bandiera final fantasy
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Giugno 2016 Numero 23 EDITORIALE INDICE E REDAZIONE Testimonianza di una generazione che non vuole arrendersi - Pag. 3 Virus: come non parlare di scienza - Pag. 4 La buona (?) scuola - Pag. 6 Archetipologia della vita quotidiana - Pag. 7 Discussione quotdiana tra “braccio” e “mente” - Pag. 8 C’era una volta il cinema italiano - Pag. 10 Intervista agli Hermit - Pag. 11 Per chi ancora crede nella musica - Pag. 12 La fine o un nuovo inizio? - Pag. 14 La posta del cuore - Pag. 15 Questioni poetiche - Pag. 15 Oroscopo - Pag. 17 Giochi - Pag. 19 All’interno PUNTO DI FUGA, il nuovo inserto dei giornalini di Lussana, Mascheroni, Sarpi e Secco Suardo! DIRETTORE Filippo Oggionni SEGRETARIO Francesco Zatelli GRAFICA Francesco Zatelli Paolo Montevecchio REDATTORI Francesco Aliberti Tommaso Aresi Brian Arnoldi William Botter Giulia Burini Michele Bonomi Lorenzo Caldirola Daniele Colombo Anita Conti Gianluca Cornago Simone Gavazzi Leila Gervasoni Maria Alessandra Golino Silvia Grandi Mattia Guarnerio Nicolò Guarnieri Iris Locatelli Laura Macor Matteo Malvestiti Paolo Mangili Alfredo Marchetti Beatrice Marconi Francesco Marinoni Anna Marinoni Fabio Mauri Mirko Menni Leonardo Pedersoli Riccardo Pirovano Federica Ruggeri Battista Salvi Lorenzo Testa Federico Toller Tommaso Totaro Samuele Valentini RESPONSABILE SITO WEB Fabio Mauri In copertina: disegno di Margherita "Yoko" Finardi (account Instagram: https://instagram.com/yoko_doingthings). Testimonianza di una generazione che non vuole arrendersi Filippo Oggionni C ari lettori di Quinto Piano, abbiamo deciso di farvi un regalo: un nuovo formato, più moderno e più colorato. Nonostante l’attaccamento nostalgico al bianco e nero, tipico della stampa tradizionale, il direttore uscente si è lasciato convincere a sperimentare nuovi stili grafici che, oltre ad essere un modo innovativo per concludere il quarto anno di vita di Quinto Piano, può rappresentare uno “spunto”per la Redazione futura. E’ doveroso ringraziare il Prof. Avv. Ing. Dott. (nonché poeta e tuttologo) Alfredo Marchetti per aver spinto la redazione tutta a spendere le ultime forze nel rinnovamento del giornale; un ringraziamento speciale va soprattutto al segretario e grafico Francesco Zatelli, che ha sopportato – oltre ogni aspettativa – le vessanti richieste del sottoscritto per un anno intero. Nell’anno scolastico ormai agli sgoccioli, abbiamo pubblicato complessivamente 7 numeri (per un totale di 85 articoli), senza contare editoriali e poesie: probabilmente il Quinto Piano più costante e produttivo degli ultimi anni. Gli impegni scolastici (e non) sono sempre tanti e scrivere sul giornale della propria scuola costituisce per molti una vera e propria impresa, tra le scadenze da rispettare e il poco tempo a disposizione per l’elaborazione dei pezzi. Nonostante ciò, mi preme dire che la Redazione di quest’anno, a parte qualche défaillance finale, è sempre stata molto attiva e partecipe, attenta alle esigenze del giornale e sempre aperta al dibattito. Mi piace pensare che il gruppo di Quinto Piano, che si rinnova e si migliora di anno in anno, sia il simbolo di una generazione NUMERO 23 | Giugno 2016 che non si rassegna alle difficoltà del nostro Paese e alle insidie della modernità. La scuola è pesante, ma c’è qualcuno che non rinuncia al piacere di scrivere un pezzo su Quinto Piano, condividendo i propri pensieri, informando con giudizio i lettori e creando uno spazio di confronto su temi cari a noi studenti, futuri (ma anche attuali) cittadini del mondo. I piccoli sforzi perpetuati e i modesti risultati conseguiti dal nostro giornale devono rappresentare un motivo di vanto per la comunità del Liceo Lussana e un segnale per i nostri genitori, la generazione che, più di noi, sembra essersi persa in un mondo che tendiamo a distruggere, invece che a conservare. Chi ci legge tenga ben presente che a noi giovani, persino nel 2016, piace lottare per quello che riteniamo importante. Gli sforzi di chi quotidianamente cerca di migliorare il mondo nella dimensione particolare (si pensi alla scuola, per esempio, che negli ultimi anni è stata bersagliata dall’ignoranza di molti dirigenti e dalle insensate riforme ) e in quella più universale non sono vani: Quinto Piano ne è la prova. Una testimonianza modesta, ridotta e imperfetta, ma pur sempre una testimonianza della virtù (nel significato latino del termine) dei giovani in una società che vacilla. QUINTO PIANO | 3 ATTUALITÀ ATTUALITÀ versità San Raffaele erano la controparte pro-vaccini. In questo modo si ottiene una perfetta par condicio, più che giusta quando si confrontano politici, ma per nulla idonea per questioni scientifiche. Queste ultime, infatti, si basano su studi e ricerche svolti da esperti, corroborate da prove e dati, non su mere opinioni personali. Il fact checking, tanto di moda a Virus e visto da molti come una novità, è solo una rivisitazione del meccanismo di peer review, che regola fin dall’Ottocento la diffusione delle scoperte scientifiche, passate al vaglio da un comitato di esperti prima della pubblicazione. In questo modo si evita che si affermino posizioni senza fondamento oppure basate esclusivamente sulla reputazione degli autori dell’articolo, come accadeva quando vigeva l’aristotelismo (ipse dixit). Quindi, adottare un format politico per un tema scientifico è quanto di più deleterio si possa fare, dando al pubblico l’illusione di potersi creare una propria Virus: come non parlare di scienza opinione sul tema, quando in realtà l’evidenza scientifica è totalmente a favore dell’efficacia dei vaccini, dopo decenni di studi, ricerche e analisi. Infatti, il problema principale della divulgazione scientifica è far comprendere a tutti anche quelle scoperte che in apparenza vanno contro l’esperienza personale. Si pensi alla difficoltà nell’affermare concetti come l’eliocentrismo o l’evoluzione, avversati per decenni prima di una definitiva affermazione. Al contrario del passato, in cui il sapere scientifico era esclusivo di una minoranza, oggi chiunque può informarsi ed approfondire le proprie conoscenze, basandosi su fonti accreditate quali riviste scientifiche o saggi divulgativi, ma anche i festival scientifici come Bergamoscienza. In questo modo eviterà di incorrere in false speranze, deleterie non solo per se stessi, ma, come nel caso dei vaccini, per tutta la comunità. Federico Toller Storia di un tragico caso di pressapochismo. E sistono dei cult nella narrativa pseudoscientifica: omeopatia, vaccini causa di autismo, scie chimiche, caso stamina e tanti altri. Sono argomenti che fanno presa su un vasto pubblico poiché riguardano direttamente la nostra vita, la nostra salute, alimentando una paura diffusa. Fino a qualche mese fa questi temi erano esclusiva in TV di trasmissioni “divulgative” quali Mistero e Voyager, con qualche incursione delle Iene, ma oggi non più. Anche i talk show, onnipresenti tutte le sere della settimana, affrontano temi non strettamente politici, pur di rivitalizzare gli ascolti. Questo potrebbe essere un modo 4 | QUINTO PIANO per migliorare l’informazione, presentando in maniera chiara e attendibile questioni e temi altrimenti affrontati su mezzi poco abbordabili al grande pubblico, come le trattazioni specialistiche. Il caso della puntata di Virus su Rai 2 del 12 maggio scorso, però, dimostra come sia ancora lunga la strada da percorrere per avere un’informazione puntuale e accurata su temi molto sentiti quali alimentazione e medicina. La seconda parte del programma era dedicata ai vaccini, in particolare sulla legittimità di rendere i vaccini obbligatori. Gli ospiti erano Red Ronnie, un ex DJ radiofonico e conduttore, e l’attrice Eleonora Brigliadori per il fronte no-vaccini, mentre Maria Antonietta Coscioni, presidente di un’associazione per la ricerca scientifica, e il professore Roberto Burioni dell’Uni- NUMERO 23 | Giugno 2016 NUMERO 23 | Giugno 2016 QUINTO PIANO | 5 ATTUALITÀ QUOTIDIANITÀ Archetipologia della vita quotidiana Lorenzo Caldirola La buona (?) scuola T Giulia Burini Una riforma con numerose criticità: vogliamo davvero che la scuola diventi un’azienda? I l disegno di legge “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, anche noto come Buona Scuola, è stato presentato il 27 marzo 2015 alla Camera dei Deputati, e poi in aula con approvazione il 20 maggio 2015. Infine, nonostante numerosi scioperi, cortei e manifestazioni di docenti e professori, la riforma della scuola è diventata legge, approvata dal Senato con 277 voti favorevoli, 173 contrari e 4 astenuti. Essendo questa una riforma del luogo in cui spendiamo centinaia di ore, dovremmo saperne tutto a riguardo. Eppure uno studente medio alla domanda: “Quale riforme ha portato la Buona Scuola?” non sarebbe in grado di rispondere. Resami conto di ciò, ho deciso di andare a leggere questo famigerato decreto di legge. Ciò che subito mi ha colpito, oltre ai colori e il font utilizzato, come se l’aspetto fosse più importante del contenuto, è stato il lessico utilizzato: non più preside, ma dirigente, non più studenti, ma utenti, non più obiettivi educativi ma offerta formativa. L’intento di aziendalizzare la scuola pubblica è dunque noto fin da una prima lettura; una delle riforme di questa legge è infatti quello di rendere la scuola, istituzione pubblica, più simile ad un’azienda, che può accettare 6 | QUINTO PIANO donazioni da privati, stipulare convenzioni con soggetti esterni e partecipare a consorzi per acquisire beni e servizi. Inoltre, come in un’azienda i migliori lavoratori vengono retribuiti attraverso un sistema basato sul merito, così anche gli insegnanti più meritevoli saranno premiati attraverso incentivi economici. Ma al posto di creare ulteriori gerarchie e differenze all’interno del collegio docenti, non sarebbe stato meglio mirare a una scuola che al centro pone la cooperazione e l’educazione? Infine, per risolvere l’enorme problema della disoccupazione giovanile (che in Italia è di circa 37,9%) la riforma invita i docenti a educare gli studenti alla flessibilità, all’adattabilità, allo sviluppo non più di conoscenze ma di competenze, richieste nel mondo del lavoro. E per rafforzare l’apprendimento basato su esperienze concrete, rende obbligo lo svolgimento negli ultimi tre anni di liceo di 200 ore di alternanza scuola-lavoro. Dopo le riforme applicate alla scuola nell’ultimo decennio sembra dunque che si sia perso di vista il vero obiettivo di questa istituzione: trasmettere e tramandare la cultura italiana che tutto il mondo ci invidia; educare, formare, istruire giovani menti che saranno il futuro del Paese, in grado di riconoscere e rispettare i propri diritti e doveri. Ma dopo il totale fallimento del referendum del 17 aprile (circa 15 milioni di elettori, su 50 milioni aventi diritto), è evidente che la strada da compiere per raggiungere questi obiettivi è ancora molto in salita. NUMERO 23 | Giugno 2016 i sei mai reso conto che quando appena svegliato ti lavi la faccia non stai facendo altro che replicare un gesto vecchio migliaia di anni? Certo saranno cambiati i mezzi (lavabo e acqua corrente > pozza e acqua stagnante) ma non il profondo significato radicato in questa pratica. Si tratta sì di un atto di igiene fisica, ma soprattutto di igiene spirituale. Come l’abluzione rituale rende degni di rapportarsi col dio e il battesimo lava via il peccato originale, la toeletta mattutina ci ridesta dal sonno e ci permette di rinascere ogni volta: in questo senso l’acqua ha uno stretto legame col liquido amniotico. E questo è solo l’inizio, ogni piccolo gesto della quotidianità è riflesso di un rituale primordiale, prelogico, inconscio. Quando ti accendi una sigaretta ad esempio non vuoi solo rilassarti, vuoi purificare il tuo spirito (a danno dei tuoi polmoni) col fuoco sacro tanto caro a Vesta. Lo stesso accendino non è semplicemente l’oggetto più rubato tra amici (appena dopo le biro), ma la materializzazione finale del prometeico dominio sulla natura, l’espressione massima del potere dell’uomo di imprigionare i più sconvolgenti fenomeni naturali, la compressione in un contenitore di plastica della scintilla vita- NUMERO 23 | Giugno 2016 le. Quindi la prossima volta che sfoderi il tuo clipper pensa che hai per le mani una delle tensioni primogenite dell’umano e non solamente una leva buona per stappare una birra. Probabilmente dopo esserti lavato e aver fumato una sigaretta sarà ora di andare a scuola, magari in moto. Pensaci bene prima di salire sulla tua Vespa: quello non è un normale mezzo di trasporto, si tratta anzi di un veicolo violento, corsiero, le cui falcate oltrepassano la possibilità umana e il quale senso psicanalitico appare definito nella costellazione ippomorfa. Il motociclista è centauro, potente ma illogico (e vedendo certa gente per strada quest’affermazione è pienamente giustificata), incarnazione dello spirito dionisiaco che potendo alzarsi alle 7:30 e arrivare comunque a scuola in orario rappresenta fedelmente l’ϋbermensch. Se invece non hai una moto ma vieni a scuola in pullman, sappi che la tua categoria teriomorfa è ben diversa. Tu sei pesce (se c’è tanta gente sardina), uno come tanti, animale moltiplicato per eccellenza (vedi Gesù). Nella tua condizione di molteplicità è comunque mantenuta l’identità, non ti lasci travolgere dalla quotidianità, risali le fermate come un salmone la corrente e finalmente giungi a scuola QUINTO PIANO | 7 QUOTIDIANITÀ pronto a farti ingravidare dalla cultura, sperando che il prof sia un bravo maieuta. Sei elemento apollineo, impassibile sotto le cuffiette, armonico nella necessità degli orari, trasfigurazione esteticamente accettabile dell’orrore della vita dello studente. Finalmente una volta varcata la soglia dell’edificio ecco che ricevi Quinto Piano, QUOTIDIANITÀ archetipo per eccellenza, sublimazione massima dello scibile umano, tensione totalizzante volta alla perfezione e ti appresti a compiere il rituale assoluto, più purificante di ogni toeletta, più sacro di ogni sigaretta, più sovrumano di ogni viaggio in moto e più eroico di ogni tragitto in pullman: la lettura del giornalino durante le ore di lezione. Discussione quotidiana tra “braccio” e “mente” Riccardo Pirovano Un esempio di dialettica intraindividuale I O: Cervello, io non piaccio a te e tu non piaci a me, ma sono giunto alla conclusione che sia ora di riorganizzarsi e coalizzarci al fine di uscire a testa alta da questo maledettissimo quinto anno di Liceo. Tanta gente si aspetta un buon risultato da noi, a partire dai genitori, nonni, zii, amici, fin ad arrivare all’autista dell’autobus delle 7.11, che ogni giorno da cinque anni ci supporta moralmente con le sue battute sconce e razziste. So benissimo che siamo entrambi negati a 8 | QUINTO PIANO restare fedeli ai buoni propositi e sappiamo benissimo che i piani a lungo termine non fanno per noi. Perciò, inizia ad elencare gli avvenimenti prossimi che possono crearci problemi, ne risolveremo uno alla volta… Cervello: Direi che la prima e seconda prova sono una bella gatta da pelare. IO: Bene. Il tempo per riguardarci tutto il programma di italiano non lo abbiamo, siamo onesti. Come si sa, per il tema andremo di improvvisazione come al solito. Per cui, direi di puntare all’ambito storico/ sociale e sperare di essere colti, durante le sei interminabili ore di stesura, dal classico colpo di genio. Questo compito lo lascerei a te, dato che, a mischiare idee confuse e a NUMERO 23 | Giugno 2016 disporle in un discorso contorto ma dalla forma quasi gradevole, tu sei un maestro. Io mi occuperò della parte pratica, cioè muovere la bic su e giù per il foglio protocollo. Cervello: Un problema è andato. E per quanto riguarda matematica? IO: Per prima cosa prenderei l’eserciziario… Cervello: Buon inizio! E magari anche una biro e una risma di fogli già che ci sei! IO: Essere presi per il culo dal proprio cervello non aiuta, perciò TACI e collabora. Direi di iniziare da una prova di maturità dell’anno scorso… Ehi ma che diavolo stai facendo? Cervello: Faccio riaffiorare della musica di sottofondo. Preferisci la canzoncina del meteo di Sky o qualcosa di più trash? Consiglierei un Ruggero de Timidi remix. IO: Ma nessuna delle due! Solo silenzio religioso, GRAZIE. Pensa piuttosto a ricordarti quale fosse la formula dell’Hopital, che qui sto già andando in crisi con il primo quesito. Cervello: Dovrebbe essere qui da qualche parte… Negativo, è scomparsa. IO: Come scomparsa? Trovala immediatamente! A quanto pare serve anche per il secondo quesito. Se non la troviamo siamo nei casini: uno dei problemi sembra sia stato tradotto dall’aramaico antico, l’altro sono sicuro di risolverlo solo per metà. Dei quesiti salteremo a pie pari gli esercizi sulla probabilità e per quanto riguarda i differenziali non sappiamo nulla, perché durante la lezione eravamo entrambi ancora in coma psicofisico a causa della nottata trascorsa a festeggiare e bere birra in onore di Ranieri e del Leicester. Cervello: Che bella serata impregnata di ignoranza gratuita. Comunque la formula non la trovo; ero sicuro di averla lasciata tra i ricordi della lezione di Apuleio e NUMERO 23 | Giugno 2016 la lezione sul Dadaismo; ricordi che, a dirla tutta, non è che siano in un grandissimo stato neanche loro… IO: Bene. È confermato che anche quest’anno siamo nella merda fino al collo. Non ci resta che pregare il Santo Padre per una sua intercessione divina. Per sicurezza inizierei anche a venerare quella statua da giardino della vicina raffigurante il Buddha. Quel faccione ridente e sereno mi ispira fiducia. Cervello: Io proporrei una pausa di approvvigionamento. Che ne dici di un bel Toblerone formato aeroporto? Dovremo accontentarci di solo cioccolato questa volta, dato che mi sono ricordato solo ora che le piadine bolognesi sono terminate settimana scorsa. IO: La tua capacità di memoria mi stupisce ogni volta… Vorrà dire che anche oggi l’unico soddisfatto sarà lo stomaco. Stomaco: Come minimo, oserei dire. QUINTO PIANO | 9 C’era una volta il cinema italiano Brian Arnoldi Dove sta andando la settima arte tipica del Bel Paese? D opo la cerimonia di assegnazione dei David di Donatello, cui hanno trionfato Lo Chiamavano Jeeg Robot e Perfetti Sconosciuti, molte testate giornalistiche specializzate in ambito cinematografico hanno pubblicato articoli sulla “rinascita del cinema italiano”, su come i film di Mainetti e Genovesi siano i portabandiera di un rilancio della settima arte nostrana, la cui qualità si è andata via via abbassando negli ultimi anni. Ma è veramente così? Stiamo veramente assistendo al rilancio della produzione cinematografica italiana? Sì e no, perché se è vero che da parte di registi, attori e produttori si vede una grande voglia di diventare “internazionali”, uscendo dall’orticello della commedia all’italiana e tentando finalmente di fare cinema di genere, c’è anche da considerare che il pubblico italiano è restio ad andare al cinema, soprattutto a vedere un film che non faccia ridere. Ad eccezione di Jeeg Robot, che deve il suo successo, oltre che alla qualità, all’incredibile campagna di marketing operata da Lucky Red, film che non siano commedie fanno fatica ad imporsi al botteghino: le produzioni drammatiche italiane hanno 10 | QUINTO PIANO un riscontro di pubblico molto basso, arrivando a fatica a euguagliare i budget di produzione, mentre i film di genere fanno clamorosi flop al box-office (gli esempi più clamorosi, negli ultimi tempi, sono Tale Of Tales di Matteo Garrone e Game Therapy di Ryan Travis). Questo avviene principalmente per una ragione: la scarsa educazione cinematografica del pubblico. L’italiano medio, quello che va al cinema una volta l’anno a vedere i cinepanettoni di Boldi e De Sica o le becere commedie prive di arte sfornate da Zalone e Ruffini non ha un briciolo di conoscenza cinematografica, cosa che corrisponde spesso e volentieri a dei gusti cinematografici “rozzi”: fantasy e fantascienza vengono snobbati a prescindere (a meno che non siano il nuovo Star Wars), film drammatici, storici e biografici lasciano le sale letteralmente vuote, mentre la stragrande maggioranza degli italiani va a vedere gli action all’americana e le commedie. E così film di infima qualità, che di cinematografico hanno ben poco, fanno numeri da capogiro al botteghino: guardate gli incassi record di Quo Vado?, Fast And furious 7 e Cinquanta Sfumature di Grigio. Come possiamo quindi parlare di “Rinascimento cinematografico italiano”? È vero, il sistema produttivo è pronto a fare il salto di qualità, ma non lo è il pubblico. E, lo sappiamo bene, se il pubblico non cambia, non cambiano nemmeno i film. NUMERO 23 | Giugno 2016 THEMASK MASK THE CINEMA ZZ Editoriale Editoriale di diLuca LucaBaggi Baggi Scrivo un manifesto e non voglio niente, eppure certe cose le dico, Scrivo un manifesto e non voglio niente, eppure certe cose le dico, e sono per principio contro i manifesti, come del resto sono contro i e sono per principio contro i manifesti, come del resto sono contro i princìpi (misurini per il valore morale di qualunque frase). princìpi (misurini per il valore morale di qualunque frase). Tristan Tzara, Manifesto DADA, 1918 Tristan Tzara, Manifesto DADA, 1918 urigo, 1916. Nel pieno del primo conurigo, 1916. Nel pieno del primo conflitto mondiale l’attenzione dell’Euflitto mondiale l’attenzione dell’Europa si rivolge al Cabaret Voltaire, dove gli ropa si rivolge al Cabaret Voltaire, dove gli intellettuali di tutto il continente mettono in intellettuali di tutto il continente mettono in scena spettacoli e letture apparentemente scena spettacoli e letture apparentemente prive di significato. È DADA, dissacrazione del prive di significato. È DADA, dissacrazione del sistema di valori che ha prodotto le atrocità sistema di valori che ha prodotto le atrocità della guerra, in un unico susseguirsi di spondella guerra, in un unico susseguirsi di spontaneità e contraddizioni che prescinde dalla taneità e contraddizioni che prescinde dalla cultura, dall’educazione e dalla nazionalità. cultura, dall’educazione e dalla nazionalità. DADA è diversità e libertà, perché tutto e tutti DADA è diversità e libertà, perché tutto e tutti possono essere DADA e al contempo non espossono essere DADA e al contempo non esserlo: essere DADA significa gettare un nuovo serlo: essere DADA significa gettare un nuovo sguardo sul mondo. sguardo sul mondo. Le parole che ora tenete tra le mani si rifanLe parole che ora tenete tra le mani si rifanno a DADA proprio nella sua originalità, perno a DADA proprio nella sua originalità, perché rappresentano quattro giornali scolastici ché rappresentano quattro giornali scolastici – The Mask per il Mascheroni, Cassandra per – The Mask per il Mascheroni, Cassandra per il Sarpi, Quinto Piano per il Lussana e Mercury il Sarpi, Quinto Piano per il Lussana e Mercury per il Secco Suardo – che collaborano per reper il Secco Suardo – che collaborano per realizzare un progetto comune: il Punto di Fuga, alizzare un progetto comune: il Punto di Fuga, un nuovo orizzonte verso cui tutti gli sguardi un nuovo orizzonte verso cui tutti gli sguardi inevitabilmente si rivolgono. inevitabilmente si rivolgono. Punto di Fuga non è solo la prima collaPunto di Fuga non è solo la prima collaborazione, ma la risposta a una necessità: borazione, ma la risposta a una necessità: nonostante l’autonomia e le iniziative, per nonostante l’autonomia e le iniziative, per i giornali scolastici non è stato realmente i giornali scolastici non è stato realmente possibile fare vero giornalismo. A limitarli è possibile fare vero giornalismo. A limitarli è stato proprio il loro carattere contradditorio: stato proprio il loro carattere contradditorio: malgrado l’indipendenza dalla scuola sono malgrado l’indipendenza dalla scuola sono sempre stati associati alla scuola stessa, sia sempre stati associati alla scuola stessa, sia per quanto riguarda la loro immagine che per per quanto riguarda la loro immagine che per i temi che hanno affrontato. Punto di Fuga i temi che hanno affrontato. Punto di Fuga non è più un’intenzione, ma un’autentica dinon è più un’intenzione, ma un’autentica dichiarazione di intenti: fare domande. chiarazione di intenti: fare domande. La risposta di noi giovani giornalisti è tra La risposta di noi giovani giornalisti è tra le vostre mani: un breve inserto mensile e cole vostre mani: un breve inserto mensile e comune a tutti i giornali che si occupi davvero mune a tutti i giornali che si occupi davvero della scuola, svolgendo indagini tra più di della scuola, svolgendo indagini tra più di cinquemila studenti e soprattutto sviluppancinquemila studenti e soprattutto sviluppando inchieste sul rapporto tra le istituzioni e do inchieste sul rapporto tra le istituzioni e la scuola. In questo numero, ad esempio, pola scuola. In questo numero, ad esempio, potrete trovare le interviste a Emanuela Daffra, trete trovare le interviste a Emanuela Daffra, direttrice dell’Accademia Carrara, e a Niccolò direttrice dell’Accademia Carrara, e a Niccolò Carretta, Presidente della Commissione GioCarretta, Presidente della Commissione Giovani di Bergamo. vani di Bergamo. Punto di Fuga è confronto delle opinioni e Punto di Fuga è confronto delle opinioni e punto d’incontro di tante personalità. Questa punto d’incontro di tante personalità. Questa diversità, come per DADA, è «un urlo di codiversità, come per DADA, è «un urlo di colori intensi, groviglio degli opposti e di tutte lori intensi, groviglio degli opposti e di tutte le contraddizioni, del grottesco, delle inconle contraddizioni, del grottesco, delle incongruenze: VITA». gruenze: VITA». Editoriale Editoriale 11 CASSANDRA QUINTO PIANO Le politiche giovanili della città di Bergamo I giovani al lavoro per i giovani “B ergamo è una città morta.” È una frase che serpeggia negli ambienti giovanili bergamaschi: è opinione condivisa, infatti, che Bergamo non figuri tra le città universitarie (sì, Bergamo è stata dichiarata tale nel 2013) più dinamiche d’Italia. Anzi, alla vista di via XX settembre deserta o leggendo alcune lamentele dei residenti per la presenza di alcuni locali ritenuti “irrispettosi della quiete pubblica”, verrebbe da pensare che Bergamo sia una città retrograda e poco avvezza ai cambiamenti in favore del mondo giovanile. Tuttavia, in particolare negli ultimi dieci anni, c’è stato un cambio di passo tangibile su numerose questioni, grazie all’iniziativa dei giovani stessi e reso possibile dall’appoggio delle istituzioni bergamasche. Ma, nel concreto, cosa fa il Comune di Bergamo per incentivare le politiche giovanili? Per rispondere abbiamo parlato con Niccolò Carretta, consigliere comunale e presidente della Commissione Giovani, che spiega: «Il Consiglio Comunale dispone di una commissione speciale, composta da 9 consiglieri e da 3 relatori, che ha il preciso compito di rendere fertile il territorio di Bergamo per il pieno sviluppo delle attività giovanili. La Commissione Giovani, attraverso degli spazi di discussione aperti al pubblico, si occupa di redarre periodicamente un ordine del giorno da presentare in Consiglio Comunale. Finora – aggiunge Carret- 2 ta – tutti gli ordini del giorno presentati dalla Commissione sono stati approvati all’unanimità, segno che la scelta di accantonare le divergenze politiche a favore di una discussione più ampia sta maturando i suoi frutti.» Tra i temi affrontati di recente, alcuni esempi sono l’organizzazione di Spring Agora Bergamo (tenutasi dal 18 al 22 maggio) in collaborazione con AIGEE; le caratteristiche e potenzialità della Giovani Card; #diciotto, la festa dei neodiciottenni al Polaresco; la gestione e l’organizzazione degli spazi giovanili presenti in città. Quest’ultimo punto è stato ampiamente sviluppato dalla Commissione, che, dopo aver visitato gli spazi giovanili dei quartieri (Mafalda a Monterosso, Be around a S. Tomaso, Spazio aperto a Grumello…), ha proposto una riprogettazione del Polaresco, confermando la sua centralità per le politiche giovanili bergamasche, oltre a una possibile “tematizzazione” degli altri spazi gestiti direttamente dal Comune. «La Commissione Giovani – conclude Carretta – organizza anche delle consultazioni plenarie in cui chiunque può intervenire: gli ultimi “stati generali” si sono tenuti al Polaresco il 19 marzo scorso, in un workshop dedicato al ripensamento della struttura dello Spazio stesso. La scommessa è quella di considerare la vita dei giovani a 360 gradi e possiamo riuscirci solo coinvolgendo i giovani stessi.» Le politiche giovanili della città di Bergamo di Sara Latorre M ercoledì pomeriggio, piove sulle mie moderna. A proposito di modernità, la CarraConverse già fradice. Penso al dipinto ra ospita anche l’alternanza scuola-lavoro. di Raffaello che ho appena visto all’Accademia <<Ci è sembrato importante far conoscere il Carrara: racchiude tutti gli stilemi che abbia- museo come luogo di professionalità, perché mo studiato l’anno scorso. Eppure, nessun il mondo della cultura spesso non viene condocente ci ha portati a vederlo. C’è distacco siderato come tale. Abbiamo organizzato degli tra scuole e istituzioni culturali del territorio? incontri tra gli studenti e chi lavora nelle aree Se date un’occhiata al sito dell’Accademia, del “dietro le quinte” (storia dell’arte, comunidi Luca Baggi troverete diversi percorsi e laboratori tematici cazione, restauro…)>>, afferma la responsabile per le scuole. Mentre alcuni professori deci- dei Servizi Educativi, Silvia Mascheroni. Daffra Scrivo un manifesto voglio <<Per niente, eppure certe cose le dico, aggiunge: l’anno prossimo, pensiamo dono di approfondire le lezioni canoniche con e non sono per principio i manifesti, come sono contro i di inserire i ragazzi neidel variresto gruppi di lavoro>>. delle visite, altri ignoranoebellamente la possi- contro (misurini per il valore morale dida qualunque frase). L’Accademia sembra darsi fare, ma noi non bilità, persino quando a richiederlaprincìpi siamo noi fare il DADA, museo1918 per studenti. Non corriamo il rischio di vivere l’arte la frequentiamo. Tristan<<Cosa Tzara,deve Manifesto come qualcosa di meramente teorico? <<Tra interessarvi?>>. Questi professionisti chiedono giovani scolastici cosa vorrebbero un’istituzione. il libro urigo, e il museo grande e ai i giornali non è da stato realmente 1916.c’è Neluna pieno del distanza, primo concapitafare spesso. di unaAsala studio questa flitto è la ragion d’essere del secondo, luo- Non possibile vero Parlano giornalismo. limitarli è mondiale l’attenzione dell’Eucui poter fareilricerche, e ci esortano ad avango pensato per stabilire relazioni tra dove le opere stato proprio loro carattere contradditorio: ropa si rivolge al Cabaret Voltaire, gli in proposte nostre. Per una volta, abbiamo e il visitatore>>, la direttricemettono Emanuela malgrado l’indipendenza dalla scuola sono intellettuali di risponde tutto il continente in zare darci da alla farescuola per unstessa, luogo non Daffra. avvicinarvi all’arte anche se gli in- l’occasione sempre statidiassociati sia scena <<Per spettacoli e letture apparentemente di cultura, ma anche educazione segnanti non riescono a portarvi qui, abbiamo per quanto riguarda la lorodi immagine che alla per prive di significato. È DADA, dissacrazione del solo <<Il museo insegnaPunto il metodo del scelto di di mantenere l’ingresso per gli cittadinanza: i temi che hanno affrontato. di Fuga sistema valori chegratuito ha prodotto le atrocità l’osservazione>>, la direttrice. studenti delleinsuperiori. avete anche solo confronto non è più eun’intenzione, madice un’autentica didella guerra, un unico Se susseguirsi di sponsembranodicapacità che dei cittadini hanno dieci minuti liberi, potete entrare>>. Perdi il Mi chiarazione intenti: fare domande. taneità e contraddizioni che prescinde dalla di sviluppare, senza aspettare che bus? Vaidall’educazione da Mantegna. Dae aulico a popolare, il dovere La risposta di noi giovani giornalisti è sia tra cultura, dalla nazionalità. a spingerli. ilDADA museo torna alla sua visione originaria ma la le scuola vostre mani: un breve inserto mensile e coè diversità e libertà, perché tutto e tutti possono essere DADA e al contempo non es- mune a tutti i giornali che si occupi davvero serlo: essere DADA significa gettare un nuovo della scuola, svolgendo indagini tra più di cinquemila studenti e soprattutto sviluppansguardo sul mondo. Le parole che ora tenete tra le mani si rifan- do inchieste sul rapporto tra le istituzioni e no a DADA proprio nella sua originalità, per- la scuola. In questo numero, ad esempio, poché rappresentano quattro giornali scolastici trete trovare le interviste a Emanuela Daffra, – The Mask per il Mascheroni, Cassandra per direttrice dell’Accademia Carrara, e a Niccolò il Sarpi, Quinto Piano per il Lussana e Mercury Carretta, Presidente della Commissione Gioper il Secco Suardo – che collaborano per re- vani di Bergamo. Punto di Fuga è confronto delle opinioni e alizzare un progetto comune: il Punto di Fuga, un nuovo orizzonte verso cui tutti gli sguardi punto d’incontro di tante personalità. Questa diversità, come per DADA, è «un urlo di coinevitabilmente si rivolgono. Punto di Fuga non è solo la prima colla- lori intensi, groviglio degli opposti e di tutte borazione, ma la risposta a una necessità: le contraddizioni, del grottesco, delle inconnonostante l’autonomia e le iniziative, per gruenze: VITA». THE MASK di Filippo Oggionni Accademia Carrara: tocca a noi Editoriale Z Accademia Carrara: tocca a noi Editoriale 13 MERCURY MERCURY Il diritto nella scuola di di Marta Marta Mazzola Mazzola S S tudiare Diritto è molto importante tudiare Diritto è molto importante per un individuo perché attraverso per un individuo perché attraverso questo studio la persona può venire a conoquesto studio la persona può venire a conoscenza e acquisire la competenza dei suoi scenza e acquisire la competenza dei suoi diritti e doveri di cittadino all’interno di uno diritti e doveri di cittadino all’interno di uno Stato. Le leggi e la Costituzione sono dei Stato. Le leggi e la Costituzione sono dei punti saldi affinché il cittadino rispettandopunti saldi affinché il cittadino rispettandoli impari a vivere nel rispetto degli altri e di li impari a vivere nel rispetto degli altri e di ciò che lo circonda. ciò che lo circonda. L’individuo, oltre ad essere oggetto del L’individuo, oltre ad essere oggetto del diritto, è anche soggetto in quanto è chiadiritto, è anche soggetto in quanto è chiamato in prima persona ad agire nel rispetto mato in prima persona ad agire nel rispetto delle regole di convivenza tra più persone. delle regole di convivenza tra più persone. Solo in questo modo l’organizzazione delSolo in questo modo l’organizzazione della collettività sociale potrà raggiungere un la collettività sociale potrà raggiungere un buon livello così da creare benessere per buon livello così da creare benessere per ogni singolo cittadino. ogni singolo cittadino. Nella Raccomandazione del 18 dicembre Nella Raccomandazione del 18 dicembre 2006 del Parlamento Europeo e del Consi2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa si fa riferimento alla necessità glio d’Europa si fa riferimento alla necessità di assicurare agli studenti degli Stati dell’UE di assicurare agli studenti degli Stati dell’UE le competenze chiave di cittadinanza. le competenze chiave di cittadinanza. 4 4 Il Il diritto diritto nella nella scuola scuola L’Italia è l’unico Paese dell’UE che ha L’Italia è l’unico Paese dell’UE che ha eliminato, nell’ambito del riordino Gelmini eliminato, nell’ambito del riordino Gelmini di Tecnici, Professionali e Licei, lo studio di Tecnici, Professionali e Licei, lo studio del Diritto e dell’Economia nella quasi totadel Diritto e dell’Economia nella quasi totalità delle scuole superiori non rispettando lità delle scuole superiori non rispettando quanto proposto a livello Europeo. quanto proposto a livello Europeo. A fronte di questa scelta per molti proA fronte di questa scelta per molti professori e alunni ridurre le ore di questa mafessori e alunni ridurre le ore di questa materia porta ad una poca sensibilizzazione teria porta ad una poca sensibilizzazione verso il diritto e tutto ciò che esso racchiuverso il diritto e tutto ciò che esso racchiude. de. Le conseguenze di ciò si sviluppano su Le conseguenze di ciò si sviluppano su diversi fronti: portare al licenziamento di diversi fronti: portare al licenziamento di docenti formati in questa materia e creare docenti formati in questa materia e creare poco interesse verso lo studio del Dritto con poco interesse verso lo studio del Dritto con effetto sulle iscrizioni nelle facoltà di Giurieffetto sulle iscrizioni nelle facoltà di Giurisprudenza. sprudenza. Ma se è vero che la scuola deve formare Ma se è vero che la scuola deve formare cittadini competenti e attivi all’interno delcittadini competenti e attivi all’interno della società, con questa scelta lo Stato limita la società, con questa scelta lo Stato limita la scuola nello svolgere la sua funzione in la scuola nello svolgere la sua funzione in maniera completa. maniera completa. MUSICA Intervista agli Hermit Tommaso Aresi P aolo, sei il bassista (nonché manager) degli Hermit, ex Kingshouters, con i quali avete avuto numerose soddisfazioni – vittoria a Nuovi Suoni Live, Mtv New Generation –, ma ora avete abbandonato i ritmi indie e appeso le chitarre al muro. Voi Hermit ormai siete una band che ha un pubblico più vasto di amici e conoscenti, come riuscite a comunicare con il vostro pubblico? L’importante è comunicare ciò che veramente si fa e si pensa: la naturalezza del pensiero è ciò che genera valore nel messaggio. Abbiamo di recente cambiato genere musicale, cosa che ci rappresenta meglio. Ora mi piacerebbe coinvolgere il pubblico in un viaggio e vederli ondeggiare e ballare. Il linguaggio cambia a seconda del mezzo, oppure lasciate che sia la musica a trasmettere il vostro messaggio? Certamente bisogna adattare la comunicazione a seconda del canale di trasmissione. Il punto di partenza rimane però solido: il messaggio - in questo caso le canzoni che componiamo - sono ciò che ci rappresenta e diventano la base della comunicazione che si declina poi a seconda del mezzo utilizzato. Avete un messaggio che volete condividere o uno stato d’animo che vi spinge a comporre? Ti parlo da co-compositore della parte strumentale e non da autore, parte affidata a Bob. Sicuramente il messaggio più forte viene dato dalle lyrics poiché le parole come ben sappiamo definiscono in maniera precisa il messaggio e il tema della canzone. A tutto questo si lega la parte strumentale che deve essere coerente con il testo ma potenzialmente potrebbe essere anche in contrasto. I temi che escono da ogni canzone sono diversi e vari, molto spesso influenzati da una esperienza vis- NUMERO 23 | Giugno 2016 suta o da un’emozione provata La condivisione delle vostre emozioni e delle vostre idee si concretizza anche in un guadagno materiale: quanto è importante l’effettivo guadagno rispetto alla condivisione? È la condivisione il vero guadagno. Poi certamente bisogna pensare anche a vivere, ma di nuovo non potresti guadagnare se prima non c’è stata una condivisione. La mercificazione dei sentimenti non li “corrompe”? Alla lunga io credo di sì. Penso magari a un gruppo già affermato che per andare avanti con la propria carriera devo continuare a comporre nuove canzoni. E se l’ispirazione mancasse proprio nel momento della creazione, dovrebbe comunque fare il proprio lavoro rischiando di rendere tutto più impersonale. E si vede. Un musicista professionista può sentirsi libero di scrivere quello che sente senza vincoli di pubblico o guadagno, oppure deve fare i conti su quello che il pubblico vuole? L’integrità artistica credo venga prima di ogni cosa. Se qualcuno ha un’anima compositiva più reggaeton o commerciale (che devo ancora comprendere se esiste) è giusto che persegua quella strada, come la stessa cosa deve fare un autore che si identifica in un genere più di nicchia. Chi fa strada è chi esprime se stesso e viene percepito in modo positivo dal pubblico: partire dai gusti del pubblico non porta a nulla. L’appartenenza ad un’etichetta influenza il vostro lavoro? Te lo dico da persona che in un’etichetta ci lavora: l’etichetta ti apre le porte alla pubblicazione dei tuoi lavori e ti dà il gain necessario, ma ciò che rende grande e unico il progetto è solo la tua musica. QUINTO PIANO | 11 MUSICA MUSICA Per chi ancora crede nella musica Francesco Marinoni S pesso si sente dire che “non c’è più la musica di una volta”, che “i giovani non sanno più apprezzare altro che non sia prodotto da un sintetizzatore”, che “le discoteche hanno sostituito i concerti” e altre variazioni sul tema. In parte forse tutto questo è vero, ma spesso rifugiandosi dietro a questi facili luoghi comuni non si dà spazio nemmeno a quello che di buono ha ancora da offrire il panorama musicale odierno. In particolare, vorrei parlarvi di un gruppo che è attivo proprio nella nostra provincia: i Pinguini Tattici Nucleari. Il nome è la prima cosa che colpisce di 12 | QUINTO PIANO questa band di giovani bergamaschi: per quanto appaia a prima vista completamente privo di senso, non è frutto di un qualche fantasioso delirio onirico, bensì preso e tradotto dal nome di una rara birra prodotta dalla Brewdog, denominata appunto “Tactical Nuclear Penguin”. La sua caratteristica principale è quella di essere una delle birre più alcoliche in circolazione, dato che raggiunge una gradazione di ben 32°. Andando oltre il nome, la prima impressione che spesso si ha ascoltando per la prima volta una loro canzone è quella di un’accozzaglia di parole messe a caso, NUMERO 23 | Giugno 2016 completamente prive di senso (o almeno, questa è stata la mia). Tuttavia, provando a superare questo impatto iniziale, si scopre che questi Pinguini Tattici innanzitutto sanno cosa vuol dire suonare, interpretando anche generi molto diversi fra loro. Se infatti le loro prime canzoni (praticamente sconosciute, sono reperibili solamente su Youtube) hanno un taglio decisamente metal, i loro ultimi prodotti spaziano fino allo swing e al reggae, dimostrando una notevole capacità di adattarsi a vari modi di suonare da parte dei musicisti. Ma se la musica è di alta qualità, i testi non sono certamente da meno. Come ho detto, al primo ascolto molte canzoni appaiono decisamente nonsense (e alcune, come confermano gli stessi Pinguini, lo sono effettivamente), ma se si presta una maggiore attenzione si scoprono parole tutt’altro che casuali, che riflettono anche su questioni serie. Un esempio lampante è “Cancelleria”, che racconta di una società popolata da biro, matite, gomme dove si instaura una dittatura che porta allo sterminio totale delle matite: una brillante metafora della nascita di molti regimi. Tuttavia non si possono certo definire i Pinguini come un gruppo “impegnato”, a mio parere. Anzi, ciò che li contraddistingue è proprio la costante presenza di un velo di ironia e di comicità a coprire tematiche che di comico hanno poco. “Jack il melo drammatico”, per esempio, è una storia d’amore struggente che ha come protagonisti due alberi, che viene NUMERO 23 | Giugno 2016 dissacrata con parole come “la mia unica compagnia sono i cani che pisciano sopra il mio tronco gonfio d’ardore”. O ancora, “La strategia della tenzone”, una sorta di inno dedicato ai “brutti” che non hanno fortuna in amore, destinati ad estinguersi proprio a causa dei travagli del cuore. Esattamente come accadde ai dinosauri che, notoriamente, non si erano accorti della caduta degli asteroidi perché troppo impegnati ad ascoltare dischi di Lucio Battisti. Ma il vero punto forte dei Pinguini Tattici Nucleari sono forse le esibizioni dal vivo, animate da sempre più persone man mano che il gruppo acquista notorietà. Le performance non lasciano mai insoddisfatti: fra poghi e balli scatenati si assiste sempre a un bello spettacolo. Inoltre, essendo il gruppo in collaborazione fissa con un fonico di fiducia (Marco Ravelli, che, come sempre viene ricordato, è single), ai loro concerti i suoni sono sempre perfettamente calibrati per esprimere al meglio le sonorità dei vari strumenti al momento giusto, mettendo ulteriormente in luce le abilità di chi li suona. Insomma, penso di avervi fornito abbastanza motivi per provare ad ascoltare, se non l’avete già fatto, i Pinguini Tattici Nucleari. Se sono riuscito a convincervi fiondatevi su Youtube, dove troverete la maggior parte delle canzoni dei loro 2 album (“Il re è nudo” e “Diamo un calcio all’aldilà”). O, meglio ancora, andate a un loro concerto: non ve ne pentirete. QUINTO PIANO | 13 LUSSANA LUSSANA La fine o un nuovo inizio? Silvia Grandi I l mese di maggio svanisce alle nostre spalle come un denso e scuro nuvolone carico di nervosismo, agitazione e mattinate di fuoco trascorse seduti, trattenuti contro la nostra volontà, con estrema fatica, sulle sedie roventi, arse anche dal sole primaverile, cercando valorosamente di sopravvivere alla vista di quell’orologio appeso sopra la lavagna che è sempre più rumoroso nel suo ticchettio. Tic-tac, tictac, tic-tac. Segna il tempo e i nostri respiri affannosi, accompagna i battiti frenetici del nostro cuore. E no, non siamo detenuti rinchiusi in una prigione federale o in una stanza della tortura in cui ci vengono estorte verità inconfessabili, siamo messi molto peggio. Siamo lussaniani alla fine dell’anno scolastico. Gli ultimi giorni che ci separano dalle vacanze scorrono a rilento. Noi contiamo i secondi, i minuti, calcoliamo attentamente le medie, le ore di studio prima dell’ultima interrogazione o verifica e della Stralussana, che segna la fine, l’ultima enorme fatica (per chi ci va a piedi) prima di giungere alla vetta, prima di lasciarci cadere spensierati e felici tra le braccia accoglienti dell’ultimo giorno. Il sole splende e scalda, dopo infinite giornate nere e piogge perenni nel fine settimana, e il caldo inizia a invadere la nostra città. Ci prepariamo agli occhiali da sole perennemente addosso, a scoprire le nostre gambe lasciate imprigionate dentro a quei pantaloni troppo stretti, alle battaglie di gavettoni e ai giorni passati in piscina, in costume, a cercare di scampare all’afa estiva. Sul viso di alcuni maturandi è stata avvi- 14 | QUINTO PIANO stata una lacrima ma loro sono pronti a giurare che era soltanto disperazione per l’esame incombente. Tutti gli altri avranno presto un sorriso ebete stampato in faccia, come quello svagato degli innamorati: sentiamo che finalmente sta arrivando l’ultima campanella, che segna con prepotenza la fine delle nostre fatiche, che ci fa emigrare, come in un esodo, fuori dai cancelli. E’ il dolce suono che annuncia che il tempo è finalmente tornato nostro, tutto nostro, completamente nostro. Con l’estate riconquistiamo il diritto di svegliarci quando il nostro cervello ce lo comanda e non, controvoglia, con quell’allarme, peggio di una sirena assordante, impostata all’alba. Riconquistiamo il diritto di andare a letto quando le gambe non ci reggono più e sì, a volte anche all’orario in cui quotidianamente ci alzavamo, alle prime luci del mattino. E poi viaggiare, attraversare la Penisola da nord a sud, da est a ovest, volare verso paesi lontani, partire oggi, partire domani, fare e disfare zaini e tende e valigie e camere d’albergo. Senza dimenticare che ciò che conta davvero non è la meta che abbiamo scelto ma le persone che incontreremo, le esperienze che faremo, i sogni che realizzeremo o che nasceranno in noi. La vita è un viaggio che non ci lascia mai sazi, vogliamo conoscere di più, sempre di più. E abbiamo continuamente sete dell’infinito, sete di noi stessi, di quello che realmente siamo. Andare, tornare, partire, fuggire, restare. Questi siamo noi, sempre in lotta con noi stessi e con un mondo che non ci basta mai. E viaggiamo per trovar- NUMERO 23 | Giugno 2016 lo, per trovarci e la meta non è altro che un’immagine lontana, sempre distante, sempre “più in là”. Ma non arrendetevi, miei lussaniani, abbiate il coraggio di continuare e di sognare. E, in quest’estate che speriamo sia infinita, correte alla ricerca del tutto e del niente. E preparatevi al prossimo anno. È in estate, come in un’epocale battaglia, che ci si prepara attivamente all’anno successivo, che si avvicina inesorabile, oppure è durante l’anno che vegetiamo in attesa della vita vera delle vacanze? La risposta sta a voi, forse prima che spegniate definitivamente il cervello… BUONA ESTATE A TUTTI VOI! La posta del cuore A cura di Alfredo Marchetti e Francesco Marinoni A grande richiesta (?) torna la posta del cuore, rubrica neonata che spera di poter lenire le ferite dei vostri cuori. Il contenuto è puramente satirico, di più non scrivo. Un giovane disperato ci scrive: Caro Quinto Piano, chiarisco subito: la mia non è una semplice lettera di un cuore infranto, ma è e vuole essere soprattutto un’aperta denuncia. Sono vittima di una maledizione, uno spettro incombe su di me ogni qualvolta provo a uscire con una ragazza e, incredibile a dirsi, anche se mi rivolgo all’altro sesso! Le mie tempeste ormonali adolescenziali s’infrangono su di un ostacolo insormontabile. Ha un nome e un volto: quello di Mattia Garnier Guarnetta Guarnerio Sanders. Non c’è verso: è nominato inevitabilmente in tutte le conversazioni dove altro non si sente se non odi delle sue imprese da rappresentante, della sua bellezza ultraterrena e soprattutto del suo prorompente spirito dionisiaco. Vorrei sapere cosa ne pensate voi, esperti in amore, di tutto questo. Dolce cuore esangue, vorrei poterti consolare o sussurrarti savi consigli, ma sappiamo tutti che a quella mandibola pendente, a quella lieta parlata da contadino delle Valli, non si può resistere. Non appena l’angelica sagoma varca la soglia del secondo piano (Ed. 2), odorosi fiori e verdi foglie sbocciano dai secchi intonaci NUMERO 23 | Giugno 2016 accogliendo la serafica apparizione. Non ci sono solo ammiratori: anche il personale ATA lo scorta, passando lo straccio sulle acque lasciate dalle ragazze più incontinenti e passionali. E così s’avvia per la classe, tappezzata di sue fedeli rappresentazioni. Per caso un giorno, vagando senza meta per i bagni del Liceo, m’imbattei in una poesia di pochi versi, buttata lì, scritta a indelebile, posta giusto sopra la tazza. Fu facile intuire come la musa ispiratrice dell’opera fosse il nostro Guarnetta, in quanto i versi recitavano: Tra gli studenti fu gran divo, Impetuoso colle donne come un rivo, dolce effluvio da sua bocca quant’il SULO fazea l’amor col suo possente Culo. (SULO = Contenitore di rifiuti organici) Come la Donna in Stilnovo si riconosce dallo sguardo, così l’amor per il Garnier passa proprio dal suo culo. Di evidenti proporzioni bibliche, quel sedere ha ammaliato generazioni di curiosi e curiose, e ancora si narra la leggenda che, tutto tutto, non fu mai esplorato. E dunque ecco qui la soluzione, amico caro, unisciti agli adoratori dell’auree natiche: non si sa mai, qualche donzella potrebbe rinunciare a Garnier e concedertisi. Mal che vada un buco sarà sempre disponibile. Tuoi fedelissimi e volgari, Alfredo Marchetti e Francesco Marinoni QUINTO PIANO | 15 POESIA SVAGO Questioni poetiche A cura di Alfredo Marchetti È davvero impervia la via che conduce all’eleganza. Si tratta infatti di sfuggire alle regole oppressive della Necessità, allontanarsi dalla vita di tutti giorni per contemplarla nella sua totalità. L’infaticabile sforzo di canalizzazione dell’irrequieto moto del desiderio è paragonabile al lavoro dello scultore che dalla materia immacolata evince forme e dispensa bellezza. E così, preso dalla sua ricerca, il poeta scioglie l’intricato bandolo di parole e significati della lingua trovando quell’espressioni più affini al tono del suo spirito. Ma solo in seguito a numerosi errori e tentativi d’indegna imitazione l’uomo si dota della capacità, privilegio unico dei poeti, di legare intimamente se stesso alle parole elette. Oroscopo Beatrice Marconi Amar sentire: amarti e non potertelo dire. Pietà che il Lupo Ebbe per l’Agnello divien rimorso, fame e vergogna in cui Ei morrà. B F.T.A. F.T.A.. Inerzia Attendo invano Che si dischiudano ai miei occhi Gli arcani misteri Che stringon la vita in un viluppo Beata giovinezza Spesso ti ho cercata Felicità nei bicchieri di troppo, nel nero dei polmoni nei silenzi e nei timpani rotti; e, se mai ti ho trovata, ben poco sei restata: breve, intensa, vuota. E intento, come Sisifo, a menar per colli il mio NULLA, attendo la morte divorato dall’insistente angoscia d’ogni possibilità di successo. A.M. 16 | QUINTO PIANO Anonimo NUMERO 23 | Giugno 2016 uongiorno, miei adorabili cetacei non ancora spiaggiati. È primavera, è tutto petaloso e pollinoso (forse questo ancora non si dice) e noi gggiovani iniziamo già a stirare le membra, intorpidite dal letargo, ai timidi raggi del sole… E ovviamente ci preoccupiamo di rimediare ai danni causati dalla “totale” dedizione allo studio degli ultimi mesi: le ragazze si accarezzano la moquette che cresce rigogliosa sulle loro gambe digitando il numero dell’estetista di fiducia; i maschietti studiano tattiche di rimorchio estivo degne di un carro attrezzi. È un momento di rinascita, di rinnovamento e ognuno ha un profondo desiderio di prendersi di nuovo cura del proprio corpo, cosa che generalmente si fa cominciando da un po’ di sport. So che in questo periodo la scuola vi assorbe ancora (quasi) completamente, perciò ecco 12 insospettabili attività brucia-calorie made in Lussana alle quali potrete “comodamente” dedicarvi perfino trai i banchi: ARIETE – Salto in lungo L’attività perfetta per questo segno così competitivo. Focalizziamo la location: a destra dell’ingresso principale del secondo edificio è situata una scala d’emergenza (spesso blindata nei modi più creativi). Ai NUMERO 23 | Giugno 2016 piedi di questa si trova un metro quadrato dell’Agro Pontino, sfuggito alla bonifica, rifugiatosi qui a Bergamo sotto un manto di cartone in decomposizione. Sfidate gli amici al salto della palude, retrocedendo ogni giorno di un gradino! TORO – Basket I nati sotto questo segno amano gli sport di squadra e la cosa straordinaria è che la scuola fornisce a ciascuna classe esattamente il numero di cestini necessari per praticare questa antichissima disciplina. La leggenda narra che la formula esatta per fare canestro dall’ultimo banco sia stata incisa da qualche parte nei sotterranei da uno scriba babilonese, esiliato da Hammurabi e fatto rinchiudere nel liceo. GEMELLI – Tiro con l’arco Ai Gemelli sono adatti quegli sport che ripagano l’impegno con un certo livello di divertimento e continui stimoli. A questo proposito, sono stata informata del fatto che la palestrina potrebbe al momento essere popolata da, come dire, chiamiamoli “bersagli mobili”. Auguri! CANCRO – Pattinaggio Per voi che siete particolarmente oculati nelle spese, ecco l’attività lussaniana più economica mai concepita. Occorrente: QUINTO PIANO | 17 SVAGO 1) cera per pavimenti 2) il parquet del nuovo atrio del secondo edificio. Oltre a migliorare la vostra forma fisica divertendovi, diventerete straordinariamente popolari tra i bidelli. Unico inconveniente: la frenata risulta difficoltosa. LEONE – Allenamento con attrezzi I nati sotto questo segno non sono particolarmente competitivi, ma amano mettersi in mostra. Un ottimo modo per farlo è abbassare il telo del proiettore con gli occhi di tutti puntati addosso. È matematico che non riuscirete a fermarlo nella giusta posizione al primo tentativo ed ingaggerete una lotta disperata per impedire al vigliacco di risalire in continuazione, procurandovi dei bicipiti erculei. VERGINE – Pilates Un’attività finalizzata al miglioramento della postura per un segno che non ama sudare troppo. Dovete fare una sola cosa: stare dritti con quella schiena mentre prendete appunti, che Leopardi e Quasimodo (il secondo è il Gobbo di Notre Dame, non il poeta, a scanso di equivoci) in confronto erano dritti come fusi! Alle ragazze consiglio il livello avanzato (il de-pilates) visti i problemi piliferi già citati nell’introduzione. BILANCIA – Danza Inventate combinazioni di passi sempre nuovi, creando danze della vittoria random ogni volta che prenderete un voto maggiore o uguale a sei. SCORPIONE – Karate I nati sotto questo segno sono protetti da 18 | QUINTO PIANO SVAGO Marte e perciò particolarmente portati per le arti marziali. Vi basterà soltanto recarvi presso una macchinetta particolarmente restia a svolgere la propria funzione* e sfogare su di essa la vostra ira funesta (non mi assumo la responsabilità di eventuali danni arrecati a oggetti e/o persone). *quella delle bibite al piano 1 dell’edificio 2 è una valida candidata: ha un debito di svariate bottigliette d’acqua con la sottoscritta. AGITTARIO – Corsa Per questo segno sempre attivo e dinamico, un’attività con notevoli benefici per tutto l’organismo: è sufficiente prendere il pullman in ritardo e fare tutte le mattine una leggera corsetta a 150 km/h. CAPRICORNO – Step Il carattere tenace dei nati sotto questo segno si presta a questa intensa e appagante attività. Credo che tutti abbiano notato che il secondo edificio sia provvisto di un numero di gradini tendente a + infinito. Quelle 8 rampe di scale (fatte dalle 10 alle 30 volte al giorno) saranno un toccasana per i vostri glutei, che diventeranno marmorei, degni di Michelangelo. ACQUARIO – Nanne È, tra tutti i segni, quello che ama meno lo sport. A proposito, sapevate che dormendo sul banco si bruciano circa 50 calorie all’ora? PESCI – Calcio Scherzavo: è vietato il gioco del pallone. Vi toccherà mangiare carotine e gambi di sedano fino a giugno. NUMERO 23 | Giugno 2016 NUMERO 23 | Giugno 2016 QUINTO PIANO | 19 Sudoku Puzzle 1 (Easy, difficulty rating 0.36) Puzzle 1 (Medium, difficulty rating 0.58) 3 8 8 1 2 1 8 8 3 1 6 6 9 3 6 7 5 5 5 3 9 7 2 9 2 3 9 2 2 6 9 4 5 2 5 3 4 7 Generated by http://www.opensky.ca/sudoku on Sat May 28 16:59:13 2016 GMT. Enjoy! Puzzle 1 (Medium, difficulty rating 0.56) Puzzle 1 (Hard, difficulty rating 0.64) 5 8 2 2 3 1 7 6 4 5 7 8 7 9 5 7 6 1 1 4 5 1 6 4 2 Generated by http://www.opensky.ca/sudoku on Sat May 28 16:59:21 2016 GMT. Enjoy! 20 | QUINTO PIANO 4 6 5 2 8 9 5 1 5 3 5 6 6 7 8 3 4 1 Generated by http://www.opensky.ca/sudoku on Sat May 28 16:58:56 2016 GMT. Enjoy! 9 8 3 9 9 2 7 5 4 6 3 5 9 4 5 4 6 7 5 2 4 6 6 1 4 7 4 7 6 4 5 3 6 8 3 7 2 6 4 4 2 Generated by http://www.opensky.ca/sudoku on Sat May 28 16:59:29 2016 GMT. Enjoy! NUMERO 23 | Giugno 2016