FilmBreve2005 - Centro Nazionale del Cortometraggio

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FilmBreve2005 - Centro Nazionale del Cortometraggio
PRESENTAZIONEPRESENTAZIONE
Divagazioni attorno a un festival di corti
Un festival è fatto di “occasioni” e di “segni”. E un festival che può allineare Soldini
e Nanni Moretti, Tati e Marker, Clouzot e Franju, un Concorso che vede in lizza davvero il meglio della produzione di un anno, quello intercorso fra la prima e la seconda edizione di Film Breve, e i corti 2004-5 “riconosciuti” nei festival internazionali
e selezionati da uno dei direttori di Clermont-Ferrand, e i “cartoons irridenti”, taglio
originale scelto dall’ASIFA per la sua panoramica sullo stato dell’arte dell’animazione, questo festival ci pare che almeno sia in sintonia con ciò che di più interessante accade in quell’universo “discontinuo”, in quell’”enigma” che è il corto.
Uno dei “segni” più significativi che ci pare di cogliere, è il ritorno al corto di autori
affermati, un po’ alla maniera in cui uno scrittore usa il racconto e il romanzo. E’
una prassi che altrove era naturale, si pensi al caso estremo di Godard (fuori misura/fuori formato/fuori generi/ fuori ruoli) o a quello più “letterario” di Rohmer, ma
non lo era da noi. Il corto come spazio di altre esperienze, di altre “visioni”. Nello
stesso Concorso si possono così trovare autori, i cui lungometraggi sono già apparsi ai grandi festival, e “absolute beginners”, accomunati da un “fare” che sembra
riconoscere l’autonomia assoluta del corto come film, mettendo finalmente tra
parentesi il suo aspetto strumentale di “biglietto di presentazione”. Un’insana voglia
di mostarsi tecnicamente maturi e adatti a un ipotetico mercato non può essere,
com’è stato per anni, un principio ispiratore, forse non è nemmeno efficace a quei
fini. Forse, oggi, si è ancor più coscienti della “miseria” (economica, sociologica) del
corto, attratti però da una “miseria” in opposizione e complicità con la sua “modernità” nel sistema della comunicazione.
Soldini e Nanni Moretti rappresentano altri “segni” di un cambiamento in atto, forse
già avvenuto. Il corto narrativo o documentario, il fuori formato come parte a pieno
titolo della propria filmografia. Le origini, di filmaker l’uno, di superottista l’altro,
c’entrano per qualcosa? Forse no, ma, per fare un esempio, Antonioni non ha più
girato un corto in trent’anni dal suo esordio nel lungometraggio a soggetto. Tra
Soldini e Moretti c’è, però, una certa differenza. Per il primo il corto è il territorio
della sperimentazione: di linguaggi, di temi, di lavoro con gli attori. I suoi corti sono
in apparenza l’uno diverso dall’altro, sono un po’ il momento della “libertà” in una
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PRESENTAZIONEPRESENTAZIONEPRESENTAZIONE
carriera “loseyana”, di autore che lucidamente si sviluppa su se stesso, mai contro
se stesso. Eppure in quasi tutti si ritrovano quel senso del reale essenzializzato, quel
tempo sospeso, quel gusto delle tonalità giuste, quella forma accattivante, “calda”
in “paesaggi” raggelati, che caratterizzano la sua ricerca.
Da parte sua, Moretti, senza averne l’aria, è anche un sottile teorico, del resto viene
dall’esperienza specifica del Sacher Festival che, legato alla sua figura appartata ma
centrale nel cinema italiano e una figura multipla di grande autore/produttore/esercente/distributore e ancor più di spettatore-cinéphile curioso, ha funzionato da fortissimo polo di attrazione e di scoperta di giovani talenti. Moretti (vedi l’intervista
inserita in questo catalogo) a ragione insiste sul rapporto tra linguaggi e forme di
produzione, cosciente delle possibilità altre di filmage e di montaggio insite nel
corto. E, proprio per sfruttare le caratteristiche del genere si “adatta”, anzi sceglie condizioni di ripresa che un giovane regista a fatica accetterebbe. I due corti che presentiamo hanno origini diverse, l’uno nasce da un film, l’altro è di tipo documentario,
entrambi sono il frutto di una curiosità e voglia di cinema che non sorprende in un
autore che ha dato forse il più bel corto di questi anni, In Vespa, “capitolo” di Caro
Diario, ma che come corto era nato e del corto conserva tutta la libertà e il fascino.
Di fatto, oltre tutti i demoni della teoria, ciò che alla fine più conta è il piacere della
visione. E certi film recenti di Clermont, certi “cartoon” irridenti, il Tati sconosciuto
e i film di Clouzot, Marker, Franju, un racconto breve, un geniale fotoromanzo, un
documentario-choc, tre capolavori di prima della coscienza del corto, sono altrettante “occasioni” di cinema come piacere.
Infine, la Giuria. Un festival si qualifica anche per le sue giurie. L’anno scorso la scelta era stata quella di una giuria composta da autori che erano stati i cortisti più prestigiosi e premiati negli anni ’80-90, più un “padre nobile”. Quest’anno saranno
chiamati a scegliere il miglior corto italiano dell’anno i “direttori” storici dei festival
francesi di Clermont-Ferrand, ossia il maggior festival mondiale del settore, di
Annecy che resta il più importante festival di cinema italiano all’estero, “corti” compresi, e di quello raffinato e specialistico di Aubagne. E, per la parte italiana, l’ex
direttore di Torino Giovani che di corti, nei festival e nei media, si è sempre occupato a fondo. Più un cineasta come Umberto Marino che è autore di teatro fra i più
rappresentativi e rappresentati e sceneggiatore, fra l’altro, di buona parte dell’animazione italiana. Anche questo è un segno di “riconoscimento” di un festival che,
per libertà, per costo, vuole avere il tono e l’ambizione di un non-festival. (g.v.)
GIURIAGIURIAGIURIAGIURIAGIURIA
Steve Della Casa (Torino, 1953), voce di Hollywood Party (Rai Radio3) e volto di
La7 (La 25° ora), ha diretto per quattro anni il Torino Film Festival, ha organizzato
retrospettive in Italia e all’estero; ha pubblicato saggi e interviste; ha collaborato con
giornali e riviste.
Roger Gonin (Clermont-Ferrand, 1952), è uno dei fondatori di Sauve qui peur le
Court Métrage, l’associazione che gestisce il Festival de Court-métrage de ClermontFerrand. Membro dell’International Competition Committee, è inoltre responsabile
della gestione del data-base del Festival e del Mercato, del sito web e dell’archivio
digitale del Centro di documentazione.
Umberto Marino (Roma, 1952), diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica di
Roma, autore teatrale di successo, per il cinema ha sceneggiato numerosi suoi testi,
da La stazione a Gemania-Italia 4-3, e i più importanti l.m. di animazione, tra cui La
gabbianella e il gatto. L.M.: Cominciò tutto per caso (1993), Cuore cattivo (1994),
Ultimo banco (1996), Finalmente soli (1997), La fiamma sul ghiaccio (2005).
Pierre Roddeville (Marsiglia, 1960), ha studiato fotografia all’Università della
Provenza. E’ stato regista di teatro e dall’82 all’88, animatore radiofonico, all’epoca
delle radio libere in Francia. Tra l’86 e il ’91 realizza una quindicina di c.m. e documentari, prima di fondare il festival Méridiens, all’inizio dedicato alla «jeune création
vidéo européenne» e dal ’98 allargato ai lunghi. Fondatore anche di una società di
comunicazione e di un giornale d’informazione culturale, dal ’95 fa parte del consiglio comunale di Aubagne, città natale di Marcel Pagnol, ed è assessore alla cultura.
Pierre Todeschini (Amancey, Francia, 1943), protagonista di molte iniziative culturali in Savoia e Rhône-Alpes, programmatore e gestore di sale, dal 1983 è delegato generale dei Rencontres du Cinéma Italien d’Annecy e nello stesso anno fonda
una casa di distribuzione per i film italiani in Francia. Dal 1998 è presidente della
CICAE, l’associazione mondiale dei cinema d’essai riconosciuta dall’Unesco.
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CONVEGNOCONVEGNOCONVEGNO
CONCORSOCONCORSOCONCORSO
SMART!
regia: Leonardo D’Agostini
soggetto e sceneggiatura: Federico Mazzei
fotografia: Valerio Azzali
montaggio: Stefano Tria
musica: Frankie HI NRG, DJ Crash, Clash
interpreti: Michele Almaique, Claudia Zanella
origine: Italia, 2004, mini dv, 9 min.
Da un fatto di cronaca Smart! racconta un’immaginaria giornata di ordinaria follia.
Leonardo D’Agostini (Roma, 1977)., laureato in Storia del Cinema al DAMS di
Roma, ha lavorato come assistente alla regia per il cinema (Nella terra di nessuno;
Princesa), per alcune fiction televisive (Il Maresciallo Rocca 3, Il bello delle donne)
oltre che per spot pubblicitari. Ha girato diverso c.m.: Outsider (2000), Il fiume scorre tranquillo (2001), Domenica (2003), Nero (2003). Smart! è stato presentato a
numerosi festival e ha vinto Arcipelago 2004.
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CONCORSOCONCORSOCONCORSOCONCORSOCONCO
LA CITTA’ DEL SILENZIO
regia e sceneggiatura: Riccardo De Cal
fotografia: Riccardo De Cal, Luciano Zaccaria
montaggio: Luciano Zaccaria, Riccardo De Cal
produzione: Sossfilm srl
origine: Italia, 2004, minidv, col., 12 min.
La città del silenzio è l’ospedale psichiatrico di Treviso, una città all’interno della
città, un luogo in rovina, in fondo già morto: vecchie attrezzature in disuso, muri
scrostati, finestre murate, desolazione imperante. Le parole di un vecchio infermiere, alcuni scritti dei malati, gli oggetti, definiscono l’atmosfera del luogo.
Riccardo De Cal (Asolo, 1973), si è laureato in Architettura a Venezia. Dopo un
decennio dedicato alla fotografia, nel 2003 realizza il suo primo documentario,
L’ultimo fronte, premiato al Festival di Bellaria. La città del silenzio è il suo secondo
documentario.
ORCONCORSOCONCORSOCONCORSO
MIO FRATELLO YANG
regia: Massimiliano & Gianluca De Serio
sceneggiatura: Gianluca e Massimiliano De Serio, Michela Farò
fotografia: Piero Basso
montaggio e montaggio del suono: Stefano Cravero
suono in presa diretta: Mirko Guerra
scenografia: Simona Goitre
costumi: Carola Fenocchio
interpreti: Cai Zhi Jian (Yang), Ya Zhi (Bing / Xiao)
produzione esecutiva: Gianluca De Serio e Associazione Culturale Antiloco
produzione: Gianluca e Massimiliano De Serio
origine: Italia, 2004, 35mm, col., 15 min.
Bing arriva clandestinamente in Italia dalla Cina. Ad attenderla c’è il suo nuovo
“fratello”.
Gianluca e Massimiliano De Serio (Torino, 1978). Massimiliano è laureato in Storia
della Critica d’Arte al DAMS, Gianluca in Storia e Critica del Cinema. Realizzano insieme c.m. e documentari dal 1999, tra cui Dominidò (1999), Il fiore (2000), Poche
cose (2001), Il giorno del santo (2002) e Maria Jesus (2003), nastro d’argento 2004.
Mio fratello Yang è stato presentato a numerosi festival italiani e stranieri.
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CONCORSOCONCORSOCONCORSOCONCORSOCONCO
L’APPRENDISTA
regia e sceneggiatura: Giacomo Gatti
la filastrocca cantata dai bambini è di Aldo Nove
fotografia: Enzo Fumagalli
montaggio: Cesare Oggioni
scenografia e costumi: Claudia Botta; i dipinti della grotta sono di Enrico Sironi
suono: Claudio Morra
musica: Stefano Breseghello e Roberto Marcucci
interpreti: Emanuele Nigro (Mathias), Alessandro Cicala (Mathias bambino),
Battista Bavestrello (il campanaro), Carola Brasioli (la ragazza), Pino Flamigni e
Angela Farci (genitori), Emanuele Zingrillo (uomo della grata)
produzione: Quattroterzi, in associazione con Torrevado
origine: Italia, 2004, 35 mm, col., 18 min.
Di ritorno nel villaggio della sua infanzia, un giovane apprendista campanaro
ricerca i luoghi che lo hanno segnato nel profondo. Accompagnato dal suno delle
campane, porta l’ultimo saluto alla ragazza che ha amato, prima di partire per sfidare la paura dell’ignoto e del buio che aveva da bambino.
Giacomo Gatti (Milano, 1972), fin da giovanissimo realizza cortometraggi su diversi supporti, digitale e pellicola 35mm. Del ’97 è Una di loro, su uno dei temi ricorrenti della sua poetica: l’adolescenza. Del 2000 è La prova e del 2003 Il vuoto, vincitore di Arcipelago, Roma 2003 e di Linea D’ombra - Salerno Film Festival 2004.
L’apprendista è stato presentato al 57° Festival Locarno 2004. Da diversi anni lavora in pubblicita. Cura la regia dei contributi extra dei DVD restaurati di CristaldiFilm.
E’ direttore responsabile di un’emittente radiofonica del milanese.
ORCONCORSOCONCORSOCONCORSO
LA PREPARAZIONE
regia e sceneggiatura: Alessandro Greco
fotografia: Roberto Lucarelli
montaggio: Andrea Briganti
musica e sound designer: Louis Siciliano
scenografia e costumi: Georgia Andreoli
interpreti: Roberto De Paolis, Manfredi Saavedra
organizzatore generale: Piergiorgio Del Pozzo
produzione: Marco Sperduti
origine: Italia, 2004, 35 mm, col., 11 min.
Una grande stanza vuota. Un uomo che si prepara: camicia, giacca, guanti ed
occhiali. Un altro lo fissa. Immobile. Come gli animali, anche gli uomini si annusano. Un monologo delirante, ironico, minaccioso e definitivo. Alla fine resta, come
fosse solo una fantasticheria, una grande stanza vuota.
Alessandro Greco (Roma, 1980), laureando in Lettere e filosofia presso l’Università
“La Sapienza” di Roma, nel 2001 è primo assistente alla regia nel film Il consiglio
d’Egitto di Emidio Greco e nello stesso anno gira il suo primo cortometraggio Se
fosse ieri (video, 7 min.). Nel 2002 realizza SMS-Signs made slowly (video, 5 min.)
e nel 2003 A phone call-part II (video, 5 min.). Ha appena terminato di girare il suo
ultimo c.m. E adesso raccontami di te.
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CONCORSOCONCORSOCONCORSOCONCORSOCONCO
L’INQULINA DELL’ULTIMO PIANO
regia, sceneggiatura e montaggio: Igor Mendolia, Guido Norzi
fotografia: Alessandro Dominici
suono: Vito Martinelli
interpreti: Mauro “Mao” Gurlino (Enrico), Daniela Fazzolari (Giulia), Roberto Malone
(Fred Bombardone), Johnson e Michael Righeira (commessi)
produzione: digiZEN
origine: Italia, 2004, xx, col., 15 min.
Enrico è un ragazzo sui trent’anni. Vive ospite da sua zia, e passa il tempo nella
sua stanza, museo di tutta la sua vita, tra cartoni animati e pin-up. E’ innamorato
della sua vicina di casa, che spia costantemente. Aiutandosi con la videocassetta
di un corso per abbordare le ragazze, proverà buttarsi. Ma spesso la realtà non è
come sembra.
Igor Mendolia (Torino, 1971), montatore cine-televisivo presso varie strutture produttive torinesi, dal 1998 lavora presso la Rai di Torino. Realizza documentari e
video pubblicitari. Nel 2001 fonda la digiZEN, società di produzione e post produzione cinetelevisiva. Nel 2002 realizza il suo primo c.m., Chi non muore si ripete.
Guido Norzi (Torino, 1970), laureato in architettura, dal 1994 collabora con cineasti indipendenti come sceneggiatore. Nel 1998 ha frequentato il corso di sceneggiatura presso la scuola Holden di Torino. Nel 2002 realizza il suo primo c.m., Chi
non muore si ripete.
ORCONCORSOCONCORSOCONCORSO
IL MARE
regia e sceneggiatura: Salvatore Mereu
fotografia: Paolo Bravi
montaggio: Paola Freddi
suono in presa diretta: Alberto Salvatori
musica: Lunka Baby
interpreti: Mauro Frongia, Tonino Fulgheri, Francesco Barracca, Daniele Casula,
Angelo Botti, Sebastiano Lai
produzione: Paolo Piquereddu per Istituto Superiore Regionale Etnografico
origine: Italia, 2004, 35 mm, col., 23 min.
Il lungo viaggio di cinque ragazzini, che vivono nell’entroterra sardo, verso il mare,
per la prima volta nella loro vita. E poi il mare, in un gioco articolato di rapporti, di
scoperte, di sensazioni, di gesti.
Salvatore Mereu (Dogali, Nuoro, 1965), ha studiato cinema al DAMS di Bologna e
poi alla Scuola Nazionale di Cinema a Roma, diplomandosi in regia. Gira il suo
primo c.m., Notte rumena, nel 1996, poi realizza Prima della fucilazione, premiato
con il Sacher d’oro per la miglior interpretazione maschile ed infine nel 1999
Miguel. Debutta nel l.m. nel 2003 con Ballo a tre passi, premiato alla Settimana
della Critica della Mostra di Venezia come miglior opera prima.
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CONCORSOCONCORSOCONCORSOCONCORSOCONCO
LA PICCOLA RUSSIA
regia, soggetto, sceneggiatura: Gianluigi Toccafondo.
montaggio: Massimo Salvucci.
musica, suono: Nakagawa Toshio, Mr Music Watanabe.
interpreti e personaggi: Michele (giovane assassino), Aurelio (babbo coniglio),
Dorina (mamma lunare), Alice (sposa bambina), Chicca (cagnetta ballerina),
Daniela (donna lumaca), Alena (Aliona), Fabio e Gilberto (spose poliziotto).
produzione: Arte France, Fandango, Studio Nino.
origine: Italia, 2004, 35mm, col., 16 min.
Il giovane assassino, il babbo coniglio, la mamma lunare, la cagnetta ballerina, la
donna lumaca, le suore poliziotto… i personaggi e i fatti di questo film sono immaginari; i luoghi esistono e appartengono a quella zona del Centroest dell’Italia, tra
le Marche e la Romagna, l’Appennino e il mare Adriatico, denominata «la piccola
Russia».
Gianluigi Toccafondo (San Marino, 1965) si diploma all’Istituto d’Arte di Urbino nel
1985. Nel 1987 si trasferisce a Milano e collabora con la Mixfilm. Nel 1989 realizza
il suo primo c.m., La coda. Dal 1992 realizza sigle cinematografiche e televisive,
campagne pubblicitarie, ed espone i suoi disegni in Italia, Francia, America e
Giappone. Nel 1993 realizza il c.m. Le criminel, finalista per il Cartoon d’Or nel 1995
e nel 2000 il c.m. Essere morti o essere vivi è la stessa cosa. Collabora con le riviste «Linea d’ombra», «Lo straniero», «Internazionale», «Mano», «Abitare», «Teléma».
ORCONCORSOCONCORSOCONCORSO
LOTTA LIBERA
regia e sceneggiatura: Stefano Viali
fotografia: Massimo Intoppa
montaggio: Lorenzo Ciccinato
scenografia: Luca Servino
costumi: Fiorenza Cipollone
interpreti: Lorenzo Degl’Innocenti, Stefano Viali
produttore: Laura Noia, Vittorio Noia
produzione: Viva Cinematografica, con il contributo del MiBAC
origine: Italia, 2004, 35mm, b/n, 15 min.
Due giovani uomini, un appartamento vuoto, arredato a malapena da un materasso per terra. In un meccanismo narrativo a scatole cinesi, si scopre che i due
sono fratelli, divisi tra i genitori separati. Si danno appuntamento lì, ogni settimana, proprio come fanno due amanti, per fare la lotta come da bambini.
Stefano Viali ha debuttato in teatro come regista e attore nel 1982 con lo spettacolo Omaggio a Petrolini. Nel 1985 è stato uno dei fondatori della Cooperativa
Società per Attori (Teatro della Cometa - Roma) con la quale ha realizzato ed interpretato numerosi spettacoli. Come regista ha diretto diversi spettacoli e dal 2000 è
presidente e direttore artistico della Compagnia Teatrale Integrata “Diverse Abilità”.
Nel 2004, ha girato il suo primo c.m. Lotta Libera, selezionato a Berlino 2005.
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CONCORSOCONCORSOCONCORSOCONCORSO
IL CAMMINO
regia: Edoardo Winspeare
sceneggiatura: Virginia Peluso, Edoardo Winspeare
fotografia: Andrea Facchini
montaggio: Andrea Facchini
suono: Valentino Gianni
interpreti: Gustavo Caputo, Ada Facchini, Celeste Casciaro, Tanja Musio
organizzatore generale: Alessandra Polimeno
produzione: Nils Hartmann, Sky Cinema, (H) Films
origine: Italia, 2005, 35 mm, col., 14 min.
Un avvocato è alla ricerca di un’anziana signora per la stipula di un contratto.
Quando arriva alla sua abitazione non trova l’anziana signora, ma le tre figlie. E
una di esse, la bella Celeste, lo accompagna attraverso il bosco. A volte il cammino è più importante della destinazione...
Edoardo Winspeare (Klagenfurt, Austria, 1965), cresciuto nel Salento, ha studiato
Letteratura Moderna a Firenze e si diplomato alla Scuola di Cinema di Monaco,
dove è stato assistente alla regia, operatore alla macchina, montatore e tecnico del
suono. Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta gira il c.m. Piccola storia
di un W.C. (1989) e diversi documentari, alcuni dei quali dedicati alla Puglia (ad es.
San Paolo e la tarantola). E’ del 1996 l’esordio nel l.m. con Pizzicata, cui seguono
nel 2000 Sangue vivo e nel 2003 Il miracolo, presentato in concorso alla 60°
Mostra del Cinema di Venezia.
EVENTO SPECIALEEVENTO SPECIALE
VIA CRUCIS
regia: Alessandro Tannoya, Christian Jayme
fotografia: Alessandro Tannoya
montaggio: Davide Di Lernia
musica: Motel Connection
scenotecnica: Sergio Barboni
trucco: Rita Fiorentino
interpreti: Nicus Lucà, Motel Connection
organizzatore generale: Alessandra Polimeno
produzione: Alessandro Tannoya
origine: Italia, 2004, Super8, b/n, 7 min.
3 ottobre 2003. Performance dell’artista Nicus Lucà durante un concerto dei Motel
Connection a Milano.
Alessandro Tannoya (Torino, 1965) dall’88 ha realizzato, in collaborazione con
Lucio Lionello, numerosi c.m. di fiction sperimentale, tra cui Dove tutto è (1989),
Via da qui (1993), Una casa poco solida (1996), OGR – Zona gialla (1996). Ha realizzato inoltre videoinstallazioni, tra cui La Mole rovesciata (1997) e Dora svelata
(1998). Christian Jayme (Torino, 1967), laureato in Storia e critica del Cinema
all’Università di Torino, è musicista elettronico e fondatore dei nignignig. Nel 2003
ha realizzato il c.m. Messico S8.
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CLERMONT-FERRANDCLERMONT-FERRANDCLERMON
Il Festival et il Marché du Court-Métrage de Clermont-Ferrand sono organizzati dall’associazione Sauve Qui Peut le Court Métrage, la cui attività si svolge ormai nel
corso dell’intero anno in numerosi settori del cinema e dell’audiovisivo, a livello
locale e a livello nazionale, a livello di promozione artistica e a livello di pubblica
istruzione, in quanto dal 2000 Polo di Educazione all’Immagine, al Cinema,
all’Audiovisivo e al Multimediale.
Il Festival du Court Métrage de Clermont-Ferrand è la più importante manifestazione cinematografica mondiale consacrata al cortometraggio, e dal 2004 il festival è
aperto a tutti i supporti (film e video). Al Marché du Film Court è possibile in pratica visionare la quasi totalità della produzione mondiale.
Nel 2005 le sezioni competitive erano:
Compétition internationale, 77 corti, selezionati tra oltre 3.000 film di un centinaio
di paesi;
Compétition nationale, 59 corti scelti in pratica sulla totalità della produzione francese;
Compétition labo, 39 cortometraggi di 15 paesi.
Il festival però comprendeva anche panorama e retrospettive sulla Norvegia e sulla
Boxe, un programma Cinémalité, due programmi dedicati alla Scuola Sam Spiegel
di Gerusalemme, due programmi dedicati alle Silhouettes...
I dati essenziali relativi alle presenze dell’edizione 2005 sono i seguenti: oltre
130.000 spettatori paganti; 2.835 professionisti accreditatiti, 270 giornalisti. Le
proiezioni si sono svolte in 10 sale per un totale di oltre 400 séances.
Al Festival, che senza dubbio è l’evento più spettacolare, e al marché du film
court, che resta l’elemento indispensabile per unire la riuscita economica al successo di publico, nel 2005 hanno partecipato 318 registi, 304 produttori, 324 rappresentanti di enti, 25 scuole di cinema, 57 rappresentanti di catene televisive, 348
organizzatori di festival…
Senza entrare nel merito delle attività permanenti che il festival svolge in Francia
e all’estero e del ruolo del Centre de documentation aperto a tutti, nei suoi 26
anni di vita il Festival du Court Métrage de Clermont-Ferrand ha mostrato che il
corto può trovare il suo pubblico e i suoi autori.
a cura di Roger Gonin di Sauve Qui Peut le Court Métrage
NT-FERRANDCLERMONT-FERRAND
ALICE ET MOI
regia e sceneggiatura: Micha Wald. fotografia: Jean-Paul de Zaeytijd. montaggio:
Suzanna Rossberg. suono: Olivier Hespel. musica: Jarby Mc Coy. interpreti: Vincent
Lecuyer, Gita Spiegel, Sofia Achaval, Bella Wajnberg, Martha Mora. produzione:
Jacques-Henri Bronckart per Versus Production. origine: Belgio, 2004, 35 mm, 19’.
premi: Premio del pubblico, Clermont-Ferrand 2005
Petit Rail d’or du meilleur court-métrage, Cannes 2004
Simon deve accompagnare la vecchia zia Mala e due sue amiche, Lydia e Colette,
al mare. Durante il viaggio litiga al telefono con la fidanzata Alice. Le tre signore,
dapprima timidamente, poi con prepotenza, interferiscono durante le telefonate. Il
che non migliora la situazione…
filmografia: La Nuit, tous les chats sont gris, 1999, 20’, 35mm / Les Galets, 2002,
10’, 35mm.
ALLERLEIRAUH
regia: Anja Struck. fotografia: Angela Poschet. musica: Goldfrapp. animazione: Anja
Perl. produzione: Ute Dilger per Kunsthochschule für Medien Köln. origine:
Germania, 2004, Betacam digitale, 7’.
premi: Grand Crystal Student Competition Annecy 2004
Una ragazza senza gambe, un capriolo e un uomo con la testa di volpe si muovono in uno scenario di sottile violenza. Adattamento di una favola dei Fratelli Grimm.
filmografia: Enfants du miel, 2001, 6’, 35mm
IL CORTO
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CLERMONT-FERRANDCLERMONT-FERRANDCLERMON
BEZMIEGS (INSONNIA)
regia, sceneggiatura, animazione: Vladimir Lesciov. fotografia: Janis Milberts. musica: Girts Bishs. produzione: Rija Film Studio. origine: Lettonia, 2004, 35 mm, 7’.
premi: Premio per il miglior film d’animazione, Clermont-Ferrand 2005
Diploma per il miglior esordio, Mosca 2004
Arriva di notte, silenziosa come un gatto, e lui la nutre. La sola cosa di cui ha bisogno è un po’ di latte, da qualche parte tra il sogno e la realtà. Il suo nome è
Insonnia.
filmografia: Vecteva medus, 2002, 4’, 35mm / Le miel du grand-père, 2002, 4’,
35mm.
LES COUILLES DE MON CHAT
regia e sceneggiatura: Didier Bénureau. fotografia: Nicolas Massart. suono:
Emmanuel Zouki. musica: Julie Darnal. montaggio: Hélène Deluze. interpreti:
Annick Allane, Pascale Arbillot, Didier Bénureau, Arié Elmaleh, Serge Riaboukine,
Raphaël Personnaz, Thomas Chabrol, Ingrid Heiderscheidt, Philippe Calvario. produzione: Morales Production. origine: Francia, 2004, 35 mm, 22’.
premi: Premio del pubblico, Agde 2004
Preoccupato di dover castrare il proprio gatto, Rémi si documenta sull’eventualità di
una vita sessuale senza testicoli. Il percorso iniziatico di un uomo alla ricerca della
propria identità sessuale. Una commedia sul tema della confusione dei generi..
NT-FERRANDCLERMONT-FERRAND
DANS L’OMBRE
regia e sceneggiatura: Olivier Masset-Depasse. fotografia: Tommaso Fiorilli. montaggio: Damien Keyeux. suono: Laurent Barbey. musica: Nicolas Haas. scenografia:
François Lefebvre. montaggio del suono: Marc Bastien. missaggio: Thomas Gauder.
interpreti: Kris Cuppens, Anne Coesens. produzione: Jacques-Henri Bronckart per
Versus Production, David Thion per Eléna Films. origine: Francia, Svizzera, Belgio,
2004, 35 mm, 29’.
premi: Premio per l’interpretazione femminile, Clermont-Ferrand 2005; Leopardo
d’oro, Locarno 2004
Léone è una ragazza inferma e solitaria che vive nell’ombra. La folle passione che
prova per il suo vicino Andréas la spinge a provocare un incidente allo scopo di
sfruttare il senso di colpa dell’uomo per attirarlo a sé.
filmografia: Kosmos, 1997, 13’, 16mm / Chambre froide, 2000, 27’, 35mm.
LE DROIT CHEMIN
regia e sceneggiatura: Mathias Gokalp. fotografia: Christophe Solesne. montaggio:
Ariane Mellet. musica: Flemming Nordkrog. suono: Gildas Mercier, Frédéric Bures.
interpreti: Dimitri Storoge, Adrienne Pauly. produzione: Antoine Rein e Fabrice
Goldstein per Karé Productions. origine: Francia, 2004, 35 mm, col., 12’.
premi: Menzione speciale della giuria della stampa, Parigi 2004
Premio Sacd, Cannes 2004
Un detenuto venticinquenne racconta la storia della sua vita. Nel raccontare, però,
confonde l’inizio con la fine.
filmografia: Agora, 1990, 12’, 16mm / Chromatiques, 1991, 3’, 35mm / L’Or des
blés, 1994, 9’, 16mm / Un acte d’amour, 1997, 5’, 16mm / Salvatore Nicotra,
1998, 12’, 16mm / Rachid et Martha, 1999, 22’, 16mm / Mi-temps, 2001, 17’,
35mm / Le Tarif de Dieu, 2002, 18’, 35mm.
IL CORTO
CI PIACE
CLERMONT-FERRANDCLERMONT-FERRANDCLERMON
L’ENTREPRISE
regia e sceneggiatura: Philippe Fontana. fotografia: Olivier Banon. suono: Renaud
Michel, Mélissa Petitjean. musica: Thierry Lebbre. montaggio: Lisa Pfeiffer. interpreti: Michel Aymard, Eddy Chiragna, Philippe Sollier, Jean-Marc Lebars, Severine
Debels, Frédéric Aublé, Benjamin Fontana. produzione: Alain Benguigui e Thomas
Verhaeghe per Sombrero Productions. origine: Francia, 2004, 35mm, 21’.
Due dirigenti partecipano ad uno stage finalizzato a sviluppare la loro competitività nell’ambito professionale. Questo training li porterà ad un inaspettato confronto.
filmografia: Le Temps d’une cigarette, 1998, 16’, 35mm / Ça roule pas, 1999, 2’,
35mm / Rencontre à l’Italienne, 2000, 5’, 35mm / Hôtel des Acacias, 2002, 40’,
35mm.
FLATLIFE
regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio e animazione: Jonas Geirnaert. produzione: Jonas Geirnaert per KASK-Koninklijke Academie voor Schone Kunsten. origine: Belgio, 2004, 35 mm, 11’.
premi: Gran premio della giuria, Cannes 2004
Appendere un quadro, costruire un castello di carte, fare il bucato, guardare la
televisione: gesti innocenti e inoffensivi nella vita quotidiana di quattro individui
che, per colmo di sfortuna, sono vicini.
filmografia: All-American Alphabet, 2002, 3’, Beta SP.
NT-FERRANDCLERMONT-FERRAND
L’HOMME SANS T TE
regia, sceneggiatura e fotografia: Juan Solanas. suono: François Groult. musica:
Vincent Artaud. montaggio: Olivier Mauffroy. effetti speciali: François Dumoulin
interpreti: Alain Hocine, Ambre Boukebza. produzione: Aton Soumache per Onyx
Films. origine: Francia, 2003, 35 mm, 15’.
premi: Miglior colonna sonora, Clermont-Ferrand 2004
Una mansarda che si affaccia su un desolato paesaggio industriale. In lontananza, il mare. Passi di danza. Un papillon viene annodato. L’uomo senza testa si sta
preparando. Stasera, dichiarerà il suo amore. Per questo ha deciso di comprarsi
una testa.
LOOP
regia: Emilie Boyard, Charles Blanchard, Vincent Baertsoen, Julien Rancœur. animazione: Emilie Boyard, Julien Rancoeur, Charles Blanchard, Vincent Baertsoen. produzione: Anne Brotor per Supinfocom. origine: Francia, 2004, Betacam digitale, 8’.
Una lumaca ci guida attraverso diversi universi.
IL CORTO
CI PIACE
CLERMONT-FERRANDCLERMONT-FERRANDCLERMON
MUSIC FOR ONE APARTMENT AND SIX DRUMMERS
regia: Ola Simonsson, Johannes Stjärne Nilsson. produzione: Johannes Stjärne
Nilsson per Kostr-Film. origine: Svezia, 2001, 35 mm, 10’.
Sei batteristi partecipano ad un ben pianificato «attacco musicale». Non appena
un’anziana coppia esce dal proprio appartamento i sei musicisti lo occupano e,
con semplici oggetti, improvvisano un concerto in quattro movimenti: Cucina,
Camera da letto, Bagno e Salone.
filmografia: Antikvariat, 1993, 13’, 16mm / Puls, 1994, 14’, 16mm / Bakom
mahognybordet, 1996, 8’, 35mm / Sverige, 2000, 8’, 35mm / Herr Pendel Koffert, 2000, 5’, 35mm / Musique pour un appartement et six batteurs, 2001,
10’, 35mm, / Hotel Rienne, 2002, 27’, 35mm / Du var där med din polare Frank,
2004, 8’, 35mm.
NATAN
regia e montaggio: Jonas Bergergård, Jonas Holmström. sceneggiatura: Jonas
Holmström, Jonas Bergergård. fotografia: Jonas Bergergård. suono: Magnus
Skoglund. musica: Björn Olsson, Nymphet Noodlers. interpreti: Rolf H. Carlsson,
Thomas Christensson, Kerstin Högstrand. produzione: Carina Ekman per Film I
Värmland. origine: Svezia, 2003, 35 mm, 13’.
premi: Gran premio, Clermont-Ferrand 2004
Primo giorno di lavoro per Natan. L’ufficio di collocamento gli ha trovato un posto
al fast food di Viggo. Münir cerca di insegnargli il lavoro, ma Natan è una catastrofe pronto a scatenarsi...
filmografia: Jonas Bergergård: Flytten, 2002, 10’, 35mm / Izidor, 2003. Jonas
Holmström: A Brother Comes for a Visit, 2001 / Izidor, 2003.
NT-FERRANDCLERMONT-FERRAND
OBRAS
regia e sceneggiatura: Hendrick Dusollier. suono e musica: Jean-François Viguie.
animazione: NoBrain. interpreti: Eva Garcia. produzione: Nicolas Schmerkin per
Autour de Minuit Productions. origine: Francia, 2004, 35 mm, 12’.
premi: Premio del pubblico e menzione speciale della giuria, Melbourne2004
Miglior film d’esordio, San Pietroburgo 2004
In un unico piano-sequenza, Obras propone una deambulazione poetica che illustra le modificazioni urbane di Barcellona.
OVERTIME
regia e animazione: Damien Ferrié, Oury Atlan, Thibault Berland. sceneggiatura:
Damien Ferrié, Thibault Berland, Oury Atlan. montaggio: Damien Ferrié, Thibault
Berland, Oury Atlan. musica: Siebelman Orchestra. produzione: Marie-Anne
Fontenier per Supinfocom. origine: Francia, 2004, 35 mm, col., 4’.
Delle piccole bambole di pezza trovano il loro creatore morto nel suo laboratorio.
Incapaci di comprendere l’accaduto, cercano di ritrovare la loro quotidianità accanto al morto.
IL CORTO
CI PIACE
CLERMONT-FERRANDCLERMONT-FERRANDCLERMON
LA PEUR, PETIT CHASSEUR
regia e sceneggiatura: Laurent Achard. fotografia: Laurent Desmet. suono: Philippe
Grivel. montaggio: Martial Salomon. interpreti: Mireille Roussel, Martin Buisson.
produzione: Jerome Larcher per Les Films Hatari. origine: Francia, 2004, 35 mm, 8’.
premi: Grand Prix Clermont-Ferrand 2005
Una giornata di novembre in una casa di campagna. In un angolo del giardino un
bambino, silenzioso, aspetta.
filmografia: Qu’en savent les morts, 1990, 10’, 35mm / Qu’en savent les morts?,
1990, 15’, 35mm / Dimanche ou les fantômes, 1993, 30’, 35mm, Premio speciale
della giuria Clermont-Fd 1994 / Plus tard, 1996, 30’, 35mm / Une odeur de géranium, 1997, 30’, 35mm, Menzione speciale della giuria Clermont-Fd 1998 / Moins
que demain, 1997, 35mm.
RARE EXPORTS INC.
regia: Jalmari Helander. sceneggiatura: Jalmari Helander, Juuso Helander. fotografia: Jean Noel Mustonen. suono: Tuomas Seppänen. musica: Extreme Music. montaggio: Anssi Puisto. interpreti: Tommi Korpela, Tazu Ovaska, Otso Tarkela, Jorma
Tommila. produzione: Harri Aalto per Woodpecker Film Oy. origine: Finlandia, 2003,
Betacam digitale, 8’.
Rare Export Inc.: sono stati i migliori fin dal 1793.
NT-FERRANDCLERMONT-FERRAND
LA RÉVOLUTION DES CRABES
regia, sceneggiatura, montaggio e voce: Arthur de Pins. musica: Gérard Calvi. montaggio: Anssi Puisto. produzione: Jérémy Rochigneux per Metronomic. origine:
Francia, 2004, 35 mm, 4’.
premi: Menzione speciale della giuria, Clermont-Ferrand 2005
Nell’estuario della Gironda, dove tra le rocce macchiate dalle benzine e la sabbia
fangosa abitano le più belle ostriche del mondo, nessuno è consapevole della tragedia che incombe su di noi, noi Pachygrapsus Marmoratus, comunemente conosciuti come “granchi depressi”....
filmografia: L’Eau de rose, 2004, 8’, 35mm
WARD 13
regia, sceneggiatura e animazione: Peter Cornwell. fotografia: Glenn Watson.
suono: Luke Dunn Gielmuda, Glenn Watson. musica: Christopher Gordon. montaggio: Adrian Barac. interpreti: Ren Klyce, Brett Hicks-Maitland. produzione: Trephine
Productions. origine: Australia, 2002, 35 mm, 14’.
Quale prezzo ha la salute? Ben sta per scoprirlo… Nuovamente ricoverato nel
reparto n.13, diviene oggetto di cure mediche non volute… e non ci sono mele che
tengano lontani tutti questi dottori…
IL CORTO
CI PIACE
CLERMONT-FERRANDCLERMONT-FERRAND
WE HAVE DECIDED NOT TO DIE
regia, sceneggiatura e montaggio: Daniel Askill. fotografia: Denson Baker. suono:
Daniel Askill, Sam Dixon. musica: Michael Askill. effetti speciali: Theo Maniatis
interpreti: Daniel Askill, Jordan Askill, Kasia Werstak. produzione: Chris Seeto e Sam
Zalaiskalns per Collider. origine: Australia, 2003, 35 mm, 11’.
premi: Premio del pubblico, Clermont-Ferrand 2004
Tre riti. Tre persone. Tre viaggi nel trascendente d’oggigiorno.
WORKIN’ PROGRESS
regia: Geordie Vandendaele, Benjamin Flinois, Benjamin Fligans, Emmanuel Garcia.
sceneggiatura, fotografia, montaggio e animazione: Benjamin Fligans, Benjamin
Flinois, Gabriel Garcia, Geordie Vandendaele. musica: Glenn Miller. produzione:
Marie-Anne Fontenier per Supinfocom. origine: Francia, 2004, Betacam digitale,
col., 4’.
Un buon operaio non lavora mai da solo. L’unione fa la forza… fino a che la catena
non si spezza! Una commedia musicale urbana, scandita da una musica frenetica.
SILVIO SOLDINISILVIO SOLDINI
E’ stato senza dubbio un grave errore, In Italia, trascurare per tanto tempo il corto,
visto che rispetto al lungo si può ipotizzare lo stesso rapporto che in letteratura esiste tra racconto e romanzo. Permette, cioè, di misurarsi su un’altra “lunghezza”.
Cosa che, nel cinema assai più che in letteratura, ha connotazioni temporali. E’ questa possibilità di lavorare sull’elemento “tempo” ciò che più m’interessa del corto,
anche nel senso di una distanza rispetto ai miei interessi di cineasta e alle mie
aspettative come spettatore. Per un regista, affermato o esordiente che sia, il corto
può diventare un momento di sperimentazione. Personalmente, sia nei corti che
nei documentari “scopro” linguaggi e temi che confluiscono nei lunghi. Ritengo che
Le acrobate (1997) sia stato influenzato da due lavori precedenti: Fate in blu diesis, che era il risultato di un seminario alla Scuola d’arte drammatica di Milano, e
D’estate, uno dei tre Miracoli.
I miei corti sono nati da occasioni diverse, hanno un po’ tutti questo senso.
Drimage, godardiano saggio di scuola girato a New York, è incentrato su un personaggio quasi compiaciuto nel recriminare sulla propria condizione, ma che alla fine
parte: sceglie. E l’idea della partenza, del viaggio, della fuga, o comunque della
ricerca di “altro”, ricorrerà spesso nei miei lunghi. Antonio e Cleo, episodio dentro
a Provvisorio quasi d’amore, è uno studio su un rapporto di coppia, “sviluppato”
successivamente. Così è per il documentario che ho fatto in Svizzera sullo scrittore
ticinese Mascioni. D’altra parte io credo molto nelle “occasioni” come momento di
salutare depistaggio, come spinta a lavorare su altro da quello che da solo non
avresti scelto. In questo senso, quello del corto è un terreno che frequento, un’occasione di stimoli che poi entrano in circolo nel mio lavoro.
Se nel corto esiste forse più libertà, bisogna però evitare l’errore opposto, quello di ritenere che nel lungometraggio non si possa o debba sperimentare. A portarmi a fare del cinema è stata la passione per film che permettono allo spettatore un
tempo di riflessione, che offrono la possibilità di penetrare nel mondo di un autore, di fare esperienza di uno “sguardo”. Un’esperienza fra le cui componenti c’è la
“durata”, e forse solo nel lungometraggio trovo un tempo adatto. Il corto, invece, è
una cosa più appuntita, che per colpire nel segno esige una forte “concentrazione”.
I corti che sono rimasti nella mia memoria di spettatore, sono quelli impostati su
un’idea, su uno-due elementi, e che su quella strada vanno fino in fondo.
Silvio Soldini
IL CORTO
CI PIACE
SILVIO SOLDINISILVIO SOLDINISILVIO SOLDINISILVIO S
DRIMAGE
regia, sceneggiatura e montaggio: Silvio Soldini. fotografia: William Moore. suono
in presa diretta: Lori Peters. interpreti: Michael Sanville, Frances Ketcham, David
Wolpe, Barbara Wilder. produzione: Silvio Soldini. origine: Italia-USA, 1982, 16 mm,
b/n, 20 min. premi: Premio Gaumont, Filmaker 1982 - Gabbiano d’Oro a Anteprima
del Cinema Italiano Indipendente, Bellaria 1983.
New York. Strade, sigarette, metropolitane, parole. Tre incontri di Mike, che sogna
di partire, ma anche si nasconde dietro un proprio “comodo” ruolo.
ANTONIO E CLEO
episodio del film collettivo Provvisorio, quasi d’amore
regia, soggetto e sceneggiatura: Silvio Soldini. fotografia: Luca Bigazzi. montaggio:
Claudio Cormio. suono in presa diretta: Roberto Mozzarelli. musica: “Suites per violoncello solo” di J. S. Bach. scenografia e costumi: Simona Bander, Elisabetta
Gabbioneta. trucco: Esmé Sciarono. aiuto regia: Giorgio Garini. interpreti: Andrea
Novicov (Antonio), Carla Chiarelli (Cleo). voce narrante: Isabella Cagnardi. direttore di produzione: Marina Giardina. produzione esecutiva: Daniele Maggioni,
Donatello Alunni Pierucci. produzione: Indigena. origine: Italia, 1988, 16 mm, col.,
20 min.
Cleo e Antonio si sono conosciuti per caso nella sala d’aspetto di un dentista,
hanno passato una notte insieme, poi si sono persi di vista. Ma un giorno Cleo
torna a cercare Antonio: lei non si nasconde di fronte alla propria passione, ma lui,
al contrario, vorrebbe tenere tutto sotto controllo. Con la “complicità” di uno spazzolino da denti, la crisi non tarda a venire. Un nuovo distacco, che sarà definitivo.
SOLDINISILVIO SOLDINISILVIO SOLDINI
FEMMINE, FOLLE E POLVERE D’ARCHIVIO
regia ed ideazione: Silvio Soldini. montaggio: Giorgio Garini. edizione: Gabriella
Brunamonti, Maurizio Orsola. consulente d’archivio: Assunta Gallotta. missaggio:
Matteo Torbidone. produzione esecutiva: Daniele Maggioni per Monogatari. produzione e distribuzione: Istituto Luce. origine: Italia, 1992, 7 min.
“Su e giù nel tempo, tra cori, canzoni, brandelli di dialoghi, donne e bambini sono
interpreti inconsapevoli di un breve film balletto a loro dedicato, che cerca, tra le
pieghe della storia, di parlare dei bordi. (…) Una breve ricognizione sui volti, sui
gesti, sugli sguardi di chi sta di fianco agli eventi e con leggerezza ne sostiene il
peso quotidiano, preferendo al protagonismo un piccolo gesto di ingenua felicità:
un lieve sorriso verso la macchina da presa”. (S. Soldini)
D’ESTATE
episodio del film collettivo Miracoli, storie per corti - altri due episodi: Dov’è
Yankel? di Paolo Rosa e Antonio Mastronunzio, pittore sannita di Mario Martone
regia: Silvio Soldini. soggetto e sceneggiatura: Silvio Soldini, Andrea Novicov. fotografia: Luca Bigazzi. montaggio: Claudio Cormio. suono in presa diretta: Roberto
Mozzarelli. musica: Giovanni Venosta. scenografia: Mario Rossetti. costumi: Grazia
Colombini. trucco: Esmé Sciarono. aiuto regia: Giorgio Garini. fotografo di scena:
Philippe Antonello. interpreti: Sonia Bergamasco (Chiara), Edmondo Sannazzaro
(Italo), Sergi Leone (collega), Nicoletta Maragno (cameriera), Michele De Marchi
(libraio). produzione esecutiva: Daniele Maggioni per Monogatari. produzione:
Istituto Luce e Lumière s.r.l. origine: Italia, 1994, 35 mm, col., 15 min.
Milano, d’estate: Chiara, una giovane impiegata, occupa una parte del suo tempo
libero recandosi presso un anziano signore a cui legge romanzi. A partire da un
giorno qualsiasi, Chiara si accorge di coincidenze misteriose tra i contenuti delle
sue letture e il mondo reale: le si sta forse preparando l’incontro più importante?
IL CORTO
CI PIACE
SILVIO SOLDINISILVIO SOLDINISILVIO SOLDINI
LETTERE DALLA SVIZZERA DI GRYTZKO MASCIONI
regia: Silvio Soldini. fotografia: Nicola Genni. montaggio: Giorgio Garini. suono in
presa diretta: Franco Rivabella. mix audio: Paolo Logli. produzione: Pic Film sa, TSI
- Televisione Svizzera Italiana. origine: Svizzera, 1997, Betacam, col., 17 min.
Ritratto dello scrittore svizzero Grytzko Mascioni.
NANNI MORETTICORTISTA
Tu sei autore del più straordinario corto girato in Italia, anche se sta dentro un film,
Caro Diario e tu lo definisci come un “capitolo” di quel film. Si tratta di In Vespa,
un “corto” di straordinaria libertà di visione nel senso più pieno ma “leggero” del
termine. Quel tuo andare in Vespa e fare commenti, questo vagabondaggio per la
città che è un attraversamento di luoghi e realtà di oggi, va a finire in uno dei posti
più “significativi”, ma non simbolici, di questi anni, cioè il posto dove è stato ucciso
Pasolini. Come nasce un film così?
Nasce in questo modo. Stavo preparando un film di cui, senza confessarmelo, forse
non ero veramente convinto. Era ferragosto, ed ero a Roma. E non mi sarebbe
venuta in mente quest’idea se non avessi avuto il cinema Sacher, per questo dico
che le mie varie attività sono un po’ concatenate tra loro. Pensai di fare un cortometraggio su di me che giro in Vespa per Roma, da proiettare solo al Sacher prima
di un film che avevo già scelto per settembre-ottobre, In the soup di Rockwell.
Comincio così a girare questo corto. In una situazione per me ideale, cioè con una
troupe minuscola. Qualche passeggiata in Vespa, qualche dialogo… Quando c’era
un dialogo c’era un fonico, se no c’ero io in Vespa e dietro, sulla jeep guidata da
Barbagallo, c’erano Beppe Lanci e un assistente operatore, e basta. Vado in proiezione. E mi dico: ma io voglio fare un film tutto così; voglio questa leggerezza, se
non l’irresponsabilità di quando facevo il Super8. Allora ho lasciato perdere il progetto che stavo coltivando da un po’ di tempo e mi sono messo a scrivere altri episodi che io chiamavo più nobilmente “capitoli”.
E’ sempre interessante capire quanto uno ne è cosciente…
Vera coscienza non c’è mai. Ti dicevo che sono andato in proiezione e mi sono
detto: “Io voglio tenermi questa libertà…” nel senso che lì mi sembra che passino
delle cose che non mi sarebbero mai venute in mente se avessi scritto una sceneggiatura. Un giorno, ad esempio, convoco Carlo Mazzacurati, ignaro di tutto, e gli faccio fare la parte del critico cinematografico a cui leggo le “sue” recensioni – sono
tutte di “Il manifesto”, anche se non sono tutte della stessa persona - e lui è disperato… Ecco, quella cosa lì non mi sarebbe mai venuta in mente di scriverla per un
film normale, né probabilmente avrei chiamato Carlo che lì è straordinario. Cioè, ho
chiamato un amico, Mazzacurati, e abbiamo girato in una stanza della Sacher, c’era
Beppe Lanci, un fonico e c’era un elettricista di Lanci che metteva delle lampade
che volevo si vedesse che erano finte, glicerina… Basta, eravamo noi. C’era veramente la leggerezza di un cortometraggio che probabilmente sarebbe andato solo
in una sala, la mia, a Roma. E la stessa leggerezza c’è nel montaggio, perché si
passa con un taglio netto, improvvisamente, da questo momento che si può chiamare grottesco, goliardico o divertito, a me che, conservativo come sono, vedo le
prime pagine del novembre ’75, del giorno in cui è stato ammazzato Pasolini, e
IL CORTO
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NANNI MORETTICORTISTANANNIMORETTICORTISTAM
subito io in Vespa che vado all’Idroscalo, vicino a Ostia. Come scrittura, come regia,
e anche come montaggio, sono due stili diversi. Se avessi pensato a un film tradizionale, avrei detto: “Non si possono montare due pezzi così diversi”. Invece, in
quell’episodio queste cose passano. La passeggiata in Vespa ripercorre una mia
passeggiata in macchina - fino a Ostia non ci vado in Vespa - che feci veramente in
quegli anni passando e ripassando davanti al posto in cui fu ammazzato Pasolini
senza rendermi conto...
Se In Vespa nasce come corto e diventa parte di un film, Il grido d’angoscia dell’uccello predatore invece è un corto che nasce da un lungometraggio, Aprile…
Siccome Aprile è il mio film più breve, molti pensano che, come dire, non avessi
un gran materiale.. In realtà è un film breve, perché in moviola io vado molto deciso. Mi fa piacere quando, dal secondo montaggio in poi, cominciano a cadere scene
che sono costate più scritture, che sono costate fatica durante le riprese, che sono
costate litigate, che sono costate soldi. Non per autolesionismo, ma perché capisco
che il film sta andando verso la sua forma definitiva. In realtà, con alcune delle
scene tagliate da Aprile, nemmeno tutte, ho fatto poi un cortometraggio di 7 minuti, in cui c’è uno straordinario Mazzacurati che fa il matto e fa delle urla per spaventare degli stormi di uccelli, di qui appunto il titolo.
Tu hai girato anche dei documentari..
Io ho fatto due documentari, La cosa e pochi anni fa The last customer, che è un
film su una farmacia a New York che veniva distrutta. C’è una realtà verso cui io
sono curioso e che voglio raccontare per me e, raccontandola, spero di raccontarla
agli altri.
Oltre ai corti, ai documentari, ai frammenti noti, ne hai girati altri?
In quegli stessi anni, adesso non ricordo se era il ’90 o il ‘91, un giorno presi una
16mm e girai un cortometraggio su un treno. Venne orrendo! Lo montai e non l’ho
fatto mai vedere, L’idea era divertente, poi la realizzazione… Erano sei personaggi.
Un giorno abbiamo preso un vagone che faceva Roma-Firenze. Nel ’90, vent’anni
dopo la stagione dei gruppi extra-parlamentari, i sei personaggi si ritrovano in uno
scompartimento, ognuno con il giornalino del suo gruppo che io ho tenuto gelosamente negli anni, e cominciano a litigare. Come se si fossero lasciati non vent’anni
prima ma venti giorni prima. C’erano Paolo Hendel per un gruppo luxemburghiano, Piera Detassis per l’autonomia, io per un gruppo trozkista-liberta-rio, Domenico
Starnone per il manifesto, Mario Garriba, un mio amico che fece un film e poi invece è insegnante di cinema, per Lotta Continua e Paolo Zaccagnini, un mio amico
giornalista, come anarchico. In quel caso, l’assenza anche di un minimo canovaccio
ha creato una cosa un po’ troppo sfasciata…
(da un’intervista di Gianni Volpi a Nanni Moretti, febbraio 2004)
ORETTINANNI MORETTICORTISTA
IL GRIDO D’ANGOSCIA DELL’UCCELLO PREDATORE - 20 TAGLI D’APRILE
regia e sceneggiatura: Nanni Moretti. fotografia: Giuseppe Lanci. montaggio:
Angelo Nicolini. scenografia: Marta Maffucci. interpreti: Nanni Moretti, Agata
Apicella Moretti, Silvia Nono, Silvio Orlando, Carlo Mazzacurati, Mario Schiano. produzione: Nanni Moretti e Angelo Babagallo per la Sacher Film. origine: Italia, 2003,
col., 35mm, 27 min. proiezione speciale al 56mo Festival di Cannes (2003)
Venti scene girate per il film “Aprile” ma non inserite nel montaggio finale. Come
nel film, anche qui si alternano momenti di vita privata a momenti di vita pubblica di Nanni Moretti. Il racconto si sviluppa nell’arco di due anni: dal 1994, con la
vittoria elettorale di Silvio Berlusconi, fino al 1996, anno dell’unica vittoria, nel
secolo scorso, della sinistra italiana.
THE LAST CUSTOMER (L’ultima cliente)
regia: Nanni Moretti. fotografia: Elia Lyssy. montaggio: Clelio Benevento. mixage:
Paolo Segat. produzione: Gina Gardini, Angelo Babagallo e Nanni Moretti per la
Sacher Film. origine: Italia, 2003, col., Beta digitale, 23 min. proiezione speciale al
56mo Festival di Cannes (2003)
Protagonista una farmacia newyorkese e i sentimenti della famiglia che l’ha gestita con passione per due generazioni. L’ultimo giorno di attività (gennaio 2002), il
commosso saluto dei clienti, lo svuotamento del locale e, due mesi dopo, la distruzione dell’edificio per far posto alla costruzione di un grattacielo.
IL CORTO
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4 COURTS (AUTOUR) DE JACQUES TATIJACQUES TATI4
Jacques Tati (abbreviazione di Tatischeff) era nato nel 1908, nonno russo, esule a
Parigi dove era addetto di ambasciata ai tempi dello zar. Il giovane Jacques, prima
che un grande mimo, si rivela presto una grande sportivo, boxeur, tennista, cavallerizzo, e soprattutto rugbysta che arriva a giocare in serie A, nel Racing Club de France.
Un mondo che resta una delle sue principali fonti d’ispirazione, quando passa al
music hall di cui diventa, in Francia, uno dei principali protagonisti. Nel ’36 la famosa scrittrice Colette gli dedica una recensione entusiastica, parla di stupefacenti spettacoli “d’arte e d’acrobazia, tra danza, sport, satira e quadro vivente”: la sua “forza di
suggestione è quella dei grandi artisti. Ha inventato di essere insieme il giocatore, la
palla e la racchetta; il pallone e il portiere; il pugilatore e il suo avversario; la bicicletta e il ciclista. A mani vuote, egli crea l’accessorio e il partner. In Jacques Tati, cavallo e cavaliere, tutta Parigi vede vivere la creatura favolosa, il centauro”.
Sono degli anni Trenta anche le sue prime prove di avvicinamento al cinema che
si muovono controcorrente in un cinema francese dominato dalla parola dei
Pagnol, Sacha Guitry, e da una comicità tutta verbale. Sono prove di scrittura, prove
di personaggi, e solo “prove” restano, anche quella più lunga di Gai dimanche in
cui agisce in combutta con il clown Rhum. Prodotti con l’aiuto del proprietario del
“Gerny’s”, il cabaret parigino cui era legato dal’31, questi corti tentano la strada
delle imitazioni satiriche che in fondo ripetono quelle che porta in giro per la
Francia e anche all’estero (Italia compresa: nel ’38 si esibì ai casinò di Sanremo e
Campione). La sola, vera eccezione è rappresentata da Soigne ton gauche in cui è
diretto da un vero regista, René Clement. L’arte della boxe si “riflette” nella sua arte
della pantomima. Il suo garzone è già una figura cui Claude Beylie può dare una
collocazione nobile: “Se Langdon è il poeta, Keaton il solitario che si aggrappa
disperatamente alla vita, Charlot il clown, il povero cristo che si carica sulle spalle
magre i mali della terra, Tati è soprattutto lo sportivo, campione di tutte le categorie, uno sportivo galante e dolce”.
Verso la fine della guerra, Tati si trasferisce a Saint Sévère, appena in zona libera. E in quel sonnolento paesino costruisce e ambienta il suo film d’esordio, Jour
de fête, di cui L’école des facteurs è un po’ la prova generale. E’ alla nascita del
genio del “burlesque” che noi assistiamo. Tati pone le basi della sua comicità di
“osservazione” che investe i piccoli eventi di una Francia profonda, di cui la figura
del postino stralunato è l’emblema. Un riso dolce e crudele che è questione di
“punto di vista”.
Questi quattro film propongono quattro sguardi su Jacques Tati e di Tati su se
stesso. Cours du soir è del ’67, ai tempi di Playtime, e più che un tetro corso di
scuola serale è un lunga “ricreazione” in cui Jacques Tati si diletta a ritornare sul proprio passato, dal music-hall à Hulot. Quanto a Forza Bastia 78, è una nuova e sperimentale immersione nello sport. E, se le riprese sonore con microfoni addosso ai
giocatori, trovarono un grave ostacolo nella pioggia, il film conferma ciò che un
bambino scrisse in una lettera a Tati e che il grande regista-attore amava raccontare: “La cosa più bella è che alla fine del film, quando mi sono ritrovato in strada,
il film continuava”.
4 COURTS (AUTOUR) DE JACQUES TATI
SOIGNE TON GAUCHE
regia: René Clément. sceneggiatura: Jacques Tati, Jean-Marie Huard. interpreti: Max
Martel, Jacques Tati. produzione: Cady films. origine: Francia, 1936, 13 min.
Un garçon de ferme assiste aux séances d’entraînement d’un boxeur et finit par se
retrouver sur le ring dans un combat aux multiples rebondissements.
L’ÉCOLE DES FACTEURS
regia: Jacques Tati. sceneggiatura: Jacques Tati. interpreti: Jacques Tati, Paul
Demange. produzione: Cady films. origine: Francia, 1947, 15 min.
Afin de réduire le temps de sa tournée, un facteur invente pour chaque destinataire une façon de remettre le courrier.
IL CORTO
CI PIACE
4 COURTS (AUTOUR) DE TATIJACQUES TATI
COURS DU SOIR
regia: Nicolas Ribowski. sceneggiatura: Jacques Tati. interpreti: Jacques Tati. produzione: Specta films. origine: Francia, 1967, 27 min.
Dans les décors de Playtime, Jacques Tati essaie d’apprendre quelques rudiments
de son art à des élèves gauches et zélés.
FORZA BASTIA 78 OU L’ÎLE EN F TE
regia: Jacques Tati e Sophie Tatischeff. sceneggiatura: Jacques Tati. produzione:
Specta films. origine: Francia, 1978, 26 min.
Bastia, avril 1978. Pour la première fois, une équipe corse parvient en finale d’une
coupe d’Europe. A la demande du président du club bastiais, Jacques Tati vient filmer l’événement qui va bien au-delà d’une partie de football.
I CLASSICI I CLASSICI I CLASSICI
Forse la coscienza teorica del corto come genere autonomo, come “racconto” cinematografico, è un fatto recente, risale agli anni Ottanta, o al più alle Nouvelles
Vagues. Ma la storia del cinema è disseminata di autentici capolavori, di “classici”
dell’arte di raccontare storie, cioè destinati a parlarci ancora a lungo. Questa sezione inizia appunto una perlustrazione in questo ricchissimo territorio.
RETOUR À LA VIE
II° episodio del film collettivo Retour de Jean – gli altri episodi sono diretti da Jean
Dreville, Georges Lampin e André Cayatte. Cluzot è anche il supervisore di tutto il
film.
regia: Henri-Georges Clouzot. sceneggiatura e dialoghi: Charles Spaak, H.G.
Clouzot, Jean Ferry. fotografia: Nicolas Hayer, Louis Page, R. Weiss. musica: Paul
Misraki. scenografia: Emile Alex, Max Douy. interpreti: Louis Jouvet (Jean), Leo
Lapara (Bernard), Jodest (il tedesco), Brochard (Verboutte), Monette Dinay
(Juliette), Noël Roquevert (il Comandante). produzione: Jacques Roitfeld e Films
Marceau. origine: Francia, 1949, 35mm, b/n, xx min.
«Le retour de Jean è un mediometraggio in cui Clouzot si abbandona a un’affascinante riflessione sul male. Jouvet, in uno dei suoi più grandi ruoli, vi incarna un prigioniero di guerra di ritorno dai lager, che vive in una pensione familiare. Egli è spinto a nascondere un militare tedesco colpevole di torture. Non per evitargli il castigo, ma per meglio conoscere, interrogandolo, il meccanismo psichico che fa sì che
un buon padre di famiglia, un uomo come noi, abbia potuto “per quattro anni torturare tutti i giorni come se andasse in ufficio”. E’ questo problema straordinariamente moderno, quasi ignorato dal cinema dell’epoca, che esplora a caldo questo
capolavoro di Clouzot». (Michel Ciment)
Henri-Georges Clouzot (Niort 1907- Parigi 1997) è uno dei maestri del cinema
francese anni ’40-50, autore di capolavori come Il corvo (1943) e Legittima difesa
(1947), ma anche di tanti altri film notevoli, da Manon (1949) a Vite vendute
(1952), da I diabolici (1953) a Le mystère Picasso (1956).
IL CORTO
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I CLASSICI I CLASSICI I CLASSICII CLASSICII CLASSICI
LA JETÉE
regia: Chris Marker. sceneggiatura e dialoghi: Chris Marker. fotografia: Jean
Chiabaut, Chris Marker. montaggio: Jean Ravel. suono: Antoine Bonfanti. musica:
Trevor Duncan. interpreti: Hélène Chatelain (la donna), Davos Hanich (l’uomo),
Jacques Ledoux (lo scienziato), André Heinrich, Jacques Branchu, Pierre Joffroy,
Étienne Becker, Philbert von Lifchitz, Ligia Branice, Janine Klein, William Klein,
Germano Faccetti. narratore: Jean Négroni. produzione: Anatole Dauman. origine:
Francia, 1962, 35mm, b/n, 28 min.
«In questo affascinante esempio di fantascienza a foto fisse, Marker si spinge su terreni assai vicini a quelli del suo antico compagno di documentari Resnais, riflessione sul tempo, viaggio nel tempo che è anche interrogazione critica sulla scienza e
sul futuro umano. Un 2000 atomizzato: in una Parigi distrutta dopo la terza guerra
mondiale, un “vinto”, un pilota prigioniero in misteriosi sotterranei, forse i soli luoghi in cui si è rifugiata la vita, è usato da torturatori che parlano tedesco e dai loro
scienziati per un ritorno indietro nel passato, e nel passato trova l’amore ma anche
la morte. Questo gioiello di ‘fotoromanzo’ gioca su un registro stilistico raffinatissimo, l’ellissi come forma totale. Su immagini ferme oltre ogni illusione naturale, di
un bianco e nero a forti contrasti, s’innesta un “testo” di commento fuori campo da
narratore ad alta tenuta letteraria e di musica spesso attinta alla liturgia russa, a
comporre un peculiare clima a mezzo tra fascinazione e orrore». (Gianni Volpi)
Chris Marker (Neuilly sur Seine 1921, vero nome: Christian-François BoucheVilleneuve) è una delle grandi personalità del cinema europeo più sperimentali
sul piano dei linguaggi, come mostrano Le joli mai (1961), Loin du Vietnam
(1967), Le fond de l’air est rouge (1977) e tanti altri film e documentari di alta
tenuta intellettuale.
I CLASSICI I CLASSICI I CLASSICI
LE SANG DES BÊTES
regia e sceneggiatura: Georges Franju. fotografia: Marcel Fradetal. musica: Joseph
Kosma. canzoni: Charles Trenet, “La mer”. montaggio: André Joseph. commento:
Jean Painlevé. voce: Nicole Ladmiral, Georges Hubert. aiuto regia: André Joseph.
produzione: Forces et Voix de France (Paul Legros). origine: Francia, 1948, 35mm,
b/n, 24 min.
«Ammirevole è il documentario sui mattatoi che Franju ci presenta. Non v’è inquadratura che non commuova, quasi senza motivo, per la sola bellezza dello stile, di
grande scrittura visuale. Certo il film è scabroso. Senza dubbio verrà accusato di
sadismo. Ci mostra il sacrificio degli animali innocenti. Talvolta sfiora la tragedia con
terribili sorprese di gesti e atteggiamenti di fronte ai quali ci sospinge brutalmente.
Il cavallo colpito in fronte che s’inginocchia, già morto. I riflessi dei vitelli decapitati che si agitano. I lenzuoli nell’obitorio delle bestie, che sono la loro stessa pelle.
In breve, un mondo nobile e ignobile che rotola la sua ultima onda di sangue. Dei
cineasti coraggiosi ci provano che il cinematografo è lo strumento del realismo e
del lirismo, tutto dipende dall’angolazione da cui si osservano gli spettacoli della
vita». (Jean Cocteau)
Georges Franju (Fougères 1912–Parigi 1987) fonda nel ’36 con Langlois la
Cinémathèque Française. Realizza memorabili “documentari”, tra cui Hôtel des
Invalides (1951). Tra i suoi l.m a soggetto spicca Il delitto di Thérèse
Desqueyroux (1962). Truffaut lo riteneva una sorta di Celine di sinistra, e lo associava a Buñuel e Vigo in una triade di surrealisti anarchicheggianti.
IL CORTO
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programma a cura di Emiliano Fasano e Chiara Magri , ASIFA Italia
In ogni seria o semiseria ricerca tra i cortometraggi animati si scopre ben presto la
vena dissacrante e corrosiva del cartoon. L’irriverenza scorre nel cartoon americano,
dalle origini agli short della Warner e della MGM, dai Simpsons all’apoteosi della
volgarità di South Park.
Fustigatori dei costumi e del perbenismo, i cartoons denudano il re (Disney, il cinema classico, la middle class), strappano il libro delle favole dalle ginocchia della
nonna perché finalmente racconti le sue avventure piccanti, ribaltando ogni elemento paternalistico. Nella completa anarchia di Bugs Bunny & C. si dissolve ogni
rispetto del potere e della credibilità del mondo.
L’animazione italiana non si può paragonare a quella americana né per tematiche
né per inclinazioni, né tantomeno per produzione. Il cartoon italiano – fatto soprattutto di cortometraggio d’autore - non riprende modelli ma esprime il gusto e la
poetica di artisti indipendenti che spesso, anche quando praticano lo sberleffo, lo
fanno parlando di se stessi.
L’irriverenza del Pulcinella di Gianini e Luzzati è quella candida e pacifica di un
sognatore, la violenza di Manuli si scarica sulle sue stesse creature e sulle frustrazioni di un animatore non disneyano.
In rassegna la linea impertinente di Osvaldo Cavandoli, le parodie goliardiche di
Joshua Held e Vincenzo Gioanola, la grafomania pornografa di Ursula Ferrara, i
ritratti di Mario Verger fra satira e agiografia, le malinconiche sfortune di Mauro
Borgarello, il non-sense, il trash, il grottesco e la crescente irriverenza – complice
internet – dei giovani autori indipendenti.
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SOLO UN BACIO
di Guido Manuli
1981, 5 min. 30 sec.
Un disegnatore si innamora perdutamente di un disegno e cerca di possederlo.
ISTRUZIONI PER L’USO
di Guido Manuli
1989, 3 min.
Abbiamo perso le istruzioni per l’uso del nostro sedere.
LOADING
di Guido Manuli
2004, 8 min.
A volte l’attesa davanti ad un computer può diventare snervante.
Guido Manuli è uno dei più impertinenti autori dell’animazione italiana. Ha al suo
attivo una serie di cortometraggi che gli sono valsi un paragone con Tex Avery. Ha
realizzato spot, sigle, videoclip, serie tv e lungometraggi (Aida degli alberi). I suoi
c.m. sono ora nuovamente fruibili grazie al prezioso restauro realizzato dalla
Cineteca Italiana di Milano. In rassegna la sua ultima invenzione e due classici della
sua produzione.
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9 SECONDI E 1/2
di Vincenzo Gioanola
1986, 30 sec.
9 secondi e 1/2 per prendersi gioco del famoso film e del sesso.
Vincenzo Gioanola è autore d’animazione, illustratore e musicista. Realizza c.m.,
spot, videoclip, sigle. All’attività professionale affianca la docenza al Dipartimento di
Animazione del Centro Sperimentale di Cinematografia. Ha realizzato numerosi
c.m. d’animazione con la tecnica particolarissima del disegno e incisione diretta
sulla pellicola, con interesse verso lo stretto rapporto tra immagine e suono.
MUTANDINAFINA
di Donato Sansone
2003, 1min.
Cortissimo tra insolenza e spregiudicatezza.
MILKNATALE
di Donato Sansone
2003, 30 sec.
Cartolina natalizia ad uso limitato.
Donato Sansone, diplomato presso il Centro Sperimentale di Cinematografia – Dip.
Animazione, è autore di sigle e animazioni dal sapore estremo e dissacrante. Nel
2004 il suo Love cube è stato selezionato in concorso al Festival Internazionale del
Film d’Animazione di Annecy e il Bellariafilmfestival gli ha dedicato una personale.
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ODD
di Susanna Ceccherini e Marco Marchetti
2004, 8 min. 26 sec.
In una notte tempestosa, attirato da un irresistibile profumo di carote, il coniglio
Odd si insinua in una casa assai sinistra. Vi troverà l’amore per una coniglia molto
sexy, ma dovrà fare i conti con lo psicotico padrone di casa e con un destino beffardo. L’idea di Odd nasce per ricreare lo stile e le atmosfere del cinema noir ma
rimanda anche alla fiaba e all’irriverenza del cartoon americano. Film di Diploma
del Dipartimento di Animazione del Centro Sperimentale di Cinematografia.
Susanna Ceccherini, nata a Lucca nel 1975, si è laureata in Storia e Critica del
Cinema a Pisa nel 2000 e diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia nel
2004. Marco Marchetti, già diplomato all’Istituto d’Arte di Modena, si è specializzato in animazione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Nel 2002 ha
vinto con Utopia il premio come miglior film italiano al festival Maremetraggio
(Trieste, 2002) e il concorso nazionale Cortopotere (Bergamo, 2003).
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EROSLINEA
di Osvaldo Cavandoli
1986, 6 min.
Il celebre personaggio di Cavandoli – disegnato e mosso da una sola linea continua – scopre finalmente la sessualità. Lo fa osservando, turbato e compiaciuto, la
vita sessuale del mondo animale.
Osvaldo Cavandoli è uno dei più amati autori d’animazione italiani. Animatore fin
dagli anni Cinquanta nel settore pubblicitario, ha dato vita al personaggio della
Linea, nato per una campagna pubblicitaria negli Anni Sessanta, e noto in tutto il
mondo per la sua unica, burbera e grottesca comicità.
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PORNOCCHIO
di Joshua Held e Andrea Zingoni
2002, Macromedia Flash, 2 min.
Cartoon concepito come parodia web, greve ma non grave, del Pinocchio di
Roberto Benigni.
Joshua Held e Andrea Zingoni sono gli autori del famoso pollo Gino, pennuto interprete di irrispettose caricature sul web.
PILLOLE D’AMORE
di Joshua Held
2003, Macromedia Flash, 3 min.
Tre microcartoon: una coppia sensa senso, una coppia senza sesso, un individuo
senza scopo.
Joshua Held, fiorentino classe 1967, è disegnatore, cartoonist, grafico pubblicitario
e web. Dall’inizio del 2001, con Andrea Zingoni, disegna ed anima il personaggio
di Gino il pollo, interprete di irriverenti parodie musicali.
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SENSI
di Valentina Ventimiglia, Alessia Cordini, Gabriele Barrocu, Valeria Ghignone,
Giovanna Ferrari, Francesco Riginelli
2005, 5 min.
Animazione classica in sei stili per cinque sensi (più uno). Corto animato realizzato dagli studenti del Dipartimento di Animazione del Centro Sperimentale di
Cinematografia su soggetto e docenza di Mario Addis e selezionato in concorso al
prossimo Festival International du Film d’Animation d’Annecy.
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BACI TRA BATRACI
di Claudia Pignato, Cristiana Giuriato, Silvia Fiengo
1997, 3 min.
Come è noto, il principe azzurro arriva talvolta sotto false sembianze di ranocchio.
Tre episodi intorno a uno stagno illustrano delusioni e gioie dell’amore.
Claudia Pignato, Cristina Giurato e Silvia Fiengo diplomate al Centro di
Formazione Professionale in Tecniche Cinematografiche di Milano, si occupano di
cinema d’animazione sotto aspetti diversi ma complementari: disegno, computer
grafica e storia del cinema.
LUCIDI FOLLI
di Ursula Ferrara
1982, 2 min.
In libera associazione di idee si susseguono circa milleduecento disegni. Passando
da uno stile all’altro, dall’arte al fumentto, l’autrice ci mostra un divertito catalogo
tra l’erotico e il pornografico sfogliato al ritmo di Le Pornographe di Georges
Brassens.
Ursula Ferrara è animatrice e illustratrice. La sua produzione è assolutamente indipendente e autonoma da ogni scuola. Si diploma all’Istituto d’Arte a Firenze nel
1982 e due anni dopo disegna il suo primo corto animato, Lucidi folli cui seguono
Congiuntivo futuro, Amore asimmetrico, Nastro d’Argento nel 1991, e Come persone, tutti disegnati in bianco e nero. Dal 1997 usa il colore di una pittura ad olio dai
colori smaglianti con il quale realizza Quasi niente, Cinque stanze e La partita, premiato al Torino Film Festival 2002.
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I REMEMBER MOANA
di Mario Verger
1994, 6 min.
Prodotto da Raitre, presentato in occasione della mostra al Palazzo delle
Esposizioni a Roma, I Remember Moana è un omaggio alla scomparsa della diva
dell’hard Moana Pozzi realizzato dipingendo direttamente la pellicola.
FOREVER AMBRA
di Mario Verger
1994, 7 min.
L’incontro di Marco Giusti e Enrico Ghezzi con un giovanissimo Mario Verger dà vita
a questo cortometraggio ispirato alle performance della diva-bambina Ambra
Angiolini, icona di Non è la Rai. Il corto viene presentato in conferenza stampa RAI
suscitando notevole clamore.
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MILINGO THE SPIRIT OF AFRICA
di Mario Verger
1998, 5 min.
Cortometraggio animato realizzato in collaborazione con lo stesso Monsignor
Milingo e accompagnato dalle musiche di Lucio Dalla.
GIULIO ANDREOTTI
di Mario Verger
1992, 3 min. 30 sec.
Videoclip dell’omonima canzone di Francesco Baccini, sospesa tra ironia e disillusione.
BERLUSCOMIC
di Mario Verger
2003, 7 min.
L’Italia di Berlusconi, con protagonisti i volti e le smorfie della corte del potere.
Mario Verger, scoperto giovanissimo dal produttore Elio Gagliardo realizza per la
Corona Cinematografica diversi documentari in animazione e cinegiornali. Poco più
che ventenne conosce Marco Giusti e Enrico Ghezzi che gli commissionano i primi
lavori per Fuori Orario. Studioso e appassionato della storia dell’animazione italiana e dei suoi artisti e artigiani, di cui spesso ha raccontato agli Incontri Arte
Animazione di Torino, è autore di diversi corti animati ispirati a personaggi pubblici e a figure popolari.
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.COW
di Marcello Gori
2001, 2 min.
Dalla mucca Carolina alla mucca pazza. Com’è cambiata la mucca negli ultimi
trent’anni. Ironico cortometraggio animato già vincitore del Premio della Giuria e
del Pubblico al Reggio Film Festival e di una Menzione Speciale al Cinecittà
Internet Festival.
Marcello Gori esordisce alla regia nel 1994 con Videokiller, da allora ha realizzato
più di 25 corti animati ottenendo numerosi riconoscimenti.
LA FIERA DEI MORTI
di Francesco Vecchi
2004, 8 min.
Tratto da una poesia di Aldo Palazzeschi, il cortometraggio racconta di una festa
all’interno di un cimitero di campagna: luogo solitamente riservato a tristi sentimenti. La voce è di Paolo Poli. Scenografie e animazione 3D di Barbara Dossi. Film
di Diploma del Dipartimento di Animazione del Centro Sperimentale di
Cinematografia, selezionato in concorso al Festival Cartoons on the bay di
Positano.
Francesco Vecchi, diplomato in animazione al Centro Sperimentale di
Cinematografia, ha ricevuto premi e riconoscimenti per i suoi cortometraggi in
diversi festival nazionali (Arcipelagofilmfestival, Videovideo, Cortopotere, Flash
Festival, Animoweb) e internazionali (Animamundi, Bitframe Festival – Brasile,
Senef – Corea), ora collabora con lo studio francese “Je suis bien content”.
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PULCINELLA
di Giulio Gianini e Emanuele Luzzati
1973, 12 min.
Pulcinella desidera, almeno per un giorno, abbandonare la sua misera vita, liberandosi dagli intoppi della quotidianità: la moglie che lo butta giù dal letto e lo
manda a lavorare, i carabinieri che controllano ogni suo gesto… la migliore via di
fuga è quella del sogno. Il film ha ricevuto una nomination al premio Oscar come
migliore cortometraggio d’animazione nel 1973.
Giulio Gianini è scenografo, direttore della fotografia e, dagli Anni Sessanta, autore di cinema d’animazione. Emanuele Luzzati è uomo di teatro, scenografo e
costumista ma anche ceramista, decoratore, illustratore, grafico, disegnatore.
Gianini e Luzzati, insieme, hanno dato vita ad alcuni fra i capolavori del cinema d’animazione mondiale.
ERASE BRAIN
di Mauro Borgarello
2003, 3 min.
Sei triste? Sei depresso? Perché soffrire inutilmente? Affidati con fiducia alla tecnologia moderna e risolvi alla base ogni preoccupazione! Tra tante televendite la
prima telvendita... definitiva!
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EXPENSIVE LIFESTYLE (DISPENDIOSO STILE DI VITA)
di Mauro Borgarello
2003, 3 min.
Travolti dal turbine del consumismo sfrenato, sempre in corsa per tenere in vita la
civiltà occidentale. Il riflusso dell’idiozia nel nuovo millennio.
QUASI QUASI
di Mauro Borgarello
2005, 17 min.
Torino, 25 marzo 2005. Osvaldo è cresciuto: i giorni interminabili di gioia e gozzoviglio dei vent’anni lasciano il posto a grigie giornate da trentacinquenne con un
presente sciatto e problematico. Manca un lavoro, un amore, un po’ d’ordine nell’armadio e nella vita. Poi piove sempre sul bagnato. Come fare a ribaltare la
situazione? Forse basta imbroccare la giornata giusta e… saper lasciarsi andare.
Anteprima italiana.
Nato a Torino nel 1972, Mauro Borgarello ha collaborato con diverse case editrici
e di produzione cinematografica per progetti editoriali a scopo pedagogico, video
di animazione e per la creazione di cortometraggi animati. Ha realizzato spot per
committenti pubblici e privati. I suoi cortometraggi hanno ottenuto diversi premi.