Connecting Smart City

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Connecting Smart City
Connecting Smart City: una proposta per le città metropolitane
Rif. Paolo Castelnovi [email protected] , www.landcapefor.eu
Si propone ai Comuni metropolitani di dare spazio ad una strategia di pubblico interesse:
mettere in rete e organizzare le iniziative diffuse riguardanti modi innovativi e sperimentali
per migliorare la qualità della vita metropolitana.
L’occasione è fornita dal risalto assunto in questi mesi dalle tematiche SmartCity, sinora declinate
prevalentemente in termini tecnologici ed ingegneristici, ma, nelle dichiarazioni, articolate anche per aspetti
di interesse sociale e culturale: gli assi Living, People, e Governance, sinora poco più che enunciati,
dovrebbero accompagnare e fare da supporto sociopolitico agli aspetti Economy, Environment e Mobility .
I corposi fondi europei, e i pur notevoli fondi italiani per la ricerca sono prevalentemente concentrati sugli
aspetti Hi-tech di Smart-city, ma comunque promuovono con investimenti anche significativi l’innovazione
al servizio delle problematiche degli anziani, del welfare, della scuola, della partecipazione, dell’inclusione,
della gestione del patrimonio culturale.
L’interesse pubblico per la strategia si poggia su due ipotesi “politiche”:
- che la crisi imponga l’adozione di forti innovazioni nella governance delle città e nei servizi per la
qualità della vita dei cittadini, e che certamente le innovazioni più adatte alla crisi sono quelle che riducono
i centri di spesa pubblici e si affidano alla gestione diffusa, condivisa e volontaristica dei beni e dei servizi.
- che in Europa la governance di beni e servizi assegnata ai cittadini organizzati è pratica diffusa da
almeno due decenni, che le buone pratiche non si contano e che emerge il ruolo fondamentale della capacità
organizzativa, di integrazione intersettoriale e di circolazione dell’informazione tra soggetti interessati.
Perciò si delinea una forte caratterizzazione dell’attività e delle candidature ai bandi con progetti:
- a gestione partecipata, assegnando responsabilità sulla valorizzazione dei beni comuni e della qualità
della vita a gruppi volontari di cittadini e di imprese, per lo più aggregati in associazioni del III settore no
profit e no spending , con un’azione supportata dal Comune, a costo minimo iniziale e 0 a regime.
- integrati tra aspetti ambientali e quelli culturali, usando le risorse sociali disponibili per un’offerta di
accessibilità e ospitalità che migliori la qualità della vita, con bilanci in attivo (dopo lo startup),
- coinvolgenti l’area metropolitana, attuando una reale perequazione territoriale tra capacità di
investimento e consumo dei centri e risorse di qualità ambientale e abitativa delle periferie.
Di seguito si specifica la proposta che:
- si fonda su alcune considerazioni innovative per arricchire il concetto di city e di smart (1 e 2);
- prospetta come “ricetta” operativa un metodo “smart” di coinvolgimento di soggetti e risorse (per lo
non monetarie) sinora ai margini dei progetti high-tech per energia, rifiuti, mobilità, delineando i
requisiti di un’ infrastruttura web per la sostenibilità qualificata e socialmente condivisa (3);
- traccia i riferimenti e propone servizi innovativi, smart e low-cost per una rete sperimentale di attività
aggreganti e responsabilizzanti e i raccordi con strategie di razionalizzazione della res publica e
politiche territoriali o settoriali in corso o in programma (4).
1.
Tre attributi della city adatta ad un progetto smart
a.
la città è la risorsa produttiva della nuova qualità, che necessita di reti intelligenti per essere
messa a frutto. E’ possibile considerare la città come risorsa in un bilancio strategico sia per il patrimonio
(la città come deposito di beni comuni da utilizzare) sia per la capacità sottoutilizzata di investimento e di
energie dei suoi partecipanti (dall’ “offerta di domanda intelligente” di servizi per la qualità dell’abitare, alla
quantità di tempo libero e di risorse monetarie per il suo uso).
Se da una parte si adottano per i comportamenti urbani criteri di sostenibilità e valori di riferimento (sobri nei
consumi ma esigenti nella qualità degli spazi, dei rapporti interpersonali, della salute psicofisica, della
stimolazione culturale), dall’altra si riescono anche a mettere a frutto le capacità di investimento non
remunerato (in tempo libero, competenze e consumi) dei cittadini e le capacità di ospitalità e funzionalità,
qualificate ma sotto utilizzate, dei patrimoni pubblici (di immobili, reti e competenze).
1
Ma le disponibilità da parte di ciascun cittadino (tutte da verificare) non sono comunque utilizzabili
mancando un quadro organizzato delle potenzialità a cui applicarsi, cioè:
- un inventario, una messa in disponibilità e un monitoraggio delle risorse in termini delle loro stesse
capacità operative e degli spazi ed attrezzature (in primo luogo pubblici) sotto o male utilizzati,
- una serie di modelli associativi privati, diversamente finalizzati ma coordinati da un soggetto pubblico
- una rete di relazioni, dirette e web, che renda evidenti e colleghi le proposte e le buone pratiche, e faccia
trasparenza delle situazioni critiche, attraverso costanti monitoraggi
b.
la città smart è una conurbazione vasta, che contiene nel proprio territorio le risorse primarie
per tentare una certo equilibrio ambientale sostenibile.
Questa dimensione metropolitana e intersettoriale coinvolge sin dalla definizione le responsabilità di chi
amministra anche le parti esterne, necessarie per ottenere processi di riequilibrio.
Quindi un requisito tecnico (interessare il territorio necessario a sostenere la città) comporta un requisito
politico: è necessaria una convergenza interistituzionale tra gli enti responsabili del territorio (le
circoscrizioni, i comuni vicini, la provincia, i parchi etc...).
Il Comune capoluogo è il soggetto propulsore “naturale” della diffusione dell’innovazione, ma deve
promuovere nuovimodelli nella consapevolezza che il territorio più esterno della conurbazione è quello che
ha ancora riserve di spazi per l’innovazione integrata del costruito, per una relazione positiva della città e dei
cittadini con l’ambiente non costruito, anche per ospitare nuove centralità legate al tempo libero.
c.
la città coincide con la volontà dei suoi cittadini di qualificare il proprio senso di abitare: il soggetto
di riferimento smart è il cittadino attivo, che si organizza ed investe energie per una migliore qualità di
lunga durata dell’abitare:
 disposto a responsabilizzarsi su programmi strategici
 consapevole degli scenari di lungo periodo
 interessato alla qualità del sociale e della sostenibilità.
Il progetto ottimale è quello che polarizza l’attenzione di questo tipo di soggetti e che li pone al centro
degli investimenti smart più avanzati, aggregandoli in associazioni responsabilizzate, spostando
progressivamente il quadro degli obiettivi dalla razionalizzazione dei consumi individuali a quelli di qualità
dell’abitare sociale, ponendo in gioco il tempo libero (e il tempo del lavoro liberato) e i temi dello spazio
pubblico, dei beni comuni, della responsabilità per azioni a costo 0 in solidarietà, sostenibilità, ospitalità.
2.
Tre requisiti degli strumenti smart per la city partecipata
a.
la sfida: rendere possibile la città come bene comune responsabilmente gestito e sostenibile la
produzione della qualità dell’abitare. E’ un obiettivo epocale che si attua per fasi ma che fin da subito si deve
intravedere nella sua complessità, fatta non solo di doveri ma anche di piaceri. Se nella prima fase gli
strumenti smart servono l’obiettivo immediato che riguarda il dovere della riduzione drastica dei costi e delle
impronte complessive, le modalità e le utilities che si metteranno a punto in questa fase sono già quelle che
vorremo utilizzare anche nelle fasi di maggiore progettualità e piacere. Per evitare l’orizzonte tecnocratico
che incombe sulle iniziative smart di settore, sin da subito si deve puntare su una sinergia che unisca la parte
tecno, per l’efficienza funzionale e la sostenibilità della macchina urbana, con la parte culturale e politica,
per potenziare la capacità diffusa d’uso responsabile delle risorse (per lo più umane)sottoutilizzate
b
il campo di azione di nuovo su due versanti. Per il dovere: l’uso rispettoso delle risorse non
rinnovabili (non solo energia ma natura e soprattutto tempo); per il piacere: la gestione godibile delle risorse
sottoutilizzate. Tra le risorse sottoutilizzate da esplorare: in primis il tempo libero “progettante”, la cultura
diffusa del paesaggio ritenuto “proprio” da ciascuno, i luoghi qualificati ma trascurati (pubblici o privati), le
rendite di know-how e investimenti accumulate a scala urbana (relazioni produzioni-consumo, spazi tempi e
competenze per l’assistenza e la cultura, buone pratiche del public government e dei civic entrepreneurs),
c.
lo strumento per soddisfare la domanda responsabile di piacere di abitare: un’integrazione dinamica
e progressiva tra l’efficienza delle reti immateriali e l’efficacia delle relazioni sociali e spaziali di prossimità.
3.
Sette esperimenti per dissodare la città
Per delineare con maggiore concretezza le azioni connesse alla proposta si prospettano alcuni esperimenti di
coordinamento tra iniziative innovative, su modelli low-cost già provati in altri contesti:
2
Soggetto
Associazione
A
Tempi
liberi
moderni
Associazione
B
Fatto cotto
e mangiato
Associazione
C
This must
be the
place
Esperimento e esiti attesi
Modelli e riferimenti
Partner istituz e non
Servizi organizzativi telematici e logistici per una Associazione di associazioni, che si
forma appositamente per costituire l’infrastruttura delle attività di gestione delegata
di luoghi urbani, spazi pubblici e prestazioni di servizio.
Gli uffici di settore gestori di servizi degli enti locali formano un quadro di offerta e di
monitoraggio di funzionalità e di luoghi di servizi disponibili, con relative
convenzioni, garanzie da disporre, requisiti di funzionamento e di ospitalità da
assegnare in gestione ad associazioni o privati. Le associazioni promuovono le
iniziative di gestione e di autoorganizzazione e favoriscono l’avvio delle attività
Servizi organizzativi smart e logistici per una Associazione di associazioni, per
agevolare l’interazione diretta di:
- produttori (delle filiere alimentari e non solo) interessati dell’hinterland metropolitano
(campagna amica, bio, km.0, acquisti in cascina etc.),
- gruppi e centri di acquisto consapevole/ solidale,
- ristorazioni low cost E slow food, o mense pubbliche e aziendali
- produttori di commodities per la sostenibilità della filiera (fotovoltaico per usi rurali, di
stoccaggio o domestici, org. trasporti a basso consumo, smaltimento umido etc.):
Una sorta di Amazon delle risorse certificate per il consumo consapevole da
agevolare per comunicazione, organizzazione, monitoraggio e controllo, soprattutto nella
fase di formazione della rete e nei mercati, con portale per:
- siti e offerte di acquisto dedicati (per supporto dei consumatori alle produzioni
qualificate e coordinamento tra offerta e acquisto, anche come public procurement)
- centri servizi autogestititi (per trasporto, stoccaggio, contabilità, gestione ordini,
integrazione con standards di controllo e certificazione)
Rete di servizi smart per per un turismo di nuova generazione, basato sulla
conoscenza e fruizione in situ delle risorse culturali, integrando i siti ufficiali esistenti,
che inizia attivando 4 nuovi servizi integrati (sia on line che con QR Code localizzati,
riscontrabili con smartphone, con mappe e con ticket integrati):
- completamento delle iniziative di Museo diffuso dei capoluoghi con contributi di
altri settori e comuni metropolitani sui luoghi da conoscere e gli itinerari per integrarli,
implementati in modo diffuso (modello google map)
- contributi organici sui luoghi di storie specifiche della città (delle vicende politiche
e culturali locali) gestiti e implementati da soggetti “dedicati” (ordine architetti,
associazioni per storia e memoria, quartieri,....),
- integrazione delle mappe della memoria con spezzoni di film o video attivabili con
QRCode dai luoghi in cui sono stati girati,
- promozione di un’associazione “i paesaggi dell’ospitalità” che apre edifici,
residenze e tenute private a visite organizzate, o eventi, o addirittura a stage
residenziali, contribuendo ad una guida per scoprire luoghi e attività poco conosciute, da
vivere e non solo da visitare.
Associazioni a scala
locale: Banche del tempo
Più spazio più tempo
Residenze d’artista
(puglia, veneto etc)
Più con zero
La scuola adotta un
monumento
Reti GAS (in part.
GAS.bio in Toscana),
Gruppi acquisto terreni
GAT
Distretti economia
solidale Brianza, Varese,
Bergamasca.
Arcipelago SCEC
Circoscrizioni e ass.
Politiche sociali dei Comuni
Gestori di luoghi pubblici e servizi
(Parchi,scuole, palestre, musei etc.)
integrato con
C (This must be the place),
D (Paysages partagés)
Reti area metropolitana GAS etc.
Consumo consapevole
Coldiretti
CIA
Uffici gestione mense comunali e
aziendali
Organismi
di
controllo
per
monitoraggio
e
certificazione
(Ass.Agricoltura
regionale
e
privati)
integrato con
D (Paysages partagés)
Applicazioni QRCode
al turismo (Chicago,
Montreal, Torino)
Musei diffusi e Mappe
dei luoghi della memoria
Iniziative Ville aperte
(Veneto, Lombardia),
Palazzi Rolli Genova
On the set of New York
Associazioni Amici di...
per visite guidate
Iniziative Ville aperte e
giornate FAI
The London
Cultureseekers group
ATL e ass. per turismo
Teche RAI e Fondi cinema cittadini
Ass.Commercianti e Centro storico
integrato con
A (Tempi liberi moderni)
D (Paysages partagés) per gli spazi
aperti,
3
Associazione
D
Paysages
partagés
Associazione
E
Mobile
social
network
Associazione
F
G
Chiedo
asilo
Associazione
Case diverse
Servizi per associazione pubblico-privata incaricata di attuare un Piano del verde esteso
all’area metropolitana, riguardanti:
- il quadro di riferimento di una “Banca del Verde” con un meccanismo di
perequazione territoriale degli interventi trasformativi per usi urbani, produttivi o
infrastrutturali, in particolare tutti gli interventi immobiliari con agevolazioni Smart city,
selezionando gli investimenti compensativi per startup di progetti sostenibili autogestiti
di “Cura dei paesaggi aperti”,
- l’accompagnamento e il monitoraggio delle attività di un progetto “Cura dei
Paesaggi aperti”, che vengono adottati da associazioni o privati (scuole, asili, gruppi
per orti, giardini, sport, gioco o tempo libero con relativi servizi) con convenzioni che
prevedano l’obbligo di ospitalità (beni pubblici) e gestione (pulizia, sicurezza,
manutenzione), coinvolgendo anche operatori rurali, della ricettività, dell’assistenza
sociale per le attività di servizio necessarie.
Promozione di un progetto di riduzione del traffico a motore privato ed efficientamento
della mobilità pubblica e non motorizzata con servizi per Istant sharing per carpooling,
che agevoli l’uso in più persone di auto dirette alle stesse mete, con formazione di:
- una appl. dedicata utilizzabile dai partecipanti ad una associazione che certifichi e
assicuri guidatori ed utenti, in particolare pendolari dell’hinterland,
- una mappa degli assi e dei nodi di interscambio e dei punti di raccolta per il carpooling,
- un sistema informativo integrato del trasporto pubblico e delle ciclabili e del sistema
bikesharing , con relative attrezzature e servizi dedicati e possibilità di segnalazione di
disservizi e criticità ,
Promozione di una rete di scuole e asili (ass. insegnanti e genitori) e centri locali
(circoscrizioni, comuni minori etc) che competa per costituire poli di raccolta di proposte
da selezionare per un utilizzo amplificato del public procurement ai fini dei progetti
smart dell’istituto e delle comunità in cui le scuole sono inserite, con servizi per:
- evidenza delle voci di bilancio pubblico razionalizzabili, per attrezzature e servizi
(riduzione di sprechi, usi a rotazione o in modo integrato) e riuso dei risparmi,
- l’autoorganizzazione di risorse locali e dei partecipanti (carpooling, produzioni km0 o
autoprodotte) per i consumi alimentari, trasportistici, per l’assistenza a minori o anziani),
- le buone pratiche virtuose per contenimento consumi e per smaltimento rifiuti, l’uso
dello spazio pubblico e delle reti private locali su progetti smart,
- l’assegnazione in gestione delle attrezzature territoriali e delle competenze minime per
sviluppare progetti di studio, di sviluppo locale e di uso del tempo libero.
Promozione di una rete di offerta e sperimentazione di modalità abitative non standard,
connessa con la domanda emergente dalle le reti di solidarietà e di integrazione sociale,
per ottenere un parco-abitazioni con sistemazioni anche di cohousing, di servizi comuni,
di attrezzature collettive, da assegnare in gestione diretta etc. o con modelli di
conduzione autogestiti a costo 0 per l’ente pubblico.
Jardins partagés e
Jardins Citoyens
collectifs in Francia
(Lyon, Paris, Grenoble)
Manuali per
l’integrazione
paesaggistica degli orti
urbani e di
Agricivismo
Associazione un pugno
di terra
“Real-Time” Ridesharing
(USA, Svizzera)
Boston bikes
Carpooling
Associazioni Io guido e
[TO] bike
Associazione Urbanroller
Buying Social
Department for
Education
Fondazione Cresci@mo
Progetto KOM
Cohousing Numero Zero
Urban Village Bovisa
COSYCOH
OWCH - Older Woman
Cohousing
Cohlonia
Comuni, Provincia, Enti Parco e
Regione
Associazioni già attive nel settore
(società sportive, per orti urbani....,
convenzioni con agricoltori)
integrato con
A (Ass.Tempi liberi moderni)
B (Ass.Fatto cotto mangiato)
C (This must be the place)
E (Ass Mobile sociall network)
progetti smart di riqualificazione
territoriale
Comuni, Provincia, Enti Parco e
Regione
integrato con
C (This must be the place) in
particolare per le ciclabili e
progetti smart per mobilità
integrato con
A (Ass.Tempi liberi moderni)
B (Ass.Fatto cotto mangiato)
C (This must be the place)
D (Ass. Paysages partagés)
G (Rete SmarTorino in action &
tour
integrato con tutti i progetti per
energia, mobilità, environment e da
AaF
4
4.
Gestire lo startup: stabilire reti primarie e focus point a lenta combustione
a
Sul territorio sono già presenti diffusamente iniziative di enti locali o di associazioni che,
autonomamente, coordinano piccoli gruppi per obiettivi simili a quelli sopra elencati, spesso inducendo
tentativi virtuosi di gestione (spesso privata ma comunque di interesse pubblico) delle risorse comuni.
Purtroppo la capacità di riproduzione, di durata e di raggiungimento degli obiettivi di queste esperienze è
quasi sempre limitata drasticamente dalla ridotta dimensione, dalla mancanza di coordinamento a scala
metropolitana e soprattutto dalla mancanza di processi di integrazione interistituzionale e intersettoriale nelle
strategie e nella governance degli enti di riferimento.
Quindi lo strumento principale di cui si sente la mancanza in questa fase è una infrastruttura di
collegamento e di coordinamento, in grado di mobilitare tutte le energie verso un programma
strategico, articolato in molte iniziative autonome, ma comune e informato.
In termini strumentali è necessaria una rete di cooperazione interistituzionale metropolitana ed è
opportuna una rete di cooperazione tra le città metropolitane. Si tratta di iniziative fondanti quella
Connecting Smart City che richiede uno sforzo politico straordinario per le reti di rapporti che devono
essere attivate e mantenute, ma che può essere facilitata da un portale web interattivo, gestibile anche
dagli attori comprimari (le associazioni, gli enti minori, le università) e coordinato ma separato rispetto agli
attuali portali di informazione, secondo modelli top-down (regionali, provinciali, dei capoluoghi).
b,
In ogni caso si dovrebbero attivare e mettere in rete contemporaneamente una pluralità di
progetti, di soggetti e di enti, scontando di non poter riscontrare immediatamente dei risultati complessivi.
Quindi per dare spazio alle attese è necessario agire per fasi successive e l’alleanza generale di cui si sente la
necessità si attiva per parti, da interrelare progressivamente a partire da occasioni di integrazione già in atto.
Infatti alcune iniziative del tenore sopra indicato sono già in corso, con tutti i limiti della settorialità e dello
scarso impegno del contesto politico per sostenerle. Tali sforzi e capacità auto-organizzative vanno prese
come esempio (nel bene e nel male e nella loro estrema diversità) e come prima tappa per la costruzione
della rete complessiva. Per fare esempi della multiformità di nuclei di grande interesse ma separati e
complessi da mettere in sinergia: le reti di solidarietà, le iniziative del tipo “voi la crisi noi la speranza”, con
orti etc., il coordinamento delle utenze culturali (biglietto unico con trasporti etc.), le reti GAS,...
c,
Oltre alle sperimentazioni ad iniziativa collettiva e alla loro raccolta in un sito virtuale, è importante
segnare la prima stagione delle iniziative Connecting Smart City con alcuni luoghi rappresentativi
caratterizzanti il nuovo paesaggio urbano. Perciò è importante riuscire a caratterizzare alcuni cantieri di
riqualificazione del bordo o di rigenerazione di aree dismesse come vere e proprie Smart City Factory.
Nelle Smart City Factory, sulla base di un accordo con gli operatori e i progettisti, si attua l’intero processo
trasformativo del territorio in un ambiente “Connecting smart city”, ad alta partecipazione e
comunicazione sin dalle fasi progettuali, promuovendo soluzioni hi-tech e di green design ma accompagnate
da un monitoraggio attento delle fasi post-operam, dei costi, delle reazioni dei fruitori e del mercato.
Nella fase iniziale si tratta di concentrare in siti specifici dell’hinterland le condizioni politiche, culturali ed
economiche per attivare il processo, scegliendoli tra quelli in cui sono già disponibili accordi tra enti ed
operatori per importanti interventi di riqualificazione o di completamento.
Si tratterà per lo più di iniziative oggi ferme per la crisi e che possono trovare una maggiore visibilità e
credibilità (anche agli effetti dei fondi da reperire e del target di utenti a cui si rivolgono) non più sulle
quantità ma sulle qualità offerte. In altre situazioni, ad esempio nordamericane, si sono formati gruppi di
pressione per l’attuazione di interventi di questo tipo (invertendo finalmente la logica NIMBY, che negli
ultimi anni ha raccolto le energie più interessanti della città solo in occasione dei “cartelli del NO”...).
Ugualmente possono coprire il ruolo di Smart City Factory collane di iniziative vicine (ad esempio in una
circoscrizione), con il comune denominatore di gestione e uso di spazi pubblici e di attività sperimentali che
caratterizzano un’area urbana per uno stile riscontrabile sistematicamente in alcuni luoghi pubblici (ad
esempio il verde e le scuole, o il social housing e il recupero di aree degradate etc.).
In ogni caso è necessaria una cooperazione interistituzionale per creare le condizioni normative che
favoriscano le prestazioni innovative e sperimentali dei cantieri delle Smart City Factory. Perciò è
fondamentale la collaborazione convinta tra i attori tecnici e politici delle amministrazioni pubbliche e le
associazioni, che potrebbe trovare un luogo di sintesi ed interscambio in focus point da ospitare nel portale
web (punto a), per adottare versioni esigenziali dei regolamenti, per ridurre la burocrazia, per richiedere
standard meno esigenti per l’uso saltuario e volontario di spazi, per garantire copertura assicurativa ai gestori
non pubblici, a fronte della responsabilizzazione dei fruitori e della verifica di standard di sicurezza minimi.
5