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12 AZIONE CATTOLICA 16 agosto 2009 A Fusine Val Romana dal 13 al 19 e dal 20 al 26 luglio i campi per i ragazzi dai 12 ai 14 anni provenienti da diverse parrocchie della diocesi I nostri campeggi estivi Divertimento, amicizia, crescita e fede S ono appena tornato a casa e con una voce roca, quasi spenta, saluto mio papà e lo abbraccio. Dopo una rapida doccia mi butto a dormire perché sono stanco morto. E’ domenica sera ed il campo è finito, forse. Il lunedì sono già in piedi e facendo un giretto per il paese rivedo alcuni dei ragazzi che ho portato su, che mi chiedono quando ci potremmo ritrovare ancora. Dopo questo episodio, con un po’ di nostalgia, accendo il computer e mi riguardo tutte le foto fatte al campo, ricordandomi i nomi, i volti, le attività, le emozioni di quei momenti. Ma ripartiamo dal principio. E’ con uno splendido lunedì di sole (e con la presenza/benedizione di Marco Pio Bravo) che inizia il campo 12/14 per ragazzi ed educatori di Acr a Fusine, nella casa dell’Immacolata di Portogruaro. Ma i ragazzi non sono soli. Con loro parte anche un altro ragazzo: Marco Genesio, meglio conosciuto come Gennix, che ci racconta la sua storia attraverso le pagine del suo diario e che, come i ragazzi, se n’è andato via di casa per divertirsi e per cercare la sua TRAMONTI Ovviamente l’avventura del campo è stata vissuta con tanti giochi, attività ed intensi momenti di celebrazione, tenute da Martino e don Loris. In questi momenti di riflessione e preghiera abbiamo avuto come punto di riferimento Pietro: simbolo dell’umanità, affamata di Dio ma piena di debolezze. Attraverso la figura di Pietro abbiamo potuto fissare gli insegnamenti e i messaggi ricevuti durante la settimana, fissando le parole chiave su una pietra (angolare), che ci ha accompagnato lungo il campo. Come educatore non posso non chiedermi quanto di questa settimana appena trascorsa sia rimasta ai ragazzi. Penso che le belle emozioni ci siano ancora nei loro cuori ma che presto si affievoliranno e passeranno. Ma sono sicuro che la Sua Parola, che abbiamo seminato in questo campo, ha già germogliato e che vedremo i frutti del Suo Vangelo crescere in noi, 35 splendidi ragazzi e 9 (+ don) meravigliosi educatori. Perché il mondo passa, ma Tu resti per sempre. Daniele Menolotto LA SCHEDA DEL CAMPO strada. Il suo sogno è quello di diventare una Star! I ragazzi seguiranno un percorso speculare a quello che farà Gennix: incontrerà il circo, ed allora dovrà tirar fuori tutte le sue abilità e doti (nascoste) per stupire i pagliacci addetti alla regia dello spettacolo circense, poi farà parte di una band che comporrà canzoni più o meno originali e scoprirà di poter andare oltre i propri pregiudizi, ed infine approderà in un reality show, l’Isola dei Penosi, dove dovrà sopravvivere secondo le regole del gioco, diventerà famoso e farà qualche amicizia "sbagliata". Con questi nuovi "amici", Gennix condurrà in TV una trasmissione satirica religiosa dove smonterà ideali e valori degli ospiti in studio, fino a che non verrà ripagato con la stessa moneta da uno strano ospite, don Filiberto, che lo provocherà a tal Capo Campo: Daniele Menolotto Assistente: don Loris Equipe di Campo: Sabrina Zanardo, Emanuele Gava e Silvia Piccin (Porcia), Sara Verardo, Anna Breda e Luca Mazzon (Tamai), Martino Della Bianca (S. Cuore), Daniele Menolotto e Paola Martin (Annone) Dove: Fusine Val Romana, casa Immacolata di Portogruaro Quando: dal 13 al 19 Luglio Parrocchie: Annone Veneto, Porcia, S. Cuore, Tamai Partecipanti: 35 ragazzi, 9 educatori e 1 assistente Tipo di campo: diocesano ACR 12-14 Direttore: Gianfranco Dal Cin Un piccolo faro per una grande luce ACIERRINI SPAZIALI Alla conquista dello spazio ...di ogni giorno "Complimenti!! Sei stato selezionato tra tanti ACieRrini SPAZIALI per partecipare alla settimana di addestramento presso la base spaziale di Tramonti. Buon Viaggio e in bocca al lupo. l’ENTE ACS." Questo è il messaggio che abbiamo ricevuto la mattina del lunedì, ed è così che siamo partiti, con la voglia di stupire, ma soprattutto scoprire chi era questo "ENTE ACS". Al nostro arrivo, abbiamo incontrato il direttore della base spaziale, che ci ha accolto, facendoci notare che la scelta non è stata casuale, noi eravamo "gli eletti", e in quanto tali dovevamo farci valere. Finalmente ha avuto inizio la nostra lunga settimana di "addestramento". Abbiamo imparato quali erano le regole di questa base, e le abbiamo rispettate, anche se con qualche piccolo sgarro. Ci siamo conosciuti e siamo diventati un vero gruppo, unito e pronto ad affrontare ogni sfida insieme. Ci siamo costruiti le nostre bombole e i caschi, abbiamo formato la navicella più spaziale dell’universo, senza dimenticarci dell’importanza della natura che ci circonda. Abbiamo pensato anche a noi stessi, alle nostre emozioni e ai nostri errori, anche perché non avremmo mai potuto conquistare lo spazio senza capire chi siamo e come ci comportiamo nei confronti degli altri. In tutto questo non ci siamo mai dimenticati della persona più importante, che ci ha aiutato ad andare avanti, ad affrontare i momenti più tristi; attraverso la figura di Pietro, abbiamo sempre sentito la presenza del nostro più grande AMICO Gesù, tutto ciò attraverso l’insostituibile aiuto di Don Massimo. Possiamo dire di aver "accontentato" l’ENTE ACS cioè l’ente Azione Cattolica Spaziale, e adesso siamo pronti per conquistare lo SPAZIO: la vita di ogni giorno, mettendo in pratica tutti gli insegnamenti di questa settimana, ricordandoci che il nostro più grande AMICO Gesù, è sempre accanto a noi. Un grazie enorme a tutti i bambini, sono stati la nostra gioia e la nostra forza e si sono messi in gioco con tutte le loro peculiarità. Un grazie di cuore anche a tutti quelli che hanno messo un po’ di se stessi per la buona riuscita di questo campo. Alice Colussi punto che Gennix capirà di aver sbagliato strada, chiederà scusa alle persone che ha ferito e riprenderà il giusto sentiero. Questa semplice storia, ambientata in un contesto moderno e vicino ai più giovani, nient’altro è che la trasposizione del Figliol Prodigo: un ragazzo in cerca di fama, sbaglia, si riprende, cerca il perdono e ringrazia per il dono dell’amore che ha ricevuto. C osa ci fa un faro a Fusine, uno dei posti più freddi d’Italia? Nell’immaginario comune esso si associa alle località marittime, ma a noi interessa in quanto punto di riferimento, diffusore di luce sia in senso pratico che metaforico. Ogni uomo infatti ha bisogno di un riferimento, di quella Parola (proprio con la P maiuscola) che possa guidarlo e illuminare le vie della sua vita. Ecco perché gridare "Non fanfaroni, ma fan del faro!", ossia lo slogan di questo campo che ha visto protagonista dal 20 al 26 luglio una banda di acierrini 9/11 provenienti da Chions, Fiume Veneto e Porcia supportati dai relativi educatori e dall’assistente don Roberto. La costruzione dell’opera ci è stata commissionata da Simone, giovane viaggiatore (e alter ego di San Pietro) che ha manifestato il desiderio di vedere un faro anche lì in mezzo ai monti, memore di quello che c’era nel suo pae- se natale. I lavori sono iniziati immediatamente, partendo dalla base e naturalmente dalla porta d’ingresso; non a caso il lunedì era dedicato alla reciproca accoglienza. Martedì abbiamo invece trattato il tema dell’ascolto, analizzando i motivi che ci allontanano dal giusto atteggiamento e abbiamo innalzato nel nostro faro il piano atto alle comunicazioni, in cui sono stati inseriti numerosi e potentissimi strumenti ideati dalla fantasia dei ragazzi. A metà settimana non si poteva certamente rinunciare alla camminata: i nostri eroi si sono cimentati con un percorso alla volta dei laghi stile Indiana Jones: un po’ di fatica l’abbiamo fatta; d’altronde per camminare dietro a Gesù e seguirne l’esempio, serve una certa tempra! Al giovedì abbiamo affrontato il servizio: i ragazzi si sono concretamente attivati per pulire i locali della casa che li stava ospitando, riflettendo così anche sul rispetto per il lavoro altrui e sull’importanza dei gesti spontanei a favore del prossimo. Nel pomeriggio il cantiere si è riaperto con la preparazione del piano per l’abitazione del guardiano. A quel punto mancava solo LA SCHEDA DEL CAMPO Periodo: 20-26 luglio 2009 Luogo: Fusine in ValRomana - Casa Immacolata Parrocchie: Chions, Fiume Veneto, Porcia Numeri: 44 ragazzi + 9 educatori Tipo di campo: diocesano ACR 9/11 Capocampo: Beatrice Paludet (Chions) Equipe educatori: Marilisa Calderan, Beatrice Paludet e Fabiana Zanier (Chions), Alex Coden e Alessandra Tamai (Fiume), Piergiorgio Basso, Francesco Plazzotta, Chiara Urban e Ilaria Zanardo (Porcia) Assistente: don Roberto Tondato Grazie a: i cuochi Antonio e Wilma, gli inservienti Marta, Nadia e Nicola, i custodi Renato e Giorgina, la direttrice Maria Elena l’elemento finale nonché fondamentale, cioè la luce. Infatti venerdì, giorno destinato al perdono e alle confessioni, tutto è stato completato: la vera luce che rischiara il buio (ossia i dubbi, le difficoltà, gli errori) è quella di colui che dall’alto veglia su di noi e ci ama indipendentemente dalle nostre debolezze. Come accade per tutte le opere di un certo rilievo, anche al nostro faro spettava un’inaugurazione ufficiale: sabato i ragazzi hanno allestito un piccolo spettacolo che potesse rappresentare il percorso della settimana, a mo’ di testimonianza. Uno spazio speciale va riservato al cerchio finale attorno al fuoco, perchè il momento è stato intenso: c’è chi ha ringraziato gli amici vecchi, quelli nuovi e giustamente il personale della casa, chi ha chiesto scusa perchè avrebbe potuto fare di più, chi ha sentito di aver vissuto in una grande famiglia, chi con occhi da adulto ha parlato di un passaggio del testimone ai più giovani, chi ha confessato di aver ricevuto tanto dalle persone conosciute, chi ha versato fiumi di lacrime perché il ritorno a casa era ormai vicino…tutto questo dimostra che nessuno ha vissuto la settimana in modo leggero e che anzi, in noi è maturata la consapevolezza di aver preso parte ad una splendida esperienza, che ha lasciato una profonda traccia e riscaldato molti cuori. Marilisa Calderan