Bollettino AIDEF 5
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Bollettino AIDEF 5
ASSOCIAZIONE ITALIANA PORTATORI DI DEFIBRILLATORE ONLUS: Registro Regionale VR0755 del 06/08/2008 – Sede c/o Divisione Clinicizzata di Cardiologia, Ospedale Civile Maggiore, Piazzale Stefani 1, 37126 VERONA E-mail: [email protected] Fax: 045/8027307 (segreteria Cardiologia) Gennaio 2010 – numero 5 NOTIZIARIO VERONA - SALA MARANI – 29.10.2009 IL TUO CUORE NELLE TUE MANI (COME SORRIDERE AL FUTURO) PAG 2 GLI ESERCIZI CORRETTI PER STARE MEGLIO PAG 3 IL CUORE HA RAGIONI CHE LA RAGIONE NON CONOSCE PAG 4 MUOVERE LE GAMBE PER MIGLIORARE IL CUORE FARE TANTO E FATICARE … IL GIUSTO: L’incontro del 29 ottobre 2009 aveva per tema Il tuo cuore nelle tue mani (come sorridere al futuro). Le relazioni sono state svolte dal Professor Federico Schena, e dal Dottor Cantor Tarperi, della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona, e dal Dottor Giorgio Piubello, specialista in Andrologia. Con l’utilizzo di valutazioni strumentali si ottiene una indicazione sulla capacità di sforzo che una persona può sostenere e solo con l’allenamento è possibile aumentare progressivamente la capacità di sforzo. Il Presidente, Signor Brancaleoni, ha sottolineato come le tematiche affrontate intendono costituire l’inizio di un percorso sugli interventi che hanno la potenzialità di migliorare la qualità della vita del portatore di AICD. migliora l’aspetto della funzionalità metabolica; riduce la quantità di farmaci. L’attività fisica riduce il rischio cardiovascolare, in particolare il rischio di: diabete; eccesso di colesterolo; ipertensione arteriosa; obesità (in quanto con l’esercizio si spende energia) Per tutti coloro che non hanno potuto essere presenti, riportiamo non le singole relazioni, ma una sintesi delle informazioni e delle proposte emerse dall’ incontro. In conseguenza dell’attività fisica il muscolo rimane più tonico, aspetto importante specialmente per chi è in età avanzata e con problemi cardiaci. Nella vita di tutti i giorni si hanno molte possibilità di compiere movimenti, quali il camminare prolungato e con passo abbastanza svelto, senza fermarsi ad ogni vetrina, il fare progressivamente le scale (per chi può), l’andare in bicicletta: tutti questi movimenti diminuiranno il rischio cardiovascolare. Mentre non muovendosi, per paura del dolore o di non farcela si arriva alla sedentarietà e si va progressivamente verso la perdita di autonomia. Muovere le gambe per migliorare il cuore Il Professor Schena ha affrontato il tema dei benefici dell’attività fisica nel portatore di AICD. Perché dobbiamo fare attività fisica? In quale modo e con quale intensità? Innanzitutto sicuramente l’attività fisica fa bene a tutti, ma non può essere fatta dalle persone che hanno una malattia in fase acuta o in fase terminale. Diversamente, tutti gli altri possono svolgere attività fisica, con pochissimi svantaggi o rischi, sopra tutto in persone che hanno patologie cardiovascolari. L’applicazione pratica sta nel principio che l’attività venga effettuata in modo regolare. Nelle cardiopatie con manifestazioni di scompenso cardiaco è erroneo il pensare che sia meglio stare fermi inattivi, a riposo. Al contrario, se viene svolta una attività fisica corretta i vantaggi sono per: il cuore; le coronarie (i vasi che alimentano il cuore) la capacità polmonare. La capacità muscolare periferica. In quanti hanno patologie cardiovascolari, con l’attività fisica si: riduce la pressione arteriosa; migliora la condizione fisica; I rischi si possono correre quando gli esercizi non sono eseguiti in modo corretto, con attenzione. 2 scegliere gli esercizi opportuni e quali attrezzature utilizziamo. Ogni tipo di lavoro (esercizio fisico) ha i suoi vantaggi e svantaggi. Si può lavorare con tempo e carico costante o variandoli; si possono eseguire gli esercizi intervallandoli con fermo per il recupero delle forze (vedi le prove che si eseguono con il cicloergometro). Il lavoro con tempo e carico variato è forse il sistema migliore perché si riesce a lavorare di più e meglio. L’attività fisica più rischiosa è soprattutto quella eseguita saltuariamente, senza un allenamento adeguato, o all’opposto quando l’esercizio non è affaticante. Seguendo queste semplici regole, più ci si muove e meglio si sta. Fare tanto e faticare … il giusto: gli esercizi corretti per stare meglio Il Dottor Cantor Tarperi ha sviluppato ulteriormente il tema dell’attività fisica. Concetti fondamentali da tenere presente sono: gradualità nell’approccio all’esercizio, per poi arrivare al massimo ottimale; mantenimento e adeguamento nello stimolo. Il problema più importante per il cardiopatico è quello di voler cercare di diminuire un fattore di rischio, quale la sedentarietà. L’esercizio eseguito in maniera regolare dà gli effetti positivi precedentemente descritti, ma in più, aiuta ad acquisire una maggiore autostima, con un miglioramento dell’equilibrio oltre che nella qualità di vita. Per poter essere certi di una corretta esecuzione che effettivamente possa dare giovamento meglio sarebbe, avendone la possibilità, di farci seguire da persone preparate. In tal maniera possiamo avere la sicurezza che il risultato sarà positivo e cioè: aumento della forza muscolare; aumento della capacità respiratoria; aumento del carico di lavoro tollerato. Di contro, dobbiamo prendere in seria considerazione come la sedentarietà aggravi la malattia e la limitazione funzionale. E allora perché non considerare l’attività fisica al pari di un farmaco, con i suoi vantaggi, svantaggi ed effetti collaterali indesiderati? Come un farmaco, se assunto una sola volta può essere anche dannoso o non produrre alcun beneficio. Possiamo definire l’attività fisica in: aerobica e cardiovascolare ad esempio: il nuoto, la bicicletta, il camminare; contro resistenza e ipertrofica come il sollevamento pesi, perché è rivolta al sistema prevalentemente muscolare; di allungamento muscolare, cioè il tenere una posizione per un certo tempo. È importante per dare tonicità al muscolo e per migliorare l’attività cardiocircolatoria. di mobilità articolare. Sono esercizi che servono per sbloccare le articolazioni e renderle più elastiche. L’esercizio fisico ha da essere fatto almeno 3/5 volte la settimana e per una durata di 60 minuti, anche se non continuativi. L’intensità che serve per il loro svolgimento dovrà essere pari al 50/60% della capacità di sostenere lo sforzo del singolo individuo. Camminare fa bene, non costa niente, le articolazioni non ne risentono, mentre il rischio di infortuni è bassissimo. Anche la bicicletta fa bene, specie per chi è in sovrappeso, perché parte di esso viene scaricato sul sellino! Bisogna stare attenti nel dosare gli sforzi, soprattutto per i casi clinici particolari e nel 3 Ogni esercizio deve essere svolto con una certa intensità: essa è una misura del consumo dell’ossigeno nello svolgere l’esercizio fisico. Qual’è il limite di ognuno, o la soglia dello sforzo? Ci sono degli strumenti che possono valutare quello che ognuno riesce a fare. Moderata: i pazienti riescono talvolta ad ottenere e mantenere un’erezione adeguata ad avere rapporti sessuali Completa: i pazienti non riescono mai ad ottenere e mantenere un’erezione adeguata ad avere rapporti sessuali; È indubbio che per mantenere una valida funzione sessuale bisogna avere attenzione alla cura della salute, innanzi tutto con uno buono stile di vita (alimentazione, attività fisica aerobica, peso adeguato, attività sessuale regolare; astensione dal fumo ecc). Importante è l’allenamento per poter aumentare gradualmente la capacità operativa, quindi gli esercizi fisici più semplici e che pressoché tutti possono fare sono: il camminare un po’ più svelto; fare sempre più gradini di scale; portare un pochino di più di spesa. La normale funzione erettiva richiede una normale funzionalità neurologica, vascolare, ormonale e psichica., ed inoltre è necessario che ci sia anche una normale geometria del pene (ci possono essere delle malformazioni che impediscono la penetrazione). Inoltre è molto importante una buona relazione affettiva con il partner. E allora potremmo esclamare con soddisfazione: “Che bello, non ho più il fiatone, mi sento meno stanco! Evviva!” Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce L’erezione prende inizio dal cervello quando ad esso arrivano gli stimoli dagli organi sensoriali (tatto, olfatto, gusto, vista e odorato) e gli stimoli da fantasie e memorie eccitanti. La presenza di una normale concentrazione di testosterone (ormone prodotto dal testicolo che svolge un ruolo importantissimo nel generare il desiderio sessuale) è fondamentale ad una valida risposta erettiva. Successivamente da una struttura cerebrale denominata ipotalamo, partono sostanze neurotrasmettitrici che attraverso il midollo spinale raggiungono i centri sacrali erettivi. Dai centri sacrali partono i nervi che raggiungono il pene determinando a questo livello l’apertura delle arterie e il rilasciamento della muscolatura liscia e ottenendo in tal modo l’erezione. Il Dottor Giorgio Piubello, ha chiuso l’incontro parlando dei problemi della vita sessuale del cardiopatico. Per affrontare le problematiche dell’attività sessuale del cardiopatico occorre considerare che l’attività sessuale coinvolge sia l’aspetto fisico, muscolare, che il punto di vista emotivo di una persona. Il paziente cardiopatico è soggetto in misura maggiore dei suoi coetanei a disfunzione dell’erezione. La disfunzione erettiva non è una situazione rara per il maschio anche senza cardiopatia, infatti fra i 50 e i 60 anni di età la disfunzione erettiva colpisce il 13% della popolazione maschile, cioè in Italia si può stimare che coinvolga circa 3.000.000 di persone. Numerose sono le problematiche che ostacolano una buona erezione: cause vascolari (aterosclerosi e quindi chiusura delle arterie del pene) cause neurologiche (ad esempio traumi al midollo spinale, o interventi In funzione della gravità le disfunzioni erettive si possono classificare come: Lieve: i pazienti di solito riescono ad ottenere e mantenere un’erezione adeguata ad avere rapporti sessuali 4 conseguendone un parziale o mancata erezione, la quale lascerà ancora più insicuro l’uomo nel successivo tentativo di rapporto. E’ la reazione ansiosa, conscia o inconscia, ad agire in modo determinante “aggredendo” l’erezione, nei momenti più diversi del rapporto sessuale: se l’ansia è all’inizio: manca l’erezione se l’ansia compare nel corso: si perde l’erezione A seguito di un primo episodio di deficit erettivo si rinforzerà uno stato ansioso di tipo prestazionale, caratterizzato da: paura di insuccesso insicurezza sull’abilità sessuale perdita di autostima determinando conseguentemente: comportamento di controllo della funzione erettiva mancata attenzione verso le sensazioni di eccitamento e piacere senso di inadeguatezza Avremo alla fine un’ansia che è distruttiva nei confronti della sessualità, e che è evocata dalla sessualità stessa. che danneggiano i nervi che raggiungono il pene) cause endocrine (soprattutto la minor produzione di testosterone che avviene specialmente dopo i cinquanta anni, comunemente chiamata andropausa) cause internistiche quali insufficienza epatica o renale cause psichiatriche specialmente la depressione cause psicologiche ( difficile rapporto di coppia, ansia legata al rapporto sessuale) Si è molto parlato dell’influenza negativa di alcuni farmaci cardiovascolari sulla funzione sessuale, in particolare dei betabloccanti, così importanti nella terapia dello scompenso cardiaco. In realtà per i betabloccanti non c’è a tutt’oggi documentazione scientifica sul loro possibile effetto negativo. Sono invece soprattutto i farmaci diuretici quelli che possono influenzare negativamente la funzione sessuale. Una domanda importante è quella se l’attività sessuale costituisca un rischio, in particolare per l’infartuato o per il portatore di AICD,. Tra i possibili momenti scatenanti l’infarto del miocardio, vi sono studi che documentano come l’attività sessuale, contrariamente a timori diffusi, sia tra le cause più rare: meno del 2% dei casi! Per quanto riguarda l’AICD i pochi studi esistenti, anche in pazienti giovani e quindi si presume con attività sessuale frequente, non segnalano alcun intervento in corso di attività sessuale. L’età può essere una causa di disfunzione erettiva? Non necessariamente, perché un corretto stile di vita ed una buona attività fisica permettono di invecchiare bene e riescono a mantenere anche l’attività sessuale. Esiste una influenza negativa sulla erezione da parte degli stessi fattori di rischio che influenzano negativamente le patologie cardiache: obesità sedentarietà fumo alcool uso di droghe Qualora i problemi di disfunzione erettiva si presentino, è possibile ricorrere allo specialista andrologo. E’ importante valutare la disponibilità del paziente a far intervenire anche il partner al trattamento ed integrare i colloqui individuali con quelli di coppia. Lo specialista dovrà innanzitutto cercare di comprendere l’origine della disfunzione sessuale e successivamente spiegare l’efficacia e la sicurezza di una terapia Se invece analizziamo le cause psicologiche di disfunzione erettiva, possiamo dire in sintesi che lo stato emotivo che si accompagna all’approccio sessuale determina una superproduzione di adrenalina. L’adrenalina impedisce sia il rilasciamento della muscolatura liscia che l’apertura delle arterie del pene 5 aiutando a superare il disagio del paziente e del partner ad assumere un farmaco per la disfunzione erettiva. Dovrà spiegare in modo approfondito i rischi, i disturbi, i benefici attesi dalla terapia farmacologia, ed i costi delle terapie disponibili. In tal modo potrà rendere il paziente (e la partner) attivo nella scelta della terapia. che il Medico di famiglia devono essere informati degli altri farmaci che vengono assunti. Sono pochi, per la verità, i farmaci incompatibili, ma per essi esiste una incompatibilità assoluta con Viagra e similari, e l’assunzione congiunta può esporre a pericolo di vita. I farmaci per il trattamento della disfunzione erettiva mostrano una efficacia spesso (ma non sempre) visibile già alla prima assunzione. Occorre però capire che l’effetto sulla funzione erettiva non è “automatico” ma richiede comunque uno stimolo sessuale. I risultati del trattamento migliorano con la ripetizione della dose. I farmaci più efficaci nel trattamento della disfunzione erettiva sono gli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5, la famiglia di farmaci iniziata dal famoso Viagra. Tale famiglia include il sildenafil (Viagra) ma anche il tadalafil (Cialis) ed il vardenafil (Levitra). Sono farmaci efficaci, sicuri e collaudati, anche se purtroppo costosi. Si possono avere come effetti indesiderati: rossore al viso, lieve mal di testa , bruciore allo stomaco e dolori muscolari, ma nel complesso raramente e quasi sempre assai modesti. Non è segnalata un’incidenza aumentata di effetti collaterali gravi. Se la terapia orale non funziona, allora può essere adottata una terapia iniettiva nel pene a base di alprostadil (potente vasodilatatore), o anche l’impianto di una protesi peniena, che rappresenta un’alternativa valida per casi difficili, però è molto costosa. E’ importante ricordare che i farmaci per il trattamento della disfunzione erettiva non possono invece essere assunti se si usano nitrati, che sono farmaci usati per le patologie cardiologiche. Se si ritiene necessaria la prescrizione di un farmaco inibitore della 5-fosfodiesterasi, quindi, sia l’Andrologo, che il Cardiologo, Esiste sempre un’opportunità per restituire ad una persona una vita sessuale adeguata, anche quando coesistono malattie croniche importanti, se è motivata. Alla fine di tutto, ognuno di noi non ha nessun motivo per non ascoltare le ragioni del cuore A.I.DEF - c/o Divisione Clinicizzata di Cardiologia - Ospedale Civile Maggiore – P.le Stefani 1 - 37126 VERONA inviare un fax al numero 045/8027307, specificando A.I.DEF come destinatario inviare una mail a: [email protected] chiamare il Presidente Giancarlo Brancaleoni al numero 340/7066058 www.aidef.it 6