Farmaco@Vigilanza n.11 ok
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Farmaco @ vigilanza Notiziario a cura della SOC Ass. Farmaceutica Territoriale Responsabile ASL CN2 Farmacovigilanza: Dr.ssa Maria M. Avataneo Progetto FARMATER: Dr. Andrea Riberi Aprile 2013 – n.11 ANCORA UNA VOLTA MODIFICATA LA NOTA 13 (DETERMINA N. 319/2013) La Gazzetta Ufficiale n. 83 del 9 aprile 2013 ha pubblicato la Determinazione AIFA 26 marzo 2013: “Modifica alla Nota 13 di cui alla determina del 14 novembre 2012”, in vigore dal 10 aprile 2013. Le modifiche prevedono, tra l’altro, l’esclusione dei sequestranti acidi biliari dagli ipolipemizzanti prescrivibili a carico del SSN limitatamente alle condizioni indicate dalla Nota e l’inclusione di Fluvastatina e Lovastatina tra i farmaci prescrivibili a carico del SSN in trattamenti di 1° livello. La nota è preceduta dalla precisazione che viene riportata integralmente di seguito. "La categoria di rischio moderato contenuta dalle linee guida ESC per il trattamento delle dislipidemie (basata sui valori di colesterolo totale), è stata differenziata nelle categorie di rischio medio e moderato, anche per tenere conto dell'aggiustamento per i valori di colesterolo HDL. Il calcolo del rischio cardiovascolare secondo le carte va effettuato solo per i pazienti senza evidenza di malattia. Sono considerati per definizione a rischio alto (e il loro target terapeutico è pertanto un valore di colesterolo LDL <100), oltre a coloro che presentano un risk score ≥5% e < 10% per CVD fatale a 10 anni, i pazienti con dislipidemie familiari, quelli con ipertensione severa, i pazienti diabetici senza fattori di rischio CV e senza danno d'organo, i pazienti con IRC moderata (FG 30-59 ml/min/1.73m2). Sono invece considerati a rischio molto alto (e pertanto con target terapeutico di colesterolo LDL <70), oltre ai soggetti con uno score ≥10%, i pazienti con malattia coronarica, stroke ischemico, arteriopatie periferiche, pregresso infarto, bypass aorto-coronarico, i pazienti diabetici con uno o più fattori di rischio CV e/o markers di danno d'organo (come la microalbuminuria) e i pazienti con IRC grave (FG 15-29 ml/min/1.73m2)."1 Farmaco @ vigilanza Notiziario a cura della SOC Ass. Farmaceutica Territoriale Nota Informativa Importante Responsabile ASL CN2 Farmacovigilanza: Dr.ssa Maria M. Avataneo Progetto FARMATER: Dr. Andrea Riberi Aprile 2013 – n.11 Telaprevir RISCHIO DI SECONDI TUMORI PRIMARI EMATOLOGICI CON TALIDOMIDE Antivirali, inibitori delle proteasi Talidomide Immunosoppressivi ® Incivo / Janssen-Cilag International N.V Classe A PHT Thalidomide Celgene ®/ Celgene Europe Limited Classe H L’Agenzia Italiana del Farmaco, in accordo con l’Agenzia Europea dei Medicinali, ha reso disponibili importanti informazioni riguardanti la gestione delle Reazioni Avverse Cutanee Gravi (SCAR) associate a ® INCIVO (telaprevir). Sono stati riportati due casi di necrolisi epidermica tossica (TEN), di cui uno fatale, in associazione all’uso di telaprevir. Inoltre, nei pazienti con eruzione cutanea progressiva e sintomi sistemici che hanno continuato a ricevere il ® trattamento con INCIVO in associazione, sono stati riportati casi fatali dopo l’identificazione di una grave reazione cutanea. Si ricorda che è importante aderire alle raccomandazioni per il monitoraggio e la gestione delle eruzioni cutanee riportate nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP), inclusa l’immediata interruzione di telaprevir se si sviluppa una grave eruzione cutanea. Dati recenti suggeriscono che la co-somministrazione con peginterferone e ribavirina può contribuire alla comparsa di eruzione cutanea; può essere necessario interrompere il trattamento anche con questi medicinali. Pertanto, i pazienti devono essere informati della necessità di contattare immediatamente il medico al verificarsi o al peggioramento di un’eruzione cutanea.2 Un aumento statisticamente significativo del rischio di secondi tumori primari ematologici (leucemia mieloide acuta (LMA) e sindromi mielodisplastiche (SMD) è stato osservato in uno studio in corso, in pazienti con mieloma multiplo non trattato in precedenza che assumevano melfalan, prednisone e talidomide, rispetto ai pazienti trattati con lenalidomide più desametasone. Il rischio di secondi tumori primari ematologici con talidomide è risultato essere aumentato nel corso del tempo, fino a circa il 2% dopo 2 anni e al 4% dopo 3 anni. Prima di iniziare il trattamento con talidomide in associazione con melfalan e prednisone, è opportuno tenere conto sia del beneficio ottenuto con talidomide sia del rischio di leucemia mieloide acuta (LMA) e sindromi mielodisplastiche (SMD) e di valutare attentamente i pazienti prima e durante il trattamento, utilizzando lo screening oncologico standard. 4,5 Nuovi target per l'attività antitumorale dell’acido gambogico nelle neoplasie ematologiche Recenti studi hanno dimostrato che l’acido gambogico (AG), contenuto in una pianta tropicale (Garcinia hanburyi) è un promettente agente antitumorale che agisce attraverso vari meccanismi nei tumori solidi e nelle neoplasie ematologiche e può essere sfruttato in diverse neoplasie che sono refrattarie alla terapia standard. Ha il potenziale di uccidere selettivamente le cellule neoplastiche, ma risparmia le cellule sane. In uno studio di fase I di tollerabilità umana dell’iniezione di acido gambogico, i ricercatori hanno riferito che la dose massima tollerata (MTD) di una singola iniezione è di 55 mg/m2, e che le principali tossicità che limitano la dose (DLT) sono disfunzione epatica e dolore. È stato condotto un altro studio clinico di fase II, in cui tutti i 50 casi presentavano pazienti con tumori solidi non sensibili alla chemioterapia convenzionale. I pazienti sono stati trattati con 45 mg/m2 di AG, cinque volte in un ciclo di 14 giorni. Dopo due cicli, 47 casi sono risultati idonei per l'analisi finale. Le risposte ottenute hanno dimostrato che AG ha il potenziale di indurre apoptosi in varie linee cellulari derivate da rispettive neoplasie ematologiche, per cui i ricercatori ritengono che AG possa essere utilizzato per la cura di pazienti con diverse neoplasie ematologiche.6 Nota Informativa Importante Eletriptan bromidrato Antiemicranici, triptani Relpax®/ Pfizer Italia S.r.l. Classe A Analizzando casi di eventi avversi di tipo cardiovascolare è emerso che Relpax® era stato in diverse occasioni somministrato a pazienti con preesistenti eventi cardiovascolari nei quali il medicinale è controindicato. Si raccomanda a medici di prescrivere Relpax® solo dopo attenta valutazione del rapporto beneficio/rischio di ogni singolo paziente e comunque mai nelle situazioni in cui l’uso è controindicato. Si consiglia di monitorare attentamente i pazienti, in particolare all’inizio del trattamento, in modo da interrompere immediatamente il trattamento alla comparsa dei primi sintomi di eventi di tipo cardiovascolare. medici e gli altri operatori sanitari sono tenuti a segnalare qualsiasi sospetta reazione avversa associata a 3 Relpax®. 2 Farmaco @ vigilanza Notiziario a cura della SOC Ass. Farmaceutica Territoriale Responsabile ASL CN2 Farmacovigilanza: Dr.ssa Maria M. Avataneo Progetto FARMATER: Dr. Andrea Riberi Aprile 2013 – n.11 10 MORTI ASSOCIATE A FDA APPROVA NUOVO TRATTAMENTO PER LA SCLEROSI MULTIPLA: Tecfidera® CODEINA Codeina Per la maggior parte delle persone con SM, episodi di peggioramento funzionale, sono inizialmente seguiti da periodi di recupero. Nel corso del tempo, i periodi di recupero possono essere incompleti, portando a un progressivo declino funzionale e alla disabilità maggiore. I pazienti con SM spesso sperimentano debolezza muscolare e difficoltà di coordinazione ed equilibrio. Molte persone manifestano i primi sintomi della SM tra i 20 e 40 anni. L’FDA ha approvato dimetil fumarato capsule per il trattamento di adulti con forme recidivanti di sclerosi multipla (SM). I risultati di due studi clinici hanno mostrato che coloro che hanno assunto dimetil fumarato hanno avuto meno ricadute rispetto ad altri malati che hanno assunto placebo. Uno degli studi ha dimostrato che chi ha assunto dimetil fumarato ha sperimentato più raramente un peggioramento della disabilità rispetto ai pazienti che assumevano un placebo. Il nuovo farmaco approvato dall’FDA può diminuire il numero dei linfociti. Prima di iniziare il trattamento, e successivamente ogni anno, la FDA raccomanda che il numero dei globuli bianchi del paziente sia valutato dal proprio medico curante. Calore e arrossamento e problemi di stomaco (nausea, vomito e diarrea) sono state le reazioni avverse più comuni riportate dai pazienti negli studi clinici, soprattutto all'inizio della terapia. Questi effetti indesiderati possono diminuire nel tempo.7 Analgesici, Antitussivi oppioidi Codeina Fosfato Fn®/Formulario Nazionale della Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Classe C Nel mese di agosto 2012, la FDA aveva già avvertito del pericolo di overdose nei bambini che sono "metabolizzatori ultra-rapidi" di codeina. Una successiva revisione di sicurezza, da parte della FDA, ha individuato 10 morti e tre casi di overdose associati a codeina che si sono verificati tra i bambini, negli Stati Uniti, tra il 1969 e il maggio 2012. Molti di questi bambini si stavano recuperando da un intervento chirurgico per rimuovere le tonsille o adenoidi. Tutti i bambini di età compresa tra 21 mesi a 9 anni, avevano ricevuto dosi di codeina entro il range di dosaggio normale e i segnali di una overdose di morfina, si sono sviluppati uno o due giorni dopo che i bambini hanno cominciato ad assumere la codeina. I bambini a cui viene somministrata codeina per alleviare il dolore dopo un intervento chirurgico, sono a rischio di overdose e di morte, secondo la Food and Drug Administration, che ha annunciato l’aggiunta di un nuovo “boxed warning” alle etichette di prodotti contenenti codeina per avvertire di questo pericolo. Inoltre, la FDA ha espresso una raccomandazione contraria all'uso di codeina per gestire il dolore nei bambini a seguito di un intervento chirurgico per rimuovere le tonsille o adenoidi e suggerisce che i medici usino un metodo alternativo di sollievo del dolore. Quando prescritta per il trattamento del dolore, la codeina non deve essere somministrata ad orari fissi, ma solo in caso di necessità e i bambini non dovrebbero mai ricevere più di sei dosi in un giorno, hanno aggiunto gli esperti dell’FDA. Si ricorda che i bambini che ricevono la codeina per il dolore devono essere attentamente monitorati alla ricerca di segni di overdose di morfina che includono: sonnolenza, confusione e disorientamento, problemi di respirazione, e azzurro sulle labbra o intorno alla bocca. La somministrazione di codeina, deve essere immediatamente interrotta in caso d’insorgenza di tali sintomi.9 Cresce la resistenza delle enterobacteriacee Imipenem Meropenem Ertapenem Analgesici, Antitussivi oppioidi Tutte le specialità Classe H I batteri, normalmente presenti nell'intestino, hanno acquisito un carattere letale: sono indenni dagli antibiotici, compresi i carbapenemi, un gruppo di farmaci che vengono generalmente considerati l'ultima risorsa. Quando questi germi resistenti invadono le parti del corpo a cui non appartengono, come il sangue, i polmoni o delle vie urinarie, la malattia può essere incurabile e il tasso di mortalità da infezioni del sangue può raggiungere il 50 per cento. Negli ultimi dieci anni, le enterobacteriaceae carbapenemi resistenti (CRE) sono stati riconosciuti in strutture sanitarie come causa di infezioni difficili da trattare associate a elevata mortalità e da un report diffuso dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) è emerso che la resistenza ai Carbapenemi tra la famiglia delle enterobacteriaceae comune è aumentata negli ultimi dieci anni e la maggior parte dei casi di CRE sono associati con l’esposizione ai servizi sanitari.8 1. Gazzetta Ufficiale n. 83 del 9 aprile 2013 2. AIFA, Nota Informativa Importante 8/04/’13 3. AIFA, Nota Informativa Importante 5/04/’13 4. AIFA, Nota Informativa Importante 8/04/’13 5. AIFA, Nota Informativa Importante 9/04/’13 6. NATURE, www.nature.com, February 2013 7. FDA, www.fda.gov, 27 March 2013 8. CDC, www.cdc.gov, 8 March 2013 9. FDA, ww.fda.gov 20/02/2013 3