pedagogia clinica - Castelmonte Onlus

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PEDAGOGIA CLINICA
LE RADICI
Le radici della pedagogia clinica affondano nella storia della società umana e le sue basi scientifiche
sono rintracciabili nella filosofia, nella teologia, nella pedagogia, nel diritto, nella psicologia, nella
sociologia, nella medicina; il compito della ricerca è stato quello di recuperare da queste discipline i
dati ed i risultati delle esperienze pedagogiche per poterle ridefinire in un conoscere capace di
rispondere concretamente alle esigenze dell'uomo; la pedagogia clinica consta per tali motivi di una
concentrazione di orientamenti.
La ricerca epistemologica e storico-scientifica ha permesso di sostanziare la pedagogia clinica dei
suggerimenti ricavati dai presupposti educativi delle posizioni rituali richieste dai sacerdoti taoisti
nel 2007 a.C., quelle tecniche di rilassamento che conducevano progressivamente al controllo dei
movimenti e di conseguenza alla disponibilità di tutto l'essere. Parimenti, l'attenzione è stata rivolta
a tutte le tecniche che più tardi, verso il 1000 a.C. in India, venivano utilizzate per favorire lo
sviluppo del pensiero ed il conseguimento dell'equilibrio psico-fisico. Per quanto riguarda i principi
pedagogici e le prassi educative non sono stati sottovalutati gli insegnamenti di Platone il quale, nel
libro III della Repubblica, sollecita alle pratiche fisiche né il grande contributo apportato da
Aristotele che prospettava una completa attuazione di tutte le potenzialità dell'uomo per giungere ad
un armonico sviluppo. Anche Erodico, maestro di Ippocrate, ha ben indirizzato sulla conquista degli
equilibri psico-fisici per mezzo del massaggio.
Da tali realtà del passato sono stati tratti orientamenti su come stimolare nel soggetto la
motivazione, cioè l'intensità dei desideri, sollecitato altresì mediante esperienze pedagogiche in
teatro - anch'esso ritenuto idoneo a ricreare nuovi equilibri - e l'ascolto dei "lettori" che esponevano
narrazioni epiche utili a risvegliare con effetti immaginativi sentimenti di fiera condotta: si ridestava
così quella funzione dell'immagine quale linea di congiunzione fra pensiero e sentimento.
Dal mondo classico la pedagogia clinica ha appreso l'ideale dell'arte di vivere, dello stare bene
assieme, della grande opportunità interattiva del trovarsi in cerchio e dell'importanza del canto, coro
e della musica; di quest'ultima anche nel Medioevo e nel Rinascimento se ne sono apprezzati gli
effetti benefici sulla persona soprattutto in presenza di malattie nervose. D'altro canto è pur vero che
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alcuni principi, ad esempio l'autorità come garanzia di educazione, il persuadere il fanciullo o il
padroneggiare il suo animo, hanno lasciato il posto alla persona che afferma e possiede sé
medesima, conscia del proprio essere individuo.
La pedagogia clinica si è avvalsa inoltre degli innumerevoli contributi pratici ed attuativi dei nostri
pedagogisti dell'Ottocento e del Novecento ed a tutti coloro che si sono impegnati nella pedagogia
sperimentale; si sottolinea il contributo di M. Montessori per l'importanza di creare degli ambienti
educativi su misura dei bambini ,affinchè lo possano sperimentare in autonomia senza bisogno
dell'intervento dell'adulto, e per l'importanza dell'utilizzo del materiale senso percettivo che
costituisce la base dello sviluppo intellettuale. In Italia il pioniere della pedagogia clinica è stato
Antonio Gonnelli Cioni che ha definito un metodo specifico per il recupero dei soggetti in difficoltà
sottolineando l'importanza primaria di conoscere l'altro e di lavorare sulle potenzialità del soggetto;
inoltre ha istituito il primo corso di ortofrenia per la formazione di insegnanti specializzati.
Fondamentale per il progredire della pedagogia clinica sono stati altresì i principi della difettologia
enunciati da Vygotskji il quale considerava il bambino il cui sviluppo è aggravato da un deficit,
come un essere umano su cui non gravano solamente problemi organici, ma anche la degradazione
della posizione sociale; egli affermava: "Non è il deficit in se stesso a decidere le sorti della
personalità, ma le sue conseguenze sociali".
L'indagine epistemologica, quindi, ha condotto lontano; si è trattato di analizzare, sezionare,
dividere conoscenze provenienti da diversi campi di studio e ricerca al fine di rintracciare i
presupposti di validità scientifica del sapere pedagogico clinico.
(Bibliografia di riferimento: G. Pesci, "Pedagogista Clinico", Ed. Magi, 2005 Roma)
La pedagogia clinica e' una scienza nata a Firenze agli inizi degli anni '70 dallo studio di alcuni
ortopedagogisti: persone con una formazione umanistica che offrivano il loro aiuto a soggetti con
difficolta' di
tipo
scolastico. Nel 1974 alcuni ortopedagogisti, riuniti nel Cenacolo
Antiemarginazione di Firenze - un centro di ricerca molto attivo - e guidati dal professor Guido
Pesci, decisero di sostituire il termine ortopedagogista con quello di pedagogista clinico in quanto
c'era il desiderio di allargare l'intervento di aiuto non solo allo scolaro, ma alla persona con diverse
età e disagi. Questo evento segnò la nascita di una nuova scienza, la pedagogia clinica, e del
movimento dei pedagogisti clinici.
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L'obiettivo primario della pedagogia clinica e' l'aiuto alla persona finalizzato a favorirne la crescita
armonica: l'accezione di clinico definisce la finalità educativa come un'azione umana di aiuto alla
persona ed al gruppo (offrendo opportunita' di sviluppo delle proprie potenzialita').
La pedagogia clinica è una pedagogia olistica in quanto non si sofferma a vedere solo il disagio,
non ha una visione settoriale e limitata del soggetto, ma vede la persona nella sua interezza e
globalità psicofisica. Una persona si esprime olisticamente quando riesce a stabilire un'equilibrio
dinamico tra la capacità dei due emisferi cerebrali; tutto ciò che è più scientifico, razionale (lettura,
scrittura, matematica, classificazione, analisi) dipende dall'emisfero sx, mentre tutto ciò che è più
artistico (musica, pittura, danza, fantasia, capacità di sintesi) dipende dall'emisfero dx. E' necessario
modulare ed armonizzare queste due parti.
E' una pedagogia dell'ascolto finalizzata al recupero ed alla valorizzazione del ricco mondo
interiore della persona mediante l'ascolto attivo.
E' una pedagogia basata sull'eccletismo (molteplicità' di tecniche); numerose infatti sono le tecniche
ed i metodi a disposizione del pedagogista clinico per contrastare le specifiche difficoltà di ciascun
soggetto; metodi e tecniche per affrontare:
-
difficoltà di lettura;
-
difficoltà di scrittura;
-
creatività ed espressione del sé;
-
per stimolare l'immaginazione;
-
per favorire modalità interattive (sviluppo relazionale); in presenza di soggetti con deficit con
deficit di attenzione ed iperattività - adhd - sono previste strategie pedagogico cliniche che
prevedono un intervento pluridimensionale (scuola, famiglia ed il soggetto stesso).
-
per favorire una conoscenza, percezione ed esplorazione del sé corporeo. Le tecniche
corporee sono importanti per un duplice motivo:
1) promuovono capacità spaziali, temporali, ritmiche (capacità queste che risultano
fondamentali, in ambito scolastico, per l'apprendimento della lettura e scrittura);
2) promuovono uno sviluppo psico-affettivo, una certa stabilità emotiva; un senso di fiducia e
di sicurezza in sé stessi. Un importante contributo scientifico riporta che alla corazza
caratteriale psichica corrisponde una corazza muscolare somatica nella quale risiedono
emozioni rimosse (sciogliere i blocchi e le tensioni a livello corporeo può risvegliare
emozioni).
Nel bambino come nell'adulto le stimolazioni cutanee sono essenziali per uno sviluppo armonioso
del comportamento psichico.
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L'assenza di stimoli tattili invece rende l'individuo incapace di esprimere le proprie emozioni, con
scarsa disponibilità al dialogo, insufficiente nei gesti affettuosi, poco attento e tenero verso il
proprio partner e con un rapporto difficile con il proprio corpo (fattori che possono determinare
malattie psicosomatiche).
Nello specifico le tecniche ed i metodi propri ed esclusivi del pedagogista clinico sono:
-
EDUCROMO (per difficoltà di lettura);
-
WRITING CODEX (per difficoltà di scrittura);
-
PRISMOGRAPH (per educare al segno grafico);
-
EUCALCOLIA (per difficoltà logico-matematiche);
-
INTER ART (per la creatività e l'espressione del sé);
-
L'EDUMOVEMENT -Educazione al movimento- (per esperienze organizzativo motorie);
-
BON GESTE (per la grafo espressività)
-
DISCOVER PROJECT, TRUST SYSTEM, TOUCH BALL, BODY WORK (per
l'esplorazione del corpo);
-
PSICOFIABE (per stimolare l'immaginazione);
-
MPI (per l'attentività e la mnesi);
-
PSICOCIBERNETICA (per il riequilibrio psico-emozionale e modificazioni comportamentali
utilizzando immagini dichiarative verbali e l'apporto di engrammi notificatori).
Inoltre vengono utilizzate tecniche di tipo proiettivo come lo PSICODRAMMA ed il DISEGNO
ONIRICO.
Per facilitare le modalità interattive e lo sviluppo delle funzioni emozionali viene utilizzata
rispettivamente la MUSICOPEDAGOGIA e la LUDOPEDAGOGIA.
Queste tecniche sopraelencate vengono impiegate non solo per contrastare una difficoltà ma anche
come mezzo di prevenzione.
L'intervento pedagogico-clinico non si rivolge solo ad un singolo individuo, ma le tecniche ed i
metodi pedagogico-clinici possono essere applicati anche in un contesto gruppale.
(Bibliografia di riferimento: A.Bermolen, M.G. Dal Porto, L. Moretto, "Verso una pedagogia olistica", Ed. Bulzoni,
1993 Roma; G. Pesci, "Pedagogista Clinico", Ed. Magi, 2005 Roma).
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IL PEDAGOGISTA CLINICO
E' il professionista che si avvale di tecniche e metodologie esclusive per affrontare i molteplici
bisogni della persona.
La sua formazione post-laurea è triennale, viene svolta presso l'Isfar di Firenze.
E' inserito nell'albo dei Pedagogisti Clinici dell'Anpec (Associazione Nazionale Pedagogisti
Clinici), membro della Consulta Nuove Professioni del CNEK (Consiglio Nazionale dell'Economia
e del Lavoro) e dall'ANPC (Association National Pedagogues Cliniciens) costituita a BruxellesBelgio (asl-vzw n. 5188-02).
Il pedagogista clinico è abilitato all'esercizio della pedagogia clinica, nell'ambito della diagnosi,
dell'intervento educativo e della prevenzione.
La fase di rilevazione diagnostica impone un'attenta osservazione, andare oltre la superficie,
muovere dallo studio dei sintomi per poi analizzare ciò che essi celano; un percorso dall'esterno
verso l'interno.
La fase diagnostica si avvale anche di uno strumentario diagnostico che il Comitato Scientifico
dell'Isfar ha ritenuto dovesse essere utilizzato; esso è rappresentato da:
-
test per l'Attenzione e Faticabilità (dai 13 anni alla terza età);
-
test di Mnesi Immediata (dai 3 anni alla terza età);
-
test Verbale di Maturità Logica;
-
il test di Organizzazione Grafo-Percettiva;
-
il questionario sul Self Concept (adolescenti - adulti)
(Bibliografia: G. Pesci, "Percorso clinico", Ed. Magi, 2004, Roma)
La fase dell' intervento pedagogico clinico.
Il pedagogista clinico struttura interventi educativi utilizzando metodi e tecniche scelti sulla base di
un criterio eclettico garantendo così un intervento di aiuto mirato, capace di:
-
favorire un'evoluzione socio-relazionale e psico-affettiva (sia con soggetti in età evolutiva che
adulti);
-
contrastare specifiche difficoltà di apprendimento.
Per il pedagogista clinico educare significa favorire la crescita di ogni persona per favorirne
l'integrazione nella società. L'educazione deve rendere l'uomo abile nel governare i propri
sentimenti, dare seguito ai propri propositi, utilizzare la propria volontà fino a passare all'azione.
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METODI E TECNICHE
•
SELF
Il metodo Self prevede interventi per risolvere difficoltà nel controllo sfinterico, nella cura di sé,
nell'alimentazione, nel sonno e nell'autonomia sia nella propria abitazione che all'esterno in modo
da sviluppare la crescita psicologica, aiutarlo a vincere ogni sensazione di paura ed i impotenza.
Per contrastare un disturbo enuretico saranno necessari degli incontri con i genitori in cui verranno
sollecitate riflessioni sulle necessità igieniche, sui ritmi, sugli interventi di sostegno - approvazione,
sull'opportunità di offrire stimoli socio-affettivi idonei a regolare e rafforzare la disponibilità al
rapporto con il loro figlio.
La persona con difficoltà nell'autonomia e coscienza di sé, trova con il metodo Self importanti
risposte strutturate su tecniche rivolte alla riconquista del dinamismo corporeo, del risveglio psicoemozionale-affettivo, dello sviluppo dell'organizzazione ritmico-respiratorio-cinestetica, della
percezione temporale e dei rispetti sequenziali, di vissuti organizzativo-corporei ed appercettivocomunicazionali mediante stimolazioni tattili.
Altre opportunità vengono offerte dalle attività di drammatizzazione o dalla "danza movimento";
sarà possibile stimolare esperienze con il "sand-bag" o la tecnica di St. John, modalità d'intervento
che richiamano l'attenzione del soggetto su ogni settore corporeo, favoriscono l'abbattimento delle
tensioni e gli danno la possibilità di "parteciparsi" in maniera più liberatoria e costruttiva.
(Bibliografia: G. Pesci, "Percorso clinico", Ed. Magi, 2004, Roma;)
•
MEMORY POWER IMPROVEMENT
E' un metodo studiato per aiutare le persone con problemi mnestici (l'avanzare degli anni incide
negativamente sulle abilità ritentive, ostacolandole) prevedendo un intervento che sfrutti l'abilità e
la potenzialità del soggetto, favorisca una positiva immagine di sé, che la guidi all'accettazione del
proprio corpo e di conseguenza ad ottenere modificazioni nell'atteggiamento.
L'intervento prevede, quindi, esperienze di organizzazione ritmo-respiratorio-cinetica, alla
coscienza segmentaria, all'immagine corporea ed alle tante esperienze senso-percettive. Inoltre,
poiché il nostro cervello si attiva e memorizza più intensamente le esperienze che producono
variazioni improvvise, inattese e contrastanti tali da rompere un precedente equilibrio emozionale si
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mobiliterà l'attenzione della persona con sollecitazioni in grado di eccitare la sua curiosità ed il suo
interesse con paradossi e silenzi; inoltre viene utilizzato anche l'umorismo, idoneo com'è a sottrarre
la persona dalle tensioni emotive, l'arte poetica, le immagini mentali ed il pensare per immagini.
(Bibliografia: G. Pesci, "Percorso clinico", Ed. Magi, 2004, Roma)
•
EUCALCULIA
E' un metodo per i soggetti che presentano delle difficoltà ad apprendere la matematica. Per aiutare
la persona occorre andare oltre le circoscritte funzioni numeriche, i meccanismi delle operazioni o il
sapere fare i conti; non basta insistere con spiegazioni ed esercitazioni ripetute dal sapore
prettamente didattico.
L'intervento di aiuto non può quindi limitarsi a:
-
esercizi stimolatorio-sensoriali;
-
esercizi per favorire la percezione dello spazio euclideo;
-
esercizi per stimolare le percezioni di grandezza in ordine crescente e decrescente;
-
esercizi su base temporo-spaziale;
-
esercizi di numerazione progressiva e regressiva;
-
esercizi sui rapporti tra gruppi quantitativi: composizioni e scomposizioni di quantità e
struttura delle diverse grandezze quantitative;
-
esercizi di calcolo con oggetti concreti, con realtà figurate, con simboli e numeri.
Questi esercizi sono in grado di fronteggiare il deficit, ma non di offrire un valido e globale aiuto
alla persona; il disagio di una persona che non riesce bene in matematica non è da imputare
esclusivamente alle disarmonie cognitive; queste ultime infatti possono essere legate all'angoscia
depressiva, al disadattamento o alla situazione nevrotizzante scolastica, perciò si può incidere solo
mediante interventi di aiuto che tengano conto delle esigenze affettive, che siano inseriti in una
struttura-base di relazioni.
Il metodo dell'Eucalculia contempla la diversità di ciascun soggetto; c'è chi ricorda meglio le cose
viste, chi apprende maggiormente se ascolta o se discute, chi toccando e provando, chi necessita di
particolari scambi simpatetici.
L'Eucalculia alimenta i diversi canali informativi ed organizzativi con una vasta gamma di
sollecitazioni di vissuti esperenziali corporei ed emotivo-affettivi adatti a garantire l'elaborazione ed
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il consolidamento delle conoscenze facendo uso dell'attrazione, del piacere, della curiosità,
dell'entusiasmo, indispensabili per fronteggiare le difficoltà di apprendimento logico-matematico.
(Bibliografia: G. Pesci, "Percorso clinico", Ed. Magi, 2004, Roma;)
•
WRITING CODEX
E' un metodo per i soggetti che presentano delle difficoltà di codifica scrittoria.
Questo metodo è rivolto a far acquisire al soggetto una buona presa di coscienza del sé corporeo
nella sua completezza, considerando la parte superiore, inferiore anteriore e posteriore del corpo.
Per la realizzazione del metodo è stato preso in considerazione l'aplombe, la cinestesica, il punto, la
linea, i semicerchi , il punto egoico, un sottofondo musicale e la graduale presentazione delle fasi di
apprendimento di scritture.
Un corretto aplomb permette di vincere disarmonie, impacci, inadeguatezze nella distribuzione del
proprio corpo, fino a giungere ad un aggiustamento ed un riequilibramento tonico. Dall'aplomb le
esperienze motorie che si richiedono fanno prendere coscienza all'individuo della propria cinestesia;
si tratta di un movimento sentito, un percepire lo spazio nel quale egli vibra, fluttua, si avvicina e si
allontana, si solleva. Una volta che la persona ha raggiunto la piena coscienza della completezza,
anteriore e posteriore del corpo, viene aiutata a scoprirsi nella quiete statica come un punto (nella
scrittura = silenzio) che, nel rendersi dinamico, diventa linea geometrica nello spazio.
All'esperienza sulla propria assialità in rotazione e sulla percezione del tempo, segue la Coreografia
Fonetica, che prevede costruzioni simbolico-alfabetiche, forme testimoni del proprio corpo, le quali
vengono percepite prima in un campo vuoto e poi rappresentate su lavagna concava.
Il metodo prevede l'utilizzo di luci, colori e suoni come validi ausili per sviluppare l'attenzione,
l'abilità oculo-motoria, la struttura ritmica e spazio-temporale, le immagini uditive e visive.
(Bibliografia: G. Pesci, "Percorso clinico", Ed. Magi, 2004, Roma;)
•
BON GEST
E' un metodo che può favorire quelle persone che presentano scarse abilità all'apprendimento
nonché alterazioni comportamentali. Chiunque sia frenato, inibito, limitato nell'attenzione, nella
faticabilità, insufficiente nei processi mnestici, incerto nella discriminazione, nell'esplorazione,
nell'inseguimento ed abbia una immagine approssimativa del proprio schema corporeo.
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Questo metodo si propone di educare al ritmo ed al gesto avvalendosi dell’ascolto musicale attivo.
Questo permetterà al soggetto di acquisire una capacità gestuale organizzata su ritmi resi visibili
dalle tracce che il corpo lascia, inizialmente in campo vuoto e poi su una parete attrezzata, su cui
vengono graficamente rappresentati, il carattere dinamico oltre a quello espressivo-emozionale.
Il soggetto ha la possibilità di sviluppare la conoscenza dei segmenti corporei, del loro stato di
tensione, di equilibrio, sia in condizioni statiche che dinamiche e quindi un'esplorazione degli
impulsi, delle accelerazioni e dei frenaggi.
(Bibliografia: G. Pesci, "Percorso clinico", Ed. Magi, 2004, Roma)
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•
PRISMOGRAPH
Il metodo è rivolto al soggetto disgrafico ed intende prevenire insufficienze e difficoltà nel controllo
del gesto grafico, a rinforzare ogni capacità di rappresentazione fino a sostenere la persona
nell'acquisizione di un sapere polisegnico.
Prima di iniziare l'azione educativa proposta dal Prismograph dovrà essere svolta un'ampia ed
attenta fase diagnostica che riguarda:
-
indagine grafo-motoria;
-
organizzazione grafo-percettiva;
-
espressione psicomotoria;
-
disponibilità all'attenzione e faticabilità;
-
analisi dei graphonage.
Il Prismograph propone un'azione educativa flessibile, contrassegnata da una stimolazione delle
potenzialità del soggetto proponendo esperienze di:
-
organizzazione dello spazio;
-
organizzazione del tempo;
-
sviluppo della dinamica respiratoria;
-
voce cantata.
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Le suindicate esperienze preparano il soggetto alla conquista di una giusta postura del corpo in
stazione verticale, ossia essere in aplomb; questa posizione permette al soggetto di sentirsi sicuro di
sé ed in equilibrio.
Grazie all'aplomb è possibile rintracciare il Punto Egoico, ossia quel punto su cui converge l'occhio
quando le braccia sono allungate in avanti, ed i diti indici uniti proiettati sul punto in cui si
incrociano la linea assiale e la linea orizzontale del corpo rappresentata dallo spostamento laterale
orizzontale delle braccia; dal Punto Egoico passano tutti i lanci che le braccia possono compiere
nello spazio dinanzi a loro, tutte le linee orizzontali, verticali, oblique e curve identiche lasciate
dalla mano destra e dalla mano sinistra (singolarmente o simultaneamente) a cui si è dato il nome di
Codici Gestuali Corporei.
Nel Prismograph questo codice viene recuperato e sviluppato con l'intento di favorire un'evoluzione
grafo-segnica che parta da strutture esistenti nell'individuo; così facendo il corpo libera un notevole
numero di movimenti, realizzati con atti coordinati o dissociati dei singoli settori e ne regola ogni
gesto nel tempo e spazio; gesti armoniosi, scattanti, aggressivi, ritmici si esprimono come parole dal
contenuto personale.
Sarà, poi, possibile orientare la persona a sentire, vivere, partecipare il proprio corpo e spingerla ad
osservare il mondo circostante (le forme, il movimento, i piani delle cose) per riprodurlo in
immagini grafiche anche con l'ausilio del tono della voce.
Successivamente si richiederà la riproduzione grafica di modelli ed immagini proposte per mezzo di
diapositive. Le immagini possono raffigurare delle dislocazioni nello spazio di uno o più soggetti,
rappresentare diverse posizioni assunte in orientamento nello spazio e diverse figure geometriche;
immagini che il soggetto è chiamato a riprodurre dapprima collocandosi nello spazio disegnato sul
terreno, per poi raffigurarle su pareti attrezzate e quindi esprimerle nel ristretto spazio del foglio.
(Bibliografia: G. Pesci, "Percorso clinico", Ed. Magi, 2004, Roma; G.Pesci, M. Mani, "Prismograph", Ed Magi, 2004,
Roma)
• EDUCROMO
L'Educromo è un metodo che aiuta a vincere le difficoltà di lettura.
Si tratta di un originale metodo che ben enuclea i complessi processi implicati nell'atto del leggere,
le cause delle difficoltà di lettura e le possibili manifestazioni comportamentali ed indica le
opportunità di recupero delle abilità e della disponibilità alla decodifica-scrittoria armonizzandone
lo sviluppo personale e sociale. Il metodo prevede varie esperienze psico-emozionali che mirano a
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sviluppare il movimento ed i vissuti propriocettivi, le modalità di costruzione e definizione degli
spazi di relazione, il dinamismo respiratorio, la costruzione ritmica, l'esecuzione delle forme
spaziali. Il riequilibrio psico-emozionale è costruito su di un concetto dinamico, un vissuto ludico di
sollecitazioni esperenziali che coinvolgono i suoni , il linguaggio, la cromaticità ed ogni
comunicazione non verbale. L'Educromo si basa su un progetto educativo teso a far giocare il corpo
al fine di soddisfare il bisogno primario di esprimersi e punta altresì alla scoperta o riscoperta di un
linguaggio caratterizzato da esperienze produttrici di nuove abilità e disponibilità. Un percorso che
permette di accedere alle esperienze di esplorazione e di relazione.
Le prime comprendono una serie di opportunità inseguite e raggiunte in piena libertà con lo scopo
di consentire al soggetto di entrare in contatto con il proprio corpo ed esprimere con esso tensioni,
bisogni e desideri (esperienze autocentrate).
Alle esperienze di esplorazione seguono quelle di relazione che permettono al soggetto di percepirsi
e percepire; queste esperienze si basano sull'impiego della musica, del canto, dei mezzi espressivocorporei, della danza, del mimo, della drammatizzazione; a queste si aggiungono quelle relative alla
Lettura Posturale che permette di affinare le conoscenze della propria struttura corporea, topologica
e segmentaria in relazione all'asse fino a giungere ad una determinata immagine di sé.
(Bibliografia: G. Pesci, S. De Alberti "Educromo”, Ed. Magi, 1998)
• TRUST SYSTEM
E' un metodo di esplorazione corporea che permette di liberare il soggetto da ogni stratificazione
sedimentaria tensionale e fargli ri-conquistare la calma psicofisica, indispensabile premessa per una
presa di coscienza del proprio corpo, per una piacevole ricerca di sé ed una diversa capacità di
rapporto con gli altri.
Il metodo si avvale di movimenti passivi realizzati con una mobilizzazione ritmica e monotona,
adatta a regolare il tono muscolare e consentire l'acquisizione di una conoscenza e coscienza di sé.
Poiché la dinamica affettiva è strettamente collegata con la dinamica corporea, attraverso il dialogo
tonico partecipato ed agito il soggetto può ritrovare la possibilità di esprimersi e di comunicare
positivamente con il mondo circostante.
In particolare il Trust System si propone:
-
l'abbattimento degli stati tensionali;
-
la scoperta del corpo proprio;
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-
la conoscenza del sé corporeo.
Questo metodo permette di :
-
assumere una maggior abilità interpretativa e valutativa delle senso percezini proprio-intero
ed esterocettive;
-
affinare la conoscenza dello schema corporeo;
-
assicurare un maggior controllo distributivo di sé;
-
godere di uno stato di calma, benessere e serenità;
-
ritrovare fiducia in sé stessi.
I soggetti che possono beneficiare di questo metodo sono coloro che presentano:
-
turbe psicosomatiche (cefalee, insonnia, alterazione dei ritmi digestivi);
-
turbe psicomotorie (maldestrezza, incoordinazione);
-
turbe emozionali ed affettive (ansia, ipereccitabilità);
-
difficoltà negli apprendimenti (disgrafia, discalculia, difficoltà codificatorio e decodificatorioscrittoria);
-
particolari manifestazioni quali balbuzie, tic, enuresi.
(Bibliografia: G.Pesci, dispensa "Trust System", Ed. Isfar, Firenze, 2000)
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• DISCOVER PROJECT
E' un metodo di esplorazione corporea che intende far riconquistare all'individuo, attraverso il
corpo, un benessere psico-fisico capace di indurre un nuovo equilibrio e rinnovate capacità
relazionali.
Il metodo propone esperienze di contrazioni e decontrazioni muscolari e di un equilibrato
dinamismo respiratorio. L'azione contrattiva e decontrattiva muscolare si sviluppa, con il soggetto
in decubito dorsale, nei momenti di:
-
mobilizzazione di un segmento corporeo;
-
frenaggio da parte dell'operatore;
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-
resistenza del soggetto contro il frenaggio;
-
abbandono della presa da parte dell'operatore e conseguente rilasciamento del segmento
corporeo da parte del soggetto.
Nel momento della resistenza, il soggetto contrae fortemente i muscoli coinvolti nell'atto; il
rilasciamento improvviso permette un marcato e profondo vissuto degli effetti distensivi. Ne deriva
che ogni movimento contrattivo e decontrattivo muscolare, originato in ogni settore corporeo,
favorisce un'esperienza che, gradualmente, permette di raccogliere un abbattimento delle tensioni
muscolari e psichiche e raccogliere il "giusto tono"; è un'opportunità per riequilibrare condizioni di
ipertonia o ipotonia.
Il trattamento distensivo basato sulla contrazione e decontrazione muscolare allena l'individuo alla
sensibilità degli stimoli estero e propriocettivi, ossia alle percezioni che arrivano dall'esterno della
persona e quelle relative al proprio corpo; queste ultime mettono in moto un'altra forma di
attenzione particolare che prende il nome di funzione di interiorizzazione, che consente al soggetto
di percepire le informazioni sul proprio corpo mediate dai sensi.
Come suindicato, l'altro elemento che riveste notevole importanza è la respirazione; le disarmonie
del dinamismo respiratorio sono spesso legate anche a difficoltà negli apprendimenti,
nell'autonomia, nella relazione con gli altri; il disequilibrio respiratorio può documentare la
disarmonia del gesto, la scarsa scioltezza ed abilità nell'espressione cinetica, a cui sono legati
sentimento ed emozione.
La presa di coscienza dell'onda respiratoria si potrà realizzare quando il soggetto sarà posto in stato
di distensione, momento in cui può vivere meglio ogni moto del proprio corpo; si pone il soggetto
in condizioni di conoscersi quale strumento ritmico, attraverso un modo di sentire che passa per le
vie propriocettive; l'affinamento di queste abilità si ottiene nel vivere ad un tempo il contrasto fra il
moto respiratorio regolare e l'assenza di moto (apnea).
Il Discover Project induce alla presa di coscienza di sé per mezzo di vissuti che alimentano
positivamente i caratteri riflessivi e psicoemozionali specie nei momenti in cui le si offre
l'opportunità di:
-
assumere una postura di decubito dorsale, individuare ogni punto in appoggio al suolo e
ricomporre il proprio schema corporeo:
-
sentire nello spazio il proprio asse corporeo e definire ogni afferente della specificazione
laterale;
-
vivere i dinamismi di inspirazione / espirazione
-
sentire gli stimoli distensivi su base tonico-muscolare e tattile-cutanea ed i conseguenti
segnali di fiducia.
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Il metodo si avvale anche di inviti verbo-tonematici da parte del pedagogista clinico; che possono
trasmettere al soggetto sensazioni di calma , tranquillità emotiva, forza e sicurezza.
L'aiuto che può derivare dal Discover Project alla persona è un'abilità a relazionarsi, a trovare in sé
la disponibilità nella costruzione simpatetica con l'altro.
(Bibliografia: G.Pesci, R. Suglia, dispensa "Discover Project", Ed. Isfar, Firenze, 2002)
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Discover
Project.wmv
• BODY WORK
E' un metodo corporeo che per mezzo della tattilità risveglia un corpo "lontano dalla persona".
La scoperta del Sé favorita da questo metodo avviene su due livelli: cognitivo ed affettivorelazionale. Il primo porta a distinguere l'altro dal soggetto stesso, il confine, ossia l'essere dentro il
proprio corpo, e dunque le azioni che producono effetti sul soggetto e sull'ambiente; il secondo
vuole l'individuo al centro di situazioni, eventi e vissuti emozionali.
Il corpo "toccato" non si limita a registrare una percezione ma ne definisce il linguaggio degli affetti
e sfociare dal linguaggio oggettivo a quello soggettivo.
Attraverso il Body Work la persona può scoprire la propria identità corporea, definirne i contorni e
pervenire ad una coscienza di sé attualizzata nel tempo e nello spazio. Nel corpo è scritta la storia di
ciascuno, per cui lavorare su di esso significa entrare anche nella sfera emotiva, attenuare le
tensioni, liberarlo da quella "corazza" di rigidità costruita per difenderci dall'ambiente esterno.
Presupposto del Body Work è la disponibilità del soggetto ad essere "toccati"; queste "carezze", che
permettono di recuperare la fase di maternage, coinvolgono sia la corporeità globale che ogni
piccolo settore, rispettando una successione spaziale e ripetendo ciascun movimento su ciascun
settore corporeo per tre volte (traccia, definizione, conferma).
(Bibliografia: G.Pesci,"Percorso clinico", Ed. Isfar, Firenze, 2004)
Dott.ssa Simonetta Vanin
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• TOUCH BALL
Con il metodo Touch Ball l'individuo sperimenta la propria corporeità, ossia sente, percepisce,
conosce e vive il proprio corpo con l'ausilio di una palla monocromatica. Quest'ultimo non è più
considerato come oggetto in sé, ma nelle sue relazioni con la psiche; il metodo è orientato ad offrire
un aiuto alla persona affinchè riesca a riconoscere nel proprio corpo un insieme di parti fra loro
integrate, in una totalità che le appartiene.
Il metodo Touch ball si propone di liberare la persona dal proprio blocco inibitorio, scioglie le
tensioni, libera le energie, mitiga la tensione, la stanchezza ;inoltre incide favorevolmente sulla
respirazione, sul ritmo cardiaco, sulla circolazione; incide su una maggiore disponibilità
all'associazione libera, al pensiero creativo per raggiungere un equilibrio psicofisico.
Una persona sentendo vibrare il proprio corpo, attraverso la palla monocromatica, può ricordare gli
stimoli tattili ricevuti in passato che se insufficienti la possono spingere a riceverne altri per
raggiungere quell'appagamento e soddisfare quel bisogno inconscio che gli era stato negato.
Inoltre hanno trovato risposte positive persone con immaturità nello sviluppo psico-fisico o che
presentavano disordini senso-percettivi.
Nel bambino come nell'adulto le stimolazioni cutanee sono essenziali per uno sviluppo armonioso
del comportamento psichico. La pelle, ancor più delle parole, rassicura l'individuo, lo sradica dalla
solitudine e dà una risposta ad un bisogno fisiologico fondamentale. L'assenza di stimoli tattili
invece rende l'individuo incapace di esprimere le proprie emozioni, con scarsa disponibilità al
dialogo, insufficiente nei gesti affettuosi, poco attento e tenero verso il proprio partner e con un
rapporto difficile con il proprio corpo (fattori che possono determinare malattie psicosomatiche).
(Bibliografia: G.Pesci, S. Pesci, "Touch Ball", Ed. Isfar, Firenze, 2004)
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• RITMO-FONICO
Il metodo si propone come ausilio per la persona che ha difficoltà di linguaggio.
Alla base delle alterazioni del linguaggio si trovano disarmonie ritmiche e ritmo respiratorio le quali
mettono in condizione di esprimersi in modo confuso, talvolta con omissioni o inversioni
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nell'ordine delle sillabe e delle parole, ostacolando così la formazione delle parole e la pronuncia
degli stessi fonemi.
Il metodo Ritmo-Fonico è stato strutturato partendo dal presupposto che il ritmo armonizzato in un
contesto musicale ha un efficace ruolo anche sul piano emotivo-affettivo, sollecita l'imitazione e
quindi l'attenzione volontaria, la motivazione e la memoria. Esso si basa su canzoni brevi con
ripetizione sillabica di tutti i suoni dell'alfabeto, supportate da musiche moderne a cui fanno seguito
canzoni più complesse per aiutare il soggetto a rintracciare il fonema nel contesto della parola. Il
metodo promuove esperienze di respirazione, ritmiche, fonetiche e tonematiche, accompagnate
dalla musica, drammatizzazioni, immagini mentali e vissuti distensivi.
Il metodo Ritmo-Fonico evita impostazioni fonetiche e permette di favorire, in uno stato di piacere,
il recupero delle difficoltà espressivo-elocutorie.
(Bibliografia: G.Pesci, "Percorso clinico", Ed. Isfar, Firenze, 2004)
• EDUMOVEMENT
Questo metodo sottolinea il valido contributo delle esperienze motorie al processo di educazione
integrale della persona e mira ad assicurare l'evoluzione nella consapevolezza del Sé, nella
costruzione della propria identità, nonché la capacità di instaurare rapporti soddisfacenti con gli
altri.
E' un metodo che persegue un'educazione che porta a vivere in modo personale le proprie capacità
espressive e lo spazio topologico e sociale, che giovi a migliorare il comportamento anche per
quanto riguarda le sue capacità cognitive e socio affettive.
L'edumovement prevede esperienze individuali e di coppia per favorire la percezione della
dimensione corporea - propriocettiva ed interocettiva -; la dimensione relazionale è favorita da
esperienze che vedono come protagonista la coppia ed il gruppo e talvolta è previsto l'utilizzo di un
oggetto intermediario (palla, cerchio, corda…).
(Bibliografia: G.Pesci, "Percorso clinico", Ed. Isfar, Firenze, 2004)
• INTER ART
L'inter Art è un metodo finalizzato all'utilizzo dell'arte come interazione per incoraggiare
l'equilibrio della personalità, sviluppando così la propria creatività.
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E' un metodo legato alla respirazione ed alla presa di coscienza del sé corporeo attraverso la
respirazione.
Sarà inoltre necessaria una prevenzione indirizzata ad aiutare i soggetto a sviluppare uno sviluppo
motorio armonioso, capace di coordinare gesti e movimenti, sapersi situare nello spazio e nel
tempo; funzioni queste che possono essere soddisfatte con i metodi Prismograph, Bon Gest ed
Edumovement. Tali funzioni sono necessarie affinchè il soggetto riesca a vivere esperienze
finalizzate a sviluppare la creatività connesse alla danza, al movimento, alla musica, alla pittura,
all'uso della creta.
L'Inter Art offre istanze sollecitatorie idonee ad uscire dal guscio e trasformare le sensazioni ed i
vissuti emotivi in movimenti, espressioni, disegni..
L'ausilio dell'Inter Art offre alla persona l'occasione di vivere processi di individuazione del sé, da
cui dipende l'effetto organizzatore base del riequilibrio della personalità.
I soggetti sono invitati ad osservare dentro e fuori se stessi, a sentire emotivamente ed a offrire
rappresentazioni di sé e delle diverse letture della realtà circostante, a comunicare con il reale ed
apprenderne ogni traccia per mezzo della musica, della poesia, della danza, del disegno, di modelli
plastici; l'Inter Art offre alla persona la possibilità di proiettare all'esterno se stessa e quindi la sua
carica emotivo-affettiva aiutando così la persona a liberarsi da ogni tensionalità che la frena o la
inibisce.
(Bibliografia: G.Pesci, "Percorso clinico", Ed. Isfar, Firenze, 2004; A.Pesci, dispensa "Inter Art", Ed. Isfar Firenze)
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Cerchio
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• PSICOCIBERNETICA
L'educazione PsicoCibernetica basa i suoi principi sulla telologia, ossia sul comportamento tendente
a raggiungere un determinato scopo. Con questa tecnica si aiuta il soggetto a costruire una migliore
immagine dell'Io, arricchire il ritratto mentale di se stessa e ricreare un equilibrio psico-emozionaleaffettivo. Per raggiungere un'immagine positiva dell'io ed una nuova fiducia vengono utilizzate frasi
descrittive che sono di rinforzo e capaci di indirizzare verso il successo.
Questo orientamento per una diversa immagine dell'Io deve avvenire per mezzo di affermazioni che
testimoniano il coraggio, la volontà, la stima, la fiducia in sé stesso, matrici di una nuova sicurezza
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e di diversa determinazione. Alle affermazioni-dichiarazioni di sé (es.: io sono capace di superare
ogni ostacolo) che hanno l'opportunità di lasciare impressione nell'individuo in ragione del fatto che
il SNC non può stabilire la differenza fra un'esperienza realizzata realmente ed una immaginata
intensamente, è stato aggiunto un supporto espressivo cinestetico e tonematico. Tali sollecitazioni
immaginativo fantasmatiche, si fondano sul presupposto secondo cui l'inconscio non sa distinguere
tra realtà e fantasia. Le frasi sono strutturate tenendo conto del valore espressivo dei simboli; le
proposizioni sono divenute per es.: "io raggiungerò la cima della montagna" oppure "sono forte
come la quercia".
Le proposizioni vengono pronunciate con tonalità diverse ed accompagnate da una scansione
ritmica.
Le risorse di questa tecnica sono dunque i simboli in ancoraggio affermativo, il ritmo, la tonematica
ed il dinamismo respiratorio.
(Bibliografia: G.Pesci, "Percorso clinico", Ed. Isfar, Firenze, 2004; G. Pesci, S. De Alberti "Educromo", Ed. Isfar
Firenze)
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• PSICOFIABE
Le Psicofiabe si propongono come una tecnica che, utilizzando la fiaba come oggetto intermediario,
stimola la persona e la spinge ad affrontare e vincere le proprie insufficienze ed i propri disturbi sia
a livello personale che sociale.
Le Psicofiabe tendono a suggerire che per arrivare ad un obiettivo occorre fare qualcosa di positivo
e di costruttivo; permettono al soggetto di avere una presa di coscienza del proprio potere di
dominare e di concludere felicemente ciò che sente dentro. Il protagonista delle Psicofiabe
suggerisce come sia possibile affacciarsi al mondo senza sperimentare la paura di perdersi, come
affrontare la vita di tutti i giorni contando sulle proprie forze per cavarsela nei migliori dei modi.
(Bibliografia: G.Pesci, "Percorso clinico", Ed. Isfar, Firenze, 2004)
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• MUSICOPEDAGOGIA
E' un metodo che offre un'opportunità esperenziale idonea al potenziamento delle capacità
comunicative ed interazionali; è una modalità di approccio sensoriale-percettivo che utilizza
l'elemento sonoro, ritmico, spazio-temporale, vibratorio per intervenire in aiuto alla persona; una
comunicazione non verbale che assicura uno scambio dialettico capace di garantire ampi risvegli e
nuove potenzialità.
Nella prassi d’intervento musicopedagogico, di fatto, non viene posto alcun accento in merito alle
abilità esecutive musicali o all’acquisizione delle stesse; le proposte musicopedagogiche, quindi,
non perseguono un’attenzione ad obiettivi specifici connotati in senso curricolare, con il rischio di
porre in secondo piano la persona nella sua percezione globale; la musicopedagogia cerca piuttosto
di tenere viva la propria attenzione sulla consapevolezza dell’agire nel “qui ed ora”, la dimensione
dell’esserci attraverso attività, esperienze sonoro musicali e modalità espressive. Questo determina
l’impossibilità di insuccessi, fallimenti, errori e percezioni di inadeguatezza; in senso
complementare ciò evidenzia un ambiente espressivo, educativo e relazionale in cui la persona trova
i mezzi, i modi ed il contesto per attuare positivamente le proprie esperienze creative ed espressive,
confrontandosi con proposte che non mettono in difficoltà, ma anzi, consentono una valorizzazione
delle risorse di ognuno.
Mentre in musicoterapia l’uso del suono e della musica è finalizzato ad un intervento curativo, ad
affrontare specifiche problematiche e disagi inerenti situazioni che derivano da patologie specifiche
o come conseguenza di eventi traumatici (terapia che opera nel passato del paziente), la
musicopedagogia pone l’attenzione sull’hic et nuc.
La Musicopedagogia può prevedere l'utilizzo diretto di strumenti musicali ed in questo caso viene
favorita un'esperienza di liberazione dalle inibizioni permettendo di vincere stati ansiogeni e di
avvicinarsi all'altro.
La Musicopedagogia può inoltre prevedere l'ascolto di musica favorendo il contatto con il mondo
emotivo – affettivo, attenuando l’aggressività e favorendo il ripristino di equilibri tonico-muscolari.
(Bibliografia: G.Pesci, "Percorso clinico", Ed. Isfar, Firenze, 2004; M. Carboni, “Musicopedagogia”, Ed. )
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GRUPPO
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•
DISEGNO ONIRICO
Il disegno onirico è un’elaborazione messa a punto partendo dal disegno automatico (questa
modalità di disegno è nata nell’atelier Breton di Buenos Aires). L’automatismo è un modo di
ispirazione per il disegno, la pittura, la scultura che muove dal nostro mondo interiore.
Si può trovare un antecedente
del disegno onirico nell’immaginazione attiva di Jung;
l’immaginazione attiva mette in contatto con le immagini nate dai miti, dalle fiabe, dalle leggende,
dai sogni; è un modo per ritrovare le immagini interiori e l’origine simbolica del linguaggio, è un
mezzo quindi che trascende la limitazione delle parole e che esprime un linguaggio profondo
(conflitti e risorse).
Il disegno onirico è una tecnica proiettiva di contenuti ed espressioni profonde.
Nel disegno onirico gli automatismi (ossia la semplice messa in atto dei riflessi proiettivi) sono fatti
scattare da stimoli adeguati – la CONSEGNA e la MUSICA - che ne favoriscono la proiezione; così
una semplice consegna mette in atto un processo profondo che si manifesta attraverso immagini
simboliche; in altre parole, attraverso linee, colori e forme i tratti grafici sono messi nello spazio,
rappresentato dalla carta, in modo automatico, involontario, riportando così alla luce alcune zone
del nostro mondo interiore con gli stessi meccanismi che producono i sogni.
In questa tecnica l’utilizzo della musica favorisce il contatto con la propria interiorità e l’esternarsi
di vissuti interiori.
Al termine del disegno si possono fare delle associazioni e riflessioni oppure si può far scrivere una
storia nella quale partecipano le forme riconosciute nel disegno.
(Bibliografia: A. Bermolen, M.G. Dal Porto, L. Moretto ”Verso una pedagogia olistica”, Ed.Bulzoni, Roma, 1993)
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• PSICODRAMMA
Lo psicodramma pedagogico è una tecnica drammatica adoperata come mezzo di insegnamentoapprendimento attraverso l’esplorazione, l’elaborazione. Viene stimolato il pensiero convergente
(emisfero sinistro) e quello divergente (emisfero destro) creando uno spazio per la fantasia e
l’intuizione.
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Il pensiero divergente aiuta nelle situazioni di apprendimento che richiedono di generare varie
soluzioni, ugualmente accettabili, mettendo l’enfasi nella quantità, varietà ed originalità delle
risposte.
Il pensiero convergente si distingue per la sua capacità di aderire ad una risposta convenzionale che
si può ottenere con chiarezza dalle informazioni disponibili.
Il pensiero unitivo, sintesi di entrambi, mette in contatto con le potenzialità dell’allievo ed il suo
intelletto.
A differenza dello psicodramma terapeutico, in cui la persona è coinvolta nella sua totalità, in
quello pedagogico il soggetto è coinvolto solo nel ruolo di allievo; la problematica personale è
esclusa.
Si possono drammatizzare degli argomenti di scienze, di storia, di geografia, italiano..
Con lo psicodramma pedagogico l’apprendimento avviene con l’integrazione dei due emisferi , la
conoscenza ha un senso profondamente dinamico e vivo, l’allievo, in genere, si sente più stimolato
a continuare nella strada dell’apprendimento.
(Bibliografia: A. Bermolen, M.G. Dal Porto, L. Moretto ”Verso una pedagogia olistica”, Ed.Bulzoni, Roma, 1993)
• BURATTINI
I burattini creano un ambiente magico di grande tensione emotiva. La persona si identifica in modo
specifico con i personaggi dei burattini e con le azioni che essi rappresentano. A questa
identificazione si aggiunge la proiezione. Ognuno proietta i propri sentimenti, desideri, frustrazioni.
Nello psicodramma si può utilizzare il burattino come oggetto intermediario, in grado di creare
legami che consentono al soggetto di entrare in relazione con gli altri, senza originare ansia
eccessiva; il burattino, in quanto tale, viene ad essere un oggetto inoffensivo per il soggetto ed
attraverso il burattino è possibile ottenere risposte che non sarebbe possibile ottenere qualora la
fonte fosse un essere umano.
Inoltre i burattini possono essere adoperati con la finalità di migliorare le competenze relazionali:
per esempio l’allievo può interagire con il burattino che rappresenta una persona della quale ha
soggezione; questo lo porta gradatamente attraverso il gioco dei ruoli, a strutturare un rapporto di
disteso.
(Bibliografia: A. Bermolen, M.G. Dal Porto, L. Moretto ”Verso una pedagogia olistica”, Ed.Bulzoni, Roma, 1993).
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