Sandro Zucchi

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Sandro Zucchi
S. Zucchi - Genova07
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Semantica e pragmatica
Sandro Zucchi
Università di Milano
S. Zucchi - Genova07
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Semantica e pragmatica
Di cosa si occupano i semanticisti?
S. Zucchi - Genova07
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Semantica e pragmatica
Di cosa si occupano i semanticisti?
Di cosa si occupano i pragmaticisti?
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Semantica e pragmatica
Di cosa si occupano i semanticisti?
Di cosa si occupano i pragmaticisti?
Per spiegare cos’è la semantica e cos’è la pragmatica c’è una
storia breve e una storia più lunga.
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Semantica e pragmatica
Di cosa si occupano i semanticisti?
Di cosa si occupano i pragmaticisti?
Per spiegare cos’è la semantica e cos’è la pragmatica c’è una
storia breve e una storia più lunga.
Iniziamo dalla storia breve.
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La storia breve sulla semantica
Tipicamente, i semanticisti si occupano di questo:
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La storia breve sulla pragmatica
Tipicamente, i pragmaticisti si occupano di questo:
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Una ragione per proseguire
A me pare che le due figure precedenti spieghino tutto molto
chiaramente, senza bisogno di tanti discorsi.
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Una ragione per proseguire
A me pare che le due figure precedenti spieghino tutto molto
chiaramente, senza bisogno di tanti discorsi.
Ma quando ho fatto vedere queste figure a Claudia (la pragmaticista), non era tanto convinta.
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Una ragione per proseguire
A me pare che le due figure precedenti spieghino tutto molto
chiaramente, senza bisogno di tanti discorsi.
Ma quando ho fatto vedere queste figure a Claudia (la pragmaticista), non era tanto convinta.
Dunque, proviamo con la storia più lunga.
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Un testo
Considerate questo testo:
Il sarpione zanzava la pirozzola. Il fibrido saluzzava,
zulutando la cunzola. Un’esporzione scarzò la luftola. I flianti filibustavano lazzamente, reconando che
i boni ciappi non vortessero zilcio.
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Un altro testo
Ora considerate questo testo:
Gli sarpione zanzavi gli pirozzola. Fibrido saluzzava
il, la zulutando cunzola. Un’esporzione la scarzò luftola. I flianti filibustava lazzamente, che i reconando
boni zilcio ciappi non vortesse.
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Livelli di accettabilità dei testi
I testi sono ambedue senza senso.
Ma c’è una differenza tra loro.
Il secondo testo sembrava peggiore del primo, non vi pare?
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Analisi delle differenze
Il sarpione zanzava la pirozzola. Il fibrido saluzzava, zulutando la cunzola. Un’esporzione scarzò la luftola. I flianti filibustavano lazzamente,
reconando che i boni ciappi non vortessero zilcio.
Gli sarpione zanzavi gli pirozzola. Fibrido saluzzava il, la zulutando cunzola. Un’esporzione la scarzò luftola. I flianti filibustava lazzamente, che
i reconando boni zilcio ciappi non vortesse.
La differenza tra i due testi può spiegarsi cosı̀. Il primo testo è senza senso, ma
l’ordine delle parole è accettabile in italiano: per esempio, l’Articolo precede il Nome.
Inoltre, il soggetto si accorda con il predicato come in italiano: il soggetto di terza
persona singolare il sarpione regge il Verbo di terza persona singolare zanzava, il
soggetto di terza persona singolare il fibrido regge il Verbo di terza persona singolare
saluzzava, ecc.
Il secondo testo è senza senso. Inoltre, l’ordine delle parole è completamente inaccettabile in italiano: per esempio, l’Articolo il nella seconda frase compare da solo
dopo il Verbo. E il soggetto non si accorda con il predicato come in italiano: gli
sarpione zanzavi, I flianti filibustava, ecc.
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Benformatezza sintattica
Il sarpione zanzava la pirozzola. Il fibrido saluzzava, zulutando la cunzola. Un’esporzione scarzò la luftola. I flianti filibustavano lazzamente,
reconando che i boni ciappi non vortessero zilcio.
Gli sarpione zanzavi gli pirozzola. Fibrido saluzzava il, la zulutando cunzola. Un’esporzione la scarzò luftola. I flianti filibustava lazzamente, che
i reconando boni zilcio ciappi non vortesse.
La maggiore accettabilità del primo testo non ha dunque ha che fare con il significato
(dal momento che tutti e due i testi ne sono privi).
La maggiore accettabilità del primo testo ha che fare con la nostra percezione che
l’ordine delle parole e l’accordo tra soggetto e predicato siano corretti (in quanto
sono come in italiano).
Quali siano gli ordini delle parole ammessi da una lingua e quale sia un corretto
accordo tra il soggetto e il predicato dipende dalle regole sintattiche della lingua.
Il fatto che il secondo testo sembra peggiore del primo dimostra dunque che, in quanto
parlanti dell’italiano, noi percepiamo un livello di correttezza (o benformatezza) che
è indipendente dal significato e che dipende invece dal fatto che si osservino le regole
sintattiche della lingua.
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Idee verdi. . .
Nelle Strutture della sintassi (1959), N. Chomsky ha usato l’esempio seguente per sostenere che esiste un livello di
benformatezza che è indipendente dal significato:
(1)
Green colorless ideas sleep furiously
“Idee verdi senza colore dormono furiosamente”
Chomsky ha osservato che i parlanti percepiscono questo
enunciato come grammaticale benché sia privo di senso. Questo perché l’enunciato è sintatticamente ben formato, cioè
osserva le regole della sintassi dell’inglese.
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Jabberwocky
L’esistenza di un un livello di benformatezza indipendente
dal significato è stato sfruttato da Lewis Carroll nella poesia
Jabberwocky in Alice attraverso lo specchio.
Questa poesia contiene la stanza seguente:
“‘Twas brillig, and the slithy toves
Did gyre and gimble in the wabe:
All mimsy were the borogoves,
And the mome raths outgrabe.”
Questi versi sono privi di significato perché le parole brillig,
slithy, toves, gyre, gimble, wabe, mimsy, borogoves, mome, raths, outgrabe sono inventate. Ma i parlanti inglesi
percepiscono il testo come grammaticale.
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Conoscenza del linguaggio
sintassi
Quando sappiamo una lingua siamo dunque in grado riconoscere, tra le altre cose, che certe sequenze di parole sono
sintatticamente ben formate in quella lingua, cioè sono frasi
di quella lingua, e che altre sequenze di parole invece non lo
sono.
Per esempio, sappiamo l’italiano e, per questo, siamo in grado
di riconoscere che (2) è una frase dell’italiano mentre (3) non
lo è:
(2)
il principe bacia il rospo
(3)
principe il rospo bacia il
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Conoscenza del linguaggio
semantica
Ma, quando sappiamo una lingua, oltre a saper riconoscere
quando una sequenza di parole è una frase dell’italiano, c’è
anche qualcos’altro che sappiamo.
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Conoscenza del linguaggio
semantica
Per esempio, sappiamo che la frase (4) è vera nel contesto di questa
pagina:
(4)
qui c’è una foto di tre scimmie
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Conoscenza del linguaggio
semantica
E sappiamo inoltre che la frase (4) è falsa nel contesto di questa pagina:
(4)
qui c’è una foto di tre scimmie
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Conoscenza del linguaggio
semantica
Dunque, quando sappiamo una lingua siamo in grado riconoscere, tra le altre cose, quali situazioni rendono vere le frasi
della lingua e quali situazioni le rendono false.
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Conoscenza del linguaggio
semantica
Dunque, quando sappiamo una lingua siamo in grado riconoscere, tra le altre cose, quali situazioni rendono vere le frasi
della lingua e quali situazioni le rendono false.
In breve, conosciamo le condizioni di verità delle frasi della
lingua.
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Conoscenza del linguaggio
semantica
Dunque, quando sappiamo una lingua siamo in grado riconoscere, tra le altre cose, quali situazioni rendono vere le frasi
della lingua e quali situazioni le rendono false.
In breve, conosciamo le condizioni di verità delle frasi della
lingua.
I semanticisti cercano appunto di descrivere, a un certo livello
di astrazione, questa conoscenza dei parlanti di una lingua.
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Un compito non banale
Descrivere le conoscenze che permettono ai parlanti di una
lingua di calcolare le condizioni di verità delle sue frasi non è
un compito del tutto banale.
Questo per due ragioni.
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Una ragione
• Un parlante competente dell’italiano è in grado di calcolare le condizioni di verità di frasi che non ha mai visto
prima.
Per esempio, è improbabile che voi abbiate sentito prima la
sequenza di parole in (5), eppure siete in grado di riconoscere
le circostanze che la renderebbero vera:
(5)
Guarda l’ippopotamo guercio a pallini blu.
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Un’altra ragione
• il numero delle frasi dell’italiano è infinito
(6)
a.
b.
c.
d.
Terry sa che Armando è partito
Armando sa che Terry sa che Armando è
partito
Terry sa che Armando sa che Terry sa che
Armando è partito
...
I parlanti dell’italiano sono in grado di calcolare le condizioni di verità di un numero infinito di frasi (anche se
non lo fanno mai).
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Composizionalità
Le considerazioni precedenti mostrano che i parlanti dell’italiano non conoscono le condizioni di verità di un elenco di
frasi che hanno memorizzato.
Suggeriscono invece che
• i parlanti usano delle regole per calcolare le condizioni di
verità delle frasi a partire dal contenuto delle parole che
le compongono.
I semanticisti si occupando appunto di descrivere queste regole.
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Tirando le somme
Ok, questo dovrebbe darvi un’idea di cosa fanno i semanticisti.
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Tirando le somme
Ok, questo dovrebbe darvi un’idea di cosa fanno i semanticisti.
Cosa fanno i pragmaticisti ve lo spiega Claudia.