Singer

Transcript

Singer
miniGuaraldi
Isaac B.
Il Comunismo
sconfitto da
un fantasma
in una inedita traduzione di Davide Brullo, l’omaggio della casa editrice ai propri lettori
scaricabile sul sito www.guaraldi.it
Giorno della Memoria
Singer
miniGuaraldi
Giorno della Memoria
in una inedita traduzione di Davide Brullo,
l’omaggio della casa editrice ai propri lettori
scaricabile sul sito www.guaraldi.it
Guaraldi s.r.l.
Sede legale e redazione: via Novella 15, 47922 Rimini
Tel. 0541.742974/742497 - Fax 0541.742305
www.guaraldi.it - www.guaraldilab.com
[email protected] - [email protected]
Isaac B. Singer
Il Comunismo
sconfitto da un fantasma
Guaraldi
Isaac B. Singer (1904-1991) è lo scrittore dei perduti. Anzi, della perdizione, dello smarrimento.
Anzi, dell’esilio che non concede ritorno e non
ammette terre promesse, non promette nulla. Non
a caso quando, manco fosse un santo, Singer si
è scritto l’autobiografia in tre tomi l’ha intitolata
Love and Exile, che però in italiano, mimando l’ultimo libro, Lost in America, diventa Ricerca e perdizione. L’uomo, secondo Singer, cerca l’amore e non
lo trova, cerca una patria e non la trova, cerca Dio
e Dio non c’è. “Anche se sono indebitato fin sopra
i capelli, all’Onnipotente non devo nulla: finché
continua a mandarci questi Hitler e questi Stalin
è il loro Dio, non il mio”, dice l’ebreo Max Aberdam, scampato al regno dell’Olocausto, in Anime
perdute. Ancora una volta, sempre, storie di perduti. Singer è il più grande narratore ebraico del
secolo scorso (perciò, di sempre), ostinatamente
legato alla lingua yiddish, cioè una lingua perduta
4
e anacronistica, che fece rintoccare pure davanti
ai parrucconi dell’Accademia Svedese, quando, nel
1978, andò a ritirare il Premio Nobel per la Letteratura, discettando in quella “lingua di esilio, senza
una terra, senza frontiere, non sostenuta da nessun
governo”. Pur latrando che “la nostra generazione
ha perduto la fede non solo nella Provvidenza, ma
anche in se stessa”, Singer, che aveva una idea tutta
sua dell’Olocausto (non era una ‘questione ebraica’ ma un orrore che metteva in questione l’intero
essere umano; e non solo, visto che nei riguardi di
“tutti gli altri esseri viventi” gli uomini “sono tutti
nazisti; per gli animali Treblinka dura in eterno”),
non poteva “accettare l’idea che l’Universo sia un
accidente fisico o chimico, un risultato della cieca evoluzione”. Narratore immenso, eccellente
romanziere (Satana a Goray, Il mago di Lublino),
ancor più eccelso scrittore di racconti (raccolte
di culto come Gimpel l’idiota, Un amico di Kafka,
L’ultimo demone), questo agiografo dei perduti e
dei perdenti non stava simpatico a nessuno, soprattutto agli ebrei. Perché era animato da una feroce
compassione che non distingueva tra fedi religiose
e partiti politici. Singer amava mettere in crisi le
certezze altrui, imbarazzare e svergognare chi ha
la risposta ideologica a tutto. Come in Inventions,
5
racconto scritto nel 1965 in yiddish, tradotto due
anni dopo, ma rimasto sostanzialmente inedito:
scoperto da David Stromberg lo scorso anno, tra le
carte dell’Harry Ransom Center di Austin, Texas, è
stato pubblicato in pompa magna dal New Yorker.
In questa specie di Canto di Natale per trinariciuti, Singer immagina un leale lancillotto del partito
comunista smarrito e messo in crisi dall’apparizione notturna dello spettro di un amico. Dar fede
all’irrazionale, ovviamente, significa “abbandonare
tutto: comunismo, ateismo, materialismo, partito.
Cosa avrebbe fatto, allora?”. Eppure, bisogna perdere tutto, per ritrovarsi. In fondo Singer non narra altro che lo smarrimento di Dio, un padre che
non riconosce più la sua creatura.
Davide Brullo
6
Il Comunismo sconfitto da un fantasma
Da quando mi sono trasferito in campagna, alle
dieci di sera ho sempre sonno. Mi corico insieme
ai miei parrocchetti e alle galline nel pollaio. A letto, inizio a sfogliare “Fantasmi viventi”, ma devo
subito spegnere la luce. Un sonno senza sogni - o
un sonno con sogni di cui non ho memoria - si
impadronisce di me fino alle due del mattino. Alle
due, mi sveglio completamente riposato, la testa
brulicante di progetti e idee. Una notte d’inverno,
mi è venuto in mente di scrivere di un comunista,
anzi, di un teorico comunista, che partecipa a una
conferenza organizzata dalla sinistra sulla pace nel
mondo e vede un fantasma. Ho immaginato tutto chiaramente: la sala riunioni, i ritratti di Marx
e di Engels, il tavolo coperto da un panno verde,
il comunista, Morris Krakower, un uomo basso e
tarchiato con capelli a spazzola e un paio di occhi
d’acciaio dietro lenti spesse attaccate al naso. La
conferenza si svolge a Varsavia, negli anni Trenta,
8
Il Comunismo sconfitto da un fantasma
l’era del terrore stalinista e dei processi di Mosca.
Morris Krakower nasconde la sua difesa di Stalin
dietro il gergo della teoria marxista, ma tutti capiscono dove vuole andare a parare. Nel suo discorso, egli proclama che solo la dittatura del proletariato può assicurare la pace, e, quindi, nessuna
deviazione, né a destra né a sinistra, può essere
tollerata. La pace mondiale è nelle mani del N.K.
V.D., la polizia segreta sovietica.
Dopo le relazioni, i delegati si riuniscono per un
bicchiere di tè. Ancora una volta, il compagno Krakower spicca. Ufficialmente, è uno dei delegati, ma
in realtà è un rappresentante del Comintern. Il suo
pizzetto ricorda Lenin; la sua voce è un duro anello
metallico. Egli è completamente devoto al marxismo e conosce diverse lingue; ha tenuto conferenze alla Sorbona. Due volte l’anno, si reca a Mosca.
E, come se tutto questo non bastasse, è anche il
figlio di un uomo ricco: suo padre possiede pozzi
di petrolio vicino a Drohobycz. Non deve essere
un funzionario del partito a pagamento.
Morris Krakower è aperto al complotto, ma l’intrigo non è necessario. La stampa è ammessa alle sessioni; la polizia ha infiltrato le sue spie, ma Morris
non teme di essere arrestato. Anche se lo arrestassero, non sarebbe una tragedia. In carcere, potrebbe
9
Il Comunismo sconfitto da un fantasma
dedicare il suo tempo alla lettura. Potrebbe fare
contrabbando di volantini per aizzare le masse.
Poche settimane di carcere possono solo aumentare il prestigio di un funzionario del partito.
Fuori gela. Verso sera, cade la neve. Il tè è finito, e
Morris Krakower si dirige verso il suo albergo. Le
strade sono lisce, sopra i campi bianchi scivolano
tram mezzi vuoti. I negozianti hanno abbassato le
saracinesche. Sopra i tetti, brillano innumerevoli
stelle. Se su altri pianeti esistono creature intelligenti, pensa Krakower, forse le loro vite sono regolate da piani quinquennali. Sorride al pensiero. Le
sue labbra spesse rivelano grandi denti quadrati.
Una pazza si siede sul marciapiede. Accanto a lei,
un cesto pieno di vecchi giornali e stracci. Solitaria
e spettinata, con occhi che luccicano ferocemente,
dialoga con il proprio demone. Da qualche parte,
un gatto ulula. Un guardiano notturno in pelliccia
e cappuccio sta controllando le serrature dei negozi. Morris Krakower va nel suo hotel, riceve la
chiave dall’inserviente e prende l’ascensore fino al
quarto piano. Il lungo corridoio gli ricorda quello
di una prigione. Apre la porta della sua stanza, entra. La cameriera ha cambiato la biancheria. Tutto
quello che deve fare è spogliarsi. Domani la conferenza inizia tardi, quindi Morris potrà recuperare
il sonno.
10
Il Comunismo sconfitto da un fantasma
Si mette il pigiama nuovo. Stretto nel pigiama, a
piedi nudi, non sembra proprio un leader carismatico! Si sdraia sul letto e spegne la luce sul comodino. La stanza è buia e fredda, e si addormenta
subito.
Improvvisamente, sente che qualcuno gli tira via
la coperta. Si sveglia. Che cosa può essere? C’è un
gatto nella stanza? Un cane? Si scuote e accende la
luce. No, non c’è nessuno. Deve essere un sogno.
Torna a dormire, ma qualcuno inizia di nuovo a tirare la coperta. Morris tira su la coperta. “Che cosa
succede?”, si chiede. Accende la luce. A quanto
pare i suoi nervi sono esasperati. La cosa lo sorprende, perché è in buona salute e ben riposato.
Alla conferenza poi, tutto sta andando bene.
Toglie la coperta ed esamina le lenzuola. Si alza
dal letto e controlla che la porta sia chiusa. Esplora l’armadio. Niente. “Beh, devo aver sognato”,
conclude, anche se sa che non è un sogno. “Una
allucinazione?”. Morris Krakower è infastidito da
se stesso. Spegne la luce e torna a letto. “Smettila
con queste stupidaggini!”.
Ma qualcuno sta tirando di nuovo la coperta. Morris balza sul letto con tale forza che le molle del materasso rombano. Qualcuno, un essere invisibile,
sta tirando la coperta. E la sta tirando con l’energia
11
Il Comunismo sconfitto da un fantasma
di mani umane. Morris non muove un muscolo.
“Sono fuori di testa?”, pensa. “Ho un esaurimento
nervoso?”.
Lascia la coperta e la presenza invisibile, quella
potenza la cui esistenza è inammissibile, la attira
immediatamente verso i piedi del letto. Morris è
scoperto fino alle ginocchia. “Che diavolo è questo?”, dice a voce alta. Non vuole ammetterlo,
ma è spaventato. Sente il suo battito cardiaco. Ci
deve essere una spiegazione. Non può essere un
fantasma.
Non appena la parola entra nella sua mente, il terrore lo attanaglia. Forse questo è un sabotaggio.
Ma di chi? E come? La coperta è caduto dal letto.
Morris vuole accendere la luce, ma non riesce a
trovare l’interruttore. I suoi piedi sono freddi, ma
la testa è calda. Fa cadere la lampada dal comodino. Salta giù dal letto e cerca di accendere la luce,
ma sbatte contro una sedia. Raggiunge l’interruttore e accende la luce. La coperta è sul pavimento.
Ancora una volta, Morris scandaglia l’armadio, va
alla finestra e alza le tapparelle. La strada è bianca, vuota. Cerca una porta che conduca in un’altra
stanza, ma non c’è. Si china e guarda sotto il letto;
apre la porta e fissa il corridoio. Nessuno. “Devo
chiamare il portiere? Ma cosa posso dirgli? No,
12
Il Comunismo sconfitto da un fantasma
non posso fare il pazzo!”. Chiude la porta, la serra.
Rimette la coperta sul letto e sistema il paralume
sulla lampada. “Questa è una pazzia”, mormora.
Morris Krakower è sudato, anche se la stanza è
fredda. Le mani sono umide. “Deve essere una
specie di nevrastenia,” pensa, cercando di rassicurare se stesso. Pensa di lasciare la luce accesa per
un po’, ma si vergogna della sua codardia. “Non
devo cadere vittima di una simile superstizione”.
Accende la luce e cammina barcollando verso il
letto. Non è più lo stesso Morris Krakower, il portavoce del Comintern. Ora è un uomo spaventato.
Qualcosa tornerà a tirare la coperta?
Per un po’ Morris giace immobile. La coperta non
si muove. Fuori dalla finestra si sente il fragore
soffocato di un tram. E’ ancora nel centro di una
città civile e non in un deserto o al Polo Nord. “E’
tutto nella mia mente”, ragiona. “Devo dormire”.
Chiude gli occhi. Immediatamente sente qualcosa
tirare. No, non è solo qualcosa che tira, è un forte strattone. In un attimo, ha trascinato la coperta
fino ai suoi fianchi. Morris si allunga, prende la coperta e cerca di scuoterla. Ma deve esercitare tutta
la sua forza, perché il visitatore notturno sta tirando con forza nella direzione opposta. Il visitatore è
più forte e Morris deve cedere. Ansima, grugnisce,
13
Il Comunismo sconfitto da un fantasma
bestemmia. La breve lotta termina e Morris è coperto di sudore. “Guai a chi mi ha colpito”, dice,
ripetendo un’espressione di sua madre. Perché una
simile follia deve accadere proprio a lui, tra tutte le
persone? Cosa può essere? “Dio del cielo, esistono
davvero i demoni? Se è così, allora tutto crolla”.
Mi ero addormentato e ho sognato uno di quei sogni che ricorrono più e più volte nel corso degli
anni. Sono in una cantina senza finestre. Vivo lì o la
uso come nascondiglio. La cantina è profonda, scura, il pavimento di terra piena di solchi. Ho paura,
ma so che devo restare lì per qualche tempo. Apro
la porta e mi trovo in un’altra piccola stanza buia,
con un letto di paglia. Mi siedo sul letto e cerco
di parlare a ragionare con me stesso sulla mia paura, ma lei, la paura, continua a crescere. Sento dei
rumori. Creature oscure, morbide come ragnatele,
camminano nel corridoio, sussurrando. Devo scappare, ma la via è bloccata. Vado verso una seconda
uscita, ma è lì? Il corridoio si restringe, precipita. Io
non sto camminando ma strisciando, come un verme, verso un’apertura, ma come posso raggiungerla? Aspetta! Ho lasciato qualcosa nella stanza, un
documento, un manoscritto, e devo tornare indietro. Questo non è l’unico ostacolo. È pazzesco, ma
14
Il Comunismo sconfitto da un fantasma
escrescenze simili a corna germogliano sulle mie
braccia. Gli ultimi secondi del sogno sono troppo
tortuosi e bizzarri per ricordarli. Tutto è ridicolo
e persino nel sonno so che mi devo svegliare da
questo incubo, perché il potere che guida i sogni
non vuole rischiare di rivelare se stesso. Prende in
giro se stesso. Si getta in strane parole sconnesse,
trasformando l’illusione in una caricatura.
Apro gli occhi e mi rendo conto che devo andare in
bagno. Che modo strano per far capire a un uomo
che deve urinare! Dopo, torno a letto e mi sdraio
in silenzio, stupito della tortuosità del mio cervello quando dorme. Ci può essere una spiegazione
per tutto questo? C’è qualche legge che disciplina
gli incubi? Una cosa è certa: questo sogno ritorna
come il leitmotiv in una sinfonia folle.
Dopo un po’, mi ricordo del mio eroe, Morris Krakower. Cosa gli è successo? Oh, sì, il suo avversario in silenzio sta tirando più forte, e Morris deve
abbandonare la lotta. E’ così concentrato in quel
braccio di ferro che la sua paura è momentaneamente dimenticata. All’improvviso, l’altro essere si
ferma, e Morris Krakower percepisce una forma.
Si rende conto che il fatto di tirare la coperta era il
solo modo per attirarlo verso questa apparizione.
Non lontano da lui, ai piedi del letto, si trova il
15
Il Comunismo sconfitto da un fantasma
compagno Damschak, che qualche anno prima si
era recato nella Russia sovietica, pubblicò diversi articoli rabbiosi in cui accusava alcuni scrittori
di trotskismo, e poi scomparve. Il volto è di Damschak, ma il corpo è sezionato, simile ai cadaveri
utilizzati durante una lezione di anatomia. I muscoli e i vasi sanguigni sono evidenti. Brillano, fosforescenti. Morris Krakower è talmente stordito
che si dimentica di nuovo di avere paura. L’apparizione svanisce lentamente davanti al suo sguardo
attonito. Per qualche minuto, solo una membrana
resiste, simile a una rete. Presto anche questa traccia si dissolve.
Morris Krakower giace immobile per minuti o
forse secondi (come si può misurare il tempo in
simili circostanze?). Poi raggiunge la lampada e la
accende. Ora la paura è passata. Afferra la coperta,
quasi completamente caduta dal letto. Sa con intima certezza che ora è solo. Questo è stato il modo
con cui il compagno Damschak lo ha costretto a a
guardare il suo fantasma.
Ma come? E perché? Che significato ha? Tenta
una spiegazione scientifica. Come del cibo bloccato in gola, che non può essere ingoiato né espulso,
una domanda si fissa nella mente di Morris che
non può essere risolta né respinta. La sua mente
16
Il Comunismo sconfitto da un fantasma
tentenna. Per la prima volta è del tutto senza risposte, come se la sua mente fosse sospesa nel vuoto.
Fa freddo, ma non si copre. Ha una sola speranza:
che sia stato un sogno. Ma qualcosa gli dice che è
in grado di riconoscere la differenza tra sogno e
realtà. Lancia un’occhiata all’orologio sul comodino: le 03.15. Avvicina l’orologio all’orecchio e ne
ascolta il meccanismo al lavoro. Fuori, passa un
tram, si sentono le ruote raspare. La realtà esiste,
è questa.
Per molto tempo, Morris siede nel suo letto senza
un’idea, senza una teoria leninista che gli spieghi
perché ha appena visto un fantasma. Poi si allunga,
si copre, mette la testa sul cuscino. Non osa accendere la luce, ma chiude gli occhi.
“Bene, cosa si può fare adesso?”, si chiede, e sa di
poter trovare una risposta. Si addormenta, e quando si risveglia gli è chiara la risposta: è stato tutto
un sogno. Se così non fosse, lui, Morris Krakower,
dovrebbe abbandonare tutto: comunismo, ateismo, materialismo, partito, tutte le sue convinzioni
e i suoi impegni. E cosa avrebbe fatto, a quel punto? Convertirsi e diventare religioso? Pregare nella
sinagoga? Ci sono fatti che un uomo deve disconoscere, anche con se stesso. Ci sono segreti che
bisogna portare nella tomba.
17
Il Comunismo sconfitto da un fantasma
Una cosa è chiara: il vero Damschak non è qui,
perché il suo corpo è in Russia. Ciò che ha visto
Morris è una immagine della mente, che il suo cervello ha creato per qualche ignoto motivo. Forse
perché Morris e Damschak erano amici intimi, e
lui non si è ancora fatto una ragione del motivo per
cui Damschak avesse tradito la Russia. è possibile
per un uomo sognare anche da sveglio.
Morris Krakower si addormenta di nuovo. La mattina, quando solleva le tende, il sole bagna la stanza
di luce. E’ un giorno d’inverno, ma luminoso come
fosse estate. Morris esamina la coperta. Scorge i
segni che le sue dita hanno lasciato nella trama.
Sembra che i fili siano stati strappati da più parti.
Che cosa significa questa prova? Senza dubbio, ha
davvero tirato la coperta. Ma l’altra estremità della
coperta non rivela segni di lotta. Il fantasma non ha
lasciato tracce.
Il breve discorso che viene pronunciato dal compagno Krakower quella sera manca della logica,
della sicurezza, e della leggerezza di quello che ha
pronunciato il giorno precedente. Balbetta, fa errori. Toglie il pince-nez dal naso e lo rimette. L’essenza del suo discorso è che in questo momento
c’è solo un partito rivoluzionario: il Partito Comunista. L’organo principale del partito è il Comitato
18
Il Comunismo sconfitto da un fantasma
Centrale. Dubitare del partito vuol dire dubitare
di Marx, Lenin, Stalin, del trionfo finale del proletariato, in altre parole, scegliere il capitalismo,
l’imperialismo, il fascismo, la religione, la superstizione.
19
miniGuaraldi è un progetto di mini-libri
in formato e-Book, per una cultura militante
fuori dai normali circuiti commerciali*:
• Neera, “La sottana del diavolo”
• Louis-Ferdinand Céline, “Per il vostro massacro”
• Tommaso, “Il quinto Vangelo”
• Carlo Dossi, “Amori e pensieri”
• Filippo Tommaso Marinetti, “Per un Partito Politico Futurista
• Federigo Tozzi, “Il bisogno d’amare è innato in me”
• Gaetano Volpi, “L’alfabeto del perfetto libraio”
• Antonio Fogazzaro, “Lasciati ispirare dal dolore”
• Cyrano de Bergerac, “Lettere satiriche”
• Leonardo da Vinci, “Favole”
• Jean-Baptiste Bouvier, “Il sesso nel confessionale”
• Federico II, “L’anticristo innamorato”
e le più belle pagine di...
• Herman Melville, “Moby Dick”
• Lev Tolstoj, “Guerra e pace”
• Sant’Agostino, “Le confessioni”
• Platone, “Simposio”
• Fëdor Dostoevskij, “I fratelli Karamazov”
*
Diponibili on-line a partire da febbraio 2015