Amighetti: dietro ai numeri uno, trent`anni di Rank 99
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Amighetti: dietro ai numeri uno, trent`anni di Rank 99
PROTAGONISTI NELLA SELEZIONE Amighetti: dietro ai numeri uno, trent’anni di Rank 99 L’allevamento di Francesco e Marco Amighetti a Verolavecchia (Brescia). di Marie Vida S elezione genetica, notoriamente, non è aritmetica. Qualche volta, però, accade anche in genetica che due più due faccia quattro. E non per caso, sostiene Marco Amighetti, osservando che il suo toro Numero Uno, - nel nome, il destino - è al primo posto della classifica Usa TPI Genomico e che si trova lì da 5 uscite consecutive, primo di tutti i maschi testati genomici degli USA, nell’élite del pool genetico mondiale. “Mi fa male sentir dire che è fortuna, essere primi al mondo. Forse ci vorrà anche una dose di fortuna, ma dietro questo animale ci sono trent’anni di lavoro di selezione su basi solide, qui in azienda, e qualcosa vorrà pur dire”. Marco, veterinario e collaboratore del Sata, il servizio tecnico della Lombardia, si occupa dell’allevamento delle vacche, mentre il cugino Francesco della campagna e dell’amministrazione sinistra Marco e Francesco Amighetti nella loro azienda a Verodell’azienda agricola alla cascina Bosco di Verolavecchia, Da lavecchia, in provincia di Brescia. L’allevamento Amighetti ha una nella ricca e fertile campagna a sud di Brescia. Entrambi lunga storia di permanenza ai vertici della classifica dei primi 50 svolgono libere professioni al di fuori dell’allevamento, allevamenti italiani con i diversi indice di selezione per il quale condividono tuttavia una forte passione, ereditata dai genitori, i fratelli Paolo e Antonio, una passione che si è tradotta negli anni in una continua ricerca di eccellenza, con risultati evidentissimi, in stalla e sui numeri. Mantenendosi costantemente ai vertici Rank 99, l’allevamento Amighetti è stato ed è presente, da molti anni, tra i primi 50, ieri per ILQM e oggi per PFT, con una media attuale di 1248 (Tipo 0.94, ICM 1.01, IAP 1.04) su 234 vacche indicizzate. La media di produzione latte del 2011 è stata di 11.415 kg con 3,74% di grasso e 3,37% di proteine. Nel 1997, Bianconero aveva intervistato Marco, che ci aveva parlato del successo in mostra di Amighetti Blazer Befana, dei risultati delle prove di Amighetti Cleitus Vario, delle prospettive di Amighetti Mountain Le asciutte fanno una settimana di pre parto con un po’ di unifeed e fieno lungo, senza inDada. Con Marco e Francesco Ami- tegrazione o steaming up. La stagione più asciutta le vacche la trascorrono in un paddock esterno su prato. Marco Amighetti, veterinario collaboratore del servizio di assistenza veghetti, quindici anni dopo, facciamo terinaria della regione Lombardia, sostiene: “Le vacche assomigliano a chi le alleva. Le loro il punto su cosa è successo in que- condizioni dipendono da come imposti il lavoro, da come le tratti, da quanto le conosci” 18 BIANCONERO . OTTOBRE 2012 sto lasso di tempo e su quali siano le prospettive della loro azienda. “Dal 1997, abbiamo continuato a lavorare, con la selezione tradizionale, utilizzando i migliori riproduttori e l’ET sulle nostre migliori vacche, come Amighetti Mountain Dada, che ha effettivamente dato origine ad un’ottima famiglia dalla quale è uscito Amighetti Marzo, toro Gold Medal. Soprattutto, abbiamo lavorato sulla famiglia di Centerfield Elevation Berta E91, acquistata nel 1979, che aveva dimostrato una “Capacità Produttiva Percentuale”, il dato di selezione del tempo, molto superiore alla media. L’embryo transfer, iniziato negli anni ottanta/novanta in azienda con il compianto Achille Gusperti, è diventato una pratica di routine, tanto che adesso il 60% della stalla discende dalla stessa vacca. Questo schema di lavoro è proseguito sino al 2008, quando l’avvento delle indagini genomiche ha cambiato tutte le carte in tavola. ■ Che cosa è successo? Il primo animale testato in allevamento, Amighetti Shottle Ave, MB88 di primo parto, si è rivelata una vacca molto alta con questi indici e abbiamo proseguito la selezione sulla sua discendenza, una linea di soggetti molto a posto a tipo, a cominciare dalla madre Iron Alundra MB89, alla nonna Rudolph Nikki MB88, poi Leadman Avana MB89, Ned Boy Certa E90 e infine Berta. Nel 2009, una volta conosciuti i risultati di Ave, siamo partiti con la super ovulazione per ET e, in tre anni e mezzo, abbiamo avuto grossi risultati, 106 figli, di cui 54 femmine e 52 maschi, più 25 gravidanze e 22 tori entrati in F.A. in Italia e all’estero. Oggi, in particolare, Amighetti Iron Alundra Nella stalla con cuccette la lettiera viene rinnovata due volte al giorno nelle vacche fresche e ogni due giorni per le altre. Nel 2011 è stata aggiunta una nuova struttura per le primipare. Secondo Marco Amighetti è questa l’innovazione gestionale introdotta negli ultimi tempi che ha dato più vantaggio. “Erano troppo ammassate ed ora hanno il loro gruppo. Con questo prezzo, perdere il latte è un grosso inconveniente. I gruppi sono divisi in post parto - dieci poste per una settimana circa - un gruppo primipare di 72 capi, un gruppo pluripare di circa 70/80 capi a diversi stadi di lattazione, un terzo gruppo di mungitura di altri 70/80 capi e per ultimo, il gruppo infermeria” abbiamo il grande orgoglio di avere il 1° toro per GTPI al mondo, Amighetti Numero Uno; in una classifica dove, dopo di lui, si è avvicendato un grande turn over di nomi, sono16 mesi che rimane in testa. Oltre ad avere l’indice totale maggiore, ha un’attendibilità del 77%, legata al fatto che tutta la sua famiglia è stata testata. Anche nella classifica italiana dei primi 20 tori per GPFT adesso abbiamo tre soggetti, da questa famiglia e collaterali, due fratelli di Numero Uno, Magnifico e Lubbock, poi Armagnac, quest’ultimo sempre dalla famiglia di Berta, figlio di una Bolton MB89, con dietro una Goldwin E90 e una Mtoto E90. I primi posti li abbiamo raggiunti soprattutto sulla parte maschile, ma sulla parte femminile la famiglia di Berta ha trasmesso molto bene. Tutte le figlie di Ave testate sono molto alte genomicamente e le sue prime sei figlie punteggiate sono diventate Molto Buono già di primo parto. La nostra impressione è che vi sia una corrispondenza tra dato genomico ed effettive prestazioni produttive e tipo. Tutte le femmine alte ad indice sono state super ovulate da manze, ma, in modo parallelo, continua la selezione tradizionale, con F.A. ed ET. ■ Su quali altre famiglie state lavorando? Sulla O-Man Serena MB87 su una Adam E90, una famiglia che discen- Amighetti Shottle Ave BIANCONERO . OTTOBRE 2012 19 Amighetti Planet Swanny Amighetti Jeeves Soft de sempre da Berta. Serena ha figli in F.A. con Planet e Jeeves e due figlie interessanti genomicamente, Swanny e Soft, di cui ci sono già gravidanze. Nella nostra politica di mercato della selezione preferiamo vendere i riproduttori piuttosto degli embrioni, anche se adesso la tendenza dei Centri è di acquisire un numero minore di tori, puntando su quelli con genomica più alta. Probabilmente la genomica porterà migliore forza contrattuale dell’allevatore sull’offerta del suo prodotto di selezione. ■ Qual è la vacca ideale dell’allevamento Amighetti? È la vacca che dà più reddito, longeva, fertile e produttiva, che non ha mai problemi, e che, con le ultime acquisizioni genomiche è anche in grado di trasmettere queste sue caratteristiche. In questo momento, questa vacca è Amighetti Shottle Ave. Come dicevo, da questa vacca abbiamo avuto 106 figlie in 3 anni, un numero che forse è unico al mondo: è nata nel marzo 2006, è ancora in stalla e, dopo questi tre anni di super ovulazione, alla prima fecondazione si è già ingravidata. La fortuna è stata nel trovare questa vacca con genomica alta, con la quale lavorare è stato molto più facile. Amighetti Blazer Befana mali e sui caratteri gestionali. Partendo da quest’ottica, la qualità della mammella è cresciuta di pari passo, un dato che si ritrova nei punteggi, con il 21% di mammelle Molto Buono e Ottimo. Alle mostre non partecipiamo più, dopo l’exploit di Amighetti Blazer Befana, riserva alla ■ Che carattere avete maggiormente migliorato in stalla? Nazionale del 1997. Befana si è rivelata una vacca non Ci siamo concentrati, più che sull’aspetto morfologico solo da concorso, ma tra le migliori in stalla, con ottio su un carattere in particolare, sulla durata degli ani- me discendenti, di cui l’ultima è la primipara Amighetti Planet Style, figlia di Goldwin Bedi Tre figlie di Planet: Amighetti Alba, Amighetti Planet Avery e Amighetti Planet Annette MB88, dietro Emerson Style E90 e poi Befana. ■ Come imposta la routine di lavoro in stalla, Marco? Mi occupo sia degli impianti che dei trapianti di ET. Ho impostato il lavoro di ET su calori naturali. Tre giorni alla settimana impianto gli embrioni, congelati, nel 90% dei casi. Le manze meno interessanti a livello genetico, dai 13 mesi in avanti, diventano riceventi. Avendo un buon numero di embrioni, dato che la famiglia di Berta è molto fertile, ne impianto un centinaio all’anno. Gli embrioni non congelabili, se ho le riceventi pronte, vengono impiantati freschi. Lo scorso anno abbiamo avuto 65 20 BIANCONERO . OTTOBRE 2012 vitelli nati. Sulle vacche uso la fecondazione tradizionale. Non utilizzo seme sessato, perché per le vacche non conviene, mentre, per le manze, i tori d’élite non sono disponibili. ■ Come scegliete i tori per l’accoppiamento? Per quel che riguarda i caratteri del tipo, sono tutti importanti e scegliamo i primi tori che abbiano caratteri gestionali, titoli e latte, molto a posto, tori completi, con il criterio di individuare delle linee di sangue non molto utilizzate tra i primi in classifica, per evitare consanguineità che, con un indice di stalla al 4,94%, è qualcosa alla quale stiamo molto attenti. La genomica ha aperto un miglioramento dal punto di vista scientifico, anche in questo campo. ■ Come usate i tori con soli dati genomici? Nei trapianti, i tori genomici si alternano ai provati, cercando sempre una buona attendibilità. Il segreto è di usarne tanti per suddividere il rischio di qualcuno che non soddisfi le aspettative. In questo ambito, potrebbe capitare di scartare per la selezione, a priori, animali senza una genomica altissima. Fanno bene alcuni Centri a mettere in prova anche questi animali per differenziare le linee di sangue, ma anche per averne le figlie: se non ci sono, non si possono identificare mutazioni positive. Probabilmente, ci sarà ancora da lavorare, ma la genomica è sicuramente una strada da percorrere. Rispetto a prima, adesso si sa su quali animali lavorare, il DNA è oggettivo, se lo si sa leggere. La svolta fondamentale è sui tempi della selezione, che hanno subìto un’accelerazione, che aumenta il progresso genetico: adesso a 13 mesi si riconosce già il valore di un soggetto, contro i 5 anni che occorrevano prima. ■ Come vedete il futuro della vostra azienda, Marco e Francesco? Ci siamo buttati a capofitto nella selezione genomica, consapevoli del rischio, ma troviamo soddisfazione nel fare questo lavoro e dare il tutto per tutto in un’attività che ci appassiona e che vogliamo continuare, perseguendo il meglio. Di questi tempi è difficile far quadrare i bilanci, ma se ci riusciamo, vuol dire che qualcosa di buono lo facciamo. BIANCONERO . OTTOBRE 2012 21