lago d`autore, con zelbiocult

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lago d`autore, con zelbiocult
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Interviste - Marianna De Micheli
vivere
Dalla soap
alla vela,
l’avventura di una donna
in cerca di se stessa
poco che anche i miei guadagni mi permettevano di vivere bene per qualche mese. Quando
l’isola fu investita dallo tsunami, rimasi a lungo
sul cocuzzolo di una collina che era alta solo
venti metri, in seguito trovai ospitalità in una
capanna costruita poco sopra il livello del mare.
Tornare sulla terra ferma era troppo pericoloso
per via delle malattie, dunque rimasi sull’isola.
E lì feci amicizia con una barca a vela di un
francese che mi invitò a condividere lo spazio
con lui, i suoi figli e altri bizzarri personaggi.
Di giorno si navigava sospinti dal vento, non
avevamo bisogno di nulla, non di benzinai, non
di supermercati, si pescava, eravamo autosufficienti. Mi innamorai della barca a vela. Una
volta tornata in Italia, non potei continuare a
coltivare questa passione e così le vele finirono
nel cassetto delle passioni sopite. Fino a quando
con il nuovo lavoro, sono riuscita a iscrivermi a
un corso di vela all’Elba e in seguito ad acquistare la mia barca.
La sua barca ha un nome molto particolare
“Maipenrai”. Cosa significa?
Significa in thailandese “Never mind”, nel senso
di “Non importa, pazienza, va bene lo stesso, non
Chi è Marianna De Micheli
di Giovanna Canzi
Dopo otto anni sul set, la protagonista di “Centovetrine” decide di smettere i panni dell’attrice e di calarsi in quelli della velista, salendo su una piccola barca e circumnavigando l’Italia da sola, con l’unica compagnia
del suo gatto. Un’esperienza terapeutica che racconta nel suo diario di bordo “Centoboline”, edito da Nutrimenti
Edizioni, presentato al Festival di Zelbio il 15 di agosto.
Studi alla Paolo Grassi, provini, spettacoli,
film e poi la svolta con “Centovetrine”. Cosa
ha significato diventare da un giorno all’altro la cattivissima Carol Grimani di una serie molto popolare?
Non parlerei di “svolta”, dato che faccio questo
lavoro da quando ho 18 anni. Ciò che è cambiato dopo essere entrata nel cast di “Centovetrine”
ha riguardato essenzialmente aspetti pratici. Ho
inquadrarti in base all’ultima esperienza lavorativa che hai avuto e dimenticano il tuo curriculum.
Cosa ricorda di quel lungo periodo lavorativo?
La soap in un certo senso mi ha insegnato a
vivere. È stata una scuola dove ho imparato a
essere metodica, puntuale, responsabile. Prima
di allora, la mia esistenza correva in modo sgangherato. Arrivata a San Giusto Canavese, dove
si trovavano gli studi di “Centovetrine”, ho iniziato a lavorare in modo forsennato. Studiavo
i copioni in continuazione, non c’era weekend
o dopocena che non passassi china sulla parte
da imparare a memoria. Avevo paura. Paura di
non essere all’altezza, paura di dimenticarmi le
battute, di essere quella che fa fare tardi alle
riprese.
Dopo la chiusura della soap, il periplo
d’Italia, in solitaria, se escludiamo il suo gatto. Da dove nasce il suo amore per la vela?
Sono salita per la prima volta in vita mia su
una barca a vela “grazie” allo tsunami del 2004.
Viaggiavo da sola, zaino in spalla. Quando finivo di lavorare in qualche spettacolo, invece
di vivere la mia disoccupazione in città, me ne
andavo in Thailandia, dove spendevo talmente
smesso di cercare una parte fra uno spettacolo
teatrale e l’altro, ho iniziato a lavorare in modo
continuativo, anche 15 ore al giorno, ho avuto
una stabilità economica che prima mancava.
Ha rimpianti per avere scelto la Tv al palco?
No, assolutamente. Penso che un attore sia sempre un attore, in qualsiasi ambito reciti, che si
tratti di televisione, cinema o teatro. L’aspetto
che mi infastidisce è che le persone tendono a
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Attrice, è nata a Milano. Dopo una
lunga
esperienza teatrale e la partecipazione ad
alcune serie
tv, ha raggiunto il successo per
il ruolo di Carol Grimani in Centovetrine. In
seguito all’improvvisa chiusura del programma, a marzo dell’anno scorso, ha scelto di
vivere e viaggiare sulla sua barca, Maipenrai.
Nel suo diario di bordo, “Centoboline” (Nutrimenti Edizioni) racconta, fra le altre cose,
il suo viaggio solitario dalla Liguria a Trieste,
dalla Giraglia alla Barcolana, compiendo il
periplo completo dello stivale e della Sicilia.
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Interviste - Marianna De Micheli
vivere
“Il vero coraggio non è
affrontare il mare, ma la
solitudine. Tutto è partito
dalla mia incapacità
di stare sola”
preoccuparti, figurati, non c’è di che, non ci
pensare, fregatene, futtitinni…”
Nel suo libro “Centoboline” in cui racconta
la sua esperienza di lupo di mare scrive: “Il
vero coraggio non è affrontare il mare, ma
la solitudine. Tutto è partito dalla mia incapacità di stare sola”. La vela e la compagnia
del suo gatto l’hanno aiutata a superare le
sue paure?
Certo è stata una forma di terapia. Il vero passo
coraggioso è stato quello di pensare che avrei
potuto affrontare questa impresa, non tanto l’averla vissuta e conclusa. Mi sono misurata con
le mie ansie e ho imparato a stare sola in modo
armonioso. Navigare soli permette di mettersi
in contatto con la parte più intima e vera di se
stessi.
Nel libro, racconta anche che proviene
da una famiglia “particolare”. Ce la vuole
raccontare?
Mio padre è pittore, mio nonno paterno è stato uno dei critici d’arte italiani più importanti
del Novecento, ha scritto molti libri tra cui “Le
avanguardie artistiche del Novecento”, tradotto
in non so quante lingue. Quando si andava a
casa dei nonni, era come frequentare una lezione universitaria. Io capivo tutto, anche se
bambina, perché mio nonno Mario parlava in
modo semplice, a volte sembrava raccontasse
delle fiabe. Ciononostante, come spesso capita,
non ho sviluppato un particolare interesse per
l’arte, se non per quella recitativa.
Cosa vede nel suo futuro?
Non lo so, vorrei riprendere a fare provini e
lavorare… vedremo!
© riproduzione riservata
Che estate sarebbe senza Zelbio Cult?
Torna puntuale e frizzante come ogni anno “Zelbio
Cult. Incontri d’autore su quell’altro ramo del lago
di Como”, festival che colora le serate del piccolo borgo
comasco. Ideato anni fa da un gruppo di amici riuniti
intorno alla Pro Loco e curato da Armando Besio, responsabile delle pagine culturali milanesi di “la Repubblica”, che a Zelbio trascorre le vacanze fin da bambino,
il piccolo festival, pur essendo cresciuto nel tempo, riconferma ogni anno la sua voglia di alternare i registri,
Armando Besio, anima di Zelbio Cult, con lo scritgiocare con le contaminazioni, mischiare i generi. Novità
tore e giornalista Alessandro Robecchi durante la
passata edizione del festival.
di questa ottava edizione è la presenza di autori stranieri.
Ad aprire il festival il 9 luglio è, infatti, il giovane scrittore e attivista italo-siriano Shady Hamadi che, dopo il suo primo libro “La felicità araba”, torna
con un nuovo testo a raccontare la terra in cui è nato suo padre e alla quale lui stesso è molto
legato: la Siria. “Esilio dalla Siria. Una lotta contro l’indifferenza”, edito da Add, parla di un Paese
martoriato dalla dittatura e dalla guerra civile, di un viaggio compiuto attraverso l’esperienza personale dell’esilio e la sofferenza di un intero popolo. Nel libro si affrontano temi come identità,
integralismo, rapporto tra le religioni, libertà in un Paese di cui troppo spesso si parla in maniera
superficiale. Altro ospite che viene da lontano è James Bradburne, anglo-canadese formatosi a
Londra e Amsterdam, nuovo direttore manager della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense di Milano, che sarà a Zelbio sabato 23 luglio. «È uno dei personaggi dell’anno» sottolinea
il curatore della rassegna «e insieme a lui parleremo della Pinacoteca, dei suoi capolavori, delle
strategie attuate per rilanciare l’istituzione milanese». Non manca il consueto appuntamento con la
comicità: il 15 luglio arriverà Giacomo Poretti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo che presenta il
libro “Al Paradiso è meglio credere” (Mondadori), testo che affronta il tema del nostro destino in
modo lieve, senza rinunciare al paradosso e allo scherzo. Due le incursioni musicali. Il 22 luglio è
di scena l’Orchestra “I pomeriggi musicali”, mentre il 28 agosto nella chiesa del paese l’arpista
celtica di Brunate Arianna Mornico sarà la protagonista del concerto che chiude ogni anno il
festival. Altri due appuntamenti, poi, si preannunciano particolarmente coinvolgenti. Sabato 20
agosto l’ex galeotto, camorrista, ora anche attore, Salvatore Striano presenta il nuovo libro edito
da Chiarelettere “La tempesta di Sasà”, in cui racconta il cambiamento avvenuto a Rebibbia grazie
all’incontro con il teatro e i libri, in particolare Shakespeare e le sue tragedie, mentre il 27 agosto
il giovane Marco Balzano, professore appassionato, studioso di Leopardi e vincitore dell’ultima
edizione del Campiello con “L’ultimo arrivato” di Sellerio permette di riflettere su una storia che
ha un valore politico importante, è scritta senza retorica, ed è in grado di ricordarci quando gli
immigrati eravamo noi. www.zelbiocult.it
Il Calendario
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9 luglio Shady Hamadi
15 luglio Giacomo Poretti del Trio Aldo Giovanni e Giacomo
22 luglio Orchestra “I pomeriggi musicali”
23 luglio James Bradburne
13 agosto Marianna De Micheli
20 agosto Salvatore Striano
27 agosto Marco Balzano
28 agosto concerto di chiusura, arpa celtica, Arianna Mornico
Tutti gli incontri hanno inizio alle ore 21.
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Corriere di Como Domenica 3 Luglio 2016
Cultura
& Spettacoli
Tesori lariani
Tour in Spina Verde
con l’Archeologica
Oggi, con partenza da Como Prestino, la Società
Archeologica Comense organizza una passeggiata guidata in Spina Verde alla scoperta della Como
Preromana. Ritrovo a Prestino in Piazzale Giotto
alle 9.45. Sarà una piacevole passeggiata di circa
due ore, aperta a tutti e gratuita, che condurrà lungo il classico itinerario archeologico del parco toccando i resti più significativi della Como protostorica, riconducibili alla cultura di Golasecca: la Camera Grande, la Camera Carugo, il roccione di
Prestino, la Camera Ovale, la Fonte della Mojenca
(foto), la ricostruzione della Capanna Preromana e
infine la Roccia Altare e l’Abitato protostorico.
A Zelbio il festival dell’estate si chiama “cult”
Al via il 9 luglio la rassegna curata dal giornalista Armando Besio
Da sapere
Gli incontri
si svolgeranno presso
il teatro di Zelbio,
in piazza della
Rimembranza.
In programma
anche due concerti
che si svolgeranno
nella Chiesa
della Conversione
di S.Paolo, in piazza
della Rimembranza 4.
Gli incontri iniziano
alle 21 e sono tutti
a ingresso libero.
In passato sono stati
ospiti del festival
illustri giornalisti come
Mario Calabresi e
Roberto Napoletano,
l’architetto Mario
Botta, i critici Vittorio
Sgarbi e Flavio Caroli
e la scrittrice Sveva
Casati Modignani
La giuria
I vincitori sono stati
selezionati
da una giuria tecnica
presieduta da Andrea
Vitali e formata da
Raffaella Castagnola,
Milo De Angelis,
Emilio Magni,
Armando Massarenti,
Lorenzo Morandotti,
Carlo Pozzoni,
Laura Scarpelli
e Mario Schiani
Z
elbio torna protagonista
della cultura lariana con
il suo ciclo di incontri
d’autore estivi. Siamo alla nona edizione del festival “Zelbio cult” ideato e diretto da Armando Besio, giornalista culturale delle pagine milanesi di “Repubblica”, da sempre innamorato della località lariana a 800 metri d’altezza.
Un ciclo all’insegna delle contaminazioni, mai come quest’anno, che abbina spettacolo e
libri, attualità e filosofia.
Il festival si apre con una serata in collaborazione con il progetto “Popoli-Amo - la biblioteca degli incontri”, che si occupa
del tema della multiculturalità
e coesione sociale in biblioteca:
sabato 9 luglio sarà ospite Shady
Amadi, che racconta il suo esilio
fatto di partenze e incontri, di
sconfitte e di resistenza civile.
Nato in Italia da madre italiana
e padre siriano, Amadi è diventato in questi anni, a dispetto
della giovane età, un punto di riferimento per la causa siriana in
Italia e un attivista per i diritti
umani.
Venerdì 15 luglio appuntamento con Giacomo Poretti del trio
comico Aldo, Giovanni e Giacomo. Che è anche scrittore e collabora con La Stampa e Avvenire.
Ha scritto due libri: l’autobiografico “Alto come un vaso di gerani” e, di recente, il romanzo
“Al Paradiso è meglio credere”,
pubblicati da Mondadori. A Zel-
bio racconterà la sua vita a tutto
tondo, dal primo lavoro come infermiere al successo nel mondo
dello spettacolo, dalla riscoperta della fede alla passione per
l’arte.
Venerdì 22 luglio Zelbio si gemellerà con il “Festival di Bellagio e del Lago di Como” ospitando un concerto dell’orchestra “I
Pomeriggi musicali” diretta da
Benjamin Bayl e con la partecipazione solista della violinista
Laura Bortolotto (in programma pagine di Dvorák, Mendels-
A sinistra, Shady
Amadi, che racconterà
a Zelbio il suo esilio.
È diventato in questi
anni, a dispetto della
giovane età, un punto
di riferimento per la
causa siriana in Italia.
A destra, Giacomo
Poretti, “il 33 per
cento” del popolare
trio comico della tv,
del teatro
e del cinema Aldo,
Giovanni e Giacomo
sohn e Ciaikovskij).
“Le sette meraviglie di Brera”,
da Raffaello a Caravaggio, daranno spettacolo sabato 23 luglio nel racconto illustrato di
James Bradburne, nuovo direttore generale della Pinacoteca
milanese e della Biblioteca Nazionale Braidense.
Venerdì 5 agosto una serata dedicata al grande tennis, tra
sport, letteratura, società. Il vicedirettore della “Repubblica”
Dario Cresto-Dina rievoca in
“Sei chiodi storti” (edizioni
66thand2nd) la prima e unica vittoria italiana in Coppa Davis,
quarant’anni fa, nel 1976, a Santiago del Cile. Una vittoria esaltante ma anche amara, accompagnata dalle polemiche sull’opportunità o meno di partecipare
alla finale nel Paese sotto il giogo del dittatore Pinochet.
Il 13 agosto toccherà a Marianna de Micheli, popolare attrice
televisiva, raccontarsi sulla scia
del volume “Centoboline” (Nutrimenti edizioni). Gli incontri
proseguiranno fino al 28 agosto.
Città di Como, ecco i vincitori
Ieri a Villa Olmo la premiazione del concorso
Prosa, poesia e saggistica: ecco i
consigli di lettura dell’estate
made in Lario. Sono stati proclamati ieri pomeriggio a Villa
Olmo i vincitori della terza edizione del “Premio Internazionale di Letteratura Città di Como”, a cui hanno presto parte
più di 1750 autori.
La sezione “Poesia edita” è
stata vinta da Alessandro Ceni
con “Combattimento ininterrotto” (Effigie, 2015): una forza
vorticosa e mortale anima queste pagine e le conduce nel centro del terremoto. Il paesaggio
toscano viene sfigurato e scagliato in una notte cosmica e
turbolenta, in un uragano del
mondo che è anche “uragano
delle parole”, come scrive Ceni
all’inizio del suo viaggio.
Premiati anche Mariangela
Gualtieri con “Le giovani parole” (Einaudi, 2015) e Luca Lanfredi con “Il tempo che si forma”
(L’Arcolaio, 2015). A Lorenzo
Babini il riconoscimento per l’opera prima “Santa ricchezza”.
La sezione dedicata alle “Videopoesie” è stata vinta da Barbara
Bernardi con “Kairos”, su testo
della comasca Nicoletta Grillo,
che vive a Berlino.
Vincitore della sezione “Poesia inedita” è Damiano Scaramella, con “Utero bianco”.
Lorenzo Marone con “La tristezza ha il sonno leggero” (Longanesi, 2016) è il vincitore della
sezione “Narrativa”. Il libro racchiude una profonda riflessione
del protagonista, che per la prima volta decide di passare in
rassegna i momenti fondamentali della propria vita e di affrontarli uno ad uno, con uno stile di
scrittura pregevole, originale e
appassionante.
Tra i premiati anche Valeria
Montaldi con “La randagia”
(Piemme, 2016) e Pierluigi Panza, illustre penna del “Corriere
della Sera”, con “L’inventore
della dimenticanza” (Bompiani,
2014), dedicato alla Germania
del Seicento.
Per l’opera prima vincono ex
aequo Mario Garofalo con “Alla
fine di ogni cosa” (Frassinelli,
2016) e Michele Mauri con “Salaì,
l’altra metà di Leonardo” (Bellavite, 2015), un originale omaggio al genio vinciano che illumina senza tradirlo un lato ancora
poco noto della sua avventura
umana e artistica.
La sezione “Saggistica” è sta-
Gli editi
Nella poesia
primeggia Alessandro
Ceni con
“Combattimento
ininterrotto” (Effigie,
2015), nella narrativa
Lorenzo Marone
con “La tristezza
ha il sonno leggero”
(Longanesi, 2016).
A Chiara Bellini con
“Nel paese delle nevi”
(Einaudi, 2015)
il premio
per la saggistica.
In tutto i partecipanti
sono stati 1750
Un momento della premiazione, ieri pomeriggio, nel salone di Villa Olmo (foto Antonio Nassa)
ta vinta da Chiara Bellini con
“Nel paese delle nevi” (Einaudi,
2015). Premiati anche Vincenzo
Barone con “Albert Einstein. Il
costruttore di universi” (Laterza, 2016) e “Newton&co. Geni bastardi” di Andrea Frova e Mariapiera Marenzana.
Per la saggistica è stata premiata come miglior opera prima “Generazione Rosarno” (Melampo, 2015) di Serena Uccello,
che racconta le vite di ragazzi figli dei boss della ’ndrangheta o
dei collaboratori o dei testimoni
di giustizia, che convivono coi
figli delle vittime.
Vincitrice della sezione “Racconti” è Laura Basilico con “Un
manoscritto da non sprecare”,
un gioco erotico e letterario che
mette a nudo i retroscena della
filiera editoriale e, vestendosi di
noir, si rivela insidioso per la
protagonista.
Tra gli “Under 30” ha vinto Camilla Ambrosoli con il volume
“Con le mani e con il cuore. Antichi mestieri del Lago di Como”
(Editoriale Lariana, 2015), una
ricerca rigorosa che valorizza la
dignità del lavoro e mette in luce le radici identitarie di un territorio attraverso le sue più tipiche e antiche professionalità.
La sezione fotografica “Quando l’immagine racconta ed emoziona” è stata vinta da Francesco Ruffoni con “Un battito d’ali”, sequenza di 8 immagini in
bianco e nero.
Anche quest’anno il “Premio
Città di Como” ha offerto un riconoscimento speciale a una
personalità che si è particolarmente distinta per la diffusione
della cultura italiana negli ultimi due anni: la scelta è caduta
sullo scrittore e genetista
Edoardo Boncinelli.
LAGO D’AUTORE, CON ZELBIOCULT | Omnimilano Libri
https://omnimilanolibri.com/2016/07/03/zelbiocult-lago/
LAGO D’AUTORE, CON ZELBIOCULT
Pubblicato il 03/07/2016| Lascia un commento
Nato per “dare una ulteriore anima ad un paese molto dinamico di
suo, per aggiungere qualcosa di culturale ad un programma estivo
già vivace, tra un coro di alpini e una pizzoccherata”, il festival
Zelbiocult si prepara per la sua nona edizione di “incontri
d’autore”, dal 9 luglio al 28 agosto, tutti in stile “chiacchierata libera”
con il curatore, Armando Besio. Responsabile delle pagine
culturali milanesi de La Repubblica, con il ramo di famiglia materno
che si intreccia con questo ramo del lago di Como, il giornalista ha
creato e conduce il festival assieme ad un gruppo di amici, forte
anche della ultradecennale esperienza de La Milanesiana, con cui tuttora collabora.
Zelbiocult è quanto di meno milanese si possa immaginare, però: niente frenesia – 9 date in 2 mesi –
e organizzazione tra amici, poco social, per ora, con incontri che scommettono “sull’alchimia che si
crea al momento“, spiega Besio stesso. Proprio come con la ultranovantenne scrittrice di gialli per
Saliani Elda Lanza, la scorsa edizione: “ci siamo conosciuti pochi minuti prima, ma sembravamo
amici da sempre”. Magie di una notte d’estate sul lago, forse, complice anche l’atmosfera che pochi
paesini possono offrire come Zelbio: intima e allo stesso tempo vivace, con un pubblico in parte locale e
in gran parte in arrivo ”da fuori”, perché Zelbiocult ha i suoi anche cultori nel comasco e nel
milanese.
Ad ogni incontro minimo 100 persone, e se si parla di un libro, capita spesso che oltre la metà lo
compri per sfogliarlo nelle sere estive che seguono, ripensando a quel ramo del Lago di Como.
Quest’anno c’è il sito nuovo, ma per un Zelbiocult 2.0 vero e proprio è ancora presto. Besio non ha
poi così fretta: “i limiti di questo festival sono anche i suoi pregi. Mi piace l’idea che ci siano e
che anno dopo anno, riusciamo sempre ad aggiungere qualcosa”. Anche perché il festival è nato, e
tuttora vive, solo grazie a “un gruppo molto ristretto di persone che fanno mille altre cose e qui fanno
tutto gratis”.
Si avanza quindi inesorabili ma senza farsi venire il fiatone, su due binari: “caso e necessità”. Citando
il libro del premio nobel per la medicina Jacques Monod (1965), Besio racconta infatti che la sintesi tra
“il caso e la necessità” sono anche alla base del programma che ogni anno prepara di persona,
“raccogliendo per mesi spunti e idee, che conservo in cartelline, per poi contattare i personaggi”. Gli
ospiti, i personaggi appunto, sono selezionati “secondo il mio gusto personale, che è eclettico”,
con un occhio alle “necessità” legate al budget e al periodo estivo, in cui non tutti sono disposti, o
disponibili, a raggiungere Zelbio.
Altre novità di quest’anno, oltre alla nuova veste del sito, sono due collaborazioni che si materializzano
in altrettanti appuntamenti. Quella con il Festival di Bellagio e del Lago di Como porta a Zelbio
l’Orchestra milanese “I Pomeriggi musicali” per un concerto, il 22 luglio. L’altra nuova amica
di Zelbiocult, invece, è la Biblioteca di Como che il 9 luglio nell’ambito del progetto “Popoli-Amo –
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LAGO D’AUTORE, CON ZELBIOCULT | Omnimilano Libri
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la biblioteca degli incontri” apre il ciclo di incontri con lo scrittore di origini siriane, nato e
cresciuti nell’hinterland milanese, Shady Hamadi. “Una storia interessante e attuale” la sua,
secondo Besio che lo accoglie sul lago per presentare il suo recente libro “Esilio dalla Siria” e il
precedente “La felicità araba” entrambi pubblicati con ADD Editore.
Giacomo Porretti, “quello di Aldo, Giovanni e Giacomo”, ma anche scrittore, appassionato di arte,
padre e con un particolare rapporto con la religione, sarà protagonista di una serata “leggera, in cui
tirare fuori il lato meno noto di un personaggio famoso, in un chiacchierata seria ma anche allegra”, il
15 luglio.
Immancabile, l’incontro sull’arte, “la mia
materia”, precisa Besio, e dopo nomi come
Vittorio Sgarbi, Philippe Daverio e Flavio
Caroli, quest’anno a calendario il 23 luglio c’è
quello del nuovo direttore generale della
Pinacoteca milanese e della Biblioteca
Nazionale Braidense: James Bradburne. “E’
uno dei 20 direttori manager della riforma,
che appena arrivato a Brera, la sta
rivoluzionando. È un personaggio scenico, sa
stare sul palco”: anche per questa serata, ci
sono buone prospettive.
Nell’anno delle Olimpiadi, oltre che degli Europei, lo sport non può mancare, ma “a Zelbio siamo tutti
appassionati di tennis”, quindi le partite interessanti, sono quelle della Coppa Davis. Dario
Cresto-Dina racconta quella del 1976, a Santiago del Cile, nel suo “Sei chiodi storti” (66th2and):
una coppa vinta ma molto discussa, perché ospitata in un paese ai tempi ancora sotto la dittatura di
Pinochet. Il racconto dell’ospite, vicedirettore de La Repubblica oltre che appassionato di sport,
rimbalza tra sport, società e politica: il 5 agosto colpirà anche chi di “net” e di “set” non sa niente.
In pieno agosto, arriva “per caso e necessità”, la popolare attrice della soap “Centovetrine”
Marianna De Micheli, con la sua storia curiosa: “lo scorso anno, finito di girare, è partita per un
giro d’Italia in barca a vela, da sola, con il suo gatto”. Il suo blog “Centoboline” on line sul sito de La
Stampa è diventato libro con Nutrimenti Edizioni e lo presenterà il 13 agosto sconfinando anche in
Thailandia, dove è stata sfiorata dallo tsunami, vedendone e oggi testimoniandone quelle conseguenze
anche emerse poco, finora.
Da Napoli, e da Chiarelettere, arriva a Zelbiocult l’autobiografia di “un bambino delinquente che ha
fatto tutta la carriera criminale, poi è stato arrestato, è scappato in Spagna, poi catturato e chiuso a
Rebibbia dove grazie a un corso di teatro, è diventato attore”. Il nome di Salvatore Striano compare
nel cast di “Gomorra”, di Matteo Garrone, e di “Cesare deve morire”, dei Fratelli Taviano, e adesso sul
suo libro “La tempesta di Sasà”: è l’ospite del 20 agosto.
Prima del “classico concerto finale”, di arpa celtica con Arianna Mornico, fissato il 28, il 27 agosto
arriva il premio Campiello 2015 Marco Balzano. Caso, quello di cui Besio parlava, o ironia della
sorte, il suo romanzo si intitola proprio “L’ultimo arrivato“. Edito dalla palermitana Sellerio, questo
libro è ambientato tutto a Milano e racconta “una storia attuale, senza essere retorico” spiega Besio
che ha voluto questo ospite e questo romanzo anche per le escursioni architettoniche in una
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LAGO D’AUTORE, CON ZELBIOCULT | Omnimilano Libri
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Baranzate di Bollate che “conoscevo ma solo per la Chiesa di Vetro”.
Con Balzano si chiude il festival, iniziato con Hamadi, e anche il cerchio, all’insegna di chi parte da
altrove e arriva a Milano e dintorni. Dalla Siria, oggi, come racconta il giovane autore del primo
incontro. Dal Sud, anni fa, come l’insegnante d’italiano di una scuola di Bollatene scrive ne”L’ultimo
arrivato” dopo aver raccolto le voci di chi è stato “un ultimo arrivato” negli anni cinquanta. Chi
arriverà a Zelbio, per gli incontri di questa nona edizione del festival, in piazza della
Rimembranza alle 21, può contare sull’ingresso libero, senza timore di restare a digiuno o per
strada: in paese e nei dintorni non mancano opportunità per usufruire di “vitto e alloggio”.
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