Perchè la classe· operaia dica infine la sua · parola

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Perchè la classe· operaia dica infine la sua · parola
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DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: la linca da Mant a Lenin. alla fondatione dcll'lnttmaûonale Comunista e del Parrito Comunisra d'Italia: alla
toma della sinistra comunista · contre la degenerazione dell'loternazionale.
ci:iinro la eeoria del socialisme in un paese solo e la coimorivoluzione
stalini~ta; al nfiuro dei fronti popolari e dei blocchi parrigiani e nazionali: la
dura opera dei restaure della domina e dell'organo rivoluzionario. a contatto_ con la classe operaia. fuori del poliricamismo personale ed elettoralesco.
organo del partito
comunista internazionale
STANGATE E «PIANI PER USCIRE DALLA CRISI»
Perchè la classe· operaia dica
infine la sua · parola
La filosofia dell'opportunismo
si riduce a questa formuletta
semplice semplice: borghesia e
proletariato non sono divisi da
contrasti inconciliabili; poiché il
capitale sorregge il lavoro ( corne la corda regge l'impiccato,
diceva Marx, ma ... aveva torto)
non potendone fare a. meno, e
il lavoro a sua volta non puè fare
a meno del capitale, nulla Impedisce di regolare questo rapporta reciproco in modo da attutire
le punte dello sftuttamento capitalistico da una parte, le punte
della lotta di classe operaia dall'altra, creando un ordine sociale almeno tendenzialmente armonico, che è poi la dernocrazia.
La formuletta, che
sinonimo
di riconoscimento dell'eternità
del regime borghese, ha una parvenza di credibilità in periodo di
bonaccia. Appena scoppia la bufera di una crisi,' si converte nell'altra secondo cui, appunto perché le sorti del lavoro dipendono dalle fortune del capitale, conviene - nello stesso intéresse
dei lavoratori - accollarsi i sacrifici necessari per rimettere in
moto la macchina produttiva ca- )
pitalistica (o, corne si dice, nazionale): ma, affinché questa riè
ru·esa
é!l'l'f'rJ,!pJ
ne} modo più . ce- ,
tere ed « equo », «. i rappresentanti dei lavoratori » devono cogestirla meglio di quanto rîescano
i padroni, per il bene di tutti.
Di qui i piani di sviluppo, le
« scelte priori tarie», il rigore nellc spese pubbliche e private, l'oculatezza nella distribuzione degli investimenti, l'eliminazione
degli sprechi, la lotta aile clientele, i severi controlli sull'austerità
dovuta alla patria, di cui si fanno allora portavoce gli opportunisti politici e sindacali.
Che di tutta questa ripetizione .
di formule vecchie di un secolo,
la storia abbia confermato l'assoluta inconsistenza, il carattere
iliusorio (ma, agli etfetti della
conservazione dello status quo,
ben concreto e salutare), l'opportunismo poco si cura, Esso si fa
promotore di una « maggior cornpetitività delle merci nostrane
sui mercati interno ed internazionale »: il guaio è che, per difendere la propria econornia e
attaccare quella straniera che le
toglie spazio, ogni borghesia e,
con essa, ogni rispettivo opportunismo, devono fare altrettanto,
ed è ovvio che i concorrenti più
forti sono in grado di imporre le
loro merci sui mercato, soffocando il più debole che vorrebbe cogliere il frutto di un mornentaneo vantaggio in questo o quel
settore, corne dimostrano i quasi
quotidiani esempi di guerra commerciale in atto fra i diversi
paesi,
. Tuttavia,
proprio in questo
scontro fra capitalismi nazionali
che i sindacati vorrebbero inserire i loro piani di « difesa delle
condizioni operaie », dando ad intendere che la ristrutturazione
delle imprese, gli investimenti e
simili regalie permettano di salvaguardare gli interessi
della
classe lavoratrice e, prima di tutto, i livelli di occupazione! Ed è
su questo stesso terreno che · la
collusione con il govemo nell'intente di torchiare i proletari per
sovvenzionare il capitale diventa inevitabile. Non a caso l'ultirno « pacchetto » governativo
. ( drastici tagli sui fondi previdenziali e della sanità, imposizione
di un tetto invalicabile alla finanza locale, limitazione del costo
del. lavoro, ecc.) segue indirizzi
che non si discostano se non nei
dettagli da quelli suggeriri dal
sindacato, e, se divergenze ci sono, non riguardano il merito dei
provvedimenti. ma la loro incisività che il partner (più che controparte) sindacale vorrebbe ben
più vieorosa. Le misure prop~ste
si dice, sono "soltant,o cong.1u117
rurali », non hanno dietro di se
" nessun respira politico », i:ne.nire occorrono « piani set toriali »
nel cui arnbito si cellochino gli
è
\
« interventi finanziari nei casi
più drammatici dt crisi inâustriale », sotto il pieno e democratico
i< controllo »
del parlamento
e
delle « parti sociali ». « Programmazione » e « controllo pubblico»
permetterebbero
una revisione
approfondita della macchina produttiva, mentre il piano governativo si lirniterebbe ad... oliare
qualche rotellina. Ecco perché le
trattative (che ormai · non si
« rompono » più neppure forrnalmente) non hanno dato gli esiti
sperati: mancavano le garanzie
« concrete » richieste per un funzionainento senza intoppi del sistema e per_un suo « reale » puntello né, d'altra parte, nulla garan tisce che dal piano originario
si passi al molto più ambizioso .
cambiamento di politica economica auspicato dalle Confederazioni sindacali, o addirittura di
cambio del governo, in parallelo
con le grandi manovre der partiti della non-sfiducia,
Intanto - poiché da parte sindacale, quando non c'è aperta
connivenza, c'è inerzia, e I'iner-
zia equivale di per sé a supina
giore comprensione per « le utenaccettazione - piovono le stanze industriali e agricole»? .
gate. Il Cipe propone una reviSiamo d'altronde appena agli
sione generale delle tariffe elet- · inizi: la Sip ha chiesto ll,lJOVÎ, autriche: aumenti del 16% entro
menti tariffari, già amr studio
gennaio, del 14% nella seconda
det governo; .ad aumentare il
metà del 78, del 6% dal '79 al
prezzo della pasta, anche se il
1981, abbattimento drastico del- Cip non ha preso nessuna dèlibe. le fasce sociali dal 94% al 15%
ra, hanno pensato le stesse indudegli attuali utenti domestici, e strie alimentari; è cresciuto il
via di questo passo. « L'Unità » prezzo del gasolio · da riscaldamento e per autotrazione, e del
del 30-12 commenta: « Si tratta
gas in bombole; è stato realizzaintanto [ ! ] di verificare se le deto un « nuovo significativo passo
cisioni di cui sopra sono giuste
e opportune; o fino a che punto avanti nella riforma del sistema
pensionistico », e i sindacati lo
lo sono »! ! ! Ma se I'accordo a sei
e la politica sindacale, l'uno e hanno accolto «favorevolmente»
l'altra osservanti delle leggi eco- ( « l'Unità », 24-12): si tratta, nientemeno dell'abolizione delle scale
nomiche vigenti, esigono il pamobili anomale, naturalmente atreggio dei bilanci delle aziende
tuata all'insegna della perequapubbliche (si pensi che l'ENEL
zione... verso il basso!
chiude il '77 con un passive di
Fra queste piogge di aumenti,
circa 820 miliardi) da dove mai
due... rovesci si profilano partidovrebbero essere succhiate Je
colarmen te torrenziali: equo calire, se non dalle tasche proletanone e ristrutturazione del salarie? Non è lo stesso organo del
rio. Il primo, nettamente peggioPei a scandalizzarsi perché « una
rativo rispetto alla stesura origifascia sociale, comprendente il
naria, che già presentava carat94% delle [amiglie italiane,
troppo estesa », e a mostrar mag(conti~J? a pag. 6)
è
·
la· corsa alla sepaltura · da! ~1;r~;:mc
.
.
·
E' in atto una vera offensiva su più fronti che ha come bersaglio il marxismo e come meta la dimostrazione
che esso è morto e seppellito. Sui vari aspetti di questa « campagna » ritorneremo in una serie di articoli: ne
dedichiamo uno, intanto, ai convegni paralleli di Vene zia e Padova del dicembre scorso.
diventava un alto gerarca del pardi menzogna con relativo mercato
Una nuova moda s'è diffusa nella
repubblica delle donne e degli uo- tito ex-bolscevico, « baluardo.· del delle « idee » e relativi compensi.
marxismo-leninismo
»?
Che
altri
miCosi, vediamo Solgenitsin, ferreo
mini colti: la morte del marxismo!
A dire il vero, il luttuoso annuncio· lioni di Martynov formavano i qua- dcnunciatore de, campi di concenè stato dato ormai più volte ed è dri della burocrazia che, secondo tramento sovietici, decantare .le belIezzc della fabbrica occidentale,
sempre stato seguito da vigorose i ripetitori del nostalgico zarista
riprese del movimento teorico e Solçenitsin, sarebbe la figHa primo- quando non arriva a difendere i
« gulag • èileni. E' il richiamo di
pratico marxista. Basti pensare ai gemta di Lenin? 0 che Lenin non
Iuttuosi annunci dispensati all'ini- consider.ava socialiste le istituzioni classe, non l'ipocrita « passione mozio del secolo da Bernstein, Croce, uscite dalla Rivoluzione d'Ottobre rale » a muovere gli uomini. Che
Sorel, Weber, ecc., che precedette- ed erette da! proletariato corne cosa dice ai proletari questo nuovo
ro immediatamente la magnifica prima tappa di una rivoluzione nemico? Dice: - Proletari russî,
fioritura di Lenin e del bolscevismo. doppia che aspettava la rivoluzione l'orrendo regime che vi sfrutta non
Accettiamo dunque questo ennesi- dei proletari dei paesi avanzati per è altro che il comunismo dei vostri
mo annuncio mortuario corne un compiere il secondo e più impor- sogni. Le vostre sofferenze di oggi
sono la necessaria conseguenza deltante passo? Ma questi « maestri
buon augurio ...
Stavolta il fatto « scandaloso » del nuovo pensiero anti~dogmatico • le· speranze di ieri. Questo è il prezche ha colpito con la repentinità del hanno mai Ietto l'abbici di L-enin zo della rivoluzione. Voi avete vofulmine tanti illuminati sapienti è ... che pure, secondo le statistiche del- luto il paradiso in terra, voi 'siete
l'UNESCO, è l'autore più stampa- stati schiavi del miilenarismo, non
la Russia staliniana. Ma non era
già universalmente noto che lo sta- to ncl mondo, superiore perfino. al- avete voluto ricevere il messaggio
Iinismo ha conquistato il potere la Bibbia? Hanno mai sentito par- d1 rassegnazione, di subordinaziomassacrando tutto il partito bol- lare delle Due tattiche 'della social- nc, di morte, che noi vi mandiamo.
scevico? Che, mentre Trotsky era democraûa? Nel tentativo di esor- Dovete accettare la soflerenza e il
espulso da! partito e dalla Russia, cizzare Stalin, i nostri sapienti ne dolore; ogni sogno di realizzare il
conscrvano la fondamentale men- sociafümo genera il gulag. Ognuno
il « compagno Martynov » (ma si,
proprio lui, la nostra vecchia co- zogna: la Russia paese socialista, œrchi dunque di vivere il meno
noscenza del Che fare?, cosi deriso la società ru5sa modello di « socia- peggio che puè> ne! chiuso della sua
cellula individuale -. Questo nuoanche in anni succcssivi da Lenin!) lismo reale •vo messaggio non è che il messaggio di rassegnazione rivolto da un
secolo al proletariato ne! tentativo,
la menzogna di Stalin
finora riuscito, di evitare la 'rivo.Juzione. La menzogna di Stalin serVediamo qui la duplice faccia vede nel padrone e non nella mer- ve egregiamente allo scopo. Se
della menzogna staliniana. Ai pro- ce il « mostro » da abbattere si ri- quello è il « scicialismo reale », tanterrà appagata da una qualsiasi so- to vale tenersi. il buon vecchio caletari disse Stalin: - Voi, con il
occidentale. Diceva anni
vostro duro lavoro, state costruen- cietà statizzata alla Stalin o auto- pitafümo
do il socialismo. Infatti in Russia gestita in « comuni del popolo » fa un proletario americano: « lo
sono comunista, perché ho leti padroni sono stati aboliti,. non c'è alla Mao, e venererà Stalin e Mao non
to che in Russia gli operai vanno
altro che lo stato onni-proprietario non corne pionieri del capitalismo,
a lavorare cantando. Qui almeno
(a parte le cooperative agricole ed ma corne padri del « comunismo ».
bestemmiare quando vado al
aitre amenità). Se non ci sono ca- Un'analoga venerazione sarà tribu- posso
lavoro
». Cosi la menzogna di Stapitalisti, non c'è più capitalismo, tata ai membri dell'« intellighen- Iin svolge
una funzione molto più
corne dice anche il nostro comune zia » che, in questo assetto, fungo- vasta Che quella
originale di estornemico Trotsky. E' vero che resta no da ammini;,tratori ed ideologhi cere più facilmenle
plusvalore dai
della macchina statale.
il mercato, ma è un mercato "soQuesto assetto non puè> perè> es- proletari russi; essa costruisce un
cialista ". - Per la buona · vecchia
fantasma, il « socialismo
la, ma è una moneta "socialista ", sere etemo. Passala la stagione e- orribile
» esistente· nei paesi dell'Est,
prodotto dallo sfruttamento " so- roica della « costruzione del socia- reale
in Cina o a Cuba, per spegnere il
cialista "». Per la buona vecchia lismo •, cioè dell'accumulazione pri- sogno
del sucialismo nel cuore dei '
teoria marxista, il capitalismo è un mitiva del capitale con i suoi Sta- proletari
ed instillargli una pretesca
modo di produzione · fondato sulla khanov, i proletari avvertono di nuo- rassegnazionc.
merce, sui mercato, sui lavoro sala- vo il morso dello sfruttamento e,
riato; la figura giuridica del pro- in assenza di padroni visibili, privi
prietario - individuo privato o sta- della guida del partilo di classe,
Il convegno
to, persona fisica o persona giuri- non sanno più dove battere le corna e se la prendono con... la burodica - è un tratto secondario. Il
di Venezia
pensièro borghesc i! affasdnato dal- crazia, cioè con l'inesauribile schiela personalità, dalla coscienza, ed ra dei vari funzionari del capitale .
inveœ i! cieco di fronte ai mecca- Talvolta, corne di recente in PoSu questo sfondo, SI e riunito
nismi oggetti\'i, fattori e. non pro- lonia e in Romania, combattono
a Venezia il convegno indelto dal
lotte eroiche e disperate, ma un
dotti della coscienza; esso quindi
« Manifesto » ( 11-12-13 nov. scorso),
nuovo nemico li aspetta; l'allra fac- sui
non « capisce » il marxismo. Perciè>,
tema: « Il pot.ere e l'opposiziocia di Stalin.
quel/a spontaneita proletaria chc
nc nelle società post-rivoluzionarie •. Un rnarxista non puù non os-,
servan: l'ipocrisia di quel « post~ figlü « liberali » di Stalin
rivoluzionario ». Non si osa più dehn'ire socialiste le società dell'Est
( la Rossanda parla di « capitalismo
beni
materiali
c
spirituali,
do\'e
la
Il nuovo nemico si presenta con
di tipo nuovo »!) - si fa ancora
le fattezze dell'intellettuale privile- classe operaia puù cssere irreggi- qualche riserva per la Cina, ma
giato, ma insofferente della rigida mcntata senza i rozzi metodi sta- non durcrà a lungo. Pero, non si
disciplina e della compressionc dei liniani, ma con quelli raffinati della osa nemmeno accettare la teoria
distribuzione delle briciole, e dove bolscevica rinnegata da Stalin e
bisogni individuali chc lo stalinismo
pcrciù non è più nccessaria la pre- affermare che la ri,·oluzione russa
comporta. Egli vorrcbbe consumarc
e godere corne i suoi pari dei pacsi dicazionc dcll'« unica » menzogna - e a maggior ragione le successistaliniana,
ma esiste il « pluralicapilalistici più avanzati, dove csi(continua a pag. 2)
ste la « libertà » di consumarc più smo » delle menzogne, la « libertà »
Quindicinale- Una copia L. 200
Abbonamenti:
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sostenitore L. 10.000
Conto corrente postale 18091207
Anno XXVII
N. 1 - 7 gennaio 1978
IL PROGRAMMACOMUNISTA'
Casella Postale 962 Milano
Spedizione ln Abbonamento
postale - Gruppo 11
Capodan1Jo indocinese
Se l'a,ino · m~vo si deve giudicare dall'inizîo, esso 11011 rassomiglia atf atto al « '78 di pace »
annunciato a gran voce da Carter
prima del suo tour intorno al
pianeta: il « capodanno indocinese » l'ha anzi smentito ancor prima che nascesse, rivelando quanta sia fragile l'equilibrio multipolare che la âiplomazia -internazionale si era illusa di pater instaurare in Asia dopo il ritiro americano dall'Inâocina,
soprattutto grazie alla virata filoamericana della Cina. Questa aveva
infatti parzialmente coperto il
i·uoto prodottosi in questa « area grigia » fra le più grige del
monda. Va anzi detto che proprio questa virata, avvenuta nel
momento più critico âell'impegno americano in Indocina col
f amoso viaggio di Nixon a Pechine, prefigurava già uno degli
antagonismi [ondamentali di og. gi, cioè quelle f ra la Cina e il
Vietnam, fin da allora appoggiato solo a parole ma in realtà temuto da Pechino; antagonisme
che si intrecciava ai numerosi altri della regione, primo fra tutti
quello fra Pechino e Mosca.
Benché le notizie di agenzia
parlino oggi di « aggressione »
del Vietnam alla Cambogia, la
realtà
che fin dall'aprile del
75, subito dopo la riconquista di
Saigon e Phnom Penh da parte
delle truppe di lebarazione, Cambogia e Vietnam hanno visto i
loro rapporti âeteriorarsi per ragioni insieme territoriali, etniche
e nazlonali da un lato, internazionali e strategicamente colle1 gate al più complesso confronto
· ·.A.;; ~:ut:..ï e.::,s~ â~:.~~.: .;raf;di potcn;e
in Asia, dall'altro.
è
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*·
Non c'è dubbio che al fondo
degli scontri tra Khmer rossi
e vietnamiti nell'immensa e fertilissima risaia che va dal Mekong
ai confini tra i due paesi (lunghi 700 chilometri), sta la tende,:zza storica del patente Vietnam (nell'ambito del quale il
Vietnam del Nord puà essere
paragonato alla Prussia dell'ottocento germanico ), quindi del
principale pilastro di tutta la
storia di lotta anti-imperialista
dell'lndocina, a giocare un ruolo di riunificazione della penisola ( Sia detto per inciso, cià dimostra che la rivoluzione dei
paesi indocinesi è stata una rivoluzione nazional-borghese, e non
socialista o di transizione a una
rivoluzione socialista, corne molli blaterarono per anni e tuttora
blaterano, corne spiegare altri-
menti l'insorgere di rivalit
e
di ant agonismi. national! e statali
f ra paesi « socialisti » o para-socialisti?)
Nel . Laos, il govemo di Hanoi
lia già mostrato chiaramente di
perseguire una politica egemonica, conseguendo anche· successi
del tutto consiâerevoli, se si tien
canto che il Laos è oggetto delle
mire cinesi e sovietiche. Col pret esto di sorreggere . contro una
guerriglia 'interna ancora tenace
il debole governo di Vientiane, il
Vietnam mantiene
inf at ti nel
Laos dai 40 ai. 50 mila solâati, e
cio non gioca certamente a [avore âell'autonomia laotiana. Questi rapporti « prejerenziali » f ra
Hanoi e Vientiane sono ben espressi dal patto venticinquennale di cooperazlone militare ed
economica tra i due paesi, che
preveâe aiuti finanziari e economici da narte del Vietnam, definisce le clausole militari relative ai confini tra i due paesi,
« auspica l'adozione di un atteggiamento comune in alcuni settori della politica estera e interna». ( « Relazioni Lnternazionali»,
31-7-77, p. 754). Anche in Thailandia, il Vietnam fa sentire la sua
presenza con aiuti e « tecnici »
in appoggio agli insorti.
Nei confronti della Cambogia,
la politica di Hanoi ha gli stessi
connotati [ondamentali, anche se
ha trovato nei Khmer rossi una
coriacea resistenza politica e militare, spinta occasionalmente fino ad azioni intimiâatrici e ad
atti di vera e propria guerriglia.
Non è forse errata ritenere, del
resta, che gran parte del mistero che c1nur1cia le lotie intesti .. .dei âirigenti Khmer negli ultimi
anni passa parzialmente spiegarsi çon tentativi vietnamiti di favorire ambienti legati ad Hanoi
all'interno dei Khmer stessi. Si
aggiunga che fra Cambogia, Cina
e Vietnam esiste un contenzioso
territoriale circa alcune isole del
Mar Cinese rneriâionale, pare ricche di petrolio.
E' d'altronde chiaro a tutti elle,
se la Cambogia non fosse apertamente « protetta » dalla Cina
(con la quale ha strettissimi legami in [unzione di contenimento del Vietnam), l'esercito di Hanoi potrebbe facilmente averne
ragione, essendo il più forte esercito di terra della zana dopo
quelli russo e cinese, e anche ulteriormente rafîorzatosi con modernissimo materiale bellico russo dopo la vittoria del '75.
(continua a pag. 4)
à
Il presslmo numero del giornale
Dobbiamo forzatamente rimandare al prossimo nr. 2 (21 gennaio) una serie di corrispondenze che non hanno trovato posto
su questo: Unidal, la cassa integrazione non fa che precedere
· i licenziamenti; Papa di San Donà, dove la notizia dei 560 sospesi fino al 18/1 per poi passare alla cassa integrazione segue
quella delle cariche poliziesche allo sciopero del 14/XII; Ferrovieri della cui questione si fa un bilancio generale soprattutto
della politica antioperaia e fumosa dei sindacali confederali
corne dei sindacatini autonomi.
Seguirà l'articolo sul Proletariato chicana negli USA, la conclusione del_ Rapporta alla riunione generale di partita, l'indice analitico per argomenti degli articoli apparsi nel « programma comunista » nel corso del 1977.
ABBONAMENTI
1978
Per l'anno lnizlato l'abbonamento a « il programma comunlsta » rlmane lnvarlato:
annuale L. · 5.000, sostenltore
L. 10.000.
Per la stampa Internationale le clfre sono le seguenti:
- « le prolétaire»
(qulndlcinale)
L. 6.000
- « programme communiste »
(rlvlst;t teorica. trlmestrale)
L. 6.000
« el programa comunista »
(rlvlsta in spagnolo)
L. 2.400
« el comunlsta » (nienslle
ln spagnolo)
L. 3.000
« communist program » (rivlsta ln lnglese)
L. 3.000
NELL'INTERNO
- Il mito della stanza dei
bottoni
- Tre segnali d'allarme fra i
tantl
- Sotto la sferza della crisi
si approfondiscono i contrasti interlmperlalistici
- Lettera
dall'America:
Il
proletarlato chicano.
- Italslder Bagnoli: :un pri. mo bllanclo .
-· Ferrovleri del traghetti: La
precettazlone possa costltulre una salutare lezione
per tutti i proletari liberandoli dall'opplo delle 11luslonl democratiche e costituzlonali
Contro la represslone antiproletaria, lotta lndlpendente dl classe
lmpennata dl classe alla
Flat Rlvalta
- Nessuna solidarietà
alla
pollzla, bracclo annato dl
Stato e padronl
IL PROGRAMMA COMUNISTA
la: :co·rsa alla sepoltura del m,arxismo
(eontimJa da pag. 1 )
ve rkohu.ioni in Cina, a Cuba, in
Vtetnam - aveva corne primo obieuivc l'instaurazione del capitalismo, compito che, corne i bolscevichi sottolinearono in polemica sia ·
con i mcnscevichi sia con la cosidetta a oeeosizione operaia o, poteva essere svolto fino in fondo sote dàl proletatiato rivoluzionatio.
Altrimcnti. con grande soddisfazione di Solgenitzin, Sacharov e soci, in Russia ci sarebbero ancora
lo zarismo. la chiesa ortodossa, i
pogrom e la spaventosa miseria e
ignoranza dei mugiki. Il sogno dei
bolscevichi era che la fiarnmata delta rivoluzione democratico-radicale
russa.. potesse accendere l'incendie
della rivoluzione comunista mondiale. Clë non
accaduto ed è
questo il vero problema per un marxista, il problema che invece i " marxisti " del convegno di Venezia·non
solo evitano, ma confondono, assegnando alla società socialista i
caratteri di una 'banale società democratica.. Ed è del tutto ovvio che,
una volta mancato l'appoggio dei
prolet,ari dei paesi avanzati, lo sviluepo del capitalismo in Russia richiedesse
i p1.. gravi sacrifici ai
proletari. Essi, con la NEP, li accettarono coraggiosamente, ma la
contemporanea degenerazione delI'Internazlonale, e in particolare del,
le sue sezioni europee - altro piccolo problema, su cui i « marxisti " di Venezia tacciono - _ prima
mise il partito russo sulla difensiva, poi ne determinè la sconfitta.
Net 1926-27, i partiti « comunisti »
mondiali pla:udirono al trionfo controrivoluzionario di Stalin e sottoscrissero I'atto notarile che battczzava a socialismo in un, solo paese o · l'accumulazione primitiva del
capitale in Russia. In seguito, .non
solo in Russia, ma anche in Occidente, chiunque rifiutasse la menzogna tu perseguitato e massacra10. Anche di ciè non si è discusso a Venezia, dove invece qualche
« marxista "• corne il russo Pljusc,
ha sparso lacrime sulle disavven1 ure del vescovo Slipvi e sui fatto
che in Russia non si trasmetta la
messa per tv ...
I « marxisti » di Venezia si lamentano degli orrori della « società post-rivoluzionaria » russa, cioè
degli orrori che lo sviluppo del capitale ha comportato in ogni paese.
Essi dimenticano 9uante teste ha
taJliato la borghesia inglese ai suoi
inizi, e che la « tollerante .» democraaia britannica poigia anc.he 'sugli 80 mita poveracci impiccati per
a vagabondaggio " da Enrico VIII
nonché sui sudore, le lacrime e il
sangue di milioni di proletari, donne e barnbini, -descritti nel famigerato Capitale.
è
Gli orrori del capitalismo, soprattutto nella fase dcll'accumulazionc
primitiva, non sono un « problema
teorico » pcr ncssun rnarxista, ma
solo un fattore di alimcntazione
della a passione » rivoluzionaria.
Che cosa cercano allora i « marxisti » di Venezia? Dopo avcr contribuito, nella loro verde ctà, alla
diffusionc della menzogna staliniana e alla sconfitta « pratlca » del
marxisme, essi vogliono ora un'esistenza più « pacificata », con una
più alla « qualità ,, della loro vita,
senza dover più fare i sicofanti e
gli aguzzini. Vogliono essere buonl
e pacifici ideologi delle classi dominanti, E' lo stesso desiderio che
colse · 1·« intelligenza » europea dei.
primi decenni dell'Ottocento. Ai Robespierre, ai Marat, ai Saint-Just
succedettero i Chateaubriand, i Tocqueville, i Pellico, i Mazzini, lacrimosi sostenitori della tolleranza liberale e fieri nem~i del giacobini-
Arrivarno gli
A questo punto, nasce un dubbio, Spinti da! bisogno esistenziale di una vita più a pacificata », i
« marxisti » di Venezia e gli altri
« critici » di Marx non rischiano di
far scivolare il proletariato, « abbandonato a se stesso », nel partito della rivoluzione? Non si :P,UO
certo vendere ai proletari il liberalismo o, addirittura, il « superuomo » di Nietzsche! La preoccupazione è presente nei ranghi opportunisti, e ha suggerito l'organizzazione di un altro convegno, stavolta a Padova. Tema: « Operaismo
e centralità operaia »; relatori, sotto il vigile sguardo di Giorgio Napolitano, teorici « marxisti » del calibro di Tronti, Asor Rosa, Cacciari e altri meno famosi · ex-« sinistri
».-
Qui, la classe operaia è stata lisciata e lusingata. Si è ironizzato
sui « bisogni » e le velleità della bohème, si è proclamato che senza
la classe operaia vi è il nulla. Ma
quale classe operaia si è invocata?
Non certo il proletariato che scende nelle strade per imporre la propria dittatura, Quello di cui parlano i « marxisti " di Padova, è un
proletariato « sociologico », tutto
fabbrica e busta-paga, la cui prima
preoccupazione è « l'allargamento
de11a base produttiva »·, il « rilancio degli investimenti », il « nuovo
modo di produrre ». Nell'elegante
utopia di questi « operaisti » si vede una classe operaia che si prende carico della produzione capitalistica sostenendo il « partito politico » (il ,PCI è indicato quale
smo « intollcrantc •. Si puë dire che
il sogno dei « marxisti " di Venezia è uno « stalinismo libérale »,
clotato della stessa capacità del truce origmalc di inchiodare li proletariato alla fnbbrica, ma privo di
asprezze verso I'« intelligenza » e
gll ideologhi. e tenuto a rinnegare
sernpre piü il marxismo. Non abbiamo forse sentito il « pontefice
del marxismo » Althusser confidare
alla platea di Venezia Che in fondo... anche Marx ha detto cazzate;
che in fondo la teoria del plusvalore, la teoria delle stato, la teoria
della dittatura del proletariato andrebbero ridiscusse? Si puo facilmente prevedere che fra qualche
anno questi « marxisti » raggiungeranno la lustrattata socialdemocrazia tedesca a Bad Godesbcrf. Del
rcsto, se Berlinguer ripudia i marxismo, possono i nostri ex-extraparlamentari, sostenltori indefessi
della a sinistra unita », essere da
rneno?
«
operaisti
»
candidato) nel suo progetto di organizzare la società corne un'unica
[abbrica. Proprio corne Stalin, che
chiedeva al proletariato di farsi
carico di tutti i · possibili problemi
lasciati irrisolti dalla borghesial I
« marxisti » di Padova, turbati dall'Irnperâzia e dalla corruzione demoçristiana.~ognano un rude... capitalismo costruito dalla mano callosa del proletario. Sospettiamo che
questa « centralità operaia » avrebbe il consenso anche dell'on, La
Malfa, che, non a caso., vuole il
PCI al governo.
Del resto, non siamo noi a dirlo.
Ecco corne l'« operaista » Asor Rosa, su a L'Unità » del 4.12, pariando della manifestazione dei metalmeccanici del 2.12, magnifica il
ruolo democratico e costituzionale
del proletariato: « Confessiamo pure che, nei mesi passati, qualche
elemento di sconcerto, di fronte
alla pressione spesso intollerabile di
avvenimenti anche luttuosi ed inquietanti, si era introâotto nell'opinione pubblica anche di sinistra ...
Alcuni settori intellettuali hanno
vacillato di fronte all'mtensità delt'attacco avversario e alle motteplici diffiéoltà della fase presente
della lotta di classe... [è noto che
i giornali borghesi erano pieni di
paura che la· classe operaia, che a
Torino aveva avuto un sussulto di
istinto proletario, potesse « sfuggire di mano »]. Vorremmo che
prenâessero · . apiâamente coscienza
che il discorso critico non ha P.erso affatto il punto di riferimento che lo sorreggeva in passato.
.,·.. ,,-.
IL MITO
D ELLA STANZA DEI BOTTONI
1
La struttura della classe uperaia
org'CIIIIU.ata 11qn solu regge, 11u11
.,u/o ,·iesi.·e a di111u~1 rarc di csserr
1ma st rtll Htra polit ico-sucia/e duw1a di un putere. di coagulu i111111e11su, ma non st limita a parare i eu/pi, p11à tindare persino al di là [oh!
oh!) della djfesa p11ra e semplice
dd posto di lavoro, dell'occ11pazione e della produz.ione conte oggi si
presentano [la classe operaia deve
quindi anche difendere la produzione, corne oggi si presenta!! Neppure Carli cd Agnelli pretendono tanto ... ]. I rapporti politici sono chiamati ad un brusco e difficile confronto. Ma il bello è che non c'erano smagliature nella piazza su ~uesto punto: nessun elemento dr eversione o di disordine, tanto per intenderci, né di scollatura dalle proprie organizz.azioni [ecco il punto!
I proletari devono. rinunciare alla
rivoluzione e rimanere intrappolati ne! partitone neo-staliniano che
li usa, all'occorrenza, corne « elemento di ordine »], ma al tempo
stesso una richiesta di cambiamento
tanto forte da riempire l'aria, da
diventare l'elemento ambiéntale e
sonoro dominante ». E ancora:
« Un ponte è stato lanciato: questa
manifestazione ha voluto anche dire che gli operai non sono indifferenti, che l'egoismo operaio è egoismo verso il padrone [si confronti
con quanto si diceva all'inizio sulla
confusione tra padrone e capitale],
non è mai stato e non è egoismo
verso gli àltri strati oppressi [in
cui il . PCI include " piccoli " e
"medi" proprietari di. ogni genere] ».
Questo « ponte » è prontamente
varcato dalla borghesia illuminata.
Su « La Repubblica » del 4.12, il
tecnocrate socialista Giorgio Ruffolo, concludendo un editoriale dal
titolo: « Compromesso storico col
capitalismo », scrive: « La garanzia
diretta della occupaz.wne ·da parte
dello stato e la gestione dell'offerta di lavoro affidata ai sindacati,
da una parte; lo smantellamento
dell'apparato di sussidio alla disoccupazione che grava in gran parte
sulle imprese e il conseguimento
di .m adeguato grado di mobilità
dall'altra: ecco i termini di un
" compromesso storico " della sinistra con il capitalismo ». Cioè, i
sindacati gestori dei licenziamenti
e della disoccupazione! Come i
«kapo» nei lager nazisti. Ruffolo
ha frainteso gli « operaisti »? No:
sull'« Unità » del 3.12, il capo « operaista » Mario Tronti scriveva:
« Nel capitalismo matura, {lentro
la sua crisi [sic], nei processi di
m·utamento della composizione sociale che questa comporta, la classe operaia deve riconquistare solidamente il posto centrale nei rapporti di produzione, nei rapporti
sociali, nei rappè>rti• politici. Di
qui, quel termine · di "centralità operaia " che sembra il più
adallo ad .esprimere · oggi la
crescita politica di questa {orza
[cioè, centralità operaia = PC importante e, possibilmente, al governo], impegnata a dimostrare [a
chi? ad una commissione esaminatrice formata da Agnelli, Carli, Petrilli, Baffi, Stammati e La Malfa?]
che sarà in grado di dominare la
violenza delle attuali contraddiz.io-
spazio solo all'accorato rifi.uto
morale
dell'individuo
isolato.
Questa visione postula l'abbandono del marxismo e della sua
complessa analisi di tutte le fa- Come non si puo ipotizzare un
si del ciclo economico.
capitale tutto costante, cosi non
Costoro invece, fedeli ai canosi puè> ipotizzare un capitale pu. ni dell'empirismo e della « feno- ramente variabile. Tutta la letmenologia », esaminano soltanto
teratura marxista - basti peni fatti del giorno che, estraposare allo scritto di Lenin sul
lati e generalizzati, danno origi- romanticismo economico, contra
ne a grandiose visioni del monle teorie dei populisti russi soIn sintesi, il discorso degli or- condo le esigenze. I poteri pub- do sempre diverse fra loro, in stenitori della piccola produganizzatori del convegno è il se- blici e in ultima analisi lo stato, omaggio alla inesauribile creazione - lo dimostra. La tenden- ·
guente. L'attuale crisi economica
assumerebbero quindi un ruolo
tività del « movimento », e in- za di fondo del capitalismo, sia
ha stimolato sostanziali muta- centrale nel processo di valorizvarianti su un unico punto: l'on- pure attraverso gli zig-zag dovumenti riel modo di produzione in zazione . del capitale poiché, in nipotenza dello stato e del capi~ ti alle alterne vicende del ciclo
Italia, Stretto dall'offensiva dei prospettiva, acquisterebbero
la tale.
economico, è verso la concencapitali più sviluppati, principalforza lavoro e la presterebbero
Non più di quindici anni fa, trazione della produzione in
mente quello USA, il · capitale i- _ .alle aziende, cosï corne attualquando si era nella fase di e- grandi aziende, che permette l'u.taliano si è difeso decentralizmente le agenzie finanziarie pub- spansione del capitalismo mon- sa massiccio della razionaliizazandosi e « diffondendosi » sul
bliche praticano il credito age- diale, all'epoca del dimenticafo
zione delle tecniche produttive,
territorio. Mentre le grandi a- volato dei capitali, In tal modo
l'aumento della loro potenza e
« miracolo economico », la « teoziende (Italsider, UNIDAL, Mon- lo stato acquisterebbe poteri di
ria» alla moda era un'altra. Al- percià la diminuzione del tempo
tedison) barcollano, le medie e pianificazione sull'economia
di lavoro necessario · a produrre
lora si idealizzava la fabbrica
piccole aziende fioriscono grazie
con l'aiuto dei suoi mitici tecnici
automatica, tutta fatta di mac- i beni di sussistenza dell'operaall'uso estensivo del Iavoro a do- e dei non meno mitici cornpu- chine automatiche e di robot, io, aumentando cosi il sag~io di
micilio o del lavoro part-time
ters - mentre il proletariato
plusvalore. Questo nella p1ccola
con gli onnipresenti computers
dei giovani. L'organizzazione, at- sarebbe diffusa e dispersa in
- altro chiodo fisso degli i_ntel- azienda non è possibile; si atraverso l'uso dei cornputers, di
una miriade di piccole aziende
lettuali borghesi, soprattutto di vrebbero sprechi e perdite.' La
questo tipo di lavoro dà luogo o addirittura fra le quattro mu- estrazione socio-filosofica - co- piccola azienda fiorisce, ma soad una « fabbrica diffusa » sui
ra della propria casetta, equo
lo all'ombra della grande azienrne supremi regolatori e dirigenterritorio che prenderebbe il po- canone .permettendo, con il la- ti. Il lavoro umano sarebbe stada con funzioni ausiliarie.
sto della vecchia fabbrica con- voro a domicilio. Questi « nuoUn'ultima considerazione sul
to cosi reso superfluo e vi sarebcentrata con il suo disciplinato
vi proletari » avrebbero corne u- be stato un . capitalismo - ov- ruolo dello stato. Gli intelletesercito proletario.
nica arma di difesa, dati i salaviamente pianificato e diretto dal- tuali borghesi « di sinistra » non
Il lavoratore tipico nella « fab- ri parziali ~he riceverebbero, S<?"" lo stato padrone dei computers
riescono ad immàginare una legbrica diffusa» è il giovane ope- lo la pra~1ca _della « autos~ss1ge oggettiva della realtà, senza
priva del suo dialettico antagoraio part-time, sotto la duplice
stenz~ » g1à, s1. affer:ma, sviluppensare anche ad un soggetto
nista, il proletariato. La considespmta della impossibilità di tro- pata m 9~rmama e II_l US:<\,. che
« concreto » che « voglia » quella
razione ovvia che senza prolevar, posti full-lime, a causa del- m terrnim me~o S?C1ologi~1 sa:. tari non vi sarebbe plusvalore e legge. Più o meno corne gli an·
la cnsi e ·dei « nuovi valori ,, rebbe l arte d1 M1chelacc10 d1
tichi che non potevano conceil capitalismo crollerebbe, per
portati dalla « contro-cultura del arrahgiar~i. Ov_viamente l'onnipocui lo sviluppo tecnologico sud- pire le leggi della natura senza
movimento », che spingono a ri- te~te capitale mcalza. an~he que: detto non poteva avvenire in e- un dio che le avesse corne confiutare la cosiddetta « morale del
st area con aumenh d1 prezz1 poca capitalistica - ed infatti,
tenuto della propria volontà. Colavoro » con la sua « irreggimene ta~ffe.
.
si questi po~t-marxisti « corregrispcttando Marx, non è avvenutazione "• i giovani accorrerebLf1 lotta fra, capitale ~ lavoro
gono Marx al modo di. san Tomto - portava i suddetti · teorici
· bero in massa ad alimentare i avverr~~be QUI,!]dl. ~ul piano del
solo a dichiarare... non più vali- maso d'Aquino. Se esiste il caranghi · di questa « seconda so- « quot1d1an? » md!v1duale, attr~do il marxismo e superata la teo- pitale con la sua legge di raziocietà », il cui principio sarebbe
v~r:so 1~ d1fesa d1 .queste poss1- ria del valore.
nalità, vuol dire che esiste un
il « lavoro precario » in contrapb1htà d1 « autosuss1stere ».
Oggi il ciclo si è invertito e « piano del capitale » ed un apposizione al a lavoro garantito »
* * *
dal gigantesco super-robot si ri- posito organo che lo vuole - e
questo non è altro che lo stato. ,
della a prima società », formata
Un breve commenta da partE: toma alla... economia domestica
dai proletari per cosi dire al- nostra. E' un chiodo fisso degh
Mentre nel marxismo lo stato è
dei prirni tempi del mercantilil'ant1ca. NasceFebbe· di. qui l'e- intellettuali borghesi « di sini- smo, con il computer corne a- essènzialmente il gendarme, il
sigenza per il capitale di con- stra » - cioè di quegli intellet:
gente di smistamento: Non c'è bastone impugnato dalla classe
trollare non solo a l'area del la- tuali borghesi che pretendono d1
dominante per tener soggetta la
dubbio, e Marx lo diinostra con
voro » - cosa che farebbe at- rivolgersi a platee proletarie con
grande dettaglio nel I Jibro del classe dorninata, in quest'altro
traverso i sindacati - ma anche
le loro elucubrazioni - quello
Capitale, che soprattutto nei pe- tipo di teorizzazioni lo stato di(1 l'an~a
del non-lavoro », attradi magnificare l'onnipotenza del
riodi di crisi il capitalismo fac- venta un fattore di produzione,
verso agenzie gestite dai vari en- capitale e di fantasticare terri- cia largo ricorso al lavoro nero un elemento della valorizzazione
ti elettivi locali fondati sul « con- ficanti scenari in cui il capitale,
del èapitale e, con questo abile
e part-time dei . giovani e delle
senso:,, ~ regioni, comuni - che _ ma soprattutto lo stato, ve.rso donne.
trucco, si vede trasforrnato in
a.vrebbero la dis.ponibilità dei gio- cui costoro hanno una affascmastrumento interclassista, cqme le
Ma di qui ad ipotizzare un
vani disoccupat1 e li presterebta attrazione, organizza tutta la
nuovo modo di produzione fon- . rnacchine e le materie prime. Ne
bero - questa è Ja pratica del società ponendo termine !_ld o- dato sul lavoro nero ce ne corre.
consegue che, se lo stato è un
leasing - aile varie imprese se- gni contraddizione e lasc1ando
Il 13 e 14 âicembre scorsi si tenuto a Milano, sotto il patrocinio
del coordinamento delle riviste a Aut-Aut », a Primo Maggio », « Mar- .xiana», « Ouaâemi del territorio » e « Critica del âiritto », un convegno sulla âisoccupazione giovanile, il primo di una serie âeâicata a
questioni importanti nel âibattito teorico-politico nella cosidetta area
del « movimento ». E' eviâente lo scopo di costruire un discorso unitario capace di egemonizzare il « movimento ». Il convegno
stato
inquadrato da due relazioni introduttive, una di Silvia Belforte, della
redazione torinese di « Quaderni del territorio », l'altra di Sergio Bologna, âirettore di « Primo Maggio ». Nel dibattito successivo sono
state presentate alcune relazioni su specifiche situazioni locali.
·
ë
è
N. 1 - 7 gennalo 1978
ni sociali e in gradu cli geMirl! lei
complessità dei 111uclenri apparati
di potere ». Cioè, no a Marx c a Lenin, si a Kautskv; no alla rivolu;f.Îone, si alla gesti.onc dt'llo stato
borghese. La classe opcraia, sccondo Tronti, puù 'l'arc di mcglio
chc abballcrc lo stato borghcse:
puù ... amminislrarlo, e dimostrarc
al capitale quanto i.• brava; in cambio, autogcslirà la propria ... disoccupazionc. Conc:ludc Tronti, ponendo (almcno lui cosi pensa) una pietra lomb.ik sulla rivoluzione: « La
110s1algia del/'opposizione è 1111 sent imentalismo
romantico, occorre
urmai 11na mentalità di govenro in
ugni militante e in t11ttu il movimento delle lotte •.
Queste conclusion! degli « operaisti • del PCI hanno Daturalmente
lasciato di stucco i loro vecchi compagni restati fuori. Ma la loro reazione è stata debole, corne confessa Sergio Bologna su « Lotta continua » del 3.12: « Il nostro inter~
vento al convegno è statu debole e
soprattutto 11011 è entrato nel · merito... Non è entrato nel merito
perché ci sentil'amo interlocutori
di comodo, s(!condo il classico sistema di "dire a nuora perché
suocera intenda ". [chi cra la suocera? Giorgio Rulfolo? i capitalisti
illuminati?]. Tutte queste osservazioni possono sembrare " excusatio
non petita ", se non ricordo male
il latino, allora perché le faccio?
perché ogni occasione, anche esterna, che ci viene offerta per rilanciare "al nostro interna" [Bologna riconosce di essere ancora " interno " alla congrega dei Tronti,
Asor Rosa e simili] il problema
della centralità operaia e per praticare il passaggio sociale e politico dalle lotte del '71 aile lotte in
cui l'autorganizzazione operaia e
proletaria si presenta . non solo come asse trainante, ma corne nucleo
di massa dell'organizz.azione [vecchio pallino anti-marxista!]. per dare una botta contemporaneamente
allo stato che poggia sui sistema
dei par.titi [!!] e al vecchio ceto politico della sinistra rivoluzionaria
[ambizione dei giovani di sostituire i vecchi; questo è . tutto!], cioè
per determinare la crisi reale del
"sistema dei partiti " e la crisi formate del nostro· modo tradizionale
di " far politica ", ogni occasione
che va in questo senso - dicevo va utiliu.ata ». Del resto, anche sui
piano della revisione del marxismo, gli « operaisti » esterni al PCI
hanno qualcosa da dire se (cfr. «LC»
. del 30.11) la Beccalli « ha sottolinealo poi 11011 solo la crisi dï alcuni concetti
portanti dell'analisi
marxista (distinzione fra lavoro produttivo e lavoro improdu(tivo) [in
modo da far diventare tutti proletari, Andreotti incluso], ma anche
la necessità di ritornare al problema della fondazione del soggetto
, ivoluz.ionario, al rapporta teor_ico
e prat1co tra contraddizione e rivoluzione ». Scusate. se è poco; anche
Tronti e Asor Rosa sono partiti da
questi dubbi u teorici »! ·
Queste convulsioni degli « operaisti » sono ben definite da Lenin
quando nel Che fare? scrive: « Dal
momento che non· si puà parlare di
un'ideologia indipendente, elaborata
daile stesse masse operaie nel corso stesso del loro movimento, la
questione si puo porre solamente
cosl; o ideologia borghese o ideologia socialista ». E' questa, per
noi, la pietra tombale del. nuovo
« operaismo ».
essenziale fattore produttivo, non·
potrà mai essere abolito, ed infatti l'estinzione finale dello stato nel comunismo è, per questi teorici, :un altro degli errori
di Marx. Lo stato eterno, dunque.
Le posizioni dei « post-marxisti » si ricongiungono a questo
punto con quelle dei riformisti
classici. Se alla base del funzionamenfo del capitalismo non c'è
la necessità oggettiva, ma il
« piano del. capitale » senza altra
precondizione che il puro e astratto « desiderio di potere »,
sarà altrettanto possibile sviluppare un « contropiano », che ponga la potenza- produttiva al servizio dei bisogni delle . masse.
II problema sarà allora quello di
occupare la « stanza dei bottoni » da dove partono i fili per i
computers. Questo fu appunto
lo slogan di Pietro Nenni all'epoca del centro-sinistra, portando aile logiche conseguenze le
impostazioni teoriche del gruppo
dei « Quaderni Rossi », padre dei
« post-marxisti » odierni. Cosl gli
Asor Rosa, i Tronti e soci, entrando nel PCI e teorizzando la
autonomia dé! politico, portano
solo aile lo~iche conseguenze estrerne il d1scoi-so dei loro apparenti rivali, gli « autonomi ».
Per concludere, Stalin aveva
stravolto li marxisrno e la verità proclamando la menzogna che
in Russia esisteva una economia
pianificata ( per una confutazione, vedi il nostro quaderno: Il
mita della pianificazione socialista in Russia): i nostri « postmarxisti » vanno oltre, asserendo che la società pianificata esiste anche in accidente.
Dlrettore reeponeablle
GIUSTO COPPI .
Redattore-capo
Bruno Maffi
Regletrazlone Tribunaie Milano,
2839/'53 - 189/'68
lntergraf - TÏpolltografla
Via Riva di Trento, 26 • Mllano
TRE SEGNILI
D'llllRIE·
FRAI TINTI
A Milano, a Napoli, a San Donà
di Piave il 14 dicembre è ·stato un
giorno caratterizzato dall'attacco
della polizia e dei carabinieri a manifestadoni .operaie. I' la,voratori
del/'Unidal si so110 scontrati con la
poliz.ia ne/ tentativo di occupare i
binari della stazione centrale di
Milano; i lavoratori della Papa di c11i al prossimo 1111111ero - so110 stati caricati d11ramente dai carabinieri durante 1111 blocco stradale; la manifestaz.ione di 200 lavorarori degli istituti per handicappa·
ti a Napoli è stata sciolta a furia
cli carie/te della poliz.ia. ·
·
/11 tutti c tre i cas{, atteggia-.
mento uniforme della stampa borghese, dei sindacati e del PC/; minimizzare l'accaduto, se non tacerne addirittura; trame pr,etesto per
battere pir't forte la grancassa della
sindacalizzazione e quindi « democratizzaz.ione » della P.S. Certo, da
clzi si fa paladino dell<,i difesa intransigente dell'economia nazionale e della democrazia, da chi organizza i servizi d'ordine contra le
« proVocaz.ioni » e gli « atti di teppismo », da chi negozia la pelle di
migliaia di operai per la ripresa produt tiva e il miglior fun1.10namento
della machina capitalistica, non si
puo pretendere che organizzi su un
terreno di classe le lotte operaie in
difesa del posto 'di lavoro, del salmio, delle condizioni di vita, preparando i lavoratori anche allo
scontro con le forze dell'ordine che,
smdacaliz.zate o no, hanno l'esclusiva funzione di reprimere ·ogni forma di protesta o di ribellione. Mentre da una parte i carabinieri sparano lacrimogeni ad altezza d'uomo
e spaccano le teste dei dimostranti,
dall'altra si va ad incontrare i ministri per « protestare » contro la
decisione di licenziare 5000 lavoratori dell'Unidal, (ne parleremo nel
prossimo numero), 1500 della Montefibre, la cassa integrazione per
Ottana, per l'ltalsider e per centinaia e centinaia di aitre aziende.
lntanto si « ottengono » un po' di
miliardi per pagare almeno una parte di salari e per tenta, di tamponare una situaz.ione che, se no,i è
ancora esplosa in modo consistente, sta perà riemr,endosi di combustibile sociale.
Al di là delle trattative a livello
governativo, degli intrallazzi rolitici tra le varie forze, rimane i dato
c, udo e drammatico della disoccupazione da una parte e della necessità per il capitale di ristrutturare
i propri apparati dall'altrai Ma la
situazione è talmente incerta e vi
si incrociano tali e tante situazioni critiche che la cassa integrazione, magari per qualche mese soltanto, o i /icenziamenti scaglionati possono passare per « vittorie »: si vuol
abituare il proletariato a questa
incerte,z.a costante, alla disoccupaz.ione e alla miseria; si cerca di abituarlo ad essere colpito continuamente e sui diversi piani, economico
e socialej lo si colpisce sul salario,
con le aenunce per « manifestazioni sediziose », coi licenz.iamenti e
con l'intensificazione del carico di
lavoro; lo si blandisce con la democrazia perfino nella polizia e lo
si ammazza sui lavoro corne a Brindisi o nelle piazze corne ieri ad Avala, Battipaglia o Reggio Emilia,
e corne lo sarà domani altrove. Questa è la società borghese con tutta
la sua democrazia, e contro questa
soczetà come contro tutti i suoi difensori, i proletari dovranno combattere e organizzarsi se 11011 voglio110 subire una massa sempre più opprimente di sacrifici, una repressione sempre più dura sebbene articolata, una disfatta sul piano della
lotta di resistenz.a all'attacco della
classe dominante.
STAMPA
INTERNAZIONALE
E' usê:ito il nurnerO' 9, dicembre 1977, del mensile
el comunlsta
con il seguente sommario:
- Fascismo-democracia:
vasos cornunicantes;
- Que el proletariado, y no
el capital, salga de su crisis!
- Terrorismo y comunismo;
Internacionalismo
versus
nacionalismo.
Il nr. 256, 17-30· dicembre
1977 del· quindicinale
le prolétaire
contiene:
- Malgré le vernis oppositionnel, le P.C. au service de
la bourgeoisie;
- Défendre l'arme de la grève·
- L~ crise . portugaise;
- Pour un front de lutte ouvert (2);
- evolution des rapports inter-impérialistes depuis la
dernière guerre (2);
- Les penseurs du PCF au
travail;
- Luttes ouvrières en Tuni-.
sie: la révolte de Ksar Reliai;
- En marge du Congrès du
MPLA: l'engrenage de la
modération;
N. 1 - 7 gennaio 1978
IL PROGRAMMA COMUNISTA
pagina 3
1
•ne
.
.
RIUNIONE GENERALE Dl PARTITO
LI . SFERZA. DELll GRISI SI APPROFONDISCONO
1 CONTRASTI. ·INTERIMPERIALISTICI
La prbna parte di questo resoconto è uscita nel nr, 23 del '77. Dopo
aver ricordato le nostre u prospettlve del· dopoguerra », essa ne studia le conferme prima nella guerra lfireddae nella dlstensione, pol nel
J:>rlmo sussu)to della crisl lnte~onaie
culminante nel 1975.
Un monde do nuovo troppo piccolo
per appetitê troppo grairndi e numerosl
La crisi internazionale ha già
provocato nell'immediato una
notevole accelerazione della
corsa agli sbocchi ( i cui terreni di caccia per eccellenza sono divenuti l'Iran e l'Arabia
Saudita), della corsa aile materie prime e di quella aile esportazioni di capitali, non solo sotto forma di prestiti, ma
anche di investimenti diretti.
La conseguenza è la protezione delle zone d'influenza esistenti, corne è chiaro soprattutto per gli Stati Uniti nelle
loro riserve di caccia americane dal 1971 in poi. La stessa
corsa si esprime sia nel ritorno in forze degli USA nel Medio Oriente nel 1973, sia nella
recente tendenza della Russia
ad interessarsi in modo non
episodico della caccia alle materie prime, corne si vede specialmente nell'Africa Australe
e nel Marocco. Infine, benché
il tentativo inevitabile dei paesi europei e del Giappone di
costruirsi delle zone d'influenza sia ancora fortemente con:
trastato dalla potenza finanziaria e dal big stick americani,
si puè già osservare la crescente dipendenza, non fosse che
sui piano commerciale, di certi piccoli paesi di fronte a questi irnperialismi: Turchia, Grecia, Jugoslavia, Roma.nia, ecc.,
alla Germa.nia; Malaysya, Birmania, Indonesra, Taiwan, Corea, ecc., al Giappone.
Detto cià, la tendenza più
irresistibile che la crisi doveva provocare sui piano dei rapporti fra Stati riguarda I'intensificazione dei rapporti Est-Ovest, e per una doppia serie di
fattori: c'è in un senso l'enorme corrente economica con la
quale l'Ovest, zona di alta pressione capitalistica, pesa sull'Est, sempre zona di depressione capitalistica relativa: c'è,
nell'altro, la corrente irresistibile suscitata dall'appello degli
enormi bisogni tecnologici del! 'Est. Ora, questa duplice corrente trova un freno poderoso
in molteplici fattori,
Da parte orientale, I'apertura provoca irnmediatamente
gravi tendenze centrifughe. Dai
1971 al 197 6, la parte degli
scambi con l'Est ne! cornmercio della Germania Federale
(RFT) non. è passata, è vero,
che dal 3,5 al 10% o poco meno (casa che fa. di essa il primo partner - e di gran lungal.
- dell'Est), ma tanto è bastato perché questo paese divenisse, o sia in procinto di divenire, il primo partner commerciale di numerosi paesi
(Romania, Polonia, prima ancora della Russia! ). malgrado
le nrecauzioni prese per rafforzare la centralizzazione economica e finanziaria del Comecon a part ire dal 1971 ( centralizzazione i cui risultati con-
ferma.no, d'altra parte, che il
saccheggio dei piccoli paesi del! 'Est da parte della Russia continua, e corne!).
Da parte occidentale, l'Est
è considerato un vero e proprio Eldorado, e I'America si
interessa vivamente aile riechezze della Siberia; ma l'investimento di capitali in casa
dell'avversario preserita un rischio enorme. E' quindi preferibile lasciare che i primi
passi vengano fatti da Germania e Giappone, con il vantaggio di aprire una valvola di
sfogo alla loro aggressività economica, concentrando forse
sulla Russia la loro aggressivi tà irnperialistica tout court,
ma col rischio di un'intesa diretta fra Giappone e URSS. E'
naturalmente contro una simile ipotesi che si accaniscono
gli USA quando vietano a Tokyo di contribuire alla costruzione della Transiberiana o di
concludere con Mosca un accorda di collaborazione nucleare. Ma lo si potrà all'infinito?
Il risultato
che le frontiere dell'Est sono appena socchiuse e, peggio, che la crisi
ha provocato la contrazione
dei suai mercati. Date le formidabili pressioni che spingono. a legare più strettamente
fra loro le due zone, se l'apertura è impossibile con mezzi
pacifici bisognerà pure che si
realizzi con mezzi diversi, Ec· co quindi una differenza di
prospettiva causata dalla crisi,
Per capire la situazione internazionale, bisogna considerare un altro fattore storico.
Il ciclo di accumulazione capi talistica ha provocato nell'Est una crescità nell'insieme
più rapida, a causa della maggior giovinezza di quest'area
geo-storica dal punto di vista
capitalistico.
Una conseguenza importante è che la Russia si è trasformata, per la semplice logica
del sua sviluppo economico e
della sua dina.mica militare, da
.potenza regioriale quai era in
potenza mondiale.
Cosï, mentre la zona sottomessa all'imperialismo americano esercita sull'Est pressioni sempre più insostenibili .di
· origine direttamente. econornica (ma che si ripercuotono an_ che sui piano militare), I'impe.rialismo .russo, mosso dalla
dialettica del suo ritardo economico relativo, esercita da
parte sua sull'Occidente una
pressione direttamente militare accentuata, E questo in un
gioco internazionale modificato, che non è più bipolare ma
è divenuto multipolare in seguito alla rinascita degli irnperialismi europei e giapponese e alla nascita in Asia della giovane potenza cinese.
guerra del Vietnam e il giro
di boa della politica americana sotto l'amministrazione
Carter.
Dai· punto di vista russo, la
disputa con la Cina non ha
solo costretto Mosca a far passare sulle frontiere orientali il
suo dispositivo militare da 14
a 43 divisioni fra il 1968 e il
1974. L'Estremo Oriente costituisce il « retro » della Russia,
dato che il sua centro di gravità imperialistica si trova in
Europa. Ma la Russia non puè
portamento strategico.
Il nostro partitÔ'ila sempre affrontare in buone condizioni
mostrato la tendenza storica una guerra, che non potrà non
che spinge I'una verso I'altra, trascinare nel suo uragano la
per ragioni economiche e geo- Cina, senza premunirsi con una
grafiche. Cina e America('). Ma alleanza ad est. Ora, sia per
solo la conclusione di questa contrastare la Cina, sia - ipoalleanza poreva permettere gli tesi del tutto teorica - per imaccordi di Parigi; la fine della porle un'alleanza, l'URSS ha
è
infine da quelle del controllo
delle vie marittime di un'Europa che è l'obiettivo vitale
dei due colossi mondiali. Ora,
è chiaro che queste tendenze
urtano direttamente gli interessi imperialistici degli USA,
ai quali, con il Medio Oriente,
fanno pure gola l'Oceano Indiana e, sia per le sue ricchezze, sia per il suo ruolo strategico, l'Africa. E' cos} che, per ·
effetto dell'evoluzione della
tecnica militare e dell'espansione imperialistica, questa zona geografica diventa zona di
sicurezza dei due grandi colossi nello stesso tempo (per non
parlare dei piccoli che, corne
la Francia, vi sono pure immersi fino al colla).
Questa constatazione non lascia sussistere nulla della teoria, già demolita dalla critica
marxista 70 anni fa, del « difensivismo » per uno Stato imperialista: chi è l'aggressore e
chi l'aggredito, quando il mondo intero diventa zona vitale
degli appetiti imperialistici di
tutti? Ironia: ancor oggi, è il
più patente, I'America, che
spinge all'aggressione il ·più debole! Ma entrambi sono dei
banditi, e il proletariato non
deve solidarietà a nessuno dei
due, se vuole riuscire un giorno a distruggerh tutti.
è
!I camblamento di campo della Cina
e l'armamento russe
E' innegabile che I'equilibrio
esistente nel mondo fra USA
e URSS ha già subito una profonda trasformazione con il
cambio di alleanza della Cina.
E il fatto che il ·punto finale
dell'evoluzione della politica
cinese, iniziatasi con la disputa con Mosca, sia posta ne!
1975, dimostra
chiaramente
che la svolta oggettiva nella
situazione mondiale
ben pas.sata nella politica soggettiva
dei grandi Stati, nel loro corn-
bisogno di un'alleanza giapponese, obiettivo che deve costituire la chiave della strategia
russa in Estremo O.riente.
li cambio di alleanza della
Cina, la possibilità per i sottomarini americani, dagli anni
'60, di raggiungere l'URSS, partendo dall'Oceano Indiana, con
missili Polaris, la ritirata russa nel Media Oriente delineatasi nel 1970, tutti questi fattori hanno provocato un indebolimento relativo dell'U RSS
che poteva essere compensato
solo mediante un'accelerazione
della corsa agli armarnenti pri-'
ma e un offensivismo di tipo
militare noi, cosa che fomisce
la base delle servili teorizzazioni dei gruppi maoisti che si
appoggiano ail'« espansionismo
russo » per chiamare alla « difesa nazionale » oggi per gli
imperialismi europei, prima di
chiamare alla difesa di tutto
il blocco occidentale domani.
E' indiscutibile che i bisogni
dell'armamento navale della
Russia sono determinati dalle
esigenze della protezione contro i missili americani e da
quelle suscitate dall'antagonismo continentale con la Cina,
da quelle del controllo delle
vie marittime giapponesi questo forrnidabile mezzo di
pressione per spingere ad una
alleanza russo-nipponica -, e
L'anteguerra è cominciato
E' innegabile che la politica
Si puè dire che, allo svolto
del 1975, l'anteguerraè comin- di Carter è una politica di guerciato. Una prova notevole ne ra: se la distensione di Kisè fornita dalla corsa agli ar- singer aveva per base il conmamenti, Non dalla corsa in dominio russo-arnericano sulse stessa, che è un fenomeno - l'Europa, la nuova strategia apermanente, ma dalla sua ac- mericana si fonda sull'alleanza
celerezione quantitativa e, so- degli USA, del Giappone e . di
un'Europa in cui la Germa.nia,
prattutto, dalla sua evoluzione
essendo il paese che preoccupa
qualitativa.
In effetti, l'armamento che di più Washington, deve anche
corrispondeva all'equilibrio del essere il polo dell'alleanza (2).
terrore non è quello che per- Il fonda della dottrina Brzemette di assicurare la vittoria zinski va cercato nel tentativo
di canalizzare verso l'URSS la
in un conflitto imperialistico.
Non che le armi di terrore non aggressività ritrovata del Giapdebbano essere utilizzate do-· pone e. dell'Europa, il che supmani, sia per ottenere la de- . pane, in prospettiva, la fine
cisione in un momento crucia- del rispetto degli accordi di
le, sia · per intimidire il . prole- Yalta.
Questa politica va di pari
tariato. Se ieri si è ricorsi a
bornbardamenti
massicci a passa con un altro tentativo;
Dresda e Amburgo, o si sono quello cioè di contrastare le
sganciate delle bombe A su minacce di . esplosione sociale,
Nagasaki e Hiroshima, gli Sta- specialmente in Europa, il conti imperialistici sono ara in tinente che, x:ie!lo sp_irito della
grado di fare molto meglio nuova amministrazrone yankee, deve ridivenire il pericolo
con i loro stock impressionanti di bombe H e di missili ba- principale per la democrazia,
listici intercontinentali a ogive cioè per I'ordine costituito
nucleari multiple e, più di re- mondiale. E' percio che, per
cente, missili da crociera e quanta corne parametro diver. so nella politica americana, la
bombe a neutroni.
controrivoluzionaria con
Ma ara si è passati dalla intesa
la
Russia,
nella pace corne nel« dissuasione » pura e · semplise a strategie di « risposta fles- là guerra, una guerra in cui
sibile ». Tutta la ricerca è og- l'Europa, per le ragioni dette,
gi tesa verso lo sviluppo delle sarebbe il campo di battaglia
armi nucleari tattiche, verso privilegiato, ma anche, nello
una maggiore precisione di ti- stesso tempo, il più pericoloso
ro più che verso una maggiore per tutto questo bel mondo,
potenza di fuoco, verso siste- resta sempre necessaria.
Naturalmente, questa politimi di protezione contra i tiri
nemici, ma anche verso i pro- ca contiene delle gravi incogressi e lo sviluppo delle arroi gnite, ma si deve riconoscere
al nostro nemico più potente
convenzionali.
la volontà di prepararsi ad afPerfino i più accaniti ado- frontarle. Ed esso lo fa, · coratori del disarmo sono co- rne sempre, sotto la banâiera
stretti a riconoscere che i pro- delle libertà, che agita in Eurogressi nelle scoperte tecniche pa contra la «rninaccia rossa»,
bastano a rendere caduchi tut- in Africa contra l'URSS ma anti gli accordi sulla limitazione che contro i residui della dodegli arrnamenti, che hanno minazione europea e, in Ameperciè il solo interesse di get- rica latina, contra gli eccessi
tare polvere negli occhi. Sono dei regimi militari 'da esso stescostretti ad ammettere che i so impiantati!
lauti profitti nelle vendite di
armi e, soprattutto, la concorrenza fra i Grandi rendono illusorio agni piano di non-dis- .
Il nr. 75, dicembre 1977, della
seminazione degli armarnenti,
rivista teorica internazionale
anche nucleari. Devono arrenprogramme communiste
dersi all'evidenza: sui terreno
contiene:
- L'internationale
des flics au
del capitalismo, per disarmare
travail
l'avversario, non c'è che un
- Sur le fil du temps; Espace
mezzo: schiacciarlo con le, arcontre ciment
- Facteurs économiques et somi.
ciaux de la révolution en Ala preparazione di un nuovo
mérique latine
·
En mémorie d'Ernesto «Che»
conflitto imperialista è netta-.
Guevara
mente visibile soprattutto nel- Note de lecture: L'Internatiola strategia dei grandi Stati e,
nale Communiste et la révolution chinoise de 1927
in. primo luogo, in quella del65 pages · 8 F. · 1.400 lire
l'imperialismo più patente, !'America.
L' Africa e l'Europa
Da questo lavoro émerge un ni ormai possibili le tendenze
risultato che illumina tutte le al riarmo del Giappone e all'uconclusioni già, empiricarnente nificazione della Germania, a
tirate da noi. E' in Africa che, prezzo di spettacolari rovescianell'immediato, si prepara I'avmen ti di alleanze. Soprattutto
venire.
inquietante
l'accumularsi di
Prima di tutto, perché que- materiale infiammabile nella
sto continente
ancora da di- vecchia Europa - di cui Ia
videre nell'atto stesso in cui
Germa.nia è il cuore -, corrocominciata la divisione del sa com'è dalle tendenze cenmondo, e perché fa parte di trifughe nei due blocchi, divisa
un insieme più vasto, con il in due dai Grandi, e destina.ta
Medio Oriente e l'Oceano In- a ridivenir sensibile più di quadiano, zona d'importanza stra- Iunque altra regione allo stategica vitale; il che fa dell'A. to d'animo della più forrnidafrica uno squisito terreno di bile concentrazione di masse
preparazione del futuro con- proletarie che l'approfondirsi
flitto imperialistico mondiale.
della crisi non potrà non finiE' evidente a questo proposito re per mettere in moto. Tutto
che sia la crociata « antimpe- questo non solo fa di essa il
rialistica » di Mosca, sia la cro- fattore più esplosivo dal punciata « delle libertà » di Wa- to di vista dei rapporti fra le
shington (3), avranno tanto me- potenze, ma rischia pure di
no peso nel proletariato, in farne, ancora una volta, il cenquanto il partita si metterà
tra di gravita della latta soin grado di combatterle fin da ciale.
oggi demolendone le menzoSe è lecito un paragone · fra
gne partendo dagli esempi for- questo anteguerra e la situazioni ti dagli avvenirnenti d'Africa.
ne del primo, sono allora pasOuesta zona
importante, sati 12 anni fra il momento in
in secondo luogo, perché l'on- cui l'Inghilterra giudicè imposdata anticoloniale vi si prolun- sibile un'intesa con la Germaga nel Sud, dove la classe ope- nia e cominciè a preparare siraia è la più concentra.ta, il che . stematicamente il conflitto, e
le permette di far da ponte con il conflitto stesso. L'ha fatto
l'ondata di lotte proletarie e con una politica di accerchiacontadine destina.ta a rovemen to della Germania e di consciarsi su tutti i continenti op- cessioni ai propri alleati all'epressi. D'altra parte, poiché sterno e al proletariato all'intutto ciè che avviene in que- terno, che gli Usa cercano ogsta zona ha ripercussioni ine- gi di copiare fin nelle sue convitabili in Europa, gli avveni- seguenze «interne», visto che
menti che vi si susseguono pas- Carter non ha nulla da invensono aiutare considerevolmentare, in materia di riforme, rite il proletariato nella sua lot- spetto a Lloyd George.
ta contro le vecchie cittadelle
Il proletariato potrà trarre
borghesi, purché, fra · le aitre
condizioni, il partito conduca profitto dai decenni che ci se· una lotta decisa per il disfat- parerebbero· dalla nuova contismo nelle diatribe fra brigan- flagrazione mondiale per preti imperialistici e per la soli- pararsi a trasformarla in guerdarietà di classe con le lotte ra civile e a farne il segnale
anti-irnperialistiche che si svi- della rivoluzione proletaria soltanto se, fin da ora, il partita
luppano in quest'area.
condurrà la lotta teorica più
E' forse nei sommovimenti destinati a verificarsi in A- intransigente contro il militarifrica che potrà ricostituirsi la smo borghese e le giustificazioni dei preparativi guerrieri
alleanza [ra il proletariato delle metropoli imperialistiche e in tutti i campi nello stesso
tempo, contra la teoria della
le masse sfruttate dei paesi
asserviti, alleanza cosï crudel- difesa nazionale per gli Stati
mente mancata all'ondata so- borghesi pienamente tali - e
ciale della fase eruttiva della a maggior ragione irnperialistici -, contra lo sciovinismo
rivolta anticoloniale.
Tra i fattori suscettibili, in e il pacifismo sociale, per il diprospettiva, di sconvolgere più . sfattismo rivoluzionario e I'uprofondamente l'attuale equili- nione internazionale dei proiebrio delle forze fra i grandi tari al di sopra delle frontiere,
colossi . imperialistici, bisogna per la dittatura rossa e il coconsiderare tutte le manifesta- munismo.
(2-continua)
zioni della crisi economica, gli
squilibrii causati dalla corsa a- ( 1) Cfr. « Il Programma Comunigli armamenti, i cambi d'al- sta », nr. 6/1953 e « Le Prolétaire»;
nr. 137 (30 ott. 1972).
leanza provocati dalle rivalità
(2) Qui è l'origine delle campagne
nazionali, .le stesse lotte socia- contro
« l'Europa germano-americali e politiche nei paesi del « Ter- na » che chiamano il proletariato a
zo monda », ma soprattutto i stringere le fila dietro Sartre e C.
rischi . di modificazione bruta- per una nuova difesa della patria.
(3) Non è difficile prevcdere che i
le della politica del Giappone
diversi gruppi trotskisti,
soliti a
e dell'Europa, in specie della rispondere · nello stesso tempo alle
Germa.nia. Non v'è politico bor- sirene delle due crociate, non aghese che, nello studiare l'evo- vranno, in un nuovo conflitto, la
forza di far altro che di cadere dal
luzione della politica mondialato del più forte, cioè ciascuno
le, non presenti corne fenomedalla parte del « suo » Stato.
-è
è
è
è
PUBBLICAZIONI
DEL PARTITO
INITALIANO
Seo ria della sinistra cornunista . Vol. I . 1912-1919: dalle origini, attraverso il primo conflitto imperialistico, all'imrnediato dopoguerra.
L. 3.500
Storia della sinisera comunista · Vol. Il. 1919-1920: dal congresso di Bologna al seconda congresso dell'Internazionale Cornunista
L.
5.000
Structura econornica e sociale della Russia d'oggi · Le grandi
questioni storiche della rivoluzione in Russia. La Russia nella grande rivoluzione e nella societâ contemporanea .
L. 6.000
Tracciato d'impostazione · I fondamenti del comunismo rivoluzionario .
L. 1. 500
ln difesa della continuitâ del programma comunista L. l. 500
Elementi dell 'econornia marxista · Sul rnetodo dialettico · Comunismo e conoscenza umana .
L. l. 500
Partito e classe
(in ristarnpa)
«L'estremismo malattia infantile del comunismos condanna
dei futuri rinnegati
.
, . . .
L. 1. 500
Per I 'organica sisternazione dei principi comunisti L. l. 500
pagina 4
IL PROGRAMMA qOM\.,JNISTA
CRONACHE INTERNAZIONALI
N. 1 - 7 gennaio 1978
LETIERA DALL' AMERICA
Nelia prima Lettera âall'America (cfr. nr. 20-1977) si
accennato
alla nuova legge âell'amministrazione Carter sui lavoratori immigrali, che in sos(anza legalizza la- posizione di non più del '5%· degli
i-mmig.rati degli ultimi anni, e istituzionalizza. la « illegalità » di quelli
che sono eutrati e continuano ad entrare attraverso la frontiera messictmo. senza autorizzazione, ma che pure il capitale statunitense tanto ricerca per il più intenso degli sjruttamenti. Lstituzionalirmrla signifi.ca elle le cose resteranno esattamente le stesse, ma la polizia
ufficialmerzte lanciata alla caccia all'immigrato: quello che non lavoru, ci-le parla troppo o - incredibile - rivendica, che passeggia per
!e straâe « bene » delle città, perché il terrorisme poliziesco e la sua
faccia. razzista sono componenti essenziali per ottenere la sottomissione dei lavoratori e di- tutti i âisereâati. Contemporaneamente, le
mani sono libere per passare dalla repressione inâiviâuale alla deportazione in massa, qualora il peggioramento
dell'economia lo richieâa:
è
è
IL PROLETARIA TO CHICANO: UN
POTENZIALE RIVOLUZIONARIO
DA DIFENDERE
donne che trovano lavoro corne
rio senza paga e non concedono
gravata »; altri due poliziotti
sione», violenza aperta. Quale
e imparano che le (Houston, ottobre) per uno stesmai ferie », In moiti casi, il gior- domestiche
più solido fondamento potrebbe
ricche matrone dei sobborghi che
no prima della paga essi chiamaso omicidio sono condannati, per
darsi al razzismo? Tenere divisa
« negligenza » a pagare im dolle ingaggiano possono essere alno gli agenti dell'INS (il servizio
la classe operaia in ghlppi optrettanto siruttatrici degli altri
Giacché la legge non serve af- ve lavoratori stagionali erano au- di controllo sull'immigrazione),
laro di mulla! Un dollaro; è la
posti e presunti « stranieri » l'utorizzati, sotto la denominazioche deportano i lavoratori e re- datori di lavoro ». « A Chicago e giusta multa per essere stali
fatto a regolare, corne prétende,
no all'altro, creare l'illusione di
a Gary, dove una quantità di lo- cosi « negligenti » da essere fini- una « sottoclasse », e soprattutil flusso dell'Irnmlgrazione, l'ex- ne di « programma . bracero » galono al padrone un superguaro lavora in piccole officine di
ti addirittura
davanti ad una
peone che viene dal Messico ( e (bracciante), ad immigrare tem- dagno netto; trovare altri illegalo ter-rorizzarne quotidianamenmontaggio o aitre industrie, noi giuria - o qualcuno pensa davanche da! resto dell'America La- poraneamente e a tornarsene a li da sostituire ai primi non
te con le armi. e con la propa[gli
agenti
dell'INSJ
abbiamo
poi un problema. « Avvocati e
vero che questi omicidi finiscano
tina e dei Caraibi) è più che ne- casa finito il raccolto, per poi
ganda del razzismo gli strati più
sfruttati. Il consenso democraticessario all'economia: Je
indi- ritornare l'anno dopo. Dai 1965 ' specialisti âell'immigrazione ' e- sentito di molti casi in cui ille- davanti alle giurie? Infine, data
gali sono stati mutilati da mar- la presunta carenza di agenti
sigono onorari esosi per un'asco di una parte è la base per la
spensabile, Come altrimenti ne il programma è finito e l'immisistenza che di routine »; i « co- telli e seghe elettrici. Il datore
per guardare la frontiera messirepressione fisicâ dell'altra. Da
sarebbero entrati « illegalmente » grazione ha continuato a crescelavoro semplicemente dà loro
cana dagli jmmigranti clandeun lato il "K.K.K., dall'altro l'da 8 a 12 milioni in circa 10 an- re. cambiando solo nome; ades- yotes » che si offrono in Messi- di
il salaria di due settimane e li stini, il Ku Klux .Klan (che non
co di far loro varcare il confine
so è « illegale ». Il fatto è che
A.F.L.-C.1.0. Infatti, fin dal 1971,
ni, al ritmo oggi di un milione
manda
per
la
loro
straâa
». Tutdi
nascosto
prendono
250
dollaè
una
reminiscenza
di
tempi
analla IX Convenzione Costituzioall'anno? Nel 1970-71 e poi nel nessun programma stagionale ato
ciè
non
è
schiavitù,
è
peggio:
. dati. ma è sorto dopo l'aboliziori a testa e li trasportano na-.
nale, il sindacato definiva le di1975 due inchieste parlamentari vrebbe avuto senso per l'induil salariato puè essere spremuto
ne della schiavitù ed è tuttora o- rettrici generali, tuttora valide,
scosti nei modi più spaventosi.
stria, dove precisamente il nuvennero dedicate all'immigrazioAlla frontiera col Texas sono · e anche mutilato senza che il perante) si è offerto di istituire
della sua posizione nei confronti
mero degli immigrati di provene, non a caso in due momenti
stati recenternente
scoperti 22 padrone ci perda una lira - il un proprio servizio di pattuglie.
dei lavoratori immigrati, chienienza
sudamericana
e
in
specie
di crisi, durante i quali i capi« libero » di Terrorismo legale, terrorismo declandestini in una cisterna di povero diavolo
dendo un più generoso finanziatalisti si chiedevano se gli « ille- messicana è fortemente aumenriprendere
la·
sua
strada.
gli
agenti
legali
in
forma
«
illecombustibile, coperti di liquido
mento statale dell'INS; anche
gali " servivano ancora o no, e tato. Il capitale statunitense sta
~ale
»,
terrorismo
«
illegale
»
di
infiammabile; non esiste natuMa, naturalrnente, egli è un ilper « un più efficace pattugliainsomma attingendo a piene ma- ralmente una statistica di coloro
la risposta fu che « molti degli
bande private: tutti gli strumenlegale, il cui posto è la fabbrica
mento dei nostri confini »; « proni alla riserva di forza lavoro di che in questi viaggi perdono la o Il campo di una farm; se perillegali nori solo svolgono comti necessari stavano già li, forproporzioni
enormi
che
esso
piti utili nella nostra società, ma
giati per l'uso contro i neri (e, cedure più eff icaci per escludevita. Ora, tutto questo fa parte
ciè esce da questa sua « funzione
sono diventaii assolutamente es- stesso ha accumulato giusto al del funzionamento del mostro ca- utile alla società » degli altri, per perché no?, i bianchi ribelli) e ,-e gli immigranti illegali e per
far rispettare più efficacemente
di là dei confini. Poche cifre . pitalistico dacché ha preso . a « la strada »
senziali ». Fino al 1965, i compifermato dagli a- perfettamente integrati fra loro.
le leggi e i regolamenti esistenti « utili » essi li svolgevano prin- danno un'idea della proporzione
muoversi, ed
registrato nell'e- genti dell'INS, o da qualunque
Quanro più gli immigrati sono
ti », Persino la richiesta di mulsperienza dei salariati di ogni altro cane da guardia in divisa,
cipalmente nelle grandi farms e della provenienza dell'immigra« assolutamente
essenziali » al- tare l'imprenditore che impiegasepoca e ogni parte del mondo;
della California e del Texas, do- zione attuale:
arrestato · e il giorno dopo riml'economia industriale, tanto più
non una novità, certo, ma deve patriato. Gli agenti dell'INS svol- difficile è separarli dal corpo del- ,se « illegali » era ridotta a farsa, perché si prevedeva la multa
essere una lezione impressa in- gono appunto il compito di fer- la classe operaia. Quanto più
solo se si potesse dimostrare che
J[mmigra.zione « Iegale », mllionl (e % sui totale)
delebilmente,
quella
che
non
emare·
persone
«
sospette
»
di
escrescono
di
numero,
e
quanto
/
l'imprenditore era « cosciente e
siste eccezione all'inferno capi- sere · « illegali » e di rastrellare
più crescono di numero 1 neri,
intenzionato » a violare la legge
talistico; il proletariato puè sfi- periodicamente i barrios (ben
tanto più mostruosa appare l'asEuropa
e
« a derubare cost gli immigrandare questo sistema sociale .a armati, perché il coraggio non è surdità del « benessere » ameriAltre
America
Totale N. eW.
S. e E,
rnostrarsi, una sola volta, non la Ioro prima virtù). Il numero cano - perché l'aristocrazia o- ti legali e i cittadini americani
di opportunità di impiego a saricoperto di sudore e di sangue
di « illegali » cosi individuato è peraia stessa si riduce proporlari decenti »: parole che provenon
solo
là
dove
comincia
zionalmente
nel
complesso
della
molto
ridotto;
ma
non
questo
1,2
(8)
0,5
(3)
.
1,2
(8)
15,4 12,5 (81)
1821-1890
nivano dagli stessi che, tanto per
appena
a
sfruttare
le
popolazioni,
popolazione
lavoratrice;
perché
il
punto.
Operazioni
del
genere
0,6 (3)
1,5 (8)
4,6 (25)
11,5 (63)
1891-1920
18,2
ma nel bel mezzo della sua o- devono servire corne azioni ter- la presa dell'influenza sociale e citare l'ultima, non hanno mos0,2
(3)
2,0
(36)
1,5
(26)
5,7
2,0 (35)
1921-1950
pulenza.
roristiche. Ogni lavoratore di o- pohtica piccolo-borghese ha me- so un dito di fronte al « furto »
1,2 (16)
3,4 (46)
2;8 (38)
1,4
1951-19î4
no terreno su cui poggiare e di- di 20.000 posti di lavoro nella
rigine indio-messicana, di lingua
Nei
carnpi
della
mitica
Cali0,9 (25)
1,6 (47)
1,0 (28)
siderurgia questo settembre. La
3,4
1966-1974
fornia, « con il supplizio di Tan- spagnola, poco importa se ha un ven ta oggettivamente più debole;
perché, insomma, da nuovi pro- sporca manovra di contrapportalo della ricchezza della Cati- pezzo di carta che lo dichiara
re immigranti legali e illegali
cosi poco « educati » è più
tornia meriâionale davanti agli sfruttato legalménte attraverso Jetari
occhi, gli illegali letteralmente la cittadinanza, è oggetto di que- difficile ottenere « consenso » e trovava d'altra parte consenso
ciata negli USA la campagna
Quello che la tabella mostra
persino in alcune organizzazioni
sempre più è necessario ricorreil succedersi delle ondate mi- propagandistica per sostenere la vivono nei campi che lavorano » ste misure: corne si puè pretencittadini
ispano-americani
re al suo complemento, la vio- di
dere (e chi, del resto, lo preten(dall'inchiesta del 1975); al Nord,
legge Carter contro gli ~ straniegratorie: Europa settentrionale,
(National Congress of HispanoEuropa meridionale, relativa .sta- ri » che « ci rubana· i· posti di « al posto delle .baracche, mette- de'?) che il povero-agente « bian- lenza. Ne! bilanciamento della ne- American
Citizens, sostenitore fin
cessità economica di ampliare
te una stanza in una villa de mi- co » distingua tra due peones?
lavoro ». Come se si trattasse
si tra le due guerre per 1a crisi
dal
1975
della
attuale legge Carquesta
fascia
di
proletariato,
con
E'
cosi
che
un
agente
che
uccide
serias,
probabilmente
'divisà
con
delle
nascite!
Il
fatto
è,
ben
paleconomica e la chiusura deJle
tre o quattro altri. Al posto dei un « illegale » ammanettato (Te- la paura· per i suoi effetti socia- ter).
Indebifrontière, ripresa nel secondo pabile, che il Messico
xas, febbraio) è condannato da li. non è chiusa la via all'uso
( Seguono: Il movimento chicampi, fate piccole
[abbriche,
dopoguerra, e particolarmente tato con l'estero per 20 miliardi
néll'ultimo periodo, con assolu- di dollari, di cui il 60% dovuti cantieri edili, ristoranti, o anche una giuria- locale non per omi- alterno o contemporaneo di nes- cana, La raza unida, Prospettiva
della rivoluzione americana),
cidio ma per « aggressione ag- suna delle armi: consenso, «prescase di lusso. Molli illegali sono
ta prevàlenza Iatinoamericana. a banche statunitensi: e si tratQuello che invece, specie dal _ ta di un creditore che non a1966, non mostra, perché reca le vrebbe alcuna difficoltà a far
cifre dell'immigrazione ufficiale, valere i propri titoli, corne del
resto prova la storia messicana.
la reale proporzione del flusso
DA PAGINA UNO
calcolata approssirnativarnente in Ora, il fatto che la quota di imconsentita
ufficialun milione all'anno, di cui il migrazione
Con profondo dolore annuncia75% dal Messico e un'altra per- mente da! Messico sia di sole
mo la morte, avvenutà il 12 dicentuale rilevante dal resto del- 40 mila persone, e che per di
cembre in un incidente stradale,
più sia stata ultimamente ridotl'America.
del giovanissimo compagno raQuesta ondata ha perè una ca- ta a 20 mila, è la prova più evivennat e Paolo Rossetti, studente
ratteristica particolare che la dif- dente che si vuole che I'immiuniversitario, uno dei più attivi
grazione mantenga un carattere
Nel
numero
23-1977,
a
pag.
ferenzia dalle precedenti: viene
partecipi
aile
sessioni
del
ComeLe tenâenze egemoniche vietnaed entusiasti nella diffusione i!'I
« illegale ». Non a caso due in- mite sono percià una prospettiva
5,
la
cartina
che
illustra
la
dida un paese confinante, e puè
con.
Romagna della nostra stampa e
chieste hanno entrambe conclu- reale, E' soprattutto questo elestrlbuzione delle basl e degll
esservi, almeno in parte, rispe* * *
nella propaganda delle nostre poso
che
questi
«
illegali
»
sono
attracchl
navall nell'Oceano
dita - e non sarebbe una novità,
mento a creare un antagonismo
Quali
sono,
in
prospettiva,
le
sizione programmatiche.
Indlano ha omesso dl chlarlperché già durante la crisi de- « indispensabili ».
crescente fra Pechino e Har.zoi. conseguenze di questa complessa
La sua scomparsa ha lasciato nelre che quelll lndlcati con un
Un giornale che passa per « il- La competizione fra le due poten- situazione? La fondamentale è
gli anni Trenta diverse centinaia
le nostre file un vuoto che difficlrcollno
piccolo
sono
amerldi migliaia di lavoratori di lin- luminato » cosi :poneva la que- ze è anzi cominciata ancor prima
senza dubbio che si va rompendo
cilmente potrà essere · colmata.
stione: « Il vecchio problema del
cani. Ha inoltre indlcato con
gua spagnola furono deportati
dei f atti cambogiani,
per l'in- il precario ~quilibrio stabilitosi
Vada ,alla sua memoria il nostro
il clrcolino intomo ad una
oltre confine, senza far tanto ca- ' wetback ' [ termine spregiativo
fluenza nel Mar Cinese, dove la dopo il ritiro americano dall'Inaccorato saluto rosso.
croce usato per le basi · russe
so se fossero immigranti o cit- - 'sedere bagnato ' - per i mes- Cina si è appropriata isole riven- docina che assegnava a Pechino il
quelli che sono gll attracchl
tadini statunitensi
(1). E' evi- sicani che attraversano clandedicate da Hanoi, ed è chiaro che,
compito di riempire in funzione
stinamente il Rio Grande] che
e le basl amerlcane di Guam,
dente che la relativa facilità con
anche se è difficile che oggi il stabilizzatrice e antirussa il vuoera la piaga ( ! ) delle aree rurali
Okinawa, Hong Kong, Subie
cui l'ex-peone puè essere indotVietnam voglia la rottura definito lasciato da Washington. Oggi
degli Stati di confine del SuâoBay, Christmas, Cocos, Gan,
to a varcare il confine in un
tiva e spinga percià il braccio di si puà aff ermare che, dopo aver
PERCHE'
Mahé Glorieuses, Tromelln,
senso o nell'altro lo rende la vest è ora un problema pienaferro con la Cambogia oltre il li- bene o male retto per due anni,
ment
e
urbano
di
portata
nazionaReunlon, Juan de Nova, Maquintessenza della mobilità; né
LA NOSTRA STAMPA
mite di un'egemonia più o meno
questo gioco è diventato caduco:
le, perché gli illegali si sono mossi puè pensare che il governo
yotte, Europa, Slmonstown,
ufficiale, piuttosto che di una ve- l'Asia ha una nuova potenza, e il
VIVA
Asmara,
Gibuti, Bahrein e
messicano vi abbia nulla in con- si verso nord, lontano dal lavora e propria « conquista », Pechigioco strategico si fa quindi più
ro a schiena curva nei campi
trario, essendo fin troppo ovvio
Masslrah. A queste vanno eno non puà vedere di buon oc- complesso e serrato, favorendo
e nelle meglio pagate occupaFORLI': strillonaggio ott. c nov.
che ha la sua parte in questa
videntemente aggiunte le basi
chio il presentarsi di un nuovo
indirettamente una Russia che
zioni di città » (Washington Star
66.000, aile riunioni re•ionali 101.500;
tratta di braccia: con I'ernigrapolo egemonico sui « suoi » ter- non era riuscita in un primo
di Diego Garcia, Crozet e KerCATANIA: strillonaggio 10.000, sotzione si libera di peones che e- News, 6-11-74), Si tratta di un
ritori di caccia (Mar Cinese, Jn. . tempo a trarre i frutti sperati
gulen che nella cartina appatoscrizione 37.000; NAPOLI: da giuspelle dalle campagne senza te- piccolo capolavoro di sintesi dei
docina, Sud-Est Asiatico).
dal ritiro americano in Indocina.
rivano chlaramente non russe.
gno a novembre: strillonaggio a
terni razzisti e schiavisti del camerne la concentrazione nelle
Questi elementi di attrito fra Nell'immediato,' i rapportî russoNapoli 35.790, ad Avellino 14,750, a
pitale americano: gli immigrati
proprie città, ne fa un oggetto
Cina e Vietnam si inseriscono nel
cinesi sono destinati ad acutizRoma 1.100; sottoscrizione 111.500;
di contrattazione diplomatica col messicani, legali o no, sono or- quadro più ampio dei contrasti
BAGNOL!:
sottoscrizione 6,950;
zarsi ulteriormente. A più lunga
mai; insieme ai neri, la parte
proprio potente vicino, e, non
MESSINA:
sottoscrizionc 24.000;
cino-russi in Asia. Vera o meno
scadenza, senza lanciarsi in preCERVIA: il compagno T. 5.000; Umeno importante del resto, vede più sfruttata dell'econornia USA; l'accusa cambogiana ai vietnavisioni azzardate, si puà comunDINE: Giorgio salutando Valfenera
affluire le classiche « rimesse » sono presenti in tutte le aree
miti di servirsi di « consiglieri
que ipotizz~re che i fatti nuovi
10.000; ROMA: la compagna B.
Abbonatevi!
degli emigranti. Quanto il go- urbane e in tutto il paese, cosicstranieri » (leggi sovietici) nel- spostino a sfavore della Cina
10.000, sottoscrizione e strillonaçgio
ché
impensabile che li si posverne messicano sia asservito,
l'esercitn, è certo che il Vietnam,
molli degli equilibri asiatici; eSottoscriv-ete
!
30.000;
BOLOGNA:
sottoscriz1oni
sa « deportare » tutti; sono piutanche oggi che tenta un timido
fin dal voltafaccia cinese poco
quilibri sui quali, è bene tener
46.000, strillonaggio 12.400; MODEDiffondete
terzomondismo diplomatico, a- tosto destinati, con o senza au- prima della caduta militare amepresente, il Giappone non ha anN A-PARMA: sottoscrizione 25.000;
torizzazione legale, a rimanere
gli interessi « yankee », lo dirnoIV REA: sottoscrizione 165.250, strilricana in Indocina (originata ap- cora trovato una collocazione dela nostra stampa!
parte
della
popolazione
lavoralonaggio 57.000; TOR/NO:
sottostra il fatto che il ministro delle
punto dai timori cinesi nei con- finitiva.
,
trice
e
disoccupata,
a
riempire
.
scriz. 26.600, strillonaggio 16.005.
finanze, Moctezuma, ha chiesto
Quanta alla guerriglia rivoluf ronti sia di un rafforzamento
prestiti internazionali per finan- altri ghetti, che nel loro caso si russo, che di una forte nazione
zionaria nei paesi del Sud-Est
ziare un piano.di limitazione del- chiamano barrios (e che, del re- indocinese), è stato spinto .a cer- Asiatico, è infine augurabile che,
le nascite non appena
cornin- sto, in moite città già esisiono, care sempre viù nell'URSS gli sf ruttando l'incrfrlarsi · della pax
come a Los Angeles o New York):
cino-americana, il reciproco legaraiuti e le forniture militari necesecco la « piaga »! In altri ter- sari alla vittoria prima, alla pro- si le mani delle potenze nella Zo·
(1) Nei soli 12 mesi dall'aprile 1931
rmru, la massa di miseria pro- pria politica egemonica poi, oltre
na e lo stesso fattore obiettivo
all'aprile 1932 vennero rimpatriati
dotta dal capitalisme, la cui e- clîe per il principio che l'alleato
di un'unificazione almeno parzia200 mila messicani almeno, in carspressione più evidente
l'oppiit è lontano e meno è ingo,nle della wna, essa p_ossa riassuri merci ferroviari appositamente
pressione di 20 milioni di neri
messi a disposizione dalla Southern
mere un'iniziativa pzù vasta; spebrante.
A. Bordiga
Pacifié Railway. a spedizioni men- americani, si raddoppia con l'e. cie in Thailandia e Malesia, e
Sarebbe
certo
semplicistico,
1 FATTORI Dl RAZZA E NAZIONE NELLA
sili: la SPR guadarJnô 3 milioni di guale oppressione di 10 milioni
dopo qua11to s'è visto, penspre ad condurre alla liquidazione dei r[!TEORIA MARXISTA
.
dollari. Gli industnali di Los Ange- di Jatinoamericani « illegali », più
gimi reazionari ivi esistenti. A
1111 governo
di Hanoi succube
[pp. 176, L. 2.8001.
les si dissero sieur! di poter richia- quasi altrettanti residenti legali
questo
fine,
dovere
dei
rivol1dodella dirigenza moscovita, ma è
mare al di qua del confine i messi- e cittadini statunitensi di lingua
. L'importante studio del 1953 è articolato in. tre sezioni; 1)
cani « in qualunque momento ne
innegabile una. convergenza o- 11ari e dei proletari vietnamiti
i rapporti fra .riproduzione della specie e organizzazione econospagnola.
Ed
infatti,
l'ipocrita
inè
di
mantenere
un'assoluta
indiavessimo bisogno ». cc Una spediziobiet tiva di interessi non destinamica (con alcuni capitoli dedicati alla trattazione staliniana
chiesta
del
1975
non
puè
non
pendenza
dai
progetti
governatine, consistente di tre treni speciali,
ta ad attenuarsi tanto presto. E'
sulla linguistica). 2) il peso dei fattori nazionali nélle diverse
lasciô Los Angeles 1'8 dicembre. Il rilevare che gli immigranti « ilvi e di prendere concrete misure
che negli ultimi due
epoche storiche, 3), i compiti del proletariato moderno nel corcarico cominciù aile 6 circa della legali » « sono sf ruttati da ogni significativo
di
solidarietà
con
i
rivolut.ionari
anni il Vietnam abbia dato un
so del processo di sistemazione nazionale europeo.
mauina e continuo per ore D, Si
genere di persane: i padrani di
avallo vieppiù esplicito alla po- piil radicali e con le masse poveInoltrare le richieste direttamente alla Iskrà edizioni, via
poi caleolato che quasi 100 mila e-, casa impongono fitti esorbitanre
dell'intera
Jndocina.
e asiatica
rano cittadini americani di lingua ti, sapendo ch'essi sono illegali, litica internazionale
Adige 3, 20135. Milano, versando l'importa dell'ordinazione sul
Buon
anno,
dunque,
all'lndocirussi (pur sem.a spingersi fin
spagnola. (Wayne Moquin, ed. A
conta corente postale numero 10243202.
.
i datori di lavoro pagano bassi dei
Documentarv history of the Mexi- salari,
dove questi avrebbero voluto) e 11a!
'
impongono
lo
straordinacan-americans, New York 1972).
la condizione dlegli immigratn
è
è
è
è
è
è
è
è
è
''
fi,
è
NOSTRI LUTTI
è
CAPODANNO INDOCINESE
ERRATA
CORRIGE
è
è
iskra edizioni
è
è
.
N. , - 7
gennalo 1978
IL PROGRAMMA COMUNISTA
NOSTRI INTERVENTI E LOTTE OPERAIE
Ferrovieri delle navi traghetto
La :precettazione possa costituire una·
saluta:re ·1:ezi·one per tutti i proletari
liberandoli dall' oppio delle iHusioni
d:em.ocratiche e costituzionali
Nel supplemento mensile al
11 del 31-5-1973 di questo giornale scrivevamo: « Ci siamo alnr,
tre volte intrattenuti sulle lotte
sindacali che hanno avuto corne
vivaci protagonisti gli equiooggi
delle navi traghetto delle F.S. in
servizio nello Stretta di Messina.
Quasi sempre si è trattato di lotte di breve durata e ad intervalli. Nel dicembre del 1970 perô ( ... )
gli sciooeri erano divenuti più
lunglzi e concentrati e oiù âuro
lo scontro. ln questo - aprile la
situazione si è aggravata ancor
più e il ruolo âell'opportunismo
sinâacale (dei [alsi socialisti e
comunisti) auale alleato-servo padronale e nemico dei lavoratori
.stato notato da tutti in modo.
ormai inâimenticabile ».
Prima di occuparci dello scioè
pero ad oltranza del . dicembre
scorso è bene ricordare che la
lotta del dicembre 1970 mirava al
miglioramento delle conclizioni
di Iavoro, in apphcazione della
settimana lavorativa di 40 ore.
Puo sembrare strano che la battaglia del 1970 si sia conclusa con
una sconfitta « militare » (anche
assai poco onorevole: chi la dirigeva non si arrese al padrone ma
al suo complice-boia, SFI-CGIL!),
mentre sui piano rivendicativo
ottenne risultati perfino superiori aile attese. Si ebbe infatti l'introduzione del 5° equipaggio,
quanto dire il 25 . per cento dell'organico, Si trattè della più importante conquista: non solo non
si faceva più lavoro straordinario · ma si riusciva a fare anche
merio dell'orario normale ( 40 ore) con una piccola perdita neIJa
retribuzione globale assoluta, peraltro poco dopo recuperata.
Era avvenµto che chi (il SFI)
si _ era adoperato per -bloccare lo
scio~to elle durava già da eleuni giorni si era dovuto impegnare per le richieste a base della
lotta: glielo imponeva la necessità di rientrare nelle grazie di·
quei lavoratori che per la prima
volta avevano visto all'opera di
crumiraggio aperto Io stesso sindacato fino allora considerato insieme a SANFI e SINF - il
piü · fedele interprète delle aspirazioni proletarie.
•
Nell'aprile del 1973 esplose una
nuova lotta, che rrrirava all'equiparazione economica dei ferrovieri delle navi traghetto (NN/
T) di Messina con quelli delle
NN/T di Civitavecchia. Fu ancora più aspra, e anch'essa si concluse con una disfatta sui piano
immediato, ma con la resa al padrone e non al sindacato stalinista, 'impegnato a farla fallire con
ogni mezzo di provocazione, delazione e diffamazione, e presentatosi corne il più strenuo difensore della povera economia regionale e nazionale.
Ancora una volta accadde che i
a becchini » della rivendicazione
ne divennero gli « esecutori testamentari », sia pure per una
piccola parte e con la solenne ·
promessa di tutti gli « unitari »
che alla prima occasione favorevole si sarebbe elirninata la grossa sperequazione ancora esistente. Nel J.975, a Ostia, si terme perfino un convegno di confederali
e autonorni che iniziarono un periodo di amore reciproco. Cio
permise ai falsi unitari di recuperare qualche pecorella smarrita. Certo la loro credibilità era
ormai abbastanza logorata presso i naviganti dello Stretto: le
due espenenze non erano passale invano neanche per i sindacatini autonomi, corne .dimostrerà la terza e ancor più grave
esperienza di lotta del dicembre
scorso,
.Ad aprire gl! occhi a chi si accingeva a dirigere anche questo
più duro scontro aveva contribuito non poco· l'opéra svolta in ogni
occasione dai nostri compagni,
con energici interventi nelle assemblee e con volantinaggio. Essi, non per libera scelta, si assunsero spesso il ruolo di coscienza critica dei fatti e dove
ci furono da riempire dei vuoti
per informare, organizzare e orientare la lotta furono sempre
in prima linea. Ancor più incisiva stata la loro opera nell'ultimo sciopero ad olrranza. Ma tutto questo impegno non ha Impedito - e non lo poteva - che
le cose finissero corne sono fini- .
te, cioè con una capitolazione
degli autonomi al nernico, costrette, questa volta, a gettare
la maschera democratica e .a scoprlre il suo vero volto di dittatura di classe che · non si fa nessuë
no scrupolo di ricorrere a misurc
eccezionali autorizzate da leggi
fasciste della più bell'acqua e
che la sublime corte costituzionale ha successivamente convalidato nella sostanza. Gli èquipaggi delle NN/T di Messina non
rivendicavano l'eliminazione della vecchia sperequazione nella
retribuzione, ma quella nuova e
ancor più forte differenza che si
verrebbe a produrre con I'applicazione del decreto legge che
regola la nuova disciplina del lavoro straordinario, la trasferta e
i relativi compensi orari, frutto
degli accordi del 7 settembre
scorso tra confederali e azienda.
Non si puè dipanare l'intricata
matassa nei dettagli tecnici senza infastidire il lettore. Ci limitiamo all'essenziale:
1) L'organizzazione del lavoro
sulle NN/T di Civitavecchia prevede prestazioni per nulla in armonia con la generale disciplina delle prestazioni del personale delle F.S. di cui al DPR 1372 del
9-11-71. E' invece il frutto di uno
degli ultimi accordi balordi tra
sindacati e azienda che non hanno esitato a porsi su un terreno
illegale pur di tenere più basso
possibile il costo di gestionè del
servizio per ciè che riguarda le
spese per gli equipaggi. Allo scopo non s'è lesinata qualche lira
in più ai Iavoratori, pagando
dei cosiddetti « superi » che altro non sono che straordinario
giomaliero convenzionale. Si pensi che, per il personale di macchina e dei treni come per quelli
delle NN/T di Messina,_ questi
non assommano che a 100 o 200
minuti al mese, mentre per il
personale delle NN/T di Civitavecchia ne maturano 300 per ognuna delle 2 coppie di corse di
·andata e ritorno, quindi 3;600 in
un mese! Lo stesso dicorso va
fatto per la « diaria » (pagata
sotto forma di art. 52 bis delle
ù.CA.) Tutta la bruttura .ha origine da questo marcio iniziale.
2) Con la triplicazione dei cornpensi orari di queste due voci
delle C.A., prevista dagli accordi
del 7 settembre scorso, la retribuzione globale assoluta a Civitavecchia subisce un vero e proprio balzo cinese, venendo ad accrescere ulteriormente la sperequazione esistente- non solo nei
confronti dei ferrovieri-naviganti di Messina ma di tutti gli altri ferrovieri. La giungla retributiva non esiste dunque solo tra
i ferrovieri e le aitre categorie,
ma si genera all'interno stesso
dei ferrovieri e perfino di un suo
raggruppamento: quello dei naviganti.
3) Per. impedire queste nuove
vergogne basterebbe modificare
il decreto legge in parola o l'organizzazione del lavoro a Civi- ·
tavecchia, diminuendo le prestazioni attuali a parità .di paga e
àumentando l'organico. E' assolutamente improponibile aumentare le prestazioni a Messina ( e
·inizialmente il SFI aveva fatto una simile propos ta antistorica! ).
Ciè sarebbe respinto energicamente (com'è stato infatti!) e
non rientrerebbe nemmeno nell'interesse dell'azienda.
La diminuzione delle prestazioni a Civitavecchia sarebbe la
sola soluzione giusta e corretta.
Mentre aumenterebbe il tempo libero di quei lavoratori, permetterebbe perfino un aumento delle
retribuzioni attuali; inoltre, attutirebbe lo squilibrio con Messina
e ogni altro ferroviere. Ma questa
sensata e semplice soluzione incontra la grossa difficoltà che
non si è più in tempo di vacche
grasse; la crisi ha imposto il
blocco della spesa pubblica e
delle nuove assunzioni. L'azienda, e i sindacati che ne assecondano le esigenze, non hanno
quindi alcuna intenzîone di aurnentare gli equipaggi a Civitavecchia corne si fece a .Messina
nel 1970. La loro segreta intenzione è di giungere allo stesso ·
risultato riducendo la composizione numerica di ciascun equipaggio delle navi di Messina e
formare gli equipaggi che occorrerebbero per Civitavecchia, modo ideale per fottere sia messinesi che civitavecchiesi.
E allora? Dai vicolo cieco non
si puè uscire senza spezzare in
qualche modo questo o quell'equilibrio. Cio spiega corne ognuno tiri l'acqua al suo mulino.
A Civitavecchia i lavoratori e
il loro sindacatino
autonomo
stanno alla finestra e si augura-
no di poter continuare a dare
le attuali prestazioni, che sono
alte rispetto a .Messtna non in
quanta a vero e proprio lavoro
effettivo e impegno ma solo a
durata e presenza a bordo. A
Messina invece non si vuole accettare che lo ,squilibrio delle retribuzioni aumenti ancora a proprio sfavore e non si toilera che
un provvedimento dall'alto modifichi il rapporto delle retribuzioni senza averne prima cam. biato le prestazioni. Sia ben chiaro che a Messina i lavoratori non
sono contrari che a Civitavecchia
cada giù la « manna » dal cielo,
ma pretendono la stessissima
« manna » vera o rneno che sia.
4) Per venire fuori da questo imbroglio .l'azione di forza era inevitabile. E' quindi sciocco dire,
corne hanno detto il PCI e tutta
· la stampa « democratica » - che
a Messina si è abusato del diritto
di sciopero. La precettazione prefettizia è riuscita a reprimere
I'atto di forza cui si è stati costretti a Messina, ma non ha certo risolto il problema di fondo,
che si risolve solo se lor signori
si deoidono ad allargare i cordoni della borsa. In caso contrario, c'è la conforma esplicita che
l'atto di forza deve prevalere e,
con esso, la costituzione del « privilegio » a Civitavecchia e l'apartheid per ogni altro ferroviere,
navigante o no. Mentre alla stazione di Milano venivano affissi
i cartelli riprodotti nel numero
scorso, i nostri gruppi sindacali ferovieri, che in Sicilia hanno
seguito da vicino tutta la vicenda, diffondevano un volantino
che riprendeva il succo di queste
note ,e in cui si inchiodavano alla stessa responsabilità i sindacati confederali e autonomi. Ne
riproduciamo una parte:
pagina
fi
ITALSIDER. BAGNOLI
·Un primo bilancio
A concluslone dell'ultlma nota sulla rlsposta del
Iavoratorl dell'ltalslder alla cassa Integrazlone affermammo che la Iotta, lungi dall'essere conclusa,
doveva conslderarsl appena agll lnlzl. A sostegno
dl questa . vaJutazlone, non c'ë tanto la nostra aspettatlva dl una nuova fiammata che rompa l'apparente calma attuale, ma alcune considerazlonl,
non linûtate agll ultlnû eventi, sulle necesslta del-.
l'Italsider. · ·
·
·
La restrlztone continua del mercato per l prodottl slderurgicl, sla per la .generale sovrapproduzione dl acclaio, sla per la maggior quota del Giap.
pone ln esse, ha paradossalmente creato per FltaHa un moirientaneo beneficlo: la sua fetta del merA Bagnoli l'« incriminato » è il
reparto di laminazione, che si
vorrebbe totalmente modificare
sostituendo l'attuale sistema con
la colata continua, soluzione d'altronde già adottata a Piombino. ·
Con ciè> non vogliamo certo sostenere che sia questa l'unica
possibile soluzione futura: nessun padrone, per quanto grosso
e statale, puo realmente pianificare il suo avvenire. Dovrà sempre fare i conti con la salvaguardia del profitto, e percio non si
possono escludere aitre soluzioni.
Ma è indubbio che, nel ,piario siderurgico su cui tanto blateran.o
i servi· opportunisti, che esiste
già da tempo e che si aspetta solo il momento per far ingoiare ai
proletari, è prevista una modernizzazione di Bagnoli per circa
1'80%, con licenziamento di 1800- .
2000 operai.
·
Queste esigenze non sono dell'ultima ora. Erano nell'aria da
tempo, tanto che dalla fine del
'76 è in atto a Bagnoli una ristrutturazione strisciante che si
manifesta in aumento dei carichi e cumulo · di mansioni. Essa
provocava la giusta reazione dei
lavoratori di vari reparti: ma
questa reazione non trovava una
sua unificazione a livello di fabbrica e si poneva obbiett~vi « di
reparto », pur avendo alla base
una comune esigenza: il recupero salariale di quanto i vari patti sociali levavano dalle tasche
dei lavoratori e la latta contro
l'intensificazione del lavoro.
La prima esplosione generalizzata la si aveva solo ad aprile.
La precettazlone è stata un tentativo deÙo Stato capltallsta,
dl metter fine
a uno sclopero che, per quanto lnteressante un piccolo gruppo dl
lavoratorl, aveva glà comlnclato a colpire al cuore l sacrl ed lnvlolabiH profittl borghesl.
· « I plccoli sJnd,acatl che erano rlmastl a gulclare la lotta negll
ultlml tre glorni non se la sono lnfatti sentlta dl chiamare l lavoratorl a dlsobbedlre energlcamente al provvedlmento dl chlara
marca faselsta, sfidandone tutte le conseguenze: si sono plegatl
alla volontà dlttatorlale del fronte unlto della borghesla e dell'opportwûsmo, quest'ul'timo guklato dal PCI, che non ha volute perdere quest'altra occaslone per dare. un'enneslma prova del suo
carattere dl partitlo d'ordine dl prima grandezza e qulndl dl govemo.
·
·
« E' bene che tutti sapplano che la responsablütà fondamentale
dello sciopero e della sua stessa durezza va fatta risallre esclusivamente all'azlenda e al suoi alleatlsslnil, slndacatl: SFI (CGIL),
SAUFI (CISL), SIUF (UIL), che per annl hanno giurato sulla perequazlone salariale con Civitavecchia come oblettlvo Irrfnunclabile. Questa, del resto, è una realtà .ln ognl azlenda a dlmenslonl
nazionall e partloolannente per le F.S. Senza dl essa la stessa
mobilltà del lavoro, mai tanto cara oome oggl agli sfruttatorl e ai
loro ruffianl, dlventa imposslbile ( ... ).
« Dobblamo lnoltre rlcordare che per l'oblettivo della perequazlone s'era reallzzato un vero e proprio fronte unlco slndacale fra
confederall e autonomi dl Messina (SASMANT e SAPENT), che
rlsale al convegno di Ostia, 1~75. 1117 ottobre seorso, questo stesso « fronte » ha voluto dlscutere pubblicamente, ln un'affollatlssima assemblea, corne far guadagnare anche a Messina quànto
ottenuto a Civitavecchia. ( ... ) Il SFI sosteneva a spada tratta la.
neèessltà della perequazione con 1 ·masslnû guadagnl ( ...).
« Corn'è potuto aeeadere che questo stesso SFI sla passato arml
e bagagli dall'altra parte della barricata, lasclando a dHendere
quella causa SAUFI .e SIUF lnsleme a SA~MANT e SAPENT, cul
s'ë unita anche la locale F.ISAFS? (SAUFI e SIUF dopo 9 giorni
di sci'opero su 12 hanno segulto il SFI). Se era sbagllata la prima
poslzlone, perché non .ha avuto il coraggio dl dlrlo e fare le proposte alternative che rlteneva più giuste e reallstièhe? ( ... ). Il rlsultato è stato che, deliberatamente o no, i navlgantl FS dl Messina si sono trovatl ad un certo punto ln una vera e proprla - trap- ·
pela, dalla quale - anche a volerlo ... non era più possibile uscire se non con un atto dl forza corne quella precettâzione che,' alla
faccia della libertà, li ha rlcacclatl nel lavoro coatto ».
«
neUa sua attuale forma dl repubbllca democratka,
calo mondiale
leggermente cresciuta, pennettendole di rlmanere, quanto a produzlone bruta, sugll
stessi livelli d~I 1976. Questlo è stato possiblle, ln
aperta smentlta al lamentl degli ammlni.stratorl
azlendali e del loro servi, proprio, anche se non
solo; per una. notevole produttlvltà e competltivltà
dei suoi più grossi stabllimentl a ciclo lntegrale,
Taranto e Bagnoll, nella:produzione dl acclaio grez.
zo. · I vari piani, tlpo quello Armant, tracclatl .ln
previsione · di un'epoca dl vacche magre (l partners
europei torneranno alla carlca e alla lwtga li rnercato è destlnato a un'ulterlore restrlzlone), prevedono perclo rlstrutturazlonl ln alcunl settorl del;
vari stabilimentl per aumentare gll s1*>cchl di mercato.
In coincidenza con il pagamento
del premio di produzione, ed in
aperta reazione al blocco della
contrattazione aziendale imposto
dal governo, i ,lavoratori chiedevano da un lato l'inglobamento
nella paga-base degli scatti di
contingenza e 186.000 lire di aumento sui « premi », dall'altro,
e con forza, le dimissioni del
C.d.F. e dell'esecutivo, dimostratisi assolutamente
incapaci o
contrari a qualsiasi iniziativa in
loro difesa. · In tale occasione gli
scioperi, i cortei interni, i casi
di r.eazione aperta contro il ga,
loppinume sindacale di fabbrica,
furono una vera e propria uscita
dal seminato del pacifismo delle
centrali sindacali. Come · già as
vemmo a dire allora, non fu solo
una chiara risposta alla collaborazione opportunista, ma anche
una delle pochissime manifestazioni nazionali contra la politica
sindacale. Il fatto non poteva
passare impunemente. Si ottenne, si, anche se a distanza di due
mesi, l'elezione del nuovo C.d.F.,
in cui entrarono alcuni degli operai più combattivi di aprile,
ma inizio parallelamente l'azione di intimidazione padronale e
opportunista. A parte episodi singoli, il fatto più significativo fu
la coincidenza fra l'illustrazione
del piano per la siderurgia e la
dichiarata minaccia di licenziamenti a Bagnoli.
E' ovvio che certe misure hanno alla base · esigenze economiche, ovvero di profitto, ma il parle in un momento piuttosto che
in un altro _ risponde anche ad
un obiettivo politico. Gli operai
avevano osato opporsi al blocco
dei salari e rivendicare aumenti
e rappresentanti non legati agli
interessi dell'azienda; sapessero
dunque che c'era anche di peggio che la diminuzione del salario: il licenziamento! Poi si sollevè> il polverone del piano siderurgico « produttivo » e « progressivo », quindi « sociale », poi
il problema del mezzogiorno e
Gioia Tauro, quindi la sfilata di
Reggio Calabria: fumo aggiunto
a fumo. Ma al di là di ciè> si affermava sempre più l'intenzione
di ridurre la forza lavoro non solo a Bagnoli ma in moiti altri
stabilimenti.
ln questa situazione ambigua,
e con una contrattazione aziendaIe per nulla conclusa dalla fine
di agosto cresce di .nuovo la tensione nei reparti. Vengono proclamati scioperi combattivi e,
sotto la pressione della base, il
nuovo CdF prende una chiara
posizione in favore della latta
contra ogni tentativo di licenziamento. Il volantino del CdF di
Bagnoli, distribuito a tutte le
fabbriche della zona di Napoli,
Alfa Sud compresa, affronta tre
punti centrali: 1) Indipendente-
mente dalle esigenze padronali,
11essun licenziamento sarà tollerato a BagnQli. 2) Dove essere coperto ogni posto di lavoro che
per qualsiasi ragione si renda vacante; parallelamente, si rifiuta
- lo straordinario 11011 previsto dal
contratto nazionale di lavoro. 3)
Si dichiara a tutte lettere che la
lotta in corso riguàrda tutti i lavoratori, non solo quelli di Bagnoli, e che l'unica possibilità di
' contrastare l'attacco padronale
aile condizioni .di vita dei proietari è quella di una sua estensione teritoriale e .di un collegamento con i lavoratori delle aitre
fabbriche. Il C.. d.F. propane per-
ë
posizione degli ?Perai di Baglioli,
ecco · la cala ta m massa di tutte
le forze democratiche, che agli
inizi di ottobre danno luogo ad
una assemblea aperta (ma solo
ai fedelissimi) nello stabilimento,
e sono le uniche a parlare, con
un po' . di « sinistra » che gli fa
da comice. Piovono da ogni luo-.
go e personaggio ordini del giorno contra la CI, che puntualmente viene confermata alla fine di
o'ttobre. ·vengono concessi agli
operai, che da tempo -premono
per manifestazioni a Napoli e
verso le aitre fabbriche, solo pelIegrinaggi alle porte delle varie
amministrazioni. La combattività è alta e la compattezza eccezionale, ma è molto arduo trasmetterle agli al tri lavoratori. dato il cordone sanitario steso dai
vertici sindacali.
Proprio mentre vengono inviate le prime lettere, sfilano a Napoli i tre superbonzi per lo sciopero del 15-XI, ma costoro non
fanno il minima accenno alla cosa, anzi si allontanano prudentemente appena l'Italsider arriva nei pressi del palco .. Anche
qui, da un lato la voglia di reagire da parte dei lavoratori; dall'altro, le chiacchiere sindacali,
che ottengono poi l'effetto di far
dimenticare ai lavoratori la spinta verso i compagni delle aitre
fabbriche, insinuando l'illusione
di aitre vie per rispondere alla
cassa integrazione.
All'arrivo delle lettere, un'altra
fiammata: occupazione della stazione FS, preceduta da picchetti,
scioperi, blocco delle merci, con
lettura di un comunicato che riprende quanta era stato alla base dell'inizio della lotta. Ma iritanto si è persa la spinta iniziale.
Ora la cassa integrazione è passata. Ma la momentanea sconfitta, il fatto che alla lunga la bonzeria sindacale abbia ripreso il
controllo della situazione e sia
riuscita a far passare ciè> che vo-.
leva la direzione ltalsider, non
deve scoraggiare; deve insegnare
qualcosa per il futuro. Quello attuale non è uno scontro occasionale. La cassa integrazione è solo un primo momento .dell'attacco padronale al salario. Anzi, più
che a risparmiare, essa è servita
corne prova generale per tastare
il terreno - e provare all'interno
della fabbrica una diversa organizzazione del lavoro con meno
operai ad uguale prodotto.
Il passa successivo sarà certamente più duro 11ei confronti dei
lavoratori. Bisogna prepararsi a
contrastarlo
più efficacemente
non . dimenticando
l'esperienza
fatta di corne siano falsi i discorsi sindacali in difesa degli operai.
Uno dei limiti principali della
lotta è stata la mancanza di un
nucleo di operai più combattivi
che godesse la piena fiducia dei
lavoratori. Non che siano mancati gli é>perai battaglieri, o che
questi non siano stati legati ai
lavoratori. Ma non è sorto un
organismo che costituisse sempre e per tutti il faro da seguire.
Per un tempo brevissimo il C.d.F.
ha assolto parzialmente e con
moiti limiti questa funzione;
quando si è trattato di continuare sulla strada intrapresa, l'unica giusta, è stato soverchiato da!
democraticume di tutte le sponde, e si è reso latitante. Ne risalta ancora più chiaramente l'esigenza di enucleare un gruppo di
Iavoratori che · assolvano alcuni
compiti indilazionabili per non
vanificare di riuovo la generosa
combattività degli operai, cioè
che: 1) Garantiscano il - collega-
to attraverso il controllo della
Conviene aggiungere qualche
CGIL) o legislativamente, o che
considerazione sia sugli autonosia addirittura
soppresso alla
mi, che all'ordine di precettaziomaniera fascista, è solo una difne hanno obbedito senza batter
ferenza di gradi· nello stesso ociglio, sia sui partitone asservito · alla borghesia e al suo S ta to. biettivo di non recar danno o
perfino di rendersi utili alla bor- ciè> un attivo di tutti i consigli di
Subire una resa senza conâizioghesia. Quando gli autonomi si fabbrica per uno sciopero prorie non
certo · onorevole per
appellano al diritto borghese ... vinciale; in questa circostanza
uno stato maggiore combattenmento con le aitre fabbriche del
contro Io Stato borghese, non parte del bonzume subisce la
te, che dovrebbe, prima di darsi
fanno altro che parsi sullo stes- pressione operaia ed è costretto territorio, comunicando le iniziavinto, sparare fino all'ultirha cartive intraprese o da intraprendeso terreno su cui si muovono i controvoglia ad accettare certe
tuccia. Ma quando questo coragre, le esigenze della fabbrica1
gio non lo si ha, è ancor più di- boi:'ghesi più furbi e tutti gli op- posizioni assumendo obiettivaecc.; in una parola, lavorino alportunisti, nemiêi giurati del mente un indirizzo classista.
sonorevole spostare la battaglia
Specialmente
l'indicazione di l'estensione delle agitazioni.
da! piano del contrasto tra for- proletariato corne classe indipendente. Essi non capiscono e uscire dalle singole fabbriche e 2) Mantengano il collegamento
ze materiali a quello del contranon capiranno mai che la demo- di collegarsi nella prospettiva di con le aitre f abbriche del grupsta fra « diritti », corne hanno
po ·
.
una lotta estesa a tutto il terricrazia è la negazione non solo
fatto appunto i sindacatini auto3) 'svolgano una costante azione
del cornunismo (per il quale com- torio andava,sostenuta con tutte
nomi, sostenendo rincostituziodi denuncia di tutte le posizioni
nalità della precettazione. Il di- battiamo noi ), ma anche delle le forze, ·perché quella era l'uniche propongono soluzioni illuso.:
aspirazioni più elementari dei ca possibilità di resistenza non
ritto di sciopero, per loro, sarebrie ai problemi dei lavoratori per
sporadica ed ,occasionale.' Probe « sacro ed inviolabile " co- lavoratori (per le quali pretendono di combattere loro), quan- prio per questo le dirigenze sin- impedirne l'organizzazione, e che
munque, mentre per la Camera
cercano di celare· ai loro occhi
del Lavoro di Messina o per La- - do non siano accettabili per la dacali corsera subito ai· ripari.
dove e chi sono i nemici da comLa FLM respinse la richiesta sia
ma e Berlinguer ecc. lo è solo classe dominante; e che questa
·
di un'assemblea di tutti i dele- bat tere.
finché Io si esercita in modo « ci- è la sola a decidere della sorte
· Sono queste le condizioni perdei suoi schiavi finché li si di- gati di fabbrica, sia di uno sciovile».
ché alla nuova mossa padronale
pero provinciale specifico: aspetsarma moralmente e materialQueste litanie
democratiche
si possa rispondere a:deguatamente con merdosi discorsi sui tava le proprie scadenze nazionavanno fermamente respinte: che
li di scioperi alla morfiria. Inol- . mente; è in questo senso che bilo sciopcro sia regolamentato po· « diritti », invece di indirizzarli
'
· · . tre, per neutralizzare la presa di sogna lavorare.
liticamente (corne finora avvenu-' sui terreno della forza.
è
IL PROGRAMMA COMUNISTA
pagina 6
DA PAGINA UNO
STANG;ATE E « PIANI PER
U,SCIRE DALLA CRISI»
teristiche inequivocabili di « equità » mzicamente per il capitale investito nell'edilizia, rirnpinguerà i padroni di casa sulla pelle degli inquilini proletari ed anche "popolari » in senso lato:
la seconda, voluta e proposta direttamente da! sindacato, andrà
incontro aile richicste di riduzione del costo del lavoro nelle industrie, attraverso
un'ulteriore
riduzione dei salari,
Tutte queste misure, di. cui abbiamo enunciato soltanto alcune
delle più pesanti, e che vengono
proposte, caldeggiate o adottate
di volta in volta dal governo, da!
parlamento, dagli industriali e
dai sindacati, provocheranno un
deciso peggioramento delle condizioni di vita degli operai e peseranno soprattutto
su quegli
strati sociali (categorie peggio
pagate in genere, disoccupati,
pensionati dei Iivelli più bassi,
ecc.) che i sindacati dîchiarano di
voler... difendere, riaffermando
ad ogni piè sospinto la validità
in tal senso della loro strategia.
L'infondatezza di questa pretesa
balza perè agli occhi non. appena
si consideri corne l'occupazione
diminuisca malgrado tutti i sacrifici imposti ai proletari per la
sua .. salvaguardia. I disoccupati
« ufficiali » hanno orrnai raggiunto i 2 miuoni, cioè il 9% . della
popolazione attiva, senza contare
i non iscritti alle liste e gli schiavi del lavoro nero o precario;
ma la cifra è . destinata sicuramente a crescere nel contesta
dell'aumento generale della disoccupazione previsto nei paesi
dell'OCSE per il '78: 17 milioni
di senza-lavoro « ufficiali » rispetto ai- 9 del 73. Fabbriche picco. le e medie - checché ne dica
« L'Unità », sempre pronta a tessere le lodi della piccola industria - chiudono agni giorno i
battenti mentre i loro operai vengono lasciati nel più completo
isolamento; il nurnero dei lavoratori in cassa integrazione, anticamera dell'espulsione dal processo produttivo, cresce a passi
da gigante (si pensi ai tragici casi di Ottana, dell'Unidal, della
Montefibre, che rappresentano
solo la punta dell'iceberg! ); la
disoccupazione giovanile ( 1279
assunti nelle industrie private
su ... 650.000 domande!) dilaga. In
tutti i casi la disoccupazione avanza con il tacito consenso dei
sindacati o addirittura con l'esortazione da parte di questi ultimi
a sbarazzarsi delle eccedenze di
Iorza lavoro, corne quando, con
la tempestività e la conoscenza
di causa che li distinguono' aftrontano il problema della rnobilità. Da qualche tempo, per essere precisi da quando le imprese ne hanno sentito l'impellente
bisogno, Ira le tante proposte avanzate dal Censis, dalla fondazione Agnelli, dalla Federrneccanica o da associazioni varie, si
· va delineando un progetto per
la realizzazione di una sorta di
« agenzia per il collocamento e
la mobilità della mano d'opera ».
I termini della questione sono
ben riassunti da! titolo dato da
« La Repubblica » del 28-12 al
servizio/dibattito sui tema: «Programmiamo la âisoccupazione »!
Tutti, sindacalisti in testa, sono
concordi sull'i'mpostazione
da
dare alla questione: « Il processo di ristrutturazione
âell'apparato produttivo italiano implica
una mobilità della mano d'opera che preveda anche tempi lunghi di cessazione del rapporta
di lavoro », dichiara .candidamente Rufolo ne! dibattito con i sindacalisti; questi, lungi dal contraddirlo, gli fanno eco per bocca
di Marianetti: « Il sinâacato de1•e alf rontare con maggior coragf!ÎO w1 t ema fondamentale came
la mobilità » abbandonando un
atteggiamento di pura e semplice
difesa dei posti di lavoro che era
« iudispensabile in un primo tempo [aggiunge Garavini dalle colonne de « L'Unità » del 30-12]
ma elle oggj la crisi rende insostenlbile ». E, se l'auspicio
che
la gestione di questa mirifica Agenzia (cui parteciperebbero
in
modo paritetico o addirittura
preponderante i sindacati, divenendo cosi una vera e propria
controparte dei lavoratori!) sia
attuata con criteri « imprenditivo-mauageriale », per Trentin sarà certamente cosl, visto che detto in modo perentorîo - «l'of·
[erta l di lavoro] deve essere tl·
na sola, e dopo si perde il salario » e. se il lavoro offerte non
per l'immediato; ma « nel f rattempo ci sono 3 mesi di lavoro
nel Friuli terremotato, il lavoraè
è
tore ci deve andare, altrimenti
perde la cassa integrazione ». E
che cosa dimostra ciè, se non che
i sindacati si propongono nei
confronti della crisi economica
corne i migliori tutori degli interessi dell'economia nazionale assumendosi a questo fine di gestire in proprio la stessa « f uoriu-
scita dalla [abbrica », corne la de·
finisce garbatarnente Garavini, di
migliaia e migliaia di lavoratori?
Questo stato di cose non puo
non influenzare le lotte « proclamate » dal sindacato. Le vicende legate allo sciopero generale
( la cui proclamazione ha tutta
l'aria di un travagliatissimo parto che lascia tutti col fiato sospesol) sono un esempio lampante
del servilismo dei Lama, Macario, Benvenuto e soci. La ridda di
riunioni, incontri, proposte, missive, con relativi tentennamenti,
conferme e rinvii alle calende
greche di uno sciopero che - per
avere un peso qualsiasi - dovrebbe essere immediato e senza
limiti di tempo, non solo non si
è conclusa sbattendo la porta in
faccia a chi di dovere, bensl lasciando uno spiraglio al governo,
ancora e sempre in attesa di un
« segno » che riveli un « inizio »
di cambiamento nella politica governativa, ma ha messo in chiara luce una volta di più corne,
nelle intenzioni sindacali, lo sciopero, quand'anche sia dichiarato,
non debba mai rimettere in causa gli « equilibri » economici e
sociali esistenti; le manifestazioni in piazza, quando ci sono, debbono essere democratiche e soprattutto non violente (il pacifismo costituirebbe l'apice della ...
maturità del movimento operaio! ); le interruzioni delle attività produttive e dei servizi sociali devono comunque essere tali
da arrecare il « minima » di danni alla « collettività »; l'obiettivo
non è la sorte degli operai, ma·
quella del Paese e delle sue Istituzioni: meglio ancora, la subordinazione della prima al salvataggio delle seconde in base · al
principio, appunto, che fra corda e impiccato esiste un rapporta inscindibile.
E, quando gli operai sfuggono
a un cosï rigido controllo (agnelJi nei confronti dei padroni e del
governo, i bonzi sono veri mastini quando si tratta di contenere
la forza proletarial) e impostano
lotte tutt'altro che pacifiche, senza curarsi di turbare i sonni della « comunità civile », ecco, quasi in un'alternanza di 'rlloli, subentrare polizia e carabinieri con
cariche a gruppi di Javoratori,
cortei o picchetti davanti alle
fabbriche; ed ecco i sindacati,
nella loro tenerezza verso forze
dell'ordine « nate dalla Resistenza » e in procinto di ulteriore
democratizzazione,
, minimizzare
gli episodi e rilanciare le ben
più importanti e prioritarie iniziative di riconversione, ristrutturazione ecc., per il decollo dell'economia, lasciando cosi disarmata la classe operaia di fronte
aile esigenze del capitale.
Ma, corne il comportamento
sindacale non è un prodotto del
caso, inserendosi nel processo
obiettivo di sviluppo dell'economia capitalistica e della sua crisi, saranno le stesse condizioni
materiali prodotte da quest'ultima ad impedire che la bastarda
politica di collaborazione dell'opportunismo passi impunemente.
Sappiamo, l'abbiamo detto e lo
ribadiamo, che il legame fra peg-
N. 1 - 7 gennaio 1978
Contro la · repressione antiproletaria
lotta indipendente di classe
1
A Firenze, reccntemente, 3 opérai
dell'Officina
Metalmeccanica Galileo, sono stati arrestati e in seguito rilasciati.
Episodi, corne questo, di repressione antioperaia, sernpre più spesso culminanti nella dcnuncia alla
magistratura e nei processi. sono
ormai numerosi contro i proletari
più combattivi chc si battono sul
terreno della lotta proletaria c diventano punro di riferimento per
tutti quel lavoratori che vogliono
difendere seriarnente
le proprie
condizioni di vita e di lavoro dall'attacco del capitale. La repressio-
ne non si limita, · d'altra parte, a
questi episodi « singoli » ma, cd
ormai cvidente a tutti, aiutata l'
incoraggiata dalla triplice sindacale. colpisce anche con la precettagioramento delle condizioni di
vita e rinascita della lotta di clas- zione tutti quei lavoratori che partecipano a, forme di lotta fuori dai
se non è automatico o immeâiabinari dell'interclassismo,
scavalto; non per nulla i nostri Gruppi
cando i « limiti democratici » imSindacali, o i nostri cornpagni i- posti dai sindacati.
solati, intervengono, dovunque
Sugli episodi di repressionc antioperaia, la nostra sezione di Firensiano presenti, in modo continuo
e martellante con un'opera di ze ha preso posizionc e distribuito
aile fabbriche, alle scuole, agli O·
chiarificazione, denuncia, partespedali, nella città e fuori, un vocipazione attiva aile lotte, se poslantino: riportiamo la'. parte iniziale
sibile prendendone la testa. Gli e quella finale, che indicano quale
avvenimenti degli ultimi mesi
lavoro si deve svolgere per contrasegnano tuttavia la comparsa di scare l'opera poliziesca della dernocrazia e del slndacato.
non equivoci sintomi di frattura
.fra la « base » e le organizzazio« NO ALL'ORDINE BORGHESE
PER LA RiPRESA DELLA LOTTA
ni sindacali: vertenze di gruppo
svoltesi nell'indifferenza dei pro- Dl CLASSE dovunquc si combattano le condizioni sempre più inletari, assenza dalle assemblee
sopportabili di vita e di lavoro:
di fabbrica, defezioni, sfiducia
l'apparato poliziesco e giuridico
negli obiettivi indicati, · episodi
statale borghese colpisce; l'oppordi contestazione dei bonzi, scettunismo politico si lamenta che non
ticismo di fronte a mobilitazioè abbastanza (Pecchioli in testa);
ni che indicano chiaramente da l'opportunismo sindacale opera atche parte della barricata si è tivamente sui posti di lavoro, per
l'isolamento e la denuncia dei fo.
messo il sindacato, e di fronte
colai di cornbattività: i gruppi deaile quali gli operai mostrano
mocratici della sinistra extra-parun attaccamento istintivo ai prolamentare rivendicano una « vera »
pri obiettivi di classe (si pensi
democrazia, e confondono cosï ulagli scioperi pro-Casalegno
e teriormente i proletari che hanno
invecc da capire che QUESTA E'
pro-polizia, entrambi miserarnente falliti), ecc. A colmare que- LA VERA DEMOCRAZIA,E' TUTsta · frattura non è certo ba- ·. TA LA DEMOCRAZIAPOSSIBILE,
E' LA DEMOCRAZIACHE FINALstata la manifestazione fiume MENTE
MOSTRAAPERTAMENTE
del 2-12 a Roma, organizzata al- LA SUA FACCIA!
l'insegna dell'« allargamento de- - la « legge democratica » invia
gli spazi di âemocrazia, di con- centinaia di avvisi di reato ai latrollo, di interventi dal basso » voratori che scioperano fuori dal
per « realizzare quella scella di controllo sindacale, con forme viausterità e di rigore che fino ad gorose di lotta pcr obiettivi di
ora non c'ë stata » (corne osa af- classe;
fermare Trentin in « Rinascita », - denuncia e arresta (e intanto
scheda) i lavoratori e i compagni
del 9-12), che ha mostrato so- più
cornbattivi, all'avanguardia nelprattutto di quale enorme appa- la organizzazione delle lotte;
rato, di quale « servizio d'ordi- denuncia e arresta i lavoratori
ne » da far invidia ai più scaltriche a queste lotte aderiscono ricoti celerini, abbiano bisogno, per noscendosi nei metodi e negli O·
biettivi classrsti, spinti da necessifar bella figura corne cogestori
dell'economia nazionale, i verti- tà materiali che nessun altro dici dei sindacati grandi· e picci- -fende;
si chiudono, si perquisiscono ni. L'opportunismo è certamente
ai mi alla gola le sedi dei grupancora forte, e agisce con tutti
pi, gli appartamenti!
i mezzi a sua disposizione affin[ ... ] Le rnigliaia di lavoratori delI'Italsider a Napoli (corne moiti alché non esploda la carica potentri)
con la loro poderosa e non
ziale che si sta accumulando nelle file del proletariato; ma la certo pacifica lotta che ha scavalcato le « giaculatorie » sindacali
classe operaia unita al di sopra
spolverando la città, uniti solidadelle categorie ha tutti gli ele- mente ai disoccupati, hanno. dato
menti per essere mille volte più
alla borghesia un assaggio di quaforte, e potrà risollevarsi per di- le [orza il proletariato sarà in grado di mettere in campo, quando,
Iendersi. prima e attaccare poi
purché rifiuti la « gestione » ultrapacifica delle lotte, da parte
deU'opportunismo, rigetti la sua
politica di collaborazione con la
PER LA STAMPA
classe dominante e il suo Stato, applichi forme di lotta non
INTERNAZIONALE
addomesticate (sciopero generale senza preavviso e senza limiti
· L. 4.967.600
Totale precedente
di tempo) per il raggiungimento
L. 211500
Svizzera
dei propri esclusivi scopi clas61.000
Forli ( corne da elenco) L.
sisti. Le condizioni obiettive di
L. 200.000
Bell.
questa inversione di rotta ma- Modena-Parma
L.
60.000
turano in seno al modo di pro- Napoli
L. 536.150
duzione capitalistico in crisi:
L. 560.000
Torino
spétta ai rivoluzionari agire affin- Roma-Ostia-Subiaco
L.
93.000
ché si tramutino in condizioni
Riunione Redazionale
soggettive, sui piano dell'orienL.
45.000
fine anno
tamento politico, dell'indirizzo
L. 6.734.250
Totale
programmatico,
dell'inquadramento organizzatlvo.
è
l'auualc ncgativa, ma giustificata. fasc di confusione c apparente apatia, SI MUOVERA"
superata
'NON A DRAPPELLI MA SU UN
TERRENO MOLTO PIU' VASTO E
GENERALIZZATO SUL QUALE SI
RI ORGAN I ZZERA ', rcndendo cosï
anche più stabili, rneno vulnerabili alla chiusura politica quegli ernbrioni c.li organismi che già oggi la
classe operaia tenta di darsi a strumente della propria difesa.
E' in questa prospettiva che va difeso e sostenuto ogni episodio di
combattività operaia, corne Va difeso il carattere aperto dei suoi organismi di base, espressione della
necessità
della classe di organiz.
zarsi.
E' in questa prospettiva che le
frange piu combattive non devono
isolarsi, abbandonando cosï i lavoratori che ancora non trovano la
forza di reagire, schiacciati dalla
politica degli apparati sindacali:
ma devono importare la /oro [econ.âa combat t ività e la /oro capacità
organizzativa anche in queste orga11izzazioni anti-classiste, per strappare dal/'apatia i lavoratori âominati dal nemico opportunista.
E' in questa prospettiva che occorre lottare sempre più decisamente in difesa delle condizioni di
vita e di lavoro attuali, allenamento e preparazione all'offensiva proletaria di domani, per I'abbattirnen-'
to violento dello Stato borghese.
E' in questa prospettiva che bisogna lavorare in profondità nella
classe operaia, organizzare fin da
oggi la sua autodifesa fisica, a· partire dalla solidarietà attiva con i
compagni e i lavoratori colplti âallo Stato borghese •.
ASTI • VIe S. Martino, 20 lnt.
Il lunedl dalle 21
BELLUNO • VIe Gerlbaldl 20
Il venerdl dalle 21
BOLOGNA • Via Savanella 1/D
Il martedl dalle 21
BOLZANO • V.le Venule 41/A
(ex. Bar ENAL)
11 sabato dalle 16 elle 18 ,
CASALE MQNFERR. • Via Cavour 1
la · domenlca dalle 10 elle 12
CATANIA • Via Vlcenze, 31 lnt. H
la domenlca dalle 18 elle 21,
i I h1nedl dalle 20,30
FIRENZE • VIe Aretlna 101/roHo
(cortlle lntemo, · piano tern)
Il martadl dalle 17. alla 19.30
FORLI' • VIe Merlonle, 3Z ,
Il mercoledl dalle 20,30
IVREA • VIe del Ca1telle~10 30
(engolo VIe Arduino)
Il glovedl dalla 21
LENTINI • Via MeHlna :ZO
il eabato dalla 17,30 elle 19,30
Ml LANO • VIe Binde 3/ A (pasao car:
ralo ln fondo e daetral
il lunedl lrlunlone pubblica), il martedl,
il giovedl e il venerdl dalle 21,30 alle
23,30:
MESSINA • Via Glerdln•gglo, 3
il gtovedl dalle 15 elle 1g
NAPOLI • Via S. Giovanni a
.Cerbonare, 111
il glovedl dalle 19 alla 21'
OVODDA • Via Umberto 4
la domenica dalle 10 elle 12
ROMA • Via del Retl, 11• A
(P.la Vereno)
la domenlca dalle 10 elle 12.
il gtovedl dalla 19 elle 21
SAN DONA' Dl PIAVE ·• Via delle
FrencHce, 47
·
il venerdl dallé 20 alla 23
SCHIO • Via Muzlnl, 30
Il sabato dalle t5 alla 19
TORINO • Via Calandra, 8/V
il venardl dalle 21 alla 23
TORRE ANNUNZIATA • Via Paatore
32 (1° piano)
la domenlca dalle 10 elle 12
IMPENNATA Dl CLASSE
ALLA FIAT RIVALTA
Ci scusiamo per non aver potuto pubblicare ne/ numero scorso alcune
corrispondenze che documentavano episodi di sana, seppur circoscritta,
reazione operaia a/l'opportunismo sindacale e po/itico. Ci limitiamo a
riprodurre questa, che è particolarmente significativa.
Mai corne oggi l'apparato pompieristico del smdacato e dei partiti « operai » è stato tanto frenetico
nelle sue iniziative per la difesa
e la ripresa dell'economia nazionale; ma, contrapposte a questo, si
verificano sempre più spesso azioni
operaie spontanee che cercano di
romperc il collaborazionismo e l'i·
solamento per riprendere la via di
classe della difesa de~li interessi immediati del protetanato.
Giovedi 27 ottobre, un gruppo di
operai dell'officina 88 della Fiat Rivalta e del reparto verniciatura indice uno sciopero di 20 minuti di
« ~olidarietà per i compagni uccisi della Baader-Meinhof»: di qucsto, ovviamente, non è stata fatta
pa10la né dalla stampa sedicentemente di sinistra né da quella borghese, che in questi stessi giorni in
tutto il mondo esaltava le « teste di
cuoio » di Schmidt: conseguenza immediata dello sciopero è stata invece di far entrare in azione il bonzu:
me sindacale e gli attivisti del PCI,
che lo hanno condannato corne condannano qualsiasi atto di solidarietà verso chiunque rivendichi la violenza (contro lo stato democratico,
beninteso).
Quattro giorni dopo, la direzione
annuncia che, in base agli accordi
assunti con il sindacato, ne! quadro
della ristrutturazione del reparto il
numero degli operai della cabina
di verniciatura passa da 8 a 10:
cioè all'interno di stanze di pochi
metri quadrati 10 • spruzzatori »
NESSUNA SOLIDARIETA' ALLA POLIZIA,
BRACCIO ARMATO Dl STATO E PADRONI
A//o sciopero del 20-XII per la sindacalizzazione della polizia i nostri compagni si sono apertamente rifiutati di partecipare, e hanno
invitato i proletari a non aderirvi, sia distribuendo volantini che
spiegavano /oro le ragioni del nostro rifiuto e li convocavano ad una
riunione pubblica nella nostra sede (come il volantino qui riprodotto del gruppo sindacale 0/ivetti di lvrea}, o che tendevano allo
stesso scopo pur senza indire speciali riunioni (come a Schio, a S.
Donà, a Firenze, a Bologna, a Forli, a Napoli, a Torino ecc.), sia
esponendo preventivamente carte/li esplicativi in fabbrica e tenendo poi 1m·assemblea operaia con /'indicazione di scioperare invece
ed unicamente, in difesa dei propri interessi di classe, corne alla
Za111bo11-Clesa di Bresso (Milano). Lo sciopero, del resto, ha avuto,
anche senza il nostro i11tervento, un esito ben meschino.
« Per la prima volta nella storia del movimento operaio le organizzaziorii sindacali ci chiamano ad uno sciopero in sostegno delle
forze di polizia: per la riforma ddla Pubblica Sicurezza, per la costituzione del sindacato di polizia.
Secondo CGJL-CISL-UIL,i poliziotti sono lavoratori corne tutti
noi. con i nostri stessi obiettivi immediati e storici: la difesa delle
proprie condizioni di vita, ma soprattulta la difesa della democra,
zia. Com·e le organizzazioni sindacali hanno abbandonato la difesa
d~i nostri intcressi pcr abbracciarc quella del capitale: investimen.ti. ristrutturazionc, ccc.. cosi oggi tentano di diffondere fra le nostre file l'illusione che una polizia democratizzara non sarà più il
hraccio armato del padrone. ma .la nostra alleata. Esse dimenticano e \'Ogliono farci dimcnticare:
l) che la democrazia, con .tutto il suo armamentario pacifista e legatitario, è il wlo immondo dietro il quale si nasconde la dittatura
ferrea della borghesia, pronta a stracciarlo non appena la classe
la\'oratrice tenti di reagire al suo sfruttamcnto non con le parole,
ma con i fatti;
2) che la difesa « dell'ordinc pubblico » - repubblicano e democratico, ma pur sempre ordine borghese - c la repressione violenta
di chiunque osi ribellarsi \'engono csercitate dalla borghesia e dal
suo Stato (Stato borghesc e non Stato • di . tutti ». corne organizzazioni sindacali e falsi partiti opcrai, PCI in testa, vorrebbero farci crcdere) proprio per mezzo della polizia e che la sua riforma ha
f'unico scopo di rëndere piit efficace questa repressione: ben pagati
e profcssionalizzati, i poliziotti • lavoreranno • sicuramentc merlio1
3) che dalla polizia la classe opcraia ha scmpre e solo ricevuto 'manganellate, lacrimogeni c piombo: Molinclla, Reggio Emilia, Avola,
Battipaglia, sono solo alcuni nomi di una lunga catcna di eccidi proletari ad opera delle forzc • dcll'ordinc » [ •.• J
Sedl e eezlonl
aperte a lettorl. e
simpatlzzanti
La polizia dunque spara e continuerà a sparare anche dopo la
riforma, perché suo compito è difendere la società capitalista (anche
se democratica), nella quale la boq~hesia ha il diritto di sfruttare
la classe operaia e di reprimere chmnque osi ribellarsi al suo giogo; e il fatto che gli esecutori materiali della repressione - i poliziotti - siano « figli del popolo » corne bclano i bonzi sindacali, giovani che spesso entrano nella Pubblica Sicurezza .perché non trova,
no lavoro, non sposta di un millimetro il ruolo della polizia di aguzzina del proletariato.
Proletari, Compagni!
La crisi che sconvolge il sistema capitalistico si fa sempre più
acuta; la disoccupazione continua a dilagare; su decine di migliaia
di lavoratori pende la minaccia di licenziamento; un'altra stangata
sta per abbattersi sulle nostre spalle. Chi paga, ancora una volta,
è la classe operaia.
Per aiutare il capitale ad uscirc dalla crisi, i falsi partiti operai
hanno firmato « l'accordo a sei » con la benedizione delle organizzazioni sindacali. Essi devono quindi garantire al padronato la pace sociale, devono convincere il proletariato che il rimedio di tutti
i suoi mali sta in una « nuova linea economica » da imporre al governo, basata sulla ultcriore riduzione del salario e sull'intensi(icazione dello sfruttamento; devorio impcdirci di rialzare la testa c
rifiutare la nuova ondata di sacrifici.
Lo sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali va proprio
in questa direzione: unire .in. un solo, sanguinoso abbraccio sfruttati e sfruttatori, vittime e carnefici, proprio mentre la polizia carica violentemente e ferisce i lavoratori della Papa e dell'Unidal in
lotta per difenderc il loro posto di lavoro. E' questa una ennesima
dimostrazione 'di quanto in basso siano caduti i sindacati, organizzazioni nate per la difesa delle condizioni di vita della classe ciperaia. Ancora una \·olta, quindi, ribadiamq chc fra oppressi e, opprcssori non vi possono essere interessi comuni, che i nostri interessi
sono inconciliabili con quelli della borghesia e dei suoi aguzzini.
Percià noi. che siamo sempre stati in prima fila negli scioperi dichiarati dai sindacati, anche quanc.lonon ne condividcvamo gli obict1id, non abbiamo alcun timorc oggi di rompcrc la disciplina., di rifiutarci di aderire a questo sciopero a sostegno della polizia e di
inl'itare i la\·oratori a fare altrettanto.
Riappropriamoci dell'arma della sciopero came strumento di latta
del praletariato per la difesa de/le proprie condizioni di vita e di
lavoro
Contra le mis11re gavernative
Cu111ru il frallle i111i10 horghesia/apportunismn
Cu11tro la represione statale ».
niciano le automobili e Joro stcssi, da! momento che devono Javorare a contatto di gomito. La risposta degli operai più combattivi è
immediata: sciopero! Altrettanto
rapida è la risposta della direzionc:
gli operai dei vicini reparti di lastratura e carrozzeria vengono
« messi in libertà ». Il metodo dunque è sempre il solito, supercollaudato: mettere gli operai gli uni contro gli altri, impedire che la lotta
di un reparto venga fatta propria
dagli altri. Gli operai non si lasciano intimorire e continuano lo
sciopero, fanno cortei interni per
coinvolgere gli operai di altri reparti non direttamente interessati, c
pongono corne condizione della ripresa del lavoro il pagamento della
giornata anche per chi è stato messo in libertà. La direzione non risponde nulla, sicura che il giorno
di festa basti a far quietare gli animi. Ma il 2, alla ripresa del lavoro, gli spruzzatori entrano nella cabina in 8 invece che in 10, cioè rifiutano i « nuovi tabelloni ». Di fronte a questo atto d'insubordinazione,
la direzionc toglie la corrente, blocca le linee e mette in libertà tutti
gli operai. Questa volta la reazione è ancora più violenta: 4000 operai sï mettono in corteo e vanno ad
occupare la palazzina degli uffici,
malgrado i cancelli blindati e i ripetuti tentativi di pompieraggio dei
bonzi sinc.lacali. L'occupazione si
protrae lino al pomeriggio. Alla sera i sindacalisti comodamente seduti all'Unione lndustriali, vista la
decisa risposta degli operai, fanno il
bel gesto di interrompere le trattative in corso. Ma ormai la lotta è
rientrata. Il giorno dopo, infatti,
metà degli operai è asscntc, c la
lotta non puù continuarc. Sei delcgati della verniciatura pcrù danno
Je dimissioni, motivandole col fatto
chc altri delegati, bonzi della lcga,
volevano imporre la fine degli scioperi articolati e la proclamazione di
un'ora di sciopero, ma a fine turno,
senza danno per il padrone. I delcgati dimissionari hanno affisso in
fabbrica un manifesto che dice tra
l'altro: « Noi decidevamo di dare le
dimissioni [ ... ] in modo da esser
liheri delle nostre azoni. Consegnate le dimissioni [ ... ] abbiama deciso di {are un'ora di sciopero in lutta la verniciatura. Fàtta l'assemblea
spiegati i motivi di tale decisione
a tutti· i /avoratori presenti in officina e in assemblea, abbiamo delta che le forme di /otta, le ore di
sciopero le decidono g/i operai con
i/ropri delegati e non il padrone,
e in questo caso d'accordo anche il
sindacato ».
Il lavoro è ormai riprèso normalmente e· il controllo sindacale ricade nuovamente corne una cappa di
piombo sui coraggiosi operai che,
anche se per un breve periodo, sono riusciti a spezzare le catene opportuniste per difendere i propri
interessi immediati.
Ancora una volta sono stafr gli O·
perai che hanno c.lovutolottare àutonomamente per difendersi da un
inasprirsi delle condizioni di lavoro e per la difesa della propria salu te: dal · sindacato non potevano
aspettarsi nulla; anzi, il lavoro di
conciliazione e di sabotaggio opera·
to dai sindacalisti e l'isolamento in
cui .è stata mantenuta la lotta, sono
stati determinanti perîmpedire l'allargamento dell'agitazione. Che questa ribelliorie operaia, corne le tante aitre di cui la stampa borghese
non dà notizie, possa essere un esempio fecondo per la ripresa della
lotta in difesa degli interessi imme~iati di classe.
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