10 - Marinai d`Italia

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10 - Marinai d`Italia
Marine Militari nel Mondo
Le portaerei francesi
Seconda parte
Mar Mediterraneo, 1983.
La Foch accosta ad alta velocità
sulla sinistra;
sul ponte, velivoli d’attacco
“Super Etendard” e antisom “Alizé”.
Foto Marine Nationale – coll. Maurizio Brescia
di Maurizio Brescia
Segretario del Gruppo di Savona
nche se l’entrata in servizio dell’Arromanches garantiva il ritorno
ad un’effettiva operatività dell’aviazione imbarcata, all’inizio degli anni
Cinquanta una sola portaerei non era comunque ritenuta sufficiente per le molteplici esigenze della Marina francese: fu
quindi giocoforza rivolgersi nuovamente
all’estero per ottenere due nuove unità,
trasferite questa volta dall’U.S. Navy che
– però – ne mantenne la proprietà.
Nel 1951 entrò così in servizio il La
Fayette (ex-USS Langley, CVL-27) e due
anni dopo fu la volta del Bois Belleau
(ex-USS Belleau Wood, CVL-24): si trattava di due portaerei leggere della classe “Independence” costruite durante il
periodo bellico e ottenute dalla trasformazione di scafi originariamente impostati come incrociatori leggeri della
classe “Cleveland”.
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Marinai d’Italia
In ambito NATO, le due unità avrebbero
dovuto fornire altrettanti gruppi aerei in
funzione “hunter killer” antisom: peraltro, furono entrambe utilizzate in Indocina e il La Fayette giocò un ruolo di una
certa importanza durante la crisi di Suez
del 1956. Bois Belleau e La Fayette, radiate – rispettivamente – nel 1960 e nel
1963, furono restituite all’U.S. Navy che,
subito dopo il rientro a Philadelphia, le
avviò alla demolizione.
Nella prima metà degli anni Cinquanta,
gli Enti tecnici della Marine Nationale
diedero avvio alla progettazione di due
nuove portaerei di medie dimensioni che
– incorporando moderne soluzioni tecniche e costruttive – avrebbero finalmente
permesso di allineare un gruppo di unità
omogeneo e di avanzate caratteristiche.
Impostate tra il 1955 e il 1957, Clemenceau e Foch entrarono in servizio – rispettivamente – nel 1961 e nel 1963.
Le linee della prora, la disposizione dell’armamento (inizialmente otto cannoni
da 100 mm in impianti singoli), il ponte di
volo angolato e la presenza di un elevatore sul lato dritto a poppavia dell’ “isola” denotavano numerosi punti di contatto con le portaerei statunitensi classe
“Essex” rimodernate secondo il progetto
“SCB-27”, come pure con le coeve, ma
più grandi, “Forrestal”.
Tuttavia, va detto, il progetto delle due
“Foch” era completamente nazionale
e le due unità entravano a tutti gli effetti a far parte dell’ “asset” francese
di autonomia strategica che – in quegli
anni – vedeva in dirittura d’arrivo anche la realizzazione di sottomarini lanciamissili a propulsione nucleare e
l’entrata in linea di volo del bombardiere “Mirage IV”.
Più volte rimodernate nel tempo, a partire dal 1966 Foch e Clemenceau iniziarono ad impiegare il caccia supersonico F-8F “Crusader” (costruito dalla statunitense L.T.V.); il gruppo di volo delle
due unità – per la maggior parte della
loro vita operativa – fu composto anche
da velivoli da attacco Dassault “Etendard” e “Super Etendard”, nonché da
aerei antisommergibili Breguet “Alizè”,
tutti di produzione nazionale.
La Clemenceau, posta in disarmo a Tolone nel 1997, dopo lunghe e complesse
vicissitudini dovute allo smaltimento
dell’amianto e di altre componenti inquinanti, è stata avviata alla demolizione in
un cantiere inglese all’inizio del 2009.
Più fortunato il destino della gemella Foch che, radiata nel 1999, nel 2000 è stata
trasferita alla Marina brasiliana con la
quale è tutt’ora in servizio con il nuovo
nome di Sao Paulo.
Sempre la Clemenceau, al suo posto d’ormeggio
degli “Appontements de Milhaud”,
nell’Arsenale di Tolone, il 19 agosto 1993.
Foto Maurizio Brescia
19 agosto 1993: la portaerei Clemenceau nell’Arsenale di Tolone
Foto Maurizio Brescia
Marine Militari nel Mondo
La portaerei
a propulsione nucleare
Charles De Gaulle
in navigazione
a lento moto nel 2005
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Coll. Maurizio Brescia
Un’immagine della
Charles De Gaulle
durante il ciclo di lavori
di ammodernamento
svolti nell’Arsenale di Tolone
tra il 2007 e il 2009
Foto Marine Nationale
via Maurizio Brescia
FOTO A • Un velivolo antisom Breguet “Alizè”
in appontaggio sulla Clemenceau nel 1988
Foto Marine Nationale via Maurizio Brescia
FOTO C • Un “Super Etendard” in decollo
dalla portaerei statunitense USS John C. Stennis
durante uno “Squadron exchange” nell’estate 2007
Foto www.netmarine.net
FOTO B • Base aerea di Landivisiau (Bretagna), estate 1996:
un F-8F “Crusader” con la colorazione blu scura adottata
negli ultimi anni di servizio
Foto www.netmarine.net
FOTO D • Il futuro dell’aviazione imbarcata della Marine Nationale
è constituito dal caccia intercettatore “Rafale” qui raffigurato
in decollo dalla Charles De Gaulle, nel 2007
Foto www.netmarine.net
La ex-Clemenceau a Brest,
nel 2008, poco prima
di essere avviata
alla demolizione
in un cantiere britannico
Foto www.netmarine.net
Dopo una lunga pianificazione nel corso
degli anni Ottanta, nel 1989 venne impostata nei Cantieri della DCNS di Brest
una nuova portaerei, questa volta a propulsione nucleare, che – nel 1987, dopo
una serie di polemiche sul nome originariamente proposto (Richelieu) – venne
ribattezzata Charles De Gaulle.
Varata nel 1994, la De Gaulle è entrata in
servizio nel 2001, con grave ritardo (cinque anni) sui tempi previsti a causa di
problemi economici e tecnici che, tra
l’altro, avevano causato numerose sospensioni dei lavori di costruzione.
L’unità è stata più volta avviata a cicli di
lavori, in particolare per la sostituzione
delle eliche e l’eliminazione di rumori e
vibrazioni nella zona delle linee d’asse.
Nel 2007 la De Gaulle è stata sottoposta ad
una serie di lavori di ammodernamento
che si sono conclusi verso la fine del 2009,
con il rientro in squadra dell’unità.
Con una lunghezza di 261,5 m, la Charles
De Gaulle ha dimensioni sostanzialmente analoghe alle precedenti Foch e Clemenceau; il dislocamento a pieno carico
è tuttavia superiore (42.000 t contro
33.000), ma si è reso necessario un allungamento del ponte di volo al fine di consentire di far decollare e appontare in sicurezza i nuovi intercettori “Rafale” di
cui è dotato il gruppo aereo.
La Charles De Gaulle può imbarcare
una quarantina di velivoli (intercettori
“Rafale”, aerei da attacco “Super Etendard”, E-2C “Hawkeye” con compiti di
“early warning” e elicotteri “Dauphin”),
è armata con missili antiaerei “Aster
15” e “Mistral” e – grazie agli 87.000 cv
forniti dai due reattori dell’apparato mo-
tore nucleare – può raggiungere i 27
nodi di velocità.
Nel 2008, il bilancio del Ministero della
Difesa di Parigi ha iniziato a destinare
fondi per la costruzione di una seconda
portaerei (denominata al momento dall’acronimo PA 2) che – verosimilmente –
verrà progettata congiuntamente a due
analoghe unità previste per la Royal
Navy (classe “Queen Elizabeth”).
La nuova portaerei francese, il cui dislocamento supererà le 70.000 t, imbarcherà un gruppo aereo composto da 48
velivoli e, anche per ridurre i costi operativi, disporrà di un apparato motore su
turbine a gas.
Con ogni probabilità, la nuova portaerei
entrerà in squadra non prima della fine
del corrente decennio.
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