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GIUSEPPE VICINO, IL GIGANTE BUONO
DEL CANOTTAGGIO: “BREXIT A RIO”
Napoletano, 23 anni, è il capovoga del 4 senza. L'equipaggio
campione del mondo punta a detronizzare i britannici che da
Sidney 2000 portano a casa l'oro olimpico.
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Giuseppe Vicino è un leader naturale. Lo si capisce da come parla, da come
È alla prima Olimpiade: cosa si aspetta?
Mi aspetto di trovare il mondo in un solo Paese, l’unione di tutti gli sport in un unico
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(S)VESTITI IN
SPIAGGIA...
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Rio de Janeiro tenterà il colpo grosso: sconfiggere la barca britannica che vince
l’oro, ininterrottamente, dai Giochi di Sidney 2000. La “sua” finale è in programma l’11
agosto alle 13,30.
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racconta la sua vita da canottiere. A 23 anni, il gigante napoletano (un metro e 95 per 92
chili) è capovoga dell’equipaggio italiano del 4 senza che alle Olimpiadi di
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posto. Alcuni compagni mi hanno raccontato le loro esperienze. Dicono che negli ultimi
300 metri di gara c’è un boato che ti stona e ti dà la carica per lo sprint finale: come se
fossi in uno stadio, con tutto il pubblico dalla tua parte.
Lei e il suo equipaggio (Matteo Castaldo, Matteo Lodo, Marco Di
Costanzo) siete campioni del mondo e andrete in Brasile da favoriti. È un
peso oppure un vantaggio?
Molti lo vedono come un peso, e in effetti dal punto di vista mediatico può esserlo: se hai
vinto il campionato mondiale tutti si aspettano l’oro, e già il secondo posto – che di per sé
sarebbe un ottimo risultato – diventa una delusione.
È scaramantico?
Molto. Infatti preferisco non dire qual è il vero obiettivo della spedizione…
Dove avete messo l’asticella?
Essere fra le sei barche che disputeranno la finale è obbligatorio: una volta arrivati lì,
vogliamo conquistare una medaglia. In questi quattro anni abbiamo sempre cercato di
migliorarci, ora ci siamo.
Chi sono gli avversari che temete di più?
La Gran Bretagna: da Sidney 2000, quando arrivarono primi con due decimi di
vantaggio sull’Italia, vincono sempre loro. I britannici possono vantare una tradizione
che non ha eguali. È vero che ai Mondiali li abbiamo battuti, ma si trattava di un altro
equipaggio.
Qual è il suo ruolo in barca?
Sono capovoga, il leader e la mente dell’equipaggio. I miei compiti sono dare il ritmo e far
rispettare la tattica che abbiamo deciso prima della gara. È importante avere sensibilità
Capita spesso di litigare coi compagni?
Durante i periodi di carico sei talmente sfinito che può nascere una discussione pure se il
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È molto diverso uno sport di squadra da uno individuale?
Beh, in una disciplina individuale c’è bisogno di più tenacia: sei solo, devi trovare le
motivazioni da solo. Nello sport di squadra, invece, si dividono oneri e onori: magari
siamo meno gratificati, ma anche più agevolati secondo me.
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nella remata, sentire la barca. Ed è anche fondamentale che gli altri membri
dell’equipaggio si fidino di me.
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compagno non ti passa l’acqua… E lo stesso accade quando la gara si sta avvicinando: più
è vicina più sale la tensione, vuoi essere perfetto in ogni dettaglio ma magari sei troppo
stanco. Noi canottieri, comunque, abbiamo questa particolarità: che i litigi cominciano e
finiscono in barca, appena scesi andiamo a berci una cosa insieme.
Come vi state allenando per i Giochi?
Nei periodi di carico facciamo otto ore al giorno fra barca, stretching, corsa, bici e pesi.
Nei periodi di scarico, un paio d’ore. Da ottobre siamo in ritiro: tre settimane tutti
insieme e una a casa. Negli ultimi due mesi, ho passato a Napoli appena due giorni…
Ha già pensato a cosa farà dopo Rio?
Si eleggerà un nuovo presidente federale e si ripartirà: il futuro dell’equipaggio
dipenderà molto dal risultato in Brasile. Ma di certo farò due o tre mesi di pausa per
sciogliere i nodi che nel frattempo si sono formati nel cervello.
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