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ANNO 3 - NUMERO 4 Poste Italiane SpA - Sped.abb.post. Dl n 353/2003 - art 1 (comma1) D&B Milano - DISTRIBUZIONE GRATUITA Agosto - Settembre 2008 > EDITORIALE Una calda estate di Pasquale Cannatelli* on si puo’ certo dire che i mesi estivi rallentino le attività. Almeno in questo ospedale. Proprio in questi giorni abbiamo presentato l’Unità Grandi Emergenze. Un esempio unico in Italia di come le competenze e le professionalità di un ospedale escano dai reparti per offrire il proprio servizio sul territorio anche per eventi eccezionali: disastri chimico-nucleari, catastrofi, terremoti, ecc. Sembrano casi impossibili, eventi da film, ma purtroppo non è così . Quando accadono le istituzioni devono essere pronte. Tempestività, efficienza, efficacia, sono queste le parole d’ordine. La storia ci insegna. In queste pagine troverete un articolo che ricorda del caso “diossina di Seveso”. Dalla storia si può imparare. Per la realizzazione di questo progetto vanno ringraziati molti professionisti che hanno contribuito con efficienza ed impegno: oltre ai sanitari, all’ex direttore sanitario dott. Munari, all’attuale direttore sanitario dott. Nicora, ai collaboratori della D.G. Sanità e agli operatori della Centrale 118 e dell’Unità Grandi Emergenze, anche gli uffici dei servizi amministrativi e in particolare il servizio Approvvigionamenti per il loro intervento a rendere esecutiva la delibera regionale. Sempre in questi giorni apriamo il Parcheggio Sud. È un primo “pezzo” dei lavori di riqualificazione dell’ospedale. E’ un servizio per i cittadini e gli operatori, permetterà di alleggerire il traffico all’interno dell’ospedale e nei dintorni. Ne parliamo a pag.8. I cantieri anche d’estate lavorano a pieno ritmo e il cronogramma dei lavori è più che rispettato. Lo vedete anche voi (anche dal sito www.ospedaleniguarda.it) il blocco sud è al tetto e sono in corso i lavori di impiantistica, il polo tecnologico e il polo logistico procedono e crescono a vista d’occhio. N ...SEGUE A PAGINA 2 * Direttore Generale - Niguarda > UNITA’ REGIONALE PER EPIDEMIE E DISASTRI CHIMICO-NUCLEARI Grandi emergenze: pronto l’ospedale mobile Presentazione a Niguarda il 22 luglio. Formigoni: “Un enorme salto di qualità” otrebbe sopraggiungere un’epidemia o verificarsi un incidente in uno stabilimento nucleare o chimico: la Lombardia si troverebbe pronta ad intervenire per contenere l’emergenza. E’ stata inaugurata martedì 22 luglio, sul piazzale d’ingresso dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda, la nuova Unità Regionale Grandi Emergenze della Regione Lombardia. E’ un ospedale mobile, progettato per spostarsi sul luogo dell’emergenza e garantire la massima efficienza nell’intervento sanitario. L’ospedale mobile non si nota subito, tutto contenuto nei 10 container su altrettanti camion 4x4 che si dirigono verso la destinazione d’impiego. Dai contenitori P > GRAVIDANZA A TERMINE PER DONNA CON DISTROFIA Fiocco rosa in ‘casa’ NEMO Nasce Matilda, a quattro mesi dall’avvio del centro ono stati festeggiati così i primi mesi di attività del Centro Clinico NEMO (NEuroMuscular Omnicentre), nucleo specialistico per le distrofie muscolari, la sclerosi laterale amiotrofica, le amiotrofie spinali e le altre patologie neuromuscolari voluto da Fondazione Serena e nato dalla collaborazione tra UILDM, Ospedale Niguarda, Fondazione Telethon e AISLA. Matilda è nata a fine maggio grazie non solo alla sua forza di volontà di Rovena, la mamma affetta da distrofia, ma anche allo spirito di squadra dell’equipe che ha S seguito l’evento passo dopo passo. Portare a termine una gravidanza attraverso i limiti di una malattia neuromuscolare è possibile, con le dovute cautele e l’approccio terapeutico più opportuno. E’ per questo che è stato predisposto un nutrito gruppo di specialisti, pronti a intervenire in caso di complicanze respiratorie della donna (conseguenti a un innalzamento del diaframma dovuto alla crescita del feto) e a prevedere e contenere tutti i rischi possibili durante l’ultimo periodo di gravidanza. CONTINUA A PAGINA 2 d’alluminio esce una struttura sanitaria completa composta da 7 grandi tende pneumatiche da allestire in sole 2 ore: c’è il triage per la valutazione e l’assegnazione dei codici di priorità (10 posti letto) e l’area degenza per i primi trattamenti secondo le gravità con oltre 40 posti letto di cui 8 destinati alla terapia intensiva. Sono inoltre compresi nella struttura: il laboratorio analisi per la valutazione dei parametri vitali, la centrale operativa per gestire la telecomunicazione gsm, radio e satellitare e il concentratore e produttore di ossigeno. Dai container esce anche l’area dedicata ad ospitare lo staff impegnato nelle Grandi Emergenze, 20 operatori tra medici, infermieri e tecnici e un laboratorio tecnico per eventuali riparazioni delle sofisticate tecnologie in dotazione. Spiega Pasquale Cannatelli, Direttore Generale dell’ospedale: “Niguarda avrà il ruolo di coordinatore dell’Unità Regionale Grandi Emergenze, voluta dalla Regione Lombardia in linea con il crescente livello d’attenzione nazionale e internazionale rivolto a disastri sanitari.” L’unità ‘speciale’ verrà inserita nella colonna mobile regionale della Protezione Civile. “Siamo orgogliosi di presentare una struttura mobile che farà fare un grande salto di qualità alla nostra Protezione civile e al nostro sistema dell’emergenza urgenza”... CONTINUA A PAGINA 3 > DAL MONDO CI GUARDANO Chirurgia senza cicatrici: colecistectomia in diretta In collegamento Londra e San Francisco na sala operatoria, un’equipe medica, un endoscopio e internet come alleato: sono questi gli elementi di due interventi di rimozione di colecisti via trans-vaginale, trasmessa da Niguarda in diretta a Londra il 27 giugno scorso presso il centro MATTU e a San Francisco l’11 luglio scorso in occasione del congresso mondiale della NOSCAR, la società nordamericana di chirurgia senza cicatrici. “Sono U stati due eventi di portata internazionale, molto importanti in ambito scientifico – commenta Raffaele Pugliese, direttore del Dipartimento di Chirurgia Polispecialistico – Si sta cercando di portare avanti questa innovativa tipologia di intervento, che è stata applicata per la prima volta un anno fa.” CONTINUA A PAGINA 3 2 Il Giornale di Niguarda SEGUE DALLA PRIMA > FIOCCO ROSA IN ‘CASA’ NEMO comporre il gruppo: i medici del NEMO Massimo Corbo, direttore clinico, Paolo Banfi, pneumologo, Ksenija Gorni, neuropsichiatria infantile, e gli specialisti del Niguarda Maurizio Bini e Roberto Merati, responsabili del Reparto di Ostetricia e Ginecologia, gli anestesisti Maurizio Heinen e Rosario D’Agostino e il neonatologo Stefano Martinelli. La nascita di Matilda conferma che le malattie neuromuscolari non sono una condanna senza possibilità di remissione della pena, ma una condizione di vita difficile che però non impedisce il raggiungimento di importanti traguardi, come quello di un lieto evento. La nascita della bimba conferma anche il successo del A > PARLA PAPA’ LUDOVICO NEMO, che in soli 6 mesi di attività ha raggiunto il pieno regime dell’attività di degenza e d’ambulatorio, pari rispettivamente al 32% e 64% del totale dei servizi erogati. Di tutti i pazienti accolti il 13% ha meno di 18 anni. Secondo le stime entro la fine del 2008 le attività del centro > PER INFORMAZIONI saranno implementate Centro Clinico Nemo – Fondazione Serena e tutte le aree di assiCentralino 02 9143371 - Numero Unico 199 24 96 96 stenza raggiungeranno [email protected] - www.centrocliniconemo.it il pieno dell’attività. Segue dalla prima > EDITORIALE roprio per la presentazione dell’Unità Grandi Emergenze e per verificare l’andamento dei lavori di riqualificazione ci ha onorato della sua visita il presidente Formigoni: lo ringraziamo per la sua attenzione e il suo incoraggiamento a proseguire con professionalità ed efficienza nel nostro impegno. La Direzione Sanitaria e l’ufficio di Direzione sono stati coinvolti in un impegnativo e non facile lavoro di riassetto dell’organizzazione: è stata ridisegnata la struttura organizzativa dell’ospedale seguendo le indicazioni regionali contenute nella delibera sul POA (Piano di Organizzazione Aziendale) e i contributi dei professionisti, in un confronto con le organizzazioni sindacali. Il nuovo piano presentato in Regione per l’approvazione sarà disponibile sul sito e verrà attuato dopo la delibera regionale. Certamente il risultato ha prodotto e produrrà alcuni commenti. Ciò che posso dire è che l’impegno che ci ha mossi, anche se in alcuni casi ha portato a cambiamenti non semplici da accettare da parte di alcuni interessati, è stato quello di valorizzare l’impegno professionale e snellire la struttura; questo richiede anche un cambiamento di tipo culturale che ci permette di confrontarci con i sistemi sanitari più rilevanti e interessanti a livello internazionale. C’è un altro tema che ha tenuto a P Come sta la bambina? Sta abbastanza bene. In questo momento sta facendo un po’ di capricci per mangiare, perché si è emozionata. Però questa notte è stata brava. Con la malattia di sua moglie la gravidanza si prospettava complicata. E’ stato difficile portare a termine questa scelta? La scelta in se stessa non è stata molto difficile. E dopotutto anche la gravidanza. Certo, non è stata una passeggiata ma non ci sono state complicazioni tali da pensare ‘chi me lo ha fatto fare’. Mia moglie ha avuto dei problemi, delle difficoltà, ma diciamo che ce la siamo cavata egregiamente. E’ la seconda gravidanza che affrontate, la prima non portata a termine. I medici non vi hanno sconsigliato di ri- ritmi accesi le nostre giornate di luglio: il mio editoriale dello scorso numero “Tecnici o professionisti della cura?” ha fatto pensare e riflettere. Tante lettere di ringraziamento e anche un interessante dibattito all’interno di questo ospedale; di questo non posso che rallegrarmi, con chi ha risposto all’editoriale ho già intrapreso un dibattito perché è fondamentale andare al fondo del problema del significato del nostro lavoro per noi e per coloro a cui esso è destinato. Approfitto ancora una volta di questa occasione per confermare la mia disponibilità ad un confronto e ad approfondire questi temi: anche il direttore è un professionista e non solo un tecnico, un burocrate, uno che si occupa solo di “far tornare i conti”. Voglio per ultimo affrontare un altro tema di cui la stampa si è occupata parlando del Niguarda su segnalazione di una denuncia di una paziente che si rivolgeva ad un sindacato per “mancato intervento di un anestesista durante un aborto..”. Abbiamo fatto le verifiche del caso, sentiti i medici e i responsabili delle strutture coinvolte. Abbiamo diramato i risultati dell’indagine svolta. Non c’è stato nessun rifiuto di intervento e abbandono della paziente. Semplicemente il medico ha manifestato la sua obiezione di coscienza pur prestando la sua consulenza ai colleghi medici che avevano in cura la donna, e consi- gliando il trattamento terapeutico più appropriato. C’è stata una valutazione circa il trattamento più appropriato per quella paziente tra i professionisti senza compromettere le cure. Circa l’applicazione della legge 194 e dell’obiezione sollevata da alcuni medici sarà alla discussione nei prossimi giorni, da parte del Comitato Etico; ne daremo informazione. La stampa non ha dato riscontro alle conclusioni dell’indagine molto accurata e dettagliata della Direzione Medica di Presidio: non è stata fatta una corretta informazione, ma s’è trattato il caso solo in un’ottica di contrapposizione ideologica. Questo non è fare informazione né un servizio alla gente! Non è giusto neanche nei confronti degli operatori sanitari e di tutti noi che lavoriamo in questo ospedale: abbiamo una tradizione che qualifica il Niguarda e vogliamo esserne degni, garantendo alla persona la cura di cui necessita in qualunque situazione si trovi. Purtroppo si rischia anche di confondere i cittadini che al Niguarda si rivolgono con fiducia in nome di una esperienza e tradizione positiva. Concludo questo mio editoriale augurando a voi un salutare riposo in attesa della ripresa con il mese di settembre, l’ospedale rimane comunque sempre aperto. Una buona estate a tutti. Pasquale Cannatelli provarci? No, mai. Il nostro referente, ancora prima della gravidanza, è sempre stato il Dott. Banfi che ci ha portato al NEMO. Non solo non ci ha mai demotivato nel portare avanti la gravidanza, ma ci ha sempre incoraggiato e sostenuto Qual è stato il momento più difficile? Il problema che ci ha preoccupato di più sono state le complicanze respiratorie di mia moglie. Per la bambina non si è temuto: diciamo che lei è quella che sta meglio di tutti! La parte complicata si è conclusa. Preoccupato del dopo-gravidanza? Assolutamente. L’ultimo problema è come fare le cose e come in tutto questo percorso continuiamo con la filosofia che basta voler fare le cose e i risultati arrivano anche nell’eventualità di complicazioni. E diciamo che i risultati ora ci stanno proprio premiando. > LETTERA AL DIRETTORE ent.mo Direttore Dott. Cannatelli, ho letto con stupore e attenzione l’editoriale del Giornale di Niguarda, riguardante una paziente ricoverata, che evidenziava come a tecniche mediche ineccepibili non corrispondesse un adeguato livello di umanità da parte del personale medico. L’ammiro per il coraggio che ha avuto nel pubblicare questo scritto e altrettanto per aver ricordato che l'essere umano è “una realtà creata, misteriosa e complessa che ha bisogno di essere accolta, amata, accompagnata, curata e assistita.” Io sono la madre di una ragazza ventiduenne giunta a Niguarda dopo tanto peregrinare tra vari centri di diabetologia “d’eccellenza”. Dopo due anni posso dire che mia figlia ha trovato finalmente medici e infermieri che al meglio hanno dimostrato di possedere quelle qualità umane che Lei ha così ben evidenziato. Pensi che in questo momento la dott.ssa Meneghini si trova in Olanda con sette pazienti diabetici e mi creda si stanno divertendo parecchio!!! (Lo so perchè mia figlia fa parte del gruppo). Ancora complimenti, davvero sinceri. Con l’augurio di buon lavoro, Le porgo i miei più sentiti saluti. Lettera firmata A.R. G 3 Il Giornale di Niguarda > GRANDI EMERGENZE SEGUE DALLA PRIMA ...conclude Roberto Formigoni, governatore della Regione Lombardia, intervenuto alla cerimonia di inaugurazione (nella foto di prima pagina, al taglio del nastro con Pasquale Cannatelli, direttore generale dell’ospedale, e Cristiano Cozzi, responsabile operativo dell’Unità Grandi Emergenze) – In futuro prevediamo di ampliarne ulteriormente la dotazione con un blocco operatorio mobile, rendendola così utilizzabile anche in caso di calamità in tutti i paesi della Comunità europea.” Nel corso della cerimonia è stato presentato il nuovo veicolo per interventi N.B.C.R. (nucleare, biologico, chimico e radiologico), dotato di strumentazioni per il rilevamento ambientale e di una unità di decontaminazione, ed è stata consegnata una nuova ambulanza donata all’azienda ospedaliera dalla A2A (ex A.E.M), destinata alle emergenze neonatali. > LA STORIA LOMBARDA Seveso e la diossina: un salto nel buio ’ il 10 luglio 1976. Nello stabilimento chimico Icmesa di Meda una valvola di sicurezza di un reattore esplode e libera diossina. Molti chili, nessuno sa né conferma quanti siano. I bambini continuano a giocare lungo i canali del fiume Seveso, gli uomini a coltivare i campi, a mangiare carne degli allevamenti locali. La prima ordinanza d’emergenza giunge 5 giorni dopo: non si può più toccare la terra, l’erba, consumare frutta e verdura, animali da cortile. Parte anche il divieto di esporsi all’aria aperta. Per due settimane si aspettano risposte dalla sede centrale dello stabilimento chimico sulla pericolosità della nube tossica che, quel giorno, colpisce soprattutto la città di Seveso. Nel frattempo le foglie degli alberi cadono, il bestiame muore, i bambini sviluppano pustole e ustioni su tutto il corpo, un numero ancora oggi imprecisato di persone si espone oltremodo alla diossina senza capire i danni che ne potrebbero derivare. Né i medici né i chimici sanno con esattezza le conseguenze di un esposizione dell’uomo alla diossina. “Fino a quel giorno – spiega Alessandro Marocchi, direttore della Medicina di Laboratorio di Niguarda che in quel 1976 partecipò al piano di monitoraggio della popolazione esposta alla diossina – noi medici conoscevamo poche decine di casi di esposizione. Conoscevamo solo dati di sensibilità alla diossina relativa ad alcuni animali. Nessuno, né dentro né fuori l’Italia, poteva prevedere, in base agli E elementi a disposizione, i suoi effetti sulle persone”. Arriva la conferma: la diossina è tossica per l’uomo. E’ il weekend del 24 luglio: viene organizzata una task force dedicata, con nucleo di coordinamento all’A.O. Ospedale di Desio, viene tirato del filo spinato per recintare l’area A, quella entro un raggio di 10 ettari dal luogo dell’esplosione, quasi 1000 residenti vengono fatti sfollare e accompagnati in residenze d’accoglienza. Il lunedì successivo la zona è ormai blindata. Prosegue Marocchi, “La risposta di tutti fu immediata: analisi di laboratorio, attuazione di nuovi piani di monitoraggio e l’apertura di registri epidemiologici per quantificare i danni sulle persone. Forse si sarebbe potuti intervenire prima? Non credo, tutti hanno fatto del loro meglio in base agli strumenti a disposizione più di 30 anni fa”. Lo stato d’allarme si protrae fino a fine agosto quando ormai la situazione appare sotto controllo. La tensione rallenta per tutti quelli che hanno partecipato, rinunciando alle vacanze estive e, a volte, non ricordandosi di rincasare a fine giornata. Il caso ‘Seveso-diossina’ continua nei mesi e anni successivi con l’introduzione di protocolli di lavoro a norma di legge (la cosiddetta ‘normativa Seveso’), piani di monitoraggio della popolazione e registri dati ancora aperti. Oggi gli strascichi dell’incidente si possono ancora vedere dalla superstrada che sormonta Meda: al posto dello stabilimento chimico c’è un campo di calcio e, al posto delle macerie, le colline del ‘bosco delle querce.’ > CHIRURGIA SENZA CICATRICI: COLECISTECTOMIA IN DIRETTA SEGUE DALLA PRIMA chiamati in campo in questi due eventi- prosegue “Finora le dimostrazioni in diretta a fine didat- Pugliese - e anche la coscienza che vivere questa tico sono state eseguite solo su modelli animali, esperienza permette di insegnare agli altri una noi siamo stati tra i primi al mondo ad eseguire tecnica che rappresenta l’ultima evoluzione in questo intervento su pazienti”. La tecnica in que- termini di chirurgia mininvasiva”. stione si chiama N.O.T.E.S. (Natural Orifice Transluminal Endoscopic Surgery) e permette di intervenire su colecisti colpita da calcoli biliari senza alcun taglio, raggiungendo l’organo malato con un endoscopio flessibile attraverso lo stomaco o la vagina per permetterne la rimozione. Il risultato? Nessuna ferita da medicare, nessuna cicatrice visibile, nessun disagio psicologico del paziente. “C’è l’orgoglio e la soddiRaffaele Pugliese durante un intervento di laparoscopia sfazione di essere stati Il Giornale di Niguarda 5 > NEUROPATIA DEGLI ARTI INFERIORI La sindrome dei ‘piedi brucianti’ Fibre nervose alterate, a volte conseguenza di altre patologie ndossare i sandali e ciabatte, d’estate, è una cosa normale. Ma c’è chi lo fa anche d’inverno, senza nemmeno le calze, destando gli sguardi perplessi e divertiti della gente. Perché c’è chi, nonostante le basse temperature, sente sempre i piedi in fiamme anche se a toccarli sono gelidi a causa di uno strano disturbo chiamato ‘sindrome dei piedi brucianti’. Rientra nell’ambito delle polineuropatie, malattie che colpiscono i nervi periferici diffusamente e in modo simmetrico, e può subentrare secondariamente ad altre patologie come diabete, carenza da vitamina B1, anemia, alcolismo, insufficienza renale, Aids, neoplasia. Ma, in rari casi, compare come disturbo primario come una fiamma che improvvisamente divampa sui piedi. “Probabilmente si tratta I di un’alterazione del sistema nervoso periferico – spiega Dante Facchetti, responsabile della Neurofisiologia – a livello di quelle piccole fibre nervose responsabili della sensibilità al dolore e del controllo della microcircolazione.” Come per qualsiasi altro raro disturbo, l’iter di chi ne è affetto è tortuoso, fatto da un infinità di visite specialistiche presso l’angiologo, l’ortopedico, il fisiatra, il dermatologo e, in ultimo, lo psicologo. Da un centro di cura all’altro, il malato si sposta camminando con fatica e dolore, come se fosse sui carboni ardenti, a volte portandosi sotto braccio un secchio di acqua e ghiaccio per un pediluvio rinfrescante d’emergenza. La diagnosi di ‘sindrome dei piedi brucianti’, quando non è conseguenza di > CENTRO RIABILITAZIONE EQUESTRE Il cavallo nel cuore Il 13 giugno il Centro Capua aperto ai visitatori n occasione dell’iniziativa ‘I giorni della salute’ organizzata dall’Assessorato alla Salute del Comune di Milano, il 13 giugno scorso si è svolta l’iniziativa ‘Il cavallo nel cuore’, giornata di informazione e dimostrazione organizzata dall’associazione “Amici del Centro di V. di Capua”. I visitatori hanno potuto conoscere I la realtà del centro rivolgendo domande agli esperti e partecipando alle attività. Gli ospiti intervenuti alla manifestazione sono stati accolti in benvenuto da Pasquale Cannatelli, Direttore Generale di Niguarda, e Emilio Brunati, direttore della Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza e Presidente dell’associazione. un’altra malattia, è fatta per esclusione, dopo che tutti gli esami a cui il paziente è stato sottoposto, tra cui risonanza magnetica nucleare e elettromiografia, non evidenziano anomalie in muscoli e nervi. I piedi che bruciano penalizzano enormemente la qualità di vita, con riduzione di vita sociale e autostima. Ma esiste un rimedio? Risponde Facchetti, “Si può curare se la causa è una malattia specifica. Altrimenti, nel caso che la sindrome sia il disturbo primario, si può ricorrere ad alcuni farmaci: antidepressivi, triciclici e serotoninergici, che modulano i neurotrasmettitori per il controllo del dolore, gli antiepilettici, che rendono meno eccitabili le membrane dei neuroni, e gli analoghi dei trasmettitori GABA, che stabilizzano i canali del calcio sulle cellule nervose”. Il termine ‘burning feet’ (piedi brucianti) viene usato per la prima volta dopo la Seconda guerra Mondiale quando molti reduci di guerra ne erano affetti a causa di deficit vitaminici dovuti alla malnutrizione. > CHI VISITA NIGUARDA Sui cantieri La Commissione Sanità del Comune di Milano ha visitato i cantieri del nostro ospedale lo scorso 13 giugno. Sulle tecnologie Una delegazione della Malaysia ha visitato la struttura di Tecnologie Avanzate Diagnostico Terapeutiche lo scorso giugno. La fanfara dell’aeronautica che si è offerta spontaneamente di accompagnare i visitatori Il Giornale di Niguarda 6 > FLASH In piena estate inizia la stagione dei funghi on è in autunno ma nei mesi estivi che si registrano le prime intossicazioni da funghi. Lo sa bene il Centro Antiveleni (CAV) di Niguarda, il cui centralino riceve ogni anno segnalazioni di intossicazioni da funghi. Per saperne di più sui N rischi e anche sul trattamento sanitario di queste emergenze è stato appena pubblicato il libro ‘Funghi velenosi: Tossicologia, Speciografia e Prevenzione’ (Ed. dalla Natura©) un testo scritto da Francesca Assisi, medico tossicologo del CAV, Stefano Bale- strieri, micologo dell’ASL MI3 di Monza, e Roberto Galli, docente universitario e micologo di fama. Nel libro non mancano schede descrittive, illustrazioni, nozioni di storia della micologia e cenni alla più nuova micoterapia. Attenzione, non è un prontuario! In caso si sospetti di aver mangiato un fungo velenoso è meglio agire come segue: conservare un pezzo del fungo ingerito da sottoporre agli specialisti e contattare il CAV al 02 66101029, disponibile 24h su 24. > NIGUARDA CENTRO DI RIFERIMENTO PER LE MALATTIE RARE Colangite Sclerosante Primitiva Colpisce il fegato e può degenerare in carcinoma. Terapia ancora non risolutiva a colangite sclerosante primitiva (CSP) è una malattia cronica del fegato caratterizzata da ricorrenti episodi di infiammazione dei dotti biliari che progressivamente possono giungere a uno stadio di sclerosi e determinare successivamente cirrosi epatica con varie complicanze (ascite, ittero, encefalopatia, emorragia digestiva). “Le cause della malattia non sono ad oggi note – spiega Giovambattista Pinzello, direttore di Epatologia e Gastroenterologia - così come non è noto il meccanismo attraverso il quale si instaura l’infiammazione e la successiva fibrosi dei dotti biliari(su base genetica? immunologica?)”. Al momento della diagnosi la metà dei pazienti è asintomatico e la L Non esistono dati di incidenza della malattia in Italia. Nel Nord Europa la sua prevalenza è di 8-13 casi ogni 100.000 abitanti. Nel 60-70% dei casi i pazienti affetti sono uomini tra i 30 e i 40 anni. Frequentemente si associa una malattia infiammatoria cronica intestinale (morbo di Crohn o rettocolite ulcerosa). > A TU PER TU CON I PAZIENTI Nicola malattia viene alla luce in modo occasionale attraverso esami di laboratorio che evidenziano enzimi epatici alterati. Nel 30-40% dei pazienti invece la malattia si presenta con i sintomi propri della colestasi (ittero, prurito e febbre)dovuta a un ostacolo del flusso di bile nei dotti biliari del fegato. Il decorso della malattia è caratterizzato da episodi ricorrenti di infezioni delle vie biliari e progressione verso la cirrosi e le sue complicanze. Lo sviluppo di colangiocarcinoma ed insufficienza epatica è la causa principale di morte. “Non disponiamo al momento di una terapia medica in grado di curare questa rara malattia – prosegue Pinzello – Con la somministrazione di acidi biliari si possono migliorare i parametri bioumorali ma non la prognosi. Il trapianto di fegato è la sola opzione “curativa” per i pazienti affetti dalla malattia in fase avanzata: la sopravvivenza a 10 anni dal trapianto è di circa il 70% ma nel 25% dei trapiantati la malattia può ripresentarsi”. Ha 42 anni, di cui gli ultimi dieci passati con la malattia. “La mia malattia non è la colangite, ma è subentrata come secondaria alla mia colite ulcerosa - spiega Nicola - una malattia autoimmune diagnosticatami nel ‘97”. Facilmente? No, all’inizio sembrava una malattia epatica. Invece, dopo una serie di esami che non erano riusciti bene a definirla e prevalentemente andando per esclusione, si è arrivati a riconoscerla come colite ulcerosa. Quanto tempo è trascorso per una diagnosi definitiva? E’ iniziato tutto nel 94 con esami del sangue che evidenziavano enzimi epatici completamente alterati. Poi dopo 3 anni si è manifestata la colite in modo acuto. Fino al 2002 è andata avanti così, poi è iniziato un calvario anche per il fegato. Perché questa malattia, mi sembra nel 2-3% dei casi, colpisce anche altri organi bersaglio, tra cui il fegato provocando la colangite sclerosante primitiva. Poiché dal punto di vista medico non esiste una terapia, si è provato a tamponare la situazione con dei farmaci ma nel 2007 sono arrivato al trapianto di fegato. Le è servito per migliorare il quadro clinico? Insomma. Il primo trapianto, da donatore vivente, cioè mia sorella, non ha avuto buon esito perché c’è stata una recrudescenza della colite ulcerosa che ha intaccato anche il nuovo fegato. Nel settembre dello scorso anno sono stato costretto a un nuovo trapianto In tutto questo com’è cambiata la sua vita? E’ stata rivoltata come un guanto. Fin dal suo presentarsi è stato un continuo riposizionamento e recupero di spazi di vita ‘normale’ che costantemente però vengono ribaltati. Un po’ come una tela di Penelope, che si avvolge di giorno per poi essere svolta di notte, indipendentemente dalla mia volontà. In questi anni la cosa che ho sicuramente imparato è di saper gestire l’attimo, il momento, perché la mia è sempre una forma di equilibrio e di instabilità perenne. Non si avrebbe per nessuna malattia, ma almeno sapere di avere una cura farmacologica che mantenga stabile la malattia sarebbe un sollievo. E questo non si ha nel mio caso, perciò la sensazione di instabilità è stata accentuata al massimo. Anche per i continui ricoveri in ospedale, suppongo. Infatti. Dal gennaio al 2007 ad oggi ho fatto circa 15 mesi di ospedale. E capisce bene che ne risente la famiglia, i figli. Non è facile da ammettere, ma per i miei due figli sono un padre assente. Al futuro ci pensa mai? Sinceramente no, penso all’attimo. Non mi mancano le cose da fare, ho la famiglia, molti interessi. Alcuni li ho anche cambiati in relazione alla mia situazione. Per esempio mi piace molto viaggiare, ma ora per farlo raggiungo quasi situazioni ‘fantozziane’, portandomi dietro beauty enormi di farmaci e facendo delle indagini prima di partire sul centro di cura e i numeri di telefono utili più vicini al luogo in cui andrò in vacanza. Non rinuncio a molte cose, con le dovute attenzioni. Certo, ho masticato amaro per tanto tempo, non accettavo di non poter fare cose ‘normali’ che tutti fanno senza pensarci. Ma sono fortunato ad avere questo carattere: con il tempo ho capito che non è solo una questione di non arrendersi, è imparare ad avere la consapevolezza di vivere una condizione che non è normale. 7 Il Giornale di Niguarda > DE GASPERIS, I DATI DELLE VISITE GRATUITE NELLE PIAZZE I milanesi? Poco allenati e in sovrappeso Alto il fattore di rischio cardiovascolare per chi ha 35-55 anni 1200 cittadini si sono sottoposti all’attività di screenig gratuita per la prevenzione delle malattie cardiovascolari promossa dalla Fondazione De Gasperis con gli specialisti della Cardiologia De Gasperis di Niguarda in occasione de ‘La Salute in Piazza’, in piazza Duomo il 10 e 11 maggio, e ‘La Salute in piazza: il cuore in tour’, itinerante nei marcati rionali dal 5 all’11 giugno. I risultati? “Dati davvero sconfortanti”, afferma Alberto Roghi che ha valutato i dati raccolti. La fascia di età compresa tra i 35 e i 55 anni, quella più esposta alle malattie cardiovascolari, è risultata molto a rischio per la presenza di fattori come sovrappeso, fumo, ipertensione, familiarità per cardiopatia ischemica. Sono risultati sovrappeso il 39% delle donne e il 51% degli uomini, di cui il 10% raggiunge addirittura la soglia dell’obesità. Pessima anche la preparazione fisica dei milanesi che, sottoposti a valutazione funzionale, hanno dimostrato una totale mancanza di allenamento nel 75% dei casi. “L’attività fisica aerobica – prosegue Roghi - rappresenta un pilastro della prevenzione delle malattie cardiovascolari, tuttora al primo posto delle cause di morte nel nostro Paese.” > APPUNTAMENTI 42° Convegno di Cardiologia 2008 Si terrà dal 15 al 19 settembre il 42° Convegno di Cardiologia organizzato dal Dipartimento Cardiologico De Gasperis presso il Centro Congressi Stella Polare del Nuovo polo della Fiera di Milano Pero-Rho (MI). Tra gli incontri, si farà il punto su endocarditi su valvola nativa, cardiopatia e inquinamento ambientale, cardiopatie ischemica e congenita nell’adulto, fibrillazione striale, insufficienza cardiaca. > PER INFORMAZIONI www.degasperis.it > INDAGINE OSPEDALIERA SUL VIZIO DELLE ‘BIONDE’ No al fumo, soprattutto in corsia Si fuma ancora tra le mura dell’ospedale. Da intensificare divieti e sanzioni edici e infermieri sono i promotori della salute e dovrebbero dare il buon esempio. “E se proprio vogliono fumare, almeno non lo facciano tra le mura dell’ospedale, anche M in giardino, e soprattutto non in camice.” Gianpaolo Micheloni, direttore del Servizio di Medicina e Sorveglianza Sanitaria dei Lavoratori, commenta così i risultati dell’indagine condotta tra le corsie di Niguarda per rilevare all’interno del personale la prevalenza dei fumatori e le loro abitudini. Perché medici, infermieri, ausiliari e amministrativi non rinunciano alle ‘bionde’, nemmeno negli ambienti di cura. I 1586 questionari compilati in forma anonima (sui 4300 totali distribuiti nel giugno 2006, uno per ciascun lavoratore dell’ospedale) segnalano che si fuma ancora ‘qualche volta’ o ‘spesso’ nei corridoi, nei bagni, negli spogliatoi, nelle zone pausa-caffè, e anche negli ambulatori, nelle sale di attesa, in infermeria, nelle camere di degenza e, soprattutto, negli uffici. Un quarto del personale dell’ospedale ha il vizio del fumo: tra i tabagisti il 31% sono ausiliari, il 28% infermieri, il 19% medici e il 15% personale tecnico-amministrativo (il campione meno rappresentato nell’indagine, ma forse solo per la mancanza di riscontro). L’indagine rientra nell’ambito del progetto ‘Ospedali per la promozione della salute’ (HPH - Health Promoting Hospital), a cui Niguarda aderisce dal 2001, e di ‘Ospedali liberi dal fumo’, che a Niguarda si è concretizzato, tra le altre iniziative, in corsi di formazione e nell’apertura di un Centro per la Disassuefazione e il Trattamento dei Danni da Fumo. La lotta al tabagismo in Italia, che si è intensificata con la legge Sirchia del 10 gennaio 2005 a cui hanno fatto seguito campagne informative e di sensibilizzazione a livello regionale e nazionale, ha indotto un lieve decremento della percentuale di fumatori. Con una controtendenza: nell’ultimo anno si è registrato un aumento del numero di sigarette fumate, soprattutto tra le donne che stanno diventando fumatrici più accanite degli uomini. Secondo i dati della LILT, la Lega Italiana Lotta contro i Tumori, Milano è la città in cui si fuma di più. “I nostri dati – prosegue Micheloni - confermano comunque il trend evidenziato a livello nazionale: gli interventi legislativi e i regolamenti aziendali e le sanzioni ad essi connesse, oltre che l’intensificarsi di informazione e formazione specifica, hanno incentivato la popolazione ospedaliera a smettere di fumare. Dall’indagine emerge che il 40% degli ex-fumatori ha proprio smesso negli ultimi 5 anni. Ora dobbiamo ritornare alla carica con i divieti, le multe, puntare sulla collaborazione del personale dirigente per un controllo costante nei reparti”. In Italia fumano il 23,5% dei cittadini prevalentemente di età compresa tra i 25-44 anni. Nel mondo si fumano ogni giorno 15 miliardi di sigarette, un terzo delle quali viene acceso in Cina. Secondo l’OMS il tabacco è la prima causa di morte facilmente evitabile e uccide più di Aids e droga. > PER INFORMAZIONI Centro per la disassuefazione e il trattamento dei danni da fumo Istituto Villa Marelli 02 6444 5822 NIGUARDA NOI 8 Il Giornale di Niguarda > VIABILITÀ IN OSPEDALE Occhio alla notizia > INGRESSI IN OSPEDALE Iniziano i lavori tra polo logistico e D.E.A. a fine luglio la viabilità all’interno dell’ospedale subirà dei cambiamenti per l’inizio dei lavori tra il polo logistico e il D.E.A. che dureranno almeno 6 mesi. La viabilità interna oltre alle deviazioni a livello del blocco sud-Padiglione Ponti, i cui lavori proseguono anche sulla parte impiantistica, è quindi interrotta anche nel tratto nord. L’ospedale si caratterizza quindi per gli accessi in due aree: per raggiungere l’area ovest (e i rispettivi padiglioni De Gasperis 11, Radiologia 25, Rossini 12, Talamona 10, 17, 26, 18, 13, , Carati 9, 23, 19, 20, 14, , 24, D.E.A.) è fruibile l’accesso da Via Moreschi riaperto D dal 26 luglio, mentre per raggiungere l’area est (e i rispettivi padiglioni Poliambulatorio Medico 2 e Chirurgico 3, 5, 7, 4, 8, Pizzamiglio 6, 3, 31, Falck 15, Grassoni 27, 21) è fruibile l’accesso da via Zubiani. Anche per uscire si dovranno utilizzare gli stessi percorsi. Si segnala che sono disponibili 350 posti per i dipendenti nel nuovo parcheggio di Via Zubiani. Da agosto non sarà più possibile parcheggiare sulle aree verdi e da settembre il carro attrezzi imperverserà a spese dei proprietari delle automobili. Area ovest Ingresso in via Moreschi Ingresso in via Zubiani E *Durata minima contratto: 3 mesi Tariffa agevolata in caso di contratto annuale > C.R.A.L. > NUOVI ASSUNTI Convenzione ATM per dipendenti L ’ aperto il nuovo Parcheggio Sud di Via Zubiani, 1. Il parcheggio, con un’area a raso e 6 semipiani, offre 730 posti, di cui la metà dedicati al personale dell’ospedale a cui sarà possibile accedervi gratuitamente attraverso un apposito badge già assegnato, e i restanti a disposizione dei visitatori. E’ possibile una sosta a rotazione oraria con tariffe agevolate per i visitatori e gli utenti esterni e diverse forme di abbonamento giornaliero, mensile, trimestrale, annuale. E’ installato un sistema di videosorveglianza di ultima generazione per la gestione in remoto dell’impianto e la risoluzione immediata di eventuali anomalie di funzionamento. Durante la notte e negli orari di assenza del personale sarà garantita la reperibilità di un addetto per interventi a distanza. La società che gestisce il parcheggio sud è la Parcheggi Italia S.p.a. che con il marchio BestInParking gestisce oltre 15 mila posti auto in tutta Italia, segno di professionalità e serietà. TARIFFA ORARIA 1,90 € Da 0 a 4 ore 2,40 € Da 5 a 24 ore 2,40 € Massimo giornaliero Ogni ulteriore giorno successivo 2,40 € ABBONAMENTI Giorno e notte mensile (0-24) 65,00 €* Giorno mensile (lu-do/6-21) 45,00 €* 100,00 € Tessera valore 120,00 euro 50,00 € Tessera valore 60,00 euro 27,50 € Tessera valore 30,00 euro Area est ’ospedale Niguarda e il CRAL aziendale hanno stipulato una convenzione con l’Azienda Trasporti Milanesi S.p.A. (ATM) destinata a tutti i dipendenti che prevede l’acquisto di abbonamenti annuali a tariffa ridotta, acquistabili direttamente presso la sede del CRAL e pagabili in 12 rate mensili direttamente tratte- Aperto il nuovo parcheggio nute sul cedolino paga. Gli abbonamenti sono validi sui tratti delle Ferrovie Nord, Ferrovie dello Stato e Passante Ferroviario entro i limiti di tariffa urbana. > PER INFORMAZIONI C.R.A.L. interno 2327 - L’ufficio sarà chiuso per ferie dal 31/07 al 29/08. Il Direttore Generale dà il benvenuto ome ogni mese si è tenuto il 16 giugno scorso il consueto appuntamento di benvenuto tra il direttore generale Pasquale Cannatelli e i neoassunti dell’azienda ospedaliera (nella foto). Un’occasione importante per introdurre i nuovi dipendenti in una grande realtà, ricordando lo scopo e il lavoro comune a cui si è chiamati. C NIGUARDA NOI Il Giornale di Niguarda 9 > DIRETTORI E RESPONSABILI Nuove nomine Roberto Cosentina Direzione Medica di Presidio Ospedaliero aureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano nel 1980, per dieci anni svolge attività di ricerca clinico-farmacologica nella Direzione Medica di industrie farmaceutiche nazionali e internazionali. Dal 1990 presta servizio presso l’AO Ospedale Niguarda Ca’ Granda prima come Assistente medico e poi, dal 1998 al 2000, come Direttore Medico di Presidio. E’ stato Direttore Medico di Presidio presso il Polo Ospedaliero M. Melloni, fino al 2004 e, dal 2005, L presso il Polo Ospedaliero Fatebenefratelli e Oftalminico. Specializzato in Igiene e Medicina Preventiva (Università degli Studi di Milano, 1996). Nel 2001 ha conseguito l’attestato di formazione manageriale per Direttori Sanitari della Scuola di Direzione in Sanità di Milano. È stato componente del Comitato Etico di diverse aziende ospedaliere con collaborazioni tuttora vigenti. È autore di 66 pubblicazioni scientifiche ed ha partecipato come relatore ad oltre 128 corsi e congressi. > CORSO PER SPECIALITA’ CHIRURGICHE Scrivere bene in ‘medichese’ La due-giorni del Basic Medical Writing Course a Niguarda eggere e capire una pubblicazione scientifica per valutarne la rilevanza, ma anche scrivere al meglio i propri dati per renderli comprensibili e confrontabili con altri: questi gli obiettivi perseguiti dai medici che hanno partecipato al corso di Basic Medical Writing tenutosi presso l’ospedale il 18-19 giugno scorsi organizzato da ILCAM, Istituto Lombardo di Chirurgia Avanzata Mininvasiva, sotto la prestigiosa direzione del Prof Abe Fingerhut- presidente eletto della Società Europea di Chirurgia Endoscopica EAES e vicedirettore L del ‘World Journal of Surgery. Una due-giorni che ha impegnato una trentina di medici provenienti da tutta Italia per 13 ore al giorno tra letture, discussioni, lavori di gruppo. “Il corso è andato molto bene – commenta Raffaele Pugliese, direttore di Chirurgia Generale 1 e Videolaparoscopia e organizzatore del corso – C’è stato un ottimo riscontro e credo che ripeteremo l’iniziativa anche il prossimo anno. Il Prof. Fingerhut è un esperto in questo campo e siamo contenti che abbia accettato di trasferire qui a Niguarda il corso.” > M.C.Q. I corsi di settembre 15-16 settembre “RCA: strumenti di analisi reattiva” – Aule MCQ, II piano, ore 9-18 22 settembre “Appropriatezza farmacologia in area chirurgica” – Aule MCQ, II piano, ore 14-17 23 settembre “Gestione della cartella clinica: dalla certificazione ISO 9000 agli standard Joint Commission” – Aule MCQ, ore 9-18 29 settembre “Appropriatezza farmacologia in area medica” – Aule MCQ, II piano, ore 14-17 > PER INFORMAZIONI Servizio qualità M.C.Q. - 02 6444.2965 www.ospedaleniguarda.it Giacomo Colussi Nefrologia aureato in Medicina e Chirurgia nel 1976 presso l’Università degli Studi di Milano, presta servizio presso l’AO Niguarda Ca’ Granda prima come Aiuto Specialista Nefrologo, fino al 1987 e poi come Aiuto Corresponsabile Ospedaliero fino al 2002. Direttore della Nefrologia dell’AO Ospedale Circolo e Fondazione Macchi di Varese fino a giugno 2008. Specializzato in Nefrologia Medica (1979, Università degli Studi di Milano) e Urologia (1982, Università degli Studi di Milano). Nel 2001 ha conseguito il diploma al Corso di Formazione per Dirigenti di Struttura Complessa della Regione Lombardia (Università LIUC di Castellanza). È componente dell’International Society of Nephrology; dell’American Society of Nephrology; dell’European Renal Association-EDTA e della Società Italiana di Nefrologia. Relatore a numerosi corsi e convegni, è autore di oltre 350 pubblicazioni scientifiche. L > NEWS DIPENDENTI Novità per il codice di disciplina Alterchi sul luogo di lavoro: la sospensione aumenta a 10 giorni ’ stato approvato dalla Direzione il Codice di Disciplina con le modifiche apportate dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2008. Le principali novità introdotte riguardano le sospensioni del dipendente dall’attività lavorativa. Introdotte nuove voci nell’articolo che regola la sospensione dal lavoro per un periodo compreso tra 11 giorni e 6 mesi, con privazione della retribuzione: il procedimento sarà ora attuato anche in caso di elusione o manomissione dei sistemi che regolano la presenza e l’orario di lavoro (per esempio, se un lavoratore E passa il badge nel sistema di rilevamento elettronico per ‘coprire’ un collega). Novità anche nella sospensione minima, quella da 1 a 10 giorni, che può essere ora applicata anche quando il dipendente si trova coinvolto in alterchi negli ambienti di lavoro con utenti, dipendenti o terzi anche senza via di fatto (per esempio, un accesa discussione verbale). A seguito di una circolare delle Risorse Umane il codice di disciplina deve essere affisso in copia cartacea nelle bacheche dei reparti. Il codice è reperibile anche nella Intranet, alla voce ‘News’. 11 Il Giornale di Niguarda > NIGUARDA SU ‘LIVER TRANSPLANTATION’ Un fegato solo per trapiantare due pazienti adulti Calo delle donazioni, nuove idee per fronteggiarlo > L’EQUIPE IN ROMANIA risultati dei trapianti di fegato eseguiti a Niguarda approdano sulle pagine della prestigiosa rivista ‘Liver transplantation’, nel numero di luglio dedicato alle strategie per far fronte alla carenza di organi. Un esempio è dato dallo split liver in cui un fegato da donatore cadavere viene diviso in due parti che tipicamente vengono trapiantate in un I adulto e in un bambino. Questa procedura, ormai ben standardizzata, spiega Alessandro Giacomoni, autore dell’articolo riportato, offre risultati comparabili a quelli ottenuti da trapianti utilizzando un fegato intero, e in paesi come l’Italia ha praticamente azzerato la mortalità nelle liste di attesa pediatriche per trapianto epatico. L’équipe di Luciano De Carlis, respon- Il primo trapianto di fegato da adulto a bambino è stato effettuato nel 2006 dalla collaborazione tra Niguarda e Ospedali Riuniti di Bergamo. Nella foto: il padre, 41enne di origine cubana, intervistato dalle troupe televisive sabile della struttura di chirurgia e dei trapianti di fegato presso il nostro ospedale, si è posta un obiettivo in più: riuscire a dividere il fegato esattamente a metà in modo da trapiantare, utilizzando un solo organo, due pazienti adulti. La procedura descritta per la prima volta dieci anni fa ad oggi è stata effettuata poche volte (un totale di 100 casi nel mondo riportati in letteratura) a causa delle notevoli difficoltà tecniche e organizzative. Sono 16 gli interventi pionieristici finora affrontati a Niguarda dal maggio 1999, descritti dagli autori nell’articolo pubblicato sulla rivista americana e che si è aggiudicato anche l’ ”onore” dell’editoriale. I risultati, per il momento, sono meno brillanti rispetto a quelli riscontrati nel gruppo controllo di pazienti trapiantati con fegato intero, soprattutto in termini di sopravvivenza a un anno dall’intervento. Ciò è dovuto principalmente all’alta percentuale di complicanze post-operatorie riscontrate in questa serie. “Miglioramenti nella valutazione preoperatoria dell’organo e nella tecnica chirurgica possono essere validi strumenti per una futura buona riuscita della procedura – conclude De Carlis - E’ molto importante poter ricorrere a una strada alternativa al tradizionale trapianto di fegato, perché il numero di donazioni è in forte calo e, molto spesso, l’organo donato non è in condizioni ottimali.” Trapianto di fegato in diretta Il 26 giugno scorso l’equipe di trapianti di fegato dell’ospedale rappresentata da Luciano De Carlis e Abdallah Slim, e il direttore dei Trapianti Andrea De Gasperi, hanno eseguito un intervento in diretta dalle sale operatorie del Fundeni Hospital di Bucarest nell’ambito di un congresso internazionale. Il trapianto è stato effettuato su una paziente di 44 anni affetta da cirrosi epatica in fase di scompenso terminale che ha ricevuto una parte dell’organo della figlia. La collaborazione Niguarda-Romania è iniziata nel 1999 con il primo trapianto di fegato nel Paese eseguito dagli specialisti italiani e continua tuttora con un’attività di formazione dei medici romeni su modello del nostro ospedale: con la supervisione del Niguarda la Romania ha eseguito dall’inizio dell’anno 25 trapianti di fegato con risultati soddisfacenti ed è aumentata la percentuale di donazioni d’organo. Niguarda è da sempre impegnato a supportare realtà emergenti con un’attività di continua formazione: dopo la Romania gli specialisti dell’ospedale si occuperanno di incrementare l’attività di trapianti di fegato in Libano. > NIGUARDA A EXPOSANITA’ 2008 Miglioriamo la qualità dell’assistenza infermieristica Presentati quattro progetti. Premio della critica al monitoraggio delle cadute in ospedale l nostro ospedale ha partecipato anche quest’anno a Exposanità, la Fiera Internazionale della Salute dedicata a tutti gli operatori della sanità, della salute e dell’assistenza che si è tenuta a Bologna dal 28 al 30 maggio scorso. La Direzione Infermieristica Aziendale ha presentato quattro progetti utili a migliorare la qualità dell’assistenza infermieristica, nell’ambito dell’appunta- I mento “Caposala: da coordinatore a manager”, promosso dal Coordinamento Caposala della Regione Emilia Romagna. Gli operatori di Niguarda hanno illustrato il ruolo dell’infermiere case manager in Unità Spinale Unipolare e le sue competenze specifiche nell’assistenza al paziente mieloleso e ai suoi famigliari, la dimissione infermieristica e la richiesta assistenziale elevata dei pazienti all’uscita dall’ospedale, la lettura critica della cartella infermieristica come strumento per descrivere la variabilità dei bisogni d’assistenza infermieristica durante la degenza ospedaliera. E’ stato infine presentato un sistema di monitoraggio e controllo per le cadute dei pazienti in ospedale al quale è stato assegnato il premio “della critica” per l’importanza del tema e la qualità metodologica dimostrata. 12 Il Giornale di Niguarda > MALATTIE SESSUALMENTE TRASMISSIBILI Rapporti ‘liberi’, rischio in agguato Un paziente su tre è un adolescente umenta il rischio di malattie sessualmente trasmissibili (MTS), soprattutto tra i più giovani: degli oltre 300 milioni di nuovi casi stimati ogni anno nel mondo più di 100 milioni interessano i giovani sotto i 25 anni, una percentuale in aumento per l’abbassamento dell’età del primo rapporto sessuale. “Spesso la carenza di conoscenze, le difficoltà di accesso ai contraccettivi meccanici rendono i ragazzi in giovane età più esposti al rischio di infezioni sessualmente trasmissibili – spiega Maurizio Orso delle Malattie Infettive di Niguarda - Per ragioni anche fisiologiche il sesso femminile è più esposto di quello maschile. Anche la diagnosi, A spesso solo clinica, è più problematica durante l’adolescenza”. Il controllo delle ma- lattie veneree è tra le priorità dell’Organizzazione Mondiale della Sanità con strategie di prevenzione, educazione e counselling. In caso si sospetti di aver contratto una MTS a Milano è possibile rivolgersi a tutte le unità e strutture di Malattie Infettive delle aziende ospedaliere o al Dipartimento di Prevenzione Centro di Riferimento Malattie a Trasmissione Sessuale della ASL. Ma quando ci si deve considerare a rischio? “Un controllo è necessario in caso di rapporti sessuali occasionali ‘non protetti’ – prosegue lo specialista - o in presenza di una sintomatologia generica, anche in caso di rapporti di coppia stabili, che interessi gli organi genitali, come perdite, prurito, ar- rossamenti. Non esistono segnali d’allarme specifici per ogni infezione, anzi alcune di esse sono più temibili proprio perché asintomatiche. E’ per questo che è così importante una maggiore apertura sul tema e che gli adolescenti si confidino con i genitori per una diagnosi tempestiva”. Conosci tutte le malattie sessualmente trasmissibili? Non c’è solo AIDS, gonorrea e sifilide, ma anche infezioni batteriche da Chlamydia, Ureaplasma, Mycoplasma, Trichomonas, e infezioni da virus come quello del papilloma, Herpes di tipo I e II, Epatite B e C. > PAZIENTI STRANIERI, AIUTO PER TORNARE IN PATRIA “Voglio tornare nel mio paese” Con l’OIM assistenza anche fuori dall’Italia per malati, vittime di sfruttamento e disagiati . è una ragazza giovane venuta in Italia. Voleva un lavoro con cui aiutare la sua famiglia. Invece l’Italia le ha portato un salto da una finestra del secondo piano per sfuggire a chi la voleva mettere sulla strada, qualche frattura, un letto in ospedale. “Voglio tornare in Romania”, dice in reparto, a Niguarda, dove è stata ricoverata. E’ sufficiente la richiesta d’aiuto del paziente perché venga attivato l’intervento il Servizi Sociali dell’ospedale, che solo nel 2007 hanno ricevuto 700 segnalazioni dai reparti attenti ai casi di disagio psico-sociale dei degenti. In collaborazione con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) è possibile il rimpatrio volontario di pazienti stranieri in casi accertati di sfruttamento e tratta umana e di condizioni di estrema precarietà e disagio psico-fisico (malati, portatori di handicap fisici e mentali, anziani, donne con minori a carico privi di mezzi di sussistenza, ecc.). Il progetto , ‘Cooperazione internazionale per assicurare il ritorno volontario assistito e la reintegra- M zione nel paese d’origine di vittime di tratta e di altri casi umanitari’, garantisce un aiuto a paziente in Italia per ritornare con dignità nel proprio paese d’origine e il reinserimento sociale a volte reso necessario dalla condizione di malattia sopraggiunta in collaborazione con associazioni, Ong, enti e autorità locali. Grazie alla collaborazione tra Niguarda e l’OIM, M. è tornata in Romania, dopo tre settimane dal colloquio con l’assistente sociale, ed è stata riaccolta dai suoi famigliari, rintracciati dalla rete assistenziale, e da un operatore dell’organizzazione che le ha garantito un aiuto economico e un supporto psico-sociale anche al di là della frontiera. “Il rientro assistito si attua solo nei casi previsti dall’OIM – spiega Anna Ciani-Passeri, assistente sociale coordinatore del Servizio Sociale di Niguarda –a favore di persone in condizioni di grave disagio per il sopraggiungere di una malattia grave, cronica o temporanea. A volte il ritorno in patria è l’unica soluzione possibile quando la persona straniera si trova in Italia sola e senza mezzi di sussistenza.” Quando il reparto segnala questi casi, nell’ambito del programma di dimissioni protette, il servizio sociale interviene, prima con un colloquio con la persona in cui si chiariscono la sua situazione personale, sociale, famigliare e i motivi della permanenza in Italia, poi con la definizione del programma sanitario per l’assistito in stretta collaborazione con il medico, e infine con una comunicazione all’OIM. “Solo se c’è la volontà del paziente – prosegue – Abbiamo avuto situazioni in cui il paziente non voleva assolutamente rientrare nel suo paese. L’intervento dell’OIM non è un rimpatrio forzato, non è una procedura standard: è una collaborazione con la persona, un’assistenza che prosegue anche al di là delle frontiere”. Le segnalazioni all’OIM possono essere fatte da tutti gli enti pubblici sanitari e dagli operatori socio-sanitari della rete dell’art. 18 del Testo Unico sull’Immigrazione (quello che disciplina i percorsi di integrazione sociale e il reinserimento delle vittime della tratta e sfruttamento sessuale). Nel programma di rimpatrio volontario è prevista assistenza anche ai neo-maggiorenni che, non potendo convertire il titolo di soggiorno al compimento della maggiore età, chiedono un rientro assistito per sottrarsi a una condizione di irregolarità nel nostro Paese. > PER INFORMAZIONI Servizio Sociale tel. 02 6444 2640/2201, orari lunedì - venerdì 9-12.30 / 14-16, [email protected] Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) www.iom.int 13 Il Giornale di Niguarda > GILS, VOLONTARI IN OSPEDALE La giornata del ciclamino Visite gratuite! Gli specialisti della Reumatologia del Poliambulatorio Medico di Niguarda saranno a disposizione per le visite dalle 9 alle 12, solo su prenotazione a partire dall’8 settembre al numero 02 6444 2777 fino a esaurimento posti. Per la sclerodermia, raccolta fondi nelle piazze e visite gratuite in ospedale i terrà domenica 28 settembre la ‘Giornata del ciclamino’, appuntamento di informazione e sensibilizzazione promosso dal Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia: i volontari scenderanno in 100 piazze italiane per vendere ciclamini, fiori simbolo della malattia della ‘pelle dura’. La sclerodermia è una malattia sistemica caratterizzata da fibrosi, cioè un ispessimento della cute in aree più o meno estese, e da un alterazione dei piccoli vasi arteriosi, manifestata in disturbi della microcircolazione e comparsa delle classiche mani fredde e blu di chi è S malato (chiamato Fenomeno di Reynaud). Ne sono afflitte soprattutto le donne, anche in giovane età: la causa della patologia è ad oggi ancora sconosciuta, perciò non è possibile prevederne l’insorgenza. La diagnosi precoce è fondamentale tanto quanto prestare attenzione ai piccoli se- > PET THERAPY IN UNITA’ SPINALE Un aiuto a quattro zampe Co-terapia per migliorare stato fisico e psicologico dei pazienti l primo a capirlo fu Boris Levinson , psichiatra americano che negli anni ’50 notò come la presenza del suo cane in studio fosse in grado di creare un contatto con i piccoli pazienti più di qualsiasi parola. Oggi la pet therapy, ‘terapia per mezzo dell’animale’, entra anche nelle corsie degli ospedali come co-terapia dolce a fianco dei consueti trattamenti di varie patologie. A Niguarda i medici a quattro zampe ‘operano’ presso l’Unità Spinale dal 2004 in collaborazione con l’Associazione Dog4Life Onlus, in un’equipe pluridisciplinare costituita da due operatori di Pet therapy professionisti, un fisioterapista, un counselor, un medico fisiatra e un veterinario. La ‘professionalità’ dei cani è stata dimostrata durante il convegno ‘Pet therapy e riabilitazione’ tenutosi presso il nostro ospedale lo scorso giugno: accanto alle attività mediche, volte a migliorare la mobilità, lo stato psicologico, l’autostima, la socializzazione nei pazienti, c’è spazio anche per l’attività ludica e lo sport, come la paragility, percorso ad ostacoli per l’animale guidato dal paziente disabile. I > PER INFORMAZIONI AUS, Associazione Unità Spinale Niguarda Onlus 02 6472490 www.ausniguarda.it Dog4Life Onlus www.dog4life.it gnali d’allarme che possono precedere di mesi o addirittura anni l’insorgenza della malattia. E’ per questo che alla giornata aderiscono i principali ospedali italiani, con apertura degli ambulatori e specialisti a disposizione dei pazienti per controlli gratuiti. I fondi raccolti nelle piazze nel corso della giornata saranno utilizzati per finanziare il progetto sulle ulcere ischemiche nel paziente sclerodermico. > PER INFORMAZIONI Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia (Gils) Numero Verde 800.080.266 www.sclerodermia.net > ALLERGOLOGIA, TRIAL CLINICO Volontari per la ricerca? Presenti! Avviato studio internazionale sull’efficacia dell’antistaminico na mano lava l’altra: la medicina aiuta i pazienti e i pazienti aiutano la medicina. Sono molti i pazienti volontari che si sono offerti di partecipare allo studio clinico internazionale avviato dalla Allergologia e Immunologia Clinica sull’efficacia di un farmaco per la rinite allergica, la mequitazina, già in uso da tempo in Europa ma non in Italia. Lo scopo? Testare l’efficacia di una molecola che, a differenza degli altri antistaminici, agisce direttamente su tutti gli recettori a cui si lega l’istamina rilasciata dalle cellule del sistema immunitario in caso di allergia. Sono molti gli antistaminici in commercio, ma, come precisato nelle linee guida ARIA, rimane viva la necessità di individuare farmaci di seconda generazione che agiscano con rapidità e il cui effetto sia duraturo, senza interferenze farmacologiche e farmacocinetiche, e che siano efficaci in tutti i gruppi di età, privi di effetti sedativi o anticolinergici e di cardiotossicità. “Lo studio, randomizzato e in doppio cieco, durerà 14 giorni U – spiega Elide Pastorello, direttore della struttura e coordinatrice del trial – Consiste nell’assunzione quotidiana di una compressa e la registrazione dei sintomi allergici che insorgono nel paziente. I volontari reclutati presentano nota o presunta oculo-rinite allergica da graminacee anche in associazione con altre allergie. Al termine dello studio continueranno ad essere seguiti dal nostro Centro con terapia medica e, dove indicato, anche con il vaccino”. ARIA (Allergic Rhinitis and its Impact on Asthma) è un’iniziativa sostenuta dall’OMS attraverso un documento scientifico pubblicato nel 2001 che definisce la rinite allergica stagionale e dà indicazioni sulla sua terapia. I sintomi identificati: prurito nasale, starnuti, rinorrea, ostruzione nasale. E’ spesso associata ad arrossamento oculare, lacrimazione, e, talvolta, a prurito del palato. Il Giornale di Niguarda Periodico d’informazione dell’Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano DIRETTORE RESPONSABILE: PASQUALE CANNATELLI Coordinatore Editoriale: Monica Cremonesi In redazione: Cinzia Pozzi, Giovanni Mauri e Federico Rossi Marketing: Matteo Stocco Direzione e redazione: Piazza Ospedale Maggiore 3 - 20162 Milano - tel. 02 6444.2562 [email protected] Foto: Archivio Niguarda copyright Progetto grafico: Lara Angonese Stampa: STEM EDITORIALE SPA Via Brescia 22 - 20063 Cernusco sul Naviglio - Milano - tel. 02.92104710 Tiratura: 30.000 copie Reg. Tribunale Milano: n. 326 del 17 maggio 2006 Pubblicità: Spada Pubblicità 02.24.30.85.60- Fax 02.24.30.01.56 www.spadapubblicita.it. Pubblicato online sul sito: www.ospedaleniguarda.it 15 Il Giornale di Niguarda > PROFESSIONISTI DELLA SANITA’ > NUOVA UNITA’ DI VIDEODUODENOSCOPIA Donazione dalla famiglia Mascherpa l nostro ospedale, nel corso di una cerimonia, ha ringraziato la famiglia Mascherpa, una delle più conosciute dell’imprenditoria milanese, che ha donato all’Endoscopia Digestiva una unità di videoduodenoscopia. L’apparecchiatura è una delle più innovative e consentirà di effettuare esami con una maggior definizione diagnostica aumentando le possibilità interventistiche. Lo conferma Alfredo Rossi, responsabile del- I l’Epatologia e Gastroenterologia: “Sicuramente una strumentazione così avanzata permetterà di aumentare le possibilità di chirurgia mininvasiva”, conferma. Nel reparto sono state poste due targhe in ricordo di Alberto Mascherpa. Questa donazione rientra nel piano di iniziative della Fondazione Mascherpa a sostegno delle strutture pubbliche che prestano particolare attenzione ad anziani e bambini. Anche la voce va in palestra La parola al logopedista Ooooohhhh”, “Mmmhhh”, “Sssssshhhhh”: capita, entrando in un servizio di foniatria, di sentire questi suoni. Non è un mantra per la meditazione, ma un esercizio per rieducare le corde vocali. Perché anche la voce deve fare i conti con la forma fisica: fumo, alcol, errate abitudini come urlare troppo e parlare velocemente minacciano la comparsa di disturbi all’apparato fonatorio. L’allenatore d’eccezione, in questo caso, è il logopedista. L’allenamento prevede esercizi di rilassamento, di consapevolezza corporea e posturale, di ottimizzazione del respiro con presa d’aria basso-toracica, emissioni d’aria con controllo del flusso, vocalizzi con attacco dolce. I soggetti che vanno incontro ai disturbi della voce sono quelli che parlano molto e in ambienti rumorosi, sottoponendo così l’organo vocale ad abuso. Si aggiunge talvolta il problema di una cattiva coordinazione tra l’inspirazione e l’emissione vocale, per chi parla troppo in fretta e non fa in tempo a rifornirsi adeguatamente d’aria. Anche i bambini che urlano troppo rischiano disturbi alle corde vocali: di solito hanno almeno un genitore che è un cattivo modello vocale e a sua volta parla a voce troppo alta. “Il logopedista - spiega Michela Paulin che svolge questa attività presso la Medicina Riabilitativa e Neuroriabilitazione di Niguarda - non rieduca soltanto la voce ma si occupa anche di disturbi dell’apprendimento o ritardi del linguaggio nei bambini, talvolta conseguenti a lesioni sensoriali congenite come le sordità, e delle afasie nelle persone adulte, cioè i disturbi del linguaggio a seguito di ictus, encefaliti, Per diventare Logopedista ocemorragie cerebrali o traumi cranici. Le corre seguire la laurea triennale tecniche e gli esercizi sono molto diversi, in Logopedia presso la Facoltà di a seconda della patologia da trattare.” Medicina e Chirurgia. “ > PER INFORMAZIONI Giovambattista Pinzello, direttore della Epatologia e Gastroenterologia (a sinistra), la signora Daniela, moglie di Alberto Maschera (al centro) con i figli Stefano e Lorenzo, il Direttore generale Pasquale Cannatelli (al centro) e Alfredo Rossi, responsabile della Endoscopia digestiva (a destra). Per le afasie - Medicina Riabilitativa e Neuroriabilitazione, sede Ospedale Niguarda - 02 6444 2405/ 2138/ 2448 Per le patologie vocali - sede Via Ragusa 5 - 02 6444 5463/ 5464/ 5476 Per le patologie infantili - sede U.O.N.P.I. - Via Ippocrate - 02 6444 5448 > PAROLE AL VENTO Sincope Sincope _ improvvisa perdita di coscienza a seguito di un’alterazione delle funzioni cerebrali, dovute a una diminuzione del flusso ematico cerebrale o a una sua disfunzione elettrica o metabolica a seguito di diverse patologie. Non solo cuore cope vasovagale che colpisce principalmente i giovani: è preannunciata da sudorazione, nausea, stanchezza, pallore e, in genere, l’episodio avviene dopo aver mantenuto a lungo una posizione eretta, mangiato troppo velocemente o in conseguenza a emozioni spiacevoli. Un’altra causa di sincope è rappresentata da una forte riduzione dei liquidi nel sistema circolatorio, a seguito di emorragie o a sincope può essere di natura cardiovascolare per disturbi del ritmo (aritmie come tachicardia ventricolare e bradicardia sinusale) o per lesioni che ostruiscono il normale flusso del sangue dal cuore. Una delle forme più comuni è la sin- L alcune malattie endocrinologiche caratterizzate da ridotto riassorbimento di acqua e sali minerali. La diagnosi è definita in base ad accertamenti ritenuti opportuni in base al quadro clinico: la ricostruzione dei minuti prima dell’episodio di sincope, il contesto ambientale e la percezione che ne ha tratto il paziente sono elementi importanti per individuare l’eventuale causa. Musica&Parole l termine greco è “syn koptein” che vuol dire spezzare, interrompere, tagliare insieme. Non è un termine utilizzato solo in medicina, ma anche in musica e letteratura. La sincope musicale avviene quando una nota suonata forte si trova su un tempo debole o in levare, in modo da accentuare e spostare l’accento metrico. In un testo scritto si parla di sincope quando viene eliminata una sillaba all’interno di una parola: l’effetto è quello della caduta di un suono nella parola. I VUOI RICEVERE IL GIORNALE DI NIGUARDA? Manda una mail a [email protected] e specifica il tuo nome, cognome e l’indirizzo a cui recapitare il giornale. Oppure telefona allo 02 6444.2562: sarai subito inserito nella lista degli abbonati.