Rischio - Zolla - Ordine Ingegneri BAT

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Rischio - Zolla - Ordine Ingegneri BAT
BONIFICA E MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE DI
AREE INDUSTRIALI DISMESSE: L’ESPERIENZA DEL
SITO EX SAIBI DI MARGHERITA DI SAVOIA
IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI
PERICOLOSI E VALUTAZIONE DEL
RISCHIO SANITARIO-AMBIENTALE
Prof. Ing. Antonio DI MOLFETTA
AREA g.e.i.e.
Dott. Geol. Bianca SAUDINO DUGHERA Bortolami – Di Molfetta Srl
Dott. Ing. Valerio ZOLLA
Dott. Ing. Lorenzo BUONOMO
AREA g.e.i.e.
Studio Buonomo Veglia Srl
Dott. Ing. Riccardo MIRACAPILLO
Comune Margherita di Savoia
EX SAIBI – CONTAMINAZIONE DEL SITO
ANALISI DI RISCHIO SANITARIO - AMBIENTALE
L’Analisi di Rischio è un metodo di valutazione che permette di quantificare il rischio
sanitario e ambientale connesso alla presenza nel sito di inquinanti tossici e/o cancerogeni,
attraverso la modellizzazione matematica dei possibili percorsi di esposizione:
SORGENTE
PERCORSI DI
ESPOSIZIONE
RECETTORI
La procedura è normata dallo standard ASTM PS104, recepita in Italia dai Criteri Metologici
APAT/ISPRA (2005-2008).
In Italia il concetto di Analisi di Rischio è stato introdotto dal D.M. 471/99, come procedura
opzionale per la definizione di concentrazioni obiettivo di bonifica meno restrittivi dei limiti
tabellari (CLA).
Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 152/06, l’Analisi di Rischio è stata «promossa» a
strumento obbligatorio per definire gli obiettivi di bonifica (CSR).
ANALISI DI RISCHIO SANITARIO-AMBIENTALE
INQUADRAMENTO TECNICO-NORMATIVO
D.M. 471/99 (ABROGATO)
D.LGS. 152/06 (ATTUALE)
Il Progetto Preliminare definisce gli obiettivi
di bonifica.
L’Analisi di Rischio è lo strumento usato per
stabilire se un sito è contaminato.
Di norma le concentrazioni obiettivo di
bonifica sono date dai valori limite tabellari
(CLA).
I limiti tabellari (CSC) assumono la funzione
di valori di screening.
Per definire gli obiettivi di bonifica (CSR)
Se i valori limite tabellari non sono tecnicamente raggiungibili a costi sopportabili
si può applicare l’Analisi di Rischio con cui si
calcolano le concentrazioni residue
accettabili in termini di rischio per la salute
umana, da adottare come concentrazioni
obiettivo.
si deve applicare l’Analisi di Rischio con si
calcolano le concentrazioni residue
accettabili in termini di rischio per la salute
umana e per l’ambiente, da adottare come
concentrazioni obiettivo.
Maggiore rilevanza rispetto al D.M. 471/99.
ANALISI DI RISCHIO SANITARIO-AMBIENTALE
INQUADRAMENTO TECNICO-NORMATIVO
EX SAIBI - ANALISI DI RISCHIO SANITARIO-AMBIENTALE
OBIETTIVI DELL’ANALISI DI RISCHIO
Il procedimento di bonifica dell’ex SAIBI è stato avviato ai sensi del D.M. 471/99 ed è
proseguito con il D.Lgs. 152/06.
Gli obiettivi di bonifica sono stati definiti dal Progetto preliminare ai sensi del D.M. 471/99,
senza svolgimento dell’Analisi di Rischio (obiettivi = valori limite tabellari).
In fase di progettazione definitiva dell’intervento, in luogo di un intervento di bonifica
(rimozione completa della contaminazione) si è optato per una messa in sicurezza
permanente (incapsulamento della contaminazione).
A supporto della progettazione è stata svolta un’Analisi di Rischio per:
 valutare il rischio sanitario-ambientale indotto dalla contaminazione allo stato di fatto;
 valutare la conformità delle opere di messa in sicurezza permanente previste per
ricondurre il rischio all’interno dei limiti di accettabilità.
EX SAIBI - ANALISI DI RISCHIO SANITARIO-AMBIENTALE
RISULTATI DELL’ANALISI DI RISCHIO – STATO DI FATTO
L’analisi di rischio ha evidenziato che, allo stato di fatto, era presente una condizione non
accettabile di rischio cancerogeno e tossicologico per la popolazione residente,
derivante dall’inalazione di polveri e vapori di inquinanti metallici, in particolare il
mercurio, e dall’ingestione o contatto dermico con il suolo contaminato, in particolare
per la presenza di arsenico e piombo.
EX SAIBI - ANALISI DI RISCHIO SANITARIO-AMBIENTALE
RISULTATI DELL’ANALISI DI RISCHIO – SCENARIO DI PROGETTO
La realizzazione di una barriera impermeabile di superficie (capping) permetterà di
eliminare o ridurre ad un livello accettabile tutti i fattori di rischio individuati,
impedendo il contatto diretto con le matrici contaminate e limitando l’emissione di
vapori dal sito.
La realizzazione di una barriera perimetrale impermeabile (diaframma plastico)
permetterà di arrestare la propagazione dei contaminanti a valle del sito.
EX SAIBI - ANALISI DI RISCHIO SANITARIO-AMBIENTALE
RISULTATI DELL’ANALISI DI RISCHIO – VINCOLI ALL’USO DEL SITO
La realizzazione degli interventi di messa in sicurezza permanente determinerà i
seguenti vincoli territoriali:
1. preclusione alle attività di coltivazione;
2. preclusione a tutte le attività che possono comportare la manomissione
dell’impermeabilizzazione (scavi, fondazioni);
3. qualora tali interventi fossero inevitabili, si dovrà provvedere al ripristino
dell’impermeabilizzazione;
4. divieto di captazione a scopo idropotabile e irriguo delle acque sotterranee
all’interno del sito.
IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
DEMOLIZIONE DI SITI INDUSTRIALI DISMESSI
Le aree industriali dismesse o abbandonate sono spesso degradate e compromesse dal
punto di vista ambientale.
Principali criticità da affrontare:
 Sicurezza: spazi angusti, altezze elevate, presenza di materiali pericolosi, elevati
standard di sicurezza, procedure di controllo.
 Ambiente: presenza di rifiuti e residui di produzione, contaminazioni del suolo e della
falda, impianti dismessi, serbatoi fuoriterra o interrati, materiali pericolosi con rilascio
nell’ambiente.
L’intervento di demolizione è del tutto comparabile per complessità ad un intervento di
costruzione (DECOMMISSIONING).
IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
PRINCIPALI CRITICITÀ
1. Presenza di rifiuti e residui di produzione.
2. Presenza di materiali pericolosi nelle strutture da demolire.
3. Vasche, serbatoi e rifiuti interrati.
4. Impianti dismessi contaminati da sostanze pericolose.
5. Contaminazione del sito.
IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
RIFIUTI E RESIDUI DI PRODUZIONE
Tipologie più comuni di rifiuti in siti industriali dismessi:
 Imballaggi misti;
 Rottami metallici;
 Fusti contenenti rifiuti liquidi;
 Oli usati, solventi, cere, etc.;
 Serbatoi, cisterne e fusti con fondami;
 Trasformatori e condensatori con PCB;
 R.A.E.E.;
 Rifiuti urbani indifferenziati.
IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
RIFIUTI E RESIDUI DI PRODUZIONE
I rifiuti presenti vanno censiti e classificati:
Secondo la pericolosità:
Secondo l’origine:
 Pericolosi
 Speciali
 Per origine
 Urbani e assimilabili
 Per composizione
 Non pericolosi
Il produttore deve classificare ciascun rifiuto mediante il codice CER (Catalogo
Europeo dei Rifiuti) che meglio descrive il rifiuto in base al processo di produzione e
alla composizione.
Il Catalogo è formato da circa 800 voci divise in 20 capitoli, sulla base del processo di
origine del rifiuto.
IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
RIFIUTI E RESIDUI DI PRODUZIONE
CATALOGO EUROPEO DEI RIFIUTI
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Rifiuti derivanti da prospezione, estrazione
da miniera o cava, nonché dal trattamento
fisico o chimico di minerali
Rifiuti prodotti da agricoltura, orticoltura,
acquacoltura, selvicoltura, caccia e pesca,
trattamento e preparazione di alimenti
Rifiuti della lavorazione del legno e della
produzione di pannelli, mobili, polpa, carta
e cartone
Rifiuti della lavorazione di pelli e pellicce e
dell'industria tessile
Rifiuti della raffinazione del petrolio,
purificazione del gas naturale e
trattamento pirolitico del carbone
Rifiuti dei processi chimici inorganici
Rifiuti dei processi chimici organici
Rifiuti della produzione, formulazione,
fornitura ed uso di rivestimenti (pitture,
vernici e smalti vetrati), adesivi, sigillanti e
inchiostri per stampa
Rifiuti dell'industria fotografica
Rifiuti provenienti da processi termici
11. Rifiuti prodotti dal trattamento chimico
superficiale e dal rivestimento di metalli ed
altri materiali; idrometallurgia non ferrosa
12. Rifiuti prodotti dalla lavorazione e dal
trattamento fisico e meccanico superficiale
di metalli e plastica
13. Oli esauriti e residui di combustibili liquidi
(tranne oli commestibili, 05 e 12)
14. Solventi organici, refrigeranti e propellenti
di scarto (tranne le voci 07 e 08)
15. Rifiuti di imballaggio, assorbenti, stracci,
materiali filtranti e indumenti protettivi (non
specificati altrimenti)
16. Rifiuti non specificati altrimenti nell'elenco
17. Rifiuti delle operazioni di costruzione e
demolizione (compreso il terreno
proveniente da siti contaminati)
18. Rifiuti prodotti dal settore sanitario e
veterinario o da attività di ricerca collegate
19. Rifiuti prodotti da impianti di trattamento
dei rifiuti […] preparazione per uso
industriale
20. Rifiuti urbani e assimilabili
IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
RIFIUTI E RESIDUI DI PRODUZIONE
TRASFORMATORI
CER 16.02.09*
QUADRO ELETTRICO
CER 16.02.14
ESTINTORE
CER 16.05.04*
CONDENSATORI
CER 16.02.09*
LAMPADE AL NEON
CER 20.01.21*
PAVIMENTO IN GRES
CER 17.09.02*/04
IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
PRESENZA DI MATERIALI PERICOLOSI NELLE STRUTTURE DA DEMOLIRE
Tipologie più comuni di materiali da costruzione pericolosi o potenzialmente pericolosi:
 Amianto (tossico, cancerogeno);
 Tubazioni e lastre in Piombo (tossico);
 Vernici (infiammabile, tossico);
 Additivi del cemento (infiammabile);
 Impermeabilizzanti, incatramanti (infiammabile, tossico);
 Legno trattato (tossico, ecotossico, infiammabile);
 Fibre minerali (irritanti);
 Mastici, sigillanti e adesivi (infiammabile, tossico).
ARPA Liguria, Linee guida sui rifiuti speciali - rifiuti da C&D, 2007
IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
IMPIANTI DISMESSI CONTAMINATI DA SOSTANZE PERICOLOSE
Principali criticità:
 Degrado delle strutture metalliche;
 Residui solidi e liquidi all’interno dei circuiti;
 Coibentazioni in materiali pericolosi.
VASCHE, SERBATOI E RIFIUTI INTERRATI
Principali criticità:
 Aspirazione di eventuali fondami;
 Eventuale certificazione gas-free;
 Rimozione ed invio a smaltimento.
IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
CONTAMINAZIONE DEL SITO
 Indagine preliminare;
 Piano di caratterizzazione;
 Analisi di rischio sanitario-ambientale;
 Progetto operativo di bonifica.
EX SAIBI – IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
VASCHE E RIFIUTI INTERRATI
 Vasche di equalizzazione con liquido
stagnante e materiale di riempimento.
 Pesa bilico con rifiuti interrati.
 Canale di scarico in calcestruzzo.
EX SAIBI – IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
VASCHE E RIFIUTI INTERRATI
Campionamento e analisi dei rifiuti interrati e dei materiali a
contatto con gli stessi (strutture, terreno).
Sostanze potenzialmente pericolose individuate:
 Amianto (bilico);
 Metalli pesanti (As, Cr, Pb, Hg, Ni, Sb, Se);
 Bromobenzene.
Classificazione dei rifiuti:
 Materiale di riempimento vasche:
CER 19.13.02
NP
 Materiale riempimento bilico:
CER 17.06.05*
P
 Liquido stagnante:
CER 16.10.02
NP
 Strutture in calcestruzzo:
CER 17.01.07
NP
 Terreno circostante vasche:
CER 17.05.04
NP
EX SAIBI – IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
VASCHE E RIFIUTI INTERRATI – INTERVENTI E MISURE DI SICUREZZA
Vasche e rifiuti interrati sono sorgenti primarie di contaminazione
primaria ancore attive.
Si prevede la loro rimozione nell’ambito dell’intervento di bonifica, previa
presentazione di Piano di lavoro ove rilevata la presenza di amianto.
Misure di sicurezza per i lavoratori:
 Personale qualificato appartenente a impresa iscritta all’Albo gestori
Ambientali.
 Dotazione di DPI idonei (maschere filtranti gas e vapori + filtro P3 per
amianto, rilevatore portatile VOC, etc.).
Misure di sicurezza per la popolazione:
 Aggottamento delle acque stagnanti;
 Scavo per segmenti di ampiezza ridotta;
 Chiusura / copertura degli scavi a fine giornata;
 Monitoraggio giornaliero della qualità dell’aria;
 Interruzione dei lavori per vento superiore a 8 nodi in direzione del
centro abitato.
EX SAIBI – IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
STRUTTURE E IMPIANTI CON MATERIALI PERICOLOSI
Impianto di debromazione: n. 6 torri h 18-20 m
realizzate negli anni ’55-57 mediante blocchi di
pietra basaltica assemblati.
Analoghe torri di minori dimensioni sono
presenti all’interno dell’edificio 10.
EX SAIBI – IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
STRUTTURE E IMPIANTI CON MATERIALI PERICOLOSI
Campionamento e analisi dei materiali costruttivi l’impianto (con ARPA Puglia).
 Superficie interna dei blocchi basaltici refrattari;
 Anelli ceramici (corpi di riempimento);
 Depositi pulverulenti sugli anelli;
 Malta cementizia di allettamento dei blocchi basaltici;
 Altri materiali di costruzione (intonaco, mattoni, base in calcestruzzo, etc.).
Classificazione dei rifiuti:
 Malta di allettamento dei blocchi:
CER 17.06.01*
crisotilo 5-10% in matrice friabile
 Superficie interna dei blocchi:
CER 17.06.05*
malta adesa ai blocchi
 Anelli ceramici:
CER 16.11.06
materiali refrattari non pericolosi
 Depositi pulverulenti:
CER 16.03.04
residui di processo, non pericolosi
 Altri materiali di costruzione:
CER 17.05.04
materiali inerti non pericolosi
EX SAIBI – IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
STRUTTURE E IMPIANTI CON MATERIALI PERICOLOSI
Linea ferroviaria dismessa.
Binari interrati, coperti dalla pavimentazione
bituminosa.
Parziale sovrapposizione con il tracciato del
diaframma plastico.
EX SAIBI – IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
STRUTTURE E IMPIANTI CON MATERIALI PERICOLOSI
GIACIMENTI DI OFIOLITI (PIETRE VERDI)
BALLAST
CER 17.05.07* / 08
Potenzialmente pericoloso per
presenza di rocce amiantifere.
TRAVERSE DI LEGNO
CER 17.02.04*
Impregnate di olio di creosoto, pericolose.
CARTA GEOLOGICA SCHEMATICA - AREA CONFINE CALABRO-LUCANO
(S. Laurita, G. Rizzo, 2014).
EX SAIBI – IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
STRUTTURE E IMPIANTI CON MATERIALI PERICOLOSI
Classificazione dei rifiuti prodotti dalla demolizione del tratto di binari:
 Massicciata ferroviaria:
CER 17.05.07*
Pericolosi, 5’000 mg/kg crisotilo
 Traverse in legno:
CER 17.02.04*
Pericolosi, impregnati di creosoto
 Binari in acciaio:
CER 17.04.05
Non pericolosi, recupero
EX SAIBI – IDENTIFICAZIONE DEI MATERIALI PERICOLOSI
STRUTTURE E IMPIANTI CON MATERIALI PERICOLOSI – MISURE DI SICUREZZA
Si prevede la rimozione delle strutture e degli impianti contenenti amianto nell’ambito
dell’intervento di bonifica, previa presentazione di Piano di lavoro ex art. 256 D.Lgs.
81/2008.
Si applicano le tutele previste dal D.M. 6 settembre 1994, che in presenza di amianto in
matrice friabile prevede:
 Confinamento statico dell’area di lavoro.
 Confinamento dinamico dell’area di lavoro.
 Unità di decontaminazione per il personale (UDP).
 Unità di decontaminazione per i materiali (UDM).
 Monitoraggio della qualità dell’aria.
 Decontaminazione finale e pulizia.
 Certificazione della restituzione delle aree bonificate.
I lavoratori devono altresì essere protetti dal contatto con residui di lavorazione e da
eventuali esalazioni (maschere filtro P3 + gas e vapori, rilevatore VOC, etc.).
Ordine degli Ingegneri della Provincia BAT
Ordine degli Ingegneri della Provincia Brindisi
Ordine degli Ingegneri della Provincia Lecce
Consulta regionale degli Ordini degli Ingegneri di Puglia
Ordine dei Geologi della Regione Puglia
Ordine degli Ingegneri della Provincia Bari
Ordine degli Ingegneri della Provincia Foggia
Ordine degli Ingegneri della Provincia Taranto
Collegio dei Geometri della Provincia BAT
in collaborazione con
Città di MARGHERITA DI SAVOIA
BONIFICA E MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE DI
AREE INDUSTRIALI DISMESSE: L’ESPERIENZA DEL
SITO EX SAIBI DI MARGHERITA DI SAVOIA
Prof. Ing. Antonio DI MOLFETTA
AREA g.e.i.e.
Dott. Geol. Bianca SAUDINO DUGHERA Bortolami – Di Molfetta Srl
Dott. Ing. Valerio ZOLLA
Dott. Ing. Lorenzo BUONOMO
AREA g.e.i.e.
Studio Buonomo Veglia Srl
Dott. Ing. Riccardo MIRACAPILLO
Comune Margherita di Savoia