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Marzo Aprile 2013
Numero 3-4
ACCORDI SINDACALI
 GRANDI NAVI VELOCI: Verbale di accordo (07.03.2013)
1
 TIRRENIA –CIN: Verbale di riunione (20.03.2013)
5
 FORSHIP: Verbale di accordo su personale stagionale (25.03.2013)
6
 GRIMALDI HOLDING : Accordo aziendale finalizzato a promuovere la stabilità d’impiego dei
lavoratori marittimi (03.04..2013)
7
 GRANDI NAVI VELOCI: Verbale di accordo—Area Terminal operativo (03.04.2013)
10
 SIREMAR: Verbale di riunione procedura prevista dalla legge 146/90 (04.04.2013)
12
 CON.TUG: Verbale di incontro (26.04.2013)
13
INZIATIVE DEL DIPARTIMENTO
 SIREMAR: messaggio di sospensione sciopero
14
 Resoconto incontro al Ministero del 25 marzo 2013 sullo stato dell’arte della ratifica della
MLC 2006
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DOCUMENTI DI DIPARTIMENTO
 Lettera Circolare del MIT del 19/03/2013: Procedure di convalida e dimissioni consensuali 17
per il settore marittimo
 Nota del Dipartimento politiche sociali: chiarimenti del Ministero del Lavoro in materia di 21
detassazione
 Decreto 28 dicembre 2012, n. 266: regolamento sull’impiego delle guardie giurate a bordo 29
delle navi mercantili battenti bandiera italiana, che transitano in acque internazionali a
rischio pirateria.
DOCUMENTI DI FEDERAZIONE
 Fit Cisl— Comunicato Stampa dell’ 11.03.2013. La Fit Cisl inaugura una collaborazione con
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Telefono Rosa.
 SITUAZIONE CONGRESSI REGIONALI: Breve sunto a cura dell’Ufficio Stampa Fit Cisl
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INTERNAZIONALE
 Ispettorato ITF Italia, cosa è e cosa fa : nota a cura di F. Di Fiore
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 Navi abbandonate: Cassiopeia e Komut. Interventi dell’Ispettorato Italiano.
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 Formazione Internazionale dei marittimi. Obiettivo primario della Fit Cisl
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Fit Cisl Dipartimento Marittimi Via Musa, 4 - 00161 Roma Tel.0644286316 - Fax 064402991 – [email protected]
INCONTRO TRIPARTITO SULLA CONVENZIONE MLC 2006
Come è noto l’ Italia per motivi che qui non stiamo ad elencare, ma comunque legati ai ritardi dei vari Governi, non ha
ancora ratificato la Convenzione MLC 2006 che comunque entrerà in vigore il 22 agosto 2013.
Per sollecitare e comunque verificare le difficolta dell’Iter legislativo, nella sede Ilo di Roma si era tenuta una riunione
alla presenza della Direttrice della Ilo Ginevra, Doumbia Cleopatra, dei rappresentanti dei vari Ministeri (Trasportolavoro - Sanità – Esteri) e le parti sociali ( Filt Cgil – Fit Cisl – Uiltrasporti e Confitarma) .
Dalla riunione è sorto l’impegno di attivare successivi incontri a livello tripartito al fine di accelerare i tempi della
ratifica e fare in modo che le parti sociali possano analizzare i contenuti dei contratti marittimi alla luce della
convenzione. Chiaramene la situazione politica in atto allungherà i tempi della ratifica e con ogni probabilità
arriveremo all’appuntamento di agosto senza che il nostro paese, dopo aver proceduto ad eventuali modifiche
legislative sulla materia, abbia ratificato al convenzione.
Il 25 c’è stato un incontro al Ministero dei trasporti dove oltre ai rappresentanti dei vari Ministeri erano presenti le
parti sociali ed oltre ai rappresentanti dell’armamento (Confitarma e Fedarlinea) ance Federagenti, Ucina e Rina.
Erano naturalmente presenti anche ai massimi livelli le Capitanerie di Porto che come noto, assieme
all’Amministrazione saranno coloro che rilasceranno le certificazione necessarie. Infatti a differenza di altri paesi i
Registri di classificazione sono stati esclusi da ogni supporto tecnico per la certificazione. E’ noto che ogni nave dovrà
avere a bordo un documento che attesterà la conformità rispetto ai contenuti della Convenzione. Questo documento,
chiaramente, potrà essere rilasciato solo dopo la ratifica della Convenzione. Aldi la di questa formale procedura la
nostra Amministrazione con il supporto delle Capitanerie rilascerà un certificato provvisorio che formalmente non
garantirà la conformità ma che comunque dimostrerà che informalmente la nave è in regola. Starà poi al Port State
Control di un paese che ha ratificato che visiterà la nave, accettarlo o meno. Questo procedimento non è stato
formalmente garantito ma pare che la Ilo sia disposta ad accettarla per un periodo massimo di 1 anno. A questo
punto, Amministrazione e Capitanerie inizieranno le verifiche e certamente, tra tutto il naviglio esistente dovrà esservi
una lista di priorità.
Dal punto di vista legislativo le eventuali modifiche da approntare alla nostra normativa sono da molto tempo pronte
e saranno trasferite al prossimo Consiglio dei Ministri quando un’eventuale nuovo Governo sarà formato.
La discussione è poi passata più direttamente alle parti sociali per quanto attiene il contenuto dei vari contratti.
Confitarma ha sostenuto che le due principali iniziative da attivare siano la stesura delle procedure di reclamo a bordo
e la convenzione di arruolamento che in teoria dovrebbe essere adeguata e contenere tutte le informazioni anche
salariali che oggi non sono indicate direttamente ma solo indirettamente attraverso il rinvio al contratto nazionale.
Poiché la certificazioni di cui sopra pur se provvisoria dovranno comunque contenere indicazioni legate all’
interpretazione della MLC ed al principio di equivalenza, è chiaro che le parti sociali dovranno iniziare un confronto
sui contenuti dei contratti per poi sottoporre all’Amministrazione quanto concordato per un consenso sulla
correttezza. Questo lavoro per esempio è già stato fatto in buona parte per il contratto crociere.
Poiché l’intenzione è quella di aprire il tavolo di confronto per il rinnovo dei contratti nazionali questa può essere
l’occasione per approfondire anche i contenuti alla luce della Mlc 2006.
25 marzo 2013
Remo Di Fiore
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I chiarimenti del Ministero del Lavoro in
materia di detassazione del salario di
produttività.
A seguito della pubblicazione sulla G.U. n.75 del 29.03.2013 del DPCM per lo sblocco dei fondi per
la concessione della detassazione delle somme erogate a titolo di retribuzione di produttività il
Ministero del Lavoro ha emanato l’allegata circolare attuativa n.15/2013 in cui si forniscono
chiarimenti sul quadro normativo di riferimento.
Innanzi tutto si conferma l’aliquota del 10% a cui assoggettare il montante salariale collegato
all’aumento della produttività dell’impresa per coloro che percepiscono al massimo 40.000 euro lordi
annui (per il 2012) ribadendo che la retribuzione individuale annua sui cui può essere riconosciuta la
detassazione è pari, per il 2013, ad un massimo di 2.500 euro lordi.
Di seguito riportiamo i passaggi fondamentali della circolare che chiarisce aspetti interpretativi che
ponevano dei limiti applicativi da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Soggetti titolati alla firma degli accordi
Per quanto riguarda i soggetti titolati a sottoscrivere gli accordi per la detassazione, la circolare
esplicita che questi devono essere firmati dalle rappresentanze sindacali in possesso del requisito di
maggiore rappresentatività comparata a livello nazionale ovvero dalle loro rappresentanze operanti in
azienda (RSA-RSU). Nelle aziende prive di rappresentanze sindacali, in ambito aziendale, è
possibile sottoscrivere contratti con una o più associazioni sindacali di livello territoriale. Gli accordi
pertanto dovranno essere esclusivamente aziendali o territoriali tanto che vengono esplicitamente
esclusi eventuali contratti nazionali di categoria.
Indicatori di produttività
La circolare attuativa entra nel merito di quali debbano essere le voci retributive da indicare negli
accordi che sono suscettibili di variazione in relazione all’andamento dell’impresa e specifica gli
indicatori quantitativi che possono remunerare l’apporto del fattore lavoro al miglioramento della
produttività. Ricordiamo che il DPCM ha individuato, ai fini dell’applicazione del regime agevolato, due
distinte definizioni del concetto di “retribuzione di produttività”.
Il chiarimento intervenuto è importante in quanto ammette che nella stipula degli accordi sia
sufficiente indicare la correlazione di solo uno degli indicatori tra produttività, redditività, qualità,
efficienza o innovazione (prima definizione di “retribuzione di produttività), così come specificati a
pagina 3 della circolare, affinché sia consentita l’applicabilità della agevolazione. Viene così meno il
vincolo, indicato nella seconda definizione di “retribuzione di produttività” (alternativa), che prevede
l’applicabilità della agevolazione solo qualora si dia esecuzione a contratti collettivi che prevedano
congiuntamente l’introduzione di una delle misure (per l’incremento della produttività) individuate in
almeno tre delle quattro aree di intervento e richiamate a pagina 4 della circolare. Pertanto le due
fattispecie possono coesistere e produrre delle agevolazioni che sommate non possono, però,
superare il tetto massimo dei 2.500 euro lordi.
1
L’interpretazione consente, quindi,
di applicare la tassazione ridotta - congiuntamente o
disgiuntamente - sia a voci retributive legate a istituti come l’indennità di turno, la presenza, il
domenicale, il festivo, la reperibilità, (effetto della prima definizione di retribuzione di produttività) che
alla parte di salario destinato all’aumento di produttività determinato, a titolo esemplificativo, dalla
variazione della turnazione che consenta un più efficiente utilizzo degli impianti, unitamente alla
distribuzione delle ferie che permetta un utilizzo continuativo delle strutture, nonché ad una più ampia
fungibilità di mansioni tale da consentire un impiego più flessibile del personale (effetto della seconda
definizione di retribuzione di produttività).
C’è da rilevare che il chiarimento interpretativo costituisce, di fatto, una sorta di “trasferimento” di
gran parte della individuazione degli indicatori da quelli contenuti nella seconda definizione di
“retribuzione di produttività” alla prima definizione con il prevedibile risultato di focalizzare la
maggioranza degli accordi su tematiche che hanno già visto un’esperienza consolidata della
contrattazione di secondo livello (premi di risultato, di rendimento, di produttività e, appunto, manovre
sui sistemi di orario e di flessibilità).
Procedure e monitoraggio
La circolare ricorda che i datori di lavoro devono depositare gli accordi presso le Direzioni territoriali
del Lavoro entro 30 giorni dalla sottoscrizione, con autodichiarazione di conformità alle disposizioni
del Decreto, chiarendo che per quelli già sottoscritti i 30 giorni decorrono dalla data di pubblicazione
in G.U. del Decreto (29.03.2013).
L’agevolazione fiscale è applicabile dalla data di sottoscrizione dell’ accordo.
Per gli accordi sottoscritti con la previgente normativa e tuttora in vigore, l’agevolazione prevista dal
Decreto è applicabile dal 1° gennaio 2013. Ovviamente gli accordi devono contenere una o più voci di
salario di produttività rispondenti ai criteri previsti dal Decreto.
L’autodichiarazione di conformità da allegare ai contratti depositati può essere ricompresa anche da
una formulazione contenuta nel testo dell’accordo e non necessariamente prodotta con atto separato.
Il Ministero del Lavoro effettuerà un monitoraggio rispetto allo sviluppo degli accordi stipulati secondo
i requisiti del Decreto.
Il Dipartimento Politiche Sociali
m_lps.37.REGISTRO UFFICIALE MINISTERO.PARTENZA.0006009.03-04-2013
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MINISTERO DELL'INTERNO
DECRETO 28 dicembre 2012, n. 266
Regolamento recante l'impiego di guardie giurate a bordo delle navi
mercantili battenti bandiera italiana, che transitano in acque
internazionali a rischio pirateria. (13G00072)
IL MINISTRO DELL'INTERNO
di concerto con
IL MINISTRO DELLA DIFESA
e con
IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Visto l'articolo 87, comma 5, della Costituzione;
Visti il Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza di cui al
Regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modifiche ed
integrazioni, ed il relativo regolamento di esecuzione di cui al
Regio decreto 6 maggio 1940, n. 635, e successive modifiche ed
integrazioni;
Visto il codice della navigazione di cui al Regio decreto 30 marzo
1942, n. 327, e successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge 18 aprile 1975, n. 110, recante norme integrative
della disciplina vigente per il controllo delle armi, delle munizioni
e degli esplosivi;
Visto il decreto del Ministro dell'interno 15 settembre 2009, n.
154, recante "Disposizioni per l'affidamento dei servizi di sicurezza
sussidiaria nell'ambito dei porti, delle stazioni ferroviarie e dei
relativi mezzi di trasporto e depositi, delle stazioni delle ferrovie
metropolitane e dei relativi mezzi di trasporto e depositi, nonche'
nell'ambito delle linee di trasporto urbano, per il cui espletamento
non e' richiesto l'esercizio di pubbliche potesta', adottato ai sensi
dell'articolo 18, comma 2, del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144,
convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155";
Visto il decreto del Ministro dell'interno 1º dicembre 2010, n.
269, recante "Disciplina delle caratteristiche minime del progetto
organizzativo e dei requisiti minimi di qualita' degli istituti e dei
servizi di cui agli articoli 256-bis e 257-bis del Regolamento di
esecuzione del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, nonche'
dei requisiti professionali e di capacita' tecnica richiesti per la
direzione dei medesimi istituti e per lo svolgimento di incarichi
organizzativi nell'ambito degli stessi istituti";
Visto l'articolo 5, commi 4, 5, 5-bis e 5-ter, del decreto-legge 12
luglio 2011, n. 107, convertito, con modificazioni, dalla legge 2
agosto 2011, n. 130, e successive modifiche, recante "Proroga degli
interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di
pace e di stabilizzazione, nonche' delle missioni internazionali
delle forze armate e di polizia per l'attuazione delle Risoluzioni
1970 (2011) e 1973 (2011) adottate dal Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite. Misure urgenti antipirateria", concernente l'impiego
di guardie giurate a bordo di navi mercantili battenti bandiera
italiana che navigano in acque internazionali a rischio pirateria,
individuate con decreto del Ministro della difesa;
Visto il decreto del Ministro della difesa, di cui all'articolo 5,
comma 1, del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, convertito, con
modificazioni, dalla legge 2 agosto
2011,
n.
130,
recante
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individuazione degli spazi marittimi internazionali a rischio di
pirateria nell'ambito dei quali puo' essere previsto l'imbarco dei
Nuclei militari di protezione (NMP);
Considerata la necessita' di garantire adeguati
servizi
di
protezione delle navi mercantili battenti bandiera nazionale da parte
delle guardie giurate, nell'ipotesi di cui all'articolo 5, comma 4,
del medesimo decreto-legge n. 107 del 2011;
Ritenuto di dare attuazione alle disposizioni di cui all'articolo
5, comma 5-ter, del citato decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, che
rinvia ad un decreto del Ministro dell'interno la determinazione
delle modalita' attuative dei commi 5 e 5-bis dello stesso articolo
5;
Sentito il Ministero degli affari esteri;
Udito il parere del Consiglio di Stato n. 7293/2012, espresso dalla
Sezione consultiva per gli atti normativi, nell'adunanza del 27
settembre 2012;
Visto l'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400,
recante "Disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della
Presidenza del Consiglio dei Ministri";
Vista la nota n. 11317 del 6 dicembre 2012 con la quale lo schema
di regolamento e' stato comunicato al Presidente del Consiglio dei
Ministri;
Adotta
il seguente regolamento
Art. 1
Finalita' e ambito di applicazione
1. Il presente regolamento determina le modalita'
attuative
dell'articolo 5, commi 5 e 5-bis, del decreto-legge 12 luglio 2011,
n.107, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2011, n.
130 e successive modificazioni, concernenti l'impiego di guardie
giurate a bordo delle navi mercantili battenti bandiera italiana, che
transitano in acque internazionali a rischio pirateria. Sono altresi'
determinate le modalita' per l'acquisto, l'imbarco, lo sbarco, il
porto, il trasporto e l'utilizzo delle armi e
del
relativo
munizionamento, nonche' i rapporti tra le guardie giurate e il
comandante della nave.
Art. 2
Definizioni
1. Ai fini del presente regolamento, s'intendono per:
a) decreto-legge: il decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107,
convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2011, n. 130, e
successive modificazioni, recante "Proroga degli interventi
di
cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di
stabilizzazione, nonche' delle missioni internazionali delle forze
armate e di polizia per l'attuazione delle Risoluzioni 1970 (2011) e
1973 (2011) adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Misure urgenti antipirateria";
b) T.U.L.P.S.: il Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza
di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive
modificazioni;
c) decreto Ministro della difesa: il decreto di cui all'articolo
5, comma 1, del decreto-legge, recante individuazione degli spazi
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marittimi internazionali a rischio di pirateria, nell'ambito dei
quali puo' essere previsto l'imbarco dei Nuclei
militari
di
protezione (NMP);
d) guardie giurate: il personale, autorizzato ai sensi degli
articoli 133, 134 e 138 del T.U.L.P.S., che svolge i servizi di
protezione di cui al comma 4 del decreto-legge;
e) navi: navi mercantili battenti
bandiera
italiana
che
transitano nelle acque internazionali individuate
dal
decreto
Ministro della difesa di cui all'articolo 5,
comma
1,
del
decreto-legge;
f) servizi di protezione: servizi a tutela delle navi mercantili,
nonche' delle merci e dei valori sulle stesse trasportati, battenti
bandiera italiana
espletati
da
guardie
giurate,
ai
sensi
dell'articolo 5, comma 5, del decreto-legge.
Art. 3
Servizi di protezione del naviglio mercantile
1. Nei casi in cui il Ministero della difesa abbia reso noto
all'armatore che non e' previsto l'impiego dei Nuclei militari di
protezione, possono essere svolti da guardie giurate, dipendenti
direttamente dagli armatori, ai sensi
dell'articolo
133
del
T.U.L.P.S., ovvero dipendenti da istituti di vigilanza privata
autorizzati ai sensi dell'articolo 134 del T.U.L.P.S., i servizi di
protezione delle merci e dei valori sulle navi mercantili di cui
all'articolo 5, comma 1, del decreto-legge.
2. Ai sensi dell'articolo 5, comma 5, del decreto-legge, le guardie
giurate, ai fini dello svolgimento dei servizi di protezione, devono
essere in possesso dei seguenti requisiti, in aggiunta a quelli
previsti dall'articolo 138 T.U.L.P.S.:
a) avere, preferibilmente, prestato servizio nelle Forze armate,
anche come volontari, con esclusione dei militari di leva;
b) avere superato i corsi teorico-pratici di cui all'articolo 6
del decreto del Ministro dell'interno 15 settembre 2009, n. 154,
adottato in attuazione dell'articolo 18 del decreto-legge 27 luglio
2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio
2005, n.155;
c) avere superato un corso di addestramento specifico, con oneri
a carico dei destinatari, coordinato dal Ministero dell'interno,
avvalendosi della collaborazione del Ministero della difesa e del
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Il Ministero della
difesa curera', in particolare, l'addestramento nelle procedure di
sicurezza a bordo nave, nonche' la formazione e l'addestramento nelle
procedure di comunicazione necessarie per operare nello specifico
contesto, rilasciando attestato di superamento del corso;
d) essere in possesso di porto di arma lunga per difesa
personale.
Art. 4
Caratteristiche
delle
navi
per lo svolgimento
protezione
dei
servizi
di
1. I servizi di protezione possono essere svolti esclusivamente a
bordo di navi mercantili predisposte per la difesa da atti di
pirateria con le caratteristiche previste dall'articolo 5, comma 5,
del decreto-legge.
2. Oltre a quanto previsto dal comma 1, le navi mercantili devono
essere predisposte per la custodia di armi per lo svolgimento dei
servizi di protezione ed essere dotate di appositi armadi per la
custodia delle armi con le caratteristiche indicate all'articolo 6,
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comma 3, del presente decreto.
Art. 5
Condizioni e modalita' per lo svolgimento dei servizi
1. Con regolamento di servizio, predisposto ai sensi dell'allegato
D del decreto del Ministro dell'interno 1º dicembre 2010, n. 269, per
quanto applicabile, approvato dal Questore della provincia ove ha
sede l'istituto di vigilanza privata ovvero, qualora si tratti di
guardie giurate dipendenti direttamente dagli
armatori,
della
provincia di iscrizione della nave, sono stabilite le modalita' per
lo svolgimento dei servizi di protezione, secondo quanto previsto dal
presente decreto.
2. I regolamenti di servizio dovranno tenere conto delle seguenti
prescrizioni:
a) il numero delle guardie giurate impiegate a bordo delle navi
deve essere sempre adeguato in rapporto alle esigenze di difesa e
rapportato alla tipologia di nave, alle merci ed
ai
valori
trasportati ed al numero ed alla tipologia
dei
sistemi
di
autoprotezione attivati a bordo, ai sensi dell'articolo 5, comma 5,
del decreto-legge e comunque, tenuto conto anche dei limiti di
utilizzo delle armi di cui alla successiva lett. d), non inferiore a
quattro. Il numero deve altresi' essere idoneo a garantire il
rispetto della vigente normativa in tema di orario di lavoro, riposo,
lavoro straordinario;
b) per ogni nucleo di guardie giurate impiegato a bordo nave deve
essere nominato un responsabile, individuato tra le guardie con
maggior esperienza, cui e' affidata l'organizzazione operativa del
nucleo stesso, nel rispetto di quanto previsto dal regolamento di
servizio e secondo le direttive del Comandante della nave al quale lo
stesso si deve sempre rapportare;
c) contenere esplicito rinvio al decreto dirigenziale
del
Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia
Costiera,
relativamente
alla
disciplina
delle
procedure
tecnico-amministrative in materia di sicurezza della navigazione
(safety) e sicurezza marittima (maritime security), in relazione alle
misure antipirateria;
d) limitare l'uso delle armi alla sola ipotesi dell'esercizio del
diritto di difesa legittima, ai sensi dell'articolo 52 del codice
penale;
e) nel caso in cui le guardie giurate s'imbarcano direttamente
nei porti degli Stati confinanti con le aree a rischio pirateria,
l'istituto di vigilanza, nell'ipotesi di cui all'articolo
134
T.U.L.P.S., ovvero l'armatore, nell'ipotesi di cui all'articolo 133
del medesimo Testo Unico, comunica al Questore, che approva il
regolamento di servizio, le generalita' delle guardie giurate che
debbono svolgere il servizio, la nave sulla quale opereranno, la
durata del servizio, i porti di imbarco e sbarco delle guardie.
Art. 6
Armamento
1. L'autorizzazione di cui all'articolo 5-bis del decreto-legge,
relativa all'acquisto, al trasporto, alla detenzione e alla cessione
in comodato delle armi, all'imbarco e allo sbarco delle stesse armi a
bordo delle navi, e' rilasciata all'armatore
o
ad
un
suo
rappresentante, in relazione alla tipologia di armi, dal Prefetto, ai
sensi dell'articolo 28 del T.U.L.P.S., ovvero dal Questore, ai sensi
dell'articolo 31 del T.U.L.P.S., alle condizioni di cui all'articolo
8 della legge 18 aprile 1975, n. 110, ferma restando la sussistenza
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dei requisiti di cui all'articolo 9 della medesima legge.
2. Le guardie giurate, nell'espletamento dei servizi di protezione
ed esclusivamente entro i limiti delle acque internazionali nelle
aree a rischio di pirateria individuate dal decreto Ministro della
difesa, possono utilizzare le armi comuni da sparo, nonche' quelle in
dotazione delle navi, detenute previa autorizzazione di cui al comma
1, cedute loro in comodato dall'armatore. Nel caso di utilizzo delle
armi regolarmente detenute dalle stesse guardie giurate, si applica
la vigente normativa in materia di detenzione, porto, importazione ed
esportazione delle armi comuni da sparo, di cui agli articoli 31, 38,
42 T.U.L.P.S e 58 Regolamento d'esecuzione del T.U.L.P.S.
3. Le armi di cui al comma 1, consentite per lo svolgimento dei
servizi di protezione,
sono
esclusivamente
quelle
portatili
individuali, anche a funzionamento automatico, di calibro pari o
inferiore a 308 Win. (7,62 x 51 mm), imbarcate sul territorio
nazionale ovvero nei porti degli Stati le cui acque territoriali sono
confinanti con le aree a rischio pirateria, individuate dal decreto
Ministro della difesa, scariche e custodite in appositi armadi
metallici corazzati, distinti per le armi e per le munizioni, chiusi
con serratura di sicurezza tipo cassaforte, la cui chiave e' in
possesso del comandante della nave, collocati in appositi spazi
protetti. Le armi ed il relativo munizionamento dovranno essere
inserite nel Ruolo equipaggio, come previsto dall'articolo 170, comma
6 del Codice della navigazione, nonche' nell'elenco degli attrezzi ed
altri oggetti di corredo ed armamento di tipo previsto dalle vigenti
norme per la sicurezza della navigazione del Giornale Nautico - Libro
primo - Inventario di bordo, come previsto dall'articolo 174 del
medesimo Codice.
4. Le medesime armi ed il relativo munizionamento, detenute
dall'armatore se custodite nei depositi di cui al successivo articolo
7, debbono essere trasportate e scortate fino al luogo d'imbarco,
nonche' dal luogo di sbarco ai depositi, da guardie giurate, ai sensi
dell'articolo 256-bis, comma 2, lettera
b),
del
Regolamento
d'esecuzione del T.U.L.P.S., fermi restando gli obblighi di cui
all'articolo 193, comma 2, del Codice della navigazione.
Del
trasporto deve essere dato avviso al Questore ai sensi dell'articolo
34 T.U.L.P.S., per le armi di cui all'articolo 31 del medesimo Testo
unico, ovvero al Prefetto, per le armi di cui all'articolo 28 del
T.U.L.P.S., che hanno facolta' di stabilire speciali condizioni per
il trasporto,
nonche'
alle
Autorita'
Marittime
nella
cui
giurisdizione ricade il luogo dell'imbarco.
5. L'utilizzo delle armi di cui al comma 2, negli
ambiti
individuati dal decreto Ministro della difesa, e' disposto, per le
finalita' di protezione del naviglio, dal Comandante della nave che
dovra' consegnare la chiave degli appositi armadi corazzati al Ship
Security Officer (SSO) responsabile della sicurezza di bordo, che a
sua volta provvedera' alla consegna delle armi alle guardie giurate
in servizio, previa annotazione nell'apposito registro di cui al
comma 3. Cessate le esigenze di impiego delle armi di cui al comma 1,
e comunque al di fuori degli ambiti individuati dal decreto Ministro
della difesa, le stesse, salvo situazioni eccezionali di pericolo
valutate dal Comandante della nave, andranno riposte negli armadi
blindati con riconsegna della chiave al Comandante stesso.
6. Il numero delle armi imbarcate deve essere pari, nel massimo, al
numero delle guardie giurate in servizio, piu' due di riserva. Il
relativo munizionamento non
deve
eccedere
la
quantita'
di
millecinquecento cartucce per arma.
Art. 7
Deposito delle armi nel territorio nazionale
1. L'armatore, ai fini di quanto previsto dall'articolo
5-bis
del
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decreto-legge, qualora detenga armi sul territorio nazionale deve
utilizzare un deposito per la custodia delle armi di cui all'articolo
6, comma 1, con le modalita' previste dal presente articolo. Ai sensi
degli articoli 8 e 32 del T.U.L.P.S., l'armatore puo' nominare un
proprio rappresentante cui affidare la responsabilita' del deposito.
2. Il deposito nel quale devono essere custodite le armi di cui
all'articolo 6, comma 1, deve avere le seguenti caratteristiche:
a) essere sistemato in locali interni all'edificio, ubicati in
modo da consentire il controllo degli accessi, e deve essere munito
di porte blindate e di aperture ugualmente blindate oppure dotato di
inferriate e grate metalliche di sicurezza; deve disporre altresi' di
adeguati congegni d'allarme e videosorveglianza;
b) le porte devono essere munite di finestrelle con cristalli
blindati o grata per i controlli dall'esterno; l'impianto
di
illuminazione artificiale deve essere permanentemente in funzione ed
essere corredato di
interruttore
esterno
e
dispositivi
di
illuminazione d'emergenza;
c) le attrezzature e le misure antincendio, conformi alle
prescrizioni degli organi competenti, sono sistemate all'interno ed
all'esterno del locale.
3. Le armi sono conservate, prive di munizioni, in appositi armadi
metallici corazzati, chiusi a chiave con serratura di sicurezza tipo
cassaforte. Le munizioni sono detenute con licenza del Prefetto, ai
sensi dell'articolo 47 del T.U.L.P.S., che ne determina le modalita'
di custodia.
4. Le chiavi d'accesso ai locali del deposito e agli armadi
metallici, in cui sono custodite le armi e le munizioni, sono
conservate, durante le ore di apertura degli uffici, dal responsabile
del deposito che ne risponde. Fuori dell'orario di apertura degli
uffici, dette chiavi sono custodite in una cassaforte, in apposito
contenitore metallico con chiusura di sicurezza, le cui chiavi sono
custodite dal responsabile del deposito.
5. Il deposito e' dotato di registro di carico delle armi e delle
munizioni, con pagine numerate. I movimenti di prelevamento o
versamento delle armi e munizioni devono essere annotati
sul
registro. Il responsabile del deposito, garantisce la corretta tenuta
del registro.
6. L'accesso nel locale in cui sono custodite le armi e' consentito
all'armatore e al responsabile del deposito e, per il
tempo
strettamente necessario e sotto la diretta vigilanza del responsabile
del deposito, alle guardie giurate addette ai servizi di cui
all'articolo 2, comma 1.
7. Le armi devono essere consegnate e versate scariche. Nel locale
del deposito e nel locale antistante devono essere affisse, ben
visibili, le prescrizioni di sicurezza. Deve, comunque, essere
presente un contenitore per lo scarico armi, al fine di poter
effettuare la verifica di sicurezza.
8. L'autorita' di pubblica sicurezza, ai sensi dell'articolo 38 del
T.U.L.P.S., ha facolta' di eseguire, quando lo ritenga necessario,
verifiche di controllo e di adottare le prescrizioni ritenute
opportune ai fini della tutela dell'ordine, della sicurezza e
dell'incolumita' pubblica.
Art. 8
Imbarco e sbarco delle armi nei porti degli Stati confinanti
aree a rischio pirateria
con
le
1. Con la medesima autorizzazione di cui all'articolo 6 del
presente decreto, l'armatore o un suo rappresentante puo' essere
autorizzato ad imbarcare e sbarcare le armi direttamente nei porti
degli Stati confinanti con le aree a rischio pirateria individuate
dal decreto Ministro della difesa, nel rispetto della legislazione
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vigente negli Stati stessi.
2. Per ottenere l'autorizzazione di cui al comma 1, l'armatore deve
produrre istanza - a seconda della tipologia di armi che intende
utilizzare - al Prefetto o al Questore della provincia in cui ha sede
la societa' di armamento, utilizzando la modulistica appositamente
predisposta dal Ministero dell'interno - Dipartimento della pubblica
sicurezza. L'istanza deve contenere anche il numero e la tipologia
delle armi, i relativi numeri di matricola, le date ed i luoghi di
imbarco e sbarco delle armi, nonche' la documentazione, ove prevista
dallo Stato, attestante la consegna delle armi nello Stato ove le
stesse vengono sbarcate.
Art. 9
Rapporti tra il Comandante della nave e le guardie giurate
1. I servizi di cui all'articolo 2, comma 1, sono svolti sotto la
direzione del Comandante della nave, in relazione a quanto previsto
dalle direttive vigenti in materia e, in particolare, dagli articoli
8, 186, 187, 295, 297 e 302 del Codice della navigazione.
Art. 10
Comunicazione con le autorita' estere e nazionali
1. Il Comandante ovvero l'armatore della nave
sono
tenuti
all'ottenimento dei permessi e delle autorizzazioni e ad ogni altro
adempimento, inclusi quelli relativi alle armi da imbarcare e
sbarcare a bordo della nave, richieste dagli Stati nei quali le
guardie si imbarcano e/o sbarcano, nonche' quelli nelle cui acque
interne la nave programmi di passare, affinche' il transito e
l'eventuale sosta siano conformi alla legislazione locale.
2. Il Comandante ovvero l'armatore della nave sono comunque tenuti
all'invio con congruo anticipo alle autorita' competenti degli Stati
nelle cui acque interne la nave programmi di passare di una
comunicazione nella quale siano indicati:
il quantitativo e la tipologia delle armi imbarcate ai sensi del
presente decreto;
la rotta prevista nelle acque interne dello Stato.
3. Copia delle comunicazioni inviate andra' custodita, presso la
sede dell'armatore, con le modalita' previste per la tenuta e
conservazione dei Libri di bordo.
4. Il Comandante ovvero l'armatore della nave sono altresi' tenuti
a comunicare al Comando in capo della squadra navale della Marina
Militare (CINCNAV), al Comando Generale del Corpo delle Capitanerie
di porto, al Ministero degli affari esteri - Unita' per
le
autorizzazioni
dei
materiali
d'armamento
(UAMA),
nonche'
all'autorita' diplomatico-consolare territorialmente competente, con
congruo anticipo, i movimenti previsti negli
spazi
marittimi
individuati dal decreto Ministro della difesa, comprese le direttrici
di transito e i porti di sosta, nonche' il numero di armi, con le
relative descrizioni, e di guardie giurate imbarcate, la loro
nazionalita' e ogni altro elemento utile, al fine di consentire una
piena conoscenza del traffico nazionale nell'area.
Art. 11
Disposizioni finali
1. Dall'attuazione del presente regolamento non
nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
devono
derivare
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Il presente decreto, munito del sigillo di Stato, sara' inserito
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e farlo
osservare.
Roma, 28 dicembre 2012
Il Ministro dell'interno
Cancellieri
Il Ministro della difesa
Di Paola
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti
Passera
Visto, il Guardasigilli: Severino
Registrato alla Corte dei conti il 29 gennaio 2013
Interno, registro n. 1, foglio n. 157
2.4.2013
Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato
Stampa
10:19:53
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ArchivioComunicatistampa
11.03.2013 ore 16:21
DONNE/ La Fit-Cisl inaugura una collaborazione con Telefono Rosa. Luciano: Siamo passati ai
fatti
"Abbiamo scelto di iniziare una collaborazione con l'associazione Telefono Rosa per dare
concretamente un aiuto contro questi orribili fenomeni del femminicidio e della violenza contro le
donne", con queste parole Giovanni Luciano, Segretario generale Fit-Cisl, ha celebrato oggi la
festa della donna assieme a Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente del Telefono Rosa, e
Francesca Di Felice, Responsabile del Coordinamento donne Fit-Cisl, inaugurando una campagna
di sensibilizzazione e una serie di confronti, tra le lavoratrici interessate e gli esperti
dell'associazione, al fine di offrire un sostegno e fare divulgazione culturale sulla sicurezza sociale
delle donne.
La Presidente ha voluto ringraziare l'intera Fit per l'iniziativa e per la donazione ricevuta: "È la
prima collaborazione che facciamo con un sindacato. La Fit-Cisl si preoccupa delle donne e della
loro sicurezza. Bisogna far conoscere alle persone cos'è la violenza e come si manifesta, ma non
solo la violenza: anche le molestie e lo stalking che colpiscono maggiormente le donne che
lavorano fuori dagli uffici".
Esprime soddisfazione anche la Coordinatrice Di Felice: "Per noi era importante dare un contributo
vero, passando dalle parole ai fatti e iniziando un percorso. Faremo partire un progetto formativo e
informativo rivolto a tutte le lavoratrici per riconoscere e prevenire la violenza sia sui posti di
lavoro sia esternamente, perché molte delle nostre lavoratrici operano in strada e si sentono meno
tutelate".
©FITͲCISLFederazioneItalianaTrasportiͲP.I.80421120587
IN ATTESA DEL CONGRESSO NAZIONALE UN SUNTO DELLE SITUAZIONI REGIONALI
A cura dell’ Ufficio stampa Fit Cisl
La stagione congressuale Fit si avvicina al suo culmine con l’appuntamento nazionale a Chia dal 7 al 10
maggio.
Le diciannove regioni e le due province autonome hanno già celebrato i rispettivi congressi, a cominciare
dalla Sicilia il 5 marzo e fino all’Umbria il 10 aprile, portando a compimento un percorso iniziato ancora
prima con le assemblee nelle aziende e i congressi territoriali.
La Segreteria nazionale ha partecipato a tutti i congressi regionali, ascoltando i dibattiti e prendendovi
parte.
Ora toccherà ai delegati portare le esperienze del proprio territorio a Chia e votare per le cariche nazionali.
Per sapere di più sui congressi regionali, è disponibile un vasto pacchetto multimediale realizzato
dall’ufficio stampa e dal centro studi della Fit nazionale in collaborazione con le Segreterie regionali.
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Sul nostro sito www.fitcisl.org in homepage si può cliccare su “Speciale congressi 2013” per vedere
foto, video, relazioni, comunicati stampa, documenti e molto altro.
Sul nostro canale YouTube “FitCislNaz” ci sono le cronache giornalistiche di quanto è successo e gli
interventi ai congressi del Segretario generale nazionale Giovanni Luciano.
Sul nostro mensile La Voce dei Trasporti - nel numero di aprile - c’è lo Speciale Congressi, che
contiene per ciascuna regione e provincia autonoma articoli di cronaca ed elenco degli eletti. Lo
speciale apre con un’analisi di Luciano, che fa un bilancio nel suo viaggio attraverso “l’Italia della
crisi”. La Voce dei Trasporti si può scaricare anche on-line dal nostro sito nazionale.
Ma ecco brevi cenni regione per regione (in ordine alfabetico):
Abruzzo: È stato riconfermato il Segretario generale Alessandro di Naccio. Sono stati fatti passi avanti per la
prossima fusione con la Fit Molise.
Alto Adige/Südtirol: È stata eletta la prima Segretario generale donna: Maria Rosaria Severino. Sono state
fatte proposte per superare la crisi che è arrivata anche qui.
Basilicata: Il Segretario generale Carlo Costa è stato rieletto. Il tema più dibattuto è stata la progressiva
marginalizzazione della regione nei trasporti e le proposte per impedirlo.
Calabria: È stato confermato il Segretario generale Annibale Fiorenza. Si è tenuta un’importante tavola
rotonda sulle Reti Ten-T e il loro passaggio nella regione.
Campania: Il Segretario generale Giuseppe Esposito è stato rieletto. Si è parlato della battaglia della Cisl per
il Grande Progetto Porto.
Emilia Romagna: È stato riconfermato il Segretario generale Vincenzo Curcio. Sono stati approfonditi i
vantaggi della riorganizzazione territoriale della Cisl e della Fit, che riduce le poltrone.
Friuli Venezia Giulia: Il Segretario generale Lilli Bigoni è stata confermata. Centrale è stato il tema dell’uso
combinato di contratto di settore e contrattazione decentrata.
Lazio: Maurizio Marozzi, Segretario generale, è stato rieletto. Nel dibattito si è parlato molto
dell’emergenza rifiuti e della necessità di una collaborazione con la nuova Giunta regionale.
Liguria: È stato confermato il Segretario generale Massimo Proglio. Largo spazio hanno avuto nei dibattiti la
riorganizzazione territoriale della Cisl e della Fit e i suoi vantaggi per i lavoratori.
Lombardia: Il Segretario generale Giovanni Abimelech è stato riconfermato. È stato posto il tema della
rappresentanza nella Cisl e nella Fit anche per i lavoratori immigrati.
Marche: È stato rieletto il Segretario generale Roberto Ascani. Si è parlato del ritardo infrastrutturale e
dell’uscita Ovest, che dovrebbe facilitare l’accesso dei tir al porto.
Molise: È stato confermato il Segretario generale Giuseppe Sardo. Sono stati fatti passi avanti per la
prossima fusione con la Fit Abruzzo.
Piemonte: È stato eletto il nuovo Segretario generale Claudio Furfaro. Centrale nel dibattito è stata
l’emergenza in cui versa il trasporto pubblico locale.
Puglia: Pietro Vasco, Segretario generale, è stato confermato. Nella tavola rotonda si è parlato del porto di
Taranto, di come ridurne la burocrazia e degli investimenti in corso.
Sardegna: Il Segretario generale Valerio Zoccheddu è stato rieletto. Nel dibattito si è parlato del problema
dell’abuso dei subappalti nei porti sardi.
Sicilia: Amedeo Benigno, Segretario generale, è stato riconfermato. È emersa nel dibattito l’esigenza di
rilanciare traghetti e trasporto merci via mare.
Toscana: È stato confermato il Segretario generale Stefano Boni. È stato dato largo spazio al tema della
disoccupazione giovanile e a come affrontarla ed è stata istituita la Convention permanente dei giovani.
Trentino: È stato eletto il nuovo Segretario generale Giovanni Giorlando. Il Segretario uscente Peppino La
Pietra ha voluto dare un segnale forte non ricandidandosi per fare spazio ai giovani.
Umbria: Gianluca Giorgi, Segretario generale, è stato rieletto. Si è parlato di come rilanciare i trasporti nel
contesto dell’economia umbra.
Valle d’Aosta: È stato eletto il nuovo Segretario generale Eros Marra. Nel dibattito è emersa la volontà di
rilanciare gli investimenti in sicurezza e tecnologia.
Veneto: Il Segretario generale Gaetano Antonello è stato confermato. Centrale è stato il problema delle
relazioni industriali con le loro conseguenze nei trasporti e nell’igiene ambientale.
LAVORO MARITTIMO INTERNAZIONALE
Ispettorato ITF. Cos’è, cosa fa e quale ruolo vi ha la FitCisl. La parola a Francesco Di Fiore
L’ultima riunione del Comitato Esecutivo, Steering Commitee, della Federazione Internazionale dei Trasporti,
Itf, svoltasi a Londra (18.4.13) ha analizzato l’attività sviluppata nell’anno scorso da un importante
organismo, l’ Fpc (Fair practice commitee) che ha un ruolo chiave nell’attività di tutela legale e contrattuale
dei lavoratori marittimi nel mondo. Si tratta infatti di una struttura fondamentale nella quale l’Itf stessa
investe dieci milioni di sterline.
Ce ne parla l’amico Francesco Di Fiore che coordina le attività dell’Ispettorato Italiano, oltre che essere
responsabile di tutti gli ispettori d’Europa per il comparto crociere. Mentre gli altri ispettori italiani sono: B.
Nazzarri, P. Siligato, F. Saitta per la Filt Cgil, P. Serretiello e G.B. Leoncini per la Fit Cisl
****
Prima di analizzare i risultati conseguiti dall’Fpc, - dice Francesco Di Fiore – sarà utile anche per gli stessi
amici della Fit che svolgono attività sindacale in settori dei trasporti diverso da quello marittimo, una rapida
descrizione della strutturazione e delle funzioni dell’ispettorato Itf.
Gli ispettori sono in totale 163 nel mondo, comprendendo anche i coordinatori e gli assistenti coordinatori,
questi ultimi veri e propri operatori sindacali che collaborano ed assistono i coordinatori.
L’ispettorato dipende direttamente dalla centrale Itf di Londra e non dai sindacati nazionali che, al limite,
pagano gli stipendi e le spese per essere poi rimborsati dalla stessa Itf.
Gli ispettori operano in 48 paesi nel mondo. Ogni ispettore viene, di fatto, valutato per la sua attività dalla
Itf che fissa obiettivi e prestazioni che, se non raggiunti, attivano una procedura che può portare alla
sostituzione dell’Ispettore. L’Ispettore deve infatti visitare 100 navi all’anno per ognuno delle quali deve
inviare ad un “data base” informazioni precise sull’esito della visita oltre a documentazioni e ruolino
equipaggi. In questo modo tutti gli ispettori che successivamente saliranno a bordo conosceranno la storia
delle precedenti visite. Le navi sono dotate di un “transponder” che fornisce ad un sistema la posizione
della nave e tutti gli ispettori hanno accesso a questo sistema.
E’ bene chiarire – prosegue Di Fiore - che l’Ispettore non è altro che un normale sindacalista senza veste
“pubblica” se non l’autorevolezza dalla Itf che ha alle spalle. Non è quindi raro che qualche comandante gli
vieti l’accesso a bordo. Ecco perché oltre a segnalare la nave ai colleghi nei porti successivi, egli attiverà
l’Autorità Marittima, il Port State Control, perché la nave venga visitata per verificare se ha delle deficienze
e quindi debba essere fermata. Quanto ai rappresentanti dell’equipaggio l’ispettore li incontrerà, in
banchina ma è certo che quella nave non avrà vita facile.
Nel visitare la nave l’Ispettore verifica le condizioni salariali, di vita e di sicurezza del personale ed in
particolare controlla che l’equipaggio sia titolare di un contratto TCC (Total Crew Cost) o IBF (cioè emanato
dall’ International Bargaining Forum) che sono le due tipologie contrattuali approvate dalla Itf. In caso
contrario invia un “warning” all’armatore. Spesso anche quando tutto sembra in ordine col sistema del
“double booking” ovvero della doppia contabilità, si constata che il marittimo non riceve quanto previsto
dal contratto.
Sin qui – continua F. Di Fiore - abbiamo parlato delle cosiddette 100 visite di routine. Vi è poi tutto il lavoro
legato ai claims ossia ai reclami dei marittimi, per non parlare della gestione delle navi abbandonate
dall’armatore. In questo ultimo caso, di intesa con l’Autorità marittima e a spese dell’organizzazione
sindacale, i marittimi vengono rimpatriati dopo aver dato mandato al legale per la successiva messa all’asta
della nave ed il recupero dei crediti.
Tutto ciò naturalmente non è semplice come potrebbe sembrare. Difatti spesso l’equipaggio non vuole
lasciare la nave, a volte mancano viveri e combustibile ed il dramma si trascina per mesi. Ecco perché è
fondamentale la forte collaborazione che il nostro ispettorato ha con la “Stella Maris”, una benemerita
associazione di promozione sociale che ha come mission l’assistenza alla gente di mare.
L’obiettivo principale degli ispettori sono le navi Foc, ovvero battenti bandiere di convenienza, proprio
perché da oltre quaranta anni la Itf lotta con questi Stati di bandiera che lucrano sull’iscrizione del naviglio
senza esercitare i dovuti controlli. Vi sono bandiere come quella della Mongolia o della Bolivia, per
esempio, che non hanno neppure accesso al mare!! In particolare circa la bandiera Foc , gli ispettori in
genere si occupano del personale, non della nazionalità della bandiera. Recentemente agli ispettori è stata
assegnata anche la campagna Poc ( port of convenience) nei porti di convenienza, ossia quei porti ove il
sindacato è bandito e non esistono regole che proteggono il personale che vi lavora.
Un ultimo aspetto riguarda l’applicazione della nuova convenzione internazionale Mlc 2006 che entrerà in
vigore il prossimo agosto e che, in sede Ilo di Ginevra (Agenzia dell’Onu) la Fit Cisl ha contribuito in maniera
determinante a costruire. La Convenzione fa parte dei cosiddetti quattro pilastri “four pillars”(Marpol per
l’inquinamento, Stcw per formazione e titoli professionali, Solas per la sicurezza) e regolamenta tutti gli
aspetti lavorativi del marittimo, dai salari all’orario di lavoro alle assicurazioni sociali etc. Gli Ispettori italiani
sono stati inviati a frequentare assieme agli Ufficiali di Capitaneria del Port State Control un corso a Torino
presso la scuola Ilo.
Come si vede gli Ispettori, oltre alla tradizionale campagna Foc per dare a tutti i marittimi del mondo
condizioni di lavoro accettabili e dignità, si sono visti allargare il campo di lavoro in maniera decisa su
argomenti non facili che prevedono grande formazione. Ed in questo l’Itf non lesina certo risorse.
Il primato dell’ispettorato italiano.
L’ispettorato italiano con ognuno dei suoi componenti che come abbiamo visto prima, sono di provenienza
sindacale diversa ,quanto a sigle, segue i porti di una specifica area. La collaborazione è comunque totale
non fosse altro che per per essere alle dirette dipendenze Itf, su obiettivi ben definiti e quindi eventuali
contrapposizioni di sigla non influiscono in alcun modo. Questo – commenta Di Fiore - è il segreto del
risultato del 2012 che, come per l’anno precedente, conferma l’Ispettorato Italiano come il primo al mondo
per risultati. Infatti nel 2012 sono state visitate oltre 600 navi e raccolti per i marittimi, salari per oltre 4,7
milioni di dollari. Il secondo ispettorato per ordine di risultato ha raccolto 2,7 milioni di dollari sapendo che
come per quello portoghese, pur su valori alti, ciò non è derivato dall’attività normale ma da pendenze di
navi sequestrate in anni precedenti. Un risultato – continua Di Fiore – che può rendere orgogliosa tutta la
Fit e che è fortemente legato all’impegno del Dipartimento marittimi, nel quale l’amica Carla Marchini,
gestendo la parte contrattuale mette in condizione di avere in tempo reale tutte le informazioni necessarie
per i controlli mentre l’amica Emanuela Colandrea, che opera direttamente sui claims nell’arco del 2012, ha
recuperato per i marittimi a bordo 1.7 milioni di dollari gestendo 119 casi. Un lavoro che avviene in termini
positivi anche perché il resto della struttura si fa carico delle varie questioni in qualche modo collegate. Si
deve altresì notare che i claims che si affrontano sono spesso complessi perché non si limitano a salari non
erogati ma toccano casi di morte, scomparsa in mare , sexual harrassment, privacy, cargo handling ,
indennità di mobilità, etc.
Qual è la finalità pratica di tutto questo lavoro?. La prima risposta è dare un contratto Itf ai marittimi delle
navi in bandiera di convenienza. Nel 2007 le navi con contratto Itf erano 9355 oggi sono 11.503 pur a
fronte della crisi che ha visto nel mondo un forte calo di naviglio). Inoltre l’attività alimenta il Welfare Fund
della Itf e delle “union fees” dei sindacati nazionali, cosa questa da non sottovalutare.
L’attività rilevante dell’Ispettorato italiano ha poi fatto sì che il suo coordinatore sarà chiamato dalla Itf a
seguire le più importanti trattative a livello mondiale sia per i contratti Tcc che Ibf. Ciò premetterà di
rafforzare quei rapporti sindacali internazionali fondamentali per il successo di un ispettorato.
In conclusione, due aspetti su cui bisognerà intervenire o per lo meno discutere – aggiunge Di Fiore. Il
primo riguarda le risorse che si dovrà valutare se siano insufficienti a fronte dell’attività svolta. Ma un altro
elemento che occorre sottolineare riguarda il sostegno da parte dei portuali. Difatti, l’Ispettore Itf in certi
paesi è impegnato nella campagna Poc (fortunatamente in Italia per ora non ce n’è bisogno) ma oltre a ciò,
nei contratti Itf è prevista la clausola “dock work” che impedisce al marittimo di svolgere lavoro portuale. In
Europa sono state fatte ben dieci vertenze a questo a titolo. Ma per contro non si sviluppa di fatto un
sostegno dei portuali al lavoro dell’Ispettore, non diciamo per boicottare la nave come avviene in nord
Europa ed in Australia ma per lo meno per ritardarla di una mezz’ora, giusto per lanciare un segnale
all’armatore che non vuole dialogare con l’Itf. Sono certo comprensibili – dice Di Fiore - le difficoltà sorte,
dato la privatizzazione dei terminals, ma chiediamo ai nostri portuali di sviluppare una linea a riguardo.
Forse per questo è anche necessario che l’Ispettorato italiano, certo uno dei migliori al mondo, sia meglio
conosciuto, per la sua credibilità anche all’interno della stessa Fit oltre che dal movimento sindacale nel suo
complesso. In questo senso è forse necessaria una più forte socializzazione delle attività al nostro interno.
savona / provincia
IL SECOLO XIX
15
MARTEDÌ
30 APRILE 2013
DOMANI LA FESTA DEL LAVORO
Sindacati
in piazza
per il corteo
La nave Cassiopeia, ormeggiata in porto a Savona
L’equipaggio, composto da marittimi russi e ucraini
L’ARMATORE È SPARITO E LA NAVE, CHE OSPITA UN EQUIPAGGIO DI RUSSI E UCRAINI, NON PUÒ RIPARTIRE
Cassiopeia, prigione galleggiante
Il gasolio sta finendo. Presto i marinai non avranno luce e riscaldamento
MANCA
UNA CONVENZIONE
IL CASO
SAVONA. Sono bloccati da un mese
su una prigione galleggiante, ancorata nel porto di Savona. Non hanno
soldi, hanno finito i viveri e, tra una
settimana, sarà prosciugata anche
l’ultima goccia di gasolio dai serbatoi della loro nave. L’equipaggio della Cassiopeia è formato da sei persone e tutte vengono da molto lontano: il capitano e il suo vice sono russi, gli altri ucraini. Pochi mesi fa una
loro consegna non è andata per il
verso giusto. Il materiale che trasportavano,rotolidiferro,èstatorifiutato dal compratore perché considerato inadeguato, arrugginito. Il
ricevitore ha chiesto 265 mila euro
di danni per far fronte alla mancata
consegna; loro gliene hanno proposti in cambio 60 mila. Tra le due parti non c’è stato verso di raggiungere
un accordo. La situazione è precipitataquandol’armatoredellanave,la
Cassiopeia Shipping, è sparito, ha
tagliato i contatti con il resto del
mondo. Non si sono è fatto scrupoli
ad abbandonare l’equipaggio a migliaiadimigliadacasa,senzastipendio da tre mesi e con scorte di viveri
al lumicino.
La casella postale dell’armatore,
neanche a dirlo, si trova a St John’s,
capitale delle isole caraibiche di Antigua e Barbuda, totalmente irreperibile (sulla poppa della nave sventola una bandiera di “convenienza”
dell’isolottodiDominica).Oralanave riceve le visite della Stella Maris
diSavona,un’associazionechededica la propria missione all’accoglienza e all’assistenza dei marittimi in
transito nei porti italiani. Oggi alle
10arriveràunafornituradiviveri(la
quarta in un mese) ma, nel servizio
di assistenza, è anche compresa la
consegna di schede telefoniche, per
le telefonate a casa, e le messe a bordo, tenute da un cappellano. Ieri in
visita alla Cassiopeia sono intervenuti anche Francesco Di Fiore, sindacalista Fit Cisl e coordinatore Itf,
accompagnatodaStefanoStaderini,
avvocato della Fit marittimi (dello
studiodiEgistoCavallariaGenova).
Il loro obiettivo era incontrare
l’equipaggio per parlare di una possibile scappatoia da questa drammatica situazione. L’incontro è avvenuto a bordo, sotto coperta, in un
ambiente dal mobilio talmente desueto che sembrava di aver compiuto un balzo indietro nel tempo (la
nave è stata costruita in Germania
nel1981).Ilcapitanodellanave,Sergey Gribanov, un russo dai folti baffi
neri,eDiFioresisonoconfrontatiin
lingua inglese. Hanno stabilito che
la sola via percorribile per avere indietro gli stipendi previsti dal contratto e, soprattutto, per tornare a
URBANISTICA
È online
la cartografia
della città
SAVONA. Dal 24 aprile è nuovamente attiva, in versione completamente rinnovata, la piattaforma
interattiva per consultare, visualizzare e stampare la cartografia comunale, il sistema dei vincoli e la
pianificazione territoriale. La nuova piattaforma, realizzata su sistema “open source” consente di interrogare i dati territoriali a partire
dai dati catastali o dall’indirizzo.
Il link è attivabile sul sito istituzionale del Comune di Savona nelle
pagine dedicate al Settore Pianificazione Territoriale. Il sistema ,in
fase di perfezionamento, sarà presto arricchito con nuovi temi.
La consultazione è libera è gratuita.
Se l’Italia ratificasse
la convenzione
del 2006 in ogni porto
ci sarebbe un comitato
per le emergenze
TOMMASO DOTTA
SAVONA. Appuntamento in piazza
per celebrare la festa dei lavoratori e
sensibilizzare la cittadinanza sulle
problematiche connesse alla crisi occupazionale. Domani Cgil, Cisl e Uil
scenderanno in piazza anche a Savona. Il concentramento è previsto in
piazza Sisto IV alle 10, dove si terrà il
comizio di Danilo Barbi, segretario
confederale Cgil nazionale con delega alle politiche dello sviluppo. Al termine prenderà avvio il corteo per le
vie cittadine, al quale parteciperanno
come tradizione le bande cittadine
Forzano e Sant’Ambrogio. La manifestazione si concluderà in piazza Mameli, dove sarà deposta una corona al
Monumento ai caduti e contemporaneamente suonerà la campana.
FRANCESCO DI FIORE
sindacalista Fit Cisl
Il cargo batte la bandiera dell’isolotto di Dominica
IERI ALTRO SGOMBERO
casa, fosse richiedere il sequestro
della nave. Una volta ufficialmente
sequestrata, la Cassiopeia potrà esserevendutaeunapartedelricavato
andrebbe d’obbligo ai membri dell’equipaggio. Sarebbe una vera boccata d’ossigeno per loro che, a casa,
hanno famiglie che aspettano il loro
rientro e l’arrivo dei loro stipendi,
perpotercontinuareavivere.Mac’è
darisolvereancheilnododelviaggio
di ritorno che, per contratto, sarebbe a carico dell’armatore. Uno degli
ucraini è già riuscito a lasciare Savona, con un viaggio pagato dalla fami-
glia. Per gli altri sei invece bisogna
ancora aspettare. Non si può lasciare la nave incustodita fino a che non
arrival’autorizzazionedellaCapitaneriadiPorto.«Nonmenodiunmese - ammette Stefano Staderini -. È
una situazione complicata perché si
tratta di paesi fuori dall’Unione Europea. Servono i visti, che costano, e
bisognerà anche scortarli all’aeroporto». Non sarà facile, di questi
tempi, nemmeno vendere la nave.
PropriodifronteallaCassiopeia,comeunmonitodisventura,c’èall’ancora una nave dall’aspetto ancora
piùmalandato:laKomut.Sitrattadi
una vera e propria nave fantasma,
parcheggiata in porto a Savona da
ormai un anno. Era stata teatro di
una storia simile a quella della Cassiopeia ma, al momento della vendita, nessuno l’ha voluta. Ora però c’è
un problema più urgente da risolvere: tra una settimana la nave finisce
la sua scorta di carburante e l’equipaggio non sarà più in grado di vivere a bordo senza riscaldamento, luce, frigorifero, attrezzi da cucina.
«Se l’Italia avesse già ratificato la
convenzione internazionale Mlc
2006 – spiega Francesco Di Fiore –
in ogni porto esisterebbe per legge
un comitato di Welfare in grado di
fronteggiare le emergenze di tutti i
marittimi: mancanza di vivande, di
soldi per le telefonate, di carburante. Nella pratica, invece, ci pensano
solo la Stella Maris, l’Itf e la Capitaneria di Porto. Ora gli uomini della
Cassiopeia devono sperare di trovare qualcuno disposto, in questa settimana, a concedere loro un po’ di
gasolio, per far fronte alle immediate necessità».
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UN ALTRO CASO A POCHE DECINE DI METRI DALLA CASSIOPEIA
La Komut è ferma in porto da un anno
ma l’equipaggio ha fatto ritorno a casa
L’imbarcazione “fantasma” è da tempo in vendita, ma nessuno la vuole comprare
SAVONA. È all’ancora in porto a
Savona da ormai più di un anno.
Non ha un capitano, non ha un
equipaggio e i suoi motori sono
spenti e silenziosi. Si tratta di una
vera e propria nave fantasma, come quelle che si dice solcassero gli
oceani nelle leggende sui pirati.
Solo che la Komut, che batte bandieraturca,èunavittimadellacrisi
economica. Il suo equipaggio ha
vissuto una storia sfortunata, simile a quella che stanno passando
oggi i marinai della Cassiopeia: il
mercantile turco era ridotte in
condizioni talmente precarie che
non ne consentivano la navigazione.
L’armatore, sollecitato a sistemarla,sieratiratoindietro,abbandonando l’equipaggio al suo destinoealdubbioserestareotornarea
casa, con il rischio di procedimenti
disciplinari e denunce. All’inizio i
marittimi a bordo erano dieci poi,
con il tempo, qualcuno era riuscito
a rimpatriare ed erano rimasti in
tre, a lungo assistiti dalla Stella
Maris.Traimarinailatensioneera
alta, tanto che era anche scoppiata
una rissa a seguito della quale i feriti erano stati costretti a ricevere
le cure dei medici. Ora che sulla
Komut non è rimasta più anima viva,lamaledizionedellanavecontinua.
Nessuno la vuole comprare. E
non si parla di acquistarla per rimetterla in sesto e farla tornare a
solcare i mari (ipotesi ormai improbabile), ma nemmeno per
mandarla al macello e recuperare i
soldi della vendita del suo metallo.
«Il problema sono le dimensioni –
spiega Francesco Di Fiore, sindacalista Fit Cisl -. Sono venute a ve- La nave Komut
derla diverse persone interessate
al suo acquisto, per poi farla rottamare, ma se ne sono andati tutti a
testa bassa perché la nave gli era
apparsa troppo piccola per avere
unbuonmarginediguadagno,persino dalla sua demolizione. Ma è
una delle conseguenze di questa
crisi. Episodi come quello della
Komut o della Cassiopeia ci sono
sempre stati, in tutti i porti del
mondo.
Ma qualche anno fa nei porti
c’era un giro d’affari tale che i problemi si risolvevano più in fretta.
C’erano broker che si occupavano
proprio di acquistare e fare affari
con le navi abbandonate. Oggi invece si cerca solo di farle viaggiare
finchépossono,poilesilasciaalloro destino».
T. D.
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Ex Solimano,
trovato pirata
della strada
SAVONA. Uno al giorno. Ennesimo
blitz ieri mattina dei vigili urbani e
della polizia per sgomberare i bivacchi abusivi dagli ex cantieri Solimano di via Nizza, in vista degli imminenti lavori di ristrutturazione
decisi dalla proprietà (Fresia). Una
decina di persone, tutti stranieri, sono stati identificati e allontanati. Tra
di loro romeni, bulgari, tunisini e algerini. Uno di loro, un algerino di 36
anni, è stato riconosciuto da una vigilessa in base alla descrizione di un
motociclista che lo scorso 25 aprile
era stato investito proprio da lui prima di darsi alla fuga. L’incidente in
via Servettaz.
H.S. è stato denunciato per omissione di soccorso.
PIAZZA DEL POPOLO
Rubano cd
in un’auto:
arrestati
SAVONA. Stavano frugando nel
cruscotto dell’auto di un romeno
quando sono stati sorpresi dai poliziotti delle volanti che li hanno arrestati. Avevano forzato la portiera e stavano cercando di arraffare
monetine e cd. Teatro dell’episodio il parcheggio di piazza Del Popolo, domenica scorsa, dove sono
stati arrestato Gian Paolo Cau, 40
anni, e Roberto Bertone, trentenne, con l’accusa di furto aggravato
in concorso. Sono stati bloccati vicino all’auto. Uno dei due era ancora dentro che stava rovistando
tra i sedili. Processati ieri per direttissima hanno patteggiato 2 mesi e
60 euro di multa.
MARITTIMI. CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INDONESIA.
Continua il programma dei seminari formativi organizzati per i delegati sindacali per il personale non
comunitario imbarcato sulle navi da crociera. Come è noto ormai – ricorda il Cap. Remo Di Fiore, dirigente
nazionale della Fit Cisl per il settore marittimo - il 90 per cento dei marittimi, e quindi dei lavoratori nostri
associati in quella categoria, non sono di nazionalità comunitaria ma provengono da paesi tradizionalmente
fornitori di manodopera in particolare India, Filippine ed Indonesia.
Si tratta di grande progetto formativo sponsorizzato dalla Federazione Internazionale dei Trasporti Itf, dal
sindacato norvegese Nsu e dalla Fit Cisl; Ed è finalizzato al personale che opera sulle navi da crociera dato
che a livello mondiale i sindacati citati hanno sotto controllo tutte le navi. Importante - mette in luce però
Di Fiore - è tutta la parte rivolta alle donne componenti l’equipaggio, che sono in numero elevato sulle navi
da crociera.
Il programma dei seminari è molto articolato e parte dalla illustrazione del contratto crociere Nsu e Fit per
arrivare ad una illustrazione approfondita della nuova Convenzione Onu, Mlc, incluse le procedure di
reclamo. E per quanto attiene la partecipazione femminile vi è tutta una parte dedicata alla difesa da
molestie e vessazioni (harassment and bullying). A parte i contenuti contrattuali vi è anche un corso che
riguarda l’educazione per evitare il contagio hiv.
Per quanto attiene la Fit Cisl, il relatore sui vari argomenti, in particolare quello contrattuale ed Mlc, è il
coordinatore dell’Ispettorato Italiano Francesco di Fiore. Il Seminario si svolge dal 16 al 19 aprile presso il
Sanur Beach Hotel in Bali in Indonesia e sarà seguito da corsi similari nelle Filippine in India e nella zona dei
Caraibi.
Questi corsi/conferenza sono certamente diversi da quanto viene fatto dalla Federazione in altre aree
contrattuali ma logicamente per il comparto marittimo sono unici ed indispensabili, avendo presente la
nazionalità dei lavoratori che operano sulle navi. E ciò spiega anche l’attenzione che il Sindacato pone
all’istruzione comportamentale e sanitaria, visto che la nave altro non è che una città viaggiante che viene
“abitata” anche da 3000 persone , tutto sommato costrette a vivere in un ambiente molto ristretto.
FORMAZIONE INTERNAZIONALE DEI MARITTIMI. OBIETTIVO PRIMARIO PER FIT CISL
La Fit Cisl ha sotto contratto oltre il 60% di tutte le navi da crociera in servizio e quindi, in base alla Itf
Seafarers’ Charter (Carta dei diritti dei marittimi), ha la responsabilità di decine di migliaia di marittimi che
deve seguire, esserne agente contrattuale e formare. Per questo la Itf ha stabilito, assieme al sindacato
Norvegese Nsu e Fit –Cisl, di avviare un progetto di formazione per delegati a bordo.
Le nazionalità più numerose a bordo sono l’indonesiana, la filippina, l’indiana e quelle centro americane.
Pertanto da due anni la formazione è finalizzata a quelle nazionalità e naturalmente si svolge nei luoghi di
residenza dei marittimi.
Le società crocieristiche vengono informate per tempo in modo che possano fornire l’elenco del personale
in ferie in quella data località. Per quanto possa sembrare inconsueto, le compagnie hanno interesse ad
avere personale che conosca le procedure dei reclami (claims), i contenuti contrattuali, le norme igienico
sanitarie, come difendersi da bullying & harassment (molestie e vessazioni).
Con la nuova Convenzione Mlc 2006, il non rispetto delle regole può costare caro all’azienda. In genere
nelle grandi realtà il top Management è attento a tutte queste questioni, tanto è vero che a bordo delle
grandi navi esiste un responsabile risorse umane. Sono spesso i capitani di servizio di bordo con vecchia
mentalità a credere di essere tanto più bravi quanto più sfruttano i marittimi infrangendo le regole. Con
tutta la buona volontà delle parti, comunque, non tutto fila liscio. Bisogna pensare che la nave è una grande
comunità con anche 2000 persone di equipaggio e quindi è come una piccola città ove, per quanto ci si
sforzi, spesso le regole vengono infrante. Uno dei motivi che spinge le aziende a regolamentare l’attività dei
propri equipaggi in modo corretto è il timore che possa scattare una “class action” con esborsi di milioni di
dollari. In questi contesti vi sono moltissimi avvocati pronti a sostenere il marittimo a costo zero se l’azione
legale non va a buon fine.
Chiaramente le aziende cercano di contenere i costi, specie con la situazione di marcato odierno: ma lo
fanno in termini di negoziazione contrattuale e non con i soliti trucchi legati a formulazioni poco chiare,
come avviene sul versante nazionale.
I contratti Itf sono formati da non più di 30 – 40 articoli e sono formulati in modo chiaro per evitare
strumentalizzazione. Al contratto si allegano le procedure di claim ed il codice di condotta. Come già detto
tutto ciò non evita sempre il contenzioso ma certamente evita quello strumentale.
Con i presupposti sin qui enunciati la formazione è fondamentale e non è finalizzata prioritariamente a
raccogliere l’adesione al sindacato perchè, per quanto possa sembrare strano, il personale di cui parliamo,
dà per acquisita l’esistenza della Itf nelle sue diverse articolazioni nazionali. Sono spesso i marittimi a
meravigliarsi di non ricevere la tessera. L’anello debole della catena sono le agenzie nei paesi di
provenienza che lucrano nell’offrire imbarchi ai marittimi, pur ricevendo una contributo, “fee”,
dall’armatore per il lavoro che per lui debbono svolgere.
Quanto detto fa chiaramente intendere come la formazione che facciamo per i nostri equipaggi è più
concreta e pratica, di vero aiuto per il loro lavoro di tutti i giorni. Si forma il delegato non tanto perché
faccia poi proselitismo a favore di questo o quel sindacato ma perché dia risposte chiare sui contenuti
contrattuali. Perché affianchi il marittimo nel percorso delle procedure dei reclami a bordo o perché si
colleghi con l’ispettorato Itf.
Concludiamo riferendoci al seminario formativo ultimo tenutosi a Bali (Indonesia) dal 16 al 22 aprile e
forniamo alcuni dati. Al corso di base hanno partecipato 50 marittimi mentre al corso intermedio 40. I
delegati Fit Cisl sono stati 12 provenienti dalle società Aida, Disney e Princess. Il discorso di apertura del
seminario è stato tenuto dal Segretario Generale Itf uscente, David Cockroft e dal presidente del sindacato
marittimo indonesiano Kpi, Hanafy Rustandi. Gli argomenti trattati sono stati, illustrazione del Cba
(contratti di lavoro delle diverse società crocieristiche), Imo e Ilo, Mlc 2006, bullying & harassment, HIV
(presentato da una marittima indonesiana affetta dalla malattia), grievance e procedures, role play dei
partecipanti riguardanti gli argomenti affrontati.
La sera dell’ultimo giorno c’è stato un ricevimento per il personale e le loro famiglie. Durante i lavori ho
personalmente incontrato i genitori da un marittimo indonesiano morto per meningite su una nave Msc ai
quali anche attraverso al sensibilità sul caso del Fanimar ho potuto far avere un compenso extra per motivi
umanitari. Il fatto è stato ripreso dal giornale “Bali Post” che ha riportato i ringraziamento del Kpi, dei
familiari alla Fit Cisl per quanto fatto.
Il prossimo seminario si terrà nelle Filippine ed i successivi in India e nei Caraibi.
In definitiva, dunque, riteniamo che anche la specificità dei seminari formativi per il personale straniero
delle navi da crociera debba diventare patrimonio informativo della nostra Federazione per evitare che,
come per l’Ispettorato, una parte fondamentale delle attività internazionale rimanga sconosciuta, se non
sottovalutata non solo dall’opinione pubblica che segue le tematiche sociali, ma talvolta perfino dai colleghi
che seguono le altre articolazioni della attività sindacale.
Francesco Di Fiore