pesca-dicembre 2012

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pesca-dicembre 2012
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ANNO L - N. 357
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venerdi' 21 dicembre 2012
SPECIALE PESCA
L'Economia e la politica della pesca nel mondo
SPAGNA: IL MINISTRO ARIAS CANETE SOSTIENE CHE LA RIDUZIONE
DELLE QUOTE DI PESCA NON E' GIUSTIFICATA - "EL PAIS"
17 dicembre 2012 – Il ministro dell'agricoltura, dell'alimentazione e dell'ambiente, Miguel
Arias Canete, ha detto oggi che le riduzioni proposte da Bruxelles sui contingenti di pesca
per il 2013 non sono giustificate perche' avrebbero "gravi conseguenze" per la flotta
spagnola nel caso avessero un esito positivo.
"Si tratta di riduzioni che non sono giustificate in base agli studi scientifici a nostra
disposizione", ha detto Arias Canete al suo arrivo al Consiglio dei ministri dell'ambiente,
tenutasi oggi, un giorno prima dell'avvio dei negoziati su questo problema, che potrebbe
durare tutta la settimana.
Il ministro ritiene che questo incontro "si presenta con enormi difficolta'" e che i negoziati
saranno "durissimi"; la Spagna si opporra' a questi tagli che avrebbero "gravi conseguenze
economiche e sociali per la flotta peschereccia spagnola".
"Sara', come sempre, un negoziato molto difficile, ma il punto di partenza e' davvero
negativo", ha detto.
La proposta presentata dalla Commissione Europea propone riduzioni delle catture
maggior parte delle risorse (ittiche) di interesse per la flotta spagnola, come il nasello delle
acque"del nord" - acque non spagnole del Golfo di Biscaglia, Scozia o Irlanda – la rana
pescatrice e l'astice, come ha detto il ministro.
Per il nasello del nord, la specie commercialmente piu' importante per le navi spagnole,
Bruxelles propone una diminuzione del 32% (…). [autore, quotidiano - a cura di agra press]
SCOZIA: NFFO, NELLA GESTIONE DELLA PESCA NON
C'E' POSTO PER ZERO TAC - "FISHUPDATE.COM"
14 dicembre 2012 - Secondo la Federazione Nazionale delle organizzazioni dei pescatori
(NFFO) del Regno Unito, tranne che nella pesca di singole specie che hanno urgente
bisogno di azioni correttive nette, i TAC [totali ammissibili di cattura] zero non hanno posto
nella gestione della pesca.
La storia recente della PCP [politica comune della pesca] e' sufficiente a dimostrare che
nella pesca un certo livello di catture e' inevitabile, o completamente imprevedibile e quindi
TAC zero puo' solo significare la presenza di scarti, ha affermato l'NFFO in una recente
dichiarazione.
"Una politica di TAC zero e' in realta' una misura del tutto inefficace, mossa da esigenze
politiche, piuttosto che da una qualsiasi strategia chiara o da un'idea su come risolvere un
problema specifico", prosegue il NFFO.
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"Zero TAC su spinarolo e smeriglio rientra in questa categoria. Il loro scopo sembra essere
quello di creare l'illusione che si stia affrontando un problema, invece di creare le
condizioni che potrebbero portare a una soluzione. (…)
"Di solito e' piu' facile descrivere un problema, invece che definire una soluzione
praticabile, ed e' quello che avviene per questi stock. Dobbiamo ammetterlo, non e' facile.
Per qualche tempo le navi non hanno preso di mira queste specie nelle nostre acque, ma
anche se sono stati compiuti grandi progressi per migliorare la selettivita' degli attrezzi da
pesca in generale, e in futuro se ne possono immaginare altri, al momento non vi e' alcun
segno di una soluzione tecnica per le catture involontarie di spinarolo o smeriglio. Si
ritrovano in una vasta gamma di attrezzi da pesca, se non regolarmente, comunque troppo
spesso per non rappresentare un problema".
L'NFFO sostiene che la vera soluzione risieda nella riduzione della mortalita' ittica su
queste specie vulnerabili, che secondo i pareri del CIEM [consiglio internazionale per
l'esplorazione del mare] sono ora in grave depauperamento.
La federazione nazionale delle associazioni di pescatori propone un'azione in cinque fasi:
rimuovere lo zero TAC, che non sta ottenendo risultati; sostituire lo zero TAC con una
disposizione sulla cattura accessoria che consenta alle navi di portare a terra quello che
catturano, ma dissuadere qualsiasi proprietario di peschereccio dal pensare di prendere di
mira di nuovo una tal specie; utilizzare i dati raccolti da questi sbarchi in un programma di
dati per aumentare le prospettive di definire una soluzione; identificare una soluzione o piu'
soluzioni: ce ne sono numerose non ancora esplorate, per esempio attrezzi progettati per
aiutare alla fuga. (…); con dati piu' precisi, potrebbe essere possibile identificare le zone e i
periodi in cui si verificano gli assembramenti di queste specie, fornendo le basi per
chiusure della pesca in tempo reale.
Le nuove tecnologie possono fornire inoltre una risposta tramite gli allarmi che dissuadono
queste specie particolari a finire negli attrezzi, o che prevedono skipper con la capacita' di
individuare ed evitare banchi o anche un singolo pesce.
Tra le altre possibilita': l'integrazione di queste specie in un piano globale sugli ecosistemi
ittici. (…) "I critici sostengono che queste iniziative sono insufficienti, in ritardo e di lenta
attuazione. Ma il punto e' che significherebbe spostare il problema nella giusta direzione,
verso una soluzione. L'approccio Zero TAC serve solo a mascherare l'inattivita' e l'assenza
di qualsiasi reale progresso in qualsiasi direzione", ha detto il NFFO.
"E' significativo il fatto che il parere del CIEM su questi stock non dice da nessuna parte
che dovrebbero essere oggetto di TAC Zero. Definire una soluzione praticabile dovrebbe
essere la preoccupazione del settore della pesca, degli scienziati, delle ONG ambientaliste
e dei manager del settore". [portale – a cura di agra press]
IRLANDA: IL MINISTRO DELLA PESCA PREVEDE NEGOZIATI
DIFFICILI PER LE QUOTE DELL'UE - "FISHUPDATE.COM"
7 dicembre 2012 - Il ministro irlandese dell'agricoltura, alimentazione e affari marittimi,
Simon Coveney, ha presentato ieri, 6 dicembre, al comitato misto Oireachtas per
l'agricoltura, l'alimentazione e gli affari marittimi una valutazione sulla sostenibilita' delle
proposte della Commissione europea per i totali ammissibili di cattura (TAC) e per le quote
per il 2013.
I TAC e le quote saranno stabilite al consiglio agricoltura e pesca di dicembre, dal 18 al 20
di questo mese. (…)
La dichiarazione sulla sostenibilita', prende in esame tutti gli stock importanti per l'Irlanda,
tenendo conto dei pareri scientifici. La valutazione d'impatto prende atto che, mentre molti
stock per i quali la flotta irlandese ha un interesse non sono in uno stato biologica di
salute, c'e' stato un generale miglioramento dello stato degli stock ittici nel 2012.
Coveney ha dichiarato: "Accolgo con favore la revisione completa dello stato degli stock
ittici importanti per l'Irlanda, che e' stata effettuata dal Marine Institute. Tra i cinquantanove
stock di cui l'Irlanda ha una quota dei TAC dell'Unione europea, il 42% sono ora pescati in
maniera sostenibile, contro il 36% nel 2011. Anche lo stato della risorsa in termini di
biomassa, vale a dire la popolazione di pesci adulti nello stock, e' migliorata".
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"Il numero di stock esauriti e' calato da dodici a otto. E' bello vedere progressi nella
realizzazione di una pesca sostenibile. Sono necessari ulteriori sforzi sia in termini di
impostazione dei livelli di TAC sia prendendo anche altre misure relative alla riduzione
delle catture di novellame e contro i livelli inaccettabili di rigetti. Questi aspetti saranno una
priorita' per me nel programma di lavoro della presidenza irlandese sulla riforma della
politica comune della pesca nella prima meta' del 2013".
La dichiarazione evidenzia inoltre l'importanza economica delle scorte e dei probabili effetti
delle proposte della Commissione da un punto di vista socio-economico. Il ministro
Coveney ha detto: "E' chiaro dall'analisi svolta da BIM che le attuali proposte avrebbero
pesanti conseguenze sul nostro settore ittico e sulle comunita' costiere. Potenzialmente vi
e' una perdita di circa 15,5 milioni di euro per il nostro settore della pesca al coregone e ai
gamberi, con effetti a catena per trasformatori e trasportatori. Cio' equivale a perdite
nell'ordine di 53 milioni di euro per le comunita' costiere" (…).
Coveney ha aggiunto: "Dobbiamo continuare a garantire che lo stato degli stock ittici non
sia compromesso e che la consulenza scientifica influenzi le decisioni sui TAC e sulle
quote per il 2013. Lavorero' consultandomi con il settore ittico e le altre parti interessate
nel corso del consiglio pesca affinche' l'Irlanda ottenga delle quote che implichino
riduzioni solo nei casi in cui cio' sia giustificato, e affinche' si tenga in contro in maniera
razionale e prudente delle informazioni scientifiche disponibili che dovranno influenzare le
decisioni del Consiglio". [portale – a cura di agra press]
FRANCIA: IL CONTROLLO SU PESCHERECCI E NAVI COMMERCIALI
PIZZICATO DALLA CORTE DEI CONTI - "FRANCE3.FR"
07 dicembre 2012 – In un rapporto pubblicato questa settimana, la Corte dei conti si dice
preoccupata per le lacune del sistema francese di controllo della sicurezza delle navi.
Sottolinea i rischi per la vita dei marinai-pescatori e di incidenti ambientali. (…) Con 191
morti tra il 1999 e il 2010, il rapporto rileva che la pesca "e', in Francia, il settore di attivita'
piu' incline agli incidenti". La flotta dei pescherecci e' "insufficientemente conosciuta
dall'amministrazione centrale", osserva la Corte. "Appare come una flotta vecchia (conta
circa 25 anni) e sempre piu' inadeguata. Le navi sono meno sicure e le condizioni di lavoro
degradate". Paradossalmente, mentre la Francia ha partecipato all'iniziativa del
rafforzamento dei controlli europei dopo il naufragio dell'Erika nel 1999, "corre ora il rischio
di sanzioni finanziarie maggiori in caso di mancata realizzazione dei nuovi obiettivi" di
Bruxelles in termini di sorveglianza delle navi straniere, avverte la Corte. [Mickael Goavec,
portale – a cura di agra press]
AUSTRIA: STOCK ITTICI DELLE ACQUE DEL NORD
EUROPA IN LENTA RIPRESA - "DER STANDARD"
6 dicembre 2012 – Mentre a livello mondiale le riserve di pesce sono ancora a rischio a
causa del loro sfruttamento eccessivo, nelle acque nord-europee e limitrofe si registra un
trend positivo: nell'Atlantico nordorientale e nei mari del Nord e Baltico lo stato di salute
delle popolazioni ittiche e' molto migliorato rispetto a dieci anni fa.
A renderlo noto sono stati alcuni scienziati dell'Istituto Thuenen per la pesca marittima di
Amburgo, che hanno studiato l'evoluzione dei 41 principali stock ittici presenti in tali
regioni. I loro risultati sono stati pubblicati sulla rivista Marine Policy.
Nell'arco del periodo preso in considerazione, ben il 44 per cento degli stock esaminati
hanno raggiunto il livello di Rendimento massimo sostenibile [Msy], ovvero sono stati
gestiti in modo sostenibile, mentre nel 2001 cio' riguardava solo il 12 per cento delle
riserve. Le specie che mostrano i maggiori segnali di ripresa sono il merluzzo bianco del
Mar Baltico orientale e la passera di mare del Mare del Nord, ma molte altre evidenziano
una netta tendenza al rialzo.
Inoltre, a partire dal 2009 alcuni indicatori economici delle flotte da pesca sono migliorati.
Secondo gli esperti dell'Istituto Thuenen, tra i fattori responsabili di questa tendenza vi
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sarebbero i piani di gestione a lungo termine dell'Ue, basati sulle analisi dello stato degli
stock ittici, portate avanti da molti anni a questa parte dai ricercatori del settore.
Questo perche' "i piani di gestione fissano degli obiettivi chiari per il recupero delle
riserve, e soprattutto sono stati attuati in modo rigoroso dai ministri della pesca", ha
sottolineato Christoph Stransky, Vicedirettore dello stesso istituto.
I dati emersi dimostrano chiaramente come un uso responsabile delle risorse marittime
possa avere nel lungo periodo degli effetti positivi anche per la pesca. [red, quotidiano – a
cura di agra press]
FRANCIA: LO STUDIO CHE ABBATTE LA
PESCA ARTIGIANALE - "SUD OUEST"
30 novembre 2012 – Gli americani sono spesso un passo avanti. Almeno cosi' si dice. Il
loro ruolo sulla riforma in corso della politica comune della pesca (PCP) non e' usuale.
Questo e' il parere che di Peche et developpement (Pesca e sviluppo), un gruppo che
sostiene la pesca artigianale e i lavoratori marittimi, e che ha appena pubblicato "Blue
Charity Business nella pesca europea". Nel panorama redatto dal consulente di Rennes
Yan Giron e al quale hanno contribuito due membri del collettivo, Yann Le Sann di La
Rochelle e Philippe Favreliere, e' venuta fuori l'influenza di alcuni enti di beneficenza
americani sull'organizzazione della pesca.
I negoziati sulla riforma della pesca marittima nell'Unione europea si concluderanno nel
2013. Secondo questo studio, un gruppo ristretto di fondazioni benefiche, principalmente
americane, ha investito molte decine di migliaia di dollari a sostegno di attivita' di lobbying.
Lo scopo? Pesare, attraverso le organizzazioni non governative che finanziano, sulla
definizione della politica comune della pesca. Questi fondi privati saranno movimentati per
indirizzare la politica pubblica e ottenere un controllo sulla politica europea, come e'
successo negli Stati Uniti, afferma in sostanza l'autore dello studio. Lo scopo secondo
Peche et developpement, sarebbe di indebolire il peso dei pescatori e la loro presenza in
mare, in nome dell'indispensabile ritorno ad una natura incontaminata. Il trucco non e'
nuovo. Si tratta di demonizzare una filiera, "per liberare spazio nel mare per attivita'
nettamente piu' redditizie: turismo, energia, estrazioni diverse".
Ma l'approccio non e' frontale. "Le organizzazioni non governative tentano di appropriarsi
della piccola pesca artigianale (quella delle unita' minori di 12 metri), per la sua notorieta' e
il suo capitale di simpatia presso i consumatori, questa pesca che chiamiamo sostenibile,
spiega Philippe Favreliere. Ma questo approccio riduce il perimetro della pesca artigianale,
mestiere che praticano le unita' da 12 a 18 metri, soprattutto nelle acque del Golfo di
Biscaglia per esempio. Tutto il settore intermedio tra piccola pesca artigianale e pesca
industriale si troverebbe cosi' esclusa, e si arriverebbe all'aberrazione di integrare nella
categoria 'industriale' le piccole imbarcazioni della Charente, unita' di 12 metri che dragano
le capesante o che mettono le reti a strascico". In altre parole, cio' porterebbe a
smantellare la natura stessa della maggior parte delle pratiche di pesca in Europa, e, in
seguito, a sfilare le reti della commercializzazione dei prodotti ittici che alimenta. [Philippe
Baroux, quotidiano – a cura di agra press]
SUDAFRICA: FAO, ENTRO IL 2022 LA PRODUZIONE ITTICA SUPERERA'
QUELLA DEL MANZO, DEL MAIALE E DEL POLLO - "BIZCOMMUNITY.COM"
28 novembre 2012 – Stando a quanto riportato sul sito internet southafricamag.com,
secondo il rapporto dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e
l'Agricoltura, State of World Aquaculture and Fisheries 2012, insieme al Marocco e al
Senegal, il Sudafrica ha mantenuto la sua posizione quale importante produttore marino.
Il pesce e i prodotti ittici sono tra le commodity alimentari piu' commercializzate in tutto il
mondo, si legge nel rapporto, con volumi e valori commerciali che, nel 2011, hanno
raggiunto nuovi picchi record, e che dovrebbero continuare a crescere, dal momento che
alcuni paesi in via di sviluppo continuano a costituire il grosso delle esportazioni mondiali,
come riportato dal sito internet southafricamag.com.
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"Nei prossimi dieci anni, la produzione complessiva della pesca e dell'acquacoltura
superera' quella della carne di manzo, di maiale e di pollo", sostiene il rapporto,
avvertendo, tuttavia, che i livelli concernenti il consumo di pesce continueranno a essere
decisamente bassi in alcune aree dell'Africa subsahariana e dell'Asia meridionale, volendo
con cio' far riferimento al fatto che non riusciranno a trarre beneficio dai contributi che,
altrove, le aziende ittiche e il settore dell'acquacoltura stanno sempre piu' rendendo, in
termini di sicurezza alimentare sostenibile e di entrate, viene sottolineato nell'articolo
pubblicato sul sito internet southafricamag.com. [portale – a cura di agra press]
STATI UNITI: IL CESSATE IL FUOCO ISRAELE-HAMAS E
IL SETTORE ITTICO DI GAZA - "ALASKADISPATCH.COM"
27 novembre 2012 - Per la prima volta da tre anni a questa parte Mushtaq Zedan, pescatore
di Gaza, e' uscito con la sua barca in acque piu' profonde e piu' ricche di pesce che erano
off-limits per lui a causa del blocco israeliano.
"Mi e' sembrato di sognare quando ho raggiunto il limite di sei miglia [dalla costa]", ha
detto Zedan, padre di quattro bambini che ha ereditato la propria professione dal padre,
riferendosi alla sua prima uscita in mare oltre il limite di tre miglia nautiche fissato da
Israele per i pescatori di Gaza piu' di tre anni fa, che lo ha tenuto in acque basse e
sovrafruttate. "I pesci sono sempre in alto mare", ha detto, spiegando perche' le sue
catture sono state irrisorie negli ultimi anni. "Ma con le nuove procedure possiamo
catturare piu' pesce e la vita andra' meglio".
Le catture di oggi arrivano a circa 88 libbre [1 libbra equivale a circa 0,450 chili ] di cantari e
altri pesci, molto al di sopra della media degli anni recenti. (…)
Il fatto che l'area in cui Zedan puo' pescare sia aumentata e' una delle prime conseguenze
della tregua della scorsa settimana tra Israele e Hamas che ha messo fine a otto giorni di
conflitto a Gaza che ha ucciso sei israeliani e centosessantasei palestinesi. (…)
Secondo Hamas, i termini del cessate il fuoco includono il fatto che Israele tolga il blocco
su Gaza, aprendo i valichi di frontiera al movimento di persone e beni, sia via terra che via
mare. Come primo segno di tale novita', in questi giorni i pescatori e gli agricoltori hanno
riferito che si sono potuti spingere piu' lontano in mare e avvicinare di piu' alla recinzione
di confine rispetto a quanto consentito in passato. (…)
L'aumento della distanza all'interno della quale i pescatori di Gaza possono pescare,
allontanandosi dall'enclave costiera ha un forte impatto sul loro sostentamento.
Negli ultimi dieci anni la loro zona e' stata costantemente e drasticamente ridotta. Dopo gli
accordi di Oslo, firmati dall'OLP e da Israele nel 1993, i pescatori palestinesi potevano
pescare fino a 20 miglia nautiche dalla costa. Tale distanza e' stata poi ridotta a 12 miglia
nel 2002. Nel 2006, quando Hamas ha catturato il soldato israeliano Gilad Shalit, la zona di
pesca [per gli operatori palestinesi] e' stato limitata a 6 miglia dalla costa e dopo la guerra a
Gaza nel 2009 e' stata ulteriormente ridotta a 3 miglia. Migliaia di pescatori hanno
abbandonato il loro mestiere dato che le acque poco profonde vicino alla costa sono
sovrasfruttate.
Negli ultimi anni i pescatori hanno cominciato a comprare pesce dall'Egitto per rivenderlo a
Gaza, un traffico che Zedan ha definito "pericoloso e costoso". Anche se e' entusiasta per
le nuove acque ora accessibili per le sue reti, prima di poter tornare a regime dovra'
riparare la sua flotta di pescherecci che sono rimasti inutilizzati in porto per anni.
"Ora sto usando le mie imbarcazioni leggere. Come puo' vedere la maggior parte delle
barche piu' grandi ha bisogno di riparazioni. Mi costera' un sacco di soldi, ma saro' in grado
di farcela se cattureremo piu' pesce", ha detto. Due delle sue barche devono essere
riparate perche' sono state colpite da navi da guerra israeliane tre anni fa, perche'
navigavano di notte nella zona interdetta.
Abu Marzouk, vicepresidente dell'ufficio politico di Hamas ha detto che Hamas ha insistito
affinche' i pescatori potessero tornare a pescare entro le venti miglia nautiche dalla costa,
il limite di Oslo, ma Israele ha rifiutato. (…)
Sono altrettanto felici gli agricoltori che possono ora andare sulle loro terre vicine alle
recinzioni di confine. Nel limite est della Striscia di Gaza Nabil Abu al-Qumboz sabato e'
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riuscito per la prima volta in cinque anni a raggiungere la sua azienda, che confina con
Israele.
"Mi sono sentito allo stesso tempo felice e triste", ha detto. La terra del signor Abu alQumboz si trova nella zona cuscinetto, una striscia di terra lungo il confine che ha
inghiottito circa il 30 per cento dei terreni agricoli di Gaza. Fino al cessate il fuoco i soldati
israeliani stazionavano lungo il confine, sparando a chiunque entrasse in questa zona
cuscinetto.
"Questa terra era come il paradiso, verde e pulita, ora e' deserta e arida", dice Abu alQumboz, "ma la coltivero' e la rendero' piu' bella di prima". Questo terreno agricolo era la
sua unica fonte di reddito ed e' entusiasta di averla riottenuta.
"Quando Israele ci ha vietato di raggiungere (questa terra), abbiamo perso quella fonte di
reddito e di vita e' diventata veramente miserabile. Spero che questa tregua continui
perche' la guerra porta solo distruzione e poverta'".
Venerdi' scorso, i soldati israeliani hanno sparato contro una folla di manifestanti che si
avvicinavano alla recinzione di confine, uccidendo un uomo, un altro e' stato ferito dal
fuoco israeliano vicino al confine ieri. Ma gli agricoltori hanno segnalato una maggiore
liberta' di movimento e sabato Hamas ha schierato la polizia vicino al confine per evitare
scontri che potrebbero rompere la tregua.
Abu al-Qumboz spera che il cessate il fuoco terra', e afferma che gli agricoltori, per il loro
bene, si adopereranno per evitare che venga violato. "Ora tutti gli agricoltori possono
lavorare sulle loro terre e penso che non permetteranno a nessuno di minare la tregua,
perche' e' contro i nostri interessi.". (...) [Ahmed Aldabba, Kristen Chick, portale – a cura di
agra press]
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