s - Il saturatore
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MARIO VULTAGGIO C APITOLO 7 L A DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN N AVIGAZIONE 7.1 – Introduzione La determinazione della posizione di un mobile si basa sulla intersezioni di un numero definito di luoghi di posizione associati a misure di angoli, distanze, ed alle loro possibili combinazioni: somme e differenze di angoli e di distanze. La posizione in navigazione è espressa in coordinate geografiche ( φ ,λ ,h ) o in coordinate rettangolari cartesiane ( x , y , z ), assumendo come terna di riferimento una terna di assi ortogonali con l’asse z coincidente con l’asse terrestre ed orientato verso il polo nord e gli assi x , y nel piano equatoriale e con l’asse x orientato verso l’origine delle longitudini. In navigazione marittima, la posizione è espressa da (φ , λ ) essendo il mobile appartenente alla superficie della terra; per la sua determinazione occorre un numero minimo di due luoghi di posizione; in navigazione aerea il numero minimo è di tre. Nelle operazioni di carteggio, la posizione del mobile è effettuata per mezzo di tracciamento dei luoghi di posizione la cui intersezione fornisce la posizione del mobile; questo metodo non sempre è possibile applicarlo dato che non sempre si è in grado di tracciare i luoghi di posizione stante le caratteristiche delle carte utilizzate. Questa difficoltà è superata quando si passa al metodo analitico che consiste nella risoluzione di equazioni, normalmente piuttosto complesse che esprimono i luoghi di posizione sulla terra; questa ultima difficoltà può essere eliminata linearizzando il luogo di posizione presupponendo la conoscenza di un punto prossimo alla soluzione del problema (punto stimato). La linearizzazione nel caso piano si riduce al calcolo dell’equazione di una retta; nel caso tridimensionale all’equazione di un piano rispetto alla terna ortogonale di riferimento. In entrambi i casi la determinazione della posizione si riduce alla risoluzione di un sistema di equazioni lineari il cui numero di equazione può essere superiore al numero delle variabili associate alla posizione del mobile. 177 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE 7.2 – Equazione di un luogo di posizione Sia L la misura di un parametro associato ad una delle possibile misure priva di errore. Il luogo di posizione può essere espresso dalle seguenti due equazioni: L = f (φ ,λ ) , L = F (x, y,z ) (7.1) la prima in funzione delle coordinate geografiche, la seconda in coordinate cartesiane. Le equazioni (7.1) esprimono una famiglie di curve il cui gradiente è espresso dalle seguenti relazioni: 2 2 dL ∂f ∂f ∇L = = + ds ∂φ ∂λ cos φ 2 2 2 dL ∂F ∂F ∂F ∇L = = + + ds ∂x ∂y ∂z (7.2) Nel primo caso le curve sono rappresentate sul piano tangente ed il gradiente fornisce la distanza minima fra due luoghi di posizione nel punto considerato; nel secondo trattasi di gradiente fra piani tangenti alle superficie associate ai luoghi di posizione. Risulta ovvio il significato delle derivate parziali: esse rappresentano i coseni direttori della direzione del gradiente nel punto considerato rispetto agli assi del sistema di riferimento. 7.3 – Il concetto di linearizzazione La linearizzazione di una curva o di una superficie si basa sul desiderio di voler utilizzare solo una piccola porzione del luogo di posizione in prossimità di un punto di appoggio che normalmente lo si fa coincidere con il punto stimato di cui il navigante è in grado, per le sue conoscenze sullo stato della navigazione, di definire le coordinate. Sia L la curva associata alla misura del generico parametro misurato privo di errori ed Ls la curva passante per il punto stimato Ps (v. figura 7.1). La curva Ls è ben definita dato che, conoscendo il punto stimato e l’oggetto osservato, per mezzo della (7.1) può essere calcolata facilmente. Sviluppando la prima delle (7.1) nel punto stimato in serie di Taylor ed arrestandosi ai termini del primo ordine: 178 MARIO VULTAGGIO ∂f ∂f L = f (φ s , λs ) + δφ + δλ ∂λ s ∂φ s (7.3) che può essere esplicitata per il caso del piano tangente alla sfera con δλ = µ secφ s ∂f ∂f δφ + δµ = 0 ∂φ s ∂µ s (7.4) φ L r Ls α rs P Ps µ O Figura 7.1 – Linearizzazione del luogo di posizione La relazione (7.4) rappresenta l’equazione di una retta rs passante per l’origine e tangente alla curva Ls nel punto stimato Ps , riferita alla coppia di assi cartesiani ortogonali con origine in detto punto, coincidente con le linee coordinate (meridiano e parallelo). L’intorno di Ps , avendo arrestato lo sviluppo ai termini del primo ordine, può essere considerato coincidente con il piano tangente alla sfera nel punto considerato. Considerando che il mobile si trova sul tratto di curva L , associata alla misura priva di errori, vicino alla retta rs , si può pensare che il mobile si trovi sulla retta r tangente alla curva L e parallela alla retta rs ; il mobile dovrà trovarsi alla minima distanza da Ps e quindi lungo la direzione del massimo gradiente fra L e Ls . La direzione del gradiente incontra la curva L nel punto P appartenente anche alla retta r detta appunto retta di posizione e sulla quale si trova il mobile. La retta di posizione ha per coefficiente angolare la seguente espressione: 179 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE ∂f ∂µ tanα = − s ∂f ∂φ s (7.5) ed il gradiente il seguente coefficiente angolare: ∂f ∂φ tan β = − cot α = s ∂f ∂µ s (7.6) essendo perpendicolare alla retta r ; la distanza direttamente dalla prima relazione delle (7.2): PPs = ds = dL 2 ∂f ∂f + ∂φ ∂µ 2 PPs si ricava (7.7) nella quale dL = L − Ls . Le relazione (7.6) e (7.7) permettono di ricavare la posizione del punto P( x , y ) e l’equazione della retta r tangente alla curva L : δµ = ds cos β , δφ = ds sin β y − y0 = ( x − x0 ) tanα δφ − δφ0 = (δµ − δµ0 ) tanα (7.8) (7.9) avendo considerato gli assi cartesiani coincidenti con le linee coordinate. La retta r data dalla (7.9), nell’intorno del punto stimato Ps , sostituisce il luogo di posizione L , associato alla misura del parametro privo di errore. 7.3.1 – L’equazione di misura L’equazione della retta è suscettibile di semplificazione per mezzo delle relazioni (7.5) e (7.8); per ottenere ciò, occorre ricavare le 180 MARIO VULTAGGIO funzioni sin β , cos β in funzione della tan β e date rispettivamente da: ∂f ∂φ tan β sin β = = δL 1 + tan2 β δs , ∂f ∂µ 1 cos β = = δL 1 + tan2 β δs Considerando piccole e finite le grandezze presenti nell’equazione (7.9), l’equazione della retta può scriversi nel seguente modo: ∂f ∂f ∂f ∂φ ∂µ ∂µ δφ − δs =− δµ − δL δL ∂f δs δs ∂φ nella quale si è tenuto conto della relazione (7.5); sviluppando ulteriormente si ha: 2 2 2 ∂f ∂f δs ∂f ∂f δs δL δφ + δµ = = + = δL δL ∂φ ∂µ δL δs ∂φ ∂µ δs δs nella quale si è tenuto conto dell’espressione del gradiente (5.2); infine tenendo conto della relazione fra arco di parallelo e di equatore si ottiene la seguente espressione finale: ∂f ∂f L − Ls = δφ + δλ ∂λ s ∂φ s (7.10) che rappresenta l’equazione di misura; risultato importante perché la linearizzazione del luogo di posizione associato alla misura di un generico parametro (misura di distanza, differenza di distanza, misura di angolo e differenza di angoli) è definita dallo sviluppo in serie arrestato al primo ordine della funzione (7.1) le cui derivate parziali sono calcolate nel punto iniziale (punto stimato). L’equazione di misura (7.10) è suscettibile di una ulteriore semplificazione ponendo: 181 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE l = L − Ls ∂f h2 = ∂φ s , , ∂f h1 = ∂λ s (7.11) e quindi l = h1δλ + h2δφ (7.12) equazione di una retta nel piano e nella quale h1 , h2 rappresentano i coseni direttori rispetto alle linee coordinate. Lo stesso risultato si ottiene quando si considera la funzione in termini di coordinate cartesiane L = F ( x , y , z ) : ∂F ∂F ∂F L − Ls = δy + δx + δz ∂x s ∂z s ∂y s (7.13) La (7.13) rappresenta l’equazione di un piano, detto piano di posizione, tangente alla superficie di equazione L = F ( x , y , z ) nel suo punto più vicino al punto stimato. Questo piano si confonde con la superficie di posizione nell’intorno del punto di tangenza. Analogamente a quanto fatto per la (7.12), ponendo: l = L − Ls , ∂F h1 = ∂x s , ∂F h2 = ∂y s ∂F , h3 = ∂z s (7.14) la (7.13) si scrive: l = h1δx + h2δy + h3δz (7.15) Le relazioni (7.12) e (7.15) sono note come equazioni di misura e possono essere espresse in forma vettoriale nel seguente modo: l = hT x (7.16) con h e x rispettivamente il vettore di misura ed il vettore di stato date da: 182 MARIO VULTAGGIO h1 h= h2 h1 h = h2 h3 , , δλ x= δφ δx x = δy δz Nella (7.16) la quantità scalale l risulta essere il prodotto tra il vettore riga h ed il vettore colonna x. La (7.10) può essere anche calcolata considerando che le coordinate di un generico punto della curva di posizione L differiscono, in prossimità del punto stimato, di quantità piccole; pertanto possono considerarsi valide le seguenti condizioni: φ = φ 0 + δφ , λ = λ0 + δλ , L = Ls + δL per cui l’equazione (7.1) può essere espressa nel seguente modo: ∂f ∂f L = Ls + δL = f (φ ,λ ) = f (φ0 + δφ ,λ0 + δλ) = f (φ0 ,λ0 ) + δφ + δλ ∂λ s ∂φ s dalla quale si ricava facilmente l’equazione di misura (7.10) e nella quale δL rappresenta la differenza tra la misura effettuata e quella calcolata rispetto alla posizione del punto stimato; si può osservare, infine, che le stesse considerazione possono essere effettuate anche per la (7.13). 7.4 – Misure di distanza La misura di distanza, da un punto di coordinate note, definisce sulla sfera una circonferenza detta circonferenza di distanza. Per la proprietà stessa della circonferenza, tutti gli osservatori che misurano la stessa distanza si trovano sullo stesso luogo di posizione. La grandezza della circonferenza dipende dalla grandezza della distanza misurata per cui la sua rappresentazione sulla carta di Mercatore può rappresentare delle difficoltà. Per la sua rappresentazione sulla carta la circonferenza di distanza si classifica di I, II e III specie mettendo in relazione la distanza misurata d con la distanza polare dell’oggetto osservato A; se indichiamo con c A la distanza polare di A, è possibile classificare la 183 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE circonferenza di distanza per mezzo delle seguenti condizioni: I specie d < c A II specie d > c A (7.17) III specie d = c A Pn cA dA> cA A dA= cA dA< c A Ps Figura 7.2 – Classificazione delle circonferenze di distanza Dalla figura si può facilmente notare che a seconda della distanza la circonferenza di distanza contiene il polo di A (II specie), non contiene il polo di A (I specie), il polo di A si trova sulla circonferenza (III specie); questa classificazione è molto importante nelle applicazioni delle circonferenze di altezza utilizzate in mare nelle osservazioni astronomiche. Limitatamente alle applicazioni le misure di distanza, dedotte per mezzo di radar o da misure orizzontali e verticali, sono limitate alle applicazioni costiere; per questo motivo spesso si parla di cerchio di distanza ( I specie). Per poter studiare una circonferenza di distanza e del cerchio di distanza occorre trovarne l’espressione analitica per poi passare alla sua linearizzazione. 7.4.1 – Equazione della circonferenza di distanza. Sia L(φ,λ ) la circonferenza minore associata alla misura della distanza d del punto A(φ A ,λ A ) di coordinate note effettuata dall’osservatore generico O . Dal triangolo sferico OPA si ricava 184 MARIO VULTAGGIO l’equazione del luogo di posizione rappresentato dalla circonferenza di distanza: Pn λ−λA cA A G d O Ps Figura 7.3 – Triangolo sferico associato alla circonferenza di dista nza cos d = sin φ sin φ A + cos φ cos φ A cos (λ − λ A ) (7.18) che può essere scritta nella forma delle relazioni (7.1): d = L = f (φ , λ ) = cos −1 [sin φ sin φ A + cos φ cos φ A cos (λ − λ A )] (7.19) nella quale (φ A ,λA ) rappresentano le coordinate del centro A, d il raggio della circonferenza, (φ,λ ) le coordinate del generico punto sulla circonferenza. Per la risoluzione della (7.18) valgono tutte le regole usate per la risoluzione dei triangoli sferici in navigazione. 7.4.2 – Linearizzazione della circonferenza di distanza La conoscenza del punto stimato e del punto osservato permette di associare alla misura di distanza d , l’equazione della circonferenza di distanza e di calcolare la distanza d s , per mezzo delle ben note relazioni trigonometriche sferiche (vedi figura 7.4): 185 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE Pn cA A G dA Os O Ps Figura 7.4 – Triangoli sferici associati ai punti O ed Os cos d s = sin φ A sin φs + cos φ A cos φs cos(λS − λA ) cot Z s = cos φs tan φ A cos ec (λS − λA ) − sin φs cot (λS − λA ) per cui applicando alla (7.19) le equazioni (7.12) e (7.13) si ha: l = d − ds cos φ A cos φ s sin (λs − λ A ) cos φ A cos φ s sin (λs − λ A ) ∂f h1 = = − =− sin d s ∂λ 1 − cos 2 d s ∂f sin φ A cosφ s − cos φ A sin φ s cos(λs − λ A ) h2 = = − = ∂φ 1 − cos 2 d s =− sin φ A cos φ s − cos φ A sin φ s cos(λs − λ A ) sin d s che possono essere ulteriormente semplificate applicando il teorema dei seni e quello delle proiezioni al triangolo sferico: sin d s cos Z s = sin φ A cos φs − cos φ A sin φs cos(λs − λ A ) sin (λs − λA ) sin Z s = sin d s cos φ A con le quali i coefficienti h1 e h2 si semplificano nel modo seguente: 186 MARIO VULTAGGIO ∂f h1 = = − cos φ s sin Z s ∂λ ∂f h2 = = − cos Z s ∂φ Questi coefficienti sostituiti nella (7.12), permettono di scrivere l’equazione della retta di distanza sulla sfera: d − d s = − cos φ s sin Z sδλ − cos Z sδφ (7.20) Dalla (7.20) si possono ricavare l’equazione della retta di distanza per il piano di Mercatore e quella per il piano nautico per mezzo delle relazioni di corrispondenza con le quali sono costruite le carte; per il piano nautico si ha: d − d s = − sin Z s x − cos Z s y (7.21) per il piano Mercatore si ha: d − d s = − cos φ s sin Z s x − cos φ s cos Z s y (7.22) In particolare, se la (7.22) la si divide per − cosφ s si ottiene: (d s − d ) sec φ s = sin Z s x + cos Z s y (7.23) il primo membro rappresenta l’importo della differenza tra la distanza calcolata e quella misurata valutato sulla scala delle latitudini del piano di Mercatore. Allora, tenendo presente questa ultima proprietà, l’equazione (7.23) diventa: sin Z s x + cos Z s y − ∆d = 0 identica alla (7.21). 187 (7.24) CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE φ r L α D Zs OS µ Figura 7.5 – Retta di distanza Il coefficiente angolare della retta di distanza r ed i valori delle intersezioni con gli assi sono dati da: tanα = − tan Z s , n1 = ∆d cos Z s , n2 = ∆d sin Z s (7.25) Inoltre, l’azimut della perpendicolare alla retta r passante per il punto stimato Os e la distanza dalla retta risultano (vedi figura 7.5): β = Zs , O s D = p = ∆d (7.26) E’ interessante effettuare delle considerazioni fra la retta di distanza rettificata e la rappresentazione sulla circonferenza di distanza sulla sfera: la retta di distanza tracciata sul piano di Mercatore rappresenta un arco di lossodromia rettificata tangente alla circonferenza di distanza nel punto P , punto di incontro della traccia del piano verticale contenente il punto stimato e l’oggetto osservato. L’arco di circonferenza massima dato dalla (7.26) può essere considerato arco lossodromico e quindi rettificato sul piano di Mercatore; inoltre, si può osservare che con il punto stimato Os all’esterno della circonferenza il punto P si trova in direzione dell’oggetto osservato A con ∆d = d s − d , con il punto stimato Os all’interno il punto P si trova nella direzione opposta di A con ∆d = d − d s per cui considerando algebrica l’espressione ∆d = d s − d nel primo caso risulta positiva e nel secondo negativa. 188 MARIO VULTAGGIO 7.4.3 – Cerchio di distanza Quando la circonferenza di distanza è associata ad una piccola distanza, caso particolare che si verifica in navigazione costiera, l’equazione (7.1) è suscettibile di semplificazione dato che punto osservato A e punto stimato Os si trovano all’interno della portata ottica e quindi vicino fra loro. In questa situazione le coordinate (φ,λ ) dei punti della circonferenza associati alla misura di distanza d possono essere espresse in termini delle coordinate di A(φ A ,λ A ) : φ = φ A + δφ , λ = λA + δλ Con queste semplificazioni, l’equazione del luogo di posizione risulta: cos d = sin (φ A + δφ ) sin φ A + cos(φ A + δφ ) cos φ A cos δλ che può essere sviluppata in serie arrestandosi ai termini del primo ordine essendo piccoli i termini d , δφ,δλ : 1− d2 δφ 2 = sin φ A sin φ A + δφ cos φ A − sin φ A + 2 2 δλ2 δφ 2 + cos φ A cos φ A − δφ sin φ A − cos φ A 1 − 2 2 che può essere ulteriormente semplificata operando i prodotti: d 2 = cos 2 φ Aδλ2 + δφ 2 (7.27) relazione che rappresenta l’equazione di una circonferenza sul piano tangente alla sfera nel punto osservato A; gli assi cartesiani hanno origine nel punto A e sono coincidenti con le linee coordinate. Il troncamento al 2° ordine è giustificato dal fatto che alla latitudine media per δφ = δλ = 60' l’errore che si commette è del centesimo di primo. L’equazione della circonferenza (7.27) può essere rappresentata sia sul piano di Mercatore che sul piano nautico: nel primo caso, come già visto precedentemente, basta dividere ambo i membri per cos φ A ottenendo l’equazione sul piano di Mercatore, altrimenti la (7.27) 189 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE rappresenta l’equazione del cerchio di distanza sul piano nautico. Infine, rimane da ricavare la forma che assuma il cerchio di distanza sul piano nautico e sul piano di Mercatore. Richiamando le relazioni di corrispondenza del piano di Mercatore: x = δλ , y = δφ sec φ A è possibile ricavare la seguente equazione: d 2 sec 2 φ A = x 2 + y 2 che può essere scritta anche nella forma: d 2 = x2 + y2 (7.28) avendo misurato, però d sulla scala delle latitudini. Il cerchio di distanza (vedi figura 7.6) sulla piano di Mercatore è rappresentato da una circonferenza di raggio d e centro il punto osservato A. y d A x Figura 7.6 – Cerchio di uguale distanza 7.4.4 –La sfera di distanza Nelle misure di distanza, quando l’osservatore non si trova sulla superficie della terra oppure l’oggetto osservatore (di coordinate note) non si trova sulla terra determina una equazione data dalla seconda relazione (7.1) che come luogo di posizione rappresenta una sfera. 190 MARIO VULTAGGIO Facendo riferimento ad una terna cartesiana Oxyz con origine nel centro della terra , con il piano x , y coincidente con il piano equatoriale e l’asse z coincidente con l’asse terrestre, allora gli osservatori che misurano la stessa distanza dall’oggetto sono rappresentati dalla seguente equazione: d= ( x − x A )2 + ( y − y A )2 + (z − z A )2 (7.29) che rappresenta una sfera di centro l’oggetto osservato di coordinate note A( x A , y A , z A ) . Questo tipo di misura è molto usata nella determinazione della posizione in navigazione satellitare. La linearizzazione della (7.29) richiede la definizione del punto stimato ed il calcolo della distanza dell’osservatore dall’oggetto osservato per mezzo della (7.29) utilizzata per il punto stimato: ds = ( xs − x A )2 + ( y s − y A )2 + ( z s − z A )2 ed il calcolo dei coefficienti (7.14): ∆d = d − d s h1 = − 2(xA − xs ) (xA − xs )2 + ( y A − ys )2 + ( z A − zs )2 (y − yA ) = s 2 h2 h3 = = (xs − xA ) ds ds (z s − z A ) ds (7.30) Dalle relazioni (7.30) si ottiene l’equazione che fornisce la linearizzazione della sfera: ∆d = d − d s = xs − x A y s − y A zs − z A + + ds ds ds (7.31) equazione di un piano tangente alla sfera nel punto di intersezione della 191 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE congiungente punto osservato - punto stimato; i coefficienti h1 , h2 ,h3 rappresentano i coseni direttori della del piano ed l la distanza del punto stimato dalla sfera di misura. z Z y S ( xs , ys , zs ) A(x, y, z) x Figura 7.7 – Sfera di distanza da misura satellitare – Piano tangente 7.5 – Misure di angolo Il rilevamento ( Ril ) o azimut (a ) del punto A rispetto al punto O ( generalmente l’osservatore) è definito dall’angolo diedro fra i due piani verticali: il primo contenente la verticale del punto O e l’oggetto osservato (A) ed il secondo contenente il meridiano dell’osservatore (O); l’angolo diedro è contato nel senso orario da 0° a 360°. Questi due piani verticali intersecano la superficie sferica della terra e determinano due circonferenze massime; in alcune applicazioni l’angolo fra i due piani è anche definito come rilevamento ortodromico. Per le misure angolari valgono le formule di correzione e di 192 MARIO VULTAGGIO conversione già precedentemente studiate: Ril v = Ril b + δ + d Ril b = Ril v − d − δ , , Ril v = Pv + ρ Ril b = Pb + ρ (7.32) V α Nv α A O Figura 7.8 – Angolo diedro definito dal piano meridiano e dal piano verticale passante per l’oggetto osservato In navigazione costiera i rilevamenti sono effettuati mediante il cerchio azimutale (o apparecchio azimutale) posizionato sopra il piano della bussola normale; i rilevamenti semicircolari o polari sono effettuati sui lati della nave mediante l’apparecchio grafometro simultaneamente alla lettura della prora; in navigazione radiogoniometrica l’oggetto osservato è quasi sempre al di la dell’orizzonte e la misura è effettuata per mezzo di radiogoniometro (ricevitore radio munito di antenna in grado di misurare la direzione di provenienze di segnali radio rispetto alla direzione della prora del mobile). Per queste ultime misure l’angolo è semicircolare se misurato a bordo di mobili e circolare se misurato a terra da una stazione radiogoniometrica. Infine, misure angolari possono essere effettuati mediante sestante o altro strumento angolare (es. circolo Amici-Magnaghi); in questo caso però si effettuano misure angolari fra due punti notevoli (es. di differenza d’azimut). Sulle misure di angoli occorre fare una ulteriore distinzione del tipo di curva da associare alla misura: • la misura di un angolo da un punto di coordinate incognite definisce sulla terra sferica una curva detta curva d’azimut ( luogo dei punti che osservano il punto di coordinate note sotto lo stesso angolo); • la misura di un angolo da un punto di coordinate note definisce 193 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE sulla terra sferica un luogo di posizione rappresentato da un circolo massimo: tutti i punti che si trovano sulla circonferenza massima sono rilevati dall’osservatore sotto lo stesso angolo. Le proprietà di queste curve sono particolarmente studiate in navigazione radiogoniometrica perché normalmente associate alle misure angolari effettuate con radio goniometro di stazioni fuori dall’orizzonte ottico. 7.5.1 – Equazione della curva d’azimut Sia O un osservatore di coordinate incognite che effettua una misura angolare (Z) di un punto di coordinate note. La misura angolare definisce un triangolo sferico OPA definito dal polo (Pe) del punto A, dal punto osservato ( A) e dal punto (O). (v figura 7.9) Figura 7.9 – Curva d’azimut e triangolo sferico Dal triangolo OPA, applicando la relazione fondamentale della trigonometria sferica al lato PA si ha: sin φ A = sin φ cos d + cos φ sin d cos Z (7.33) relazione che rappresenta l’equazione del luogo di posizione L ovvero la curva d’azimut, con φ A e Z parametri costanti e φ e d variabili. Dalla (7.33) si ricava facilmente che la curva passa per il polo (Pe) e per il punto rilevato (A). Inoltre, è possibile ricavare una ulteriore equazione in termini del punto variabile O(φ,λ ) appartenente alla curva in termini di parametri costanti Z e A(φ A ,λ A ) . Infatti, applicando al triangolo sferico la relazione di Vieta si ha: 194 MARIO VULTAGGIO tanφ A cos φ = sin φ cos(λ A − λ ) + sin (λ A − λ ) cot Z (7.34) che può essere esplicitata nella forma delle relazioni (7.1): sin (λA − λ ) L = Z = tan −1 tanφ A cos φ − sin φ cos (λ A − λ ) (7.35) con Z (φ A , λ A ) costanti e (φ,λ ) variabili. Ulteriori studi sulla (7.35) dimostrano la non unicità della curva d’azimut e proprietà più importante che essa in prossimità del punto osservato si può sostituire ad una retta (semiretta di rilevamento). 7.5.2 – Linearizzazione della curva d’azimut Come a quanto effettuato per la circonferenza di distanza, la linearizzazione della curva d’azimut è associata alla sua rappresentazione in prossimità di un punto stimato prossimo per il quale è possibile determinare l’equazione della curva Ls applicando la relazione (7.35) al punto Os di coordinate (φ s ,λ )s (vedi figura 7.10). È possibile allora calcolare i coefficienti l , h1 , h2 . Il primo parametro è dato da: l = L − Ls = Z − Z s (7.36) Pe Os τs Zs A Z O L (φ , λ ) Ls ( φs , λs ) Figura 7.10 – Linearizzazione curva d’azimut nella quale Z è l’angolo misurato e Z s è l’angolo calcolato con la (7.35) 195 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE per mezzo delle coordinate (φ s , λs ) ; i rimanenti due parametri h1 , h2 calcolano considerando la relazione (7.35). Per il coefficiente h1 si ha: si − cos(λ A − λ s )[tan φ A cos φ s − sin φ s cos (λA − λs )] + 2 [ tan φ cos φ − sin φ cos ( λ − λ ) ] A s s A s 2 sin φ s sin (λA − λs ) + = [tan φ A cos φs − sin φs cos (λA − λs )]2 cos (λ A − λs )sin Z s cos Z s =− + sin φ s sin 2 Z s sin (λA − λs ) 1 ∂f h1 = = 2 ∂λ s 1 + tan Z s che può essere ulteriormente semplificata riducendo allo stesso denominatore e mettendo in evidenza sin Z s : sin Z s [− cos(λA − λs )cos Z s + sin φ s sin (λA − λs ) sin Z s ] ∂f h1 = = sin (λA − λs ) ∂λ s ed infine dal triangolo sferico AOs P si ricavano le seguenti espressioni: cos τ s = − cos (λA − λS )cos Z s + sin φ s sin (λA − λS ) sin Z s sin Z s cos φ s = sin (λA − λS ) sin d s , sin Z s cos φ A = sin τ s sin φ s che permettono trovare l’espressione finale di h1 : ∂f cos φ A cosτ s cos φ s sin Z s cot τ s h1 = = = sin d s sin d s ∂λ s Analogamente per il coefficiente h2 (7.37) si ha: ∂f 1 − sin (λ A − λs )[− tan φ A sin φs − cosφ s sin (λ A − λ s )] h2 = = 2 [tanφ A cos φs − sin φs cos(λ A − λ s )]2 ∂ φ s 1 + tan Z s e tenendo presente la (7.36) si ottiene: 196 MARIO VULTAGGIO ∂f sin 2 Z s [sin φ A sin φ s + cos φ A cos φ s cos (λ A − λs )] h2 = = cos φ A sin(λ A − λs ) ∂φ s ed ancora dal triangolo sferico, essendo l’espressione a numeratore uguale al cos d s si ha: ∂f sin 2 Z s cos d s sin Z s cos d s h2 = = = tan d s ∂φ s cos φ A sin(λ A − λs ) (7.38) L’equazione della retta di posizione si ricava combinando le relazioni (7.36),(7.37) e (7.38): l = Z −Zs = cos φ A cos τ s sin Z s δλ + δφ sin d s tan d s (7.39) La retta d’azimut può essere rappresentata sul piano di Mercatore considerando le relazioni di corrispondenza del piano: l = Z − Zs = cosφ A cosτ s sinZs δx + cosφ s δy sind s tan d s (7.40) Nelle equazioni (7.39) e (7.40) Z s rappresenta l’angolo azimutale del punto osservato A calcolato rispetto al punto stimato Os e d s quella stimata calcolata sempre rispetto ad A. y D Zs Os x Figura 7.11 – Retta d’azimut 197 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE 7.5.3 –Equazione del circolo massimo Come già detto, quando una stazione di coordinate note misura l’angolo di un mobile in movimento si genera un luogo di posizione rappresentato da una circonferenza massima; tutti i mobili che si trovano sulla circonferenza massima sono osservati dal punto di coordinate note sotto lo stesso angolo. L’equazione del circolo massimo, in questo caso particolare, si associa alla misura Z considerando il triangolo sferico definito dal polo e dai punti considerati (vedi figura 7.12); applicando la relazione di Vieta al triangolo OPeA si ha: Pe (λA- λ s) O L ( φ, λ) Z Zs Ls ( φs , λs ) τs A Os Figura 7.12 – Linearizzazione della circonferenza massima tanφ cos φ A = sin φ A cos (λA − λ ) + sin (λ A − λ )cot Z tan Z = sin (λ A − λ ) tanφ cos φ A − sin φ A cos (λ A − λ ) Dalla seconda equazione si esplicita l’equazione del luogo di posizione dato dalla (7.1): sin (λA − λ ) L = Z = tan −1 tanφ cos φ A − sin φ A cos (λ A − λ ) con Z , (φ A ,λA ) costanti e (φ,λ ) variabili. 198 (7.41) MARIO VULTAGGIO 7.5.4 – Linearizzazione del circolo massimo Come a quanto effettuato per la curva d’azimut, la linearizzazione del circolo massimo è associata alla sua rappresentazione in prossimità di un punto stimato prossimo per il quale è possibile determinare la curva Ls applicando la relazione (7.41) al punto Os di coordinate (φ s , λs ) . È possibile allora calcolare i coefficienti l , h1 , h2 . Il primo parametro è dato da: l = L − Ls = Z − Z s (7.42) nella quale Z è l’azimut misurato dal punto A e Zs è l’azimut calcolato con la (7.41) per mezzo delle coordinate (φ s , λs ) ; i rimanenti due parametri h1 , h2 si calcolano considerando la relazione (7.35). Per il coefficiente h1 si ha: − cos(λ A − λ s )[tan φ s cos φ A − sin φ A cos (λ A − λs )] 1 ∂f h1 = = + 2 [tan φs cos φA − sin φ A cos (λ A − λs )]2 ∂λ s 1 + tan Z s sin φ A sin 2 (λ A − λs ) + = 2 [tan φs cos φ A − sin φA cos (λ A − λs )] cos(λ A − λs )sin Z s cos Z s =− + sin φ A sin 2 Z s sin (λA − λs ) che può essere ulteriormente semplificata riducendo allo stesso denominatore e mettendo in evidenza sin Z s : sin Z s [− cos(λA − λs )cos Z s + sin φ A sin(λ A − λs ) sin Z s ] ∂f h1 = = sin (λA − λ s ) ∂λ s ed infine dal triangolo sferico AOs P si ricavano le seguenti espressioni: cos τ s = − cos (λA − λS )cos Z s + sin φ A sin (λ A − λS ) sin Z s sin Z s cos φ A = sin (λA − λS ) sin d s , sin Z s cos φ s = sin τ s sin φ A che permettono trovare l’espressione finale di h1 : 199 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE ∂f cos φ s cos τ s h1 = = sin d s ∂λ s (7.43) Il coefficiente h2 si calcola nel seguente modo: ∂f 1 − cosφ A sin (λ A − λs ) h2 = = 2 2 2 ∂ φ s 1 + tan Z s cos φs [tanφs cosφ A − sin φ A cos(λ A − λs )] che va semplificata sostituendo la (7.41) e moltiplicando numeratore e denominatore per sin 2 (λ A − λs ) ed ottenendo: ∂f sin 2 Z s cos φ A h2 = = − sin (λ A − λ s ) cos 2 φ s ∂φ s che può essere ulteriormente semplificata applicando il teorema dei seni sempre al triangolo APOs : ∂f sin τ s h2 = = − sin d s ∂φ s (7.44) y Zs +- 90 Os x Figura 7.13 – Retta C.M. Infine, considerando i coefficienti (7.42), (7.43) e (7.44) si ricava 200 MARIO VULTAGGIO l’equazione che esprime la linearizzazione del circolo massimo in prossimità del punto stimato: l = Z −Zs = cos φ s cosτ s sinτ s δλ − δφ sin d s sin d s (7.45) la (7.45) rappresenta l’equazione della retta ortodromica sulla sfera; sul piano di Mercatore , tenendo presente sempre le relazioni di corrispondenza, risulta espressa dalla seguente relazione: l = Z −Zs = cos φ s cos τ s sin τ s cos φs x− y sin d s sin d s (7.46) che è suscettibile di una ulteriore semplificazione: cos φ s cosτ s x − cos φs sin τ s y − ( Z − Z s ) sin d s = 0 (7.47) Figura 7.14 – Semiretta di rilevamento con τ s , d s l’azimut e la distanza che l’osservatore nel punto stimato calcola rispetto all’aggetto osservato. Questa considerazione permette di ricavare l’equazione della retta ortodromica in prossimità della stazione A di coordinate note. Infatti, potendo considerare la distanza d s piccola, si può considerare sin d s = 0 e τ = 180 − Z s ; con queste considerazioni la (7.46) diventa: s 201 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE y = − cot Z s x (7.47) equazione di una retta passante per il punto A che ha lo stesso significato della semiretta di rilevamento. 202 MARIO VULTAGGIO 7.6 – Equazione del luogo di differenza di distanza L’introduzione in navigazione della misura di differenza di tempo fra due o più orologi di precisione ha permesso di effettuare di misure di distanze e quindi anche di differenze e somme di distanze fra stazioni lontane fra loro (inizialmente si sono sviluppati i sistemi di radionavigazione a copertura regionale e successivamente quello a copertura globale). A causa della non perfetta sincronizzazione degli orologi (specialmente quello utilizzato a bordo dei mobili) il sistema di radionavigazione che si è più sviluppato ed utilizzato dai naviganti è stato quello che utilizza le misure di differenze di distanza di punti (stazioni) di coordinate note, noto come sistema iperbolico di navigazione (Loran e Decca); successivamente è stato poi introdotto ed utilizzato il sistema Omega a copertura globale. Ipe rbo le sfe ric a Pe ∆λ (φ s, λs) ZB ZA s O s Os dA 90-φΑ s ∆ d ( φ, λ ) B A Figura 7.15 – Linearizzazione dell’iperbole sferica In tutti questi sistemi, la misura di differenza di distanza definisce sulla sfera un luogo di posizione rappresentato da iperbole sferica di equazione: 203 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE L = f (φ ,λ ) = ∆d = cos −1 [sin φ A sin φ + cos φ A cos φ cos (λ A − λ )] + − cos −1 [sin φ B sin φ + cos φ B cos φ cos(λB − λ )] (7.48) con ∆d , A(φ A ,λ A ),B (φ B ,λB ) la differenza di distanza misurata fra le stazioni A e B di coordinate note. Al variare della distanza ∆d si determina una famiglia di iperboli sia sulla sfera che sulla carta di navigazione; il sistema di radionavigazione consiste di tre o più stazioni che determinano due o più famiglie di iperboli la cui intersezione fra loro permette di determinare la posizione del ricevitore che ha effettuato nell’area di copertura del sistema due o più differenze di distante ∆d ij . 7.6.1 – Linearizzazione dell’iperbole sferica L’equazione della retta iperbolica, è effettuata associando alla misura ∆d la posizione del punto stimato, per poi calcolare i già noti coefficienti l , h1, h2 con: l = ∆d − ∆d s ∂ h1 = f (φ A ,λ A ,φ B ,λB ,φ s ,λ s ) ∂λ s (7.49) ∂ h 2 = f (φ A ,λ A ,φ B ,λB ,φs ,λs ) ∂φ s nelle quali la funzione f ( ) è data dalla equazione (7.48). Procedendo con lo stesso metodo usato per la linearizzazione della circonferenza di distanza riportato nel paragrafo (7.4.2) si ottengono le tre seguenti espressioni: l = ∆d − ∆d s h1 = cos φ s ( sin Z Bs − sin Z As ) h2 = (cos Z Bs − cos Z As ) (7.50) con ∆d s la differenza di distanza calcolata fra il punto stimato e i punti A(φ A ,λA ), B(φ B ,λB ) ; Z As , Z Bs gli angoli azimutale dei due punti riferiti al punto stimato. L’equazione della retta iperbolica, per la (7.50) è: 204 MARIO VULTAGGIO δ∆dl = ∆d − ∆d s = cosφ s (sinZ Bs − sinZ As )δλ + + (cos Z Bs − cos Z As )δφ (7.51) retta contenuta sul piano tangente alla sfera nel punto stimato . Sul piano nautico la retta iperbolica ha la seguente equazione: (sinZ Bs − sinZ As )δx + (cos Z Bs − cos Z As )δy − (∆d − ∆d s ) = 0 (7.52) Sulla piano di Mercatore la retta iperbolica, invece, ha la seguente espressione: (sinZ Bs − sinZ As )δx + (cos Z Bs − cos Z As )δy + − (∆d − ∆d s )secφ s = 0 (7.53) con le differenze di distanza misurate nella scala delle latitudini. ∆d (φ s, λ s) ∆ d (φ, λ ) B A Figura 7.16 – Retta iperbolica 205 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE 7.7 – Luogo di posizione di angoli sottesi a due punti notevoli. Osservando simultaneamente, l’angolo ∆α fra due oggetti di coordinate note A(φ A ,λA ), B(φ B ,λB ) , oppure operando la differenza fra due rilevamenti ∆α = Ril B − Ril A di differenti punti notevoli sempre di coordinate note A(φ A ,λA ), B(φ B ,λB ) , si determina un luogo di posizione noto con il nome di curva di uguale differenza d’azimut; su detta curva il mobile osserva i punti notevoli A, B sempre sotto lo stesso angolo α . Essa contiene l’osservatore e passa per i due punti notevoli. E’ importante sottolineare in questa fase che all’angolo ∆α si associano due curve di uguale differenza d’azimut: esse sono simmetriche rispetto alla congiungente i due punti notevoli; nelle applicazioni va considerata soltanto quella che passa per l’osservatore; inoltre se uno dei punti è il polo allora la curva degenera nella ben nota curva d’azimut precedentemente studiata. Per studiare la curva L = ∆α = f (φ , λ ) consideriamo la figura 7.17 con A e B i punti notevoli osservati e la curva associata alla misura ∆α . A 90−∆α B 90−∆α 2∆α C ∆α O Figura 7.17 – Cerchio capace e sua costruzione Per un generico osservatore appartenente alla curva si ha: cos ∆ = cos d A cos d B + sin d A sin d B cos ∆α 206 (7.54) MARIO VULTAGGIO equazione che rappresenta il luogo di posizione associato alla misura ∆α con ∆ , ∆ α costanti e d A ,d B variabili al variare del punto corrente O sulla curva. La curva passa per i punti notevoli osservati: infatti se d A = 0 , cos ∆ = cos d B per cui d B = ∆ ; analogamente si ottiene che per d B = 0 , si ha d A = ∆ ; queste due considerazioni dimostrano che la curva passa per i due punti notevoli osservati. 7.7.1 – Equazione della curva di differenza d’azimut e sua linearizzazione Ogni punto della curva di differenza d’azimut osserva i due punti notevoli sotto gli azimut Z A e Z B la cui differenza fornisce l’angolo ∆α che definisce proprio la curva. Questa considerazione ci permette, sfruttando quanto ricavato per la curva d’azimut, di scrivere l’equazione della curva di differenza d’azimut nel seguente modo: sin (λ A − λ ) ∆α = Z A − Z B = tan −1 + tan φ A cos φ − sin φ cos (λ A − λ ) sin (λB − λ ) − tan −1 tan φ B cos φ − sin φ cos (λ B − λ ) (7.55) nella quale l’espressione a secondo membro è stata ricavata per mezzo della relazione (7.41); nella curva di differenza d’azimut i parametri (α ,φA ,λ A ,φB ,λB ) sono costanti mentre (φ,λ ) sono variabili. Per linearizzare la (7.55) occorre definire un punto osservato prossimo alla curva e ricavare l’angolo ∆α s con la relazione (7.55): 207 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE A ∆ B 2∆α dA dB ∆α O ∆α S OS Figura 7.18 – Cerchio capace associato al punto stimato Os sin (λ A − λ s ) ∆α s = tan −1 + tan φ A cos φ s − sin φ cos(λ A − λs ) sin (λB − λ s ) − tan −1 tan φ B cos φ s − sin φ cos(λ B − λs ) (7.56) e quindi ricavare i coefficienti h1 , h2 : cos φ A cos τ As cos φ B cos τ Bs h1 = − sin d Bs sin d As , sin Z As sin Z Bs h1 = − (7.57) tanBs tanAs Applicando le relazioni (7.56) e (7.57) si ottiene l’equazione della retta di uguale differenza d’azimut: δ∆α = ∆α − ∆α s = h1δλ +h 2 δφ (7.58) La (7.58) può essere esplicitata sia per il piano nautico che per il piano 208 MARIO VULTAGGIO di Mercatore. Per il piano nautico, tenendo presente sempre le relazioni di corrispondenza si ha: h1 cosφ s x + h 2 y − δ∆α = 0 (7.59) Per il piano di Mercatore si ha: h1 x +h 2 cosφ s y − δ∆α = 0 (7.60) f (∆α S) f(∆α) OS Figura 7.19 – Cerchio capace linearizzato Infine la curva di differenza d’azimut può degenerare in una circonferenza massima; infatti per Z A = Z B (∆α = 0 ) oppure Z A = 180° + Z B [Z B = 180° + Z A ] (∆α = 180 ) , l’equazione (7.55) si trasforma nella seguente relazione: tanφ A sin cos (λB − λ ) − tanφ B sin (λ A − λ ) = tanφ cos (λB − λA ) (7.61) che rappresenta l’equazione della circonferenza massima passante per i punti notevoli A e B. Il caso di Z A = Z B (α = 0 ) prende il nome di allineamento esterno mentre il caso di (α = 180°) allineamento interno (v. figura 7.22). 209 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE 7.7.2 – Il cerchio capace La curva di uguale differenza d’azimut (7.54) trova molta applicazione in navigazione costiera perché, per le piccole distanze, è suscettibile di semplificazione. Infatti per le distanze piccole, la (7.54) è sviluppabile in serie; arrestandosi ai termini del secondo ordine si ha: ∆2 d A2 d B2 1 − = 1 − 1 − + d A d B cos ∆α 2 2 2 che semplificata da: ∆2 = d 2A + d B2 − 2d A d B cos ∆α (7.62) d 2d 2 nella quale è stato trascurato il termine di quarto ordine A B molto 2 -8 piccolo per le applicazioni costiere (4,5 10 radianti) per un raggio di 60 miglia. La (7.62) rappresenta l’equazione di Carnot per i triangoli piani; la linea di base e le due distanze costituiscono i lati di un triangolo: in questo caso si ha un triangolo inscritto ad una circonferenza in cui i tre lati rappresentano tre corde che congiungono i due punti notevoli A-B ( ∆ ), A-O( d A ) e B-O( d B ); la curva di differenza d’azimut degenera in una circonferenza nota come cerchio capace. Per il tracciamento sul piano nautico o sul piano di Mercatore, occorre considerare il cerchio capace quale luogo di posizione limitato ad un arco di circonferenza o arco circolare capace i cui punti vedono la corda AB sotto lo stesso angolo (angolo alla circonferenza) ed occorre inoltre distinguere i due casi ∆α < 90° ed ∆α > 90° . Per ∆α < 90° si tracciano dagli estremi A e B due semirette inclinate rispetto alla base dell’angolo 90° − ∆α ovviamente dalla parte dell’osservatore; l’intersezione delle due semirette definisce il centro del cerchio capace; si dimostra facilmente che l’angolo al centro è il doppio dell’angolo alla circonferenza associato alla misura ∆α ; il luogo di posizione associato all’arco di circonferenza viene tracciato con raggio centro della circonferenza e raggio uguale alla distanza centro della circonferenza con uno dei due punti osservati. 210 MARIO VULTAGGIO A 90−∆α B 90−∆α 2∆α C ∆α O Figura 7.20 – Costruzione grafica del cerchio capace ∆α < 90° Per ∆α > 90° si tracciano due semirette inclinate dell’angolo ∆α − 90° dalla parte opposta dell’osservatore; l’intersezione delle due semirette determina il centro della circonferenza; analogamente si dimostra che l’angolo al centro è il doppio dell’angolo alla circonferenza. Per il tracciamento si opera analogamente al caso precedente. 2∆α A C ∆α−90 B ∆α−90 ∆α O Figura 7.21 – Costruzione grafica del cerchio capace ∆α > 90° 211 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE Per α = 0 ed per α = 180 la curva degenera in una semiretta (caso di allineamento esterno ed interno). B A ∆α = 0 A ∆α = 180 B B A ∆α = 0 Figura 7.22 – Allineamenti ∆α = 0° e ∆α = 180° 7.8 – Determinazione della posizione 7.8.1 – Punto nave con misure di distanza Per determinare la posizione del mobile con misure di distanza occorre definire prima di tutto il numero minimo di misure: ♦ due misure di distanza da due punti notevoli di coordinate note; ♦ tre misure sono sufficienti a determinare la posizione con il mobile nello spazio. La ricerca della soluzione può essere fatta applicando il metodo analitico oppure quello grafico. 212 MARIO VULTAGGIO 7.8.1.1 – Risoluzione analitica Nel caso piano, le coordinate del mobile si trovano risolvendo il sistema di equazioni: sinZsAδx + cos Z sAδy − ∆d sA = 0 sinZsB δx + cos Z sB δy − ∆d sB = 0 δy cos Z sA δx = cos Z sB (7.63) −1 sinZ sA ∆d sA sinZ sB ∆d sB (7.64) Per il caso tridimensionale la soluzione va cercata risolvendo il sistema: (7.65) ovvero il sistema (7.66) xs − x A ys − y A z s − z A + + d sA d sA d sA x − x B ys − y B z s − z B = s + + d sB d sB d sB ∆d1 = d A − d sA = ∆d 2 = d B − d sB ∆d 3 = dC − d sC = (7.65) xs − xC y s − yC z s − zC + + d sC d sC d sC δx a11 δy = a 21 δz a31 a12 a 22 a32 a13 a 23 a33 −1 ∆d1 ∆d 2 ∆d 3 (7.66) Per entrambi i casi la terna di riferimento è centrata nel punto stimato ed i coefficienti della matrice di misura rappresentano i coseni direttori delle direzioni dei punti notevoli osservati di coordinate note. 7.8.1.2 - Soluzione grafica Per questo metodo, (caso piano), sono possibili due soluzioni: ♦ l’applicazione della retta di distanza rappresentata sul piano nautico o sul piano di Mercatore; ♦ l’uso del cerchio di distanza per i casi in cui i punti notevoli osservati sono in vista dell’osservatore( uso della carta nautica o del piano 213 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE nautico) . Per il primo caso la soluzione è data dell’intersezione delle due rette di distanza tracciate rispetto al punto stimato coincidente con il sistema di coordinate di riferimento (v. figura 7.23). y r1 L1 r2 P1 L2 Zs1 PS Zs N 2 x P2 Figura 7.23 – Punto nave con rette di distanza Nel secondo caso, occorre tracciare le due circonferenze di raggio uguale alle distanza misurate di centro il punto notevole osservato; quest’ultimo caso è quello che normalmente si utilizza quando si è in possesso della carta di Mercatore o del piano nautico contenete il profilo di costa ed i punti cospicui osservati (v. figura 7.24). B A N Figura 7.24 – Punto nave con cerchi di distanza 214 MARIO VULTAGGIO 7.8.2 – Punto nave con misure di angoli Il luogo di posizione associato alla misura di angolo è quello che più diffusamente utilizzato per la determinazione della posizione del mobile. Due o più luoghi di posizione definiscono la posizione della nave. Anche in questo caso si può utilizzare il metodo analitico e quello grafico; il metodo grafico è il più diffuso ed è applicato in navigazione costiera per mezzo della semiretta di rilevamento. 7.8.2.1 – Punto nave con due o più rette d’azimut Questo metodo è applicato quando i punti notevoli osservati non sono in vista dell’osservatore; si utilizza la retta d’azimut (7.40). La posizione è data dalla risoluzione analitica del seguente sistema: δy a11 δx = a 12 −1 a12 ∆Z A a22 ∆Z B (7.67) i cui coefficienti hanno il seguente significato: ∆Z A = Z A − Z As , a12 = ∆Z B = Z B − Z Bs , a 22 cosφ A cosτ As sinZ As , a11 = cosφ s sind As tan d s cosφ B cosτ Bs sinZBs = , a 21 = cosφ s sind Bs tan d Bs (7.67) Nel caso che si osservano più di due punti notevoli, allora il sistema diventa ridondante (7.68) e permette di ottenere una valutazione statistica degli errori di misura con gli elementi della matrice di misura di significato ben noto. 215 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE −1 a11 a12 ∆Z1 a 21 a22 ∆Z 2 δy − δx = − − − an1 a n 2 ∆Z n 7.8.2.1 – Punto nave con due o più semirette di rilevamento (7.68) E’ stato precedentemente provato che quando l’osservatore si trova in prossimità del punto notevole osservato, la curva d’azimut si trasforma in semiretta; questa proprietà è molto usata in navigazione costiera perché permette di determinare la posizione della nave tracciando le due o più semirette dai punti notevoli osservati. La determinazione può essere fatta osservando un punto notevole con due semirette intervallate oppure con due o più semirette simultanee. Nel primo caso è essenziale la conoscenza della rotta della nave e della sua velocità (v. figura 7.25). Nv Rilv 1 A Rilv 2 m = v (t2 - t 1 ) t2 t1 Figura 7.25 – Punto nave con due semirette intervallate Nel secondo caso si suppone che le osservazioni sono effettuate in brevissimo intervallo in modo da poterle considerare simultanee (v. figura 7.26). 216 MARIO VULTAGGIO Nv Rilv B B A Rilv A N Figura 7.26 – Punto nave con due semirette simultanee La figura 7.27 riporta la determinazione del punto nave con tre semirette simultanee. Per entrambi i metodi le misure angolari effettuati con la bussola magnetica o con la girobussola dovranno essere corrette con le dovute correzioni prima di effettuare il loro tracciamento sulla carta di Mercatore o piano nautico. Nv Rilv B B A RilvA N Rilv C C Figura 7.27 – Punto nave con tre semirette di rilevamento simultanee Inoltre, per la determinazione della posizione, è possibile utilizzare una combinazione di luoghi di posizione (una semiretta di rilevamento ed un cerchio di distanza). Questa applicazione è tipica quando si utilizza il radar perchè è possibile effettuare simultaneamente sia il rilevamento polare che la distanza di un punto cospicuo sulla costa (v. figura 7.28) 217 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE Nv Rilv A A Ril v = Pv +(- ρA ) A dA ρA Pv Figura 7.28 – Punto nave con rilevamento e distanza 7.8.6 – Punto nave con due rette iperboliche Questo caso è tipico della navigazione iperbolica. Le misure di differenze di tempo misurate da un ricevitore nell’area di una catena Loran C sono riportate su apposite carte Loran ; l’intersezione delle due iperboli fornisce la posizione della nave. Il punto nave può essere ottenuto anche per mezzo di apposite tavole; in questo caso il punto si ottiene in maniera grafica perché le tavole forniscono le intersezioni delle iperboli, associate alle misure, con determinati paralleli o meridiani. In questo caso occorre avere una carta di Mercatore della zona in cui si trova la nave oppure costruirsi una piano di Mercatore per tracciare le iperboli linearizzate limitatamente all’area di mare in cui si trova la nave. Inoltre, i moderni ricevitori Loran C calcolano direttamente la posizione della nave per cui è sufficiente riportare le coordinate geografiche sulla carta per controllare la posizione rispetto alla rotta programmata. 7.8.6.1 – Risoluzione analitica del punto nave con due rette iperboliche L’equazione della retta iperbole può essere utilizzata per determinare la posizione sia in modalità grafica che analitica (quest’ultimo metodo è quello utilizzato dai moderni ricevitori Loran per definire la posizione dalle misure di differenza di tempo). Questo metodo richiede la risoluzione del seguente sistema lineare: 218 MARIO VULTAGGIO −1 δy h11 h12 δ∆d1 δx = h 21 h22 δ∆d 2 nel quale i coefficienti sono ricavati dalla relazione (7.51) relativamente alle due misure di differenza di distanza (di tempo) misurate e calcolate δ∆d = ∆d − ∆d s h11 = cosφ s (sinZBs − sinZ As ) h12 = (cos Z Bs − cos Z As ) rispetto al punto stimato. Il vettore posizione fornisce lo spostamento del punto reale rispetto al punto stimato. 7.8.6.2 – Risoluzione grafica del punto nave con due rette iperboliche Questo metodo richiede il tracciamento delle due rette iperboliche sulla carta che può essere sia un piano nautico o un piano di Mercatore. Le due rette sono tracciate utilizzando le relazioni (7.52) o (7.53) e sono riferite rispetto al sistema di riferimento i cui assi sono il meridiano, il parallelo ed al centro il punto stimato. Per il tracciamento delle due rette iperboliche si è ipotizzata una catena Loran con M la stazione master ed X Y le due stazioni asservite. I coefficienti angolari delle due rette iperboliche sono dati dalle due seguenti relazioni: tan a MX = (sin Z Ms − sin Z Xs ) ± 90° (cos Z Ms − cos Z Xs ) tan a MY = (sin Z Ms − sin Z Ys ) ± 90° (cos Z Ms − cos Z Ys ) 219 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE y α MX αM Y Os N x Figura 7.29 – Punto nave con due rette iperboliche 7.8.7 – Punto nave con due rette di differenza d’azimut 7.8.7.1 – Stazioni non in vista dell’osservatore - Metodo analitico Questo metodo si applica quando le due stazioni trasmittenti (caso che si presenta quando si rilevano due stazioni radio goniometriche) di coordinate note. La differenza d’azimut è una curva che contiene l’osservatore di coordinate incognite e passa per le due stazioni di coordinate note. La linearizzazione di questa curva è data dalla equazione (7.58) : δ∆α = ∆α − ∆α s = h1δλ +h 2 δφ di coefficienti noti: cos φ A cos τ As cos φ B cos τ Bs h1 = − sin d Bs sin d As , (7.58) sin Z As sin Z Bs h1 = − (7.57) tanBs tanAs nella quale A e B sono le due stazioni rilevate. Le rette linearizzate, di due misure di differenza d’azimut effettuate su due coppie di stazioni, si intersecano determinando così la posizione dell’osservatore. La posizione, rispetto al punto stimato dell’osservatore, è data dalla risoluzione del seguente sistema: 220 MARIO VULTAGGIO −1 δy h11 h12 δ∆α 1 δx = h 21 22 δ∆α 2 i cui coefficienti sono forniti dalla (7.57) applicata ai dati di riferimento delle coppie di stazioni. 7.8.7.2 – Stazioni non in vista dell’osservatore - Metodo grafico Il metodo consiste nel traccia le due rette di equazione: h1 x +h 2 cosφ s y − δ∆α = 0 associate alle due differenze d’azimut. Nel tracciare le due rette rispetto al punto stimato occorre distinguere il tipo di supporto (piano nautico o piano di Mercatore). La posizione è data dall’intersezione delle due rette. I coefficienti angolari delle due rette di differenze di azimut sono dati dalle due seguenti relazioni: tan α BA sin Z As sin Z Bs − tan Bs tan As = ± 90° cosφ A cosτ As cosφ B cosτ Bs − sin d Bs sin d As tan α BC sin ZCs sin Z Bs − tan tan Bs Cs = ± 90° cosφ C cosτ Cs cosφ B cosτ Bs − sin d sin d Bs Cs 221 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE y α BA α BC N Os x Figura 7.30 – Punto nave con due rette di differenza d’azimut 7.8.7.3 – Metodo grafico (due cerchi capaci) In navigazione costiera le misure angolari orizzontali sono utilizzate per determinare la posizione del natante. Nell’esecuzione delle misure angolari si scelgono tre punti cospicui della costa con un punto centrale comune. Le misure angolari sono effettuati per mezzo del sestante oppure con il cerchio Amici - Magnaghi con l'accortezza che i punti cospicui siano tutti prossimi sull'orizzonte. La posizione, per mezzo di due misure di angoli orizzontali (differenze d’azimut), si ottiene tracciando i luoghi di posizione; per il tracciamento si utilizzano diversi metodi: l’intersezione dei due luoghi di posizione fornisce la posizione della nave. B A 90−∆α1 90−∆α1 90−∆α2 2∆α 2 2∆α1 C2 C1 ∆α1 ∆α 2 N 222 C 90−∆α 2 MARIO VULTAGGIO Figura 7.31 – Punto nave con due cerchi capaci con angoli minori di 90° La figura 7.31 riporta la determinazione della posizione con intersezione di due cerchi capaci associati alle misure ∆α1 (fra A e B) e ∆α 2 (fra B e C) con entrambi gli angoli misurati minore di 90°. Per il tracciamento dei due cerchi occorre determinare il loro centro che si ottiene facilmente tracciando due semirette che formano un angolo di 90 − ∆α con le linee di base e rivolte verso il lato in cui si trova l’osservatore. Trovati i due centri (C1 e C2 ) si tracciano i due cerchi di raggio AC1 e CC2. 2∆α 1 C1 B ∆α −90 1 A ∆α1 −90 90−∆α 2 ∆α1 ∆α 2 N C 90−∆α2 2∆α2 C2 Figura 7.32 – Punto nave con due cerchi capaci con ∆α 1 > 90 La figura 7.32 illustra il caso con due misure angolari di cui uno maggiore di 90° ( ∆α1 ). In questo caso, il centro C1 del cerchio associato alla misura ∆α f 90 è determinato dall’intersezione di due semirette che formano angolo di ∆α1 − 90 , uscenti dagli estremi della linea di base AB dalla parte opposta in cui si trova l’osservatore. In entrambi i casi la posizione del natante è fornita dall’intersezione dei due cerchi ed indicata nelle figure dalla lettera N. Un secondo metodo, riportato nelle due figure 7.33 e 7.34, sfrutta alcune proprietà delle figure geometriche inscritte nei cerchi; per la determinazione della posizione basta ricordare che i punti C1 e C2 rappresentano due punti dei cerchi capaci che appartengono anche ai triangoli la cui ipotenusa è rappresentata dai diametri delle 223 CAPITOLO 7 – LA DETERMINAZIONE DELLA POSIZIONE IN NAVIGAZIONE circonferenze stesse. Ricordando che l’angolo al centro è piatto, l’angolo opposto al centro del cerchio è 90°. B A C 90−∆α2 90−∆α 1 ∆α 2 ∆α1 ∆ α2 C2 N ∆α1 C1 Figura 7.33 – Punto nave con due cerchi capaci con angoli minori di 90° Questa proprietà permette di determinare l’intersezione dei due cerchi senza procedere al tracciamento delle due circonferenze. Infatti, tracciando la semiretta dal punto centrale B inclinata di 90 − ∆α1 rispetto alla linea di base AB e la semiretta perpendicolare sempre ad AB e passante per A, queste due semirette si incontrano nel punti C1 che appartiene al cerchio capace associato alla misure ∆α1 . Eseguendo la stessa procedura sulla linea di base BC si ottiene il punto C2 che appartiene al cerchio capace relativo alla misura ∆α 2 . Successivamente, è facile dimostrare che il punto nave si trova sull’intersezione tra la congiungente i punti C1 e C2 e la perpendicolare ad essa passante per il punto centrale B (v. figura 7.33). 224 MARIO VULTAGGIO C1 ∆α 1−90 A ∆α1 B C ∆α2 90−∆α2 N C2 Figura 7.34 – Punto nave con due cerchi capaci con ∆α 1 > 90 La figura 7.34 illustra il caso in cui uno dei due angoli (nella figura ∆α1 ) è maggiore di 90°; in questo caso la semiretta uscente da B forma un angolo ∆α1 − 90o e si interseca con la perpendicolare alla linea di base passante per A dalla parte opposta in cui si trova l’osservatore che ha effettuato le misure ∆α1 e ∆α 2 . 225