Intervento I - Teatro Lirico di Cagliari
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Intervento I - Teatro Lirico di Cagliari
LA PICCOLA SONNAMBULA Testo a cura di Gisella Vacca Intervento I C'era una volta, in un tempo lontano nel tempo, un delizioso villaggio adagiato tra le colline della Svizzera. Provate a immaginarlo, con le sue casette di pietra e legno, il piccolo campanile, l'osteria, e il mulino alimentato dall'acqua di un pericoloso torrente... In un gioioso giorno di primavera, gli abitanti del piccolo villaggio festeggiano le imminenti nozze della giovane Amina, povera, ma bella e gentile, con il possidente Elvino, che, per amore di lei, ha rotto il precedente fidanzamento con la ricca ostessa Lisa. E proprio nel tripudio generale stonano i pensieri segreti della donna, tormentata da invidia e gelosia... Tutto è gioia, tutto è festa... Sol per me non v'ha contento, E per colmo di tormento Son costretta a simular. O beltade a me funesta, Che m'involi il mio tesoro, Mentre io soffro, mentre moro, Pur ti deggio accarezzar! Intervento II Mentre Lisa partecipa dunque sdegnosamente alla gioia della comunità, per i contadini del villaggio, in tutta la Svizzera, proprio non c’è… Non c'è rosa fresca e cara al par d'Amina è una stella mattutina tutta luce tutta amor Intervento III E così, come evocata, Amina giunge, timidamente, col suo vestito della festa. Ringrazia gli amici Amina, ringrazia soprattutto la madre adottiva, la mugnaia Teresa, che l'accolse tanti anni prima, quando era una povera orfanella, per amarla come una vera figlia, e condurla teneramente a queste liete nozze. Canta la propria gioia Amina; canta la natura, che oggi risplende di nuovi colori grazie all'Amore. Come per me sereno Oggi rinacque il dì! Come il terren fiorì Più bello e ameno! Mai di più lieto aspetto Natura non brillò; Amor la colorò Del mio diletto. Amina abbraccia la mamma, le prende la mano e le fa sentire il suo seno che palpita, balza addiritura, è il cuore che fa fatica a sostenere la gioia! E in questa estasi la trova lo sposo, Elvino, che le dona un fiore e suggella la promessa matrimoniale con l'anello che fu dell'anima in cielo di sua madre. Il rito civile è compiuto, domani si recheranno in chiesa per renderlo sacro. Intervento IV Durante la cerimonia arriva nel villaggio un forestiero che suscita la curiosità degli abitanti per come osserva, visibilmente commosso il villaggio... Vi ravviso, o luoghi ameni, In cui lieti, in cui sereni Sì tranquillo i dì passai Della prima gioventù! Cari luoghi, io vi trovai, Ma quei dì non trovo più! Egli loda con emozione la fresca bellezza di Amina, riaccendendo l'invidia di Lisa e provocando disappunto e gelosia in Elvino. Intervento V Intanto il sole tramonta, e tutti hanno fretta di andar via, perché pare che durante la notte tra le vie del villaggio vaghi un fantasma... A fosco cielo, a notte bruna, Al fioco raggio d'incerta luna, Al cupo suono di tuon lontano Dal colle al pian un'ombra appar. In bianco avvolta lenzuol cadente, Col crin disciolto, con occhio ardente, Qual densa nebbia dal vento mossa, Avanza, ingrossa, immensa par. Il forestiero si burla della cieca credulità dei villici, ed esprime il desiderio di incontrare questa inquietante figura... Intervento VI Rodolfo, questo è il nome dello straniero, si ritira nella stanza dell'osteria, dove ha preso alloggio, e dove poco dopo Lisa lo raggiunge per comunicargli che il sindaco, capito che egli altri non è che il figlio del vecchio conte, partito dal villaggio molti anni prima, si appresta a organizzare una festa in suo onore... Il conte approfitta per corteggiare Lisa, che abbocca alle lusinghe, ma poi fugge precipitosamente, sentendo dei passi. Mentre Lisa esce dalla porta, Amina entra dalla finestra... Indossa una lunga camicia bianca e... Dorme! Nel sonno rivive tutta l'emozione del rito nuziale, rivolgendosi al conte, che scambia per Elvino; quindi si stende sul divano del conte. Intanto tutti si recano nell’osteria per rendere omaggio a Rodolfo, ma nella stanza vedono, meravigliati, solo una donna distesa sul divano… Intervento VII I contadini riconoscono nella donna che dorme sul divano Amina, e, nella loro ingenuità, pensano che tradisca Elvino con il conte. Invece Amina, che si sveglia improvvisamente per il frastuono, non capisce perché si trovi lì e soprattutto perché Elvino la respinga così duramente! Invano professa la propria innocenza. Nel tumulto generale, la madre di Amina trova sul pavimento un fazzoletto perduto da Lisa... I contadini vanno verso il castello per chiedere l'intercessione del conte nella vicenda di Amina. Essi proprio non credono alla sua colpevolezza. In un momento di riposo durante la salita al castello ripassano la preghiera che faranno al conte... Eccellenza!... direm con coraggio... Signor Conte... la povera Amina Era dianzi l'onor del villaggio, Il desìo d'ogni villa vicina, D'ogni villa era dianzi l'onor. Ad un tratto è trovata dormente Nella stanza che voi ricettò... Difendetela, s'ella è innocente, Aiutatela, s'ella fallò... Intervento VIII Amina, disperata, prova ancora una volta ad implorare Elvino, mentre tornano i contadini a dire che il conte sostiene senza alcun dubbio l'innocenza della giovane. Elvino per tutta risposta le porta via l'anello; ma questo non basterà a scacciare la giovane dal suo cuore... Ah! perché non posso odiarti, Infedel, com'io vorrei! Ah! del tutto ancor non sei Cancellata dal mio cor. Possa un altro, ah! possa amarti Qual t'amò quest'infelice! Altro voto, o traditrice, Non temer dal mio dolor. A nulla vale che il conte arrivato nel frattempo spieghi, tra l'incredulità generale, il fenomeno del sonnambulismo... V'han certuni che dormendo Vanno intorno come dèsti, Favellando, rispondendo Come vengono richiesti, E chiamati son sonnambuli Dall'andar e dal dormir. Elvino non si lascia convincere e annuncia, anzi, di voler sposare Lisa! Intervento IX Sembra dunque che non ci siano più speranze, ma Teresa, la madre di Amina, mostra a tutti il fazzoletto di Lisa, rivelando la frivolezza della donna. Nello sconcerto generale si scorge Amina che, sonnambula, appunto, esce da una finestra del mulino, e cammina, dormendo, sull'orlo del tetto. Cammina esattamente sopra la ruota, che gira velocemente e che potrebbe farla in mille pezzi se mettesse il piede in fallo. Sotto il suo peso si spezza addiritura una trave... Ma infine è salva, con grande sollievo di tutti, che adesso ascoltano commossi le sue parole di sonnambula... Amina piange lacrime dolorose sul fiore che Elvino le ha regalato appena il giorno prima ... Ah! non credea mirarti Sì presto estinto, o fiore; Passasti al par d'amore, Che un giorno sol durò. Potria novel vigore Il pianto mio recarti... Ma ravvivar l'amore Il pianto mio non può Intervento X A questo punto è chiaro per tutti che il fantasma era Amina, Amina la sonnambula, Amina l'innocente che, perdonata finalmente di una colpa che non ha, è accolta al risveglio tra le braccia di Elvino e ritrova, insieme all'anello, l'amore che temeva perduto per sempre. Ah! non giunge uman pensiero Al contento ond'io son piena: A' miei sensi io credo appena; Tu m'affida, o mio tesor. Ah mi abbraccia, e sempre insieme Sempre uniti in una speme, Della terra in cui viviamo Ci formiamo un ciel d'amor.