Progetto “Gioco scaccia gioco” Introduzione Il Progetto, dopo l`ampio
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Progetto “Gioco scaccia gioco” Introduzione Il Progetto, dopo l`ampio
Progetto “Gioco scaccia gioco” Introduzione Il Progetto, dopo l’ampio successo della sua prima edizione, si rinnova nei suoi contenuti, aggiungendo una sezione dedicata alla tematica del disagio scolastico relativo alla difficoltà di integrazione di alunni con bisogni educativi speciali (BES), che ne diminuiscono sensibilmente la socializzazione e il rendimento scolastico, ed è in questa veste adattato alle esigenze del Progetto “La scuola al centro”. Per cui abbiamo la parte 1 dedicata alla ludopatia e la parte 2 dedicata ai BES. Parte 1 “Gioco scaccia gioco” Partiamo dall’assunto che la ludopatia, forma gravissima di dipendenza da varie forme di giochi d’azzardo, è ormai un fenomeno sociale consolidato e, in qualche misura, persino accettato, visto che il fenomeno è legale nei maggiori d’età e largamente presente su ogni tipo di media, con pubblicità aggressive, spesso con personaggi famosi. Di fronte ad un introito annuo di circa 90 miliardi (una cifra spaventosa – fonti ISTAT 2014) lo Stato paga però costi sociali altissimi sotto forma di cura delle dipendenze e perdita di migliaia di ore di lavoro dei soggetti affetti da tale patologia. Perciò se intervenire presso i minori è un dovere, vista l’illegalità del gioco d’azzardo per loro, è anche una forma di prevenzione verso una vera e propria piaga sociale. Il rischio di dipendenza presso i minori si situa soprattutto nei giochi on-line, ove il requisito della maggiore età viene facilmente eluso tramite le tessere sanitarie degli ignari genitori. Dall’illusione delle prime facili vittorie, ottenute con bonus d’ingresso e le cosiddette vittorie dei principianti, si precipita in poco tempo in un vortice di indebitamento, che porta alla necessità di ricorrere a mezzi sempre più illeciti per ottenere i soldi necessari. Il minore, che vive in solitudine questa tragedia, si sentirà autorizzato a compiere furti prima in famiglia, poi presso la scuola e i coetanei e infine ricorrendo addirittura a forme di spaccio di stupefacenti. Talvolta, per uscire da questa situazione, si ricorre al suicidio. E’ chiaro che questo triste fenomeno ha nella sua motivazione principale l’egoismo, si nutre di solitudine e disgregazione sociale, si rafforza con il disinteresse dei genitori e prolifera con il falso mito delle vittorie facili, ottenute senza alcuno sforzo e in disprezzo del lavoro altrui. Viceversa, gli antichi, ma sempre attuali, giochi degli scacchi e della dama, orientano il minore e il praticante di qualsiasi età a principi e obiettivi radicalmente opposti. Come mirabilmente sintetizzato dalla Written declaration 50/2011 (riportata in allegato) della Comunità Europea approvata nel 2012 dal Parlamento europeo per il gioco degli scacchi (ma le stesse cose si possono dire anche per la dama): “A. considerando che il trattato sul funzionamento dell'Unione europea prevede, all'articolo 6, lo sport tra i settori in cui "L'Unione ha competenza per svolgere azioni intese a sostenere, coordinare o completare l'azione degli Stati membri"; B. considerando che il gioco degli scacchi è accessibile ai ragazzi di ogni gruppo sociale, può contribuire alla coesione sociale e a conseguire obiettivi strategici quali l'integrazione sociale, la lotta contro la discriminazione, la riduzione del tasso di criminalità e persino la lotta contro diverse dipendenze. C. considerando che, indipendentemente dall'età dei ragazzi, il gioco degli scacchi può: migliorarne la concentrazione, la pazienza e la perseveranza e può svilupparne il senso di creatività, l'intuito e la memoria oltre alle capacità analitiche e decisionali; 1. invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare l'introduzione del programma "Scacchi a scuola" nei sistemi d'istruzione degli Stati membri.” Quindi, In un’ottica di prevenzione alla ludopatia, come fenomeno di grave disagio individuale e sociale, che si sviluppa in situazioni di isolamento e scarsa attitudine alla riflessione, gli scacchi e la dama si propongono come facili forme di aggregazione sociale, accessibili veramente a tutti, e caratterizzate da concetti quali lealtà, correttezza, regole, creatività, intuizione,socializzazione, empatia emotiva e risoluzione dei problemi. Da non sottovalutare poi la fisicità di questi due giochi/sport, in cui, attraverso la percezione fisica dei pezzi di legno, si stacca la mente del bimbo da quell’altra forma di dipendenza, ormai anch’essa generalizzata, verso ogni forma di immagine proveniente dal computer, dai vari i-phone, i-pad ecc, e dalla televisione. Da ultimo è fondamentale sottolineare il lato agonistico dei due giochi. Praticare gli scacchi e la dama in modo agonistico favorisce la messa in circolo nel corpo di quella sana adrenalina che caratterizza ogni competizione leale, la stessa adrenalina che porta alla dipendenza dal gioco d’azzardo. Ecco il senso ultimo del progetto e del suo nome “gioco scaccia gioco”. Non si scaccia un demone potente come il gioco d’azzardo con una mera attività ludica e ricreativa. E’ necessario instillare il senso della competizione, della voglia di vincere, stavolta però nel rispetto delle regole e usando fatica, concentrazione e talento personale. Se ciò è valido anche in un’ottica di lotta contro dipendenze in atto, a maggior ragione lo è nell’ottica della prevenzione di esse. Parte 2 “Gioco alla pari”. Dopo ben 260 ore di didattica abbiamo potuto osservare la sorprendente reazione degli alunni con bisogni educativi speciali (BES) alla pratica in classe dei due giochi. Bambini iperattivi, dislessici e lievemente autistici si sono interessati immediatamente, dimostrando capacità logiche deduttive innescate da domande inerenti ai giochi. Questa parte del progetto si propone quindi di incentivare la pratica dei giochi anche in classi in cui sono presenti soggetti problematici, al fine di migliorarne l’inserimento e l’apprendimento scolastico, chiaramente di concerto con l’insegnante e l’insegnante di sostegno. Il gioco come forma di apprendimento soddisfa infatti sia il desiderio di migliorare il rendimento che di realizzare l’integrazione degli alunni che vivono situazioni di marginalità, che spesso si riflettono anche nel loro ruolo sociale. Oltre alla fase scolastica, vengono proposti laboratori extrascolastici in strutture pubbliche aperti anche a bambini e ragazzi con BES, in collaborazione con associazioni di settore. Ancora più efficace è l’azione nei confronti di soggetti portatori di disabilità fisiche, dato che negli sport della mente non vi è differenza fra persone normodotate o meno, visto che nella storia dei giochi si sono avuti giocatori di altissimo livello in presenza di gravi forme di handicap. Gli scacchi e la dama sono accessibili anche a persone cieche, grazie a particolari dispositivi, come l’esperienza di Ludovica Amato, la quattordicenne campionessa italiana premiata dal CONI nel seminario per istruttori di scacchi patrocinato dal Comune di Livorno, ha potuto dimostrare, unitamente al grande Andrea Bocelli, che da grande appassionato di scacchi e di dama, ha sfidato Michele Borghetti in un’esibizione al liceo scientifico di Forte dei Marmi ripresa dalla RAI. Svolgimento Il progetto è articolato nelle seguenti fasi, da svolgersi a scuola in orario extrascolastico. . Laboratori in orario extrascolastico (didattica e gioco libero). Il momento didattico e di gioco libero, parte portante del progetto, prevede l’insegnamento dei giochi secondo le metodologie previste dal protocollo federale. Al termine di questo periodo gli alunni conosceranno le regole del gioco, nozioni elementari di strategia, tecnica e tattica, psicologia del giocatore di scacchi e dama, terminando con un breve accenno alla storia delle due discipline sportive. Ricordiamo per inciso che la FSI e la FID sono da molti anni discipline associate del CONI e che gli scacchi sono lo sport individuale più praticato nel mondo, prevalentemente da teen agers (non così purtroppo in Italia). Al termine di ogni momento didattico è previsto un momento di gioco libero, per favorire l’aspetto ludico della disciplina e quello di socializzazione. Sono previste 20 ore di insegnamento per ogni classe. Dieci dedicate al gioco degli scacchi e dieci al gioco della dama, per un totale di 100 ore. Il periodo previsto è da dicembre 2016 a maggio 2017. Questo segmento è affidato al pluricampione mondiale di dama inglese, il livornese Michele Borghetti, ed al maestro federale Andrea Raiano. Eventi di restituzione L’evento finale, che si terrà nel mese di giugno 2017, sarà un momento di incontro e di gioco con il corpo docente, le famiglie, i ragazzi e tutto il quartiere con la disputa di gare in simultanea e partite viventi. Ulteriori canali di diffusione Il progetto ha una pagina facebook con circa 550 mi piace, viene seguito con ottimi risultati dai media locali e ha delle articolazioni extraterritoriali in Toscana. Il 15 luglio 2016 è stato premiato a Roma dalla FID (Federazione italiana dama). Soggetto proponente e associazioni in partenariato Il progetto è proposto dall’ASD “Livorno Scacchi” , in partenariato con il Museo di Storia naturale del Mediterraneo, l’ASD “Circolo Dama Livorno Piero Piccioli” con sede in via di Salviano [email protected] il cui presidente è Antonio Tassone, da Lega consumatori Livorno, con sede in Via santa Barbara, 43 Livorno [email protected] il cui presidente è il dr. Andrea Raiano, e Lega consumatori Toscana, con sede in via F.da Buti, 20 a Pisa, Richieste economiche Chiediamo un contributo di € 3000, comprensivo delle 100 ore di laboratorio e delle ore necessarie per la programmazione e tutoraggio del progetto. Conclusioni . Dopo l’enorme successo della sua prima edizione, il progetto viene presentato in una forma più ampia e rinnovata, anche in questa veste più snella dedicata al Progetto “ La scuola al centro” mantenendo però la struttura di base dell’anno scorso, basata sulla lotta alla ludopatia minorile e ad altre forme di disagio quali la cyberdipendenza e il bullismo, che sono cause fondamentali della dispersione scolastica. Le aggiunte nulla tolgono all’unitarietà del progetto, ma anzi ne ampliano la forza e i confini, e consentono di rivolgersi al settore dell’interazione sociale e culturale, dell’inclusione scolastica degli alunni con bisogni educativi speciali (BES), dell’inclusione scolastica degli alunni con diversità di lingua e cultura ( visto il valore e il linguaggio universale dei giochi ) e della prevenzione e il contrasto del disagio scolastico di tipo sociale, economico e comportamentale. Ci piace perciò ribadire l’originalità e il coraggio di questo progetto nel perdurare del momento di grave crisi, soprattutto di valori, della nostra società. Volendo giocare con le parole, è il momento di mettersi in gioco e reagire con gioia e intelligenza al periodo terribile in cui stanno crescendo i nostri ragazzi, anche nella città di Livorno, ormai ex isola felice. Il proliferare di sale di gioco d’azzardo anche davanti alle nostre scuole, la presenza di slot machine in ogni bar, tabaccaio e circolo di associazioni storiche (senza far nomi) e la pubblicità martellante dei giochi d’azzardo on line sui media sono la prova vivente della decadenza della società in cui viviamo. Gli scacchi e la dama, pur avendo una grandissima storia nella città di Livorno, fra pluricampioni italiani come il grande Piccioli e addirittura il campione del mondo in carica Michele Borghetti, e, negli scacchi, le stesse origini del gioco in Italia, portato dagli ebrei sefarditi in fuga da Spagna e Portogallo e con personaggi illustri come Luca Mimbelli, fondatore della prima rivista scacchistica italiana, non fanno eccezione in questo panorama di declino. Il numero dei praticanti è in calo, segno di una insofferenza all’uso della mente, mentre in tutto il resto del mondo gli scacchi sono la disciplina sportiva individuale più praticata. Riproponiamo perciò questo progetto come laboratorio di rinascita della nostra città attraverso il valore antico, ma sempre attuale, della pratica sportiva del gioco, fatto con intelligenza e passione, avendo di fronte esempi viventi di virtù, talento e abnegazione, per sconfiggere il gioco d’azzardo e altre forme di dipendenza che stanno distruggendo i nostri ragazzi e per dare speranza a soggetti problematici ed emarginati. L’esperienza dell’anno precedente ci ha dato pienamente ragione, nel verificare la disponibilità degli alunni nel recepire la bellezza che sta dentro la pratica di un gioco sano. Per cui, gioco scaccia gioco!