scarpe fede

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31 Gennaio
SOLENNITA’ DI S. GIOVANNI BOSCO
PADRE E MAESTRO DEI GIOVANI
Un saluto a tutti voi genitori.
Un pensiero/riflessione per celebrare Don Bosco, Padre e Maestro dei giovani.
Perché questo celebrare sia proprio un “vivere” il suo spirito.
Oggi se lo vogliamo, noi siamo Don Bosco!
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Don Bosco: un ragazzo mandato ai ragazzi da ragazzo.
Don Bosco non è stato un adulto che ha aperto gli occhi e il cuore verso i ragazzi,
ma un ragazzo, che è cresciuto ragazzo con i ragazzi e giovane con i giovani.
Ma in che senso egli voleva bene ai giovani?
Voleva bene ai giovani, ma nel senso che voleva che i giovani, diventassero uomini
e donne, che crescessero, che maturassero, che diventassero consapevoli, che
assumessero progressivamente tutte le responsabilità dell'uomo maturo.
Don Bosco non era un imbalsamatore di mummie, uno scultore di monumenti. Dal
suo impegno apostolico uscivano creature vive che volevano vivere, che
apprezzavano la vita, e avevano imparato a dare alla vita dei contenuti, delle
motivazioni, degli ideali, dei fini.
Per don Bosco i giovani non erano tesori da custodire intatti. Questa è una cosa
bella di don Bosco: era cresciuto libero, spontaneo, autentico.
Penso che don Bosco non si sia mai posto il problema se era più importante
formare l'uomo o formare il cristiano. Egli era convinto che bisognava formare il
cristiano, che era uomo, e un uomo che era cristiano.
Il suo motto era: “Onesti cittadini e buoni cristiani”
La ragione di questo, stava nel fatto che egli aveva una visione profondamente
"SACRA" della vita.
Nella creazione l'uomo e la donna ci stavano perchè ce li aveva messi Dio.
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Ora tutta questa traboccante umanità di don Bosco era una componente del suo
sistema educativo, che lo rendeva padre quando doveva essere padre, amico
quando doveva essere amico, educatore quando doveva essere educatore.
La componente della povertà è stata estremamente significativa nell’esperienza
della sua vita. Lui che ha conosciuto la fame, andare scalzo per risparmiare le
scarpe, dover partire per poter studiare.
Ma quali sono le RADICI di questa PERSONA, straordinaria?
La prima radice è l'incontro con Dio, con “L’IO SONO”
Prima ancora di sapere tante cose su Dio, Giovannino s'imbatte in Dio (sogno dei 9
anni).
Anche li c'è oscurità ed incertezza.
Ma una cosa egli intuisce: di Dio ci si può fidare anche quando chiama a grandi
cose, troppo grandi se paragonate alle nostre capacità.
E dunque, bisogna dirgli di si !
Intuisce, fin da allora, che la fede non è prendere ma essere presi, non scegliere
ma sapersi scelti, non volere ma esser voluti.
Saltimbanco che cammina sulla corda già intuisce che tutta la sua vita sarà come
quel camminare: rischio, insicurezza, fatica...
Ma adesso sa! Gli estremi della corda sono tenuti dalle robuste mani di Dio; e sa
che, a precederlo ed accompagnarlo, c'è Colei che il misterioso personaggio indica
come la "Maestra”.
Allora non resta che buttarsi: mettendoci intelligenza, destrezza, attenzione,
prudenza… creativtà, passione!
Ma è un buttarsi come di slancio, perché sta camminando sulla corda di Dio per la
gioia dei giovani.
La fede, in don Bosco, è questo "Eccomi", io ci sono, manda me! Ci sto!
E so che d'ora in poi tutto sarà possibile perché TU CI SEI e hai posto lo sguardo
su di me e hai chiamato me!
Ecco la prima caratteristica: la decisione.
Una volta capito che Dio lo vuole per i giovani più niente lo ferma. "Questo è il
motivo per cui nelle avversità, nelle persecuzioni, in mezzo ai più grandi ostacoli
non mi sono mai lasciato intimidire: il Signore fu sempre con me!”
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La seconda caratteristica è l’ardimento. Se tutto è possibile, allora…se ne
possono fare di cose su quella corda… ci vuole fantasia, inventiva, voglia di vita,
gusto per la festa, intuito di novità e coraggio!
E, ciò nonostante, nel 1886, con profonda umiltà don Bosco confessa: "Se avessi
avuto cento volte più fede, avrei fatto cento volte di più di quello che ho fatto”.
La terza caratteristica, è la fedeltà.
Di tutto posso dubitare ma non di Te Signore!
Qualunque cosa capiti so che Tu non molli la presa e perciò niente mi può
succedere di irreparabile
Anche don Bosco avrà le nostre stesse tentazioni - Ma basta lo sguardo di mamma
Margherita che indica il Crocifisso appeso alla parete per far ricordare che davvero
“ amor vincit omnía ! L’amore vince tutto!
La seconda radice è la gioia.
E' la dimensione della Speranza che diventa PROFEZIA.
La certezza che di Dio ci si può fidare, l'abbandono al Mistero di Dio, genera in don
Bosco un INSOPPRIMIBILE OTTIMISMO che tradotto in esperienza educativa
diventa allegria.
La speranza è vedere oltre il visibile.
Maria ha davanti a sé un progetto che irride ogni logica umana, ma già vede che
nulla “è impossibile a Dio”.
Don Bosco, quando parla di cortili ampi e spaziosi, casa pronta per molti giovani
con chiesa e porticati, si sente ribattere: Ma dove sono tutte queste cose?
E lui: “Non lo so, ma so che esistono e sono a nostra disposizione”. Allora don
Borel scoppiò a piangere ed esclamò: “Povero don Bosco, è proprio andato”!
I suoi amici lo caricheranno sulla carrozza…
E’ l'aspetto profetico della speranza.
Chi vede oltre lo spessore del buio non può essere che nella pace e non può
irradiare che ottimismo e gioia.
Don Bosco fa della vita dei suoi ragazzi un canto di allegria e diventa in lei.
Serenità. al crollo della sua prima casa (2 dicembre 1852) che tanto sacrificio gli era
costata, don Bosco, saputo che tutti i ragazzi erano in salvo, sorridendo esclamò: il
diavolo ha voluto darci un calcio, ma state tranquilli, il Signore è più forte di Lui.
"Nulla ti turbi” “Nada te turbe” Teresa D’Avila
era battuta usuale sulle labbra di don Bosco...
Operositá "Fate tutto come se dipendesse da voi, fate tutto come se dipendesse
da Dio”. Per don Bosco non c'era vera allegria senza impegno serio (la
pedagogia dei "dovere quotidiano”). «Lavoro, lavoro, lavoro ecco l'ultima
raccomandazione di don Bosco poco prima della suo morte ai suoi salesiani.
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Vitalità:
- liberare la libertà, educare dal di dentro (animazione),
- guardare con simpatia i segni dei tempi,
- anticipare il futuro,
- dilatare la sua azione,
- scommettere sulle capacita degli uomini,
- rischiare oltre i buon senso comune, non fermarsi mai (cosa incalza cosa)...
La fonte di tutto questo è per don Bosco, l'incontro quotidiano con Dio.
Se non ci si ricorda di chi è Lui e di chi siamo noi per Lui, se non si "fa memoria
viva e vitale (Parola e Sacramenti) della salvezza che dà origine al mondo nuovo,
la speranza decade ad utopia e prima o poi viene smentita dalla storia.
E' allora che, presi da vertigine, si barcolla e si precipita della corda fino a rompersi
il collo!
La terza radice è il SISTEMA PREVENTIVO
E’ la carità pastorale.
La premura di Dio... la premura di Maria... in don Bosco diventa preventività: più
che teoria educativa è un progetto, uno stile, un ambiente.
Preventività è:
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dare se stessi.
E' la legge del chicco di grano... Vita in pienezza e gioia vera sono frutto della
Pasqua! Può intuirlo e viverlo chi ha incontrato il Crocifisso - Risorto che rivela a
quale logica obbedisce il cuore di Dio e che, mediante il suo Spirito, plasma il
nostro cuore ad immagine dei suo.
“Miei cari, voi sapete quanto vi ami nel Signore e come mi sia consacrato a farvi
quel bene maggiore che potrò. Quel poco di scienza, quel poco di esperienza che
ho acquistato, quanto sono e quanto posseggo, preghiere, fatiche, sanità, la mia
vita stessa, tutto desidero impiegare a vostro servizio. Per parte mia, vi dico che vi
do tutto me stesso; sarà poca cosa, ma quando dico che vi do tutto, vuoi dire che
nulla serbo per me" (Strenna dei 1859).
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amorevolmente.
... per convincere all'amore!
Conclusione
Questa la prospettiva di don Bosco che spiega tutto che spiega tutto e dà senso a
tutto: l'orizzonte escatologico!
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Scrive Adriana Zarri: "C'è la frase dì un santo che amo particolarmente... Quando
don Bosco, vecchio e cadente, si trascinava tra i ragazzi del suo oratorio, qualcuno,
a volte, gli chiedeva: Dove va don Bosco? e lui rispondeva: Vado in paradiso.
Una risposta che può essere fastidiosamente untuosa splendidamente candida e
profonda. In effetti noi camminiamo nella vita eterna e verso la vita eterna; ed ogni
strada porta là.
Guai, però, se le togliessimo il suo peso terrestre, la sua temporale autonomia. E'
proprio camminando sulle strade del mondo, impegnati nel mondo, che
camminiamo nel Regno, tutti già immersi nella vita futura già presente".
Per questo, per don Bosco la vita non ha mai perso il sapore.
“Don Bosco mistico”
Don Bosco, semplicemente don Bosco. Padre dei Salesiani, padre dei ragazzi di un
tempo, padre dei ragazzi di oggi, don Bosco non ha età, perché non è figlio di ideologie,
ma figlio del Vangelo e della Tradizione, per questo non passa di moda e continua a
essere Maestro di tutti, anche della Chiesa.
Don Bosco è uno dei santi più celebri e più fraintesi della storia della Chiesa. A molti
sembra di conoscerlo, ma pochi lo conoscono realmente. Anche se di certo non mancano i
libri che parlano di lui, raramente la sua figura e, soprattutto, la sua spiritualità sono
presentate in modo corretto e completo.
Il sogno, la visione e il realismo nell’esistenza di questo padre e maestro dei giovani si
sorreggono a vicenda, nutrendosi reciprocamente.
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