pesca-dicembre 2012
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pesca-dicembre 2012
agenzia quotidiana di informazioni direttore: giovanni martirano direttore responsabile: letizia martirano agra press editrice cooperativa OUTSIDER Via in Lucina 15 - 00186 ROMA Tariffa ROC: "Poste italiane spa - Spedizione in a.p. - DL 353/2003 (convertito in legge 27/02/2004 n. 46 ) art. 1 comma 1 DCB ROMA" ANNO L - N. 357 www.agrapress.it venerdi' 21 dicembre 2012 SPECIALE PESCA L'Economia e la politica della pesca nel mondo SPAGNA: IL MINISTRO ARIAS CANETE SOSTIENE CHE LA RIDUZIONE DELLE QUOTE DI PESCA NON E' GIUSTIFICATA - "EL PAIS" 17 dicembre 2012 – Il ministro dell'agricoltura, dell'alimentazione e dell'ambiente, Miguel Arias Canete, ha detto oggi che le riduzioni proposte da Bruxelles sui contingenti di pesca per il 2013 non sono giustificate perche' avrebbero "gravi conseguenze" per la flotta spagnola nel caso avessero un esito positivo. "Si tratta di riduzioni che non sono giustificate in base agli studi scientifici a nostra disposizione", ha detto Arias Canete al suo arrivo al Consiglio dei ministri dell'ambiente, tenutasi oggi, un giorno prima dell'avvio dei negoziati su questo problema, che potrebbe durare tutta la settimana. Il ministro ritiene che questo incontro "si presenta con enormi difficolta'" e che i negoziati saranno "durissimi"; la Spagna si opporra' a questi tagli che avrebbero "gravi conseguenze economiche e sociali per la flotta peschereccia spagnola". "Sara', come sempre, un negoziato molto difficile, ma il punto di partenza e' davvero negativo", ha detto. La proposta presentata dalla Commissione Europea propone riduzioni delle catture maggior parte delle risorse (ittiche) di interesse per la flotta spagnola, come il nasello delle acque"del nord" - acque non spagnole del Golfo di Biscaglia, Scozia o Irlanda – la rana pescatrice e l'astice, come ha detto il ministro. Per il nasello del nord, la specie commercialmente piu' importante per le navi spagnole, Bruxelles propone una diminuzione del 32% (…). [autore, quotidiano - a cura di agra press] SCOZIA: NFFO, NELLA GESTIONE DELLA PESCA NON C'E' POSTO PER ZERO TAC - "FISHUPDATE.COM" 14 dicembre 2012 - Secondo la Federazione Nazionale delle organizzazioni dei pescatori (NFFO) del Regno Unito, tranne che nella pesca di singole specie che hanno urgente bisogno di azioni correttive nette, i TAC [totali ammissibili di cattura] zero non hanno posto nella gestione della pesca. La storia recente della PCP [politica comune della pesca] e' sufficiente a dimostrare che nella pesca un certo livello di catture e' inevitabile, o completamente imprevedibile e quindi TAC zero puo' solo significare la presenza di scarti, ha affermato l'NFFO in una recente dichiarazione. "Una politica di TAC zero e' in realta' una misura del tutto inefficace, mossa da esigenze politiche, piuttosto che da una qualsiasi strategia chiara o da un'idea su come risolvere un problema specifico", prosegue il NFFO. (ap) - n. 357 2./.. "Zero TAC su spinarolo e smeriglio rientra in questa categoria. Il loro scopo sembra essere quello di creare l'illusione che si stia affrontando un problema, invece di creare le condizioni che potrebbero portare a una soluzione. (…) "Di solito e' piu' facile descrivere un problema, invece che definire una soluzione praticabile, ed e' quello che avviene per questi stock. Dobbiamo ammetterlo, non e' facile. Per qualche tempo le navi non hanno preso di mira queste specie nelle nostre acque, ma anche se sono stati compiuti grandi progressi per migliorare la selettivita' degli attrezzi da pesca in generale, e in futuro se ne possono immaginare altri, al momento non vi e' alcun segno di una soluzione tecnica per le catture involontarie di spinarolo o smeriglio. Si ritrovano in una vasta gamma di attrezzi da pesca, se non regolarmente, comunque troppo spesso per non rappresentare un problema". L'NFFO sostiene che la vera soluzione risieda nella riduzione della mortalita' ittica su queste specie vulnerabili, che secondo i pareri del CIEM [consiglio internazionale per l'esplorazione del mare] sono ora in grave depauperamento. La federazione nazionale delle associazioni di pescatori propone un'azione in cinque fasi: rimuovere lo zero TAC, che non sta ottenendo risultati; sostituire lo zero TAC con una disposizione sulla cattura accessoria che consenta alle navi di portare a terra quello che catturano, ma dissuadere qualsiasi proprietario di peschereccio dal pensare di prendere di mira di nuovo una tal specie; utilizzare i dati raccolti da questi sbarchi in un programma di dati per aumentare le prospettive di definire una soluzione; identificare una soluzione o piu' soluzioni: ce ne sono numerose non ancora esplorate, per esempio attrezzi progettati per aiutare alla fuga. (…); con dati piu' precisi, potrebbe essere possibile identificare le zone e i periodi in cui si verificano gli assembramenti di queste specie, fornendo le basi per chiusure della pesca in tempo reale. Le nuove tecnologie possono fornire inoltre una risposta tramite gli allarmi che dissuadono queste specie particolari a finire negli attrezzi, o che prevedono skipper con la capacita' di individuare ed evitare banchi o anche un singolo pesce. Tra le altre possibilita': l'integrazione di queste specie in un piano globale sugli ecosistemi ittici. (…) "I critici sostengono che queste iniziative sono insufficienti, in ritardo e di lenta attuazione. Ma il punto e' che significherebbe spostare il problema nella giusta direzione, verso una soluzione. L'approccio Zero TAC serve solo a mascherare l'inattivita' e l'assenza di qualsiasi reale progresso in qualsiasi direzione", ha detto il NFFO. "E' significativo il fatto che il parere del CIEM su questi stock non dice da nessuna parte che dovrebbero essere oggetto di TAC Zero. Definire una soluzione praticabile dovrebbe essere la preoccupazione del settore della pesca, degli scienziati, delle ONG ambientaliste e dei manager del settore". [portale – a cura di agra press] IRLANDA: IL MINISTRO DELLA PESCA PREVEDE NEGOZIATI DIFFICILI PER LE QUOTE DELL'UE - "FISHUPDATE.COM" 7 dicembre 2012 - Il ministro irlandese dell'agricoltura, alimentazione e affari marittimi, Simon Coveney, ha presentato ieri, 6 dicembre, al comitato misto Oireachtas per l'agricoltura, l'alimentazione e gli affari marittimi una valutazione sulla sostenibilita' delle proposte della Commissione europea per i totali ammissibili di cattura (TAC) e per le quote per il 2013. I TAC e le quote saranno stabilite al consiglio agricoltura e pesca di dicembre, dal 18 al 20 di questo mese. (…) La dichiarazione sulla sostenibilita', prende in esame tutti gli stock importanti per l'Irlanda, tenendo conto dei pareri scientifici. La valutazione d'impatto prende atto che, mentre molti stock per i quali la flotta irlandese ha un interesse non sono in uno stato biologica di salute, c'e' stato un generale miglioramento dello stato degli stock ittici nel 2012. Coveney ha dichiarato: "Accolgo con favore la revisione completa dello stato degli stock ittici importanti per l'Irlanda, che e' stata effettuata dal Marine Institute. Tra i cinquantanove stock di cui l'Irlanda ha una quota dei TAC dell'Unione europea, il 42% sono ora pescati in maniera sostenibile, contro il 36% nel 2011. Anche lo stato della risorsa in termini di biomassa, vale a dire la popolazione di pesci adulti nello stock, e' migliorata". (ap) - n. 357 3./.. "Il numero di stock esauriti e' calato da dodici a otto. E' bello vedere progressi nella realizzazione di una pesca sostenibile. Sono necessari ulteriori sforzi sia in termini di impostazione dei livelli di TAC sia prendendo anche altre misure relative alla riduzione delle catture di novellame e contro i livelli inaccettabili di rigetti. Questi aspetti saranno una priorita' per me nel programma di lavoro della presidenza irlandese sulla riforma della politica comune della pesca nella prima meta' del 2013". La dichiarazione evidenzia inoltre l'importanza economica delle scorte e dei probabili effetti delle proposte della Commissione da un punto di vista socio-economico. Il ministro Coveney ha detto: "E' chiaro dall'analisi svolta da BIM che le attuali proposte avrebbero pesanti conseguenze sul nostro settore ittico e sulle comunita' costiere. Potenzialmente vi e' una perdita di circa 15,5 milioni di euro per il nostro settore della pesca al coregone e ai gamberi, con effetti a catena per trasformatori e trasportatori. Cio' equivale a perdite nell'ordine di 53 milioni di euro per le comunita' costiere" (…). Coveney ha aggiunto: "Dobbiamo continuare a garantire che lo stato degli stock ittici non sia compromesso e che la consulenza scientifica influenzi le decisioni sui TAC e sulle quote per il 2013. Lavorero' consultandomi con il settore ittico e le altre parti interessate nel corso del consiglio pesca affinche' l'Irlanda ottenga delle quote che implichino riduzioni solo nei casi in cui cio' sia giustificato, e affinche' si tenga in contro in maniera razionale e prudente delle informazioni scientifiche disponibili che dovranno influenzare le decisioni del Consiglio". [portale – a cura di agra press] FRANCIA: IL CONTROLLO SU PESCHERECCI E NAVI COMMERCIALI PIZZICATO DALLA CORTE DEI CONTI - "FRANCE3.FR" 07 dicembre 2012 – In un rapporto pubblicato questa settimana, la Corte dei conti si dice preoccupata per le lacune del sistema francese di controllo della sicurezza delle navi. Sottolinea i rischi per la vita dei marinai-pescatori e di incidenti ambientali. (…) Con 191 morti tra il 1999 e il 2010, il rapporto rileva che la pesca "e', in Francia, il settore di attivita' piu' incline agli incidenti". La flotta dei pescherecci e' "insufficientemente conosciuta dall'amministrazione centrale", osserva la Corte. "Appare come una flotta vecchia (conta circa 25 anni) e sempre piu' inadeguata. Le navi sono meno sicure e le condizioni di lavoro degradate". Paradossalmente, mentre la Francia ha partecipato all'iniziativa del rafforzamento dei controlli europei dopo il naufragio dell'Erika nel 1999, "corre ora il rischio di sanzioni finanziarie maggiori in caso di mancata realizzazione dei nuovi obiettivi" di Bruxelles in termini di sorveglianza delle navi straniere, avverte la Corte. [Mickael Goavec, portale – a cura di agra press] AUSTRIA: STOCK ITTICI DELLE ACQUE DEL NORD EUROPA IN LENTA RIPRESA - "DER STANDARD" 6 dicembre 2012 – Mentre a livello mondiale le riserve di pesce sono ancora a rischio a causa del loro sfruttamento eccessivo, nelle acque nord-europee e limitrofe si registra un trend positivo: nell'Atlantico nordorientale e nei mari del Nord e Baltico lo stato di salute delle popolazioni ittiche e' molto migliorato rispetto a dieci anni fa. A renderlo noto sono stati alcuni scienziati dell'Istituto Thuenen per la pesca marittima di Amburgo, che hanno studiato l'evoluzione dei 41 principali stock ittici presenti in tali regioni. I loro risultati sono stati pubblicati sulla rivista Marine Policy. Nell'arco del periodo preso in considerazione, ben il 44 per cento degli stock esaminati hanno raggiunto il livello di Rendimento massimo sostenibile [Msy], ovvero sono stati gestiti in modo sostenibile, mentre nel 2001 cio' riguardava solo il 12 per cento delle riserve. Le specie che mostrano i maggiori segnali di ripresa sono il merluzzo bianco del Mar Baltico orientale e la passera di mare del Mare del Nord, ma molte altre evidenziano una netta tendenza al rialzo. Inoltre, a partire dal 2009 alcuni indicatori economici delle flotte da pesca sono migliorati. Secondo gli esperti dell'Istituto Thuenen, tra i fattori responsabili di questa tendenza vi (ap) - n. 357 4./.. sarebbero i piani di gestione a lungo termine dell'Ue, basati sulle analisi dello stato degli stock ittici, portate avanti da molti anni a questa parte dai ricercatori del settore. Questo perche' "i piani di gestione fissano degli obiettivi chiari per il recupero delle riserve, e soprattutto sono stati attuati in modo rigoroso dai ministri della pesca", ha sottolineato Christoph Stransky, Vicedirettore dello stesso istituto. I dati emersi dimostrano chiaramente come un uso responsabile delle risorse marittime possa avere nel lungo periodo degli effetti positivi anche per la pesca. [red, quotidiano – a cura di agra press] FRANCIA: LO STUDIO CHE ABBATTE LA PESCA ARTIGIANALE - "SUD OUEST" 30 novembre 2012 – Gli americani sono spesso un passo avanti. Almeno cosi' si dice. Il loro ruolo sulla riforma in corso della politica comune della pesca (PCP) non e' usuale. Questo e' il parere che di Peche et developpement (Pesca e sviluppo), un gruppo che sostiene la pesca artigianale e i lavoratori marittimi, e che ha appena pubblicato "Blue Charity Business nella pesca europea". Nel panorama redatto dal consulente di Rennes Yan Giron e al quale hanno contribuito due membri del collettivo, Yann Le Sann di La Rochelle e Philippe Favreliere, e' venuta fuori l'influenza di alcuni enti di beneficenza americani sull'organizzazione della pesca. I negoziati sulla riforma della pesca marittima nell'Unione europea si concluderanno nel 2013. Secondo questo studio, un gruppo ristretto di fondazioni benefiche, principalmente americane, ha investito molte decine di migliaia di dollari a sostegno di attivita' di lobbying. Lo scopo? Pesare, attraverso le organizzazioni non governative che finanziano, sulla definizione della politica comune della pesca. Questi fondi privati saranno movimentati per indirizzare la politica pubblica e ottenere un controllo sulla politica europea, come e' successo negli Stati Uniti, afferma in sostanza l'autore dello studio. Lo scopo secondo Peche et developpement, sarebbe di indebolire il peso dei pescatori e la loro presenza in mare, in nome dell'indispensabile ritorno ad una natura incontaminata. Il trucco non e' nuovo. Si tratta di demonizzare una filiera, "per liberare spazio nel mare per attivita' nettamente piu' redditizie: turismo, energia, estrazioni diverse". Ma l'approccio non e' frontale. "Le organizzazioni non governative tentano di appropriarsi della piccola pesca artigianale (quella delle unita' minori di 12 metri), per la sua notorieta' e il suo capitale di simpatia presso i consumatori, questa pesca che chiamiamo sostenibile, spiega Philippe Favreliere. Ma questo approccio riduce il perimetro della pesca artigianale, mestiere che praticano le unita' da 12 a 18 metri, soprattutto nelle acque del Golfo di Biscaglia per esempio. Tutto il settore intermedio tra piccola pesca artigianale e pesca industriale si troverebbe cosi' esclusa, e si arriverebbe all'aberrazione di integrare nella categoria 'industriale' le piccole imbarcazioni della Charente, unita' di 12 metri che dragano le capesante o che mettono le reti a strascico". In altre parole, cio' porterebbe a smantellare la natura stessa della maggior parte delle pratiche di pesca in Europa, e, in seguito, a sfilare le reti della commercializzazione dei prodotti ittici che alimenta. [Philippe Baroux, quotidiano – a cura di agra press] SUDAFRICA: FAO, ENTRO IL 2022 LA PRODUZIONE ITTICA SUPERERA' QUELLA DEL MANZO, DEL MAIALE E DEL POLLO - "BIZCOMMUNITY.COM" 28 novembre 2012 – Stando a quanto riportato sul sito internet southafricamag.com, secondo il rapporto dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, State of World Aquaculture and Fisheries 2012, insieme al Marocco e al Senegal, il Sudafrica ha mantenuto la sua posizione quale importante produttore marino. Il pesce e i prodotti ittici sono tra le commodity alimentari piu' commercializzate in tutto il mondo, si legge nel rapporto, con volumi e valori commerciali che, nel 2011, hanno raggiunto nuovi picchi record, e che dovrebbero continuare a crescere, dal momento che alcuni paesi in via di sviluppo continuano a costituire il grosso delle esportazioni mondiali, come riportato dal sito internet southafricamag.com. (ap) - n. 357 5./.. "Nei prossimi dieci anni, la produzione complessiva della pesca e dell'acquacoltura superera' quella della carne di manzo, di maiale e di pollo", sostiene il rapporto, avvertendo, tuttavia, che i livelli concernenti il consumo di pesce continueranno a essere decisamente bassi in alcune aree dell'Africa subsahariana e dell'Asia meridionale, volendo con cio' far riferimento al fatto che non riusciranno a trarre beneficio dai contributi che, altrove, le aziende ittiche e il settore dell'acquacoltura stanno sempre piu' rendendo, in termini di sicurezza alimentare sostenibile e di entrate, viene sottolineato nell'articolo pubblicato sul sito internet southafricamag.com. [portale – a cura di agra press] STATI UNITI: IL CESSATE IL FUOCO ISRAELE-HAMAS E IL SETTORE ITTICO DI GAZA - "ALASKADISPATCH.COM" 27 novembre 2012 - Per la prima volta da tre anni a questa parte Mushtaq Zedan, pescatore di Gaza, e' uscito con la sua barca in acque piu' profonde e piu' ricche di pesce che erano off-limits per lui a causa del blocco israeliano. "Mi e' sembrato di sognare quando ho raggiunto il limite di sei miglia [dalla costa]", ha detto Zedan, padre di quattro bambini che ha ereditato la propria professione dal padre, riferendosi alla sua prima uscita in mare oltre il limite di tre miglia nautiche fissato da Israele per i pescatori di Gaza piu' di tre anni fa, che lo ha tenuto in acque basse e sovrafruttate. "I pesci sono sempre in alto mare", ha detto, spiegando perche' le sue catture sono state irrisorie negli ultimi anni. "Ma con le nuove procedure possiamo catturare piu' pesce e la vita andra' meglio". Le catture di oggi arrivano a circa 88 libbre [1 libbra equivale a circa 0,450 chili ] di cantari e altri pesci, molto al di sopra della media degli anni recenti. (…) Il fatto che l'area in cui Zedan puo' pescare sia aumentata e' una delle prime conseguenze della tregua della scorsa settimana tra Israele e Hamas che ha messo fine a otto giorni di conflitto a Gaza che ha ucciso sei israeliani e centosessantasei palestinesi. (…) Secondo Hamas, i termini del cessate il fuoco includono il fatto che Israele tolga il blocco su Gaza, aprendo i valichi di frontiera al movimento di persone e beni, sia via terra che via mare. Come primo segno di tale novita', in questi giorni i pescatori e gli agricoltori hanno riferito che si sono potuti spingere piu' lontano in mare e avvicinare di piu' alla recinzione di confine rispetto a quanto consentito in passato. (…) L'aumento della distanza all'interno della quale i pescatori di Gaza possono pescare, allontanandosi dall'enclave costiera ha un forte impatto sul loro sostentamento. Negli ultimi dieci anni la loro zona e' stata costantemente e drasticamente ridotta. Dopo gli accordi di Oslo, firmati dall'OLP e da Israele nel 1993, i pescatori palestinesi potevano pescare fino a 20 miglia nautiche dalla costa. Tale distanza e' stata poi ridotta a 12 miglia nel 2002. Nel 2006, quando Hamas ha catturato il soldato israeliano Gilad Shalit, la zona di pesca [per gli operatori palestinesi] e' stato limitata a 6 miglia dalla costa e dopo la guerra a Gaza nel 2009 e' stata ulteriormente ridotta a 3 miglia. Migliaia di pescatori hanno abbandonato il loro mestiere dato che le acque poco profonde vicino alla costa sono sovrasfruttate. Negli ultimi anni i pescatori hanno cominciato a comprare pesce dall'Egitto per rivenderlo a Gaza, un traffico che Zedan ha definito "pericoloso e costoso". Anche se e' entusiasta per le nuove acque ora accessibili per le sue reti, prima di poter tornare a regime dovra' riparare la sua flotta di pescherecci che sono rimasti inutilizzati in porto per anni. "Ora sto usando le mie imbarcazioni leggere. Come puo' vedere la maggior parte delle barche piu' grandi ha bisogno di riparazioni. Mi costera' un sacco di soldi, ma saro' in grado di farcela se cattureremo piu' pesce", ha detto. Due delle sue barche devono essere riparate perche' sono state colpite da navi da guerra israeliane tre anni fa, perche' navigavano di notte nella zona interdetta. Abu Marzouk, vicepresidente dell'ufficio politico di Hamas ha detto che Hamas ha insistito affinche' i pescatori potessero tornare a pescare entro le venti miglia nautiche dalla costa, il limite di Oslo, ma Israele ha rifiutato. (…) Sono altrettanto felici gli agricoltori che possono ora andare sulle loro terre vicine alle recinzioni di confine. Nel limite est della Striscia di Gaza Nabil Abu al-Qumboz sabato e' (ap) - n. 357 6./.. riuscito per la prima volta in cinque anni a raggiungere la sua azienda, che confina con Israele. "Mi sono sentito allo stesso tempo felice e triste", ha detto. La terra del signor Abu alQumboz si trova nella zona cuscinetto, una striscia di terra lungo il confine che ha inghiottito circa il 30 per cento dei terreni agricoli di Gaza. Fino al cessate il fuoco i soldati israeliani stazionavano lungo il confine, sparando a chiunque entrasse in questa zona cuscinetto. "Questa terra era come il paradiso, verde e pulita, ora e' deserta e arida", dice Abu alQumboz, "ma la coltivero' e la rendero' piu' bella di prima". Questo terreno agricolo era la sua unica fonte di reddito ed e' entusiasta di averla riottenuta. "Quando Israele ci ha vietato di raggiungere (questa terra), abbiamo perso quella fonte di reddito e di vita e' diventata veramente miserabile. Spero che questa tregua continui perche' la guerra porta solo distruzione e poverta'". Venerdi' scorso, i soldati israeliani hanno sparato contro una folla di manifestanti che si avvicinavano alla recinzione di confine, uccidendo un uomo, un altro e' stato ferito dal fuoco israeliano vicino al confine ieri. Ma gli agricoltori hanno segnalato una maggiore liberta' di movimento e sabato Hamas ha schierato la polizia vicino al confine per evitare scontri che potrebbero rompere la tregua. Abu al-Qumboz spera che il cessate il fuoco terra', e afferma che gli agricoltori, per il loro bene, si adopereranno per evitare che venga violato. "Ora tutti gli agricoltori possono lavorare sulle loro terre e penso che non permetteranno a nessuno di minare la tregua, perche' e' contro i nostri interessi.". (...) [Ahmed Aldabba, Kristen Chick, portale – a cura di agra press] NOTIZIARIO TRASMESSO ALLE 14:40 E' vietata la riproduzione totale o parziale e la distribuzione con qualsiasi mezzo delle notizie di AGRA PRESS, salvo espliciti e specifici accordi in materia con citazione della fonte. I TESTI CITATI SONO DISPONIBILI CON RIFERIMENTO AL NUMERO DI NOTIZIA Tel 0668806721 - fax 0668807954 - email [email protected]