Perchè la classe· operaia dica infine la sua · parola
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Perchè la classe· operaia dica infine la sua · parola
l DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: la linca da Mant a Lenin. alla fondatione dcll'lnttmaûonale Comunista e del Parrito Comunisra d'Italia: alla toma della sinistra comunista · contre la degenerazione dell'loternazionale. ci:iinro la eeoria del socialisme in un paese solo e la coimorivoluzione stalini~ta; al nfiuro dei fronti popolari e dei blocchi parrigiani e nazionali: la dura opera dei restaure della domina e dell'organo rivoluzionario. a contatto_ con la classe operaia. fuori del poliricamismo personale ed elettoralesco. organo del partito comunista internazionale STANGATE E «PIANI PER USCIRE DALLA CRISI» Perchè la classe· operaia dica infine la sua · parola La filosofia dell'opportunismo si riduce a questa formuletta semplice semplice: borghesia e proletariato non sono divisi da contrasti inconciliabili; poiché il capitale sorregge il lavoro ( corne la corda regge l'impiccato, diceva Marx, ma ... aveva torto) non potendone fare a. meno, e il lavoro a sua volta non puè fare a meno del capitale, nulla Impedisce di regolare questo rapporta reciproco in modo da attutire le punte dello sftuttamento capitalistico da una parte, le punte della lotta di classe operaia dall'altra, creando un ordine sociale almeno tendenzialmente armonico, che è poi la dernocrazia. La formuletta, che sinonimo di riconoscimento dell'eternità del regime borghese, ha una parvenza di credibilità in periodo di bonaccia. Appena scoppia la bufera di una crisi,' si converte nell'altra secondo cui, appunto perché le sorti del lavoro dipendono dalle fortune del capitale, conviene - nello stesso intéresse dei lavoratori - accollarsi i sacrifici necessari per rimettere in moto la macchina produttiva ca- ) pitalistica (o, corne si dice, nazionale): ma, affinché questa riè ru·esa é!l'l'f'rJ,!pJ ne} modo più . ce- , tere ed « equo », «. i rappresentanti dei lavoratori » devono cogestirla meglio di quanto rîescano i padroni, per il bene di tutti. Di qui i piani di sviluppo, le « scelte priori tarie», il rigore nellc spese pubbliche e private, l'oculatezza nella distribuzione degli investimenti, l'eliminazione degli sprechi, la lotta aile clientele, i severi controlli sull'austerità dovuta alla patria, di cui si fanno allora portavoce gli opportunisti politici e sindacali. Che di tutta questa ripetizione . di formule vecchie di un secolo, la storia abbia confermato l'assoluta inconsistenza, il carattere iliusorio (ma, agli etfetti della conservazione dello status quo, ben concreto e salutare), l'opportunismo poco si cura, Esso si fa promotore di una « maggior cornpetitività delle merci nostrane sui mercati interno ed internazionale »: il guaio è che, per difendere la propria econornia e attaccare quella straniera che le toglie spazio, ogni borghesia e, con essa, ogni rispettivo opportunismo, devono fare altrettanto, ed è ovvio che i concorrenti più forti sono in grado di imporre le loro merci sui mercato, soffocando il più debole che vorrebbe cogliere il frutto di un mornentaneo vantaggio in questo o quel settore, corne dimostrano i quasi quotidiani esempi di guerra commerciale in atto fra i diversi paesi, . Tuttavia, proprio in questo scontro fra capitalismi nazionali che i sindacati vorrebbero inserire i loro piani di « difesa delle condizioni operaie », dando ad intendere che la ristrutturazione delle imprese, gli investimenti e simili regalie permettano di salvaguardare gli interessi della classe lavoratrice e, prima di tutto, i livelli di occupazione! Ed è su questo stesso terreno che · la collusione con il govemo nell'intente di torchiare i proletari per sovvenzionare il capitale diventa inevitabile. Non a caso l'ultirno « pacchetto » governativo . ( drastici tagli sui fondi previdenziali e della sanità, imposizione di un tetto invalicabile alla finanza locale, limitazione del costo del. lavoro, ecc.) segue indirizzi che non si discostano se non nei dettagli da quelli suggeriri dal sindacato, e, se divergenze ci sono, non riguardano il merito dei provvedimenti. ma la loro incisività che il partner (più che controparte) sindacale vorrebbe ben più vieorosa. Le misure prop~ste si dice, sono "soltant,o cong.1u117 rurali », non hanno dietro di se " nessun respira politico », i:ne.nire occorrono « piani set toriali » nel cui arnbito si cellochino gli è \ « interventi finanziari nei casi più drammatici dt crisi inâustriale », sotto il pieno e democratico i< controllo » del parlamento e delle « parti sociali ». « Programmazione » e « controllo pubblico» permetterebbero una revisione approfondita della macchina produttiva, mentre il piano governativo si lirniterebbe ad... oliare qualche rotellina. Ecco perché le trattative (che ormai · non si « rompono » più neppure forrnalmente) non hanno dato gli esiti sperati: mancavano le garanzie « concrete » richieste per un funzionainento senza intoppi del sistema e per_un suo « reale » puntello né, d'altra parte, nulla garan tisce che dal piano originario si passi al molto più ambizioso . cambiamento di politica economica auspicato dalle Confederazioni sindacali, o addirittura di cambio del governo, in parallelo con le grandi manovre der partiti della non-sfiducia, Intanto - poiché da parte sindacale, quando non c'è aperta connivenza, c'è inerzia, e I'iner- zia equivale di per sé a supina giore comprensione per « le utenaccettazione - piovono le stanze industriali e agricole»? . gate. Il Cipe propone una reviSiamo d'altronde appena agli sione generale delle tariffe elet- · inizi: la Sip ha chiesto ll,lJOVÎ, autriche: aumenti del 16% entro menti tariffari, già amr studio gennaio, del 14% nella seconda det governo; .ad aumentare il metà del 78, del 6% dal '79 al prezzo della pasta, anche se il 1981, abbattimento drastico del- Cip non ha preso nessuna dèlibe. le fasce sociali dal 94% al 15% ra, hanno pensato le stesse indudegli attuali utenti domestici, e strie alimentari; è cresciuto il via di questo passo. « L'Unità » prezzo del gasolio · da riscaldamento e per autotrazione, e del del 30-12 commenta: « Si tratta gas in bombole; è stato realizzaintanto [ ! ] di verificare se le deto un « nuovo significativo passo cisioni di cui sopra sono giuste e opportune; o fino a che punto avanti nella riforma del sistema pensionistico », e i sindacati lo lo sono »! ! ! Ma se I'accordo a sei e la politica sindacale, l'uno e hanno accolto «favorevolmente» l'altra osservanti delle leggi eco- ( « l'Unità », 24-12): si tratta, nientemeno dell'abolizione delle scale nomiche vigenti, esigono il pamobili anomale, naturalmente atreggio dei bilanci delle aziende tuata all'insegna della perequapubbliche (si pensi che l'ENEL zione... verso il basso! chiude il '77 con un passive di Fra queste piogge di aumenti, circa 820 miliardi) da dove mai due... rovesci si profilano partidovrebbero essere succhiate Je colarmen te torrenziali: equo calire, se non dalle tasche proletanone e ristrutturazione del salarie? Non è lo stesso organo del rio. Il primo, nettamente peggioPei a scandalizzarsi perché « una rativo rispetto alla stesura origifascia sociale, comprendente il naria, che già presentava carat94% delle [amiglie italiane, troppo estesa », e a mostrar mag(conti~J? a pag. 6) è · la· corsa alla sepaltura · da! ~1;r~;:mc . . · E' in atto una vera offensiva su più fronti che ha come bersaglio il marxismo e come meta la dimostrazione che esso è morto e seppellito. Sui vari aspetti di questa « campagna » ritorneremo in una serie di articoli: ne dedichiamo uno, intanto, ai convegni paralleli di Vene zia e Padova del dicembre scorso. diventava un alto gerarca del pardi menzogna con relativo mercato Una nuova moda s'è diffusa nella repubblica delle donne e degli uo- tito ex-bolscevico, « baluardo.· del delle « idee » e relativi compensi. marxismo-leninismo »? Che altri miCosi, vediamo Solgenitsin, ferreo mini colti: la morte del marxismo! A dire il vero, il luttuoso annuncio· lioni di Martynov formavano i qua- dcnunciatore de, campi di concenè stato dato ormai più volte ed è dri della burocrazia che, secondo tramento sovietici, decantare .le belIezzc della fabbrica occidentale, sempre stato seguito da vigorose i ripetitori del nostalgico zarista riprese del movimento teorico e Solçenitsin, sarebbe la figHa primo- quando non arriva a difendere i « gulag • èileni. E' il richiamo di pratico marxista. Basti pensare ai gemta di Lenin? 0 che Lenin non Iuttuosi annunci dispensati all'ini- consider.ava socialiste le istituzioni classe, non l'ipocrita « passione mozio del secolo da Bernstein, Croce, uscite dalla Rivoluzione d'Ottobre rale » a muovere gli uomini. Che Sorel, Weber, ecc., che precedette- ed erette da! proletariato corne cosa dice ai proletari questo nuovo ro immediatamente la magnifica prima tappa di una rivoluzione nemico? Dice: - Proletari russî, fioritura di Lenin e del bolscevismo. doppia che aspettava la rivoluzione l'orrendo regime che vi sfrutta non Accettiamo dunque questo ennesi- dei proletari dei paesi avanzati per è altro che il comunismo dei vostri mo annuncio mortuario corne un compiere il secondo e più impor- sogni. Le vostre sofferenze di oggi sono la necessaria conseguenza deltante passo? Ma questi « maestri buon augurio ... Stavolta il fatto « scandaloso » del nuovo pensiero anti~dogmatico • le· speranze di ieri. Questo è il prezche ha colpito con la repentinità del hanno mai Ietto l'abbici di L-enin zo della rivoluzione. Voi avete vofulmine tanti illuminati sapienti è ... che pure, secondo le statistiche del- luto il paradiso in terra, voi 'siete l'UNESCO, è l'autore più stampa- stati schiavi del miilenarismo, non la Russia staliniana. Ma non era già universalmente noto che lo sta- to ncl mondo, superiore perfino. al- avete voluto ricevere il messaggio Iinismo ha conquistato il potere la Bibbia? Hanno mai sentito par- d1 rassegnazione, di subordinaziomassacrando tutto il partito bol- lare delle Due tattiche 'della social- nc, di morte, che noi vi mandiamo. scevico? Che, mentre Trotsky era democraûa? Nel tentativo di esor- Dovete accettare la soflerenza e il espulso da! partito e dalla Russia, cizzare Stalin, i nostri sapienti ne dolore; ogni sogno di realizzare il conscrvano la fondamentale men- sociafümo genera il gulag. Ognuno il « compagno Martynov » (ma si, proprio lui, la nostra vecchia co- zogna: la Russia paese socialista, œrchi dunque di vivere il meno noscenza del Che fare?, cosi deriso la società ru5sa modello di « socia- peggio che puè> ne! chiuso della sua cellula individuale -. Questo nuoanche in anni succcssivi da Lenin!) lismo reale •vo messaggio non è che il messaggio di rassegnazione rivolto da un secolo al proletariato ne! tentativo, la menzogna di Stalin finora riuscito, di evitare la 'rivo.Juzione. La menzogna di Stalin serVediamo qui la duplice faccia vede nel padrone e non nella mer- ve egregiamente allo scopo. Se della menzogna staliniana. Ai pro- ce il « mostro » da abbattere si ri- quello è il « scicialismo reale », tanterrà appagata da una qualsiasi so- to vale tenersi. il buon vecchio caletari disse Stalin: - Voi, con il occidentale. Diceva anni vostro duro lavoro, state costruen- cietà statizzata alla Stalin o auto- pitafümo do il socialismo. Infatti in Russia gestita in « comuni del popolo » fa un proletario americano: « lo sono comunista, perché ho leti padroni sono stati aboliti,. non c'è alla Mao, e venererà Stalin e Mao non to che in Russia gli operai vanno altro che lo stato onni-proprietario non corne pionieri del capitalismo, a lavorare cantando. Qui almeno (a parte le cooperative agricole ed ma corne padri del « comunismo ». bestemmiare quando vado al aitre amenità). Se non ci sono ca- Un'analoga venerazione sarà tribu- posso lavoro ». Cosi la menzogna di Stapitalisti, non c'è più capitalismo, tata ai membri dell'« intellighen- Iin svolge una funzione molto più corne dice anche il nostro comune zia » che, in questo assetto, fungo- vasta Che quella originale di estornemico Trotsky. E' vero che resta no da ammini;,tratori ed ideologhi cere più facilmenle plusvalore dai della macchina statale. il mercato, ma è un mercato "soQuesto assetto non puè> perè> es- proletari russi; essa costruisce un cialista ". - Per la buona · vecchia fantasma, il « socialismo la, ma è una moneta "socialista ", sere etemo. Passala la stagione e- orribile » esistente· nei paesi dell'Est, prodotto dallo sfruttamento " so- roica della « costruzione del socia- reale in Cina o a Cuba, per spegnere il cialista "». Per la buona vecchia lismo •, cioè dell'accumulazione pri- sogno del sucialismo nel cuore dei ' teoria marxista, il capitalismo è un mitiva del capitale con i suoi Sta- proletari ed instillargli una pretesca modo di produzione · fondato sulla khanov, i proletari avvertono di nuo- rassegnazionc. merce, sui mercato, sui lavoro sala- vo il morso dello sfruttamento e, riato; la figura giuridica del pro- in assenza di padroni visibili, privi prietario - individuo privato o sta- della guida del partilo di classe, Il convegno to, persona fisica o persona giuri- non sanno più dove battere le corna e se la prendono con... la burodica - è un tratto secondario. Il di Venezia pensièro borghesc i! affasdnato dal- crazia, cioè con l'inesauribile schiela personalità, dalla coscienza, ed ra dei vari funzionari del capitale . inveœ i! cieco di fronte ai mecca- Talvolta, corne di recente in PoSu questo sfondo, SI e riunito nismi oggetti\'i, fattori e. non pro- lonia e in Romania, combattono a Venezia il convegno indelto dal lotte eroiche e disperate, ma un dotti della coscienza; esso quindi « Manifesto » ( 11-12-13 nov. scorso), nuovo nemico li aspetta; l'allra fac- sui non « capisce » il marxismo. Perciè>, tema: « Il pot.ere e l'opposiziocia di Stalin. quel/a spontaneita proletaria chc nc nelle società post-rivoluzionarie •. Un rnarxista non puù non os-, servan: l'ipocrisia di quel « post~ figlü « liberali » di Stalin rivoluzionario ». Non si osa più dehn'ire socialiste le società dell'Est ( la Rossanda parla di « capitalismo beni materiali c spirituali, do\'e la Il nuovo nemico si presenta con di tipo nuovo »!) - si fa ancora le fattezze dell'intellettuale privile- classe operaia puù cssere irreggi- qualche riserva per la Cina, ma giato, ma insofferente della rigida mcntata senza i rozzi metodi sta- non durcrà a lungo. Pero, non si disciplina e della compressionc dei liniani, ma con quelli raffinati della osa nemmeno accettare la teoria distribuzione delle briciole, e dove bolscevica rinnegata da Stalin e bisogni individuali chc lo stalinismo pcrciù non è più nccessaria la pre- affermare che la ri,·oluzione russa comporta. Egli vorrcbbe consumarc e godere corne i suoi pari dei pacsi dicazionc dcll'« unica » menzogna - e a maggior ragione le successistaliniana, ma esiste il « pluralicapilalistici più avanzati, dove csi(continua a pag. 2) ste la « libertà » di consumarc più smo » delle menzogne, la « libertà » Quindicinale- Una copia L. 200 Abbonamenti: annuale L. 5.000 sostenitore L. 10.000 Conto corrente postale 18091207 Anno XXVII N. 1 - 7 gennaio 1978 IL PROGRAMMACOMUNISTA' Casella Postale 962 Milano Spedizione ln Abbonamento postale - Gruppo 11 Capodan1Jo indocinese Se l'a,ino · m~vo si deve giudicare dall'inizîo, esso 11011 rassomiglia atf atto al « '78 di pace » annunciato a gran voce da Carter prima del suo tour intorno al pianeta: il « capodanno indocinese » l'ha anzi smentito ancor prima che nascesse, rivelando quanta sia fragile l'equilibrio multipolare che la âiplomazia -internazionale si era illusa di pater instaurare in Asia dopo il ritiro americano dall'Inâocina, soprattutto grazie alla virata filoamericana della Cina. Questa aveva infatti parzialmente coperto il i·uoto prodottosi in questa « area grigia » fra le più grige del monda. Va anzi detto che proprio questa virata, avvenuta nel momento più critico âell'impegno americano in Indocina col f amoso viaggio di Nixon a Pechine, prefigurava già uno degli antagonismi [ondamentali di og. gi, cioè quelle f ra la Cina e il Vietnam, fin da allora appoggiato solo a parole ma in realtà temuto da Pechino; antagonisme che si intrecciava ai numerosi altri della regione, primo fra tutti quello fra Pechino e Mosca. Benché le notizie di agenzia parlino oggi di « aggressione » del Vietnam alla Cambogia, la realtà che fin dall'aprile del 75, subito dopo la riconquista di Saigon e Phnom Penh da parte delle truppe di lebarazione, Cambogia e Vietnam hanno visto i loro rapporti âeteriorarsi per ragioni insieme territoriali, etniche e nazlonali da un lato, internazionali e strategicamente colle1 gate al più complesso confronto · ·.A.;; ~:ut:..ï e.::,s~ â~:.~~.: .;raf;di potcn;e in Asia, dall'altro. è ,'r * *· Non c'è dubbio che al fondo degli scontri tra Khmer rossi e vietnamiti nell'immensa e fertilissima risaia che va dal Mekong ai confini tra i due paesi (lunghi 700 chilometri), sta la tende,:zza storica del patente Vietnam (nell'ambito del quale il Vietnam del Nord puà essere paragonato alla Prussia dell'ottocento germanico ), quindi del principale pilastro di tutta la storia di lotta anti-imperialista dell'lndocina, a giocare un ruolo di riunificazione della penisola ( Sia detto per inciso, cià dimostra che la rivoluzione dei paesi indocinesi è stata una rivoluzione nazional-borghese, e non socialista o di transizione a una rivoluzione socialista, corne molli blaterarono per anni e tuttora blaterano, corne spiegare altri- menti l'insorgere di rivalit e di ant agonismi. national! e statali f ra paesi « socialisti » o para-socialisti?) Nel . Laos, il govemo di Hanoi lia già mostrato chiaramente di perseguire una politica egemonica, conseguendo anche· successi del tutto consiâerevoli, se si tien canto che il Laos è oggetto delle mire cinesi e sovietiche. Col pret esto di sorreggere . contro una guerriglia 'interna ancora tenace il debole governo di Vientiane, il Vietnam mantiene inf at ti nel Laos dai 40 ai. 50 mila solâati, e cio non gioca certamente a [avore âell'autonomia laotiana. Questi rapporti « prejerenziali » f ra Hanoi e Vientiane sono ben espressi dal patto venticinquennale di cooperazlone militare ed economica tra i due paesi, che preveâe aiuti finanziari e economici da narte del Vietnam, definisce le clausole militari relative ai confini tra i due paesi, « auspica l'adozione di un atteggiamento comune in alcuni settori della politica estera e interna». ( « Relazioni Lnternazionali», 31-7-77, p. 754). Anche in Thailandia, il Vietnam fa sentire la sua presenza con aiuti e « tecnici » in appoggio agli insorti. Nei confronti della Cambogia, la politica di Hanoi ha gli stessi connotati [ondamentali, anche se ha trovato nei Khmer rossi una coriacea resistenza politica e militare, spinta occasionalmente fino ad azioni intimiâatrici e ad atti di vera e propria guerriglia. Non è forse errata ritenere, del resta, che gran parte del mistero che c1nur1cia le lotie intesti .. .dei âirigenti Khmer negli ultimi anni passa parzialmente spiegarsi çon tentativi vietnamiti di favorire ambienti legati ad Hanoi all'interno dei Khmer stessi. Si aggiunga che fra Cambogia, Cina e Vietnam esiste un contenzioso territoriale circa alcune isole del Mar Cinese rneriâionale, pare ricche di petrolio. E' d'altronde chiaro a tutti elle, se la Cambogia non fosse apertamente « protetta » dalla Cina (con la quale ha strettissimi legami in [unzione di contenimento del Vietnam), l'esercito di Hanoi potrebbe facilmente averne ragione, essendo il più forte esercito di terra della zana dopo quelli russo e cinese, e anche ulteriormente rafîorzatosi con modernissimo materiale bellico russo dopo la vittoria del '75. (continua a pag. 4) à Il presslmo numero del giornale Dobbiamo forzatamente rimandare al prossimo nr. 2 (21 gennaio) una serie di corrispondenze che non hanno trovato posto su questo: Unidal, la cassa integrazione non fa che precedere · i licenziamenti; Papa di San Donà, dove la notizia dei 560 sospesi fino al 18/1 per poi passare alla cassa integrazione segue quella delle cariche poliziesche allo sciopero del 14/XII; Ferrovieri della cui questione si fa un bilancio generale soprattutto della politica antioperaia e fumosa dei sindacali confederali corne dei sindacatini autonomi. Seguirà l'articolo sul Proletariato chicana negli USA, la conclusione del_ Rapporta alla riunione generale di partita, l'indice analitico per argomenti degli articoli apparsi nel « programma comunista » nel corso del 1977. ABBONAMENTI 1978 Per l'anno lnizlato l'abbonamento a « il programma comunlsta » rlmane lnvarlato: annuale L. · 5.000, sostenltore L. 10.000. Per la stampa Internationale le clfre sono le seguenti: - « le prolétaire» (qulndlcinale) L. 6.000 - « programme communiste » (rlvlst;t teorica. trlmestrale) L. 6.000 « el programa comunista » (rlvlsta in spagnolo) L. 2.400 « el comunlsta » (nienslle ln spagnolo) L. 3.000 « communist program » (rivlsta ln lnglese) L. 3.000 NELL'INTERNO - Il mito della stanza dei bottoni - Tre segnali d'allarme fra i tantl - Sotto la sferza della crisi si approfondiscono i contrasti interlmperlalistici - Lettera dall'America: Il proletarlato chicano. - Italslder Bagnoli: :un pri. mo bllanclo . -· Ferrovleri del traghetti: La precettazlone possa costltulre una salutare lezione per tutti i proletari liberandoli dall'opplo delle 11luslonl democratiche e costituzlonali Contro la represslone antiproletaria, lotta lndlpendente dl classe lmpennata dl classe alla Flat Rlvalta - Nessuna solidarietà alla pollzla, bracclo annato dl Stato e padronl IL PROGRAMMA COMUNISTA la: :co·rsa alla sepoltura del m,arxismo (eontimJa da pag. 1 ) ve rkohu.ioni in Cina, a Cuba, in Vtetnam - aveva corne primo obieuivc l'instaurazione del capitalismo, compito che, corne i bolscevichi sottolinearono in polemica sia · con i mcnscevichi sia con la cosidetta a oeeosizione operaia o, poteva essere svolto fino in fondo sote dàl proletatiato rivoluzionatio. Altrimcnti. con grande soddisfazione di Solgenitzin, Sacharov e soci, in Russia ci sarebbero ancora lo zarismo. la chiesa ortodossa, i pogrom e la spaventosa miseria e ignoranza dei mugiki. Il sogno dei bolscevichi era che la fiarnmata delta rivoluzione democratico-radicale russa.. potesse accendere l'incendie della rivoluzione comunista mondiale. Clë non accaduto ed è questo il vero problema per un marxista, il problema che invece i " marxisti " del convegno di Venezia·non solo evitano, ma confondono, assegnando alla società socialista i caratteri di una 'banale società democratica.. Ed è del tutto ovvio che, una volta mancato l'appoggio dei prolet,ari dei paesi avanzati, lo sviluepo del capitalismo in Russia richiedesse i p1.. gravi sacrifici ai proletari. Essi, con la NEP, li accettarono coraggiosamente, ma la contemporanea degenerazione delI'Internazlonale, e in particolare del, le sue sezioni europee - altro piccolo problema, su cui i « marxisti " di Venezia tacciono - _ prima mise il partito russo sulla difensiva, poi ne determinè la sconfitta. Net 1926-27, i partiti « comunisti » mondiali pla:udirono al trionfo controrivoluzionario di Stalin e sottoscrissero I'atto notarile che battczzava a socialismo in un, solo paese o · l'accumulazione primitiva del capitale in Russia. In seguito, .non solo in Russia, ma anche in Occidente, chiunque rifiutasse la menzogna tu perseguitato e massacra10. Anche di ciè non si è discusso a Venezia, dove invece qualche « marxista "• corne il russo Pljusc, ha sparso lacrime sulle disavven1 ure del vescovo Slipvi e sui fatto che in Russia non si trasmetta la messa per tv ... I « marxisti » di Venezia si lamentano degli orrori della « società post-rivoluzionaria » russa, cioè degli orrori che lo sviluppo del capitale ha comportato in ogni paese. Essi dimenticano 9uante teste ha taJliato la borghesia inglese ai suoi inizi, e che la « tollerante .» democraaia britannica poigia anc.he 'sugli 80 mita poveracci impiccati per a vagabondaggio " da Enrico VIII nonché sui sudore, le lacrime e il sangue di milioni di proletari, donne e barnbini, -descritti nel famigerato Capitale. è Gli orrori del capitalismo, soprattutto nella fase dcll'accumulazionc primitiva, non sono un « problema teorico » pcr ncssun rnarxista, ma solo un fattore di alimcntazione della a passione » rivoluzionaria. Che cosa cercano allora i « marxisti » di Venezia? Dopo avcr contribuito, nella loro verde ctà, alla diffusionc della menzogna staliniana e alla sconfitta « pratlca » del marxisme, essi vogliono ora un'esistenza più « pacificata », con una più alla « qualità ,, della loro vita, senza dover più fare i sicofanti e gli aguzzini. Vogliono essere buonl e pacifici ideologi delle classi dominanti, E' lo stesso desiderio che colse · 1·« intelligenza » europea dei. primi decenni dell'Ottocento. Ai Robespierre, ai Marat, ai Saint-Just succedettero i Chateaubriand, i Tocqueville, i Pellico, i Mazzini, lacrimosi sostenitori della tolleranza liberale e fieri nem~i del giacobini- Arrivarno gli A questo punto, nasce un dubbio, Spinti da! bisogno esistenziale di una vita più a pacificata », i « marxisti » di Venezia e gli altri « critici » di Marx non rischiano di far scivolare il proletariato, « abbandonato a se stesso », nel partito della rivoluzione? Non si :P,UO certo vendere ai proletari il liberalismo o, addirittura, il « superuomo » di Nietzsche! La preoccupazione è presente nei ranghi opportunisti, e ha suggerito l'organizzazione di un altro convegno, stavolta a Padova. Tema: « Operaismo e centralità operaia »; relatori, sotto il vigile sguardo di Giorgio Napolitano, teorici « marxisti » del calibro di Tronti, Asor Rosa, Cacciari e altri meno famosi · ex-« sinistri ».- Qui, la classe operaia è stata lisciata e lusingata. Si è ironizzato sui « bisogni » e le velleità della bohème, si è proclamato che senza la classe operaia vi è il nulla. Ma quale classe operaia si è invocata? Non certo il proletariato che scende nelle strade per imporre la propria dittatura, Quello di cui parlano i « marxisti " di Padova, è un proletariato « sociologico », tutto fabbrica e busta-paga, la cui prima preoccupazione è « l'allargamento de11a base produttiva »·, il « rilancio degli investimenti », il « nuovo modo di produrre ». Nell'elegante utopia di questi « operaisti » si vede una classe operaia che si prende carico della produzione capitalistica sostenendo il « partito politico » (il ,PCI è indicato quale smo « intollcrantc •. Si puë dire che il sogno dei « marxisti " di Venezia è uno « stalinismo libérale », clotato della stessa capacità del truce origmalc di inchiodare li proletariato alla fnbbrica, ma privo di asprezze verso I'« intelligenza » e gll ideologhi. e tenuto a rinnegare sernpre piü il marxismo. Non abbiamo forse sentito il « pontefice del marxismo » Althusser confidare alla platea di Venezia Che in fondo... anche Marx ha detto cazzate; che in fondo la teoria del plusvalore, la teoria delle stato, la teoria della dittatura del proletariato andrebbero ridiscusse? Si puo facilmente prevedere che fra qualche anno questi « marxisti » raggiungeranno la lustrattata socialdemocrazia tedesca a Bad Godesbcrf. Del rcsto, se Berlinguer ripudia i marxismo, possono i nostri ex-extraparlamentari, sostenltori indefessi della a sinistra unita », essere da rneno? « operaisti » candidato) nel suo progetto di organizzare la società corne un'unica [abbrica. Proprio corne Stalin, che chiedeva al proletariato di farsi carico di tutti i · possibili problemi lasciati irrisolti dalla borghesial I « marxisti » di Padova, turbati dall'Irnperâzia e dalla corruzione demoçristiana.~ognano un rude... capitalismo costruito dalla mano callosa del proletario. Sospettiamo che questa « centralità operaia » avrebbe il consenso anche dell'on, La Malfa, che, non a caso., vuole il PCI al governo. Del resto, non siamo noi a dirlo. Ecco corne l'« operaista » Asor Rosa, su a L'Unità » del 4.12, pariando della manifestazione dei metalmeccanici del 2.12, magnifica il ruolo democratico e costituzionale del proletariato: « Confessiamo pure che, nei mesi passati, qualche elemento di sconcerto, di fronte alla pressione spesso intollerabile di avvenimenti anche luttuosi ed inquietanti, si era introâotto nell'opinione pubblica anche di sinistra ... Alcuni settori intellettuali hanno vacillato di fronte all'mtensità delt'attacco avversario e alle motteplici diffiéoltà della fase presente della lotta di classe... [è noto che i giornali borghesi erano pieni di paura che la· classe operaia, che a Torino aveva avuto un sussulto di istinto proletario, potesse « sfuggire di mano »]. Vorremmo che prenâessero · . apiâamente coscienza che il discorso critico non ha P.erso affatto il punto di riferimento che lo sorreggeva in passato. .,·.. ,,-. IL MITO D ELLA STANZA DEI BOTTONI 1 La struttura della classe uperaia org'CIIIIU.ata 11qn solu regge, 11u11 .,u/o ,·iesi.·e a di111u~1 rarc di csserr 1ma st rtll Htra polit ico-sucia/e duw1a di un putere. di coagulu i111111e11su, ma non st limita a parare i eu/pi, p11à tindare persino al di là [oh! oh!) della djfesa p11ra e semplice dd posto di lavoro, dell'occ11pazione e della produz.ione conte oggi si presentano [la classe operaia deve quindi anche difendere la produzione, corne oggi si presenta!! Neppure Carli cd Agnelli pretendono tanto ... ]. I rapporti politici sono chiamati ad un brusco e difficile confronto. Ma il bello è che non c'erano smagliature nella piazza su ~uesto punto: nessun elemento dr eversione o di disordine, tanto per intenderci, né di scollatura dalle proprie organizz.azioni [ecco il punto! I proletari devono. rinunciare alla rivoluzione e rimanere intrappolati ne! partitone neo-staliniano che li usa, all'occorrenza, corne « elemento di ordine »], ma al tempo stesso una richiesta di cambiamento tanto forte da riempire l'aria, da diventare l'elemento ambiéntale e sonoro dominante ». E ancora: « Un ponte è stato lanciato: questa manifestazione ha voluto anche dire che gli operai non sono indifferenti, che l'egoismo operaio è egoismo verso il padrone [si confronti con quanto si diceva all'inizio sulla confusione tra padrone e capitale], non è mai stato e non è egoismo verso gli àltri strati oppressi [in cui il . PCI include " piccoli " e "medi" proprietari di. ogni genere] ». Questo « ponte » è prontamente varcato dalla borghesia illuminata. Su « La Repubblica » del 4.12, il tecnocrate socialista Giorgio Ruffolo, concludendo un editoriale dal titolo: « Compromesso storico col capitalismo », scrive: « La garanzia diretta della occupaz.wne ·da parte dello stato e la gestione dell'offerta di lavoro affidata ai sindacati, da una parte; lo smantellamento dell'apparato di sussidio alla disoccupazione che grava in gran parte sulle imprese e il conseguimento di .m adeguato grado di mobilità dall'altra: ecco i termini di un " compromesso storico " della sinistra con il capitalismo ». Cioè, i sindacati gestori dei licenziamenti e della disoccupazione! Come i «kapo» nei lager nazisti. Ruffolo ha frainteso gli « operaisti »? No: sull'« Unità » del 3.12, il capo « operaista » Mario Tronti scriveva: « Nel capitalismo matura, {lentro la sua crisi [sic], nei processi di m·utamento della composizione sociale che questa comporta, la classe operaia deve riconquistare solidamente il posto centrale nei rapporti di produzione, nei rapporti sociali, nei rappè>rti• politici. Di qui, quel termine · di "centralità operaia " che sembra il più adallo ad .esprimere · oggi la crescita politica di questa {orza [cioè, centralità operaia = PC importante e, possibilmente, al governo], impegnata a dimostrare [a chi? ad una commissione esaminatrice formata da Agnelli, Carli, Petrilli, Baffi, Stammati e La Malfa?] che sarà in grado di dominare la violenza delle attuali contraddiz.io- spazio solo all'accorato rifi.uto morale dell'individuo isolato. Questa visione postula l'abbandono del marxismo e della sua complessa analisi di tutte le fa- Come non si puo ipotizzare un si del ciclo economico. capitale tutto costante, cosi non Costoro invece, fedeli ai canosi puè> ipotizzare un capitale pu. ni dell'empirismo e della « feno- ramente variabile. Tutta la letmenologia », esaminano soltanto teratura marxista - basti peni fatti del giorno che, estraposare allo scritto di Lenin sul lati e generalizzati, danno origi- romanticismo economico, contra ne a grandiose visioni del monle teorie dei populisti russi soIn sintesi, il discorso degli or- condo le esigenze. I poteri pub- do sempre diverse fra loro, in stenitori della piccola produganizzatori del convegno è il se- blici e in ultima analisi lo stato, omaggio alla inesauribile creazione - lo dimostra. La tenden- · guente. L'attuale crisi economica assumerebbero quindi un ruolo tività del « movimento », e in- za di fondo del capitalismo, sia ha stimolato sostanziali muta- centrale nel processo di valorizvarianti su un unico punto: l'on- pure attraverso gli zig-zag dovumenti riel modo di produzione in zazione . del capitale poiché, in nipotenza dello stato e del capi~ ti alle alterne vicende del ciclo Italia, Stretto dall'offensiva dei prospettiva, acquisterebbero la tale. economico, è verso la concencapitali più sviluppati, principalforza lavoro e la presterebbero Non più di quindici anni fa, trazione della produzione in mente quello USA, il · capitale i- _ .alle aziende, cosï corne attualquando si era nella fase di e- grandi aziende, che permette l'u.taliano si è difeso decentralizmente le agenzie finanziarie pub- spansione del capitalismo mon- sa massiccio della razionaliizazandosi e « diffondendosi » sul bliche praticano il credito age- diale, all'epoca del dimenticafo zione delle tecniche produttive, territorio. Mentre le grandi a- volato dei capitali, In tal modo l'aumento della loro potenza e « miracolo economico », la « teoziende (Italsider, UNIDAL, Mon- lo stato acquisterebbe poteri di ria» alla moda era un'altra. Al- percià la diminuzione del tempo tedison) barcollano, le medie e pianificazione sull'economia di lavoro necessario · a produrre lora si idealizzava la fabbrica piccole aziende fioriscono grazie con l'aiuto dei suoi mitici tecnici automatica, tutta fatta di mac- i beni di sussistenza dell'operaall'uso estensivo del Iavoro a do- e dei non meno mitici cornpu- chine automatiche e di robot, io, aumentando cosi il sag~io di micilio o del lavoro part-time ters - mentre il proletariato plusvalore. Questo nella p1ccola con gli onnipresenti computers dei giovani. L'organizzazione, at- sarebbe diffusa e dispersa in - altro chiodo fisso degli i_ntel- azienda non è possibile; si atraverso l'uso dei cornputers, di una miriade di piccole aziende lettuali borghesi, soprattutto di vrebbero sprechi e perdite.' La questo tipo di lavoro dà luogo o addirittura fra le quattro mu- estrazione socio-filosofica - co- piccola azienda fiorisce, ma soad una « fabbrica diffusa » sui ra della propria casetta, equo lo all'ombra della grande azienrne supremi regolatori e dirigenterritorio che prenderebbe il po- canone .permettendo, con il la- ti. Il lavoro umano sarebbe stada con funzioni ausiliarie. sto della vecchia fabbrica con- voro a domicilio. Questi « nuoUn'ultima considerazione sul to cosi reso superfluo e vi sarebcentrata con il suo disciplinato vi proletari » avrebbero corne u- be stato un . capitalismo - ov- ruolo dello stato. Gli intelletesercito proletario. nica arma di difesa, dati i salaviamente pianificato e diretto dal- tuali borghesi « di sinistra » non Il lavoratore tipico nella « fab- ri parziali ~he riceverebbero, S<?"" lo stato padrone dei computers riescono ad immàginare una legbrica diffusa» è il giovane ope- lo la pra~1ca _della « autos~ss1ge oggettiva della realtà, senza priva del suo dialettico antagoraio part-time, sotto la duplice stenz~ » g1à, s1. affer:ma, sviluppensare anche ad un soggetto nista, il proletariato. La considespmta della impossibilità di tro- pata m 9~rmama e II_l US:<\,. che « concreto » che « voglia » quella razione ovvia che senza prolevar, posti full-lime, a causa del- m terrnim me~o S?C1ologi~1 sa:. tari non vi sarebbe plusvalore e legge. Più o meno corne gli an· la cnsi e ·dei « nuovi valori ,, rebbe l arte d1 M1chelacc10 d1 tichi che non potevano conceil capitalismo crollerebbe, per portati dalla « contro-cultura del arrahgiar~i. Ov_viamente l'onnipocui lo sviluppo tecnologico sud- pire le leggi della natura senza movimento », che spingono a ri- te~te capitale mcalza. an~he que: detto non poteva avvenire in e- un dio che le avesse corne confiutare la cosiddetta « morale del st area con aumenh d1 prezz1 poca capitalistica - ed infatti, tenuto della propria volontà. Colavoro » con la sua « irreggimene ta~ffe. . si questi po~t-marxisti « corregrispcttando Marx, non è avvenutazione "• i giovani accorrerebLf1 lotta fra, capitale ~ lavoro gono Marx al modo di. san Tomto - portava i suddetti · teorici · bero in massa ad alimentare i avverr~~be QUI,!]dl. ~ul piano del solo a dichiarare... non più vali- maso d'Aquino. Se esiste il caranghi · di questa « seconda so- « quot1d1an? » md!v1duale, attr~do il marxismo e superata la teo- pitale con la sua legge di raziocietà », il cui principio sarebbe v~r:so 1~ d1fesa d1 .queste poss1- ria del valore. nalità, vuol dire che esiste un il « lavoro precario » in contrapb1htà d1 « autosuss1stere ». Oggi il ciclo si è invertito e « piano del capitale » ed un apposizione al a lavoro garantito » * * * dal gigantesco super-robot si ri- posito organo che lo vuole - e questo non è altro che lo stato. , della a prima società », formata Un breve commenta da partE: toma alla... economia domestica dai proletari per cosi dire al- nostra. E' un chiodo fisso degh Mentre nel marxismo lo stato è dei prirni tempi del mercantilil'ant1ca. NasceFebbe· di. qui l'e- intellettuali borghesi « di sini- smo, con il computer corne a- essènzialmente il gendarme, il sigenza per il capitale di con- stra » - cioè di quegli intellet: gente di smistamento: Non c'è bastone impugnato dalla classe trollare non solo a l'area del la- tuali borghesi che pretendono d1 dominante per tener soggetta la dubbio, e Marx lo diinostra con voro » - cosa che farebbe at- rivolgersi a platee proletarie con grande dettaglio nel I Jibro del classe dorninata, in quest'altro traverso i sindacati - ma anche le loro elucubrazioni - quello Capitale, che soprattutto nei pe- tipo di teorizzazioni lo stato di(1 l'an~a del non-lavoro », attradi magnificare l'onnipotenza del riodi di crisi il capitalismo fac- venta un fattore di produzione, verso agenzie gestite dai vari en- capitale e di fantasticare terri- cia largo ricorso al lavoro nero un elemento della valorizzazione ti elettivi locali fondati sul « con- ficanti scenari in cui il capitale, del èapitale e, con questo abile e part-time dei . giovani e delle senso:,, ~ regioni, comuni - che _ ma soprattutto lo stato, ve.rso donne. trucco, si vede trasforrnato in a.vrebbero la dis.ponibilità dei gio- cui costoro hanno una affascmastrumento interclassista, cqme le Ma di qui ad ipotizzare un vani disoccupat1 e li presterebta attrazione, organizza tutta la nuovo modo di produzione fon- . rnacchine e le materie prime. Ne bero - questa è Ja pratica del società ponendo termine !_ld o- dato sul lavoro nero ce ne corre. consegue che, se lo stato è un leasing - aile varie imprese se- gni contraddizione e lasc1ando Il 13 e 14 âicembre scorsi si tenuto a Milano, sotto il patrocinio del coordinamento delle riviste a Aut-Aut », a Primo Maggio », « Mar- .xiana», « Ouaâemi del territorio » e « Critica del âiritto », un convegno sulla âisoccupazione giovanile, il primo di una serie âeâicata a questioni importanti nel âibattito teorico-politico nella cosidetta area del « movimento ». E' eviâente lo scopo di costruire un discorso unitario capace di egemonizzare il « movimento ». Il convegno stato inquadrato da due relazioni introduttive, una di Silvia Belforte, della redazione torinese di « Quaderni del territorio », l'altra di Sergio Bologna, âirettore di « Primo Maggio ». Nel dibattito successivo sono state presentate alcune relazioni su specifiche situazioni locali. · ë è N. 1 - 7 gennalo 1978 ni sociali e in gradu cli geMirl! lei complessità dei 111uclenri apparati di potere ». Cioè, no a Marx c a Lenin, si a Kautskv; no alla rivolu;f.Îone, si alla gesti.onc dt'llo stato borghese. La classe opcraia, sccondo Tronti, puù 'l'arc di mcglio chc abballcrc lo stato borghcse: puù ... amminislrarlo, e dimostrarc al capitale quanto i.• brava; in cambio, autogcslirà la propria ... disoccupazionc. Conc:ludc Tronti, ponendo (almcno lui cosi pensa) una pietra lomb.ik sulla rivoluzione: « La 110s1algia del/'opposizione è 1111 sent imentalismo romantico, occorre urmai 11na mentalità di govenro in ugni militante e in t11ttu il movimento delle lotte •. Queste conclusion! degli « operaisti • del PCI hanno Daturalmente lasciato di stucco i loro vecchi compagni restati fuori. Ma la loro reazione è stata debole, corne confessa Sergio Bologna su « Lotta continua » del 3.12: « Il nostro inter~ vento al convegno è statu debole e soprattutto 11011 è entrato nel · merito... Non è entrato nel merito perché ci sentil'amo interlocutori di comodo, s(!condo il classico sistema di "dire a nuora perché suocera intenda ". [chi cra la suocera? Giorgio Rulfolo? i capitalisti illuminati?]. Tutte queste osservazioni possono sembrare " excusatio non petita ", se non ricordo male il latino, allora perché le faccio? perché ogni occasione, anche esterna, che ci viene offerta per rilanciare "al nostro interna" [Bologna riconosce di essere ancora " interno " alla congrega dei Tronti, Asor Rosa e simili] il problema della centralità operaia e per praticare il passaggio sociale e politico dalle lotte del '71 aile lotte in cui l'autorganizzazione operaia e proletaria si presenta . non solo come asse trainante, ma corne nucleo di massa dell'organizz.azione [vecchio pallino anti-marxista!]. per dare una botta contemporaneamente allo stato che poggia sui sistema dei par.titi [!!] e al vecchio ceto politico della sinistra rivoluzionaria [ambizione dei giovani di sostituire i vecchi; questo è . tutto!], cioè per determinare la crisi reale del "sistema dei partiti " e la crisi formate del nostro· modo tradizionale di " far politica ", ogni occasione che va in questo senso - dicevo va utiliu.ata ». Del resto, anche sui piano della revisione del marxismo, gli « operaisti » esterni al PCI hanno qualcosa da dire se (cfr. «LC» . del 30.11) la Beccalli « ha sottolinealo poi 11011 solo la crisi dï alcuni concetti portanti dell'analisi marxista (distinzione fra lavoro produttivo e lavoro improdu(tivo) [in modo da far diventare tutti proletari, Andreotti incluso], ma anche la necessità di ritornare al problema della fondazione del soggetto , ivoluz.ionario, al rapporta teor_ico e prat1co tra contraddizione e rivoluzione ». Scusate. se è poco; anche Tronti e Asor Rosa sono partiti da questi dubbi u teorici »! · Queste convulsioni degli « operaisti » sono ben definite da Lenin quando nel Che fare? scrive: « Dal momento che non· si puà parlare di un'ideologia indipendente, elaborata daile stesse masse operaie nel corso stesso del loro movimento, la questione si puo porre solamente cosl; o ideologia borghese o ideologia socialista ». E' questa, per noi, la pietra tombale del. nuovo « operaismo ». essenziale fattore produttivo, non· potrà mai essere abolito, ed infatti l'estinzione finale dello stato nel comunismo è, per questi teorici, :un altro degli errori di Marx. Lo stato eterno, dunque. Le posizioni dei « post-marxisti » si ricongiungono a questo punto con quelle dei riformisti classici. Se alla base del funzionamenfo del capitalismo non c'è la necessità oggettiva, ma il « piano del. capitale » senza altra precondizione che il puro e astratto « desiderio di potere », sarà altrettanto possibile sviluppare un « contropiano », che ponga la potenza- produttiva al servizio dei bisogni delle . masse. II problema sarà allora quello di occupare la « stanza dei bottoni » da dove partono i fili per i computers. Questo fu appunto lo slogan di Pietro Nenni all'epoca del centro-sinistra, portando aile logiche conseguenze le impostazioni teoriche del gruppo dei « Quaderni Rossi », padre dei « post-marxisti » odierni. Cosl gli Asor Rosa, i Tronti e soci, entrando nel PCI e teorizzando la autonomia dé! politico, portano solo aile lo~iche conseguenze estrerne il d1scoi-so dei loro apparenti rivali, gli « autonomi ». Per concludere, Stalin aveva stravolto li marxisrno e la verità proclamando la menzogna che in Russia esisteva una economia pianificata ( per una confutazione, vedi il nostro quaderno: Il mita della pianificazione socialista in Russia): i nostri « postmarxisti » vanno oltre, asserendo che la società pianificata esiste anche in accidente. Dlrettore reeponeablle GIUSTO COPPI . Redattore-capo Bruno Maffi Regletrazlone Tribunaie Milano, 2839/'53 - 189/'68 lntergraf - TÏpolltografla Via Riva di Trento, 26 • Mllano TRE SEGNILI D'llllRIE· FRAI TINTI A Milano, a Napoli, a San Donà di Piave il 14 dicembre è ·stato un giorno caratterizzato dall'attacco della polizia e dei carabinieri a manifestadoni .operaie. I' la,voratori del/'Unidal si so110 scontrati con la poliz.ia ne/ tentativo di occupare i binari della stazione centrale di Milano; i lavoratori della Papa di c11i al prossimo 1111111ero - so110 stati caricati d11ramente dai carabinieri durante 1111 blocco stradale; la manifestaz.ione di 200 lavorarori degli istituti per handicappa· ti a Napoli è stata sciolta a furia cli carie/te della poliz.ia. · · /11 tutti c tre i cas{, atteggia-. mento uniforme della stampa borghese, dei sindacati e del PC/; minimizzare l'accaduto, se non tacerne addirittura; trame pr,etesto per battere pir't forte la grancassa della sindacalizzazione e quindi « democratizzaz.ione » della P.S. Certo, da clzi si fa paladino dell<,i difesa intransigente dell'economia nazionale e della democrazia, da chi organizza i servizi d'ordine contra le « proVocaz.ioni » e gli « atti di teppismo », da chi negozia la pelle di migliaia di operai per la ripresa produt tiva e il miglior fun1.10namento della machina capitalistica, non si puo pretendere che organizzi su un terreno di classe le lotte operaie in difesa del posto 'di lavoro, del salmio, delle condizioni di vita, preparando i lavoratori anche allo scontro con le forze dell'ordine che, smdacaliz.zate o no, hanno l'esclusiva funzione di reprimere ·ogni forma di protesta o di ribellione. Mentre da una parte i carabinieri sparano lacrimogeni ad altezza d'uomo e spaccano le teste dei dimostranti, dall'altra si va ad incontrare i ministri per « protestare » contro la decisione di licenziare 5000 lavoratori dell'Unidal, (ne parleremo nel prossimo numero), 1500 della Montefibre, la cassa integrazione per Ottana, per l'ltalsider e per centinaia e centinaia di aitre aziende. lntanto si « ottengono » un po' di miliardi per pagare almeno una parte di salari e per tenta, di tamponare una situaz.ione che, se no,i è ancora esplosa in modo consistente, sta perà riemr,endosi di combustibile sociale. Al di là delle trattative a livello governativo, degli intrallazzi rolitici tra le varie forze, rimane i dato c, udo e drammatico della disoccupazione da una parte e della necessità per il capitale di ristrutturare i propri apparati dall'altrai Ma la situazione è talmente incerta e vi si incrociano tali e tante situazioni critiche che la cassa integrazione, magari per qualche mese soltanto, o i /icenziamenti scaglionati possono passare per « vittorie »: si vuol abituare il proletariato a questa incerte,z.a costante, alla disoccupaz.ione e alla miseria; si cerca di abituarlo ad essere colpito continuamente e sui diversi piani, economico e socialej lo si colpisce sul salario, con le aenunce per « manifestazioni sediziose », coi licenz.iamenti e con l'intensificazione del carico di lavoro; lo si blandisce con la democrazia perfino nella polizia e lo si ammazza sui lavoro corne a Brindisi o nelle piazze corne ieri ad Avala, Battipaglia o Reggio Emilia, e corne lo sarà domani altrove. Questa è la società borghese con tutta la sua democrazia, e contro questa soczetà come contro tutti i suoi difensori, i proletari dovranno combattere e organizzarsi se 11011 voglio110 subire una massa sempre più opprimente di sacrifici, una repressione sempre più dura sebbene articolata, una disfatta sul piano della lotta di resistenz.a all'attacco della classe dominante. STAMPA INTERNAZIONALE E' usê:ito il nurnerO' 9, dicembre 1977, del mensile el comunlsta con il seguente sommario: - Fascismo-democracia: vasos cornunicantes; - Que el proletariado, y no el capital, salga de su crisis! - Terrorismo y comunismo; Internacionalismo versus nacionalismo. Il nr. 256, 17-30· dicembre 1977 del· quindicinale le prolétaire contiene: - Malgré le vernis oppositionnel, le P.C. au service de la bourgeoisie; - Défendre l'arme de la grève· - L~ crise . portugaise; - Pour un front de lutte ouvert (2); - evolution des rapports inter-impérialistes depuis la dernière guerre (2); - Les penseurs du PCF au travail; - Luttes ouvrières en Tuni-. sie: la révolte de Ksar Reliai; - En marge du Congrès du MPLA: l'engrenage de la modération; N. 1 - 7 gennaio 1978 IL PROGRAMMA COMUNISTA pagina 3 1 •ne . . RIUNIONE GENERALE Dl PARTITO LI . SFERZA. DELll GRISI SI APPROFONDISCONO 1 CONTRASTI. ·INTERIMPERIALISTICI La prbna parte di questo resoconto è uscita nel nr, 23 del '77. Dopo aver ricordato le nostre u prospettlve del· dopoguerra », essa ne studia le conferme prima nella guerra lfireddae nella dlstensione, pol nel J:>rlmo sussu)to della crisl lnte~onaie culminante nel 1975. Un monde do nuovo troppo piccolo per appetitê troppo grairndi e numerosl La crisi internazionale ha già provocato nell'immediato una notevole accelerazione della corsa agli sbocchi ( i cui terreni di caccia per eccellenza sono divenuti l'Iran e l'Arabia Saudita), della corsa aile materie prime e di quella aile esportazioni di capitali, non solo sotto forma di prestiti, ma anche di investimenti diretti. La conseguenza è la protezione delle zone d'influenza esistenti, corne è chiaro soprattutto per gli Stati Uniti nelle loro riserve di caccia americane dal 1971 in poi. La stessa corsa si esprime sia nel ritorno in forze degli USA nel Medio Oriente nel 1973, sia nella recente tendenza della Russia ad interessarsi in modo non episodico della caccia alle materie prime, corne si vede specialmente nell'Africa Australe e nel Marocco. Infine, benché il tentativo inevitabile dei paesi europei e del Giappone di costruirsi delle zone d'influenza sia ancora fortemente con: trastato dalla potenza finanziaria e dal big stick americani, si puè già osservare la crescente dipendenza, non fosse che sui piano commerciale, di certi piccoli paesi di fronte a questi irnperialismi: Turchia, Grecia, Jugoslavia, Roma.nia, ecc., alla Germa.nia; Malaysya, Birmania, Indonesra, Taiwan, Corea, ecc., al Giappone. Detto cià, la tendenza più irresistibile che la crisi doveva provocare sui piano dei rapporti fra Stati riguarda I'intensificazione dei rapporti Est-Ovest, e per una doppia serie di fattori: c'è in un senso l'enorme corrente economica con la quale l'Ovest, zona di alta pressione capitalistica, pesa sull'Est, sempre zona di depressione capitalistica relativa: c'è, nell'altro, la corrente irresistibile suscitata dall'appello degli enormi bisogni tecnologici del! 'Est. Ora, questa duplice corrente trova un freno poderoso in molteplici fattori, Da parte orientale, I'apertura provoca irnmediatamente gravi tendenze centrifughe. Dai 1971 al 197 6, la parte degli scambi con l'Est ne! cornmercio della Germania Federale (RFT) non. è passata, è vero, che dal 3,5 al 10% o poco meno (casa che fa. di essa il primo partner - e di gran lungal. - dell'Est), ma tanto è bastato perché questo paese divenisse, o sia in procinto di divenire, il primo partner commerciale di numerosi paesi (Romania, Polonia, prima ancora della Russia! ). malgrado le nrecauzioni prese per rafforzare la centralizzazione economica e finanziaria del Comecon a part ire dal 1971 ( centralizzazione i cui risultati con- ferma.no, d'altra parte, che il saccheggio dei piccoli paesi del! 'Est da parte della Russia continua, e corne!). Da parte occidentale, l'Est è considerato un vero e proprio Eldorado, e I'America si interessa vivamente aile riechezze della Siberia; ma l'investimento di capitali in casa dell'avversario preserita un rischio enorme. E' quindi preferibile lasciare che i primi passi vengano fatti da Germania e Giappone, con il vantaggio di aprire una valvola di sfogo alla loro aggressività economica, concentrando forse sulla Russia la loro aggressivi tà irnperialistica tout court, ma col rischio di un'intesa diretta fra Giappone e URSS. E' naturalmente contro una simile ipotesi che si accaniscono gli USA quando vietano a Tokyo di contribuire alla costruzione della Transiberiana o di concludere con Mosca un accorda di collaborazione nucleare. Ma lo si potrà all'infinito? Il risultato che le frontiere dell'Est sono appena socchiuse e, peggio, che la crisi ha provocato la contrazione dei suai mercati. Date le formidabili pressioni che spingono. a legare più strettamente fra loro le due zone, se l'apertura è impossibile con mezzi pacifici bisognerà pure che si realizzi con mezzi diversi, Ec· co quindi una differenza di prospettiva causata dalla crisi, Per capire la situazione internazionale, bisogna considerare un altro fattore storico. Il ciclo di accumulazione capi talistica ha provocato nell'Est una crescità nell'insieme più rapida, a causa della maggior giovinezza di quest'area geo-storica dal punto di vista capitalistico. Una conseguenza importante è che la Russia si è trasformata, per la semplice logica del sua sviluppo economico e della sua dina.mica militare, da .potenza regioriale quai era in potenza mondiale. Cosï, mentre la zona sottomessa all'imperialismo americano esercita sull'Est pressioni sempre più insostenibili .di · origine direttamente. econornica (ma che si ripercuotono an_ che sui piano militare), I'impe.rialismo .russo, mosso dalla dialettica del suo ritardo economico relativo, esercita da parte sua sull'Occidente una pressione direttamente militare accentuata, E questo in un gioco internazionale modificato, che non è più bipolare ma è divenuto multipolare in seguito alla rinascita degli irnperialismi europei e giapponese e alla nascita in Asia della giovane potenza cinese. guerra del Vietnam e il giro di boa della politica americana sotto l'amministrazione Carter. Dai· punto di vista russo, la disputa con la Cina non ha solo costretto Mosca a far passare sulle frontiere orientali il suo dispositivo militare da 14 a 43 divisioni fra il 1968 e il 1974. L'Estremo Oriente costituisce il « retro » della Russia, dato che il sua centro di gravità imperialistica si trova in Europa. Ma la Russia non puè portamento strategico. Il nostro partitÔ'ila sempre affrontare in buone condizioni mostrato la tendenza storica una guerra, che non potrà non che spinge I'una verso I'altra, trascinare nel suo uragano la per ragioni economiche e geo- Cina, senza premunirsi con una grafiche. Cina e America('). Ma alleanza ad est. Ora, sia per solo la conclusione di questa contrastare la Cina, sia - ipoalleanza poreva permettere gli tesi del tutto teorica - per imaccordi di Parigi; la fine della porle un'alleanza, l'URSS ha è infine da quelle del controllo delle vie marittime di un'Europa che è l'obiettivo vitale dei due colossi mondiali. Ora, è chiaro che queste tendenze urtano direttamente gli interessi imperialistici degli USA, ai quali, con il Medio Oriente, fanno pure gola l'Oceano Indiana e, sia per le sue ricchezze, sia per il suo ruolo strategico, l'Africa. E' cos} che, per · effetto dell'evoluzione della tecnica militare e dell'espansione imperialistica, questa zona geografica diventa zona di sicurezza dei due grandi colossi nello stesso tempo (per non parlare dei piccoli che, corne la Francia, vi sono pure immersi fino al colla). Questa constatazione non lascia sussistere nulla della teoria, già demolita dalla critica marxista 70 anni fa, del « difensivismo » per uno Stato imperialista: chi è l'aggressore e chi l'aggredito, quando il mondo intero diventa zona vitale degli appetiti imperialistici di tutti? Ironia: ancor oggi, è il più patente, I'America, che spinge all'aggressione il ·più debole! Ma entrambi sono dei banditi, e il proletariato non deve solidarietà a nessuno dei due, se vuole riuscire un giorno a distruggerh tutti. è !I camblamento di campo della Cina e l'armamento russe E' innegabile che I'equilibrio esistente nel mondo fra USA e URSS ha già subito una profonda trasformazione con il cambio di alleanza della Cina. E il fatto che il ·punto finale dell'evoluzione della politica cinese, iniziatasi con la disputa con Mosca, sia posta ne! 1975, dimostra chiaramente che la svolta oggettiva nella situazione mondiale ben pas.sata nella politica soggettiva dei grandi Stati, nel loro corn- bisogno di un'alleanza giapponese, obiettivo che deve costituire la chiave della strategia russa in Estremo O.riente. li cambio di alleanza della Cina, la possibilità per i sottomarini americani, dagli anni '60, di raggiungere l'URSS, partendo dall'Oceano Indiana, con missili Polaris, la ritirata russa nel Media Oriente delineatasi nel 1970, tutti questi fattori hanno provocato un indebolimento relativo dell'U RSS che poteva essere compensato solo mediante un'accelerazione della corsa agli armarnenti pri-' ma e un offensivismo di tipo militare noi, cosa che fomisce la base delle servili teorizzazioni dei gruppi maoisti che si appoggiano ail'« espansionismo russo » per chiamare alla « difesa nazionale » oggi per gli imperialismi europei, prima di chiamare alla difesa di tutto il blocco occidentale domani. E' indiscutibile che i bisogni dell'armamento navale della Russia sono determinati dalle esigenze della protezione contro i missili americani e da quelle suscitate dall'antagonismo continentale con la Cina, da quelle del controllo delle vie marittime giapponesi questo forrnidabile mezzo di pressione per spingere ad una alleanza russo-nipponica -, e L'anteguerra è cominciato E' innegabile che la politica Si puè dire che, allo svolto del 1975, l'anteguerraè comin- di Carter è una politica di guerciato. Una prova notevole ne ra: se la distensione di Kisè fornita dalla corsa agli ar- singer aveva per base il conmamenti, Non dalla corsa in dominio russo-arnericano sulse stessa, che è un fenomeno - l'Europa, la nuova strategia apermanente, ma dalla sua ac- mericana si fonda sull'alleanza celerezione quantitativa e, so- degli USA, del Giappone e . di un'Europa in cui la Germa.nia, prattutto, dalla sua evoluzione essendo il paese che preoccupa qualitativa. In effetti, l'armamento che di più Washington, deve anche corrispondeva all'equilibrio del essere il polo dell'alleanza (2). terrore non è quello che per- Il fonda della dottrina Brzemette di assicurare la vittoria zinski va cercato nel tentativo di canalizzare verso l'URSS la in un conflitto imperialistico. Non che le armi di terrore non aggressività ritrovata del Giapdebbano essere utilizzate do-· pone e. dell'Europa, il che supmani, sia per ottenere la de- . pane, in prospettiva, la fine cisione in un momento crucia- del rispetto degli accordi di le, sia · per intimidire il . prole- Yalta. Questa politica va di pari tariato. Se ieri si è ricorsi a bornbardamenti massicci a passa con un altro tentativo; Dresda e Amburgo, o si sono quello cioè di contrastare le sganciate delle bombe A su minacce di . esplosione sociale, Nagasaki e Hiroshima, gli Sta- specialmente in Europa, il conti imperialistici sono ara in tinente che, x:ie!lo sp_irito della grado di fare molto meglio nuova amministrazrone yankee, deve ridivenire il pericolo con i loro stock impressionanti di bombe H e di missili ba- principale per la democrazia, listici intercontinentali a ogive cioè per I'ordine costituito nucleari multiple e, più di re- mondiale. E' percio che, per cente, missili da crociera e quanta corne parametro diver. so nella politica americana, la bombe a neutroni. controrivoluzionaria con Ma ara si è passati dalla intesa la Russia, nella pace corne nel« dissuasione » pura e · semplise a strategie di « risposta fles- là guerra, una guerra in cui sibile ». Tutta la ricerca è og- l'Europa, per le ragioni dette, gi tesa verso lo sviluppo delle sarebbe il campo di battaglia armi nucleari tattiche, verso privilegiato, ma anche, nello una maggiore precisione di ti- stesso tempo, il più pericoloso ro più che verso una maggiore per tutto questo bel mondo, potenza di fuoco, verso siste- resta sempre necessaria. Naturalmente, questa politimi di protezione contra i tiri nemici, ma anche verso i pro- ca contiene delle gravi incogressi e lo sviluppo delle arroi gnite, ma si deve riconoscere al nostro nemico più potente convenzionali. la volontà di prepararsi ad afPerfino i più accaniti ado- frontarle. Ed esso lo fa, · coratori del disarmo sono co- rne sempre, sotto la banâiera stretti a riconoscere che i pro- delle libertà, che agita in Eurogressi nelle scoperte tecniche pa contra la «rninaccia rossa», bastano a rendere caduchi tut- in Africa contra l'URSS ma anti gli accordi sulla limitazione che contro i residui della dodegli arrnamenti, che hanno minazione europea e, in Ameperciè il solo interesse di get- rica latina, contra gli eccessi tare polvere negli occhi. Sono dei regimi militari 'da esso stescostretti ad ammettere che i so impiantati! lauti profitti nelle vendite di armi e, soprattutto, la concorrenza fra i Grandi rendono illusorio agni piano di non-dis- . Il nr. 75, dicembre 1977, della seminazione degli armarnenti, rivista teorica internazionale anche nucleari. Devono arrenprogramme communiste dersi all'evidenza: sui terreno contiene: - L'internationale des flics au del capitalismo, per disarmare travail l'avversario, non c'è che un - Sur le fil du temps; Espace mezzo: schiacciarlo con le, arcontre ciment - Facteurs économiques et somi. ciaux de la révolution en Ala preparazione di un nuovo mérique latine · En mémorie d'Ernesto «Che» conflitto imperialista è netta-. Guevara mente visibile soprattutto nel- Note de lecture: L'Internatiola strategia dei grandi Stati e, nale Communiste et la révolution chinoise de 1927 in. primo luogo, in quella del65 pages · 8 F. · 1.400 lire l'imperialismo più patente, !'America. L' Africa e l'Europa Da questo lavoro émerge un ni ormai possibili le tendenze risultato che illumina tutte le al riarmo del Giappone e all'uconclusioni già, empiricarnente nificazione della Germania, a tirate da noi. E' in Africa che, prezzo di spettacolari rovescianell'immediato, si prepara I'avmen ti di alleanze. Soprattutto venire. inquietante l'accumularsi di Prima di tutto, perché que- materiale infiammabile nella sto continente ancora da di- vecchia Europa - di cui Ia videre nell'atto stesso in cui Germa.nia è il cuore -, corrocominciata la divisione del sa com'è dalle tendenze cenmondo, e perché fa parte di trifughe nei due blocchi, divisa un insieme più vasto, con il in due dai Grandi, e destina.ta Medio Oriente e l'Oceano In- a ridivenir sensibile più di quadiano, zona d'importanza stra- Iunque altra regione allo stategica vitale; il che fa dell'A. to d'animo della più forrnidafrica uno squisito terreno di bile concentrazione di masse preparazione del futuro con- proletarie che l'approfondirsi flitto imperialistico mondiale. della crisi non potrà non finiE' evidente a questo proposito re per mettere in moto. Tutto che sia la crociata « antimpe- questo non solo fa di essa il rialistica » di Mosca, sia la cro- fattore più esplosivo dal punciata « delle libertà » di Wa- to di vista dei rapporti fra le shington (3), avranno tanto me- potenze, ma rischia pure di no peso nel proletariato, in farne, ancora una volta, il cenquanto il partita si metterà tra di gravita della latta soin grado di combatterle fin da ciale. oggi demolendone le menzoSe è lecito un paragone · fra gne partendo dagli esempi for- questo anteguerra e la situazioni ti dagli avvenirnenti d'Africa. ne del primo, sono allora pasOuesta zona importante, sati 12 anni fra il momento in in secondo luogo, perché l'on- cui l'Inghilterra giudicè imposdata anticoloniale vi si prolun- sibile un'intesa con la Germaga nel Sud, dove la classe ope- nia e cominciè a preparare siraia è la più concentra.ta, il che . stematicamente il conflitto, e le permette di far da ponte con il conflitto stesso. L'ha fatto l'ondata di lotte proletarie e con una politica di accerchiacontadine destina.ta a rovemen to della Germania e di consciarsi su tutti i continenti op- cessioni ai propri alleati all'epressi. D'altra parte, poiché sterno e al proletariato all'intutto ciè che avviene in que- terno, che gli Usa cercano ogsta zona ha ripercussioni ine- gi di copiare fin nelle sue convitabili in Europa, gli avveni- seguenze «interne», visto che menti che vi si susseguono pas- Carter non ha nulla da invensono aiutare considerevolmentare, in materia di riforme, rite il proletariato nella sua lot- spetto a Lloyd George. ta contro le vecchie cittadelle Il proletariato potrà trarre borghesi, purché, fra · le aitre condizioni, il partito conduca profitto dai decenni che ci se· una lotta decisa per il disfat- parerebbero· dalla nuova contismo nelle diatribe fra brigan- flagrazione mondiale per preti imperialistici e per la soli- pararsi a trasformarla in guerdarietà di classe con le lotte ra civile e a farne il segnale anti-irnperialistiche che si svi- della rivoluzione proletaria soltanto se, fin da ora, il partita luppano in quest'area. condurrà la lotta teorica più E' forse nei sommovimenti destinati a verificarsi in A- intransigente contro il militarifrica che potrà ricostituirsi la smo borghese e le giustificazioni dei preparativi guerrieri alleanza [ra il proletariato delle metropoli imperialistiche e in tutti i campi nello stesso tempo, contra la teoria della le masse sfruttate dei paesi asserviti, alleanza cosï crudel- difesa nazionale per gli Stati mente mancata all'ondata so- borghesi pienamente tali - e ciale della fase eruttiva della a maggior ragione irnperialistici -, contra lo sciovinismo rivolta anticoloniale. Tra i fattori suscettibili, in e il pacifismo sociale, per il diprospettiva, di sconvolgere più . sfattismo rivoluzionario e I'uprofondamente l'attuale equili- nione internazionale dei proiebrio delle forze fra i grandi tari al di sopra delle frontiere, colossi . imperialistici, bisogna per la dittatura rossa e il coconsiderare tutte le manifesta- munismo. (2-continua) zioni della crisi economica, gli squilibrii causati dalla corsa a- ( 1) Cfr. « Il Programma Comunigli armamenti, i cambi d'al- sta », nr. 6/1953 e « Le Prolétaire»; nr. 137 (30 ott. 1972). leanza provocati dalle rivalità (2) Qui è l'origine delle campagne nazionali, .le stesse lotte socia- contro « l'Europa germano-americali e politiche nei paesi del « Ter- na » che chiamano il proletariato a zo monda », ma soprattutto i stringere le fila dietro Sartre e C. rischi . di modificazione bruta- per una nuova difesa della patria. (3) Non è difficile prevcdere che i le della politica del Giappone diversi gruppi trotskisti, soliti a e dell'Europa, in specie della rispondere · nello stesso tempo alle Germa.nia. Non v'è politico bor- sirene delle due crociate, non aghese che, nello studiare l'evo- vranno, in un nuovo conflitto, la forza di far altro che di cadere dal luzione della politica mondialato del più forte, cioè ciascuno le, non presenti corne fenomedalla parte del « suo » Stato. -è è è è PUBBLICAZIONI DEL PARTITO INITALIANO Seo ria della sinistra cornunista . Vol. I . 1912-1919: dalle origini, attraverso il primo conflitto imperialistico, all'imrnediato dopoguerra. L. 3.500 Storia della sinisera comunista · Vol. Il. 1919-1920: dal congresso di Bologna al seconda congresso dell'Internazionale Cornunista L. 5.000 Structura econornica e sociale della Russia d'oggi · Le grandi questioni storiche della rivoluzione in Russia. La Russia nella grande rivoluzione e nella societâ contemporanea . L. 6.000 Tracciato d'impostazione · I fondamenti del comunismo rivoluzionario . L. 1. 500 ln difesa della continuitâ del programma comunista L. l. 500 Elementi dell 'econornia marxista · Sul rnetodo dialettico · Comunismo e conoscenza umana . L. l. 500 Partito e classe (in ristarnpa) «L'estremismo malattia infantile del comunismos condanna dei futuri rinnegati . , . . . L. 1. 500 Per I 'organica sisternazione dei principi comunisti L. l. 500 pagina 4 IL PROGRAMMA qOM\.,JNISTA CRONACHE INTERNAZIONALI N. 1 - 7 gennaio 1978 LETIERA DALL' AMERICA Nelia prima Lettera âall'America (cfr. nr. 20-1977) si accennato alla nuova legge âell'amministrazione Carter sui lavoratori immigrali, che in sos(anza legalizza la- posizione di non più del '5%· degli i-mmig.rati degli ultimi anni, e istituzionalizza. la « illegalità » di quelli che sono eutrati e continuano ad entrare attraverso la frontiera messictmo. senza autorizzazione, ma che pure il capitale statunitense tanto ricerca per il più intenso degli sjruttamenti. Lstituzionalirmrla signifi.ca elle le cose resteranno esattamente le stesse, ma la polizia ufficialmerzte lanciata alla caccia all'immigrato: quello che non lavoru, ci-le parla troppo o - incredibile - rivendica, che passeggia per !e straâe « bene » delle città, perché il terrorisme poliziesco e la sua faccia. razzista sono componenti essenziali per ottenere la sottomissione dei lavoratori e di- tutti i âisereâati. Contemporaneamente, le mani sono libere per passare dalla repressione inâiviâuale alla deportazione in massa, qualora il peggioramento dell'economia lo richieâa: è è IL PROLETARIA TO CHICANO: UN POTENZIALE RIVOLUZIONARIO DA DIFENDERE donne che trovano lavoro corne rio senza paga e non concedono gravata »; altri due poliziotti sione», violenza aperta. Quale e imparano che le (Houston, ottobre) per uno stesmai ferie », In moiti casi, il gior- domestiche più solido fondamento potrebbe ricche matrone dei sobborghi che no prima della paga essi chiamaso omicidio sono condannati, per darsi al razzismo? Tenere divisa « negligenza » a pagare im dolle ingaggiano possono essere alno gli agenti dell'INS (il servizio la classe operaia in ghlppi optrettanto siruttatrici degli altri Giacché la legge non serve af- ve lavoratori stagionali erano au- di controllo sull'immigrazione), laro di mulla! Un dollaro; è la posti e presunti « stranieri » l'utorizzati, sotto la denominazioche deportano i lavoratori e re- datori di lavoro ». « A Chicago e giusta multa per essere stali fatto a regolare, corne prétende, no all'altro, creare l'illusione di a Gary, dove una quantità di lo- cosi « negligenti » da essere fini- una « sottoclasse », e soprattutil flusso dell'Irnmlgrazione, l'ex- ne di « programma . bracero » galono al padrone un superguaro lavora in piccole officine di ti addirittura davanti ad una peone che viene dal Messico ( e (bracciante), ad immigrare tem- dagno netto; trovare altri illegalo ter-rorizzarne quotidianamenmontaggio o aitre industrie, noi giuria - o qualcuno pensa davanche da! resto dell'America La- poraneamente e a tornarsene a li da sostituire ai primi non te con le armi. e con la propa[gli agenti dell'INSJ abbiamo poi un problema. « Avvocati e vero che questi omicidi finiscano tina e dei Caraibi) è più che ne- casa finito il raccolto, per poi ganda del razzismo gli strati più sfruttati. Il consenso democraticessario all'economia: Je indi- ritornare l'anno dopo. Dai 1965 ' specialisti âell'immigrazione ' e- sentito di molti casi in cui ille- davanti alle giurie? Infine, data gali sono stati mutilati da mar- la presunta carenza di agenti sigono onorari esosi per un'asco di una parte è la base per la spensabile, Come altrimenti ne il programma è finito e l'immisistenza che di routine »; i « co- telli e seghe elettrici. Il datore per guardare la frontiera messirepressione fisicâ dell'altra. Da sarebbero entrati « illegalmente » grazione ha continuato a crescelavoro semplicemente dà loro cana dagli jmmigranti clandeun lato il "K.K.K., dall'altro l'da 8 a 12 milioni in circa 10 an- re. cambiando solo nome; ades- yotes » che si offrono in Messi- di il salaria di due settimane e li stini, il Ku Klux .Klan (che non co di far loro varcare il confine so è « illegale ». Il fatto è che A.F.L.-C.1.0. Infatti, fin dal 1971, ni, al ritmo oggi di un milione manda per la loro straâa ». Tutdi nascosto prendono 250 dollaè una reminiscenza di tempi analla IX Convenzione Costituzioall'anno? Nel 1970-71 e poi nel nessun programma stagionale ato ciè non è schiavitù, è peggio: . dati. ma è sorto dopo l'aboliziori a testa e li trasportano na-. nale, il sindacato definiva le di1975 due inchieste parlamentari vrebbe avuto senso per l'induil salariato puè essere spremuto ne della schiavitù ed è tuttora o- rettrici generali, tuttora valide, scosti nei modi più spaventosi. stria, dove precisamente il nuvennero dedicate all'immigrazioAlla frontiera col Texas sono · e anche mutilato senza che il perante) si è offerto di istituire della sua posizione nei confronti mero degli immigrati di provene, non a caso in due momenti stati recenternente scoperti 22 padrone ci perda una lira - il un proprio servizio di pattuglie. dei lavoratori immigrati, chienienza sudamericana e in specie di crisi, durante i quali i capi« libero » di Terrorismo legale, terrorismo declandestini in una cisterna di povero diavolo dendo un più generoso finanziatalisti si chiedevano se gli « ille- messicana è fortemente aumenriprendere la· sua strada. gli agenti legali in forma « illecombustibile, coperti di liquido mento statale dell'INS; anche gali " servivano ancora o no, e tato. Il capitale statunitense sta ~ale », terrorismo « illegale » di infiammabile; non esiste natuMa, naturalrnente, egli è un ilper « un più efficace pattugliainsomma attingendo a piene ma- ralmente una statistica di coloro la risposta fu che « molti degli bande private: tutti gli strumenlegale, il cui posto è la fabbrica mento dei nostri confini »; « proni alla riserva di forza lavoro di che in questi viaggi perdono la o Il campo di una farm; se perillegali nori solo svolgono comti necessari stavano già li, forproporzioni enormi che esso piti utili nella nostra società, ma giati per l'uso contro i neri (e, cedure più eff icaci per escludevita. Ora, tutto questo fa parte ciè esce da questa sua « funzione sono diventaii assolutamente es- stesso ha accumulato giusto al del funzionamento del mostro ca- utile alla società » degli altri, per perché no?, i bianchi ribelli) e ,-e gli immigranti illegali e per far rispettare più efficacemente di là dei confini. Poche cifre . pitalistico dacché ha preso . a « la strada » senziali ». Fino al 1965, i compifermato dagli a- perfettamente integrati fra loro. le leggi e i regolamenti esistenti « utili » essi li svolgevano prin- danno un'idea della proporzione muoversi, ed registrato nell'e- genti dell'INS, o da qualunque Quanro più gli immigrati sono ti », Persino la richiesta di mulsperienza dei salariati di ogni altro cane da guardia in divisa, cipalmente nelle grandi farms e della provenienza dell'immigra« assolutamente essenziali » al- tare l'imprenditore che impiegasepoca e ogni parte del mondo; della California e del Texas, do- zione attuale: arrestato · e il giorno dopo riml'economia industriale, tanto più non una novità, certo, ma deve patriato. Gli agenti dell'INS svol- difficile è separarli dal corpo del- ,se « illegali » era ridotta a farsa, perché si prevedeva la multa essere una lezione impressa in- gono appunto il compito di fer- la classe operaia. Quanto più solo se si potesse dimostrare che J[mmigra.zione « Iegale », mllionl (e % sui totale) delebilmente, quella che non emare· persone « sospette » di escrescono di numero, e quanto / l'imprenditore era « cosciente e siste eccezione all'inferno capi- sere · « illegali » e di rastrellare più crescono di numero 1 neri, intenzionato » a violare la legge talistico; il proletariato puè sfi- periodicamente i barrios (ben tanto più mostruosa appare l'asEuropa e « a derubare cost gli immigrandare questo sistema sociale .a armati, perché il coraggio non è surdità del « benessere » ameriAltre America Totale N. eW. S. e E, rnostrarsi, una sola volta, non la Ioro prima virtù). Il numero cano - perché l'aristocrazia o- ti legali e i cittadini americani di opportunità di impiego a saricoperto di sudore e di sangue di « illegali » cosi individuato è peraia stessa si riduce proporlari decenti »: parole che provenon solo là dove comincia zionalmente nel complesso della molto ridotto; ma non questo 1,2 (8) 0,5 (3) . 1,2 (8) 15,4 12,5 (81) 1821-1890 nivano dagli stessi che, tanto per appena a sfruttare le popolazioni, popolazione lavoratrice; perché il punto. Operazioni del genere 0,6 (3) 1,5 (8) 4,6 (25) 11,5 (63) 1891-1920 18,2 ma nel bel mezzo della sua o- devono servire corne azioni ter- la presa dell'influenza sociale e citare l'ultima, non hanno mos0,2 (3) 2,0 (36) 1,5 (26) 5,7 2,0 (35) 1921-1950 pulenza. roristiche. Ogni lavoratore di o- pohtica piccolo-borghese ha me- so un dito di fronte al « furto » 1,2 (16) 3,4 (46) 2;8 (38) 1,4 1951-19î4 no terreno su cui poggiare e di- di 20.000 posti di lavoro nella rigine indio-messicana, di lingua Nei carnpi della mitica Cali0,9 (25) 1,6 (47) 1,0 (28) siderurgia questo settembre. La 3,4 1966-1974 fornia, « con il supplizio di Tan- spagnola, poco importa se ha un ven ta oggettivamente più debole; perché, insomma, da nuovi pro- sporca manovra di contrapportalo della ricchezza della Cati- pezzo di carta che lo dichiara re immigranti legali e illegali cosi poco « educati » è più tornia meriâionale davanti agli sfruttato legalménte attraverso Jetari occhi, gli illegali letteralmente la cittadinanza, è oggetto di que- difficile ottenere « consenso » e trovava d'altra parte consenso ciata negli USA la campagna Quello che la tabella mostra persino in alcune organizzazioni sempre più è necessario ricorreil succedersi delle ondate mi- propagandistica per sostenere la vivono nei campi che lavorano » ste misure: corne si puè pretencittadini ispano-americani re al suo complemento, la vio- di dere (e chi, del resto, lo preten(dall'inchiesta del 1975); al Nord, legge Carter contro gli ~ straniegratorie: Europa settentrionale, (National Congress of HispanoEuropa meridionale, relativa .sta- ri » che « ci rubana· i· posti di « al posto delle .baracche, mette- de'?) che il povero-agente « bian- lenza. Ne! bilanciamento della ne- American Citizens, sostenitore fin cessità economica di ampliare te una stanza in una villa de mi- co » distingua tra due peones? lavoro ». Come se si trattasse si tra le due guerre per 1a crisi dal 1975 della attuale legge Carquesta fascia di proletariato, con E' cosi che un agente che uccide serias, probabilmente 'divisà con delle nascite! Il fatto è, ben paleconomica e la chiusura deJle tre o quattro altri. Al posto dei un « illegale » ammanettato (Te- la paura· per i suoi effetti socia- ter). Indebifrontière, ripresa nel secondo pabile, che il Messico xas, febbraio) è condannato da li. non è chiusa la via all'uso ( Seguono: Il movimento chicampi, fate piccole [abbriche, dopoguerra, e particolarmente tato con l'estero per 20 miliardi néll'ultimo periodo, con assolu- di dollari, di cui il 60% dovuti cantieri edili, ristoranti, o anche una giuria- locale non per omi- alterno o contemporaneo di nes- cana, La raza unida, Prospettiva della rivoluzione americana), cidio ma per « aggressione ag- suna delle armi: consenso, «prescase di lusso. Molli illegali sono ta prevàlenza Iatinoamericana. a banche statunitensi: e si tratQuello che invece, specie dal _ ta di un creditore che non a1966, non mostra, perché reca le vrebbe alcuna difficoltà a far cifre dell'immigrazione ufficiale, valere i propri titoli, corne del resto prova la storia messicana. la reale proporzione del flusso DA PAGINA UNO calcolata approssirnativarnente in Ora, il fatto che la quota di imconsentita ufficialun milione all'anno, di cui il migrazione Con profondo dolore annuncia75% dal Messico e un'altra per- mente da! Messico sia di sole mo la morte, avvenutà il 12 dicentuale rilevante dal resto del- 40 mila persone, e che per di cembre in un incidente stradale, più sia stata ultimamente ridotl'America. del giovanissimo compagno raQuesta ondata ha perè una ca- ta a 20 mila, è la prova più evivennat e Paolo Rossetti, studente ratteristica particolare che la dif- dente che si vuole che I'immiuniversitario, uno dei più attivi grazione mantenga un carattere Nel numero 23-1977, a pag. ferenzia dalle precedenti: viene partecipi aile sessioni del ComeLe tenâenze egemoniche vietnaed entusiasti nella diffusione i!'I « illegale ». Non a caso due in- mite sono percià una prospettiva 5, la cartina che illustra la dida un paese confinante, e puè con. Romagna della nostra stampa e chieste hanno entrambe conclu- reale, E' soprattutto questo elestrlbuzione delle basl e degll esservi, almeno in parte, rispe* * * nella propaganda delle nostre poso che questi « illegali » sono attracchl navall nell'Oceano dita - e non sarebbe una novità, mento a creare un antagonismo Quali sono, in prospettiva, le sizione programmatiche. Indlano ha omesso dl chlarlperché già durante la crisi de- « indispensabili ». crescente fra Pechino e Har.zoi. conseguenze di questa complessa La sua scomparsa ha lasciato nelre che quelll lndlcati con un Un giornale che passa per « il- La competizione fra le due poten- situazione? La fondamentale è gli anni Trenta diverse centinaia le nostre file un vuoto che difficlrcollno piccolo sono amerldi migliaia di lavoratori di lin- luminato » cosi :poneva la que- ze è anzi cominciata ancor prima senza dubbio che si va rompendo cilmente potrà essere · colmata. stione: « Il vecchio problema del cani. Ha inoltre indlcato con gua spagnola furono deportati dei f atti cambogiani, per l'in- il precario ~quilibrio stabilitosi Vada ,alla sua memoria il nostro il clrcolino intomo ad una oltre confine, senza far tanto ca- ' wetback ' [ termine spregiativo fluenza nel Mar Cinese, dove la dopo il ritiro americano dall'Inaccorato saluto rosso. croce usato per le basi · russe so se fossero immigranti o cit- - 'sedere bagnato ' - per i mes- Cina si è appropriata isole riven- docina che assegnava a Pechino il quelli che sono gll attracchl tadini statunitensi (1). E' evi- sicani che attraversano clandedicate da Hanoi, ed è chiaro che, compito di riempire in funzione stinamente il Rio Grande] che e le basl amerlcane di Guam, dente che la relativa facilità con anche se è difficile che oggi il stabilizzatrice e antirussa il vuoera la piaga ( ! ) delle aree rurali Okinawa, Hong Kong, Subie cui l'ex-peone puè essere indotVietnam voglia la rottura definito lasciato da Washington. Oggi degli Stati di confine del SuâoBay, Christmas, Cocos, Gan, to a varcare il confine in un tiva e spinga percià il braccio di si puà aff ermare che, dopo aver PERCHE' Mahé Glorieuses, Tromelln, senso o nell'altro lo rende la vest è ora un problema pienaferro con la Cambogia oltre il li- bene o male retto per due anni, ment e urbano di portata nazionaReunlon, Juan de Nova, Maquintessenza della mobilità; né LA NOSTRA STAMPA mite di un'egemonia più o meno questo gioco è diventato caduco: le, perché gli illegali si sono mossi puè pensare che il governo yotte, Europa, Slmonstown, ufficiale, piuttosto che di una ve- l'Asia ha una nuova potenza, e il VIVA Asmara, Gibuti, Bahrein e messicano vi abbia nulla in con- si verso nord, lontano dal lavora e propria « conquista », Pechigioco strategico si fa quindi più ro a schiena curva nei campi trario, essendo fin troppo ovvio Masslrah. A queste vanno eno non puà vedere di buon oc- complesso e serrato, favorendo e nelle meglio pagate occupaFORLI': strillonaggio ott. c nov. che ha la sua parte in questa videntemente aggiunte le basi chio il presentarsi di un nuovo indirettamente una Russia che zioni di città » (Washington Star 66.000, aile riunioni re•ionali 101.500; tratta di braccia: con I'ernigrapolo egemonico sui « suoi » ter- non era riuscita in un primo di Diego Garcia, Crozet e KerCATANIA: strillonaggio 10.000, sotzione si libera di peones che e- News, 6-11-74), Si tratta di un ritori di caccia (Mar Cinese, Jn. . tempo a trarre i frutti sperati gulen che nella cartina appatoscrizione 37.000; NAPOLI: da giuspelle dalle campagne senza te- piccolo capolavoro di sintesi dei docina, Sud-Est Asiatico). dal ritiro americano in Indocina. rivano chlaramente non russe. gno a novembre: strillonaggio a terni razzisti e schiavisti del camerne la concentrazione nelle Questi elementi di attrito fra Nell'immediato,' i rapportî russoNapoli 35.790, ad Avellino 14,750, a pitale americano: gli immigrati proprie città, ne fa un oggetto Cina e Vietnam si inseriscono nel cinesi sono destinati ad acutizRoma 1.100; sottoscrizione 111.500; di contrattazione diplomatica col messicani, legali o no, sono or- quadro più ampio dei contrasti BAGNOL!: sottoscrizione 6,950; zarsi ulteriormente. A più lunga mai; insieme ai neri, la parte proprio potente vicino, e, non MESSINA: sottoscrizionc 24.000; cino-russi in Asia. Vera o meno scadenza, senza lanciarsi in preCERVIA: il compagno T. 5.000; Umeno importante del resto, vede più sfruttata dell'econornia USA; l'accusa cambogiana ai vietnavisioni azzardate, si puà comunDINE: Giorgio salutando Valfenera affluire le classiche « rimesse » sono presenti in tutte le aree miti di servirsi di « consiglieri que ipotizz~re che i fatti nuovi 10.000; ROMA: la compagna B. Abbonatevi! degli emigranti. Quanto il go- urbane e in tutto il paese, cosicstranieri » (leggi sovietici) nel- spostino a sfavore della Cina 10.000, sottoscrizione e strillonaçgio ché impensabile che li si posverne messicano sia asservito, l'esercitn, è certo che il Vietnam, molli degli equilibri asiatici; eSottoscriv-ete ! 30.000; BOLOGNA: sottoscriz1oni sa « deportare » tutti; sono piutanche oggi che tenta un timido fin dal voltafaccia cinese poco quilibri sui quali, è bene tener 46.000, strillonaggio 12.400; MODEDiffondete terzomondismo diplomatico, a- tosto destinati, con o senza au- prima della caduta militare amepresente, il Giappone non ha anN A-PARMA: sottoscrizione 25.000; torizzazione legale, a rimanere gli interessi « yankee », lo dirnoIV REA: sottoscrizione 165.250, strilricana in Indocina (originata ap- cora trovato una collocazione dela nostra stampa! parte della popolazione lavoralonaggio 57.000; TOR/NO: sottostra il fatto che il ministro delle punto dai timori cinesi nei con- finitiva. , trice e disoccupata, a riempire . scriz. 26.600, strillonaggio 16.005. finanze, Moctezuma, ha chiesto Quanta alla guerriglia rivoluf ronti sia di un rafforzamento prestiti internazionali per finan- altri ghetti, che nel loro caso si russo, che di una forte nazione zionaria nei paesi del Sud-Est ziare un piano.di limitazione del- chiamano barrios (e che, del re- indocinese), è stato spinto .a cer- Asiatico, è infine augurabile che, le nascite non appena cornin- sto, in moite città già esisiono, care sempre viù nell'URSS gli sf ruttando l'incrfrlarsi · della pax come a Los Angeles o New York): cino-americana, il reciproco legaraiuti e le forniture militari necesecco la « piaga »! In altri ter- sari alla vittoria prima, alla pro- si le mani delle potenze nella Zo· (1) Nei soli 12 mesi dall'aprile 1931 rmru, la massa di miseria pro- pria politica egemonica poi, oltre na e lo stesso fattore obiettivo all'aprile 1932 vennero rimpatriati dotta dal capitalisme, la cui e- clîe per il principio che l'alleato di un'unificazione almeno parzia200 mila messicani almeno, in carspressione più evidente l'oppiit è lontano e meno è ingo,nle della wna, essa p_ossa riassuri merci ferroviari appositamente pressione di 20 milioni di neri messi a disposizione dalla Southern mere un'iniziativa pzù vasta; spebrante. A. Bordiga Pacifié Railway. a spedizioni men- americani, si raddoppia con l'e. cie in Thailandia e Malesia, e Sarebbe certo semplicistico, 1 FATTORI Dl RAZZA E NAZIONE NELLA sili: la SPR guadarJnô 3 milioni di guale oppressione di 10 milioni dopo qua11to s'è visto, penspre ad condurre alla liquidazione dei r[!TEORIA MARXISTA . dollari. Gli industnali di Los Ange- di Jatinoamericani « illegali », più gimi reazionari ivi esistenti. A 1111 governo di Hanoi succube [pp. 176, L. 2.8001. les si dissero sieur! di poter richia- quasi altrettanti residenti legali questo fine, dovere dei rivol1dodella dirigenza moscovita, ma è mare al di qua del confine i messi- e cittadini statunitensi di lingua . L'importante studio del 1953 è articolato in. tre sezioni; 1) cani « in qualunque momento ne innegabile una. convergenza o- 11ari e dei proletari vietnamiti i rapporti fra .riproduzione della specie e organizzazione econospagnola. Ed infatti, l'ipocrita inè di mantenere un'assoluta indiavessimo bisogno ». cc Una spediziobiet tiva di interessi non destinamica (con alcuni capitoli dedicati alla trattazione staliniana chiesta del 1975 non puè non pendenza dai progetti governatine, consistente di tre treni speciali, ta ad attenuarsi tanto presto. E' sulla linguistica). 2) il peso dei fattori nazionali nélle diverse lasciô Los Angeles 1'8 dicembre. Il rilevare che gli immigranti « ilvi e di prendere concrete misure che negli ultimi due epoche storiche, 3), i compiti del proletariato moderno nel corcarico cominciù aile 6 circa della legali » « sono sf ruttati da ogni significativo di solidarietà con i rivolut.ionari anni il Vietnam abbia dato un so del processo di sistemazione nazionale europeo. mauina e continuo per ore D, Si genere di persane: i padrani di avallo vieppiù esplicito alla po- piil radicali e con le masse poveInoltrare le richieste direttamente alla Iskrà edizioni, via poi caleolato che quasi 100 mila e-, casa impongono fitti esorbitanre dell'intera Jndocina. e asiatica rano cittadini americani di lingua ti, sapendo ch'essi sono illegali, litica internazionale Adige 3, 20135. Milano, versando l'importa dell'ordinazione sul Buon anno, dunque, all'lndocirussi (pur sem.a spingersi fin spagnola. (Wayne Moquin, ed. A conta corente postale numero 10243202. . i datori di lavoro pagano bassi dei Documentarv history of the Mexi- salari, dove questi avrebbero voluto) e 11a! ' impongono lo straordinacan-americans, New York 1972). la condizione dlegli immigratn è è è è è è è è è '' fi, è NOSTRI LUTTI è CAPODANNO INDOCINESE ERRATA CORRIGE è è iskra edizioni è è . N. , - 7 gennalo 1978 IL PROGRAMMA COMUNISTA NOSTRI INTERVENTI E LOTTE OPERAIE Ferrovieri delle navi traghetto La :precettazione possa costituire una· saluta:re ·1:ezi·one per tutti i proletari liberandoli dall' oppio delle iHusioni d:em.ocratiche e costituzionali Nel supplemento mensile al 11 del 31-5-1973 di questo giornale scrivevamo: « Ci siamo alnr, tre volte intrattenuti sulle lotte sindacali che hanno avuto corne vivaci protagonisti gli equiooggi delle navi traghetto delle F.S. in servizio nello Stretta di Messina. Quasi sempre si è trattato di lotte di breve durata e ad intervalli. Nel dicembre del 1970 perô ( ... ) gli sciooeri erano divenuti più lunglzi e concentrati e oiù âuro lo scontro. ln questo - aprile la situazione si è aggravata ancor più e il ruolo âell'opportunismo sinâacale (dei [alsi socialisti e comunisti) auale alleato-servo padronale e nemico dei lavoratori .stato notato da tutti in modo. ormai inâimenticabile ». Prima di occuparci dello scioè pero ad oltranza del . dicembre scorso è bene ricordare che la lotta del dicembre 1970 mirava al miglioramento delle conclizioni di Iavoro, in apphcazione della settimana lavorativa di 40 ore. Puo sembrare strano che la battaglia del 1970 si sia conclusa con una sconfitta « militare » (anche assai poco onorevole: chi la dirigeva non si arrese al padrone ma al suo complice-boia, SFI-CGIL!), mentre sui piano rivendicativo ottenne risultati perfino superiori aile attese. Si ebbe infatti l'introduzione del 5° equipaggio, quanto dire il 25 . per cento dell'organico, Si trattè della più importante conquista: non solo non si faceva più lavoro straordinario · ma si riusciva a fare anche merio dell'orario normale ( 40 ore) con una piccola perdita neIJa retribuzione globale assoluta, peraltro poco dopo recuperata. Era avvenµto che chi (il SFI) si _ era adoperato per -bloccare lo scio~to elle durava già da eleuni giorni si era dovuto impegnare per le richieste a base della lotta: glielo imponeva la necessità di rientrare nelle grazie di· quei lavoratori che per la prima volta avevano visto all'opera di crumiraggio aperto Io stesso sindacato fino allora considerato insieme a SANFI e SINF - il piü · fedele interprète delle aspirazioni proletarie. • Nell'aprile del 1973 esplose una nuova lotta, che rrrirava all'equiparazione economica dei ferrovieri delle navi traghetto (NN/ T) di Messina con quelli delle NN/T di Civitavecchia. Fu ancora più aspra, e anch'essa si concluse con una disfatta sui piano immediato, ma con la resa al padrone e non al sindacato stalinista, 'impegnato a farla fallire con ogni mezzo di provocazione, delazione e diffamazione, e presentatosi corne il più strenuo difensore della povera economia regionale e nazionale. Ancora una volta accadde che i a becchini » della rivendicazione ne divennero gli « esecutori testamentari », sia pure per una piccola parte e con la solenne · promessa di tutti gli « unitari » che alla prima occasione favorevole si sarebbe elirninata la grossa sperequazione ancora esistente. Nel J.975, a Ostia, si terme perfino un convegno di confederali e autonorni che iniziarono un periodo di amore reciproco. Cio permise ai falsi unitari di recuperare qualche pecorella smarrita. Certo la loro credibilità era ormai abbastanza logorata presso i naviganti dello Stretto: le due espenenze non erano passale invano neanche per i sindacatini autonomi, corne .dimostrerà la terza e ancor più grave esperienza di lotta del dicembre scorso, .Ad aprire gl! occhi a chi si accingeva a dirigere anche questo più duro scontro aveva contribuito non poco· l'opéra svolta in ogni occasione dai nostri compagni, con energici interventi nelle assemblee e con volantinaggio. Essi, non per libera scelta, si assunsero spesso il ruolo di coscienza critica dei fatti e dove ci furono da riempire dei vuoti per informare, organizzare e orientare la lotta furono sempre in prima linea. Ancor più incisiva stata la loro opera nell'ultimo sciopero ad olrranza. Ma tutto questo impegno non ha Impedito - e non lo poteva - che le cose finissero corne sono fini- . te, cioè con una capitolazione degli autonomi al nernico, costrette, questa volta, a gettare la maschera democratica e .a scoprlre il suo vero volto di dittatura di classe che · non si fa nessuë no scrupolo di ricorrere a misurc eccezionali autorizzate da leggi fasciste della più bell'acqua e che la sublime corte costituzionale ha successivamente convalidato nella sostanza. Gli èquipaggi delle NN/T di Messina non rivendicavano l'eliminazione della vecchia sperequazione nella retribuzione, ma quella nuova e ancor più forte differenza che si verrebbe a produrre con I'applicazione del decreto legge che regola la nuova disciplina del lavoro straordinario, la trasferta e i relativi compensi orari, frutto degli accordi del 7 settembre scorso tra confederali e azienda. Non si puè dipanare l'intricata matassa nei dettagli tecnici senza infastidire il lettore. Ci limitiamo all'essenziale: 1) L'organizzazione del lavoro sulle NN/T di Civitavecchia prevede prestazioni per nulla in armonia con la generale disciplina delle prestazioni del personale delle F.S. di cui al DPR 1372 del 9-11-71. E' invece il frutto di uno degli ultimi accordi balordi tra sindacati e azienda che non hanno esitato a porsi su un terreno illegale pur di tenere più basso possibile il costo di gestionè del servizio per ciè che riguarda le spese per gli equipaggi. Allo scopo non s'è lesinata qualche lira in più ai Iavoratori, pagando dei cosiddetti « superi » che altro non sono che straordinario giomaliero convenzionale. Si pensi che, per il personale di macchina e dei treni come per quelli delle NN/T di Messina,_ questi non assommano che a 100 o 200 minuti al mese, mentre per il personale delle NN/T di Civitavecchia ne maturano 300 per ognuna delle 2 coppie di corse di ·andata e ritorno, quindi 3;600 in un mese! Lo stesso dicorso va fatto per la « diaria » (pagata sotto forma di art. 52 bis delle ù.CA.) Tutta la bruttura .ha origine da questo marcio iniziale. 2) Con la triplicazione dei cornpensi orari di queste due voci delle C.A., prevista dagli accordi del 7 settembre scorso, la retribuzione globale assoluta a Civitavecchia subisce un vero e proprio balzo cinese, venendo ad accrescere ulteriormente la sperequazione esistente- non solo nei confronti dei ferrovieri-naviganti di Messina ma di tutti gli altri ferrovieri. La giungla retributiva non esiste dunque solo tra i ferrovieri e le aitre categorie, ma si genera all'interno stesso dei ferrovieri e perfino di un suo raggruppamento: quello dei naviganti. 3) Per. impedire queste nuove vergogne basterebbe modificare il decreto legge in parola o l'organizzazione del lavoro a Civi- · tavecchia, diminuendo le prestazioni attuali a parità .di paga e àumentando l'organico. E' assolutamente improponibile aumentare le prestazioni a Messina ( e ·inizialmente il SFI aveva fatto una simile propos ta antistorica! ). Ciè sarebbe respinto energicamente (com'è stato infatti!) e non rientrerebbe nemmeno nell'interesse dell'azienda. La diminuzione delle prestazioni a Civitavecchia sarebbe la sola soluzione giusta e corretta. Mentre aumenterebbe il tempo libero di quei lavoratori, permetterebbe perfino un aumento delle retribuzioni attuali; inoltre, attutirebbe lo squilibrio con Messina e ogni altro ferroviere. Ma questa sensata e semplice soluzione incontra la grossa difficoltà che non si è più in tempo di vacche grasse; la crisi ha imposto il blocco della spesa pubblica e delle nuove assunzioni. L'azienda, e i sindacati che ne assecondano le esigenze, non hanno quindi alcuna intenzîone di aurnentare gli equipaggi a Civitavecchia corne si fece a .Messina nel 1970. La loro segreta intenzione è di giungere allo stesso · risultato riducendo la composizione numerica di ciascun equipaggio delle navi di Messina e formare gli equipaggi che occorrerebbero per Civitavecchia, modo ideale per fottere sia messinesi che civitavecchiesi. E allora? Dai vicolo cieco non si puè uscire senza spezzare in qualche modo questo o quell'equilibrio. Cio spiega corne ognuno tiri l'acqua al suo mulino. A Civitavecchia i lavoratori e il loro sindacatino autonomo stanno alla finestra e si augura- no di poter continuare a dare le attuali prestazioni, che sono alte rispetto a .Messtna non in quanta a vero e proprio lavoro effettivo e impegno ma solo a durata e presenza a bordo. A Messina invece non si vuole accettare che lo ,squilibrio delle retribuzioni aumenti ancora a proprio sfavore e non si toilera che un provvedimento dall'alto modifichi il rapporto delle retribuzioni senza averne prima cam. biato le prestazioni. Sia ben chiaro che a Messina i lavoratori non sono contrari che a Civitavecchia cada giù la « manna » dal cielo, ma pretendono la stessissima « manna » vera o rneno che sia. 4) Per venire fuori da questo imbroglio .l'azione di forza era inevitabile. E' quindi sciocco dire, corne hanno detto il PCI e tutta · la stampa « democratica » - che a Messina si è abusato del diritto di sciopero. La precettazione prefettizia è riuscita a reprimere I'atto di forza cui si è stati costretti a Messina, ma non ha certo risolto il problema di fondo, che si risolve solo se lor signori si deoidono ad allargare i cordoni della borsa. In caso contrario, c'è la conforma esplicita che l'atto di forza deve prevalere e, con esso, la costituzione del « privilegio » a Civitavecchia e l'apartheid per ogni altro ferroviere, navigante o no. Mentre alla stazione di Milano venivano affissi i cartelli riprodotti nel numero scorso, i nostri gruppi sindacali ferovieri, che in Sicilia hanno seguito da vicino tutta la vicenda, diffondevano un volantino che riprendeva il succo di queste note ,e in cui si inchiodavano alla stessa responsabilità i sindacati confederali e autonomi. Ne riproduciamo una parte: pagina fi ITALSIDER. BAGNOLI ·Un primo bilancio A concluslone dell'ultlma nota sulla rlsposta del Iavoratorl dell'ltalslder alla cassa Integrazlone affermammo che la Iotta, lungi dall'essere conclusa, doveva conslderarsl appena agll lnlzl. A sostegno dl questa . vaJutazlone, non c'ë tanto la nostra aspettatlva dl una nuova fiammata che rompa l'apparente calma attuale, ma alcune considerazlonl, non linûtate agll ultlnû eventi, sulle necesslta del-. l'Italsider. · · · · La restrlztone continua del mercato per l prodottl slderurgicl, sla per la .generale sovrapproduzione dl acclaio, sla per la maggior quota del Giap. pone ln esse, ha paradossalmente creato per FltaHa un moirientaneo beneficlo: la sua fetta del merA Bagnoli l'« incriminato » è il reparto di laminazione, che si vorrebbe totalmente modificare sostituendo l'attuale sistema con la colata continua, soluzione d'altronde già adottata a Piombino. · Con ciè> non vogliamo certo sostenere che sia questa l'unica possibile soluzione futura: nessun padrone, per quanto grosso e statale, puo realmente pianificare il suo avvenire. Dovrà sempre fare i conti con la salvaguardia del profitto, e percio non si possono escludere aitre soluzioni. Ma è indubbio che, nel ,piario siderurgico su cui tanto blateran.o i servi· opportunisti, che esiste già da tempo e che si aspetta solo il momento per far ingoiare ai proletari, è prevista una modernizzazione di Bagnoli per circa 1'80%, con licenziamento di 1800- . 2000 operai. · Queste esigenze non sono dell'ultima ora. Erano nell'aria da tempo, tanto che dalla fine del '76 è in atto a Bagnoli una ristrutturazione strisciante che si manifesta in aumento dei carichi e cumulo · di mansioni. Essa provocava la giusta reazione dei lavoratori di vari reparti: ma questa reazione non trovava una sua unificazione a livello di fabbrica e si poneva obbiett~vi « di reparto », pur avendo alla base una comune esigenza: il recupero salariale di quanto i vari patti sociali levavano dalle tasche dei lavoratori e la latta contro l'intensificazione del lavoro. La prima esplosione generalizzata la si aveva solo ad aprile. La precettazlone è stata un tentativo deÙo Stato capltallsta, dl metter fine a uno sclopero che, per quanto lnteressante un piccolo gruppo dl lavoratorl, aveva glà comlnclato a colpire al cuore l sacrl ed lnvlolabiH profittl borghesl. · « I plccoli sJnd,acatl che erano rlmastl a gulclare la lotta negll ultlml tre glorni non se la sono lnfatti sentlta dl chiamare l lavoratorl a dlsobbedlre energlcamente al provvedlmento dl chlara marca faselsta, sfidandone tutte le conseguenze: si sono plegatl alla volontà dlttatorlale del fronte unlto della borghesla e dell'opportwûsmo, quest'ul'timo guklato dal PCI, che non ha volute perdere quest'altra occaslone per dare. un'enneslma prova del suo carattere dl partitlo d'ordine dl prima grandezza e qulndl dl govemo. · · « E' bene che tutti sapplano che la responsablütà fondamentale dello sciopero e della sua stessa durezza va fatta risallre esclusivamente all'azlenda e al suoi alleatlsslnil, slndacatl: SFI (CGIL), SAUFI (CISL), SIUF (UIL), che per annl hanno giurato sulla perequazlone salariale con Civitavecchia come oblettlvo Irrfnunclabile. Questa, del resto, è una realtà .ln ognl azlenda a dlmenslonl nazionall e partloolannente per le F.S. Senza dl essa la stessa mobilltà del lavoro, mai tanto cara oome oggl agli sfruttatorl e ai loro ruffianl, dlventa imposslbile ( ... ). « Dobblamo lnoltre rlcordare che per l'oblettivo della perequazlone s'era reallzzato un vero e proprio fronte unlco slndacale fra confederall e autonomi dl Messina (SASMANT e SAPENT), che rlsale al convegno di Ostia, 1~75. 1117 ottobre seorso, questo stesso « fronte » ha voluto dlscutere pubblicamente, ln un'affollatlssima assemblea, corne far guadagnare anche a Messina quànto ottenuto a Civitavecchia. ( ... ) Il SFI sosteneva a spada tratta la. neèessltà della perequazione con 1 ·masslnû guadagnl ( ...). « Corn'è potuto aeeadere che questo stesso SFI sla passato arml e bagagli dall'altra parte della barricata, lasclando a dHendere quella causa SAUFI .e SIUF lnsleme a SA~MANT e SAPENT, cul s'ë unita anche la locale F.ISAFS? (SAUFI e SIUF dopo 9 giorni di sci'opero su 12 hanno segulto il SFI). Se era sbagllata la prima poslzlone, perché non .ha avuto il coraggio dl dlrlo e fare le proposte alternative che rlteneva più giuste e reallstièhe? ( ... ). Il rlsultato è stato che, deliberatamente o no, i navlgantl FS dl Messina si sono trovatl ad un certo punto ln una vera e proprla - trap- · pela, dalla quale - anche a volerlo ... non era più possibile uscire se non con un atto dl forza corne quella precettâzione che,' alla faccia della libertà, li ha rlcacclatl nel lavoro coatto ». « neUa sua attuale forma dl repubbllca democratka, calo mondiale leggermente cresciuta, pennettendole di rlmanere, quanto a produzlone bruta, sugll stessi livelli d~I 1976. Questlo è stato possiblle, ln aperta smentlta al lamentl degli ammlni.stratorl azlendali e del loro servi, proprio, anche se non solo; per una. notevole produttlvltà e competltivltà dei suoi più grossi stabllimentl a ciclo lntegrale, Taranto e Bagnoll, nella:produzione dl acclaio grez. zo. · I vari piani, tlpo quello Armant, tracclatl .ln previsione · di un'epoca dl vacche magre (l partners europei torneranno alla carlca e alla lwtga li rnercato è destlnato a un'ulterlore restrlzlone), prevedono perclo rlstrutturazlonl ln alcunl settorl del; vari stabilimentl per aumentare gll s1*>cchl di mercato. In coincidenza con il pagamento del premio di produzione, ed in aperta reazione al blocco della contrattazione aziendale imposto dal governo, i ,lavoratori chiedevano da un lato l'inglobamento nella paga-base degli scatti di contingenza e 186.000 lire di aumento sui « premi », dall'altro, e con forza, le dimissioni del C.d.F. e dell'esecutivo, dimostratisi assolutamente incapaci o contrari a qualsiasi iniziativa in loro difesa. · In tale occasione gli scioperi, i cortei interni, i casi di r.eazione aperta contro il ga, loppinume sindacale di fabbrica, furono una vera e propria uscita dal seminato del pacifismo delle centrali sindacali. Come · già as vemmo a dire allora, non fu solo una chiara risposta alla collaborazione opportunista, ma anche una delle pochissime manifestazioni nazionali contra la politica sindacale. Il fatto non poteva passare impunemente. Si ottenne, si, anche se a distanza di due mesi, l'elezione del nuovo C.d.F., in cui entrarono alcuni degli operai più combattivi di aprile, ma inizio parallelamente l'azione di intimidazione padronale e opportunista. A parte episodi singoli, il fatto più significativo fu la coincidenza fra l'illustrazione del piano per la siderurgia e la dichiarata minaccia di licenziamenti a Bagnoli. E' ovvio che certe misure hanno alla base · esigenze economiche, ovvero di profitto, ma il parle in un momento piuttosto che in un altro _ risponde anche ad un obiettivo politico. Gli operai avevano osato opporsi al blocco dei salari e rivendicare aumenti e rappresentanti non legati agli interessi dell'azienda; sapessero dunque che c'era anche di peggio che la diminuzione del salario: il licenziamento! Poi si sollevè> il polverone del piano siderurgico « produttivo » e « progressivo », quindi « sociale », poi il problema del mezzogiorno e Gioia Tauro, quindi la sfilata di Reggio Calabria: fumo aggiunto a fumo. Ma al di là di ciè> si affermava sempre più l'intenzione di ridurre la forza lavoro non solo a Bagnoli ma in moiti altri stabilimenti. ln questa situazione ambigua, e con una contrattazione aziendaIe per nulla conclusa dalla fine di agosto cresce di .nuovo la tensione nei reparti. Vengono proclamati scioperi combattivi e, sotto la pressione della base, il nuovo CdF prende una chiara posizione in favore della latta contra ogni tentativo di licenziamento. Il volantino del CdF di Bagnoli, distribuito a tutte le fabbriche della zona di Napoli, Alfa Sud compresa, affronta tre punti centrali: 1) Indipendente- mente dalle esigenze padronali, 11essun licenziamento sarà tollerato a BagnQli. 2) Dove essere coperto ogni posto di lavoro che per qualsiasi ragione si renda vacante; parallelamente, si rifiuta - lo straordinario 11011 previsto dal contratto nazionale di lavoro. 3) Si dichiara a tutte lettere che la lotta in corso riguàrda tutti i lavoratori, non solo quelli di Bagnoli, e che l'unica possibilità di ' contrastare l'attacco padronale aile condizioni .di vita dei proietari è quella di una sua estensione teritoriale e .di un collegamento con i lavoratori delle aitre fabbriche. Il C.. d.F. propane per- ë posizione degli ?Perai di Baglioli, ecco · la cala ta m massa di tutte le forze democratiche, che agli inizi di ottobre danno luogo ad una assemblea aperta (ma solo ai fedelissimi) nello stabilimento, e sono le uniche a parlare, con un po' . di « sinistra » che gli fa da comice. Piovono da ogni luo-. go e personaggio ordini del giorno contra la CI, che puntualmente viene confermata alla fine di o'ttobre. ·vengono concessi agli operai, che da tempo -premono per manifestazioni a Napoli e verso le aitre fabbriche, solo pelIegrinaggi alle porte delle varie amministrazioni. La combattività è alta e la compattezza eccezionale, ma è molto arduo trasmetterle agli al tri lavoratori. dato il cordone sanitario steso dai vertici sindacali. Proprio mentre vengono inviate le prime lettere, sfilano a Napoli i tre superbonzi per lo sciopero del 15-XI, ma costoro non fanno il minima accenno alla cosa, anzi si allontanano prudentemente appena l'Italsider arriva nei pressi del palco .. Anche qui, da un lato la voglia di reagire da parte dei lavoratori; dall'altro, le chiacchiere sindacali, che ottengono poi l'effetto di far dimenticare ai lavoratori la spinta verso i compagni delle aitre fabbriche, insinuando l'illusione di aitre vie per rispondere alla cassa integrazione. All'arrivo delle lettere, un'altra fiammata: occupazione della stazione FS, preceduta da picchetti, scioperi, blocco delle merci, con lettura di un comunicato che riprende quanta era stato alla base dell'inizio della lotta. Ma iritanto si è persa la spinta iniziale. Ora la cassa integrazione è passata. Ma la momentanea sconfitta, il fatto che alla lunga la bonzeria sindacale abbia ripreso il controllo della situazione e sia riuscita a far passare ciè> che vo-. leva la direzione ltalsider, non deve scoraggiare; deve insegnare qualcosa per il futuro. Quello attuale non è uno scontro occasionale. La cassa integrazione è solo un primo momento .dell'attacco padronale al salario. Anzi, più che a risparmiare, essa è servita corne prova generale per tastare il terreno - e provare all'interno della fabbrica una diversa organizzazione del lavoro con meno operai ad uguale prodotto. Il passa successivo sarà certamente più duro 11ei confronti dei lavoratori. Bisogna prepararsi a contrastarlo più efficacemente non . dimenticando l'esperienza fatta di corne siano falsi i discorsi sindacali in difesa degli operai. Uno dei limiti principali della lotta è stata la mancanza di un nucleo di operai più combattivi che godesse la piena fiducia dei lavoratori. Non che siano mancati gli é>perai battaglieri, o che questi non siano stati legati ai lavoratori. Ma non è sorto un organismo che costituisse sempre e per tutti il faro da seguire. Per un tempo brevissimo il C.d.F. ha assolto parzialmente e con moiti limiti questa funzione; quando si è trattato di continuare sulla strada intrapresa, l'unica giusta, è stato soverchiato da! democraticume di tutte le sponde, e si è reso latitante. Ne risalta ancora più chiaramente l'esigenza di enucleare un gruppo di Iavoratori che · assolvano alcuni compiti indilazionabili per non vanificare di riuovo la generosa combattività degli operai, cioè che: 1) Garantiscano il - collega- to attraverso il controllo della Conviene aggiungere qualche CGIL) o legislativamente, o che considerazione sia sugli autonosia addirittura soppresso alla mi, che all'ordine di precettaziomaniera fascista, è solo una difne hanno obbedito senza batter ferenza di gradi· nello stesso ociglio, sia sui partitone asservito · alla borghesia e al suo S ta to. biettivo di non recar danno o perfino di rendersi utili alla bor- ciè> un attivo di tutti i consigli di Subire una resa senza conâizioghesia. Quando gli autonomi si fabbrica per uno sciopero prorie non certo · onorevole per appellano al diritto borghese ... vinciale; in questa circostanza uno stato maggiore combattenmento con le aitre fabbriche del contro Io Stato borghese, non parte del bonzume subisce la te, che dovrebbe, prima di darsi fanno altro che parsi sullo stes- pressione operaia ed è costretto territorio, comunicando le iniziavinto, sparare fino all'ultirha cartive intraprese o da intraprendeso terreno su cui si muovono i controvoglia ad accettare certe tuccia. Ma quando questo coragre, le esigenze della fabbrica1 gio non lo si ha, è ancor più di- boi:'ghesi più furbi e tutti gli op- posizioni assumendo obiettivaecc.; in una parola, lavorino alportunisti, nemiêi giurati del mente un indirizzo classista. sonorevole spostare la battaglia Specialmente l'indicazione di l'estensione delle agitazioni. da! piano del contrasto tra for- proletariato corne classe indipendente. Essi non capiscono e uscire dalle singole fabbriche e 2) Mantengano il collegamento ze materiali a quello del contranon capiranno mai che la demo- di collegarsi nella prospettiva di con le aitre f abbriche del grupsta fra « diritti », corne hanno po · . una lotta estesa a tutto il terricrazia è la negazione non solo fatto appunto i sindacatini auto3) 'svolgano una costante azione del cornunismo (per il quale com- torio andava,sostenuta con tutte nomi, sostenendo rincostituziodi denuncia di tutte le posizioni nalità della precettazione. Il di- battiamo noi ), ma anche delle le forze, ·perché quella era l'uniche propongono soluzioni illuso.: aspirazioni più elementari dei ca possibilità di resistenza non ritto di sciopero, per loro, sarebrie ai problemi dei lavoratori per sporadica ed ,occasionale.' Probe « sacro ed inviolabile " co- lavoratori (per le quali pretendono di combattere loro), quan- prio per questo le dirigenze sin- impedirne l'organizzazione, e che munque, mentre per la Camera cercano di celare· ai loro occhi del Lavoro di Messina o per La- - do non siano accettabili per la dacali corsera subito ai· ripari. dove e chi sono i nemici da comLa FLM respinse la richiesta sia ma e Berlinguer ecc. lo è solo classe dominante; e che questa · di un'assemblea di tutti i dele- bat tere. finché Io si esercita in modo « ci- è la sola a decidere della sorte · Sono queste le condizioni perdei suoi schiavi finché li si di- gati di fabbrica, sia di uno sciovile». ché alla nuova mossa padronale pero provinciale specifico: aspetsarma moralmente e materialQueste litanie democratiche si possa rispondere a:deguatamente con merdosi discorsi sui tava le proprie scadenze nazionavanno fermamente respinte: che li di scioperi alla morfiria. Inol- . mente; è in questo senso che bilo sciopcro sia regolamentato po· « diritti », invece di indirizzarli ' · · . tre, per neutralizzare la presa di sogna lavorare. liticamente (corne finora avvenu-' sui terreno della forza. è IL PROGRAMMA COMUNISTA pagina 6 DA PAGINA UNO STANG;ATE E « PIANI PER U,SCIRE DALLA CRISI» teristiche inequivocabili di « equità » mzicamente per il capitale investito nell'edilizia, rirnpinguerà i padroni di casa sulla pelle degli inquilini proletari ed anche "popolari » in senso lato: la seconda, voluta e proposta direttamente da! sindacato, andrà incontro aile richicste di riduzione del costo del lavoro nelle industrie, attraverso un'ulteriore riduzione dei salari, Tutte queste misure, di. cui abbiamo enunciato soltanto alcune delle più pesanti, e che vengono proposte, caldeggiate o adottate di volta in volta dal governo, da! parlamento, dagli industriali e dai sindacati, provocheranno un deciso peggioramento delle condizioni di vita degli operai e peseranno soprattutto su quegli strati sociali (categorie peggio pagate in genere, disoccupati, pensionati dei Iivelli più bassi, ecc.) che i sindacati dîchiarano di voler... difendere, riaffermando ad ogni piè sospinto la validità in tal senso della loro strategia. L'infondatezza di questa pretesa balza perè agli occhi non. appena si consideri corne l'occupazione diminuisca malgrado tutti i sacrifici imposti ai proletari per la sua .. salvaguardia. I disoccupati « ufficiali » hanno orrnai raggiunto i 2 miuoni, cioè il 9% . della popolazione attiva, senza contare i non iscritti alle liste e gli schiavi del lavoro nero o precario; ma la cifra è . destinata sicuramente a crescere nel contesta dell'aumento generale della disoccupazione previsto nei paesi dell'OCSE per il '78: 17 milioni di senza-lavoro « ufficiali » rispetto ai- 9 del 73. Fabbriche picco. le e medie - checché ne dica « L'Unità », sempre pronta a tessere le lodi della piccola industria - chiudono agni giorno i battenti mentre i loro operai vengono lasciati nel più completo isolamento; il nurnero dei lavoratori in cassa integrazione, anticamera dell'espulsione dal processo produttivo, cresce a passi da gigante (si pensi ai tragici casi di Ottana, dell'Unidal, della Montefibre, che rappresentano solo la punta dell'iceberg! ); la disoccupazione giovanile ( 1279 assunti nelle industrie private su ... 650.000 domande!) dilaga. In tutti i casi la disoccupazione avanza con il tacito consenso dei sindacati o addirittura con l'esortazione da parte di questi ultimi a sbarazzarsi delle eccedenze di Iorza lavoro, corne quando, con la tempestività e la conoscenza di causa che li distinguono' aftrontano il problema della rnobilità. Da qualche tempo, per essere precisi da quando le imprese ne hanno sentito l'impellente bisogno, Ira le tante proposte avanzate dal Censis, dalla fondazione Agnelli, dalla Federrneccanica o da associazioni varie, si · va delineando un progetto per la realizzazione di una sorta di « agenzia per il collocamento e la mobilità della mano d'opera ». I termini della questione sono ben riassunti da! titolo dato da « La Repubblica » del 28-12 al servizio/dibattito sui tema: «Programmiamo la âisoccupazione »! Tutti, sindacalisti in testa, sono concordi sull'i'mpostazione da dare alla questione: « Il processo di ristrutturazione âell'apparato produttivo italiano implica una mobilità della mano d'opera che preveda anche tempi lunghi di cessazione del rapporta di lavoro », dichiara .candidamente Rufolo ne! dibattito con i sindacalisti; questi, lungi dal contraddirlo, gli fanno eco per bocca di Marianetti: « Il sinâacato de1•e alf rontare con maggior coragf!ÎO w1 t ema fondamentale came la mobilità » abbandonando un atteggiamento di pura e semplice difesa dei posti di lavoro che era « iudispensabile in un primo tempo [aggiunge Garavini dalle colonne de « L'Unità » del 30-12] ma elle oggj la crisi rende insostenlbile ». E, se l'auspicio che la gestione di questa mirifica Agenzia (cui parteciperebbero in modo paritetico o addirittura preponderante i sindacati, divenendo cosi una vera e propria controparte dei lavoratori!) sia attuata con criteri « imprenditivo-mauageriale », per Trentin sarà certamente cosl, visto che detto in modo perentorîo - «l'of· [erta l di lavoro] deve essere tl· na sola, e dopo si perde il salario » e. se il lavoro offerte non per l'immediato; ma « nel f rattempo ci sono 3 mesi di lavoro nel Friuli terremotato, il lavoraè è tore ci deve andare, altrimenti perde la cassa integrazione ». E che cosa dimostra ciè, se non che i sindacati si propongono nei confronti della crisi economica corne i migliori tutori degli interessi dell'economia nazionale assumendosi a questo fine di gestire in proprio la stessa « f uoriu- scita dalla [abbrica », corne la de· finisce garbatarnente Garavini, di migliaia e migliaia di lavoratori? Questo stato di cose non puo non influenzare le lotte « proclamate » dal sindacato. Le vicende legate allo sciopero generale ( la cui proclamazione ha tutta l'aria di un travagliatissimo parto che lascia tutti col fiato sospesol) sono un esempio lampante del servilismo dei Lama, Macario, Benvenuto e soci. La ridda di riunioni, incontri, proposte, missive, con relativi tentennamenti, conferme e rinvii alle calende greche di uno sciopero che - per avere un peso qualsiasi - dovrebbe essere immediato e senza limiti di tempo, non solo non si è conclusa sbattendo la porta in faccia a chi di dovere, bensl lasciando uno spiraglio al governo, ancora e sempre in attesa di un « segno » che riveli un « inizio » di cambiamento nella politica governativa, ma ha messo in chiara luce una volta di più corne, nelle intenzioni sindacali, lo sciopero, quand'anche sia dichiarato, non debba mai rimettere in causa gli « equilibri » economici e sociali esistenti; le manifestazioni in piazza, quando ci sono, debbono essere democratiche e soprattutto non violente (il pacifismo costituirebbe l'apice della ... maturità del movimento operaio! ); le interruzioni delle attività produttive e dei servizi sociali devono comunque essere tali da arrecare il « minima » di danni alla « collettività »; l'obiettivo non è la sorte degli operai, ma· quella del Paese e delle sue Istituzioni: meglio ancora, la subordinazione della prima al salvataggio delle seconde in base · al principio, appunto, che fra corda e impiccato esiste un rapporta inscindibile. E, quando gli operai sfuggono a un cosï rigido controllo (agnelJi nei confronti dei padroni e del governo, i bonzi sono veri mastini quando si tratta di contenere la forza proletarial) e impostano lotte tutt'altro che pacifiche, senza curarsi di turbare i sonni della « comunità civile », ecco, quasi in un'alternanza di 'rlloli, subentrare polizia e carabinieri con cariche a gruppi di Javoratori, cortei o picchetti davanti alle fabbriche; ed ecco i sindacati, nella loro tenerezza verso forze dell'ordine « nate dalla Resistenza » e in procinto di ulteriore democratizzazione, , minimizzare gli episodi e rilanciare le ben più importanti e prioritarie iniziative di riconversione, ristrutturazione ecc., per il decollo dell'economia, lasciando cosi disarmata la classe operaia di fronte aile esigenze del capitale. Ma, corne il comportamento sindacale non è un prodotto del caso, inserendosi nel processo obiettivo di sviluppo dell'economia capitalistica e della sua crisi, saranno le stesse condizioni materiali prodotte da quest'ultima ad impedire che la bastarda politica di collaborazione dell'opportunismo passi impunemente. Sappiamo, l'abbiamo detto e lo ribadiamo, che il legame fra peg- N. 1 - 7 gennaio 1978 Contro la · repressione antiproletaria lotta indipendente di classe 1 A Firenze, reccntemente, 3 opérai dell'Officina Metalmeccanica Galileo, sono stati arrestati e in seguito rilasciati. Episodi, corne questo, di repressione antioperaia, sernpre più spesso culminanti nella dcnuncia alla magistratura e nei processi. sono ormai numerosi contro i proletari più combattivi chc si battono sul terreno della lotta proletaria c diventano punro di riferimento per tutti quel lavoratori che vogliono difendere seriarnente le proprie condizioni di vita e di lavoro dall'attacco del capitale. La repressio- ne non si limita, · d'altra parte, a questi episodi « singoli » ma, cd ormai cvidente a tutti, aiutata l' incoraggiata dalla triplice sindacale. colpisce anche con la precettagioramento delle condizioni di vita e rinascita della lotta di clas- zione tutti quei lavoratori che partecipano a, forme di lotta fuori dai se non è automatico o immeâiabinari dell'interclassismo, scavalto; non per nulla i nostri Gruppi cando i « limiti democratici » imSindacali, o i nostri cornpagni i- posti dai sindacati. solati, intervengono, dovunque Sugli episodi di repressionc antioperaia, la nostra sezione di Firensiano presenti, in modo continuo e martellante con un'opera di ze ha preso posizionc e distribuito aile fabbriche, alle scuole, agli O· chiarificazione, denuncia, partespedali, nella città e fuori, un vocipazione attiva aile lotte, se poslantino: riportiamo la'. parte iniziale sibile prendendone la testa. Gli e quella finale, che indicano quale avvenimenti degli ultimi mesi lavoro si deve svolgere per contrasegnano tuttavia la comparsa di scare l'opera poliziesca della dernocrazia e del slndacato. non equivoci sintomi di frattura .fra la « base » e le organizzazio« NO ALL'ORDINE BORGHESE PER LA RiPRESA DELLA LOTTA ni sindacali: vertenze di gruppo svoltesi nell'indifferenza dei pro- Dl CLASSE dovunquc si combattano le condizioni sempre più inletari, assenza dalle assemblee sopportabili di vita e di lavoro: di fabbrica, defezioni, sfiducia l'apparato poliziesco e giuridico negli obiettivi indicati, · episodi statale borghese colpisce; l'oppordi contestazione dei bonzi, scettunismo politico si lamenta che non ticismo di fronte a mobilitazioè abbastanza (Pecchioli in testa); ni che indicano chiaramente da l'opportunismo sindacale opera atche parte della barricata si è tivamente sui posti di lavoro, per l'isolamento e la denuncia dei fo. messo il sindacato, e di fronte colai di cornbattività: i gruppi deaile quali gli operai mostrano mocratici della sinistra extra-parun attaccamento istintivo ai prolamentare rivendicano una « vera » pri obiettivi di classe (si pensi democrazia, e confondono cosï ulagli scioperi pro-Casalegno e teriormente i proletari che hanno invecc da capire che QUESTA E' pro-polizia, entrambi miserarnente falliti), ecc. A colmare que- LA VERA DEMOCRAZIA,E' TUTsta · frattura non è certo ba- ·. TA LA DEMOCRAZIAPOSSIBILE, E' LA DEMOCRAZIACHE FINALstata la manifestazione fiume MENTE MOSTRAAPERTAMENTE del 2-12 a Roma, organizzata al- LA SUA FACCIA! l'insegna dell'« allargamento de- - la « legge democratica » invia gli spazi di âemocrazia, di con- centinaia di avvisi di reato ai latrollo, di interventi dal basso » voratori che scioperano fuori dal per « realizzare quella scella di controllo sindacale, con forme viausterità e di rigore che fino ad gorose di lotta pcr obiettivi di ora non c'ë stata » (corne osa af- classe; fermare Trentin in « Rinascita », - denuncia e arresta (e intanto scheda) i lavoratori e i compagni del 9-12), che ha mostrato so- più cornbattivi, all'avanguardia nelprattutto di quale enorme appa- la organizzazione delle lotte; rato, di quale « servizio d'ordi- denuncia e arresta i lavoratori ne » da far invidia ai più scaltriche a queste lotte aderiscono ricoti celerini, abbiano bisogno, per noscendosi nei metodi e negli O· biettivi classrsti, spinti da necessifar bella figura corne cogestori dell'economia nazionale, i verti- tà materiali che nessun altro dici dei sindacati grandi· e picci- -fende; si chiudono, si perquisiscono ni. L'opportunismo è certamente ai mi alla gola le sedi dei grupancora forte, e agisce con tutti pi, gli appartamenti! i mezzi a sua disposizione affin[ ... ] Le rnigliaia di lavoratori delI'Italsider a Napoli (corne moiti alché non esploda la carica potentri) con la loro poderosa e non ziale che si sta accumulando nelle file del proletariato; ma la certo pacifica lotta che ha scavalcato le « giaculatorie » sindacali classe operaia unita al di sopra spolverando la città, uniti solidadelle categorie ha tutti gli ele- mente ai disoccupati, hanno. dato menti per essere mille volte più alla borghesia un assaggio di quaforte, e potrà risollevarsi per di- le [orza il proletariato sarà in grado di mettere in campo, quando, Iendersi. prima e attaccare poi purché rifiuti la « gestione » ultrapacifica delle lotte, da parte deU'opportunismo, rigetti la sua politica di collaborazione con la PER LA STAMPA classe dominante e il suo Stato, applichi forme di lotta non INTERNAZIONALE addomesticate (sciopero generale senza preavviso e senza limiti · L. 4.967.600 Totale precedente di tempo) per il raggiungimento L. 211500 Svizzera dei propri esclusivi scopi clas61.000 Forli ( corne da elenco) L. sisti. Le condizioni obiettive di L. 200.000 Bell. questa inversione di rotta ma- Modena-Parma L. 60.000 turano in seno al modo di pro- Napoli L. 536.150 duzione capitalistico in crisi: L. 560.000 Torino spétta ai rivoluzionari agire affin- Roma-Ostia-Subiaco L. 93.000 ché si tramutino in condizioni Riunione Redazionale soggettive, sui piano dell'orienL. 45.000 fine anno tamento politico, dell'indirizzo L. 6.734.250 Totale programmatico, dell'inquadramento organizzatlvo. è l'auualc ncgativa, ma giustificata. fasc di confusione c apparente apatia, SI MUOVERA" superata 'NON A DRAPPELLI MA SU UN TERRENO MOLTO PIU' VASTO E GENERALIZZATO SUL QUALE SI RI ORGAN I ZZERA ', rcndendo cosï anche più stabili, rneno vulnerabili alla chiusura politica quegli ernbrioni c.li organismi che già oggi la classe operaia tenta di darsi a strumente della propria difesa. E' in questa prospettiva che va difeso e sostenuto ogni episodio di combattività operaia, corne Va difeso il carattere aperto dei suoi organismi di base, espressione della necessità della classe di organiz. zarsi. E' in questa prospettiva che le frange piu combattive non devono isolarsi, abbandonando cosï i lavoratori che ancora non trovano la forza di reagire, schiacciati dalla politica degli apparati sindacali: ma devono importare la /oro [econ.âa combat t ività e la /oro capacità organizzativa anche in queste orga11izzazioni anti-classiste, per strappare dal/'apatia i lavoratori âominati dal nemico opportunista. E' in questa prospettiva che occorre lottare sempre più decisamente in difesa delle condizioni di vita e di lavoro attuali, allenamento e preparazione all'offensiva proletaria di domani, per I'abbattirnen-' to violento dello Stato borghese. E' in questa prospettiva che bisogna lavorare in profondità nella classe operaia, organizzare fin da oggi la sua autodifesa fisica, a· partire dalla solidarietà attiva con i compagni e i lavoratori colplti âallo Stato borghese •. ASTI • VIe S. Martino, 20 lnt. Il lunedl dalle 21 BELLUNO • VIe Gerlbaldl 20 Il venerdl dalle 21 BOLOGNA • Via Savanella 1/D Il martedl dalle 21 BOLZANO • V.le Venule 41/A (ex. Bar ENAL) 11 sabato dalle 16 elle 18 , CASALE MQNFERR. • Via Cavour 1 la · domenlca dalle 10 elle 12 CATANIA • Via Vlcenze, 31 lnt. H la domenlca dalle 18 elle 21, i I h1nedl dalle 20,30 FIRENZE • VIe Aretlna 101/roHo (cortlle lntemo, · piano tern) Il martadl dalle 17. alla 19.30 FORLI' • VIe Merlonle, 3Z , Il mercoledl dalle 20,30 IVREA • VIe del Ca1telle~10 30 (engolo VIe Arduino) Il glovedl dalla 21 LENTINI • Via MeHlna :ZO il eabato dalla 17,30 elle 19,30 Ml LANO • VIe Binde 3/ A (pasao car: ralo ln fondo e daetral il lunedl lrlunlone pubblica), il martedl, il giovedl e il venerdl dalle 21,30 alle 23,30: MESSINA • Via Glerdln•gglo, 3 il gtovedl dalle 15 elle 1g NAPOLI • Via S. Giovanni a .Cerbonare, 111 il glovedl dalle 19 alla 21' OVODDA • Via Umberto 4 la domenica dalle 10 elle 12 ROMA • Via del Retl, 11• A (P.la Vereno) la domenlca dalle 10 elle 12. il gtovedl dalla 19 elle 21 SAN DONA' Dl PIAVE ·• Via delle FrencHce, 47 · il venerdl dallé 20 alla 23 SCHIO • Via Muzlnl, 30 Il sabato dalle t5 alla 19 TORINO • Via Calandra, 8/V il venardl dalle 21 alla 23 TORRE ANNUNZIATA • Via Paatore 32 (1° piano) la domenlca dalle 10 elle 12 IMPENNATA Dl CLASSE ALLA FIAT RIVALTA Ci scusiamo per non aver potuto pubblicare ne/ numero scorso alcune corrispondenze che documentavano episodi di sana, seppur circoscritta, reazione operaia a/l'opportunismo sindacale e po/itico. Ci limitiamo a riprodurre questa, che è particolarmente significativa. Mai corne oggi l'apparato pompieristico del smdacato e dei partiti « operai » è stato tanto frenetico nelle sue iniziative per la difesa e la ripresa dell'economia nazionale; ma, contrapposte a questo, si verificano sempre più spesso azioni operaie spontanee che cercano di romperc il collaborazionismo e l'i· solamento per riprendere la via di classe della difesa de~li interessi immediati del protetanato. Giovedi 27 ottobre, un gruppo di operai dell'officina 88 della Fiat Rivalta e del reparto verniciatura indice uno sciopero di 20 minuti di « ~olidarietà per i compagni uccisi della Baader-Meinhof»: di qucsto, ovviamente, non è stata fatta pa10la né dalla stampa sedicentemente di sinistra né da quella borghese, che in questi stessi giorni in tutto il mondo esaltava le « teste di cuoio » di Schmidt: conseguenza immediata dello sciopero è stata invece di far entrare in azione il bonzu: me sindacale e gli attivisti del PCI, che lo hanno condannato corne condannano qualsiasi atto di solidarietà verso chiunque rivendichi la violenza (contro lo stato democratico, beninteso). Quattro giorni dopo, la direzione annuncia che, in base agli accordi assunti con il sindacato, ne! quadro della ristrutturazione del reparto il numero degli operai della cabina di verniciatura passa da 8 a 10: cioè all'interno di stanze di pochi metri quadrati 10 • spruzzatori » NESSUNA SOLIDARIETA' ALLA POLIZIA, BRACCIO ARMATO Dl STATO E PADRONI A//o sciopero del 20-XII per la sindacalizzazione della polizia i nostri compagni si sono apertamente rifiutati di partecipare, e hanno invitato i proletari a non aderirvi, sia distribuendo volantini che spiegavano /oro le ragioni del nostro rifiuto e li convocavano ad una riunione pubblica nella nostra sede (come il volantino qui riprodotto del gruppo sindacale 0/ivetti di lvrea}, o che tendevano allo stesso scopo pur senza indire speciali riunioni (come a Schio, a S. Donà, a Firenze, a Bologna, a Forli, a Napoli, a Torino ecc.), sia esponendo preventivamente carte/li esplicativi in fabbrica e tenendo poi 1m·assemblea operaia con /'indicazione di scioperare invece ed unicamente, in difesa dei propri interessi di classe, corne alla Za111bo11-Clesa di Bresso (Milano). Lo sciopero, del resto, ha avuto, anche senza il nostro i11tervento, un esito ben meschino. « Per la prima volta nella storia del movimento operaio le organizzaziorii sindacali ci chiamano ad uno sciopero in sostegno delle forze di polizia: per la riforma ddla Pubblica Sicurezza, per la costituzione del sindacato di polizia. Secondo CGJL-CISL-UIL,i poliziotti sono lavoratori corne tutti noi. con i nostri stessi obiettivi immediati e storici: la difesa delle proprie condizioni di vita, ma soprattulta la difesa della democra, zia. Com·e le organizzazioni sindacali hanno abbandonato la difesa d~i nostri intcressi pcr abbracciarc quella del capitale: investimen.ti. ristrutturazionc, ccc.. cosi oggi tentano di diffondere fra le nostre file l'illusione che una polizia democratizzara non sarà più il hraccio armato del padrone. ma .la nostra alleata. Esse dimenticano e \'Ogliono farci dimcnticare: l) che la democrazia, con .tutto il suo armamentario pacifista e legatitario, è il wlo immondo dietro il quale si nasconde la dittatura ferrea della borghesia, pronta a stracciarlo non appena la classe la\'oratrice tenti di reagire al suo sfruttamcnto non con le parole, ma con i fatti; 2) che la difesa « dell'ordinc pubblico » - repubblicano e democratico, ma pur sempre ordine borghese - c la repressione violenta di chiunque osi ribellarsi \'engono csercitate dalla borghesia e dal suo Stato (Stato borghesc e non Stato • di . tutti ». corne organizzazioni sindacali e falsi partiti opcrai, PCI in testa, vorrebbero farci crcdere) proprio per mezzo della polizia e che la sua riforma ha f'unico scopo di rëndere piit efficace questa repressione: ben pagati e profcssionalizzati, i poliziotti • lavoreranno • sicuramentc merlio1 3) che dalla polizia la classe opcraia ha scmpre e solo ricevuto 'manganellate, lacrimogeni c piombo: Molinclla, Reggio Emilia, Avola, Battipaglia, sono solo alcuni nomi di una lunga catcna di eccidi proletari ad opera delle forzc • dcll'ordinc » [ •.• J Sedl e eezlonl aperte a lettorl. e simpatlzzanti La polizia dunque spara e continuerà a sparare anche dopo la riforma, perché suo compito è difendere la società capitalista (anche se democratica), nella quale la boq~hesia ha il diritto di sfruttare la classe operaia e di reprimere chmnque osi ribellarsi al suo giogo; e il fatto che gli esecutori materiali della repressione - i poliziotti - siano « figli del popolo » corne bclano i bonzi sindacali, giovani che spesso entrano nella Pubblica Sicurezza .perché non trova, no lavoro, non sposta di un millimetro il ruolo della polizia di aguzzina del proletariato. Proletari, Compagni! La crisi che sconvolge il sistema capitalistico si fa sempre più acuta; la disoccupazione continua a dilagare; su decine di migliaia di lavoratori pende la minaccia di licenziamento; un'altra stangata sta per abbattersi sulle nostre spalle. Chi paga, ancora una volta, è la classe operaia. Per aiutare il capitale ad uscirc dalla crisi, i falsi partiti operai hanno firmato « l'accordo a sei » con la benedizione delle organizzazioni sindacali. Essi devono quindi garantire al padronato la pace sociale, devono convincere il proletariato che il rimedio di tutti i suoi mali sta in una « nuova linea economica » da imporre al governo, basata sulla ultcriore riduzione del salario e sull'intensi(icazione dello sfruttamento; devorio impcdirci di rialzare la testa c rifiutare la nuova ondata di sacrifici. Lo sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali va proprio in questa direzione: unire .in. un solo, sanguinoso abbraccio sfruttati e sfruttatori, vittime e carnefici, proprio mentre la polizia carica violentemente e ferisce i lavoratori della Papa e dell'Unidal in lotta per difenderc il loro posto di lavoro. E' questa una ennesima dimostrazione 'di quanto in basso siano caduti i sindacati, organizzazioni nate per la difesa delle condizioni di vita della classe ciperaia. Ancora una \·olta, quindi, ribadiamq chc fra oppressi e, opprcssori non vi possono essere interessi comuni, che i nostri interessi sono inconciliabili con quelli della borghesia e dei suoi aguzzini. Percià noi. che siamo sempre stati in prima fila negli scioperi dichiarati dai sindacati, anche quanc.lonon ne condividcvamo gli obict1id, non abbiamo alcun timorc oggi di rompcrc la disciplina., di rifiutarci di aderire a questo sciopero a sostegno della polizia e di inl'itare i la\·oratori a fare altrettanto. Riappropriamoci dell'arma della sciopero came strumento di latta del praletariato per la difesa de/le proprie condizioni di vita e di lavoro Contra le mis11re gavernative Cu111ru il frallle i111i10 horghesia/apportunismn Cu11tro la represione statale ». niciano le automobili e Joro stcssi, da! momento che devono Javorare a contatto di gomito. La risposta degli operai più combattivi è immediata: sciopero! Altrettanto rapida è la risposta della direzionc: gli operai dei vicini reparti di lastratura e carrozzeria vengono « messi in libertà ». Il metodo dunque è sempre il solito, supercollaudato: mettere gli operai gli uni contro gli altri, impedire che la lotta di un reparto venga fatta propria dagli altri. Gli operai non si lasciano intimorire e continuano lo sciopero, fanno cortei interni per coinvolgere gli operai di altri reparti non direttamente interessati, c pongono corne condizione della ripresa del lavoro il pagamento della giornata anche per chi è stato messo in libertà. La direzione non risponde nulla, sicura che il giorno di festa basti a far quietare gli animi. Ma il 2, alla ripresa del lavoro, gli spruzzatori entrano nella cabina in 8 invece che in 10, cioè rifiutano i « nuovi tabelloni ». Di fronte a questo atto d'insubordinazione, la direzionc toglie la corrente, blocca le linee e mette in libertà tutti gli operai. Questa volta la reazione è ancora più violenta: 4000 operai sï mettono in corteo e vanno ad occupare la palazzina degli uffici, malgrado i cancelli blindati e i ripetuti tentativi di pompieraggio dei bonzi sinc.lacali. L'occupazione si protrae lino al pomeriggio. Alla sera i sindacalisti comodamente seduti all'Unione lndustriali, vista la decisa risposta degli operai, fanno il bel gesto di interrompere le trattative in corso. Ma ormai la lotta è rientrata. Il giorno dopo, infatti, metà degli operai è asscntc, c la lotta non puù continuarc. Sei delcgati della verniciatura pcrù danno Je dimissioni, motivandole col fatto chc altri delegati, bonzi della lcga, volevano imporre la fine degli scioperi articolati e la proclamazione di un'ora di sciopero, ma a fine turno, senza danno per il padrone. I delcgati dimissionari hanno affisso in fabbrica un manifesto che dice tra l'altro: « Noi decidevamo di dare le dimissioni [ ... ] in modo da esser liheri delle nostre azoni. Consegnate le dimissioni [ ... ] abbiama deciso di {are un'ora di sciopero in lutta la verniciatura. Fàtta l'assemblea spiegati i motivi di tale decisione a tutti· i /avoratori presenti in officina e in assemblea, abbiamo delta che le forme di /otta, le ore di sciopero le decidono g/i operai con i/ropri delegati e non il padrone, e in questo caso d'accordo anche il sindacato ». Il lavoro è ormai riprèso normalmente e· il controllo sindacale ricade nuovamente corne una cappa di piombo sui coraggiosi operai che, anche se per un breve periodo, sono riusciti a spezzare le catene opportuniste per difendere i propri interessi immediati. Ancora una volta sono stafr gli O· perai che hanno c.lovutolottare àutonomamente per difendersi da un inasprirsi delle condizioni di lavoro e per la difesa della propria salu te: dal · sindacato non potevano aspettarsi nulla; anzi, il lavoro di conciliazione e di sabotaggio opera· to dai sindacalisti e l'isolamento in cui .è stata mantenuta la lotta, sono stati determinanti perîmpedire l'allargamento dell'agitazione. Che questa ribelliorie operaia, corne le tante aitre di cui la stampa borghese non dà notizie, possa essere un esempio fecondo per la ripresa della lotta in difesa degli interessi imme~iati di classe. ' ver i 1 1 j