IL CONTAGIO

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IL CONTAGIO
IL CONTAGIO
Un singolo pidocchio può facilmente passare da una testa all’altra. Questo rende assai difficile
circoscrivere l’infestazione. Nell’ambito di una comunità, trattare il singolo individuo infestato non basta,
giacché tutti gli altri membri della comunità corrono un elevato rischio di esserne contagiati e lo stesso
individuo all’origine del contagio, anche se trattato in un primo tempo con successo, può reinfestarsi
rapidamente. Per questo si raccomanda che il trattamento anti-pediculosi, in una popolazione, (soprattutto
scolastica), sia quanto più possibile universale e simultaneo.Ciò dovrebbe includere anche estensione del
trattamento ai familiari per evitare
il pericolo di reinfestazione.I pidocchi si muovono rapidamente, da testa a testa, quando se ne presenta
l’opportunità. Contrariamente a quanto si pensa, masse di capelli lunghi rendono meno agevole la
trasmissione della pediculosi, mentre i capelli corti la facilitano. Quindi anche se i capelli corti rendono
agevole l’individuazione della pediculosi, non rappresentano di per sé un’efficace misura di protezione.
I pidocchi sono più frequenti sulle teste dei bambini, che su quelle degli adulti e a tutte le età le donne e le
ragazze hanno più pidocchi di uomini e ragazzi. Questo non perché le femmine abitualmente portino i
capelli più lunghi degli uomini. (In Gran Bretagna la percentuale di femmine infestate nel 1973 è stata
notevolmente superiore a quella dei maschi, anche se questi spesso portavano i capelli più lunghi
Una ragione sta nel fatto che le donne sono
sono più spesso a contatto coi bambini ed
hanno di regola comportamenti più
espansivi dei maschi. Le ragioni per
cui gli uomini raramente sono infestati,
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possono ricondursi a due fattori.
Gli uomini adulti hanno molti più follicoli
vuoti nel cuoio capelluto e quindi meno ca-
pelli rispetto a donne e bambini
Poiché la vita del pidocchio dipende dalla sua capacità di restare aggrappato all’ospite, è chiaro che il
pidocchio preferisce capigliature molto folte e prive di follicoli vuoti. Inoltre sembra che ci sia nel sangue
maschile un ormone che riduce la capacità riproduttiva del pidocchio. E’ stato infatti verificato che una dieta
a base di sangue maschile produce pidocchi meno fecondi.
EVIDENZA DEL CONTAGIO
Le prime punture del pidocchio non sono avvertite, perché la saliva del pidocchio iniettata nel soggetto, oltre
ad avere proprietà anticoagulanti, ha anche proprietà anestetiche. Solo dopo alcune settimane di ripetute
punture, questa sostanza iniettata
determina nel soggetto un fenomeno di sensibilizzazione
allergica, che si manifesta sotto forma di intenso prurito
locale. Solo allora il soggetto avverte la presenza del
parassita. Una famiglia infestata per la prima volta sarà
inconsapevole di esserlo per diverse settimane. In media
l’infestazione riscontrata nelle aree urbane ha avuto inizio
3/4 mesi prima. Questo sì verifica solo nel caso di una
prima infestazione del soggetto.
In casi di reinfestazione invece sarà subito sensibile e
avvertirà il prurito fin dalla prima puntura. Quindi il
controllo visivo nei casi sospetti è il mezzo più sicuro per
diagnosticare precocemente l’infestazione.
CAUSE DELLA MORTE DEL PIDOCCHIO
In laboratorio la vita del pidocchio del capo è di 60 giorni. In natura pochissimi raggiungono questa età e un
pidocchio vive in media intorno ai 20/30 giorni.
In laboratorio le cause più frequenti di morte naturale includono: danni all’apparato nutritivo durante la
muta, rottura dell’intestino durante la nutrizione, (la sua voracità lo porta spesso a raddoppiare di dimensione
dopo ogni pasto), danni al meccanismo riproduttivo, « incollaggio permanente » della femmina al capello
tramite la sostanza che riveste le uova.
In natura, i problemi maggiori sono causati al pidocchio dalle reazioni dell’ospite. I pidocchi infatti, essendo
creature a breve ciclo, non hanno la capacità di far fronte a eventuali ferite nelle quali possono incorrere.
Se un pidocchio perde una zampa, questa non ricresce, come invece può accadere in altri insetti. Tale
incidente è molto comune e può verificarsi quando l’ospite si gratta o si pettina risultando inevitabilmente
fatale al pidocchio. La sola difesa del pidocchio è di attaccarsi fortemente al capello per evitare di essere
rimosso, ma in tal modo aumenta il rischio di riportare ferite.
STRUMENTI DI CONTROLLO
Uno dei mezzi più comuni di prevenzione della pediculosi è il pettine. Chi si pettina frequentemente e
accuratamente è raro che abbia i pidocchi. Anche in natura, gli animali in grado di grattarsi hanno meno
pidocchi di quelli che non possono farlo.Le campagne contro i pidocchi del capo dovrebbero
incoraggiare l’uso quotidiano
di pettini e spazzole.
Lavare con prodotti non
specifici produce solo dei
pidocchi più puliti.
Un pidocchio immerso nell’acqua
può resistere dei giorni senza
perdere la presa
(presumibilmente il suo
metabolismo diventa anaerobico).
L’IMPORTANZA DI DISTRUGGERE ANCHE LE UOVA
A questo punto è solo necessario mettere in evidenza il ruolo che i lendini svolgono,
nella duplice problematica del contagio e della reinfestazione. Come già detto nelle
3/4 settimane che vive allo stato adulto, il pidocchio depone circa 300 uova.
Queste, quando non sono ancora saldamente fissate al capello, possono facilmente
passare da una testa all’altra sia per contatto diretto che tramite un oggetto-veicolo,
alimentando così la diffusione
dell’infestazione.
E’ utile ricordare, a testimonianza
della resistenza delle uova,
che mentre il pidocchio non vive
allontanato dall’ospite, per più
di 48 ore, i lendini possono
sopravvivere oltre 10 giorni.
Inoltre, il rischio di reinfestazione è elevatissimo
quando i trattamenti in uso
non sono in grado di distruggere
anche tutte le uova. Da queste, infatti, nasceranno rapidamente altri pidocchi, vanificando così ogni sforzo di
controllo del problema, sia nell’individuo che nell’ambito familiare e sociale.