[ STORIA DI COPERTINA]
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[ STORIA DI COPERTINA]
[ storia di copertina ] Mettiamoci tutti 47 anni, laurea alla Bocconi, 10 anni di esperienza come consulente aziendale, nel 1998 fonda Gi Group, oggi primo gruppo italiano nei servizi per il lavoro con una quota di mercato dell’11%. La società è presente in 10 Paesi e ha un giro d’affari 2010 di 800 milioni. Ha scelto di dedicare il 2011 ai giovani con una serie di iniziative (www. gigroup.it/ giovani). La prossima il 16 maggio a Milano: una giornata dedicata al futuro del lavoro e ai lavori del futuro. foto: carlos jones illustrazioni: francesco bongiorni Stefano Colli-Lanzi 14 copertina 2c_ec19_014-019-Coverstory-L.indd 14 26/04/11 19.48 al lavoro giovani/1 La disoccupazione tra gli under 25 sfiora il 30%. Ma voltare pagina si può, secondo Stefano Colli-Lanzi di Gi Group. Puntando sull’apprendistato e sbloccando le uscite. di Zornitza Kratchmarova C’ è chi lo chiama «fattore G», G come giovani: è l’incidenza degli under 25 sul mercato del lavoro nazionale. I dati Istat sono impietosi: nella fascia d’età 15-24 la disoccupazione sfiora il 30% contro una media Ue pari al 19,9%. Come dire: in Italia sono quasi uno su tre i ragazzi che non trovano lavoro. Ma per Stefano Colli-Lanzi, 47 anni, amministratore delegato e titolare della maggioranza delle quote di Gi Group, il primo gruppo italiano nei servizi per il lavoro, con un giro d’affari 2010 di 800 milioni di euro e una quota di mercato dell’11%, alle spalle delle multinazionali Adecco (14%) e Manpower (13%), è il momento di voltare pagina. E alla vigilia del 1° maggio, festa dei lavoratori, attraverso le pagine di Panorama Economy, lancia un appello: «Bisogna rivedere le regole del gioco per dare un futuro ai nostri figli» dice Colli-Lanzi, lui stesso padre di cinque ragazzi, di cui tre in affido, e ideatore dell’«anno dei giovani», il programma Gi Group messo a punto proprio per incentivare l’ingresso nel mercato del lavoro di neodiplomati e neolaureati attraverso percorsi di selezione «accelerati». «Il primo passo sarà riformare l’apprendistato, la cui efficacia attuale è assai limitata visto che solo il 20% dei contratti viene confermato contro l’80% e più della Germania». Per il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, la colpa è anche dei giovani: non vogliono fare «certi lavori a certe condizioni». Una semplice provocazione? Non direi. Nel nostro Paese la cultura del lavoro manuale sta scemando. Gli stessi istituti tecnico-professionali non sempre sono adeguati e, quel che è peggio, sono percepiti come adatti solo a chi non ha voglia di studiare. Vanno riformati pure quelli. E la politica deve fare la sua parte. Non la sta facendo? Apprezzo il lavoro svolto dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che sta portando avanti una riforma proprio dell’apprendistato. Il decreto delegato è pronto. Ora ci sarà la consultazione con Regioni e parti sociali. Ma si può fare molto di più. Che cosa? Oggi l’intera flessibilità del mercato del lavoro è scaricata su chi tenta di entrare. Il meccanismo in uscita è rigido, per non dire blindato. Con ovvie copertina 15 2c_ec19_014-019-Coverstory-L.indd 15 26/04/11 19.48 [ storia di copertina ] competenze ai raggi x Il bilancio delle competenze si fa in tre mosse: valutazione del percorso formativo e professionale; autoanalisi delle capacità (sapere fare); check della personalità (sapere essere). obiettivi precisi... ... e realizzabili. Una laurea in materie umanistiche per chi vuole lavorare nelle risorse umane non basta. Ci vogliono un master/corso di specializzazione e una esperienza all’estero. canali «giusti» Internet, annunci cartacei, agenzie per il lavoro, società di ricerca, enti pubblici e social network. I canali per trovare lavoro sono tanti, ma per ciascun profilo c’è quello giusto. Va trovato. occhio al curriculum Non dilungarsi oltre le due pagine. Soffermarsi sulle ambizioni lavorative. Fare una lettera di presentazione solo se il profilo non è strettamente congruente con la posizione offerta. conseguenze anche sul fronte della produttività. In che senso? In Italia ci sono milioni di persone impiegate che non fanno nulla, o quasi. E nessuno si azzarda a intervenire. Basterebbe una legge. Ma non avrebbe certo grande popolarità... E i sindacati? Alcuni, non tutti, hanno una responsabilità enorme. Non si rendono conto di essere anacronistici e autoreferenziali. Le garanzie vanno bene, ma fino a un certo punto. Qui si rischia la paralisi. Il giuslavorista Pietro Ichino (senatore pd) ha lanciato l’idea del contratto unico per le assunzioni a tempo indeterminato. Che ne pensa? La proposta di Ichino è assai articolata e va studiata nei dettagli. Parla tra l’altro di trattamento complementare di disoccupazione «alla scandinava», di contribuzione figurativa per i periodi di disoccupazione, di assistenza nel mercato del lavoro... Ma il mercato del lavoro sta ripartendo o no? La ripresa c’è e gli ultimi dati parlano di una crescita sostenuta Di che cosa si tratta? È un indice, elaborato da Gi Group su base semestrale, che dedica un focus specifico agli under 31. Nell’ultima rilevazione, fatta tra ottobre 2010 e aprile 2011, si è attestato a quota 39,98% contro il 38,23% registrato nell’edizione precedente. Nonostante tutto? Proprio così. E bisogna approfittarne. Perché i giovani non sono fannulloni per definizione. Da un sondaggio Nextplora per Panorama Economy risulta che il contratto a tempo indeterminato è il più ambito da chi è in cerca di prima occupazione. Che ne pensa? Non mi stupisce. Ma va fatto un salto culturale. Stabilità non significa posto fisso a vita. Significa semmai perenne condizione di occupabilità, quella che gli anglosassoni chiamano «employability». Che differenza c’è? Enorme. Quello che conta è avere le competenze giuste per rimanere sempre agganciati al INDICE COMPLESSIVO DELLA FIDUCIA DEI GIOVANI UNDER 30 38,98% mercato del lavoro. Ed è questa la sfida su cui si giocherà il futuro dei giovani (e non solo). La «generazione mille euro» non c’è più. La busta paga di chi è al primo impiego è di 823 euro netti al mese. Ma c’è anche chi non ci arriva nemmeno. È così? Direi di sì. Ma va detta una cosa. Prego. I salari bassi riflettono l’improduttività del nostro Paese. Le imprese sono piene di persone che fanno poco e non hanno risorse da liberare per le nuove leve. Anche le assunzioni a tempo indeterminato sono una chimera. Tutto lavoro per voi. O no? Nel 2010 il mercato delle agenzie per il lavoro è ripartito. Tant’è che come Gi Group abbiamo recuperato quanto perso nel 2009 (200 milioni di euro, ndr) e per il 2011 abbiamo ottime prospettive di crescita. Ma quello che pochi sanno è che spesso siamo proprio noi ad assumere a tempo indeterminato. Intende il personale che lavora nelle vostre agenzie? Non solo. Il cosiddetto «staff leasing» cresce a doppia cifra an- SUDDIVISO PER AREE GEOGRAFICHE: NORD EST 44,07% NORD OVEST 40,18% SUDDIVISO PER SESSO: a prova di colloquio Essere coerenti. Evitare atteggiamenti aggressivi, informali o peggio passivi. Non mentire. Scegliere l’abbigliamento giusto e mantenere la calma. firmo o non firmo? Prima di firmare chiarire tutti i dubbi sulla posizione offerta, l’inquadramento, le previsioni di crescita e altro. soprattutto sul fronte manifatturiero, economia «verde», alimentare e alberghiero. E anche l’indice di fiducia sta migliorando. infografica: mirco tangherlini Come mettersi all’opera CENTRO 39,96% SUD 41,49% UOMINI 37,85% 35,05% DONNE FONTE: GI GROUP PER PANORAMA ECONOMY 16 copertina 2c_ec19_014-019-Coverstory-L.indd 16 26/04/11 19.48 no su anno. In pratica noi assumiamo a tempo indeterminato personale che poi somministriamo alle varie aziende clienti. E l’idea sarebbe di fare lo stesso anche con l’apprendistato. Legge permettendo, è ovvio. In che senso? Oggi chi ricorre all’apprendistato lo fa perlopiù con una logica di breve periodo: punta al risparmio retributivo e fiscale. Mentre la formazione resta al palo, o quasi. La logica va invertita. E le agenzie per il lavoro potrebbero essere lo strumento giusto per farlo. Come? Potremmo essere noi ad assumere gli apprendisti da dare alle aziende con l’obbligo però di seguire in presa diretta la loro formazione. Quanto incidono le agenzie sul mercato del lavoro? Nel 2010 abbiamo fatto lavorare tra gli 800 mila e il milione di persone. In termini tecnici si parla di circa 200 mila full-time equivalent (Fte). Con una avvertenza: ogni posto full-time è coperto in genere da 4-5 persone. In che cosa consiste l’«anno dei giovani» targato Gi Group? È «First», la prima filiale dedicata alle persone in cerca di prima occupazione. La filialepilota ha aperto a Milano, in viale Tunisia 30. E il successo è stato immediato. Tanto che entro l’anno arriveremo ad aprire altre sette filiali in tutta Italia, una per ciascuna area geografica Gi Group. E pure su Facebook (facebook. com/GiGroupSpa), dove è possibile consultare in tempo reale le offerte disponibili, i contatti E sono centinaia al giorno. 41,08% 57,16% Patrick De Bonis Paese: Età: 47,66% 39,81% DIPLOMA FIDUCIA NEL MERCATO DEL LAVORO 33,38% FIDUCIA NELLA PROPRIA SITUAZIONE PERSONALE 37,94% SCUOLA DELL’OBBLIGO Germania 25 il salto inaspettato Avrebbe dovuto fare l’operaio generico. Si è ritrovato impiegato nell’ufficio commerciale di un’azienda italiana con sede a Düsseldorf. «Nonostante non abbia alle spalle un percorso di studi specifico» dice. «La sua candidatura è arrivata al momento giusto» ribattono dalla sede tedesca di Gi Group. Il contratto è di sei mesi con possibilità di assunzione diretta. l’under 30 ha più fiducia L’ultimo indice complessivo della fiducia dei giovani under 30, realizzato da Gi Group tra ottobre 2010 e aprile 2011, si attesta a quota 39,98%. Nel semestre precedente era fermo al 38,23%. Lily Duan Paese: Età: Cina 28 l’offerta giusta Con una laurea in economia all’Università di Shijiazhuang, e una precedente esperienza in ambito commerciale, ha trovato posto come buyer alla Ningbo Bravo. «Alla Gi Group hanno incrociato le mie aspettative, esigenze ed esperienze prima di sottopormi un’offerta» racconta. E proprio quella si è rivelata giusta. Dopo due colloqui, è arrivato il contratto. FIDUCIA NELLA PROPRIA AZIENDA LAUREA III Gi Group ha effettuato una decina di acquisizioni all’estero. L’ultima è quella della società inglese right4staff. Ecco le testimonianze di tre giovani, assunti in Germania, Cina e Brasile. Quale? SUDDIVISO PER TITOLO DI STUDIO: % storie di giovani Da Düsseldorf a San Paolo Le iniziative sono numerose. A cominciare dai Gi Day, vere e proprie fiere del lavoro, che mettono in contatto domanda e offerta. Con un approccio mirato. Il 31 marzo a Milano, per esempio, c’erano 12 aziende in cerca di personale e ben 10-12 candidati preselezionati dai nostri consulenti per ciascuna posizione aperta. E porteremo il Gi Day anche in altre città: Napoli, Torino, Pescara sono solo alcune. Abbiamo organizzato presso la nostra sede anche diversi convegni, uno sulla formazione, un altro sull’apprendistato, e altri ne organizzeremo. Ma la vera novità è un’altra. 21,70% FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI Vanessa De Paula Yusiasu Paese: Età: Brasile 29 una carriera sprint Con un Mba all’Università di San Paolo, nel 2007 è stata chiamata a partecipare alla selezione per una posizione di responsabilità nell’ufficio risorse umane di una multinazionale. «Non avevo tutta l’esperienza richiesta, ma l’azienda decise di puntare su di me». Non prima di averla sottoposta a sei colloqui. In 4 anni è stata promossa 2 volte. copertina 17 2c_ec19_014-019-Coverstory-L.indd 17 26/04/11 19.48 [ ATTUALITÀ ] [ storia di copertina/il sondaggio ] Sogni e bisogni I da disoccupato DA QUANTO TEMPO CERCHI LAVORO? 16-24 ANNI ambito. Anche tra i giovanissimi. Il campione è dato da 510 persone tra i 16 e i 34 anni, di cui 258 in cerca di prima occupazione. E ancora: la maggioranza degli interpellati cerca lavoro da almeno tre mesi optando il giovani alla prova del mercato del lavoro. Da un sondaggio Nextplora realizzato online in esclusiva per Panorama Economy tra il 15 e il 18 aprile 2011 risulta che il contratto a tempo indeterminato resta il più IN CHE MODO SI CERCA LAVORO? HO TERMINATO GLI STUDI E SONO IN CERCA DI UNA PRIMA OCCUPAZIONE SONO UNO/A STUDENTE/STUDENTESSA IN CERCA DI UNA PRIMA OCCUPAZIONE 25-34 ANNI DA 1 A 3 MESI 29 28 ANNUNCI SU INTERNET 80 DA 3 A 6 MESI 26 16 68 CONTATTO LE AZIENDE CHE MI INTERESSANO 36 DA 6 MESI A 1 ANNO 27 17 PUOI INDICARCI CHE TIPO DI CONTRATTO TI INTERESSA IN QUESTO MOMENTO? HO TERMINATO GLI STUDI E SONO IN CERCA DI UNA PRIMA OCCUPAZIONE SONO UNO/A STUDENTE/STUDENTESSA IN CERCA DI UNA PRIMA OCCUPAZIONE 19 CONTRATTO DA DIPENDENTE A TEMPO INDETERMINATO PART TIME 37 4 SEGNALAZIONI DI AMICI/CONOSCENTI 9 30 DA PIÙ DI 3 ANNI QUALI SONO LE RAGIONI CHE TI HANNO PORTATO A RIFIUTARE L’OFFERTA DI LAVORO? HO TERMINATO GLI STUDI E SONO IN CERCA DI UNA PRIMA OCCUPAZIONE SONO UNO/A STUDENTE/STUDENTESSA IN CERCA DI UNA PRIMA OCCUPAZIONE CONTRATTO DI APPRENDISTATO 3 3 CONTRATTO DI COLLABORAZIONE OCCASIONALE 2 2 AZIENDE DI LAVORO INTERINALE 13 26 6 42 33 13 NON OFFRIVA GARANZIE PER IL FUTURO 26 CONTRATTO DI COLLABORAZIONE A PROGETTO 4 5 28 24 ANNUNCI SU QUOTIDIANI/RIVISTE LA RETRIBUZIONE PROPOSTA ERA TROPPO BASSA LAVORATORE AUTONOMO (P.IVA) 5 6 CAREER DAYS (EVENTI NEI QUALI LE AZIENDE SI PRESENTANO AL PUBBLICO) 15 21 13 35 17 14 2 32 DA 2 A 3 ANNI 39 CONTRATTO DA DIPENDENTE A TEMPO DETERMINATO PART TIME UNIVERSITÀ 13 58 10 11 35 38 DA 1 A 2 ANNI 9 CONTRATTO DA DIPENDENTE A TEMPO INDETERMINATO FULL TIME CONTRATTO DA DIPENDENTE A TEMPO DETERMINATO FULL TIME AGENZIE DI LAVORO/UFFICI DI COLLOCAMENTO 19 IL LUOGO DI LAVORO ERA TROPPO DISTANTE DA DOVE VIVO 23 7 LA POSIZIONE NON MI INTERESSAVA 22 TI È CAPITATO DI DOVER RIFIUTARE OFFERTE DI LAVORO? 17 IL CONTRATTO DI LAVORO ERA UNO STAGE/TIROCINIO 44 22 21 ALTRO 4 1 ERA POCO GRATIFICANTE/APPAGANTE 19 23 SI 56 NO FONTE: 2 ATTUALITÀ 18 copertina 2c_ec19_014-019-Coverstory-L.indd 18 26/04/11 19.48 ha avuto questo tipo di contratto. Infine, conoscenze informatiche e attitudini personali sono considerati dai giovani atout indispensabili per superare un colloquio. E c’è chi scommette anche sull’estetica. chi è in cerca di prima occupazione, il 38% li considera utili solo in parte («così così», «poco» o addirittura «per nulla»). è curiosa poi l’assenza pressoché totale dell’apprendistato: solo il 4% di chi ha svolto un tirocinio almeno una o più offerte. I motivi: retribuzione troppo bassa o inesistente, nessuna garanzia per il futuro, posizione poco interessante e così via. In generale stage e tirocini suscitano non poche perplessità. Tra più delle volte per internet quale canale più appropriato. Altra caratteristica: il 20% circa di chi è in cerca di prima occupazione non ha mai sostenuto un colloquio. Mentre tra chi l’ha fatto il 44% ha rifiutato QUALI SONO A TUO PARERE I CRITERI/PRINCIPI ADOTTATI DALLE AZIENDE NELLA FASE DI SELEZIONE PER UNA PRIMA OCCUPAZIONE? SECONDO TE COME SI PUÒ FAVORIRE UN MAGGIORE INCONTRO TRA DOMANDA E OFFERTA DI PRIMA OCCUPAZIONE IN ITALIA? FAVORIRE IL RICAMBIO GENERAZIONALE 42 IN CERCA DI UNA PRIMA OCCUPAZIONE (AD ES. PREPENSIONAMENTI) STUDENTI NON IN CERCA DI UN’OCCUPAZIONE SOSTEGNO ALL’IMPRENDITORIALITÀ GIOVANILE 36 FLESSIBILITÀ E DISPONIBILITÀ (TRASFERTE, ORARI DI LAVORO...) 48 44 AVER FATTO ESPERIENZE LAVORATIVE PRECEDENTI OCCASIONALI 45 CONFRONTO TRA I CRITERI CHE DOVREBBERO ESSERE CONSIDERATI IN FASE DI COLLOQUIO SECONDO IL PUNTO DI VISTA DEI GIOVANI CRITERI/PRINCIPI PREVALENTI SECONDO GLI INTERVISTATI CRITERI/PRINCIPI PREFERITI DALLE AZIENDE SECONDO GLI INTERVISTATI 40 CONOSCENZA DELLE LINGUE STRANIERE 44 52 50 40 L’ESITO DEL COLLOQUIO 30 DETASSAZIONE DEL LAVORO DIPENDENTE MIGLIORANDO LA FORMAZIONE OFFERTA DALLA SCUOLA 26 24 46 SECONDO LA SENSIBILITÀ DEI GIOVANI 29 CONOSCENZE INFORMATICHE L’ESITO DEL COLLOQUIO 44 48 FATTORI ESTETICI E D’IMMAGINE PERSONALE (ABITO, PORTAMENTO) NELLA VITA È NECESSARIO FARE PROGETTI A LUNGO TERMINE E DARSI DA FARE PER REALIZZARLI NEL LAVORO CONOSCENZA DELLE LINGUE STRANIERE 23 44 MOLTO D’ACCORDO 48 SPECIALIZZAZIONI OTTENUTE 31 SPECIALIZZAZIONI OTTENUTE REFERENZE E CONOSCENZE VARIE A GARANZIA DEL CANDIDATO 38 7 POCO D’ACCORDO 29 46 ATTITUDINI PERSONALI 27 D’ACCORDO COSÌ COSÌ INTERESSI PERSONALI E CULTURALI 30 31 LA FORMA DEL CURRICULUM VITAE 25 NEL LAVORO SI DEVE RISCHIARE ALTRIMENTI NON SI RAGGIUNGERANNO MAI GLI OBIETTIVI 12 20 VOTI CONSEGUITI NEGLI STUDI MOLTO D’ACCORDO 30 31 ABBASTANZA D’ACCORDO PER NULLA D’ACCORDO FLESSIBILITÀ E DISPONIBILITÀ (TRASFERTE, ORARI DI LAVORO...) 31 40 2 39 36 40 27 FAVORIRE LO SVILUPPO DELL’ECONOMIA DEL PAESE IN GENERALE ATTITUDINI PERSONALI 32 30 32 ( AD ES. CONTRATTI DI FORMAZIONE) MERCATO DEL LAVORO PIÙ FLESSIBILE 52 41 40 35 (BORSE DI STUDIO, INCENTIVI ALLE AZIENDE, ECC) PREVEDERE CONTRATTI SPECIFICI PER LA PRIMA OCCUPAZIONE 27 CONOSCENZE INFORMATICHE 44 PROVVEDIMENTI E AIUTI DELLO STATO 22 1 COERENZA NEL PERCORSO DI STUDI 43 ABBASTANZA D’ACCORDO PER NULLA D’ACCORDO 25 18 AVER FATTO ESPERIENZE LAVORATIVE PRECEDENTI OCCASIONALI 25 42 8 POCO D’ACCORDO 31 D’ACCORDO COSÌ COSÌ ATTUALITÀ 3 copertina 19 2c_ec19_014-019-Coverstory-L.indd 19 26/04/11 19.48 I tre soci di Mopapp, la piattaforma che analizza le vendite di app nelle vetrine online: da sinistra, Marco Bellinaso, Federico Sita e Alessandro Rizzoli. Guarda il video sul cellulare martino lombezzi Con il Qr Code puoi vedere l’intervista completa ad Alessandro Rizzoli. Noi il lavoro ce lo inventiamo C’ è chi cerca un lavoro e chi si crea un lavoro. Sono tantissimi i giovani che si mettono in proprio. Lo fanno per necessità o per aspirazione, dipende dai casi. Ma lo fanno. Lo dicono i dati Eurostat: in Italia gli under 40 titolari di un’azienda sono il 19,8% del totale degli imprenditori, il doppio rispetto alla media Ue. E le idee vincenti sono all’ordine del giorno. Come testimoniano anche le tre case history raccolte durante l’Italian Innovation Day, tenutosi il 31 marzo alla Stanford University di Palo Alto. L’evento, prima tappa 2011 del road show mondiale promosso da Intesa Sanpaolo, in collaborazione con la fondazione Mind the Bridge e la società di consulenza Booz&Co, ha puntato su 12 start-up. Tutte diverse. Tutte innovative. (z.k.) giovani/2 La piattaforma che analizza le vendite delle apps. Il sito per confrontare i prezzi dei supermercati. La produzione di mangimi dalla jatropha. Ecco tre storie di imprese junior. Che vanno fino negli States. MOPAPP Ci sono voluti più di 12 mesi di lavoro e 250 mila dollari per sviluppare Mopapp, la piattaforma che analizza in tempo reale i ricavi delle vendite delle applicazioni (app) nelle vetrine online. Parola di Alessandro Rizzoli, 41 anni, che con i soci Federico Sita, 40, e Marco Bellinaso, 30, tutti ingegneri, sta lavorando perché la sua idea entri in commercio al più presto. «Entro l’anno» assicura. E spiega che ora è in fase «open beta», ossia è aperta a tutti per la messa a punto, e conta su oltre 1.000 sviluppatori registrati per un totale di 3 mila app censite. «Siamo a caccia di fondi» aggiunge: «1,5 milioni di dollari, da reperire possibilmente presso investitori Usa». E se questo volesse dire trasferirsi, ben venga. «Sono pronto a fa- re il salto» dice l’imprenditore, alla sua terza start-up, tutte nel mondo delle applicazioni mobili. La prima, lanciata nel 2008 a Bologna, è GetConnected, impiega una ventina di persone e sviluppa software soprattutto per compagnie telefoniche. «La seconda è Anguria Lab, fondata nel 2009, con sede nel Delaware, per commercializzare Postino, app che trasforma le foto scattate con il cellulare in cartoline da spedire al costo di 1,99 dollari l’una» precisa Rizzoli, che ha completato la tesi di laurea all’Università Illinois at Urbana Champaign, la stessa che ha dato vita ad Arpanet, precursore di internet. E conclude: «Anche Mopapp potrebbe essere registrata nel Delaware: bastano poche centinaia di dollari e un paio di settimane per essere operativi». 20 copertina c_ec19_020-021-Coverstory-L.indd 20 26/04/11 19.44 [ storia di copertina ] l’intervista a Fernando Napolitano Alla conquista di New York Barabara Labate, fondatrice di Admobsphere assieme al socio Zion Nahum. RISPARMIOSUPER «Inappropriata». Persino il Vaticano si scomodò per McKay & Sisters. Era il 2007 e la start-up dell’allora trentenne Barbara Labate permetteva di scaricare sul cellulare immaginette sacre. «Il successo fu immediato» ricorda. Anche all’estero, soprattutto negli Usa e in Brasile. Ma quello non fu che il primo passo nel mondo hightech. Nel marzo 2010 Labate con il socio Zion Nahum fonda Admobsphere, una società a cui conferisce l’iniziativa RisparmioSuper. «L’idea è di comparare in tempo reale i prezzi di centinaia di migliaia di prodotti di largo consumo indicando i supermercati più convenienti» dice Labate, che ha avuto l’idea dopo una lezione sull’informazione asimmetrica del premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz alla Columbia University, dove ha conseguito un master. «In base a questa teoria siamo soliti assumere decisioni errate perché in possesso di nozioni limitate». «Oggi bastano pochi clic» aggiunge Labate che passa al setaccio 9 mila punti vendita. «Stiamo per aprire una sede anche negli Usa» conclude Labate, che è alla ricerca di 500 mila dollari. BIOSOLIDS Aveva solo 23 anni quando, con i soci Federico Maria Grati e Stefano Babbini, fondò la sua prima azienda: Agroils, con sede a Firenze, e joint-venture in Marocco, Senegal, Ghana e Camerun, attiva nella produzione di biocombustibili dalla pianta tropicale jatropha. Cinque anni dopo, Giovanni Venturini Del Greco, laurea in ingegneria gestionale a Firenze e master alla Kungliga Tekniska Hogskolan (Kth) di Stoccolma, ha fondato BioSolids, con sede a Hayward, a pochi passi da Palo Alto, nella Silicon Valley. Obiettivo: produrre mangimi di origine vegetale sfruttando quel che resta dalla jatropha una volta estratto l’o- lio combustibile. «L’idea nasce dall’incontro pressoché casuale con Roberto Crea, lo scienziato che negli anni 70 guidò il gruppo di ricercatori di Genentech che scoprì l’insulina sintetica» racconta a Panorama Economy. «Vorremmo sostituire la soia come materia prima per i mangimi assicurando proprietà nutrizionali maggiori e prezzi più concorrenziali». Il mercato vale 100 miliardi di dollari su scala mondiale. «Perché i primi mangimi BioSolids arrivino sul mercato ci vorranno ancora 18 mesi circa» dice Del Greco, che sta valutando la possibilità di aprire una sede anche a Firenze. «Siamo alla ricerca di 500 mila dollari per completare la fase di test». E Fare conoscere al mondo le eccellenze made in Italy. O meglio: quelle realtà di taglio mediopiccolo, perlopiù sconosciute al grande pubblico, che incidono per l’80% sul Pil nazionale. Nasce con questo intento il road show internazionale Italian Innovation Day. La seconda tappa 2011, dopo quella del 31 marzo scorso a San Francisco, si terrà il 5 maggio presso il Metropolitan Club di New York (www.italianinnovationday.com). Saranno presenti 26 Pmi, di cui 12 start-up, e ad ascoltarle in platea ci sarà il meglio dell’industria del venture capital Usa. «Ma anche numerosi consulenti, avvocati d’affari ed esponenti del mondo business» anticipa a Panorama Economy Fernando Napolitano (foto), amministratore delegato di Booz&Co. e ideatore dell’evento il cui titolo stavolta sarà «Why Italy matters to the world». Lo stesso del «sottotitolo» scelto per il sito panoramaeconomy. com, il primo web magazine in lingua inglese dedicato al meglio dell’industria italiana, realizzato dal nostro settimanale e lanciato in occasione dell’incontro di New York. Qual è l’obiettivo dell’iniziativa? L’idea è di affrancarci dall’immagine obsoleta di un Paese in grado di dire la sua solo in fatto di moda e affini. Dimostreremo, numeri alla mano, che il nostro tessuto economico è più vivo che mai. Anche nei segmenti tecnologicamente più all’avanguardia. E sì che le classifiche internazionali direbbero il contrario. O no? È proprio questo il punto. Stando a quelle classifiche l’Italia dovrebbe essere in default. Invece? Siamo tra i primi Paesi esportatori al mondo. E l’indice Fortis-Corradini lo dimostra. Il professor Fortis ne ha scritto spesso su Panorama Economy. Ricordiamo di che cosa si tratta? È un indice basato sull’analisi dei 5.557 prodotti industriali catalogati dall’Onu come i più esportati. Nella top cinque di ogni articolo quelli di provenienza italiana sono 1.280 per un giro d’affari di 280 miliardi di dollari. Mentre le leadership assolute sono 278. copertina 21 c_ec19_020-021-Coverstory-L.indd 21 26/04/11 19.44