il pci, puntello essenziale dell`ordine costituito
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il pci, puntello essenziale dell`ordine costituito
NUMERO A 8 PAGINE. DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: la linea da Marx a Lenin, alla fondazione dell'Jnrernaeionale Comunista e del Partite Comunisca d'Italia; alla lotta délia sinisera comunisca contre la degenerazione dell'lnternazionale. conuo la teoria del socialisme in un paese solo e la concrorivoluûone stalinista: al rifiueo dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali: la dura opera del restaure della dottrina e dell'organo rivoluzionario, a contateo (On la classe operaia, fuori del policicantismo personale ed elettoralesco. orqano del partite comunista internazionale IL PCI, PUNTELLO ESSENZIALE DELL'ORDINE COSTITUITO Quindicinale • Una copia L. 200 Abbonamenti: annuale L. 5.000 sostenitore L. 10.000 Conto corrente postale 18091207 costretti a recitare la commedia dell'« organismo di lotta » per non perdere quel tanto o poco di credihilità che loro rimasto. Occorre dimostrare ai proietari più combattivi che il vero volto delle Confederazioni non è quello delle periodiche minacce di « indurimento », ma il volto ~ questo si âuro - dell'oceanica manifestazione del 2 dicernbre a Roma, dell'offerta al « Paese » dello spettacolo glorioso di triplici schieramenti di polizia statale, sindacale e picista, di salmi e sermoni intonati alla democrazia e al « civile confronto », di disciplina blindata ed orchestrata a maggior gaudio di finanzieri e industriali nostrani e stranieri e, infine, di recupero (se mai v'era stato autentico di-, stacco) delle frange « irnpazienti » del « movimento »?. L'opportunismo sindacale non mancherà certo di proclamare scioperi perfino generali, e di condire di aceto gli incontri al vertice con Andreotti o chi per lui: il giorno che il Pei entrasse ne! governo, si assumerebbe addirittura il compito, già noto aile Trade Unions, di opposizione di Sua Maestà. Il punto che non per questo cessera - tutt'al contrario! di riconoscere al capitale, alla sua economia, alle sue leggi, al suo Stato, non solo il titolo regale, ma il peso effettivo di un Sovrano, e tutta la sua « durez(continua a pag. 8) è è Se, nell'intervista di Zincone apparsa nel «Corriere della Sera» del 4.XH, I'illustre professore Asor Rosa ha dovuto ammettere di avere « forse [ ! ! ! J esagerato » nel definire il Pei « l'unica istitu- vone sopravvissuta allo Stato », stentato (cfr. « Il Corriere della sera» dell'l e 2.XII) a trovare un terreno d'intesa e di affinità elettiva con l'immancabile Napolitano, ministro dell'economia del Pei corne Pecchioli lo del1 'in terno e Pajetta degli esteri: si erano sentiti già dire da Benvenuto, per la UIL, che « siamo un sinâacato democratico e âuro [ una contraddizione in termini, e infatti: ], ma non abbiamo coè litano che scherniva la « vocazione suicida » di un Psi che « vuole f are il governo con noi senza la De », e, interrogato su che cosa si debba intendere per « profitto ragionevole » (e l'l % chiaramente irragionevole), rispondeva: « Certo, comprendo che non si puà chieâere alle imprese straniere di investire in J. talia per [are beneficienza ,, ? Ma certo, ma certo ... Lo stesso 1 ° dicembre, a Monteeitorio, il Pei proponeva una risoluzione di politica estera in cui la NATO - un tempo bestia nera dello stalinismo - era definita il « quaâro che rappresenta il termine essenziale di riterimento della politica estera italiana » e infine votava con De, Pli e Psdi il testo un po' più pudico in cui l'aggettivo « essenziale » diveniva « fondamentale », e Alleanza atlantica e impegni comunitari ottenevano, insieme all'opera del governo, l' « apprezzamento positiva » anche del sottogoverno berlingueriano: evento - corne ha scritto « Il Popolo » · è c'era tuttavia nella sua formula il riconoseimento che lo Stato borghese italiano non puù f are a meno, per reggere ai colpi della crisi, del puntello del partito munque nessun preconcetto nei che tuttora convoglia nelle sue conf ronti delle multinazionali », file la · maggioranza della classe aile quali soltanto chiediamo operaia. E questo puntello adem« investimenti di carattere teepie alla sua funzione conservatrice - almeno finché la crisi nologico che permettano un miglioramento anche manageriale non avrà raggiunto proporzioni apocalittiche - alla doppia con- del lavoro »; avevano già constatato la fondatezza della tesi del dizione d'essere già di fatto con un piede· nel govemo e di esser- ministro Anselmi « che un sindacato forte non un pericolo » ne uffici.almente fuori con l'altro. Non quindi soltanto per mo- (non solo in America, corne essi ben sanno, ma anche qui da noi). tivi di bottega che il Pei vede Fotevano non rispondere a granl'andata ufficiale al govemo in tempi « non brevi », né che la de maggioranza - e neppure per DC guarda nella stessa ottica a voto segreto, ma per alzata di questa prospettiva: a parte il ti- mano - che il Pei è sincero, non agisce per « furbizia » nella sua more del primo di perdere voti « strategia » né nella sua « collo« a sinistra » compromettendosi cazione », di fronte ad un Napo- - « destinato a mutare, insieme prematuramente in responsabilità governative dirette, e il timore della seconda di perderne « a destra » dandogli corda prima del momento giasto, c'è in entrambi la coscienza che una certa e divisione del lavoro » resta indi.spensabile in attesa che · « i tfml.· • pi maturino ». Se, per dirla con Fanfani (ridestatosi alla voeazione di ... sinistre), l'incendio della casa comune esige l'intervento di « tutti i pompieri possibili », per far bene il suo servizio non c'è corne un pompière riformista ( e Asor Rosa proclama il Nel numero precedente abbiamo riportato le prime fasi dell'attacpci sofo erede legittimo del ri- co scatenato contro di noi dalla Uil di lvrea (tentativo di riverniciaformismo classico, col vantaggio t_ura decorosa della ve<:;chia.Autonomia Aziendale - sindacato giallo in più di aver rubato al leninifondato da Adriano Olivetti - compromessa fino al midollo con la smo il segreto dell'orgariizzaziodirezione aziendale e formata essenzialmente da crumiri e leccapiene centralizzata e della disciplidi ), seguita a ruota dalle aitre organizzazioni sindacali, ma soprattutna) che si presenti, corne sagto da! Pei. Questo attacco, corne noto, prendeva corne spunto un nogiamente vuole Berlinguer, col stro volantino, distribuito in occasione dell'assassinio dei capi del volto del « partita di lotta » ac- gruppo Baader-Meinhoff, che rivendicava l'esercizio della violenza e canto a quello del « partita di del terrore nella lotta di classe. Le nostre posizioni, inutile dirlo, vegoverno ». nivano grossolanamente falsificate sia da Aa-Uil che dal Pei. La teoria della « guerra di poNelle azioni successive il fronte padronato-opportunismo (rnaschesizione », di cui il recente con- rato il primo sotto la veste Aa-Uil) si ricongiunto, corne conviene vegno su Gramsci ha fatto l'esalallo spirite unitario di loro signori, con una aggiunta ulteriore di faltazione, non implica soltanto che sificazioni. Il 25 novembre u.s. stato convocato il CdF della Olivetil terreno debba essere conquili ICO per approvare un documento dell'esecutivo; mattatore dell'ocstato palmo a palrno, nel buon casione non era più Aa-Uil ma il meglio (si fa per dire) del Pei all'invecchio modo pantofolaio e graterno dello stabilimento. ln sintesi, il documento afferma: 1) che il dualista dei Turati e dei Kautsky, terrorismo inequivocabilmente uno strumento nelle mani delle entra lo Stato e i suoi meccani- forze più reazionarie e antioperaie: 2) che il nostro partito vorrebue smi, ma che, per arrivare a quel « far apparire il terrorismo corne una pratica che atfonda le sue rasospirato traguardo, si debba, dici nelle lotte operaie » e che vi il pericolo che esso diventi il ricetseguendo una via ancora più luntacolo degli autonomi; 3) che il nostro nemico principale il sindaga ed aggirante, lavorare ad « in- cato; 4) che non facciamo distinzione alcuna fra democrazia e fascit rodurre elementi di trasiorma- smo. E continua, testualmente: zione in tutta la società, cioè do« KI Consiglio di Fabbrica invita dunque quel delegati chè hanno vunque si avverta la presenza manifestato di condividere le opinioni espresse sui terrorismo dal (dilatata) della Stato »: i « posti tale raggruppamento, a rlvedere le proprle posizioni. al vertice » verranno poi; prima L.. ] Nel caso cio non avvenga il C.d.F. inviterà l'esecutivo (e dicblaoccorre guadagnare la base, gli rerà tutta la sua disponibilità a collaborare con esso) perché sia chia· organi del consenso capillare e rita di fronte ai gruppi omogenel che hanno eletto corne delegatl periierico, gli strumenti della mi- questi loro compagni di Iavoro, la posizlone assunta dal C.d.F. sulla rabile « democrazia diretta », questione del terrorlsmo, mettendo in luce che tale posizlone è in· · chiave di volta della dernocra- conclliabile con quella espressa dal delegato. E questo anche al fine zia autoritaria e blindata che di verificare fino a che punto i lavoratori intendano rlconfermargll nel sogno congiunto di borghe- la fiducia, r ... ] si e opportunisti proprio perché Tuttavia il IC.d.F. pur riconoscendo ai lavoratori il diritto a sceglierè l'arena sulla quale possibile si il rappresentante che vogliono, ribadisce che l'atteggiamento che . mantenere in vita la f inzione del- da questi delegati stato assunto è incompatibile con l'orlentamento la lotta. dell'estraneità al gover- che deve caratterizzare chi appartiene al C.d.F. no. e, al contempo, assicurarsi [ ... ] Il C.d.F. richiede che la questione venga esaminata dall'esecu« spazi » sempre più larghi neltivo di lega e che da questo venga promosso un dibattito all'interno l'area altamente lucrariva del della f'.L.M. locale, per verlficare se l'atteggiamento assunto da questi sottogoverno. delegati è compatibile con l'appartenenza a tale organizzazione ». A questo vero e proprio processo politico inscenato nei nostri con* * * fronti, i compagni delegati hanno risposto con il documente che riChe in quest'area ben visibile portiamo e che stato distribuito successivarnente fra i lavoratori agli esponenti della classe domie discusso soprattutto nei reparti dove i compagni sono delegati: nante e previdentemente celata lin riferimento al documento dell'Esecutico del CdF del 23.11.1977, alla classe dominata, il Pei abbia ormai un posto riconosciuto (e i delegatl di fabbrica appartenenti al gruppo sindacale del P.C. Internaztonale, sezlone d'lvrea, da esso chiamatl in causa, oggetto di invidia per i partiti dichiarano: minori, Psi e Pr in testa), un poB) lln sede di organlazaztone sindacale, e quindi anche di CdF, il , sto per giunta di provata efficienza internationale, non sol- comportamento di qualunque iscritto al sindacato in genere, e di un · tanto circoscritto ai Comuni e delegato in specie, puo essere giudicato unicamente dal punto di vlsta della sua aderenza o meno agll interessi dei Iavoratorl che l'oraile Regioni, sono i farti di ozni ganizzazione sindacale stessa chiamata a difendere, non da quello giorno a provarlo, delle sue oplnioni politiche. La « discussione » aperta dall'Esecutivo Un tempo, I managers a caccia contrasta quindi con la natura e la finalità del sindacato, che è per di investimenti fruttiferi consul- definizione un organismo aperto ad ogni operaso, qualunque idea potavano prima di tutto i loro pa- litica professi, deciso a difendere gli interessi di vita e di lavoro della ri, poi il governo: oggi â'obbliproprla classe. Dovrebbe quindi, in linea di principio, essere resplnta. go consultare, insieme ai collePoiché tuttavia l'Esecutivo ha creduto di dover scendere su un terdella grande industria e del- reno extra-sindacale, inscenando nel nostri riguardi un processo poI'alta finanza, i sindacati e, con rlspondiamo: il governo, gli esperti delle Bot- litico, 2) E' un falso deliberato farci passare per teorizzatorl del terroriteghe Oscure. I « cento » inve- smo corne metodoi corne non crediamo che la rlvoluzione possa essestitori in pectore americani giun- re fatta in qualunque moinento, e riteniamo al contrario che la si ti a Roma per iniziativa di « Bu- debba preparare attraverso un Iavoro tenace in seno alla classe e in· siness International » non hanno è è alla natura del confronta, la natura medesima dei rapporti [ra aree fino a icri irriducibilmente [ra loro ». Avanti, managers; l'ltalia davvero un campo d'investimento sicuro: non abbiate neppur voi « preconcetti ». L'eurocomunismo ha la sua logica: non si puè cambiare giudizio sulle multinazionali e non cambiarlo sulla loro casa madre, la NATO! ostili è * * * La punta di piede che timidamente il Pei ha fuori dal governo non deve velare agli occhi dei proletari il fatto sostanziale che l'altro piede vi è già tutto dentro, e che il ritardo della prima è junzionale all'avanzata del secondo. La tendenza storica inesorabile di ogni rifonnismo domina gli eredi di Togliatti corne quelli di Nenni e di Saragat. Domina, benché in modi e tempi âiversi, anche i sindacati « tricolore », premuti corne tuttavia sono dalle esigenze inappagabili e dalle spinte rabbiose della classe operaia, e quindi ancora più è . «PROCESSO POLITICO» DEL SINDACATO TRICOLORE A IVREA Si vuol spegnere, con la nostra, la voce della classe operaia è è è è è ë è ë è ë è mi stretto collegamento con le sue rivendteazlonl anche minime, cosi escludiamo che le situazlonf possano essere niodificate o addirittura forzate dal « gesto esemplare » di individui o gruppi di individui IsoIatl dal movimento di classe. Quello che respingiamo è la teorizzazione inversa, e cioè che la classe operaia possa emanciparsi attraverso la via pacifica e Iegalltaria della democrazia, una via che escluda per principio ogni forma dl violenza. « Senza negare affatto in linea di principio, la violenza e il terrorismo, abbiamo chiesto che si lavorasse per preparare forme di vlolenza che facessero assegnamento sulla dfretta parteclpazione delle masse e assicurassero questa partecipazione » (LENIN, Opere, vol. VI, pag. 183). Quello che respingiamo è la pretesa dl condannare indifferentemente corne fascista chiunque si ribelli alla società borghese, intrlsa dl violenza anche nella sua forma più comniutamente democratica, con un gesto disperato ma pur sempre sintomatico della condizione in cui questa stessa società mette ognl giorno chi lia il « privilegio » dl vivere in essa. I marxisti non hanno mai nascosto le Ioro divergenze di principio con gli anarchici e i teorlcl della « propaganda del fatto »: ma nessun comunista degno di questo nome si è mai associato aile urla di condanna ·1evate dall'opinione borghese e plccolo-borghese contro i « dinamitardi ». 3) Un falso altrettanto deliberato è quelle che consiste nel presen( continua a pag 8) Anno XXVI N. 23 - 17 dicembre 1977 IL PROGRAMMA COMUNISTA Casella Postale 962 Milano Spedlzione ln Abbonamenlo postale - Gruppo Il Avanti con la stangata ! A un arino dai primi piani di » e investimento, siamo daccapo: occorrono nuovi sacrificl; sono i Iavoratori a doverseli accollare! Quale miglior prova della vanità delle Illusioni riformistiche? Qualunque cosa esca dai Iebbrili incontri del govemo con sindacatl e partiti, è certo che l'ennesima stangata cl sarà: e sarà dura. Già si parla di aumenti delle tariffe, già si rlparla di · modifiche nel meccanlsmo della scala mobile: tutto il problema si rlduce al tempi, ai modi e all'entità del boccone amaro da far digerire. Non è forse andata in porto, di comune accordo, la legge sull'equo canone? Non si è deciso di sfilare di tasca ai proletari 1200 miliardi in 6 anni, più quelli che usciranno a valanga dall'indicizzazione degli affitti, a par. tire dal 1980, nella misura del 75% dell'aumento del costo della vita? E non è forse dimostrato che, con tutto questo, le case costruite a prezzo popolare, se pur ci saranno, equivarranno ad una goccia nel mare, mentre certo che pioveranno gli sfratti? Il capitale piange: Non rendo abbastanza! Colpa del costo di lavoro! E giù botte agli operai che protestano, e che sono chiamati a scioperare per una polizia « più democratica » e quindi .« più efficiente » nell'atto stesso in cul le manifestazioni sono sclolte a colpi di r.aJ.do di moschetto quando non di lacrimogeni Ianciati ad altezza d'uomo! La classe operaia risponda: « No all'aumento dei fitti! No al canone cosiddetto « equo »!· No agli sfratti! Noi ai Iicenziamenti ! Forti aumenti di salario, maggiori per gli operal peggio retribuiti! Salario integrale ai licenziati e disoccupati! Minimo salariale ai giovani in cerca di primo impiego! Lotta di classe, non falsa concordia fra le classi! « rlstrutturazione ë NELL'INTERNO - Solidarietà cume? -· Forza e violenza ne/la P,llerra permanente /ra le classi - S0110 la sferz.a della crisi si apµrofondiscono i (.'(J11/ras:i interimperialistici - r.ii, le zampe riall'Africa! - Lettera dalla Spagna - Lo/le uperaie e nostri interventi: Ferrovieri - Papa di San Donà - Bagnoli - Presa . Traghetti - Catania; Lotte in tlllto il mondu IN MARGINE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 2 DICEMBRE LE DIFFICILI ·NOZZE CLASSE OPERAIA E MOVIMENTO, OVVERD LOTIA CONTINUA PRIMA E DOPO Le contraddizioni del « nwvimento » hanno trovato in Lotta continua uno specchio /edele, in particolare nello scorcio di tempo attorno all'orc:hestratissima manifestazione dei metalmeccanici del 2 dicembre. Nella fase precente, nel« movimento » la questiune era se fare o menu un .cortcu altcrnativo, com'era richiestu dagli autonomi, accettando la ruttura fra Je due « sucictà » indicate da! prufessur Asur Rosa, oppure ricucirle, sforzo che in primis è statu assuntu appunto da Lotta continua e dall'insieme degli extrapà.rlamentari più « vecchi », il cui compito e;:ssenziale è divenuto di ricomporre quanta si sta stracciando. Che il problema non potesse essere posto in questi termini, ovviamente, non è stato afferrato dalle diverse par- ti. Infatti si trattava di chiedersi a quale livello di ]otta e di ubiettivi si svolgeva ,jJ tentativo di cuinvolgere la classe operaia ( guida ta da! sindacato e dalla politica dei partiti che gli stanno dietro) e aitre categorie della popolazione. La posizionc di Lotta continua era bene espressa il 30 novembre dalla pagina-manifesto, che diceva: « A Roma il 2 dicembre metalmeccanici, · donne, studenti, disoccupati. Ognuno con le proprie lotte, le proprie idee, i propri obiet-. tivi, ma tutti contra questo governo e questa società ». L'illusione che la manifestazione fosse un . baluardo nella lotta contro il governo Andreotti e contro « questa. società » era ampiamente espressa in una delle tante ineffabili lettere che il giornale riceve, in cui l'autore, scagliandosi contro chi voleva un corteo separato, illustrava il prossirno corteo corne composta da « quel- le realtil di fabbrica che stanno lottando con f ermezza e determinazione rivoluzionaria » e che rappresentano « la punta. avanzata dell'opposizione all'accordo programmatico ». Analogamente, lo scontro con l'autonomia era argomentato politicamente - a parte la questione dei metodi inaccettabi(continua a pag. 6) IL PROGRAMMA COMUNISTA pagina 2 SOLIDARIETA' COME? tili i !1 ' l numerosi fatti di Intervento repressivo delle Stato contro i proletari combattfvl e contre elementi politicizza.ti che infrangono i limiti della legalltà ripropongono un tradizion.ale quesito dell movtmento operaio: come esercttare la solidarletà e la presslone sullo Stato borghese contre le sue vittime? Si sa che la rtsposta di prammetica è quella semplicistica del « tuttli uniti contre Io stato borghese ». Anzitutto, un punto è chiaro: i marxisti sono tenuti ad esercitare la loro solidarietà verso le vittime dello Stato borghese indipendentemente da! fatto che queste siano o mena sul terreno rivoluzionario. Non è questo un espediente « tattico » o determinato da ragioni di · cassetta propagandistica: il fatto si collega all'elementare considerazione che il movimento materiale, nella classe, non nasce di punto in bianco con le· sue carte « teoriche » in regola, ma scaturisce dai bisogni immediati e trova la sua strada in espressioni del tutto inadeguate e diciamo pure f alse ed ingannevoli, ma, nella misura in cui si trova di fronte lo schermo corazzato dello Stato avversario, cozza contro il nemico reale. E dunque, in tal modo, ci troviamo di fronte alla questione più politica che ci sia: l'atteggiamento nei confronti della Stato borghese, atteggiamento che ogni rivoluzione degna di questo nome riassume nei termini della lotta per la sua distruzione. E, detto per incisa, ogni rivoluzione determina - o impone nel suo corso - la liberazione dei prigionieri politici. L'intervento dei rivoluzionari nel movimento di solidarietà è quindi essenzialmente determinato dalla possibilità di svolgere, a contatto con la classe operaia o con i colpiti per la loto combattività, un'azione chiarificatrice, sulla vera natura che lo Stato palesa. E' dunque un intervento che si distingue, su una base di principio, da quello di tutti i vari rappresentanti politici che lo attuano, al contrario, allo scopo di indurre lo Stato a rimettersi la rnaschera della libertà e delle gararlzie. Possiamo anzi dire che si tratta qui dell'ennesimo scontro fra i rivoluzionari e i collaborazionisti della prima e dell'ultima ora, e l'intervento è tanto più necessario, quanto più è necessario battere in breccia l'inganno del condizionamento di ogni movimento di classe alla riforma statale. La latta per far passare la linea di classe, l'organizzazione di classe autonoma non solo dalla borghesia democratica, ma anche da ogni suo alleato - latente oct aperto - nel seno della classe operaia. Porre le case in questi termini, non significa escludere, in assoluto, la possibilità di costituire organizzazioni comuni che si prefiggano un ben determinato obiettivo particolare, corne la lotta per la .liberazione di proletari incarcerati per la loro attività classista in fabbrica o fuori, o contro l'estradizione di un perseguitato politico; ma significa condizionare la propria partecipazione ad esse ai punti classisti e non democratici della questione: perché se un militante comunista rivoluzionario, per «disciplina» all'organo comune, fosse costretto ad agire in contrasta con i suai proclamati principi, contribuirebbe all'ofl.uscamento degli obiettivi di classe. Si tratta quindi di svolgere anzitutto un lavoro di propaganda generale, per ricondurre i singoli casi di repressione al loro significato non contingente ma derivato dalla natura stessa della Stato borghese ( democratico o meno che sia); d'altra parte si. tratta di prendere in considerazione la singola questione posta, per verificare se si pub condurre una rivendicazione al di fuori delle illusioni riformistiche. Il terreno è, corne in tutto il campo rivendicativo, duplice. La necessità di preparare la riproposizione di tutte le questioni (ultima la presa del potere) in termini classisti impone l'intervento dei comunisti rivoluzionari, corne lo studio più attento da parte loro delle rivendicazioni poste e di quelle da porre, in relazione a tutti i fattori in gioco, non ultimi i rapporti di forza. La questione di principio della. linea · rivoluzionaria corne negazione di quella riformistica ( che non è solo parlamentare, ma è condizionata dalla superstizione delle trasformazioni democratiche della Stato borghese) impone, a sua volta, che l'intervento non dia spazio ad illusioni di tipo spontaneistico, se non riformistico. E, oltre la proclamazione generica della solidarietà con i colpiti, oltre la propaganda generale sulla natura e le reali trasformazioni dell'apparato repressivo in funzione della sua conservazione, resta uno spazio che è è La cassa integrazione? Un « ammortizzatore sociale »I I borghesi, a differenza degli opportunisti, hanno il pregio di parlare molto più spesso chiaro. Cià vale anche per la cassa integrazione. Basta scorrere il nostro giornale degli anni passati per leggervi che la cassa integrazione era, corne è, l'anticamera del licenziamento, quindi la soglia della disoccupazione, mentre contemporaneamente aveva ed ha il compito di diluire in un tempo più o meno lungo le tensioni sociali che inevitabilmente si sprigionano di fronte a Iicenziamenti di massa. Ma anche questa valvola si è inceppata: i fondi comi.nciano a scarseggiare, e tutti, dal ministro del Lavoro alla Confiindustria e ai sindacati, si son buttati a proporne una riforma intonando Io stesso motiva di base: il futuro dell'economia nazionale. Intanto il presente, ma anche il futuro, per i proletari vuol dire cinghia e aumento della disoccupazione. Il Mondo del 7.XII scrive: « Sono quasi 20 mila i lavoratori che fra Italsider, Montefibre e Anie sono finiti in questa settimana in cassa integrazione; di essi più di 5 mila sono meridionali e lavorano nello stabilimento Italsider di Bagnoli e in quello Anie di Ottana. Ma lo stillicidio è quotidiano. Dieci, 20, 50 lavoratori agni giorno lasciano l'attività produttiva [ non certo per andarsi a « godere la vita » J ed entrano in quello che è stato definito un vero e proprio parcheggio della manodopera. Un parcheggio che in troppi casi si è rivelato l'anticamera della disoccupazione. I sociologhi [ ti pareva che mancassero? l lo definiscono. con un eufemismo. un ammortizzatore sociale: uno strumento cioè che serve ad attenuare le conseguenze della crisi industriale, che provocherebbero, altrimenti, tensioni ditfîcilmente controllabili [ sottolineature nostre J ». lntanto gli esperti delle confederazioni tricolori, del Pei e del governo discutono di una « agenzia del lavoro » che dovrebbe raggruppare i licenziandi, i licenziati, magari i « mobilitati », e dalla quale l'industria preleverebbe di volta in volta la forza lavoro destinandola là dove ne ha bisogno. Ammesso che riescano ad impiantare una tale « nuova organizzazione del non-lavoro » una cosa è certa: la crisi generale inesorabilmente provoca un aumento della disoccuazione, tanto che gli stessi « esperti » prevedono che almeno fino al 1980 essa « non diminuirà », e questa conseguenza della crisi non puà che portare a tensioni sociali « difficilmente controllabili ». Ai proletari, disoccupati e occupati, spetta di organizzarsi in difesa delle proprie condi1ioni di vita e, per far questo, inevitabilmente si scontreranno non solo col capitale e i suoi rappresentanti economici e politici, ma con l'apparato sindacale e politico che si erge da più di trent'anni a difesa dell'economia nazionale. necessariamente rist retto a singole .rit:e~1dicaz.io11i c~mun_i a forze politiche differenti, Puè N. 23- 17 dicembre 1977 All'insegna dell'ipocrisia Che il t erreno della solidariet con i colpiti dallo Statu ta, la ioro latta, i11 cert o senso suicida, da « kamikaze », ha borghese sia, al di là della rea- dato 1111 grande i11seg11a111e11to essere il caso dell'estradrzione, zione « sentimentale » 1111 ter: rivoluzionario: lo Stato borque li? d~ll'espulsJone. di lavo. i reno. essenzialment e 'politicu, ghese puo trernare. La sua co1 aton ,, irregolar i » (immigra- . posstaino most rarlo rijacenâolossalc organizzazione, perjetti) o altro, ma tutto cio al di I ci all'epilogo del sequestro di ta came solo - c osi si dice fuori delle singole interpretaSchlever. . - ai t edeschi concesso di zioni della tattica rivoluzionaE' im fatto 11011 casuale che realizzarla, ha avuto 1111 1110ria, sulla q~ale agni. organiz- l'unità di « lutte le [orze, ecc. » mente in cui ha espresso tutzazione dev essere libera di sia avvenuta sulla base della ta la sua irnpotenza. E' stato COf!lpiere la sua specifica agi- reazione eccessiva del governo 1•ero - solo un momento. tazione. socialdemocratico di Schmidt. Ma a noi basta averlo visto per Se questa distinzione non N_essuno ha avuto il coraggio comprenâere tante case, e per âivulgare la dimost razione delfosse possibile, sarebbe senza dt dire. che, indipendentemendubbio meglio rinunciare al te dalle posizioni politiche la non invincibilit del Mocosiddetto « lavoro in cornu- (non solo « teoriche », ma tat- stro. La sua reazione è stata ne ». Noi utilizziamo agni mezliche, di conduzione della lot- poi proporziouale al senso di zo per aumentare la voce, la ta - che del resto non posta impotenza di quell'istante, e pressione, ecc., della classe a sui piano di classe) del grup- si è sfrenata in tutta la sua [e« patto che la voce, la pressio- po Baader, la reazione del go- rocia. Anche questo è un insene, ecc., vadano in una dire- verno tedesco è la reazione gnamento oggettivo che trazione unica; e sappiamo che la della borghesia - inevitabile smettiamo ai âemocratici d'ostrada in comune possibile finchë è al potere, qualunque gni tipo. Sognate, sognate uno solo per un brevissimo tratto, sia la [orza politica che la rap- Stato senza teste di cuoio o di che di volta in volta siamo te- presenta. Uno spirito di sollie- acciaio: dal sogno passerete a organizzarle voi o contra i Baanuti ad anticipare ai « campa- V? - lugubre e squallido gni di strada »: guardate, tan- si poté avvertire quanâo il ter- der o contra il proletariato, to per fare un casa, che, vinta r<?re borghese, con le sue teste « colpevoli » di « provocare la o persa la battaglia contra l'e- dt cuoio e i « suicidî », [orni il reazione dello Stato ». Volete un esempio di questradizione di questo o quel terreno agognato della risposta sto modo di organizzare la « soperseguitato politico, per noi da~ P~~to di yist~ dei grandi finita la ragion d'essere del p_nncip! u'!'lamta~~: allqra, tut- lidarietà » da parte di gente comitato apposito. ti. uniti âietro l ipocrita ban- che ha raffigurato la statua della libertà con la testa di Tutto ciè puè sembrare un âiera della. pace [ra gl! uomini limite solo a chi non ha una (e le class_i), con amp!e spruz- Schmidt e la pistola fumante visione politica di classe. In zate dt. z,:zcens~ antited_esco! al posta della fiaccola? Dunrealtà, un metodo che non Perfino t gz?rn~l! borghesi h~n- que, la sezione tedesca della cosiddetta IV Internazionale introduciamo noi, ma che si no. messo zn rilievo, dopa.lmricava dall'esperienza del par- chino ~lla perfetta. orga!1lZZll;· ha pubblicato una dichiaraziotito bolscevico. Esso non con- zz~n~, l orr?re per t suot otu- ne in cui fra le aitre cose dice: « Noi condanniamo la violentrasta col fatto che in un de- mi risultati. terminato momento le forze A noi è sembrato che il fat- za della RAF perché è insendel proletariato abbiano real- to da d~vl-!:lgare toss_e ben al- sa ta e non puè pretendere almente la possibilità di affa- tro, e ctoe che, .zY?,dtpen~_ente- cuna Iegittimità ». E questo è sciarsi sulle posizioni di clas-1 mente dalle p~szzwm _dz !3aa- detto « non da un punto di vise conseguenti fino a rendere der e compagnt, corne inâipen- sta pacifista ». Infatti! Dietro incompatibile - nella situazioâentemente dalla loro sconfit-_ · l'ipocrisia della « legittimità » ne rivoluzionaria - la loro esistenza organizzata accanto a quella della Stato borghese. E' precisamente perché lavoriamo - magari ci illudiamo di farlo - in quella prospettiva, che oggi, di fronte al movimento reale, riteniamo che il nostro interesse ·e la nostra funzione siano di porre · I « fatti di Germania » e gli episodi minori di terrorismo in risalto tutte le scintille anin Italia hanno dato la stura ad una campagna orchestrata tagonistiche, classiste, isolansia dai sindacati che dai partiti cosiddetti operai e intesa dole dalla cenere che le sofa predicare il concetto che la latta proletaria contro il cafoca per mostrarle nella lôro pitale esclude per principio agni violenza, non parliamo lucentezza a chi puè comprenpoi del terrore, e ammette un solo metoâo, quello del paderci. cifico confronta. · Interesse ed esigenze non I neo-tolstoiani, fra i quali si distinguono came i primi solo nostre ma, ne siamo condella classe i propagandisti e attivisti del Pei, fingono di vinti, della classe stessa, indidimenticare che il più umile dei picchetti è violenta; che pendentemente dai « livelli di lo sciopero non semplicemente âimostrativo violenza; coscienza ». Ed qui che si che proclamarlo durante le trattative col paâronato è inincrociano la linea di partita timiâazione; che anche solo la difesa contra la violenza ave quella di classe, corne il laversaria implica atti di elementare terrorismo, per non voro « settario » e quello « alparlare poi dell'attacco rivoluzionario che il Pei ha ormai truistico », contraddittori solo radiato dal suo programma ma che resta e resterà il carse non si riesce ad inserirli dine del movimento operaio; anche se non tutti i giorni è nel corso della latta di classe dato attuarlo. reale. La storia del movimento operaio è segnata lungo tutto il suo percorso âall'esercizio della [orza sempre, della violenza spesso, del terrore al culmine dello scontro fra le classi. Chi cerca la « legittimità » di questi atti capitola di fronte PERCHE' al codice di vita associata della borghesia, che da parte sua non ha mai avuto bisogno di giustificare come legittimi LA NOSTRA STAMPAla sua gloriosa traâizione di violenza, intimiâazione e terVIVA rorismo verso la classe dominata. Sprezzanti del galateo capitalista, e sapendo per istinto COSENZA: strillonaggio 1.600, ed esperienza che esso agisce a senso unico - vale cioè sottoscrizione 10.000; CAIRO solo per gli operai -, 150 proletari, pattuglia avanzata di MONTENOTTE: strillonaggio uno sciopero in corso da un mese in tre fabbriche tessili 18.000; SAVONA: strillonaggio per rivendicazioni salariali, hanno invaso il 10 novembre 7.500, sottoscrizioni 20.000 + il ministero del lavoro della repubblica di San Salvador, 3.600; VALFENERA: sottoscrihanno preso in ostaggio 36 funzionari, compresi i ministri zione 5.000; MILANO: strillodel lavoro e dell'economia, e li hanno rilasciati solo tre giornaggio 66.200, sottoscrizione ni dopa, avenda ricevuta l'assicurazione scritta che le loro 30.600; Cav. 8.000, in F.F. (230) rivendicazioni sarebbero state prese in attenta considera41.400; SALERNO: strillonagzione. Signari della « Iegittimità »' e signori del « pacifico gio 5.500; BELLUNO: sottoconfronta », in quale rubrica iscriverete questo episodio di 5crizioni novembre e ùicemviolenza e intimidazione schiettamente proletaria (di cui, bre 35.000 + 35.000, sottoscriz. che ci risulti, ha parlato soltanto la « Süddeutsche Zeitung » speciale 56.000; S. DONA': sotdel 14.XI)? toscrizione 48.650, strillonaggio E in quale rubrica l'episodio parallelo, di cui si è lett,o 24.590 alla confer~ri.za sull 'Otsia nel « Corriere » sia nell'« Unità », di 52 operai del cele- · tobre 14.500; SCHIO: si:rillobre zuccherificio di Guayaquil nell'Ecuador - teatro del naggio 66.250. massacra di ben 120 lavoratori, uomini e donne - arrestati sotto l'accusa di « aver sequestrato due agenti di polizia ai PER LA STAMPA quali ai•rebbero inteso estorcere informazioni sulle prossime uperazioni previste dalle forze di polizia dopa il falliINTERNAZIONALE mento dei neRoziati tra la direzione e i lavoratori della zucTotale precedente L. 4.629.850 cherificio » (cosi « L'Unità » del 6.XII)? I 52 non hanno avuL. 5.000 Valfenera to bisogno di andare a scuola dal commando che sequestrà L. 22.500 Milano il Boeing tedesco, ne tenne in ostaggio i passeggeri e fu poi L. 18.500 Savona « liquidato » a Mogadiscio fra il plauso unanime di tutti i 17.000 Cairo Montenotte L. governi, compresi quelli dei « paesi socialisti » (forse, non L. 5.000 Belluno ne hanno neppure avuto notizia):· è bastato loro attingere L. 269.750 Schio al serbatoio della memoria collettiva della classe operaia, L. 4.967.600 Totale fitto came esso è di analaghi alti risolutivi di forza. Lascia1110 i legulei del movimento operaio discutere sulla « legittimità » della loro iniziativa, e inviamo a quei nostri comIL Nr. 1 DEL 1978 pagni di lotta un saluto fraterno: soli e incuranti dell'« oApparlranno articoli sulla conor della cronaca », essi ricordano ai proletari di tutto il siddetta « crisi del marxismo », monda che f ra le clàssi della società borghese esiste uno · la Il parte della Riunione genestato di guerra permanente; che lo si deve accettare aviso rale di Partito; note sui fatti dl Milano (Unidal), San Donà (Paaperto e, avendolo accettato, agire in conseguenza non ripa), Napoli, ferrovierl, ospeda-1 conoscendo altra legge che quella delle necessità obiettive lieri (Firenze) e una Jettera daldella lot ta. l'America sui proletarlato chic.:aà è - è à é è è è FORZA E VIOLENZA NELLA GUERRA PERMANENTE FRA LE CLASSI è è no. (in definitiva, un rejerenâum popolare pro o contro la violenzaï ( 1) si nasconde ben ait ro: « La latta contra ·" il ter- rorismo " deve partire dalla lotta contra tutti colora che hanno creato le condizioni sociali adeguate e che con le loro decisioni politiche hanno. spinto alcuni a non trovare altri mezzi di valorizzazione al1 'infuori della violenza individuale ». Dai che si comprende molto chiaramente: I) la latta contra il terrorismo va condotta; 2) la sua base è data dalla lotta a « colora» che for11isco110 le conâizioni perché il terrorisme si sviluppi. Animesso che qui si intenâano i borghesi e il loro Stato socialdemocratico (ma non è cosi, come si vede dalle proposte di int ervento di « organizzazioni indipenâenti » came Amnesty int ernationall ï, si tratta anche di spiegare come si possano combat tere queste cause ben personificate senza ricorrere alla violenza di classe. Invece, tutto sembra posto in funzione della latta al terrorismo inâividuale. Ouello è l'obiettivo. Non stiamo ad illust rare come tutta la politica - coerent emente ad un'impostazione non locale - si riâuca a f rignare ai piedi della socialdemocrazia (e quale socialdemo- crazial perché si ravveda. Ma una âichiarazione è stata fatta anche dall'organizzazione centrale del « Segretariato unificato della IV Internazionale » per sottolineare le stesse cose, con l'aggiunta del solito rit ornello: (si veda « Inprecor », n. 16, 10.XI.77): « Questi atti non contribuiscono per nulla alla causa dell'emancipazione dei lavoratori... Non facilitano il rovesciamento del capitalismo ... Questi atti ostacolano ... la mobilitazione maggioritaria e la presa di coscienza anticapitalistiche delle masse lavoratrici ne! loro insieme ». (Malignamente, potremmo osservare che la teoria della « mobilitazione maggioritaria » puè farla pro pria Umberto Terracini eâizione 1977: « L'unica violenza lecita è quella di massa: quella delle avanguardie non lo è mai »!). Si dice anche che « il risultato immediato degli attentati terroristici » è stato di spezzare la ripresa di classe in Germania, che si annunciava col movimento « spettacolare » contra le centrali nucleari! Tutto cio è tanto « marxista » quanta è marxista il pianta sulle illegalità che lo Stato commette. Non possiamo esaminare il modo in cui si anatizza lo Stato borghese teâesco e in generale la âemocrazia; ma è interessante che, dopa quelle premesse, si ha la faccia di proclamare la propria « solidarietà con le vittime della repressione nella RFT » tancianâo un appello « a tutte le organizzazioni e a tutte le tendenze del movimento operaio tedesco e internazionale, senza alcuna esclusione ». Ma certo, socialdemocrazia · in testa! ï ( 1) I cosiddetti seguaci dell'au- tore d1 Terrorismo e comunismo non arrivano neppure al Jivello di un... Riccardo Lombardi. An· che costui, infatti ( cfr. « L'Espresso » nr. 4 die.), tira in ballo la questionc della « legittimità », ma almeno si accorge che non esiste né un codice né un giudice per stabilirla, meno che mai una... giuria popolare, ed esclama: « Se pensassi che oggi è legittima la violenza politica, vi ricorrerei senza esitazione. Non vi ricorro perché pensa che non sia legittima ». Spogliata del suo so~gettivismo,la dichiarazione equ1valea riconoscere che la questione si risolve sul piano stesso della lotta e delle sue esigenze: un resistenzialista alla Lombardi scioglie l'indovinello in funzione degli interessi supremi della Resistenza antifascista; i rivoluzionari marxisti lo sciolgono in funzione degli interessi supremi della guerra di classe: sono questi interessi, per entrambi - anche se da un angolo opposto -, la legge, e Io sono appunto perché non riconoscono alcuna legge al di sopra di sé. Non puè> mai esserlo una qualunque « consultazione democratica », anche a prescindere dalla ridicolaggine di condizionare ad essa la dinamica dello scontro fra le classi. N. 23 - 17 dicembre 1977 IL PROGRAMMA COMUNISTA pagina 3 RIUNIONE GENERALE Dl PARTITO smo LA SFERZA DELLA GRISI SI APPROFONDISCONO 1 CONTRASTI INTERIMPERIALISTICI L'ultima riunione generale deK Partito, tenuta il 29-30 ottobre.. micamente più avanzati. E' faCosl, nel 1945 non solo si af- rottura del monopolio nuclea- va della lotta proletaria sotto è stata consacrata allo studio dell'evoluzione dei rapporti inter- ccndo certamente leva sulla frontano già i protagonisti del re yankee. V'era, soprattutto, imperialistici provocatl dalla crisi generale del capitalismo. lll gloria passata e tradita della futuro conflitto mondiale, ma il pericolo costituito dall'on- gli effetti della catastrofe · delrapporto rlàSsunto $S!lI'à. pubbflcate in questo e nel successtvo nu- rivoluzione bolscevica e sulla sono già affilate le arrni ideo- data anti-coloniale, che fin dal la controrivoluzione staliniana, mero dei giornale, mentre li rapporte politico sara rlassunto e debolezza relativa della sua e- logiche di questo conflitto, pre- 1958 irnponeva all'America di dell'inerzia provocata dai po-. tenti arnmortizzatori sociali publ>licato in seguito. conomia (ma un imperialismo sentato da una parte corne cro- intervenire corne gendarme nel del riformismo e dell'azione « L'avanguarâia rivoluzionaria del proletariato intenâe chia- sulla difensivà cessa forse di ciata per le libertà (Carter non Libano. dell'opportunisrno operaio (10). ramente che alla situazione di guerra è succeâuta, per ora, una essere un imperialismo?) che ha inventato nulla di nuovo) e Tutti questi fattori spinsero, situazione di âittatura mondiale della classe capitalistica, assi- l'imperialisrno russo ha potu- dall'altra corne crociata anti- nèl corso degli anni '60, alla Va perè osservato che là dove cura.ta da un organisme di collegamento dei grandissimi Stati . to far credere che i suoi eser- imperialistica (nemmeno Brez- distensione nei rapporti russo- il peso di questi fattori è meche hanno ormai privato di ogni autonomia e di ogni sovranità citi avanzassero in « difesa del nev ha scoperto nulla), corne arnericani ( 6 ). Ma è ovvio che no grande a causa della maggior debolezza del capitalismo gli Stati minori ed anche moiti di quelli che venivano prima an- campo socialista » contro il rnostra il già citato testo di questa distensione non poteva o della traiettoria particolare noverati f ra le " grandi potenze ". Questa grande [orza politica campo imperialista. partito (3). significare altro che un peso dell'opportunismo, le lotte 0mondiale esprime il tentativo di organizzare su di un piano uniaccresciuto sulle classi sfrut- peraie sono più costanti e tetario l'inesorabile âittatura della borghesia, mascheranâola sotDalla guerra fredda tate e sugli stati minori. Non naci, e mostrano perfino inneto la formula di "Consiglio delle. Nazioni Unite ", di "Organizsi è essa, infatti, accompagnaalla distensione gabili slanci classisti, corne in zazione della sicurezzà ". Essa equivale, qualora riesca nef suo ta a quel delicato equilibrio del Spagna o in Polonia, con noscopo, al maggiore trionjo delle âirettive che anâavano sotto il E' sempre stato chiaro per sçiuta sull'Europà, mentre la terrore che ha spinto due volte stra rnassima gioia, nell'orgonome -âi fascismo e che, seconâo .la dialettica reale della storia, noi che la chiave del dopopropaganda bellicista permet- all'allarme atomico, nel 1962 a gliosa lnghilterra - ieri dei vinti hanno lasciato in eredità ai vincitori. guerra risiedeva appunto nel teva di giustificare nel Vecchio Cuba e nel 1972 nel Medio O- spota del rnercato mondiale ed « La possibilità di questa prospettiva più o meno lunga di gocondominio russo-americano continente la riduzione di o- rien te, e che supponeva una ora precipitata al rango di picvetno internazionale totalitario del capitale è in relazione alle sull'Europa, e che lo status quo gnuno dei due campi a riserve corsa sfrenata agli armamenti? colo paese industriale, che inopportunità economiche che si presentano alle impalcature pres- non poteva essere rimesso in di caccia, cristallizzatasi nella Anche in questo periodo il dica cosï il suo avvenire a tutsoché intatte dei vincitori - primissima quella americana - di causa prima che il cliclo di ac- NATO da una parte e nel pat- condornino ha magnificamente ta l'Europa sulla via di una attuare per lunghi anni proficui investimenti nell'accurnulazioto di Varsavia dall'altra, sen- funzionato al di sopra del mu- decadenza irrimediabile. Cercurnulazione del capitale rine capitalistica follemente progressiva nei deserti creati dalla proponesse, con la ricostituzio- za alcun bisogno che russi e ro di Berlino (7), poi a Praga to, tutto ciè non basta ancora guerra e nei paesi che le âistruzioni di essa hanno ripiombato cambiassero una e ancora a Lisbona, di fronte per modificare radicalmente la âai più alti graâi dello sviluppo capitalista ad un livello coloniale. ne delle potenze economiche americani virgola agli accordi già conclu- alle tendenze centrifughe nel- situazione sociale. Ma, col perdell'Europa e del Giappone, la « La prospettiva fondamentale dei marxisti rivoluzionari è che si a Yalta! Simbolo di questo l'uno e nell'altro campo, e si è questo piano unitario di organizzazione borghese non puà riu- necessità di rompere l'equili- periodo fu l'avventura di Suez ulteriormente riaffermato ad sistere di queste lotte, si presenterà una delle condizioni brio che lasciava la zona russcire ad avere vita âefinitiva, per.ché lo stesso ritmo vertiginoso sa in uno stato di depressio- nel 1956, quando la Francia e Helsinki. Non solo, ma si è e- necessarie al lavoro del parche esso imprimera all'amministrazione delle risorse e attività l 'Inghilterra dovettero inchi- . steso al Terzo Mondo, dove la tito e all'inversione dei fattori . umane, con lo spietato asservimento delle masse proâuttrici, ri- ne capitalistica relativa . narsi di fronte a Nasser sotto La guerra fredda · fu quindi la pressione convergente degli distensione ha lasciato mano storici destinati a condurre ad . conâurrà a nuovi contrasti e a nuove crisi, agli urti [ra le oppolibera all'America nell'assolveuna ripresa generale di classe. ste classi sociali e, nel seno della sf era dittatoriale borghese, a il prolungarnento immediato Stati Uniti e della Russia. re il suo compito di gendarme Poiché la crisi capitalistica nuovi urti imperialistici tra i grandi colossi statali. Non puà tut- della guerra. La caratterizzaLa storia, tuttavia, marciava su tutti i continenti, a San Do- non puè che aggravare sernpre nt> la spartizione fra i Grandi tavia preveâersi che, finita armai la guerra, tale complesso ciclo delle zone lasciate libere dai a grandi passi. Il corso del ca- mingo corne a Léopoldville e più la situazione della classe possa svolgersi in modo acceleratissimo ... » ( 1) vecchi imperialismi europei ri- pi talisrno russo portava con sé soprattutto in Indonesia: quan- operaia e, nello stesso tempo, Da quando queste righe so- nali »: le possiede già e, con- rnasti a corto di fiato sotto i un bisogno accresciuto di pro- do c'era battaglia, nel Medio O- indebolire i fattori che pesàno duttlvità (5), mentre chiari in- riente corne nel Vietnam, i sulla lotta proletaria eliminanno apparse nella nostra stam- fermato nella loro certezza da- colpi dell'ondata anti-imperiapa, sono passati più di tren- g~i stessi avvenimenti, puë de- listica partita dalla Cina ed e- dizi (Berlino e Budapest) mo- compromessi subito conclusi do le famose « garanzie » cont'anni Ma esse riassumono con dicarsi con tutte le sue forze stesasi gradualmente a tutta stravano l'esigenza di allenta- permettevano il ritorno in for- cesse agli operai e accentuando l'evoluzione in senso convigor~ la storia di questi tre all'e~ecuzione dei .compiti ai l'Asia e al Maghreb, con riper- re almeno in parte la pressio- ze dell'America. · trorivoluzionario dei partiti ne economica esercitata sui saQuanto agli effetti economici . decenni cosï corne descrivono quali fin dalla nascita si è pre- cussioni nell'Africa Nera e nella svolt~ che il capitalismo sta par~to: la lotta ~e: la tras~or- l'America Latina (4). Ma que- telliti. La crisi arnericana della che se ne attendevano, corne cosiddetti operai, la probabidegli anni '60 e la rinasci- I'apertura dei paesi dell'Est, lità che negli anni venturi la compiendo sotto la sferza del- ~azion~ dell~ . cn~i del. œp1~a- sta guerra fredda, circoscritta fine ta econornica europea e giap- essi hanno timidamente comin- Iotta di classe diventi anche · · · t · al · da hsmo m cns1 rivoluzionaria, la crisi alla « zona delle tempeste », ponese segnavano la fine del- ciato a farsi sentire solo a par- un fattore oggettivo della crim .ernazion e sm la lotta per la trasformazione si capitalistica non potrà non ~\ora prevista.. H. n~stro .P~- della guerra imperialistica in imponeva una pressione accre- 1 'insularismo americano e la tire dal 1971. àccrescersi. tito l'!°.n ha. g.umcli, b1s~gno,m guerre civile, la Jotta per la Perciè i comunisti rivoluziotemp; m · cm è cosi facile per- preparazione della vittoria nari che l'avevano previsto dere la bussola, di cereare del- mondiale della dittatura prohanno, corne la borghesia che le prospettive nuove e « origi- letaria. ha finito per convincersene, la chiara coscienza, che la crisi Rëtratto ;sommarüo dei due Sotto · la cappa di piombo verse economie capitalistiche e battaglie che divampano in produttiva del 1975 non è una co~ossa faccla a faccla dell'intesa russo-americana, si portando al massimo la con- campo nucleare, aeronautico, semplice crisi, ma una vera e accumulavano tuttavia · i fat- correnza, spingevano appunto siderurgico, tessile, dell'inforsvolta nella storia del L'America e la Russia si so- lismo per eccellenza. E, una tori che dovevano minarla: in alla crisi produttiva, riducen- rnatica o del telefono. L'alter- propria XX secolo. no ben guardate nel 1945 dal volta divenuti troppo piccoli primo luogo quelli che contri- do nello stesso tempo i mezzi nativa data è oggi: protezio(1 - continua) finire la guerra prima di oc- i limiti della sua zona d'in- buivano alla maturazione della per uscirne senza creare aitre nismo o organizzazione dei cupare - corne è · ovvio - il fluenza per contenere · nello crisi produttiva, il cui primo crisi ancora più gravi finché mercati. Ma che cos'è l'orgaterreno abbandonato dai vin- stesso tempo la sua potenza, grave assalto è culminato nel non si verificherà un sovverti- nizzazione dei mercati, se non ti, ma anche prima di ricon- esacerbata da un nuovo ciclo, 1975 chiudendo il ciclo di e- mento completo dei rapporti il protezionismo, organizzato (1) Le prospettive del âopoguerra in relazione alla piattaforma giungersi occupando militar- . e quelle ritrovate dell'Europa spansione del dopoguerra. internazionali ( 8 ). tuttavia sotto l'egida del più del Partita, uscite nel nr. 3, otmente ·sia i paesî vinti che i e del Giappone, non puè non E' significativo che il ciclo patente, cioè a pro dell'AmeParallelamente, la « crisi del tobre 1946, della rivista « Promepaesi alleati minori: troppo e- manifestare la tenâenza alla produttivo precedente alla cri- petrolio » ha mostrato, da una rica? teo » (ma scritte al finire della rano coscienti della loro mis- conquista dell'intero pianeta. si abbia accelerato la concen- parte, che il deterioramento guerra) e ripubblicate in Per l'orGli altri fattori che spiegano sione controrivoluzionaria di E, beninteso, (corne aveva fat- trazione delle imprese e l'inter- delle ragioni di scambio pote- la resistenza del capitalismo ganica sistemazione dei principi evitare che, sull'esempio del- to la sua borghesia nascente, nazionalizzazione degli scambi; va essere contrastato solo fa- sono di ordine sociale. Bisogna comunisti, pp. 143-144, 1973, ediz. la prima guerra .mondiale, le allorché si era accapparrato cioè abbia spinto a fondo, per cendo leva sulla sproporzione anzitutto ricordare che la cri- Il programma comunista. miserie e la sconfitta provocas- tutto il continente), prima ri- reazione ai segni premonitori ineluttabile fra produzione e si è venuta dopo la fine di quel- (2) Cfr. gli articoli apparsi da! 1947 al 1949 nella nostra rivista sero un nuovo incendio socia- vendicando la Cina, poi divo- della crisi manifestantisi nei materië prime per modificare la che noi abbiamo chiamata « Prometeo » e ripubblicati in le. Ma la conseguenza di ciè rando l'Europa, sotto la ban- conflitti monetari, le tendenze la ripartizione della rendita la « fase eruttiva » del movil'organica ecc.: America, An· fu, necessariamente.. che la lo- diera delle libertà! che, unificando i cicli delle di- fondiaria, e, soprattutto, che mento anti-imperialista; e ri- Per cora America, Aggressione alla Da parte sua, lo Stato russo . ro vittoria fece di esse non sola soluzione ·offerta aveva per conoscere che la borghesia ha Europa, United States of Eurolo le garanti della « pace » im- ubbidisce a una dinamica di· conseguenza un approfondirsi fatto di tutto pet evitare che pa, etc. perialistica, ma le nuove con- versa. E' la concorrenza milidell'abisso fra i paesi ricchi e le due curve si congiungesse- (3) Le prospettive del. dopoguerSTAMPA correnti imperialistiche e le tare che storicamente, da Piei paesi poveri, il cui indebita- ro. E' uno dei segreti della po- ra... e, soprattutto, 1 capitoli: protagoniste del futuro conflit- tro il Grande a Stalin, ha agiINTERNAZIONALE mcnto accelerato aggravava . litica dei piccoli passi kissin- « La possibile guerra futura coto corne sprone ai suoi proto mondiale; (corne prova l'evoluzione re- geriani, in Asia corne nel Me- rne falsa crociata anticapitalisti» e « La guerra futura corne E' uscito il n. 255 - 3/16 diQuai è dunque, la dinamica gressi economici; sono le guercente dell'Egitto) i rischi di dio Oriente. Ma è poco pro- ca crociata antitotalitaria ». cembre 1977 - del nostro quinstorica di questi due colossi re che hanno dati i colpi di crisi finanziarie e sociali. habile che la chiusura di que- (4) Il nostro Partita ha dedicadicinale in francese spinti ad uno scontro storico frusta al suo sviluppo sociale, E' vero che il capitalismo ha sto ciclo addormenti la « zo- to un enorme lavoro al probledall'abolizione della servitù fiineluttabile? le prolétaire resistito relativamente bene a na delle ternpeste » (9). Que- ma dell'integrazione dei fattori no alla rivoluzione bolscevica L'America, potenza industrianazionale e contadino nella proquesto primo attacco della ma-' sta volta, nelle nuove ondate che contiene: le di prim'ordine fin dall'inizio passando perla rivoluzione delattia. Ouali sono i fattori che sociali, i proletari del Terza spettiva marxista, specialmente mocratica del 1905. Ora, que- A bas les mensonges rédel secolo, favorita da condil'hanno aiutato a superarlo? Mondo si porteranno sempre dal 1953 al 1960, con un insieme formistes! Lutte de classe di testi che vanno da I f attori zioni geografiche (immenso ter- sta dinarnica rnilitare è accenPrima di tutto, la patente più in prima fila, con i loro di razza e nazione nella teoria ouverte! tuata sia dalla continentalità ritorio fertile e comunicazioni - Du Caire à Tripoli unificazione del sisterna finan- interessi indipendenti di clas- marxista, ora disponibile nelle facili}, storiche (paese nuovo della Russia, che esige la ·crea- Evolution des rapports inziario internazionale nelle ma- se, in un contesta in cui si va edizioni Iskra, Milano, 1976, a. zione di baluardi militari oltre che ha capitalizzato le miglioterimpérialistes depuis la ni dell'America. Essa ha con- · ognor più sbiadendo l'aureo- . L'incandescente risveglio delle i confini e la protezione degli ri energie dell'Europa), stradernière guerre « genti di colore » nella visione sentito, da un lato, di far fron- la rivoluzionaria delle classi accessi ai mari, sia dall'imrnentegiche (insularità, solo Gran- Salut aux prolétaires d'Amarxista. borghesi una volta raggiunto te ai giganteschi trasferirnenti sità del territorio, che le ha mérique latine de Stato sui proprio continen( 5) Cfr.. il nostro Dialogato coi di proprietà del capitale susci- il traguardo dell'indipendenza - Bonnet blanc et blanc bonte), è divenuta, grazie alla pri- finora impedito di condurre tati dalla crisi del petrolio, politica. Anche qui, le som- morti, a proposito del XX conuna guerra su due fronti (Eunet ma guerra imperialistica, la gresso del PCUS. mantenendone, la circolazione, masse del Cairo sono l'indizio - La démocratie espagnole prima potenza finanziaria del ropa e Siberia nello stesso tem( 6) Cfr. la serie di articoli appardi un avvenire gravido di lotte tient ses promesses per l'essenziale, nel circuito mondo (corne confermato dal- po) e ha causato il tipico pennel « Programma Comunista », - En Amérique, reprise mobancario tradizionale sotto for- sociali, e il nostro auspicio è sa dolarismo della politica dello nr. 1-6 del 1960, con il titolo: la crisi del '29) e, con la serose et malais social ma di petrodollari. Ma si po- che il loro sviluppo venga ab- La « âistensione », aspetto recencçnda, un imperialismo onni- Stàto nazionale russo. - Syndicats, luttes ouvrières: trà a lungo termine evitare bastanza presto per agire co- te della crisi capitalistica. La dorninazione russa sulUna révolte contre l'admipresente dagli appetiti insaziache queste crisi si trasformino rne fattore di approfondimen-. (7) Cfr. il Cours de l'impériali1' Europa (e fino al 1948 sulla nistration (PTT) et ses vabili ed acuiti dalla vertiginosa in esplosioni finanziarie, se il to della crisi capitalistica. sme mondial nella nostra rivista lets - A Lyon-gare, la CFDT espansione, durante il conflit- Manciuria) è dunque non demarco o lo yen raggiungeran« Programme communiste » e, in poursuit son ménage ReBisogna inoltre tener ' conto terminata soltanto dalla polito, della sua macchina produtparticolare, i nr. 67 (luglio '75) no l'autonomia alla quale sonault Billancourt: les bondell'enorme ritardo della curriva. Le sue ambizioni non si tica di costruzione di baluar- · e 72 (dicembre '76). zes au secours du patron no spinti rispetto al dollaro? Ilmitano aile antiche mire bri- di militari, destinati in origi- La manifestation contre (8) Cfr. « Programme communiL'unificazione del sistema fitanniche sul continente euro- ne a proteggere il paese roviles mesures Stoléru: Les ste », nr. 64 dell'ottobre '74. nanziario ad opera dell'AmeriE' a disposizione il nr. 1 peo, ma sono di divorare I'Eu- nato contro un'America potenouvriers se battent, Je ré(9) Cfr. Il ciclo del « risveglio ca ha permesso d'altro lato di dei te, munita della bomba atomiformisrne déserte, le cenropa fino agli Urali, corne tedell'Asia » si è chiuso solo per. ritardare la crisi commerciale « Quaderni del Programma Cotrisme sabote stlmoniano i piani di finanzieri ca, · ma anche dal bisogno irriaprirsi su un piano più alto nel munista » contenenté e tariffaria aperta, tramite la - Terrorisme: notre réponse nr. 9/1975 del « Programma cotipo Wallace sognanti di « com- refrenabile di ridurre, per neà la campagne d'intimidamanipolazione dei tassi di cammunista » e Le volcan du Proprare » la Russia corne l' Ame- cessità di concorrenza militaIL MITO DELLA « PIANIFItion bio e la costante rivalutazione che - Orient nel nr. 223, giugno CAZIONE SOCIALISTA » IN rica stava per comprare l'In- re, il ritarâo economico di un - Les leçons de la Révolution del marco e dello yen dal 1971 1976, di « Le prolétaire». RUSSIA ghilterra e tutta l'Europa (2). imperialismo ancora regionale, d'Octobre in poi. Malgrado tutto, perè, ( 10) Cfr. Ancora su crisi e rivorispetto all'America già impea L. 500 L'America è dunque, e alla - Notes luzione, nel nr. 10/1975 del « Prola guerra commerciale è ora fine della guerra appare corne rialismo planetario, mediante gramma comunista ». cominciata: basti pensare aile tale in chiara luce, I'imperia- il saccheggio di paesi econo- La crisi del 1975, preparazione di crisi più profonde IL PROGRAMMA COMUNISTA pagina 4 N. 23 - 17 dicembre 1977 CRONA.CHE INTERNAZIONALI GIU' LE ZAMPE DALL' AFRICA CONT·RO L'INTERV·ENTO FRANCESE N·EL ·SAHA.RA! CORNO D'AFRICA CONTRASTI INTERIMPERIALISTICI E ASPIRAZIONI AUTONOMISTI_CHE Dopo l'intcrvento militare nello Zaïre tramite il ceano Indiana); incremento delle [orniture d'armi Marocco, l'attivitè. militare dell'imperialismo [ran- e dell'appoggio militare al Marocco e alla Maurita. cese in Africa non ha cessato - osserva 11 nostro nia; messa in stato di allarme di truppe â'intervento (15.000 paracaâutisti e 7.300 marines, per tacere « Le prolétaire » - d'intensificarsi. Rafforzamento dell.à.presenza militare net Ciaâ per vigilare sulle del loro supporta logistico); potenziamento degli tcontinuz: dai numeri. · precedenti) ;;one strategiche del Sahara (corridoi di comuni- eff ettivi nella base [rancese del Capo Verde ne! Se diciamo che 1~ compar- mano), il più antico raggrup- te o nolente, caratteristiche etcazione nord-sud e est-ovest, riserve di caccia ura- Senegal e riauivazione della base di Atar in Mait ritania; il tutto accompagnato da espulsioni di re- sa sulla scena strategica mon- pamento secessionista con al- niche e 'religiose imposte dalniîere del Niger); rafforzamento · del âispositivo siâenti nel Sahara e di militanti marocchini con- diale del Corno d'Africa e quin- l'attivo due province contrai- la natura di tali movimenti (2). militàre a Gibuti per « preservare l'inâipenâenza (lella gim:ane Repubblica di [ronte ai suoi potenti tro la guerra di annessione conâotta âai loro pae- di il conseguente intervento late, Barka e Gash, più una II terzo movimento secessiovicini » presi net turbine della guerra (leggasi: per si e da una campagna sciovinista contro l'Algeria delle grandi · potenze hanno parte della Dankalia sui mare, nista (FLE-FPLE) è stato creapreservare gli interessi ·strategici [rancesi nell'O- che sostiene il Eronte · Polisario. contribuito in grande misura praticamente legato al Sudan to nel 1976. direttamente dal.... alla recrudescenza della guer- e all'Arabia Saudita, che gli l'Arabia Saudita e controlla Il conflitto sahariano, che ma- tata tale, che Giscard ha potuto rivendicarne l'appartenenza alla riglia, · ciè non significa affat- forniscono aiuti massicci e «. o- una piccola zona nella provinturava da tempo, è infine scop- permettersi di dimenticare, in nazione marocchina! ); e nella lo- to che neghiamo ad essa, e in spitalità » sui proprio territo- cia di Barka a ridosso del conpiato con il ritiro della Spagna un discorso, che essa possiede ro lotta contro il colonialismo genere alle questioni nazionario ( 1 ). D'altra parte, il secon- fine sudanese: alleato con il dal Sahara occidentele, oggetto un « govemo », secondo I'etichet- spagnolo,non hanno trovato l'ap- li che sono sul tappeto nella do .movimento secessionista e- FLE nel tentativo di Iiquidare pogio dell'Algeria se non alla vi· dell'ingordigia . dei vicini; Maroc- ta internazionale, e ha parlato co, Mauritania e Algeria, e, più solo delle « autorità di Nouak- gilia della firma degli accordi di regione, un valore reale. E' pe- ritreo, il FPLE, pur essendo il FPLE, è Iargamente finanziato anche dalla Libia. Questo da lontano, . della Francia. Inol- chott » di coloniale memoria ... Madrid del novembre 1975, chc ro difficile che, persistendo ostile agli « stati arabi reazioE, in tutto questo, le popola- assegnavano il territorio al Ma- l'attuale situazione, esse non nari » e pur dichiarandosi con- intreccio di complicati interestre, il Marocco rivendica da sempre la totalità dei territori situa- zioni saharoui.es? Esse hanno già rocco e alla Mauritania sotto scivolino sempre più sui ter- trario a discriminazioni razzia- si, che fa andare a braccetto ti grosso modo a ovest dell'8° condotto magnifiche lotte con- l'alta protezione della Francia. reno di colora che attualmenli e religiose, non puè fare a Sudan e Libia, Arabia Saudimeridiano, territori che si esten- tro i colonizzatori spagnoli e Fino allora, infatti, Boumediènne te fomiscono aiuti ed armi fin- meno dj utilizzare il territorio ta e Iraq, nemici per la pelle dono fino al Senegal e compren- francesi; hanno poi lottato in- era troppo impegnato a cercar gendosi amici, mentre in real- del Sudan ( che permette libe- fuori dalla zona, fa poi capo dono non solo l'ex Sahara spa- sieme alle popolazioni del Sud di ricevere la torta sahariana tà sono i peggiori nemici, porro passaggio a tutti i movi- agli Stati Uniti, che proprio gnolo, ma la Mauritania e la marocchino contro la monarchia dalle mani di Franco e ad accorregione di Tindouf, ora sotto sceriffana ( il che offre ad orga- darsi per la sua spartizione con tino la bandiera a stelle e stri- menti senza distinzioni) ed è nel Sudan hanno il loro micontrello algerino. Dai canto suo, nizzazioni marocchine d' « oppo- Hassan, fratello dichiarato in Al- sce o siano gli usurpatori di a maggioranza tigrinya, quin- gliore alleato del continente quella rossa. ln ogni caso, la di cristiana, riunendo, volen- (3). (continua a pag. 5) l'Algeria, punta, se non per an- sizione » un . falso pretesto per lah... prospettiva rivoluzionaria puè nessione almeno per sottomis- . sione, ad uno sbocco sull'Atlanessere rinviata, mai esclusa !!!Il V t) E - ~ h1M.<.ao.o.:ko.. Etofl'U' Una pressione politica accresciuta tico, onde sfruttare le ricchezze âefinitivamente. L'intervento 51 FPLE-F~Porce.a..t L;~En..~ della regione di Tindouf e, sosulla classe operaia massiccio delle grandi potenprattutto, per ostacolare i dise!li!!! FPLE/FLE - " ,, + r~ ro,...IA.,,; E,i,:IN., ze nello sviluppo degli esercigni di Rabat che romperebbero a ti ·e le guerre combattute an8J î= LE - fnotk l.~~.-. E""-t.e.... cese di preservare i suoi inteIn assenza di una consistente · suo danno l'attuale equilibrio del i1iJ j:L PT - f~ l.~. f~t.o T,·~ Maghreb. La Mauritania infine lotta sociale nella metropoli, che ressi in Algeria e, se il vento do- che per loro conto si aggiunè spinta dall'incubo della sua avrebbe potuto aiutarlo ad al- mani volgesse a Nouakchott, in geranno al conta sanguinoso ~ f LS o - +~ l~. 501<,<a.t,o. Ow.J.,. eliminaziene come stato ad ope- lentare la morsa in cui si trova, un nuovo Stato delle sabbie, a che questa società dovrà para del Marocco. Questo per quan- il movimento di indipendenza costo di tenere in sospeso Da- gare. La condizione per noi to riguarda i vicini diretti. Ma sahraoui ha tentato di stabilire kar con la sua rivendicazione essenziale; cioè la creazione non si deve dimenticare la Fran- una federazione con la Maurita- della Mauritania nera ... Il mini- del terreno migliore per lo svinia. Poi, caduta quest'ultima nel- stro degli affari esteri algerino · cia, che ha interessi Imperiaïisti in tutti questi paesi contem- l 'alleanza franco-marocchina, era Bouteflika si limita dunque a luppo delle lotte di classe nelporaneamente e non puo non es- concepibile che chiedesse il ve- sollevare il velo su un angolino l'ambito della prospettiva rivosere interessata aile sorti del nefico appoggio dell'Algeria, il di verità, quando chiede alla luzionaria, mondiale, puè veSahara ex-spagnolo, anche a pre- solo Stato che possa aiutarlo a Franeia, che pure aggredisce let- rificarsi anche per il maturare scindere dalle enormi ricchezze lottare contro il Marocco, in tertümente tuua la regione, di in- di situazioni suscitate da evenquanto •vi trova - e finché vi tro- tervenire come « moderatrice ». ti esterni. Dato e non concesdi quest'ultimo, · va! - un iateresse diretto per ( dichiarazione a « Le Monde » so che venga soffocata la posOra, Je rivalità fra Marocco e del 12.11)! · AlgeTia permettono alla Fran- innumerevoli ragioni economisibilità di un cambiamento raln ogni caso, il vero risultato dicale cia di giocate salle due tastiere. ehe, militari, strategiche e sociaper mano delle forze li, ma inutile dirlo, tutte borghedegli avvenimenti attuali sarà il non ha interesse a un grande Marocco, che potrebbe mostrar- si e interessate e ben poco so- ritorno in f orze dell'imperialismo nazionaliste ostacolate sulla si troppo indipendente nei suoi cialiste, malgrado le proclama- francese in una Mauritania che via dell'autodeterminazione, la confronti, e a maggior ragione zioni della sua propaganda. uffi.. non ha' altra soluzione che di ac- concentrazione di mezzi che terne un'estensione · della zona ciale contro i pericoli che minac- cettare questo corso per difen- segue alle « attenzioni » di un d'influenza dell'Algeria, paese che cerebbero « le conquiste della ri- dersi dall'inopportuna presenza paese imperialista lascia codi 1.000 soldati marocchini. di munq ue il proprio segno in un ha già turbato i suoi interessi voluzione». In queste condizioni estrema- guardia alla ferrovia da Zoué- aumento dell'industria, del. caimperialistici, e, per di più, sta e dal falliper cadere sotto l'influenza eco- mente sfavorevoli per le masse rate a Nouadribou pitale, dei traffici, delle costrunomica degli Stati Uniti, .anche più sfruttate, che partecipano mento provocato dalla ,guerra. In tutti i paesi interessati alla zioni: insomma, accresce la se cerca di compensare questo senza secondi fini alla lotta arspiacevole destino con strizzati- mata per la sopravvivenza, han- spartizione della regione, dal consistenza del proletariato. ne d'ecchio in campo militare . no potuto assumere senza diffi- Marocco all'Algeria, e dalla MauIn mancanza o di un'unione alla Russia, Soprattutto è la Mau- coltà la guida della loro lotta i ritania alla Franeia, le dispute volontaria o di una separazionotabili e le caste tradizionali, significano una pressione politi- ne per via rivoluzionaria, o, ritania la chiave del dispositivo strategico francese in tutta la che si travestono di moderni- ca accresciuta sulla classe ope- meglio ancora, di un'unione otregione, a parte la disgrazia per smo solo per limitare la lotta ad raia. In Francia, essa va di pari questo piccolo paese di posse- uno statuto politico negoziato a passo con un'esaltazione del mi- tenuta per via rivoluzionaria, dere le ricche miniere di ferro costo di mille compromessi, co- litarismo e dell'imperialismo e la soluzione mena gravida di me dimostra il passo compiuto con un appello ai proletari a con- conseguenze per lo sviluppo Dopo l'assassinio in prigione 2) Finanziari: 11 miliardi di di Zouérate che, anche « nazionalizzate », restano cosï care al- in settembre a Madrid da un siderare come nemici i loro· fra. delle lotte di classe è il for- del leader negro Steve Biko, franchi [francesi] di investiJ' « indipendenza nazionale » del- ernissario del Polisario per mer- telli di classe stranieri, in par- marsi del proletariato in uno il governo sud-africano ha vie- menti per la Gran Bretagna, la... France éternelle. Le sue vel- canteggiare con l'ambasciatore · ticolare i lavoratori algerini, ;I stato unitario; formazione che tato due giomali e diciotto or- più di 7 miliardi per gli USA, leità . d'indipendenza dalla Fran- del Marocco un'intesa sulla pelle che rappresenta un rischio di di- sarebbe invece impossibile in ganizzazioni ostili all'apartheid. 4 miliardi per la Francia nel visione crescente dei ranghi opecia proprio mediante la nazio- della M~uritania. Gli arresti si moltiplicano da 1974 », incalzava « J'informe » una frammentazione destinata, rai e quindi di minor resistenNon saremo noi a dolerei, tutnalizzazione di queste minière e l'uscita dalla zona del franco al- t'altro, che il Polisario abbia mi- za a~li attacchi della borghesia. con ogni probabilità, ad avve- 'allora giorno per giorno in del 7.XI. 3) Strategici: a causa, fra l'epoca di Pompidou non hanno rato giusto attaccando nel punto 'Perciè, in tutti i paesi interessa- nire all'insegna del controllo quella che « Le Monde» del 21 ti, la sola posizione realmente dell'uno o dell'altro imperialiottobre chiamava un'ondata l'altro, della via del petrolio. resistito al fascino dei fosfasti debole, la Mauritania, e svelandi repressioni di un'ampiezza Tutti sanno .che, prima o poi, di· Bou Craa e di- una espansio- do al contempo che il suo inter- comunista e lnternazioruüista è la smo (dati i repentini cambial'imperialismo lotta contro le rapine e I'oppresne territoriale. In realtà, la sua locutore reale menti di fronte a sltuazioni senza precedenti da quando, la .supremazia bianca nell'Asione della « propria » borghe. alleanza a sorpresa (soprattutto francese.· In compense, quest'ulcosi fluide). Non è un caso che, nel 1960, il Congresso naziona- frica australe finirà. Gli ultisia, anche nella piccola Mauritaper Boumedienne!) con il Ma- timo non sarebbe se stesso se nia in cui il giovane proletaria- di tutte le formazioni milita- Ie africano venne messo fuori mi avvenimenti provano, se ce rocco per queste sordide ragioni rinunciasse alla sua criminale to deve anche difendersi dalla ri, la UDE (Unione democralegge, e che va ben oltre que- ne fosse bisogno, che i bianstrategia, la cui chiave è il managgravava di rimbalzo il rischio sti episodi clamorosi di vio- chi dell'Africa del Sud non tolpiù forte pressione dell'imperia- tica etiopica, non secessionidi un'annessione, data l'esisten- tenimento in vita di uno Stato sta) sostenuta dal Sudan e dai lenza e di terrorismo. lerano alcuna opposizione, nepza di una frontiera comune. E ai suoi ordini, fuori dall'orbita lismo francese. Ma la maggiore responsabilità regimi arabi « reazionari », sia Di fronte a questi « attenta- pure moderata (o, corne io chi se non il capo della banda, sia del Marocco che dell'Algeria, e i'imperialismo f rancese, poteva che percio non ha finora alcun politica ricade, perché sono nel quella ':he dispone di maggio- ti ai diritti dell'uomo », le me- Rhodesia, cercano di « comin queste condizioni preservare interesse a riconoscere il Poli- cuore della [ortezza nemica, sui ri mezzi e che controlla la piu tropoli imperialistiche hanno prare » quest'ultima per vaniil fragile Stato dagli assalti del sario, almeno finché puè sperare proletari francesi. Essi facilite- vasta area di territorio, tre preso il tono virtuoso. di chi ficare gli sforzi dell~ correnti suo intraprendente vicino.? Co- di far sopravviere il regime di rebbero notevolmente il compl- grandi province corne il Be- ha la coscienza a posta. Wa- radicali, e dare un'apparenza to dei Ioro fratelli del Maghreb, sï l'ingenua Mauritania, che, an- Ould Daddah. progressista al regime di pregemder, il Tigrè, e il Goggiam. Solo tenendo presente questo e possono contribuire alla salda- L'UDE stata formata solo nel shington si è indignat-a per la dominio bianco: suffragio unicora I'anno scorso, credeva di « soppressione della libertà di tura dei reparti internazionali poter evitare un rafforzamento complesso gioco d'interessi condei legami militari con la Fran- traddittori, dagli equilibri insta- della classe operaia alla sola con- l 975 da ex latifondisti, da mi- espressiope per i portavoce versale si, ma ·esercito, polizia cia richiesti con insistenza da bili che rischiano sempre d'es- dizione di accogliere l'intervento litari oppositori del Derg e da delle aspirazioni dei Neri del- e tutto il resto bianchi! ): « è francese nel Maghreb corne un reazionari d'ogni sorta, ma è 1 'Africa del Sud »; Londra ha all'insurrezione e alla guerra Parigi, si vede condannata sen- sere alterati a causa dall'indocivile - dicono quindi (cfr. za contropartlta al rispetto de- mita decisione dei combattenti appello alla lotta intransigente già la formazione maggiore. deplorato . misure « contrarie lo stesso « Le Mondé ») - che gli accordi militari del 1973, in saharouis, spinti alla rivolta dal- di classe contro il proprio irnpeai nostri più cari ideali di IiAnche il FLE (Fronte di Libeseguito agli attacchi sahraouies. la pressione implacabile del con- rialismo e i suoi lacché oppor- razione dell'Eritrea, mussul- bertà individuale e di parola »; la cecità di Vorster e dei suai centrarsi di appetiti rivali sulla tunisti. . E la sua dipendenza è ridivenParigi ha accusato il governo amici rischia di condurre gli loro terra, si puè comprendere di Pretoria di colpire « una avversari dell'apartheid ». Si il dramma attuale. E' questo volta di più coloro che lotta- tratta dunque, per i grandi imstesso gioco che spiega perché no per la giustizia ». Oh, i perialismi, di non ipotecare la pressione militare francese suiSegnaliamo la nuova brol'avve_nire. Ciô spiega la comcuori teneri ! la regione si accompagni ad un chure in lingua [rancese balletto diplomatico fra tutte le In realtà, gli uni se ne in- media ahe si sta da qualche capitali, balletto in cui Parigi cer•, Qu'est ce .que le socialisme? fischiano quanto gli altri del- mese recitando sulla scena inca di approfittare alternativarnenla giustizia. Temono per i 10° ternazionale. ovvero: Socialisme scientifite delle minacce marocchine di eIl 24 ottobre, Carter dichiaro interessi: que contre socialisme national sercitare un diritto di prelazione A. Bordiga . rava: « Ci sono diversi tipi di algérien, in vendita a L. 600. 1) Economici: « L'Africa del su Tindouf e della retorica anI FATTORI Dl RAZZA E NAZIONENELLA sanzioni possibili: quelle conUn fascicoletto Che cosa ditimonarchica dell'Algeria. Ma esSud è il primo produttore del TEORIA MARXISTA stingue il nostro partita apso spiega anche l'atteggiamento monda occidentale per il pla- tra gli invii di armi, e quelle [ pp. 176, L. 2.800 l. parso in Iingua araba, mendell'opposizione francese di sitino, il secondo per i diaman- di natura economica ».Mail 31 L'importante studio del 1953 è articolato in tre sezioni; lJ tre esigenze di propaganda e nistra, socialimperialista, che, ti, il terza per l'uranio e il cro- ottobre gli USA · (assieme a · i rapporti fra riproduzione della specie e organizzazione econoagitazione fra lavoratori emimentre dà al governo tutti i mezGran Bretagna, Francia, Germo - ricordava « Le Matin» mica (con alcuni capitoli dedicati alla trattazione staliniana grati hanno Imposte la difzi politiei per accrescere il bilanmania federale e Canada), op, sulla linguistica), 2) il peso dei fattori nazionali nelle diverse dell'l.XI -. Il sottosuolo afrifusione dei primi nostri vodo militare e perfezionare il diponevano ' il veto a· tre risoluepoche storiche, 3), i compiti del proletariato moderno ne! corcano racchiude praticamente i lantini in lingua turca. spositivo logistico delle truppe so del processo di sistemazione nazionale europeo. t, e quarti delle riserve occi- zioni di paesi africani a favod'intervento, finge di indignarsi lnoltrare le richieste diretta,nente alla Iskra edizioni, via SottosÇrivete per la nostm dentali in oro cromo, platina re dell'embargo obbligatorio per la politica ostile al Polisario. Adige 3, 20135 Milano, versando l'importa dell'ordinazione sui Stimlpa lnternazionale Solo un atteggiamento simile puè e manganese »· conta corente postale numero 10243202. permettere all'imperialismo franè IPOCRISIA DELL'IMPERIALISMO NEI CONFRONTI DEL SUD· AFRICA è è iskra edizioni è Il PROGRAMMA COMUNISTA · N. 23 - 17 dicembre 1977 pagina 5 CRONACHE INTERNAZIONALI GIU' LE ZAMPE DALL' AFRICA CORNO D AFRlCA 0 CONTRASTI INTERIMPERIALISTICI E ASP'l,RAZIONI 'AUTONOMISTICHE (continu.a da pag. 4) L'unico movimento che non abbia appoggi di sorta il ë ,-. \ PRPE (Partite Rivoluzionario del Popolo d'Etiopia), organizzazione urbana di intellettuali e studenti, con appoggi tra .gli eperai e tra la piccola borghesia civile e militare, Il PltPE, non è certo un caso, è l'unico movimente contro eui la represstone militare si sia accanita fi.no a raggiungere il risultato di decimarlo attraverso un vero e proprio massacra culminato nelle uccisioni di maggio ad Add,is Abeba. Allo stato dei f atti non ci sembra di poter affermare che l'ipotetica vitteria di uno dei movimenti secessionisti eritrei possa rappresentare un vantaggio per le prospettive rivoluzionarie (anche se, come abbiamo già osservato, scuotono cbiettivamente alle sue basi il . mostruoso ediâcio medievale delle stato etiopico, spudoratamente definito... socialista); nessuno, inoltre, . ha possibllità reali di coinvolgere strati importanti della popolazione fuori dalle province lontane dal cenfine sudanese e i tentati.vi · di eliminarsi a vicenda pongono su di essi un'altra pesante ipoteca, L'unico movimeilto coerente con le proprie finalità e basantesi sulle proprie forze (se con questo si Intendono anche i . volontari somali gîunti da Mogadiscio) è il FLSO (Fronte di Liberazione della Som.aJia Occidentale), che ha. lo scopo dichiar~to di ricungiungere l'Oga.dtn ~ So- rnalia per uniâeare tutto il ter- ritorio abitato dal popolo so- rnal() .fi.no al Nord-Est kenyota. Lf' t t· l f 1 rf 1 .1 ~. >. . ;~ r -. La posizlone della Somalia è . lineare: quella dell'Etiopia, non riconoscendo il diritto . all'aurodeterminezione degli Erit_rei e dei Somali senza avere la forza di mantenere lo Stato u-. nitario con l'autorità di misure atte ad eliminare il residuo feudalèsimo, è insostenibile anche dal punto di vista pratico. « Noi comunisti », scriveva Lenin, « siamo contrari ad ogni nazionalismo e sosteniamo il centralismo democratico. Siamo nemici del particolarisnw, siamo convinti che, a parità di. tutte le aitre coadizioni, i grandi Stati possono assolvere molto meglio dei piccoli Stati i .compiti del progressa economico e i compiti della lotta del _ proletariato contra la borghesia. Ma noi apprezziamo soltanto i legami fondati sui libero accorda e non sulla violenzs: · Dovunque esistono rapporti coercitivi [ra le nazioni noi, pur senza predicare dmmancabilmente la separazione di una data nazione, dif enâiamo pero energicamenie incondizionatamente il diritto di cia- delle nazionalità soggette all'ex impero; anzi, ha intensificato le. operazioni militari (con esito disastroso, com'ë naturale in simili condizioni) contro di esse; sul piano della questione agraria, le riforme promesse si sono rivelate cosi timide e, soprattutto, incapaci di toccare i privilegi della potente chiesa etiopica, che il governo non è riuscito nemmeno a varare quella mobilitazione popolare degli Abissini in cui riponeva le ultime- speranze di contrattacco. Il risultato è che, mentre la Somalia richiama decine e decine di migliaia di profughi ( centinaia di miglia, seconde il segretario del Partite soc. riv. somalo), l'Etiopia li rigetta sia verso la Somalia, sia verso il Sudan, dove sono giunti circa 140.000 Eritrei nel 1975-76. Per ammissione dello stesso governo, dieci province su· quattordici sono in rivolta contro i militari, mentre le maggiori città (sette) dell'Eritrea, del Goggiam, e del Begemder meno Asmara e Massaua, sono controllate dai guerriglieri. Non è possibile, allo scadere della centraIizzazione sclerotica dell'impero, evitare scontri violenti, in una società in .cui le distinzioni di classe seguono spesso distinzioni . etniche, per cui si hanno alleanze od ostilità tanto automatiche. quanto incostanti al mutare delle situazioni, tra l'aristocrazia amhara e . la piccola borghesia Galla, tra entrambi e i nilotici Baria nel Derg, ecc. I..'unica. soluzione per i popoli del Corno d'Afrlca (e non solo per quelli) è la prospettiva rivoluzionaria; la sola che abbia il potere, affiancando il . proletariato mondiale alle nazionalità in cerca di definizione, di· legare i popoli senza coercizione ·violenta. .· L'Internazionale parle chiaro: autodeterminazione incondizionata, e costituzione di repubbliche federative. L'adesione volontaria ad uno Stato federativo centralizzato, non puè tuttavia prescindere dalla possibilità di offrire una prospettiva ai popoli economicamen- scuna nazione all'autoâecisione politica, cioè alla separa- . zione». Peri falsi rîvoluzionari, è impossibile capire questa impostazione dialettica del problema nationale: le parole di Lenin non appartengono al passato, ma sono vive ancora oggi. La Somalia, nata dall'unione dell'amministrazione .âduciaria Italiana e del protettorato britannico, aiutando i ribelli dell'Ogaden si è già attirata le simpatie del Nord-Est kenyota e di Gibuti, riassumendo in së, da una parte, I'arroganza di una piccola poteaza ben armata tendente ad annettersi territori, dall'altra la veste di nucleo centrale di una Nazione smernbrata che . riesce a fungere da punto di riferimento per il resto dei Somali, in virtù - in confronte all'Etiopia - di ana molto meno disastrosa condizione della questione agraria, con alcuni risultati che inevitabilmente di ventano una potente arma propagandistica. L'Etiopia _non ha rinunciato alla repress1one 0 Crout te arretrati. Date un avvenire ai miserabili e agli oppressi, e vedrete se non si schiereranno convoi! Nessuna unione è più salda di quella cernentata da interessi materiali, Se le borghesie degli stati in questione potessero offrire un rivoluzionamento dell'assetto agrario tale da sconvolgere a tappeto gli attuali rapporti in aree in cui la popolazione contadina sfiora la totalità degli abitanti, invece di veder partire i profughi li vedrebbero giungere da altri paesi. Come nell'antico passato, ma con la differenza di porre le basi di uno sviluppo del proletariato e quindi della rivoluzione. La borghesia non ha alternative: il suo potere coïncide con lo sviluppo del proprio antagonista. La borghesia inconseguente, essendo incapace di scegliere almeno la vita gloriosa per preparare la propria fine, grufola al livello dei suoi nemici feudali onnai usciti dallà scena della storia, e costringe il proletariato ad affermarsi attraverso vie infinitamente più lunghe e dolorose. Uno dei primi e più visibili effetti della crisi di sovrapproduzione da cui è afilitta l'economia internazionale è l'acuirsi dei contrasti tra i paesi phi sviluppati, contrasti che si concretizzano in una contlittualità commerciale e tariffaria dai caratteri sempre più evid~nti.Mostra la corda, in tal modo, la prospettiva di una collaborazione trilaterale (Usa, paesi Cee e Giappone) perché ognuno cerca solo di tutelare la propria parte· di mercato, senza preoccu:parsise cio possa mettere in cnsi il, sistema della « libera concorrenza», ricorrendo se necessario a misure protezionistiche. E' questo il caso degli Usa che, di fronte alla competitività ne! Ioro mercato interno degli acciai prodotti nei paesi Cee e in Giappone, hanno raggiunto un'intesa con siderurgia Cee (meglio sarebbe dire the l'ha obbligata) sulla determinazione dei prezzi minimi dell'acciaio, intesa -alla quale dovrebbe aderire anche il Giappone (cfr. Corriere della Sera del 15-11-77). · Di ritorno da Washin~ton,i delegati Cee avrebbëro dichiarato: « Forse potrà essere chiuso per sempre il- capitolo della conflittualita siderurgica fra Europa e Stati Uniti ». Ma questo è vero proprio... al contrario. In effetti, gli Usa, sotto la pressione della confederazione sindacale americana sempre pronta a difendere gli interessi dell'industria nazionale, chiederanno molto probabilmente che il livello dei prezzi minimi sia fissato in modo che sia solo del 5% inferiore ai prezzi interni Usa. « In tal modo dice con stile il giornale . - i margini di manovra · degli esportatori europei sarebbero alquanto ridotti ». In realtà, gli Usa, forti della loro preminenza. mondiale, possono ancora una volta manovrare per imporre il loro interesse a quello degli « alleati », ma resta il problema di vedere per quanto tempo ancora questi (1) Il FLE è finanziato anche dall'Iraq. (2) Il FPLE controlla la piccola provincia di Sahel all'estremo nord del paese, sui mare. Ha effettuato un reclutamento anche tra i mussiilmani ed è il movimento che si è più préoccupato di impiantare una infrastruttura stabile (scuole, cooperative, laboratori, trasporti, ospedali, magazzini, centinaia di Km di . strade, ecc.) pur disponendo di" minori mezzi delle aitre organizzazioni. (3) A proposito dell'azione discreta ma costante degli USAnel preparare un accerchiamento del1 'Etiopia, si noti la pressione eSadat ha tradito! Sadat ha sercitata sui Sudan e sull'Egitto tradito! Cosi hanno esclamato per esaltarne i bisogni comple- i paesi arabi accorsi a Tripoli mentari facendo perno sulle po- per reagire in un fronte comtenzialità agricole immense del- patto alle iniziative spettacola Guezireh sudanese. Il 24 ottobre, alla seduta inaugurale del- lari di Sadat e agli abbracci la sessione comune dei due par- -fra Egitto ed Israele, solo per lamenti seguita al patto di in- dare un'ennesima prova della tegrazione economica, politica e propria disunione. In realtà, militare del '74, 610 parlamen- che cos a ha tradito Sadat? tari dei due paesi hanno scandiLa causa palestinese? Ma to: « lunga vita all'unione fra quanâo mai l'aveva difesa? Non Egitto e Sudan »! è âall'accettazione da parte di Nasser del piano Rogers nel 1970, che data l'ufficiale abbanâono dei palestinesi alla loro sorte? E, negozianâo apertamente con Begin, Sadat non. ripete il gesto di Nasser che stringe la mano a Hussein, il macellaio di Amman? Chi, d'altra parte, fra gli « oppositori » di Sadat, puà seriamente rinfacciargli qualcosa? Assad, forse? Ma non è lui il boia delle masse . sfruttate libano-palestinesi? Arafat forse? Ma non ha stretto a sua volta la mano di Nasser e. di Hussein, poi di. Assad? E l'OLP non è oggi d'ac-· cordo con tutto il mondo ufficiale per disarmare i palestinesi nel Libano del sud, proprio mentre subiscono gli attacchi militari congiunti delle D milizie cristiane e di I sraele? E chi, se non Hassan e Khaled, difendono a spada tra(ta Arafat? E si puà mai credere avranno margini di compatibilità economica e sociale al loro interno per continuare a subire il pesante. intervento protezionistico Usa. Il fatto è che la crisi stessa costringe tutti indistintarnente i paesi capitalistici a comportamenti obbligati (pratica del pro-, tezionismo) e in generale analoghi. E' il caso dell'accusa di « dumping » rivolta dagli Usa ai loro partners europei, e che ricorre sovente nei rapporti cornmerciali di questi ultimi con il Giapoone per tutta una serie di produzioni. Ultima è la denuncia della tedesca Standard Elektrik Lorenz (consociata della I.T.T. americana) nei confronti di alCIJ.ne industrie giapponesi che esportano in Europa cristalli al quarzo piezoelettrici impiegati nella costruzione di materiale ln Italia, Gierek e la Polonia « socialista » hanno avuto in questi giorni una più che buona-stampa. Salamelecchi ad Helsinki e retativa carta dei âiritti, alla coesistenza pacifica e alla non ingerenza negli affari reciproci fra gli Stati con Andreotti e fra i partiti . con Berlineuer, affari con l'industria e sui piano âegli scambi e, a coronamento del tutto, la visita a Paolo VI, « l'uomo - corne ha proclamato il segretario del Partita operaio unificato polacco - ra cui grandezza viene riconosciuta dai contemporanei e che la storia consoliderà e tramanderà ai posteri », soprattutto per i meriti « personali intrarnontabili » acquisiti nel promuovere la pace (cfr. « La Stampa » del 2.XII). La benedizione apostolica non poteva mancare, a chi consi.dera « bene supremo » in Polonia « l'unità patriottica al di là delle differenze dottrinali » e afferma che, in tale quaâro, cià che Chiesa e Stato vogliono è « di operare in comune alla realizzazione dei grandi obiettivi nazionali », alla « felicità della nostra patria ». La Chiesa, ha dunque risposto Paolo VI, « è pronta ad offrire alla -società polacca il suo contributo positivo », con particolare riguardo a quella tutela della famiglia, dei giovani e dei valori morali, che il regime « socialista » di Gierek si propane, e di cui sono senza dubbio aspetti essenziali l'incoraggiamento al commerci.o privato e lo stimolo alla piccola azienda contaâina, entrambi pilastri della fede nell'Altissimo. Del resta, in un paese che vanta d'essere per il 90% cattolico projessante, si pub mai dubitare che « l'unità patriottica al di là delle differenze dottrinali » sia già bell'e realizzata? - DAL . CAIRO A TRIPOLI risse necessario uno sforzu comune di difesa per mantenere la pace e la .sicurezza internazionale » ( « Le Monde » del 29.X); sui piano interna, perché « l'Africa del Sud produce quasi tutie le armi di cui ha bisogno perle.sue operazioni di sicurezza, e dipende dagli altri paesi solo per certe attrezzature avanzate il cui impiego non è normale nelle operazioni antiguerriglia o nella lot ta urbana » («The Economist », S.XI). . Domani, tuttavia, ognuno radiotelevisivo. Secondo questa industria tedesca, la fetta giapponese del mercato Cee salirà dall'8% del '76 al 18% nel '77. E' solo un esempio per mostrare che oggi gli accordi commerciali, a differenza del passato, non Ianno più riferimento che verbalmente ai principi di collaborazione. e libera concorrenza, ma tendono solo a salvaguardare la posizione di privilegio che alcuni stati hanno sui mercato mondiale a svantaggio degli avversari. E' la politica del « si salvi chi puè » che gli Usa interpretano con sempre maggiore arroganza. Gli accordi tra predoni Imperialisti, in effetti, celano og$i una realtà sempre più palpabile: la imposibilità di lasciare immutato lo status · quo internazionale. · E questo, non saranno certo gli accordi a poterlo mutare. ITALIA-POLONIA CON L'APOSTOLICA BENEDIZIONE QUESTIONE PALESTINESE SUD AFRICA (co11tinua da pag. 4) sullè forniture d'armi a Pretoria, del divieto di ogni cooperazione in campo nucleare, e di sanzioni economiche: d'accordo per l'embargo sulle arroi (che anche l'Italietta fornisce), ma niente sanzioni economiche! Ora, tutti sanno che l'effetto di un embargo sulle armi sarà comunque nullo. Sul piano esterno, perché, a termini di un accordo del 1963 fra il Sud-Africa e gli Occidentali, esso sarebbe tolto « se appa- lnasprimento della guerra commerciale . USA· CEE-GIAPPONE sul serio che quest'ultimo si sia « ravveduto » al convegno di Tripoli e che l'ennesima riunificazione dei movimenti palestinesi regga per più di qualche giorno alla prova dei fatti? Sono allora gli « interessi nazionali egiziani » e, più in gerierale, . gli interessi arabi di fronte ad I sraele, colonia dell'imperialismo americano e sua punta di lancia nella regione, quelli che Sadat ha tradito? Ma, anche qui, è stata proprio l'accettazione del piano Rogers quella che ha · preluso al ritorno in forze dell'America nel Medio Oriente, realizzato allo scovpio della guerra del Kippur. E chi puà dire che Sadat cambi politica? Forse Khaled, quest'altro campione della politica americana? Forse l'URSS, cite ha dato il suo avallo alla nascita di I sraele ed ha sempre agito come freno ai movimenti _ radicali arabi? Forse l'Algeria e la Libia, che a Rabat, non molto tempo fa, accettarono di riconoscere Israele, a patto che, reciprocamente, fosse riconosciuto il famoso mini-stato palèstinese, quest'osso gettato alle masse ingannate da tutti; questo comodo alibi per espellere da· tutti i paesi gli scomodi profughi palestinesi; questo Stato-dormitorio; questo bantustan arabo? potrà sostenere, per èontinuare ad incassare profitti in Africa, di aver sottoposto ad embargo le vendite d'armi destinate al paese -dell'apartheid. « Per assicurare l'accesso alle materie prime e alle vie marittime, bisogna, ha concluso , l'anno scorso · I'amministrazione Ford [ma naturalmente alla stessa conclusione sono giunti Schmidt e Callaghan, Giscard ed altri], sostener~ le rivendicazioni di eguaglianza . razziale, nella speranza che i governi neri dell'avvenire nell'Africa australe. siano amici degli Stati Uniti [ quindi della Gran Bretagna, della Francia, · della Germania federale, del- . l'Italia, ecc.]. Una simile politica avrà etf etti positivi in quanta migliorerà le relazioni col resto dell'Africa, mercato potenziale di 200 milioni di persane, e fonte importante di prodotti di base » (Business Week », 14.11. 1977). «Noi detestiamo l'apartheid», ha detto Carter il 24 ottobre. Non abbastahza · per far intendere ragione a Vorster (che del resta ha dalla sua il supremo verdetto delle urne, sia pure riservato solo ai bianchi). E neppure abbastanza per . riuscire a far credere che Carter e i suoi compari europei siano davvero i campioni dell'« Africa agli Africani »! A che cosa, dunque, si deve la levata di scudi degli Stati ostili al vertice del Cairo? An. zitutto, al fatto che l'Egitto riconosca di colpo lo Stato di I sraele, invece di servirsi di questa carta corne mezzo di pressione nelle trattative (quasi che finora per le masse palestinesi, beffate e oppresse da sempre la carta fosse servita a qualcosa!). In secondo luogo, la necessità di evitare o di canalizzare le reazioni chè lo sbocco logico della politica di tutte le classi dominanti arabe e delle organizzazioni ufficiali della resistenza palestinese rischia di provocare fra le ·masse sfruttate arabe e, in prima fila, tra le masse palestinesi, le più · « dannate » di tutte. E che cosa ha spinto Sadat a questa concessione spettacolare, da un lato, e Begin alla risposta sollecita al suo gesto, dall'altro? E' la bancarotta economica dei due paesi, che li condanna i;z cercare la pace per impedire che la catastrofe economica .si trasformi in quella catastrofe sociale di cui le rivolte del Cairo al principio dell' anno han no dato alle classi dominanti un cosi sgradevole assaggio. Egitto e lsraele sono i due paesi del mondo più indebitati in rapporta alla loro produzione, e I sraele in rapporta alla sua popolazione. E nessuna delle misure sedicentemente rivoluzionarie prese in entrambi per risanare l'economia puà riuscire, senza un ta. glio• draconiano nelle spese di . armamento, mentre allé loro spalle l'imperialismo americano e con esso tutti gli imperialismi europei attendono la « pace » per offrire le loro merci contra le montagne inutilizzate di petrodollari e, dal canto sua, la Russia ha bisogno della calma intorno al canale di Suez. La pace! L'ordine! Se la pace venisse, sarebbe ancor più soffocante dello stato di guerra cite infuria da dece11ni, ma aecumulerebbe anche, corne ri· sultato detlo sviluppo della regione, dei formidabili antagonismi fra i diversi Stati, fra i diversi imperialismi, e soprattutto fra le classi, che condurrebbero rapidamente a conflitti ancof più giganteschi di quelli a cui si è assistito fino ad oggi. pagina 6 IL.PROGRAMMA COMUNISTA N. 23 - 17 dicembre 1977 LETTERA DALLA SPAGNA LE DIFRCILI . NOZZE CLASSE OPERAIA E Dai patto d:ell:a Moncloa MOVIMENTO, OVVERO LOTIA CONTINUA alla Generalitat . di Catalogna PRIMA E DOPO Sècondo la « dottrina » oppertunlsta, il sociallismo sarebbe il prolungamento naturale della democrazia, cosicché la Iotta di emancipazione del proletartato avrebbe corne conditio sine qua non la difesa, il rafforzamento e l'estenslone 4ft -quest'ultlma, A . queste principio opportunista, In Spagna se ne agglunge un altro, decisamente reazionarlo: Il principio secondo il quale il proletarlato dovrebbe Iottare per U'instaurazione, media.nte una riforma dello Sta.to centrale, di regimi autonomll sul!Ua base della nazlonalità (soprattutto nei Paesi Baschi e ln Catallogna). ][ due ultbni « grandi successi » della democrazia spagnola il patto della Moncloa e la rlcostltuzione della Generalltat di Cataiogna - rl:velano il carattere demagogico e controrlvoltnzionarlo di queste posizioru., mostrando clamorosamente che na demOC!"&Zia non è che un veicolo della fasclstizzazlone creseente della società capltallstica, e che ! suoi « progressl » eqwvallgono ad una oppressione accrescfuta del proletartate. Il patto della Morrcloa, versione spagnola del « compromesso storico », prova corne là democrazia si adatti sem. pre più aile esigenze di centralizzazione del capitale a tutti i livelli ( economico, politico, sociale), tendendo a trasformare tutti i partiti, siano borghesi od « operai », in strumenti della volontà unitaria del capitale e del suo Stato, E' cosi che tutti i partiti dell'« arco costituzionale » l'hanno firmato: dai partiti « operai » (PCE e PSOE) fino alla « destra » (Alianza Populàr) passando per il PSP e i nazionalismi basco e catalano, oltre, naturalmente, al partito di Suarez, l'UCD. Se le .grandi centrali sindacali non sono state invitate a partecipare all'elaborazione di questo vero e proprio accorâo programmatico, è solo perché « non hanno [ancora] la [orza sufficiente per assicurare un patto sociale », corne dice un industriale spagnolo nel « Cambio 16 » del 18/X. E se avanzano delle riserve puramente [ormali all'accordo, è solo perché si. -avvicinano le elezioni sindacali, e una presa di· posizione troppo favorevole al patto potrebbe far loro perdere voti. Ma, corne scrive « Mundo diario » del 26/X,« al di là delle parole e delle dichiarazioni per il loggione [sic!], il piano economico contenuto nel patto [ ... ] gode nell'insieme âell'appoggio diretto o indiretto di tutte le [orze politiche e dei sindacati più importanti del paese, oltre che delle organizzazioni paâronali ». E lo conforma lo stesso Marcelino Camacho, quando sostiene che « questo tipo di accordo tende a âare alla crisi una soluzione più f'avorevole. Noi vi vediamo traâotte alcune posizloni e lotte delle Comisiones Obéras » (ivi, 18/IX). Da parte sua, Sartorius, secondo violino delle C.O., rivendica « il diritto di controllare i sacrifici operai » ( « Mundo Obrero », 23/IX). Vediamo dunque il contenuto di un accordo che ha ricevuto un appoggio cosi unanime. Da una parte, esso sancisce un brutale giro di vite economico: firmato alla vigilia del grave pericolo rappresentato per la pace sociale dal rinnovo, prima della fine dell'anno, dei contratti collettivi per 5,3 milioni di lavoratori, il patto limita al 20% l'aumento annuo dei salari per il 1978 e al 15% per il 1979, mentre si prevede che l'inflazione superi già quest'anno il 35%, e, dove la pressione operaia riuscirà ad imporre aumenti superîori, ammetterà il libero licenziamento » (cioè senza indennità di sorta) fino al 5% del personalel Inoltre, l'aumento delle spese della Previdenza sociale è limitato al 21.4%, mentre la parte dei medicinali pagati dagli operai aumenterà « per scoraggiare il consumo superfluo [sic] dei prodotti [armaceutici ». Parallelamente, si rafforzerà il controllo sui disoccupati, con il pretesto di evitare gli « abusi » dei « fannulloni », mentre la disoccupazione aumenta di giorno in giorno. I « compensi » offerti ai proletari si riducono ad un aumento miserabile (30%) per i pensionati e alla promessa di estendere il sussidio di disoc(< cupazione ad aitre categorie. Come si vede, ha proprio da guadagnare, il proletariato, dalla democrazia! Ma anche la piccola industria, che la propaganda opI?ortunista presenta corne l'amma della vera democrazia, quindi corne alleata indispensabile della classe operaia, ha il diritto a .un bel regalo, Cosi, per accelerare il « risanamento del mercato », il patto stabilisce il contingentamento del credito, il che condannerà al fallimento generalizzato la piccola industria e spingerà a un'ulteriore concentrazione la grande. I reazionari e ... i maoisti avranno di che Nazïonalô-smi ed « Che la democrazia moderna sia sinonimo di centralizzazione e di rafforzamento dello Stato centrale ai fini della Iotta a morte contro il proletariato, è anche provato dalla concessione dell'« autonomia » alla Catalogna. Seaza alterare in nulla la sua legalità, lo Stato centrale stesso crea nella Catalogna un'istituzione (la Generalitat) le cui attribuzioni e il cui funzionamento sono dettati dal governo di Madrid, il quale nominera il Presidente e potrà annullare ogni decisione della Generalitat, o addirittura sopprimerla « per motivi di sicurezza dello Stato ». Responsabile di fronte al solo governo dello Stato spagnolo, il suo Presidente non sarà che il rappresentante nella Catalogna del potere centrale, e la stessa Generalitat (le cui funzioni non sono ancora state definite) un· puro e semplice organismo amministrativo regionale. La restaurazione della Generalitat è il frutto di una triplice alleanza fra il governo spagnolo, l'« erede » fantasma e cadavere vivente del nazionalismo catalano degli anni '30 - Tarradellas - e i partiti parlamentari catalani dominati dal PSOE e dal PSUC, che, in carnbio di alcune poltrone onorifiche, corne « consiglieri » del delegato di Madrid, hanno fatto proprio I'accordo dettato dallo Stato centrale. -Cosï, sotto l'ala della democrazia, l'antagonismo sedicentemente rivoluzionario fra nazionalismo catalano e centralismo castigliano si cristallizza in un'alleanza fra lo · Stato centrale e tutte le forze politiche borghesi e « operaie » riformiste di Catalogna. Il che dirnostra, da una parte, corne queste ultime riconoscano la propria sottomissione allo Stato spagno- STAMPA !NTERNAZIONALE E' uscito il nr. 8, novembre 1977, del nostro periodico in lingua spagnola . El comunista contenente: - « Estrategia de tension » o tensiones crescientes del capitalismo? · - Los futuros Comités de ernpresa - Las confesiones del Eurocomunismo - Condolencias maoistas - Italia: acuerdo programatico - Por un sindicaltsrno de clasc! - La huelga de hosteleria - El anarquismo, hoy... (continua da pag. 1 i li, ecc. - col fatto che quelli ignoravano « le pot enziatita di autonomia e op posizione di classe insite nella . manifestazione nationale dei metalmeccanici ». Dunque, se per LC non era - corne non è - chiaro il rapporto [ntercorrente fra la caduta di « questo 'governo » e quella di « questa società », una cosa le era chiarissima: la manifestazione avrebbe rappresentato una poderosa spallata contro l'una e contro l'altra, E trovava conferma di questa sua analisi dall'atteggiamento del PCI: nell'articolo del 29 novembre intitolato Gli fa paura, veniva addirittura fuori che la manifestazione era contro il PCI: « Fra tre giorni le vie e le piazze di. Roma brulicherarsno di "corporativi ", " estremisti ", "complottatori '', " teppisti ", "irresponsabili ", "disperati" [ ... ]. Nessun sindacato, nessuna FLM, puo illudersi di poter rappresentare la ricchezza di problemi che si concentrerà in questi cortei ,,. E il PCI, infatti, « lotta forsennatamente contro questa man if estazione ». Il « movimento », dunque mobilitato, ad eccezione degli autonomi, per la manifestazione, diretta, organizzata, dal sindacato. estrema sinistra » I ritlessi di LC sono abbastanza lenti: il 3 dicembre, a lo, e dall'altra corne la pretesa botta calda, intitola in prima opportunista di vedere nei na- pagina: « 200 mila operai, giozionalismi periferici una forza vani, donne a Roma: è stata storica sovversiva non sia che la più grossa provocazione conuna vile menzogna. · tro l'accorâo a sei ». Il conteDi fronte a questa fredda nuto dell'articolo pub essere realtà, una parte dell'« estre- riassunto in questo brano: « E' ma sinistra » ha reagito in per- difficile sostenere che · questa fetta coerenza con i suoi prin- manijestazione abbia rafforzacipî controrivoluzionari. In to la politica sindacale e tancampo maoista, il PTE dichia- to meno quella del PC, come ra che « oggi, di [ronte alle nello stesso tempo non si puô campagne di stampa miranti a aff ermare che in essa prevascreditare il Presiâente Tarra- lesse un punto di vista comudellas [ ... ], è necessario dargli ne, omogeneo, chiaro, contrap.la nostra fiâucia e il nostro posto a quello sindacale ». Il appoggio affinché' l'unità di tut- fatto « molto importante », olte le iorze politiche catalane tre alla « provocazione conper la Generalitat e intorno tro l'accordo programmatico », al suo Presidente possa prevache il movimento e la claslere » (Union del Pueblo », 22/ se operaia si sono uniti, E' il X); il suo alter ego, l'ORT, ve- « risultato più ricco per i prosde negli accordi « una piatta- simi mesi ». Su quali obiettivi f orma per · anâare avanti » si sono uniti? L.C. non ce lo ( (< En Lucha », 6/X). In campo dice, accordo a sei a parte; trotskista, la LCR chiama « i ma chiunque pub andarseli a lavoratori di tutto lo Stato leggere nelle proclamazioni dei spagnolo e le loro organizzarappresentanti riconosciuti delzioni [cioè PCE, PSOE e sin- la classe operaia, i sindacalisti. clacati ufficiali] ad appoggiare Ma già in questo articolo incondizionatamente la lotta fanno capolino le perplessità: della Catalogna [ ?! ] per la so- in una parte si legge, dopo la vranità piena e totale», e cosï descrizione delle combattività capitola senza conâizioni di degli operai dell'Italsider: fronte al nazionalismo, per poi « c'è da chiedere corne potrancontinuare allegramente a trot- no mai licenziare questi opeterellare dietro i partiti oppor- rai ». In un'altra si legge che tunisti invocando una mobili- « mentre si chiudeva la manitazione di tutto il popolo » a f estazlone altri operai, quelli favore di un « autogoverno » dell'Unidal, si trovavano sotto catalano presieduto dal bino- il ministero del lavoro e li il mio socialdemocrazia-euroco- governo conf ermava il licenmunismo, pilastri del centrali- zlamento »! Altrove si descrismo iberico. A coronamento ve la « capacità di controllo » del tutto, la LCR propone una del sindacato che ha impedito Costituente catalana per rifor- ai partecipanti di rendersi conmare lo Stato borghese, tra- to che esso aveva lasciato alla sformandolo in Stato [ederalel ln campo spontaneista, la stessa solfa: l'OIC dichiara che concreto di Euskadi e dello sta« la Geralitat recuperata [sic!] tuto di autonomia ») ( « CNT », ... esprime una vittoria della sett. '77). Cosi gli anarchici, che negano la lotta nazionale lotta autonomista del popolo catalano » e, pur definendo li- quando ha un contenuto rivomitata questa vittoria, si schie- luzionario (anche se borghese), ra per la difesa di un « Consi- corne nel secolo scorso in Euglio Provvisorio della Genera- - ropa o nelle contemporanee litat costituito dai partiti di si- lotte anticoloniali, si erigono nistra della Catalogna » ( «Mun- a difensori del ·« principio di do Diario », 2/XI). Anche l'a- nazionalità » proprio dove esnarchica CNT, nella sua cor- so è diretto esplicitamente sa all'adattamento aile esigen- contro il proletariato! * * -.·r ze fondamentali della politica La preparazione rivoluzionaborghese, si è creduta in dovere di rinunciare a tutti i suoi ria del proletariato esige dunprincipî sulla questione nazio- que una lotta senza quartiere nale dichiarando che « non si contra la democrazia borgheopporrà al fatto che, in vir_tù se, la riforma democratica del-, di questo movimento [naz10: lo Stato borghese e gli agenti nalista] di reazione a 40 annz « operai » della borghesia. Neldi dittatura dall'alto [sic!], i lo stesso tempo, essa suppopopoli, le etnie ecc. possano ne in Spagna la lotta teorica propugnare e ottenere una con- e pratica contro tutte le espresfigurazione giuridica ~ . auto: sioni politiche e ideologiche noma propria, suscettibile ~1 del nazionalismo, castigliano o assicurare in via transitoria il periferico, borghese o opporriconoscimento della loro per- tunista, « popolare » o sedicensonalità nationale (è il caso . temente « proletario ~- piangere ... Chi ci guadagna, invece, sono i partit! opportun]. sti: per metterli in grado di imporre democraticamente il patto agli operai, lo Stato si impegna a finanziare, insieme ai partiti apertamente borghesi, il PCE e il PSOE, che coinvolge pure nel controllo della radio-tv. Da parte Ioro, i sin. dacati ufficiali parteciperanno alla gestione « rigorosa » dell'assistenza sociale. Il Patto segna inoltre un giro di vite politico, rafforzando i meccanismi dittatoriali dello Stato (la democrazia non solo raccoglie I'eredita del fascismo, ma l'arricchisce! ): censura preventiva di ogni pubblicazione; · controllo e limitazione statale del diritto » di associazione, riunione e manifestazione; clausole di diritto penale contro il terrorismo politico, cioè contro ogni violenza illegale » identificata con il banditismo puro e semplice; potenziamento dei mezzi di « azione antiterroristica »; coordinamento progressivo dei corpi della Policfa Armada, della Guardia Civil e del Cuerpo General de Policfa; creazione di unità poliziesche « di quartiere ». Insomma, c~ n'è da far fremere di gioia nella tomba Francisco Franco. 1 <( (< è è « polizia il compito di « isolare dal corteo zma parte del niovimente romano», cioè .quelli che stavano all'univer.sità, perquisiti, identificati e bloccati dentro. A LC - la stessa che tre giorni prima aveva detto alla FLM di non illudersi di pater rappresentare la ricchezza del corteo, la stessa che non s'era preoccupata, prima, della capacità, di controllo dell'FLM - non resta che sospirare: « Qui sta l'immagine più chiara della contraddittorietà di questa _manifestazione ». Ma il successo della manifestazione non per questo rinnegato: « La politica del governo e del PC/ appare debole. Viene da pensareche è impossibile contenere questa volontà di farla finita con Andreotti ». Se il resto è crollato, resta in piedi questa volontà, almeno. · Il tono cambia completamen te col numero successivo, del 4-5 dicembre. La prima pagina si dedioa a smontare i « miti », prima seminati a· piene mani, cioè di poter unificare il (< movimento » e la classe operaia sulla base della repressione che il primo riceve, o di pretendere, « confluenâo, nelle scelte sinâacali, anche quando queste sono le più a. vanzate sulla piazza », di « [are un salto rivoluzionario in avanti » nell'unità operai-studentidisoccupati. Ma guarda: non era questo, il giorno prima, il « risultato più ricco ,;? In ultima, una nota descrive in modo molto più crudo l'andamento reale delle cose e -la difficoltà per il gruppo dell'Italsider di avvicinarsi all'universiè tà, prima, e di raggiungere il palco, dopo, contro il servizio d'ordine. La conclusione me. lanconica sull'unità di cui so.pra è testualmerite: « Tutto sommato le. due componenti ritrovatesi a Roma, quella operaia e quella del movimento, hanno raggiunto solo in qualche settore e in poche occasioni la coscienza di lottare con contenuti autonomi, ma contro lo stesso nemico ». Questa breve rassegna la dice lunga su moite cose. Prima di tùtto sulla coerenza di movimenti, di cui LC è solo un esemplare tipico, costretti ad inseguire ogni volta i fatti: se l'unità movimento-classe operaia si fosse realizzata - su-. gli stessi luridi obiettivi antioperai - non avrebbero esitato a gridare al grande successo, e ci avrebbero presentato una FLM dipinta tutta di rosso. In secondo luogo, la dice lunga sui co11cettostesso di (< classe operaia »: che ci sia alla sua testa il sindacato pompiere che la inquadra, organizza, ton: trolla, o meno, pare che non sia significativo. Il problema appare l'unità con essa, non l'unità con obiettivi di classe. Non ci si avvede che si dà una mano a crear confusione nelle sue file, unendosi al coro dei pungolatori alla mobilitazione oer obiettivi e fini non suoi. Infine, la dice lunga sull'obiettivo unificante, che effettivamente sottostava a tutta la manifestazione, usata corne mezzo di pressione sulla DC e sul governo Andreotti affinché il quadro parlamentare cambi: qui LC conta su un grande alleato, il PSI! VITA Dl PARTITO La serie di conferenze « Nel solco della Rivoluzione d'Ottobre » Dopo le conferenze pubbliche sull'Ottobre 1917, tenute a Milano, Torino e Schio, aitre ne sono avvenute a Catania, Roma, Napoli (ad Architettura e. a Chimica), a Cairo Montenotte, a San Donà di Piave, superando anche le difficoltà frapposteci nel concederci locali pubblici adatti. Tali « difficoltà », in alcuni casi, corne a Firenze, hanno finora impedito di far sentire la nostra voce, la voce della rivoluzione proletaria internazionale, della distruzione dello Stato borghe- se, della costituzione dello Stato dittatoriale proletario guidato dal solo partito comunista rivoluzionario: la tremenda voce delI'Ottobre rosso di ieri. Non piangiamo certo sul « diritto di parola », calpestato più spesso dai paladini del « pluralismo » che dai rapprcsentanti ufficiali della blindatissima democrazia italiana. Evidentemente l'Ottobre rosso di domani, anche se oggi propugnato da una piccola schiera di militanti in riunioni non certo di massa, fa paura, e questo ci incoraggia ancor più nel. nostro quotidiano Iavoro. AVVERTENZA Dai 1 ° gennaio, il numero del nostro conto corrente postale verrà cambiato, ed ogni versamento dovrà portare la. seguente indicazione: c.c.p. 18091207 intestato a: _Il programma comunista - Casella Postale 962 - 20100 Milano FILOSOFIA DEL RISPIRMIO ••. SOCIILISTA L'« Unità » del 23.XI ha scoperto l'esistenza nell'URSS di una « economia nascosta », caratterizzata da! costante, « straordina· rio» aumento dei depositi e libretti bancari delle famiglie: fra il 1965 e il 1976, il valore pro capite dei risparmi depositati nelle Casse è cresciuto del 4939/i,, mentre il reddito réale pro capite non aumentava che del 72%; nel 1976 i risparmi toccavano la « vetta » di 103 miliardi di rubli, quasi quanto i 118 miliardi di capitali investiti nell'economia nazionale, ecc. L'« Unità » non si scandalizza affatto che in uno Stato che dice di stare « costruendo il socialismo » sussista quella strana anomalia che è il risparmio, per giunta fruttifero (nel socialismo anche « inferiore » secondo Marx, è la società stessa a provvedere « alla soddisfazione collettiva dei bisogni, corne scuole, istituzioni sanitarie ecc. » e al mantenimento degli «.inabili al Iavoro »; a che scopo dunque « risparmierebbe » -J'individuo,dato e non concèsso che esistano casse in cui depositare lo « scontrino di lavoro » e da cui ritirare gli... interessi? ): anzi, se ne gloria. L'unico neo, per il « giornale del popolo », è che questi risparmi crescano - scrive - perché le merci offerte dallo Stato ( merci, detto chiaro e tondo; non prodotti, beni o servizi! ) sono di qualità scadente, e i soldi (soldi, appunto, vil moneta; non « scontrini di lavoro ») depositati - o quel li tenuti « nel vaso di coccio », che sono moiti di più anche se la statistica non ne parla, né lo potrebbe, dato che sfuggono al suo controllo - si riversano o sui mercato nero, socialista, certo, ma pur sempre nero, o sul mercato colchosiano, dove i prezzi dei prodotti ortofrutticoli sono superiori dell'87% a quelli dei negozi di Stato (mentre lo erano del 37% nel '65) ma i generi offerti sono migliori e più vari - il che signitica un ulteriore drenaggio di « risorse » dalle tasche dei proletari urbani a quelle dei contadini, oppure si riversano sui mercati dei paesi dell'« area socialista », o rtei negozi da questi aperti nell'URSS in concorrenza con quelli del colosso-fratello. L'« Unità » si preoccupa inoltre della tensione che cosl si verifica fra domanda e offerta, e dell'inflazione strisciante che ne deriva, le cui conseguenze « potrebbero esplodere in qualsiasi momento ». Strano « socialismo », in verità, cosi simile al nostro benamato capitalismo occidentale, nel suo decorso normale corne nelle sue manifestazioni morbose. L'« Unità » puè> compiacersi che la media famiglia operaia destini oggi al risparmio il 7,1 % del reddito (era il 3,4% ne! 1966): logico, il suo sogno è che i proletari diventino tutti dei piccoli borghesi... N. 23 - f 1 dicembre 197ï IL PROGRAMMA COMUNISTA NOSTRI INTERT1ENTI E LOTTE OPERAIE tonomi e coniederali rispecchiano o no cio che manca ai [errovieri? Ouali prospettive a1•r0120 queste lot le 11011 solo sui mero piano rivendicativo, ma anche su quelle poFitico? . Ci sembra cite solo la risposta a questi interrogativi possa aiut are a capire. qualcosa del malessere cite questa categoria di lavoratori accusa da oltre due anni. Tenteremo di [arlo senza nessuna pretesa d'essere esaurienti. Pcr quanto riguarda il primo quesito, basti dire che il « disagio » non puramente economico. Certo, la è cornponente salariale resta quella déterminante. perché le richieste tante sentite di due anni fa non sono state accoltc chc in misura ultraridotta, col solito metodo del contagocce e con gli esasperant i ternpi lunghi cul ci ha abituato un régime borghese pidocchioso al quale hanno curvato supinamente la schiena le grandi organizzazioni opportuniste. Non solo non c'è stato il recupero del potere d'acquisto reale della retribuzione, ma esso continuato a calarc a causa della perdurante inflazione da cui nessuna scala mobile puè seriamente proteggere i ·salariati. Ma a questi elementi, che concorrono a definire il livello assoluto del salario, va aggiunta la considerazione che ai ferrovieri è stato detto da ogni parte (vedasi inchiesta parlamentare sulla giungla retributiva, ecc.) chc essi sono la categoria peggio pagata o quasi. Dunque la componente economica si irnpone in senso sia assoluto che relative, sia in senso oggettivo che soggettivo, e resta la matrice di fondo del malcontcnto. Del resto, che le cose stiano cosl lo prova anche la « svolta storica » dei sindacati confederali che, ne! rivendicare lo « sganciamento da! pubblico impiego » per agganciarsi _al r\manente settore dei trasporti, rrnrano si a « rifondare » le FS su nuove c più produttivc basi, ma sono costretti a chiedere un « premio di maggior produzione » di 30 mila lire « che avvii il processo di percquazione con il settore dei trasporti » (v. manifesto affisso nelle stazioni in Sicilia a cura della Federazio_ne unitaria régionale SfiSaufi-Siuf). Dovrernmo ora r icordare !Ut!e le delusioni subite da1. ferrovien per la ~ancata conclusione del con~ratto triennale scaduto nel grugno ?6: valga per tu.tte 1~ Iregatura di coloro che lasciano 11 sery1z10 J?er a.ndar1:: m _Pens1_one e per 1 quah le 45 mila lire di aumento concc~~e sullo st!pend10 non_ saran; no utili ne ai fini della pensione .ne qell:i, buonuscita, se no~ !!. par!•r_e a~llottobre del 1~78 .<1!1 ~11sull,01 • dme di un 'l?a!O dl mih~~1.. .). ~on parhamo poi _delle condizioni di l_"!voro che diventano sempre pm dure' Ma· tutti questi motivi - secondo noi - costituiscono solo il fuoco che cova sotto la cenere. A farlo divampare, a partire da settembre, è stato un provvedimento degno del genio borghese-opportunista dei « pastori » del gregge ferroviario: quello sulla nuova disciplina del lavoro straorâinario, suila trasferta e sugli aumenti dei telativi cornpensi orari. Si tratta di un accordo tra confederali e azienda che ha preso le vesti di un decreto dà trasformarsi in legge, e si ha ragione di ritenere che la FISAFS, corne l'USFI. sia stata chiamata soltanto a firmarlo. Non fosse che per questa esclusione e per quella che riguarda la gestione stessa della materia dell'accordo (la circolare aziendale del 26.9 infatri, l'affida aile sole 00.SS. « a carattere nazionale maggiormente rappresentative »), la FISAFS si è ribellata e ha chiamato i ferrovieri ad una serie di scioperetti ai quali essi hanno risposto non certo perché fossero a conoscenza dei motivi più vicini, ma in base aile loro vecchie aspirazioni c al fatto che queste forme di Jotta (ritardo alla partenza di rnezz'ora a ogni inizio del turno di lavoro) costano poco e fanno un po' di rumore. Da « La voce », mensile dello SMA, il sindacato autonomo dei macchinisti chc più conta nella Fisafs. n. 8-9 di ag.-sctt., leggiarno in qucst'ordinc le richicste formulatc in un articolo dal titolo significarivo: « Perché non abbiamo firmato l'accordo c scioperiamo sui problemi extracontrattuali »: 1) straordinario, 2) diaria (cioè il « compenso per assenza dalla rcsidenza in sostituzione dcll'indcnnità di trasferla »), 3) Iestività soppresse, 4) revisione del decrcto cornpetenze accessorie ( DCA), 5) acconto di 50 mila lire mensili pcnsionabili « quale ipoteca sulla marcra tendenziale verso la perequazionc economica c giuridica con il comparro dei traè sporti "· Lo stesso ordine gcrarchico in cui sono eiencate le richieste e lo spazio dedicato a ciascuna mostrano a sufficienza chc « la lingua batte dove il dente duole », c cioè I'irnportanza che per la Fisafs rivestono le prime due. Il resto sernplice riempitivo c ordinaria arnrninistrazione all 'ordine del giorno delle pendenze che non mancano mai, perché servono a tenere acceso il ~ discorso sindacale » fra i lavoratori ai quali si mette sempre davanti qualcosa. ora entro il contratto e ora tuori. Sulla richiesta n. 3 si legge: « vogliamc inoltrc che sia lasciata alla libera scella del personale di optare fra il pagarnento e il riposo aggiuntivo ». Si puo immaginare posizione più codista? Ci vuol molto a capire che il lavoratore. anche quando non sta sui basse livello del ferrovicre. opta sempre per il pagamento? Hanno mai capito i signori della Fisafs la diversa importanza chc hanno da una parte le condizioni di vita e di Iavoro e dall'altra il sàlario? Ed cost che intcndono difcndere è è Essi possono csserc compresi ,, solo perché hanno il I'occupazione? « pudorc di :10,1 definirsi sindacato di classe c di copiare esattamente quanto fanno i confederali, corne si vedc dall'atteggiamento di costoro sulla analoga questione delle lestività inf rasenirnanali (cfr. l'opuscoletto « il tuo sindacato » 197475 del SFI ). La rivendicazione n. 5 è grosso modo la stessa presentata dai confederali col solito « più uno »: anziché 30 mila si chiedono 50 mila, e « pensionabili ». Ouesta diversa « qualità » della richiesta dice solo che la Fisafs sa essere più demagogica di SFI-SAUFISIUF, ma anche meno coerente. Infatti, puntando tutti questi « sin-. dacati » sui risanamento econornico dell'azienda e sulla riduzione del déficit di bilancio, è più giusta da questo punto di vista rnerarnente capitalistico - la posizione degli « unitari » per i quali Jo sganciamento deve significare nuova organizzazione del lavoro, e questa la ristrutturazione delle competenze accessorie che, corne dice « La voce dei ferrovieri », mensile del SAUF!, n. 7, sono « compensi per prestazioni non comparabili con i dipendcnti dcgli altri settori della P.A. », quindi destinati a restare fuori dello stipendio e non pensionabili. Senza volerlo abbiamo invaso il campo della ri'chiesta n. 4 che ~ messa li in modo purarnente indicativo e non dice nulla sui modo in cui si vuolc « revisionare », ma l chiaro che la logica produttivistica cui sono legati tutti questi guastamestieri non puè che farli sprernere le meningi in direzione dell'incentivo più meschino da mettere corne un cappio al collo dei proletari. Non sono rimaste in ultima anaIisi, che le due prime richieste: quella sullo straordinario e quella sulla diaria, che hanno portato non pochi altri guasti. E' li il porno della discordia. Il personale di macchina e viaggiante - attraverso la Fisafs _ « rivendica » di partecipare con altri raggruppamenti alla spartizione della « torta dello straordinario • in modo di-verso da prima -peT non doven,i accontentaTe delle briciole Jasciatele dagli « iniqui legislatori ». . . , Quello dello straordinario e_ . un discorso lungo e penoso su cin sarà meglio ritornare. Qui basta rilevare che non si possono e non si devono mettere in concorrenza reciproca i vari raggruppamenti e farli guerreggiare per stabilire corne guadagnar e qualcosa di più attraverso il lavoro straordinario: sarebbe questa la più vergognosa delle guerre intestine fra proletari che, sernmai, hanno tutto l'interes- ABBONAMIENTll 1978 Per l'anno prossimo l'abbonamento a « il programma comunista » rtmane invariato: annuale l!... 5.000, sostenttore IL. no.ooo. Per la stampa Internazionale le cifre sono le seguenti: - « le prolétaire » (qutndlcinale) IL. 6.000 - « programme communiste » (rfvista teorica trtmestrale) IL. 6.000 - « el programa comunista » (rivista in spagnoio) JL. 2.400 - « el comunista » (mensile in spagnolo) IL. 3.000 - « communist program » (rivista in inglese) IL. 3.000 . A VVIERTENZA Questo numero del giornale esce con una settimana di ritardo rispetto alla normale cadenza quindicinale, ritardo dovuto aile festività della settimana scorsa e al « ponte » di quataro gior111i che ha fermato il iavoro in tipografia. llJsciamo quindi a 8 pagine, mentre avvertiamo compagni e letton che questo è l'ultito numero del 1977. Il primo numero del 1978 uscirà il 7 gennaio prossîmo. Direttore responsabile GIUSTO COPPI Redattore-capo Bruno Maffi Registrazione Tribunale Milano. 2839/'53 · 189/'68 lntergraf - Tipolitografia Via Riva di Trento, 26 - Milano perai a pagare salato. In un volantino distribuito il !liorno dopo dai nostri compagni s1 ribadisce corne « non puà chiamarsi difensore della classe operaia chi la fa lottare non per la difesa dei suoi interessi, del salaria, del posta di lavoro ma per ridare ai padroni i soldi che la concorrenza (sempre spietata) gli sottrae sul mercato e che corne è successo in migliaia di aitre fabbriche sovvenzioneranno la espulsione di forza lavoro »; se gli operai della PAPA sono dovuti ridiscendere in piazza con gli stessi problemi di prima, cio conferma che all'attacco compatto del capitale si deve rispondere in maniera altrettanto compatta, mobilitandosi tutti, corne tutti si è ugualmente colpiti dalla crisi, dagli aumenti, dai sacrifici, e con la prospettiva di un ulteriore inasprimento delle condizioni di vita e di crescente disoccupazione. Non si difendono quindi gli interessi dei lavoratori con il confronto pacifico e gli scioperi addomesticati e prean11unciati, ma con « lo sciopero generale di tutte le categorie senza limiti di tempo e senza preavviso, riformando u,1 frol'ite unito proletario che risponda colpo su colpo all'attacco del capitale ». E' in questa direzione che i comunisti rivoluzionari lavorano, dimostrando nei fatti e nelle lotte parziali e per esigenze immediate di essere i veri difensori degli interessi di classe del proletariato. ALLA PAPA Dl SAN DONA' LOJT:E .DEI FERROVIERI: ANCORA UNA VOL TA ALL'ORDINE DEL GIORNO Q11ak disagio agita i ferrovieri e li sptnge ancora una vu/ta alla lutta? le rivenâicazioni per essi orospeuate all'azienda [erroviaria dai sindacati au- pagina 7 lili oparai, Ira due fuochi, non mollano se a respingerlo pcr migtiorare la propria condizione e dar modo ad altri, in parte, di occuparsi. Quanto alla diaria, ci si limita a propor- La situazione nella zona continua poi è stato interrotto dallo slogan ad essere tesa, dopo mcsi di sner- « più salario meno orario, no al vanti tratta.tive, di promesse non lavoro straordinario », subito racmantenute e di lotte rese innocue colto e ripetuto da moiti dimodal pompicraggio sindacale. re piccoli espedienti normativo-constranti. Sono episodi minimi, che tabili per ccrcarc anche attraverso In vista dello sciopero manda- pero indicano la spontanea spinta questa via di aumentare il gruzzomentale del 9.11, che interessava le della base a contrastare l'operato letto mensile globale risultante da categorie della costruzione (edili, sindacale che devia e s~onfia la tutte le « voci » delle C.A. sc.:ttore del legno) e in particolare combattività dei lavoraton. Ci ·pare che, per ora, quanto la vertenza Papa, i sindacati hanno Un altro episodio ha avuto corne detto basti a qualificare le rivenvoluto esibire la loro volontà di protagonisti i lavoratori della Padicazioni avanzate da confederali e lotta organizzando blocchi degli pa. Era stato loro « garantito » il autonomi per i ferrovieri e a mo- straordinari in tutti i cantieri edili salario fino a dicembre, e cio allenstrarne la distanza con ciè che ad e in alcuni maglifici, ma in realtà tava, almeno in parte, la crescehte essi manca e che inutilmente ave- l'azione consiste nell'andare a fare tensione. Ma questa « i:aranzia » è vano cercato di strappare con la i duri davanti a una fabbrica chiu- saltata meno di 10 g1orni dopo: grande rivolta dell'agosto 1975. Ma dendo gli occhi sugli straordinari gli operai scendono immediatamenforse questo impedisce ai ferrovie- in aitre decine di fabbriche e crean- te in piazza e si concentrano perido inutili attriti tra gli operai. In colosamente davanti ad una banca ri di seguire ora gli uni e ora gli altri e, tendenzialmente, più gli au- più sugli operai pende la minaccia dove si stava tenendo un ennesimo delle 4 denunce (poi 9) presentate incontro per trovare un accordo tra tonorni, anche nella gragnuola di scioperi da questi già programmati dopo i fatti del 17.10 (cfr. « Pro- banche, padroni e sindacato. Si soper le feste natalizie e di capodangramma» n. 21-77), che diverranno no vissuti momenti di tensione, con no? No e poi no. Benché stanchi effettive se i lavoratori si « com- gli operai che premevano per endi questa sporca concorrenza :l?er porteranno male» (cioè se insiste- trare e con i poliziotti e il sindacala spartizione delle deleghe che si ranno nel rivendicare i loro sacro- to che facevano opera di ansioso ianno « autonorni » e « unitari », es- santi interessi). pompieraggio. Tuttavia gli animi si non riescono ancora a liberarsi In una assemblea tenuta 1'8.11 gli non si calmavano: i poliziotti si degli uni e degli altri a causa del operai, soprattutto della Papa, e- muovono per caricare; gli operai, bisogno reale che essi provano di sprimevano l'esigenza di avere a per nulla intimoriti, si stringono migliorare in qualunque modo le fianco i lavoratori di tutte le cate- formando un cordone compatto, oproprie condizioni, gorie, ma un bonzo della FLM spie- peraie in testa, pronto a frontegQuali prospettive aprono le lotte gava spudoratamente di non aver giarli. I bonzi corrono di qua e di del dicembre '77? Sulla base di avuto il tempo di far capire agli o- là, richiamando alla calma, e malquanto accaduto ne! recente passa- perai metalmcccanici il significato menano un operaio partito .da solo to, non è difficile capire che i con- dello sciopero; lutta la Zona Ind. alla carica. ·11 commissario di pofederali cercano in ogni modo di non sarebbe scesa in sciopero: già, lizia, pregato dai bonzi (che si renprovocare una trattativa e strappagli operai devono parteciparvi... co- dono conto di non poter controllare re un contentino che serva aime- scientemente. Pur di isolare le lot- la reazione dei lavoratori se si acno a togliere il terreno sotto i pie- te, i bonzi non mancano certo di i- cende la miccia) corre a fermare i celerini. Alle esortazioni alla caldi aile lotte programmate dagli au- niziative! tonomi e a riportare la pace e Naturalmente lo sciopero doveva ma gli operai rispondono che la l' « ordine » nel caos ferroviario. An- articolarsi in un brevissimo corteo provocazione è della polizia pagata che lo sciopero di 24 ore dal 12 al e ne! solito comizio, tenuto questa dai padroni. Alla fine lo scontro è 13 c.m. proclamato da SFI-SAUF- volta da! segretario nazionale FLC evitato, con buona pace del sindaSIUF e poi revocato tendeva a que- (più grosso è il rospo da far in- cato, dei padroni, della polizia: la sto. Se vi riusciranno lo diranno i ghiottire, più autorevole deve es- banca è salva! fatti, e a contribuire saranno an- sere il bonzo di turno), ma il coSi conclude assicurando il pagache i rapporti fra i partiti accor- pione del sindacato si è subito in- mento dei salari, ma sembra, tra datisi nel luglio scorso e che an- ceppato poiché diversi operai della vari girl di parole, che i solcli per i cora non riescono ad agire in modo Papa sono riusciti ad allungare il salari fi.no a dicembre verranno sotfattivo per realizzare il loro pro- percorso facendo proseguire il cor- tratti dall'indennità di licenziamengramma antiproletario. Gli sciope- teo per le vie cittadine. Il comizio to. Ancora una volta, sono gli ori di fine d'anno - se giungeranno in porto - potranno avere un peso per sbloccare in un modo o nell'altro l'attuale stallo politico. Lo sciopero ad oltranza di un raggruppamento del tutto particolare di ferrovieri, quello dei naviganti dello Stretto di Messina, e conclusosi con la loro « precettaCorne accennato nello scorso obiettivo di uscire dalla fabbrizione » il 10 c.m. dopo appena do- numero, il 21.XI a Bagnoli, al- ca per cercare un minimo di dici giomi di tolleranza del padrol'entrata in vigore della cassa collegamento con gli altri lavonato e di tutte le istituzioni parti- integrazione, c'è stato uno scio- ratori e di danneggiare il padrotiche e statali, puè contribuire a sua volta al cambiamento politico pero compatto. Sono entrati so- nato nel suo complesso. Si decideva per il 24 l'occupazione reclamato da tutta la borghesia e Jo gli operai della comandata, che, naturalmente, non tende che 264 per. turno, il ~inimo indi- della stazione FFSS di Napoli ad un govemo più forte che aile spensablle, mentre m altre occa- centrale con la lettura di un coconcessioni più o meno patemalis~oni la coman~a~a '!-veva ra~- municato dagli altoparlanti. Il stiche sostituisca una volta per g1_unto le 4000_ un~ta sui _tre.turm. pci e il sindacato tentavano inututte la repressione aperta. Insom- C1 sono stat1 p1cchetti a1 can- tilmente di frenare tale decisa ma si va verso quella regolamencelli e bloc':o della produzione volontà, dichiarandosi contrari tazione legislativa dello sciopero all'iniziativa. specie nei servizi pubblici o a cornin- e delle merci. ciare da essi, di cui il decreto pre. N~i gi?rni segu~nti ~Itr!? _i~iLa mattina del 24 gli operai di fettizio di « precettazione » - de- z1at1ve d1 lotta (sc1open ~ 1mz10 Bagnoli giungono in 6.000 alla plorato da Lama ma con l'aggiunta turno, assemblee e cdf) m atte. che scioperi cosi « non sono tollesa dello sciopero del 24, organiz- st~1o~e e. la occupan~, bloccan: ribili ». E' solo il preludio. C'è zato corne seiopero intercategodo 1 b~nan c9n traversme e altn solo da decidere se arrivarci col riale. II sindacato ha pensato be- ~ggett1. 1~ pc1 tenta la carta delPCI al governo o « fuori ». ne di smobilitarlo. Alla fine sono 1 ~cc~paz1one fol"!Ilale,. ma non stati chiamati alla « latta» solo gh _nesce. La staz1<:>n~ nmane pagli alimentaristi e gli operai 1- ra_hzzata per .q~as1. cmque ore e talsider e ditte gh opportumstl s1 vedono coin uno dei cdf i delea;ati pfü stret!i ad accettare un dlJ!O cocombattivi hanno lanciato una mumcato, preparato dagh opeproposta che raccoglieva lo sta- rai più combattivi e letto in un to di tensione clella massa ope- attento silenzio mentre le chiacria indirizzandola sul terreno del- chiere sindacali erano rimaste Sedi e sezüonü la lotta conseguente nel duplice mascoltate. aperte a lettori e Il comunicato operalo diceva: sümpatüzzall'llti LAVORATORI, COMPAGNI, DISOCCUPATI se toggi noi lavoratori dell'Italsider di Bagnoll siamo giunti a bloccare la stazione centrale è perché sappiamo che solo colpendo in un ASTI • Via S. Manlno, 20 lnt. settore centrale la produzione industrlale si puo rlspondere al colpi il lunedl dalle 21 che vengono portati a noi e a tutta la classe operala. BELLUNO - Via Garllieldl 20 i I venerdl dalle 21 Già da tempo va avanti l'attacco alfa classe operaia: sui piano delBOLOGNA • Via Savenella 1/D l'occupazionè, come su quello del saiarlo e dell'intensificazione dello il martedl dalle 21 sfruttamento (blocco dei salarl, lnflazione, llcenzlamentl e cassa inBOLZANO • V.la Venezla 41/A tegrazione, più straordinarl, lavoro nero ecc.). Il padronato ha otte(ex. Bar ENAL) nuto quello che voleva (abolizione di 7 festlvità, blocco della scala 11 sabato dalle 16 alla 18 1 mobile ecc.). E ora vuole la rlforma del salarlo. E ancora non basta. CASALE MQNFERR. • Via Cavour 9 la domenlca dalle 10 aile 12 La lotta di oggi dei lavoratorl dell'Italsider è solo un episod.io di CATANIA • Via Vlcanza, 39 lnt. H una lotta più vasta che dura da tempo in difesa del posto di lavoro. la domenica dalle 18 alle 21, E' una lotta, quindi, che non rlguarda solo i lavoratorl cll Bagnoll ma il lunedl dalle 20,30 tutta la classe operaia tutta ugu!llmente colpita clall'attacco padroFIRENZE • Via Aretln11 101/roHo nale. (co.rtlle lnterno, piano terra) Gli obiettivi che gll operai dell'Italsider si sono datl sono: la d.ifesa il martedl dalle 17 alle 19,30 a oltranza del posto dl lavoro e il rlpristino del turn-over oltre al riFORLI' • Via Merlonla, 32 i I merco ledl dalle 20,30 fiuto dello straordinarlo. IVREA - Via del CHtellezzo 30 1 lavoratorl di Bagnoll sono ben coscienti che questa lotta non puo (engolo Via Arduino) e non deve rlmanere chlusa nella fabbrlca e in ·questo senso stanno il gtovedl dalle 21 effettuando azioni di lotta che vogllono unificare tutta la classe LENTINI • Via 11/leHlna 20 i I aabato dalle 17,30 alla 19,30 operaia. Non basta, e lo sappiamo,· bloccare la produzione a Bagnoll. Non Ml LANO - Via Binde 3/ A fpasso car~ raio in fondo a destral 1 basta neppure che i lavoratorl di Bagnoli da soli blocchino l centrl viil lunedi (riunione pubblica), il martedl, . taJi deHa proûi.IZione. Occorre lnvece che la classe operaia nel suo il giovedl e il venerdl dalle 21,30 aile romplesso si faccia carico di queste azioni. 23,30. GU operal di Bagnoli chlamano tutti i proletarl alla lotta lntransiMESSINA , Via Glardtnagglo, 3 gente: ,1 giovedl dalle 15 aile 19 CONTRO L'ATTACCO PADRONALE ALLE CONDIZIONI DI VITA NAPOLI • Via S. Giovanni a ULTIMA ORA Si apprende dai giornali e dalla radio che, mercoledl 14, i carabinieri hanno attaccato gli operai della P•ipa mentre stavano facendo il blocco stradale manifestando per l'ennesi,na volta la rabbia di chi è stato preso in giro mille volte dai sindacati, dalle forze politiche cite siedono al comune, dal padrone e dai partiti sedicenti operai. Non è mancata naturalmente la « risposta civile pacifica » dei sindacati e dei partiti che hanno inscenato uno sciopero « generale " con tanto di sindaci e poli'l.iotti « democratici » in prima fila. N el prossimo numero torneremo su questi fatti, mentre esprimiamo la nostra piena solidarietà ai proletari colpiti dalle cariche nmi meno che dalla misP.ria. La rabbia dagli oparai di Bagnoli non si è spanta Carbonaro, 111 ,1 giovedl dalle 19 aile 21 OVODDA - Via Umberto 4 la domentca dalle 10 alla 12 ROMA • Via del Retl, 19' A CP.le Ver•no) la domenlca dalle 10 alla 12, ,l giovedi dalle 19 alla 21 SAN DONA' Dl PIAVE • Via dalla Francesca, 47 ,1 venerdl dalle 20 aile 23 SCHIO - Via Mualnl, 30 il sabato dalle 15 alla 19 TORINO • Via C•landra, 8(V il venerdl dalle 21 elle 23 TORRE ANNUNZIATA • Via PHtore 32 (I° piano) la domenica dalle 10 aile 12 UDINE - Via A. Lauaro Moro, 59 ,1 mercoledi dalle 17 aile 19; aile 20 riunlone pubbllca OPEIRAIE 1 . CON'fRO LA CASSA INTEGRAZIONE CONTRO I LICENZIAMENTI E LA DISOCCUPAZIONE Compagni, operai, disoccupati L'ORGANIZZAZIONE Dl CLASSE SULLE NOSTRE ESIGENZE E' LA CONDIZIONE PER LA VITTORIA. c arroua; gli operai subito accorIl sindacato riesce con un coltrovano sui posta un poliziotpo di mana ad aggiungere alla 5i to della polfer in borghese. A fine della lettura del comunicato chi legge, le conclusioni. una frase che invita a tornare c; sono alcuni episodi della in fabbrica. Una salva di fischi manifestazione da puntualizzare: e grida ùi « venduti » accoglie ta- qualche sindacalista circondato le invita. Gli operai continuano e fatto oggetto di slogan ostili; l'occupazione. il tentativo continuo di pci e si.nLo stato, incarnato da poliziot- dacato di tornare in fabbrica, ti in maggioranza in borghese, ritrovandosi puntualmente da sosta a guardare. Non mancano ecc. dunque le l)asi materiali della ii, C'è stata poi la parteeipazione provocazione. Questa si realizza alla manifestazione del 2 dicempuntualmente sotto la forma di bre a Roma. I lavarotari di Baun. tentativo di incendia su una gnoli erano l'unica parte del corteo in tuta e casco per la precisa ed esplicita volontà di mostrar~ che sono proprio gli operai a gridare e sostenere certe rivendicazioni. La loro partecipazione è stata ampiamente boicottata dai funzionari sindacali che hanno ritardato arrivo a Roma e arrivo in piazza. Il treno è stato accolto da un nutrito servizio d'ordine formato da sindacalisti emiliani capeggiati da famigerati funzionari napoletani dell'FLM. Dopo un giro di una dozzina di chilometri per la campagna romana, sempre guardati a vista dalla poliz1a sindacale, i lavoratori sono arrivati in piazza quando l'altoparlante diceva ài far loro largo perché dovevano tornare alla stazione per ripartire, e hanno avuto modo di assistere, e alcuni di rimanervi coinvolti, al pestaggio degli studenti che li seguivano da parte dei picchiatori sindacali. E non hanno neppure avuto il cestino da viaggio e il rimborso spese che è spettato ai mazzieri sindacali. La lotta è ancora in corso. Si puè> dire, anzi, che sia appena agli inizi. Possiamo quindi solo abbozzare qualche considerazione. Dopo . un lungo periodo, in cui vertiei sindacali e pei erano riusciti a convogliare la tensione in iniziative interclassiste e deJudenti, c'è stata una ripresa delI'iniziativa operaia. Gli operai di Bagnoli hanno individuato l'importanza di coordinarsi con altri operai. Questo coordinamento si potrà realizzare solo se il nucleo più cosciente della classe operaia riuscirà a organizzarsi sui piano degli interessi di classe. Non si deve tuttavia nascondere che i funzionari sindacali locali tentano di recuperare ogni iniziativa operaia, speeie verso l'opinione pubblica (alla stazione è ri m'asta per · una settimana una tenda sindacale con slogan indegni). In effetti, il loro ruolo è ora quello di stendere un cordone sanitario attomo agli operai e di sfumare i propri contorni in modo da evitare una spaccatura tra sé e la fabbrica. In questo senso ci sono stati ripetuti interventi di funzionari sindacali di u totale appoggio alla lotta ». ln definitiva, nonostante il ruolo attivo dell'opportunismo, il suo costante pompieraggio, le sue intimidazioni e provocazioni (il pci propaganda che gli unici a perderci negli scioperi sono gli operai non in cassa integra-. zione!) la classe operaia è riuseita ad esprimere, sia pure a sprazzi, delle fiammate di lotta di cla-,se. Quello che dovrà esprimere è un nucleo organizzato che. possa far crescere la lotta, diventando un punto di riferimento per generalizzarla. pagina S IL PROGRAMMA COMUNISTA N. 23 - 17 dlcernbre 1977 DA PAGINA UNO SI VUOL SPEGNERE, CON LA NOSTRA, LA LA VOCE. DELLA CLASSE OPERAIA tarci come suscettibill di cadere prima o poi nell'« area dell'autonorigirano la quest ione, atfermandu che quel tipu di assemblea non puo mia », alla quale nulla ci unisce né sui piano della teoria generale statutariarnentc prendere una decisione del genere, spettante solo · materialista la nostra, idealista e spontaneista I'altra - né su quel- al direttivo e propungono invece che la mozione sia cambiata nel senlo dèUa strategia e della tattica. ' so che l'assemblea dei dclcgat i FIOM chiede al direttivo di. prendere 4) E' falso che noi predichiamo l'identità di democrazla e fasci- misure successive alla pura « sospensione cautelativa ». · smo. Quello ehe sosteniamo, sulla scorta di Marx e di Lenin è che la La votazionc, per torza di cose, si perciè svolta sulla base di quedemocrazia è una fo~a di dominazlone di classe della borghesia, co- sta seconda impostazione. Risultato: otto voti contrari e tre delegati me il fascismo ne è un altra, e che scopo di entrambe di tenere sog- di .A9 ~sten,uti. Significative a.1 riguar~o questo atteggiamento dei geUa, con mew dlversi, la classe dominata: « Le forme degli stati « sirustri ». Che sensu ha infatt] l'astensione su un provvedimento di borghesi sono stra.ordinarlamente varie, ma la loro sostanza unica: espulsione? 0 si favorevoli o si c:ontrari. Astenersi significa serntutti questi statt sono, ln un modo o nell'altro, ma in ultlma analisi, . plicemente lavarsene le mani, e dire che la cacciata da! sindacato di necessarlamente, una dittatura della borghesia » (ll..ENJIN: Stato e Ri- militanti in prima fila in tutte le lotte è una questione che non li rivoluz.i.one). Se queste parole suonano incredibili e scandalose, fate guarda! . · dunque scandalo su Jl..enin. I nostri compagni delegati sono quindi di fatto espulsi dalla CGIL La diversità tra la forma fascista e la forma democratica implica ma fi.no a prova contraria. sono delegati dei lavoratort, non dell'or'. che noi usiamo nei loro confronti mezzi e metodi diversi. Ma clè non ganizzazione sindacale a cui appartenevano. Scatta a questo ounto toglie che noi le combattiamo, e non abbiamo mai nascosto di comla fase numero 2 dell'attacco congiunto del bonzume AA-UIL/éISL/ baUerle, eeme forme di assoggettamento ed oppressione del proletaCGIL. Nelle prossime settimane essi faranno la rielezione dei delegariato, l'una non meno dell'altra. ti in quei reparti dove siamo stati eletti comunicando ai lavoratori in5) ll..a democrazia ha sempre preteso e pretende di conciliare gli in- teressati che il loro delegato è fuori dall'organizzazione sindacale, e teressi di classl ehe Il marxismo riconosce invece irrlmediabilmente invitandoli a scegliersi un altro rappresentante, in riga con la Jinea antagonistiche. E' aila prova dei fatti, non sui terreno delle declamasindacale. zioni, che si dlmostra la giustezza o meno di questa pretesa. E i fatti . L'opportunismo quindi deciso a rinnegare perfino la tanto sbandi tutti i giomi, soprattutto .in questo perlodo di crisi, provano che dierata « democrazia di base », pur di impedirci di svolgere la nostra anche sotto veste democratica la società borghese non solo è impo- azione in seno all'organizzazione rappresentativa di fabbrica. Si trotente a dare al proletarâ quelle che ha promesso e che promette, ma . va perè di fronte a una palese contraddizione da cui non ha finora sarà sempre più costretta ad imporre loro sacrlfici, miseria, dlsoc- indicato la strada per uscire: quand'anche i nostri compagni fossero cùpazi()ne, suscltando cosi, necessarlamente, gll scoppi dl vlolenza definitivamente espulsi dal sindacato, essi hanno il diritto di essere che voi deplorate senza comprendeme le cause. delegati, in quanto la votazione per questi avviene su scheda bianca, 6) Il nostro « nemico principale» non è il sindacato: è il capitall- senza cioè alcun nominativo prefissato su cui votare, e puo essere smo. Se la lotta eontro il capitali.smo implica per noi la lotta a fundo eletto anche un lavoratore non iscritto al sindacato. Per ora i bonzi contre la politlca di subordinazione agli interessi dell'eeonomla na- hanno ventilato l'ipotesi che sembra più probabile in caso di rielezioz.ionale, che ll'opportunismo ha imposto al sindacato di condurre, clo ne di nostri compagni, nonostante la campagna diffamatoria nei nosignifica soltanto una cosa: che almeno un nucleo di proletarl è ri- stri confronti: il sindacato non darebbe la copertura necessaria di masto a battersi affinché il slndacato operaio rltomi alle sue tradifronte all'azienda per essere riconosciuto delegato e godere cosi delle zionl, ai suoi metodi e ai suol obiettlvi di classe. Quanto ai « partiti ore retribuite per svolgere il suo incarico. I nostri compagni si troopeni », essl sono defuùti non dall'etichetta di cul si fregiano, ma verebbero, in aitre parole, ad essere delegati non riconosciuti dal sindaila Ioro azione pratlca: e questa l'azione di partiti non solo par- dacato e perciè senza nessun potere contrattuale di fronte all'azienlamentari, ma di oollaiborazione governativa o addi!rlttura di gover- da e senza alcun diritto di partecipare alle riunioni dei Consigli di no. Se li combattiamo, ni combattiamo corne lLenin combatté i « par- Fabbrica. Dovremmo cosï conquistarci uno « spazio contrattuale » titi opera! borghesi », con le nostre forze e con quelle degli operai che ci hanno eletti. E' 7) Un secolo e mezzo di storia dimostra che gli interessi immediacomunque, per ora, soltanto un'ipotesi. Intanto ci prepariamo alla ti dei lavoratori, oggi sacrificati sull'altare di un'impossibille uscita battaglia nei reparti e .ovunque sarà possibile. dalla cris! nell'ambito del regime capitallstlco, possono essere difesi La nostra battaglia, al di là dei risultati immediati che potrà avere, soltanto da chi non abbia mai rinunciato a ·battersi per gli interessi generall e finali della classe, per la rivoluzione proletaria, per il co- sarà quindi incentrata sul diritto di ogni lavoratore di. appartenere all'organizzazione sindacale e di essere eletto delegato sulla base munismo. E' per Ia dlfesa eoerente e intransigente di questl Interesdella sua aderenza agli interessi della classe· operaia, indipendentesi che noi ci batttamo, oggû corne sempre, nel sindacato, in fabbrica e nella vita di tutti i giomi. §e questo va condannato, accettiamo la mente dalle sue idee politiche: sarà dunque una battaglia in difesa di posizioni di principio valide non soltanto per noi, ma per qualuncondanna. Ill verdetto finale lo darà il proletarlàto. que proletario si batta coerentemente per la propria classe. E' staIn una atmosfera tesissima è poi proseguito Io scontro fra noi e to questo il tema centrale del volantino subito distribuito dai nostri tutto lo schieramento opportunista; da rilevare che i delegati di Aa- compagni non solo in fabbrica, ma davanti a tutti i luoghi di lavoro uil, nonostante vivaci sollecitazioni, non hanno aperto bocca; stru- aile scuole e agli enti locali dove di recente essi sono stati particolarmentalizzatori o strumentalizzati, restano i primi ruffiani del padromente attivi, 11 prossimo numero dello « Spartaco » sarà incentrato ne. La votazione che ne è seguita ha delineato due schieramenti net- su tutta la vicenda, inserita nell'evoluzione generale dei sindacati tritamente contrapposti: contro il documento sindacale, 8 voti (i nostri colori e dei partiti « operai ». 7 più uno); l'astensione di un delegato militante nel Pdup; a favore Il provvedimento di espulsione dal CdF dei militanti del nostro partutti gli artri delegati (una novantina) da Aa-Uil fino a quelli militanti tito non ci sorprende certo. Far tacere i comunisti rivoluzionari, non in Ao e Pdup. Siamo dunque rimasti soli, e ne siamo orgogliosi. Pieni solo di solo, ma ogni voce che si levi contré> il patto d'acciaio stretto fra padronato, governo e sindacati sulla pelle della classe operaia, è la false parole rivoluzionarie, i « sinistri » hanno approfittato dell'occapreoccupazione costante del padronato e dell'opportunismo, sopratsione per schierarsi apertamente - con interventi che non ammettetutto ra dove - come ad Ivrea - i comunisti rivoluzionari costituivano dubbi - assieme ai leccapiedi ufficiali del padrone e a quelli scono un preciso punto di riferimento per i lavoratori che vogliono in versione « proletaria », corne P.ci e soci. Fuori dalla nostra strada battersi in difesa delle proprie condizioni di vita e di lavoro. La crisi i venduti di tutte le risme; con essi non abbiamo né possiamo avere incalza anche .nel Canavese: su centinaia di lavoratori della zona nulla in comune! (Montefibre 600, Radaelli 145 per citare gli esempi più clamorosi) Le riunioni si susseguono aile riunioni: i bonzi devono mette a punpende la minaccia di licenziarnento: i dipendenti degli enti locali to la sentenza. Intanto danno il via ai provvedimenti disciplinari: il stanno lottando con fermezza contro il taglio dei salari deciso da! godirettivo provinciale della FIOM-CGIL applica la « sospensione eau- verno e applicato dalla giunta « rossa»; una nuova stangata sta per telativa » nei confronti dei delegati militanti del nostro partito. Il 7 abbattersi su tutti i lavoratori, mentre « equo canone » e ristrutturadicembre i delegati della FIOM-CGIL vengono convocati alla Camera zione del salario sono Je misure che partiti e sindacati vorrebbero del lavoro; viene presentato un documento generico di condanna del far passare per dare un taglio ulteriore ad un salario sempre più interrorisrno sulla cui approvazione il direttivo provinciale FIOM- sufliciente. Tentare di impedire la saldatura fra i militanti rivoluzioCGIL ha stabilito una discriminante precisa: chi non è d'accordo nari e gli strati proletari più combattivi, tentare di impedire che il verrà espulso dall'organizzazione sindacale. E' l'ultima formalità; di malcontento dei lavoratori si trasformi nella ripresa della lotta di Iatto la sentenza è già stata emessa: i bonzi sanno che noi no!l sott~ classe al di sopra delle categorie e indipendentemente dalle sorti scriveremo mai il loro documento, ma potranno affermare di averci dell'efficienza aziendale, del bilàncio statale o dell'economia nazionaofferte la possibilità ·di rimangiarci « dignitosamente » quanto soste- le, è un compitb che l'opportunismo si assume in prima persona per nuto in precedenza; avranno cosi rivestito di un pudico velo dernodifendere gli interessi del capitale. cratico l'infamia della decisione del direttivo. La votazione, corne Ma esso ci troverà sempre in prima linea a contrastarlo, a contenscontato, vede i nostri otto delegati presenti votare da soli contro la dergli palmo a palmo il terreno dell'influenza sulla classe operaia, a mozione. Subito dopo, pero, presentano una seconda mozione m cui denunciarlo senza esitazioni di fronte ad essa come servo del padrosi esprime la necessità di andare oltre la. votazione a~pena ~vven~t~ nato ad indicarle la via difficile ma luminosa della sua emancipazioe si chiede all'assemblea di riportare la questtone negli esatti ternum ne, r{ella certezza che gli spiragli in cui oggi lavoriamo, con modestia in cui deve essere posta, cioè di pronunciarsi sulla espulsione nostra dal sindacato, indipende~temente. dalle posizioni espres~e .sulle q~e~ ma con tenacia, sono la condizione indispensabile per la rottura del fronte anti-proletario di domani. stioni contenute nella prima mozione. A questo punto 1 sindacalisti è ë ë è è è ë Onora ai prolatari in latta in tutto il monda IN TUNIS!A, dove i Iavoratori di quasi tutti i centri e rami d'industria e della totalità del settore minerario sono scesi in sciopero nella prima decade di novembre, scagliandosi durante le manifestazioni contro Ie caserme della gendarmeria e I commlssariatt di pubblica sicurezza, e non risparmiando neppure una sede del partlto di governo « sociallilta » destourfano, (Cfr. « H...e Monde» dell'11.XH). IN ARGENTJINA, dove, poco dopo i gravi scontri alla Renault-Cordoba, Jo sciopero su sei grandi rett ferroviarie e quelle scoppiato al suo seguit;o nella metropolitana di Buenos Ayres, nelle compagnie petrolifere, elettriche, dell'acqua, nella marina ecc., ha paralizzato l'intero paese. « §ebbene la polizia controlli i sindacati e il diritto di sciopero sla stato soppresso - scriveva « JLe Monde » del 2.XI certt [ ! ! ! 1 salariati non esitano più a sfidare i 1>0teri pubblici ». IN COLÔMBIA, dove, « dopo l'arresto del lavoro del 14 settembre [ ... ], non passa giorno sem:a cbe si annunz.i un nuovo sciopero in questo o quel settore ». (Cfr. « H..e Monde» del 27.X). A SAN SAILVADOR.JE NJEll..lL'IECUAOOR,dove lunghi ,;cloperi (nel secondo caso ancora in atto) banno portato agli espisodi di vera e propria guerriglia proletaria di cui si parla in altra parte del giomale. IN SPAGNA, dove nell'Andalusia -:- afflitta da un tasso di disoccupazione elle la stampa ufficiale calcola all'80% nelle città e soprattutto nelle campagne - manifestazioni e scioperi accompagnati da scontri oon. la polizia hanno avuto inizio il ll6 ottobre a Siviglia, il 22 a Gtanada e il 25-26 a Cadice (« una polverlera - quest'ultima città che puo esplodere neft prossimi giorni », scrlveva « Cambio 16 » del 31) e sono culminati in uno sciopero generale in seguito all'assassinio di un .giovane delle Commissioni operaie. Sarebbe d'altronde impossibiie docwnentare tutta la serie di scioperi, per lo pfü spontanei, che continuano a verificarsi in Spagna (ncl settore albe..ghi e mense se ne sono registrati fin dall'aprlle un po' dovunque, da Alicante a Madrid, da Barcellona alla Costa del Sol e alla Costa Brava: cfr. ft! n.ostro « El Co,nW1ista » JJ.r. 8, novembre '77, anche per una critica dell'atteggiamento delle grandi Oonfederazioni sindacali). NEGU STATl UNITI, dove allo sciopero dei dockers dell'Est e della zona del golfo dei Caraibi (al ouale « H...e Monde » attrlbuisce fra l'altro il vertiginoso aumento del deficit della bilancia commerciale în settembre) ha fatto ora seguito quello bnponente dei 160.000 minatori di carbone che prevedono di poterlo prolungare fino a 3 mesi (Cfr. "'L'Unità » del 7.XII.). La rude voce di un edile a Catania Allo sciopero del 15.XI, a Catania, era accaduto che dagli cdili intervenuti in forze, e portati in corteo fin dentro il municipio, voci rabbiose si fossero levate a chiedere, sia pure confusamente, metodi di lotta « più duri ». Il capoccia sindacale aveva risposto che ad essi si sarebbe indubbiamente ricorsi, ma solo dopo la riunione preventivata per il 31 con le forze comunali. Inutile dire che da questa riunione è uscito solo un elenco di miliardi da invcstire a media e a /ungo termine, dunque non subito (mentre gli edili in provincia si sono ridotti in 7 anni da 20.000 a circa 5.000, e questi è tanto se trovano un po' di lavoro), ma dei famosi metodi « duri » non si è più parlato. Un nostro simpatizzante, ha qumdi letto un intervento in cui si dicern che non col metodo delle trattative, delle lotte articolate o degli scioperi « generali » dagli O· bidti\'Ï fasulli sarcbbe derivata la difesa del posto di lavoro, ma con lotte semprc più · estese e prolungatc nel tempo pcr obiettivi di difesa delle condizioni di lavoro e di ,·ita di occupati e disoccupati. Si toccarnno poi i segucnti punti: 1) Come porre il problema delle trattath·e con la controparte; non si tratta di e~scre contro la trattativa ma di far rnlert! in essa 11011 piani e progetti altcrnati\'i di sviluppo, ma gli intercssi più urgenti degli ope. rai e la forza messa in campo; 2) Il problcma della lotta: non sosteniamo chc il sindacato non faccia scendcre in lotta gli opcrai. ma che lo fa entru perimetri ristre.tti e pcr obictth·i fosulli: 3) Qucstione della violenza: essa è subita quotidianamente dai proletari: perciè> colore che dicono che con la lotta ad oltranza si mandano gli opcrai allo sbaraglio mentono, perché già gli operai sono allo sbaraglio nel senso che manca loro una organizzazione che realmente difenda i loro interessi immediati di vita e lavoro. Pcr t•vîtare ciù, occorre organizzare questa difesa e, se questo provocherà gli attacchi dello Stato. si dovrà non cedere, ma sviluppare sempre più la forza e l'organizzazione di classe lino ad arrivare al punto da altaccare le forze nemiche. Che questa rude e franca voce proletaria abbia suscitato la violenta reazione non solo dei bonzi ma anche dei- rappresentanti della « sinistra sindacale ». è facile capire. Ma è una , oce che andava levata, e che non mancherà di rimanere incisa nella memoria dei compagni di lavoro. DA PAGINA UNO IL PCI za » non. serdrà· che a renden: meno duro il cuscino sui quale i'I proletariato, c urvandosi ad adorarlo, dovrebbe posare le ginocchia in pia rassegnazione. L'opportunismo sindacale continuerà a chiamare ~li operai .alla « lotta », lotta, s'mtende, perché gli investi menti ( e quindi il capitale) crescano e, di rifles- ALLA PRESA Dl ROBILANTE Addosso agli operai .combattivi ! Che i si11dacati uppurt11111s11 si:1110 decisi a sbarn:.~.arsi 11011 solo dei co1111111isti rivu/11::.iimari. 11111 a11che degli uperai elle 111ostra110 cu111battil'ità e decisiu11e sui p11ro terre110 rive11dicativo, appare dalla tacira suspc!11si,111e dei delegati (f.lllti 111e11u 11110) della ce111e11teria Presa di Robila111e. Come abhiamo più volte duc11111e11tatu, 11e/ corso della 1•erte11;:a i11tegratirn. essi si era110 i11fa11i schierati apertàmente a fa,·ore della li11ea dassista soste11111a da/ 11ustro co111pag110. Ques1'11lti1110 è urmai ,·u11sidcrato esp11lso da/ si11dacato: essi, be11cht! sospes,, 11011 cessa110 di pagarc le q1:ote di iscri::.io11e - le 1111iche elle e1·ide111e111e11te i111eressi11u aile Cu11federn;:io11i. ' Il 11ustru !ffll/lflO si11dacale ha preso pusi~iu11e di fru11te a q11esti pro1•vedi111e11ti cu11 il 1•0/a11ti110 ·che q11i riprod11cia1110: Co111pa?.11i! Operai! Non è la prima volta chc scntite parlarc delle viccnde di cui gli opcrai della ceme11teria.PRESA di Robilante sono stati protagonisti: ne! corso del '76 con la rottura del contralto e ne! corso di quest'anno con la vertenza intcgrativa sui premio di produzione. Queste vicende, carattcrizzatesi pcr i risultati raggiunti, sono particolarmente rilcvanti per lo sviluppo chc hanno determinato nei rapporti tra gli operai dello stabilimento e l'organizzazione sindacale. Dopo lo scontro particolarmente duro dell'ahno scorso con i sindacati, questi tentarono un recupero della situazione con la vertenza integrativa, arrivando a proporre una piattaforma che si staccava dalla politica generale cidle confederazioni nazionali. Visto che la cosa non dava per<> i frutti sperati, essi avevano ritenuto più salutare lavarsene semplicemente le mani, isolando la vertenza ne! più · assoluto silenzio. E' nel tentativo di continuarc ad açccntuarc questo isolamento che va collocato. il provvedimento attuato ultimamente dai sindacati nei confronti della quasi totalità dei delegati di fabbrica della PRESA che, visti comc portatori di una Iinea antiopportunista e anticollaborazionista, sono stati csclusi dalla partecipazione alla vita interna dell'organizzazione sindacale (assemblee di delegati, direttivi, ecc.). Simili provvedimenti hanno il preciso significato di colpire i proletari più influenti e combattivi, r:iel tentativo di soffocare ogni dissenso c di scoraggiare in anticipo quei proletari che volessero porsi sui loro stesso terreno. Non sono altro che i primi passi in direzione di quella contrapposizione di classe destinata a rad1calizzarsi sempre più di tronte all'inevitabilc aggravarsi delle condizioni materiali di vita della classe operaia. Nella misura in cui le insanabili contraddizioni dell'attuale sistema di produzione costringeranno la classe operaia a porre semrre più chiaramente le sue rivendicazioni, il trattamento riservato attualmente ad un numero irrilevante di elemcnti della classe sarà infatti gcneralizzato ad un numero sempre maggiore di operai. Compagni! Operai! Da un'organizzazione sindacale che si è votata ormai chiaramcntc alla difesa dell'economia nazionale, preoccupandosi solo più della salvaguardia degli interessi padronali (costo del lavoro, produttività del lavoro) con tutto il loro seguito, altro non possiamo aspettarci. E' sulla base di questa constazione che dobbiamo scntire semprc più viva l'esigenza di una contrapposizione alla linea opportunistica attualmente dominante non solo solidarizzando con gli operai della PRESA direttamente colpiti, denunciando in lutte le circ:ostanze l'accaduto e richiedendo la revoca del provvedimento, ma anche ponendoci su quel terreno di lotta che loro hanno intrapreso, diccndo basta alla politica conciliatrice dei bonzi sindacali, rivendicando l'unica arma in grado di non farci piegare ancora una volta la testa; e cioè lo sciopero generalizzato, senza preavviso e senza limiti di tempo, contro i licenziamenti, contro la svalutazione dei salari, contro l'aumento dei carichi di lavoro, per un salario integrale ai disoccupati e ai licenziati, per forti aumenti del salario inversamente proporzionale e per una riduzione dell'orario di lavoro. 1 FERROVIERI DEI TRAGHETT~ ' 1 1 Rispondere alla precettazione sui piano di classe In seguito alla precettazio11e attuata contro gli scioperanti delle navi traghetto la sezione di Milano ha esposto questo testo in forma di cartello aile stazioni ferroviarie: Lo Stato democratico borghese ancora una volta m.ostra chiaramente la sua vera natura e quanto poco basti perché ricorra aile misure tipiche del peggior stato fascista. L'ultimo esempio della lotta dei lavoratori delle navi-traghetto di Messina è illuminante. Questi lavoratori, che chiedevano un trattamento economico migliore, simile a quello delle na·vitraghetto di Civitavecchia, hanno condotto una Iotta durata 13 giorni, con metodi opposti a quelli tipici dell'opportunismo sindacale. Uno sciopero cui ha aderito il cento per cento dei lavoratori, dichiarato senza porre in anticipo lhniti alla sua durata, cercando di rendere difficili le nùsure per correre ai ripari. Come hanno reagito i sindacati unitari? Come al solito, dicendo che non bisogna « abusare del diritto di sciopero, altri. menti la società ha il diritto di difendersi evitando gli abusi dello sciopero » (Bontempi; della CGIL, sui Corriere della Sera, 11 die.). Cià signlfica che lo sciopero è giusto fino a quando non è usato corne un'arma, fino a che non danneggia l'economia, fino a che la società, o meglio, il potere, lo Stato, il· capitale con i suoi interessi lo permettano, quando cioè è innocuo. La posizione dei sindacati « autonomi » non è molto diversa: davanti alla disposizione di precettazfone hanno immediatamente revocato lo sciopero, dando l'indicazione di una risposta con « l'immediato ricorso alla magistratura del lavoro ». Per questi signori, che non· oonoscono e non ammettono la lotta di classe, l'unica strada possibile è quella dei bolli, timbrl, citazioni, trlbunali, davanti ai quall si inchinano, anche a costo dl accettare misure antiproletarle. Certamente da costoro non poteva venire l'indicazione dl generalizzare la lotta oltre i limiti locali, quando il nemico di classe oltrepassava egli stesso questi limiti, e dare indicazioni che unificassero gli interessi di tutta la categorla, occupatl e disoccupati, precari e stagionali, per difendersi dallo stesso nemico. Tutti i sindacati, dunque, hanno messo al primo post,o il rispetto delle sacre leggi dello Stato, e proprio nel momento ln cul queste mostravano la loro natura · di classe, gli interessi dei grandi produttori di agrumi, nonché quelli dell'eoonomia nazionale. GU interessi dei lavoratori vengono per ultimi. I proletari devono llberarsi da ·questa soggezione aile leggi al di sopra delle classi e comprendere che i propri interessl sono antagonistici rispetto a quelli della classe dominante e della sua economia nazionale. Questo è un punto vero non solo per il cammino dell'emancipazione dalla schiavitù sal'arlale, ma anche per la difesa degll interessi immediati, di vita e di lavoro. Si tratta di riconquistarsi spazi e metodi per rispondere, in ma. niera sempre più decisa, unJtaria e generalizzata, ·aile intlmldazioni del capitale, elle si appresta a oolplre in modo anche più massiccio che in passato ognl opposizione di classe. so, la forza lavuro riceva qualche briciola dell'allegro banchetto; perché la democrazia si rafforzi e con esso stia in piedi f',,n.Jine costituito di cui i proletari sarebbero - come esso pretende e insegna' - i beneficiari non meno che i boq~hesi. Farà scioperare i lavoratori non perché la baracca crolli, ma perché proungki la sua inf ame esistenza. Non si agita forse per aprire le porte dell'organizzazione operaia ai poliziotti (previo sciopero degli opcrai stes.si) nell'atto in cui provvede a cacciarne fuori i militanti rivoluzionari e i salariati meno disposti alla virtù cristiana dei sacrifici in nome del Signore? . L'opportunismo mancherebbe al suo compito di forza di conservazione del regime borghese se non mascherasse dietro una facciata previdenziale il proprio allineamento sulle posizioni del- · la classe dominante. Percio è un . osso · duro da rodere. Percio è urgente roderlo fino a non la- sciarne più nemmeno lo.. traccia. i