Resoconto 28 - GIUSEPPELUMIA
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Resoconto 28 - GIUSEPPELUMIA
SOPRALLUOGO A CALTANISSETTA MARTEuÌ zt crucNo 2oos Seduta pubblica DECtASSltlcATS " sTRAh'cl 0 Presidenza del presidente CENTARO I lavori hanno inizio alle ore 9.45. COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE PRESIDENTE. Colleghi, prima di passare all'audizione dei magistrati degli uffici requirenti del distretto di Caltanissetta, desidero sottoporre alla Commissione due istanze di audizione. La prima, presentata daI Partito di rifondazione comunista, federazione di Caltanissetta, testualmente recita: "La segreteria provinciale del PRC di Caltanissetta chiede esser ricevuta in delegazione dalla Commissione antimafia in relazione ai rischi da tempo da noi denunciati di condizionamento mafioso sui grossi appalti e la gestione dei servizi di raccolta dei rifiuti e distribuzione dell'acqua potabile". La seconda, presentata dal comitato provinciale della Croce Rossa ItaIiana, recita: "La sottoscritta Rita Alba, dottoressa Mazzei, nella qualità di vice commissario della Croce rossa italiana, comitato provinciale di Caltanissetta, chiede alla signoria vostra di essere ascoltata per riferire sui gravi fattr accaduti in Croce rossa provinciale di Caltanissetta negli ultimi due anni, che sono sfociati in ultimo con il manifestarsi di gravissime intrmidazioni mediante ordigni esplosivi collocati nella sede di Caltanissetta". Vorrei conoscere il parere della Commissione su queste due istanze di audizione. NAPOLI. Signor Presidente, in occasione della trasferta a Messina abbiamo già esteso i nostri incontri alle organizzazioni sindacali. Ora, pur recependo gli intendimenti delle richieste, non ritengo opportuno allargare le audizioni anche ai rappresentanti dei partiti politici e, in questo caso, della Croce rossa. Ciò non toglie che potremmo farci consegnare delle relazioni contenenti le informazioni che vorrebbero riferire alla Commissione. LUMIA. Ogni richiesta di audizione in Commissione è preziosa, per cui la valutazione deve esser sempre molto atterrta e positiva. Magari il Presidente, tra oggi e domani, potrebbe incontrare chi ha chiesto I'audizione, spiegare che siamo disponibili ad acquisire una documentazione formale, che può essere consegnata in forma pubblica o riservata, e così trasmettere il senso della nostra attenzione. MISURACA. Condivido le osservazioni della collega Napoli, ma ricordo anche che abbiamo fatto qualche eccezione, ad esempio, per Agrigento, quando il Presidente, accompagnato da alcuni deputati, ha incontrato le organizzazioni sindacali. Le chiedo, pertanto, di dare seguito alla proposta del collega Lumia al fine di approfondire quanto sentito ieri sera, lasciandoci perplessi, sulla Croce rossa italiana, comunque senza che ciò costituisca precedente. CRISTALDI. Signor Presidente, nulla di ostativo sulla proposta del colleg a Lumia, che non trovo in contrasto conto le considenzioni della collega Napoli, che piuttosto si opponeva a un'audizione formale. Preoccupante è che nella richiesta di audizione da parte della segreteria provinciale di Rifondazione comunista si dica che s'intende esternare alla Commissione fatti da tempo denunciati. A questo punto, a prescindere dalla procedura che il Presidente sceglierà, per non apparire il tutto una mera affermazione propagandistica che non riguarda la Commissione, è bene farsi un'idea del contenuto dei tempi e dei soggetti che hanno presentato queste denunce. CEREMIGNA. Signor Presidente, vorrei svolgere un'osservazione preliminare. Siamo in missione a Caltanissetta, ma potremmo essere in qualsiasi altra parte del Paese: stabiliamo noi le persone da audire! Tutti coloro che hanno informazioni importanti da rappresentare debbono sapere che I'occasione per farlo non è soltanto quella delle missioni. La Commissione antimafia siede in modo permanente a Roma e può ricevere documentazioni e denunce e incontrare persone. Nello specifico, nella Commissione antimafia sono rappresentati parlamentari espressione di tutte le forze politiche. Dunque, reputo abbastanza strano che vi possano essere richieste di audizione da parte di rappresentanti di forze politiche che hanno loro terminali alf interno della Commissione. Possiamo accogliere in modo informale queste due richieste, ma senza che ciò costituisca alcun tipo di precedente, perché - ripeto - è la Commissione che stabilisce chi deve essere audito. CIRAMI. I1 mio pensiero coincide con quello del collega Ceremigna. Sotto il profilo istituzionale, non credo sia opportuno modificare un programma di audizioni già stabilito dall'Uffi cio di Pres idenza. Se queste denunce, da qualunque parte provengano, sono state già presentate, la Commissione deve valutare prima il tipo d'indagine fafta e poi la misurao il modo per disporre I'acquisizione di documentazione suppletiva non rappresentata all'autorità investig ativ a o giudiziaria. Non vedo I'opportunità di accogliere tali richieste, anche perché diversamente apriremmo una maglia che farebbe ritardare i nostri lavori. In effetti, la composizione della Commissione è tale, anche quantitativamente, da consentire Ia rappresentanza di tutti i partiti presenti in Parlamento, sia di maggioranza sia di minoranza. Ciò non toglie che vi possano PRESIDENTE. essere anche denunce da parte di terminali locali di questi partiti, che la Commissione antimafia ha tutto I'interesse e anche I'obbligo di acquisire. Se la Commissione conviene, chiederei agli istanti una relazione scritta contenente indicazioni specifiche, eventualmente da segretare se lo chiederanno. In via informale potrei anche incontrarli affinché possano esprimere ulteriori valutazioni; sarà mia cura valutare in quale momento. Alf incontro sono owiamente invitati tutti i parlamentari che intendono partecipare. Poiché non stabilito. vi sono osservazioni" così resta Audizione dei procuratori della Repubblica presso i tribunali di Caltaniss ettt, Gelao Nicosia e Enna PRESIDENTE. Sono oggi in programmale audizioni del dottor Francesco Messineo, procuratore capo della Repubblica della DDA presso il tribunale di Caltanissetta, accompagnato dai sostituti procuratori dottor Santi Roberto Condorelli e dottor Antonino Patti; del procuratore aggiunto coordinatore della DDA presso il tribunale di Caltanissetta, dottor Renato Di Natale; del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Gela, dottor Angelo Ventura; del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Nicosia, dottor Carmelo Zuccaro; del procuratore della Repubblióu pr.rro il tribunale di Enna, dottor Salvatore Cardinale; del sostituto procuratore nazionale antimafi a, dottor Gianfranco Donadio. Ringrazio i magistrati per la cortese disponibilità e prego il procuratore distrettuale di Caltanissetta di svolgere una rcIazione sull'attività di contrasto, anche con riferimento alla recentissima operazione effettuata dalla procura distrettuale. Darò poi la parola ai procuratori ordinari, il cui territorio insiste nel distretto di Caltanissetta. Per la Commissione riveste particolare importanza un aggiornamento sui procedimenti riguardanti le stragi del '92-'93, sull'attività in tema di misure di prevenzione patrimoniale, sulle problematiche riguardanti gli appalti, sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle istituzioni, sui rapporti tra mafia e politica a vario titolo e a vario livello. Prego i signori magistrati di volersi soffoporre alle domande che potranno rivolgere loro i componenti della Commissione e di segnalare eventuali indic azioni riservate al fine di segretare le parti corrispondenti del resoconto stenografico. MESSINEO. Rivolgo il mio saluto agli onorevoli componenti della Commissione e ringrazio a mia volta per questa preziosa occasione d'incontro, di confronto e di rendiconto. Siamo lieti di sottoporre il nostro lavoro alla verifica del Parlamento; c'interessa dare conto della direzione in cui ci muoviamo e di ciò che è stato fatto. Siamo naturalmente disponibili a rispondere a tutte le domande che saranno poste. Ho inoltrato una relazione illustrativa a grandi linee della situazione dell'intero distretto e nel corso dell'esposizione farò costante riferimento alle due province di Caltanissetta e di Enna che compongono I'area di intervento della DDA. Aggiornerò Ia rclazione perché nel frattempo si sono verificati fatti che è opportuno sottoporre alI' attenzione dell a Commi s sione. Anzitutto, abbiamo rilevato un risveglio di auività del cosiddetto Vallone, cioè la zona nord del distretto; per intenderci mi riferisco ai comuni che gravitano intorno a Mussomeli e lungo I'asse che confina con la provincia di Agrigento. È una zona di ttadizionale insediamento mafioso, che era stata bonificata da varie operazioni condotte dalla polizia giudiziaria, tra cui I'operazione "lJrano", e versava in una situazione di relativa calma in quanto i principali capi e adepti delle cosche mafiose del Vallone erano stati raggiunti da prowedimenti giudiziarl. Da qualche tempo, sia per decorso del tempo - questi soggetti hanno scontato le pene - siaper altri m;tivi, è stato rilevato un risveglio di attività, che viene comunque monitoràto, ha preso le forme soprattutto di un'insolita attività estorsiva, condotta in alcuni " della zona. Puntualmente rilevafa, tale attività è oggetto di indagine, e in "o-rrrri qualche caso abbiamo già alcune idee sui possibili responsabili; in ogni -odo questo risveglio non ci coglie di sorpresa e non è stato trascurato. Faccio riferimento alla situazione di Caltanissetta centro perché credo che abbia avuto enfasi sulla stampa locale. Non voglio minimamente intervenire nelle polemiche che ancora oggi circondano il discorso della mafia a Caltanissetta. euando parliamo di mafia in un comune siciliano, diciamo owietà. Prima si parlava sòltanto di Sicilia occidentale, ma ora dobbiamo includere purtroppo \argaparte della Sicilia orientale. È owio che ci sia la mafra,non ce ne meravigliamo, Iamafiaè ovunque, ed è scontato che anche a Caltanissetta vi sia un insediamento mafioso. Tutti i fenbmeni hanno però le loro dimensioni: la situazione di Caltanissetta non è quella di Gela. Sappiamo bene, per una serie di processi celebrati in passato - ricordì I'operazione "Leopardo" che sul momento azzetò completamente la presenza mafiosa a Caltanissetta, a San Cataldo e nei dintorni -, che questi soggetti, non appena rimessi in libertà, si riaggregano, cercano una comun icazione, vn mlodus vivendi. Conosciamo benissimo la situazione della famiglia mafiosa di Caltanissetta che non ha mai avuto una grande importanza nel contesto generale. Rispetto a Caltanissetta, che ha 70.000 abitanti, era molto più importante Vallelunga, che ne ha 10.000. Nel panorama della mafra i dati anagrafrco-amministrativi contano poco: un centro può éssere egemone rispetto a un altro. La famiglia mafiosa di Caltanissetta conta tra i 10 e i 15 componenti, mentre tra i 16 e i 20 sono i componenti individuati della famiglia mafiosa di Vallelun ga. Li conosciamo tutti, molti sono attualmente in stato di detenzione o di ".trtodiu cautelare; altri sono raggiunti da procedimenti, da imputazioni; per qualche altro sono in corso indagini per accertamenti. La mafra esiste quindi, -à trotr esito a definire sotto controllo la situazione di Caltanissetta. Se tutte le realtà nel distretto fossero come quella di Caltanissetta, potremmo dire che la situazione è tranquillizzante. A Caltanissetta non sono mancate le estorsioni; abbiamo in corso un processo che si chiama "Itaca Bobcat", così denominato perché I'attività riguardavu p.i lo più i costruttori e si esplicava soprattutto attraverso I'imposizione di mezzi meccanicì. In questo processo compaiono quasi tutti i nominativi degli appartenenti alla famiglia mafiosa di Caltanissetta. Abbiamo avuto poi un certo numero di incendi di autovetture e di altro; il fenomeno è indubbiamente preoccupante ma parliamo di venti incendi in sei mesi. Sarebbe bene che non vi fossero nemmeno questi, ma la dimensione è largamente ridotta e quasi irrilevante rispetto a fenomeni di maggiore intensità, ad esempio nell'area di Gela. A Caltanissetta c'è la mafra, ma non è il caso di enfatizzarc olftemodo questa situazione; bisogna combatterla, contrastarla e lo stiamo facendo con molta efftcacia. Ad ogni modo, su questo punto, se vorrete rivolgermi delle domande sarò più preciso. Abbiamo purtroppo una situazione potenzialmente esplosiva in un altro comune, di forte insediamento mafioso, che si è risvegliato improwisamente. Su questo punto però preferirei procedere in seduta segreta. (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore I0, I3.) (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore 10,14.) MESSINEO. Gela è notoriamente il bubbone aperto della situazione, il luogo di maggior preoccupazione per tutto il distretto. Per quanto si sia operato, per quante azioni di contrasto siano state condotte, alcune anche con estrem a impiezza e direzza (sui dettagli potrà essere più preciso il dottor Patti, che è .mu rpr.ìe di legato per Gela), la situazione non fa decisi passi avanti nel senso del miglioiamento. piosegue, come sappiamo perché non ci sono stati delitti di sangu e, Ia pax maftosa. Le tre componenti criminali di Gela, cioè le due cosche mafiose Rinzivillo e Emmanuello (l'una di osservanzaMadonia-Provenzarro,l'alfta aderente invece aIl'alastragista della mafia) elaferza componente, quella degli stiddari, dopo la guerra degli anni Ottanta e Novanta che ha lasciato sul terreno decine di morti, sembrano essersi acquietate con una gestione comune della situazione; c'è tra loro una forma di non beligèranza a1y,i di collaborazione che moltiplica i pericoli e 1o stato di intimidazione senza suscitare rcazioni particolarmente accese nell'opinione pubblica perché manca il fauo di sangue. Sappiamo però che c'è questo tipo di attività. Queste tre componenti si dedicano parallelamente alle estorsioni in tutta la città e al controllo e alla sestione degli appalti. Faccio una piccola digressione. Dobbiamo distinguere in modo netto I'estorsione all'impresa commerciale, al negozio, a chi ha un'attività di vendita, da quanto awiene nel settore degli appalti. Nel primo caso si tratta di una vera e propria estorsione, nel senso che questa gente si presenta e pretende il cosiddetto piuò in varie forme. L'addebito che si può fare alf imprenditore commerciale che subiìce, che non ricava nessun vantaggio da tale attività, è quella di non denunziar e iI pizzo imposto, e subito, perché purtroppo assistiamo a questo fenomeno. Nell'ultima operazione che abbiamo compiuto, con l'arresto di 27 stiddari, risalente a venerdì scorso, perseguivamo qualcosa come una trentina di estorsioni (sui numeri potrei non essere preciso): ebbene, non ci è stato detto nulla dalle vittime, non hanno denunziato nulla, silenzio assoluto; siamo arrivati per altra via alla scoperta di queste estorsioni, non certo per la loro collaborazione. E una situazione indubbiamente inquietante, che ci mette in una condizione di minore possibilità di azione. Possiamo fare tutto ciò che i mezzi a nostra disposizione ci consentono di fare, ma se non ci sono le denunzie owiamente non possiamo neppure cominciare il nostro lavoro. Passando dalle estorsioni in senso stretto a ciò che awiene per quanto riguarda il mondo degli appalti, dobbiamo intenderci, nel senso che parliamo convenzionalmente di estorsioni ma nè la cosiddetta o'messa a posto" nè il fenomeno ancora peggiore delf impresa che prima di concorrere ad un appalto va a contattare il capomafia per averne avallo, aiuto e orientamento nella scelta iappresentano in senso stretto vere e proprie estorsioni. Si tratta in effetti di uno scambio di qualcosa contro qualche altra: in cambio della "messa a posto" si ottiene la tranquillità, niente guai nei cantieri, protezione assoluta, quindi è una tassa che I'imprenditore plgu ben volentieri. I1 motivo per cui dagli imprenditori non vengono denunce ,ror è la paura, come per i commercianti che vengono assoggettafi,ma è che I'imprenditore ihe si "mette a posto" ha pagato una specie di tassa, peraltro equa in senso ironico, perché andiamo dall'1 al 3, talvolta al4 per cento. CRISTALDI. Sono prezzi stracciati ! MESSINEO. Sono prezzi stracciati, se vogliamo, rispetto alle tasse statali; in cambio di ciò I'imprenditore ottiene una serie di benefici. Maggiori ancora sono i benefici che ottiene I'imprenditore che prima della gara contatta chi deve contattare. A quel punto, truccare le gare per la mafra è un gioco da bambini, ci sono mille metoài dìversi. Apro un inciso: quando fui destinato alla procura di Caltanissetta, nel 2002. ebbe luogo un incontro con la Commissione antimafia a Palermo e si discusse allora delle nove stazioni appaltanti. Si disse che quella modifica non era decisiva contro lamafta ma certamente avrebbe reso più difficile truccare le gare. Ebbene, mi chiedo oggi perché, nonostante ci siano la legge ed il regolamento, nonostante sia stato pubblic,àìo tutto, le nove stazioni appaltanti. ancora non operino. C'è da chiederselo perché le stazioni appaltanti, senza far venire meno I'autonomia dei comuni o delle province, che resterebbero sempre arbitri di bandire o meno la gara(quindi senzainteiferire, lo dico per I'ennesima volta, con la loro autonomia), consentirebbero almeno di blindare le procedure di gara rendendole meno permeabili. Tornando al modo di truccare le gare, i sistemi sono molti. Ci sono gare che vengono truccate facendo conconere un gran numero di imprese che prestanó la loro carta intestata e fanno delle offerte che si distinguono tra loro per uno 0,001 per cento. In altri termini, viene saturata una certa area di ribassi, nella quale ad esempio vengono a trovarsi quaranta offerte tutto sommato simili, in modo da orientare necessariamente e matematicamente la scelta nell'area stessa. Altre volte concorrenti scomodi vengono persuasi a ritirarsi oppure non si sa come ma nella loro busta non si trova un certo documento e quindi vengono espulsi dalla gara.Altre volte ancora ci sono accordi di tipo più scoperto, del tipo: facciamo vincere f impresa X dalla faccia pulita (magari un'impresa del Nord, sulla quale nessuno avrà da dire), ma il lavoro vero 1o faranno poi le imprese Y e Z. Lo dico ancora una volta: non facciamo la mafia più potente o più grande di quello che è. Nel campo degli appalti e delle costruzioni la mafia è interessata solo ai movimenti tena, alla fornitura di conglomerato cementizio e alla fornitura degli inerti di cava, più in 1à non va. Gli appalti sofisticati, quelli di alto contenuto tecnologico, non li regge. Quindi, laddove ci sono queste componenti la mafia si presenta. Qualche volta la "messa a posto,' viene pagata attraverso una soprafatixazione di queste fomiture che poi naturalmente devono essere effettuate da Tizio o da Caio In sostanza, ciò che la mafra ricava dall'appalto è solo in quest'ambito. Moltiplichiamo però tali entrate per I'importo complessivo degli appaltidi una certa natura ed avremo un importo abbastanza consistente. Cosa possiamo fare in quest'ambitoZ È difficile per noi intervenire in ogni gara che si fa, non possiamo interferire. Naturalmente quando riceviamo una ,.gnàluriorr. attiviamo una serie di controlli e di verifiche di polizia giudiziaria per ,r.d.r" se c'è un'ipotesi di alteranone, ma capite bene che in un contesto di condivisione completa non sempre il fatto illecito emerge e ciò rappresenta un ulteriore ostacolo. Finora abbiamo visto tutto il male; vediamo ora il bicchiere mezzo pleno, sempre parlando di Gela. In primo luogo, siamo venuti a capo di quasi tutti gli omicidi commessi durante la guerra di mafia. Come ricorderete, Gela negli anni Ottanta e Novanta fu teatro di una gueffa di mafia; gli omicidi sono stati tutti scoperti e gli autori, perseguiti, sono quasi tutti detenuti o sottoposti a processo e probabilmente saranno condannati a severe pene detentive. Quindi, per quanto riguarda I'attività di contrasto militar e alla mafra il successo è stato pieno, grazie anche all'aiuto di una serie di pentiti che, fino ar2002, ci hanno chiarito un po'le logiche interne del sistema. Di recente, poi, abbiamo ritenuto (non è un successo, ma un fatto nuovo) di riorientare il meccanismo d'indagine sulle grandi realtà economiche di Gela, uui" u dire I'indotto dell'EM e I'agroalimentare. Ci siamo cioè posti una domanda: al di là delle estorsioni e del tessuto economico spicciolo, a Gelà ci sono queste due grandi realtà economiche che sono un terreno molto fertile e proficuo per la mafia. Dobbiamo poi considerare anche le imprese e i consorzi deil'indotto, perché anche questo sistema di imprese che non operano individualmente, che non contraggono individualmente con I'ENI ma riunite in cons orzi, è un fatto che probabilmené ha agevolato le organizzazioni criminali perché è sufficiente conirollare I'impresa capofila del consotzio che automaticamente si controlla un intero settore economico. Le stesse considerazioni valgono nel settore agroalimentare che si accompagna al settore dei trasporti (settore, in cui lamafra è egemone, camion e quant'al*idove abbiamo rilevato delle presenze inquietanti. Abbiamo quindi rioiientato t rtto .rrt -br.,r. meccanismo di indagine, che mi auguro darà risultati a scadenza, su questa parte del terreno economico di Gela. Su Gela per il momento ho concluso. Un fatto nuovo che vorrei segnalare per I'intero distretto sono alcuni procedimenti per riduzione in schiavitù, tratta di esseri umani e prostituzione. Cominciamo in altri termini ad essere infiltrati da organizzazioni criminali estere provenienti dalla Romania o da altri Paesi del genere. Su questo punto abbiamo già fatto buoni passi avantr e abbiamo in corso misure cautélari già tirhi"ste per -82 soggetti; non so quante ne saranno accolte, ma ci siamo orientati per un contrasto abbasfanza rilevante nei confronti di questa realtà. Vorrei fare un passo indietro e riferirmi ai dati statistici che ho trasmesso a corredo della relazione. Non vi ripeto ovviamente tutto, però vorrei segnalare che nel periodo daI2002 al2005 abbiamo iscritto 465 persone per reati di cui all'articolo 416, cioè associazione a delinquere semplice, e ben 1012 pèr reati di cui all'articolo 416bis. Sono dati che danno un'idea credo approfondita dell'entità del fenomeno associativo all'interno del nostro distretto: parliamo di circa 1.500 persone su una popolazione complessiva che credo non superi i 350.000 abitanti tra Enna e Caltanissetta. Devo segnalare anche 433 iscrizioni per I'articolo 74 deIIa legge sulla droga: esiste infatti una notevole attività di spaccio di droga proveniente Aa útri luoghi ira che trova la sua destinazione finale nei nostri paesi. Abbiamo avuto anche 1.654 reafi aggtavati di cui all'articolo 7 della legge antimafia, quindi specificamente ascrivibili ad organizzazioni mafiose. In questo periodo sono andati in custodia cautelare 403 indagati ai quali vorrei aggiungere prudenzialmente almeno 150, o forse più, nuove misure cautelari che sono o richieste non ancora emesse dal Gip, ma per ubbiu-o ".ri un'idea buone probabilità, ancora lavorazione. Tutto ciò dòvrebbe dare dell'azione di contrasto svolta sul territorio. D'altra parte i mezzi a disposizione non sono illimitati, ci scontriamo continuamente, diciamo così, con la càperta troppo corta, se la tiriamo da una pafte ci viene a mancare dall'altra. Polizia, Carabinieri, Guardia di finarua e DIA fanno miracoli ma relativamente, perché un processo di questo genere richiede un'analisi atterfta di centinaia di pagin., di itrt"rcettazioni. per o in un solo processo di spaccio di sostanze stupeface"ii Ai recente hanno dovuto analizzare (dico hanno perché non mi occupo direttamente del processo) 12.000 inter c ettazi oni te I e foni che. In conclusione, credo che i dati esposti testimonino di un quadro abbastanza robusto di contrasto contro lamafia. Nel campo patrimoniale abbiamo 168 indagati per reati di cui agli articoli 12quinquies e l2-sexies. Nel campo della prevenzione abbiamo 433 procedimenti nel triennio. Vorrei fare una piccola digressione. Nel campo della prevenzione ci scontriamo con una situazione normativa estremamente negativa. pùrtroppo, non è ancora intervenuta la riforma: mi riferisco in particolare alla competenz a e aIIa pluralità di centri generatori della proposta di prevenzione. Attualmentè la proposta la possono fare un po' tutti: il questore, il direttore della DIA, il procuratore della Repubblica del luogo, e vi sono un altro paio di eccezioni. Non solo, vi è lastranezzaper cui la competenza è concentratadal punto di vista giudiziatio al procuratore della Repubblica del luogo di residenza; iI cÀe per le misure di prevenzione antimafia è una discrasia enonne. Faccio I'esempio di Gèla: il collega Ventura di Gela è competente a propone le misure di prevenzione nei confronti degli indiziati di appartenere ad associazioni mafiose, rispetto ai quali però non ha giurisdizione. Quindi noi facciamo il processo principale, gli trasmettiamo spero diligentemente e mi scuso se vi è stata qualche discrasia - cópia degli atti più importanti delle misure cautelari proprio perché possa confezionare questa misura di prevenzione ma, tutto sommato, è chiamato a gestirla nei confronti di soggetti verso i quali non ha giurisdizione e che quindi non ha posto direttamente sotto indagine. Il procuratore della DDA non può propolre analogamente. Credo che nel p.ogitto di riforma delle misure di prevenzione questo siaprevisto. Però il progetto non è stato ancora esitato. Quindi, ci scontriamo con questa discrasia che ciedó sia un piccolo ostacolo. Inoltre a Caltanissetta vi è la stranezza della zona di Niscemi cle, pur facendo parte dal punto di vista delle misure di prevenzione, da quello giudiziano appartiene a Caltagirone e Catania; il che crea fatalmente delie discórdanze e discrasie. Se mettiamo le cose a posto certamente non risolviamo il problema; credo però che quest'aspetto vada segnalato. PRESIDENTE. Si dibatte se estendere solamente al procuratore distrettuale il potere di attivare la misura di prevenzione patrimoniale o se attribuirla in via esclusiva. Vorrei conoscere il suo pensiero: estenderla significa creare un coordinamento con le altre procure, attribuirla in via esclusiva è altraiosa. MESSINEO. A rischio di apparire uno che tira I'acqua al proprio mulino - poi relativamente, perché non è questo il problema - Dio ru r. abbiamo bisogno di altro lavoro - credo che la soluzione di attribuirla in via esclusiva sia, come tutte, una soluzione ptatica. Le altre soluzioni quali l'atfribuzione in via concorrente richiedono coordinamento. Laddove si parla di coordinamento può capitare anche che questo non ci sia o non sia fatto in modo perfetto. Possono esserci-sempre zone d'ombra o sovrapposizioni. Sono per le soluzioni nette. Se dovessi optare càncentrerei I'azione di prevenzione esattamente come l'azionepenale. D'altra pirt"l'azionedi prevenzione non è altro che un altro binario separato dell'azione penale. La vecchia idea del soggetto pericoloso che deve essere vigilato in loco e quindi le autorità del luogo, come sappiamo rispetto al mafioso, il problema si pone in tutt'altra manieru. S. dovessi chiedere una modificala chiederei in tal senso. Però, non voglio con questo escludere le procure ordinarie che fanno un ottimo lavoro ed in questo campo sono altamente impegnate. Certamente, la situazione attuale per cui noì gestiamo tutto il processo ma non possiamo far nulla sul piano della prevenzione, soprattutto patrimoniale, non è ottimale. Noi possiamo fare misure patrimoniali soltanto ai cittadini nisseni. Questo c'impedisce di sviluppare determinatè indagini. I1 parlamento owiamente saprà trovare la soluzione giusta. Continuando nell'esposizione, abbiamo attualmente in corso tra corte d'assise e tribunali vari, presso i quali i nostri magistrati vanno come pubblici ministeri, oltre 40 procedimenti per reati propri della DDA, quindi reati gravi (omicidi, associazione per delinquere di stampo mafioso e quant'altro). Questo è un impegno ulteriàre soprattutto perché comporta spostamenti per tutto il distretto, che non sempre sono consoni all'attività di lavoro. Quanto ad Enna, parlerò brevemente essendo presente il procuratore della Repubblica e perché I'attività più specificatamente sul campo è affid ata al dottor Condorelli che ha una conoscenza davvero eccezionale di tutta la criminalità ennese e di Nicosia in tutte le sue variegate. Enna è una strana zorra. La criminalità ennese è ignota al grande pubblico. Dal punto di vista mediatico Enna non esiste come luogo di criminalità mafiosa, invece non è affatto così. Enna è un forte centro di criminalilà mafiosa tamifrcato nelle varie famiglie periferiche, una delle quali sarà certamente îota a tutti: è quella capeggiata dall'awocato Bevilacqua, che aveva I'ambizioso disegno di ricostituire il tessuto mafioso alf interno della frovincia. euesto dice della pericolosità del comprensorio. Lo stesso vale per Nicosia. Quanto ad Enna, vorrei segnalare una serie di pratiche estorsive agli stabilimenti della Valle del Dittaino, realtà produttiva abbastan zaradicata nell'enneJe. dove puntualmente arriva I'attività estorsiva nei confronti di queste imprese. Ho parlato delle tre componenti di Gela: Emmanuello Davide, Rinzivillo e stidda. Emmanuello Davide è uno dei grandi latitanti ma tutti gli sibrzi faui per individuarlo ed arrestarlo fino a questo momento non hanno dato esito. Abbiamo supportato adeguatamente questi sforzi con prowedimenti di intercettazione ambientale, perquisizioni e quant'altro fosse richiesto, ma i risultati, se sono stati buoni da un certo punto di vista perché abbiamo scoperto una rete di favoreggiatori, sono stati poi però carenti dal punto di vista della cattura del latitante. Ho già parlato degli appalti. Parlerò brevemente delf infiltrazione degli enti locali. Dobbiamo intenderci su cosa significa infiltrazione: secondo me il fenomeno delf infiltrazione diventa pericoloso e merita. un intervento deciso, quando si ha il sospetto che attraverso determinati individui che, per loro natura ed appart eÍrerrza, sono emanazione di gruppi criminali, I'ente pubblico (per lo più si trattadi enti locali, comuni e province ad essere il terreno dell'infiltrazione) possa o stia per essere condizionato nelle sue scelte autonome, cioè che la presa di possesso sia talmente intensa da orientare le scelte dell'ente. chiedo di proseguire in seduta segreta. (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore 10,3g). (I lavori riprendono in seduta pubblica daile ore 10,39). (Segue MESSINEOI. Negli altri casi a me noti, parlerei di presenze inquietanti in questi enti o comunque di infiltrazioni, ma non di condizionamenti decisi.ll caso che conosciamo tutti, pubblicato dalla stampa, è quello della Provincia di Caltanissetta, nella quale due dei consiglieri provinciali sono stati sottoposti separatamente a procedimenti. Non so dire in dettaglio perché uno riguardava due consiglieri uno originario di Niscemi, I'altro di Gela, se non sbaglio tal Di Giacomo, dove Jstato poi processato; quest'ultimo peraltro apparteneva aduna famiglia nella quale vi sono aitre inquietanti presenze mafiose. Non mi pare si posu parlare di un preciso condizionamento o di un'infiltrazione in tal senso quanto di una presenza. Vorrei che si procedesse alla segretazione. (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore 10,40). l0 (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore 10,s0.) il progetto di attentato che sarebbe andato a detrimento del sindaco Crocetta, un'intercettazione ambientale ha raccolto una conversazione singolare tra un malavitoso di origine lituana, Denisenko, e un malavitoso gelese, Di Giacomo Rocco, parente di Salvatore, facente parte del consiglio provilcjale.'La conversazione era un po' singolare; il primo vantava di possed.é uniorg anizzazione di biller, con un accenno ai corleonesi, ed entrambi parlano del sindaio Crocetta, dicendo che non gli sarebbe servito proteggersi con scorte, inferriate, scorte e (Segue MESSINEO). Circa lampade. Una conversazione abbastanza inquietante, anche se non veniva enunciato o programmato alcuno specifico atto illecito. In sostanza non vi era nulla da un punto di vista strettamente giuridico che consentisse di configurare un attentato o altro al sindaco Crocetta. Denisenko il giorno dopo questa conversazione venne fermato daIIa Polizia e siccome aveva un ordine di espulsione fu rimandato in Lituania e lì arrestato per partecipazione a una rapina o ad un omicidio. Quindi l,indagine, che continuiamo a condulre, si è arenata perché è venuto meno questo filo conduttore. Abbiamo quest'episodio storicamente collocato di conversazione tra due malavitosi avente ad oggetto il sindaco Crocetta) ma poi non vi sono state ulteriori emeîgenze che ci abbiano sollecitato ad altri e diversi interventi. Se non ci sono domande, per la parte che riguarda le stragi darei la parola aI dottor Di Natale, che ha condiviso con me -l'attività istruttoria,-che stiamo ancora conducendo, per illustrare 1o stato della situazione. DI NATALE.L'esordio non può che esser riferito a quell'articolo che avrete letto sul giornale di ieri, che non è stato da me provocato, in óui si parlava di allarme rosso in procura. Sono stati i giornalisti a contattarmi, ma la pto.rrtà di Caltanissetta, che ha in assegnazione i processi anche per i fatti che accadono a Palermo e che ha in gestione processi riguardanti ipotetici mandanti occulti delle stragi è in una grave sitùazione. Ha un organico di 19 unità, un procuratore e due uggi.nrti, pi: 16 sostituti. Un aggiunto manca in procura da circa due anni, perché il dottore Gi,ordana è stato prima in applicazione a Catania (dal dicembre 2003), poi trasferito alla DNA. Il posio del secondo aggiunto è in sofferenzadall'ottobre 2004. PRESIDENTE. Qual è la data della vacanza? DI NATALE. Sarà maggio 2004 o qualcosa del genere. PRESIDENTE. Quindi grosso modo un anno. DI NATAZE. Sì, più un anno precedente in cui è stato applicato alla procura generale di Catania; sono quindi quasi due anni che il posto ài aggiunto è vuoto. Dei 16 magistrati ne sono presenti 15, se non ricordo male,- di cui tre sono sotto trasferimento, quindi scendiamo a 12 unità. Per vedere un po' di lustro, scusate il termine, dovremo aspettare I'estate 2006 con un'altra fomata di uditori che potranno u essere assegnati. Successivamente credo ci sia il buio non ricordo, non sono stati celebrati concorsi per uditori più assoluto, perché se male -giudizini. PRESIDENTE. Sono stati banditi. DI NATALE.Ma tra I'essere banditi, I'essere svolti, I'essere assegnati, il tirocinio di 18 mesi, nelle zone a rischio e a trasferimenti come Caltanissetfa Ia situazione è abbastanza nera e penosa, anche perché, a prescindere dai tre colleghi con una certa anzianità,, gli altri sono tutti pulcini. Fatta questa premessa, che è importante perché trattiamo anche i processi per i mandanti occulti delle stragi, abbiamo intrapreso una serie di procedimenti. Dei procedimenti egregiamente gestiti dai colleghi che ci hanno pr..éduto e per i quali sono state ottenute molte condanne per stragi, sono rimasti dei rivoletti aperti o che si aprono di volta in volta. Per esempio, a seguito delle dichiarazioni del dòttor Genchi, che ha ipotizzato in uno dei dibattimenti del processo Borsellino la presenza di entità esterne legate possibilmente o probabilmente ai Servizi segreti, al Monte pellegrino, al castello Utveggio, abbiamo iniziato una grossa indagine volta a verificare il tenore di queste dichiaruzioni, cose ci fosse di vero, se sul Monte Pellegrino ci fosse stata una postazione del Sisde, che essendo collocata in direziotr. rullu via D,Amelio avrebbe consentito ad un ipotetico soggetto di premere un tasto. Non è stato facile owiamente portare avanti un'inchiesta di tale genere perché quando si cerca qualcosa che attiene ai Servizi ci sono sempre ostacoli. Queste dichiatazioni di Ginchi sono stat e attenzionate in merito ad alcune telefonate intercorse tra un soggetto condannato nel processo di via D'Amelio, Scotto Gaetano, e I'amministratore di una società sviluppo htalia, tale paradiso. Dai vari tabulati che il dottor Genchi aveva nei suoi computer, ci si è concentrati su due telefonate indirizzate, nel febbraio Igg2, da Scotto Gaetano a1l'utenza. prima della casa di Paradiso e immediatamente dopo al castello Utveggio, dove paradiso si trovava a lavorare. Queste due telefonate avevano insospettito óenchi, che ipotiz zava che Scotto Gaetano potesse tenere contatti con Paradiso e con il castello Ùtveggio, dove ci sarebbe potuta essere una sede dei Servizi. Abbiamo fatto una lunga inda-fine interrogando tutti i soggetti che potevano fornirci notizie utili ed è rimasto il éato oggettivo di queste due telefonate partite dal cellulare di Scotto, la prima a casa Paradiso, la seconda al castello Utveggio. Nulla di più siamo riusciti ad, accertare. In ipotesi il telefono di Scotto poteva essere stato dato in prestito a qualcuno. Abbiamo interrogato anche Scotto Gaetano, che si è rifiutato di rìspondere. La vicenda è stata archiviata. Tornando alle dichiarazioni di Genchi, abbiamo indagato a lungo sulla possibilità che sul Monte Pellegrino, a castello Utveggio, vi fossé una postazione dei Servizi, ma I'esito delle indagini è stato sostanzialmente negativo. Nonostante gli sforzi compiuti, nulla siamo riusciti ad accertare in merito. LUMIA. Nulla significa che il SISDE vi ha deffo che non c'è mai stata alcuna postazione, coperta o non coperta? t2 DI NATALE.LoTo dichiarano questo. Abbiamo esperito tutti i tipi di indagini che era possibile effettuare, anche con soggetti estranei. Sul luogo c'erano lnfatti una postazione della forestale e alcuni servizi tecnici della Telecom. Nessuno ci ha detto che sul luogo c'era una postazione del SISDE e che durante la giornata del 19 luglio la questione che c'interessava più in particolare - ci fossero state presenze estranee. L'ipotesi è plausibile: ricordo che Paolo Borsellino guardando la finestra della sua cucina, dove c'era una vetrata molto ampia, diceva alla moglie che avrebbero potuto fargli un attentato anche dal Monte Pellegrino che eru vii à vis. A prescindóre da quest'ipotesi, nulla ci dice che da quel luogo sia stato schiacciato if telecomando; d'altronde abbiamo dichiarazioni di un collaboratore di giustizia il quale riferisce che altro soggetto ebbe a dirgli: fortuna che chi ha premuto il tasto non ha avuto quel muretto che gli è caduto addosso. Queste parole c'inducono a pensare che chi ha premuto il tasto del telecomando fosse situato in una posizione vicina al luogo dell'esplosione. I comandi sono tali che avrebbero consentito anche di azionare una trasmittente e una ricevente sul Monte Pellegrino e dare I'impulso alla Fiat 126 parcheggiata in via D'Amelio. Al di là delle ipotesi vigenti, nulla ci ha confermato che questo possa essere stato fafto. D'altronde,l'affermazione del collaboratore ci fa pensare che chi ha premuto il telecomando fosse distante 200 o 300 metri da via D'Amelio. ttlMIA ?rosessualmcnte non è mai stato accertato tehesmande? il luogo dove è stato premuto il DI NATAZE. No, sono state fatte ipotesi sui luoghi compatibili con la postazione dei responsabili, ma non è mai stato individuato esattamente. LUMIA. I collaboratori su questo punto non vi hanno mai fornito inform azioni? DI NATAZ,E. No, perché le operuzioni sono state frammentate: ciascuno conosceva un pezzetto delle operazioni che andavano compiute. Non sappiamo esattamente chi ha premuto il tasto del telecomando. Sono investigazioni ché portiamo avanti e che possono essere utili, anche perché, su impulso della Direzione nazionale antimafta, abbiamo intrapreso un'indagine abbastanza complessa sulla fornitura di questi telecomandi. Premesso che per la strage di Capaci fu usato un telecomando simile a quello utilizzato per gli aerei o per le automobiline, il telecomando che fu usato per la strage di via D'Amelio è abbastanza sofisticato. È un prodotto della TELCOMA, che serve aIIe aziende per far funzionare le gru o per aprire cancelli a dist arua. Il telecomando fu trovato sul luogo della strage e abbiamo aperto un fascicolo atto a verificare come e da parte di chi awenne la fornitura di questi prodotti. i (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore 11,04.) (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore t 1,25.) 13 MESSINEO.Daparte mia, non ho altro da aggiungere. Se ci sono informazioni che la Commissione desidera avere rispetto a&nna, miglior referente è il dottor condorelli, a cui cedo la parola. il CONDOfuELLI- Si è accertato che I'organizzazione cosa nostra nella provincia ennese ha cinque famiglie con una lunga ftadizione mafiosa operanti nei óomuni di Enna, Piefrapetzia, Barrafranca, Villarosa e Calascibetta. Alf interno della provincia la situazione, dalla fine degli anni Ottanta, è sempre stata caratterizzata dallapresenza di un contrasto interno. Nel corso degli anni Nov anta, infatti, non si è riusciti ad esprimere concordemente all'interno della provincia,m tuppr.sentante provinciale condiviso dalle famiglie. Ad un certo punto, intorno alla mètà degli uorri No' anta, Giovanni Brusca impose come capo una specie di triumvirato (notizie che ci vengono dai collaboranti) costituito da Privitelli Salvatore, esponente di Barrafr anca, {a La Placa e da certo Mililli; tale triumvirato però ebbe vita breve. In realtà, non si riuscì ad esprimere un rappresentante provinciale perché nel 1992 si ebbe un fortissimo contrasto tra la famiglia di Barrafranca, cui era vicina quella di Enna, e quella di Piettaperuia, un contrasto in qualche modo collegato alle stragi. per la riunione in cui si doveva discutere delle stragi, infatti, Maàonia non óonvocò a palermo il rappresentante ufficiale della provincia, che era Saitta, bensì un certo Miccichè Liborio, astro nascente su cui Madonia Giuseppe, deffo Piddu (rappresentante provinciale di Caltanissetta ma che esercitava una forte influenza anche su Enna) contava. La strategia di Madonia era volta a cercare di controllare anche la provincia di Enna e (so, ma non posso approfondire il punto) quella di Agrigento àttraverso uomini di sua fiducia. LIIMIA. Quindi convocò questo Liborio Miccichè. CONDORELLI- .. e non Saiua Salvatore. A questi contrasti si aggiungono quelli derivanti da una grand'estorsione per la costruzione del nuovo ospòJale di Bn*, di cui si è parlato (le indagini sono ancora in corso, essendo state ripr ese grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia) anche in numerosi processi e ctre supera il mezzo miliardo; vi sarebbe stato, infatti, un ammanco di tale importo. Tutto ciò accentuò i contrasti interni e si arrivò così all'omicidio di Miccichè Liborio, cui fu dato risposta con I'uccisione di Saitta Salvatore. Da questa situazione tra le famiglie di Barrafranca e quella di Pietrap erzia, che sono quelle tradizionali, è deri,iata l'impossibilità, fino ad epoca recente, di esprimere un capo provinciale concordato. Dopo il 2000, intorno aI 2002-2003, si fa avarfti la figura di Bevilacqua Raffaele originariamente della famiglia di Banafranca ma molto vicino a Miccichè Liborio. Questo personaggio, dotato di un livello culturale molto superiore a quello della media dei mafiosi di Enna) eÍa stato già condannato nel processo "Leopaìdo,,, con una difesa molto accanita visto che il processo 'ol,eopardol' .ru nei confronti di 105 imputati e metà del tempo si è perso sull'awocato Raffaele Bevilacqua. Riesce ad ottenere I'annullamento della sentenza di primo grado e poi ia ofienere t4 I'annullamento - discutibile, ma non ha importanza - della prima richiesta di rinvio a giudizio per la sua apparteîenza all'associazione fino aI l992.Nel frattempo era stato scarcerato per decorrenza dei termini. Aveva avuto il divieto di dimora in Sicilia ed è ritornato aBartafranca intorno alla fine degli anni Novanta. Un po' messo daparte perché inviso alle altre famiglie, poi, piano piano si fa strada. Si era awicinato alla famiglia di Pietraperzia ed era inviso alle altre famiglie, in particolare aBarrafranca e ad Enna, le altre famiglie importanti. Sulla amfttia di Enna in particolare dirò brevemente due parole per non confondere troppo ie cose. Questo soggetto si fa strada con appoggi esterni che trova soprattutto a palermo e nel catanese. In pratica, iniziaun'attività di intercettazione che dà risultati positivi in quanto nel suo studio di awocato, anche se sospeso, progetta un omicidio di chi inizialmente non si sa. Nel frattempo viene arrestato Giuffrè, trovato in possesso di bigliettini di Provenzano; fatto questo noto. In uno dei bigliettini che Giuffrè deve mandare a Provenzano) troviamo una risposta: apprendo che I'awocato Raffaele Bevilacqua è una brava persona, può diventare prwinciale di Enna. Non è questa esattamente la frase, ma vengono poi sequestrati gli altri pizzini. Che cosa era successo in pratica? LUMIA. Quelli presi addosso a Giuffrè? CONDORELLI. Stiamo parlando dell'arresto di Giuffrè, awenuto nell'aprile 2002. Viene accertato che vi era stato uno scambio di pizzini tra Giuffrè e provenzano, in cui il primo fa da tramite con I'intervento anche di Virga, per sapere se può essere data l'autorizzazione a Bevilacqua Raffaele di diventare capo provinciale. Alla fine dal Proven zano, viene quest' auto rizzazione. BATTAGLIA. In che anno? CONDOfuELLI. 2002. Bevilacqua viene arrestato peraltro nel 2003; quindi la sua catica di capo provinciale ha una decorrenzamolto breve. Peraltro, nel frattempo, si apprende che I'omicidio progettato era quello di Calcagno Domenico. Si uppr.nd.-du notizie provenienti da altri uffici. Si cerca di evitare I'omicidio. Infatti -Calcagno Domenico come prassi, viene anche awisato e messo in condizione di tutelarsi. Vi sono accordi, ma Calcagno - non è il caso di entrare nel particolare anche se sono faffi dichiarati in udienza - apparentemente dice che si vuole allontanare e che si allontanerà; poi però non lo fa e non lo vuol fare, anche se era stato autorizzato a non uscire da casa e non firmare perché sorvegliato speciale. Questo Calcagno è un I esponente della famiglia di Enna avversa al Bevilacqua. Quindi viene ucciso. Il motivo - ancora sull'omicidio dobbiamo procedere - è che Òalcagno riscuoteva le estorsioni da alcune imprese senzal'autorizzazione del Bevilacqua Ruffu.l.. euesto è I'ultimo omicidio importante di tipo mafioso consumato in Ennà. Ve n'erano stati altri omicidi nel 2000 e nel 1999, i cui responsabili sono stati tutti assicurati alla giustizia e sono anche collaboratori, ma si riferivano a problemi interni alla famiglia di Btmu. Bevilacqua viene arrestato nel 2003 con un quadro probatorio a suo carico molto l5 pesante, a mio awiso, perché vi sono numerosissime inÍercettazioni nei confronti dello stesso Bevilacqua. Tra I'altro progettano, oltre all'omicidio, una rapina sventata ad Enna, con un imponente dispositivo cui, in qualità di capo provincialé, Bevilacqua aveva dato il benestare, mentre i rapinatori venivano da fuòri. Bevilacqua è originario di Barrafranca ma è una figura atipica perché non ha una sua famiglia, -u tò,ru ,rrt appoggio esterno in personaggi del palermitano e del catanese, ìn particolare di Caltagirone. PRESIDENTE. Parliamo di La Rocca? CONDOfuELLI. Ha colto nel segno. PRESIDENTE. Agrigento. In questo momento è emergente nel raccordo tra Catania ed CONDORELLI.Il discorso di Caltagirone peraltro viene confermato dai familiari del Calcagno che, interrogati dopo I'omicidio, riferiscono di sapere che Domenico era stato awisato ma che questi aveva paura di Barrafranca e di Òaltagirone. Il quadro di quest'omicidio è abbastanza chiaro. Nel 2003 viene arrestato. LUMIA. Lei ha parlato dell'appoggio a Catania su Caltagirone. E a Palermo su chi si appoggiava? CONDORELLI- Sulla corrente Provenzano che però non lo conosce personalmente. È curioso ma ha presumibilmente dei contatti anche con Bastiano Rampulla, soggetto del messinese, di Mistretta, comunque legato aProvenzano e a Ciccio La Rocca. In un primo momento nello scontro tra Vito Vitale e la parte tradizionale, Proven zano si era schierato con Vito Vitale ma - come ha dichiarato 1o stesso Giuffrè nel processo "Bevilacqua" - si era ultimamente riawicinato. LUMIA. Rampulla è stato coinvolto nella strage Falcone? DI NATALE. Era I'artifi ciere. CONDORELLI- Provenzano dice di non conoscere Bevilacqua, ma di aver chiesto informazioni prima di dargli il benestare. È curioso che -Bevilacqua durante le intercettazioni dica grosso modo: questo "scioccherello" di Giuffrè si è fatto arrestare con i pizzini e sicuramente c'è anche il mio nome. Una volta bloccata la figura di Bevilacqua con l'arresto - è stato anche sottoposto all'articolo 4l-bis - è in corso il processo - e malgrado il numero di elementi a sua difesa, essendo un awocato riesce a po11à 100.000 ostacoli scavalcando anche i propri difensori; comunque, seppur lentamente, il processo si awia alla conclusione, soprattutto per la felicità dei suoi difensori cui continuamente l6 telefona; speriamo di poterlo concludere a breve. Questa figura particolare di Bevilacqua dovrebbe scomparire dal quadro ennese. La figura tradizionale ad Enna era quella di Leonardo Gaetano, capo della famiglia di Enna, che riorgarrizzò completamente la famiglia di Enna tra il L999 e il 2000. Mise da parte i vecchi soggetti condannati e processati nel corso del "Leopardo" e riorgarrizzò con tre gruppi di nuove affiliazióni una nuova famiglia di Enna, che non copre solo la città ma gran parte della provincia.Lafamiglia è diEnna ma ha dei referenti e uomini d'onore in vari centri delia provincia, esattamente a Gela, Catenanuova, Valguarnera, Piazza Armerina e Leonforte. In ognuno di questi centri la famiglia di Enna ha uno o due uomini d'onore che a lorololta hanno dei loro awicinati. Quindi, ha una particolare struttura che consente di coprire più centri. Le attività della famiglia sono esclusivamente le estorsioni ed if controllo delle forniture di calcestruzzo e di inerti. Tutti i soggetti affiliati tra il lggg e il 2000 sono stati arrestai e processati nell'operazione e successivo processo cosiddetto "Parafulmine", nel corso del quale fu confiscato - la confisca è àa 1gmpo definitiva I'impianto di calcestruzzi alla società CalcestruzziDittaino, di proprietà del Leonardo in condivisione con altri esponenti mafiosi e altri uomini d'onoìe. La loro attività non è né la droga né I'estorsione ai piccoli commercianti, attività che nell'ennese sono opera di gruppi minori e non delle famiglie tradizionali di cosa nostra. Esse vivono chiedendo alle imprese percentuali sugli appalti ed imponendo inerti, calcestruzzo e movimento tetta, rappresentato quest'ultimo dalla ditta di La Delia Salvatore e del fratello. Costui è stato condannato due volte per associazione mafiosa nel processo "Leopardo". E' ora imminente la sua uscita dal processo. La ditta continua ad^ operare in mano al figlio, La Delia Rosario; credo, comunque, che la procura di Enna si stia muovendo sul punto, anche se non è facilissimo, trattandosi ii una ditta che risale addirittura al padre di La Delia; non è facilissimo parlare di una provenien za illecita dei mezzi. Si è potuta invece sequestrare la Calc estruzzo del Ditiaino perché è stata acquistata in epoca recentissima. ]ONADIO. Signor Presidente, mi consenta innanzitutto un saluto particolare alla Commissione antimafra, alla cui esperienzami sento molto legato. Mi trovo ora qui a presentare la posizione, le opinioni e le iniziative della Procura nazionale antimafia derivanti da una delega al coordinamento ed al collegamento investigativo del procuratore Vigna, risalente a settembre 2002 e proseguita ininterrottamente fino ad oggi. Preciso anche che, in relazione al distretto di Caltanissetta, la nostra iniziativa di coordinamento e collegamento vede anche una specifica attribuzione di deleghe al collega Alfonso relativamente ai temi delle stragi. Questo è il dispiegamentJdeile risorse impegnate owiamente anche in altri contesti. Il collega Alfonso è titolare del coordinamento e del collegamento in Catania ed io attualmente sono titolare del collegamento e del coordinamento a palermo. Relativamente aI distretto nisseno, inizialmente la nostra attività è stata orientata al recupero e all'analisi di reperti giurisprudenzialie di atti investigativi che sembravano e sono risultati utili ad inquadrare il contesto generale del i.no-"rro crimine. Successivamente, in relazione alla delega che mi fu cònferita, si è proceduto t7 all'elaborazione di un progetto di collegamento, secondo le attività proprie previste e disciplinate dall'articolo 371-bis del codice di procedura penale (ànaùsi, iaccolta e approfondimento dati e informazioni), finalizzite, nell'ottióa della procura nazionale antimafia, da un lato, alla circolazione delle notizie e alla verifica dei casi e delle circostanze propri del collegamento, dall'altro alf impulso in direzione dell'assicurazione dell'effettività dell'esercizio dell'azion p.rui.. partendo da questo progetto, si è proceduto ad una fase esecutiva. Che cosa prevedeva il progetto e cosa è stato rcalizzafo? Accennavo poco fa all'analisi dei reperti più significativi. Non ci si può discostare, relativamente all'ennese, dalle vicende del processo 'oGrande Orientè", rappresenta, in un dato "h. momento, sebbene risalente, un punto fermo per una radiografiuà"f contesto generale della mafia e di alcune organizzazioni diverse (gtoppi stiddari e gffii non perfettamente omologabili). Su Gela si assiste ad un'osmosi particol^armente significativa dal punto di vista criminale e criminoso. La vicenda di cosa nostra nell'ennese è strettamente collegata alla persona di Piddu Madonia, un corleonese di ortodossia ormai comprovata che, come accennava qualche collega, ha continuato ad esercitare un influsso anche al di là degli stretti limititerritoriali d-el nisseno, della sua provincia criminale, fino ad Agrigento, sicuramente su Gel a, attraverso moduli di comando. Uno è quello di cosa nostra ordinaria, nel rispetto cioè delle funzioni, della dislocazione delle famiglie e dei ruoli (quelli che i mafiosi chiamano gli omicidi regolari, quelli cioè che vengono effettuati dopo avere consultato tutta la linea gerarchica ed o.r.izzorÍale dell'organizzazione). Madonia esercitò questa funzione di organizzazione, promozione e direzione dell'organizzazione di cosa nostra, ma ha fatto e fece, anche in epoche risalenti, qualcosa più: ha fortemente caratterizzato la sua presenza criminale con una struttura di fedelissimi o di accoliti e un modulo familiare (persone a lui molto vicine, per rapporti di consanguineità o di affinità) che ha rappresentato una sorta di direttorio indipendente, peicerti versi, dalla ,i.rru piarta organica di cosa nostra. In sede di analisi abbiamo dovuto approfondire i temi di questa particolarità, seguire cioè le vicende del processo o'Grande Oriente", che tuttavia si scinde in una fase dinanzi aI giudice dell'udienza preliminare e segue due sorti diverse: la prima, generalista, riguarda gli adepti dell'organizzazione, in quanto tale, viene definiìa con giudizi e sentenze di condanna addirittura in sede di rito abbreviato; la seconda, molto significativa, finisce al tribunale di Gela e si rilevano significative criticità che ora sintetizzo, salvo volerle approfondire - determinate dàl mancato deposito della motivazione della sentenza di condanna di una pluralità di elementi di spicco nell' organ izzazione di Madonia. PRESIDENTE. Da quanto tempo? DONADIO. Da alcuni anni. Tornerò sull'argomento alla fine di quest'esposizione, laddove lo si ritenga meritevole. I1 dato è ormai asseverato e va richìamato perché ha determinato un gap, daI punto di vista sia della risposta de||'esercizio effett1o del potere politico dello Stato sia delle investigazioni, perché quella tolda di comando cui 18 accennavo in precedenza sembra essersi staccata e svanita nel nulla. Conoscete bene il problema di fondo del contrasto alle organizzazioni criminali. Abbiamo risorse ridotte, a fronte di uno spiegamento di affari e di temi investigativi estesissimo, occoffe quindi definire delle priorità ed esercitare in maniera organizzafa e razionale ciò che è esercitabile dal punto di vista delle investigazioni. Se ,f .r.uno situazioni di svuotamento di risultati di un processo e di un'indagine, il danno è duplice, perché bisogna dislocare nuovo risorse e questo non sempreè possibile. euesto dal punto di vista della struttura politica, dell'innervamento sul territorio di un'organi zzazîone che trova in Madonia suo indiscusso capo. Egli si presenta anche- con un profilo soggettivo significativo, perché è persona acculturata rispetto al dato medio della mafiosità locale, ha un'ortodossia corleonese, è uo-à dedito agli affari, ha collegamenti telazioni ambienti non propriamente mafiosi, quali quello industriale e quello vicino alle leve del potère e, non da ultimo" àA amùienti massonici. il e in NAPOLI. Che titolo di studi ha? DOI{ADIO. Credo sia un geometra, comunque un diplomato e il procuratore di Gela lo ricorderà meglio di me. La dimensione dell'organizzazione di Madonia è articolata e supera i confini del nisseno. Ci troviamo di fronte ad una struttura di cosa nostra ultra -attivarispetto al nisseno, non solo e non tanto nelle province mafiose finitime, ma soprattutto in altri contesti lontanissimi dalla Sicilia. Madonia gestisce per lunghi anni in maniera articolata e organizzata iI traffico della droga, pótenzia e svilupfa gli insediamenti, soprattutto di origine gelese che si sono formati in varie località ituliun. e anche all'estero. Si creano così dei poli di concentrazione criminale che sono ormai distinti: c'è un'area genovese, una milanese e verosimilmente una nel Nord-Est, attesa la circostanza non secondaria che il Madonia fu tratto in arresto in agro di Vicenza. Ma la dimensione di quest'organizzazione supera i confini nazionali. ó*. dimostrato da una tranche molto significativa di investigazioni della DIA di Roma, nel processo che riguarda i Rinzivillo, che dei Madonia sono accoliti di primo e importante livello e che, a loro volta, hanno innervato la loro organizzazione anche all'estero. al di là dei confini. A quest'allargamento degli affan criminali corrisponde una coerente politica di ripiego e di riciclaggio dei beni e dei cespiti che I'org anizzazione ha prodotto largamente nel corso degli ultimi anni. îale politicà di úorganizzizione e ricollocamento di questi cespiti è al centro di una pàrticolar e attenzilne da parte del nostro ufficio di procuranazionale, nell'ambito delle attività proprie del collegamento e del coordinamento, e, di converso, della direzione distreffuatè ai Caltanissetta. Su questo sì potrà tornare, transitando, ove necessario, al regime di segretazione dell'audizione. La fase del rilevamento dell'esistente ci condurrà a Gela e alle questioni connesse a questo triplice contesto di criticità. Area Madonia nel gelese vuol dire una traduzione afticolata nel gruppo Rinzivillo, che oggi ri trova collocato t9 prevalentemente nell'area della capitale, ma soprattutto nel gruppo Emmanuello e in varie formazione stiddare che, di volta in volta, hanno interagito con entrambi questi gruppi, fino a determinare, al di 1à dei conflitti armati, uia sorta di attuali pax maftosa, che è caratteizzata da una sinergia operativa soprattutto sul piano Oette estorsioni. Detto questo, in una condizione che dobbiamo ritenere allo stato positiva, cioè di azzeramento degli omicidi, nel nostro palinsesto si sono collocati dlgli obíeuivi specifici dell'attività di coordinamento. Il primo è stato individuato nell,analisi e nella raccolta di informazioni sui rischi di penetrazione criminale nel cosiddetto ciclo degli inerti, con il quale intendiamo una sorta di quadrilatero (che definirei subito mafioso, anche se non vorrei sembrare precipitoso, perché gli argomenti vanno dimostrati e non solo proposti), che comprende il tema della coliivazióne delle cave, il tema della produzione del calcestruzzo, il movimento terra e i materiali bituminosi. euesta è una sorta di economia politica di cosa nostra realizzatain concreto, o attraverso il diretto controllo delle imprese o attraverso fortissime pressioni nei loro confronti. Una volta che si rileva l'esistenza di una fortissima pr.siotr. nei confronti di un'impresa che esercita attività economica nell'ambito di questo cosiddetto quadrilatero, si iratterà di stabilire di volta in volta qual è il coefficiènte di resistenza dellasingola imprese, se non viene attaccata e contaminata owero se è costretta apiegarsi. Quest'attività di condizionamento può anche subire una sorta di geneti del rapporto "u- "uólurionè vittima-organizzazione criminale fino a determinare una vera e propria ufté*rru frnalizzata al riciclaggio e alla cogestione di affari leciti ed illeciti. Il nostro ingresso nel ciclo degli inerti nell'ennese e nel nisseno è stato fortunato perché ha incontrato particolare sensibilità nei prefetti che si sono succeduti alla guida dell'ufficio provinciale del governo di Caltanissetta e di Enna. euesto ha consentito di sviluppare una raccolta metodica e sistematica di tutti i dati ritenuti significativi in questo campo. Non entro nel dettaglio, perché può essere trascurabile la singola informazione, ma partendo da una somma ùguale a zero di inform azioni ritenute immediatamente fruibili sul piano del coordinamento e dell'ini ziativa di collegamento, siamo arrivati, dopo dieci, dodici mesi di lavoro all,individuazione di 12 contesti d'interesse investigativo e meritevoli di approfondimento. euesto mi pare un dato significativo. Owiamente si tratterà di lavorare e di trasformar e l,indiíizzo investigativo e I'indirizzo di coordinamento in vero e proprio fatto investigativo e processualmente rilevante. Ciò che mi ha colpito in verità è stata la sensazione di attraversare un territorio ancora vergine. Non posso infatti nascondere una sorta di sorpresa nel verificare come questo ambito degli inerti non era stato in preced"n i, in sede di prevenzione, adeguatamente affrontato. L'economia criminale di cosa nostra, quindi tutto il meccanismo di controllo degli appalti pubblici e dei lavori privati, poggia indiscutibilmente sul controllo di questo comparto. La vicenda sta subendo ulteriore e signif,rcativa evoluzione nel distretto di Palermo, ma quando quest'onorevole Commissione si occuperà di quel distretto la affront.r.-ò e forniremo ulteriori elementi. 20 Un altro contesto ineludibile per I'attività di coordinamento è I'area gelese. Gela, città di circa 100.000 abitanti, è sorta in maniera assai disordinata intorno ad un insediamento molto cospicuo in termini di valori economici assoluti, il sistema del petrolchimico, che si divide sostanzialmente in due grandi articolazioni operative a seconda del ciclo delle lavorazioni. Abbiamo ritenuto fondamentale affront are la questione di Gela nella sua irtferezza, dopo aver analizzato Ia fenomenologia criminale desumibile dagli atti processuali più significativi. Grazie AU collaborazione di una pluralità di soggetti appartenenti alla criminalit à organizzata, sono state acquisite significative informazioni che hanno consentito I'esércizio di un'attività di prevenzione apprezzabile. Resta da affrontare - e 1o si sta facendo - tutto il complesso nodo dei rapportitracriminalità e indotto dell'ENI. Mi permetto di ricordare al riguardo I'analoga esperienza di raccolta e di elaborazione di informazioni che la Commissione antimafia effettuò in relazione alla realtà dei cantieri navali. Quello dei cantieri navali di Palermo è stato, ed è tuttora, un paradigma positivo e significativo per decifrare la fenomenologia criminale. Tutti i dati attualmente disponibili lasciano intendere che nelf indotto pitrolchimico di Gela sia valsa la stessa regola di penetrazione criminale, sia purè con alcune varianti tuttora in corso di analisi. Nell'ambito della nostra attività, ex articolo 37I-bis del codice di procedura penale, abbiamo commesso allo SCICO del Comando generale della Guardia di ftnanza, una ricognizione sistematica dei fatti crimiiali più significativi e una ricostruzione del cosiddetto indotto. Ciò ha consentito alla procura nazionale di formalizzare alcuni processi di cui potremo, se si vorrà ulteriórmente pnlare. Vorrei affrontare ancora due temi. Il primo riguarda una specificità del fenomeno criminale nel nisseno e in particolare nell'ennese e nel gelese: I'import anza, a livello internazionale, del contrabbando di reperti archeologici. A questa problematica siamo giunti attraverso un procedimento deduttivo e non induttivo. Nell'ambito delle analisi dei cicli intemazionali del riciclaggio e della circolazione del denaro sporco, una pluralità di informazioni segnalavano che il circuito del contrabbando di reperti archeologici era un grande canale di riciclaggio. Poiché la letteratura scientifica individuava nell'ennese e nel gelese una vastissima arca di rapina di beni archeologici di grande interesse, abbiamo awiato un'analisi sistematica di reperti giurisprudenziali e, grazie alla collaborazione non solo della DIA di Caltanissetta ma soprattutto del procuratore di Enna - che siede accanto a me e che potrà ex processo riferire fatti e circostanze significativi - abbiamo ora affrontato questo nodo. Ci siamo proposti di verificare e di dimostrare che questo comparto del contrabbando internazionale Qter inciden^t un vasetto attico proveniente da Gèla viene pagato 500.000 dollari a New YotD potesse essere di interesse criminale, più specificatamente mafioso. I primi segnali - e su questo punto riterrei opportuno non andare oltre, riservandomi di fornire alla Commissione un'informazione più organizzata e articolata - sono positivi. Dall'area di Messina Denaro, il cui genitore Francesco aveva una particolare attenzione e particolare predilezione per questo comparto, ad altri esponenti di cosa nostra si è verificato un largo interesse dell'organizzazione e 2l non poteva essere diversamente considerati i valori in campo più che miliardari. Nel settore dei beni archeologici vi è stata la positiva collaborazione con il reparto dei Carabinieri addetti ai beni culturali e ne sono conseguiti risultati concreti. presso la procura della Repubblica di Enna sono state tenute due riunioni di coordinamento con il coinvolgimento di investigatori provenienti da varie Regioni d'Italia. euesto ha consentito un immediato scambio di informazioni e quindi un'attività investigativa sicuramente positiva. Un'ultima questione, connessa al tema gelese, riguarda le grandi latitanze. Relativamente al distretto di Caltanissetta vi è la questione fondamentale della catfixa del latitante Emmanuello Daniele, uno dei grandi mafiosi di seconda geîeîazione che si apprestano a riempire il vuoto - semmai e quando si verificherà - ónseguente alla scomparsa dei grandi capi della prima generazione, "in concolrenza" con àltri grandi capi, come Messina Denaro. Emmanuello Daniele è una sorta di primula rossa e, nei suoi confronti,Ia procura nazionale ha awiato una sistem atica unàlisi di tutti i reperti e i dati investigativi e, in collaborazione con la DDA di Caltanissetta, ha intrapreso una specifica attività di coordinamento con la presenza in città dei vertici dello SbO. Dal punto di vista della politica generale per la prevenzione e per I'ordine pubblico, mi permetto di rappresentare che la fine della Iatitanza di Émmanuello Daniele rappresenta condizione indispensabile per un'effettiva risposta, sul piano repressivo e preventivo, nei confronti di cosa nostra, soprattutto nel gelese, anche se la sua preselìza spaziain territori più vasti di quelli del distretto. auesto è il quadro che sft posto alla nostta attenzilne, nèIl'àmbito di un'attività di coordinamento sempre più ampia che passa attraverso I'analisi di atti processuali e il lavoro di osservazione delle investigazioni in atto; pertanto è un cantiere aperto, nella perfetta consapevolezza che il distretto nisseno è di primaria rilevanza dal punto di vista della pericolosità dell'organizzazione e che risentirà indubitabilmente dei nuovi assetti di cosa nostra, risentendo già allo stato di influenze provenienti daCatania e da Caltagirone. Quindi, c'è molto da lavorare. CARDINALE. Com'è noto, la provincia di Enna, fu un fatto storico regionale, essendo stata istituita settant'anni fa e divisa in due circondari, quello di Nicosia e quello di Enna. Il mio territorio è costituito da 10 comuni con una popolazione di circa 100.000 abitanti; gli altri nove comuni appartengono a Nicosia con una popolazione leggermente inferiore. La forza della procura è costituita da quatÍro magistrati, di cui uno è in aspettativa per maternità, e dal procuratore che svolge le attività connesse, non ultime le udienze che faccio volentieri e che ho scelto di fare. La realtà della provincia per quanto riguarda la mafta è stata ampiamente descritta dai colleghi. Noi ci siamo interessati alle misure di prevenzione. i{o pr.ro servizio nel maggio 1991 quando, a seguito di alcune vicende, laprocuraeîain una situazione di stallo. Ho quindi dato impulso alla situazione raggiungendo risultati, in rapporto alla popolazione e alla realtà economica, soddisfacenti. Consegno al Presidente della Commissione un prospetto, in cui indico le misure specifiche nei confronti dei soggetti che gravitano nell'ambiente mafioso e i prowedimenti adottati. Recentemente su mio impulso sono stati disposti i sequestri dei beni del già citato awocato Bevilacqua e di altri tre suoi sodali. Sempre su mio impulso sono state sequestrate con prowedimento emesso dal giudice di appello (in primo grado è stata rigettata la richiesta, mentre la mia irnEtgnazione è stata accolta; due società che, pur essendo intestate a un certo Calabrese, un mafioso condannato, in verità si dìce fossero del Madonia che, alla fine, sarebbe il destinatario del prowedimento ablativo. I valori totali dei beni sequestrati sono di entità economica molto modesta (2 milioni di euro) e riflettono la realtà economica della provincia che, come è noto, è una delle più depresse della Sicilia. E'tuttavia un segnale importante che i destinatari della misura siano i capomafia di Petraperzia, di Barrafrancà, gt esponenti delle due consorterie diPiazza Armerina e i sodali di piddu Madonia. Vi sono famiglie criminali non mafiose che agiscono e si comportano come famiglie mafiose, ad esempio, in quel di Villarosa. Mi riferisco ad esempio alla famiglia dei Nicosia, alcuni componenti dei quali sono stati condannati dal tiibunale di Caltanissetta per un traffico di sostanze stupefacenti, che investiva anche il resto d'Italia. Hanno subito la confisca dei beni nellbmbito del procedimento penale e per quelli in corso il sequestro dei beni sfuggiti al procedimento penale, pìrché ..uno acquisti successivi fondati prevalentemente sul riciclaggio dèg1 aiutì comunitari (sono imprenditori agricoli), delle false fatfinazioni e dell'indicaiione di animali che non hanno per ottenere contributi. Un settore a parte è quello del traffico dei reperti archeologici. I miei dieci comuni rivestono un particolare interesse archeologico. Tutti .onor.iu-o Morgantina e Piazza Armerina ma ci sono anche altri siti come Centuripe, Valguamera e Calascibetta che presentano tanti reperti; si tratta di zone piene ài riti archeologici non esplorati che vengono saccheggiati. Siamo al punto che la sovrintendenza effettua 1o scavo legale lamattina e la stessa notte il tombarolo scava e s'impossessa abusivamente del reperto. Recenti indagini, di cui hanno parlato anche i giomali, hanno consentito di individuare una persona di centuripe che deteneva otto chili di monete antiche per lo più non leggibili ed aveva creato alcuni coni per produrne delle false che poi vendeva a clienti veronesi in occasione di mostre pubbliche riconosciute. I clienti ritenevano di fare un buon acquisto, pagando 5.000 euro quello che ritenevano valesse 20.000 euro, prendendo, come si suol dire in termini molto crudi, il solito "pacco". Quest'attività dimostra che il fenomeno dei tombaroli è molto frequente. Seguendo una rogatoria internazionale siamo riusciti a trovare, ad esempio, dei vasi, sempre provenienti da Centuripe, a Monaco di Baviera. Non cito i fatti eclatanti awenuti prima che io prendessi servizio, come I'Afrodite di Morgantina che si trova in un museo americano e che non può tornare in Italia, gli acroHtì, che sono delle teste anch'esse provenienti da Morgantina acquistate all'estero, gli argenti di Morgantina, un'intera collezione che si trova pure essa in America. Sono fatti che risalgono agli anni Settanta; in tutte queste vicende era implicato un gelese, tale De Simone, ufficialmente impiegato della sovrintendenzama che di fatto lavorava contro di essa; ora abita in Svizzera, dove vive tranquillamente. Per I'asportazione illegale della Venere di Morgantina, che è una statua di due metri e mezzo con corpo di pietra e viso ed arti di ceramica, fu condannato dal tribunale di Enna un certo Canavese che era una specie passaggio. di doganiere che si trovava in Svizzera, al confine, e che ne favorì il Come ha ricordato il dottor Donadio, abbiamo instaurato (è stata una mia il nucleo tutela, che viene costantemente informato di tutti gli episodi che awengono nella mia zona e può quindi intervenire anche con attività d'indagine nel reperimento di questi beni. Naturalmente è danneggiato non solo il patrimonio archeologico ma anche il patrimonio artistico; la zona dell'ennese è soggetta a continui furti. Grazie alla sensibilità del nuovo vescovo, si stanno dotando tutte le chiese della diocesi diPiazza Armerina di sistemi di allarme, nel tentativo di bloccare tale pratica. Nell'ambito di quest'attività, ho chiesto ed ottenuto il sequestro di una villa del valore di un miliardo che un noto trafficante ennese, che da vent'anni svolge quest'attività relativa ad opere d'arte rubate prevalentemente aPiazzaArmerina . .À. poi ricicla, possedeva e possiede tuttora,tale Aguglia. Di mafia e politica hanno già parlato i colleghi: per quel poco di tempo da cui sono presente sul territorio, non abbiamo avuto fenomeni particolari. Per 1a verità, in occasione delle recenti elezioni, ci è stato segnalato che un certo Monachino, fratello del Monachino capomafia di Pietraperzia, era candidato e in effetti era così. Tuttavia, dalle informazioni raccolte questo Monachino è risultato estraneo alle logiche del fratello. Si tratta di un sindacalista impegnato che ha ottenuto buoni voti, ma frutto del suffragio personale e non dell'aiuto del fratello. Peraltro, la lista che appoggiava è risultata vincente perché il sindaco era un operatore scolastico, un'ex pi.rid., .mu donna che riscuoteva molto successo già da preside, molto impegnata nel sociale. I voti che hanno portato alla sua elezione sono riconducibili almeno in parte a lei. scelta) un rapporto con LUMIA. Ha preso mai pubblicamente le distanze dal fratello boss? CARDINAZE. Personalmente non 1o conosco, neanche so chi sia fisicamente, però dalle informazioni che ho chiesto in questura, all'ufficio Digos e al comandante della stazione dei carabinieri mi dicono tutti che non ci sono assolutamente rapporti tra i due fratelli Monachino condannati per mafia e il signore che è stato eletto. Recentemente abbiamo avuto un altro caso relativo a un candidato sindaco a Enna, coinvolto in questa recente elezione. Si è presentato tale Gloria Giuseppe, noto ai colleghi di Caltanissetta per essere stato inquisito in due processi diversi entrambi conclusisi con l'archiviazione. Più che un mafioso è forse un truffatore: ha riportato 200 voti, il che dimostra che alla fine non doveva avere una grande capacità di intimidazione o di raccogliere consensi collegata a questa sua fama. Mentre si candidava era proposto per misure di prevenzione; con un'ordinanza depositata I'altro ieri il tribunale ha rigettato la mia proposta per I'applicazione della misura di prevenzione, con una motivazione che forse può essere anche condivisa, nel senso che non esiste il requisito dell'attualità della pericolosità, atteso che i suoi erano contributi occasionali all'organizzazione mafiosa e non v'è prova di un suo ins erimento continuo ne I I' org anizzazione ste s s a. 24 LUMIA. Mi scusi, malamisura di prevenzione come istituto generale non si basa sul presupposto che il tribunale, almeno per come ci ha raccontato lei, ha eccepito. CARDINALE. Aveva anche precedenti penali che il tribunale fa risalire ad epoca remota e non ritiene nel suo giudizio (che valuteremo, perché abbiamo dieci giorni di tempo per impugnare) idonei a formulare un giudizio di attuale pericolosità sociale del soggetto. Ha riconosciuto una pericolosità preesistente ,nu tor qrell'attuale, che è il presupposto per l'applicazione di misure di pievenzione. Per il resto credo che i colleghi abbiano già detto; sono a disposizione dei commissari per eventuali domande. PRESIDENTE. Ha ora la parola il dottor Ventura, procuratore di Gela. VENTURA. Ritengo necessario rifarmi a qualche anno addietro. La procura di Gela è stata connotata da due diverse qualità di lavoro in due diverse fasi, l,una che va dal l99I (data d'istituzione della procura) al 1995-1996,l'altra che è quella degli ultimi dieci anni. La procura di Gela, istituita con legge del 1990, nel gennaio 1991 diventa operativa. In quel.momento la procura di Caltanissetta ci trasmàtte tutti processi i che riguardavano reati commessi a Gela, tra cui molti di mafia. pertanto, fino a quando non venne istituita la procura distrettuale nel novembre l99I ein ossequio alleìor-" transitorie abbiamo trattato tutti i processi di mafia che non erano giunti alla fase del giudizio. Ne trattiamo tanti, tant'è vero che, a seguito delle dispoiizioni transitorie, abbiamo ottenuto per i processi residuati circa cinquanta ergastoli in cui la pubblica accusa era rappresentata della procura di Gela. Si tratta di cinquantu .rgurtoli per omicidi, senza contare le condanne che abbiamo ottenuto per reati ai sensi dell'articolo 416'bit sempre con la procura di Gela che rappresentava la pubblica accusa. Si badi, molti di questi ergastoli riguardavano tre o quattro omicidi. euindi abbiamo trattato circa 80 dei 200 tra omicidi e tentati omicidi commess i alla data dell'istituzione del tribunale di Gela. Come dicevo, si tratta non solo di senten ze di condanna per omicidio ma anche per reati ai sensi dell'articolo 416-bis. La condanna piu grave per quest'ultimo tipo di reato, nei confronti di Madonia Giuseppe e Iacolano Salvatore, è stata emessa dal tribunale di Gela e I'accusa era rappresentata dalla procura di Gela. Tale sentenza ha condannato il Madonia a 1S annidi reclusione e Iacolano Salvatore ad anni 8 di reclusione. LUMIA. Per Madonia,la condanna più severa è questa? Non ha ergastoli? I/ENTURA. Se ha avuto condanne per omicidi non 1o so, ma per reati di 416-bis, per il tribunale di Gela, è stato condannato nel lggg a 15 anni di reclusione. Si badi òhe Madonia era stato alla fine degli anni Ottanta il capo indiscusso di cosa nostra e Iacolano il capo indiscusso della Stidda: quindi, entrambi i capi sono stati condannati rispettivamente a 15 e a 8 anni di reclusione. La sentenza è del |ggg e come si sa ancora non è stata ancoîa depositata lamotivazione. 25 PRESIDENTE. Questa dunque è la famosa sentenza per la quale manca la motivazione. Ci può fomire gli estremi esatti della sentenza e i nomi dei magistrati che dovrebbero depositare la irotiv azionee, se possibile, le ragioni di questo ritardo? CARDINALE. Le ragioni non le so. Il magistrato relatore, o estensore, è stato trasferito a Milano, adesso fa il sostituto a Milano, ma pare che gli orgurí deputati all'azione disciplinare sono stati informati. PRESIDENTE. Risulta che siano stati presi prowedimenti? CARDINAZE. Non lo so; il collega è stato trasferito dal 2000. DI NATALE. Da notizie non ufficiali, pare che il collega continui a Milano, nonostante da cinque anni non depositi farc il sostituto a ... CARDINALE. DaII' 8 luglio 1999. DI NATALE. ... una sentenza per la quale sono stati scarcerati soggetti come il cognato di Madonia, oltre alla sorella, alla moglie, ai nipoti, Barbieri Alessandro e quant'altro, che adesso sono tornati tutti a Gela perché hanno avuto delle misure i_nterdittive personali; sono stati al Nord e adesso stanno rientrando uno per uno a Gela. PRESIDENTE. Procuratore, la prego di fornirmi dopo gli estremi della sentenza e del collegio che la compone e del magistrato estensore. VENTURA. Certamente, signor presidente. Non abbiamo condotto solo questo processo di cui all'articolo 4I6-bis, ma abbiamo condotto il processo vecchio rito "Alabiso più 50", in cui ci sono state severe condanne; in quel caso però le sentenze sono state motivate. Una volta esauriti questi procedimenti, che avevamo incamerato a seguito delle norme transitorie, non ci siamo più occupati di mafia se non per le misure di prevenzione per le quali siamJ dipendenti dalla procura distrethrale. La legge del 1965, infatti, si applica nei confronti degli indiziati di reati; pertanto, non potendo procedere nè avendo la possibilità di individuare gli indiziati di reato, attendiamo le informazioni dullu pro.*u distrettuale, che ci invia tutte le richieste di rinvio a giudizio per reati di cui all'articolo 416-bis del codice pènale e all,articolo 74 dellalegge sulla droga; in questi ultimi tempi ci sta inviando anche le misure cautelari che àfiiene, sempre per reati di cui al citato articolo 416-bis. Una volta che ci pervengono questi atti, automaticamente, non facciamo uit o òn" iscriverli nel registro delle misure di prevenzione, facciamo la propoita basandoci sugli elementi raccolti sia per le misure cautelari sia per il rinvio a giudizio e contemporaneamente, date queste disposiiioni ai sostituiti, facciamo la delega alla Guardia di frnanza per indagini patrimoniali e bancarie. certe volte aspettiamo sei o otto mesi, quasi sempre le indagini patrimoniali sono negative, in quanto i mafiosi gelesi, secondo me, sono veramente nullatenenti, t ur-" qualcuno."Le misure patrimoniali sono pertanto limitate; a plrte il fatto che la iegge prevede la nostra competenza a proporle nei confronti di persone che risiedono del nostro territorio. misure sono subordinate all'esito Le delle indagini bancarie che - npeto - sono da noi fatte a vasto raggio ma molte risultano negative. Dispongo di uno specchietto. Non so quale sia statól'esito perché spetta al tribunale-sezione misure di prevenzione di Caltanissetta prowedere. Non siamo neppure competenti a presenziare, nemmeno a farc appello, tanto meno a fare impugnazione. Ci siamo occupati dei reati ambientali. Su questo fronte abbiamo ottenuto dei grandissimi successi e molte sentenze di condanna; non si è potuto arrivare a condanna per altre perché il reato ambientale è previsto come contrawenzione, per cui il termine di prescrizione arriva presto. è una discrasia. I reati ambientali Quesia sono ttattati come contrawenzioni e non come delitti, per cui il termine è molto corto e non sl puo arrivate alle sentenze. Occoffono indagini soprattutto tecniche, che si dilungano moltissimo e spesso non arriviamo a conclusione. Quanto alf indotto dell'EM, abbiamo proceduto da qualche settimana a richieste di rinvio a giudizio nei confronti di pirronuggi che la procura distrettuale aveva perseguito ai sensi dell'articolo 416-bis, ma sembra siano stati assolti. Procediamo contro costoro per il reato di truffa (articolo 640-bis)nei confronti dello Stato, perché pare che, sebbene non ufficialmenie, i gestori, gH ímministratori delle società che ricevono appalti dall'ENI (tali Ciufolo e Lisciante)]ancorchè non risultino amministratori di queste aziende, operano tuttavia in queste ito5. società e consorzi d'imprese, facendo truffe al fine di ottenere benefici nr.uti non indifferenti, senza comparire mai. Abbiamo ottenuto tutto questo con elementi per legittimare una richiesta di rinvio a giudizio. Un altro fenomeno che merita di attenzionato è quello dell'usura che purtroppo si presenta attraverso i processi giudiziari in maniera molto modesta. pèiO, indipendentemente dalle carte processuali, è un fenomeno molto diffi.rso, anche se di difficile accertamento per la mancata collaborazione delle vittime che negano pure I'evidenza più solare. Tuttavia, qualche processo è in corso ed alcuni sono in fase di giudizio e entro luglio si avrà la sentenza. Soprattutto abbiamo perseguito anche per usura i fratelli Di Giacomo, oltre che per rcu-bio di voto, p.r rr*u e turbativa d,aste. Qualcuno di loro, mi sembra sia stato Orazio, ha chiesto il patteggiamento e l,ha ottenuto. Sugli altri due, Salvatore e Rocco, invece siamo un.óru in iase di indagini preliminare. Nei confronti, se non sbaglio, di Rocco abbiamo proceduto al sequeitro di un grande complesso turistico, attraverso I'operazione.o.idd"ttu ,,Imperium,,; il sequestro è tuttora in corso. Da notare che dei fratelli Di Giacomo uno è stato eletto consigliere provinciale nella stessa tornata di elezioni, I'altro consigliere comunale e che entrambi sono stati eletti alla grande. Quanto ai teati edilizi, I'aspetto più grave è che si ottengono le sentenze di condanna con conseguente ordine di demolizioni, ma non si- riesce a fare una demolizione. A parte il fauo che il comune non si costituisce mai parte civile in questi processi di reati edilizi. Quando si tratta di eseguirle, il comune non fa la prescritta dichiatazione di interesse pubblico per poter procedere alla demolizione: l'abbiamo richiesta ma sono passati anni e non si àecide a fare queste dichiar azioni. Molte altre demolizioni non sono fattibili tecnicamente; per molte altre,se fattibili, il comune non trova un'impresa disposta ad appaltare I'opera. CRISTALDI. Il comune di Gela non si costituisce parte civile? 27 VENTURA' No. Da quando si sono fuse le due procurc,trattiarrro anche reati edilizi non mi risulta. e PRESIDENTE. E raro che il comune intervenga per reati connessi alla violazione della normativa urbanistica. Il problema è il passaggio successivo che è più importante e che riguarda la demolizione. VENTURA. Sul reato più importante, la strage di Gela, il comune si è costituito e abbiamo ottenuto una sentenza dicondanna. Vi sono quindi difficoltà ad eseguire le demolizioni, in parte perché, se disposte, il comune non riesce a trovare Iimpresa che si aggiudica ii relativo lavoro; in altta parte perché non sono fattibili .rr.nào presente, ad esempio, un altro piano legalmente costruito; in artra parte ancora p..óhe p., iu maggiór parte dei casi ci siamo rivolti al Genio militare, che ha fatto i soprùluoghi pJr"37 demolizioni e ha risposto che sarebbe disposto a demolire a .ondiriotté cúe gh versiamo somme onerose' di cui non siamo in grado di dispone. Abbiamo infattilcontattato il prefetto per chiedergli dove sia possibile prelevu.é p.t pagare il Genio militare che è disposto ad operare 37 demolizioni. ZUCCARO' Saluto e tingrazio il Presidente ed i componenti di questa onorevole Commissione per avermi convocato e quindi dato modo di esprirri.r., sia pure in modo sintetico, le caratteristiche della criminalità, ,opruuùo con particolare riferimento ai fenomeni più collegati a quello mafioìo nell'ambito del mio circondario, che comprende quasi esclusiva*"nt. la provincia nord di Enna, anche se insiste il comune di capizzi, ricompreso nella provincia di Messina. La presenza di famiglie mafiose non è assolutamente comprovata nell,ambito degli 11 comuni che compongono il mio circondario anche ,.,'.o-. ricordava il collega Condorelli, in Agira e in Leonforte sono presenti rappresentanti degli adepti alla famiglia mafiosa di Enna. Capizzi risente in maniera plsante della prJsenza'di insediamenti mafiosi nella zona soprattutto del tortoriciano; vi ,órro quindi infútrazioni piuttosto pesanti in Capizzi e nel circondario soprattuuo per quanto attiene al fenomeno delle truffe e delle frodi comunitarie, che p.rre hanno una loro notevole rilevanza. A Regalbuto la presenza di fenomeni di delinquenza associ ata è legata soprattutto alla vicinanza a cataniapiuttosto che ad Enna. Quanto alle misure di prevenzione che sono I'aspetto della mia attività più collegato a quello della repressione del fenomeno mafiosà, non abbiamo famiglie àei rappresentanti di spicco della mafia nel circondario di Nicosia. pertanto, non è stato possibile acquisire elementi utili per la proposizione di neanche una misura di prevenzione di carattere patrimoniale. Nonostante gli accertamenti fatti, sarebbe stato assolutamente privo di fondamento una proposta in tal senso. Ci siamo limitati all'aspetto investigativo interno alla mia procura con riferimento ad un fenomeno usurario, ma allo stato abbiamo desistito daì proporre la misura perché la sentenza del tribunale di Nicosia, così com'è stata motivata, tionca le gambe allo Stato su questa ipotesi. Ma contro questa sentenza abbiamo interposto appello e ci aspettiamo di acquisire ulteriori elementi in tale sede, prima di valutare un'eventuale proposizione di questa misura. Premetto che dirigo la procura di Nicosia dall'ottobre 2001, quindi alcuni mesi dopo I'insediamento del collega Cardinale nella limitrofa pro.rrru di Enna, con la quale ci scambiamo la maggior parte delle informazioni. Detto ciò, per il resto, sono state proposte nove misure di prevenzione di carattere personale nel quinquennio 2000-2005 con un'elevatissima percentuale di accoglimentó (otto su nove). In riferimento alle altre attività collegate al fenomeno, quanto meno della delinquenzainforma associata, vi sono gli incendi e le estorsioni agli stessi collegati. Il circondario di Nicosia è prevalentemente agricolo; quindi la rnaggior parte d-elle attività economiche hanno base agricola. Per la sua estensione è un territorio in grandissima par:te extraurbano, quindi di difficile controllo da parte delle forue dell'ordine. Ciò determina un notevole allarme sociale perché vi sono fenomeni come gli incendi collegati ad estorsioni ma anche fuiti nelle aziende agricole che sono mal sopportati dagli agricoltori e dagli allevatori della zona. Questo La determinato varie riunioni in prefettura ad Enna per cercare di sensibilizzare ulteriormente le forze dell'ordine e per comprimere il fenomeno. Purtroppo, in mancanza di una reale collaborazione da parte dei soggetti interessati che lamentano il fenomeno ma che non forniscono elementi sufficienti, le forze dell'ordine spesso non sono in grado di contrastarlo. Dicevo, incendi legati a fenomeni estorsivi. Come ricordava il collega Condorelli, le estorsioni nei confronti di commercianti o di agricoltori del mío circondario non sono da attribuire in misura prevalente a -famiglie mafiose storicamente consolidate, ma più che altro a gruppi criminali che, con metodi mafiosi, aspirano ad acquisire dei profitti da un territorio a vocazione agricola. La maggior parte degli autori di tali incendi collegati a fenomeni estorsivi non risultano é*.t storicamente appartenenti a famiglie mafiose, anche se hanno un passato criminale di tutto rispetto soprattutto nei reati contro il patrimonio. Ho con me un prospetto statistico, che metterò a disposizione della Commissione per la conzultazione specifica dei dati. Altro fenomeno che presenta dei collegamenti con la criminalità associata è quello dell'usura. Per questo tipo di reati, se ne occupa il collega Condorelli, abbiamo delle indagini, ma aspettiamo che la procura di Caltanisseffa- abbia ultimato la fase sommersa delle indagini (intercettazioni e quant'altro), prima di agire, così da non nuocere alle indagini, perché si tratta di fenomeni di vaste dimensioni. Credo di non avere nulla altro da aggiungere di sostanziale, salvo essere a disposizione per domande o richieste di chiarimento. PRESIDENTE. V'invito a prendere appunti sulle domande che verranno poste dai commissari. Naturalmente se non doveste essere in grado, per mancanzadi elementi e dati, di rispondere oggi, potrete farlo successivamente con una relazione scritta. Prego i colleghi di mantenersi, nel rivolgere le domande, quanto più possibile nell'ambito dei dieci minuti previsti nell'Ufficio di presidenza. 29 LUMIA. Signor Presidente, ringrazio i nostri ospiti per la mole di lavoro e per gli spunti interessanti che hanno messo a disposizione déi commissari. Approfittà AeiU loro preziosa preseÍuza per formulare unà serie di domande su mafta e sistema di relazioni con I'economia e la politica. Quali sono i contatti di Madonia con il mondo economico imprenditoriale, quello massonico e quello politico? Un clan di tale portaase non ha rapporti con la politica non può certo raggiungere una posizione apicale come quella registrata nella provincia di caltanissetta ma anche in altre province. Pongo la stessa domanda in_merito alla provincia di Enna, per Bevilacqua e la famiglia Leonardo. Un membro di tale famiglia dovrebbe essere collaboratore di giustizia: quale contributo sta offrendo per fare chiar ezza intomo alla organizzazione e alle proiezioni economiche e politiche della stessa? Tornando alla provincia di Caltanissetta, vorrei dei chiarimenti sui Rinzivillo. I rappresentanti delle fotze di polizia ci hanno riferito che i Rinzivillo hanno una protezione grazie al collegamento con i Madonia, essendone la partepiù fidata lnche sul piano nazionale e intemazionale. In cosa consistono questi rapporti? Cosa ci potete dire su un recente matrimonio celebrato in provincia ài Ennu, con intrec ci tra famiglie a livello di testimoni? eual è la vostravalutazione? Sempre le forze di polizia hanno riferito che Emmanuello è pericoloso, ma stanziale, locale, incapace di avere unaproiezione al di fuori del suo ambito. Mi è stato invece segnalato che Emmanuello ha un proiezione verso la provinci" oi Ragusa, zona del vittoriese, nella quale si sono creati dei vuoti all'interno delle otganizzazioni mafiose grazie alle operazioni della polizia giudiziaria e delia magistratura, e che c'è stato un riawicinamento a Próv unl, tenuto conto che quest'ultimo mantiene sempre rapporti anche apparentemente "nstrani, ibridi per evitare di avere solo una direzione di radicamento (i Madonia). C'è dunque un rapporto con In caso di risposta affermativa, come viene gestito quello tra Emmanuello e Rinzivillo? Vorrei avere informazioni su alcune vicende imprenditoriali che coinvolgono Emmanuello? questa provincia, anche in rapporto con quella di Enna. (I lavori proseguono in seduta segreta alle 12,52.) (I lavori riprendono in seduta pubblica alte 12,55.) (Segue LUMIA) Nel sistema idrico i soggetti sono sempre gli stessi. C'è un,attività investigativa in corso? C'è un'azione di coórdinamento regionàI. le altre DDA? "on tessile Potete aggiornarci sulla presenza economica nell'area del polo di Riesi e in quella del petrolchimico di Gela? Come ipofizzate si sia sviluppato in questi anni il sistema delle collusioni, il cui abbattimento creerebbe vantaggi énormi prr it rapporto legalità-sviluppo in un territorio? Per quanto riguarda le stragi, potete fornire alla Commissione gli appunti o il diario sia di Falcone sia di Borsellino? Presidente, le chiedo di formàl iziare questa richiesta, in modo tale che, nella sua attività d'indagine e d'inchiesta, la Commissione possa formulare una sua valutazione e avere un quadro più approfondito. Avete fatto un'elencazione dei punti, tanti diceva il dottor Méssin.o, utrràra non chiariti? Sarebbe importante conoscerli ai fini della nostra indagine, che si muove su binari diversi ma potrebbe fornire dati interessanti. Cosa potete dirci sul caso Ilardo? Qual è la vostr a valutazione? Avete una lettura aggiornata di Prover:zano con riferimento ai collegamenti in questa provincia e alla latitanza? Quale tipo d'attività state svolgendJ in ordine alla catfura di Provenzano che insieme a quella di Emmanuello è fondamentale? Sono emersi rapporti con Matteo Messina Denaro? Quando avete parlato di Catania non ho capito a quali seffori facevate riferimento. Quale rapporto ci sarebbe con i La Rocca di Caltagirone e con I'agrigentino? NAPOLI' Anch'io trngrazio per le relazioni prodotte e mi appresto a porre delle domande anche abbastanzasemplici. Innarui tutto, vorrei sapere se I'attività economica a Caltanissetta giustifica la presenza di un numero così elevato di sportelli bancari, se I'attività mafiósa è legata solo ad estorsioni o incendi e le risor.é ..ono-iche del territorio sono abbastanza scarse. Iln numero così elevato di sportelli bancari farebbe presumere lo svolgimento di attività di riciclaggio. sono in corso delle indagini a tal proposito? Come il collega Lumia, chiedo maggiori informaziòni rispetto a eventuali indagini in corso sul polo tessile di Riesi. Vonei sapere se è possibile che dietro i numerosi frnanziamenti vi sia anche la mafia e se esistono casi nei quali essa riesce a diventare padrona dell'impresa. Al di là dell'intervento mafioso attraverso le estorsioni, il movimento terra, gli inerti e quant'altro, visti tutti gli altri oneri che gravano sul mondo imprenditoriale, vi sono casi in cui I'impràa legale è stata costretta, per problemi di usura, a cedere completamente I'attività ad rÀ esponente mafioso? Nella ttatta di esseri umani, che mi pare essere prevalente nel distretto di Gela, ci sono anche neonati? In Calabria purtroppo è emersa anche questa presenza. Vorrei sapere qualcosa sugli appalti di Gela, relativi al palazio di giustizia e aI palazzo dello sport, e sulla gestione dell'ATO idrico. E in atto qualche controllo o qualche indagine sul fatto che le prime due gare sono andate deserte? Come il collega Lumia, vorrei sapere qualcosa in più rispetto all'ATO rifiuti. per quanto riguarda fli appalti in genere, si ha il sentore che esista ancora il tavolo di tiattatirr. àtto*o-ul quale siedono esponenti della mafra, esponenti della politica e imprenditori? Non è stata menzionata la presenza della mafra a Niscemi. euali sono attualmente i latitanti? Quanti collaboratori o testimoni di giustizia esistono in provincia? È possibile che il fenomeno degli incendi, anche se non numerosi nel tempo, abbia legami con I'attività della forestale, dietro la quale possono nascondersi anche interessi mafiosi? (I lavori proseguono in seduto segreta alle ore 13,05.) (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore I 3,06.) 3l CRISTALDI. Desidero formulare alcuni quesiti relativamente alle affermazioni e alle considerazioni svolte questa mattina, che collego con le indicazioni e le opinioni riferite ieri da altri interlocutori. Chiedo di conoscere se vi sia una strategia economica della criminalità organizzata nella provincia di Caltanissetta, r. ,r.tigu esercitata una pressione criminale sull'economia spontanea oppure vi sia la tendeiza da parte dell'organizzazione criminale a occuparsi di un r.ttoì" piuttosto che di un altro. Non vi nascondo che ho parecchi dubbi su alcuni aspetti, soprattutto quando li collego a situazioni territorialmente non molto distanti da Caltanissètta. Vonéi capire, per esempio, se nel campo della raccolta dei rifiuti vi sia un interesse culturalrnente imprenditoriale della criminalità organizzata. Avete avuto modo di riscontrare pressioni o controlli di gare nel sistema della raccolta dei rifiuti e di utilizzo dei mezzi? Ho la sensazione che quest'aspetto sia stato sottovalutato dagli interlocutori che abbiamo avuto finora. Si tratta di una mia impressione oppure si ritiene che il problema della raccolta dei rifiuti che giunge all'ATO sia marginale per la funzione e il ruolo della criminalità organizzata? La questione riguarda anche I'ATO idrico. Dal punto di vista politico abbiamo appreso che sono stati sostituiti il presidente e il direttore generale dell'ente, fondamentalmente per motivi di opportunità. Vorremmo capire se il motivo di opportunità è legato ad antipatia o a collegamenti diretti o indiretti con la criminalità otganizzata. Se questi due soggetti siano stati rimossi per motivi di <<interesse giudiziatio)), è stato possibile verificare se la funzione di questi due elementi abbia inciso in maniera perversa oppure I'ATO idrico è un incidente nel quale sono capitati i due soggetti in questione? ( I lavori proseguono in seduta segreta alle ore 13,09.) (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore I3,I L) MISURACA. Mi associo ai complimenti per la rclazione svolta e per il lavoro effettuato in questi anni dalle varie procure, in particolare quella di Caltanissetta. Considerate le preoccupazioni espresse dal sostituto Di Natale sul personale, credo che il grido d'allarme non emerge soltanto dalla stampa; la Commissione sarà sensibile e vicina alle esigenze della procura. Sono d'accordo con il procuratore Messineo quando afferma che I'arrivo della Commissione è stato preceduto da una campagna giornalistica nel merito della quale il procuratore non vuole addentrarsi. Apprezzo il suo equilibrio: ognuno ha il proprio compito e la propria comp etenza. Alla politica spetta la buona e sana amministrazione, alle procure e alle forze di polizia il lavoro di investigazione. Il procuratore Messineo ha fornito un quadro aggiornato delle vicende di Caltanissetta, con particolare riferimento all'oper azione "Leopardo" e alla riorganizzazione del sistema criminale mafioso" itr modo particolare quello del vallone, con la ripresa delle estorsioni. (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore I 3,I3.) 32 (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore 13,14.) MISURACA). Ritengo invece che il controllo c'è, come ci hanno riferito ieri le forze di polizia, citando I'esempio di un protocollo di legalità stipulato con le aziende territoriali ospedaliere. A mio awiso, quando un amministratore afferma che (Segue manca un maggiore controllo sugli appalti o chiede aiuto (in tal caso bisogna capire e domani gli chiederemo il perché di tale richiesta) o qualcosa è sfuggito;l controllo dello stesso amministratore. Ieri sera ci è stato riferito che, dopo la revoca che il presidente della provincia ha effettuato nei confronti del presidente delegato dell'ATOidrico, è stato cànsigliato di rivolgersi alla procura. Immagino abbiate sentito tutti; questo è quanto è-stato riferito dal presidente della provincia . Le notizie apparse sulla stampa indicano che la revoca che egli ha effettuato sia frutto della paura di infiltrazioni mafiose. euali dubbi vi ha esternato? Vorrei anche capire, sciògHendo qualche mio dubbio, peìché nell'ambito della sostituzione si è parlato deil'ÀTo idrico come di un momento di sottogoverno delle forze politiche. La vostra sensazione è che si tratti effettivamente di un sottogoverno o che ciò sia collegato anche alla revoca del direttore generale dell'ATO idrico' di non facile sostituzione, non essendo stato concesso già per un precedente incarico il nullaosta da parte dell'amministrazione di u? Sappiamo tutti che il direttore dell'ATO idrico rappresenta la figura principaie "u:rrrpit"n per lo svolgimento delle gare; considerato che due ne sono andate deserte, si andrà óra ad una tet za tt attativ a priv ata che one stamente mi de sta qual che p erp I e s s ità. Veniamo alle truffe, ai reati nei confronti della pubOiica amministr azione, in modo particolare della Regione, dello Stato e della Comunità europea. E síato evidenziato che le truffe sono molte, non solo nella procura di Caltanissetta ma anche a Nicosia segnatamente nei confronti della GEA, così come awiene in provincia di Caltanissetta. Più specificamente, mi rivolgo ai responsabili della procura di Caltanissetta. Oltre a quelli previsti dalla legge n.488 del lgg2 abbiamo visto cospicui investimenti sui patti territoriali e sul patto per I'agricoltura che, vedi caso, sono coordinati da società a partecrpazione pubblica del cómune di Caltanissetta e della sua provincia regionale, che hanno compiti di istruttoria nonché di rilascio di nulla osta per la concessione delle anticipazioni. Visto che si tratta di società pubbliche, vorrei capire se la procura si è mossa o meno in tal senso. Ultima domanda. I1 dottor Donadio nel corso del suo intervento ha parlato di ambiente e di un monitoraggio che è stato effettuato. Ieri sera ci è stato riferito - ma non ho capito se siano le due stesse cose - sia dalle forue dell'ordine che dal prefetto, che è in corso un progetto pilota che vede la collaboruzione della prefettura di Enna e di quella di Caltanissetta ai fini di un monitoraggio sulle cave, il cui risultato però è ancora da leggere. In vista dei cospicui finanziamenti (non ultimi quelli connessi alla gara per I'ammodernamento della strada statale n. 640 che da Agrigento anivasolo a Canicattì, essendo la secondaparte ancora in fase di progettarione; arriveranno in "6e questa provincia, certamente vi sarà un certo allarme sul territorio di tre o quattro province. Come il sostituto procuratore Di Natale sicuramente ricorderà essèndosi JJ occupato di varie inchieste sull'emergenza idrica, la costruzione della diga Blufi è stata bloccata a seguito di un prowedimento riguardante gli inerti. potete darci qualche indicazione al riguardo? Per quanto riguarda infine le banche, mi associo alla curiosità espressa dagli altri colleghi. DIANA. Signor Presidente, formulo alcune brevi domande. La prima è relativa all'attività estorsiva. Mi ha colpito il livello di prelievo del racket non troppo oneroso rispetto ad altri territori. E' una realtà praficata nei confronti di tutte le imprese o vi sono comportamenti differenziati a seconda del livello delle varie imprèse? Cosa awiene in particolar modo nel caso di grandi imprese non locali? Leggevamo di un numero abbastanza elevato di attentati incendiari a Gela. In generale, questi lttentati vengono praticati per vincere una resistenza da parte di coloro che sono vittime dei tentativi di estorsione? C'è un tessuto di società civile che resiste in modo forte? L'imprenditore che ha collaborato con lapolizianei mesi scorsi lo ha fatto con I'aiuto dell'associazione antiracketnata a Gela? Qual è la realtà del racket nelle campagne, considerafa la particolare natura del territorio nisseno? Le aziende sono sicuramente più esposte, più isolate: quanto si è diffuso quindi il racket nelle campagne? Circa I'usura, vorrei chiedere al dottor Zuccaro, se possibile, di fornirci, anche in seduta segreta, altri elementi rispetto a quelli che ci ha già duto. Per quanto riguarda le banche, la pres enza di tanti sportelli è il sintomo solo di un interesse di mercato a raccogliere liquidità in questa provincia, come veniva già chiesto da altri colleghi, oppure tra i tanti istituti bàncari ui rono presenze che non si limitano esclusivamente a funzioni di raccolta di denaro presente sul territorio? Per quanto riguarda la lotta ai patrimoni e le indagini sulla ricchezza della mafra, ci sono indagini per esempio sui conti particolarmànte alti nelle banche del nisseno? Una domanda relativa ai reperti archeologici. Ci veniva detto che c'è una sorta di centrale di traffico e smistamento di reperti archeologici: ci riferiamo solo a reperti locali o dell'intera regione? Qual è la dimensione di quèsta centrale di smistam.nto . di traffico? Circa gli inerti, un'attività classica della criminalità è quella di impossessarsi di questo settore e delle cave. Siccome è capitato già in altre regioni italiane di accertare che le autorizzazioni non sempre erano in piena legalità, c'è o c'è stata qualche indagine sulle autonzzazioni di queste cave e, cÀiaramente, sui titolari delle medesime? Infine, veniva fatto un cenno circa ipotesi di nuovi filoni d'indagine relative alle stragi. È un lavoro che svolgete in ru.rordo con la DNA o sono in consid erazione solo qui, nelle procure siciliane? PRESIDENTE. A completamento di una delle domande formulate, mi chiedevo se non sia possibile avere un dato percentual e in relazione agli incendi con riferimento a ragioni collegate ad un'alta reauività sociale (ad esempio: si verifica una lite e si incendia una macchina), ovvero al racket delle estorsioni. Sembra, infatti, che in particolare a Gela se ne registri annualmente un numero particolarmente elevato, dell'ordine di centinaia di casi. CEREMIGNA- Ho un paio di domande da fare ma soprattutto delle richieste di chiarimenti perché tra I'udienza di ieri e quella di oggi ho notato alcuni elementi che dovrebbero essere ulteriormente approfonditi. La prima questione è relativa a mafta e appalti. Bisogna procedere a un chiarimento perché ieri il comitato per I'ordine pubblico e la sióurezza ci ha riferito che, se c'è un processo che riguarda gli appalti, potendo suddividere, con una brutta espressione, a monte e a valle la situazione, I'interesse precipuo della mafia è quello di intervenire a valle, non partecipando più alle questironi a monte. Nella relazione che il procuratore ci ha inviato si evince invece che la mafta interviene e in modo molto importante anche a monte, nella selezione cioè delle ditte che dovrebbero o potrebbero partecipare, nell'aggiustamento delle offerte, degli sconti e via dicendo, proprio per non assicurare la oomessa a posto" ad, appalto aggiudicato ma prima. Gradirei questo chiarimento anche in relazione a quanto rilevava il dottor Dònadio sulla famosa questione degli inerti. A mio awiso, infatti, si dovrebbe parlare piuttosto di una saldatura tra queste due fasi. La seconda richiesta riguarda I'affermazione - fatta ieri e ribadita oggi, ma che dovrebbe essere ulteriormente spiegata - secondo cui I'incidenza della pre-ssione del potere mafioso sulla città di Caltanissetta sarebbe relativamente minore e più trascurabile rispetto a Gela, Riesi, eccetera. Tale valutazione, collegata al fatto cheìia ieri che oggi si è praticamente affermato che tutti pagano iI pizzo, richiede un chiarimento. Considerato che Caltanissetta ha circa 63.000 abitinti, poco meno di Gela, chi riscuote il pizzo se tutti 1o pagano? Francamente, mi sembru .iuno poche le 15 persone note delle quali ha parlato il procuratore. Sempre in quest'ambito, vi è un altro elemento da chiarire tra ciò che abbiamo saputo ieri e quello che ci è stato riferito oggi. C'è stata negli ultimi tempi una sorta di pax mafrosa tra cosa nostra e la stidda, un patto di non aggressione. Vi risulta, come mi è sembrato di aver capito, che le due entità continuano ad essere orgogliosamente distinte oppure cominciano a fare squadre comuni? Secondo me questó è un aspetto molto importante da capire dal punto di vista della filosofia delle due realtà malavitose. Terza questione: i collegamenti di Sembra che nella realtà provinciale non di arrivo ma di smistamento dell'immigrazione che sbarca a Lampedusa e in altre località della Sicilia I'unico fenomeno emergente sia stato quello relativo al lituano, richiamato sia ieri che oggi. Sappiamo invece che in tutte le altre realtà della Sicilia esiste un'attività di mafie intemazionali (albanesi, cinesi, nigeriane). Vorrei sapere qualcosa di più su questo fenomeno qualora sussista nell'ambito della provincia. Condividendo e facendo mie le richieste del Presidente e della collega Napoli sugli istituti di credito, faccio presente che nella provincia c'è una concentrazionè di sportelli bancari che assomiglia molto a quelli svizzeri, eppure non siamo inSvizzera. Poiché le catanere internazionale. agenzie non vengono aperte per essere inattive , 382 sportelli bancari nella ?5 provincia significano che non vi è soltanto una forte presenza dell'economia mafiosa della criminalità organizzata, ma anche una forte incidenza dell'economia sommersa, in nero, come si suol dire. Vorrei che ci forniste qualche vostra considerazione sull'economia sommersa, perché altrimenti non si dovrebbe arrivare a una tale consi stenzanumerica di sportelli bancari. Nella vostra rclazione leggo: "Anche altri sistemi di rivelazione delle anomalie economiche quali la segnalazione delle cosiddette operazioni bancarie sospette operano in modo stentato ed episodico, fornendo un numero di dati affatto adegìato alla identità dei fenomeni illeciti sottostanti.". Vi limitate a fareuna fotografrao ivete da segnalare alla Commissione antimafia delle negligenze del sisteÀa creditizio, posto che per legge le operazioni bancarie sospette dovrebbero essere tempestivamente segnalate. Ci si limita a fotografare la stentata ed episodica fornitura di dati o si evidetuia anche qui un elemento sul quale intervenire? LUMIA. Dottor Messineo, sulla stampa è emerso che stavate indagando, per la parte che può competere a Caltarrissetta, sulla vicenda "talpe" di Palenrìo; può aggiornarci sullo stato delle indagini. Gradirei anche che ci forniste qualche notizia su San Cataldo dove vi è una zona industriale e sul tipo di pr.r.nru mafiosa che c'è sul territorio di Butera dove ci è stato riferito che vòrrebbero fare una zonaproduttiva, nonché sulla zona di Campofranco dove vi è un comune capofila di un mandamento e veniva segnalata una particolare presenza maf,rosa dei Vaccaro e degli Schillaci. In questa provincia vi risulta la presenza nella gestione del frigo-macello dei fratelli Giaconia, già indagati per mafra a Palermo essendo delle Madonie? In caso affermativo, vorrei sapere se è in corso un'attività d'indagine e conoscere la vostra valutazione su tale presenza. Su Gela state procedendo néi confronti del presidente della squadra di calcio, Romano, coinvolto in un altro procedimento? euanto alla vicenda del lituano, avete interessato con una rogatoria la Lituania, vistà anche il flusso di gelesi che investono in quel Paese? Con riferimento a tale flusso è ip otizzabile un' attività di riciclaggio ? PRESIDENTE. Completo il quadro delle domande procedendo per ftash. Enna e Caltanissetta certamente non póssono definirsi tra le pro,ritró. che sono all'avanguatdia nell'attività economica, nel PIL della Sicilia à ,o*,rnque d'Italia. D'altra parte, si tratta di zone caratterizzate dalla presenza diffusa e radicata sul territorio di varie famiglie mafiose anche di antica tradizione ed emerge anche una serie di investimenti in attività di riciclaggio, che mi raffiguro prevalentemente fuori provincia o comunque all'estero, posto che grossi acquisti in una zona ad economia depressa sarebbero facilmente individuabili. A fronte di ciò si registra anche una notevole presenza di sportelli bancari. Vista la discrasia logico-economica di questa situazione, si può ipotizzare che i proventi siano tali da cónsentire tale capacìtà di arricchimento? In teoria famiglie mafiose che insistono su territori di gràn lunga superiori dovrebbero avere proiezioni considerevolmente più ampie . io-rrrqi. 36 anche le attuali condizioni economiche di questi clan sembrerebbero condizionare d'obbligo tale ambito. Quanto alla diffusione del racker delle estorsioni, si è parlato di una ripresa delle attività in alcune zone (San Cataldo, Milena e altrove). Cio significa che prima non veniva riscosso nulla o cos'altro, vista questa diffusione endeÀica capillare sul territorio? Alcune zone sono considerate eserrti da queste attivitèL? (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore I3,3g.) (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore 13,39.) (Segue PRESIDENTE). Vorrei avere notizie anche sulle indagini relative sia all'appalto per la realizzazione degli uffici giudiziari di Gela, sia agli attentati o agli atti intimidatori nei confronti della Croce rossa, sia agli .rpon.nti del partito;i Rifondazione comunista che hanno sporto denuncia per illeciti di vario g.n.r. o per condizionamenti mafiosi nelle vicende relative all'ATO rifiuti, all'ATO idrico o ad altro. Desidero avere sin da ora informazioni sull'attentato incendiario nei confronti del figlio del presidente Tinebra e sapere se le indagini si stanno svolgendo ad ampio raggio. Gradirei notizie sui procedimenti ex artiòolo 11 del codice di procedura penale, che riguardino le talpe ma anche su eventualialtnprocedimenti pèrreati di competenza della Commissione antimafia, che vedano indagati magistrati ài palermo. Infine, come considerate, sotto il profilo giurisprud enziale, la còsiddetta ,,messa a posto"? Come un favoreggiamento, un concorso esterno o viene imputata o considerata sempre e comunque nell'ambito del reato di estorsione in quantoìl timore reverenziale è tale da non avere necessità di esplicazione diretta ma da indurre già preventivamente il soggetto a comportarsi di conseguenza? Ricordo che in caso di un'eventuale mancanza dielementi a vostra disposizione potrete trasmettere successivamente una relazione scritta ed evitare quindi ài fo-ir. necessariamente una risposta che potrebbe essere framment aria edinsufficiente. Comunico che alle ore 14,30 incontrerò la rappresentante della Croce rossa e che sono invitati ad assistere tutti i commissari che vonanno farlo. La seduta è sospesa. (La seduta, sospesa alle ore 13,45, è ripresa alle Presiden za d,el viee presidente ore 1s,50.) CEREMIGNA PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori. Comunico ai componenti della Commissione che ho autori zzato il procuratore di Gela ad andare via perché stava poco bene e non era in grado di sostenere I audizione del pomeriggio. owiamente risponderà a tutte le doÀande che abbiamo rivolto con una relazione scritta. JI Chiedo al procuratore distrettuale di dividere le risposte ufficio, inrclazione alle attività d'indagine svolte. fra i magistrati del suo MESSINEO. Approssimativamente ci siamo già divisi la materia. Il numero ed il carattere dettagliato e puntuale delle domande ci hanno creato grossi problemi di analisi ai fini delle risposte, quindi chiedo scusa in anticipo se la mia esposizione sarà caotica, imprecisa e carente. Mi riservo comunque di fornire tutte le risposte in un successivo scritto. Intanto affrontiamo i principali argomenti, con l'awertimento che Iatrattazione relativa ad un argomento dovrebbe esser ritenuta valida rispetto a tutti coloro che hanno rivolto domande sullo stesso. (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore r s,53.) (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore 16,20.) MESSINEO. Il Presidente aveva formulato alcune domande sui pentiti. La nostra direzione distrettuale antimafia gestisce 90 pentiti; quelli di nostra fertinenza, perché si sono pentiti presso di noi, rappresentano un numero inferiore, stimabilé sulla trentina. I testimoni protetti sono pochi, due o tre, non di più. I pentiti, ripeto, sono 90. NAPOLI. E i latitanri? MESSINEO. Non ho i dati sul numero dei latitanti perché la loro ricerca non è di nostra competenza, se non per I'eventuale rilascio di prowedimenti di intercettazioni o di perquisizioni. DI NATAZE. Ne abbiamo comunque principalmente uno, che è Emmanuello, poi cerchiamo anche Provenzano. MESSINEO. La nostra attenzione si rivolge alla ricerca soprattuffo di Emmanuello e di Provenzano. Siccome la domanda mi è stata rivolta da molti, colgo I'occasione per parlare di Provenzano. Di recente, come sapete, ha avuto luogo I'operazione ,,Grande mandamento", svolta congiuntamente con Palermo; vi spiego in cósa consiste. Anni fa abbiamo osservato che Provenzano si serviva di ,ntu rp"óie di linea di corrieri per trasmettere i suoi cosiddetti pizzini. Seguendo queste persone ne abbiamo ,"op"rt. altte, con un giro molto complicato e tortuoso che toccav a tre o quattro prorrirr.", entrando anche nella provincia di Ragusa per poi risalire verso Palermo; un sistema di comunicazione apparentemente tortuoso ma che probabilmente aveva e ha lo scopo di consultare varie persone lungo il percorso e quindi di dare luogo ad una sorta di discussione: era come una teleconferenza fatta per iscritto con i pizzini. per circa tre anni, forse quattro, abbiamo intercettato tuffe le comunicazioni cercando sempre il terminale finale, Provenzano, perché pensavamo che I'ultimo messaggero awebbe 38 dovuto portarci a lui. Ad un certo p|'|lrLw, punto, r,r\rpu dopo quaLuu quattro aluu, anni, aoDlamo abbiamo oeclso deciso ol di dare il via, sempre d'accordo con Palermo, all'operazione complessiva. Ci siamo trov:ati però nella necessità di scegliere: o andavamo addosso all'ultimo messaggero per prendèrg1 i pizzini o aspettavamo fino all'ultimo, sperando che ci portaiÀe da provenzano. Abbiamo optato per questa seconda scelta perché, in fondó, avevamo già i pizzini; purtroppo però non ha awto esito felice dal punto di vista deilà cattura di Provenzano. Ha avuto un'ottima ricaduta con la cattura e la messa in custodia cautelare di numerosissimi favoreggiatori di Provenzano a vario modo implicati in consorterie mafiose. La ricaduta complessiva dell'operazione è stata positivà ma non ha consentito la cattura di Provenzano, per la quale owiamente ci siamo subito riattrezzati, ma non è un lavoro semplice da nessun punto di vista. PRESIDENTE. È stato utilizzafo I'istituto del fermo di pubblico ministero? MESSINEO. Sì. Non potevamo ricorrere alle misure cautelari perché i tempi non sarebbero mai stati congrui, anche perché una volta rilasciata la misura cautelare bisogna eseguirla e i viaggi awenivano a scansioni di circa un mese. PRESIDENTE. La mia notazione derivava dalla circostanza che purtroppo I'attuale sistema comporta un notevole lasso di tempo tra larichiesta del pubblico ministero e il prowedimento del giudice per le indagini prelimin an, senzaioler assolutamente addebitare nulla a quest'ultimo, perché gli arrivano all'improwiso migliaia di carte e il suo ruolo non può evidentemente essere quello di un sernplice passacarte. Tuttavia rimane il rischio dell'inattualità della custodia cautelare quando succedono fatti del genere. MESSINEO. A maggiore ragione in un caso di questo tipo in cui non governavamo tempi dei passaggi. i LUMIA. Perché I'ultimo passaggio non si è consumato? MESSINEO. Abbiamo aspettato I'ultimo passaggio, intervenendo in termini di fermo. LUMIA. D'accordo ma perché non vi è stato poi I'ultimo passaggio che, come lei ha rilevato, aspettavate vi portasse a provenzano? MESSINEO. Non c'è stato; alla file si perdeva perché la rete si impantarravadove apparentemente nessuno veniva più a ritirare i pizzini che apparentemente erano tenuti dall'ultimo messaggero. Parliamo di indagini difficilissime perché si svolgevano in aperta campagna, in territori dove era difficilissimo òccultarsi; comunque, I'osservazione dava questo esito: nessuno veniva a ritirare i pizzini. Si è deciso quindi di intervenire su coloro che li avevano veicolati, ma è mancato I'ultimo spezzone. Questo è lo stato della ricerca di provenzano. 39 Sempre per parlare di argomenti che hanno attirato I'interesse generale, il polo tessile di Riesi consiste di sette o otto imprese (owiamente per il nostro livello ma che in Lombardia sarebbero considerate poco più di laboratori artigianali), gestite da un certo signor Capizzi. Quest'ultimo, come molti imprenditori, ha cominciato a manifestare ad un certo punto una serie di difficoltà (pagamento del personale, chiusure, cassa integrazione e quant'altro). A noi queùa-parte non interessava; abbiamo avuto però fondati sospetti che il signor Capizzi non fosse proprio un imprenditore limpido e abbiamo awiato un'indagìne. (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore r6,27.) (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore 16,30.) MESSINEO. Venendo alle banche, prendo atto che ci sono 382 sportelli bancari e che in effetti si tratta di una concentrazione piuttosto elevata, anchì bnendo conto del fatto che siamo un popolo di risparmiatori. È possibile che la presenza di tutte queste banche abbia a che vedere con la criminalitàórgarizzata, èpóssibile cioè che essa si serva di alcune di queste banche (ipotizzare che tutte le bànche siano inquinate mi sembra sopra le righe), ma il nostro problema non è disegnare progeffi, è càntrastarli ma per farlo abbiamo bisogno di elementi di prova. Tornó a-ripetere che non possiamo fare indagini esplorative: non posso tur.ur. la soglia di una banca e chiedere al direttore di farmi dare un'occhiata alle carte perché sono alla ricerca di conti sospetti. Dobbiamo arrivarci per altro verso, dobbiamo avere un'ipotesi di reato consolidata e poi fare i riscontri sui documenti della banca. (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore I6,3L) (I lavori riprendono in seduta pubblica aile ore 16,33.) MESSINEO' Lo stesso discorso va fatto per gli appalti. Anche lì, non possiamo andare a sederci in ogni sala dove si celebra un appalto e cominciare le nostre inOagini; interveniamo dove ci sono segnalazioni. Non siamo però alla preistoria perché abbiamo due strumenti tecnici (di cui si è parlato oggi, ma forse è un po, sfuggito) che aiutano abbastanza' Il primo è I osservatorio dei pubblici appalti istituito presso il Ministero dei lavori pubblici in collegamento con la Procura nazionale antimafia. Quest'osservitòrio coglie gti inaici di anomalia di un appalto: può essere un po, tutto; ad esempio, I'eccessivo numero di società partecipanti è di solito indizio di qualcosa à" no' va. euando in un appalto si presentano in 400, pur considerando che if momento è brutto per tutti, vuol dire che qualcosa non va; l'osservatorio, dunque, segnala le anomalie. S-iamo poi in grado di usare un secondo strumento di lavoro, di cui ha parlato il collega Donadio. Nelle province di Caltanissetta J di Enna (ma mi risulta che si stia estendendo anche alla provincia di Palermo) è stato fatto un rilievo capillare con tutti i mezzi possibili e immaginabili, con elicotteri, sul terreno, con le camere di commercio, incrociando dati di ogni sorta, ru t rue le cave, lé torbiere, gti impianti ai calcesttuzzo, le imprese di fornitura di cemento, insomma -tutto quello che fomisce elementi per le costruzioni. abbiamo un panorama di base - da aggiornare con le nuove emergenz. - di chiunque può fornire elementi nelle due province. Se compaiono nomi cle non dovrebbero esserci abbiamo così titolo ad intervenire. Questo àgevola moltissimo il controllo dei cantieri perché già sappiamo chi ha diritto a starci. Non vorrei sembrare ottimista: tutto questo sembra facile da fare ma per controllare un cantiere è necessaria per 40 parecchi giorni una compagnia di carabinieri o un reparto equivalente; lo si può fare quindi miratamente una o due volte, non certo 200. NAPOLI. Non avevo alcun'interuione di chiedere alla magistratura di sedersi al tavolo, ci mancherebbe altro. Chiedo solo se esiste ancora il tavolo di concert azione di appalti al quale si siedono imprenditori, politici e mafi a, senza andare al periodo retrodatato. MESSINEO. Un tavolo di questo genere deve pure esiste, è una necessità fisiologica, altrimenti il sistema non potrebbe funzionare còn la fluidità dovuta. Ad oggi però-non le saprei dire chi è il capo di tale tavolo. È probabile che Provenzano abbia assunto in proprio la spaftizione degli appalti, saltando i tavoli ed utilizzando la sua presa sull'ambiente nonché tutto ciò che possiamo immaginare decida direttamente sull'assegnazione, cercando di contemperare i vari È possibile cioè che a "qnilibri. questo tavolo triangolare, che un tempo vedeva la partecip azione àei soggetti indicati, si sia sostituito un altro mezzo. Ne parlerà il dottor Condorelli, ma in [ualche caso abbiamo rilevato influenze di soggetti politici per I'asse gnazione di singoli appalti; ciò non significa però un'inflienza costante o l'àpertura di un tavolo e quindi .ú. ua ogni assegnazione d'appalto si procede in tal Le influenze cironó ma non mi -oào. sembra che si sia tornati ai tempi di Siino o di Salamone. È una fase più di cautela, comunque di una gestione più diretta da parte di cosa nostra attraverso provenzano che ha saltato gli intermediari. Questa è la mia sensazione ma dati indicano quest'intervento di politici. Il fatto che gli appalti sono gestiti nella massima cautela e silenzio e che nessuno si lamenti nè pretenda alcuncfrà A pensare che le cose siano spartite in questo modo. La mafia usa mille sistemi per aggiudicarsi gli appalti; non sappiamo perché i una volta ne usi uno, un'altra volta un altro. Non agiscono r."otrdo una logica immediatamente conoscibile e comunque non ce lo dicono. In certi casi chiam ulOO ditte a saturare I'area dell'assegnazione; in altri manda via le ditte; in altri ancora fa assegnare ad uno qualunque I'appalto e poi si presenta per avere il movimento terra e quanto gli interessa. Non esiste una logica costante nei comportamenti perché alla mafia non interessa costruire le cose ma ricavarne profitto; pài C di scarso interesse chi le costruisce. (I lavori proseguono in seduto segreta alle ore 16,39.) (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore 16,42) Mi è stato chiesto delle talpe di Palermo. Quando è emerso il possibile coinvolgimento di magistrati nella vicenda della rivelazione dei segreti d'ufficio, la procura di Palermo ci ha rimesso il numero di atti, di intercettazioni e di (Segue MESSINEO). dichiarazioni verbali necessarie per iniziare I'indagine . Iniziata I'indagine, interrogati tutti i protagonisti, sentiti i personaggi di interesse abbiamo ricavato la convin zióne che i due magistrati che hanno visto propagandato il loro nome sulla stampa non 4l avessero avuto nessun protagonismo per una serie di motivi esposti nella richiesta di archiviazione da noi inoltrata. Siamo ora in attesa del vaglio àa parte del gip sulla nostra richiesta di archiviazione. Una volta venuta meno I'ipotesi dì un prota!ónismo dei magisttati, la competenza a valutare I'esistenza delle altre talpe uppurt-.rr.va a Palermo, che infatti ha continuato il suo processo. In esito a tutte queste valutazioni ed intercettazioni telefoniche - tra I'altrq credo sia stato pubblicato sui giornali -, colui che avrebbe dovuto veicolare queste talpe ha smentitò it suo complice dicendo di non aver mai detto nulla. L'ATO (ambito territoriale ottimale) idrico importante è quello di Caltanissetta perché si accompagna ad esso una dotazione di 160 milioni di èuro che, nel ristretto ed asfittico ambiente di questa realtà, è dirompente. Nell'ATO idrico esistono due piani diversi: uno politico ed uno gestionale di appalto. L'appalto dell'ATO idrico non è mai iniziafo per il semplice motivo che non rótro mai stàà presentate domande. Si paventava che presentassero domande o almeno il presidente della provincia paventava che presentassero domande i soliti Gulino e Di Vincenzo; il ché avrebbe creato una situazione certamente imbarazzarfte. Tuttavia, Gulino da una parte e Di Vincenzo da un'altra sono stati nel frattempo estromessi dal mercato, ui-.ro p., quanto concerne la partecipazione ad appalti. Non credo che in questa situazione Di Vincenzo possa ottenere, tenuto anche conto del famoso comodató, .rnu certificazione antimafia favorevole. Peraltro, questa prospettiva è venuta meno perché Di Vincenzo nel frattempo è stato sottoposto alla misura di prevenzione persÀale che non aveva all'epoca. L'appalto quindi non ha avuto storia. Apprendo óru - ma insisto sul fatto che non è mio compito - che si parla di una trattatiiiprivata. Ciò potrebbe spieg arcla mancata presentazione in sede di appalto dove o ci si mette d'accordo o ri upi" ,mu guelra; nella ttattativa privata invece i problemi si pongono in maniera diversa. Ripeto' il piano dell'appalto non ha avuto storia. Su cosa dóvevo indagare se I'appalto non si è ancora fatto e non sono state presentate domande? PRESIDENTE. Non abbiamo parlato di apertura di un'indagine ma volevamo solo sapere se era a conoscenza di qualcosa in merito afale vicenda. MESSINEO. Passiamo all'ATO politico. Il presidente della provincia Collura avrebbe potuto gestire direttamente I'ATO idrico in quanto presidente dell'assemblea che ha perciò tutto il diritto di gestire. Egli ha fatto invece la scelta di affidare di volta in volta con delle deleghe, poi revocate, concesse secondo delle logiche politiche che non sono in grado di seguire (confesso la mia incapacità), che non hanno trovato d'accordo tutti gli altri componenti dell'assemblea che sono tutti i sindaci dell'area territoriale. Ne è discesa una serie di contestazioni nei confronti dell'operato del presidente che hanno riguardato anche la scelta del direttore generale nelia persona del capo dell'ufficio tecnico del comune di Caltanissetta, ingegner Corvo. Non so perché questa scelta non sia stata ritenuta idonea e non sia piaiiuta, non entro nel merito. Si è quindi aperta la ricerca di un altro direttore generale che ha fatto aumentare le critiche dall'una e dall'altraparte. 42 (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore 16,47.) (I lavori riprendono in seduta pubblíca alle ore 16,54.) DI NATALE- Visto che siamo ip tema, veniamo all'incendio dell'autovettura Mercedes di Massimiliano Tinebra. Di certo f incendio è stato di natura dolosa. Su tutto il resto possiamo fare ipotesi, ma allo stato nessuna è suffragata daelementi concreti. Possiamo ipotrzzarc che sia stato un sgarbo a MassiÀiliano per fatto personale ma egli ha escluso che ciò possa .s.i. così, che possa avere avuto ' contrasti con qualcuno, tanto da arrivare ad un atto di ritorsione così grave. La macchina era nuovissima. Possiamo ipotrzzare che sia una vendetta nei confronti del direttore del DAP, ma rimane solo un,ipotesi. (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore 16,s6.) (I lavori riprendono in s eduta pubblica alle ore I 7, I 5 .) PATTI. Intervengo per dare chiarimenti sugli argomenti sollevati. Una questione posta dall'onorevole Lumia riguarda il matrimoniò deila figlia di Madonia: Maria Stella si è sposata una decina di giorni fa con un ragazzo che si chiama Barberi Marco, figlio di Barberi Alessandro, un fedelissimo di Gi.rseppe Madonia che ha rivestito Ia carica di capo mandamento di Gela dal 1988 fino al suo arresto nel marzo l99I.Ininterrottamente detenuto dal '91, sta scontando un ergastolo per I'omicidio dell'awocato Mirabile, awenuto nella provincia di Varese nel lggg. Il matrimonio si è celebrato in provincia di Enna, aPiazzaArmerina, perché la moglie di Madonia, Santoro Giovanna, è di quel centro. Non risulta fino a questo ,no-*to che lo sposo abbia precedenti di qualche rilievo. PRESIDENTE. Pare che una Rinzivillo abbiaportato gli anelli. Questo dato che ci stato segnalato ha un significato chiaro? è PATTI. Rinzivillo è un altro dei fedelissimi di Madonia. La cosa non risulta anche perché, per indagini in corso, si è evitato di mandare persone sul luogo, che sarebbero state subito focalizzate con danni maggior per le indagini. È verosiàile però che ciò sia awenuto anche perché Rinzivillo è irr ottimi rapporti con Barberi Alessandro: sono stati condannati in concorso per I'omicidio dell'awocato in provincia di Varese. A proposito del presunto maggior attivismo in ambito nazionale del gruppo Rinzivillo rispetto agli Emmanuello, bisogna considerare che i fratelli Bmmùuèito sono diventati tali come potere non facendo i mafiosi a Gela, ma facendo malavita a Genova fta la fine degli anni '80 e I'inizio degli anni '90 dove gestivano bische e trafficavano sfupefacenti e dove hanno attualmente in corso ,rn pro-..rso in assise per I'omicidio di un malavitoso calabrese perpetrato nella zonain quegli anni. Rinzivillo parimenti è diventato tale non facendo il mafioso a Gela, ma^faJendo il mafioso a Busto Arsizio. 43 NAPOLI. Vista questa interferenza, è possibile evidenziare rapporti tra la mafia locale e la'ndrangheta? PATTL NeI caso specifico non parliamo di indagini calde, bensì di fatti abbastanza remoti, diventati attuali a seguito di dichiarazioni di collaboratori. In realtà, nel versante genovese c'era un contrasto tra gli Emmanuello e un gruppo malavitoso calabrese che operava nella zona, facendo concorren za nel settore delle bische. Ci sono state indagini molto approfondite della procura di Genova. Noi ci siamo limitati ad inviare i verbali quando il nostro collaboratore, che era I'esecutore materiale di quel delitto, ha parlato della vicenda.. Tornando ai Rinzivillo, in quello stesso periodo (fine anni Ottant a, inizio anri Novanta) a Busto Arsizio gli stessi gestivano un floridissimo traffico di droga in cui era implicato anche Giuseppe Madonia. Mi sembra ci sia una condanna del iribunale di Firenze per traffico di droga anche in Toscana i cui protagonisti erano il Madonia e i fratelli Rinzivillo, oltre ad una serie di gregari tra cui mi f,are di ricordare Romano Raimondo, fratello del Romano Massimo Fabio della Juve Terranova Calcio, di cui tra poco parleremo più approfonditamente. Questo per quanto riguarda quel periodo; attualmente non si hanno notizie di attività degli Emmanuello fuori dalla Sicilia, di contro invece allo strapotere che gli stessi esercitano a Gela dove, almeno fino a poco tempo fa, erano vincénti rispetto"ai Rinzivillo. L'unica notiziadi un certo rilievo viene dall'input quattroo cinque anni fa di un collaboratore che riferiva di una presenza di Emmanuel^lo Daniele 1ii latitante; in Calabria, appoggiato da una cosca di quella zona (la cosca Zampagliotrò;. Tre anni fa, nel mese di giugno, arrestammo Casciana Fiiippo (uno dfi luogotenenti di Emmanuello, latitante anche lui) nella zoîa di Roccellu Iotri.u, nella Lociide; quindi, evidentemente, bene aveva detto il collaboratore: probabilmente questi rappàrti ci sono. Mentre per gli Emmanuello attualmente non si hanno notizie di loro attività fuori dalla Sicilia, a parte I'appoggio logistico che riceverebbero i lxitantinella zona calabrese (almeno qualche anno fa; non è detto che queste notizie siano ancora attuali), per quanto riguarda i Rinzivillo - a parte I'indagine "Cobta" più volte citata e svolta dalla procura di Roma, da cui emergevano presenze in Umbria non solo dei Rinzivillo ma anche di Giancarlo Giugno, elemento di spicco del clan niscemese attualmente risulta ancora che nella zona nord di Milano (area Milano-Varese), il gruppo Rinzivillo sia presente ed estremamente attivo. Ciò risulta dalle nostre indagini e anche da quelle dell'autorità territorialmente competente per quella zorta. LUMIA. Per traffico di droga? PATTI. Sì, ma abbiamo anche attività di imprese, collocamento di manodopera, questo genere di reati. Romano Massimo Fabio, presidente fino a poco tempo fa della Juve Terranova Calcio, nel maggio 1994 fu raggiunto da misura cautelare per associazione a delinquere di stampo mafioso; per la verità, fu messo in libertà abbastanza presto e I'anno successivo, in sede di udienza preliminare, fu prosciolto dal gup. Romano Massimo Fabio è fratello del Romano Raimondo poc'anzi citato, che àttualmente si trova in carcere per scontare anche degli ergastoli per alcuni omicidi e che è elemento di spicco del gruppo Rinzivillo nonché fratello di altre persone in passato indagate per mafia. Per la Juve Terranova Calcio avere presidenti con precedenti di questo lipo non è una novità. Prima del Romano Massimo Fabio èra presidenté Fraglica Emanuele, anche egli arrestato nell'op erazione deI 1994 e poi prosciolto, fratell-o di Fraglica Vito, anch'egli con numerosi precedenti per reati rnunori. prima àei Fraglica c'era LisciandraFabrizio; quindi più o meno c'è un filo conduttore. (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore 17,24.) (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore 17,37.) LUMIA. Avete una proiezione dei contatti mafiosi a livello intemazionale? PATTI. Per quanto riguarda i contatti internazionali delle cosche ... PRESIDENTE. Potrete farcela pervenire per iscritto; analogo discorso vale per gli investimenti in altre regioni d'Italia o in altri paesi estgd. CONDOfuELLI. L'onorevole Lumia ha chiesto dei rapporti tra Bevilacqua e la politica e il mondo imprenditoriale. Bevilacqua prima uttòótu che un mafioso si sente el 2000 ed immediatamente aerca di contattare tutti i politici locali. Ricordiamo che Bevilacqua, quando fu arrestato nell'operazione "Leopardo", era un astro nascente della politica. Era stato ormai acclarato anche se non attraverso sentenze, ma era noto I'appoggio dell'allora o.cosa nostra" per le elezioni regionali, se non vado errato, del 1991. Non fu eletto ma doveva poi essere eletto alle successive politiche. Successivamente arrestato, la sua canieta si blocca fino a quando viene scarcerato per decorrenzadei termini; resta nel Nord d'Italia, avendo il divieto di restare in Sicilia dove rientra intorno al 2000 e riprende i contatti con tutti i politici locali, con una trasversalità dawero eccellente. Questo è ammesso anche dalle persone con cui ha avuto contatti. Casualmente nel novembre 200I, nel corso di un'attività di irftercettazione finalizzata alla repressione delle estorsioni, capita sia di assistere sia di ascoltare un incontro tra un parlamentare siciliano, Crisafulli Mirello e Bevilacqua Raffaele la cui trascrizione.tèdo sia già a disposizione della Commissione antimafia; pertanto, ripercorrere i vari passagg-i mi sembra abbastanza superfluo. Si nota da tale trascrizione che il soggettosi interessa di problemi politici concreti, quotidiani. Parla di un gruppo di persone che si trova a Piazza Armerina che vorrebbero che Crisafulli appoggiasse. pà Aa intermediario tra Crisafulli e un soggetto del suo stesso partito, mal tollerando il segretario del partito a Piazza Armerina che voleva sostituito, volendo anche una revisione degli assèssorati. Propone poi un'all eanza a nome del CCD-CDU con i DS rappresentati da Mirello in previsione delle elezioni comunali a Barrafranca. Credo comunque che i contenuti di quest'intercettazione siano già noti, quindi non voffei ripercorrerli. I soggetti arrestati assieme a Bevilacqua, i ruoicollaboratori più stretti, sono Brizzi Benedetto e Bonferraro Salvator., .h. ha una caÍrca all'interno dell'UDC. Brizzi Benedetto è stato eletto al comune di Barr afranca come consigliere. Alleva Antonino era stato più volte consigliere comunale a Banafranca. euest,ultimo soggetto certamente di minore spessore degli altri è una sorta di aiter ego di Revilacqua, o più che mai soggetto a questi totalmente asservito, che è stato più"volte eletto al comune di Barrafranca; giàrc'è stata una sentenza defrnitiva dato il suo spessore non particolarmente rilevante e ha avuto patteggiata la pena. Bevilacqua poi cerca di contattare I'onorevole Giimaldi con cui ha, detto dallo stesso Grimaldi, è stato awicinato più volte dal Bevilacqua. Grimaldi a sua volta aveva denunciato a Barrafranca un clima di intimid azionemafiosa. Dopo l,operazione è stato interrogato su questo. Peraltro, Bevilacqua lamentava .rèt .oiro degli interrogatori che durante un comizio il Grimaldi 1o additò come nano in senso dispregiativo e dell'alleanza che avrebbe fatto coi partiti awersi al Grimaldi col nano. Grimaldi è stato sentito sia in fase di indagine sia al processo. Sono comunque dichiarazioni abbastanza sfumate perché è vero che hà confermato le classiche intimidazioni di tipo mafioso (teste di capretto, ad esempio) ricevute da lui e dai suoi parenti' Tuttavia, quando gli si chiedeva di concrefizzare meglio questo clima mafioso, al di là episodi personali, si è limitato a rilevare un generale clima di 1.gti intimidazione mafiosa. Alcuni candidatí d.l ,rro partito si ritirarono. euesto fu visto come se si fossero ritirati per una intimidazione. óis.ro al procuratore di Enna prima di noi che in realtà I'avevano fatto per motivi personali LUMIA. Mentre sui giornali i titoli erano di tutt'altro tipo. CARDINALE. Poi citati e sentiti personalmente negarono. Si trattava però delle elezioni provinciali. Alcuni candidati assessori present afi alla lista dell,onorevole Grimaldi dopo aver dato la loro disponibilità ad essere candidati si sono poi ritirati. Uno era il dottor Bruno, direttore generale della ASL n. 4 di Enna (oggi .rédo sia alla ASL n. 6 di Palermo). Un altro era I'architetto Oliva che dirige la sezione tecnica della sovrintendenzadelle antichità ad Enna. Quindi, sono due pérsone poco adatte ad, essere intimidite che negarono e addussero giustificazioni più o meno plausibili e cioè di aver deciso di non partecipare. PRESIDENTE. Rimane strano che uno arrivi a farsi candidare e poi rinuncia? CARDINALE. Per la verità i tempi furono molto ristretti. Vi era anche un,urgenza. L'onorevole Grimaldi rischiava di non poter presentare la lista degli assessori e allora ci fu una corsa per trovare i candidati assessori; quindi furonó individuati alcuni soggetti tra cui questi due signori che diedero *u pii-a disponibilità. Dopo alcune ore sembra avessero chiamato I'onorevole Grimaldì p.t .o-rrnicare che non erano 46 più intenzionati a presentarsi. Se in questa fascia di tempo piuttosto modesta ci siano stati tentativi di Bevilacqua non è emerso e nessuno lo hà soìrcnuto. CONDOruELLT. Abbiamo confuso però cose diverse. Grimaldi non ha mai ventilato che vi fosse Bevilacqua dietro queste intimidazioni. LUMIA. Però mi ricordo che sui titoli si parlava di intimi dazioni. CONDOruELLI. Il Grimaldi faceva riferimento alla precedente campagna elettorale quando aveva constatato che il nano, cioè Bevilàcqua, sarebbe stato vicino aI Crisafulli. D'altra parte la cosa aveva una logica. Bevilaìqua mal tollerava il sindaco Marchì. Quindi, non a caso propose al Mirello Crisafulli I'accordo, che poi non si fece, per mettere a disposizione i voti CCD e CDU - mi confondo con le sigle - della sinistra in modo da rovesciare il Marchì. Questo accordo poi non si fece. Il Marchì è stato sentito al processo e in linea di massima ha confermato di aver saputo che, almeno nella fase del ballottaggio, qualcuno aveva tramato contro di lui alf interno del CCD-CDU tanto che alf interno ài qrr.rti partiti si staccarono le liste. È un discorso molto complicato cui siete abituati più voi che noi perché si trattava di manovre politiche. In pratica ha confermato che è esistito un tentativo di questo tipo per mettere il Marchì fuori. Quanto poi ad altri contatti con Ia politica Raffaele Bevilacqua ne ha certamente perché telefona a Cataria ad esponenti di partito di pri-o piano chiedendo appuntamento, raccomandazioni o fa telefonareìai suoi figli. Abbiamo constatato che queste raccomandazioni difficilmente coglievano nel segno. però intanto si muoveva e tutti accettavano di parlare con lui. Èevilacqua alla fine non è solo un soggetto mafioso ma era a quei tempi un politico che aveva un vasro ramo di conoscenze. Tuttora è un awocato che studia il diritto quotidianamente e quindi si presenta anche come una persona di'una certa cultura. Quanto ai contatti del Bevilacqua con il mondo imprenditoriale, nell,ordin anza di custodia cautelare sono indicati una miriade di contatti di Bevilacqua con il mondo imprenditoriale. Quando per esempio la CESAB, un'impresa di Roma, prende i lavori a Pietraperuia per la costruzione del centro polisportìvo in contrada Caulonia, Bevilacqua si awicina con un rappresentante legale aL dottor Focanti e gli offre le prestazioni della sua impresa, che poi è quella del figlio, la Omnia, che non siamo riusciti a sequestrare. Il tribunale della libertà, -u .p"r1u-o che quello di Enna abbia un diverso orientamento, non ha ritenuto che ci fossero elementi sufficienti per dire che la ditta eru del figlio. In realtà dalle intercettazioni notiamo che è Bevilàcqua il reale dominus della ditta e che il figlio faceva qualcosa. Siccome però la ,t.rru partiva da un capitale iniziale minimo è stato difficile per il tribunale accertare se si trattava di una ditta di Bevilacqua o del figlio. Chiusa questa parentesi, tramite la CESAB, Bevilacqua ottiene dei lavori e soprattutto fa assumere degli operai al suo interno. Poi i rapporti si compromettono quando Bevilacqua fa una richiesta di tipo estorsivo alla CESAB, che aveva subito dei furti, per ben tre volte. Bevilacqua chiede 30 milioni al signor Focanti, che lo ha confermato in dibattimento, per telefono, utilizzando un'utenza a lui non intestata e non ricordo se sotto intercettazione. Focanti non gli dà questo denaro. Nel frattempo finisce i lavori e non succede più niente, anche perché successivamente Bevilacqua viene arrestato. C'è ampio materiale per dire che ci sono rapporti tra Bevilacqua e il mondo imprenditoriale. Ho citato questo esempio, ma incontra una miriade di altri imprenditori, anche del Nord, come i Santonno (pure questo non trovato), o del Sud come i Landi. Viene arrestato anche Milano Filippo, che ha un'impresa dí pulizie con cui Bevilacqua collaborava strettamente, e poi condannato con giudizio abbreviato a quattro anni e mezzo per associazione mafiosa. Il periodo operativo di Bevilacqua è molto ristretto, va dalla fine del 2000 alla metà del 2003,. p.y avendo fatto molto non è riuscito a tealizzare i suoi programmi criminali in pieno. Poi basta leggere le sue agende, che sono state sequestrate, per trovare appuntamenti con imprenditori, con soggetti di tutti i tipi. Numerosi sono i riferimenti anche a Gulino. Non credo però che Bevilacqua sedesse direttamente al tavolo con imprenditori e politici per assegnare gli uppitti. Nella conversazione con Crisafulli si parla di Gulino e Crisafulli dice che Gulino avrà certi lavori. In realtà è cosa che non corrisponde a verità. Crisafulli, interrogato, ha dichiarato di aver detto questo a Bevilacqua tanto per levarselo da davanti. In effe1i è così, perché Bevilacqua gli chiede: "Ma come fai a far entrare Gulino in tutti i lavori?". Gulino non ha fatto in realtà questi lavori (trasporto di biomassa, cioè di legname, a Crotone). Bevilacqua lo chiedeva, perché stava verificando se avrebbe avuto la possibilità di partecipare a questa attività economica. Gli appalti di cui parlano sono quelli dell'ospedale. Si trattava del nuovo lotto de11'orp.dul., per una cifra di 70 miliardi. Si vede chiaramente che Bevilacqua non ha alcuna possibilità di influenzare Crisafulli, che dice: "io casomai a questo appalto faccio partecipare il Ravennate". È curioso notare che nell'ultimo utttrò questo appalto è statò aggiudicato alla coopetativa Ravennate. Ma non c'è stato un indizio del Bevilacqua in questo senso. PRESIDENTE. Vista la premonizione, bisogna vedere se c'è stato del Crisafulli. CONDORELLI. Sono atti pubblici. PRESIDENTE. C'è stato indagine su questo appalto? CONDORELLI. È vicenda dell'ultimo periodo e sembra su un piano amministrativo che non è quello di cosa nostra. PRESIDENTE. E vero, si tratta di malaffare ordinario o di turbativa d'asta, ma vista I'indicazione preventiva di chi va a vincere I'appalto, si è aperta un'indagine o no? 48 MESSINEO. Da parte nostra no. Siamo in possesso di notizie che emergono da interceftazioni e che non possiamo utilizzare per non bruciare il resto dell'inchiesta. Pian piano suddividiamo le notizie e le utilizziamoper altre eventuali iniziafive. CEREMIGNA. Potete aggiungere altri particolari sugli appalti che gestiva Gulino a Enna? CONDORELLI- Gulino ad Enna non ha tanti appalti. La sua attività si svolge al di fuori del territorio di Enna e non abbiamo mai-riscontrato indicazioni da farte di collaboranti né intercettazioni relative ai lavori di Gulino. parla si di^Gulino, Quando nelle agende di Bevilacqua si fa riferimento a "Gulino, lavorì e Augusia,,. CEREMIGNA. E sulla gestione dei rifiuti? CONDORELLI. C'è stata una richiesta di collaborazione da parte della procura di Messina, che conosceva meglio di noi questo soggetto e le ditte di cui è titolare. Noi abbiamo dato indicazione dei collaboratori che potevano riferire su Gulino e in qualche caso li abbiamo sentiti anche insieme. Leonardo non ha fornito alcuna indicazione significativa. Abbiamo indicato il collaborante Tedesco Ettore, che credo sia stato sentito dalIa procura di Messina che conduce questa inchiesta su scala che supera i confini della provincia ... CEREMIGNA. Ma i rifiuti ad Enna sono gestiti da Gulino o no? CONDORELLI. Non 1o so. PRESIDENTE. Questo 1o chiederemo al procuratore della Repubblica. CONDOfuELLI. Non è mai emersa alcuna questione sulla gestione dei in rapporto con le famiglie mafiose. rifiuti ad Enna CARDINALE- La procura della Repubblica di Enna ha aperto due procedimenti, a livello di atti relativi, il 3 febbraio 2005, uno riguarda I'ATO rifiuti, I'altro I,ATO idrico. La provincia di Enna è stata la capofila degli enti territoriali provinciali ad istituire queste due figure. Come conseguerua immediata della creazione dell'ATO rifiuti c'è stato un aumento vertiginoso (+250 per cento) della tassa per la raccolta dei rifiuti, che ha causato una rivolta provinciale.L'azienda ha giustificato tale aumento spiegando che, in base a questa nuova legge, il cittadino deve pagaîe il servizio e che il servizio costa tanto. Va ricordato che prima il costo veniva abbattuto dalle amministrazioni che concoffevano con un loro apporto. Ma con I'ATO non tutti i comuni, tenuto conto delle risorse economiche ridotte, sono disposti a dare sangue ulteriore. Ci siamo mossi, sia d'ufficio sia per una serie di denunce-, sull'aumento sproporzionato di queste bollette, cercando di individuarne le cause. È così emerso che la nuova entità che si andava formando, attingeva, per il personale, ad amici, famiglie o ballerine, pupare, pupi, eccetera. Vogliamo sapere come siano state fatte le àssunzioni e se siano legittime. siamo in attesa di alcune indicazioni. Per quanto riguarda I'ATO idrico tutto è nato da esposti anonimi e da una pubblicazione di un giornale di Messina, chiamato "Centonàve". Ci siamo mossi ed è emerso un appalto miliardario, che vede interessati, da un lato,lasocietà Di Vincenzo e, dall'altro, il Gulino. Meglio ancora, è emerso, ma molte cose devono esser approfondite, che il direttore generale dell'ATO idrico il24luglio 2003 ha indetto la gara per il servizio idrico in tutta la provincia di Enna per un iÀporto rilevante di 10g milioni di euro. Alla gara hanno partecipato più g*ppi di imprese. Il primo, composto da AGAC Spa (capogruppo), operante a ReèÀio Emilia, sMECò Spa operante a Roma, Sicilia Ambientè spa, operarúe a Ennà, e GGR Spa, operante sempre ad Enna. Il secondo, composto da Di Vincenzo Spa (capogruppo), operante a Caltanissetta, Eurodepuratori Spa, operante a San Giacomo -dette S.g"ut. (MN), Omnia Srl' operante a Rieti, e SGI Spa, operante a Sarmeola di Rubano (pD). Il terzo' composto da Termomeccanica ecologica di La Spezia e da SOGEA Spa di Siracusa. In sede di esame delle domande di partecipazione emerge che le ultime due imprese, la Termotecnica ecologica e ta SOGBA Spa, sono e-liminate perché non avevano presentato alcuni documenti richiesti. Rimane la disputa tra I'AGAC Spa, collegata alla Sicilia Ambiente, e quindi a Gulino , elaDi Vincenzo Spa. In una prima fase della gata, la Di Vincenzo Spa risulta vincitrice, perché si ritiene che la sua offena sia più vantaggiosa. Alla conclusione della primà fase, nell'ambito di coloro che erano stati chiamati a valutare le offerte, sorgono dubbi circa la congruità dei prezzi con riferimento all'anomalia delle offerte. Si chiede un parere ad un legale e poi ad un altro, e si perviene alla conclusione che il procedimento era errato, bisognava nominare un responsabile unico del procedimìnto e rivalutare alcune condizioni dell'offerta. In sede di.revisione dellà offerte, si perviene al risultato diametralmente opposto: si esclude la Di Vincenzo, insieme a tutte le collegate, perché si ritiene anomala I'offerta, e risulta vincitore il gruppo che ha tra i suoi componenti la Sicilia Ambiente Spa. Nasce perciò ,rtr .otrt.rrioso, apparentemente strano ma che tale non è, dinanzi al TAR di Catania: impugnano entrambe le parti, sia il gruppo vincitore di cui fa parte Sicilia Ambiente, con un appello incidentai", ,ía la Di Vincenzo, con un appello principale. Recentemente, proprio in questi giorni, il TAR di Catatia, con una ponderosissima sentenza, ha -risolto ll contenzioso dichiarando inammissibile il ricorso della Di Vincenzo perché presentato tardivamente - nella motivazione si sostiene che Ia diua rictrrente èru già a conoscenza degli atti e ha fauo decorrere il termine - e ha accolto I'appello incidJntale del gruppo di Sicilia Ambiente awerso la prima parziale deliberàiione che aveva riconosciuto più idonea I'offerta della Di Vinóenzo. Veniamo ora a Altecoen e quindi a Sicilia Ambiente. Da un'informativa della questura, inserita nel fascicolo di cui mi sto interessando, risulta che I'impresa Altecoen è stata costituita nel 1985 e si è occupata immediatamente della raccolta dei rifiuti. Successivamente, nel2003, è diventataAltecoen Srl, ma il gruppo fa sempre capo ai Gulino. Nell'informativa si dice che I'Altecoen opera nel campo dei rifiuti, anche se I'oggetto sociale è molto più vasto, e ha sviluppato la strategia d'impresa operando al fianco di enti pubblici locali, quale partner, socio nella ,ori.tà u misto, pubblico e privato, finalizzafo alla rcalizzazione dei servizi pubblici locat. "upitul" É presente nella società mista Messina Ambiente Spa, nella Sicilia Ambiente spa, in Terrasini Servizi spa. Altecoen è anche partner pniato, socio di altri enti pubblici, tra cui la città capoluogo di Messina e di Enna, la provincia regionale di Enna e altri centri urbani, come Taormina. Gestisce anche 1o smaltimento dei rifiuti per conto dei comuni di Enna, Messina e Taormina; opera nel settore dei servizi idriòi e del ciclo integrato dell'acqua, quale partner di operatori pubblici quale I'EAS e il gruppo idrico dell'ENEL che in provincia di Enna gestisce la àiga di Troina. Da un articolo di stampa - dice questa nota - sembrerebbe che I'Altecoen ha deciso recentemente di entrare nell'affare dei quattro termov aIoúzzatori da costruire in Sicilia. La Commissione conosce la polemica al riguardo. Infine, la garaper il termovalorizzatorc di Augusta se l'è aggiudicàta il consorzio gúiOuto dall'Elettroambiente del gruppo Falck, nel quale ói rotto anche I'ENEL, I'Altecòen e la Panelli. L'Altecoen fa quindi parte di una società mista pubblica, che si chiama Sicilia Ambiente spa, di cui azionista di maggioranza èlaprovincia regionale di Enna. CEREMIGNA. Come può accadere questo? CARDINALE. Il Gulino fino a poco tempo fa, prima di essere colpito dalle vicende giudiziatie, oltre ad essere imprenditore, ha riòoperto la carica di presidente della Lega nazionale delle cooperative fino al marzo lggl nonché del Consorzio di bonifica Borgo Cascino di Enna fino al |gg2, e solo di recente si è dimesso dall'incarico di presidente dell'Assindustria di questa provincia. La procura di Enna e forse anche la procura di Caltanissetta - non sapeva delle vicende di Gulino a Messina. Le abbiamo apprese dai giornali allorché è stato spiccato il mandato di arresto. Abbiamo chiesto copia del mandato ai fini delle mizure di prevenzione di nostra competenza. Il collega me I'ha inviata, ma prima ancora di poter valutare qualche misura (in base alle notizie di stampa e all'atto che mi è pervenuto, il Gulino è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, ,onr.rrnàto a Messina e non in ambiente ennese), sono stato anticipato dal questore di Enna, il quale ha proposto Gulino al tribunale per le misure di prevenzione. Allo stato per noi il Gulino è proposto solo per misure di prevenzione ed è oggetto di un'indagine in corso; I'udienza non è stata ancora fissata. Abbiamo attivato Ia conseguente misura patrimoniale, che resta legata all'esito della misura personale. CONDOfuELLI. Sulla misura delle estorsioni, bisogna valutare caso per caso. Il Liborio, collaboratore di giustizia dell'ennese, ha spiegato che il suo compito era capire la giusta misura da chiedere per le estorsioni, a sèconda del tipo di lavoro. Se tratta ad esempio di lavoro di palificazione, che dà molto margine àll'i-pr.ra, ed è 1i facile mettere metà del calcestruzzo o metà del ferro, la percentuale è più alta, può 5l arrivare all'8 o al 9 per cento. Se si ftattadi lavori di sostegno sulle pendici di Enna, si può chiedere molto meno: sono lavori visibili e non prrò .rr.*i questo margine di profitto da parte dell'impresa. Peraltro, Leonardo Angelo riferisce che il padre, Leonardo Gaetano, nella richiesta di questo tipo di estorsioni - in realtà più una rn.rru in regola delle imprese - gli raccomandava di non affogare le personè, di chiedere percentuali ragionevoli affinché le imprese non denunziàssero e potessero soprawivere. Leonardo entrava nei fatti minori. (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore Ig,I4.) (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore Ig,Ig.) NAPOLI. Vorrei dire tre cose. La prima: quanto all'ecomafia, è stato toccato il discorso dei rifiuti, ma non quello della gestione delle cave, che credo sia estremamente importante. La seconda riguarda i forestali: quando parlavo di incendi non intendevo riferirmi a incendi automobilistici, legandoli ai foresìali. (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore 1g,20.) (I lavori riprendono in seduta pubblica dalle ore I g,2l.) MESSINEO; Per quanto riguarda il discorso ecomafie abbiamo in passato gestito delle indagini, perché era giunta notizia che alcune miniere abbandonate fosseró state utlllz-^te Fer tl deposito di seorie raeiisatti stati fatti degli accertamenti sul campo, attes atteso che in materia di ecomafie la migliore indagine è quella che si svolge sul posto; le indagini documentali possono facilmente trarte in inganno, magari i documenti sono tutti in ordine. Da quesii accertamenti non è risultato nulla a sostegno dell'ipotesi che le miniere abbandonate del circondario venissero utilizzate per questo fine. In occasione del rilievo delle cave sono state e_seguite delle ispezioni che non hanno fomito nessuna indicazione di questo genere. Quindi, un fenomeno massiccio di ricezione di rifiuti nocivi non dovrebbe essere in corso; uso il condizionale perché domani potrei essere smentito da qualche ritrovamento. Altro e diverso discorso, che peraltro rientra sempre nel problema delle ecomafie, è che possano esserci delle truffe nella quantità di rifiuti ritirati: si fa apparire che viene ritirata una certa quantità di rifiuti nocivi, invece è una quantità molto inferiore, .oPpure rifiuti nocivi fatfixati come tali vengono poi .-ultiti i.t maniera diversa. E un problema di controllo delle discariche e dei possibili ricettacoli di questi rifiuti, cosa che facciamo periodicamente. Molte disòariche della zona peraltro sono sotto sequestro perché inidonee, fra di esse vi è, per esempio, quella di Caltanissetta dove non dovrebbe per ciò entrare nulla. NAPOLI. Chi ha costruito la discarica di Caltanissetta e quanti soldi sono stati spesi? 52 MESSINEO. Questa è una buona domanda che mi trova impreparato; mi riservo di farle conoscere la risposta. La discarica di Caltanissetta, -forie, è stata costruita dalf impresa Di Vincenzo. NAPOLI. Lo so. MESSINEO. Il costo non lo conosco, comunque veniva gestita dalla stessa impresa Di Vincenzo. In materia di ecomafie abbiamo avuto delle indagini ma non sono emersi elementi indicativi di un vero e proprio traffico di rifiuti nocivi. Tuttavia quello che non è awenuto fino ad oggi potrebbe avvenire domani ed occorre perciò tènere alta lavigilanza. Per quanto riguarda la sua domanda sugli incendi, per una ragione o per un'altra Caltanissetta non è una sede importante di incendi forestali. Intanto i1 territorio è molto poco forestato, non è di gran pregio paesaggistico e non è abitualmente percorso da incendi. Il fenomeno impegnu un rùulmente pochissimo, a differenza di altre zone della Sicilia; provengo daIIarónudi Termini Imèrese dove gli incendi erano veramente devastanti. Sotto questo profilo, non so se perché i forestali non hanno particolari ansie di rimanere disoccupati o perché è una scarsa "i forestazione del territorio o per altri motivi, comunque a Caltanissetta non si registrano grossi incendi devastanti, con I'eccezione di Mazzarino, che però non aftiene alla:rostra-competenza ma a quella di Enna. Ci sono incendi nei iampi di grano, ma in questo caso il discorso può essere diverso e comunque non attiene agli incendi forestali in quanto possono essere anche fatti accidentali. Nel complesso, la questione forestale a Caltanissetta non è rilevante. (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore 18,24.) 53 (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore 1g,27.) DONADIO. Signor Presidente, la consapevolezza dell'ora tarda mi impone di essere breve, laddove necessario, successive interlocuzioni possono sicuràmente essere affidate a testi scritti. Quindi, le mie saranno osservaziotri . risposte telegrafiche, con una premessa, anch'essa molto rapida. In un contesto come quell,o nisseno, dove il tema della mafia è ineliminabile come criterio di spiegazione dei fenomeni economici, politici e della vita sociale, non si può individuare Ia soluzione di questo problema nella via giudi ziaria. Tale considerazione, spero largamente condivisa e condivisibile, ha indotto già due anni fa la Procura nazionale (come vi è stato riferito da altre fonti) ad assumere una serie di iniziative di coordinamento proattivo. La più significativa di queste iniziative era e resta, forse, quella concernente il ciclo degli inerti. È sìato dimostrato che calcestruzzo, tetta e quant'altro sono immancabili pedine della partfta che la mafra gioca per controllare il flusso di finanziamenti pubblici. Vengo con ciò ad una questione sollevata poc'anzi dall'onorevole Ceremigna: il tema degli inerti riguarda fortemente anche le imprese private. Mi sono peffnesso di sottolineare questa iniziativa non tanto per rappresentare il contributo ed i passi mossi dalla Procura nazionale antimafia quanto, soprattutto, perché ritengo suscettibile e meritevole di approfondimento la tèmatica, in quanto non tutto è andato bene in questo esperimento pilota. Ciò va detto non ,oio p.,. chiatezza di esposizione, ma anche per individuare i punti meritevoli di essere ulteriormente focalizzati nell'azione conoscitiva e d'indagine della Commissione. per esempio quando questa iniziativa (1o rivedremo in altra sede) è stata riferita alla provincia di Palermo sono sorte perplessità di ordine o'metodologico" da parte dei competenti dipartimenti del Ministero delf intemo. Infatti, che la Pròcura nazionale, ai sensi dell'articolo 37L-bis,lettera c), chiedesse questi dati per analizzare il rischio di penettazione mafiosa nel famoso quadrilatero poteva essere suscettibile di diverse impostazioni. Stiamo cercando e siamo protesi a superare queste problematiche di tipo organizzativo perché eravamo e siamo convinti che, facendo una grande operazione di chiarezzain questo settore, si delinea una linea effettiva di contrasto o, se preferite, di resistenza alla prepotenza mafiosa che, attraverso il ciclo degli inerti sostanzialmente, controlla tutta la vita produttiva in un territorio che poggia largamente sulla spesa pubblica e che, al pan di altre aree di questa regione, ha un'aspettativa di circolazione di ricchezzacollegata agli appalti pubblici. Vengo ora ai temi sollevati. L'onorevole Lumia focalizza - I'argomento è stato sviscerato - la centralità del ruolo del Di Vincenzo anche in relazione- ai rapporti con il gruppo Gulino (Gulino group, è la denominazione che assume nella sua pubblicistica) e quindi con la vicenda di Messina. Pone poi ulteriori questioni sui rapporti con la massoneria e in generale con gli imprenditori. LttMIA. Anche in relazione a Madonia. 54 DONADIO. Certo. Per quanto riguarda il Di Vincenzo, la Procura nazionale ha effettuato, in concomitanzacon I'operazione di Messina,vrliniziativadi collegamento e coordinamento che ha poi determinato quegli scambi, assolutamente indispensabili, di atti e documenti verso il distretto di Caltanissetta. Naturalmente, ciò non vuol dire che riteniamo esaurito il ruolo di coordinamento, in quanto stiamo osservando molto da vicino I'evoluzione di questi accertamenti, di cui hanno già parlato i colleghi della direzione distrettuale competente. (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore 1g,32.) (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore 1g,33). DONADIO). Da più di un parlamentare è stato posto in evidenza iI tema dei rapporti tta iI Di Vincenzo ed aree della politica. Ricordo a me stesso che si è celebrato, con un esito non favorevole per le tesi della pubblica accusa, un annoso procedimento nei confronti di tale Maira, esponente storico della vita politica di Caltanissetta, se non sbaglio (i colleghi potranno eventualmente rettifi.ut") anche in palesi rapporti con il Di Vincenzo e le sue imprese. L'onorevole Lumia cita ancora le questioni relative a Piddu Madonia, già capo - e vorrei aggiungere: sempre - della provincia mafiosa di Caltanissetta. Òoloró i quali si sono succeduti devono essere ritenuti nel lessico mafioso reggenti, nel senso che esercitano il potere mafioso in nome e per conto del capo, impedito da un ergastolo e da altre sentenze moito pesanti passate in giudicato. Attualmente il (Segue Madonia si trova nel carcere romano di Rebibbia. Per quanto riguarda il condizionamento dei poteri politici, vorrei richiamare, ancora una volta, i rapporti, ad esempio, tra il Madonia ed il gruppo Maira. euanto ai rapporti con la massoneria, plurime sono le fonti che inàìcano il livello di penettazione del Madonia in questo ambiente. Appare evidente che non è la massoneria in sé ad essere oggetto d'interesse, ma la circostanzache soggetti mafiosi si inseriscono in questo tipo di associazione owiamente per fini strumentali e non filantropici nè di filosofica adesione a tesi illuministiche. Ripeto, è un fatto desumibile da plurime fonti. Ricordo che un recente collaboratoie di giustizia ha precisato di essere stato richiesto dal Madonia di entrare a far parte di logge massoniche (il mio ricordo potrà essere eventualmente integrato dalle conoscenze-lei colleghi) coperte, vale a dire contrane allalegge attualmente vigente nel nostro paese. Leonardo Messina ha storicamente indicato una pluralità di realtà massóniche di questo ultimo tipo ed ha segnalato reiteratamente, in più di un atto giudiziario, l intraneità di più soggetti mafiosi a questo tipo di ambiente. Peraltro, si è fatto riferimento al comune di San Cataldo, dove ha operato la famiglia di Terminio Cataldo, il cui genitore, se ben ricordo, ospitò per un periodo di tempo non breve Sindona. Di ciò dovrebbe esserci addiritturatraccianell'autobiografia df Sindona, che è stata pubblicata e tradotta in molte lingue. Lo dobbiamo quindi considerare un fatto pressoché notorio. 55 Veniamo ora ai Rinzivillo che rappresentano una realtà importante della criminalità mafiosa nissena sia pure da analizzare in una proie zione continentale. Ormai I'area operativa e decisoria e lamaggior parte dei collègamenti sono tenuti dai Rinzivillo in Roma. Questo spiega come sia stàta la DIA di É,oma ad occuparsi dei Rinzivillo attraverso una sua autonoma iniziativa di investi gazione, che ho ritenuto estremamente apptezzabile e professionalmente condotta, che ha svelato nei Rinzivillo due volti. (Jno, in verità, ampliamente investigato anche dal GOA della Guardia di finanza, dimostra come i Rinzivillo siano in uÀa posizione tuttora apicale nel traffico delle sostanze stupefacenti. La seconda indicazioìe, che ci provienè u,.nt certo elemento del processo "Cobra" che individua un modum della r.àltà criminale, che mi permetto di sottolineare alla vostra attenzione, trattandosi di uno strumento di subdola peneffazione della realtà rnafiosa al di fuori dei confini della Sicilia. I Rinzivillo effettuano un tipo di attività criminale che vorrei in sintesi definire caporalato mafioso. I1 caporalato mafioso è una sorta di esportazione della mafiosità a prescindere dal sistema degli appalti ed è una esportazióne di mafiosità coordinata dalla centrale e dalle direttive dei Rinzivillo in Roma, che interessa settori e regioni dell'Italia tradizionaLmente non interessate dal fenomeno mafioso; ad esempio, tulto il quadrato del Nord-Est ma anche Paesi esterni all'Italia. Ricordo, ft; gli aItri, addirittura fenomeni di presenza di caporalato mafioso in Belgio, owiamentJr.-pr. a ridosso della stanzialità degli immigrati. Il fenomeno del capo,ralato mafioso purru attraverso lo sfruttamento di manodopera estera e si conn ettà a quanto richiamato, come il tema dei rapporti ffa mafia e traffico di person e, trattandosi di clandestini prelevati ed organizzati dai mafiosi e trasportati nei vari quadranti, dove vi è una domanda di manodopera, owiamente in nero o a costi estremamente contenuti. Accanto al fenomeno del caporalato mafioso si manifesta, subdolamente e assai pericolosamente, in regioni apparentemente indenni dallamafra,lapenetrazione di guardianie, sicché ad un certo punto I'imprenditore cieco, che p.nru di poter effettuare nell'immediato delle economie, affidandosi a questo tipo ài manodàpera veicolata dalla mafia (vale a dire da soggetti del gruppo -ufioro guidato dai Rinzivillo) finisce con I'ospitare all'intemo del proprio cìclò produttivo e in nero vere e proprie tossine. Infatti, il capo decina dei lavoratori, che esauriscono nel salario la loro presenza in questa vicenda, ben presto si proporrà, come sta awenendo, come soggetto interessato alla protezione del cantiere. Vi è quindi una sorta di sistema linfatico di esportazione della mafiosità come condizionamento interno de I' org an izzazione pro duttiva. Questo è un dato che stiamo osservando al centro di un'attività intensa di osservazione da parte della Procura nazionale. Su di esso abbiamo una corrispondenza molto fitta con più di una procura della Repubblica del Nord-Est dell'Italia. E già stato detto e non va ripetuto che il gruppo Emmanuello ha delle realtà anche estere, non a caso suo fratello risulta essere stato catturato all'esito di una operazi on e internazi on al e c omp iuta in Germ ani a. Proiezione intemazionale del gruppo Madonia. La premessa è la seguente, anch'essa estremamente sintetica: Ia mafra nella sua immagine è considerata come un 1 corpo reso urutano apparentemente da una condizione di uguaglianzadegli adepti. In teoria, gli uomini d'onore dovrebbero essere tutti quanti uguati, una volta assunta questa "specifica qualità". In realtà, la famiglia mafiosu . un.o1. più il mandamento mafioso vedono una pluralità di tipologie di criminali, sopraftúfio in relazione ai metodi di accumulazione e di distribuzione della ricchezza. Non intendo proporre surrettiziamente una sorta di analisi classista della maf,ra. E' però forte - 1o dico sommessamente ma con convinzione - la visione realistica di un'organizzazione mafiosa dove esistono salariati criminali: soggetti che vivono di un quotidiano che molto spesso corrisponde alla mercéde che il càpodecina o capomafia ripartisce ed esistono <<imprenditori criminalb che awiano un processo di accumulazione così intenso da consentire loro o di investire notevoli prófitti in altre attività criminali o di awiare il ciclo del riciclaggio. Non tutti i sóggeui mafiosi hanno una visione frnanziaria o internazionale o economica della loró esist enza di mafiosi. Se sciogliamo questo nodo descrittivo, transitando da una visione politica del gruppo mafioso a quello di gruppo mafioso come impresa mafiosa, ci awiamo a razionalizzare quelle scarsissime - ahimè risorse di cui effettivamente disponiamo, perché la nostra capacità di interdizione e di investigazione nei confronti della mafia non è estesa quanto la mafra, ma è notevolmente più ridotta rispetto al fronte delle problematiche che la stessa mafia pone. Si deve quindi concentrare I'attenzione e la risposta giudiziaúa (da questo punto di vista concordo pienamente con il collega Messineo) è la scelta degli obiettivi. Bisogna eleggere obiettivi individuandoli nei gangli effettivi detta maflrosità. (I lavori proseguono in seduta segreta alle ore 1g,40.) (I lavori riprendono in seduta pubblica alle ore Ig,4I.) (Segue DONADIO). Nella individuazione dei gangli della fisionomia imprenditoriale di Piddu Madonia scopriamo una realtà interessante complessa, quale quella delle operazioni economiche e ftnanziaúe che egli effettua anche al di fuori del territorio nazionale. Stiamo awiando, in stretta collaborazione con la direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, un'opera'di rilettura e di riclassific azione di una serie di reperti (in verità risalenti) che provengono da vecchi e dichiarazioni di collaboratori e che sono stati mano a mano focalizzati., sfruttando a fondo, ad esempio, il sistema delle banche dati. Esercizio che ci aveva visto già impegnati sul fronte Di Vincenzo dove, pur potendo esercitare noi stessi come Procura nazionale antimafia I'azione di prevenzione personale nei confronti di questo imprenditore, abbiamo opportunamente awiato una prassi di dialogo e di ricerca comune di fonti, mettendo à-disposizione, owiamente con il massimo impegno possibile, tutti gli elementi desumibili dal sistema SIDDA/SIDNA. In tale sistema esisteva una serie di dichiarazioni di persone mafiose vicine a Piddu Madonia che non solo parlavano del quadrante ,o-"nó, di cui sicuramente codesta Commissione è stata resa edotta e comunque è a conoscenza )t attraverso una priorità di reperti documentari acquisiti, ma anche di altri quadranti, a partire da un quadrante francese. La Commissione antimafia francese, ,r.f ,.ro primo anno di attività, ha redatto un rapporto aI Parlamento, in cui si parla della peneffazione di cosche mafiose a Grenoble che sono esattamente quelle indicate dai collaboratori di giustizia, ma anche di presenze significative di riccùez za, di denaro e di imprenditorialità risalente a Piddu Madonia in Austria, in isole del Mediteffaneo e addirittura negli Stati Uniti. Tutto questo comporta ovviamente uno sforzo di ricapitolazione dei dati. Non è detto che tutti questi elementi possano giungere ad essere-fruttuosamente inquadrati in una vera e propria indagine, non solo perché il tempo e i regimi prescrizionali diversi rendono impraticabile, allo stato, indagini per awenimenti accaduti vari anni fa, ma soprattutto perché si tratterà di mettere a fuoco, di volta in volta, e di coniugare le prove che stiamo ricostituendo nel quadrante nazionale con ciò che si vuole acquisire in sede di rogatoria. E bene però avere la consapevolezza della latitudine della presenza economica di questo capomafia che se va aYicerza non 1o fa certamente per vedere le ville venete ma probabilmente perché qualcuno della sua famiglia è interessato alla produzione di oro che si trova in quel posto. Questo, per entrare in medias res) è il metodo: f individuazione di volta in volta dell'economia politica di un'organi zzazione mafiosa, unico ambito in cui la risposta repressiva e preventiva dello Stato può essere efficace. In caso contrario la sofffazione di Piddu Madonia allo status libertatis nulla toglie al fatto che ingenti capitali da lui comunque accumulati sono gestiti daIIa pluralità, da una larga fetta di persone non sempre individuabili .oir. soggetti criminali. Ciò comporterà probabilmente nel prosieguo una specializzlÀon dell'azione di prevenzione attraverso una ricomposizione elettronica, informatica dei sistemi familiari, perché vi è una caratteristica che ci aiuta in questo lavoro della subcultura mafiosa: poiché i mafiosi si fidano molto poco degli estranei, malgrado i duri colpi inferti da varie indagini di tipo patrimoniale gestite da tante prorrrr" della Repubblica del nostro Paese, continuan o a far gestire i loro affari da paienti o affini. Questa caratteristica ci fa produrre un certo ottimismo. L'onorevole Cristaldi chiede quali sono le strategie economiche delle organizzazioni mafiose: sono strategie affidate ad una logica strettamente imprenditoriale; ragionano con la razionalità dell'imprenditore. Sè un imprenditore decide di fare I'imprenditore a Spoleto si guarda intorno e vede cosa vi è di suscettibile di intrapresa economica in quel posto. Se loro si guardano intorno si rendono conto che la maggior parte della ricchezza proviene dalla spesa pubblica. Allora, si lavora per intercettare questi flussi. La nostra contromossa in sede di attività della Direzione nazionale antimafia è consistita e consiste nel fare il lavoro esattamente opposto: ricostruire il flusso dei frnanziamenti pubblici - attualmente siamo concentrati sulla legge n.488 e sul sistema Agenda 2000'2006 - per verificare , attraverso I'aggre gazione e successivamente la disaggregazione dei dati, quanti di quei soggetti sono da ritenere vicini alle organizzazioni mafiose. Non sono in grado in questa sede di fornire elementi significativi. Stiamo simulando, su certe realtà ben determinate e delimitate, questa sperimentazione con un apposito software, che ci è costato molti sacrifici e il dato che appare dalle primissime proiezioni non è tranquillizzante. Vi è un sorta di specializzazione da parte delle organizzazioni nell'intercettare questo denaro, attraverso uno o più gruppi di professionisti che, dietro la corresponsione di parcelle che nulla hanno a che fare con il regolare corrispettivo di un piofessionista onesto, forniscono servizi criminali a gruppi criminali. Tutto ciò si salda con I'emissione di f attur azioni ine s i stenti . Integro l'osservazione compiuta dal collega Condorelli rilevando che, quando ci si mette a posto, I'organizzazione mafiosa, oltre a ricevere un tantum (3 assai significativa, e non neutra secondo il mio punto di vista, la circost anza che qualcuno goda di forti sconti), riceve fatturazioni per operazioni inesistenti che consentono di costruire una riserva occulta e quindi di gestire tangenti, per non dire regalie e quant'altro. Ebbene, in questo sinallagma, il rapporto vittima-organizzazione Àafiosa si dissolve e ci troviamo in un'area di contratti, di accordi di coop erazione, suscettibili di essere ttattati in questo senso. Credo di aver così risposto anche alla domanda del commissario Misuraca sulla legge n. 488. L'onorevole Napoli riferisce della presenza di numerosi sportelli banc ari a Caltanissetta, argomento poi ripreso da altri parlamentari. I1 tema è stato affrontato con le stesse curiosità e perplessità in sede di attività di coordinamento. Abbiamo awiato, e sta andando proficuamente avanti, una raccolta sistem aticadi tutti gli atti di vigilanza della Banca d'Italia. È una lettura, messa disposizione della distrettuale di Caltanissetta, che si sta rivelando estremamente utile. Premetto che I'attività di vigilanzapurtroppo non ha vnayocazione antiriciclaggio ma facciamo fortissimi voti affinché I'acquisti, essendo finalizzata, soprattutto nei confronti dei piccoli istituti, ad evidenziare il rischio. Essa, pertanto, non è adeguata a cogliere quelia realtà più volte individuata nelle domande di proliferazione degli sportelli e di tutte le fenomlnologie economiche e finatuiarie alla stessa connesse. Stiamo coniugando 1o studio dei rapporti di vigilanza e I'esame costante dei dati sulle segnalazione di operazioni sospette. Nel corso di questa riunione ho acquisito i dati aggiornati ad oggi e si nota che la provincia di Enna nei ultimi due anni ha superato quella di Calta;issetta, con 28 e 23 segnalazioni in relazione rispettivamente al 2004 e al 2005, contro le 12 e 3 segnalazioni della provincia di Caltanissetta. Le segnalazioni di operazioni sospette si sono rivelate assai utili anche dal punto di vista delle investigazioni. A Caltanissetta le segnalazioni di operazioni sospette sono confluite in procedimenti penali e hanno ridefinito la platea di soggetti prestanome di organizzazioni mafiose, ancora una volta di Madonia, a seguiió di spostamenti di denaro contante molto rilevanti segnalati come sospetti dalle banche. L'onorevole Diana richiama il tema della non onerosità del racket. La risposta è già pervenuta e non si deve aggiungere altro, se non che questo adattamento di costi mafiosi è la conferma della capacità della mafia, in un dato momento storico, di realizzarc il massimo del consenso e dell'utilità con il minimo di resistenza e di impatto sociale. Il fatto che si tenda, in certe circostanze, ad abbattere questi costi vuol dire che, nel progetto della politica economica mafiosa, la voce pizzo (che assicura le entrate correnti per far fronte alle spese legali, al pagamento di prowidenze ai parenti dei soggetti ristretti ai sensi del|'articolo 4I-bis e quant'altro) va vista in rapporto alle altre più significative voci. Non sfugge a nessuno che ia grande quantità di trasferimenti sotto forma di prowi denze, dl ftn*ttiamenti e di opere pubbliche rappresenta un salvadanaio grosso per |a mafia. Poter controllare il prezzo del pomodoro, dare un'indicazione di prezzo sui mercati, controllare in chiave pressoché monopolistica lo spostamento dei prodotti, delle derrate alimentari determina entrate concorrenti che consentono di tenere bassi certuni altri suoi costi di produzione di servizi criminali, quali quelli riconducibili al racket. Se questo è vero, il racket non oneroso è fenomeno di adattamento della criminalit à organizzata a certi contesti. L'onorevole Diana chiedeva ulteriori precisazioni sulla mafiosità nelle campagne. Stiamo osservando questo aspetto con un apposito gruppo di lavoro, del quale non faccio parte, ma cui mi riferisco in continuazione, .he richiama servizio grande criminalità in agricoltura, che sta individuando dati impressionanti su quanto sia rilevante I'interesse della mafia in tale settore. Esso muove anzitutto nel controllo del traffico degli armenti e degli animali di allevamamento, molto spesso importati senza alcun controllo da Paesi dell'ex blocco dell'Unione Sovietica; è poi particolarmente attento a percepire tutti i tipi di contribuzione possibile. E una stória che ormai si trova negli annali della Commissione parlamentaré antimafia e che devo solo citare come paradigma di una certarealtà. Passo al tema dei reperti archeologici che sotto il profilo dell'analisi rappresenta in realtà un dato estremamente complesso e articolato I1 collega di Enna ha proposto esempi di estrema significatività. E' un mercato mondiale. Sarà questo il tema che ci vedrà impegnati, spero con risultati fruttuosi. Una semplice osservazione: un mercato così florido non può e non avrebbe potuto esser fuori dagli interessi e dalle ambizioni di un'organizzazione con tendenze monopolistiche come quella di cosa nostra. Qualche reperto recente - rispetto al quale non è ancora data unaperfetta presentazione dovendo essere ricomposto e meditato - va in questa direzionL: cosa nostra è intranea a questo mercato. Il caso Ilardo è centrale rispetto ai cosiddetti processi del gruppo "Grande Oriente" e termina tragicamente con il suo assassinio, quando .ru rrrl punto di formalizzare una sua collaborazione con la giustizia. Si sono poste, in chiave interpretativa, due diverse motivazioni della sua soppressione: un ritenuto inadempimento di Ilardo rispetto alla gestione della cassa e dell'org anizzazione, come se avesse voluto maldestramente prelevare del denaro appartenente all'organizzazione; il pericolo rappresentato dalla sua collaborazione. Per quanto mi riguarda ritengo che la seconda interpretazione sia aderente alla realtà; peraltro, essa trova in continuazione reperti di sostegno anche in dichiarazioni remote di persone che, pur vivendo ai margini opposti del sistema di cosa nostra, affermano pacificamente che Ilardo è stato ucciso perché era sul punto di parlare, rectus: stava sul punto di fare un'infamità! Mi dispiace avere abusato della vostra attenzione e del vostro tempo. Le tematiche e le risposte come si è visto sono complesse. C'è un problema di risorse, sia di polizia giittdiziaria, come avrà già rilevato il procuratore di Caltanissetta, sia di risposte dell'apparato giudiziario, perché purtroppo il turnover incredibile della procura di Caltanissetta crea il problema del tempo che si richiede per assestare e organizzarc gli uffici. Non spetta però a me ricordare una realtà che sarà stata certamente presentata e che comunque è indiscutibile e rende più complesso e gravoso f impegno. Ad ogni modo, forte è la consapevolezza che il distretto di Caltanissetta abbia avuto storicamente un ruolo centrale nelle vicende di cosa nostra e che probabilmente continuerà ad averlo. CARDINALE- L'onorevole Napoli ha posto una domanda sulla tratta degli esseri umani. La provincia di Enna o quanto meno i Comuni del circondaiio sono interessati a questa forma di immigrazione clandestina di romeni, che inizialmente (a B arrafranca, Pietrap erzia, e P iazza Armerina) si è prese rftata come un procacciamento di spose ad anziani del circondario che cercavano compagne. Da un arìno e mezzo abbiamo scoperto che le donne che erano venute qu"rti propositi matrimoniali, ma il più delle volte con f intenzione di acquisire la"otr cittadinanza,derubare i vecchietti e andare via, hanno scoperto che è più facile fare da mediatrici di manodopera. In forza dei loro contatti con la madrepatria, sia lavoratrici sia lavoratori vengono in provincia di Enna, alcuni con visto turistico, altri da clandestini, utilizzarrdo i normali autobus di linea. Tutto questo non awiene gratuitamente, atteso che la lavoratrice che acquisisce il lavoro in provincia di Enna paga la compagna o il compagno che ha fatto da sponsor una cifra pari a una delle mensilità che- dovrebbe guadagnare. Lo stesso vale per il datore di lavoro. Si crea così questo mercato del collocamento clandestino. Il fenomeno sta prendendo piede, tant'è vero che abbiamo due inchieste in corso e una tetza che sta per partire. Il fatto grave è che cominciano a manifestarsi episodi di sfruttamento vero e proprio. Recentemente ad Aidone sono stati trovati tre lavoratori romeni tenuti in condizione di paraschiavitù in ambenti poco adafti sottoposti a giornate lavorative di diciassette ore nei campi, con stipendi bassissimi e talvolta il primo salario neppure pagato. Essendo un fenomeno che deve essere attenzionato, ci siamo attivati con le forze di polizia perché ci sia maggior aftenzione, anche perché il pericolo, ma è un mia preoccupazione, è che qu.rtu popolazione, aumentando, capisca I'importanza del proprio ruolo e del proprio numero e possa diventare soggetto attivo di fenomeni criminali. Pochi giorni fa un abitante di Pietraperzia ha ucciso un albanese, reo di avergli sedotto una figlia. Passando al tema del credito, ricordo che la provincia di Enna è forse all'ultimo posto per ricchezza tra le province d'Italia e quindi non ha grosse capacitèt economiche. Anche nel campo del credito dà dimostrazione di questa sua marginalità. Abbiamo un'unica cassa rurale operante in provincia, che si aggiunge agli istituti nazionali. Non ho riscontrato elementi per ritenere che questabancapossa prestarsi a certe operazioni. A titolo di cronaca, il gruppo Gulino in epoca non sospetta, quindi un anno e mezzo fa, ha avuto da questa banca un grosso prestito (circa 1,5 miliardi) per acquistare un locale di proprietà dell'INAIL, che era sede del proweditorato àgH studi. Un'indagine svolta su mia indicazione ha dimostrafo che I'operazione ira apparentemente pulita. In quel periodo si dibatteva molto di reati commessi a Roma 61 da responsabili de11'INAIL in ordine alla compravendita atti aRoma ma non ho notizie al riguardo. di immobili; ho rimesso gli Si è parlato di impianti ceduti alla mafia: I'unico caso si è verificato in provincia di Enna e riguarda un impianto di calcestruzzo. La provincia di Enna è prevalentemente agricola, ma ha delle aree industriali che vorrlbbero assurgere a volano di sviluppo economico. Una di queste aree fa parte del comune di Dittaino, dove si è creato un polo industriale. Abbiamo poi due poli artigianali, uno a Catenanuova e un altro a Centuripe. I colleghi della DDA huntto scoperto che un impianto di calcestruzzo, che noi abbiamo fatto oggetto di una misura di preven zione, era di fatto gestito da Gaetano Leonardo, detto Tano Leone, capomafiu di E mu, e da suoi accoliti. Tramite la misura di prevenzione siamo riusciti a ottenere la confisca delf impianto che vale alcuni miliardi. Per quanto riguarda i controlli degli appalt| è stato ricordato che presso la prefettura vi è un nucleo di valutazione, formato da rappresentanti di tutte le forze dell'ordine, che dovrebbe esaminare i documenti inviati dai comuni. Da parte della prefettura e degli imprenditori sono stati sottoscritti protocolli d'intesa pei verificare So, nella fase di predisposizione dei bandi e dell'aggiu dicazione Oìtte gffia, si verificano irregolarità. Nei limiti del possibile abbiamo cercato di aprirci al mondo imprenditoriale; attraverso il dialogo con associazioni di imprènditori e con I'associazione di commercianti, abbiamo appreso che ci si lamenta delle cosiddette cordate per gli appalti. Per esempio, in provincia di Enna è presente il gruppo dei favaresi. Favata è un comune dell'agrigentino che vantu .tt altissimo numèro di imprese, tra le 400 e le 500; quando questa massa si sposta in un comune determina I'aggiudicazione della garu. Abbiamo scoperto - e ci sono indagini in corso - che alcune offerte devono essere concordate perché la differen u I bassissima: basta effettuare un'analisi al computer per capire che I'offerta è studiata alribasso in modo che I'aggiudicazione sia a favore di una determinata persona. Inoltre, le lettere di offerta sono state spedite una dietro l'altra e sono stati utilizzatila stessa busta e lo stesso carattere. Ci stiamo muovenglo sul piano penale ma si tatfa di una turbativa d'asta che è punita con una pena che non supera i tre anni. Vi è evidentemente un problema di adeguamento alla gravità del fatto della norrna relativa alla sanzione. ZUCCARO. Per quanto riguarda I'osservatorio di Nicosia vorrei rispondere ad una domanda dell'onorevole Diana e del Presidente della Commissione circa il fenomeno degli incendi collegati ad estorsioni. È stato chiesto se essi siano sintomo di una popolazione che resiste al fenomeno estorsivo e se sia possibile una quantificazione in percentuale degli incendi collegati ad estorsioni rispetto al fenomenÀ globale degli incendi di natura dolosa. Per I'osservatorio di Nicosia la prima risposta è purtropfo negativa: gli incendi non sono collegati ad una resistenza della popolazione, ^Àa accade il contrario. Presumiamo I'esistenza di un fenomeno estorsivo in base aI fafto che vi è stato un incendio, dovuto ad una prima resistenza dell'imprenditore rispetto a contatti che non ritiene sufficientemente intimidatori nei suoi confronti. Se il primo approccio non è ritenuto sufficiente dal soggetto che viene awicinato, verifichiamo questo fenomeno che ci fa attenzionare la possibilità di 62 un'estorsione. A questo punto sottoponiamo a intercettazioni il telefono della vittima alcuna giustificazione in ordine alla possibilità di richieste estorsive. Il collegamento dell'incendio con I'estorsione emerge dagli esiti delle intercettazioni, ma purtroppo è un dato non significativo perch? pul:ziuI". euando dalle intercettazioni emerge che la vittima si rende .orio del òoilegu-.nto t u f incendio e I'estorsione, iscriviamo nel procedimento il reato di estorsione insieme a quello di incendio. Verifichiamo che le intercettazioni non ci consentono di arrivare all'individuazione degli autori dell'estorsione. A fronte di nove procedimenti contro ignoti, iscritti per incendio collegato a richiesta estorsivaf un solo caso di procedimento consente di individuare I'autore delle estorsioni. Ciò dimostra che vi è una diffusa omertà nel nostro territorio da parte dei soggetti che subiscono estorsioni. Sappiamo che a un certo punto si arriva ad un accomodamento della vicenda e non si verificano più fenomeni del genere ma, pur avendo interrogato il soggetto e avendogli contestato le intercettazioni, non riusciamo ad avere indicazioni significative ln ordine agli autori delle richieste estorsive. Sembrerebbe che esse cessino senza ragioni valide per far ultimare i tentativi di estorsione. Per quanto riguarda il rackel nelle campagne, nel territorio di Nicosia abbiamo registrato che è spesso posto in essere da soggetti limitrofi che, con azionidi disturbo, furti, danneggiamenti, cercano di impossessarsi dei terreni e di estendere i possedimenti a danno di soggetti che sono più o meno capaci di resistere a queste pressioni. Credo che il fenomeno sia collegato ad una zona dove non vi sono insediamenti stabili di forti organizzazioni mafiose. che non ci fornisce PRESIDENTE. Al procuratore distrettuale di Caltanissetta sarà inviato I'elenco di tutte le domande formulate dai commissari, con la preghiera di farle pervenire, por quanto di competenza, sia al rappresentante della procura nazionale antimafia sia ai titolari delle procure ordinarie, affinché possano rispondere in mani era dettagliata - in parte è già stato fatto - a tutte le domande, indicando le parti che devono rimanere segretate. MESSINEO. Dobbiamo nuovamente rispondere a tutte inviate soltanto quelle alle quali non è stato risposto? le domande o ci saranno PRESIDENTE. Vi manderemo un elenco; è utile che alcune domande, cui sono state date risposte sintetiche o parziali tenuto conto del limite di tempo a disposizione, siano debitamente integrate. Yi ringrazio per la cortese disponibilità e svolto, anche in relazione aIIa dotazione mi congratulo per I'ottimo lavoro di uomini e di mezzi della procura distrettuale di Caltanissetta e delle procure ordinarie. COMUNICAZIONI DEL PKESIDENTE PRESIDENTE. Comunico che il presidente dell'ATO idrico di Caltanissetta ha fatto domanda di essere ascoltato daila Commissione per illustrare scopi, funzioni e finalità del consorzio, contenuti e relativo programma di interventi previsti, modalità di gestione, deliberati degli organi consultivi, qualificanti dei disciplinari di gara approvati dalle assemblee, esito delle gare e quant'altro possa contribuire a foÀire ulteriori elementi che possano, da un lato, consentire alla Commissione di ottenere informazioni aggiuntive sugli effettivi pericoli di infiItrazione mafiosa in un settore così importante per la vita della comunità e, dall'altro, confortare sulla bontà degli strumenti messi in atto per tentare di contrastare questa possibilità. Proponei di invitare a trasmettere una relazione ampia e dettagliata, che sottolinei le problematiche relative all'assenza di partecipanti ai vari bandi e alle indicazioni per contattare le varie imprese ai fini della futura trattativaprivata. MISURACA. Ciò, con particolare riferimento all'individuazione e alla scelta del nuovo direttore. PRESIDENTE. Formulerò alcune richieste aggiunge re indicazioni specifi che. e chiederò ai colleghi se intendono I lavorí terminano alle ore 19.20. 64