Il cervo, il coniglio e l`oca - istituto comprensivo mina` palumbo

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Il cervo, il coniglio e l`oca - istituto comprensivo mina` palumbo
Istituto Comprensivo «F .Minà Palumbo» Castelbuono Anno Scolastico2014/15
Classe I A
Lavoro coordinato dalla Prof.ssa Lupo Giuseppina
Il cervo, il coniglio e l’oca
Era una calda giornata d’estate
e un cervo pensò di dissetarsi al
laghetto che si trovava vicino
alla tana del coniglio.
Una volta arrivato, si accorse
che per terra c’era un diamante.
Nel frattempo il coniglio si svegliò dal
suo sonno profondo e, appena vide
quello splendido luccichio si affrettò per
vedere cosa fosse. Quando si accorse che
era un diamante e che il cervo lo stava
per prendere, con un balzo lo raggiunse.
Ci sono molti modi per
imparare. Un’esperienza reale, l’esempio
fornito da una persona,
ma anche l’ascolto di
una favola possono insegnarci come è giusto
comportarci.
Il coniglio disse: « Qui vicino c’è
la mia tana e quindi il diamante
è mio» e il cervo rispose :
« Non centra niente, qui vicino
c’è anche il mio faggio».
I due litigarono per alcuni minuti e non si accorsero che stava
arrivando un’ oca che stava
prendendo il diamante, allora il
cervo e il coniglio cominciarono
a inseguirlo .
Stavano quasi per prenderla, ma l’oca
si tuffò nel lago e i due non poterono
più recuperare il diamante.
Questa favola ci insegna che tra i
due litiganti il terzo gode. E' quindi
inutile, se non controproducente,
contendersi violentemente qualcosa
se questo porta a far arricchire una
terza persona.
Una favola di:
Vincenzo Antista, Maria Anna Cannizzaro, Gabriele Città, Aurora Mazzola
Il leone e la farfalla
C’era una volta in una foresta
un leone che stava sempre
solo.
Una favola di:
Caterina Marguglio,
Noemi Mazzola,
Marie Vraibe,
Cristian Carollo,
Giuseppe Maimone,
Gabriele Piro
Un giorno mentre passeggiava si scontrò con una farfalla.
La farfalla esclamò con una
espressione imbarazzata :
«Scusami!»
Il leone, con una faccia scura
dalla rabbia, rispose:
«Stupida!
attenta!»
Devi
stare
più
Allora quell’esserino mortificato
mormorò:
« Ti prego, perdonami!»
Il leone, con un tono bisbetico rispose:
« No, sei una sbadata!»
Il termine italiano
«favola» deriva dal
termine latino"fabula",
derivante a sua volta
dal verbo "far, faris" =
dire, raccontare.
Era una giornata poco nuvolosa ,
si sentiva il venticello
fresco che solleticava le estremità del corpo. Il leone era
seduto come sempre sul soffice letto verde smeraldo, ma ad
un tratto sentì un brivido sulla
schiena, si volse e vide una marea di insetti e cominciò a barcollare e solo allora capì che la
farfalla era alle sua spalle a
deriderlo e, con la faccia triste,
abbassò il capo.
Questa favola sembra banale,
ma ha un insegnamento importante ossia: chi la fa l’aspetti !
Allora l’espressione della farfalla
cambiò e pensò tra sé: « vuoi la
guerra? Che guerra sia! » , e scappò
lasciandosi dietro la faccia indiavolata del leone.
Il leone, il ghepardo e la tigre
Una favola di:
Carlo Fiasconaro
Carla Piazza
Teresa Lomonaco
Alessia Vaccaro
Nicolò Montoro
Una sera d’inverno presso un
casolare abbandonato, giacevano un leone, una tigre e un ghepardo .
Il leone e il ghepardo avevano
poca fiducia verso la tigre e la
guardavano con sospetto, invece la tigre era molto più gentile
e socievole di loro, ma più vanitosa.
… con l’aiuto
degli altri si
Un giorno la tigre andò a spec-
possono
chiarsi al fiume: si sentiva splen-
affrontare le
dida e la più bella di tutti.
situazioni più
difficili...
Il leone stava inseguendo il ghepardo quando videro la tigre sul punto di cadere .
Il leone e il ghepardo inizialmente stettero lì
impalati quando si misero a correre verso la tigre che annaspava in difficoltà tra le acque del
fiume. Il leone e il ghepardo usarono tutta la
loro forza per tirarla fuori dal fiume. Uscita, la
tigre abbracciò i suoi amici e disse loro: « Vi ringrazio amici miei! »
«Per un amico questo e altro ! » risposero i due.
Questa favola ci insegna che con l’aiuto degli
altri si possono affrontare le situazioni più difficili, infatti l’unione fa la forza.
ANIMALI COME SIMBOLI
Gli animali protagonisti delle favole,
sia antiche che classiche, rappresentano alcune caratteristiche più comuni degli uomini e a loro vengono
attribuiti i nostri vizi e le nostre virtù.
Questo uso è così radicato nella cultura occidentale, che anche nei testi
di autori diversi, appartenenti a periodi storici differenti, a un determinato animale sono sempre associate
le stesse caratteristiche.
La favola è un breve racconto caratteristico tanto della cultura occidentale quanto di quella orientale; in essa agiscono per lo più personaggi animali, dietro i quali è agevole
individuare altrettante tipologie di comportamento umano.
Nella tradizione occidentale la favola si lega indissolubilmente al nome di Esopo, enigmatico personaggio vissuto
tra il VII ed il VI sec. a.C. al quale viene attribuita la codificazione del genere. Altro autore famoso di favole è Fedro
vissuto nel I sec.d. C.
IL LESSICO DELLE FAVOLE
ORIZZONTALI:
1. Persona tendente a promuovere liti.
3. Affrontare con decisione un pericolo, dire o
fare cosa che importi rischio o sacrificio.
4. Chi ricerca, come fine del proprio operare, il
bene altrui.
Esempio:
LEONE: forza, coraggio, giustizia, avidità,
ferocia.
VERTICALI:
PAVONE: vanità.
2. Restio a instaurare rapporti interpersonali,
poco socievole e affabile, suscettibile e permaloso.
ASINO: tranquillità, stupidità.
4. L’essere o mostrarsi avido, desiderio intenso e
smodato di qualcosa.
AQUILA: regalità, intelligenza, crudeltà.
FORMICA: operosità, previdenza.
ROSPO: bruttezza, goffaggine.
TARTARUGA: lentezza, pazienza, longevità.
LUPO: malvagità, voracità.
CICALA: superficialità.
Esopo
Fedro
COLOMBA: concordia, dolcezza.
LEPRE: rapidità, stoltezza.
VOLPE: astuzia, inganno, perfidia.
APE: diligenza, operosità.
CIGNO: bellezza, purezza.
CAVALLO: maestosità forza.
BUE: calma, bontà, potenza fisica.
CANE: fedeltà
Il termine latino «fabula» indicava in origine una narrazione di
fatti inventati. La favola ha pertanto la stessa etimologia della
"fiaba". Sebbene favole e fiabe abbiano molti punti di contatto, oltre alla comune etimologia, i due generi letterari sono
diversi:
- i personaggi e gli ambienti delle fiabe (orchi, fate, folletti,
ecc.) sono fantastici, mentre quelli delle favole (animali con il
linguaggio, i comportamenti e i difetti degli uomini) sono realistici.
CERVO: longevità.
OCA: stupidità, superficialità, scarsa intelligenza.
CONIGLIO: timidezza, paura.
- la favola è accompagnata da una "morale", ossia un insegnamento relativo a un principio etico o un comportamento, che
spesso è formulato esplicitamente alla fine della narrazione
(anche in forma di proverbio); la morale nelle fiabe in genere
è sottintesa e non centrale ai fini della narrazione