Zinco e disturbo da deficit di attenzione/ iperattività: uno studio di

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Zinco e disturbo da deficit di attenzione/ iperattività: uno studio di
Interventi
Zinco e disturbo da deficit di attenzione/
iperattività: uno studio di efficacia
in aperto
Sommario
Tiziana De Meo
Laura Bedin
Anna Davanzo
Dino Maschietto
Claudio Vio
Unità Operativa Complessa
di Neuropsichiatria Infantile, AULSS
10, San Donà di Piave, Venezia
Numerosi dati di letteratura suggeriscono un legame significativo tra zinco e i principali sintomi dell’ADHD, quali
disattenzione, iperattività e impulsività. Scopo di questo
lavoro è valutare l’efficacia dello zinco, in associazione con
magnesio e vitamina B6 (Adizinc®), nella modulazione sintomatologica dei principali sintomi dell’ADHD in popolazione
scolare affetta da tale disturbo, così come verificare se vi sono
differenze tra pazienti ADHD che assumono zinco vs pazienti
ADHD che seguono trattamento psicoeducativo, vs pazienti
che non seguono alcun intervento e vs pazienti che seguono
trattamento psicoeducativo associato all’assunzione di zinco.
L’efficacia dell’Adizinc® è stata monitorata a breve termine
e medio termine (1 mese, 2 e 3 mesi) nei gruppi individuati.
S
econdo i criteri del DSM-IV (APA, 1994), il disturbo da deficit di attenzione
con iperattività (ADHD) è un disordine ad alta incidenza nella popolazione infantile
caratterizzato da due gruppi di sintomi o dimensioni psicopatologiche definibili come
inattenzione e impulsività/iperattività. Per definire il disturbo in questione, tali sintomi devono interferire in modo significativo con il funzionamento scolastico, sociale e
familiare e devono manifestarsi prima dei 7 anni di età. È ormai condivisa l’ipotesi che
l’ADHD sia un disturbo su base neurobiologica: studi di genetica comportamentale e
molecolare, di neurofisiologia e di neuropsicologia dimostrano l’alterazione di diverse
strutture cerebrali tra loro collegate che coinvolgono principalmente la corteccia frontale
e la corteccia parietale, lo striato, il giro del cingolo e, in modo non ancora chiaro, il
cervelletto (Castellanos et al., 2002; Moll et al., 2000; Yordanova et al., 2002). Numerosi
studi di neuropsicologia, che indagano l’architettura funzionale dei processi cognitivi normali, indicano che il fattore fondamentale del disturbo può essere costituito da un deficit
delle funzioni esecutive. I modelli principalmente accreditati sono due: uno individua il
locus funzionale del danno nell’incapacità di inibizione delle risposte impulsive mediate
Disturbi di attenzione e iperattività Edizioni Erickson Trento
Vo l . 7 , n . 2 , a p r i l e 2 0 1 2 ( p p . x x x )
ISSN 1123-928X
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dalla corteccia prefrontale (Schachar e Logan 1990; Barkley 1997); l’altro propone che
l’ADHD sia la manifestazione di un’alterazione delle capacità di autoregolazione dovuta
alla difficoltà di allocare uno sforzo adeguato (risorse energetiche) all’attività mentale
richiesta (Sergeant et al., 1999; Scheres et al., 2001). L’«attivazione comportamentale»
può essere definita come «prontezza comportamentale tonica alla risposta ed è modulata
e gestita dal sistema centrale delle funzioni esecutive» (Frowein, 1998).
Lo zinco è un minerale in traccia essenziale, introdotto nell’organismo con la dieta.
È presente in quantità superiore a quella di qualsiasi altro oligoelemento, a eccezione del
ferro, ed è riscontrabile in tutti i tessuti e fluidi corporei. È un importante cofattore per
il metabolismo di alcuni neurotrasmettitori, in particolare prostaglandine, serotonina e
melatonina. Contribuisce allo sviluppo e al funzionamento del sistema nervoso centrale,
ad esempio consentendo la messa a disposizione dei grassi polinsaturi indispensabili
per la costituzione della membrana neuronale (Bettger et al., 1979). È in parte allocato
nelle vescicole sinaptiche e ciò lascia ipotizzare che la sua presenza possa modulare
la trasmissione sinaptica (Li et al., 2003). Studi sui ratti dimostrano che lo zinco è un
importante regolatore dei GABA (Schmid et al., 1999). Queste funzioni si dimostrano
alterate in presenza di moderata carenza di zinco (Prasad, 1993; Powell, 2000). La
relazione tra funzioni cerebrali e zinco è suggerita anche dalle conseguenze di una
sua carenza: alcuni studi lasciano ipotizzare che la carenza di zinco possa influenzare
lo sviluppo cognitivo, in particolare le competenze di tipo neuropsicologico, nonché
alterazioni sensoriali e comportamentali (Takeda et al., 2000).
Severe carenze di zinco sono state individuate nei bambini di molti Paesi, specialmente in quelli in via di sviluppo. Nello specifico, numerose ricerche suggeriscono
che la carenza marginale di zinco sia più concentrata nei soggetti affetti da ADHD o
che i soggetti ADHD possano avere una più alta prevalenza di carenza marginale di
zinco (Halas e Sandstead, 1975).
Studi su animali, in particolare scimmie, con diete carenti di zinco, dimostrano
una riduzione dei livelli di attenzione in assenza di ritardo della crescita (Golub et al.,
1996). Ricerche condotte su bambini ADHD polacchi e turchi mostrano riduzioni significative della concentrazione serica dello zinco rispetto ai gruppi di controllo (Toren
et al., 1996; Kozielec et al., 1994; Bekaroglu et al., 1996). Uno studio condotto negli
Stati Uniti (Arnold et al., 1990) riporta che 18 bambini con diagnosi di ADHD, definita
secondo i criteri del DSM-III-R, presentano una quantità di zinco nelle urine delle 24
ore inferiore del 30% rispetto a quella del gruppo di controllo. In uno studio successivo
il medesimo autore prende in considerazione 44 bambini, tra i 5 e i 10 anni, appartenenti alla classe sociale media, con diagnosi di ADHD, definita secondo i criteri clinici
e l’utilizzo della Diagnostic Interview Schedule for Children, versione DSM-IV (DISC;
Shaffer et al., 1993): vengono confrontate le concentrazioni seriche di zinco con i livelli
di gravità rispetto alle dimensioni disattenzione, iperattività e impulsività definite dai
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Zinco e disturbo da deficit di attenzione/iperattività: uno studio di efficacia in aperto
genitori e dagli insegnanti attraverso la Conners Rating Scale – Revised, versione completa (Conners, 2001) e il Conners Continuous Performance Test (CPT; Conners, 2000).
I genitori non erano a conoscenza dei livelli serici di zinco dei loro bambini così da
non essere influenzati nella valutazione dei sintomi del disturbo in questione. Il profilo
serico dello zinco nel gruppo sperimentale si colloca per la maggior pare dei soggetti
(33 su 48) nella metà inferiore dell’intervallo di riferimento; in particolare, la mediana
e la moda si collocano per il 30% nei livelli più bassi della distribuzione. L’analisi dei
livelli serici di zinco e dei punteggi forniti da genitori e insegnanti alle scale precedentemente citate evidenzia una correlazione significativamente negativa (p < .002) con la
dimensione disattenzione. Al contrario, non risulta significativa la correlazione con le
dimensioni iperattività e impulsività, mentre le performance al CPT denotano solo una
tendenza alla significatività nella variabile numero di errori di omissione, riferibile a
disattenzione. È possibile, tuttavia, che quest’ultimo risultato così modesto sia dovuto
a una sorta di «effetto tetto» o di «effetto pavimento».
Un ulteriore problema aperto è costituito dal motivo per cui questi bambini mostrano concentrazioni seriche di zinco ai limiti inferiori alla norma, nonostante una dieta
in tal senso adeguata, così come riportata dai genitori attraverso apposito questionario
alimentare (Food Frequency Questionnaire; Jain et al., 1996). Vi sono diverse possibili
spiegazioni: i dati raccolti nel questionario potrebbero essere inesatti oppure potrebbe
esserci un alterato metabolismo dello zinco causato da coloranti degli alimenti. Questi
risultati non sono influenzati da età, sesso, livello economico familiare e sottotipo clinico
diagnostico. Attraverso uno studio in doppio cieco della durata di sei settimane Akhondzadeh e colleghi (2004) hanno valutato gli effetti della terapia combinata metilfenidato
(1 mg/kg/die) + zinco solfato (55 mg/die, pari a zinco 15 mg) versus metilfenidato (1 mg/
kg/die) + placebo (saccarosio 55 mg/die) in 44 bambini iraniani di età compresa tra i
5 e gli 11 anni affetti da ADHD secondo i criteri del DSM-IV. L’esito è stato misurato
attraverso la ADHD Rating Scale per genitori e la ADHD Rating Scale per insegnanti
(DuPaul, 1991), che hanno dimostrato una riduzione statisticamente significativa (p <
.001) dei sintomi di disattenzione, iperattività, impulsività e difficoltà di socializzazione
nel gruppo trattato con metilfenidato + zinco rispetto a quello trattato con metilfenidato
+ placebo. In nessuno dei due gruppi si sono verificati significativi effetti collaterali.
I limiti di questo studio sono dovuti: alla mancanza di un gruppo di controllo trattato
solo con placebo, alla modesta quantità di metilfenidato usata, alla ridotta numerosità
del campione, al breve periodo di trattamento e alla mancanza di determinazione della
concentrazione plasmatica di zinco.
È di Bilici e collaboratori (2004) l’unico studio pubblicato sul trattamento in doppio cieco dell’ADHD somministrando esclusivamente zinco solfato (150 mg/die, pari a
zinco 40 mg) a 400 bambini turchi di età compresa tra gli 8 e 11 anni, della durata di
12 settimane. Il rapporto di soggetti trattati con zinco e soggetti trattati con placebo era
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Disturbi di attenzione e iperattività
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1:1. I risultati dimostrano un miglioramento statisticamente superiore al placebo nei
soggetti trattati con solfato di zinco rispetto alle dimensioni impulsività/iperattività e
difficoltà di socializzazione, ma non rispetto alla disattenzione. Inoltre, ne beneficiavano
maggiormente i bambini più grandi e con l’indice di massa corporea più alto. I limiti di
questo studio sono costituiti da: interruzione del trattamento; valutazioni cliniche con
strumenti sviluppati dai ricercatori stessi o tradotti e adattati da scale inglesi (Conners
28 item per insegnanti, e DuPaul Scale 14 item per genitori). In questo modo, i risultati
non possono essere confrontati con altri studi e sono di difficile interpretazione. Inoltre,
la dimensione del campione solleva interrogativi circa la sua rappresentatività clinica.
La ricerca
Obiettivi
Quanto appena riportato in letteratura suggerisce un legame significativo tra l’assunzione di zinco e i principali sintomi del disturbo da deficit attentivo con iperattività
(ADHD), quali disattenzione, iperattività e impulsività, così come con le caratteristiche
secondarie, quali oppositività e difficoltà scolastiche.
Obiettivi di questa ricerca sono:
– attraverso la somministrazione di Adizinc®, valutare l’efficacia dello zinco
nella modulazione sintomatologica dei principali sintomi dell’ADHD (puro e
in comorbilità), così come manifestati nell’ambito familiare e scolastico; Adizinc® è un integratore alimentare di zinco, magnesio e vitamina B6 (contenuto
per busta: zinco 10mg, magnesio 150mg, vitamina B6 1mg, L-cisteina 50 mg;
marchio e prodotto di proprietà Difass International);
– valutare se vi sono differenze tra pazienti ADHD che assumono zinco, pazienti
ADHD che seguono trattamento psicoeducativo, pazienti che non seguono alcun
intervento (lista d’attesa) e pazienti che seguono trattamento psicoeducativo
associato all’assunzione di zinco;
– valutare l’efficacia dell’assunzione di zinco a breve termine e medio termine (1
mese, 2 mesi, 4 mesi) nei quattro gruppi individuati.
Campione
Sono stati presi in considerazione 59 bambini di età compresa tra i 5 e i 14 anni
con diagnosi di ADHD puro o in comorbilità con altri disturbi dello sviluppo, valutati
in regime ambulatoriale o di ricovero presso l’UOC di NPI di San Donà di Piave – ULSS
10 Veneto Orientale, nell’anno 2008, secondo le principali linee guida riportate in
letteratura (SINPIA, 2006).
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Zinco e disturbo da deficit di attenzione/iperattività: uno studio di efficacia in aperto
La tabella 1 mostra la distribuzione del campione secondo la tipologia di intervento
e il sesso.
L’assegnazione ai gruppi è stata casuale. Le analisi effettuate di ingresso nei gruppi
evidenziano omogeneità rispetto alla gravità.
– Gruppo 1 Adizinc®: pazienti con diagnosi di ADHD puro e in comorbilità che
hanno assunto 1 busta/die di Adizinc®.
– Gruppo 2: pazienti con diagnosi di ADHD puro e in comorbilità che non hanno
ancora intrapreso alcun tipo di intervento (lista d’attesa).
– Gruppo 3: pazienti con diagnosi di ADHD puro e in comorbilità che hanno intrapreso un intervento di tipo psicoeducativo (training autoregolativo e/o parent
training).
– Gruppo 4: pazienti con diagnosi di ADHD puro e in comorbilità che hanno intrapreso un intervento di tipo psicoeducativo (training autoregolativo e/o parent
training) e associato assunto 1 busta/die di Adizinc®.
Tabella 1 Distribuzione del campione secondo la tipologia di intervento e il sesso
Tipologia di intervento
M
F
Totale
Adizinc®
17
1
18
Lista attesa
10
5
15
Trattamento psicoeducativo
13
1
14
Trattamento psicoeducativo + Adizinc®
11
1
12
Totale
51
8
59
La comorbilità dei campioni riguarda le seguenti patologie: disturbo di apprendimento scolastico (11 soggetti), disturbo oppositivo-provocatorio (9 soggetti), disturbo
dell’umore di tipo depressivo (1 soggetto), disturbo d’ansia generalizzato (2 soggetti),
disturbo ossessivo compulsivo (1 soggetto).
Le situazioni di bambini con ADHD «puro» risultano quindi la maggioranza (37
soggetti).
Criteri di inclusione
1. Età minima 5 anni ed età massima 14 anni.
2. Il paziente deve soddisfare i criteri del DSM-IV-TR (Diagnostic and Statistical
Manual for Mental Disorders, Fourth Edition Text Revision). Tale diagnosi deve
essere confermata alla somministrazione della scala KIDDIE-SADS-PL.
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3. Il paziente, al momento della valutazione, deve avere un punteggio alla scala
CGI-ADHD-S (Clinical Global Impression – ADHD – Severity) ≥ 4, indicativo
di un livello di compromissione nel funzionamento adattivo significativo.
4. Il paziente deve essere in assenza di trattamenti farmacologici sia per l’ADHD
sia per altre patologie da almeno 3 mesi.
5. Il paziente deve risultare adeguato all’esame fisico e neurologico.
6. Il paziente deve possedere un quoziente intellettivo > 80, così come valutato alla
scala WISC-R o maggiore del 40° percentile, così come valutato alle Matrici
Progressive Colore di Raven o Matrici Progressive 38 di Raven.
7. Il bambino e/o i suoi genitori/tutori legali devono essere giudicati affidabili nel
seguire quanto suggerito e proposto dai ricercatori (valutazioni di controllo,
assunzione regolare di zinco, non assunzione di terapie concomitanti).
Criteri di esclusione
1. Il bambino non deve avere in comorbilità un disturbo generalizzato dello sviluppo o un disturbo dell’umore di tipo bipolare.
2. Il bambino non deve avere una storia o tendenza all’abuso di alcol o droga.
3. Il bambino non deve presentare carenze nutrizionali o fisiche di alcuna sorta.
Metodo
Lo studio consiste nel monitoraggio clinico e sintomatologico dei pazienti sopra
descritti per un periodo complessivo di 3 mesi, suddiviso in 4 visite a distanza di un mese
l’una dall’altra. Esse comprendono la consulenza dello psicologo e del neuropsichiatra,
insieme alla somministrazione di specifiche scale osservative (si veda di seguito), esame
fisico, verifica del permanere dei criteri di inclusione, verifica del mantenimento della
compliance al trattamento.
Visita 1
– Valutazione dei criteri di inclusione/esclusione.
– Somministrazione delle seguenti scale: K-SADS-PL, CGI-ADHD-S, Conners
Parent Rating Scale/Conners Teacher Rating Scale, esame fisico.
Visita 2
– Rivalutazione dei criteri di inclusione/esclusione.
– Somministrazione della scala CGI-ADHD-S.
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Zinco e disturbo da deficit di attenzione/iperattività: uno studio di efficacia in aperto
Visita 3
– Rivalutazione dei criteri di inclusione/esclusione.
– Somministrazione della scala CGI-ADHD-S.
Visita 4
– Rivalutazione dei criteri di inclusione/esclusione.
– Somministrazione delle seguenti scale: K-SADS-PL, CGI-ADHD-S, Conners
Parent Rating Scale/Conners Teacher Rating Scale, esame fisico.
I dati raccolti dagli insegnanti attraverso le scale Conners vanno considerati come
maggiormente attendibili rispetto a quelli dei genitori, informati sulle finalità della ricerca.
Risultati
Nella tabella 2 si riportano le medie e le deviazioni standard relative al CGI nelle
quattro visite (V) per ciascun gruppo.
Tabella 2 Medie e deviazioni standard relative al CGI nelle quattro visite per ciascun
gruppo
Gruppi e visite
V1
V2
V3
M
DS
Adizinc®
5,72
0,67
Lista attesa
5,69
0,70
Trattamento psicoeducativo
5,79
0,70
Trattamento + Adizinc®
6,00
0,50
Adizinc®
5,67
0,69
Lista attesa
5,75
0,77
Trattamento psicoeducativo
5,57
0,85
Trattamento + Adizinc®
5,56
0,88
Adizinc®
5,06
0,80
Lista attesa
5,63
1,02
Trattamento psicoeducativo
5,29
0,83
Trattamento + Adizinc®
5,44
0,73
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Disturbi di attenzione e iperattività
n. 2, aprile
2012
Gruppi e visite
V4
M
DS
Adizinc®
4,60
0,63
Lista attesa
5,56
1,09
Trattamento psicoeducativo
4,92
0,79
Trattamento + Adizinc®
5,00
1,00
L’ANOVA univariata (tabella 3) evidenzia una differenza statisticamente significativa (p < .05) fra i gruppi alla visita 4 del CGI. In particolare, attraverso lo studio
dei post-hoc per gruppi appaiati si è osservata una differenza significativa (p < .01)
nel gruppo che ha assunto Adizinc® già tra la visita 1 e la visita 3, tra la visita 1 e la
4 e tra la visita 2 e la 4. Nel gruppo che non ha effettuato alcun intervento (lista d’attesa) non si rileva alcun cambiamento nel quadro clinico: il punteggio alle CGI risulta
senza differenze significative nelle 4 visite. Nel gruppo che ha effettuato un intervento
psicoeducativo osserviamo una differenza significativa tra la visita 1 e la 4 (p < .01),
mentre il gruppo che ha effettuato un intervento combinato manifesta un cambiamento
tendente alla significatività nella severità del quadro clinico tra la visita 1 e la visita 4
(post hoc di Bonferroni, ANOVA multivariata) (si veda la figura 1).
Tabella 3 Analisi di confronto tra le 4 visite rispetto ai valori di CGI
ANOVA univariata
Somma quadrati
df
Media quadrati
F
Sig.
V1
Fra gruppi
0,63
3
0,21
0,48
0,70
V2
Fra gruppi
0,33
3
0,11
0,18
0,91
V3
Fra gruppi
2,89
3
0,96
1,28
0,29
V4
Fra gruppi
7,46
3
2,49
3,22
0,03
Nelle tabelle 5, 6, 7 e 8 si presentano le medie e le deviazioni standard (analisi
descrittive) relative alle quattro dimensioni rilevate nelle scale Conners Parent Rating
Scale (CPRS) e Conners Teacher Rating Scale (CTRS) (Oppositività, Problemi cognitivi/
Disattenzione, Iperattività, Indice ADHD) nella prima e ultima visita dei 4 gruppi.
Confrontando le medie tra la visita 1 e la visita 4 nelle quattro dimensioni della
Conners Parent Rating Scale si rileva:
– una differenza statisticamente significativa nella dimensione disattenzione nel
gruppo che ha effettuato un intervento psicoeducativo in associazione all’assunzione di Adizinc® (p = .06);
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Zinco e disturbo da deficit di attenzione/iperattività: uno studio di efficacia in aperto
7
6
Medie CGI
1 VS 43
1 VS 4
2 VS 4
NS
tendenza
alla sign.
1 VS 4
5
4
V1
V2
V3
3
V4
2
1
0
Adizinc®
Lista d’attesa
Trattamento
psicoeducativo
Trattamento
psicoeducativo + Adizinc®
Fig. 1 Punteggio al CGI nelle 4 visite, per ciascun gruppo.
Tabella 5 Medie e deviazioni standard relative alle dimensioni della Conners Parent
Rating Scale e della Conners Teacher Rating Scale ottenute dal gruppo
che ha assunto Adizinc® e significatività nelle 4 dimensioni tra visita 1 e
visita 4
Dimensioni scale
Visita 1
Visita 2 #4?#
t
Sign.
(p)
M
DS
M
DS
CPRS oppositività
6,69
4,19
6,92
4,27
0,23
0,82
CPRS disattenzione
10,62
4,13
10,23
2,59
0,50
0,63
CPRS indice ADHD
24,62
6,63
21,54
5,5
1,87
0,003
CPRS iperattività
9,62
6,04
7,85
4,91
1,27
0,23
CTRS I oppositività
4,67
3,64
4,00
2,96
0,63
0,54
CTRS I disattenzione
8,11
4,14
7,11
2,76
0,77
0,46
CTRS I indice ADHD
21,89
7,44
17,89
5,88
8,00
0,00
CTRS I iperattività
8,33
5,22
7,44
4,48
0,97
0,36
39
Disturbi di attenzione e iperattività
n. 2, aprile
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Tabella 6 Medie e deviazioni standard relative alle dimensioni della Conners Parent
Rating Scale e della Conners Teacher Rating Scale ottenute dal gruppo
in lista di attesa e significatività nelle 4 dimensioni tra visita 1 e visita 4
Dimensioni scale
Visita 1
Visita 2 #4?#
t
Sign.
(p)
M
DS
M
DS
CPRS oppositività
9,05
2,94
9,75
3,67
- 0,36
0,72
CPRS disattenzione
10,08
4,12
9,42
4,29
1,00
0,34
CPRS indice ADHD
20,92
8,37
21,25
7,23
- 0,28
0,78
CPRS iperattività
11,08
3,20
9,75
4,41
1,59
0,14
CTRS I oppositività
5,64
5,14
6,91
5,09
- 1,27
0,23
CTRS I disattenzione
8,18
2,68
8,45
3,96
- 0,24
0,82
CTRS I indice ADHD
23,55
5,77
21,91
8,28
1,47
0,17
CTRS I iperattività
12,45
6,02
12,64
4,20
- 0,16
0,88
Tabella 7 Medie deviazione standard nelle dimensioni della Conners Parent Rating
Scale e della Conners Teacher Rating Scale ottenute dal gruppo che ha
effettuato un trattamento psicoeducativo e significatività nelle 4 dimensioni
tra visita 1 e visita 4
Dimensioni scale
Visita 1
Visita 2 #4?#
t
Sign.
(p)
M
DS
M
DS
CPRS oppositività
7,90
3,48
7,60
3,57
0,47
0,65
CPRS disattenzione
12,60
2,67
11,20
2,74
1,66
0,13
CPRS indice ADHD
24,90
6,10
21,40
6,67
3,38
0,001
CPRS iperattività
9,60
5,91
8,50
4,88
1,82
0,000
CTRS I oppositività
5,14
4,63
3,86
5,08
1,40
0,009
CTRS I disattenzione
4,86
3,63
4,71
4,23
0,42
0,00
CTRS I indice ADHD
23,57
7,46
21,00
7,51
4,50
0,00
CTRS I iperattività
12,29
5,53
10,57
5,56
3,29
0,00
40
Zinco e disturbo da deficit di attenzione/iperattività: uno studio di efficacia in aperto
Tabella 8 Medie e deviazioni standard relative alle dimensioni della Conners Parent
Rating Scale e della Conners Teacher Rating Scale ottenute dal gruppo
che ha assunto Adizinc® in associazione a intervento psicoeducativo e
significatività nelle 4 dimensioni tra visita 1 e visita 4
Dimensioni scale
Visita 1
Visita 2 #4?#
t
Sign.
(p)
M
DS
M
DS
CPRS oppositività
9,63
3,66
7,75
4,77
1,37
0,21
CPRS disattenzione
11,13
5,67
9,50
4,66
2,22
0,06
CPRS indice ADHD
24,75
5,85
26,75
6,04
-0,97
0,36
CPRS iperattività
9,75
4,89
11,00
5,07
-1.28
0,24
CTRS I oppositività
7,25
3,69
6,25
3,20
3,74
0,01
CTRS I disattenzione
8,38
4,75
7,25
4,71
9,00
0,00
CTRS I indice ADHD
24,63
7,01
22,88
6,20
3,86
0,01
CTRS I iperattività
11,00
6,09
10,00
6,05
5,29
0,00
– una diminuzione significativa dell’iperattività nel gruppo che ha effettuato solo
l’intervento psicoeducativo (p = .00), così come per la dimensione oppositività
(p = .002);
– diminuzione significativa dei sintomi che vanno a costituire l’«indice ADHD»
nel gruppo che ha assunto solo l’integratore alimentare Adizinc® (p = .003) così
come nel gruppo che ha effettuato l’intervento psicoeducativo (p = .001).
Confrontando le medie tra prima e quarta visita nelle quattro dimensioni delle
scale Conners si rileva una differenza altamente significativa nella diminuzione della
dimensione disattenzione nel gruppo che ha effettuato l’intervento psicoeducativo e in
quello che ha associato a tale supporto l’assunzione di Adizinc® (p = .00 per entrambi);
tale differenza si evidenzia per i medesimi gruppi anche nelle dimensioni iperattività
e oppositività. Il gruppo che ha assunto solamente l’Adizinc® sembra mostrare un
cambiamento nella manifestazione sintomatologica, nel senso di una diminuzione,
specificamente nella dimensione indice ADHD (p = .005). Si evidenzia una riduzione
del punteggio in tale dimensione anche nel gruppo che ha effettuato l’intervento psicoeducativo (p = .00) e in quello che vi ha associato l’assunzione di Adizinc® (p = .006).
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Disturbi di attenzione e iperattività
n. 2, aprile
2012
Discussione e conclusioni
Questo studio italiano ha permesso di valutare un eventuale legame tra l’utilizzo
dello zinco, in associazione con il magnesio e la vitamina B6, e i principali sintomi
dell’ADHD, incoraggiato da quanto evidenziato dalla letteratura internazionale (Bilici
et al., 2004; Akhondzadeh et al., 2004).
È stato possibile rilevare quanto segue.
– Appare confermata l’efficacia dell’assunzione dello zinco nella modulazione
sintomatologica del quadro clinico dell’ADHD, che sembra migliorare già a
partire dal secondo mese, così come emerso alla somministrazione della scala
CGI. Anche il gruppo che ha effettuato l’intervento psicoeducativo (parent training e/o training autoregolativo) dimostra un miglioramento del quadro clinico
complessivo, anche se tali progressi si evidenziano non prima del terzo mese,
compatibilmente con la fase finale del training. Efficacia presente, ma parziale
dal punto di vista della valutazione clinica complessiva, nel gruppo che ha
associato l’intervento psicoeducativo all’assunzione di Adizinc®; tale risultato,
apparentemente poco coerente, può essere spiegato dalla numerosità meno
ampia del campione in questo gruppo. Nessun miglioramento viene rilevato nel
quadro clinico dei pazienti in lista d’attesa, ovvero che non hanno usufruito di
alcun intervento.
– L’osservazione in termini di frequenza e intensità dei principali sintomi legati
all’ADHD da parte dei genitori, valutato attraverso la Conners Parent Rating
Scale, ha permesso di evidenziare un miglioramento significativo nelle dimensioni di iperattività, oppositività e indice ADHD, ma non nella dimensione
disattenzione, nel gruppo che ha effettuato l’intervento psicoeducativo. In effetti,
l’approccio cognitivo-comportamentale che caratterizza il parent training e il
training autoregolativo può spiegare una buona efficacia nella modificazione
dei comportamenti disfunzionali, meno negli aspetti prettamente cognitivi. Il
gruppo che ha assunto Adizinc® risulta aver migliorato significativamente, secondo la CPRS, i sintomi maggiormente specifici dell’ADHD (indice ADHD),
meno quelli più aspecifici. Esempi di alcuni item specifici dell’indice ADHD
utilizzati nelle scale Conners sono infatti: «È poco attento, si distrae facilmente», «Ha un tempo di attenzione limitato» o ancora «Giocherella con le mani e i
piedi sulla sedia»; item meno specifici relativi alla dimensione di disattenzione
sono invece: «Ha difficoltà a completare i compiti per casa» o «Ha bisogno che
qualcuno lo segua attentamente per terminare quanto gli viene assegnato»; item
relativi alla dimensione di oppositività: «È arrabbiato e permaloso» o «Discute
in modo polemico con gli adulti».
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Zinco e disturbo da deficit di attenzione/iperattività: uno studio di efficacia in aperto
– L’osservazione in termini di frequenza e intensità dei principali sintomi legati
all’ADHD da parte degli insegnanti, compiuta attraverso la Conners Teacher
Rating Scale, ha confermato quanto riportato dai genitori nel gruppo che ha
assunto Adizinc®, riconoscendo una diminuzione significativa dei sintomi
specifici dell’ADHD (indice ADHD). Miglioramenti evidenti in più dimensioni
(disattenzione, iperattività, oppositività, indice ADHD) vengono rilevati in
ambito scolastico nel gruppo che ha effettuato l’intervento psicoeducativo, così
come nel gruppo che ha associato a quest’ultimo l’assunzione di Adizinc®. È
importante sottolineare che quanto riportato dagli insegnanti risulta essere di
particolare rilevanza dal punto di vista della ricerca, in quanto i docenti non
erano a conoscenza dello studio che si stava conducendo e, per la maggior parte,
neanche del tipo di intervento che il bambino stava effettuando.
Tali risultati appaiono, quindi, confermare l’importanza e l’efficacia degli interventi psicoeducativi per l’ADHD; a ciò si associa una più recente evidenza che lascia
ipotizzare benefici della supplementazione di zinco e, in particolare, di Adizinc® nella
modulazione sintomatologica dei comportamenti e dei sintomi più specifici del disturbo,
sia da solo che in associazione ad altri tipi di interventi.
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