoro’. Nel 2015, si sviluppa l’operatività del Programma ed entra nel vivo l’assistenza tecnica. Italia lavoro è presente, a livello nazionale, ma con connessioni regionali, in attesa dell’Agenzia nazionale. Citiamo, come esperienze precedenti alla Garanzia Giovani: il progetto ‘Fixo’, il programma ‘Welfare to work’, le Botteghe di mestiere (di cui Forum ha parlato, in numeri precedenti, ndr.). La Liguria sta aggiungendo risorse sull’alto apprendistato, il quadro di misure e incentivi è unico, sono state approvate nove schede, non tutte finanziate. La scelta della Regione Liguria è stata quella dell’attivazione di circa 50 sportelli: in questo modo, c’è la possibilità di ‘catturare’ i giovani sui territori; circa 600 ragazzi liguri hanno scelto le regioni confinanti, ma 2000 hanno scelto la Liguria per GG. Il tema dell’accoglienza è, quindi, fondamentale, ed è un altro argomento su cui vale la pena riflettere. 28 Sergio Rossetti (a nome dell’assessore regionale alle Politiche attive del lavoro e dell’occupazione, Enrico Vesco): gli aspetti da considerare nella GG Non abbiamo un sistema di accreditamento regionale per le agenzie private di incrocio tra domanda e offerta, riscontriamo una forte differenziazione, di carattere organizzativo, nei territori e qualche contraddizione; in sintesi: alcune politiche sono gestite con il precariato; mentre in precedenza, in Liguria, la visione dei servizi era prettamente pubblica e, ad oggi, non abbiamo definito un processo di gestione integrata. A livello ‘macro’ i fondi dedicati ai servizi per l’impiego sono meno che in Germania; il finanziamento è assegnato, anche in virtù del risultato raggiunto, ma se le persone interrompono il tirocinio per l’attivazione di un contratto di lavoro, il servizio non viene pagato. È passata l’idea che le giovani generazioni non potranno più trovare lavoro e questo spiega perchè i Neet, in questa loro fase della vita, non sono motivati ad attivarsi; in anni precedenti, invece, le aspettative e le convinzioni erano molto chiare. Sicuramente, però, con GG, occorre avere l’accortezza di non creare aspettative troppo alte, rispetto al lavoro. Rosa Dello Sbarba, Regione Toscana (per conto di Gianfranco Simoncini, Assessore alle attività produttive, lavoro e formazione): il Programma va nel solco dell’esperienza regionale Dal 2011, è attivo il Progetto ‘Giovani sì’, per volontà del Presidente della Regione, che ha investito 400 milioni di euro, per accrescere il livello di autonomia dei giovani – a partire dalla casa – mettendo insieme vecchie e nuove misure, ma presentandole sotto lo stesso marchio. Grande importanza è stata data al livello informativo: è stato, pertanto, creato un ufficio, gestito da giovani, che può contare su un numero verde tra pari. Si ha, costantemente, presente la consapevolezza che, frustrare le aspettative, soprattutto dei giovani, è un fatto davvero negativo. Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 29 L’iniziativa, in Toscana, ha riguardato 110.000 giovani: è stata modificata la legge sui tirocini che spesso mascheravano rapporti lavorativi. Ne sono stati attivati 16.000, cofinanziati dalla Regione, obbligatoriamente retribuiti con 500 euro; 6.900 contratti-casa con affitto calmierato; quattro bandi sul servizio civile, per 4.200 giovani. Anche la linea sull’autoimprenditorialità è stata modificata, ed estesa a tutti i settori, con un sostegno molto più ampio: 1350 PMI coinvolte, 400 in agricoltura; 380 garanzie per atipici; 84.000 i beneficiari di borse di studio. Questi i numeri, ad oggi della GG. Sono stati registrati 15.871 nominativi: 10.921 i colloqui orientativi effettuati: 8845 di attivazione; 3715 di profilazione; 7.700 consulenze mirate; molto lavoro viene fatto dall’operatore sulle aspettative del giovane. La facilitazione è data, appunto, dal marchio ‘Giovani sì’, già conosciuto sul territorio, così come il servizio che viene erogato. Sicuramente, il problema dei molti territori italiani esiste, ma risolvere il problema con un colpo si spugna non è efficace, le Regioni si sono confrontate, non solo per la difesa del ruolo. Le diversità esistono, perché sfaccettato è il mercato del lavoro: non si può far finta che non lo sia. È quindi necessaria la governance, con azioni di monitoraggio e anche di surroga, che lasci alle Regioni l’organizzazione sul territorio degli interventi, per non rischiare di ‘ingessare’ il sistema. Un altro problema da tenere presente è, poi, il seguente: i più precari sono quelli che danno informazioni alle persone in cerca di occupazione. Bisogna cercare di utilizzare tutti gli strumenti attivi, per il sostegno pubblico alle reti formali ed informali, di cui, comunemente, ci si serve: senza il sostegno della rete già ‘cresciuta’, non si possono raggiungere risultati significativi. Si chiede, quindi, che l’utilizzo delle risorse europee si allarghi anche ad altri soggetti. Come Forum del terzo settore, si è aderito alla campagna di Garanzia Giovani. Abbiamo potuto osservare, anche recentemente, in occasione dell’alluvione di Genova, che i ragazzi, durante le fasi di emergenza, sono attivi, ma, una volta terminato il bisogno, ritornano nel loro limbo. Il Testo unico sul terzo settore della nostra regione indica che i cittadini organizzati hanno una funzione pubblica e questo può avere molti intrecci, a più livelli, con il lavoro parlamentare e il ruolo dell’impresa sociale che si lega al progetto di vita e alla responsabilità comune. Da qui, l’esperienza del servizio civile, che va definita come attività valoriale: se rimane relegata alla dimensione utilitaristica – ad esempio per trovare lavoro – si fa un pessimo servizio alle giovani generazioni. Claudio Basso, Portavoce ‘Forum ligure del Terzo settore’: è significativo l’apporto alla GG Ecco alcune criticità e problematiche. Gli sportelli sono spesso gestiti dal terzo settore, ma, molto spesso, secondo il criterio del massimo ribasso. La loro funzione è strategica, trattando di informazione, orientamento e, quindi, in sostanza, di progetti di vita delle persone. Alla base di tutto, occorre affrontare il tema dell’uso delle risorse pubbliche, consapevoli che l’atteggiamento di ‘vassallaggio’ non è mai produttivo per la crescita del sistema e, quindi, per i servizi al cittadino. 29 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 30 Marco Gaione, Vicepresidente di Rete Lavoro (Associazione italiana delle Agenzie per il Lavoro – intermediazione): il contesto in cui si colloca GG è di mutamento L’avere, per ruolo e missione, l’opportunità di muoversi sull’intero territorio nazionale e occuparsi di orientamento, fa si che ci si confronti con un sistema che fa sentire, ormai, la sua età che presuppone un’evoluzione, anche delle regole. Come privati, si lavora, ormai da anni, insieme al pubblico; il sistema di regole deve pertanto essere omogeneo. I fattori enunciati incidono anche sui servizi di orientamento: il riconoscimento della figura dell’orientatore deve procedere di pari passo, quindi necessita di chiarezza di ruoli. La situazione ligure è caratterizzata dall’assenza di un sistema di accreditamento; siamo partiti, adesso, con la Garanzia Giovani che prefigura un nuovo modello di funzionamento tra soggetti pubblici e privati, in vista di un’attività più efficace. È sicuramente difficile lavorare, nella diversità degli approcci e in un momento in cui i giovani si trovano così in difficoltà. Un rischio da evidenziare è rappresentato dal fatto che, di fronte ad un target giovanile, si privilegi la formazione più che il lavoro. C’è, su tutti questi versanti, la massima disponibilità alla collaborazione. Brando Benifei, Commissione Occupazione e Affari Sociali del Parlamento Europeo: come nasce il Programma e il suo futuro Ripercorriamo la nascita di Garanzia Giovani che parte dalla proposta di gruppi politici europei, di fronte ai dati di difficoltà, inerenti l’occupazione giovanile. I Neet subiscono danni, man mano che passa il tempo e rimangono nella stessa situazione, e il de- 30 terioramento è forte, anche quando si ha l’opportunità di rientrare nel mercato del lavoro. Certamente, la GG, da sola, non crea posti di lavoro, ma è un programma sicuramente utile per questo target, per cui va sostenuto. C’è, pertanto, un impegno, a livello europeo, a supportare queste misure e renderle sempre più efficaci, proseguendone il finanziamento. Occorre, sicuramente, un monitoraggio, in modo che i fondi siano spesi bene, partendo da una buona programmazione, in tutti territori. Per tutto ciò, occorre un forte lavoro di squadra. Conclude i lavori Sergio Rossetti L’Assessore evidenzia i punti di forza, ma anche di criticità che la Garanzia Giovani porta con sé, enunciando, in maniera chiara, l’obiettivo che si pone il programma: facilitare i giovani nello ‘stare dentro’ al mercato del lavoro. Occorre, secondo Rossetti, anche considerare le differenze che intercorrono tra i Paesi europei, diversi per sistemi e per dati di crescita. Ribadisce, inoltre, come tutti noi viviamo un retaggio culturale che presuppone tempi scanditi tra scuola/lavoro. Un limite da riconoscere è che il Programma è stato calato dall’alto, rispetto agli strumenti esistenti e che ‘entra’ in un momento di grande fermento: quello in cui occorre immaginare i nuovi CPI, tema importante, trasversale a quello odierno. Ma GG rappresenta una grande opportunità, la possibilità, per un giovane, di poter fruire di servizi di orientamento – come rafforzamento del sé – e di ‘giocarsi le proprie carte’, attraverso un tirocinio, successivamente, attivare un contratto di apprendistato. È, quindi, sicuramente una grande sfida, ma anche un’opportunità; non sarà solo un programma a se stante, ma una prima azione, tra le successive, da mettere in campo. Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 31 RISORSE INFORMATIVE Garanzia Giovani in Liguria, ecco come funziona A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Forum pubblica, in questo numero, una presentazione sintetica del Programma ‘Garanzia giovani in Liguria’, a partire dalla brochure che è stato diffusa, in occasione dello scorso Salone ‘Orientamenti’. Il contenuto è stato curato dal Servizio Informazione e comunicazione di Arsel Liguria, sotto la supervisione del Settore Politiche del lavoro e delle migrazioni della Regione Liguria. Cosa è A chi rivolgersi per avere informazioni La Garanzia per i Giovani è un programma, istituito in risposta alla Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 aprile 2013, che mira ad offrire ai giovani concrete opportunità di orientamento, formazione e/o di inserimento nel mondo del lavoro. Puoi rivolgerti ai 14 Centri per l’Impiego e ai numerosi sportelli informativi, dedicati a Garanzia per i Giovani, presenti sul nostro territorio, dove sarai accolto e informato circa le opportunità e i servizi offerti (per gli indirizzi completi consulta il sito www.garanziagiovani.it). A chi è rivolta Le opportunità e i servizi Ai giovani tra i 15 e i 29 anni compiuti, residenti in Italia, che non siano impegnati in un’attività lavorativa, né inseriti in un corso di studi, secondari superiori o universitari, né che frequentino un’attività di formazione. Possono accedere al programma anche i cittadini comunitari o stranieri extra Unione europea, regolarmente soggiornanti. > Accoglienza e orientamento Potrai avere informazioni sul programma e sui servizi previsti, fruire di un colloquio individuale per l’individuazione del percorso e delle misure attivabili, in relazione alle tue caratteristiche, aspirazioni e alle opportunità offerte dalla Garanzia per i Giovani. Cosa offre Opportunità di lavoro, tirocinio in Italia o all’estero, servizio civile, servizi di accompagnamento in percorsi per l’autoimpiego, l’autoimprenditorialità e per la mobilità professionale, inserimento o re-inserimento in percorsi di formazione professionale o scolastici. > Formazione Avrai la possibilità di accedere a percorsi formativi, finalizzati: a facilitare l’inserimento lavorativo, sulla base dell’analisi dei tuoi obiettivi di crescita professionale e delle tue potenzialità, al conseguimento di una qualifica o di un diploma, attraverso la frequenza di percorsi di istruzione e formazione professionale di durata annuale o biennale. 31 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 32 > Accompagnamento al lavoro Potrai contare sul supporto degli operatori dei servizi territoriali di Garanzia per i Giovani per progettare e attivare il tuo inserimento lavorativo, e avere un accompagnamento nelle fasi di avvio e accesso al percorso. > Tirocinio Potrai fare un’esperienza di formazione in contesti lavorativi, attraverso l’inserimento in tirocini in aziende in Liguria, in altre regioni italiane o all’estero, che possono avere una durata fino a 6 mesi o, in alcuni casi, fino a 12 mesi. > Servizio civile La Garanzia per i Giovani ti offre l’opportunità di fare un’esperienza di servizio civile nei settori dell’assistenza alle persone, protezione civile, ambiente, beni culturali, educazione e promozione culturale. > Sostegno all’auto-impiego e all’auto-imprenditorialità Potrai fruire di servizi specialistici per l’avvio di un’attività imprenditoriale o di lavoro autonomo quali: interventi di formazione, assistenza personalizzata per la stesura del business plan, accompagnamento all’accesso al credito e alla finanziabilità, servizi a sostegno della costituzione e allo start up dell’impresa. > Mobilità professionale transnazionale e territoriale Se sei interessato alla mobilità professionale all’interno del territorio nazionale o in altri Paesi UE, la Garanzia per i Giovani ti offre uno specifico supporto attraverso gli operatori dei Centri per l’impiego e altri operatori che aderiscono alla rete EURES. > Bonus occupazionale Le aziende saranno incentivate ad assumere i giovani che aderiscono alla Garanzia attraverso la concessione di specifici bonus occupazionali erogati dall’INPS per ciascun contratto attivato. 32 Come aderire Puoi partecipare al Programma in Liguria, indicando la provincia dove vuoi essere preso in carico, oppure in un’altra regione. Se scegli la Liguria puoi iscriverti: > dal portale regionale all’indirizzo: www.garanziagiovaniliguria.it, > o recarti in uno degli sportelli aperti sul territorio. Il Centro per l’impiego avrà cura di convocarti per compilare la scheda anagrafico-professionale e proporti un percorso su misura per te. Se decidi per un’altra regione: > puoi aderire, compilando il modulo online con i tuoi dati anagrafici su www.garanziagiovani.gov.it. Riceverai una mail con le credenziali per accedere a un’area personale e verrai contattato, entro sessanta giorni, con l’indicazione di uno sportello al quale potrai rivolgerti per concordare il tuo percorso. Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 33 CONTATTI E INDIRIZZI UTILI RIFERIMENTI REGIONALI REGIONE LIGURIA Settore Politiche Del Lavoro e delle Migrazioni [email protected] LIGURIAINFORMA POINT Numero verde 800 445 445 Piazza de Ferrari 14, 16121 Genova Orario call center dal lunedì al venerdì 9/13 e 14/16 Orario sportello al pubblico dal lunedì al venerdì 9/16 [email protected] ARSEL LIGURIA ENTE STRUMENTALE DELLA REGIONE LIGURIA Via San Vincenzo 4, 16121 Genova Tel.: 010 24911 [email protected] CENTRI PER L’IMPIEGO Carcare Via Cornareto 2, 17043 Carcare (Sv) Tel.: 019 510806 [email protected] Savona Via al Molinero, 17100 Savona Tel.: 019 8313700 [email protected] Centro Levante Via Cesarea 14, 16121 Genova Tel.: 010 5497523 [email protected] Medio Ponente Via Muratori 7, 16152 Genova Tel.: 010 5497818 [email protected] Ponente Villa Podestà, Via Pra’ 63, 16157 Genova Tel.: 010 5497901 [email protected] Imperia Piazza Roma 2, 18100 Imperia Tel.: 0183 704430/29 Sanremo Via Pietro Agosti 245, 18038 Sanremo (Im) Tel.: 0184 577099 Ventimiglia Via Lamboglia 13, 18039 Ventimiglia (Im) Tel.: 0184 254822 Albenga Regione Bagnoli 39, 17031 Albenga (Sv) Tel.: 0182 544358 [email protected] 33 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 34 Val Bisagno Via Adamoli 3A nero, 16138 Genova Tel.: 010 5497200 [email protected] Val Polcevera Via Teglia 8, 16161 Genova Tel.: 010 5497950 [email protected] Tigullio Viale Millo 13B, 16043 Chiavari (Ge) Tel.: 010 5497312 [email protected] La Spezia Via XXIV Maggio 22, 19124 La Spezia Tel.: 0187 77931 [email protected] Sarzana Piazza V. Veneto 6/c, 19038 Sarzana Tel.: 0187 605227 [email protected] ASSOCIAZIONI TEMPORANEE (ATI - ATS) Area Territoriale Imperia ATS Garanzia Giovani Imperia Capofila: S.E.I. – C.P.T. Via privata G. Gazzano n.24, Imperia [email protected] Area Territoriale Savona AT Garanzia Giovani Savona Capofila: Ente Scuola Edile Via Molinero n. 4 rosso, Savona [email protected] 34 Area Territoriale Genova 1 AT G.G.G. Garanzia Giovani Genova Capofila: C.L.P. Centro Ligure Produttività Via Boccardo n.1, Genova [email protected] Area Territoriale Genova 2 AT G.G.T. Garanzia Giovani Tigullio Capofila: Opera Diocesana Madonna dei Bambini “Villaggio del Ragazzo” Corso IV Novembre 115, 16030 San Salvatore di Cogorno (GE) [email protected] Area Territoriale La Spezia AT Garanzia Giovani La Spezia Capofila: C.C.I.A.A. Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura Piazza Europa n. 16, La Spezia [email protected] WEB www.garanziagiovaniliguria.it www.garanziagiovani.gov.it www.giovaniliguria.it www.iolavoroliguria.it Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 35 SERVIZI DI ORIENTAMENTO Gli standard minimi dei servizi e delle competenze degli operatori di orientamento Ecco il documento approvato dalla Conferenza Stato-Regioni A cura della Redazione La Conferenza unificata, nella seduta del 13 novembre 2014; ha sancito l’accordo tra Governo, Regioni ed Enti locali sul documento recante Definizione di standard minimi dei servizi e delle competenze professionali degli operatori con riferimento alle funzioni e ai servizi di orientamento attualmente in essere nei diversi contesti territoriali e nei sistemi dell’Istruzione, della Formazione e del Lavoro. A questo è allegato il documento sugli Standard minimi dei servizi e delle competenze degli operatori di orientamento’ Nella premessa, viene subito richiamata la definizione di orientamento:“Processo volto a facilitare la conoscenza di sé, del contesto formativo, occupazionale, sociale, culturale ed economico di riferimento, delle strategie messe in atto per relazionarsi ed interagire con tali realtà, al fine di favorire la maturazione e lo sviluppo delle competenze necessarie per poter definire o ridefinire autonomamente obiettivi personali e professionali aderenti al contesto, elaborare o rielaborare un progetto di vita e di sostenere le scelte relative” Cinque le funzioni individuate, che rientrano nella responsabilità di ogni Soggetto/Istituzione competente. 1. Educativa 2. Informativa 3. Accompagnamento a specifiche esperienze di transizione 4. Consulenza orientativa 5. Sistema I contesti, in cui si sviluppa l’intervento di orientamento sono: > la scuola > l’istruzione terziaria (Università, Formazione artistica e musicale, ITS) > la formazione professionale > i servizi per il lavoro > I servizi per l’inclusione sociale Fattore saliente indicato è che lo sviluppo del modello d’intervento si basa sulla ‘regolarizzazione’ dell’attuale frammentarietà di azioni pratiche e di professionisti, partendo dalla rete, per favorire la valorizzazione e la diffusione delle competenze e le risorse attive sul territorio. Le funzioni dell’orientamento Nell’ambito delle funzioni dell’orientamento, vengono individuate le seguenti: > educativa: questa funzione di orientamento indica le attività di sostegno allo sviluppo di risorse e condizioni favorevoli al processo di auto‐orientamento della persona per favorirne il benessere, l’adattabilità ai contesti, il successo formativo e la piena occupabilità. 35 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 36 > informativa: indica le attività che potenziano quell’insieme di risorse della persona che hanno a che fare con le capacità di attivarsi/ricercare, decodificare/interpretare, mettersi in gioco/simulare necessarie per l’acquisizione di conoscenze utili al raggiungimento di un obiettivo orientativo specifico. > accompagnamento a specifiche esperienze di transizione: indica le attività di sostegno allo sviluppo da parte della persona di competenze e capacità di decisione e/o di controllo attivo sull’esperienza formativa e lavorativa in essere, al fine di prevenire rischi di insuccesso. > consulenza orientativa: concerne le attività di sostegno alla progettualità personale, nei momenti concreti di snodo della storia formativa e lavorativa e di promozione all’elaborazione di obiettivi, all’interno di una prospettiva temporale allargata e in coerenza con aspetti salienti dell’identità personale e sociale. > di sistema: consiste, in un’analisi di politiche e servizi di orientamento caratterizzata prevalentemente da attività inerenti l’assistenza tecnica alle Istituzioni e ai sistemi, la promozione e sviluppo di reti territoriali, la progettazione di interventi, 36 il coordinamento di strutture dedicate e la ricerca e lo sviluppo di dispositivi innovativi. Per ognuna delle cinque funzioni, vengono individuate: > Finalità > Prestazioni erogate > Obiettivi > Destinatari > Modalità di accesso > Aree di attività (ADA) e attività specifiche > Tipologia di strumenti > Risultati per il beneficiario > Standard di prestazione A corredo, per ogni funzione, una scheda sintetica degli standard minimi. Monitoraggio e valutazione dei servizi di orientamento L’Accordo sull’orientamento permanente del 20/12/2012 individua, tra gli obiettivi delle Linee guida nazionali la definizione di criteri di valutazione e monitoraggio; queste ultime, approvate successivamente, promuovono la qualità dei servizi, con la definizione degli standard minimi di presta- Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 37 zione. Il testo richiama, in modo molto puntuale, la differenza tra monitoraggio e valutazione. L’orientamento è un processo molto strutturato, distinto in numerose fasi, per cui è difficile valutare singolarmente gli interventi offerti, anche per la difficoltà nel riuscire a misurare gli effetti netti delle azioni orientative, prevalentemente a causa di un’erogazione contemporanea di prestazioni diversificate. La verifica, specie in termini di efficacia, richiede la puntualizzazione di chiari e circoscritti obiettivi e delle finalità di ciascuna delle prestazioni erogate, riferendosi agli standard minimi di prestazione, definiti nelle sezioni indicate dal documento. Trovano spazio due tabelle, una riguardante alcuni esempi per tipologia di indicatore e le possibili modalità degli indicatori stessi; l’altra riporta, sempre a titolo esemplificativo, un’ulteriore serie di indicatori, utili per descrivere i possibili ambiti di monitoraggio e che possono essere utilizzati in diversi tipi di valutazione. Rimandi “Definizione di standard minimi dei servizi e delle competenze professionali degli operatori con riferimento alle funzioni e ai servizi di orientamento attualmente in essere nei diversi contesti territoriali e nei sistemi dell’Istruzione, della Formazione e del Lavoro” (www.unificata.it) La struttura del documento > I contesti dell’orientamento > Le funzioni dell’orientamento >> la funzione educativa >> la funzione informativa >> la funzione di accompagnamento a specifiche esperienze di transizione >> la funzione di consulenza orientativa >> la funzione di sistema > Criteri generali di monitoraggio e valutazione dei servizi di orientamento 37 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 38 L’APPUNTAMENTO Lo stress lavoro correlato nella Campagna europea per la sicurezza e la salute dei lavoratori L’INAIL liguria ha organizzato una serie di eventi di approfondimento e divulgazione A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria A nche per il 2014, come già nel 2013, la Direzione Regionale INAIL Liguria, promuove, con il patrocinio di Prefettura e Comune di Genova, in collaborazione con gli altri partner istituzionali e le parti sociali, una serie di appuntamenti, articolati su tre giornate, sul tema della sicurezza sul lavoro. La manifestazione si inserisce nell’ambito della ‘Settimana Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro’, promossa e coordinata in più di 30 Paesi dall’Agenzia Europea EU-OSHA, con sede a Bilbao, con l’obiettivo di rendere l’Europa un luogo in cui lavorare in modo più sicuro, salubre e produttivo attraverso campagne di sensibilizzazione ad hoc. La campagna 2014 - 2015 ‘ambienti di lavoro sani e sicuri: Insieme per la prevenzione e la gestione dello stress lavoro-correlato’ sottolinea l’importanza di riconoscere e valutare lo stress e i rischi psicosociali presenti nel luogo di lavoro oltre a fornire il sostegno, la guida e gli strumenti necessari per gestirlo efficacemente. Il titolo dell’evento tenuto a Genova è ‘La gestione del rischio da stress lavoro-correlato. Risultati, esperienze aziendali e metodologie di valutazione’. L’appuntamento pone l’attenzione sulla tutela globale integrata degli infortunati sul lavoro e descrive, in tale logica, le iniziative messe in campo, nel 2013, dall’Istituto sotto il profilo della cura, prevenzione, ri- 38 cerca, certificazione e verifica, riabilitazione e reinserimento sociale dei lavoratori. ‘Forum’ presenta una sintesi dei lavori della prima giornata. Carmela Sidoti: le nuove indicazioni della Campagna informativa La gestione stress lavoro correlato è un approccio culturale che affonda le sue radici in un aspetto del patrimonio aziendale: il benessere. La campagna informativa è stata presentata a giugno 2014, con un focus particolare rivolto alle aziende, per dare un impulso positivo di discussione, partendo da metodologie condivise. Dalle azioni concrete e dalle risposte che verranno, si indicheranno le linee per indirizzare il nostro lavoro. Francesca Grosso: focus sui lavoratori anziani La campagna è decentrata, con una serie di iniziative sul territorio, per coinvolgere aziende e attori a livello locale. L’Agenzia europea aveva già lanciato, nel 2002, una campagna di questo tipo, oggi la ripropone perché lo stress è rischio emergente ed è in costante aumento. La campagna attuale si propone di fare cultura, informare sul tema, trasmettere Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 39 conoscenza, cooperando al miglioramento dei luoghi di lavoro. In concomitanza, è partito un concorso, rivolto all’individuazione delle buone pratiche, che ha avuto scadenza ad ottobre 2014, che ha previsto la scelta di due esempi per l’Italia, che verranno inviati alla Commissione europea che raccoglierà tutti quelli provenienti dagli stati europei, poi presentati con un evento ad hoc. La campagna si propone di promuovere posti di lavoro sempre più sostenibili e sempre più vivibili. Nello slogan di lancio ricorre la parola ‘insieme’, perché solo con la collaborazione si raggiungeranno buoni risultati. Il focus di quest’anno è posto sul target ‘lavoratori anziani’. Cristina Di Tecco: le tappe della valutazione L’attività di ricerca nasce dal cambiamento del mondo del lavoro e dalle caratteristiche del lavoratore – anziano, immigrato – dall’introduzione delle nuove tecnologie, dalle forme di flessibilità, dal cambiamento dell’organizzazione del lavoro e del modo di lavorare. Tutti fattori che inducono rischi emergenti come lo stress. Lo stress lavoro correlato ha un impatto pari a 20 milioni di euro in Europa. Oltre al risvolto economico, preoccupa anche la salute del lavoratore: sono infatti in aumento le malattie cardiovascolari. Dagli anni ’70, si studiano modelli per indagare il tema; tra questi citiamo, ad esempio, il ‘Job Demand control’ di Karasek. Nel 2004, viene firmato un accordo quadro tra le parti sociali, a livello europeo, che riguarda 27 Paesi, per implementare la normativa. In Italia si recepisce l’indicazione, inserendola nel D.Lgs 81/2008 all’art. 28, dove si parla di rischi particolari tra cui lo stress. Il percorso metodologico per la valutazione utilizza metodi validati e un approccio globale, adattato ai diversi settori produttivi. Per proporre metodologie, a livello nazionale, si valuta quanto attuato in Europa, partendo da un approccio olistico. Si sono presi in considerazione i modelli inglesi, tedeschi e belgi, ma quello inglese prevale, perché meglio si adatta alle esperienze esistenti e agli obblighi di legge: è on line, a disposizione delle aziende. In quattro fasi tra loro successive, si identificano le tappe per arrivare alla valutazione. La prima fase è propedeutica all’istituzione del gruppo di valutazione e prevede di stabilire la modalità di coinvolgimento dei lavoratori: vengono scelti gruppi omogenei e predisposta una scaletta delle azioni; la seconda fase riguarda la valutazione preliminare, per individuare indicatori soggettivi e oggettivi verificabili; la terza fase riguarda la valutazione approfondita con un questionario, in italiano su modello inglese, che permette di identificare i diversi fattori di rischio; la quarta fase è inerente la pianificazione degli interventi successivi. La nostra metodologia ha prodotto l’uso di una piattaforma on line, dove le aziende si possono registrare. Ad oggi, sono presenti seimila imprese e 60mila questionari, quindi con un ampio utilizzo della metodologia. È attivo un progetto del CCM (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie) a livello nazionale, a cui partecipa anche la Liguria, per sperimentare modalità di miglioramento dei servizi offerti dalla piattaforma. Per contatti: [email protected] D’Orsi: gli aspetti dello stress lavoro correlato Le regioni lavorano su una prima proposta metodologica, per arrivare ad un documento unitario, in grado di supportare nella distinzione della componente lavoro sullo stress generale, causato dalla vita quotidiana. Il punto su cui lavorare, visto il momento di crisi, è individuare indicazioni utili e pratiche. Inoltre, l’accordo europeo dà una definizione riduttiva: ‘condizione per cui una persona non si sente in grado di rispondere alle aspettative lavorative’. In realtà, lo stress lavoro correlato si verifica quando la persona si trova in questa condizione perché il lavoro non permette di fare quello che si potrebbe cioè non dà le condizioni per poterlo fare. 39 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 40 Se la condizione dura nel tempo ed è permanente, si può definire stress lavoro correlato. La filosofia di fondo è che, in ogni contesto lavorativo, ci sono fattori stressogeni: il tipo di lavoro, l’ambiente, la pianificazione, i turni; l’autonomia, le relazioni interpersonali, l’influenza sulla vita privata; si lasciano fuori le dinamiche persecutorie perché in Europa c’è un approccio che non ne tiene conto; anche in Italia, manca una normativa ad hoc. Il tema dello stress riguarda anche l’efficienza dell’impresa; se ci sono situazioni stressogene, l’azienda lavora male e questo costituisce un problema, che va affrontato in modo duplice: tenendo conto del miglioramento del benessere dei lavoratori e della produttività dell’azienda. L’approccio con valutazione preliminare presuppone che, qualora non sussistano le condizioni, ci si fermi, in caso contrario si prevedono cambiamenti e si valuta se sono sufficienti, altrimenti si procede ad una valutazione più approfondita. Queste le criticità del metodo: i due momenti sono gerarchizzati, se si sbaglia la prima valutazione, si ha un ‘falso negativo’. Tanto più che la valutazione preliminare si attua solo con risorse interne e non ricorrendo ad esperti. Non esiste un termometro dello stress, ma ci sono elementi - sentinella: il lavoratore si dà malato o cerca di allontanarsi dal posto di lavoro; se questo si verifica solo in una unità dell’azienda o in un unico luogo di lavoro, è un elemento che va valutato. Occorre distinguere anche se si tratta di percezione soggettiva – e allora deve coinvolgere un numero significativo di lavoratori – o malattia vera e propria. Con la valutazione approfondita, si mette al centro l’organizzazione del lavoro e si invita i lavoratori ad individuare soluzioni possibili: il loro coinvolgimento è fondamentale. A livello di Regioni, è stato prodotto un documento che tiene conto sia della legge 81, sia delle esperienze regionali.Tra i punti più importanti, l’individuazione di gruppi omogenei e la partecipazione dei lavoratori o dei loro rappresentanti. Il coinvolgimento funziona quando il lavoratore conosce bene il proprio lavoro e quindi può dare consigli di miglioramento. 40 Il piano di formazione dei lavoratori deve dare loro gli strumenti per gestire le situazioni stressogene. A febbraio, è partito un progetto di valutazione a cui partecipano 16 regioni tra cui la Liguria, l’idea è raccogliere un campione di 1.000 aziende con un 30% di grandi imprese che hanno complessità maggiori. Potranno essere ricavati tre elementi: indicazioni su quali aziende è maggiore il rischio e sulla tipologia di quest’ultimo, la metodologia utilizzata; terzo livello: l’esito. Mettendo in relazione i tre fattori, si può avere una lettura più ampia. Pontrandolfi: il punto di vista di Confindustria La disorganizzazione crea stress e danneggia il profitto. Le parti datoriali ritengono che il problema economico e sociale del momento imponga altre riflessioni, visto che il lavoro manca, per cui si erano opposte alla campagna per queste motivazioni, ma anche perché lo stress non è ritenuto il problema più importante. La campagna sull’invecchiamento, che partirà, è più significativa; allungare l’età lavorativa crea il problema dello stress, ma sarà l’impresa a sopportare questo peso. Il tema si fonda su ricerche limitate, non tiene conto di un campione significativo e non si rivolge alle piccolissime imprese; le valutazioni sono state fatte da professionisti esterni, senza tenere conto del modello europeo. Sussiste una difficoltà di valutazione oggettiva, per cui si è affrontato il tema, non dal punto di vista del singolo, ma del gruppo di lavoratori. È sbagliato pensare che la valutazione si concluda con un giudizio che esclude l’esistenza di fattori stressogeni, perché l’azienda non è mai perfetta e quindi si trova sempre qualcosa che non va. È un tema che si alimenta della sua stessa certezza, mille temi diversi che non permettono di stabilire cosa fare; c’è troppa componente personale, individuale e soggettiva nella valutazione; viviamo con ritmi stressanti, per cui non si ha la certezza che non sia il soggetto a non sapere gestire i problemi. Sono le stesse mansioni che, per loro natura, in tanti casi, procurano stress. C’è anche un aspetto culturale da considerare: i documenti ‘fioriti’ dopo la Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 41 Commissione permanente sono stati gestiti in modo confusivo, mettendo insieme modelli diversi, che fanno valutare con logiche diverse e non univoche. Dalla Commissione consultiva doveva, invece, scaturire un unico documento. Saranno sempre di più i lavoratori anziani, per cui non possiamo gestire l’azienda su questa logica, perché è un problema sociale, e non dell’impresa. In Europa si ribadisce che non c’è correlazione tra età e stress, ma il principale fattore è la job insecurity e quindi non lo stress lavoro correlato, caso mai uno stress di tipo sociale. Il problema c’è, ma bisogna sapere come affrontarlo. Come Confindustria, abbiamo fatto un’analisi che ha coinvolto grandi imprese di settori diversi. La grande azienda gestisce, appunto,‘in grande’, si dota cioè di strumenti interni ed esterni, che vanno oltre la logica dello stress, ma analizza anche il clima aziendale. L’azienda piccola si affida al modello proposto dal consulente ed è un approccio più generalista; le grandi passano subito alla fase approfondita, perché non hanno problemi di budget, a differenza della piccola che è diversa, anche dal punto di vista organizzativo. Le aziende usano, quindi, spesso, modelli diversi, per cui abbiamo documenti diversi, che sposano logiche diverse. Ancora oggi si confonde lo stress da lavoro correlato, con quello da insicurezza del lavoro, dobbiamo prendere atto di una realtà italiana che è fatta soprattutto di piccole imprese, per cui l’approccio è necessariamente diverso. Complessità normativa sulla sicurezza del lavoro e invecchiamento del lavoratore: sono questi i problemi. Il nostro sistema deve essere attrattivo, per facilitare gli investimenti in Italia. La sicurezza è corresponsabilità di tanti, in un luogo di lavoro si è insieme e si rischia insieme. Cinzia Frascheri: il parere del sindacato Il percorso delle tappe va visto sotto un altro aspetto: dal 2004 al 2014, l’accordo europeo in Italia è stato recepito con quattro anni di ritardo, nel 2008, il decreto 81, all’art. 28 inserisce il tema dello stress. Ma siccome la valutazione non è obbligatoria e non è sanzionabile, non crea grandi novità, se sussiste l’obbligo si individua il livello minimo, per non incorrere in sanzioni. Dopo il 2011, inizia il confronto, ma il contesto non era pronto a recepire le indicazioni scritte. Alla base della valutazione dello stress, c’è quella del rischio che però, in molti casi, le aziende non valutavano o era gestito dalla figura del RSPP che affronta un corso, anche articolato, ma non può proporre cambiamenti aziendali e non saprebbe neppure farlo. Il medico è chiamato a collaborare, ma per ora esercita ancora solo un ‘visitificio’ e non è esperto sul tema, infatti, le visite, spesso, non sono veritiere, non sono fatte sul posto di lavoro e non tengono quindi conto di come si lavora e dell’ambiente lavorativo. È mancata la formazione ai lavoratori, per far comprendere il tema dello stress; gli RSPP interni hanno altre mansioni e non si occupano solo di quello. Gli strumenti per valutare sono stati dati e sono tanti, ma mancano scuole che sappiano dare risposte concrete alle domande, non solo insegnare a gestire l’organizzazione. Lo stress c’è e non si può affermare che, siccome non c’è lavoro, va bene così. I fattori di contesto aziendale, contenuto lavorativo e la chiarezza di ruolo sono problemi semplici ma che incidono profondamente; quindi, devo rispondere a richieste che sono un controsenso: ho un ruolo e spesso non so di averlo, ma se sbaglio mi sanzionano. Anche il problema dell’età e il genere rientrano nell’analisi dello stress, alla formazione sul rischio si dedicano quattro ore quando il fattore di rischio è basso, dodici quando è alto. C’è bisogno di formazione, di rieducarsi tutti, di costruire un tessuto per analizzare la valutazione del rischio, ciascuno nel suo ambito di competenza. L’art.42 del D.Lgs 81 prevede che, se il medico reputa un lavoratore inidoneo alla sua mansione, può spostarlo ad altra, ma se non ne esiste di analoga, si può rischiare il licenziamento: è per questo che, 41 Forum113b 26/02/15 09:39 Pagina 42 spesso, il lavoratore nasconde la sua situazione fisica. Il medico dovrebbe collaborare alla valutazione del rischio ma anche trovare soluzioni, per aiutare il lavoratore a ottenere migliori condizioni di lavoro. Dimitri Sossai: lo stress nel settore sanitario Con sei milioni di prestazioni l’anno, l’IRCCS San Martino è una grande città nella città. Secondo l’agenzia OSHA Europe, se le persone che operano all’interno dei servizi sanitari vivono bene il loro ambiente di lavoro, stanno meglio anche i pazienti ed economicamente si risparmia. In questo ambito di lavoro, tutti corriamo rischi. Tra gli errori più frequenti, citiamo: l’errata prescrizione di farmaci e altri dovuti a fatica e mancanza di sonno. Su 8 milioni di persone ricoverate, il 4% esce dalla struttura ospedaliera, riportando danni: la medicina non risolve tutto. Sempre di più, abbiamo casi di violenza verso gli operatori sanitari, non così frequenti come negli USA, ma il segnale è inquietante. La violenza in Settimana Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro 3 Ottobre 2014 Sala dei Chierici, Biblioteca Civica Berio Via Del Seminario, 16 - Genova La gestione del rischio da stress lavoro correlato. risultati, esperienze aziendali e metodologie di valutazione Carmela Sidoti, Direttore Regionale Inail Liguria Francesca Grosso, ricercatrice INAIL, referente Campagne Europee EU-OSHA Interventi Modera: Carlo Zecchi, coordinatore CONTARP INAIL Liguria Sergio Iavicoli, Direttore del Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro e Ambientale INAIL settore Ricerca 42 ospedale sta crescendo, siamo oltre i parametri europei: gli autori sono pazienti o familiari, le vittime in prevalenza sono infermieri e ausiliari, altri pazienti, medici, chi subisce è femmina, chi fa violenza è uomo. È difficile andare a lavorare, dopo la violenza, da qui lo stress lavoro correlato, al primo posto per frequenza di casi il pronto soccorso, seguono oncologia e rianimazione. Abbiamo messo in atto azioni formative che prevedono tre riunioni all’anno con tutto il personale, perché la percezione è che non ci si parla tra medici e infermieri, e azioni per la corretta gestione dell’informazione perché, soprattutto al Pronto soccorso, è necessario curare un flusso costante di comunicazione verso l’utenza, per far capire cosa fa il personale rispetto al paziente e alle procedure attuate. È importante anche garantire un servizio di assistenza psicologica per gli operatori, vittime di infortunio, implementare la sorveglianza negli ospedali, focus group con le unità operative più soggette al fenomeno dello stress lavoro correlato, formazione sulla sicurezza per i neo assunti. Cristina Di Tecco, Psicologa del Lavoro, Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale, INAIL settore Ricerca Fulvio D’Orsi, Direttore Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro ASL RM C, Coordinatore gruppo tecnico interregionale stress lavoro-correlato Fabio Pontrandolfi, Confindustria Cinzia Frascheri, Responsabile nazionale CISL salute e sicurezza sul lavoro e componente della Commissione consultiva permanente presso il Ministero del Lavoro Esperienze aziendali e metodologie valutative Coordina: Paolo Clerici, CONTARP INAIL Liguria Dimitri Sossai IRCCS - San Martino IST Genova Parcheggi Gruppo HERA IN LIBRERIA Caterina Scapin Franca Da Re Didattica per competenze e inclusione Dalle indicazioni nazionali all’applicazione in classe Erickson – Trento – 2014 Gli interventi normativi degli ultimi anni hanno riacceso il dibattito sullo stato dell’inclusione nella scuola italiana, soprattutto in merito alla definizione di curricoli scolastici, nei quali, ogni alunno possa trovare uno spazio di crescita, sviluppo ed espressione adatto alle proprie specificità. È dunque diventata urgente la necessità di realizzare un’organizzazione scolastica, una proposta disciplinare e una pratica didattica quotidiana che siano effettivamente personalizzate sui bisogni di ciascuno studente. In questa prospettiva si inserisce il volume, che si propone come una guida per accompagnare il singolo insegnante, l’équipe pedagogica, il consiglio di classe e il collegio dei docenti a declinare, nella R U B R I C A Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 43 pratica scolastica quotidiana, la didattica per competenze in ottica inclusiva. Oltre ad approfondimenti teorici e metodologici, il volume è arricchito da numerosi esempi di unità di apprendimento: percorsi didattici, facili da consultare e da replicare in classe, che consentono di realizzare apprendimenti significativi, cooperativi e flessibili, potenziando le competenze-chiave previste dalla più recente normativa nazionale e internazionale. Caterina Scapin Pedagogista e formatrice, insegnante di scuola primaria in provincia di Vicenza, si interessa di problemi di apprendimento e collabora, da anni, con la rete locale per lo screening e l’intervento precoce sulle difficoltà di letto-scrittura. Franca Da Re Dirigente tecnico MIUR presso l’USR per il Veneto. Psicologa del lavoro, organizza seminari di formazione per docenti e dirigenti su tematiche inerenti le metodologie didattiche, la psicopedagogia, l’organizzazione scolastica. 43 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 44 Zygmunt Bauman Danni collaterali Diseguaglianze sociali nell’età globale Edizioni Laterza – Roma – 2014 Il termine ‘danni collaterali’ indica le conseguenze plice marchio dell’irrilevanza e dell’indegnità. Causare danni collaterali è più facile nei quartieri loschi e tra le strade più malfamate delle città che nelle tranquille zone residenziali abitate da uomini potenti e altolocati. Tra l’occupare il gradino più basso della scala della disuguaglianza e il ritrovarsi ‘vittima collaterale’ di un’azione umana o di un disastro naturale esiste lo stesso rapporto che intercorre tra i poli opposti delle calamite, che tendono a gravitare l’uno verso l’altro. indesiderate delle operazioni belliche. Non sono però prerogativa esclusiva della guerra: i danni collaterali rappresentano uno degli aspetti più diretti e sconcertanti dell’ineguaglianza sociale che caratterizza la nostra epoca. Perché ad essere intrinsecamente votati ai danni collaterali sono i poveri, per sempre segnati dal du- Zygmunt Bauman è uno dei più noti e influenti pensatori al mondo. A lui si deve la folgorante definizione della ‘modernità liquida’, di cui è uno dei più acuti osservatori. Professore emerito di Sociologia nelle Università di Leeds e Varsavia, per Laterza ha pubblicato quasi tutti i suoi libri. Istituto Giuseppe Toniolo La condizione giovanile in Italia Rapporto Giovani 2014 vanile e tocca i temi cruciali del lavoro e della formazione, della famiglia e del rapporto con i genitori, dei valori e della fiducia nelle istituzioni, della partecipazione e dell’impegno sociale. Le analisi proposte confermano come siano parziali e semplicistiche le interpretazioni che cercano di spiegare solo attraverso i fattori economici o, in contrapposizione, solo tramite motivazioni di natura culturale, le difficoltà dei giovani nel realizzare i propri obiettivi di vita e nel diventare attori della produzione di un nuovo benessere economico e sociale. Confermano inoltre quanto sia importante assumere il loro stesso sguardo, per capire le sfide che li aspettano e per dotarli di strumenti adeguati a vincerle, nella convinzione che nessun altro può farlo al loro posto, ma anche che nessun giovane può riuscirci se abbandonato a se stesso. Ulteriori dati e riflessioni si possono trovare sul portale dedicato: www.rapportogiovani.it. Il Mulino – Bologna – 2014 I giovani italiani si trovano a fare il loro ingresso nella vita adulta in condizioni di particolare incertezza e disorientamento. Negli ultimi anni, anziché protagonisti attivi di un’Italia che cresce, si sono sempre più spesso trovati ad essere spettatori passivi di un paese che arranca: un destino non inevitabile e che, prima di ogni altro, loro stessi rifiutano. Questo volume costituisce il secondo appuntamento di un osservatorio continuo sulla condizione gio- 44 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 45 Prevenire si può Analisi delle misure di accompagnamento per la transizione scuolalavoro dei giovani con disagio psichico A cura di Daniela Pavoncello, Amedeo Spagnolo Fiorenzo Laghi ISFOL – Roma – 2014 Quali sono i fattori di rischio e di protezione rispetto al disagio psichico dei giovani? Quali misure di inclusione sociale e di accompagnamento al lavoro hanno attivato le scuole, in favore degli studenti con disabilità psichica? L’Isfol - Istituto per lo Sviluppo della Formazione professionale dei Lavoratori ha pubblicato i risultati di una ricerca che ha realizzato con l’assistenza tecnica e scientifica del Centro Studi Pluriversum di Siena in un campione di scuole in cinque contesti regionali: Campania, Lazio, Marche, Moli- se e Puglia. L’indagine è stata realizzata con circa 2.800 studenti in 53 scuole, per individuare i fattori di rischio e di protezione del disagio psichico. Il quadro che emerge è preoccupante e conferma la vulnerabilità dei giovani, ma al tempo stesso la ricerca raccoglie e racconta le “buone pratiche” che le scuole hanno realizzato, coinvolgendo le comunità territoriali, i servizi di orientamento e di sostegno, le famiglie, le aziende e le associazioni. Viene anche proposto un modello di intervento, con la descrizione di metodologie e strumenti utili per l’accoglienza degli studenti, l’orientamento professionale, la formazione, l’organizzazione di tirocini e percorsi di alternanza scuola-lavoro, l’accompagnamento e l’inserimento lavorativo dei giovani con disabilità psichica. Alcuni metodi (come la peer education) e alcuni strumenti (come S.OR.PRENDO) sono sicuramente facilmente trasferibili, mentre altri progetti, basati sul concetto di social innovation, rappresentano esperienze di grande impatto e di interesse per altre scuol. Fonte: Newsletter Sorprendo 45 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 46 APPRENDIMENTO Disturbi di apprendimento, di attenzione e bisogni educativi speciali Conoscerli meglio per affrontarli in maniera adeguata A cura di Laura Barbasio Sono sempre più diffusi fra i più piccoli e, a volte, trovano genitori e insegnanti impreparati ad affrontarli. Secondo i dati epidemiologici pubblicati sulla V edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali dell’American Psychiatric Association, i disturbi specifici dell’apprendimento (discalculia, dislessia e disgrafia) e il disturbo da deficit dell’attenzione con o senza iperattività hanno rispettivamente una diffusione del 5-15% e del 5%, fra i bambini in età scolare. Entrambi, se riconosciuti e trattati con progetti educativi e percorsi ad hoc che coinvolgono il bambino, gli insegnanti, i genitori e uno psicologo specializzato, possono essere ridotti ed avere un decorso ottimale. Spesso, tuttavia, per cause diverse, la diagnosi viene effettuata tardivamente e di conseguenza, i percorsi di sostegno e riabilitativi vengono spesso attivati quando ormai i disturbi si sono sedimentati, tanto da diventare causa di ulteriori difficoltà. Per conoscere meglio il problema, la redazione di Forum è andata a parlare con Rita La Valle, psicologa e insegnante di sostegno e Cecilia Luchi, insegnante di sostegno e counsellor, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione genovese Altre-Menti, specializzata nella realizzazione di interventi rivolti a bambini e adolescenti che soffrono anche di DSA e DDAI, e con Andrea Maggiolo, pedagogista dello Studio di Pedagogia 46 Applicata di Genova, che effettua anche trattamenti specifici per bambini e genitori con bisogni speciali. Intanto, cerchiamo di capire meglio che cosa sono e come si manifestano i DSA Difficile sintetizzarli in poche parole. Tuttavia, i disturbi specifici dell’apprendimento sono disturbi del neuro sviluppo, con un’origine biologica e si manifestano in bambini che hanno un normale quoziente intellettivo. Si caratterizzano per una persistente difficoltà di apprendimento delle abilità scolastiche, con esordio durante i primi anni della scuola. Possono riferirsi alla sfera della lettura (dislessia), della scrittura (disgrafia e disortografia) e del calcolo (discalculia) e possono anche ostacolare l’apprendimento di tutte le materie scolastiche, anche perché frequentemente coinvolgono funzioni chiave quali le capacità di attenzione e i processi di memoria. Per quanto riguarda la diagnosi, per la dislessia e la disgrafia, non può essere effettuata prima della fine del II anno della scuola primaria, per la discalculia del III. … e i DDAI Il disturbo da deficit dell’attenzione con o senza iperattività è caratterizzato da una persistente disattenzione e/o iperattività-impulsività che interferisce Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 47 con il funzionamento o lo sviluppo del bambino che ne è affetto. Chi ne soffre effettua continue divagazioni rispetto ai compiti da svolgere, siano essi scolastici o di gioco, non riesce a perseverare in un’attività e non è in grado di organizzarsi. L’iperattività fa invece riferimento a una eccessiva attività motoria in momenti in cui non è appropriata. Deve comunque essere presente in due contesti differenti. Non solo, quindi a scuola, durante le lezioni. Ma anche in altri ambiti, come, per esempio, a casa. Può essere diagnosticata, in base a quanto prevede il nuovo DSM, prima dei 12 anni mentre l’edizione precedente del DSM, la IV, prevedeva si potesse diagnosticare entro gli 8 anni. Prima delle età appena individuate ci possono essere dei segnali precursori? Indubbiamente. Già nella scuola dell’infanzia si possono osservare particolari indicatori che consentono di prevedere il possibile manifestarsi del disturbo, motivo per cui sarebbe opportuno venissero fatti degli screening ancora prima che i bambini inizino a frequentare la scuola. Nel caso dei DSA i segnali più indicativi sono, per esempio, le difficoltà di orientamento spaziale e di lateralizzazione – il bambino, cioè, fa fatica a riconoscere la destra dalla sinistra – il non riuscire a fare giochi di rime e di ritmo. Possono inoltre essere presenti anche disturbi del linguaggio. Per il DDAI, i segnali precursori si concretizzano in ritardi nello sviluppo del linguaggio, motorio o sociale, nella bassa tolleranza alla frustrazione, nell’irritabilità o nell’umore labile. Molti genitori, inoltre, osservano un’eccessiva attività motoria già nei primi anni di vita del bambino anche se, prima dei 4 anni, i sintomi sono difficilmente distinguibili dai comportamenti normali che variano notevolmente da bambino a bambino. La scuola come si comporta in presenza di questi disturbi? Chi soffre di un DDAI diagnosticato, in base alla legge n. 104 del 1992, è tenuto ad avere un inse- gnante di sostegno che lo supporti nello svolgimento delle attività scolastiche. Se l’alunno non ha una certificazione di disabilità in base alla legge 104, si rientra allora nella categoria definita “Bes” ossia Bisogni Educativi Speciali, categoria che individua tutti quegli alunni che, per motivi diversi, hanno bisogno di percorsi educativi personalizzati. In base alla legge n. 170 del 2010, a differenza di quanto accadeva un tempo, chi soffre di disturbi specifici dell’apprendimento non è più seguito dall’insegnante di sostegno, a meno che il disturbo specifico dell’apprendimento non sia associato ad altri disturbi, come, per esempio, un disturbo di ansia. Il consiglio di classe è quindi tenuto a realizzare per questi alunni un Piano Didattico Personalizzato che tenga conto dei particolari bisogni formativi del bambino. Dall’uscita delle legge 170/2010, molti corsi di formazione per insegnanti sono stati fatti e la sensibilizzazione rispetto al tema ha sicuramente creato una diversa cultura sul riconoscimento e sull’accoglienza di questi alunni. Nonostante ciò, permangono ancora molte difficoltà e ritardi nel riconoscimento del disturbo e nell’invio ai centri specializzati nella diagnosi. E quindi, insegnanti e genitori come si comportano? Purtroppo, soprattutto nel caso dei DSA, può accadere che pensino che i bambini siano svogliati oppure poco intelligenti. I genitori possono pensare che si tratti di un problema educativo e quindi possono sentirsi poco adeguati o, al contrario, attribuire tutta la responsabilità agli insegnanti. Si possono sedimentare comportamenti, atteggiamenti e attribuzioni di responsabilità che rimandano al bambino che c’è in lui qualcosa che non va, che cambiare dipende soltanto dalla sua volontà, o, al contrario, che gli insegnanti lo prendono di mira, vittima di incomprensioni. I suoi stili attributivi, quindi, possono cambiare e può accadere che il bambino perda la propria autostima, 47 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 48 con la conseguenza che ritiene di essere ‘sbagliato’, si sente solo e in colpa perché non è in grado di fare quello che insegnanti e genitori gli richiedono e pensa di non poter modificare la situazione. Nel caso di bambini con DDAI, succede una cosa leggermente diversa. Sono distratti, impulsivi, interrompono le lezioni e, spesso, hanno comportamenti disturbanti nei confronti degli altri bambini. Se il disturbo non viene riconosciuto, possono essere scambiati per bambini maleducati, con tutte le ricadute negative sia per loro sia per i genitori. Sia nel caso dei DSA sia in quello dei DDAI, gli insegnanti, inoltre, sono spesso in difficoltà, quando si tratta di realizzare il Piano Educativo Personalizzato. Così, gli strumenti dispensativi e quelli compensativi che inseriscono nel piano sono quasi sempre gli stessi, benché ciascun docente insegni una materia diversa e necessiti di strumenti differenti. Ciascun insegnante dovrebbe, in altre parole, sapere con più precisione che cosa fare per meglio aiutare l’alunno nella materia che insegna. Ma non sempre è così. Le diagnosi spesso, inoltre, non sono dettagliate come dovrebbero e neppure Altre-Menti: un’associazione al servizio di giovani e famiglie con particolari esigenze Lavorare in gruppo per meglio gestire le proprie difficoltà L’Associazione Altre-Menti fornisce servizi finalizzati alla promozione delle risorse dei singoli ed opera per favorire nei destinatari dei propri interventi lo sviluppo di una maggiore consapevolezza di sé, delle proprie competenze ed inclinazioni, affinché possano acquisire un ruolo più attivo, autonomo, libero e responsabile nel proprio contesto. Gli operatori dell’associazione Altre-Menti, psicologi, counsellor, pedagogisti ed educatori, hanno una pluriennale esperienza all’interno della scuola; ciò consente loro di conoscere le problematiche più comuni e le risorse dell’ambiente scolastico e di poterle implementare per avviare progetti condivisi con i destinatari, al fine di prevenire il disagio e promuovere il benessere. Gestisce un’attività di doposcuola per bambini in diverse fasce di età in cui vengono accolti anche bambini e ragazzi con DSA, Bes e DDAI. Eroga servizi di sostegno alle loro famiglie e realizza interventi di orientamento scolastico, universitario e professionale. Realizza inoltre interventi formativi e informativi per insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado che vogliano approfondire il tema dei DSA, dei Bes, dei DDAI e dell’orientamento per questa particolare tipologia di utenza. Lo Studio di Pedagogia Applicata (www.studiodipedagogia.net) ha una ventennale esperienza nell’organizzazione di attività psicomotorie in gruppo per bambini dai 3 ai 15 anni di età che si svolgono durante l’anno scolastico. In particolare, in questo tipo di laboratori chiamati ‘Giocare per Crescere’ si approfondisce la funzione del gioco come fonte di sviluppo e cambiamento per bambini e adolescenti. Queste attività pedagogiche sono finalizzate ad aiutare i bambini nelle difficoltà normali della crescita. Tra gli obiettivi dei laboratori: scaricare tensione e aggressività attraverso il gioco, sviluppare abilità di concentrazione e rilassamento (che sono alla base di una buona capacità di apprendimento), imparare a gestire i contatti sociali all’interno del gruppo, acquisendo la giusta autonomia in relazione all’età. Per i genitori, lo studio offre consulenza educativa e organizza incontri aperti, seminari e percorsi formativi attinenti le problematiche e le difficoltà che, nelle varie tappe dello sviluppo dei figli e della coppia, i genitori si trovano a fronteggiare. 48 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 49 in linea con quanto sancisce la Consensus Conference sui DSA. Prendiamo, per esempio, il caso della lingua inglese. Chi ha una diagnosi di DSA può essere dispensato dalle prove scritte ma questa misura dispensativa non é applicabile a tutti i casi. Sarebbe quindi necessaria una maggiore collaborazione con i centri che si occupano di riabilitazione, per avere indicazioni più precise sulla didattica. Inoltre nella scuola si dovrebbe lavorare anche sugli aspetti metacognitivi per aiutare gli alunni a trovare proprie strategie di studio e diventare quindi più autonomi. In quale misura lo psicologo può essere utile in questi casi? Una volta diagnosticato il DSA, lo psicologo può seguire l’alunno con training specifici e può guidare i genitori a meglio comprendere le difficoltà del bambino. A questo fine, si possono effettuare percorsi di parent training. Lo psicologo, inoltre, può collaborare con gli insegnanti per supportarli a mettere a punto i piani educativi personalizzati, coordinando, quindi, un lavoro di équipe finalizzato ad aiutare il bambino a misurarsi con le proprie difficoltà e a trovare strategie per superarle. Chi soffre di DDAI e di DSA ha particolari bisogni di orientamento scolastico e universitario? Si, certo. È un argomento nuovo di cui si stanno iniziando a individuare le problematiche e particolari filoni di ricerca. La domanda è forte, tanto che la nostra associazione, Altre-Menti, si sta specializzando proprio in questo settore, considerato che per chi soffre dei disturbi sopra citati, il rischio di sbagliare il percorso di studio è ancora maggiore. Si parla molto anche di Bisogni Educativi Speciali. Di che cosa si tratta? L’espressione Bes é entrata nel vasto uso in Italia dopo l’emanazione della direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 (Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione per l’inclusione scolastica). L’utilizzo dell’acronimo Bes indica una vasta area di alunni per i quali va applicato il principio della personalizzazione dell’insegnamento. Per esempio, possono rientrare in questa categoria alunni con situazioni sociali o personali che comportano uno stato di svantaggio, alunni stranieri, alunni con funzionamento intellettivo limite ma anche alcuni con un quoziente intellettivo superiore che avrebbero bisogno di percorsi scolastici che gli permettano di sviluppare le loro risorse. 49 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 50 SETTORI ECONOMICI ‘Artigiani in Liguria’, un marchio di qualità per cinque nuove filiere Sono state presentate in Regione e si aggiungono alle dieci già attive A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Lo scorso 15 dicembre 2014, in Regione Liguria, insieme con il Sistema camerale ligure, Cna e Confartigianato, si è tenuta una conferenza stampa per illustrare cinque nuove categorie di artigianato ligure di classe superiore in Liguria e il progetto ‘Maestro Artigiano’. Le cinque nuove lavorazioni Una nuova figura: il ‘Maestro artigiano’ Queste le nuove filiere di produzione del nostro territorio: gelateria, panificazione, pasta fresca, arte orafa, restauro artigianale. Le aziende aderenti potranno distinguersi con il marchio ‘Artigiani in Liguria’, che riconosce e promuove le lavorazioni di qualità del settore. Un’altra novità riguarda la figura del ‘Maestro artigiano’, il cui titolo sarà rilasciato, una volta accertati i requisiti, agli artigiani dei quindici settori. Tutto ciò, per custodire e tramandare i ‘segreti’ del mestiere e promuovere la qualità del loro lavoro in Italia e nel mondo. Le dieci filiere già attive Alcune riflessioni emerse Si ricordano, accanto alle nuove, le dieci categorie precedenti: vetro, ceramica, composizioni floreali, ardesia della Val Fontanabuona, cioccolato, ferro battuto e altri metalli, filigrana di Campo Ligure, velluti di Zoagli, damaschi di Lorsica, sedia di Chiavari. Simonetta Porro, segretaria della Commissione per l’artigianato, ricorda che il percorso di valorizzazione delle eccellenze parte dal 2000 e che si fonda sulla certificazione di prodotto e di processo; le materie prime utilizzate risultano dettagliate con precisione. Sul sito www.artigianiliguria.it si trovano le informazioni sul progetto, il marchio, le lavorazioni, le aziende, le modalità di adesione, e altre informazioni utili. Quindi, il ‘Maestro artigiano’ valorizza le lavorazioni alla base dei 15 filoni e attiva un percorso di qualità; la nuova figura dovrà avere una serie di requisiti, ma si auspica che molti artigiani presentino domanda alla Camera di commercio. Viene, inoltre, ricordato, dal Presidente e da altri Per ottenere il marchio Le imprese artigiane potranno ottenere e utilizzare il marchio, se la lavorazione rispetterà un apposito disciplinare. Le aziende interessate a richiedere l’adesione dovranno rivolgersi alle Camere di Commercio. 50 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 51 componenti della Commissione come queste, di cui si sta parlando, non siano attività di nicchia e che, proprio in tempi di crisi, occorra far emergere le eccellenze. Le aziende, che si possono fregiare del marchio, possono contare su una maggiore visibilità: una certificazione pubblica contribuisce a rendere evidente il percorso di qualità che molte aziende artigiane stanno faticosamente compiendo. Il settore racchiude un alto valore umano e di professionalità, rappresenta un esempio ed un opportunità per le giovani generazioni: sono queste le ragioni che hanno spinto le associazioni verso questa direzione. Luca Costi, segretario generale di Confartigianato Liguria, ripercorre le tappe che hanno condotto a questo risultato, che coinvolge aziende di piccole dimensioni: vale sempre la pena ricordare che, queste ultime, non hanno certamente la potenza delle grandi. Il marchio, che ha durata triennale, vede circa 150 imprese aderenti, nell’ambito dei dieci settori, ma si auspica un ampliamento del loro numero. Molto lavoro in questo ambito è stato fatto dagli artigiani, che hanno dedicato parte del loro tempo, prestato volentieri e gratuitamente. Verranno prodotti video di presentazione dei nuovi settori, per farli conoscere al grande pubblico. Sergio Carozzi, della Camera di commercio, curerà il progetto: si dichiara felice di svolgere un’attività, i cui disciplinari hanno l’obiettivo di tutelare il buono che c’è, valorizzare le attività che devono essere svolte secondo criteri di qualità, selezionare chi fa il proprio lavoro con serietà. Non ci sono spese, l’istruttoria è di tipo documentale, la visita ispettiva, obbligatoria, è indispensabile. Rispettare i criteri del marchio va a favore del consumatore, a cui risulta chiara la scelta verso lavorazioni di qualità, sia dal punto di vista del prodotto, sia del processo. È quindi emersa, da parte dei referenti istituzionali, soddisfazione per il lavoro fatto, soprattutto dalle associazioni, che hanno messo a disposizione le proprie competenze; il lavoro è stato notevole, sia da parte della Regione sia delle Camere di Commercio. Il percorso induce a pensare che, in questo momento di difficoltà economica, pure molte persone si sono fatte parte attiva per diffondere questa cultura, che si tramanda da generazioni. Nonostante la concorrenza, non viene meno la passione di chi opera nel settore artigiano. Artigiani in Liguria, il progetto in sintesi La Regione Liguria, con la L.R. 3/2003, ha voluto promuovere e tutelare le lavorazioni artigianali artistiche, tradizionali, tipiche di qualità, attraverso un sistema di certificazione basato su un marchio di origine. La Commissione Regionale per l´Artigianato, incaricata dalla Regione Liguria della realizzazione del 51 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 52 progetto, ha individuato dieci settori artigianali di nicchia liguri, che rappresentano i più significativi ed antichi mestieri del territorio, conservati grazie alla professionalità degli esperti ed abili artigiani. La Commissione, in collaborazione con il Sistema delle Camere di Commercio Liguri e le Associazioni di categoria, C.N.A. Liguria e Confartigianato Liguria, ha quindi realizzato disciplinari di produzione, documenti tecnici concernenti un prodotto o una lavorazione artigianale artistica, tradizionale, tipica di qualità e contenente disposizioni relative alla zona di produzione, alla caratterizzazione del prodotto ed alle modalità produttive. È stato quindi ideato il marchio collettivo geografico ‘Artigiani In Liguria’ ed è stato predisposto il suo regolamento d´uso, in cui vengono riportate le condizioni ed i requisiti necessari per ottenere il marchio, le modalità d´uso, i controlli da attuare e le eventuali sanzioni da applicare ai contravventori, per garantire e tutelare il sistema; è pertanto attribuito alle imprese artigiane che si impegnano su 52 questo versante. Il marchio ‘Artigiani In Liguria’ è garantito e promosso dalla Regione Liguria, gestito dalla Commissione Regionale per l´Artigianato, in collaborazione con le Associazioni di categoria regionali del settore ed è controllato dal Sistema delle Camere di Commercio Liguri. (www.artigianiliguria.it) Un po’ di numeri > Nei primi dieci settori, su 1671 imprese, 144 hanno ottenuto il marchio di classe superiore. > Dei cinque nuovi settori, da cui si attendono le adesioni, fanno parte, complessivamente, 5.361 aziende artigiane: 216 nell’arte orafa, 871 nella panificazione, 3560 nel restauro, 501 nella gelateria, 231 nel comparto della pasta fresca. Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 53 IL PROGETTO EUROPEO ‘Praxis’, un progetto europeo per l’incontro tra domanda e offerta di tirocini A cura di Milva Carbonaro - GISIG1 Il progetto PRAXIS (www.praxisnetwork.eu), è un progetto finanziato dal Programma Lifelong Learning dell’Unione Europea (programma settoriale Erasmus) che ha come obiettivo la creazione di un centro virtuale di eccellenza per l’incontro della domanda/ offerta di tirocini formativi nei Paesi europei. Con oltre 50 partner (università, industrie, centri di ricerca), sparsi in tutta Europa, la rete dei partner PRAXIS ha lavorato, dal 2012, per costruire uno spazio di incontro, progettato per rispondere alle esigenze degli studenti, delle aziende e delle università. La piattaforma web di PRAXIS, accessibile dall’indirizzo web www.theperfectinternship.eu e www.praxisnetwork.eu, consente ad enti, aziende, centri di ricerca, istituzioni, ecc., in tutta Europa di pubblicare proposte di tirocinio ed accedere ad una vasta platea di studenti potenzialmente interessati, offrendo, al tempo stesso, a studenti e neolaureati, l’opportunità di accedere alle proposte di tirocinio in più di 30 paesi europei, supportando la scelta con indicazioni operative e pratiche. Lo sviluppo della rete Dal momento del lancio ufficiale del “Virtual Market” PRAXIS, la rete ha continuato a crescere. Attualmente, il mercato virtuale PRAXIS conta più di 1000 studenti registrati e circa 200 enti ospitanti. Con la media di più di 700 ricerche al giorno negli ultimi mesi, PRAXIS ha già aiutato 685 studenti a trovare la loro opportunità di tirocinio ideale. Insieme al mercato virtuale, cresce anche il numero di partner associati alla rete. Al momento, più di 100 organizzazioni (tra cui l’Agenzia Nazionale Erasmus+ Portoghese) hanno aderito alla rete e la Pagina Facebook conta più di 940 “Mi piace”. La Conferenza finale del progetto È stata organizzata a Genova il 25 e 26 Settembre 2014 dall’Associazione GISIG (www.gisig.eu) con il supporto del Consorzio TICASS e di IREN Acqua Gas, che ne ha ospitato i lavori presso il proprio Centro Convegni. Data l’importanza dei temi affrontati, in particolare per gli aspetti inerenti l’occupabilità dei giovani laureati, la Conferenza ha ottenuto il patrocinio di Regione Liguria, Comune di Genova e Università di 1. Geographical Information Systems International Group 53 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 54 Foto dell’equipe del Progetto PRAXIS. Genova, ed ha visto l’adesione di numerosi operatori del mondo accademico, imprenditoriale e istituzionale, costituendo un momento di discussione e d’incontro tra i diversi attori, interessati a promuovere gli strumenti di transizione università-lavoro e l’internazionalizzazione della cooperazione università-impresa. Ulteriori informazioni, unitamente a copia di tutte le presentazioni, sono reperibili all’indirizzo: http://www.praxisnetwork.eu/events 54 Le prospettive Il termine del progetto, come azione finanziata dall’Unione Europea, non segna la fine delle attività della rete PRAXIS, bensì ne costituisce l’effettivo consolidamento nel mercato europeo dei tirocini. Vi invitiamo pertanto a seguirci numerosi su Facebook e sul portale web del progetto e, naturalmente, ad aderire alla rete per poter usufruire dei vantaggi che questa può offrire. Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 55 IMMIGRAZIONE Una fotografia dell’immigrazione in Liguria dai dati del Dossier statistico 2014 Gli stranieri scelgono di rimanere, nonostante la crisi lavorativa Il lungo periodo di stagnazione economica che sta interessando, da diversi anni, la Liguria – così come il resto del Paese – ha certamente inciso negativamente anche sulla condizione lavorativa, economica e sociale degli immigrati che vi abitano. Queste dinamiche, tuttavia, non hanno comportato delle ripercussioni così vistose dal punto di vista quantitativo, come troppo spesso si è indotti a pensare: alla fine del 2013, infatti, gli stranieri residenti in regione ammontano, secondo l’Istat, a 138.355 persone, che incidono per l’8,7% sulla popolazione residente complessiva. I numeri per provincia La provincia di Genova mantiene un ruolo centrale, ospitando oltre la metà (53,1%) di questa popolazione immigrata, seguita da Savona (17,3%), Imperia (16,4%) e La Spezia (13,2%). Del resto anche la sola componente non comunitaria, riguardo alla quale ci si basa sui dati sui soggiornanti forniti dal Ministero dell’Interno e rivisti dall’Istat, alla stessa data consta, in Liguria, di ben 115.750 persone, di cui il 22,9% (26.517) minorenni e il 51% (59.020) di genere femminile. Di questi soggiornanti, ben il 59,2% è costituito da titolari di un permesso di soggiorno di durata illimitata (Ce per lungo-soggiornanti o per familia- re di cittadino UE residente in Italia), mentre tra i rimanenti 47.272 titolari di un permesso a scadenza, le ragioni prevalenti del soggiorno sono il lavoro (che incide, su questa fascia di soggiornanti a tempo, per il 47,7%), la famiglia (44%) e lo studio (3,5%). È comunque da tenere in considerazione, riguardo alla presenza non comunitaria, che il dato dei soggiornanti non coincide con quello dei residenti (più basso) perché, tra questi ultimi, non è compresa una quota di stranieri regolari non (ancora) iscritti in anagrafe. I nuovi nati e la presenza femminile In ogni caso, oltre alle dinamiche migratorie, hanno contribuito significativamente a tale consistente presenza di immigrati i 2.158 nuovi nati stranieri nel corso del 2013, che coprono una significativa percentuale delle nascite complessive rilevate in Liguria durante l’anno: si tratta di ben il 19,6% (contro una media nazionale del 15,1%), dato che conferma l’importante contributo demografico apportato dalla popolazione straniera nel bilanciare, seppur parzialmente, una natalità ancora oltremodo ridotta tra la sola popolazione italiana in regione (ricordiamo che il tasso di natalità ligure è il più basso tra le regioni italiane: 7‰ contro una media nazionale dell’8,5‰). 55 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 56 Per il resto, al pari di quanto già rilevato tra i soli non comunitari, anche tra i residenti stranieri nel loro complesso appare maggioritaria la componente femminile, che rappresenta il 53,8% del totale, confermando una tendenza consolidata in una regione dove il lavoro domestico e di cura, svolto prevalentemente dalle donne immigrate, ha contribuito significativamente, nell’ultimo ventennio, alla formazione dell’attuale scenario migratorio. Le nazionalità sul territorio Infine, riguardo alle nazionalità estere più rappresentate dagli stranieri residenti, si osserva che, alla fine del 2012 (ultimo anno disponibile per questo genere di disaggregazione), l’Albania (20.520), al primo posto, prevaleva di poche unità sull’Ecuador (20.374), mentre con presenze quantitativamente rilevanti seguivano Romania (15.137) e Marocco (11.894), lasciando a distanza il Perù (4.598). Il fatto che, in Liguria, non si rilevino significative variazioni nella geografia delle provenienze principali, mostra che qui è per lo più in corso un processo di stabilizzazione delle collettività da più tempo presenti. A questo riguardo, è significativo notare che, nel corso del 2013, le acquisizioni di cittadinanza italiana (per matrimonio o residenza) hanno raggiunto, in regione, i 2.080 casi, incidendo per il 16,1% sulla popolazione straniera residente (un valore tuttavia ancora inferiore alla media nazionale del 21,6%). Alunni di origine straniera Proprio questo processo di sempre più forte stabilizzazione delle presenze immigrate in Liguria trova nei dati sulla popolazione scolastica uno degli indicatori “storicamente” più efficaci. Nell’anno scolastico 2013/2014, l’incidenza degli alunni stranieri (23.011) sul totale degli scolari liguri (197.235) raggiunge ormai la notevole quota dell’11,7% e, in questa componente straniera, la percentuale di coloro che sono nati in Italia tocca il 45,4%, un valore ragguardevole, sebbene ancora al di sotto della media nazionale (51,7%) e di quella del Nord 56 Ovest (56,3%). Tuttavia, sotto questo punto di vista, c’è una forte variazione tra le province liguri e nei diversi gradi di istruzione scolastica. Se prendiamo, ad esempio, la scuola dell’infanzia, si nota che tra le diverse province sussiste un certo scarto sia nell’incidenza degli alunni stranieri (si va dal 14,7% di Imperia al 10,5% di Savona), sia – ancor più – nella percentuale dei nati in Italia tra gli stranieri (che oscilla tra l’85,4% di Genova, dato superiore alla media sia nazionale che del Nord Ovest, e il 78,1% di Savona). Il processo di stabilizzazione, di cui la crescente presenza delle seconde generazioni è un indicatore importante, trova una conferma anche osservando quanto sia aumentata, nelle scuole, l’incidenza dei nati in Italia tra gli alunni stranieri, la quale tra gli a.s. 2010/2011 e 2013/2014 è salita di ben 4,3 punti percentuali (era del 41,1% a inizio periodo). Analizzando l’evoluzione del fenomeno nei singoli cicli scolastici, si nota che, alla crescita costante nella scuola dell’infanzia, dove ormai oltre 8 bambini stranieri su 10 non sono migranti, si affianca una dinamica comunque sostenuta nella primaria (dove l’incidenza è del 61,8%) e una ancora più forte nella secondaria di I grado, dove il dato è aumentato di quasi 18 punti (da 16,1% a 33,9%). In particolare, gli scolari non italiani sono prevalentemente originari dell’Albania (5.125) e dell’Ecuador (4.939), seguiti a grande distanza da Marocco Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 57 (2.561), Romania (2.237) e Perù (877). In termini assoluti, tra i primi due paesi non c’è grande distanza, ma ciò che li differenzia è la quota che essi detengono rispetto alla totalità degli alunni di stessa nazionalità presenti nel contesto italiano: mentre, infatti, gli albanesi iscritti nelle scuole liguri rappresentano il 4,8% di quelli rilevati in tutta Italia, il corrispondente dato degli alunni ecuadoriani è invece del 27,1%, con una concentrazione oltremodo elevata nella provincia di Genova che, con 4.372 scolari ecuadoriani, ospita da sola quasi un quarto (24,0%) di tutti quelli presenti nel Paese. Quadro economico e inserimento occupazionale Quel processo di radicamento stabile di cui si è finora parlato è stato ‘sfidato’, negli ultimi anni, dalla grave crisi economica che ha colpito l’economia italiana e ligure; una crisi che ha peggiorato la condizione delle famiglie, soprattutto di quelle straniere, che hanno sempre goduto di un capitale sociale e relazionale più debole. In base all’archivio Inail, tra i lavoratori nati all’estero, presenti in Liguria, il saldo occupazionale annuale1 è negativo (eccedenza dei cessati), a partire dal 2010, ed è ulteriormente peggiorato tra il 2011 e il 2013. In particolare, mentre nel 2011 era negativo per poche unità (–341), nel 2013 lo è stato per un valore oltre 6 volte più grande (–2.317, una passività che ha coinvolto in maggioranza la componente femminile: –1.303 a fronte del –1.014 di competenza maschile) e, nello stesso lasso di tempo, anche il numero di quanti annualmente vengono assunti per la prima volta ha conosciuto un’evidente riduzione (da 8.471 nel 2011 a 6.457 nel 2013: -2.014 unità). In assoluto, i lavoratori immigrati che hanno subìto una cessazione del rapporto di lavoro sono prevalsi, rispetto agli assunti, soprattutto nei settori dei servizi (dove il saldo negativo è stato di –2.268) e dell’industria (–1.768), mentre, a fronte di un sostanziale equilibrio del settore agricolo (–16), una parziale compensazione è provenuta da un raggruppamento misto di comparti occupazionali, al quale appartengono, in particolare, i lavoratori domestici, il quale ha significativamente riportato un saldo positivo (+1.763). Per quanto riguarda l’entità del saldo occupazionale nelle varie tipologie di azienda, le cessazioni sono state di molto prevalenti (–988) nelle micro imprese, cioè in quelle che non superano i 9 addetti, e ancor più nelle piccole imprese (–1.082), mentre una maggiore tenuta si rileva nelle medie (–212) e soprattutto nelle grandi imprese, ossia con più di 250 addetti, le quali, pur con un numero complessivo di occupati nati all’estero superiore alle 10.000 unità, conoscono un sostanziale equilibrio nel saldo occupazionale (–35). Immigrati e imprenditorialità Anche in Liguria, l’imprenditoria immigrata è in crescita: tra il 2011 e il 2013 le imprese con titolari nati all’estero sono cresciute del 9,6% (con una punta del 13,2% a Genova). Questo dato, come è noto, include anche forme di lavoro in proprio un po’ improvvisate, poiché la via del lavoro autonomo è, in molti casi, l’ultima scommessa per rimediare alla perdita del lavoro dipendente e al conseguente rischio di cadere nell’irregolarità, non potendo rinnovare il titolo di soggiorno. Detto questo, la dimensione dell’imprenditorialità straniera va, comunque, oltre questi casi contingenti ed assume un valore economico significativo. Basti pensare al numero di attività immigrate in Liguria: ben 17.338, per un’incidenza del 10,5% sul totale delle imprese in regione, di cui però solo un quinto (3.320) a conduzione femminile. I comparti di attività decisamente più rilevanti per le imprese immigrate sono le costruzioni (che prevalgono in tre province su quattro, con un incidenza complessiva del 46%), seguite dal commercio (il maggior comparto nella provincia di Genova con il 32,5%) e, a grandissima distanza, dall’alberghiero- 1. Ovvero la differenza tra il numero di quelli assunti almeno una volta nel corso dell’anno considerato e il numero di quelli che, nello stesso periodo, hanno conosciuto almeno una cessazione del rapporto di lavoro, per licenziamento, dimissioni o mancato rinnovo del contratto alla scadenza 57 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 58 ristorativo (4,8%). Inoltre, tali imprese sono in grandissima parte a esclusiva partecipazione immigrata (95,5%) e per ben l’84,9% si tratta di imprese individuali: dati, questi, che denotano, entrambi, una ancora scarsa capacità di condivisione imprenditoriale tra italiani e stranieri. I principali paesi d’origine dei titolari immigrati di imprese individuali sono, in Liguria: Albania (2.842), Marocco (2.572), Romania (1.326) ed Ecuador (958). Rimesse Le difficoltà economiche e occupazionali non hanno rallentato, in regione, il flusso delle rimesse verso i paesi d’origine dei migranti, le quali sono, anzi, cresciute da 177 milioni di euro nel 2012 a oltre 185 milioni nel 2013. È interessante notare qualche variazione tra i principali paesi di destinazione: l’Ecuador rimane il primo (35,0 milioni di euro), seppur con una lieve contrazione rispetto all’anno precedente (-0,7 milioni), seguito dalla Romania (21,8 milioni), che ha invece conosciuto un incremento (+1,6 milioni circa). Il Marocco, pur ricevendo un ammontare invariato, viene superato dalla Repubblica Dominicana, che ha incrementato di quasi il 20% le rimesse ricevute (+1,8 milioni), e soprattutto dal Bangladesh, che è passato da 8,8 a 11,5 milioni di euro (+30%). Il dato del Bangladesh diventa ancora più significativo se si considera l’importo medio pro capite degli invii: 6.500 euro annui, valore avvicinato solo dal Senegal (6.000 euro), mentre Ecuador e Romania si assestano, rispettivamente, intorno a 1.700 e 1.450 euro annui. Se si prende in esame il Report Genova e gli stranieri, pubblicato dalla Direzione Statistica del Comune di Genova nel mese di luglio 2014, si osserva che, nel quinquennio 2008-2012, sono arrivate o nate a Genova 32.705 persone straniere, mentre ne sono emigrate o vi sono decedute 11.968. Il saldo è, quindi, ampiamente positivo, se si considera anche che, tra gli emigrati, ben 6.748 sono stati cancellati d’ufficio, soprattutto a seguito delle revisioni anagrafiche postcensimento 2011 e, quindi, l’emigrazione è in molti casi avvenuta prima del quinquennio in oggetto2. Il dato interessante è legato alle 4.919 persone che hanno fatto pratica di emigrazione: tra queste, infatti, solo poco più di un quinto (1.065) è effettivamente rientrato nel paese d’origine, mentre 3.854 (il 78,3%) è semplicemente andato a risiedere in un altro Comune italiano. Se consideriamo, poi, che di questi ultimi, il 40% si è stabilito in un Comune ligure (il 31% addirittura in comuni della stessa provincia di Genova), si vede che una buona parte delle ‘emigrazioni’ non consistono in rimpatri, ma solo in fisiologici movimenti, dettati da dinamiche come la ricerca del lavoro o di migliori opportunità abitative, da parte di immigrati radicati stabilmente in Italia. Possiamo concludere, quindi, ribadendo che la crisi economica di questi ultimi anni, pur incidendo pesantemente sulla condizione delle famiglie straniere, soprattutto per una accentuata precarizzazione del lavoro, non sta tuttavia causando quei massicci flussi di rientro nei propri paesi di provenienza, come si era diffusamente ipotizzato (o, a volte, auspicato). ; Questi i riferimenti I rimpatri ‘inesistenti’ Come anticipato, queste conclusioni sono riservate a un tema assai dibattuto sui mezzi di comunicazione: quello del presunto rientro di molti stranieri nei propri paesi di provenienza dall’inizio della crisi economica. UNAR - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. Dossier statistico immigrazione 2014 - Dalle discriminazioni ai diritti. A cura del Centro Studi e Ricerche IDOS/Immigrazione Dossier Statistico 2. Anche se, recentemente, diversi di questi residenti stranieri cancellati d’ufficio sono stati recuperati nei registri anagrafici, in quanto da successivi accertamenti è stato appurato che si trovano in Italia, pur senza esser stati raggiunti dal censimento 58 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 59 FORMAZIONE L’Accademia Aeronautica ecco il percorso per gli aspiranti piloti A cura di Isabella Puma Per illustrare l’offerta didattica e formativa,‘Forum’ ha avuto la collaborazione del Tenente colonnello Morgan Brighel che si ringrazia per la disponibilità. L’Accademia Aeronautica è un Istituto militare di formazione a carattere universitario, con il compito di reclutare e formare i giovani che aspirano a diventare Ufficiali in servizio permanente dell’Arma Aeronautica normale, nel ruolo Naviganti (piloti) e nel ruolo delle Armi, del Corpo del Genio Aeronautico, del Corpo Commissariato Aeronautico e del Corpo Sanitario. Sempre l’Accademia, inoltre, ha il compito di assicurare lo svolgimento dei corsi prevolo per gli Allievi Ufficiali piloti di complemento, nonché per Ufficiali di altre Forze e Corpi Armati dello Stato. L’ammissione ai corsi dell’Accademia è subordinata al superamento di un concorso al quale possono partecipare tutti i cittadini italiani che abbiano un’età compresa tra i 17 e i 22 anni e siano in possesso di un diploma di scuola media superiore valido per l’iscrizione all’università. La selezione, che avviene nel periodo compreso tra febbraio e settembre, prevede, in sequenza, una prova di preselezione, una visita medica generale, una prova scritta di lingua italiana e, al superamento di quest’ultima, un periodo di tirocinio presso l’Accademia.Tale “periodo di osservazione comportamentale”, come viene definito, si conclude con un esame orale di matematica, inglese e informatica; il candidato può sostenere anche una prova facoltativa di un’altra lingua straniera. Il mancato supera- mento di una sola delle prove è motivo di esclusione dal concorso. ; I percorsi didattici per i ruoli normali1 > laurea in Scienze Aeronautiche per gli allievi del ruolo Naviganti e del ruolo delle Armi; > laurea in Ingegneria Aerospaziale, Civile o Elettronica per gli allievi del ruolo Ingegneri; > laurea in Giurisprudenza, indirizzo pubblicistico, per gli allievi del ruolo del Corpo di Commissariato Aeronautico; > laurea in Medicina per gli allievi del ruolo del Corpo Sanitario Aeronautico. L’Accademia ospita, nella struttura di Pozzuoli, 25 aule didattiche multimediali, 6 sale specialistiche, 1 galleria del vento, l’auditorium; l’Istituto è dotato di impianti sportivi di recente ammodernati e rinnovati per assicurare il miglior contesto formativo agli allievi. La formazione accademica prevede il conseguimento della laurea magistrale con iter di studi differenziati, in funzione del ruolo/corpo di appartenenza e si completa poi con la formazione tecnico-militare – tra gli altri, sono organizzati corsi di sopravvivenza in mare e di ambientamento in montagna, i corsi ba- 1 Il ruolo rormale è una delle categorie a cui possono appartenere gli ufficiali delle forze armate italiane e della Guardia di Finanza. Un’altra categoria è il “ruolo speciale” (ndr) 59 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 60 sici di evasione e fuga, i corsi di tiro dinamico e le tecniche di autodifesa oltre che tirocini presso Enti operativi ed amministrativi dell’Aeronautica Militare, presso centri di ricerca aerospaziali, nazionali ed esteri e la visita ai principali saloni aeronautici internazionali di Le Bourget e Farnborough. La formazione sportiva prevede attività individuali e di gruppo, il torneo con le altre accademie militari, incontri periodici con le Accademie spagnola e francese e la partecipazione al torneo EUAFA tra le Accademie Aeronautiche Europee. Per i piloti, l’iter accademico comprende l’addestramento al volo che si accompagna, anno dopo anno, agli studi universitari e manageriali. L’iter inizia con il conseguimento del BPA e termina con il brevetto di Pilota Militare il cui conseguimento può avvenire, a seconda dei casi, in Italia o all’estero. L’offerta formativa si è evoluta nel tempo per rispondere alle esigenze di Forza Armata, mutate in ragione delle variazioni del contesto strategico di riferimento. L’Accademia ospita attualmente i Corsi di Laurea e Laurea Magistrale in Scienze Aeronautiche (Piloti e Ar- 60 mi), Ingegneria (Corpo del Genio), Giurisprudenza (Corpo di Commissariato), Medicina e Chirurgia (Corpo Sanitario).Tutti i percorsi di laurea sono attivati presso l’Università “Federico II” di Napoli e sono studiati per le esigenze proprie dell’Aeronautica Militare, dando vita a una realtà formativa complessa e variegata. ; Un po’ di numeri Un’infrastruttura che, negli ultimi anni, è stata rinnovata per continuare a garantire le migliori condizioni di studio e di preparazione agli allievi e agli ufficiali frequentatori, in totale 506 allievi dei corsi regolari, di cui 67 donne, cosi distinti: > 278 piloti; > 64 frequentatori del ruolo delle armi; > 42 frequentatori del corpo di commissariato; > 79 frequentatori del corpo del Genio Aeronautico - ingegneri; > 43 frequentatori del corpo Sanitario Aeronautico - medici. Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 61 La selezione d’ingresso La scelta di entrare a far parte dell’Aeronautica Militare è una scelta di vita e di eticità nel rispetto degli altri e della comunità. La motivazione ad intraprendere il percorso accademico è un elemento chiave dell’iter di selezione per l’accesso alla prima classe dei corsi accademici. In fase concorsuale, l’idoneità sotto il profilo psicoattitudinale e comportamentale dei concorrenti, risultati idonei alla prova scritta di composizione italiana, è accertata durante un periodo di tirocinio di durata non superiore a dieci giorni, che viene svolto presso l’Accademia Aeronautica, indicativamente, nei mesi di giugno, luglio e settembre. In particolare, il processo di selezione mira ad accertare il possesso delle seguenti qualità: > inclinazione e adattabilità alla vita militare in termini di motivazione, senso della disciplina e capacità d’integrazione; > fluidità d’espressione, rapidità ed efficacia dei processi cognitivi; > attitudine per le attività previste per l’impiego quale Ufficiale dell’Aeronautica Militare relativamente alle specialità a concorso, predisposizione allo studio e all’aggiornamento professionale, mediante la somministrazione di test intellettivi e di personalità, prove per la rilevazione di attitudini specifiche, prove collettive e colloqui individuali orientati alla valutazione delle qualità formali e delle caratteristiche psicologiche del candidato. Il Tenente Colonnello Morgan Brighel risponde alle domande di ’Forum’ Se un giovane decide di interrompere il percorso, esiste un sistema di riconoscimento dei crediti maturati? I frequentatori del ruolo Naviganti e delle Armi vengono iscritti all’Università Federico II di Napoli al Corso di Laurea in Scienze Politiche fin dal primo anno, per cui per loro si applicano le stesse regole degli studenti che decidono di cambiare percorso o Università. Gli altri (Genio, Commissari, Sanità) vengono iscritti all’Università dal terzo anno in poi ma le normative vigenti e le convenzioni garantiscono il pieno riconoscimento di tutte le attività didattiche effettuate. In sostanza, trattandosi per tutti di attività universitaria garantita dalla Federico II, non si avrà alcun problema ad avere riconosciuti i propri CFU sia presso Università Italiane sia estere. Esistono servizi di orientamento, soprattutto in ingresso, presentazione e pubblicizzazione delle loro attività presso le scuole ? Ogni anno si svolge una campagna promozionale che consente ai vari istituti di istruzione superiore che ne fanno richiesta di effettuare una visita all’Accademia. In tutta Italia sono tenute conferenze di orientamento nelle scuole per far conoscere le modalità di accesso all’Accademia Aeronautica e le procedure concorsuali. Il bando è pubblicato sul sito internet dell’Aeronautica Militare (www.aeronautica.difesa.it link “entra in A.M.”), unitamente ad una guida per i partecipanti al concorso. La selezione Prove per il concorso di ammissione alla prima classe dei corsi regolari dell’Accademia Aeronautica 61 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 62 > prova orale di matematica, della durata massima di 20 minuti, verte su tre quesiti, predeterminati dalla commissione esaminatrice; > prova orale facoltativa di ulteriore lingua straniera. Requisiti fisici richiesti per il concorso di ammissione alla prima classe dei corsi regolari dell’Accademia Aeronautica Il concorso di ammissione, al momento, è basato sulle seguenti prove: > una prova scritta di preselezione che consiste nella somministrazione collettiva e standardizzata di questionari a risposta multipla, ciascuno dei quali composto da 60 quesiti, sulle seguenti materie: italiano; matematica; inglese; anatomia e scienze naturali; storia; geografia; educazione civica; > accertamenti psicofisici; > prova scritta di composizione italiana della durata massima di 6 ore, consiste nello svolgimento di un tema, estratto a sorte; > prova di selezione culturale in biologia, chimica e fisica (per i soli CSArn), finalizzata all’ammissione ai corsi di laurea specialistica/magistrale per il Corpo Sanitario, consiste nella somministrazione di 48 quesiti a risposta multipla e predeterminata (ciascuno con 4 possibilità di risposta alternativa di cui una sola esatta), volti ad accertare il grado di conoscenza nelle materie riportate nel bando di concorso; > tirocinio psicoattitudinale e comportamentale la prova è finalizzata alla verifica dei concorrenti risultati idonei alla prova scritta di composizione italiana; > prova facoltativa di informatica; > prova orale di lingua inglese, della durata massima di 15 minuti, consiste in una conversazione in lingua inglese e in una lettura, traduzione e comprensione, a prima vista, di un brano scelto dall’esaminatore; 62 I concorrenti devono essere riconosciuti, inoltre, in possesso dei seguenti specifici requisiti: a) per i soli concorrenti piloti: avere una distanza vertice-gluteo non superiore a cm. 98 e non inferiore a cm. 85 e una distanza gluteo-ginocchio non superiore a cm. 65 e non inferiore a cm. 56; avere una distanza di presa funzionale non superiore a cm. 90 e non inferiore a cm. 74,5; b) per i soli concorrenti di sesso maschile, avere una statura non inferiore a m. 1,65 e, qualora concorrenti per il ruolo piloti, non superiore a m. 1,90; c) per i soli concorrenti di sesso femminile avere una statura non inferiore a m. 1,65 e non superiore a m. 1,90, se concorrenti per il ruolo piloti; avere una statura non inferiore a m. 1,61, se concorrenti per i ruoli non piloti. Sono giudicati inidonei i concorrenti per il ruolo piloti risultati affetti da imperfezioni e infermità previste dalla vigente normativa in materia di inidoneità ai servizi di navigazione aerea (decreto ministeriale 16 settembre 2003 e successive modificazioni). Sono, inoltre, giudicati inidonei i concorrenti per il ruolo normale delle Armi dell’Arma Aeronautica, per il ruolo normale del Corpo del Genio Aeronautico, per il ruolo normale del Corpo di Commissariato Aeronautico e per il ruolo normale del Corpo Sanitario Aeronautico ai quali sia stato attribuito un profilo sanitario inferiore al seguente profilo minimo: psiche (PS) 1; costituzione (CO) 2; apparato cardiocircolatorio (AC) 2; apparato respiratorio (AR) 2; apparati vari (AV) 2; apparato osteoartro-muscolare superiore (LS) 2; apparato osteo- Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 63 artro-muscolare inferiore (LI) 2; apparato visivo (VS) 2; apparato uditivo (AU) 2. È giudicato, altresì, inidoneo il candidato che presenta tatuaggi, visibili con ogni tipo di uniforme, o per dimensioni, contenuto o natura Inoltre, il processo di selezione mira ad evidenziare, di contro, caratteristiche tali da far ipotizzare un insoddisfacente inserimento nell’ambito della Forza Armata. ; Requisiti attitudinali richiesti per il concorso di ammissione alla prima classe dei corsi regolari dell’Accademia Aeronautica L’idoneità sotto il profilo psicoattitudinale e comportamentale dei concorrenti risultati idonei alla prova scritta di composizione italiana è accertata durante un periodo di tirocinio di durata non superiore a dieci giorni, che viene svolto presso l’Accademia Aeronautica, indicativamente, nei mesi di giugno, luglio e settembre. In particolare, il processo di selezione mira ad accertare il possesso delle seguenti qualità: > inclinazione e adattabilità alla vita militare in termini di motivazione, senso della disciplina e capacità d’integrazione; > fluidità d’espressione, rapidità ed efficacia dei processi cognitivi; > efficienza fisica in ambito sportivo, tramite lo svolgimento delle seguenti prove: >> corsa piana metri 100; >> nuoto: metri 25 con partenza e stile a scelta del concorrente; >> corsa piana metri 1000; >> addominali: tempo limite di 2 minuti. > attitudine per le attività previste per l’impiego quale Ufficiale dell’Aeronautica Militare relativamente alle specialità a concorso, predisposizione allo studio e all’aggiornamento professionale, mediante la somministrazione di test intellettivi (valutativi) e di personalità (non valutativi), prove per la rilevazione di attitudini specifiche, prove collettive e colloqui individuali orientati alla valutazione delle qualità formali e delle caratteristiche psicologiche del candidato. La storia dell’Accademia L’Accademia fu costituita il 5 novembre 1923, otto mesi dopo la costituzione della Regia Aeronautica come Forza Armata indipendente, ed ebbe sede, per i primi tre anni, presso l’Accademia Navale di Livorno. Nel 1925, considerato che il crescente numero degli allievi non avrebbe consentito la coabitazione con l’Accademia Navale oltre l’anno accademico 1925/26, l’Istituto fu trasferito a Caserta, nella Reggia borbonica del Vanvitelli. La nuova sede autonoma venne inaugurata il 10 dicembre 1926. A Caserta, dal 1926 al 1943, si formarono gli aviatori che presero parte al secondo conflitto mondiale. Nell’agosto del 1943, esigenze di carattere bellico costrinsero l’Istituto a trasferirsi presso il Collegio Aeronautico di Forlì, ove l’Accademia rimase solo fino al 10 settembre, data in cui ogni attività venne temporaneamente sospesa. Il 7 novembre 1943 l’Istituto riprese a funzionare presso il Collegio Navale di Brindisi, località in cui si era nel frattempo ricostituita anche l’Accademia Navale. Nel novembre 1945, l’Accademia si stabilì a Nisida, ove rimase fino al dicembre del 1961.Venne quindi trasferita nella sede attuale, in un invidiabile sito che domina la baia di Pozzuoli e la distesa di mare comprendente le isole di Ischia, Nisida e Capri. 63 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 64 FORMAZIONE E LAVORO Il sistema dell’apprendistato e la formazione duale: come funziona in Alto Adige Una guida orientativa per i giovani A cura della Redazione ‘Forum’ pubblica, qui di seguito, una sintesi del sistema di apprendistato, in vigore in Alto Adige, quale risorsa informativa per i lettori visto che, spesso, anche nel nostro contesto – vedi la recente Conferenza educativa regionale – se ne è parlato. La fonte di riferimento è stata la guida «Faccio l’apprendista» – L’apprendistato in Alto Adige, pubblicazione che illustra l’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, rivolto ai giovani d’età compresa tra i 15 e 24 anni e, in genere, chiamato apprendistato tradizionale oppure apprendistato di tipo A. Per scaricare la guida:www.provincia.bz.it/formazione-professionale-tedesca/ L’apprendimento: in pratica Questa tipologia di apprendistato si svolge all’interno di due realtà: l’impresa formatrice e la scuola professionale. Questo sistema è definito formazione duale. La formazione sul posto di lavoro richiede circa 80% del tempo ed è assistita da un tutor aziendale. È richiesto, inoltre, di frequentare la scuola professionale, o un giorno la settimana oppure in un percorso a blocchi di dieci settimane. Professioni oggetto d’apprendistato e durata L’apprendistato tradizionale riguarda solamente determinate professioni, nel commercio e nei servizi, nell’artigianato (artistico), nell’industria, nel settore alberghiero e della ristorazione e nell’agricoltura. La formazione in azienda e nella scuola professionale, in funzione della professione, è prevista di 3 o 4 anni di durata e termina con l’esame di fine apprendistato. L’elenco è costantemente aggiornato, con aggiunte di nuove professioni. 64 L’elenco attuale è disponibile sul sito www.provincia.bz.it/apprendistato. Come si diventa apprendista I requisiti I presupposti richiesti per l’avvio dell’apprendistato sono: > il diploma di scuola media (se minorenne) > età compresa tra i 15 e 25 anni. Si dovrà scegliere una professione e trovare un’impresa disponibile alla formazione. Il contratto di apprendistato Reperita l’azienda, il giovane e il datore/datrice di lavoro firmano un contratto d’apprendistato. In caso di ragazzo minorenne, devono controfirmarlo i genitori. La scuola professionale Iscrizione Il datore di lavoro/la datrice di lavoro dovrà comu- Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 65 nicare l’inizio dell’apprendistato. L’Ufficio apprendistato e maestro artigiano’ procede all’iscrizione alla scuola professionale più vicina all’azienda. Soltanto gli apprendisti del settore gastronomia frequentano la scuola più vicina al loro luogo di residenza. Frequenza In funzione della professione, la frequenza della scuola professionale è prevista o per 3 o per 4 anni. Anche l’organizzazione è distinta per professioni. Le lezioni si svolgono: > o in corsi a blocco di 10 settimane per anno scolastico oppure > in un giorno, ogni settimana, più due volte una settimana di blocco, per ogni anno scolastico. La frequenza è obbligatoria > Il datore di lavoro/la datrice di lavoro esonera dal lavoro il giovane, per la durata delle lezioni e degli esami, dal momento che l’insegnamento scolastico è considerato orario di lavoro. Le pagelle e le comunicazioni della scuola professionale vanno presentate al datore/datrice di lavoro. La frequenza della scuola professionale è gratuita, mentre le eventuali spese di vitto ed alloggio sono a carico del frequentante. La scuola professionale fuori dall’Alto Adige Per professioni non comuni sul territorio altoatesino, il giovane può frequentare il percorso in Austria o in Germania. È l’’Ufficio Apprendistato e Maestro Artigiano’ a gestire l’elenco delle scuole all’estero. Circa i costi per la frequenza: l’Amministrazione provinciale copre le spese per le tasse scolastiche, e, entro un importo massimo, il rimborso delle spese di vitto ed alloggio e di due viaggi, di andata e di ritorno. Per la liquidazione, entro 6 mesi dal termine delle lezioni, il giovane dovrà presentare una domanda di rimborso all’Ufficio. Apprendisti con esigenze particolari Gli apprendisti con esigenze particolari potranno percorrere un iter formativo individualizzato. La qualifica parziale Le scuole professionali dell’Alto Adige rilasciano anche qualifiche parziali agli apprendisti aventi diritto al piano formativo individuale, che indicano le competenze acquisite dall’apprendista nel corso della formazione. I giovani in cerca di un posto d’apprendista, inabili al lavoro per almeno 46 %, a causa d’invalidità oppure infermità, hanno diritto all’inserimento lavorativo per persone invalide. Possono rivolgersi al servizio di consulenza nei centri di mediazione lavoro. L’esame di fine apprendistato L’apprendistato termina con l’esame di fine apprendistato, che prevede una prova teorica e una pratica. L’apprendistato triennale consegue un attestato di qualifica, il percorso quadriennale un diploma professionale. È possibile sostenere l’esame, se > l’apprendistato indicato nel contratto è terminato oppure termina entro il mese dell’esame > è stato superato il percorso della scuola professionale. Il rapporto di apprendistato termina con il superamento dell’esame di fine apprendistato. Il datore/datrice di lavoro può proseguire il rapporto con un contratto a tempo indeterminato oppure terminare la collaborazione. Dopo l’apprendistato Sono a disposizione offerte di formazione e aggiornamento professionale, per ampliare ed approfondire le competenze. 65 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 66 La formazione di maestro professionale Il maestro professionale è la massima qualifica nell’artigianato, nel settore alberghiero, nella ristorazione e nel commercio. L’ammissione all’esame richiede – a seconda della professione – due o tre anni d’esperienza professionale, in seguito all’esame di fine apprendistato. teressati – apprendisti e studenti delle scuole professionali – dovranno sostenere l’esame d’ammissione al quinto anno. Attualmente è al vaglio un percorso formativo fino all’esame di maturità per persone qualificate che non vorrebbero frequentare la scuola a tempo pieno. L’aggiornamento professionale Le scuole professionali organizzano corsi d’aggiornamento professionale. Elenco delle professioni oggetto d’apprendistato Dall’apprendistato al diploma di maturità L’esame di maturità nella formazione professionale è accessibile anche a chi ha superato l’esame di fine apprendistato. I requisiti sono conoscenze discrete soprattutto di italiano, tedesco, inglese e matematica. > Le persone con attestato di qualifica (tre anni di scuola professionale) frequentano prima il quarto anno – l’accesso è regolato tramite un esame d’ammissione. Successivamente frequentano il quinto anno a tempo pieno, fino all’esame di maturità. > Le persone con diploma professionale (quattro anni di scuola professionale) passano direttamente al quinto anno a tempo pieno. Tutti gli in- 66 L’elenco aggiornato è disponibile sul sito www.provincia.bz.it/apprendistato Per approfondimenti Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige Formazione professionale tedesca Ufficio apprendistato e maestro artigiano via Dante, 11 - I-39100 Bolzano Tel. 0471 41 69 80 www.provincia.bz.it/apprendistato In collaborazione con: Ufficio orientamento scolastico e professionale www.provincia.bz.it/orientamento-scolasticoprofessionale Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 67 STATISTICA Criticità e potenzialità della Liguria dal Rapporto statistico Giunto alla terza edizione, fornisce un fotografia della Liguria sotto il profilo demografico, sociale ed economico, dedicando un’attenzione particolare alle criticità e alle potenzialità che emergono dal contesto territoriale. Forum pubblica, per i lettori, una sintesi dei contenuti. Sintesi dei contenuti Dal primo capitolo: l’invecchiamento e il calo della popolazione Nel primo capitolo viene presentata una analisi delle principali caratteristiche della struttura e della dinamica che hanno storicamente caratterizzato la popolazione ligure, quali il progressivo invecchiamento della popolazione, la contrazione della dinamica riproduttiva ed il conseguente progressivo calo demografico. L’interrogativo latente dietro l’analisi riguarda quali siano le conseguenze, sotto il profilo sociale ed economico, della persistenza di tali fenomeni, in particolare, in un contesto come quello attuale, caratterizzato da una diffusa recessione socioeconomica, e quali possano essere gli effetti di fattori esogeni, quali i flussi migratori, fino ad oggi consistenti. Il confronto dei principali indicatori demografici con le altre regioni italiane ed europee evidenzia l’attuale primato della regione in termini di invecchiamento della popolazione (uno per tutti, la quota di persone con 65 e più è pari in Liguria al 27,1% del totale della popolazione, contro il 20,5% a livello nazionale ed il 18,4% dell’Eurozona). Il processo di invecchiamento si accentuerà nei prossimi vent’anni (gli ultra-sessantacinquenni raggiungeranno il 30,9%, secondo le previsioni Eurostat), anche se il fenomeno sarà meno preoccupante in quanto non sarà accompagnato da un significativo calo demografico, come avverrà invece per altre regioni dell’Europa. L’azione congiunta ed intensa di due fattori, quali l’allungamento della vita media ed il calo della fecondità, che in Liguria si sono manifestati prima di altre regioni, spiega la struttura così anziana della popolazione ligure oggi. I processi di invecchiamento dall’alto e dal basso, e le conseguenze demografiche, vengono analizzate anche a livello comunale, mediante l’ausilio di alcuni cartogrammi, i quali, in particolare, consentono di evidenziare la presenza di alcune zone dell’entroterra della regione con una popolazione attiva sempre più ridotta ed accentuato spopolamento. Il capitolo si conclude con alcune riflessioni sui rischi di perdita dei diritti di cittadinanza, dovuta ad una regione che fa fatica ad uscire dalla situazione recessiva, con una forza lavoro sempre più matura e con una componente anziana sempre più dipendente, che viene marginalizzata in un contesto socioculturale che scarsamente valorizza l’anziano. Il secondo capitolo: focus sulla presenza straniera nel nostro territorio Nel secondo capitolo viene affrontato il tema della popolazione straniera presente in Liguria, propo- 67 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 68 nendo una chiave di lettura che considera gli stranieri non più solo come immigrati, ma anche come nuovi cittadini italiani, quali sono, in sostanza, i nati da stranieri residenti in Italia e, di fatto, coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana. L’analisi parte dai dati del Censimento del 2011, i quali evidenziano la forte crescita della popolazione straniera che si è verificata nel decennio intercensuario (la popolazione è più che triplicata in Liguria, con una variazione superiore a quella registrata per il Nord-ovest), anche a causa degli intensi flussi migratori, conseguenti ai procedimenti di regolarizzazione indetti nel Paese. In base ai dati dei registri anagrafici, il fenomeno migratorio sembra abbia rallentato di intensità nel corso del 2012, anche se i dati vanno analizzati con cautela, essendo in corso la revisione delle anagrafi in seguito alle risultanze censuarie. Alcuni segnali, comunque, sono evidenti: le iscrizioni in anagrafe dall’estero di cittadini stranieri sono, dal 2010, in calo (nel 2012 si registra un calo del 13,6% rispetto al 2011), così come i permessi di soggiorno rilasciati ai cittadini non comunitari (–20,3% nel 2012). Due indicatori significativi del processo di integrazione della popolazione straniera sono: il numero crescente di bambini che nascono con cittadinanza straniera in Italia (per effetto del tipo di legislazione che regola l’acquisizione della cittadinanza italiana), fenomeno che in Liguria, nell’ultimo anno, registra una dinamica superiore a quella delle altre regioni; il numero sempre maggiore di cittadini stranieri che acquisiscono la cittadinanza italiana maturandone il diritto. Il capitolo si conclude con una analisi della struttura e della dinamica delle principali collettività residenti in Liguria, in base ai dati del Censimento del 2011. Alcune caratterizzano oramai storicamente il fenomeno migratorio della regione, quali le collettività ecuadoriana, albanese e marocchina; altre, invece, sono di immigrazione più recente, quali quelle rumena, ucraina e moldava. 68 Il capitolo terzo: un flash sui percorsi di istruzione e formazione Analizza l’acquisizione delle competenze e il loro rendimento nei recenti anni di crisi economica. Il quadro che emerge è quello di una regione in cui cresce la sfiducia nelle opportunità offerte dai percorsi scolastici e universitari: si riduce la quota di ragazzi tra i 20 e i 24 anni che conseguono almeno il diploma di scuola secondaria di secondo grado (dall’83,6% del 2008 al 77% del 2012), in controtendenza sia rispetto alle regioni del Nord che rispetto al resto del Paese. L’Università degli studi di Genova registra un calo degli iscritti e una contrazione dell’indice di attrattività (dal –9,5% del 2008 al –11,4% del 2012). I dati di fonte Almalaurea evidenziano che, fra i laureati nell’ateneo genovese nel 2011, intervistati nel 2012, solo poco più della metà ha un lavoro. L’analisi delle competenze degli studenti quindicenni liguri effettuata con la rilevazione PISA (Programme for International Student Assessment) mostra un livello sostanzialmente allineato alla media nazionale sia in matematica sia in lettura, ma in entrambi i casi inferiore a quello registrato nel Nord. Le differenze fra maschi e femmine sono statisticamente significative nelle prove di lettura, a vantaggio delle femmine, ma non in matematica, dove i risultati sono sostanzialmente equivalenti fra i due generi. Il capitolo terzo riporta inoltre un’analisi sugli esiti occupazionali della formazione professionale per i disoccupati. Il quarto capitolo: la situazione economica e sociale delle famiglie Esamina l’impatto della crisi sulle condizioni economiche e sociali delle famiglie liguri, attraverso l’analisi di alcune misure oggettive e soggettive. Dall’analisi, emerge che, nel 2012, diminuisce il reddito disponibile e calano i consumi, nonostante le famiglie intacchino i propri risparmi. Aumenta il numero di quelle in condizione di deprivazione: la percentuale di queste famiglie sul totale Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 69 delle residenti passa dal 7,3% del 2010 al 17,1% del 2012, con un aumento di quasi 10 punti percentuali. Le famiglie relativamente povere in Liguria sono 64 mila 143, pari all’8,1% delle famiglie residenti, valore superiore alla media del Nord e del Centro. Dopo un periodo di sostanziale stabilità (fra il 2005 e il 2011), l’incidenza della povertà relativa aumenta dell’1,9% fra il 2011 e il 2012. Il dato è ancora più significativo se si considera che la soglia di povertà, ossia il limite di reddito sotto al quale una famiglia viene definita povera in termini relativi, si è abbassata a causa della contrazione dei consumi. Fra il 2011 e il 2012 si riduce la soddisfazione degli individui per la propria situazione economica e per la vita nel complesso. I capitoli quinto e sesto: i dati economici e occupazionali Il quinto e il sesto capitolo delineano il quadro macroeconomico ligure in un’ottica di breve e medio periodo, attingendo alle informazioni sulla contabilità territoriale e sul mercato del lavoro prodotte dall’Istat. Secondo i dati disponibili (al momento ancora provvisori), anche nel 2013 è continuata la fase di contrazione della produzione e del valore aggiunto, che dura ormai quasi ininterrottamente dall’emergere della crisi nel 2008; inoltre, la caduta del prodotto interno lordo nella regione è stata superiore sia a quella osservata a livello nazionale, sia a quella del Nord-Ovest. Fra le componenti della domanda aggregata, particolarmente debole risulta quella dei consumi finali interni, la cui contrazione è risultata negli ultimi anni superiore a quella (già elevata) registrata per il Paese nel suo complesso. Da un punto di vista settoriale, la contrazione del valore aggiunto all’inizio di questo decennio è risultata più elevata nell’industria e, in particolare, nella branca delle costruzioni. Inevitabilmente, la prolungata caduta dei livelli di produzione ha determinato un deterioramento del quadro occupazionale, come segnalato da tutti i principali indicatori del mercato del lavoro. Secondo le stime Istat, l’occupazione nel terzo trimestre 2013 era inferiore di circa 20.500 unità (e tre punti percentuali) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; inoltre il tasso tendenziale di crescita dell’occupazione è risultato negativo per tutto il 2012 ed anche nei primi tre trimestri del 2013. La perdita occupazionale presenta due elementi di asimmetria: è stata più forte per l’occupazione indipendente (rispetto a quella dipendente) e per l’occupazione maschile (rispetto a quella femminile). Se è noto che il tasso di disoccupazione giovanile è drammaticamente elevato (superando il 30% 69 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 70 nel 2012), va sottolineato che, negli ultimi anni, la quota di forza lavoro disoccupata ha registrato un aumento praticamente in tutte le classi di età. Il capitolo sette è dedicato al commercio internazionale Dall’osservazione dei dati risulta che, nel lungo periodo (1992-2012), la performance dell’export ligure è stata anche superiore a quella nazionale, in termini di tasso di crescita medio annuo. Inoltre, se la bilancia commerciale ligure complessiva è strutturalmente negativa (poiché la regione è il varco di ingresso di rilevanti importazioni di materie prime legate all’energia), vi sono, tuttavia, settori industriali avanzati strategici, come metalmeccanica ed elettronica, in cui il saldo commerciale è positivo e ampio (valga ad esempio l’avanzo di oltre 800 milioni di euro registrato nel 2012 nei settori di metalmeccanica ed elettronica). Il capitolo presenta anche un approfondimento particolare sugli scambi con i paesi del Nord-Africa, che rappresentano un mercato di destinazione dei prodotti di quasi 200 imprese liguri. Capitolo ottavo: la dinamica del sistema imprenditoriale Come prevedibile, visto il protrarsi della crisi economica, il numero delle imprese attive nella regione, a fine 2013, era inferiore (di quasi il 2%) al livello dell’anno precedente e sotto la soglia delle 140.000 unità, che invece era stata superata in tutti gli anni successivi al 2007. Un’interessante analisi dei tassi di sopravvivenza delle imprese (a uno, due e tre anni), nel periodo 2009-2012, rivela la maggiore resistenza delle imprese individuali e la maggiore mortalità delle società di capitali; da un punto di vista settoriale, tassi di sopravvivenza più elevati risultano per le imprese agricole e per quelle dei trasporti, mentre le difficoltà maggiori vengono registrate nel turismo. Risulta in espansione il peso delle imprese straniere; gli anni fra il 2007 ed il 2012 hanno anche visto una riduzione della quota di imprese femminili (tale 70 quota rimane superiore a quanto osservato a livello nazionale). Ovviamente, la demografia delle imprese è influenzata in modo critico dalle capacità di accesso al credito; le crescenti difficoltà del sistema imprenditoriale (ma anche delle famiglie) sotto questo aspetto sono evidenziate nell’analisi temporale del capitolo 9. I tassi di crescita degli impieghi hanno continuato a diminuire tendenzialmente dall’insorgere della crisi, fino a diventare negativi nell’autunno del 2009 e – per le imprese – anche nella parte iniziale del 2010. Se i primi mesi del 2011 facevano sperare in un’inversione di tendenza, la nuova fase di turbolenza sui mercati finanziari, sopravvenuta nella seconda metà del 2011, ha nuovamente influito negativamente sugli impieghi creditizi, il cui tasso di variazione è diminuito fino ad assumere valori negativi; tale fase non può ancora dirsi conclusa, visto che gli impieghi creditizi, a metà 2013, erano inferiori a quelli dei due anni precedenti. A corredo dell’analisi statistica, il capitolo contiene anche un’ampia rassegna degli interventi di policy messi in atto dal sistema camerale ligure per favorire il finanziamento del sistema produttivo. Il decimo capitolo: innovazione e della ricerca nell’economia ligure Nel 2010, il rapporto fra la spesa intramuros in ricerca e sviluppo (R&S) ed il prodotto interno lordo era circa pari all’1,5%, un valore basso, se rapportato ai principali paesi europei, ma comunque superiore a quello nazionale; anche la quota degli occupati nel settore R&S era lievemente superiore a quella nazionale. Parte del capitolo è dedicata alle azioni intraprese dal sistema camerale, nel quadro della legislazione vigente, per promuovere la crescita di imprese innovative. Si tratta di un ruolo importante, poiché – come sottolineato nel capitolo stesso - il nostro Paese sembra disporre di uno stock di capitale umano elevato e di innovatori ma è carente di un sistema Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 71 imprenditoriale capace di valorizzare questi fattori di successo. Il capitolo 11: agricoltura e settore agroalimentare Si analizza, in dettaglio, le peculiarità regionali in termini di specializzazione produttiva, generazione del valore aggiunto e dinamica della produzione, nonché gli elementi di eterogeneità provinciale. Negli anni fra il 2005 ed il 2012, la Liguria ha, purtroppo, scontato una progressiva caduta dei livelli di produzione delle coltivazioni agricole (tale caduta, che si è acuita particolarmente dopo il 2008, è in larga parte attribuibile alla dinamica del comparto più importante per la regione, quello floricolo). Il capitolo fornisce informazioni sulla struttura dell’impresa alimentare ligure, confrontando i dati dell’ultimo Censimento dell’Industria e dei Servizi, tenutosi nel 2011, con quello di dieci anni prima. Nel periodo intercensuario la regione ha subito una riduzione del numero di imprese alimentari rilevante (ma di poco superiore a quella osservata a livello nazionale), cui si è inevitabilmente associata anche una riduzione nel numero degli addetti. Dal punto di vista della specializzazione produttiva, la tipologia aziendale più rappresentativa è quella attiva nei prodotti da forno e farinacei. Quando si scende, tuttavia, nel dettaglio provinciale, chiari elementi di differenziazione emergono (spiccano, ad es, la maggiore importanza della produzione di oli e grassi vegetali nella provincia di Imperia, così come il maggior peso relativo delle imprese di lavorazione e conservazione di carne e pesce nella provincia di Genova). Inoltre, si evidenzia che l’impresa alimentare ligure è molto spesso individuale (nel 43% dei casi) e di dimensioni piccole (un terzo delle imprese è privo di dipendenti e quasi il 90% delle aziende ha meno di 10 addetti). Il dodicesimo e ultimo capitolo: il turismo Il capitolo non si limita a una completa analisi statistica della dinamica della domanda e dell’offerta (che, come mostrano i dati, sono state inevitabilmente influenzate dai venti di crisi), ma offre anche uno studio approfondito delle strategie di mercato, mese in atto dalle imprese del settore per fronteggiare la crisi, con particolare attenzione alle strategie di prezzo e a quelle di intermediazione commerciale. Un paragrafo di specifico interesse è quello dedicato alla valutazione del valore aggiunto, generato dal settore e al suo impatto sul valore aggiunto aggregato regionale, nonché sul valore aggiunto delle altre regioni. ; Per approfondimenti Il volume è scaricabile da: https://statistica.regione.liguria.it/File/Pubblicaz ioni/RapportoStatisticoLiguria_2013.pdf 71 Cine-FORUM A cura di Mariangela Grilli – giornalista, esperta di cinematografia Il mondo della finanza visto dal cinema Negli ultimi anni, il mondo della finanza è entrato prepotentemente nella vita quotidiana, anche di coloro che non se ne occupano per professione, principalmente tramite il mondo dell’informazione e, ormai, tutti i giorni, sentiamo parlare di spread, di risparmio, di crisi economica. Il cinema, ancora una volta, riflette il mondo in cui viviamo, talvolta lo ha anticipato: nel 1987, Oliver Stone, in Wall Street - Il denaro non dorme mai, fa dire al personaggio di Carl Fox una frase che, più o meno, suona così: “Costruisci qualcosa nella tua vita, invece di vivere sulla compravendita degli altri” La frase è rivolta a Bud Fox, figlio di Carl e nel consiglio di costruire qualcosa di veramente solido nella vita sta il succo del film che è stato il capofila di una serie di lungometraggi sul mondo della finanza. 72 R U B R I C A Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 72 Negli anni Ottanta, il cinema ne dà ancora una visione in cui, alla fin fine, prevale il buon sentimento, quello della vecchia America, quello dell’America onesta. In quel decennio, infatti, escono film come Una poltrona per due di John Landis, una pellicola molto vista negli anni scorsi, in cui i fratelli Duke, uomini di Wall Street, scommettono con grande cinismo sulla vita dei due protagonisti interpretati da Dan Aykroyd e Eddie Murphy. Ma, a vincere, è, infine, un riequilibrio economico tra chi è molto ricco e chi è molto povero. Non a caso è un film che, a lungo, è stato trasmesso nel periodo di Natale. Sempre negli stessi anni, esce Una donna in carriera di Mike Nichols, con Melanie Griffith, Sigourney Weaver ed Harrison Ford, ma anche qui trionfa il senso di giustizia. Eppure, in qualche modo, in questi film, compare quel mondo di yuppies che porterà, appunto, a Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 73 opere come Wall Street e, già negli anni Novanta, a La formula di David Mamet, un drammaturgo che, spess o ha fatto del gioco - in cui ognuno pensa ad imbrogliare l’altro, come viene detto proprio in questo film - la sua cifra stilistica. Ma è dagli anni Duemila che il cinema si occupa, sempre più spesso, di un mondo in cui si insegue il denaro in quanto tale e non finalizzato a scopi socialmente costruttivi; è così che tanti registi iniziano a porre il problema della scelta tra un’economia in grado di rovinare chiunque o capace di seguire una via etica positiva. È ciò che propone Ben Younger con 1 km da Wall Street, titolo emblematico della distanza, fisica e morale, da un mondo spietato e il cui principio etico si può riassumere nella battuta del protagonista Seth Davis “Ci sono azioni e azioni”. Così, mentre negli Stati Uniti iniziano ad uscire importanti documentari sull’argomento, come, per esempio, nel 2009, Capitalism: a love story di Michael Moore (autore del documentario premio Oscar “Farenheit 9/11”, sull’uso delle armi negli Stati Uniti), anche la fiction è sempre meno tale e sempre più aderente a casi veri. Tra questi, basti citare il bel film di Jeffrey C. Chandor Margin call: siamo a Wall Street e Eric Dale, uno dei capi di una grossa banca, viene licenziato in tronco; prima di andarsene, Eric consegna ad un collega una chiavetta in cui sono racchiuse importantissime informazioni. Il giovane analista scopre così che la banca ha le ore contate e che tutto quello su cui poggia è solo una bolla di sapone. Il film, girato come un thriller, riesce a mettere in evidenza quello che è successo realmente nel mondo finanziario di quegli anni, con la conseguente crisi economica del 2008, che ha provocato migliaia di posti di lavoro perduti e risparmi andati in fumo in brevissimo tempo. Margin call, è interpretato da un cast d‘eccezione, in cui compaiono Kevin Spacey, Jeremy Irons, Stanley Tucci. In questa breve carrellata non possiamo che concludere con The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, con Leonardo di Caprio. Una pellicola del grande cineasta italo-americano, il quale si concentra soprattutto sulla storia vera di Jordan Belfort, un giovane che, dopo un inizio come broker presso una banca, fonda una propria attività di brokeraggio, la Stratton Oakmont, attraverso la quale opera delle truffe che gli fruttano guadagni miliardari e lo portano ad una vita di totale irresponsabilità. 73 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 74 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 75 APPROFONDIMENTO Servizi sociali, socio-sanitari ed educativi: un’indagine sull’evoluzione del settore in Liguria L’approfondimento di questo numero di ‘Forum’ è dedicato alla presentazione sintetica degli esiti di una ricerca, tesa a sondare un settore, strategico per il nostro territorio - come è ormai noto - viste le caratteristiche di quel segmento del mercato del lavoro che gli operatori conoscono e che l’analisi ripercorre: quello dei servizi sociali, socio-sanitari ed educativi. Il lavoro risulta importante, anche in vista della revisione dell’area ‘21’ del ‘Repertorio delle figure professionali’ della Regione Liguria, nell’ambito del progetto ‘Laboratorio delle professioni di domani’. Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 76 Una ricerca fa luce su un bacino occupazionale importante per il territorio Dall’indagine, si avvierà una riflessione per rivedere area ‘21’ del Repertorio ligure delle figure professionali A cura di Elisabetta Garbarino, Responsabile del Servizio Monitoraggio e analisi – Arsel Liguria Il settore dei servizi sociali e sociosanitari, nonostante la pesante riduzione di risorse, continua a costituire un importante bacino occupazionale ed un interessante laboratorio di innovazione sul piano delle competenze, delle modalità di lavoro e delle professionalità in campo, anche a seguito dei nuovi percorsi formativi avviati nel corso degli ultimi anni. Il rapporto di ricerca è scaricabile da: http://labprofessioni.regione.liguria.it/documentazione/ Il perché di una ricerca Le competenze e le professionalità che operano nel settore dei servizi sociali e sociosanitari sono, da sempre, associate a connotati di marginalità e di precarietà, anche a fronte dell’estrema instabilità dei percorsi di impiego e di crescita professionale che connotano l’azione degli operatori. Nell’assenza di un coordinamento nazionale, infatti, l’estremo dinamismo e la tensione all’innovazione che caratterizzano questo settore si sono tradotti nella proliferazione di moltissime figure professionali, assai spesso eterogenee da regione a regione in quanto a denominazioni e profili formativi. A distanza di oltre dieci anni dall’emanazione della L. 328/2000, che pure dedicava uno specifico articolo (cfr. art. 12) alle figure professionali del sociale e mirava alla definizione a livello nazionale di tutti i principali profili afferenti a quest’area, il panorama 76 SCUOLA DI SCIENZE SOCIALI delle professioni sociali contempla solo pochissime figure professionali di rilievo nazionale: quella dell’operatore socio-sanitario (OSS), una figura di base per la cura e l’assistenza alla persona che si forma nel canale della formazione professionale regionale, con mille ore dopo l’espletamento dell’obbligo scolastico; assistente sociale ed educatore professionale, che richiedono una laurea triennale (anche se i relativi percorsi biennali di formazione magistrale sono attivati in molte università); psicologo, che necessita di una laurea magistrale e sociologo. Accanto a questi profili di livello nazionale operano, quindi, molte figure con qualifica di livello regionale, nate in risposta ad esigenze di qualificazione degli operatori, ritenute significative sul piano locale ma che pongono, evidentemente, problemi di spendibilità del titolo formativo acquisito in contesti territoriali diversi da quello di formazione. L’interesse specifico per i fabbisogni occupazionali Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 77 e formativi di questo settore, in Liguria, è stato inoltre attestato dalla avvenuta costituzione del Polo formativo delle professioni del sociale1, L’intesa, in particolare, è stata finalizzata alla messa a sistema dell’offerta territoriale dei percorsi di istruzione e formazione, indirizzati alle figure professionali operanti nel sistema integrato di interventi e servizi sociali, così come definito dalla L. 328/2000. A partire dagli elementi di contesto appena richiamati, dagli obiettivi generali del progetto ‘Il Laboratorio delle professioni di domani’ e nell’ambito delle attività previste per l’anno 2013, è stata quindi avviata un’indagine – coordinata da Agenzia Liguria Lavoro2 e realizzata dal Dipartimento di Economia della Scuola di Scienze Sociali dell’Università di Genova – con l’obiettivo di mettere a disposizione della Regione Liguria specifici elementi di conoscenza sulle dinamiche evolutive delle professioni nel settore sociale e sociosanitario, a livello regionale, e di fornire dati attendibili ed aggiornati, rispetto alle dinamiche evolutive che caratterizzano questo settore, in merito ai fabbisogni occupazionali e formativi. La focalizzazione sul tema dei fabbisogni occupazionali e delle figure professionali, in ogni caso, ha fatto emergere alcune specificità con riferimento a due sub-aree, nelle quali i processi operativi e i servizi assumono una connotazione più marcata della componente: socio-sanitaria e riabilitativa; socioassistenziale ed educativa. In questo primo ambito, le figure professionali impiegate richiamano più esplicitamente competenze e background, nelle quali la componente sanitaria è rilevante, pur in un quadro di riferimento che è quello sociosanitario. Si tratta, spesso, di organizzazioni private che gestiscono strutture di tipo riabilitativo, nei diversi comparti dei servizi agli anziani ed alle persone disabili. Nel secondo caso, invece, è la componente sociale che assume un riferimento prioritario, sia con riferimento a servizi di tipo assi- stenziale sia in strutture e servizi di tipo educativo e si tratta più frequentemente di organizzazioni che appartengono al Terzo settore. ; Il percorso di indagine La ricerca è stata realizzata utilizzando tre modalità di acquisizione delle informazioni, autonome ma fortemente integrate: > una ricostruzione quantitativa del contesto attraverso la raccolta, l’analisi e la sistematizzazione dei dati statistici disponibili, dei rapporti di ricerca e delle indagini mirate (in connessione con quanto avviene a livello nazionale, in particolare con ISFOL); > il confronto e la raccolta di informazioni tramite interviste con una pluralità di testimoni privilegiati, tra cui i membri del Polo formativo delle professioni del sociale (Regione Liguria; Provincia di Genova; Provincia di Imperia; Provincia della Spezia; Provincia di Savona; Università degli Studi di Genova; Ufficio scolastico regionale per la Liguria; Cgil; Cisl; Uil; Lega delle Cooperative; Confcooperative; Agci; Anaste; Uneba; Aris; Agidae; Anfass; Fenascop) e i responsabili delle aree funzionali interessate della Regione Liguria. Tali soggetti hanno anche partecipato ad una pluralità di incontri per la definizione delle fasi del percorso di indagine e la sua validazione; > la conduzione di interviste semistrutturate con responsabili di enti, imprese, cooperative sociali e consorzi operativi nel settore sociale e sociosanitario a livello regionale, indicate, di volta in volta, dai vari testimoni qualificati come significative, rispetto alla loro rappresentatività del settore e alla varietà di attività svolte. 1. Come esito di una collaborazione tra gli Assessorati alla Formazione, al Welfare ed alla Salute di Regione Liguria, le quattro Province liguri, l’Università degli Studi di Genova, l’Ufficio Scolastico Regionale, Cgil, Cisl, Uil, Lega delle Cooperative, Confcooperative, Agci, Anaste, Uneba, Aris, Agidae, Anffas e Fenascop. 2. Oggi Arsel Liguria. 77 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 78 Le figure professionali nei processi d’azione a più marcata connotazione socio-sanitaria e riabilitativa Rossetti privilegia i laureati di Scienze Pedagogiche” (Direttore struttura privata convenzionata) Nelle strutture di tipo riabilitativo, in particolare, a parte gli psicologi e le professioni legate alla sfera specificamente medica (psichiatri, geriatri, internisti, terapisti della riabilitazione, fisioterapisti, logopedisti, infermieri professionali, considerando i casi più comuni), sono presenti infatti: educatori, inseriti in aree connotate da problematiche differenti (psichiatrica, disabilità, anziani); animatori; OSS. Accanto a queste figure professionali è stata raccolta la segnalazione di una ulteriore figura professionale, quella del coordinatore, sulla quale si proporranno alcune riflessioni tese a sottolineare la valenza di competenza più che di figura professionale associabile a questa indicazione. Con riferimento alla figura dell’educatore, le riflessioni proposte hanno riguardato prima di tutto il livello di preparazione, diffusamente reputato valido; in secondo luogo l’oggetto delle analisi degli intervistati su questo tema si è concentrato sui percorsi pregressi di preparazione degli educatori professionali e sulla forte esigenza di prevederne anche di integrativi, in modo da equipararli tutti, soprattutto quelli svolti in periodi differenti e con durate molto varie, il tutto con qualche difficoltà. “Mi ricordo il percorso di 6 mesi per formare gli educatori, voluto anni fa dalla Regione: a mio avviso la stessa Regione dovrebbe a questo punto fare un percorso integrativo per questi professionisti, visto che ce ne sono ancora e che il loro titolo non ha molto valore. Al limite, anche il riconoscimento di crediti per fare un percorso che colmi le lacune del titolo, tenendo anche conto di tutta la formazione integrativa che queste persone, nelle strutture dove hanno lavorato e lavorano, hanno fatto. (…). So del corso IFTS che partirà a breve, ma ho la sensazione che la figura finale sarà sotto quella dell’educatore, come livello finale contrattuale”. (Amministratore Delegato di struttura privata convenzionata) “Per noi la figura professionale dell’educatore è fondamentale, la base è buona, compresa quella data ai vari laureati in SDF, vecchio ordinamento. La loro base è comunque buona per fare agevolmente alcune integrazioni. Sono stati meno efficaci forse con quelli che hanno fatto la riqualificazione di un anno, meglio quelli che l’hanno fatta per tre anni”. (Referente formazione e tirocini in struttura privata convenzionata) “Abbiamo 4 educatori che hanno fatto il percorso regionale di educatori (vecchio corso di 3 anni che ha creato problemi per il riconoscimento); gli altri sono laureati. Oggi sappiamo bene che l’Assessore 78 “Invece l’educatore professionale per noi è stato un problema. Per anni non abbiamo trovato educatori: ne abbiamo ma senza la qualifica di professionale”. (Amministratore Delegato di struttura privata convenzionata) In merito agli animatori, il concetto, spesso sottolineato, è la poca spendibilità di questa figura professionale nelle strutture, nel caso in cui questi operatori non possano mostrare altre competenze professionali, più tipiche delle professioni sociosanitarie come, ad esempio, saper individuare l’insorgenza di un problema di salute nell’utenza con cui si devono rapportare quotidianamente. “Noi tendenzialmente abbiamo la seguente politica: se abbiamo bisogno di un animatore, prendiamo un OSS e lo formiamo come animatore. Non ci serve un puro animatore, anzi è più utile un OSS che in base ad una sua personale vocazione fa anche l’animatore. (…) Noi abbiamo bisogno di persone che sappia- Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 79 no riconoscere anche qualche segnale medico, visto che l’animatore è a contatto con il paziente ed è quello che deve passare le prime informazioni eventuali sulla salute del paziente al medico”. (Direttore struttura privata convenzionata) “Noi abbiamo soprattutto bisogno che le persone non dicano che una parte del lavoro richiesto non compete: se un paziente ha bisogno di essere accompagnato in bagno, un animatore non deve dire che non lo fa perché non gli compete. In generale non esiste proprio che una persona si connoti rigidamente con un ruolo non derogabile, in ambito di comunità”. (Referente formazione e tirocini in struttura privata convenzionata) Il mondo degli operatori socio sanitari (OSS) è quello su cui maggiormente gli intervistati hanno espresso idee ed opinioni. Per prima cosa è importante distinguere tra gli infermieri e OSS. “Il profilo OSS è stato molto difficile da gestire. (…) Noi ci troviamo fra i NAS che richiedono infermieri professionali e l’OSS che soltanto se è insieme all’infermiere può somministrare farmaci per legge (ma i NAS in casi così possono comunque sanzionare, perché non riconoscono l’OSS come somministratore qualificato). Per risolvere questo problema bastava che la norma prevedesse la somministrazione semplice dei farmaci: per questo si parla della terza ‘esse’, ossia di un operatore socio-sanitario con specializzazione integrativa su argomenti quali terapie, intramuscolo, nozioni base di farmacologia”. (Responsabile del personale in struttura privata convenzionata) “(…) Gli infermieri sono riconosciuti, in particolare dalle strutture psichiatriche, come figure riabilitative, a differenza dell’OSS che sono invece considerate assistenziali”. (Amministratore Delegato di struttura privata convenzionata) Ma soprattutto gli OSS, a differenza degli infermieri, potrebbero essere (o forse sarebbe più corretto dire che dovrebbero essere) specializzati anche in altre funzioni integrative, utili alle strutture. “Noi integriamo le sue competenze magari facendo leva su sue abilità pregresse (esempio un OSS che ne sa di musica). La nostra visione è questa: per stare a contatto con il paziente, nel caso dell’animazione che ha tante sfaccettature, io non posso pensare ad un OSS puro. Se ad una figura così importante come è l’OSS noi non abbiniamo altri percorsi formativi, la figura è monca. Non è detto che sia solo la parte istrionica che deve emergere. Magari quella persona è timida ma è un ottimo organizzatore o gestore delle procedure. Se per contro la persona è estroversa, forse vale la pena sviluppare questa vocazione, perché così facendo miglioro anche la tua percezione del lavoro”. (Direttore struttura privata convenzionata) Sulla base di quanto emerso in precedenza, gli stessi intervistati hanno poi proposto ulteriori considerazioni sulla facilità/difficoltà a trovare queste figure professionali (o anche altre, più di base, come emerge proprio dal primo estratto di intervista proposto), sull’impatto che la riqualificazione degli OSS ha provocato, in generale, nelle strutture e sull’utilità di ulteriori percorsi formativi per potenziarne le competenze. “A seconda dei periodi ci sono carenze di alcune figure: in alcuni anni mancavano gli infermieri, in altri gli educatori. Oggi mancano gli ASA OSS (figura di base). Consiglierei l’Assessore di puntare su questa figura, anche se so che con l’IFTS qualcosa sta facendo. Le carenze sono nella figura base ASA OSS, mentre infermieri e simili sono sufficienti. In questi ultimi due anni la Regione ha interrotto la formazione di base degli ASA OSS e ha puntato di più sulla qualifica. Noi siamo facilitati anche dal fatto che le selezioni a volte le facciamo dalla regione della nostra casa 79 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 80 madre contigua alla Liguria, perché ci sono persone che sono disposte a trasferirsi. A volte anche dal meridione abbiamo avuto trasferimenti di personale adatto alle nostre esigenze. Fra l’altro i nostri pazienti richiedono al personale attitudine all’ascolto, molta pazienza: io sto molto attento a selezionare infermieri che abbiano anche altre capacità di relazione. Questo perché nella nostra struttura i pazienti entrano e magari ci passano la vita intera, perché recuperano ma non guariscono. Come istituto noi cerchiamo anche di fornire degli strumenti per acquisire queste esigenze”. (Direttore struttura privata convenzionata) “Il pubblico ha scaricato il costo degli OSS sui privati, facendo riqualificare le persone con la formazione pubblica che poi ha migliorato la qualifica di questi professionisti, che così costano di più per i privati, che sono peraltro obbligati ad assumerli. Noi avremmo bisogno anche di figure tipo gli assistenti familiari, cioè più basse degli OSS”. (Responsabile del personale in struttura privata convenzionata) “È necessario definire il ruolo del soggetto che vive accanto al paziente in una pluralità di dinamiche, quindi non solo l’OSS. Serve una figura polifunzionale. Se ci deve essere, come è, la parte di animazione, l’animatore deve essere già OSS. Diversamente la persona non riesce a cogliere tutte le sfaccettature del paziente”. (Direttore struttura privata convenzionata) “Mentre è molto semplice trovare un OSS che abbia lavorato con anziani, è difficilissimo trovare persone che sappiano lavorare o abbiano lavorato con i disabili. Per le nostre necessità noi partiamo da persone che ora hanno un titolo (una volta non era così) e che comunque dobbiamo formare noi per la parte sulle disabilità; spesso proprio le persone (gli stessi OSS) non hanno mai avuto a che fare con i disabili. È poi vero che statisticamente è più facile lavorare 80 con anziani che con disabili (ci sono 200 strutture per anziani, a fronte di 10 per disabili). Noi chiediamo ad esempio che le persone che lavorano con disabili facciano una prova di due settimane, per capire se riescono a lavorare con i casi complessi che abbiamo (pazienti violenti, autolesionisti, ecc.)”. (…) “Ho bisogno di un educatore professionale che sappia fare l’animatore: la riabilitazione dei nostri ragazzi passa attraverso il gioco e quindi chi li assiste dovrebbe essere formato a questo. Anche l’OSS dovrebbe avere l’integrazione dell’animatore: è utile che un animatore sappia cogliere eventuali segnali di malessere delle persone con cui interagisce. (…) Per gli anziani manca la figura dell’animatore: noi abbiamo oggi un gruppo stabile con tre animatori, che abbiamo faticato molto a mettere insieme. (…) Questi percorsi integrati sono quelli di cui abbiamo forse più bisogno. La formazione integrata per queste figure in Italia esiste, solo che a mia conoscenza la fanno soltanto in Basilicata e non nelle altre regioni. La fanno a distanza, ma ogni tanto bisogna andare nel posto per fare prove ed esami”. (Amministratore Delegato di struttura privata convenzionata) Infine, una ‘figura’ (definita così in sede di intervista anche se sarebbe più corretto inquadrarla come una competenza) segnalata come decisamente utile e da potenziare, in prospettiva, è quella del coordinatore che potrebbe provenire o dall’area infermieristica o dal percorso della ex Facoltà di Scienze della Formazione. “Se è di un reparto di disabili, magari complessi e avanti con gli anni, generalmente la struttura mette – dopo il personale religioso – dei coordinatori infermieri perché prevale la parte sanitaria. In altri casi abbiamo visto che la competenza necessaria Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 81 è anche quella dei laureati in SDF e in pedagogia. Questo perché la parte sanitaria veniva delegata agli infermieri professionali che sono in reparto, la parte di organizzazione viene ‘imparata’, ma la parte più significativa è quella educativa. Per la parte anziani invece è vitale il coordinamento fatto da infermieri. Per gli infermieri diventare coordinatori è più semplice, perché basta dopo la laurea triennale la specialistica e arriva così a poter prendere il coordinamento (erano le vecchie caposala). Questa figura sul mercato non esiste e se anche esistesse sarebbe comunque necessario integrare con alcuni aspetti, quali ad esempio il carisma. Ad oggi non è una figura molto definita, per fortuna perché così possiamo formarle come desideriamo. Serve anche che abbia competenze in dinamiche di gruppo e di organizzazione”. (Responsabile della formazione e dei tirocini in struttura privata convenzionata) Le figure professionali nei processi d’azione a più marcata connotazione socio-assistenziale e socio-educativa In molte realtà analizzate, è la componente sociale che assume un rilievo prioritario, sia con riferimento a processi lavorativi nell’ambito assistenziale, sia riguardo a strutture e servizi di tipo educativo. Si tratta, più frequentemente di organizzazioni, che appartengono al Terzo settore, tipicamente cooperative sociali di tipo A e consorzi. Le figure citate più di frequente dagli intervistati, in questo caso, sono state: Educatori professionali; Educatori non professionali; Assistenti sociali; Operatori sociosanitari; Animatori; Responsabile dell’inserimento lavorativo; Tutor dell’inserimento lavorativo; Assistenti all’infanzia (in nidi e in scuole dell’infanzia); Psicologi. La figura dell’educatore professionale, come spesso è emerso nel corso delle interviste e come già è stato anticipato, è risultata derivare da vari percorsi, di tipo sia formativo (attivati negli anni ’90 e con durate variabili, in un caso di 6 mesi, in un altro triennale) sia universitario (percorsi di lauree, quadriennali prima e triennali poi, attivati dalle ex facoltà di Scienze della Formazione e di Medicina, in forma di corsi interuniversitario e, attualmente, ad esclusiva regia curata da Medicina). “Noi pensiamo che l’educatore utile per strutture come la nostra sia quello che proviene da Scienze della Formazione, non dal percorso di sola Medicina. Se le persone vengono da Scienze della Formazione hanno maggiore competenza. La 502 dice che l’educatore professionale è quello che proviene da medicina: per noi questa è un’assurdità”. (Direttore di comunità di recupero) Un aspetto sottolineato da un’intervistata è che spesso i giovani che si affacciano sul mondo del lavoro per fare il mestiere di educatore non hanno completamente in chiaro in cosa potranno consistere le attività che dovranno concretamente svolgere. I giovani assunti di recente hanno tutti la laurea e quindi sono a posto. In realtà hanno bisogno di qualche chiarimento su cosa fa l’educatore. Quel che devono avere più in chiaro è che l’educatore fa il suo mestiere anche quando prepara da mangiare ad un bambino e ad un padre, di cui si deve occupare, e non dire mai che far da mangiare non è parte delle loro competenze. (Presidente di Consorzio di cooperative) Un elemento di criticità del sistema, emerso più volte nel corso delle interviste, riguarda l’adeguatezza formale dei titoli in possesso degli educatori per poter svolgere le proprie funzioni. Per anni, infatti, l’accesso di risorse professionali nel settore è stato determinato o dell’esperienza, acquisita attraverso il volontariato, o dall’appartenenza a gruppi come gli scout, o altro. Non mancano, inoltre, percorsi personali che hanno portato alcune persone a svolgere il ruolo di educatore, dopo 81 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 82 essere stati essi stessi utenti dei servizi, come nel caso di ex-tossicodipendenti che, dopo avere concluso positivamente il percorso di disintossicazione, hanno proseguito il rapporto con la propria cooperativa nella veste di volontari o soci o dipendenti o presidenti. La potenziale precarietà di queste figure, inserite nelle cooperative, motivata dall’essere educatori senza avere il corrispondente titolo, in ogni caso, è un problema che si prevede di risolvere (come già accaduto in passato per altre figure come ad esempio gli OSS) con un percorso formativo IFTS sull’ “Animatore Socio-Educativo”. È stato peraltro notato come il processo, che riguarderà tutte queste persone, sarà tutt’altro che semplice, essendo tutte inserite in percorsi lavorativi, quindi con scarsa disponibilità di tempo per stare in aula in modo continuativo, quanto meno come richiesto dai canoni tradizionali della formazione professionale. “Quello dell’educatore è un profilo che ha avuto varie vicissitudini e che non è mai stato definito in modo compiuto. Negli ultimi anni ci siamo orientati per scelta e disponibilità ai laureati in Scienze dell’educazione, Scienze della Formazione, mentre non abbiamo nessuno che arrivi dal percorso interuniversitario (educatore professionale). Importante anche l’IFTS di prossima partenza; è un percorso che dà comunque preoccupazione, perché si tratta di fare formazione a persone che lavorano e che non sempre possono lasciare il posto di lavoro per andare in aula. Però è anche l’occasione per regolarizzare i vecchi casi tipo ex tossicodipendenti che sono entrati nelle coop dopo aver fatto il proprio percorso, ma senza avere titoli. Noi ne abbiamo pochi, ma qualcuno potrebbe ancora esserci. Noi comunque siamo orientati ad assumere laureati: abbiamo anche laureati in pedagogia e psicologia, anche datati (Padova, Roma). Abbiamo poi alcuni educatori che non hanno titoli congruenti con il lavoro che stanno facendo, ma che sono arrivati 82 a questo settore per percorsi personali e che magari poi hanno fatto formazione e aggiornamento di vario tipo”. (Responsabile di Consorzio di cooperative sociali) Anche l’educatore (in questo caso definito dagli intervistati come ‘educatore non professionale’) è comunque una figura piuttosto significativa per le cooperative sociali di tipo A. Spesso, si tratta di professionisti che hanno maturato anche un’esperienza specifica con determinate tipologie di utenza, imparando quindi, più di altri, a gestirli. “La figura di educatore non professionale ne ricomprende tante: c’è quello per i disabili, per il sostegno scolastico, per il supporto allo studio, per l’assistenza fisica nel caso di disabili fisici, e così via. È una figura trasversale, quella dell’educatore non professionale. C’è anche l’assistente scolastico, che è un caso di educatore non professionale. Sono figure queste che vengono anche richieste dai bandi, anche se poi noi sappiamo che è opportuno prevederne con specifiche professionalità. Ad esempio gli accompagnatori sui bus devono avere competenze molto specialistiche: devono saper gestire dei minori, cogliere segnali di disagio, sono potenziali interfaccia con le strutture e con le famiglie. Stessa cosa se il servizio viene offerto per soggetti disabili: anche in questo caso gli accompagnatori devono avere competenze specifiche, per poter gestire situazioni complesse (es un disabile che dà in escandescenze o che attua comportamenti scorretti)”. (Presidente di un Consorzio di cooperative sociali) “A noi servono educatori, professionali o no. Poi ognuno deve essere preparato per il tipo di utenza specifica cui si dovrà rivolgere. (…)”.. (Direttore di comunità di recupero) Un caso particolare, emerso nel corso della rilevazione, è stato quello dell’assistente sociale con specifiche competenze di relazione verso i lavora- Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 83 tori delle cooperative sociali di tipo B che, in base a quanto è derivato dall’osservazione nel tempo delle proprie realtà di riferimento, risultano talvolta trovarsi in difficoltà di vario tipo. In questo periodo, ad esempio, abbiamo spesso richieste di anticipi da parte di nostri lavoratori e, anche se lo chiedono per bisogni primari, cerchiamo di dire di no. Oggi noi facciamo fronte a queste situazioni con figure classiche del settore, tipo il presidente della coop, il responsabile delle risorse umane, il responsabile degli inserimenti. Facciamo anche ricorso allo psicologo, ma quando i temi sono i soldi o la casa che rischiano di perdere, ci chiediamo quali sarebbero le figure da mettere in campo. Una figura importante potrebbe quindi essere l’assistente sociale di riferimento per i lavoratori delle coop sociali, che sono sempre più fragili (in quanto certificati come tali per loro percorsi pregressi). Uno dei nostri progetti è avere questa figura al nostro interno. Una delle figure che io vedo come necessaria (i vecchi assistenti sociali di fabbrica) perché fa funzioni di aggregatore. Potrebbe avere uno sviluppo sia nel nostro settore, sia in quello privato. L’assistente sociale che sia in grado di farsi carico della persona e/o del nucleo familiare sarebbe certamente un buon investimento per una struttura come la nostra”. (Presidente di un Consorzio di cooperative sociali) Nelle cooperative attive anche nell’ambito sociosanitario, in ogni caso, è stata confermata come fondamentale la figura dell’operatore socio sanitario, che viene considerata ‘chiave’, specie nei casi in cui l’area di specializzazione della cooperativa riguardi l’utenza disabile o anziana. Quel che è stato soprattutto sottolineato è la poca utilità all’interno delle cooperative di tipo A degli infermieri tout court, se non nei soli momenti della somministrazione delle terapie. Viene riproposto quindi un aspetto già emerso in altre interviste, ossia la necessità di poter disporre di figure polifunzionali. “Noi abbiamo bisogno di OSS/infermieri/educatori in senso ampio, con figure di contorno tipo medici, psicologi, terapisti, animatori nelle strutture per anziani. Per quanto riguarda le competenze attivabili, però entriamo in un terreno difficile da percorrere, nelle strutture che si occupano di riabilitazione (in particolare quella psichiatrica) sarebbe utile che gli OSS e gli infermieri avessero anche competenze di tipo riabilitativo-educative, non solo sanitarie. Figure così sono molto difficili da trovare, perché manca un formazione mista su argomenti come questi. A mio avviso, per scelta della Regione Liguria gli OSS sono più simili a infermieri da clinica, non persone che siano capaci di intervenire anche sulla parte extra somministrazione di farmaci o su altre di questo tipo. All’estero gli infermieri non erogano solo prestazioni relative alle patologie organiche, ma interagisce anche con il contesto educativo e psicoterapico, partecipando al processo rieducativo insieme allo psicologo o allo psichiatra. Gli infermieri tout court sono utili solo in 3-4 momenti della giornata. In alcuni casi addirittura la struttura non somministra farmaci quotidianamente, delegando i pazienti laddove possibile o limitandola a pochi altri casi. Sarebbe utile che l’infermiere potesse acquisire ulteriori competenze, oltre a quelle già possedute. Gli infermieri tout court cominciano a non essere più molto utili. Sarebbero utili figure multifunzionali e sono spesso gli operatori che lo richiedono per primi”. (Consigliere all’interno di un Consorzio di cooperative) Ci serve una figura polifunzionale, con forti competenze in campo socio-sanitario ma pure in accoglienza, motivazione e terapia e che sia anche capace di gestire gli utenti, ma mi viene da dire anche di agganciarli per portarli in struttura. Il problema è che per poter essere assunta questa figura deve avere la laurea, ma spesso quelli che sono più capaci di mediare con la futura utenza potenziale non hanno mai titoli di studio significativi, anzi!”. 83 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 84 (Direttore di comunità di recupero) Nel campo assistenziale quello dell’OSS rappresenta un tema davvero complesso. Ad esempio noi abbiamo i nostri assistenti domiciliari che hanno frequentato i corsi per OSS ma che lavorano all’interno dei nostri servizi di assistenza domiciliare per cui il livello di OSS non è economicamente riconosciuto (perché l’OSS è utile nei casi di interventi socio-sanitari, dove questa seconda parte è presente). Gli enti pubblici fanno uscire bandi di gara dove chiedono tutte le figure vari precedenti, poi chiedono anche OSS oppure persone con 3 anni di esperienza. Questi Enti dovrebbero però fare chiarezza: non possono chiedere generici per avere specialisti, solo perché non possono pagare gli specialisti. Di OSS hanno bisogno i soggetti che gestiscono servizi o strutture di tipo sociosanitario. Fra l’altro la recente riqualificazione degli OSS ha creato problemi di budget a molte strutture: chi aveva professionisti a libro paga che si sono riqualificati hanno generalmente avuto uno sballo nel budget stesso, perché gli OSS qualificati costano di più degli altri”. (Presidente di un Consorzio di cooperative sociali) Gli OSS vanno bene così come sono come competenze, anche se devono integrarle con le nostre aspettative e filosofia di comunità. In questo momento stiamo qualificando come OSS gli educatori. Gli infermieri tout court non ci servono per tutto il giorno, ma solo per quando devono dare le terapie due-tre volte al giorno o per altri casi più spot”. (Direttore di comunità di recupero) La figura dell’animatore è stata segnalata, in modo quasi trasversale alla gran parte dei soggetti della cooperazione, in particolare, per l’area dei servizi alla prima infanzia e per quella degli anziani. Figure considerate come molto utili nelle cooperative di tipo B sono il responsabile dell’inserimento lavorativo e il tutor dell’inserimento lavorativo, figure queste delicate nella complessità generale, se 84 riferita all’ingresso nel mercato del lavoro di risorse umane particolari. “Il rischio è che le cooperative di tipo B siano una sorta di ghetto. (…) Se le persone sono brave e finiscono il loro percorso con successo, possono anche trovare lavoro in esterno. Ma i numeri più consistenti sono relativi a coloro che, alla fine, lavorano solo grazie al fatto che sono inseriti in una cooperativa”. (Referente di un Consorzio di cooperative sociali) Una riflessione ha riguardato la figura dell’operatrice di asili nido, rilevante e piuttosto ricercata, specie se in grado di superare alcune rigidità, frutto forse di alcune carenze teorico-pratiche nei programmi universitari di provenienza. Altre figure importanti sono le operatrici che lavorano negli asili nido e negli asili bambini-bambine. Sono figure a metà tra assistenziale ed educativo. Per poter lavorare in un asilo nido ci vuole o il diploma magistrale (o altro titolo equivalente) o la laurea in Scienze della Formazione Primaria. Spesso poi ci sono casi di ragazze che non sono disponibili a lavorare con 0-3 anni o con disabili o che comunque si dimostrano rigide nei confronti di alcune situazioni specifiche. Nuove figure professionali e nuovi bisogni Dalle interviste sono emerse anche alcune figure professionali, ad oggi non ancora diffuse, ma non per questo meno significative; alcune sono state inoltre segnalate da più di un referente e comunque indicate come opportune in generale, specie se riferite a specifiche tipologie di realtà locali. Un primo caso è stato segnalato da un consorzio di cooperative con riferimento ai minori stranieri. I flussi che di recente hanno interessato l’Italia, e che si presume non siano destinati a diminuire nei prossimi anni, motivano infatti la richiesta di educatori di comunità e di mediatori culturali, in par- Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 85 ticolare per questa specifica tipologia di utenti. “Professionisti capaci di gestire minori e di lavorare in équipe nelle comunità di accoglienza di questa specifica tipologia di utenti. Per questo tipo di servizi è davvero difficile trovare persone formate e non mi pare che gli educatori di per sé abbiano competenze specifiche con riferimento ai minori problematici. La mediazione culturale è pure un servizio da integrare con il precedente, la cui formazione è al momento curata da strutture tipo la Caritas”. (Referente Consorzio di cooperative sociali) Un’altra segnalazione riguarda il bisogno di figure professionali della mediazione e della facilitazione. “Potrebbero essere previste o in affiancamento agli educatori o come una specializzazione degli educatori professionali stessi; c’è un elevato bisogno di professionisti che sappiano includere e sostenere gli adolescenti nel percorso personale di strutturazione dell’autonomia”. (Direttore di area in fondazione di tipo religioso) Sono stati poi ricordati come decisamente rilevanti i mediatori e gli orientatori al lavoro, considerati dagli intervistati i primi come operatori di sportello, i secondi come soggetti che intervengono nelle relazioni con le aziende. “Queste figure dovrebbero essere un poco più trasversali. Ad esempio in un nostro progetto abbiamo da fare interventi su una trentina di disoccupati cinquantenni area grigia; sono persone che da sole non riescono a trovare lavoro. Il grosso del lavoro è di orientamento, bilancio di competenze, mediazione al lavoro. Anche in questo caso abbiamo costruito una figura multifunzionale. Io faccio fatica a distinguere tra orientatore e mediatore: ci vorrebbe anche qui una figura trasversale, dotata di molta dinamicità. Se no si rischia che i servizi non servano a nulla e non producano effetti concreti. E poi nei giornali si legge che l’orientamento non serve a nulla perché le persone non trovano lavoro tramite i servizi pubblici!! L’orientatore deve saper leggere una busta paga, deve sapere cose che vanno oltre il suo ruolo stretto. Ma non è davvero pensabile che queste figure non siano flessibili e con competenze multiple, correlate ovviamente alle competenze del proprio ruolo”. (Presidente di un Consorzio di cooperative sociali) “Con riferimento ai mediatori al lavoro, (generalmente psicologi o educatori), è necessario che abbiano un approccio non assistenziale ma manageriali: questo perché il loro compito è quello di inserire persone nel mondo del lavoro, non di fare assistenzialismo. Spesso poi si trovano mediatori al lavoro che sanno poco sia della sfera aziendale, sia del settore sociale: sono super partes, quando invece dovrebbero essere esperti di entrambi questi ambiti”. (Presidente di una cooperativa sociale di tipo B) Inoltre, è stato rilevato come sia piuttosto raro trovare educatori di genere maschile, che invece sarebbero utili per svolgere mansioni in cui è utile sia farsi ‘valere’ con determinate categorie di utenti (es. minori a rischio maschi), sia avere forza fisica (per gestire specifiche tipologie di utenza). Da più parti è stato inoltre auspicato lo sviluppo della figura dei professionisti con competenze manageriali e gestionali (da qualcuno definiti manager di impresa sociale). “In alcune strutture (cooperative) piccolo-medie servono manager di impresa, anche proprio per la pianificazione e gestione di risorse umane e finanziarie”. (…) “Manager turistici sono richiesti per poter gestire strutture turistiche, in cui potrebbero comunque lavorare soci di cooperative sociali. Questo richiede ai manager stessi competenze correlate al tipo di 85 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 86 lavoratori da gestire” (Consigliere all’interno di un Consorzio di cooperative) “Con riferimento agli aspetti manageriali e gestionali, servirebbero persone capaci di gestire strutture di qualsiasi tipo, dall’albergo all’aeroporto: so che sono esempi estremi, ma il fatto è che se venisse proposta la gestione di parte di servizi collegati a settori come questo - cosa non impossibile - ad oggi non sarebbe realistico accettare. In sintesi estrema servono risorse che ne sappiano di sviluppo strategico”. (Presidente di una cooperativa sociale di tipo B) Collegati a questi, sono anche i tecnici di specifiche tipologie di produzione che potrebbero essere utili nelle cooperative, per implementare le competenze ed ampliare così le opportunità di sbocchi nel mercato. “Al di fuori del settore sociosanitario servirebbero specializzazioni anche tipo tecnico di produzione, se si porteranno le coop a lavorare in settori quali quello dei pannelli solari (green economy), considerando che pure in questo campo ci saranno aperture future. Anche i nuovi standard per lo smaltimento rifiuti potrebbero diventare interessanti per il futuro”. (Consigliere all’interno di un Consorzio di cooperative) “Alle imprese sociali manca anche la cultura alla comunicazione istituzionale e al marketing, che dovrebbero essere integrate. La dice lunga il fatto che all’interno della nostra organizzazione di tre consorzi uno abbia un proprio sito ormai superato, un altro lo stia facendo solo ora, mentre il terzo non lo abbia ancora previsto”. “Sarebbero da preventivare investimenti sulle figure accennate in precedenza. Alcune potrebbero essere anche acquisite come liberi professionisti, anche in co-working. Nei settori della green economy ci 86 sono poi anche persone che con il mondo sociale potrebbero interagire senza particolari problemi, proprio per la mentalità che hanno. Sono quindi settori da esplorare anche per la comunanza di filosofia che hanno entrambi alla base.” Sempre nel campo dello sviluppo, un altro referente ha segnalato, oltre all’opportunità di monitorare le varie attività che nei prossimi anni verranno esternalizzate dai comuni, anche l’importanza di poter disporre di una segreteria tecnica. “Una segreteria tecnica che sappia tenere sotto controllo i bandi e fare progetti, con un’organizzazione adeguata che permetta sia un’efficace comunicazione interna, sia soprattutto il coinvolgimento dei diversi settori interni per la definizione e composizione della proposta finale”. (Direttore di area in fondazione di tipo religioso) Un aspetto, sottolineato da un rispondente, è correlato alla necessità di risorse formate sui DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento), per cui, peraltro, un consorzio di cooperative ha espressamente previsto e realizzato un percorso formativo mirato per 24 interni, e sui BES (Bisogni Educativi Speciali). In particolare, con riferimento a questi ultimi, che sono previsti da due norme (una del dicembre del 2012 e la seconda del marzo 2013), è attualmente in corso di definizione la figura del tecnico dell’apprendimento per alunni con BES, un esperto nell’ambito didattico-pedagogico, risorsa che incrementa ed arricchisce la rete dei sostegni all’integrazione ed inclusione scolastica. “un esperto nell’ambito didattico-pedagogico, una risorsa che incrementa ed arricchisce la rete dei sostegni all’integrazione ed inclusione scolastica. Agisce da intermediario tra il bambino, la famiglia e la scuola, lavorando in sinergia con le varie figure specialistiche, si inserisce in una più ampia visione del contesto d’apprendimento, entro il quale assume importanza non solo l’apprendimento in sé, ma l’autostima, la motivazione ad apprendere, l’auto- Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 87 nomia, le relazioni interpersonali. Progetta e realizza in sinergia con la scuola, un lavoro mirato a ridurre e/o annullare il deficit di autonomia, utilizzando a tal fine i vari strumenti compensativi. Dialoga con le varie figure specialistiche per relazionare sull’andamento scolastico, sulle strategie di studio adottate, sul vissuto psicologico del bambino, per avere indicazioni sulle strategie di intervento idonee nelle varie fasi della vita scolastica dello studente con DSA. Per fare ciò mantiene contatti periodici con lo specialista che ha effettuato la diagnosi, con la scuola e la famiglia. Presenta alla famiglia i software esistenti, illustrandone le caratteristiche in termini di differenti funzioni offerte”. Ancora, l’indicazione del terapista occupazionale. Si tratta di una figura nuova, piuttosto complessa e caratterizzata da interventi che mettano i diretti interessati nella condizione di partecipare, in modo consapevole e attivo, alle attività della vita quotidiana, con specifica attenzione a quelle relative alla sfera professionale. “La terapia occupazionale utilizza il termine occupazione per catturare l’ampiezza ed il significato delle “attività” in cui l’uomo è impegnato, che strutturano la vita di tutti i giorni e contribuiscono alla salute e al benessere. L’impegno in occupazioni, come centro dell’intervento di terapia occupazionale, coinvolge sia gli aspetti soggettivi (emozionali e psicologici) che quelli oggettivi (fisicamente osservabili) della performance. (…) I terapisti occupazionali usano spesso i termini occupazione e attività in modo intercambiabile per descrivere la partecipazione nelle attività della vita quotidiana, Una persona può essere considerata indipendente quando svolge o dirige le azioni necessarie per partecipare, a prescindere dal grado e dal tipo di assistenza richiesta o desiderata. In contra- sto con le definizioni riduttive di indipendenza, i terapisti occupazionali considerano una persona indipendente se svolge da solo le attività, le svolge in ambienti adattati o modificati, fa uso di vari ausili o strategie alternative o supervisiona lo svolgimento dell’attività da parte di altri (AOTA, 2002a). Le occupazioni sono spesso condivise e quando coinvolgono due o più individui possono essere definite cooccupazioni; Ad esempio prestare cura ad una persona è una co-occupazione che coinvolge la partecipazione attiva da parte del caregiver e di chi riceve le cure. (…) I terapisti occupazionali sono quindi interessati non solo alle occupazioni ma anche alla complessità dei fattori che favoriscono e rendono possibile l’impegno e la partecipazione delle persone in occupazioni positive per la promozione della salute. Da qui deriva il concetto di giustizia occupazionale (Townsend) che rappresenta il diritto delle persone di avere pari opportunità di partecipare nelle occupazioni in cui esse decidono di impegnarsi. Per garantire la giustizia occupazionale, la terapia occupazionale pone attenzione ai fattori etici, morali e civici che possono favorire od ostacolare l’impegno salutare in occupazioni e la partecipazione alla vita dentro e fuori casa, impegnandosi per migliorare le politiche sociali, gli atti e le leggi che permettano alle persone di impegnarsi nelle occupazioni che danno scopo e significato alla propria vita”.3 Qualche breve riflessione sui fabbisogni formativi In merito alle questioni legate alle attività formative, la traccia di intervista ha permesso di evidenziare tre sintetiche considerazioni. > La prima è quella che riguarda la parte di percorsi formativi obbligatori per legge, ad esempio, per le cooperative sociali: si tratta essenzialmente di corsi centrati sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, sulla sicurezza alimentare, sulla priva- 3. Estratto da http://www.terapiaoccupazionale.it/riv1a000066.htm. 87 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 88 cy, sulle norme antincendio ed è standard per le differenti strutture. Questa tipologia di formazione viene organizzata direttamente dalla Cooperativa per tutto il personale, in base alle diverse mansioni svolte. Accanto alla formazione obbligatoria ne esiste però una quota ulteriore, che varia in base alle attività specifiche relative alle attività svolte dalle strutture stesse; tale quota è concretamente curata non solo dalle cooperative, ma anche da eventuali altri soggetti cui queste ultime offrono servizi, per cui possono essere necessarie integrazioni di contenuto. > La seconda è riconducibile al percorso sulla figura dell’animatore Socio-Educativo. Alcune affermazioni che sono state rilevate in sede di intervista fanno pensare che ancora non sia stata fatta chiarezza su contenuto ed obiettivi del percorso; ciò in quanto: >> c’è chi ravvisa nel percorso l’opportunità tout court di “mettere a posto” il proprio personale interno che, pur trovandosi in posizioni anche elevate nella struttura di appartenenza, non possiede un titolo di studio adeguato al ruolo professionale, con le conseguenti ripercussioni sull’accreditamento delle strutture; >> c’è chi invece, oltre a quanto sopra, si pone il problema di quale sarà, alla fine, la figura che ne deriverà concretamente: come già detto, se da molti è già considerata equipollente a quella dell’educatore, per altri è invece percepita come di livello inferiore; >> c’è chi si domanda infine, come già accennato in precedenza, come contemperare l’esigenza di mandare in formazione le persone che devono adeguare il proprio titolo di studio con i carichi di lavoro quotidiano, tenendo conto che le diverse strutture, a seconda dell’area in cui sono inserite, possono avere quote anche elevate di personale da riqualificare. > La terza infine va nella direzione degli oneri connessi alle attività formative ed è, in un certo senso, correlata alla precedente. 88 È stato infatti osservato come i percorsi formativi che vengono attivati in chiave di sanatoria non sempre permettono di mettere a posto tutte le situazioni, specie se le edizioni dei corsi non vengono previste tenendo conto degli aspetti quantitativi reali, ossia del numero di utenti da formare. Risultato di quanto sopra è che l’adeguamento del personale a determinati profili richiesti dal mercato, se non può essere completato in occasione degli stessi percorsi-sanatoria, rischia di rimanere un onere a carico esclusivo della struttura. Dovrebbe quindi essere preventivata una riflessione sulle quote effettivamente necessarie, con loro identificazione certa a priori, in modo da non avere poi cambiamenti imprevisti a posteriori. Le previsioni per il futuro Aspetti correlati ai costi e agli appalti > Aumento del costo del personale > Correlata riduzione del margine > Riduzione degli appalti Fabbisogni professionali Fabbisogni professionali dichiarati essenzialmente per: > la copertura del turn over fisiologico (qualche pensionamento e qualche maternità) comunque basso non per un vero e proprio ricambio ‘generazionale’ della forza lavoro Contratti a tempo indeterminato > minor ricorso a contratti a tempo indeterminato > ricorso a contratti a tempo determinato o altre forme di rapporto di lavoro a termine (es. a progetto, co.co.co., ecc.) Stabilità versus precarietà > La conferma degli organici definiti nel 2013 per il 2014, quindi la stabilità; è già un successo proporre l’inserimento di alcune nuove figure professionali > La tendenza generale in atto è quella di difendere le posizioni ad oggi raggiunte, cercando di contrastare così la crisi. Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 89 Sono, in questo senso, sembrate molto significative alcune riflessioni proposte dagli intervistati rispetto alle previsioni per il futuro. Volutamente sono stati riportati i brani tratti da alcune interviste, senza alcun commento. “Negli ultimi anni ci sono stati piccoli aumenti. Dovremo fare i conti con gli scatti dei nuovi OSS; avremo magari assunzioni nuove per far fronte al fisiologico turn over (specie per le maternità, che mediamente riguarda una dozzina di persone all’anno). Pensionamenti in vista non ce ne sono: i più vecchi di noi hanno mediamente 15 anni di lavoro. Uno solo andrà in pensione fra due anni e forse qualcuno che si occupa di anziani. Per il resto il personale è giovane, comunque lontano da pensionamenti. In realtà però servirebbe una forza giovane nuova da inserire nelle coop per evitare che domini una mentalità solo dei cinquantenni che al momento rappresentano la parte ai vertici”. (Presidente consorzio di cooperative sociali) “Noi nel 2012 abbiamo chiuso il bilancio in attivo. Apparentemente non abbiamo risentito della crisi. Contemporaneamente è però cresciuto il costo del personale, con l’applicazione del contratto. Gli importi degli appalti non sono però cresciuti, anzi si sono ridotti. Ad esempio per i servizi educativi, se un comune aveva da spendere X, l’anno dopo nella migliore delle ipotesi aveva la stessa cifra. Avendo però noi aumentato il costo del personale, per noi tutto questo significa riduzione del margine. Noi nel 2008 eravamo 330-350 persone. In questi anni però tutto il personale che non era socio e che era a tempo determinato è stato lasciato a casa. Quindi abbiamo perso unità lavorative e chi è rimasto si è visto ridurre le ore. L’anno per noi peggiore è stato il 2009, con grosse perdite e tagli sia del personale, sia dei costi in generale. Per il 2014 prevediamo o di rimanere stabili o di ridurre forse ancora un poco. Non è grave come è successo in altri anni la contrazione da parte dei comuni o delle ASL del proprio budget: in realtà però a volte gli enti stanziano la stessa cifra per un numero di servizi che magari comunque vengono ridotti. La cosa strana è che in certi settori (tipo l’assistenza domiciliare) questo significherebbe che o la gente è guarita o piuttosto le famiglie hanno trovato più vantaggioso assumere una badante in nero. La spending review porta i comuni sempre più a impedire il proprio turn over: quindi dovranno sempre più esternalizzare i servizi. Questo porta da un lato ad avere più occasioni, dall’altro i servizi vengono appaltati con gare dove vincono soggetti a cui forse non interessano molto alcuni aspetti. Aggiungo poi che ci sono comuni che chiudono i bilanci ad aprile e altri che li stanno chiudendo ora che siamo in novembre”. (Amministratore Delegato di un consorzio di cooperative sociali) “Come previsioni in questo momento non di sviluppo, ma di difesa delle posizioni raggiunte. Il nostro modo di lavorare è comunque quello giusto, se continuano ad esserci donazioni da parte di pazienti che sono stati assistiti. Ci sono per contro anche i cosiddetti oneri di beneficienza, che consistono in quote che la nostra struttura mette di cassa propria per integrare eventuali necessità di una persona (ossia paga la retta di persone). In genere queste uscite sono colmate da donazioni, che superano questi oneri”. (Responsabile della formazione e tirocini in struttura privata convenzionata) “Per il 2014 sono previsti due nuovi dipendenti. Aumenteranno invece i liberi professionisti, perché stanno aumentando i pazienti. Abbiamo introdotto da poco 4 medici. Abbiamo bisogno di uno (forse anche due) infermieri che si affianchino ai due già esistenti che supervisionano tutte le terapie. Queste sono persone che lavorano anche sabato e domenica, quindi non sarà facile trovarlo.” (Vice Presidente di associazione di volontariato in 89 Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 90 ambito sanitario) “Ogni anno riusciamo a far fronte al turn over e ad aggiungere una o due risorse all’anno. Tutti a tempo indeterminato e a tempo pieno. Abbiamo anche qualcuno a tempo parziale o in co.co.co. e simili: magari sono utili per fare i turni di notte”. (Direttore di comunità di recupero) “Come numeri di assunzione noi non abbiamo nel 2014 nuove aperture. Sicuramente non retrocediamo dai numeri attuali. Non ho personale prossimo alla pensione. Quindi tendenzialmente devo essere lineare: assicureremo sempre alle attuali persone che ho la remunerazione. Qualche cambiamento ci può essere (qualche maternità o qualche dimissione da rimpiazzare), ma tutto dovrebbe rimanere per il 2014 come è ad oggi”. (Direttore struttura privata convenzionata) “Oggi non è davvero possibile fare previsioni di assunzioni. Si può pensare al turn over, che però sono molto bassi di per sé. Un po’ perché abbiamo la fortuna di avere diversificato molto: se una persona è logorata riusciamo a riqualificarlo e spostarlo senza problemi facendo tutto al nostro interno”. (Responsabile dello sviluppo di un consorzio di cooperative sociali) “Riusciremo a coprire il turn over normale (malattie, pensionamenti e maternità); ora come ora non so nemmeno se riuscirò a mantenere i posti di lavoro del 2013. Potrebbe essere semplicemente un accompagnamento alla pensione per qualcuno, però non rimpiazzato”. (Amministratore Delegato struttura privata convenzionata) “Non ci sono previsioni di nuove assunzioni. Contiamo di mantenere i posti del 2013. Avremo da coprire il turn over, anche se da noi è molto basso (2% del totale degli addetti) ed è dovuto o a trasferimenti in altri territori o a maternità. 90 Nelle coop che fanno inserimento lavorativo auspichiamo invece una discreta crescita (+ 20-30 addetti, che non saranno tutte nuove posizioni, ma qualcuna recuperata da aziende in crisi)” (Consigliere di un consorzio di cooperative sociali) Alcune riflessioni conclusive I dati e le informazioni che sono stati presentati nelle parti precedenti renderebbero plausibile, a questo punto del rapporto, la stesura delle tradizionali conclusioni, in modo che il processo avviato, sia con l’individuazione del quadro di riferimento, sia con la raccolta effettuata su campo, abbia un momento di sintesi e di riflessione complessiva. In realtà parlare di conclusioni, in questa sede, è forse poco opportuno e, per certi versi, non del tutto corretto. Il campo delle professioni sociali è infatti caratterizzato, come si può intuire facilmente: > da contorni non ben definiti, se si esclude solo la macro-classificazione che crea la separazione tra le professioni sanitarie e quelle sociali e socio-sanitarie, > da figure simili (es. gli educatori professionali o gli operatori socio sanitari) che, a seconda del campo in cui svolgono le proprie attività, possono dover avere caratteristiche diverse o dover assolvere a ruoli differenti, anche plurimi. Alla luce delle risultanze della ricerca pare più opportuno, piuttosto, proporre alcune considerazioni aperte all’avvio di una riflessione con la finalità di: > ridenominare in modo più opportuno l’Area 21 del Repertorio > riclassificare le figure professionali inserite in tale area > Proporre l’inserimento di alcune nuove figure professionali. Forum113b 26/02/15 09:40 Pagina 91 Prospetto - Proposta di un nuovo repertorio che includa anche le nuove figure professionali indicate4. Area della mediazione e della facilitazione Area dell’assistenza Area dell’educazione e dell’animazione Area sociosanitaria Area organizzativo-gestionale Facilitatore sociale Assistente all’infanzia Animatore socio-educativo Operatore Socio Sanitario (OSS) Responsabile di strutture socio-assistenziali residenziali e semiresidenziali Mediatore familiare Assistente familiare Arteterapeuta in strutture socio-sanitarie ed educative Operatore Socio Sanitario con formazione complementare in assistenza sanitaria (OSS-S) Coordinatore (per strutture socio-sanitarie e sanitarie) (1) Mediatore interculturale Assistente sociale Musicoterapista Educatore professionale Manager di impresa sociale Mediatore penale minorile Custode sociale Educatore Tecnico qualificato di clownerie in strutture socio-sanitarie Esperti di comunicazione e marketing di impresa sociale Operatore dell’assistenza per soggetti senza fissa dimora Animatore Tecnici di specifiche tipologie di produzione (es. Green Economy) Operatore di Pet Therapy Esperti di gestione di bandi/progetti e di fund raising Ippoterapeuta Tutor/Responsabile dell’inserimento lavorativo (generico) Educatore di comunità per stranieri Mediatore culturale per minori stranieri Tecnico dell’apprendimento per alunni con BES (2) Mediatore e-o facilitatore per l’inclusione sociale di adolescenti problematici Operatore esperto in attività acquatico-psicomotorie Mediatore al lavoro (equiparabile agli operatori di sportello) Orientatore al lavoro (con specifiche attività di relazione con le aziende) Terapista occupazionale (1) Questa, pur se indicata da almeno due intervistati come una figura professionale, è forse più corretto considerarla come una specializzazione di altra figura base, nello specifico o infermiere professionale o OSS (anche OSS-S). (2) Questa figura potrebbe forse anche stare nel gruppo dei mediatori e facilitatori, visto l’ambito della sua attività. 4. È possibile che la percezione della più o meno ampia diffusione delle figure, così come espressa dai rispondenti, non corrisponda alla situazione effettiva. figure già contenute nel Repertorio figure non inserite nel Repertorio ma comunque citati dagli intervistati come significativi figure poco diffuse o anche solo auspicate. 91 copForum_113 26/02/15 09:47 Pagina 1 FORUM Dalla Regione Liguria Pubblicazione bimestrale a cura di Arsel Agenzia Regionale per i Servizi Educativi e per il Lavoro Direzione, Redazione, Amministrazione via San Vincenzo 4 – 16121 Genova tel. 00 39 010 2491 394 - 393 [email protected] Notizie bimestrale della regione liguria per il lavoro, l’orientamento e il sistema educativo Il terzo trimestre mostra, in Liguria, un contesto con qualche luce e ancora buio La Giusta via, un progetto di orientamento sperimentale 113 A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Italia e Africa, volontariato e lavoro Redazione Laura Barbasio Paola Castellazzo Silvia Dorigati Federica Gallamini Paola Mainini Stefania Spallanzani gennaio 2014 | febbraio 2015 A cura di Francesca Sanguineti Il Programma ‘Garanzia Giovani’, le riflessioni e il dibattito dal ‘Forum Internazionale sull’Orientamento’ A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Garanzia Giovani in Liguria, ecco come funziona A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria Gli standard minimi dei servizi e delle competenze Hanno collaborato Laura Barbasio Milva Carbonaro Silvia Dorigati Elisabetta Garbarino Mariangela Grilli Paola Mainini Isabella Puma Francesca Sanguineti degli operatori di orientamento Un ringraziamento particolare Angelo Gasparre Accademia Aeronautica Servizio Orientamento – Arsel Liguria Servizio Relazioni esterne e comunicazione – Arsel Liguria FORUM A cura della Redazione Lo stress lavoro correlato nella Campagna europea per la sicurezza e la salute dei lavoratori A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria In libreria E inoltre Servizio Osservatorio mercato del lavoro – Arsel Liguria dicembre 2014 gennaio 2015 Anno XIII A cura del Servizio Osservatorio mercato del lavoro – Arsel Liguria Direttore responsabile Stefania Spallanzani 113 La sperimentazione I risultati del progetto ‘La Giusta via’, a supporto della transizione dei giovani verso il lavoro L’appuntamento La Campagna europea per la sicurezza e salute dei lavoratori, gli eventi di Inail Liguria Orientamento Il Programma ‘Garanzia Giovani’ al centro del Forum Internazionale Approfondimento Servizi sociali, socio-sanitari ed educativi: un’indagine sull’evoluzione del settore in Liguria Disturbi di apprendimento, di attenzione e bisogni educativi speciali A cura di Laura Barbasio ‘Artigiani in Liguria’, un marchio di qualità per cinque nuove filiere A cura di Silvia Dorigati e Paola Mainini – Arsel Liguria ‘Praxis’, un progetto europeo per l’incontro tra domanda e offerta di tirocini A cura di Milva Carbonaro - GISIG Una fotografia dell’immigrazione in Liguria dai dati del Dossier statistico 2014 L’Accademia Aeronautica ecco il percorso per gli aspiranti pilotii A cura di Isabella Puma Può essere riprodotto su supporto cartaceo previa autorizzazione, citazione della fonte e delle clausole d’uso. Non può in alcun modo essere utilizzato per scopi di lucro, pubblicato su riviste commerciali o inserito in CD-Rom senza la previa autorizzazione di Arsel Liguria. Ogni violazione è perseguibile a termini di legge. Provincia di Genova Il sistema dell’apprendistato e la formazione duale: come funziona in Alto Adige A cura della Redazione Criticità e potenzialità della Liguria dal Rapporto statistico Cine-forum: Il mondo della finanza visto dal cinema A cura di Mariangela Grilli – giornalista, esperta di cinematografia APPROFONDIMENTO: Servizi sociali, socio-sanitari ed educativi: un’indagine sull’evoluzione del settore in Liguria Provincia di Savona Provincia di Imperia Provincia di La Spezia Progetto grafico: www.andreamusso.com ‘Io Lavoro Forum’ non costituisce fonte ufficiale. Pertanto eventuali errori materiali non possono essere addotti in cause di giudizio o di rivalsa nei confronti dell’Arsel Liguria. 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