Scarica il giornalino
Transcript
Scarica il giornalino
28 Mensile d’informazione cinematografica del Cinema Smeraldo - Teramo ALTERNATIVA CINEMA 2016-17 programma di febbraio mercoledì 1° febbraio Cinema2day mercoledì 15 febbraio mercoledì 8 febbraio PATERSON DEL MONDO IL CLIENTE (Jim Jarmusch) (Xavier Dolan) (Asghar Farhadi) È SOLO LA FINE EVENTO SPECIALE giovedì 23 febbraio mercoledì 22 febbraio LA STOFFA DEI SOGNI 1200 KM DI BELLEZZA (Gianfranco Cabiddu) (Italo Moscati) autore in sala a cura di Anna Fusaro Smeraldo Cinema - Teramo www.smeraldocinema.it 1° spettacolo: ore 18.00 - 2° spettacolo: ore 21.30 • biglietto d’ingresso: 5,00 euro Anche Alternativa Cinema aderisce all’iniziativa Cinema2day del ministero della Cultura: il secondo mercoledì del mese, fino a febbraio, biglietto a 2.00 euro alternativa CINEMA mercoledì 1° febbraio (ore 18.00 - 21.30) È solo la fine del mondo Regia: Xavier Dolan Soggetto: Jean-Luc Lagarce Sceneggiatura: X. Dolan Fotografia: André Turpin Montaggio: X. Dolan Musiche: Gabriel Yared Interpreti: Gaspard Ulliel, Nathalie Baye, Vincent Cassel, Léa Seydoux, Marion Cotillard, Antoine Desrochers Nazione: Canada, Francia Anno: 2016 Durata: 97’. Festival di Cannes 2016 Grand Prix speciale della Giuria Che potenza il nuovo film di Xavier Dolan, atteso al varco a Cannes due anni dopo il trionfo di Mommy nel 2014. È solo la fine del mondo è un dramma familiare ipnotico la cui forza viene caricata nelle emozioni scolpite sui volti dei protagonisti. Il regista canadese procede nel senso inverso rispetto al suo ultimo film: se Mommy esplorava personaggi che cercavano il massimo dello spazio sullo schermo, allargandolo letteralmente con le loro mani, questo nuovo lavoro vede il regista restringere il campo visivo. Juste la fin du monde è tutto di primi piani. Tutto. Sono gli occhi di ciascuno dei protagonisti a contare veramente. Più di ogni altra cosa. La storia è quella di uno scrittore Juste la fin du monde teatrale che torna a casa per ritrovare i suoi cari per un giorno: la madre, la sorella minore, il fratello maggiore e la cognata. Lui non si fa vedere da 12 anni e il vero scopo di questo pranzo in famiglia è annunciare loro che presto morirà. Nel momento in cui varca l’uscio di casa, tutti quegli anni di assenza vengono a galla scatenando emozioni estreme […]. Ci mette poco lo spettatore a sbattere contro il vero protagonista di questa storia, l’incomunicabilità che regna tra i personaggi. E la loro solitudine. […] Film di attori, tutti in stato di grazia, mentre la forza visiva di Dolan fa la differenza e spinge il teatro filmato verso il grande cinema. […] Dolan inizialmente cerca tracce di tenerezza nel dolore, ma allo stesso tempo carica emotivamente il suo film in attesa della tempesta del terzo atto. (Pierpaolo Festa, film.it) Solo il Natural Blues finale di Moby (“Oh Lordy, trouble so hard”) riesce a calmarci dal corpo a corpo continuo che ci impone Xavier Dolan in questo sofferto, vitale e sanguinante È solo la fine del mondo. Corpo a corpo con un testo ripreso da una commedia canadese anni Novanta di Jean- Luc Lagarce, ma anche corpo a corpo continuo tra i personaggi coinvolti. E corpo a corpo con un tipo di cinema che non può che dividere. Da amare o da odiare. […] Certo, possiamo vederlo anche come pura messa in scena teatrale di rapporti conflittuali. Ma Dolan, coi suoi già 27 anni, non ci propone mai solo questo. Pretende di più dai suoi spettatori, dai suoi personaggi e da se stesso che un bel drammone recitato da attori strepitosi […]. Più che al teatro filmato di Fassbinder, nella frantumazione delle immagini e dei primi piani dei personaggi Dolan sembra riprendere la lezione di Cassavetes. (Marco Giusti, rollingstone.it) Dello stesso autore Alternativa Cinema ha proposto Mommy (16 febbraio 2015) mercoledì 8 febbraio (ore 18.00 - 21.30) - Cimema 2day: biglietto d’ingresso € 2 Il cliente Forushande Regia e sceneggiatura: Asghar Farhadi Fotografia: Hossein Jafarian Montaggio: Hayedeh Safiyari Musiche: Sattar Oraki Interpreti: Shahab Hosseini, Taraneh Alidoosti, Babak Karimi, Mehdi Koushki, Farid Sajjadi Hosseini Nazione: Iran Anno: 2016 Durata: 125’. Festival di Cannes 2016 Premio migliore sceneggiatura Premio miglior attore Costretti ad abbandonare il proprio appartamento, perché lavori contigui hanno compromesso la stabilità dell’edificio, Emad, giovane insegnante, e la moglie Rana si trasferiscono in un nuovo alloggio nel centro di Teheran. Sono impegnati a teatro in Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller, progettano di avere un bambino, ma l’orizzonte improvvisamente si copre di nubi. […] Il voltaggio metaforico, ovvero sociologico è alto: la commistione e il mutuo rispecchiamento tra realtà e finzione, ovvero la pièce di Miller, riverbera sullo schermo tanti dei problemi dell’odierno Iran, […] le giovani gene- razioni abbandonate a se stesse, la paura della polizia, il senso di minaccia costante, fino ai rapporti tra i sessi e il corto circuito colpa-sanzione-perdono. Insomma, siamo poeticamente e politicamente dalle parti di Una separazione, About Elly e gli altri, ottimi, film di Farhadi, eppure questa è da considerarsi una prova minore, se non nelle ambizioni, di certo negli esiti. […] Sempre buon cinema, per carità, ma da Farhadi era lecito aspettarsi di più. (Federico Pontiggia, cinematografo.it) Il titolo originale è Forushande, il commesso viaggiatore, e il rimando è alla pièce di Miller che i protagonisti mettono in scena. […] A sfilare, durante gli accadimenti drammatici del film, è una galleria di persone comuni, dai modi semplici e gentili. Innocui all’apparenza, colpevoli in potenza o nei fatti, oppure, se non colpevoli, più propensi a sentenziare che a perdonate. […] Ottima la regia, che, nel non mostrare e nel lasciare immaginare, trasforma il potenziale conforto della vita domesti- ca in uno scenario da thriller. […] Farhadi schiva il pericolo di moralismo e converte un dramma privato e sociale in cinema. (Tiziana Lo Porto, Il Venerdì) L’iraniano Farhadi è maestro della suspense al servizio del realismo sociale. I suoi drammi familiari, costruiti con un disvelarsi progressivo di indizi degno di Hitchcock, indagano il malessere della giovane borghesia di Teheran divisa tra modernità e tradizione. Farhadi, grande ammiratore di Kiarostami, è considerato uno degli autori più rappresentativi del cinema iraniano contemporaneo […]. Una popolarità internazionale cresciuta con About Elly, Orso d’argento alla Berlinale 2009, e soprattutto, due anni dopo, con Una separazione, interno di famiglia con divorzio che ha fatto incetta di premi: Orso d’oro, Golden Globe, Oscar, César. (repubblica.it) Dello stesso autore Alternativa Cinema ha proposto: About Elly (15 luglio 2010) e Una separazione (31 maggio 2012). alternativa CINEMA mercoledì 15 febbraio (ore 18.00 - 21.30) Paterson Regia e sceneggiatura: Jim Jarmusch Fotografia: Frederick Elmes Montaggio: Alfonso Gonçalves Scenografia: Mark Friedberg Musiche: Sqürl Interpreti: Adam Driver, Golshifteh Farahani, Barry Shabaka Henley, William Jackson Harper Nazione: Stati Uniti Anno: 2016 Durata: 113’. Il film di Jim Jarmusch Paterson è la celebrazione della poesia, della sua bellezza e del suo mistero. Paterson è una città del New Jersey, legata a famosi poeti, da William Carlos Williams ad Allen Ginsberg, che vi hanno vissuto e le hanno dedicato opere importanti. È anche la patria di Lou Costello, che con Bud Abbott formò la celebre coppia Gianni e Pinotto. Paterson è insomma una fucina di talenti capaci di guardare il mondo, di vederlo da un’angolazione insolita, come solo i poeti e i comici sanno fare. Ma Paterson, nel film di Jarmusch, è anche, singolarmente, il nome del protagonista, un autista di bus urbani dedito alla poesia. Di poesie riempie un taccuino segreto, ma la poesia non è soltanto il suo hobby, è la sua porta di acces- so al mondo e alla sua visione del mondo. Paterson - l’autista - ha una splendida moglie, che lo ama e gli riempie la vita di racconti, di sogni, di oggetti, di trame disegnate rigorosamente in bianco e nero […]. Paterson vive nel suo universo fatto di regolarità e silenzi, che gli permettono di scorgere le piccole accidentalità della vita. Il suo silenzio è però anche il contraltare di ogni eccesso di rumore. Un rumore inteso non tanto come frastuono, quanto piuttosto come rumore della vita, ciò che disturba e che purtuttavia è la vita stessa […]. Soprattutto, nell’universo della coppia c’è Marvin, un piccolo bulldog inglese che osserva il suo padrone guardare poeticamente il mondo, e che gli si oppone burberamente. Marvin è il lato anarchico della vita […]. C’è infatti bisogno di un po’ di anarchia, forse proprio per raggiungere l’armonia della poesia. Non è un caso che a Paterson - la città - abbia vissuto anche un anarchico come Gaetano Bresci, responsabile dell’assassinio di Umberto I° […]. Jarmusch disegna un uni- verso fatto di sensazioni anche visive o di corrispondenze strane, di piccoli o grandi oggetti del vivere quotidiano che si intrecciano in fitte trame di percezioni. (Augusto Sainati, ilfattoquotidiano.it) Se la poesia che omaggia il film di Jarmusch è quella di William Carlos Williams e degli altri minimalisti, poeti della quotidianità e forse della mediocrità, la forma cinematografica assunta da Paterson è quella dell’haiku, il componimento tradizionale giapponese che in soli tre versi racchiude spesso un’opposizione semantica conclusa in se stessa. Il massimo autore che ha fatto di questa forma quasi trascendentale una pratica cinematografica è Yasujiro Ozu: ed è l’ultimo Ozu, quello che gioca con le rispondenze cromatiche, le simmetrie, le ripetizioni inquadrate con la fissità del rito che contempla la vita ammantata di spiritualità Zen, ad apparire quale stella polare di Paterson. (Giuseppe Gangi, ondacinema.it) mercoledì 22 febbraio (ore 18.00 - 21.30) La stoffa dei sogni Regia: Gianfranco Cabiddu Sceneggiatura: G. Cabiddu, Ugo Chiti, Salvatore De Mola Fotografia: Vincenzo Carpineta Montaggio: Alessio Doglione Musiche: Franco Piersanti Interpreti: Sergio Rubini, Ennio Fantastichini, Renato Carpentieri, Alba Gaïa Kraghede Bellugi, Francesco Di Leva, Ciro Petrone, Luca De Filippo, Teresa Saponangelo, Nicola Di Pinto, Jacopo Cullin, Fiorenzo Mattu Nazione: Italia, Francia Anno: 2016 Durata: 101’. Una tempesta scaraventa sull’isola-penitenziario dell’Asinara un gruppetto eterogeneo di naufraghi, in viaggio insieme su un’imbarcazione: quattro camorristi destinati al carcere dell’isola, le due guardie di scorta, e gli attori di una sgangherata compagnia teatrale. Per sfuggire alla cattura, tre dei camorristi costringono il capocomico a spacciarli per attori. Ma il direttore della prigione, sospettoso, per smascherarli obbliga la compagnia a mettere in scena La tempesta di Shakespeare. Il regista sardo Gianfranco Cabiddu (Disamistade, Il figlio di Bakunin, Passaggi di tempo) mescola due testi di Eduardo De Filippo, L’Arte della Commedia e la traduzione in napoletano che Eduardo fece de La tempesta shakespeariana, […] per creare una sceneggiatura originalissima e stratificata che racconta la capacità del teatro di trasformare, ma anche sublimare, la realtà, e la volontà degli uomini di reinventarsi ritagliandosi di volta in volta i propri costumi di scena dalla stoffa di cui sono fatti i sogni. La stoffa dei sogni è una continua citazione shakespeariana e rende omaggio a due maestri del teatro come il Bardo e De Filippo, rivelandone le profonde assonanze al di là della “scorza” linguistica [… ]. L’ambientazione all’Asinara, rimasta incontaminata grazie a decenni di isolamento totale, è la perfetta quinta teatrale per rendere la vicenda atemporale e dilatare lo spazio entro cui il capocomico Campese e la sua compagnia ricostruiscono il proprio palcoscenico. […] La stoffa dei sogni è anche una metafora sulla libertà degli artisti, raccontata su un’isola diventata sinonimo di costrizione: perché il teatro, per chi lo sa capire, «mette le ali al cuore e alla ragione». (Paola Casella, mymovies.it) Finalmente un film italiano di cui si può andare orgogliosi, […] al contempo raffinato (i personaggi sono “doppi” di quelli teatrali, a cominciare dal Prospero del direttore e dalla figlia Miranda) e consapevole delle ataviche ingiustizie subite dalla Sardegna (il personaggio del pastore, dolente e buffo, che riattualizza Calebano). (Roberto Nepoti, La Repubblica) La stoffa dei sogni è un congegno semplicissimo e sofisticato insieme, […] sorretto da attori straordinari (in un piccolo ruolo compare per l’ultima volta Luca De Filippo). Uno Shakespeare reinventato, più Peter Brook che Greenaway. Se l’amore per i luoghi e le persone, per le immagini e per quei trucchi fatti a mano, non fosse una volta tanto così luminosamente, felicemente italiano. (Fabio Ferzetti, Il Messaggero) alternativa CINEMA giovedì 23 febbraio, ore 21.15 - Evento speciale, autore in sala 1200 Km di Bellezza Regia, soggetto, sceneggiatura: Italo Moscati Montaggio: Patrizia Penzo, Maria Iovine Fotografia: Fabio Tricarico Voce narrante: Luigi la Monica Nazione: Italia Anno: 2016 Durata: 75’ «La voglia di scoprire fra passato e presente un futuro su cui scommettere mi è scattata lentamente nel tempo. Si è formata nel crogiolo della curiosità e del sogno a occhi aperti davanti alla foresta di immagini che ci cadono addosso da tutte le parti. Non solo dagli schermi della tv e del cinema, ma dagli sciami di immagini che raggiungiamo o ci raggiungono come api, per succhiare la nostra attenzione, senza garantire il miele per gli occhi e, diciamolo pure, per la mente. Così è nato il soggetto del film 1200 km di Bellezza, che ho girato per il Luce Cinecittà. Girato, ripeto, e non montato. I documenti sono negli archivi del Luce, ma la polvere del tempo non sempre li esalta, anzi li copre, dopo che a lungo sono stati compromessi dall’uso, immagini evirate e mescolate ad altre, di diversa provenienza, frullate spesso senza criteri, specie nei documentari piegati e piagati da testi didascalici o aggiustati alla meglio. Ma le potenzialità dei documenti non hanno, non impongono limiti, o divieti, se non quelli del buon gusto. Forniscono preziose indicazioni, immagini e parole. Sono sceneggiature che non stanno sulla carta, vivono nelle stesse immagini che esistono, giacciono, negli archivi, attendono un riscatto. La stessa cosa accade per le immagini del Paese, abbandonate alla cancellazione sistematica. Sonni pesanti. Sonni duri. La sveglia spesso avviene con il tuono o le macerie dei terremoti, incubi tenaci. Sveglie diverse che scoprono dimenticanze imperdonabili nella tutela della Bellezza. Crimini, non venali e compiuti nelle notti dell’oblio e delle offese. L’idea di rifare un grand tour mi è venuta quando, facendo lavori al Luce tra i documenti in archivio, ho scoperto qualcosa che m’interessò subito: la possibilità, il desiderio di immaginare più che rifare l’epoca dei grandi viaggiatori, dei filosofi, scrittori, artisti, sofisticati abbienti. Partire dai documenti e “girarli” di nuovo scegliendo e innestandoli in riprese nuove e originali, a colori, in hd; rielaborando, scrivendo una vera e propria sceneggiatura. Fare un film. Fare un viaggio che parte da quel poco che esiste e seguire il corso di sequenze spettacolari, aggiungerne altre, andare al cuore di nuove storie e suscitare nuove emozioni. Il viaggio scorre per milleduecento chilometri quanto è lunga l’Italia, dalle montagne del Nord al mare del Sud. Il film comincia dal Sud, approdo di gente che continua a raggiungere l’Italia, con negli occhi la ricerca di un destino, una ricerca fra speranza e tragedia, come documenta la cronaca. Il film racconta un viaggio nella penisola realizzato soprattutto con i documenti dell’Istituto Luce, fondato nel 1924, nei cui archivi compare un’Italia dai primi anni del Novecento fino ad anni vicini a quelli che stiamo vivendo. Un’ Italia articolata, bellissima, fatta di diverse forme di Bellezza, in un territorio sottile e lungo che presenta caratteristiche particolari per ogni regione. Storia del territorio, del paesaggio, vita della gente e arte si mescolano da sempre. Campagne e città sono cariche di storie, d’arte e musica d’ogni tipo. Lo spettacolo della natura s’intreccia con lo spettacolo del lavoro e della creatività italiana. Il film racconta questa Italia. Scenari, arte, lavoro, panorami, grandi personaggi, perfetti sconosciuti. Bianco e nero, e colore in immagini filmate a Roma, Venezia, Matera, L’Aquila. Il racconto che ho scritto accompagna le immagini, integrato con i testi originali. È composto come una vera e propria “sinfonia”, con l’uso dei sonori dei filmati e comunque suoni, parole (brevi citazioni poetiche) e rumori d’ambiente, dal vero e dal concreto. Il racconto si richiama o cita esplicitamente i diari di grandi viaggiatori del gran tour: Stendhal, Goethe, Mark Twain, Mary Shelley, Berenson e tanti altri, tra cui Giovanni Comisso, Dino Buzzati, Carlo Emilio Gadda. Milleduecento km in cui è possibile rappresentare in sintesi evocativa il nuovo, inedito itinerario, una narrazione suggestiva che l’Italia offriva, e offre ancora, grazie alla natura, alle risorse della storia e dell’arte, della volontà di progresso e delle aspettative dei suoi abitanti, qui raccontati con i loro usi e costumi, i riti, le loro lingue, i dialetti, e naturalmente la lingua italiana in continuo divenire. Il titolo del film è ispirato a una frase del poeta Vittorio Sereni, allievo e amico di Giuseppe Ungaretti, morto nel 1983, inserita in uno dei suoi libri pubblicati da Einaudi: L’Italia una sterminata domenica, una frase che prosegue, toccando il grande tema della Bellezza di un territorio pieno di sorprese. Per un unico viaggio sulle orme della Bellezza “sterminata” che si affaccia nelle immagini del Luce; e che da tempo ha sofferto e continua a soffrire». (Italo Moscati) alternativa C I N E MA Mensile d’informazione cinematografica della Società Smeraldo Srl (Teramo) – Direttore responsabile: Anna Fusaro Progetto grafico e stampa: Giservice Srl (Teramo) Iscrizione al Registro della Stampa del Tribunale di Teramo in data 19 settembre 2007 - n° 573 • Sede legale: Società Smeraldo Srl - via Maestri del Lavoro sn - 64100 Teramo Anno 10, n° 5, febbraio 2017 • Periodico gratuito