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ANNO
3 - NUMERO 4
Poste Italiane SpA - Sped.abb.post. Dl n 353/2003 - art 1 (comma1) D&B Milano - DISTRIBUZIONE GRATUITA
Agosto - Settembre 2008
> EDITORIALE
Una calda
estate
di Pasquale Cannatelli*
on si puo’ certo dire che i mesi
estivi rallentino le attività. Almeno
in questo ospedale.
Proprio in questi giorni abbiamo presentato
l’Unità Grandi Emergenze. Un esempio
unico in Italia di come le competenze e le
professionalità di un ospedale escano dai
reparti per offrire il proprio servizio sul territorio anche per eventi eccezionali: disastri chimico-nucleari, catastrofi, terremoti,
ecc. Sembrano casi impossibili, eventi da
film, ma purtroppo non è così . Quando
accadono le istituzioni devono essere
pronte. Tempestività, efficienza, efficacia,
sono queste le parole d’ordine. La storia ci
insegna. In queste pagine troverete un articolo che ricorda del caso “diossina di Seveso”. Dalla storia si può imparare. Per la
realizzazione di questo progetto vanno ringraziati molti professionisti che hanno contribuito con efficienza ed impegno: oltre ai
sanitari, all’ex direttore sanitario dott. Munari, all’attuale direttore sanitario dott. Nicora, ai collaboratori della D.G. Sanità e
agli operatori della Centrale 118 e dell’Unità Grandi Emergenze, anche gli uffici
dei servizi amministrativi e in particolare
il servizio Approvvigionamenti per il loro
intervento a rendere esecutiva la delibera
regionale.
Sempre in questi giorni apriamo il Parcheggio Sud. È un primo “pezzo” dei lavori di riqualificazione dell’ospedale. E’ un
servizio per i cittadini e gli operatori, permetterà di alleggerire il traffico all’interno
dell’ospedale e nei dintorni. Ne parliamo a
pag.8. I cantieri anche d’estate lavorano a
pieno ritmo e il cronogramma dei lavori
è più che rispettato. Lo vedete anche voi
(anche dal sito www.ospedaleniguarda.it)
il blocco sud è al tetto e sono in corso i lavori di impiantistica, il polo tecnologico e
il polo logistico procedono e crescono a
vista d’occhio.
N
...SEGUE A PAGINA 2
* Direttore Generale - Niguarda
> UNITA’ REGIONALE PER EPIDEMIE E DISASTRI CHIMICO-NUCLEARI
Grandi emergenze:
pronto l’ospedale mobile
Presentazione a Niguarda il 22 luglio. Formigoni: “Un enorme salto di qualità”
otrebbe sopraggiungere un’epidemia
o verificarsi un incidente in uno stabilimento nucleare o chimico: la Lombardia si troverebbe pronta ad intervenire
per contenere l’emergenza. E’ stata inaugurata martedì 22 luglio, sul piazzale d’ingresso dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda,
la nuova Unità Regionale Grandi Emergenze della Regione Lombardia. E’ un
ospedale mobile, progettato per spostarsi
sul luogo dell’emergenza e garantire la massima efficienza nell’intervento sanitario.
L’ospedale mobile non si nota subito, tutto
contenuto nei 10 container su altrettanti camion 4x4 che si dirigono verso la destinazione d’impiego. Dai contenitori
P
> GRAVIDANZA A TERMINE PER DONNA CON DISTROFIA
Fiocco rosa in ‘casa’ NEMO
Nasce Matilda, a quattro mesi dall’avvio del centro
ono stati festeggiati così
i primi mesi di attività
del Centro Clinico
NEMO
(NEuroMuscular
Omnicentre), nucleo specialistico per le distrofie muscolari, la sclerosi laterale
amiotrofica, le amiotrofie
spinali e le altre patologie
neuromuscolari voluto da
Fondazione Serena e nato
dalla collaborazione tra UILDM, Ospedale
Niguarda, Fondazione Telethon e AISLA.
Matilda è nata a fine maggio grazie non
solo alla sua forza di volontà di Rovena,
la mamma affetta da distrofia, ma anche
allo spirito di squadra dell’equipe che ha
S
seguito l’evento passo dopo
passo. Portare a termine una
gravidanza attraverso i limiti
di una malattia neuromuscolare è possibile, con le dovute
cautele e l’approccio terapeutico più opportuno. E’ per questo che è stato predisposto un
nutrito gruppo di specialisti,
pronti a intervenire in caso di
complicanze respiratorie della
donna (conseguenti a un innalzamento del
diaframma dovuto alla crescita del feto) e
a prevedere e contenere tutti i rischi possibili durante l’ultimo periodo di gravidanza.
CONTINUA A PAGINA 2
d’alluminio esce una struttura sanitaria
completa composta da 7 grandi tende pneumatiche da allestire in sole 2 ore: c’è il
triage per la valutazione e l’assegnazione
dei codici di priorità (10 posti letto) e l’area
degenza per i primi trattamenti secondo le
gravità con oltre 40 posti letto di cui 8 destinati alla terapia intensiva. Sono inoltre compresi nella struttura: il laboratorio analisi
per la valutazione dei parametri vitali, la
centrale operativa per gestire la telecomunicazione gsm, radio e satellitare e il concentratore e produttore di ossigeno. Dai
container esce anche l’area dedicata ad ospitare lo staff impegnato nelle Grandi Emergenze, 20 operatori tra medici, infermieri e
tecnici e un laboratorio tecnico per eventuali
riparazioni delle sofisticate tecnologie in dotazione. Spiega Pasquale Cannatelli, Direttore Generale dell’ospedale: “Niguarda
avrà il ruolo di coordinatore dell’Unità Regionale Grandi Emergenze, voluta dalla Regione Lombardia in linea con il crescente
livello d’attenzione nazionale e internazionale rivolto a disastri sanitari.” L’unità
‘speciale’ verrà inserita nella colonna mobile regionale della Protezione Civile.
“Siamo orgogliosi di presentare una struttura mobile che farà fare un grande salto di
qualità alla nostra Protezione civile e al nostro sistema dell’emergenza urgenza”...
CONTINUA A PAGINA 3
> DAL MONDO CI GUARDANO
Chirurgia senza cicatrici:
colecistectomia in diretta
In collegamento Londra e San Francisco
na sala operatoria,
un’equipe
medica, un endoscopio e internet come
alleato: sono questi
gli elementi di due
interventi di rimozione di colecisti via
trans-vaginale, trasmessa da Niguarda
in diretta a Londra
il 27 giugno scorso
presso il centro MATTU e a San Francisco
l’11 luglio scorso in occasione del congresso
mondiale della NOSCAR, la società nordamericana di chirurgia senza cicatrici. “Sono
U
stati due eventi di
portata internazionale, molto importanti in ambito
scientifico – commenta Raffaele Pugliese, direttore del
Dipartimento di Chirurgia Polispecialistico – Si sta
cercando di portare
avanti questa innovativa tipologia di
intervento, che è stata applicata per la prima
volta un anno fa.”
CONTINUA A PAGINA 3
2
Il Giornale di Niguarda
SEGUE DALLA PRIMA
> FIOCCO ROSA IN ‘CASA’ NEMO
comporre il gruppo: i medici del
NEMO Massimo Corbo, direttore clinico, Paolo Banfi, pneumologo, Ksenija Gorni, neuropsichiatria
infantile, e gli specialisti del Niguarda
Maurizio Bini e Roberto Merati, responsabili del Reparto di Ostetricia e Ginecologia, gli anestesisti Maurizio
Heinen e Rosario D’Agostino e il neonatologo Stefano Martinelli. La nascita
di Matilda conferma che le malattie neuromuscolari non sono una condanna
senza possibilità di remissione della
pena, ma una condizione di vita difficile
che però non impedisce il raggiungimento di importanti traguardi, come
quello di un lieto evento. La nascita della
bimba conferma anche il successo del
A
> PARLA PAPA’ LUDOVICO
NEMO, che in soli 6 mesi di attività ha
raggiunto il pieno regime dell’attività di
degenza e d’ambulatorio, pari rispettivamente al 32% e 64% del totale dei servizi
erogati. Di tutti i pazienti accolti il 13%
ha meno di 18 anni. Secondo le stime
entro la fine del 2008
le attività del centro
> PER INFORMAZIONI
saranno implementate
Centro Clinico Nemo – Fondazione Serena
e tutte le aree di assiCentralino 02 9143371 - Numero Unico 199 24 96 96
stenza raggiungeranno
[email protected] - www.centrocliniconemo.it
il pieno dell’attività.
Segue dalla prima
> EDITORIALE
roprio per la presentazione dell’Unità Grandi Emergenze e per verificare l’andamento dei lavori di
riqualificazione ci ha onorato della sua
visita il presidente Formigoni: lo ringraziamo per la sua attenzione e il suo incoraggiamento
a
proseguire
con
professionalità ed efficienza nel nostro impegno. La Direzione Sanitaria e l’ufficio di
Direzione sono stati coinvolti in un impegnativo e non facile lavoro di riassetto
dell’organizzazione: è stata ridisegnata la
struttura organizzativa dell’ospedale seguendo le indicazioni regionali contenute
nella delibera sul POA (Piano di Organizzazione Aziendale) e i contributi dei
professionisti, in un confronto con le organizzazioni sindacali. Il nuovo piano presentato in Regione per l’approvazione sarà
disponibile sul sito e verrà attuato dopo la
delibera regionale.
Certamente il risultato ha prodotto e produrrà alcuni commenti. Ciò che posso dire
è che l’impegno che ci ha mossi, anche se
in alcuni casi ha portato a cambiamenti non
semplici da accettare da parte di alcuni interessati, è stato quello di valorizzare l’impegno professionale e snellire la
struttura; questo richiede anche un cambiamento di tipo culturale che ci permette
di confrontarci con i sistemi sanitari più rilevanti e interessanti a livello internazionale. C’è un altro tema che ha tenuto a
P
Come sta la bambina?
Sta abbastanza bene. In questo momento
sta facendo un po’ di capricci per mangiare, perché si è emozionata. Però questa notte è stata brava.
Con la malattia di sua moglie la gravidanza si prospettava complicata. E’
stato difficile portare a termine questa
scelta?
La scelta in se stessa non è stata molto
difficile. E dopotutto anche la gravidanza.
Certo, non è stata una passeggiata ma
non ci sono state complicazioni tali da
pensare ‘chi me lo ha fatto fare’. Mia moglie ha avuto dei problemi, delle difficoltà, ma diciamo che ce la siamo cavata
egregiamente.
E’ la seconda gravidanza che affrontate, la prima non portata a termine. I
medici non vi hanno sconsigliato di ri-
ritmi accesi le nostre giornate di luglio: il
mio editoriale dello scorso numero “Tecnici o professionisti della cura?” ha fatto
pensare e riflettere. Tante lettere di ringraziamento e anche un interessante dibattito
all’interno di questo ospedale; di questo
non posso che rallegrarmi, con chi ha risposto all’editoriale ho già intrapreso un
dibattito perché è fondamentale andare al
fondo del problema del significato del nostro lavoro per noi e per coloro a cui esso
è destinato. Approfitto ancora una volta di
questa occasione per confermare la mia disponibilità ad un confronto e ad approfondire questi temi: anche il direttore è un
professionista e non solo un tecnico, un
burocrate, uno che si occupa solo di “far
tornare i conti”.
Voglio per ultimo affrontare un altro tema
di cui la stampa si è occupata parlando del
Niguarda su segnalazione di una denuncia
di una paziente che si rivolgeva ad un sindacato per “mancato intervento di un anestesista durante un aborto..”.
Abbiamo fatto le verifiche del caso, sentiti
i medici e i responsabili delle strutture
coinvolte. Abbiamo diramato i risultati dell’indagine svolta. Non c’è stato nessun rifiuto di intervento e abbandono della
paziente. Semplicemente il medico ha manifestato la sua obiezione di coscienza pur
prestando la sua consulenza ai colleghi medici che avevano in cura la donna, e consi-
gliando il trattamento terapeutico più appropriato. C’è stata una valutazione circa
il trattamento più appropriato per quella
paziente tra i professionisti senza compromettere le cure.
Circa l’applicazione della legge 194 e
dell’obiezione sollevata da alcuni medici
sarà alla discussione nei prossimi giorni,
da parte del Comitato Etico; ne daremo informazione.
La stampa non ha dato riscontro alle conclusioni dell’indagine molto accurata e dettagliata della Direzione Medica di Presidio:
non è stata fatta una corretta informazione,
ma s’è trattato il caso solo in un’ottica di
contrapposizione ideologica. Questo non è
fare informazione né un servizio alla gente!
Non è giusto neanche nei confronti degli
operatori sanitari e di tutti noi che lavoriamo in questo ospedale: abbiamo una tradizione che qualifica il Niguarda e
vogliamo esserne degni, garantendo alla
persona la cura di cui necessita in qualunque situazione si trovi. Purtroppo si rischia
anche di confondere i cittadini che al Niguarda si rivolgono con fiducia in nome di
una esperienza e tradizione positiva.
Concludo questo mio editoriale augurando
a voi un salutare riposo in attesa della ripresa con il mese di settembre, l’ospedale
rimane comunque sempre aperto.
Una buona estate a tutti.
Pasquale Cannatelli
provarci?
No, mai. Il nostro referente, ancora prima
della gravidanza, è sempre stato il Dott.
Banfi che ci ha portato al NEMO. Non
solo non ci ha mai demotivato nel portare
avanti la gravidanza, ma ci ha sempre incoraggiato e sostenuto
Qual è stato il momento più difficile?
Il problema che ci ha preoccupato di più
sono state le complicanze respiratorie di
mia moglie. Per la bambina non si è temuto: diciamo che lei è quella che sta meglio di tutti!
La parte complicata si è conclusa. Preoccupato del dopo-gravidanza?
Assolutamente. L’ultimo problema è come
fare le cose e come in tutto questo percorso continuiamo con la filosofia che
basta voler fare le cose e i risultati arrivano anche nell’eventualità di complicazioni. E diciamo che i risultati ora ci
stanno proprio premiando.
> LETTERA AL DIRETTORE
ent.mo Direttore
Dott. Cannatelli,
ho letto con stupore e
attenzione l’editoriale
del Giornale di Niguarda, riguardante una paziente ricoverata, che evidenziava come a tecniche
mediche ineccepibili non corrispondesse
un adeguato livello di umanità da parte
del personale medico. L’ammiro per il
coraggio che ha avuto nel pubblicare
questo scritto e altrettanto per aver ricordato che l'essere umano è “una realtà creata, misteriosa e complessa che
ha bisogno di essere accolta, amata, accompagnata, curata e assistita.”
Io sono la madre di una ragazza ventiduenne giunta a Niguarda dopo tanto
peregrinare tra vari centri di diabetologia “d’eccellenza”. Dopo due anni
posso dire che mia figlia ha trovato finalmente medici e infermieri che al meglio hanno dimostrato di possedere
quelle qualità umane che Lei ha così ben
evidenziato. Pensi che in questo momento la dott.ssa Meneghini si trova in
Olanda con sette pazienti diabetici e mi
creda si stanno divertendo parecchio!!!
(Lo so perchè mia figlia fa parte del
gruppo). Ancora complimenti, davvero
sinceri. Con l’augurio di buon lavoro,
Le porgo i miei più sentiti saluti.
Lettera firmata A.R.
G
3
Il Giornale di Niguarda
> GRANDI EMERGENZE
SEGUE DALLA PRIMA
...conclude Roberto Formigoni, governatore della Regione Lombardia, intervenuto alla cerimonia di inaugurazione (nella foto di prima pagina, al taglio del
nastro con Pasquale Cannatelli, direttore generale dell’ospedale, e Cristiano
Cozzi, responsabile operativo dell’Unità Grandi Emergenze) – In futuro prevediamo di ampliarne ulteriormente la dotazione con un blocco operatorio mobile, rendendola così utilizzabile anche in caso di calamità in tutti i paesi della
Comunità europea.”
Nel corso della cerimonia è stato presentato il nuovo veicolo per interventi
N.B.C.R. (nucleare, biologico, chimico e radiologico), dotato di strumentazioni
per il rilevamento ambientale e di una unità di decontaminazione, ed è stata
consegnata una nuova ambulanza donata all’azienda ospedaliera dalla A2A (ex
A.E.M), destinata alle emergenze neonatali.
> LA STORIA LOMBARDA
Seveso e la diossina:
un salto nel buio
’ il 10 luglio 1976. Nello stabilimento chimico Icmesa di
Meda una valvola di sicurezza
di un reattore esplode e libera diossina. Molti chili, nessuno sa né conferma quanti siano. I bambini
continuano a giocare lungo i canali del
fiume Seveso, gli uomini a coltivare i
campi, a mangiare carne degli allevamenti locali.
La prima ordinanza d’emergenza
giunge 5 giorni dopo: non si può più
toccare la terra, l’erba, consumare
frutta e verdura, animali da cortile.
Parte anche il divieto di esporsi all’aria aperta. Per due settimane si
aspettano risposte dalla sede centrale
dello stabilimento chimico sulla pericolosità della nube tossica che, quel
giorno, colpisce soprattutto la città
di Seveso.
Nel frattempo le foglie degli alberi cadono, il bestiame muore, i bambini
sviluppano pustole e ustioni su tutto il
corpo, un numero ancora oggi imprecisato di persone si espone oltremodo
alla diossina senza capire i danni che
ne potrebbero derivare. Né i medici né
i chimici sanno con esattezza le conseguenze di un esposizione dell’uomo
alla diossina.
“Fino a quel giorno – spiega Alessandro Marocchi, direttore della Medicina di Laboratorio di Niguarda che in
quel 1976 partecipò al piano di monitoraggio della popolazione esposta alla
diossina – noi medici conoscevamo
poche decine di casi di esposizione.
Conoscevamo solo dati di sensibilità
alla diossina relativa ad alcuni animali. Nessuno, né dentro né fuori l’Italia, poteva prevedere, in base agli
E
elementi a disposizione, i suoi effetti
sulle persone”. Arriva la conferma: la
diossina è tossica per l’uomo. E’ il
weekend del 24 luglio: viene organizzata una task force dedicata, con nucleo di coordinamento all’A.O.
Ospedale di Desio, viene tirato del filo
spinato per recintare l’area A, quella
entro un raggio di 10 ettari dal luogo
dell’esplosione, quasi 1000 residenti
vengono fatti sfollare e accompagnati
in residenze d’accoglienza.
Il lunedì successivo la zona è ormai
blindata. Prosegue Marocchi, “La risposta di tutti fu immediata: analisi di
laboratorio, attuazione di nuovi piani
di monitoraggio e l’apertura di registri epidemiologici per quantificare i
danni sulle persone. Forse si sarebbe
potuti intervenire prima? Non credo,
tutti hanno fatto del loro meglio in
base agli strumenti a disposizione più
di 30 anni fa”. Lo stato d’allarme si
protrae fino a fine agosto quando
ormai la situazione appare sotto controllo. La tensione rallenta per tutti
quelli che hanno partecipato, rinunciando alle vacanze estive e, a volte,
non ricordandosi di rincasare a fine
giornata. Il caso ‘Seveso-diossina’
continua nei mesi e anni successivi
con l’introduzione di protocolli di lavoro a norma di legge (la cosiddetta
‘normativa Seveso’), piani di monitoraggio della popolazione e registri dati
ancora aperti.
Oggi gli strascichi dell’incidente si
possono ancora vedere dalla superstrada che sormonta Meda: al posto
dello stabilimento chimico c’è un
campo di calcio e, al posto delle macerie, le colline del ‘bosco delle querce.’
> CHIRURGIA SENZA CICATRICI: COLECISTECTOMIA IN DIRETTA
SEGUE DALLA PRIMA
chiamati in campo in questi due eventi- prosegue
“Finora le dimostrazioni in diretta a fine didat- Pugliese - e anche la coscienza che vivere questa
tico sono state eseguite solo su modelli animali, esperienza permette di insegnare agli altri una
noi siamo stati tra i primi al mondo ad eseguire tecnica che rappresenta l’ultima evoluzione in
questo intervento su pazienti”. La tecnica in que- termini di chirurgia mininvasiva”.
stione si chiama
N.O.T.E.S. (Natural
Orifice Transluminal
Endoscopic Surgery) e
permette di intervenire
su colecisti colpita da
calcoli biliari senza
alcun taglio, raggiungendo l’organo malato
con un endoscopio
flessibile attraverso lo
stomaco o la vagina
per permetterne la rimozione. Il risultato?
Nessuna ferita da medicare, nessuna cicatrice visibile, nessun
disagio psicologico
del paziente. “C’è
l’orgoglio e la soddiRaffaele Pugliese durante un intervento di laparoscopia
sfazione di essere stati
Il Giornale di Niguarda
5
> NEUROPATIA DEGLI ARTI INFERIORI
La sindrome dei ‘piedi brucianti’
Fibre nervose alterate, a volte conseguenza di altre patologie
ndossare i sandali e ciabatte, d’estate,
è una cosa normale. Ma c’è chi lo fa
anche d’inverno, senza nemmeno le
calze, destando gli sguardi perplessi e divertiti della gente. Perché c’è chi, nonostante le basse temperature, sente sempre
i piedi in fiamme anche se a toccarli sono
gelidi a causa di uno strano disturbo chiamato ‘sindrome dei piedi brucianti’.
Rientra nell’ambito delle polineuropatie,
malattie che colpiscono i nervi periferici
diffusamente e in modo simmetrico, e può
subentrare secondariamente ad altre patologie come diabete, carenza da vitamina
B1, anemia, alcolismo, insufficienza renale, Aids, neoplasia. Ma, in rari casi,
compare come disturbo primario come
una fiamma che improvvisamente divampa sui piedi. “Probabilmente si tratta
I
di un’alterazione del sistema nervoso periferico – spiega Dante Facchetti, responsabile della Neurofisiologia – a livello di
quelle piccole fibre nervose responsabili
della sensibilità al dolore e del controllo
della microcircolazione.”
Come per qualsiasi altro raro disturbo,
l’iter di chi ne è affetto è tortuoso, fatto da
un infinità di visite specialistiche presso
l’angiologo, l’ortopedico, il fisiatra, il dermatologo e, in ultimo, lo psicologo. Da un
centro di cura all’altro, il malato si sposta
camminando con fatica e dolore, come se
fosse sui carboni ardenti, a volte portandosi sotto braccio un secchio di acqua e
ghiaccio per un pediluvio rinfrescante
d’emergenza.
La diagnosi di ‘sindrome dei piedi brucianti’, quando non è conseguenza di
> CENTRO RIABILITAZIONE EQUESTRE
Il cavallo nel cuore
Il 13 giugno il Centro Capua
aperto ai visitatori
n occasione dell’iniziativa ‘I giorni della
salute’ organizzata
dall’Assessorato alla Salute del Comune di Milano, il 13 giugno scorso
si è svolta l’iniziativa ‘Il
cavallo nel cuore’, giornata di informazione e
dimostrazione organizzata dall’associazione
“Amici del Centro di V.
di Capua”. I visitatori
hanno potuto conoscere
I
la realtà del centro rivolgendo domande agli
esperti e partecipando
alle attività. Gli ospiti intervenuti alla manifestazione sono stati accolti in
benvenuto da Pasquale
Cannatelli, Direttore Generale di Niguarda, e
Emilio Brunati, direttore
della Neuropsichiatria
dell’Infanzia e Adolescenza e Presidente
dell’associazione.
un’altra malattia, è fatta per esclusione,
dopo che tutti gli esami a cui il paziente è
stato sottoposto, tra cui risonanza magnetica nucleare e elettromiografia, non evidenziano anomalie in muscoli e nervi. I
piedi che bruciano penalizzano enormemente la qualità di vita, con riduzione di
vita sociale e autostima. Ma esiste un rimedio? Risponde Facchetti, “Si può curare se la causa è una malattia specifica.
Altrimenti, nel caso che la sindrome sia il
disturbo primario, si può ricorrere ad alcuni farmaci: antidepressivi, triciclici e
serotoninergici, che modulano i neurotrasmettitori per il controllo del dolore, gli
antiepilettici, che rendono meno eccitabili
le membrane dei neuroni, e gli analoghi
dei trasmettitori GABA, che stabilizzano i
canali del calcio sulle cellule nervose”.
Il termine ‘burning feet’ (piedi brucianti) viene usato per la prima volta
dopo la Seconda guerra Mondiale
quando molti reduci di guerra ne
erano affetti a causa di deficit vitaminici dovuti alla malnutrizione.
> CHI VISITA NIGUARDA
Sui
cantieri
La Commissione
Sanità del
Comune di
Milano ha visitato i cantieri del
nostro ospedale
lo scorso 13
giugno.
Sulle
tecnologie
Una delegazione
della Malaysia
ha visitato
la struttura di
Tecnologie
Avanzate
Diagnostico
Terapeutiche
lo scorso
giugno.
La fanfara dell’aeronautica che si è offerta
spontaneamente di accompagnare i visitatori
Il Giornale di Niguarda
6
> FLASH
In piena estate inizia la stagione dei funghi
on è in autunno ma nei mesi
estivi che si registrano le
prime intossicazioni da funghi. Lo sa bene il Centro Antiveleni
(CAV) di Niguarda, il cui centralino riceve ogni anno segnalazioni di intossicazioni da funghi. Per saperne di più sui
N
rischi e anche sul trattamento sanitario
di queste emergenze è stato appena
pubblicato il libro ‘Funghi velenosi:
Tossicologia, Speciografia e Prevenzione’ (Ed. dalla Natura©) un testo
scritto da Francesca Assisi, medico
tossicologo del CAV, Stefano Bale-
strieri, micologo dell’ASL MI3 di
Monza, e Roberto Galli, docente universitario e micologo di fama. Nel libro
non mancano schede descrittive, illustrazioni, nozioni di storia della micologia e cenni alla più nuova micoterapia.
Attenzione, non è un prontuario!
In caso si sospetti di
aver mangiato un
fungo velenoso è
meglio agire come
segue: conservare
un pezzo del fungo
ingerito da sottoporre agli specialisti
e contattare il CAV al
02 66101029, disponibile 24h su 24.
> NIGUARDA CENTRO DI RIFERIMENTO PER LE MALATTIE RARE
Colangite Sclerosante Primitiva
Colpisce il fegato e può degenerare in carcinoma. Terapia ancora non risolutiva
a
colangite
sclerosante
primitiva
(CSP) è una malattia
cronica del fegato
caratterizzata da ricorrenti episodi di infiammazione dei dotti
biliari che progressivamente
possono
giungere a uno stadio
di sclerosi e determinare successivamente cirrosi epatica con
varie complicanze (ascite, ittero, encefalopatia, emorragia
digestiva). “Le cause della malattia non sono ad oggi note –
spiega Giovambattista Pinzello, direttore di Epatologia e
Gastroenterologia - così come
non è noto il meccanismo attraverso il quale si instaura l’infiammazione e la successiva
fibrosi dei dotti biliari(su base
genetica? immunologica?)”. Al
momento della diagnosi la metà
dei pazienti è asintomatico e la
L
Non esistono dati di incidenza della malattia
in Italia. Nel Nord Europa la sua prevalenza
è di 8-13 casi ogni
100.000 abitanti. Nel
60-70% dei casi i pazienti affetti sono uomini tra i 30 e i 40 anni.
Frequentemente si associa una malattia infiammatoria
cronica
intestinale (morbo di
Crohn o rettocolite ulcerosa).
> A TU PER TU CON I PAZIENTI
Nicola
malattia viene alla luce in modo
occasionale attraverso esami di
laboratorio che evidenziano enzimi epatici alterati.
Nel 30-40% dei pazienti invece
la malattia si presenta con i sintomi propri della colestasi (ittero, prurito e febbre)dovuta a
un ostacolo del flusso di bile
nei dotti biliari del fegato. Il decorso della malattia è caratterizzato da episodi ricorrenti di
infezioni delle vie biliari e progressione verso la cirrosi e le
sue complicanze. Lo sviluppo di
colangiocarcinoma ed insufficienza epatica è la causa principale di morte. “Non
disponiamo al momento di una
terapia medica in grado di curare questa rara malattia – prosegue Pinzello – Con la
somministrazione di acidi biliari si possono migliorare i parametri bioumorali ma non la
prognosi. Il trapianto di fegato
è la sola opzione “curativa” per
i pazienti affetti dalla malattia
in fase avanzata: la sopravvivenza a 10 anni dal trapianto è
di circa il 70% ma nel 25% dei
trapiantati la malattia può ripresentarsi”.
Ha 42 anni, di cui gli ultimi dieci passati con la malattia.
“La mia malattia non è la colangite, ma è subentrata come secondaria alla mia colite ulcerosa - spiega
Nicola - una malattia autoimmune diagnosticatami nel ‘97”.
Facilmente?
No, all’inizio sembrava una malattia epatica. Invece, dopo una serie di esami che non erano riusciti bene
a definirla e prevalentemente andando per esclusione, si è arrivati a riconoscerla come colite ulcerosa.
Quanto tempo è trascorso per una diagnosi definitiva?
E’ iniziato tutto nel 94 con esami del sangue che evidenziavano enzimi epatici completamente alterati.
Poi dopo 3 anni si è manifestata la colite in modo acuto. Fino al 2002 è andata avanti così, poi è iniziato
un calvario anche per il fegato. Perché questa malattia, mi sembra nel 2-3% dei casi, colpisce anche altri
organi bersaglio, tra cui il fegato provocando la colangite sclerosante primitiva. Poiché dal punto di vista
medico non esiste una terapia, si è provato a tamponare la situazione con dei farmaci ma nel 2007 sono
arrivato al trapianto di fegato.
Le è servito per migliorare il quadro clinico?
Insomma. Il primo trapianto, da donatore vivente, cioè mia sorella, non ha avuto buon esito perché c’è
stata una recrudescenza della colite ulcerosa che ha intaccato anche il nuovo fegato. Nel settembre dello
scorso anno sono stato costretto a un nuovo trapianto
In tutto questo com’è cambiata la sua vita?
E’ stata rivoltata come un guanto. Fin dal suo presentarsi è stato un continuo riposizionamento e recupero
di spazi di vita ‘normale’ che costantemente però vengono ribaltati. Un po’ come una tela di Penelope,
che si avvolge di giorno per poi essere svolta di notte, indipendentemente dalla mia volontà. In questi
anni la cosa che ho sicuramente imparato è di saper gestire l’attimo, il momento, perché la mia è sempre
una forma di equilibrio e di instabilità perenne. Non si avrebbe per nessuna malattia, ma almeno sapere
di avere una cura farmacologica che mantenga stabile la malattia sarebbe un sollievo. E questo non si ha
nel mio caso, perciò la sensazione di instabilità è stata accentuata al massimo.
Anche per i continui ricoveri in ospedale, suppongo.
Infatti. Dal gennaio al 2007 ad oggi ho fatto circa 15 mesi di ospedale. E capisce bene che ne risente la
famiglia, i figli. Non è facile da ammettere, ma per i miei due figli sono un padre assente.
Al futuro ci pensa mai?
Sinceramente no, penso all’attimo. Non mi mancano le cose da fare, ho la famiglia, molti interessi.
Alcuni li ho anche cambiati in relazione alla mia situazione. Per esempio mi piace molto viaggiare, ma
ora per farlo raggiungo quasi situazioni ‘fantozziane’, portandomi dietro beauty enormi di farmaci e facendo delle indagini prima di partire sul centro di cura e i numeri di telefono utili più vicini al luogo in
cui andrò in vacanza. Non rinuncio a molte cose, con le dovute attenzioni. Certo, ho masticato amaro per
tanto tempo, non accettavo di non poter fare cose ‘normali’ che tutti fanno senza pensarci. Ma sono fortunato ad avere questo carattere: con il tempo ho capito che non è solo una questione di non arrendersi,
è imparare ad avere la consapevolezza di vivere una condizione che non è normale.
7
Il Giornale di Niguarda
> DE GASPERIS, I DATI DELLE VISITE GRATUITE NELLE PIAZZE
I milanesi? Poco allenati e in sovrappeso
Alto il fattore di rischio cardiovascolare per chi ha 35-55 anni
1200 cittadini si sono sottoposti all’attività di screenig gratuita per la
prevenzione delle malattie cardiovascolari promossa dalla Fondazione De Gasperis con gli specialisti
della Cardiologia De Gasperis di
Niguarda in occasione de ‘La Salute
in Piazza’, in piazza Duomo il 10 e 11
maggio, e ‘La Salute in piazza: il
cuore in tour’, itinerante nei marcati
rionali dal 5 all’11 giugno. I risultati?
“Dati davvero sconfortanti”, afferma
Alberto Roghi che ha valutato i dati
raccolti.
La fascia di età compresa tra i 35 e i
55 anni, quella più esposta alle malattie cardiovascolari, è risultata
molto a rischio per la presenza di fattori come sovrappeso, fumo, ipertensione, familiarità per cardiopatia ischemica. Sono risultati sovrappeso il 39% delle donne e il
51% degli uomini, di cui il 10% raggiunge addirittura la soglia dell’obesità. Pessima anche la preparazione
fisica dei milanesi che, sottoposti a
valutazione funzionale, hanno dimostrato una totale mancanza di allenamento nel 75% dei casi.
“L’attività fisica aerobica – prosegue
Roghi - rappresenta un pilastro della
prevenzione delle malattie cardiovascolari, tuttora al primo posto delle
cause di morte nel nostro Paese.”
> APPUNTAMENTI
42° Convegno di Cardiologia 2008
Si terrà dal 15 al 19 settembre il 42° Convegno
di Cardiologia organizzato dal Dipartimento Cardiologico De Gasperis presso il Centro Congressi
Stella Polare del Nuovo polo della Fiera di Milano Pero-Rho (MI). Tra gli incontri, si farà il
punto su endocarditi su valvola nativa, cardiopatia e inquinamento ambientale, cardiopatie ischemica e congenita nell’adulto, fibrillazione striale,
insufficienza cardiaca.
> PER INFORMAZIONI
www.degasperis.it
> INDAGINE OSPEDALIERA SUL VIZIO DELLE ‘BIONDE’
No al fumo, soprattutto in corsia
Si fuma ancora tra le mura dell’ospedale. Da intensificare divieti e sanzioni
edici e infermieri sono i promotori della salute e dovrebbero
dare il buon esempio. “E se
proprio vogliono fumare, almeno non lo
facciano tra le mura dell’ospedale, anche
M
in giardino, e soprattutto non in camice.”
Gianpaolo Micheloni, direttore del Servizio di Medicina e Sorveglianza Sanitaria
dei Lavoratori, commenta così i risultati
dell’indagine condotta tra le corsie di
Niguarda per rilevare all’interno
del personale la prevalenza dei fumatori e le loro abitudini. Perché
medici, infermieri, ausiliari e amministrativi non rinunciano alle
‘bionde’, nemmeno negli ambienti
di cura. I 1586 questionari compilati in forma anonima (sui 4300 totali distribuiti nel giugno 2006, uno
per ciascun lavoratore dell’ospedale) segnalano che si fuma ancora
‘qualche volta’ o ‘spesso’ nei corridoi, nei bagni, negli spogliatoi, nelle
zone pausa-caffè, e anche negli ambulatori, nelle sale di attesa, in infermeria, nelle camere di degenza e,
soprattutto, negli uffici. Un quarto
del personale dell’ospedale ha il
vizio del fumo: tra i tabagisti il 31%
sono ausiliari, il 28% infermieri, il
19% medici e il 15% personale tecnico-amministrativo (il campione
meno rappresentato nell’indagine,
ma forse solo per la mancanza di riscontro). L’indagine rientra nell’ambito del
progetto ‘Ospedali per la promozione
della salute’ (HPH - Health Promoting
Hospital), a cui Niguarda aderisce dal
2001, e di ‘Ospedali liberi dal fumo’, che
a Niguarda si è concretizzato, tra le altre
iniziative, in corsi di formazione e nell’apertura di un Centro per la Disassuefazione e il Trattamento dei Danni da Fumo.
La lotta al tabagismo in Italia, che si è intensificata con la legge Sirchia del 10 gennaio 2005 a cui hanno fatto seguito
campagne informative e di sensibilizzazione a livello regionale e nazionale, ha indotto un lieve decremento della
percentuale di fumatori. Con una controtendenza: nell’ultimo anno si è registrato
un aumento del numero di sigarette fumate, soprattutto tra le donne che stanno
diventando fumatrici più accanite degli uomini. Secondo i dati della LILT, la Lega
Italiana Lotta contro i Tumori, Milano è la
città in cui si fuma di più. “I nostri dati
– prosegue Micheloni - confermano comunque il trend evidenziato a livello nazionale: gli interventi legislativi e i
regolamenti aziendali e le sanzioni ad essi
connesse, oltre che l’intensificarsi di informazione e formazione specifica, hanno incentivato la popolazione ospedaliera a
smettere di fumare. Dall’indagine emerge
che il 40% degli ex-fumatori ha proprio
smesso negli ultimi 5 anni. Ora dobbiamo
ritornare alla carica con i divieti, le multe,
puntare sulla collaborazione del personale
dirigente per un controllo costante nei reparti”.
In Italia fumano il 23,5% dei cittadini prevalentemente di età compresa tra i 25-44 anni. Nel mondo
si fumano ogni giorno 15 miliardi
di sigarette, un terzo delle quali
viene acceso in Cina. Secondo
l’OMS il tabacco è la prima causa
di morte facilmente evitabile e
uccide più di Aids e droga.
> PER INFORMAZIONI
Centro per la disassuefazione e il
trattamento dei danni da fumo
Istituto Villa Marelli
02 6444 5822
NIGUARDA NOI
8
Il Giornale di Niguarda
> VIABILITÀ IN OSPEDALE
Occhio alla notizia
> INGRESSI IN OSPEDALE
Iniziano i lavori tra polo logistico e D.E.A.
a fine luglio la viabilità all’interno dell’ospedale subirà dei cambiamenti per l’inizio dei
lavori tra il polo logistico e il D.E.A. che dureranno almeno 6 mesi. La viabilità interna oltre alle
deviazioni a livello del blocco sud-Padiglione Ponti,
i cui lavori proseguono anche sulla parte impiantistica, è quindi interrotta anche nel tratto nord. L’ospedale si caratterizza quindi per gli accessi in due aree:
per raggiungere l’area ovest (e i rispettivi padiglioni
De Gasperis 11, Radiologia 25, Rossini 12, Talamona
10, 17, 26, 18, 13, , Carati 9, 23, 19, 20, 14, , 24,
D.E.A.) è fruibile l’accesso da Via Moreschi riaperto
D
dal 26 luglio, mentre per raggiungere l’area est (e i rispettivi padiglioni Poliambulatorio Medico 2 e Chirurgico 3, 5, 7, 4, 8, Pizzamiglio 6, 3, 31, Falck 15,
Grassoni 27, 21) è fruibile l’accesso da via Zubiani.
Anche per uscire si dovranno utilizzare gli stessi percorsi.
Si segnala che sono disponibili 350 posti per i dipendenti nel nuovo parcheggio di Via Zubiani. Da
agosto non sarà più possibile parcheggiare sulle aree
verdi e da settembre il carro attrezzi imperverserà a
spese dei proprietari delle automobili.
Area ovest
Ingresso in
via Moreschi
Ingresso in
via Zubiani
E
*Durata minima contratto: 3 mesi
Tariffa agevolata in caso di contratto annuale
> C.R.A.L.
> NUOVI ASSUNTI
Convenzione ATM per dipendenti
L
’ aperto il nuovo Parcheggio Sud di Via Zubiani, 1. Il
parcheggio, con un’area a raso e 6 semipiani, offre 730
posti, di cui la metà dedicati al personale dell’ospedale a
cui sarà possibile accedervi gratuitamente attraverso un apposito
badge già assegnato, e i restanti a disposizione dei visitatori. E’
possibile una sosta a rotazione oraria con tariffe agevolate per i
visitatori e gli utenti esterni e diverse forme di abbonamento
giornaliero, mensile, trimestrale, annuale. E’ installato un sistema di videosorveglianza di ultima generazione per la gestione
in remoto dell’impianto e la risoluzione immediata di eventuali
anomalie di funzionamento. Durante la notte e negli orari di assenza del personale sarà garantita la reperibilità di un addetto per
interventi a distanza.
La società che gestisce il parcheggio sud è la Parcheggi Italia
S.p.a. che con il marchio BestInParking gestisce oltre 15 mila
posti auto in tutta Italia, segno di professionalità e serietà.
TARIFFA ORARIA
1,90 €
Da 0 a 4 ore
2,40 €
Da 5 a 24 ore
2,40 €
Massimo giornaliero
Ogni ulteriore giorno successivo 2,40 €
ABBONAMENTI
Giorno e notte mensile (0-24) 65,00 €*
Giorno mensile (lu-do/6-21) 45,00 €*
100,00 €
Tessera valore 120,00 euro
50,00 €
Tessera valore 60,00 euro
27,50 €
Tessera valore 30,00 euro
Area
est
’ospedale Niguarda e il CRAL
aziendale hanno stipulato una convenzione con l’Azienda Trasporti
Milanesi S.p.A. (ATM)
destinata a tutti i dipendenti che prevede l’acquisto di abbonamenti
annuali a tariffa ridotta,
acquistabili direttamente
presso la sede del CRAL
e pagabili in 12 rate mensili direttamente tratte-
Aperto il nuovo
parcheggio
nute sul cedolino paga. Gli abbonamenti
sono validi sui tratti delle Ferrovie Nord,
Ferrovie dello Stato e Passante Ferroviario entro i limiti di tariffa
urbana.
> PER INFORMAZIONI
C.R.A.L.
interno 2327 - L’ufficio
sarà chiuso per ferie dal
31/07 al 29/08.
Il Direttore Generale
dà il benvenuto
ome ogni mese si è tenuto il 16 giugno scorso il consueto appuntamento
di benvenuto tra il direttore generale
Pasquale Cannatelli e i neoassunti dell’azienda ospedaliera (nella foto).
Un’occasione importante per introdurre i
nuovi dipendenti in una grande realtà, ricordando lo scopo e il lavoro comune a cui si è
chiamati.
C
NIGUARDA NOI
Il Giornale di Niguarda
9
> DIRETTORI E RESPONSABILI
Nuove nomine
Roberto Cosentina
Direzione Medica di Presidio Ospedaliero
aureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università
degli Studi di Milano nel
1980, per dieci anni svolge attività
di ricerca clinico-farmacologica
nella Direzione Medica di industrie
farmaceutiche nazionali e internazionali.
Dal 1990 presta servizio presso
l’AO Ospedale Niguarda Ca’
Granda prima come Assistente medico e poi, dal 1998 al 2000, come
Direttore Medico di Presidio. E’
stato Direttore Medico di Presidio
presso il Polo Ospedaliero M. Melloni, fino al 2004 e, dal 2005,
L
presso il Polo Ospedaliero Fatebenefratelli e Oftalminico.
Specializzato in Igiene e Medicina
Preventiva (Università degli Studi
di Milano, 1996). Nel 2001 ha conseguito l’attestato di formazione
manageriale per Direttori Sanitari
della Scuola di Direzione in Sanità
di Milano.
È stato componente del Comitato
Etico di diverse aziende ospedaliere con collaborazioni tuttora vigenti.
È autore di 66 pubblicazioni scientifiche ed ha partecipato come relatore ad oltre 128 corsi e congressi.
> CORSO PER SPECIALITA’ CHIRURGICHE
Scrivere bene in ‘medichese’
La due-giorni del Basic Medical Writing Course a Niguarda
eggere e capire una pubblicazione scientifica per valutarne la rilevanza, ma anche scrivere al meglio i propri dati per renderli
comprensibili e confrontabili con altri: questi gli
obiettivi perseguiti dai medici che hanno partecipato
al corso di Basic Medical Writing tenutosi presso
l’ospedale il 18-19 giugno scorsi organizzato da
ILCAM, Istituto Lombardo di Chirurgia Avanzata
Mininvasiva, sotto la prestigiosa direzione del Prof
Abe Fingerhut- presidente eletto della Società Europea di Chirurgia Endoscopica EAES e vicedirettore
L
del ‘World Journal of Surgery. Una due-giorni che ha
impegnato una trentina di medici provenienti da tutta
Italia per 13 ore al giorno tra letture, discussioni, lavori di gruppo. “Il corso è andato molto bene – commenta Raffaele Pugliese, direttore di Chirurgia
Generale 1 e Videolaparoscopia e organizzatore del
corso – C’è stato un ottimo riscontro e credo che ripeteremo l’iniziativa anche il prossimo anno. Il Prof.
Fingerhut è un esperto in questo campo e siamo contenti che abbia accettato di trasferire qui a Niguarda
il corso.”
> M.C.Q.
I corsi di settembre
15-16 settembre
“RCA: strumenti di analisi reattiva” – Aule
MCQ, II piano, ore 9-18
22 settembre
“Appropriatezza farmacologia in area chirurgica” – Aule MCQ, II piano, ore 14-17
23 settembre
“Gestione della cartella clinica: dalla certificazione ISO 9000 agli standard Joint
Commission” – Aule MCQ, ore 9-18
29 settembre
“Appropriatezza farmacologia in area medica” – Aule MCQ, II piano, ore 14-17
> PER INFORMAZIONI
Servizio qualità M.C.Q. - 02 6444.2965
www.ospedaleniguarda.it
Giacomo Colussi
Nefrologia
aureato in Medicina e Chirurgia nel 1976 presso
l’Università degli Studi di
Milano, presta servizio presso
l’AO Niguarda Ca’ Granda prima
come Aiuto Specialista Nefrologo,
fino al 1987 e poi come Aiuto Corresponsabile Ospedaliero fino al
2002. Direttore della Nefrologia
dell’AO Ospedale Circolo e Fondazione Macchi di Varese fino a
giugno 2008. Specializzato in Nefrologia Medica (1979, Università degli Studi di Milano) e Urologia (1982, Università degli Studi di Milano). Nel 2001 ha
conseguito il diploma al Corso di Formazione per Dirigenti di
Struttura Complessa della Regione Lombardia (Università LIUC
di Castellanza). È componente dell’International Society of Nephrology; dell’American Society of Nephrology; dell’European
Renal Association-EDTA e della Società Italiana di Nefrologia.
Relatore a numerosi corsi e convegni, è autore di oltre 350 pubblicazioni scientifiche.
L
> NEWS DIPENDENTI
Novità per il codice
di disciplina
Alterchi sul luogo di lavoro: la sospensione
aumenta a 10 giorni
’ stato approvato dalla
Direzione il Codice di
Disciplina con le modifiche apportate dal Contratto
Collettivo Nazionale di Lavoro 2008. Le principali novità introdotte riguardano le
sospensioni del dipendente
dall’attività lavorativa. Introdotte nuove voci nell’articolo che regola
la sospensione dal
lavoro per un periodo compreso tra
11 giorni e 6 mesi,
con privazione della
retribuzione: il procedimento sarà ora
attuato anche in caso
di elusione o manomissione
dei sistemi che regolano la
presenza e l’orario di lavoro
(per esempio, se un lavoratore
E
passa il badge nel sistema di
rilevamento elettronico per
‘coprire’ un collega). Novità
anche nella sospensione minima, quella da 1 a 10 giorni,
che può essere ora applicata
anche quando il dipendente si
trova coinvolto in alterchi
negli ambienti di lavoro con
utenti, dipendenti o
terzi anche senza via
di fatto (per esempio,
un accesa discussione
verbale).
A seguito di una circolare delle Risorse
Umane il codice di
disciplina deve essere
affisso in copia cartacea nelle bacheche dei reparti.
Il codice è reperibile anche
nella Intranet, alla voce
‘News’.
11
Il Giornale di Niguarda
> NIGUARDA SU ‘LIVER TRANSPLANTATION’
Un fegato solo per trapiantare due pazienti adulti
Calo delle donazioni, nuove idee per fronteggiarlo
> L’EQUIPE IN ROMANIA
risultati dei trapianti di fegato eseguiti
a Niguarda approdano sulle pagine
della prestigiosa rivista ‘Liver transplantation’, nel numero di luglio dedicato alle strategie per far fronte alla
carenza di organi. Un esempio è dato
dallo split liver in cui un fegato da donatore cadavere viene diviso in due parti che
tipicamente vengono trapiantate in un
I
adulto e in un bambino. Questa procedura,
ormai ben standardizzata, spiega Alessandro Giacomoni, autore dell’articolo riportato, offre risultati comparabili a quelli
ottenuti da trapianti utilizzando un fegato
intero, e in paesi come l’Italia ha praticamente azzerato la mortalità nelle liste di
attesa pediatriche per trapianto epatico.
L’équipe di Luciano De Carlis, respon-
Il primo trapianto di fegato da adulto a bambino è stato effettuato nel 2006
dalla collaborazione tra Niguarda e Ospedali Riuniti di Bergamo.
Nella foto: il padre, 41enne di origine cubana, intervistato dalle troupe televisive
sabile della struttura di chirurgia e dei trapianti di fegato presso il nostro ospedale,
si è posta un obiettivo in più: riuscire a dividere il fegato esattamente a metà in
modo da trapiantare, utilizzando un solo
organo, due pazienti adulti. La procedura
descritta per la prima volta dieci anni fa
ad oggi è stata effettuata poche volte (un
totale di 100 casi nel mondo riportati in
letteratura) a causa delle notevoli difficoltà tecniche e organizzative. Sono 16 gli
interventi pionieristici finora affrontati a
Niguarda dal maggio 1999, descritti dagli
autori nell’articolo pubblicato sulla rivista
americana e che si è aggiudicato anche l’
”onore” dell’editoriale. I risultati, per il
momento, sono meno brillanti rispetto a
quelli riscontrati nel gruppo controllo di
pazienti trapiantati con fegato intero, soprattutto in termini di sopravvivenza a un
anno dall’intervento. Ciò è dovuto principalmente all’alta percentuale di complicanze post-operatorie riscontrate in
questa serie.
“Miglioramenti nella valutazione preoperatoria dell’organo e nella tecnica chirurgica possono essere validi strumenti per
una futura buona riuscita della procedura
– conclude De Carlis - E’ molto importante poter ricorrere a una strada alternativa al tradizionale trapianto di fegato,
perché il numero di donazioni è in forte
calo e, molto spesso, l’organo donato non
è in condizioni ottimali.”
Trapianto di
fegato in diretta
Il 26 giugno scorso l’equipe di trapianti di
fegato dell’ospedale rappresentata da Luciano De Carlis e Abdallah Slim, e il direttore dei Trapianti Andrea De Gasperi,
hanno eseguito un intervento in diretta dalle
sale operatorie del Fundeni Hospital di
Bucarest nell’ambito di un congresso internazionale. Il trapianto è stato effettuato su
una paziente di 44 anni affetta da cirrosi
epatica in fase di scompenso terminale che
ha ricevuto una parte dell’organo della figlia. La collaborazione Niguarda-Romania è iniziata nel 1999 con il primo
trapianto di fegato nel Paese eseguito dagli
specialisti italiani e continua tuttora con
un’attività di formazione dei medici romeni
su modello del nostro ospedale: con la supervisione del Niguarda la Romania ha eseguito dall’inizio dell’anno 25 trapianti di
fegato con risultati soddisfacenti ed è aumentata la percentuale di donazioni d’organo. Niguarda è da sempre impegnato a
supportare realtà emergenti con un’attività
di continua formazione: dopo la Romania
gli specialisti dell’ospedale si occuperanno
di incrementare l’attività di trapianti di fegato in Libano.
> NIGUARDA A EXPOSANITA’ 2008
Miglioriamo la qualità dell’assistenza infermieristica
Presentati quattro progetti. Premio della critica al monitoraggio delle cadute in ospedale
l nostro ospedale ha partecipato anche quest’anno a Exposanità, la Fiera Internazionale della Salute dedicata a
tutti gli operatori della sanità, della
salute e dell’assistenza che si è tenuta a Bologna dal 28 al 30 maggio scorso.
La Direzione Infermieristica
Aziendale ha presentato quattro
progetti utili a migliorare la qualità dell’assistenza infermieristica, nell’ambito dell’appunta-
I
mento “Caposala: da coordinatore
a manager”, promosso dal Coordinamento Caposala della Regione
Emilia Romagna. Gli operatori di
Niguarda hanno illustrato il ruolo
dell’infermiere case manager in
Unità Spinale Unipolare e le sue
competenze specifiche nell’assistenza al paziente mieloleso e ai
suoi famigliari, la dimissione infermieristica e la richiesta assistenziale elevata dei pazienti
all’uscita dall’ospedale, la lettura
critica della cartella infermieristica come strumento per descrivere la variabilità dei bisogni
d’assistenza infermieristica durante la degenza ospedaliera. E’
stato infine presentato un sistema
di monitoraggio e controllo per
le cadute dei pazienti in ospedale
al quale è stato assegnato il premio
“della critica” per l’importanza del
tema e la qualità metodologica dimostrata.
12
Il Giornale di Niguarda
> MALATTIE SESSUALMENTE TRASMISSIBILI
Rapporti ‘liberi’, rischio in agguato
Un paziente su tre è un adolescente
umenta il rischio di malattie sessualmente trasmissibili (MTS), soprattutto tra i più giovani: degli
oltre 300 milioni di nuovi casi stimati
ogni anno nel mondo più di 100 milioni
interessano i giovani sotto i 25 anni,
una percentuale in aumento per l’abbassamento dell’età del primo rapporto sessuale. “Spesso la carenza di conoscenze,
le difficoltà di accesso ai contraccettivi
meccanici rendono i ragazzi in giovane
età più esposti al rischio di infezioni sessualmente trasmissibili – spiega Maurizio Orso delle Malattie Infettive di
Niguarda - Per ragioni anche fisiologiche il sesso femminile è più esposto di
quello maschile. Anche la diagnosi,
A
spesso solo clinica, è più problematica durante l’adolescenza”. Il controllo delle ma-
lattie veneree è tra le priorità dell’Organizzazione Mondiale della Sanità con strategie
di prevenzione, educazione e counselling. In caso si sospetti di aver contratto
una MTS a Milano è possibile rivolgersi a
tutte le unità e strutture di Malattie Infettive delle aziende ospedaliere o al Dipartimento di Prevenzione Centro di
Riferimento Malattie a Trasmissione Sessuale della ASL. Ma quando ci si deve
considerare a rischio? “Un controllo è necessario in caso di rapporti sessuali occasionali ‘non protetti’ – prosegue lo
specialista - o in presenza di una sintomatologia generica, anche in caso di rapporti di coppia stabili, che interessi gli
organi genitali, come perdite, prurito, ar-
rossamenti. Non esistono segnali d’allarme
specifici per ogni infezione, anzi alcune di
esse sono più temibili proprio perché asintomatiche. E’ per questo che è così importante una maggiore apertura sul tema e che
gli adolescenti si confidino con i genitori
per una diagnosi tempestiva”.
Conosci tutte le malattie
sessualmente trasmissibili?
Non c’è solo AIDS, gonorrea e sifilide, ma anche infezioni batteriche
da Chlamydia, Ureaplasma, Mycoplasma, Trichomonas, e infezioni da
virus come quello del papilloma,
Herpes di tipo I e II, Epatite B e C.
> PAZIENTI STRANIERI, AIUTO PER TORNARE IN PATRIA
“Voglio tornare nel mio paese”
Con l’OIM assistenza anche fuori dall’Italia per malati, vittime di sfruttamento e disagiati
. è una ragazza giovane venuta in
Italia. Voleva un lavoro con cui
aiutare la sua famiglia. Invece
l’Italia le ha portato un salto da una finestra
del secondo piano per sfuggire a chi la voleva mettere sulla strada, qualche frattura,
un letto in ospedale. “Voglio tornare in Romania”, dice in reparto, a Niguarda, dove è
stata ricoverata. E’ sufficiente la richiesta
d’aiuto del paziente perché venga attivato
l’intervento il Servizi Sociali dell’ospedale,
che solo nel 2007 hanno ricevuto 700 segnalazioni dai reparti attenti ai
casi di disagio psico-sociale dei
degenti. In collaborazione con
l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) è
possibile il rimpatrio volontario
di pazienti stranieri in casi accertati di sfruttamento e tratta
umana e di condizioni di
estrema precarietà e disagio
psico-fisico (malati, portatori di
handicap fisici e mentali, anziani,
donne con minori a carico privi di
mezzi di sussistenza, ecc.). Il progetto , ‘Cooperazione internazionale per assicurare il ritorno
volontario assistito e la reintegra-
M
zione nel paese d’origine di vittime di tratta
e di altri casi umanitari’, garantisce un
aiuto a paziente in Italia per ritornare
con dignità nel proprio paese d’origine e
il reinserimento sociale a volte reso necessario dalla condizione di malattia sopraggiunta in collaborazione con
associazioni, Ong, enti e autorità locali.
Grazie alla collaborazione tra Niguarda e
l’OIM, M. è tornata in Romania, dopo tre
settimane dal colloquio con l’assistente sociale, ed è stata riaccolta dai suoi famigliari,
rintracciati dalla rete assistenziale, e da un
operatore dell’organizzazione che le ha garantito un aiuto economico e un supporto
psico-sociale anche al di là della frontiera.
“Il rientro assistito si attua solo nei casi previsti dall’OIM – spiega Anna Ciani-Passeri, assistente sociale coordinatore del
Servizio Sociale di Niguarda –a favore di
persone in condizioni di grave disagio per
il sopraggiungere di una malattia grave,
cronica o temporanea. A volte il ritorno in
patria è l’unica soluzione possibile quando
la persona straniera si trova in Italia sola e senza mezzi di sussistenza.” Quando il reparto
segnala questi casi, nell’ambito
del programma di dimissioni protette, il servizio sociale interviene,
prima con un colloquio con la persona in cui si chiariscono la sua situazione personale, sociale,
famigliare e i motivi della permanenza in Italia, poi con la definizione del programma sanitario per
l’assistito in stretta collaborazione
con il medico, e infine con una comunicazione all’OIM. “Solo se c’è
la volontà del paziente – prosegue
– Abbiamo avuto situazioni in cui
il paziente non voleva assolutamente rientrare nel suo paese. L’intervento dell’OIM
non è un rimpatrio forzato, non è una procedura standard: è una collaborazione con
la persona, un’assistenza che prosegue
anche al di là delle frontiere”. Le segnalazioni all’OIM possono essere fatte da tutti
gli enti pubblici sanitari e dagli operatori
socio-sanitari della rete dell’art. 18 del
Testo Unico sull’Immigrazione (quello
che disciplina i percorsi di integrazione sociale e il reinserimento delle vittime della
tratta e sfruttamento sessuale). Nel programma di rimpatrio volontario è prevista
assistenza anche ai neo-maggiorenni che,
non potendo convertire il titolo di soggiorno
al compimento della maggiore età, chiedono un rientro assistito per sottrarsi a una
condizione di irregolarità nel nostro Paese.
> PER INFORMAZIONI
Servizio Sociale tel. 02 6444 2640/2201,
orari lunedì - venerdì 9-12.30 / 14-16,
[email protected]
Organizzazione Internazionale
per le Migrazioni (OIM)
www.iom.int
13
Il Giornale di Niguarda
> GILS, VOLONTARI IN OSPEDALE
La giornata del ciclamino
Visite gratuite!
Gli specialisti della Reumatologia del Poliambulatorio Medico di Niguarda saranno
a disposizione per le visite dalle 9 alle 12,
solo su prenotazione a partire dall’8 settembre al numero 02 6444 2777 fino a
esaurimento posti.
Per la sclerodermia, raccolta fondi nelle piazze e visite gratuite in ospedale
i terrà domenica 28 settembre la
‘Giornata del ciclamino’, appuntamento di informazione e sensibilizzazione promosso dal Gruppo Italiano per
la Lotta alla Sclerodermia: i volontari
scenderanno in 100 piazze italiane per vendere ciclamini, fiori simbolo della malattia
della ‘pelle dura’. La sclerodermia è una
malattia sistemica caratterizzata da fibrosi, cioè un ispessimento della cute in
aree più o meno estese, e da un alterazione
dei piccoli vasi arteriosi, manifestata in disturbi della microcircolazione e comparsa
delle classiche mani fredde e blu di chi è
S
malato (chiamato Fenomeno di Reynaud).
Ne sono afflitte soprattutto le donne,
anche in giovane età:
la causa della patologia è ad oggi ancora
sconosciuta, perciò
non è possibile prevederne l’insorgenza. La
diagnosi precoce è
fondamentale tanto
quanto prestare attenzione ai piccoli se-
> PET THERAPY IN UNITA’ SPINALE
Un aiuto a quattro
zampe
Co-terapia per migliorare stato
fisico e psicologico dei pazienti
l primo a capirlo fu Boris Levinson , psichiatra americano che negli anni ’50 notò come la presenza del suo
cane in studio fosse in grado di creare un contatto con
i piccoli pazienti più di qualsiasi parola. Oggi la pet therapy, ‘terapia per mezzo dell’animale’, entra anche nelle
corsie degli ospedali come co-terapia dolce a fianco dei
consueti trattamenti di varie patologie. A Niguarda i medici a quattro zampe ‘operano’ presso l’Unità Spinale dal
2004 in collaborazione con l’Associazione Dog4Life
Onlus, in un’equipe pluridisciplinare costituita da due operatori di Pet therapy professionisti, un fisioterapista, un
counselor, un medico fisiatra e un veterinario. La ‘professionalità’ dei cani è stata dimostrata durante il convegno
‘Pet therapy e riabilitazione’ tenutosi presso il nostro ospedale lo scorso giugno: accanto alle attività mediche, volte
a migliorare la mobilità, lo stato psicologico, l’autostima,
la socializzazione nei pazienti,
c’è spazio anche per l’attività ludica e lo sport, come la paragility, percorso ad ostacoli per
l’animale guidato dal paziente
disabile.
I
> PER INFORMAZIONI
AUS, Associazione Unità
Spinale Niguarda Onlus
02 6472490
www.ausniguarda.it
Dog4Life Onlus
www.dog4life.it
gnali d’allarme che
possono precedere di
mesi o addirittura
anni
l’insorgenza
della malattia. E’ per
questo che alla giornata aderiscono i principali
ospedali
italiani, con apertura
degli ambulatori e
specialisti a disposizione dei pazienti per
controlli gratuiti. I
fondi raccolti nelle
piazze nel corso della giornata saranno utilizzati per finanziare il progetto sulle ulcere
ischemiche nel paziente sclerodermico.
> PER INFORMAZIONI
Gruppo Italiano per la Lotta
alla Sclerodermia (Gils)
Numero Verde 800.080.266
www.sclerodermia.net
> ALLERGOLOGIA, TRIAL CLINICO
Volontari per la ricerca? Presenti!
Avviato studio internazionale sull’efficacia
dell’antistaminico
na mano lava l’altra: la medicina aiuta i pazienti e i
pazienti aiutano la medicina. Sono molti i pazienti
volontari che si sono offerti di partecipare allo studio
clinico internazionale avviato dalla Allergologia e Immunologia Clinica sull’efficacia di un farmaco per la rinite allergica, la mequitazina, già in uso da tempo in Europa ma non
in Italia. Lo scopo? Testare l’efficacia di una molecola che, a
differenza degli altri antistaminici, agisce direttamente su tutti
gli recettori a cui si lega l’istamina rilasciata dalle cellule del
sistema immunitario in caso di allergia. Sono molti gli antistaminici in commercio, ma, come precisato nelle linee guida
ARIA, rimane viva la necessità di individuare farmaci di seconda generazione che agiscano con rapidità e il cui effetto sia
duraturo, senza interferenze farmacologiche e farmacocinetiche, e che siano efficaci in tutti i gruppi di età, privi di effetti
sedativi o anticolinergici e di cardiotossicità.
“Lo studio, randomizzato e in doppio cieco, durerà 14 giorni
U
– spiega Elide Pastorello, direttore della struttura e coordinatrice del trial – Consiste nell’assunzione quotidiana di una
compressa e la registrazione dei sintomi allergici che insorgono nel paziente. I volontari reclutati presentano nota o presunta oculo-rinite allergica da graminacee anche in
associazione con altre allergie. Al termine dello studio continueranno ad essere seguiti dal nostro Centro con terapia
medica e, dove indicato, anche con il vaccino”.
ARIA (Allergic Rhinitis and its Impact on Asthma) è
un’iniziativa sostenuta dall’OMS attraverso un documento scientifico pubblicato nel 2001 che definisce la rinite allergica stagionale e dà indicazioni
sulla sua terapia. I sintomi identificati: prurito nasale, starnuti, rinorrea, ostruzione nasale. E’
spesso associata ad arrossamento oculare, lacrimazione, e, talvolta, a prurito del palato.
Il Giornale di Niguarda
Periodico d’informazione dell’Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano
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Mauri e Federico Rossi
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Il Giornale di Niguarda
> PROFESSIONISTI DELLA SANITA’
> NUOVA UNITA’ DI VIDEODUODENOSCOPIA
Donazione dalla famiglia Mascherpa
l nostro ospedale, nel corso di una cerimonia, ha ringraziato la famiglia Mascherpa, una delle più conosciute
dell’imprenditoria milanese, che ha donato all’Endoscopia Digestiva una unità di videoduodenoscopia. L’apparecchiatura è una delle
più innovative e consentirà di effettuare esami
con una maggior definizione diagnostica aumentando le possibilità interventistiche. Lo
conferma Alfredo Rossi, responsabile del-
I
l’Epatologia e Gastroenterologia: “Sicuramente una strumentazione così avanzata permetterà di aumentare le possibilità di
chirurgia mininvasiva”, conferma. Nel reparto sono state poste due targhe in ricordo
di Alberto Mascherpa. Questa donazione
rientra nel piano di iniziative della Fondazione Mascherpa a sostegno delle strutture
pubbliche che prestano particolare attenzione
ad anziani e bambini.
Anche la voce va in palestra
La parola al logopedista
Ooooohhhh”,
“Mmmhhh”,
“Sssssshhhhh”: capita, entrando
in un servizio di foniatria, di sentire questi suoni. Non è un mantra per
la meditazione, ma un esercizio per
rieducare le corde vocali. Perché
anche la voce deve fare i conti con la
forma fisica: fumo, alcol, errate abitudini come urlare troppo e parlare
velocemente minacciano la comparsa
di disturbi all’apparato fonatorio. L’allenatore d’eccezione, in questo caso, è il logopedista. L’allenamento prevede esercizi di rilassamento, di consapevolezza corporea e posturale, di ottimizzazione del respiro con presa d’aria basso-toracica,
emissioni d’aria con controllo del flusso, vocalizzi con attacco dolce. I soggetti che
vanno incontro ai disturbi della voce sono quelli che parlano molto e in ambienti rumorosi, sottoponendo così l’organo vocale ad abuso. Si aggiunge talvolta il problema
di una cattiva coordinazione tra l’inspirazione e l’emissione vocale, per chi parla
troppo in fretta e non fa in tempo a rifornirsi adeguatamente d’aria. Anche i bambini
che urlano troppo rischiano disturbi alle corde vocali: di solito hanno almeno un genitore che è un cattivo modello vocale e a sua volta parla a voce troppo alta. “Il logopedista - spiega Michela Paulin che svolge questa attività presso la Medicina
Riabilitativa e Neuroriabilitazione di Niguarda - non rieduca soltanto la voce ma si
occupa anche di disturbi dell’apprendimento o ritardi del linguaggio nei bambini, talvolta conseguenti a lesioni sensoriali congenite come le sordità, e delle afasie nelle
persone adulte, cioè i disturbi del linguaggio a seguito di ictus, encefaliti,
Per diventare Logopedista ocemorragie cerebrali o traumi cranici. Le
corre seguire la laurea triennale
tecniche e gli esercizi sono molto diversi,
in Logopedia presso la Facoltà di
a seconda della patologia da trattare.”
Medicina e Chirurgia.
“
> PER INFORMAZIONI
Giovambattista Pinzello, direttore della Epatologia e Gastroenterologia (a sinistra), la signora Daniela, moglie di Alberto Maschera (al centro) con i figli Stefano e Lorenzo, il Direttore generale Pasquale Cannatelli (al centro) e Alfredo Rossi, responsabile della
Endoscopia digestiva (a destra).
Per le afasie - Medicina Riabilitativa e Neuroriabilitazione,
sede Ospedale Niguarda - 02 6444 2405/ 2138/ 2448
Per le patologie vocali - sede Via Ragusa 5 - 02 6444 5463/ 5464/ 5476
Per le patologie infantili - sede U.O.N.P.I. - Via Ippocrate - 02 6444 5448
> PAROLE AL VENTO
Sincope
Sincope _ improvvisa perdita di coscienza a seguito di un’alterazione delle
funzioni cerebrali, dovute a una diminuzione del flusso ematico cerebrale o
a una sua disfunzione elettrica o metabolica a seguito di diverse patologie.
Non solo cuore
cope vasovagale che colpisce principalmente i giovani: è preannunciata
da sudorazione, nausea, stanchezza,
pallore e, in genere, l’episodio avviene dopo aver mantenuto a lungo
una posizione eretta, mangiato troppo
velocemente o in conseguenza a
emozioni spiacevoli. Un’altra causa
di sincope è rappresentata da una
forte riduzione dei liquidi nel sistema
circolatorio, a seguito di emorragie o
a sincope può essere di natura
cardiovascolare per disturbi
del ritmo (aritmie come tachicardia ventricolare e bradicardia sinusale) o per lesioni che ostruiscono
il normale flusso del sangue dal
cuore.
Una delle forme più comuni è la sin-
L
alcune malattie endocrinologiche caratterizzate da ridotto riassorbimento
di acqua e sali minerali.
La diagnosi è definita in base ad accertamenti ritenuti opportuni in base
al quadro clinico: la ricostruzione dei
minuti prima dell’episodio di sincope, il contesto ambientale e la percezione che ne ha tratto il paziente
sono elementi importanti per individuare l’eventuale causa.
Musica&Parole
l termine greco è “syn koptein” che
vuol dire spezzare, interrompere,
tagliare insieme. Non è un termine
utilizzato solo in medicina, ma anche
in musica e letteratura. La sincope musicale avviene quando una nota suonata forte si trova su un tempo debole
o in levare, in modo da accentuare e
spostare l’accento metrico. In un testo
scritto si parla di sincope quando viene
eliminata una sillaba all’interno di una
parola: l’effetto è quello della caduta di
un suono nella parola.
I
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