Sono lieto di poterle scrivere questa lettera, per
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Sono lieto di poterle scrivere questa lettera, per
Sono lieto di poterle scrivere questa lettera, per mia fortuna sono libero e le sto scrivendo da Roma, in questa lettera le racconterò la mia sventura, ma prima vorrei dirle che ho ricevuto una lettera in cui il capitano della galera mi informa che la vostra merce è giunta a destinazione. Dopo questa felice notizia, ecco la mia storia… Come voi sapete stavo seguendo la galera su una piccola caravella a distanza quando una nave pirata assalì me e i miei uomini e ci portò a bordo. Dei miei uomini non conosco la sorte, poiché non li rividi più, io fui rinchiuso in una cella illuminata da una fioca luce in cui da una piccola finestrella si vedeva quello che succedeva fuori. Restai in quella cella molti giorni in cui riuscii a scrivere la mia prima missiva. Un giorno ci imbattemmo in un’altra grande nave pirata, stemmo fermi per un po’, dal pontile venivano urla e schiamazzi e poi la nostra nave si allontanò leggermente dall’altra, ci fu un altro attimo di silenzio poi si sentì un gran botto e un altro e un altro ancora, di preciso non so perché ci stessimo bombardando ma due delle tre palle di cannone che sentii fecero affondare la nostra nave mentre l’altra se ne andò lentamente. Nella mia cella iniziò ad entrare acqua finché non finii in mare, mi attaccai a quello che rimaneva del pontile e cominciai a nuotare. Passarono molte ore prima che mi imbattessi in una piccola imbarcazione di pescatori, loro mi fecero salire a bordo e insieme a loro consumai su una piccola tavola un semplice e frugale pasto. Verso il tramonto l’imbarcazione attraccò ad Ostia, il porto di Roma dove io andai di corsa nella bottega del marito della nostra cara sorella defunta dove sto scrivendo questa lettera. posso con orgoglio confermarle che sono onorato che sia quel signore il marito di nostra sorella, in quanto la mia breve permanenza nella sua umile bottega è stata alquanto piacevole. Presto con una carovana trainata dai migliori due cavalli di Roma tornerò a Firenze contento di poter riabbracciare lei e la sua cara famiglia, ben felice che non ci sia stato bisogno di pagare alcun riscatto che sicuramente avrebbe influito sui nostri profitti. Il Vostro umile e rispettoso cugino Pagno di Lapo Franceschi